Secondo incontro oic oic 19, 20, 21

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Brescia, 16 febbraio 2015

OIC 19 - DEBITI OIC 20 - TITOLI DI DEBITO OIC 21 - PARTECIPAZIONI E AZIONI PROPRIE Dott. Ignazio La Candia www.pirolapennutozei.it


OIC 19 - DEBITI

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PRELIMINARY REMARKS Il Principio OIC 19:

ha lo scopo di definire i criteri per la rilevazione, classificazione e valutazione dei debiti, nonché le informazioni da presentare nella Nota Integrativa;

Dott. Ignazio La Candia

è destinato alle società che redigono i bilanci in base alle disposizioni del codice civile

Nel caso in cui un altro principio contabile disciplini una specifica tipologia di debito, la società fa riferimento a quel principio (ad esempio, OIC 14 per i debiti derivanti da cash poling, OIC 25 per i debiti tributari) per la disciplina della fattispecie particolare

Il principio tratta esclusivamente la tematica dei debiti, mentre la disciplina relativa ai fondi e al TFR è ora inclusa nel nuovo OIC 31 “Fondi rischi ed oneri e Trattamento di Fine Rapporto”

L’OIC 19 si applica ai bilanci chiusi a partire dal 31 dicembre 2014. 3


Novità Rispetto al precedente OIC 19 (nella versione rivista del 13 luglio 2005) si è provveduto a:

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rivedere, con riferimento ai debiti commerciali, la disciplina dello scorporo degli interessi passivi impliciti nel costo di acquisizione di beni o prestazioni di servizi

fornire ulteriori indicazioni circa il contenuto delle voci D3 “debiti verso soci per finanziamenti” e D11 “debiti verso controllanti”

introdurre delle previsioni specifiche con riferimento al trattamento contabile delle obbligazioni indicizzate, dei debiti soggetti a condizioni sospensive e dei prestiti obbligazionari subordinati

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Altre principali novità Violazione clausola contrattuale prevista per un debito a lungo termine (Paragrafo 11) ed esigibilità del debito

Debiti verso soci per finanziamenti (Voce D3). L’eventuale passaggio a capitale necessita della preventiva rinuncia dei soci al diritto alla restituzione, trasformando così il finanziamento in apporto (Paragrafo 13). Nella prassi, soprattutto nelle società a ristretta base azionaria, si assiste spesso a passaggi diretti, senza alcuna formalizzazione, dell'avvenuta rinuncia da parte dei soci (cfr. Cass. 25585/2014)

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Nella voce D11 "debiti verso controllanti" devono essere ricompresi anche i debiti verso soggetti che controllano indirettamente la società "tramite loro controllate intermedie" (Paragrafo 19)

Viene ribadito il concetto di divieto di "compenso di partite“; la compensazione è ammessa nei limiti delle disposizioni legali o contrattuali (ad esempio, la compensazione legale ex articolo 1243, comma 1, codice civile). Nella versione precedente del Principio Contabile la possibilità di compensazione era concessa solo se vi era l'effettiva possibilità di compensazione da un punto di vista legale" (vecchio OIC 19, Paragrafo L.II.c. Altri aspetti - compensazioni)

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Articolo 2424 Codice Civile

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I debiti sono passivitĂ di natura determinata ed esistenza certa, che rappresentano obbligazioni a pagare ammontari determinati di solito ad una data stabilita L’articolo 2424 del codice civile prevede che i debiti siano esposti nel passivo dello stato patrimoniale nella voce D “Debitiâ€?, con la seguente classificazione: 1. obbligazioni; 2. obbligazioni convertibili; 3. debiti verso soci per finanziamenti; 4. debiti verso banche; 5. debiti verso altri finanziatori; 6. acconti; 7. debiti verso fornitori; 8. debiti rappresentati da titoli di credito; 9. debiti verso imprese controllate; 10. debiti verso imprese collegate; 11. debiti verso controllanti; 12. debiti tributari; 13. debiti verso istituti di previdenza e di assicurazione sociale; 14. altri debiti.

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Scorporo di interessi passivi impliciti I debiti commerciali che originano dall’acquisizione di beni e servizi sono valori numerari e costituiscono la contropartita dei relativi costi. Si rilevano al loro valore nominale

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Essi rappresentano obbligazioni di pagamento a termine a fronte dell’acquisizione di beni e servizi

Il pagamento a termine comporta una dilazione nell’esborso finanziario da parte dell’acquirente e si presume che le parti abbiano tenuto conto di un adeguato compenso (interesse o corrispettivo finanziario) per la disponibilità di denaro a termine.

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Scorporo di interessi passivi impliciti Debiti a medio - lungo termine: interessi contrattualmente esplicitati

Possono rispecchiare o non rispecchiare quelli di finanziamenti disponibili sul mercato con le medesime caratteristiche.

