Guida illustrata alle religioni del mondo

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GUIDA ILLUSTR ATA alle

R eligioni del M ondo


Dedicato ai membri del personale e a tutti i collaboratori della International Students, Inc., le cui vite, spese all’insegna della tenacia, dell’abnegazione e dell’allegria, costituiscono un mirabile esempio di servizio per il Signore e di condivisione dell’amore di Gesù Cristo con tutti gli amici e gli studenti del mondo.


GUIDA ILLUSTR ATA alle

R eligioni del M ondo A c ura di

d e a n C . h alv e rs o n ISLAM BUDDHISMO INDUISMO TAOISMO EBRAISMO SECOLARISMO NEW AGE ALTRE FEDI E FILOSOFIE


Titolo originale dell’opera: The Illustrated Guide to World Religions 2003 © Lion Hudson plc Tim Dowley & Peter Wyart trading as Three’s Company The Compact Guide to World Religions Copyright © 1996 International Students, Inc. All rights reserved. No part of this publication may be reproduced, stored in a retrieval system, or transmitted in any form or by any means – electronic, mechanical, photocopying, recording, or otherwise – without the prior written permission of the publisher and copyright owners. Published by Bethany House Publishers 11400 Hampshire Avenue South Bloomington, Minnesota 55438 www.bethanyhouse.com Bethany House Publishers is a division of Baker Publishing Group, Grand Rapids, Michigan. Worldwide co-edition organized and produced by Hudson International Lion Hudson plc, Wilkinson House, Jordan Hill Road, Oxford, OX2 8DR, England Tel.: +44 (0)1865 302750 Fax: +44 (0)1865 302757 e-mail: coed@lionhudson.com www.lionhudson.com Copyright delle illustrazioni: Tim Dowley: pp. 11, 15, 21, 38, 103, 106, 112, 118, 125, 135, 141, 147, 150, 225, 239, 259, 260, 263, 269, 275, 278 Israel Government Press Office: p. 136 Getty Images: pp. 17, 19, 25, 27, 29, 35, 36, 41, 49, 52, 53, 56, 57, 58, 60, 61, 63, 85, 86, 88, 90, 92, 93, 94, 95, 97, 98, 99, 100, 105, 109, 110, 111, 114, 121, 133 (in alto), 137, 139, 140, 142, 143, 144, 145, 146, 151, 173, 174, 185, 186, 188, 191, 200, 211, 213, 214, 215, 233, 237, 247, 252, 253, 257, 262, 267 Trip/T. Bognar: p. 66 Trip/H. Rogers: pp. 67, 68, 74, 79, 81 Trip/J. Stanley: pp. 120/171 Trip/Trip: p. 75 Peter Wyart: pp. 3, 18, 23, 31, 39, 43, 46, 54, 108, 113, 115, 119, 128, 133 (in basso), 134, 138, 155, 165, 169, 172, 175, 176, 177, 178, 179, 180, 182, 183, 184, 187, 189, 190, 192, 207, 229, 241, 250, 254, 261, 273, 277

Edizione italiana: © La Casa della Bibbia, 2008 Guida illustrata alle religioni del mondo Tutti i diritti riservati Traduzione: Loredana Bottaccini Progetto grafico: Jon Michael Eberly, Giuseppe De Chirico Le citazioni bibliche sono tratte dalla Sacra Bibbia, versione Nuova Riveduta, 2005 Società Biblica di Ginevra CH–1032 Romanel-sur-Lausanne L’opera è stata realizzata in collaborazione e con la supervisione del sig. Luca Ciotta del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) Via Confienza, 19 - 10121 Torino Tel. 011-541950 Fax 011-541905 e-mail cesnur_to@virgilio.it www.cesnur.org Per eventuali ordini: La Casa della Bibbia Via S. Botticelli, 10/13 10154 TORINO Tel. 011 2052386 Fax 011 2051566 e-mail: ordini@bible.it www.bible.it ISBN ������������� 88-8469-013-7 Stampato a Singapore


Collaboratori David Clark. Cresciuto in Giappone, si laurea in Filosofia delle religioni presso la Northwestern University dell’Illinois. Insegna teologia al Bethel Theological Seminary di St. Paul, nel Minnesota. Autore di The Pantheism of Alan Watts (Intervarsity, 1978) e coautore, con Norman Geisler, di Apologetics in the New Age (Baker, 1990). Norman Geisler è uno dei più noti apologeti cristiani del nostro tempo. Autore di una quarantina di saggi, tra cui A General Introduction to the Bible (Moody, 1986) e When Skeptics Ask (Victor, 1990). Decano del Southwestern Evangelical Seminary di Charlotte, nella Carolina del Nord. Dean C. Halverson collabora per l’International Students, Inc. in qualità di esperto di teologia comparata e presiede l’équipe per lo sviluppo delle risorse nel ministero. Prima di approdare alla ISI, nel 1988, collabora con lo Spiritual Counterfeits Project (un progetto contro le frodi spirituali) come ricercatore e divulgatore sul tema delle religioni emergenti. ��������������������� Autore del libro sul movimento New Age intitolato Crystal Clear: Understanding and Reaching New Agers (NavPress, 1990). Il Rev. William Honsberger è attivo presso Mission to the Americas (già Conservative Baptist Home Missions Society) come missionario presso i new ager. Consegue il master in filosofia della religione presso il Denver Seminary e frequenta la Colorado University a Boulder, con la speranza di essere ammesso al programma per il dottorato in Storia. Kent Kedl consegue il dottorato in Comunicazione di massa con specializzazione sulla Cina presso la University

of Minnesota. Studia l’influenza dei mezzi di comunicazione di massa sul cambiamento della Cina. Consegue il master in Storia e filosofia cinese. Frequenti spostamenti in Cina. Parla correntemente mandarino. Thomas I.S. Leung consegue un master presso il New Asian College di Hong Kong, centro nevralgico per l’impulso del pensiero neoconfuciano. Studia presso due maestri confuciani ma si converte, in seguito, al cristianesimo. Prosegue gli studi, laureandosi in Filosofia presso la University of Hawaii con una tesi sulla metodologia della filosofia confuciana. Lavora attualmente presso la Culture Regeneration Research Society di Burnaby, nella Colombia Britannica, e dirige il periodico Cultural China. Richard Robinson. Membro anziano dell’organizzazione Jews for Jesus di San Francisco, dove dirige la biblioteca di ricerca e si occupa dello sviluppo del sito internet. Laureato presso il Westminster Theological Seminary, è docente aggiunto del Fuller Theological Seminary. Rick Rood è direttore delle pubblicazioni della Probe Ministries. Membro dell’équipe di conferenzieri della Probe per i convegni di Mind Games (versione cristiana dei cosiddetti college survival, convegni di consulenza a scuole, docenti e studenti, particolarmente rivolti a questi ultimi). Occasionalmente scrive e produce programmi radiofonici per il palinsesto della Probe, in onda quotidianamente da circa 300 emittenti. Rood matura l’approccio al pluralismo durante il conseguimento di un dottorato presso il Dallas Seminary.


Guida alle religioni


Sommario

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Introduzione Uno sguardo alle religioni del mondo

10

Animismo 31 Buddhismo

49

Confucianesimo

66

Induismo

85

Islam

103

Ebraismo e popolo ebraico

125

Marxismo

154

Il movimento New Age

169

Secolarismo

196

Shintoismo

211

Taoismo

229

Gesù: l’unica via che conduce a Dio?

247

La Bibbia è la Parola di Dio?

266

Indice tematico

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Introduzione

Nella memoria di ogni popolo sono raccolte infinite storie: storie di miti e di eroi, di profeti e di grandi capi religiosi, di eventi lieti – come una nascita miracolosa – o di catastrofi – come il diluvio universale. Guardando a questi grandi sistemi di fede e alla loro visione di Dio, riscontriamo differenze sostanziali. Studiare, conoscere, confrontare le varie religioni presenti nel mondo è, senza dubbio, una necessità per capire le culture e i popoli che ci circondano, nonché la loro influenza sulla nostra stessa società. Nell’era della globalizzazione, caratterizzata da una crescita progressiva delle relazioni e degli scambi a livello mondiale in diversi settori – e, di riflesso, anche in ambito filosofico, religioso e culturale – tra i vari Paesi, non possiamo permetterci di ignorare le religioni non cristiane o di trascurarle come realtà appartenenti a culture lontane nel tempo e nello spazio. In Italia la presenza di religioni di matrice non cristiana è ormai considerevole. Fonti ben documentate (CESNUR) riferiscono la presenza di oltre 93.000 buddhisti, 10.000 musulmani, 70.000 induisti, 100.000 aderenti al “movimento del potenziale umano”, 20.000 seguaci del movimento New Age–Next Age e 20.000 adepti di discipline esoteriche. Se si considera, inoltre, l’attuale flusso migratorio, il numero dei seguaci dell’islam sale a 900.000 e le stime relative all’incidenza di buddhismo, animismo, induismo e di altre realtà religiose registrano un ulteriore incremento. Chi sono? In che cosa credono? In che cosa la loro

fede differisce dal cristianesimo? Come instaurare un dialogo con loro? Come presentare loro la “buona notizia”? I vari capitoli di questo libro nascono, originariamente, come saggi specifici sulle singole religioni ad uso del personale e dei volontari della “International Students, Inc.” (ISI), un’organizzazione cristiana fondata nel 1953 negli Stati Uniti con un ambizioso obiettivo: collaborare con le chiese cristiane per offrire a ogni studente straniero l’opportunità di udire la buona notizia di Gesù Cristo. Le singole monografie sono in seguito state raggruppate in un unico volume. Negli anni Settanta – e nella prima metà degli anni Ottanta – si parlava di “crisi della religione”; oggi si osserva la tendenza a un “ritorno alla spiritualità”. La Guida illustrata alle religioni del mondo si prefigge lo scopo di fornire, pur con i suoi indubbi limiti, una visione d’insieme delle religioni e delle correnti di pensiero che caratterizzano la nostra società, la quale, pur essendo stata definita “postmoderna”, conserva ancora molta spiritualità e ricerca del trascendente. Quest’opera si rivelerà di sicura utilità non soltanto per coloro che, per studio o per lavoro, hanno l’occasione di rapportarsi con colleghi di altre nazionalità, ma anche per quanti desiderino comprendere il retroterra spirituale di un amico di religione non cristiana oppure approfittare di alcuni spunti ad hoc, offerti dalle singole monografie, per condividere con lui l’amore di Cristo.


