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2018 I rischi fisici nei luoghi di lavoro RADIAZIONI OTTICHE NATURALI NEI LAVORI OUTDOOR: VALUTAZIONE, PERCEZIONE E PREVENZIONE DEL RISCHIO CANCEROGENO. L. Miligi (1), I. Pinto (2), A. Bogi (2), S. Piro (1) (1) SS di Epidemiologia dell’ambiente e del lavoro, ISPRO- Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica, Firenze (2) Laboratorio di Sanità pubblica AUSL Toscana Sud Est, Siena
Introduzione Studi epidemiologici e di laboratorio hanno evidenziato che la radiazione solare ultravioletta è causa di danni alla pelle, danni acuti e cronici, reversibili e non reversibili. Tra i danni principali si devono considerare il foto-invecchiamento e la comparsa di precancerosi e tumori cutanei. Inoltre anche gli occhi possono essere danneggiati in maniera acuta o cronica [1]. La radiazione ultravioletta (RUV) solare è stata classificata dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro di Lione (IARC) come cancerogeno certo per l'uomo già del 1992, valutazione confermata nella monografia 100 D del 2012 [2]. La valutazione conclusiva della IARC è che c’è sufficiente evidenza di cancerogenicità nell’uomo della radiazione solare in quanto causa il melanoma maligno (MM) ed tumori della pelle non melanocitici (NMSC): il carcinoma squamocellulare (SCC) e il carcinoma basocellulare (BCC) . La IARC inoltre osserva che esiste una positiva associazione, anche se con evidenza limitata, per il tumore del labbro, per il carcinoma a cellule squamose congiuntivale e per il melanoma oculare. C’è inoltre sufficiente evidenza negli esperimenti animali della cancerogenicità della radiazione solare nell’ampio spettro UVR: Radiazione UVA, Radiazione UVB, Radiazione UVC. Nella monografia 100 D viene inoltre valutata la cancerogenicità delle apparecchiature per l’abbronzatura artificiale, il cui uso