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Debiti a medio - lungo termine: interessi non esplicitati contrattualmente

Si deve ritenere che essi contengano una componente finanziaria anche se ciò non è stato stabilito o evidenziato dalle parti. In questi casi, il valore nominale del debito incorpora anche il corrispettivo per la remunerazione della dilazione concessa; conseguentemente il valore nominale del debito si ritiene significativamente piÚ elevato del prezzo di mercato del bene/servizio con pagamento a breve termine 8


Scorporo di interessi passivi impliciti Nel rispetto dei postulati del bilancio d’esercizio, del criterio del costo (inteso come prezzo di mercato del bene con pagamento a breve termine), del principio della competenza e del principio della prudenza, al momento della rilevazione iniziale del debito, si effettua lo scorporo degli interessi passivi impliciti inclusi nel costo di acquisizione di beni o prestazione di servizi.

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Lo scorporo degli interessi passivi impliciti è effettuato quando sono soddisfatte entrambe le seguenti condizioni:

a) il valore nominale dei debiti eccede significativamente il prezzo di mercato del bene con pagamento a breve termine; ciò si verifica quando il debito non ha un interesse passivo esplicito, ovvero ha un interesse irragionevolmente basso; b) la dilazione concessa è superiore a 12 mesi.

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Ammontare degli interessi L’ammontare degli interessi passivi impliciti si ricava per differenza tra il valore nominale del debito e l’ammontare del prezzo di mercato con pagamento a breve termine del bene/servizio; esso è rilevato inizialmente tra i risconti attivi Gli interessi passivi scorporati ed il relativo tasso sono determinati al momento della rilevazione iniziale del debito e non sono rimisurati successivamente

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L’ammontare degli interessi passivi scorporati è riconosciuto sulla durata del debito L’interesse da rilevarsi in ciascun esercizio o frazione dell’esercizio in cui dura il debito è quello maturato in tale periodo tale ammontare è ripartito in modo tale che l’interesse sia riconosciuto ad un tasso costante sul debito residuo sino a quando non risulti interamente pagato Nel caso di interessi passivi esplicitati in linea con i tassi disponibili sul mercato per finanziamenti similari, l’importo della componente finanziaria da scorporare si ricava direttamente dal contratto di compravendita. Una parte dell’interesse passivo può essere capitalizzata nel costo del bene nei casi in cui, con i relativi limiti e modalità, la capitalizzazione sia possibile secondo i principi contabili relativi alla valutazione dei beni. 10


Scorporo di interessi passivi impliciti

Lo scorporo degli interessi passivi inclusi nel costo d’acquisto di beni o servizi non si applica:

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agli acconti ed in generale agli ammontari che non richiedono restituzione in futuro;

ai debiti che hanno un tasso d’interesse basso quando vi sono garanzie o cauzioni ricevute da terzi o specifiche norme di legge.

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Cambiamento non oneroso/parzialmente oneroso dei termini di pagamento dei debiti Dilazione non onerosa o parzialmente onerosa dei termini di pagamento di un debito, da breve a medio o lungo termine, derivante dalla cessione di beni o servizi: il beneficio dell’allungamento dei termini non determinando una riduzione del debito è riconosciuto solo indirettamente, non facendo gravare oneri finanziari impliciti durante il periodo della dilazione. Detta contabilizzazione viene applicata in quanto si presume che il bene o il servizio siano stati già rilevati ad un valore che è pari al loro prezzo di mercato a breve

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Cambio dei termini di pagamento

Nel caso di un cambiamento di termine di pagamento di un debito derivante da finanziamento da breve a medio o lungo termine, senza interessi o con interesse irragionevolmente basso, nessuna componente di interessi è scorporata, in quanto il beneficio è rilevato, per il principio della competenza, durante il periodo di durata del prestito. I cambiamenti significativi dei termini di pagamento dei debiti sono indicati nella nota integrativa. La contabilizzazione delle operazioni di rinegoziazione del debito è disciplinata nell’OIC 6 “Ristrutturazione del debito ed informativa di bilancio”. 12


Obbligazioni indicizzate

Le forme più ricorrenti di obbligazioni indicizzate sono: le obbligazioni a tasso variabile, con rendimento indicizzato in funzione di specifici parametri - ad esempio tasso interbancario, tasso ufficiale di sconto, rendimento di un predeterminato paniere di titoli - ; le obbligazioni a rimborso indicizzato che assicurano all’investitore un valore di rimborso dell’obbligazione a scadenza, correlato a uno specifico indicatore finanziario;

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le obbligazioni ad indicizzazione mista che comportano diverse combinazioni di meccanismi di variabilità.