Uno sguardo alle religioni del mondo Dean C. Halverson

Che cos’è una religione? Secondo la definizione che desumiamo da questo libro, si tratta di un insieme di credenze o filosofie utili a dare una risposta agli eterni interrogativi: qual è la Realtà ultima? Qual è la natura del mondo? Qual è la natura dell’umanità? Qual è il principale problema dell’umanità? Che cosa c’è dopo la morte? Tale definizione non implica necessariamente la fede in Dio, né la pratica di cerimonie rituali o l’esistenza di un ordinamento religioso o di una classe sacerdotale. Il secolarismo e il marxismo, ad esempio, sono emblemi di quello che si potrebbe definire “religione”, giacché cercano di dare una risposta agli annosi interrogativi di cui sopra, ma non prevedono l’esistenza di una dimensione soprannaturale, né dicono nulla riguardo a Dio. Molti ritengono che le varie religioni consistano essenzialmente in un confuso dispiegamento di credenze e di miti. A meno che non si sia disposti a dedicare un po’ di tempo allo studio delle diverse religioni, sarà difficile tenere a mente le informazioni relative ai rispettivi fondatori, alle epoche di diffusione e alle dottrine propugnate. Ciò che mi propongo, e mi auguro di riuscire a fare in questo capitolo, è aiutarvi a cogliere il significato delle varie religioni esistenti nel mondo. Faremo dunque un passo indietro e daremo uno sguardo a ciascuna di esse da una prospettiva più ampia, così da coglierne una visione d’insieme. In primo luogo, collocheremo le religioni in una gamma variegata di credenze e considereremo i vari orien10

tamenti che rientrano in tale gamma. In secondo luogo, considereremo la natura dell’impulso religioso insito nell’uomo e come questo abbia condizionato le religioni mondiali. Quindi osserveremo quanto vi è di unico ed esclusivo nel cristianesimo. Infine, discuteremo alcuni principi generali riguardo all’evangelizzazione.

Gamma delle religioni e delle FEDI religiose La gamma delle religioni e delle credenze religiose può essere considerata come un continuo, in cui gli estremi e il centro presentano determinati schemi e orientamenti (a tale proposito, si rimanda il lettore alla tabella riassuntiva alle pagg. 12-13), come vedremo nei seguenti esempi. Il concetto di Dio All’estrema sinistra dello specchietto troviamo le religioni monoteistiche (un solo Dio), le quali vedono in Dio il trascendente Creatore del mondo che, come tale, è distinto e separato dalla sua creazione. Procedendo verso destra, troviamo le religioni monistiche (Dio è considerato “Uno e Tutto”), le quali rilevano l’immanenza di Dio equiparando l’essenza divina e l’essenza terrena a un’unica realtà. All’estrema destra, oltre alle religioni monistiche, troviamo la Weltanschauung ateistica, ossia la negazione dell’esistenza di Dio. L’ateismo, nondimeno, presenta alcune analogie con il monismo, giacché entrambi


Uno sguardo alle religioni del mondo

vedono la Realtà ultima come un’unione di realtà (per il monismo si tratta dello spirito, per l’ateismo della materia). Tra i due estremi dello spettro vi sono le religioni dualistiche (due forze) e politeistiche (pluralismo di divinità). Esistono due tipi di religioni dualistiche: il dualismo conflittuale e il dualismo complementare. Le religioni dualistiche conflittuali presentano delle affinità con le religioni monoteistiche; d’altro canto, le religioni dualistiche complementari sono simili, per certi versi, al monismo. Le divinità delle religioni dualistiche e politeistiche fungono da intermediari nei confronti della Realtà ultima, o Essere Supremo; esse non costituiscono, di per sé, la Realtà ultima, giacché questa è solitamente di natura monoteistica o monistica. Al centro del prospetto troviamo le religioni in relazione con i due estremi opposti (il monoteismo e il monismo/ateismo). Per contro, le forme “popolari” delle religioni monoteistiche, monistiche e, per alcuni versi, di quelle atee, richiamano piuttosto il politeismo. Possiamo in tal modo riscontrare che i due estremi dello spettro hanno una certa relazione con il centro (politeismo).

La visione dell’umanità Dallo specchietto a pagg. 12-13 si rileva l’esistenza di ulteriori orientamenti. A sinistra del prospetto, ad esempio, dove Dio è separato dalla sua creazione (monoteismo), si apprezza una maggiore considerazione per il valore unico dell’umanità rispetto al resto della creazione. Nelle religioni elencate a destra del prospetto (monismo/ateismo) vediamo che il senso di unicità, o di particolare valore, dell’umanità è meno sentito, giacché l’umanità è considerata diversa dal resto della natura solamente per condizione, non per classificazione.

Vestigia di un tempio Maya a Palenque, in Messico.

Il problema principale dell’umanità Rispetto al problema principale dell’umanità – il peccato –, alla sinistra del prospetto si percepisce che l’umanità non vive secondo i precetti morali di un Dio santo. A destra, d’altro canto, la questione del peccato è legata all’ignoranza rispetto alla propria divinità intrinseca (come nell’induismo) o rispetto a una soluzione razionale ai problemi dell’umanità (come nell’umanesimo secolare).

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Guida alle religioni

La gamma delle religioni e delle credenze religi Monoteismo

Dualismo conflittuale

Politeismo

DIO

Un Dio trascendente

Due divinità contrapposte

Pluralità d

ESEMPI RAPPRESEN­ TATIVI

Ebraismo, cristianesimo, islam

Zoroastrismo

Le cosidde “tribali”: s vudù, shin siasi forma popolare

L’UMANITÀ

Parte della creazione, ma diversa, come genere, dagli animali

Creata per combattere il male

Può essere e perfino p dagli spirit

IL PROBLEMA DELL’UOMO

La mancata osservanza della legge di Dio (ebraismo); la ribellione a Dio (cristianesimo); la mancata ricerca della guida di Dio (islam)

Scegliere di fare il male

Contrariar

LA SOLUZIONE

Vivere secondo la legge di Dio (ebraismo); essere giustificati per fede in base all’opera salvifica di Dio (cristianesimo); cercare la guida di Dio (islam)

Scegliere di fare il bene

Placare gli

L’individuo continua a esistere, in paradiso o all’inferno

L’individuo continua a esistere, in paradiso o all’inferno

Talvolta l’i progredisc spirituale

L’ALDILÀ

La vita nell’aldilà Con riferimento alla vita nell’aldilà, sulla sinistra dello specchietto vediamo che, dopo la morte, l’individuo continua a esistere coscientemente in un luogo paradisiaco oppure infernale. Procedendo verso destra (monismo), vediamo che l’obiettivo dell’individuo consiste nel perdere la propria individualità per immergersi in un’unità impersonale, o Realtà ultima. All’estrema destra del prospetto (ateismo) scopriamo che l’individuo, essendo formato esclusivamente da materia, cessa di esistere del tutto come entità cosciente.

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Religioni e impulso religioso La spinta religiosa è ciò che contraddistingue l’umanità dal resto del creato. Il regno animale, per molti versi simile all’umanità (gli animali mostrano di possedere vari livelli di creatività, emozioni, intelligenza, comunicazione e perfino umorismo), differisce da quest’ultima perché solamente gli esseri umani hanno bisogno di rapportarsi con ciò che è definitivo, di avere una base che trascende l’esistenza quotidiana su cui fondare il significato e la speranza. Possiamo anche negare che tutto ciò sia importante, ma questo condurrebbe all’assenza di significato e


Uno sguardo alle religioni del mondo

e religiose

o

Dualismo complementare

Monismo

Ateismo

di divinità

Due forze opposte, ma interattive e compensative

Un’unità impersonale

Assenza di Dio

ette religioni santeria, ntoismo, quala di religione

Taoismo, il concetto Yin/Yang

Induismo, buddhismo, sikhismo, sufismo, movimento New Age

Umanesimo secolare, marxismo, confucianesimo

e influenzata posseduta ti

Un microcosmo di due forze che interagiscono

Vittima dell’illusione della separazione, ma identica, nell’essenza, al Tutto

Una complessa forma di materia

re gli dèi

Vivere disarmonicamente rispetto alla natura

Ignoranza circa la propria intrinseca divinità

La superstizione e il pensiero irrazionale

i dèi

Vivere in armonia con la natura

Riconoscere che la propria essenza è quella del Tutto

Risolvere qualsiasi problematica mediante il pensiero razionale

individuo ce al regno (degli spiriti)

Solitamente l’individuo progredisce in qualche dimensione spirituale

L’individuo si reincarna o si fonde con il Tutto impersonale

L’individuo cessa di esistere

alla disperazione (vd. Jaki). Perfino gli atei avvertono la necessità di dedicarsi a una causa superiore, trascendente la loro stessa esistenza. Nello stesso tempo, però, pur animato dall’anelito religioso, ogni individuo è spiritualmente lacerato: nell’uomo coesistono due approcci conflittuali nei confronti di Dio. Se, da un canto, è attratto da lui, d’altro canto desidera fuggirlo. Questa tensione è stata definita “schizofrenia spirituale”. Una delle parabole di Gesù, quella del figlio prodigo (Luca 15:11-24), ben descrive il senso di tale lacerazione. Gesù racconta di un giovane impaziente di lasciare la casa paterna ma che, alla fine, torna dal padre.

Guardando a questa parabola, e considerando le motivazioni dietro al comportamento del figlio prodigo, apprenderemo molto riguardo alla nostra predisposizione religiosa e all’impulso che anima le varie religioni del mondo. 1. Il rifiuto (Luca 15:12-16) Il figlio pretese dal padre “la parte dei beni che mi spetta”; ricevutala, “partì per un paese lontano”. Il figlio non voleva solamente spiccare il volo al più presto, ma altresì frapporre la maggior distanza possibile tra sé e il padre, affinché la frattura fosse definitiva. Ma perché quel figlio desiderava tanto andarsene? Perché si sentiva ostacolato

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Guida alle religioni dal padre: si sentiva in trappola. Sono le sue stesse azioni a rivelarcelo. In primo luogo, sentiva di avere le ali tarpate per quanto riguardava il divertimento, il suo desiderio di “vivere al massimo” e di ricevere gratificazioni immediate. Non voleva aspettare l’eredità: la voleva subito, adesso, ora! In secondo luogo, avvertiva la presenza di un impedimento alla propria autonomia. Sentiva di potercela fare da solo e voleva essere autosufficiente. In terzo luogo, sentiva menomata la propria facoltà di scegliere le regole su cui basare la propria vita. Finché viveva sotto il tetto paterno doveva seguire le regole del padre. Ma le regole voleva deciderle lui. Sostanzialmente egli cercava il relativismo morale, desiderando vivere senza regole o imposizioni, ma soltanto seguendo l’istinto personale. Che cosa c’entra tutto questo con le religioni del mondo e con l’innato impulso religioso dell’uomo? C’entra, poiché noi siamo come quel figlio. Come questi ripudiò il padre, noi ripudiamo Dio. Questo è l’aspetto ribelle della nostra “schizofrenia spirituale”. Quali esseri umani peccatori, ci sentiamo spinti a fuggire ciò che riteniamo esserci di impedimento: è in Dio che noi vediamo la fonte di tanta soggezione. Dateci una legge e senz’altro ci ribelleremo. L’apostolo Paolo così definì tale impulso: [...] Io non avrei conosciuto il peccato se non per mezzo della legge; poiché non avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: “Non concupire”. Ma il peccato, còlta l’occasione, per mezzo del comandamento, produsse in me ogni concupiscenza; perché senza la legge il peccato è morto (Romani 7:7-8).

Noi ci ribelliamo all’autorità morale perché essa ci limita, violando la nostra indipendenza e il nostro orgoglio. Inoltre, rifiutiamo le intimidazioni e consideriamo Dio come una minaccia. Questo avviene perché la sua assoluta santità costituisce una sfida alla nostra indipendenza morale, la sua sovranità minaccia la nostra autosufficienza e la sua onniscienza (conoscenza infinita) svela i nostri pensieri ingannevoli (Sproul, 73). In Romani 1 le parole di Paolo indicano che il processo di rinnegamento 14

di Dio avviene in tre fasi successive: consapevolezza, rimozione, sostituzione (Sproul, 72–78). 1° fase: consapevolezza. Così Paolo descrive la nostra cognizione di Dio: “...infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi [i pagani] sono inescusabili” (Romani 1:20). Siamo consapevoli dell’esistenza di Dio? Qual è la prova che Paolo considera lampante? A tale riguardo si consideri: a) La presenza di un disegno intelligente – e non di un modello ripetitivo – a qualsiasi livello dell’universo – dal microcosmo al macrocosmo –, che fa capo a un Progettista intelligente e onnipotente. Fino a non molto tempo fa si tendeva a credere che le cose più piccole fossero le meno complesse. Oggi, tuttavia, grazie agli strumenti tecnologicamente più avanzati, siamo in grado di contemplare la sorprendente complessità con cui è strutturata perfino la singola cellula. Il microbiologo Michael Denton scrive che, se potessimo osservare una cellula con un microscopio da mille milioni di ingrandimenti, “ciò che vedremmo sarebbe un oggetto di ineguagliabile complessità e frutto di un piano intelligente” (Denton, 328). Tanta complessità non può essere frutto del caso. b) Il fatto che l’energia dell’universo sia limitata, soggetta a degradazione e sempre meno accessibile (entropia) indica che l’universo è sottoposto a termine o condizione. L’universo è contingente e deve esserci voluto un Creatore, autoesistente e preesistente, per farlo esistere. In altre parole, l’esistenza dell’universo non è necessaria, ma derivata da qualcos’altro. Senza l’autoesistenza di quel “qualcos’altro” – un’esistenza necessaria – non sussisterebbe alcuna Causa primigenia, bensì solamente un’infinita regressione di effetti... il che è impossibile. c) Il fatto che abbiamo una coscienza indica che la fonte del nostro senso del bene e del male è un Dio santo e personale (vd. Romani 2:14-15). La


Uno sguardo alle religioni del mondo

santità indica che Dio è personale, non un’unità monadica, un’energia o una forza impersonale, giacché soltanto l’individuo personale è in grado di operare un discernimento d’ordine morale. La nostra coscienza indica che non viviamo conformemente al modello di tale Essere santo e personale, giacché non siamo neppure in grado di vivere conformemente ai nostri stessi modelli autoimposti. d) La provvidenza della natura indica che Dio è buono e si interessa delle sue creature (vd. Atti 14:17). Inoltre, noi stessi abbiamo la sensazione, per quanto recondita, di aver contratto un debito di gratitudine nei confronti della fonte di tale benevolenza. e) Se contempliamo l’immensità e la bellezza del creato, dovremmo essere colti da meraviglia e soggezione. Dovremmo sentirci umili. Dan Allender, psicologo e teologo, scrive: “Basterebbe contemplare un’alba per capire che un Essere infinito e misericordioso ha dipinto la nostra esistenza con ordine, meraviglia, bellezza... Dovrebbe inoltre balenarci l’idea che noi siamo opere della sua arte, creati per la sua gloria. Tale consapevolezza dovrebbe umiliarci e, nel contempo,

espandere il nostro senso di riconoscenza” (Allender, 14). 2° fase: rimozione. Quantunque Dio abbia manifestato la propria esistenza, noi siamo riusciti a sopprimere tale verità. Paolo scrive: L’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l’ingiustizia; poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro; [...] perché, pur avendo conosciuto Dio, non l’hanno glorificato come Dio, né l’hanno ringraziato; ma si son dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d’intelligenza si è ottenebrato (Romani 1:18-19, 21).

"Basterebbe contemplare un'alba per capire che un Essere infinito e misericordioso ha dipinto la nostra esistenza con ordine, meraviglia, bellezza…".

In particolare, l’umanità ha soppresso la verità della natura di Dio in due modi: negando la sua santità e la sua conoscibilità. Rimozione della conoscibilità di Dio. Ribellandosi a Dio, l’umanità lo ha scacciato. L’uomo vede Dio come un’entità distante, astratta, sconosciuta, addirittura inconcepibile. Tale soppressione è facilmente riscontrabile esaminando i concetti di “Realtà ultima” nelle varie religioni del mondo. Nell’induismo, ad esempio, il Brahman,

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Guida alle religioni la Realtà ultima, è definito nirguna, che significa “privo di attributi”. Nel buddhismo, la Realtà ultima è vista come il Vuoto, il Nulla. La seguente affermazione, dal sanscrito, è tratta da una delle Scritture del buddhismo: Perché non raggiunge il nirvana? Perché il nirvana è la dimensione del Nulla, della “non-esistenza”… Se costui desidera realizzare il nirvana, deve trascendere la coscienza (Goddard, 86).

Ovviamente, come già accennato, affermare che Dio è “privo di attributi”, o che per “conoscere” Dio occorre trascendere la coscienza, equivale a vedere Dio come un’entità distante, astratta, sconosciuta… inimmaginabile. Qui di seguito accenniamo ad altri esempi di come l’uomo è riuscito ad annullare la conoscibilità di Dio. Margot Adler, sacerdotessa della Wicca (neo-stregoneria), nonché una delle massime esponenti e portavoce del movimento pagano, ebbe a dichiarare: “Abbiamo bisogno di rituali perché siamo umani e non siamo in grado di comprendere l’incomprensibile” (Rabey, F3, corsivo nostro), negando di fatto che la Verità sia conoscibile. Le prime parole del “Tao Te Ching”, la sacra scrittura del taoismo, sono: “Il Tao che può essere detto non è l’eterno Tao, il nome che può essere nominato non è l’eterno nome” (Ellwood, 181). Teologicamente parlando, si tratta di un circolo vizioso: se parliamo della “via” ammettiamo di non conoscerla. Nell’islam il Corano dichiara, a proposito di Allah, che “non c’è simile a lui alcuna cosa” (sura 42:11). Ora, laddove un cristiano potrebbe concordare con un tale assunto (vd. Isaia 40:18, 25; 55:8-9), l’islam lo estremizza. Per esempio, un commentatore musulmano scrive: “Talmente trascendente è l’Essere divino da trascendere perfino la limitazione della metafora” (Ali, 918). Se Dio trascende qualsiasi metafora diventa impossibile, per l’umanità, concepirlo. Ciò significa, essenzialmente, che non si può conoscere nulla di Dio, il che equivale ad accantonarlo, respingerlo. Occorre distinguere tra “incomprensibile” e “inconcepibile”. Un cristiano può concordare sul fatto che Dio è incom16

prensibile, ma non si sognerebbe mai di definirlo “inconcepibile”, a differenza delle altre religioni non cristiane. Poiché Dio è infinito, afferma il cristianesimo, è indubbiamente incomprensibile alla nostra mente limitata. Nondimeno, poiché Dio è personale, noi lo possiamo conoscere e fare dichiarazioni veritiere al riguardo. Poiché Dio è personale, la sua essenza è intimamente conoscibile, per quanto incomprensibile a noi, data l’infinità del suo Essere. Rimozione della santità di Dio. Il Dio della Bibbia è un Dio di assoluta santità. …poiché tu non sei un Dio che prenda piacere nell’empietà; presso di te il male non trova dimora (Salmo 5:4). …Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti (Isaia 6:3). …Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre (1 Giovanni 1:5).

Tuttavia, tale concetto dell’assoluta santità di Dio è unico tra le religioni del mondo giacché, pur proclamando la grandezza di Dio, queste ultime hanno, nello stesso tempo, negato, svilito o trascurato la sua santità. Negazione della santità di Dio. Nelle religioni monistiche, Dio è un’unità impersonale che trascende qualsiasi distinzione, compresa la discriminazione tra bene e male. In tal modo, la santità di Dio è disconosciuta. Svilimento della santità di Dio. Un indizio della portata della santità attribuita a Dio dalle singole religioni è riscontrabile nei rispettivi insegnamenti riguardo alla salvezza. Nell’islam, ad esempio, per determinare il destino eterno di ognuno, nel giorno del giudizio le azioni di ciascuno saranno pesate su una bilancia. In teoria, un individuo trovato giusto per il 51% sarebbe considerato sufficientemente giusto per il paradiso. La Bibbia, d’altro canto, sostiene che, in virtù della sua santità, Dio esige dall’uomo il 100% di giustizia prima di poterlo accogliere (Matteo 5:48; 1 Pietro 1:15-16). Dunque l’islam non sostiene l’assoluta santità di Dio, giacché il dio del Corano ammette


Uno sguardo alle religioni del mondo alla propria presenza qualcuno che sia meno che perfetto. La santità di Dio è trascurata. Altri tralasciano del tutto la santità di Dio. Ad esempio, nel suo libro “The Tao of Peace” (“Il Tao della Pace”), Diane Dreher scrive: Nell’antica Cina la condotta saggia comportava una vita saggia e il perseguimento dell’equilibrio personale e dell’integrazione con i cicli della natura… La pace, scoprì Lao Tzu, è un lavoro interiore. Solo trovando la pace dentro di noi riusciamo a vedere più chiaramente, ad agire più efficacemente, collaborando con le energie interiori e quelle che ci circondano per costruire un mondo più pacifico (Dreher, xiii, corsivo nostro).

La ricerca di pace della Dreher non si eleva mai oltre la dimensione orizzontale, o naturale (i “cicli della natura” e il “lavoro interiore”). Ciò rivela che, per lei, la riconciliazione con un Dio santo non rientra fra i modi di raggiungere la pace. Dunque, la santità di Dio è disprezzata. Abbiamo appena discusso i primi due passi che l’umanità compie verso l’allontanamento da Dio: la consapevolezza e la repressione/soppressione. Fra breve esamineremo il terzo passo, quello della “sostituzione”. Ma ora torniamo alla storia del figlio prodigo. Analogamente a quel figlio che desiderava allontanarsi dal padre, l’umanità è spinta ad allontanare Dio. Ma dove ci conduce tale rifiuto? 2. La presa di coscienza (Luca 15:14-19) Un dettaglio si rivela particolarmente significativo: poco dopo l’arrivo di quel giovane, nel “paese lontano” si abbatté una carestia e il figlio “cominciò a trovarsi nel bisogno” (“io qui muoio di fame!”; vd. Luca 15:14, 17). Allo stesso modo, molti sperimentano un senso di fame spirituale. Desideriamo dalla vita qualcosa di più, pur senza sapere che cosa stiamo cercando. Durante la seconda guerra mondiale la filosofa ebrea Simone Weil scrisse: Nel periodo della preparazione, l’anima ama nel vuoto. Non sa se vi sia qualcosa di reale che ricambi il suo amore. Può credere di saperlo, ma credere di saperlo non equivale a saperlo. Tale convinzione non è di alcun aiuto. Di certo l’anima sa

soltanto che ha fame. La cosa importante è che essa esterna la sua fame piangendo. Un bimbo non smette di piangere se gli si dice che non c’è pane: continua a piangere lo stesso. Il pericolo non è che l’anima dubiti che vi sia del pane ma che, con una bugia, si persuada di non avere fame. Di ciò può persuadersi solamente con una bugia: la realtà della sua fame non è un convincimento, è una certezza (Coles, 29).

Cupola maiolicata di una moschea islamica.

La nostra cultura secolaristica ha cercato di negare la fame spirituale, ma il bisogno della ricerca del sacro rimane (Garelli, 77-114). Con il suo cogito, ergo sum (“penso, dunque sono”), Cartesio era alla ricerca di un’indiscussa certezza sulla quale edificare un sistema di convinzioni. Nell’affermazione della Weil testé citata ravvisiamo un altro punto di certezza: la nostra fame spirituale, il nostro desiderio di qualcosa che riempia il vuoto spirituale interiore.