Come le obbligazioni ordinarie e le obbligazioni convertibili in azioni, le obbligazioni indicizzate sono iscritte inizialmente al loro valore nominale. L’emissione di queste obbligazioni al di sopra o al di sotto della pari comporta la rilevazione rispettivamente di aggi o disaggi di emissione

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Obbligazioni indicizzate

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Obbligazioni con interesse indicizzato La società deve porre particolare attenzione nella contabilizzazione dei ratei di interessi, tenuto conto della periodica variazione nel tasso d’interesse.

Obbligazioni con rimborso del capitale indicizzato Richiedono alla chiusura di ciascun esercizio l’adeguamento del debito residuo in funzione della variazione del parametro di riferimento Le variazioni derivanti dall’indicizzazione (positive e negative) sono rilevate nel Conto Economico tra i proventi/oneri finanziari, rispettivamente alle voci C16d) “proventi finanziari diversi dai precedenti, con separata indicazione di quelli verso imprese controllate e collegate e verso controllanti” o C17 “interessi e altri oneri finanziari, con separata indicazione di quelli verso imprese controllate e collegate e verso controllanti”. Se il parametro utilizzato è invece volatile o aleatorio (ad esempio l’indice di borsa), non si rilevano al conto economico le variazione positive mentre, per il principio della prudenza, le variazioni negative sono rilevate in un apposito fondo rischi

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Zero Coupon bond

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Nel caso di prestito obbligazionario che prevede un unico rimborso alla scadenza, o di obbligazioni senza cedola, l’ammortamento dell’aggio/disaggio è rilevato linearmente (a quote costanti) lungo la durata del prestito.

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Prestiti obbligazionari subordinati

Le obbligazionari in cui il diritto degli obbligazionisti alla restituzione del capitale e agli interessi può essere in tutto o in parte subordinato alla soddisfazione dei diritti di altri creditori (articolo 2411, comma 1, codice civile) non presentano caratteristiche diverse rispetto alle altre obbligazioni

Dott. Ignazio La Candia

Per quanto riguarda il trattamento contabile, sono assimilate alle obbligazioni

Con riguardo all’informativa in Nota Integrativa, per queste obbligazioni, l’articolo 2427, numero 19, codice civile prevede l’indicazione del numero e delle caratteristiche degli strumenti finanziari emessi dalla società, con l’indicazione dei diritti patrimoniali e partecipativi che conferiscono e delle principali caratteristiche delle operazioni relative.

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Debiti/interessi soggetti a condizione sospensiva

Dott. Ignazio La Candia

I debiti/interessi passivi soggetti a condizione sospensiva, non essendo ancora certi fino all’avverarsi della condizione, sono iscritti tra fondi rischi se ricorrono le condizioni per la loro rilevazione. In Nota Integrativa si fornisce adeguata informativa sulla natura e l’entità di tali debiti.

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OIC 20 - TITOLI DI DEBITO

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PRELIMINARY REMARKS Il Principio OIC 20:

ha lo scopo di disciplinare i criteri per la rilevazione, classificazione e valutazione dei titoli di debito, nonché le informazioni da presentare nella Nota Integrativa;

Dott. Ignazio La Candia

è destinato alle società che redigono i bilanci d’esercizio in base alle disposizioni del codice civile;

non affronta la trattazione dell’aspetto connesso alle fluttuazioni nei tassi di cambio di titoli espressi in moneta estera (OIC 26 “Operazioni, attività e passività in valuta estera”) e la disciplina dei titoli oggetto di operazioni di pronti contro termine (OIC 12 “Composizione e schemi del bilancio d’esercizio”);

L’OIC 20 si applica ai bilanci chiusi a partire dal 31 dicembre 2014. È tuttavia consentita un’applicazione anticipata. 19


Ambito di applicazione Titoli di debito

Titoli che attribuiscono al possessore il diritto di ricevere un flusso determinato o determinabile di liquidità senza attribuire il diritto di partecipazione diretta o indiretta alla gestione dell’entità che li ha emessi (titoli emessi da Stati sovrani, obbligazioni emesse da enti pubblici, da società finanziarie e da altre società, titoli a questi assimilabili)

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.

I flussi di liquidità prodotti dal titolo, oltre al rimborso del capitale a scadenza, possono derivare dall’obbligazione dell’emittente di corrispondere interessi o altri elementi che concorrono a formare il rendimento per il possessore.

I flussi di interesse possono essere determinati (come nel caso degli interessi a tasso fisso) o determinabili (come nel caso degli interessi a tasso variabile). . 20


Titoli di debito: classificazione I titoli di debito sono esposti nello stato patrimoniale nell’attivo immobilizzato o nell’attivo circolante.

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Classificazione prevista dall’articolo 2424 codice civile

Per i titoli immobilizzati: BIII3) “altri titoli”

Per i titoli non immobilizzati: CIII6) “altri titoli” .