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Guida alle religioni

Giovani musulmani scortano un feretro all'antica moschea di El Aksa a Gerusalemme.

Dalla definizione di certezza della Weil è possibile elaborare il seguente principio: “Anelo, dunque Dio è”. Come un neonato vuole il latte (e il latte c’è, esiste), così anche noi desideriamo ciò che ci trascende, dunque deve esserci un Dio. Come desideriamo l’amore (sentimento effettivamente suffragato dall’intimità, dall’affetto e dalla confidenza), così desideriamo ardentemente il significato, la speranza e il perdono... Deve pur esserci un fondamento trascendente per tutto ciò. 3. Il ritorno (Luca 15:20-24) Avendo sperimento la fame, conseguenza dell’abbandono del tetto paterno, il figlio prodigo decide di tornare da suo padre. Questo è l’altro aspetto della nostra “schizofrenia spirituale”. Se da un lato respingiamo Dio allontanandolo da noi, dall’altro ne siamo attratti. Consideriamo, tuttavia, a quali condizioni il figlio decise di tornare. Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò: "Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi servi” (Luca 15:18-19).

Le parole del figlio suonano veramente affrante e avvilite: “Non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma qui succede qualcosa che non risulta subito evidente. Da quando, infatti, la condizione di figlio è una questione di merito? O sei un figlio, o 18

non lo sei. È pur vero che puoi essere un cattivo figlio e aver spezzato il cuore dei tuoi genitori ma... sei pur sempre un figlio. Lo status di figlio può essere soltanto accettato, non meritato. Se il figlio non fosse già stato tale, non avrebbe potuto far nulla per guadagnarsi tale tipo di relazione. Poiché egli era un figlio, non avrebbe dovuto fare altro che ricevere il perdono e l’amore del padre, accettando implicitamente la condizione di figlio. Per ricevere un dono, però, ci vuole umiltà... e il figlio non era disposto a umiliarsi fino a tal punto. La fame non l’aveva cambiato interiormente. L’orgoglio persisteva (come ci rivelano un paio di indizi). In primo luogo, egli basava la relazione con il padre sulla propria dignità o il proprio merito. In questo modo manteneva il suo senso di distacco e di autosufficienza. È umiliante ricevere un favore immeritato e dover ringraziare; il figlio non era disposto a umiliarsi fino a quel punto. Egli avrebbe preferito, invece, essere considerato pari a un salariato e mantenere, in tal modo, una relazione meritocratica nei confronti del padre. Si consideri l’ironia. Inizialmente il figlio aveva abbandonato il padre perché si sentiva limitato e in soggezione, ma ora sceglieva di tornare facendo leva sul proprio merito. Egli aveva, in effetti, sostituito alla legge di Dio la propria legge, ossia il legalismo, inventandosi i suoi propri vincoli. Questo perché intendeva tornare al padre alle proprie condizioni, non a quelle del padre. In secondo luogo, l’orgoglio del figlio è palese perfino quando ritorna dal genitore: egli mantiene le distanze offrendosi di diventare un salariato, dimostrando di voler tornare alla casa paterna ma non di volersi riconciliare con il padre. Egli continuava a rifiutare il padre pur godendo dei vantaggi di abitare nella sua casa. Ed ecco che entra in ballo la terza fase, la “sostituzione”. 3° fase: sostituzione. Noi siamo come quel figlio. Inizialmente allontaniamo Dio perché ci sentiamo limitati, repressi, costretti o perché lo percepiamo come una minaccia al nostro mondo sicuro.


Uno sguardo alle religioni del mondo Quel vuoto lasciato da Dio, però, va riempito, e noi lo riempiamo: ■ ■ ■ ■ ■

vivendo una “vita buona” per meritarci il favore di Dio; con beni materiali, successo o divertimenti; con tecniche per manipolare l’energia spirituale; con rituali con cui evocare gli dèi; mettendoci in contatto con entità spirituali meno minacciose rispetto a un Dio totalmente santo e sovrano (vd. Romani 1:22-23).

Nell’induismo, ad esempio, l’uomo deve sforzarsi e lottare di vita in vita, di esistenza in esistenza, per liberarsi dall’attaccamento all’ego individuale e sfuggire alla ruota vita-morte-rinascita. Nel buddhismo deve desiderare di cessare di desiderare. Nel movimento New Age deve imparare, attraverso numerose vite, le lezioni dell’amore. Nell’islam, in vista del giorno del giudizio, deve vivere in modo che le buone azioni prevalgano rispetto a quelle cattive. Come il figlio prodigo, anche noi abbiamo sostituito il linguaggio della grazia con quello del merito. Eccone un esempio. Un giorno uno

studente osservò: “Non è giusto che i cristiani possano ricevere il perdono mentre altri, che magari hanno vissuto una vita esemplare, ricevono il castigo”. Quello studente aveva, evidentemente, confuso il linguaggio della grazia (il perdono) con il linguaggio del merito (una vita esemplare). Additando la vita esemplare dei fedeli di altre religioni, quello studente manteneva il concetto, errato, che il perdono si potesse guadagnare. In pratica, egli obiettava: “Quegli osservanti di altre religioni che vivono una vita esemplare meritano di essere perdonati, proprio come i cristiani”. La figura logica di “perdono meritato” è un ossimoro, un controsenso. Il linguaggio della grazia non può essere confuso con il linguaggio del merito, giacché un dono (come indica, in italiano, l’etimologia stessa del termine: perdono = “per dono”) si può solamente ricevere, non meritare. Tuttavia, non abbiamo soltanto sostituito la grazia con il merito, ma abbiamo altresì rimpiazzato Dio con falsi dèi. E poi ci siamo dimenticati di averlo sostituito. Allender spiega: L’idolatria non è un sottoprodotto dell’oblio di Dio: è il mezzo con cui noi l’abbiamo

Monaco birmano in preghiera.

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Guida alle religioni dimenticato... Tutte le negligenze esistenziali [ossia dimenticare Dio] iniziano con la soppressione, crescono con l’energia dell’idolatria e ci legano a un’illusione che ottunde il cuore, rendendolo insensibile a ciò che gli manca, accecandolo fino all’oblio (Allender, 14-15).

In sostanza, l’umanità è talmente accecata spiritualmente che ha dimenticato di aver sostituito Dio con qualcosa di inferiore a lui. 4. L’affetto di un padre (Luca 15:20) Il padre, tuttavia, non vuole che il figlio cerchi di riconquistarsi il suo favore. Tutto ciò che desidera è ristabilire la comunione con lui come padre, non un rapporto datore di lavoro/dipendente. Ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione: corse, gli si gettò al collo, lo baciò e lo ribaciò (Luca 15:20).

Ora è chiaro che il padre della parabola di Gesù rappresenta Dio. E questo tipo di amore che cosa provoca in noi? Ci spinge a riconoscere che Dio desidera instaurare un rapporto con noi, che pure l’abbiamo ripudiato? Il concetto di un Dio desideroso di instaurare un rapporto d’amicizia con un’umanità ribelle distingue il vangelo cristiano da tutte le altre vie di salvezza proposte dalle altre religioni. In fin dei conti, gli dèi delle altre religioni sono in grado di sostenere tanto amore? Il Brahaman, che è privo di attributi, è in grado di amare? Il Vuoto del buddhismo può desiderare di instaurare un rapporto di amicizia con noi? Il Dio del Corano, colui che “trascende tutte le metafore” (vd. pag. 16), ha mai dimostrato l’amore di questo padre? 5. Il rapporto ristabilito (Luca 15:22-24) Proseguendo il racconto, Gesù narra di come quel padre annunciò l’opportunità di festeggiare. Portate fuori il vitello ingrassato, ammaz­ zatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto, ed è stato ritrovato (Luca 15:23-24).

Queste analogie (vita - morte, perduto - ritrovato) rivelano la gravità del peccato. Noi siamo morti nei nostri peccati, nonché perduti, o separati 20

da Dio. Come indicano tali analogie, e come vedremo nel capitolo “Gli elementi distintivi del vangelo” a pag. 21, il cristianesimo è l’unica religione al mondo a dipingere l’umanità in una condizione spirituale assai spiacevole (in effetti, non potrebbe essere peggiore: che cosa può esservi di peggio della morte spirituale?). Ciò nondimeno, tale presupposto contribuisce a rendere più dolce e gradita la buona notizia: ricevere una nuova vita ed essere ritrovati. Riguardo alle religioni del mondo e al nostro impulso religioso, che cosa abbiamo dunque appreso dalla parabola del figlio prodigo? Abbiamo appreso che l’umanità è spiritualmente tormentata e divisa: noi siamo attratti da Dio ma, nello stesso tempo, ci sentiamo limitati e minacciati da lui. Quindi lo rinneghiamo e ne facciamo un’entità distante, astratta, sconosciuta e inconcepibile. Il vuoto spirituale, tuttavia, ci fa sentire a disagio; pertanto cerchiamo di colmarlo con surrogati di Dio e, infine, finiamo col basare la nostra relazione con lui sul nostro sforzo e sui nostri meriti. Abbiamo altresì visto che Dio desidera instaurare un rapporto di amicizia con noi, nonostante il nostro atteggiamento di ribellione. Non esiste amore più grande! Infine, abbiamo visto che il perdono, come la figliolanza, è un dono da ricevere, non da meritare.

Quale verità nelle religioni non cristiane? Tutte le religioni contengono una parte di verità che i cristiani dovrebbero sentirsi incoraggiati a riconoscere e apprezzare. L’islam, per esempio, proclama con forza la grandezza di Dio. Lo zoroastrismo rileva la purezza di Dio, richiesta altresì ai suoi fedeli. L’animismo ci aiuta ad apprezzare un’effettiva verità: il nostro combattimento “non è contro sangue e carne” (cfr. Efesini 6:12). Il taoismo ci esorta alla sensibilità nei confronti delle fondamentali vie della natura e a trattare il prossimo con benevolenza e comprensione, senza imporgli la nostra volontà. A tale riguardo, l’apostolo Paolo ci ripete che Dio non è lontano da ciascuno di noi (vd. Atti 17:27).


Uno sguardo alle religioni del mondo

E perfino l’aspettazione dell’ateismo di trovare una soluzione mediante il pensiero razionale può incoraggiare noi cristiani ad albergare pensieri chiari e lucidi e a essere coerenti nella vita. Laddove possiamo riconoscere, apprezzare e rispettare la verità che si trova in altre religioni, non dobbiamo concludere che tali religioni contengano

Statua di Gesù Taumaturgo sul Mar di Galilea presso Capernaum, in Israele.

la verità salvifica, ossia la verità che conduce alla salvezza.

Gli elementi distintivi del vangelo Che cosa distingue il cristianesimo dalle altre religioni del mondo? Semplicemente la persona di Gesù

Cronologia mondiale delle religioni:

uis

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1500 d.C.

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1000 d.C.

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500 d.C.

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mo (15 rai 00 sm a.C o( .c 14 a) 40 a.C Sh .c int a) o Tao ismo ism (66 o 0 Bu dd (600 a.C. his ca) a.C m Co nfu o (56 . ca) cia 3 a ne sim .C. c a) o( 55 1a Cr isti .C. an ca) esi mo (30 d.C .c a) * Isla m (62 2d .C. ca)

2000 a.C.