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Novità

Dott. Ignazio La Candia

Rispetto al precedente OIC 20 (nella versione rivista del 16 settembre 2005) si è provveduto a: riformulare la disciplina relativa ai cambiamenti di destinazione; chiarire che ai fini del computo della plus/minusvalenza da realizzo non si deve tener conto delle spese di cessione, nel presupposto che questo approccio dia migliore attuazione al principio civilistico che prevede il divieto di compensare tra loro componenti economiche di diversa natura; chiarire la definizione dei criteri per la determinazione del costo degli strumenti finanziari immobilizzati (costo specifico e/o criteri ex articolo 2426, numero 10, codice civile); riformulare la disciplina degli obblighi di informativa per meglio garantire il coordinamento con il dettato dell’articolo 2427-bis.

N.B:Il nuovo OIC ha, inoltre, chiarito ai fini della classificazione dei titoli ciò che rileva è il c.d. management intent, e cioè l’effettiva prospettiva di permanenza o meno in un dato portafoglio. La previgente disciplina si basava, tra l’altro, anche sulla mera facoltà che l’impresa si riserva di cogliere le opportunità di mercato.

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Classificazione La classificazione nell’attivo immobilizzato e nell’attivo circolante dipende dalla destinazione del titolo I titoli destinati a permanere durevolmente nel patrimonio aziendale si iscrivono tra le immobilizzazioni, gli altri vengono iscritti nel circolante

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Al fine di determinare l’esistenza della destinazione a permanere durevolmente nel patrimonio dell’impresa si considerano, oltre alle caratteristiche dello strumento, la volontà della direzione aziendale (management intent), nonché l’effettiva capacità della società di detenere i titoli per un periodo prolungato di tempo

Assume importanza la volontà - o meno - di mantenere durevolmente (avendone la capacità finanziaria) la partecipazione (allineamento con lo IAS 39) In relazione alle strategie aziendali perseguite dal management è possibile che gli organi amministrativi, nel rispetto del criterio della destinazione economica, destinino un portafoglio di titoli della medesima specie, in parte ad investimento duraturo, da iscriversi nell’attivo immobilizzato, in parte alla negoziazione, da iscriversi nell’attivo circolante. 23


Cambi di destinazione Il cambiamento di destinazione è una circostanza rara

Dott. Ignazio La Candia

I titoli possono essere oggetto, durante il periodo di possesso da parte dell'impresa, di una destinazione economica diversa rispetto a quella originariamente loro attribuita dall'organo amministrativo (ad esempio, un titolo inizialmente iscritto nel bilancio tra le attività finanziarie non immobilizzate, in un esercizio successivo può essere successivamente destinato a un investimento durevole e quindi viene riclassificato tra le immobilizzazioni finanziarie)

Il passaggio, sotto l'aspetto contabile, da titolo rientrante nelle attività finanziarie non immobilizzate alle immobilizzazioni può discendere da varie ragioni: mutamento di strategia aziendale realizzato in seguito al rinnovo dell'organo amministrativo; cambiamento di proprietà dell’azienda N.B.: il trasferimento non può in ogni caso essere giustificato da politiche di bilancio finalizzate ad obiettivi legati al risultato d'esercizio o dall’andamento del mercato. 24


Cambio di destinazione Il trasferimento dei titoli è rilevato in base al valore risultante dall’applicazione - al momento del trasferimento stesso - dei criteri valutativi del portafoglio di provenienza

Dott. Ignazio La Candia

Trasferimento di titoli immobilizzati alle attivitĂ circolanti: va rilevato in base al costo, eventualmente rettificato per le perdite durature di valore

Trasferimento di titoli non immobilizzati alle immobilizzazioni finanziarie: rilevato in base al minor valore fra il costo e il valore di mercato. Alla fine dell’esercizio in cui avviene il cambiamento di destinazione si procede alla valutazione del titolo con il criterio previsto per la sua nuova classificazione. I differenti criteri di valutazione e di classificazione adottati per effetto dell'intervenuto cambiamento di destinazione del titolo sono indicati nella nota integrativa. 25


Cambio di destinazione

Regola generale: rilevazione in base al criterio valutativo del portafoglio di provenienza

da → 0toli del circolante a → 0toli immobilizza0

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da → 0toli immobilizza0 a → 0toli del circolante

rilevazione al minore fra il costo di acquisto e il valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato

rilevazione al costo di acquisto eventualmente rettificato per perdite durevoli di valore

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Titoli immobilizzati: perdite durevole di valore Perdita di valore

Dott. Ignazio La Candia

Differenza tra valore di iscrizione del titolo, comprensivo degli eventuali ratei iscritti, ed il suo minor valore (per perdita durevole)

La rettifica per perdita durevole di valore è interamente imputata all’esercizio in cui è rilevata nella voce D19b) “svalutazioni di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni”. La sua determinazione si effettua avvalendosi di tutti gli elementi utili anche se conosciuti dopo la chiusura dell’esercizio.