Ind

* Per un certo verso, la data è tecnicamente esatta ma, d’altro canto, potrebbe darsi che il cristianesimo, fondato sulla buona notizia di Gesù Cristo, rientrasse nel piano di Dio da “prima della creazione del mondo” (vd. Efesini 1:4; inoltre vd. 2 Timoteo 1:9) e, in particolare, poco dopo la caduta dell’umanità (Genesi 3:15).

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Guida alle religioni Cristo. Ma che cosa, precisamente, di Gesù Cristo rende il cristianesimo unico? Troviamo la descrizione di gran parte dei tratti unici e caratteristici di Gesù e del suo vangelo in 1 Giovanni 4:9-10: In questo si è manifestato per noi l’amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché, per mezzo di lui, vivessimo. In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati.

I sei punti seguenti, basati sulle parole dell’apostolo Giovanni appena citate, ci spiegano in quale modo il cristianesimo si distingue dalle altre religioni del mondo. 1. Gesù è vissuto nella storia Giovanni pone l’accento sulla natura storica della vita di Gesù con le parole “per noi” e “nel mondo”. I fatti concernenti la vita, la morte e la risurrezione di Gesù sono storici, non mitici (vd. France). Laddove quest’unicità non nega che i fondatori di altre religioni siano personaggi storici o che gli eventi specifici di tali religioni siano documentati, essa dimostra, nondimeno, che la loro fondatezza storica non è essenziale ai fini della veridicità delle loro asserzioni, al contrario di quanto accade per il cristianesimo (con la possibile eccezione dell’ebraismo). In effetti il cristianesimo non è separato dall’ebraismo per quel che riguarda la Legge, i Profeti e i Libri Sapienziali, al punto che possiamo parlare di rivelazione giudaico-cristiana quando definiamo il piano del Dio della Bibbia. Ciò avviene perché le altre religioni sono essenzialmente orientate all’insegnamento e all’osservanza di precetti, laddove il cristianesimo è basato sull’effettiva opera salvifica di una particolare Persona: Gesù Cristo. E se Cristo non fosse storicamente vissuto, morto sulla croce e risorto dai morti, il cristianesimo non avrebbe alcun fondamento (vd. 1 Co 15:17). Che Buddha o Maometto siano o non siano vissuti, non è essenziale in vista delle verità che hanno asserito, giacché i medesimi insegnamenti sarebbero potuti provenire da qualcun altro (per i metodi con cui affrontare i quesiti riguardanti la storicità del cristianesimo e altre obiezioni, si 22

rinvia il lettore alla consultazione delle opere di Geisler e Brooks; vd. Appendice: Bibliografia e risorse). 2. Dio si è incarnato Giovanni scrive che “Dio... ha dato il suo unigenito Figlio” (Giovanni 3:16). Con l’aggettivo “unigenito” è chiaro che Giovanni non afferma che Gesù è figlio di Dio in senso mistico (in virtù del quale, essendo parte dell’Uno e del Tutto divino, siamo tutti figli di Dio). Invece, Gesù è figlio di Dio in un modo del tutto unico. L’appellativo “Figlio” sottintende qualcuno che condivide la medesima natura del genitore; dunque Gesù è unico perché è della stessa sostanza di Dio. Ciò significa che Gesù non è una mera apparizione, una manifestazione o un rappresentante di Dio, bensì l’incarnazione di Dio. Tramite Gesù, Dio è diventato carne, si è fatto uomo (Giovanni 1:1, 14). 3. L’umanità è spiritualmente morta Le espressioni “affinché vivessimo” e “sacrificio espiatorio per i nostri peccati” indicano che il cristianesimo considera l’umanità spiritualmente morta nella sua condizione di peccato (diversamente, non avremmo bisogno di essere vivificati). Per il cristianesimo la condizione spirituale dell’umanità è peggiore di quella delineata da qualsiasi altra religione (Romani 6:23; Efesini 2:1; Colossesi 2:13). Laddove riconoscono i problemi dell’umanità, le religioni non cristiane insegnano altresì che essa possiede l’innata capacità di risolverli (pur ammettendone la difficoltà, esse ne sostengono la fattibilità). Solamente il cristianesimo asserisce che l’umanità è spiritualmente morta e che, senza il potere divino di trasformazione in grado di dargli una nuova vita, l’uomo non ha alcuna speranza (Romani 8:6-8). 4. Dio è assolutamente santo Il fatto che Dio esiga, come pagamento per il peccato, la più severa di tutte le pene (la morte) comporta l’esigenza dell’assoluto rispetto per la sua santità morale. Dio esercita “tolleranza zero” nei confronti del peccato. Il profeta Abacuc scrive che Dio ha “occhi troppo


Uno sguardo alle religioni del mondo Tomba del Giardino a Gerusalemme. Con la risurrezione dai morti, la storia di Gesù culmina nella vittoria.

puri per sopportare la vista del male” (Abacuc 1:13). È altresì scritto che senza “santificazione nessuno vedrà il Signore” (Ebrei 12:14b). Come esseri umani, tendiamo a ribellarci a tale modello assoluto con la pretesa di mitigarlo, rendendolo, in qualche modo, possibile e meno minaccioso. Molti ritengono che l’amore di Dio non possa conciliarsi con la sua giustizia (santità morale). Nondimeno, Giovanni indica che Dio ha dimostrato il suo amore per noi inviandoci il suo unico Figlio e, contestualmente, ha dimostrato la sua giustizia donandoci Gesù come "sacrificio propiziatorio per i nostri peccati” (1 Giovanni 4:10; inoltre vd. Romani 3:25-26; 5:8). Mediante la morte sacrificale di Cristo, sia l’amore

sia la giustizia di Dio sono totalmente adempiuti senza svalutarsi a vicenda. 5. Gesù ha sconfitto la morte Siamo riconoscenti del fatto che, nella storia di Gesù, la morte non abbia avuto l’ultima parola. Al contrario, la vita terrena di Gesù termina con la vittoria: Gesù risuscita fisicamente dai morti (Giovanni 20–21; 1 Corinzi 15:3-8). Nessun altro fondatore di una religione si è mai sognato di accampare una simile pretesa. La vittoria di Gesù sulla morte è altresì la nostra vittoria, poiché è a causa della risurrezione di Gesù che Giovanni poté annunciare “affinché, per mezzo di lui, vivessimo”. Analogamente, Paolo ci assicura: “Perché se siamo stati totalmente uniti

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Guida alle religioni

Il rapporto tra la santità di Dio e la certezza della salvezza IL VANGELO CRISTIANO

LA SALVEZZA NELLE ALTRE RELIGIONI

LA SANTITÀ DI DIO

Definita come assoluta

Negata, sottovalutata, sminuita, trascurata o ignorata

IL FONDAMENTO DELLA SALVEZZA

Dio ha completato l’opera di salvezza per nostro conto mediante Gesù Cristo

Lo sforzo umano

IL LIVELLO DI CERTEZZA Certezza assoluta

a lui in una morte simile alla sua, lo saremo anche in una risurrezione simile alla sua” (Romani 6:5). 6. La salvezza è un dono gratuito Giovanni precisa che “in questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi” (1 Giovanni 4:10). Si noti che l’amore procede da Dio a noi, non da noi a Dio. La salvezza non si basa sui meriti individuali, bensì interamente sulla grazia gratuita di Dio (inoltre vd. Romani 1:17; Efesini 2:8-9). È altresì interessante notare come, sminuendo la santità di Dio per rendere la salvezza più facilmente ottenibile, perdiamo la certezza della salvezza. Più la salvezza dipende dallo sforzo o dal merito personale, minore è la certezza di averla ottenuta. D’altro canto, è sorprendente notare come tale certezza si possa acquisire mantenendo il caposaldo dell’assoluta santità di Dio, nella consapevolezza dell’impossibilità di vivere secondo il modello propostoci. Ciò avviene allorché scegliamo di far dipendere la nostra salvezza da Dio attraverso Gesù Cristo: soltanto allora abbiamo l’assoluta certezza della salvezza, giacché essa deriva da Colui che è sincero e fedele, non da noi.

Nessuna certezza

Domandiamoci se il concetto della grazia è presente anche in altre religioni non cristiane. Queste ultime accennano alla grazia rielaborando, tuttavia, tale concetto in modo da compendiarvi lo sforzo umano. Ad esempio, nell’islam la locuzione “coloro che credono” appare frequentemente nel Corano. Tale frase suona simile al cristiano “salvezza per fede”. Nel Corano, tuttavia, la locuzione è spesso seguita da “...e compiono il bene”. In tal caso, si intende chiarire che la salvezza si acquisisce per merito personale.

Consigli per l’evangeliz­ zazione Riportiamo qui di seguito alcuni principi generali da tener presenti qualora si intenda condividere il vangelo di Gesù Cristo con un amico che abbia scarsa conoscenza del cristianesimo. Il nostro approccio dovrebbe essere graduale. Non dovremmo cercare di convincere il nostro amico a coprire l’intero percorso, dalla negazione di Dio alla sottoscrizione totale delle “quattro leggi spirituali”(1), in un solo giorno. Occorrerà procedere passo dopo passo.

(1) 1° Dio ti ama e ha un piano meraviglioso per la tua vita; 2° l’umanità è macchiata dal peccato e quindi separata da Dio. Di conseguenza, non possiamo conoscere il piano meraviglioso di Dio per la nostra vita; 3° Gesù Cristo è l’unico, non esiste un’altra soluzione per ottenere il perdono di Dio per il nostro peccato. Solo attraverso Gesù possiamo avere il perdono dei peccati e restaurare una giusta relazione con Dio; 4° dobbiamo credere per fede in Cristo Gesù come nostro Salvatore per ricevere il dono della salvezza e conoscere personalmente il piano meraviglioso di Dio per la nostra vita.

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Uno sguardo alle religioni del mondo Il primo interrogativo da porgli dovrebbe essere: “Chi è Dio?” Tutti gli altri, a questo punto, diventano secondari. Come abbiamo visto, l’umanità tende a rifiutare Dio. Noi cercheremo di indirizzare il pensiero del nostro amico alla verità: Dio è personale e, poiché è personale, può farsi conoscere, il che è già accaduto tramite Gesù Cristo. Il nostro approccio dovrebbe essere globale piuttosto che riduttivo. Con ciò intendo dire che dobbiamo resistere alla tentazione di ridurre l’individuo a un’unica dimensione del suo essere (solitamente, infatti, si tende a far leva esclusivamente sul piano intellettivo). Occorre invece trattare ogni singolo individuo come un essere con più sfaccettature, come una persona motivata non solamente da argomentazioni razionali, ma altresì da bisogni ed emozioni. Qui di seguito vedremo come avvicinarci al singolo individuo mediante un approccio su tutti i piani del suo essere. 1. Sul piano intellettivo Fondamentalmente, gli orientamenti delle varie religioni sono raggruppabili secondo tre visioni del mondo. Naturalismo (ateismo) ■ La Realtà ultima è la materia fisica. ■ L’universo fisico è eterno (in una forma o nell’altra), chiuso (nessuna influenza soprannaturale) e funziona secondo le leggi della natura. ■ L’umanità è uno stato fisico, il semplice prodotto di forze evolutive. Monismo ■ La Realtà ultima è spirituale o immateriale e, solitamente, impersonale e indifferenziata. ■ L’universo è un’emanazione del mondo spirituale e, in un certo senso, meno reale (illusorio). ■ La natura dell’umanità è identica a quella della Realtà ultima. Teismo ■ La Realtà ultima è un Dio eterno, infinito e personale. ■ L’universo è stato creato da Dio dal nulla ed è sia materiale sia immateriale. ■ L’umanità è stata creata da Dio a sua immagine ed è sia materiale sia immateriale.