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Titoli immobilizzati: perdite durevole di valore La perdita durevole di valore di un titolo immobilizzato si ha quando, per ragioni legate alla capacità di rimborso dell’emittente, la società ritenga con ragionevolezza e fondatezza di non poter più incassare integralmente i flussi di cassa (in linea capitale o interessi) previsti contrattualmente

Dott. Ignazio La Candia

Indicatori di una situazione di deterioramento duraturo della situazione di solvibilità dell’emittente: ritardato o mancato pagamento di quote capitale o interessi (salvo diverse clausole contrattuali); ristrutturazione del debito; valore di mercato del titolo persistentemente inferiore al valore di iscrizione in bilancio; indicatori economico-patrimoniali dell’emittente che facciano ritenere probabile un non integrale pagamento dei flussi finanziari del titolo in termini di interessi e/o di rimborso del capitale alla scadenza; evento di default; ammissione a procedure concorsuali. 28


Titoli immobilizzati: ripristino di valore

Dott. Ignazio La Candia

Qualora vengano meno le ragioni che avevano indotto a rettificare il valore di libro dei titoli immobilizzati, si procede al ripristino di valore del titolo fino a concorrenza, al massimo, del costo originario, tenendo conto degli eventuali scarti o premi di sottoscrizione/negoziazione maturati

N.B.: la rettifica di valore e la ripresa di valore devono essere motivate nella Nota Integrativa

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Spese di cessione di titoli di debito

Dott. Ignazio La Candia

Le spese di cessione dei titoli di debito si rilevano autonomamente nel conto economico, senza contribuire alla determinazione del saldo dell’eventuale plus/minusvalenza derivante dal realizzo dei titoli

Rispetto del principio civilistico che prevede il divieto di compensare tra loro componenti economiche di diversa natura; tali componenti devono essere iscritte in conto economico separatamente in base alla loro “natura�.

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OIC 21 - PARTECIPAZIONI E AZIONI PROPRIE

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PRELIMINARY REMARKS Il Principio OIC 21:

ha lo scopo di disciplinare i criteri per la rilevazione, classificazione e valutazione delle partecipazioni e delle azioni proprie, nonché le informazioni da presentare nella nota integrativa;

Dott. Ignazio La Candia

è destinato alle società che redigono i bilanci in base alle disposizioni del codice civile; Alcuni aspetti disciplinati in specifici principi contabili riguardano: il trattamento delle partecipazioni espresse in moneta estera (OIC 26 “Operazioni, attività e passività in valuta estera”); la valutazione delle partecipazioni con il metodo del patrimonio netto di cui al numero 4 dell’articolo 2426, del codice civile (OIC 17 “Bilancio consolidato e metodo del patrimonio netto”). L’OIC 21 si applica ai bilanci chiusi a partire dal 31 dicembre 2014. È tuttavia consentita un’applicazione anticipata.

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Novità Rispetto al precedente OIC 21 (nella versione rivista del 13 luglio 2005) si è provveduto a: riformulare la disciplina relativa ai cambiamenti di destinazione; chiarire che ai fini del computo della plus/minusvalenza da realizzo non si deve tener conto delle spese di cessione;

Dott. Ignazio La Candia

chiarire la definizione dei criteri per la determinazione del costo degli strumenti finanziari immobilizzati (costo specifico e/o criteri ex articolo 2426, numero 10, codice civile); riformulare la disciplina degli obblighi di informativa per meglio garantire il coordinamento con l’articolo 2427-bis; modificare il trattamento contabile dei diritti di opzione, eliminando l’obbligo di procedere ad una svalutazione della partecipazione nel caso tali diritti non siano esercitati, nel presupposto che il mancato esercizio costituisca soltanto un indicatore potenziale di perdita durevole di valore. continua…. 33


Novità

introdurre una disciplina specifica per la contabilizzazione dei dividendi attribuiti sotto forma di azioni proprie, prevedendo che tali operazioni non comportano la rilevazione di un provento finanziario;

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chiarire che la distribuzione di dividendi da parte della partecipata genera sempre proventi finanziari, a cui può seguire, ove del caso, la rilevazione di una svalutazione della partecipazione.

Il nuovo standard ha chiarito ai fini della classificazione delle partecipazioni ciò che rileva è il management intent, e cioè l’effettiva prospettiva di permanenza o meno in un dato portafoglio. Pertanto, si è modificata la previgente disciplina classificatoria che si basava, tra l’altro, anche sulla mera facoltà che l’impresa si riserva di cogliere le opportunità di mercato

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Partecipazioni: classificazione Le partecipazioni sono esposte nello stato patrimoniale nelle immobilizzazioni o nell’attivo circolante.