Com’è possibile stabilire quale di queste visioni del mondo è vera? Valutandole secondo i tre criteri seguenti: 1. coerenza logica: assenza di contraddizioni; 2. effettività: conformità ai fatti; 3. applicabilità: possibilità di vivere coerentemente con una visione del mondo attendibile. Come si rapportano i tre approcci (naturalistico, monistico e teistico) rispetto ai tre criteri appena esposti?

Gli enigmatici mohai dell'isola di Pasqua.

Approccio naturalistico Coerenza logica. Non agisce coerentemente il naturalista che ritiene le prove del naturalismo sufficienti a far propendere per quest’ultimo. Perché? Perché il naturalista sostiene che esiste soltanto la materia. Se ciò è vero, ne consegue che anche i nostri pensieri sono determinati da stimoli biologici e non da prove, né dai principi della ragione. In tal caso, inoltre, non vi sarebbe nessun “io permanente” raziocinante in grado di pro

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Guida alle religioni pendere per alcunché (Moreland, 96). Effettività. Se non esiste altro che la materia (o l’energia) – presupposto su cui si basa il naturalismo – ne consegue che l’universo, in una forma o nell’altra, è sempre esistito. Gli astrofisici, tuttavia, hanno scoperto la prova dell’inizio dell’universo. Ad esempio, il secondo principio della termodinamica, il quale postula che l’energia diventa sempre più inaccessibile, indica che l’universo ha avuto inizio in un lasso determinato di tempo. Diversamente, tutta l’energia disponibile si sarebbe già dissipata da parecchio tempo. In altre parole, in un infinito lasso di tempo, la limitata risorsa di energia si sarebbe già esaurita. Applicabilità. In linea di massima, l’individuo attribuisce un valore unico alla vita umana (o, almeno, alla propria vita). Ma tale coscienza del valore non è coerente con il naturalismo giacché, nel naturalismo, non vi è alcuna base per considerare la vita umana unica, o più preziosa rispetto a quella animale. Per il naturalismo, infatti, l’umanità non è altro che una forma “progredita” di vita animale. Dunque, come dimostra l'umana propensione a giudicare le azioni immorali di altri popoli o di altre culture, i naturalisti vivono come se la morale fosse basata su un modello esterno a se stessi e alla loro cultura. Nondimeno, il naturalismo non è in grado di fornire un modello morale oggettivo. Approccio monistico Coerenza logica. Il monismo (ossia la credenza dell’esistenza di un unico principio, di un’unica essenza o energia divina che può, comunque, manifestarsi in molteplici aspetti, sia materiali, sia spirituali) riconduce tutte le cose, fisiche e materiali, a un’unica sostanza, e porta ad affermare che non esiste una realtà assoluta, con il rischio di vedere dissolversi il pensiero di un Dio trascendente. L’esistenza di una realtà assoluta, infatti, implicherebbe una distinzione tra verità e non-verità, mentre il monismo, essendo indifferenziato, non consente tali distinzioni. Di conseguenza, esso racchiude e assimila tutti i concetti di verità. Intrinsecamente, però, l’affermazione riguardo all’inesistenza di una verità assoluta si presenta come... una verità 26

assoluta! Di conseguenza essa si smentisce da sé, rappresentando un’incongruenza logica. Effettività. Nel monismo, anche in questo caso, si afferma che la Realtà ultima è priva di differenziazione o separazione. Dunque la Realtà ultima non sarebbe una forma di intelligenza, giacché l’intelligenza è discriminante. Tale fonte indifferenziata si dimostra inadeguata come Causa primigenia di una realtà che, al contrario, manifesta delle distinzioni, e di un’umanità che rivela un’intelligenza. Applicabilità. Gran parte delle visioni monistiche del mondo comportano la non violenza nei confronti della vita. Ma come è possibile che ciò avvenga laddove si sia costretti a nutrirsi? Perfino il vegetariano uccide le piante per cibarsene. Anche le piante sono una forma di vita... Approccio teistico Coerenza logica. L’umanità convive con la coscienza del proprio valore personale e con la convinzione che la vita abbia uno scopo e l'etica un significato. Tutto ciò trova sufficiente fondamento su un Creatore-Dio personale (da ciò deriva il nostro valore), il quale ci ha creati per interagire con noi mediante un rapporto di amicizia (dunque, la vita ha uno scopo finale) e, infine, è santo (ed ecco che anche la morale ha un fondamento, nonché una ragione d’essere). Effettività. La teoria che vede l’universo creato da una Causa intelligente è coerente con il principio di causaeffetto (ogni effetto è determinato da una causa sufficiente). Applicabilità. Poiché siamo creati a immagine di un Dio personale, viviamo coerentemente con la consapevolezza del valore dell’individuo e del senso etico. 2. Sul piano dei bisogni Come abbiamo avuto modo di constatare, le religioni non cristiane vedono in Dio un’entità distante, astratta, inconoscibile e inconcepibile. Il Dio cristiano, invece, è unico, poiché è essenzialmente personale e, perciò, conoscibile nella sua essenza. Immaginiamo per un attimo come sarebbe la vita in un mondo dove non fosse possibile alcuna relazione con


Uno sguardo alle religioni del mondo Dio. Quanti bisogni spirituali rimarrebbero inappagati e irrealizzabili nella nostra vita? 1. La vita, tanto effimera, sarebbe priva di significato. 2. Ci coglierebbe un senso di incompletezza, la sensazione che la bellezza che ci circonda debba comportare l’esistenza di qualcosa cui rapportarsi... e, tuttavia, saremmo incapaci di relazionarci a essa. 3. Probabilmente sperimenteremmo un certo qual senso di frustrazione, derivato dall’incapacità di migliorarci moralmente, non soltanto come individui ma come specie umana in generale. Dopo tutto le guerre rappresentano una costante della storia umana. 4. Saremmo in ansia riguardo alla morte, ignari di ciò che ci attende dopo il trapasso. Qui di seguito vediamo quali sono i bisogni spirituali colmati dal Dio della Bibbia. Si noti che ciascuna Persona della Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo) svolge un ruolo specifico per venire incontro a tali comuni necessità.

B. Il bisogno di appagamento emotivo e relazionale Per natura siamo creature sociali. Ciò significa che ci sentiamo appagati quando riusciamo a intessere rapporti affettivi con altri individui. Anche in assenza di onori, ricchezze o cultura, la vita andrà comunque avanti; senza relazioni affettive, invece, la vita diventa vuota, priva di significato. Ciò che noi, come cristiani, intendiamo affermare è che, come troviamo appagamento nei rapporti sul piano umano, troveremo maggiore appagamento relazionandoci, sul piano spirituale, con un Dio personale e amorevole. La verità che Dio è personale (ossia possiede le qualità specifiche di una persona) è un concetto che noi cristiani diamo spesso per scontato. Tuttavia, esso è oltremodo indicativo. Si conside-

In un mondo che non si relaziona con Dio, l'ignoranza riguardo all'aldilà rende la morte ancor più spaventosa.

A. Il bisogno di significato Il significato, o senso della vita, si fonda preferibilmente su ciò che è eterno. Possiamo anche lottare per ricchezze, onori o cambiamenti politici, ma tutto ciò è transitorio ed effimero. Possiamo lasciare un’eredità per altri, ma non vi è certezza che essa ci sopravvivrà a lungo. A tale riguardo, l’autore dell’Ecclesiaste deplora: Ho anche odiato ogni fatica che ho sostenuta sotto il sole, e di cui debbo lasciare il godimento a colui che verrà dopo di me. Chi sa se egli sarà saggio o stolto? Eppure sarà padrone di tutto il lavoro che io ho compiuto con fatica e con saggezza sotto il sole. Anche questo è vanità (Ecclesiaste 2:18-19).

La locuzione “sotto il sole” (che, nell’Ecclesiaste, ricorre complessivamente ventinove volte) indica l’attaccamento alle cose terrene, il confinamento entro i limiti di ciò che il mondo ha da offrire oltre a Dio (Wright, 1152). Soltanto se la nostra vita poggia le fondamenta su Dio, ci accorgeremo che essa ha un significato e non è prigioniera della vanità, dell’inutilità.

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Guida alle religioni rino, ad esempio, le conseguenze derivanti dal fatto che Dio è, per natura, un Dio personale. Soltanto se Dio è personale... ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■

Ci è possibile instaurare un rapporto con lui. È in grado di comunicare con noi. Può ascoltare le nostre preghiere. Può amarci. Può perdonarci. Può provare empatia per noi nelle nostre sofferenze. Il nostro valore come persone trova fondamento. La nostra sensibilità morale trova fondamento. Il significato della vita trova fondamento. La speranza trova fondamento.

L’amore, l’empatia, il valore, il significato e la speranza sono essenziali per la vita. Essi costituiscono la nostra fonte di appagamento. Tuttavia, non potremmo sperimentare tutti questi valori se Dio fosse qualcosa di meno di un Essere personale. Riguardo all’amore, in particolare, noi ci sentiamo appagati in esso, soprattutto sapendo che Dio ci ama. E noi sappiamo che ci ama perché ci ha dimostrato il suo amore per mezzo di suo Figlio (Romani 5:8; 1 Giovanni 4:8-10). Inoltre, possiamo oltrepassare la mera conoscenza dell’amore di Dio avendo comunione con lui mediante lo Spirito Santo, “perché per mezzo di lui... abbiamo accesso al Padre” (Efesini 2:18; Galati 4:4-6). C. Il bisogno di cambiare Sovente veniamo meno sul piano morale poiché, pur sapendo e desiderando fare il bene, non riusciamo a compierlo (Romani 7:18). L’umanità ha tentato innumerevoli volte di trasformarsi. Ma il vero problema giace a profondità maggiori di quelle che l’umanità riuscirà mai a scandagliare, essendo insito nella natura stessa del cuore umano. Solamente un Dio santo può cambiare il cuore umano... E lo ha fatto mediante lo Spirito Santo che dimora in noi (Ezechiele 36:26-27; Romani 8:517; 2 Corinzi 5:17). 28

D. Il bisogno di speranza e di certezza Ciò che ci attende oltre la morte è ignoto e tremendo, e ci provoca ansia e disperazione. Come cristiani, noi abbiamo la certezza di quanto accadrà dopo la morte perché Gesù Cristo ha dimostrato storicamente la sua vittoria su di essa. Il fatto storico della risurrezione di Gesù ci infonde speranza in questa vita, nonché la certezza di essere accolti da Dio nella vita futura. Anche lo Spirito Santo riveste un ruolo in tutto ciò, poiché Dio ci ha “segnati con il proprio sigillo e ha messo la caparra dello Spirito nei nostri cuori (come garanzia di quel che riceveremo) (2 Corinzi 1:22, corsivo nostro). 3. Sul piano emotivo Scrive un evangelista: “La gente deve conoscere i fatti prima di prendere una decisione; ma, per prendere la decisione, ha bisogno di un’emozione” (Innes, 125). Il modo per raggiungere una persona in profondità è toccarla sul piano emotivo. A tal fine, può essere utile un’immagine o una descrizione vivida quale, ad esempio, una testimonianza, un aneddoto o un’illustrazione. Il breve racconto qui di seguito illustra quanto Dio si interessi a noi e come abbia dimostrato il suo amore soffrendo per noi tramite Gesù Cristo. Lo scrittore Bob Stromberg racconta di quando, da bambino, si fratturò un braccio. Mentre il padre lo portava all’ospedale, il dolore al braccio ferito, dopo l’intorpidimento iniziale, si era fatto lancinante. Bob si lamentava: “Oh, per favore, papà, fa’ qualcosa, ti prego!” Il padre rispose: “Bimbo mio, vorrei tanto poterti strappar via quel dolore dal braccio e prendermelo io!” Bob protestò, dubitando del fatto che il padre sarebbe veramente stato disposto a tanto, ma il padre replicò: “Un giorno capirai”. Anni dopo, in una giornata d’autunno, Bob osservò impotente il figlio inciampare su un falò di sterpi mentre inseguiva un aquilone e ustionarsi gravemente le mani. Durante la corsa verso l’ospedale, il bimbo si lamentava: “Oh, papà... fa tanto male!” Proprio in quel momento, Bob


Uno sguardo alle religioni del mondo

ricordò e comprese le parole che gli aveva detto il padre tanti anni prima e rispose: “Piccolo mio, se potessi, toglierei il dolore dalle tue manine e lo metterei nelle mie”. In quell’istante, si rese conto che ciò era precisamente quanto Dio aveva fatto tramite Gesù, allorché Gesù prese su di sé i nostri peccati e ne subì il castigo al posto nostro (Stromberg, cap. 4). Questo racconto rimarrà impresso nella mente dello studente e servirà da stimolo per le sue riflessioni.

Conclusione Abbiamo percorso un bel tratto di strada! Abbiamo discusso i modelli e gli orientamenti su cui si basano le varie religioni del mondo, considerato le motivazioni dietro al nostro impulso religioso, elencato le sei caratteristiche del vangelo di Gesù Cristo e, infine, suggerito alcuni principi da tener presente per condividere la buona notizia di Cristo con un amico. Mi auguro che, con ciò, sarete in grado di apprezzare maggiormente l’unicità del vangelo di Gesù Cristo.

Dal monte Corcovado, la gigantesca statua del Cristo Redentore domina Rio de Janeiro, in Brasile.

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Guida alle religioni

BIBLIOGRAFIA E RISORSE Allender, Dan. ��������������������� “Remembering That We Forget”. Mars Hill Review. Littleton, Colo.: Kim Hutchins, May 1995, nº 2. Coles, Robert. Simone Weil: A Modern Pilgrimage. Reading, Mass.: AddisonWesley Publishing Co., Inc., 1987. Denton, Michael. Evolution: A Theory in Crisis. Bethesda, Md.: Adler & Adler, 1986. Ellwood, Robert, Jr. Words of the World Religions. Englewood Cliffs, N.J.: Prentice-Hall, Inc., 1977. Ferliga, Paolo. Fine millennio: l’Occidente di fronte al sacro. Brescia: Grafo, 1998. France, R.T. The Evidence for Jesus. Downers Grove, Ill.: InterVarsity Press, 1986. Garelli, Franco, Guizzardi, Gustavo, Pace, Enzo. Un singolare pluralismo: indagine sul pluralismo morale e religioso degli italiani. Collana “Percorsi”, Bologna: Il Mulino, 2003. Geisler, Norman, Brooks, Rob. When Skeptics Ask: A Handbook on Christian Evidences. Wheaton, Ill.: Victor Books, 1990. Gfeller, Frédy. La Bibbia. Di cosa parla? Valenza Po (AL): Il Messaggero Cristiano, 1993. Goddard, Dwight, ed. A Buddhist Bible. Boston: Beacon Press, 1966. Innes, Dick. “The Art of Using Appropriate Vocabulary”. The Art of Sharing Your Faith. Joel Heck, ed. Tarrytown, N.Y.: Fleming H. Revell Co., 1991. Introvigne, Massimo. Il sacro postmoderno. Chiesa, relativismo e nuova religiosità. Milano: Gribaudi, 1996. Jaki, Stanley. The Purpose of It All. Washington, D.C.: Regnery Gateway, 1990. McDowell, Josh. Risposte alle domande spinose degli atei. Casoria (NA): Centro Biblico, s.d.

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I rimandi in grassetto indicano le monografie; i numeri pag. in corsivo indicano le pagine con illustrazioni.

In Italia 53 Cfr. Shintoismo 213-216, 220-221 Ch’an 52 Hinayana 51 Jodo (Shin, Terra Pura) 53 Mahayana 49, 55 Tantra (Vajrayana) 53, 58 Teravada 51-52, 58 Zen 52 Burrows, Millar 269, 271 Bushido 215, 227

A

C

Indice tematico

Acquario (era dell’) 169 vd. New Age Advaita 87 Agnostico 196 Ahimsa (nonviolenza) 100, 102 Ahmaditi 106 Akha, porta degli spiriti 35 Alawiti 106 Alchimia (taoismo) 232 Aldilà 12-13 Animismo 37 Buddhismo 55, 57 Confucianesimo 73 Ebraismo 131 Islam 255 New Age 181 Secolarismo 199, 201 Taoismo 236 Alessandria d’Egitto 114 Alhambra, palazzo di 118 Allah 16, 255 vd. Islam Amaterasu 213, 217 Amida, Amithaba (vd. Buddha) 53 Amman 111 Amore di Dio 20, 22, 28, 46 Analecta di Confucio 73, 75 Anatta 56, 65 Angeli 33, 47 Nell’islam 108 Angell, Marcia 191 Animismo 31-48 Antenati Animismo 35, 37 Confucianesimo 67, 82 Cristianesimo 262 Shintoismo 212 Anubi 191 Arahat 51, 52 Archer, Gleason 271-272 Armonia Confucianesimo 75 Taoismo 230

Artemide, tempio di 269 Asana 102 Ashoka 50 Ateismo 11-13, 25, 196 Atman 88 Autorità della Bibbia 268 Avalokiteshavara 54 Avatar 86-87, 96, 102

B

Baha’i 106 Bali 95 Battesimo 250 Bar mitzvah 134 Bene e male 12-13, 14 Confucianesimo 70, 74, 76-78 Taoismo 236, 239-244, Bernstein, Eduard 157 Betlemme 259, 275 Bhagavad-Gita 90 Bhakti 102 Bibbia 266-280 Autorità della 268 Scientificità 273-274, 279 Storicità 269-270 Vista dall’islam 107, 112-114 Vista dal secolarismo 207-208 Birmania (Myanmar) 56 Blavatsky, Helena 171 Bodh Gaya 50 Bodhidharma 52 Bodhisattva 51, 59-60, 64, 174, 214 Brahman 15-16, 32, 86-89, 95, 102 Bramino 102 Buddha vd. Induismo e Shintoismo Statue del 49, 52, 56, 60, 63 Buddhismo 49–65 In Cina 52, 72 In Giappone 52-53

Califfo 105, 106 vd. anche Imam Capitalismo 160-164 Cartesio 17, 198 Cayce, Edgar 171 Certezza della salvezza 24, 28 Channelling vd. medianità Chassidismo 132-133 vd. anche Ebraismo Ch’i 83 Chou, dinastia 229-230 Chuang Tzu 230, 238-239 Chu Hsi 72-73 Cina 66-82, 229-230 Circoncisione (brit milah) 134 Comunismo vd. Marxismo Tribale 160 Conformità dei testi biblici rispetto ai manoscritti originali 271-273 Confronto/sinossi religioni 1213, 252-253, 255 Con animismo 40 Con buddhismo 55, 59-60 Ebraismo 130-132 Con induismo 90-91 Con islam 107, 111-112 Con marxismo 166 Con New Age 181, 190-193 Con secolarismo 201, 205 Con shintoismo 220, 222 Con taoismo 236 Confucianesimo 66-84 In Giappone 216 Confucio 66-70, 72-73, 76-79, 230 Copernico, Nicolò 197 Contraddizioni 257-258 Bibliche 207 Confucianesimo 77-78 Islam 118 New Age 184, 187, 189 Secolarismo 205-206 281


Guida alle religioni Corano, il 16, 22, 24, 36 vd. Islam Corea 196, 213, 229 Coscienza 14-16, 105, 204, 236, 251 Creazione 14-15, 43 Creazionismo 208-209 Crick, Francis 257-258 Crocifissione 100, 119-122 Cronologia mondiale delle religioni 21 Culto 34, 220 Degli antenati 218 Di Dio 226 Nel buddhismo 31 Nell’ebraismo 132 Cupola della Roccia 103, 108

D

Dalai Lama 54 Darwin, Charles 198, 199 Darwinismo 198 Davide nell’islam 108 Deen 106 Dèi e divinità Induismo 88, 92, 97, 99 Shintoismo 212, 214, 215, 220, 221, 222, 227 Demoni Animismo 40, 44, 46 Induismo 95 Islam 104 Denton Michael 14 Descartes, René vd. Cartesio Desiderio di Dio 18, 32-33, 204, 222, 227 Determinismo economico 159, 164, 257 Dharma 96, 102 Dialettico, processo 159, 164 Differenze tra religioni vd. Confronto Digiuno, Nell’ebraismo 136 Nell’islam 110 Digo, tribù dei 42 Dio Cfr. Animismo 34-35, 37, 40 Cfr. Dio cristiano 27-28, 37 Cfr. Islam 107-108, 111-112 Cfr. New Age 175-176, 181 Cfr. Secolarismo 198-199, 201 Amore di Dio 20, 22, 28 Concetto di Dio 10-11, 16 Conoscibilità di Dio 15-16, 27-28 Dio Creatore 82 282

Esistenza di Dio 200-204, 240 Immanenza di Dio 80, 82 Personalità di Dio 27-28, 62, 91-92, 95, 190, 238-239 Rapporto personale con Dio 119 Santità di Dio 11, 14, 16-17, 22-23 Divinazione 36-37 Dixon, Jeane 276 Druidi 170 Drusi 106 Dualismo 11, 12-13 Dvaita 87

E

Ebraismo 125-153 Chassidico 132 Correnti dell’ 130-132 Conservatore 130-132 Moderno 128-139 Ortodosso 128, 130-132 Ricostruzionista 132 Riformato 128, 130-132 Efeso 269 Egitto 113, 114 Egitto, antico 191 Elemosina (Islam) 110 Energia/Forza/Potenza Creatrice 83, 102 Dell’universo 14 Spirituale, 19 vd. Animismo 35-37 Vitale 83 Engels, Friedrich 156, 158-159, 161, 162 Entropia 14, 15, 205 Esperienza 259 Eternità 67, 236, 255 Etica 26 Buddhismo 56 Confucianesimo 67-70 Evangelizzazione, consigli 2429 (vd. anche Obiezioni) Animismo 37-47 Buddhismo 60-64 Confucianesimo 73-80 Ebraismo 140-152 Induismo 90-101 Islam 109 (vd. Obiezioni) Marxismo 167 New Age 186-193 Secolarismo 200-209 Shintoismo 222-226 Taoismo 237-245 Evoluzione/evoluzionismo 145, 198, 199, 208-209