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La classificazione prevista dall'articolo 2424 codice civile per le partecipazioni immobilizzate è la seguente: BIII) Immobilizzazioni finanziarie 1) partecipazioni in: a. imprese controllate; b. imprese collegate; c. imprese controllanti; d. altre imprese.

La classificazione prevista dall'articolo 2424 codice civile per le partecipazioni iscritte nell’attivo circolante è la seguente: CIII) Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni: 1. partecipazioni in imprese controllate; 2. partecipazioni in imprese collegate; 3. partecipazioni in imprese controllanti; 4. altre partecipazioni.

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Partecipazioni: classificazione

Dott. Ignazio La Candia

La classificazione nell’attivo immobilizzato e nell’attivo circolante dipende dalla destinazione della partecipazione.

Le partecipazioni destinate ad una permanenza durevole nel portafoglio della società si iscrivono tra le immobilizzazioni, le altre vengono iscritte nell’attivo circolante. Al fine di determinare l’esistenza della destinazione a permanere durevolmente nel patrimonio dell’impresa si considerano la volontà della direzione aziendale (management intent), nonché l’effettiva capacità della società di detenere le partecipazioni per un periodo prolungato di tempo

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Partecipazioni: rilevazione iniziale Partecipazioni immobilizzate

Dott. Ignazio La Candia

Sono iscritte al costo di acquisto o di costituzione, comprensivo dei costi accessori (costi direttamente imputabili all’operazione, quali, ad esempio, i costi di intermediazione bancaria e finanziaria, le commissioni, le spese e le imposte, possono comprendere costi di consulenza corrisposti a professionisti per la predisposizione di contratti e di studi di fattibilità e/o di convenienza all’acquisto).

Partecipazioni non immobilizzate

Il costo di acquisto o di costituzione della partecipazione è costituito dal prezzo pagato, al quale sono aggiunti i costi accessori direttamente imputabili all’operazione di acquisto o di costituzione

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Perdita durevole di valore Il costo sostenuto all'atto dell’acquisto di una partecipazione immobilizzata è mantenuto nei bilanci dei successivi esercizi, a meno che si verifichi una perdita durevole di valore. Perdita durevole di valore

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E’ determinata confrontando il valore di iscrizione in bilancio della partecipazione con il suo valore recuperabile, determinato in base ai benefici futuri che si prevede affluiranno all’economia della partecipante (allineamento con gli IAS)

Le perdite di valore sofferte dalla partecipata non devono essere episodiche o temporanee, bensì strutturali e capaci di intaccarne la consistenza patrimoniale

Sono riconducibili a situazioni negative interne alla società stessa o esterne ad essa, oppure ad una combinazione di fattori interni ed esterni.

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Perdita durevole di valore Esempi di situazioni interne alla società perdite operative divenute fisiologiche, derivanti da una struttura del ciclo costi/ricavi che cessa di essere remunerativa; eccesso di costi fissi, non riducibili nel breve periodo, rispetto al volume d’affari; obsolescenza tecnologica degli impianti o dei processi produttivi dell’impresa; perdurante stato di tensione finanziaria al quale non si possa porre rimedio e che divenga eccessivamente oneroso per la società.

Dott. Ignazio La Candia

Esempi di fattori esterni alla società crisi del mercato in cui opera l’impresa; sostanziale ribasso dei prezzi di vendita dei prodotti non bilanciato dall’adeguamento dei costi di produzione e vendita; nuove leggi e regolamentazione che incidono negativamente sulla redditività dell’impresa; perdita di quote di mercato a favore di imprese concorrenti; abbandono da parte del mercato dei prodotti dell’impresa a favore di prodotti alternativi; altre evidenze che inducono a ritenere che si è prodotta una significativa perdita durevole di valore. 39


Perdita durevole di valore Perdita durevole di valore

Non si prevede che le ragioni che l’hanno causata possono essere rimosse in un breve arco temporale, cioè in un periodo così breve da permettere di formulare previsioni attendibili e basate su fatti obiettivi e ragionevolmente riscontrabili.

Dott. Ignazio La Candia

Se invece la partecipata ha predisposto piani e programmi tesi al recupero delle condizioni di equilibrio economico-finanziario, la perdita può definirsi non durevole. Tali piani e programmi devono: essere concreti; essere ragionevolmente realizzabili (dal punto tecnico, economico/finanziario); essere caratterizzati dal brevità di attuazione; risultare da deliberazioni degli organi societari; essere analitici così da individuare con precisione gli elementi di intervento e i benefici (qualificati in termini economici) che da essi si attendono; definire in modo esplicito il tempo entro cui il recupero dell'equilibrio economico è atteso, che deve collocarsi comunque in un arco ridotto di esercizi futuri.

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Perdita durevole di valore

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La riduzione di valore rispetto al costo è iscritta, come già precisato, in conto economico nella voce gruppo D19a) “svalutazioni di partecipazioni”.

La rettifica di valore deve essere interamente imputata all’esercizio in cui è accertata.

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Perdita durevole di valore: indizi La riduzione del capitale sociale per perdite

Costituisce un forte indizio della necessitĂ di procedere a rilevare una svalutazione della partecipazione per perdite durevoli di valore

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Ulteriori indicatori di perdita

1) diluizione della partecipazione nel capitale conseguente al mancato esercizio di un diritto di opzione 2) una distribuzione di dividendi che abbia comportato una diminuzione del valore economico della partecipata al di sotto del valore di iscrizione della stessa

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Ripristino di valore Se vengano meno le ragioni che avevano indotto l’organo amministrativo ad abbandonare il criterio del costo per assumere nella valutazione delle partecipazioni immobilizzate un valore inferiore, si incrementa il valore del titolo fino alla concorrenza, al massimo, del costo originario

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Il ripristino di valore può essere parziale o totale rispetto al valore precedentemente iscritto in bilancio

Qualora le ragioni dell’originaria svalutazione vengano meno, anziché per intero in un unico momento, gradualmente in più esercizi successivi, il ripristino di valore è attuato per l’ammontare corrispondente

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Cambi di destinazione

Dott. Ignazio La Candia

Le partecipazioni possono essere oggetto, durante il periodo di possesso da parte della società, di una destinazione economica diversa rispetto a quella originariamente loro attribuita dall’organo amministrativo

Il passaggio, dal punto di vista contabile, da partecipazione non immobilizzate a partecipazione immobilizzata può derivare dal mutamento della strategia aziendale realizzato in seguito al rinnovo dell’organo amministrativo, ovvero al cambiamento di proprietà dell’azienda

Il cambio di destinazione non può in ogni caso essere giustificato da politiche di bilancio finalizzate ad obiettivi legati al risultato d’esercizio, ovvero dall’andamento del mercato

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Cambi di destinazione Il trasferimento delle partecipazioni è rilevato in base al valore risultante dall’applicazione (al momento del trasferimento stesso) dei criteri valutativi del portafoglio di provenienza

Dott. Ignazio La Candia

Trasferimento delle partecipazioni immobilizzate alle attività circolanti Va rilevato in base al costo, eventualmente rettificato per le perdite durature di valore Il valore così determinato deve essere confrontato con il valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato

Trasferimento di partecipazioni non immobilizzate alle immobilizzazioni finanziarie Va rilevato in base al minor valore fra il costo e il valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato

N.B.: I differenti criteri di valutazione e di classificazione adottati per effetto dell’intervenuto cambiamento di destinazione della partecipazione devono essere indicati nella nota integrativa.

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Azioni proprie: osservazioni

Dott. Ignazio La Candia

L’acquisto di azioni proprie è quella operazione mediante la quale una società per azioni acquista un certo numero di titoli dalla stessa già emessi, diventandone così proprietaria; si tratta, pertanto, di titoli già in circolazione, costituenti una frazione del capitale sociale, di cui taluni soci sono propensi a disfarsi (Cfr. LIZZA, L’acquisto di azioni proprie nell’economia dell’impresa, Giuffré editore, Varese, 1983; PARTESOTTI, Le operazioni sulle azioni, in Colombo-Portale, Trattato delle Società per azioni, 2, I, Torino, 1991; GRANDE, Questioni in tema di azioni proprie, in Riv.Soc., 1982, pagg. 529 ss.; COTTINO, Diritto societario, Padova, 1999; QUATRARO, D’AMORA, RUBEN, QUATRARO in Trattato Teorico-pratico delle operazioni sul capitale, aumenti e riduzioni di capitali- prestiti obbligazionari- azioni proprie- vicende delle partecipazioni socialideliberazioni assembleari e consiliari- impugnazioni- problematiche tributarie, Giuffrè Editore, Milano, 2001). Finalità dell’acquisto di azioni proprie: di mercato (regolarizzare il corso delle azioni); di controllo societario (rafforzamento della posizione del gruppo di controllo); di rendimento; interne (ad esempio, assegnazione di azioni ai dipendenti della società); di scambi di pacchetti azionari e investimento

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Azioni proprie: classificazione Le azioni proprie sono iscritte nell’attivo dello stato patrimoniale, separatamente dalle altre partecipazioni, nella voce BIII4) “azioni proprie”, oppure nella voce CIII5) “azioni proprie”, avuto riguardo alla destinazione attribuita Voce BIII4) “azioni proprie”

Dott. Ignazio La Candia

Tale Voce è costituita dalle azioni proprie per le quali l’organo di amministrazione, per politica della società o per ragioni di mercato, ha assunto la decisione di mantenerle a lungo nel portafoglio o comunque per un periodo di tempo superiore all’esercizio

Voce CIII5) “azioni proprie”

Tale Voce è costituita dalle azioni proprie acquistate per essere rivendute o annullate entro breve termine, ossia entro il successivo esercizio

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Azioni proprie: classificazione Al momento dell’iscrizione delle azioni proprie nell'attivo dello stato patrimoniale, in conformità al disposto degli articoli 2357-ter e 2424, va costituita una riserva di pari ammontare da indicare nel Patrimonio Netto, quale contropartita di pari ammontare, alla voce AVI) “Riserva per azioni proprie in portafoglio”

Dott. Ignazio La Candia

La formazione della riserva per azioni proprie è quindi concomitante all'acquisto delle azioni stesse

Qualora l’assemblea avesse deliberato l’acquisto di azioni proprie, ma l’organo amministrativo non avesse ancora dato esecuzione, l'importo destinato a tale operazione non può essere accantonato nella Voce AVI) “Riserva per azioni proprie in portafoglio”, ma nella Voce AVII) “Altre riserve” con denominazione apposita (riserva acquisto per azioni proprie). 48


Azioni proprie

Le azioni proprie sono iscritte in bilancio al costo d’acquisto

Le azioni proprie, dopo l’acquisto, possono essere annullate o realizzate, oppure mantenute in portafoglio per uno o piÚ esercizi

Dott. Ignazio La Candia

Dall’annullamento delle azioni proprie possono derivare tre differenti situazioni: valore azioni proprie = valore nominale azioni annullate valore azioni proprie > valore nominale azioni annullate valore azioni proprie < valore nominale delle azioni annullate

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Annullamento azioni proprie Valore azioni proprie = valore nominale azioni annullate

L’operazione di annullamento genera, quale effetto, l'eliminazione del valore iscritto all’attivo e, per importo corrispondente, la riduzione del capitale sociale; la riserva azioni proprie in portafoglio diviene libera e interamente disponibile

Dott. Ignazio La Candia

Valore azioni proprie > valore nominale delle azioni annullate

La differenza deve essere coperta mediante la riduzione, per somma corrispondente, della riserva azioni proprie in portafoglio, che per la parte rimanente si rende disponibile Valore azioni proprie < valore nominale delle azioni annullate

La differenza genera, in aggiunta alla libera disponibilitĂ della riserva azioni proprie, una ulteriore riserva disponibile. 50


Azioni proprie: valutazione a fine esercizio Azioni proprie che appartengono alla categoria delle immobilizzazioni finanziarie

Il prezzo a cui le azioni proprie sono state acquistate è ridotto solo nel caso in cui si sia in presenza di perdita di valore durevole. L'importo della svalutazione è iscritto nel conto economico nella voce D “Rettifiche di valore di attività finanziarie” e, in corrispondenza, per pari ammontare si rende disponibile la riserva azioni proprie in portafoglio

Dott. Ignazio La Candia

Azioni proprie che appartengono alla categoria dell’attivo circolante

Le azioni proprie sono iscritte in bilancio anziché al costo, al valore minore espresso dal valore di realizzazione desumibile dall'andamento del mercato. L’importo della svalutazione è iscritto nel conto economico nella voce D “Rettifiche di valore di attività finanziarie” e in corrispondenza, per pari ammontare si rende disponibile la riserva azioni proprie in portafoglio. 51


Contabilizzazione dei dividendi I dividendi sono rilevati nel momento nel quale, in conseguenza della delibera assunta dall’assemblea dei soci della società partecipata di distribuire l’utile o eventualmente le riserve, sorge il diritto alla riscossione da parte della società partecipante

Dott. Ignazio La Candia

Il dividendo è rilevato come provento finanziario indipendentemente dalla natura delle riserve oggetto di distribuzione, tranne nel caso di attribuzione a titolo di dividendi di azioni proprie Dividendi da società controllate

1. La loro rilevazione può essere anticipata all’esercizio di maturazione dei relativi utili, qualora il bilancio è stato approvato dall’organo amministrativo della controllata anteriormente alla data di approvazione del bilancio da parte dell’organo amministrativo della controllante. 2. le società controllanti, a condizione che abbiano pieno dominio sull’assemblea della controllata, possono anticipare la rilevazione del dividendo anche sulla base della proposta di distribuzione deliberata dagli amministratori della controllata, antecedente alla decisione degli amministratori della controllante che approvano il progetto di bilancio. 52


Vi ringrazio per l’attenzione

Dott. Ignazio La Candia Junior Partner - Studio Pirola Pennuto Zei & Associati

Dott. Ignazio La Candia

E-mail: ignazio.la.candia@studiopirola.com Tel: 02-66995470

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