Extraterrestre, ricerca di intelligenza (progetto SETI) 33

F

Famiglia Nel confucianesimo 67 Nell’induismo 94 Fede (New Age) 193 Festività Nell’ebraismo (solennità) 134, 136-137 Nello shintoismo 220, 227 Feticci 36 Feudalesimo 160 Feuerbach, Ludwig 156, 162 Figlio di Dio 117-118 vd. Gesù Filatterie (tefillim) 135

G

Galileo Galilei 197-198 Ganesha 88, 98 Gemara 138 Gerusalemme 18, 103, 108, 125, 138; inoltre vd. Getsemani; Museo del Libro; Muro occidentale (Muro del pianto); Yad Vashem Gesù Cristo 22-24, 247-265 Cfr. Bodhisattva 60 Cfr. Buddha 59 Cfr. Induismo 97 Cfr. Islam 108 Cfr. Secolarismo 201 Cfr. Visnù 96 Creatore 44 Figlio di Dio 117-118 Morte sacrificale di 23, 39, 44, 64, 100, 107, 119-122 Nascita verginale 117, 252 Peccati 29 Potere sui demòni 42 Profezie messianiche 148149, 275-276 Risurrezione 23 Rivendicazioni esclusive di 264 Vittoria su Satana 42, 44 Giardino di Getsemani 263 Giardino, tomba del 23, 277 Glueck, Nelson 269 Giappone 211-228, 229 Giri 218 Giudaismo 126-127 (cfr. Ebraismo) Giudizio 44, 108-110, 206 New Age 185-186 Glossari Buddhismo 65


Indice tematico Confucianesimo 83 Induismo 102 Shintoismo 227 Grazia 19, 24 Gratuità del dono della salvezza 24, 64, 277 Guarigione (New Age) 192-193

H

Hadith 105 Haji 110 Hanukkah 137 Han Wu-ti 71 Harae 214, 224, 227 Hare Krishna 175, 179, 183 Hawking, Stephen 257 Hegel, Georg W.F. 156, 159 Hijrah 104 Hinayana vd. Buddhismo Hirohito 217 Hitogami 212, 227 Hobbes, Thomas 198 Honen 53 Honji suijaku 215-216, 227 Hsin-hsing 70-71, 72, 76, 83 Hubbard, Barbara Marx, 174 Hume, David 198

I

I Ching 72-73 Idolatria 19-20, 44, 105 Ifa 34 Ikigai 226 Illuminazione Buddhismo 49, 50 Induismo 89, 93 New Age 178, 181, 185, 190-191, 192 Illuminismo 198 Ilyichev, Leonid vd. Lenin Imam (califfo) 106 Iman (credo islamico) 106, 108 Immortalità (taoismo) 231-232 Incarnazione Cristianesimo 22, 97-98 Buddhismo 54 Induismo 86 India 106, 260 Indonesia 85, 95 Induismo 85-102 Inferno 183, 255 Ishrak 108, 114 Islam 103-124 Israele, cartina 129

J

Jen 69-70, 78, 83 Jimmu 214

Jinn 104, 108 Jodo (Terra Pura) vd. Buddhismo

K

Ka’bah 103 Kagura 212, 227 Kami 212, 214-215, 220, 221, 222, 227 Kami no michi 211, 227 Kant, Immanuel 198 Karma 57, 62-63, 88-90, 98, 102, 184, 255 Kautsky, Karl 157 Kojiki 211, 213 Kokoro 219, 227 Kokutai 217 K’ung fu-tzu vd. Confucio

L

Lao Tzu 17, 230-231, 232, 235, 242, 243 Legge giudaica 131 Leggi spirituali 24 Lenin (Ilyichev, Leonid) 157158, 157, 161-162, 163 Li (riti) 83 Li Chi 67 Li Ehr 232 Liberazione (induismo) 89 Lieh Tzu 231 Lotta di classe 159, 162, 164 Luoghi di culto vd. Moschee; Santuario; Templi

M

Maestri ascesi 171, 174, 178 Magokoro 219 Mahabarata 87, 90 Mahabodhi, tempio di 50 Mahanama 64 Mahayana vd. Buddhismo Mahdi 106 Makoto 219, 227 Malattia (secondo New Age) 191-192 Male 12-13, 47, 204-206 Mantra 65, 89, 102 Maometto 103, 104, 108, 278 Mao Tse-tung 72, 161 Mar Morto, Rotoli del 271 Marx, Karl 154-157, 154, 159, 160, 161, 162, 163 Marxismo 154-168 Materialismo 158-159, 163164 Matrimoni ebraici 134 Matsuri 220, 227

Matzah 144 Maya (illusione) 87, 102 Maya tempio 11 Mecca, La 103-104 Medianità 33, 171 Medina 104, 113 Meditazione Buddhismo 50, 52 New Age 33 Mencio 70-71, 74, 76, 77, 78, 82 Messia 131, 138, 148-149, 150-151 vd. Gesù Cristo e Profezie Messianiche Mezuzah 135 Mezzo, la via di 50 Minareti 105, 113, 114 Miracoli Bibbia 277-279 Secolarismo 199 Misericordia 15, 44, 131, 240, 244, 250 Mishnah 138 Misticismo 112, 174 Nell’islam 106 Moksha 89 Monaci Buddhisti 54 Indù 86, 102 Monismo 10-11, 13, 25-26, 175 Monoteismo 11, 12 Morte vd. anche Aldilà Dopo la 201 Secolarismo 199 Spirituale 20, 23, 240, 276 Moschee 17, 18, 106, 111, 114, 115, 119, 121 Mosè nell’islam 108 Motoori, Norinaga 219 Muro Occidentale (Muro del pianto) 125, 128, 150 Museo/Santuario del Libro 135 Museo dell’Olocausto 141, 147 Musica rituale, cultura della 6768, 70, 229-232 Myanmar (Birmania) 49, 51, 56

N

Nazionalismo (shintoismo) 216, 217 Natura 43 Secolarismo 197 Shintoismo 221 Taoismo 236 Natura umana (umanità) 1113, 55, 76, 255 Confucianesimo 70, 73 283


Guida alle religioni Ebraismo 130 Induismo 91 Marxismo 165-166 New Age 181 Secolarismo 199, 201 Taoismo 236 Naturalismo 25, 176 Neimark, Philip John 34 Nembutsu 53 Neoconfucianesimo 72 New Age 169-195 Nicola II, Zar di Russia 159 Nihonshoki 211 Nirguna 16, 32, 86, 89 Nirvana 16, 52, 55, 56-57, 102 Nonviolenza 100

O

Obiezioni al cristianesimo 253-260 (vd. anche Evangelizzazione) Dal buddhismo 58-60 Dal confucianesimo 80-82 Dall’ebraismo 138-139, 150-152 Dall’induismo 94-101 Dall’islam 112-122 Dal marxismo 163-167 Dal New Age 180-186 Dal secolarismo 204-209 Dallo shintoismo 220-222 Offerta rituale 36 Om 102 On 218 Origine/inizio dell’universo 200-204, 208, 274 Ottuplice Sentiero 55-56

P

Pace (interiore) 17 Panteismo 176 Paradiso vd. anche Aldilà, nel buddhismo 55, 57 nel confucianesimo 67, 70, 73, 83 nell’ebraismo nell’islam 16 nel New Age 181 Pasqua ebraica 137, 143-145, 144 Peccato 11 Animismo 36 Buddhismo 62-63 Confucianesimo 78 Cristianesimo 42, 62-63, 92, 98, 101, 107, 183, 241242, 248-249 Ebraismo 131, 145 284

Induismo (karma) 90, 98 Islam 107 New Age 190 Taoismo 241 Perdono, 18-20, 62-63, 98, 100, 242, 245, 250 Confucianesimo 78-81 Islam 108 New Age 190 Taoismo 242-243 Pesach vd. Pasqua ebraica Pianto, muro del vd. Muro Occidentale Pirrone di Elide 198 Politeismo 11, 12 Profezie messianiche 148-149, 275-276 Preghiera Buddhismo 19 Cristianesimo 41-42 Ebraismo 128, 150 Islam 109, 110, 111 Prodigo, figlio 13-14, 17, 92 Profeti, nell’islam 108 Profezie messianiche adempiute 148-149 Protoconfucianesimo 70 Puja 102 Pura conversazione 232 Purezza Shintoismo 214, 219, 227 Taoismo 232, purezza di cuore Purificazione 224

Q

Quattro leggi spirituali, le 24 Qumran 271, 273 Qu’ran vd. Corano

R

Rabbino 126, 127 Ragione umana vd. Secolarismo Ramayana 87, 90 Ramsay, William 269-270 Regola aurea 78 Reincarnazione Buddhismo 54, 57 New Age 178, 183, 185, 191-192 Relativismo, 199, 256 Religione popolare 31 Nel buddhismo 54 Nell’islam 36 Religioni 12-21 Cronologia 21 Definizione di 10 Gamma delle religioni 12-13

Sinossi delle 255 vd. anche Confronto Tribali vd. Animismo Riconciliazione 250 Rigenerazione 250 Rinascimento 196-198 Risurrezione di Gesù 23 Rivelazione 250-252, 266-269 Rituale, purificazione (shintoismo) 214, 224 Rituale, cultura della musica vd. Musica rituale Rituali nell’induismo 86 Roberts, Jane 171 Rosh Hashana 136 Rotoli del mar Morto 271

S

Sabato (Shabbat) 134-135 Sadhu (sikhismo) 260 Saguna 86, 89 Salvezza 24, 64, 80, 93, 107, 120, 180, 190-191, 192, 251, 255-256, 260 Buddhismo (illuminazione) 49-50 Ebraismo 131, 140, 145 Gratuità della 24, 64, 277 Induismo (moksha/lilluminazione/liberazione) 89, 93 Islam 107 New Age 181, 192-193 Samadhi 56, 65, 102 Samsara 57, 65, 88-89, 178 Santeria 12, 36 Santuario taoista 233 Satana 42, 46-47 Saverio, Francesco 221 Sawm vd. Digiuno (islam) Scetticismo 256-257 Sciamanesimo 35, 212 Scienza 197 Nel secolarismo 199 Scientificità delle asserzioni bibliche 273-274, 279 Sciiti 105-106 Shintoismo 211-228 Scritture sacre Buddhismo 58 Confucianesimo 72-73 Ebraismo 135, 138 Induismo 86-87, 89-90 Islam 104, 106 Shintoismo 211, 213 Taoismo 230, 232; inoltre vd. Bibbia Secolarismo 196-210 Seder 137, 144, 145


Indice tematico Semmelweis, Ignaz 274 Senso estetico 218 SETI, progetto 33 Shahadah 110 Shavuot 137 Shemah 133 Shin vd. Buddhismo Shinran 53 Shintai 220, 227 Shiva 86, 97 Shogun/shogunato 216, 221 Shotoku 213 Shruti 90 Siddhartha Gautama 49-50; inoltre vd. Buddha Sikhismo 106 Sila 56, 62 Sinagoghe 131 Sincerità del cuore (shintoismo) 219 Sionismo 133 Skandha 57 Smriti 90 Socialismo 160, 164 Società Teosofica 171 Sofferenza 55 Buddhismo 50, 56, 61 Confucianesimo 75 Soggettivismo 258-259 Sozosha/Sozo no kami (Dio) 224 Spagna 118 Spiriti (esseri spirituali) Animismo 34-35, 37, 40 Porte degli 35 Stalin, Josef 158 Stella di Davide 140, 142, 143 Stoà 225 Stonehenge 185 Storicità degli asserti biblici 269-270 Strauss, D.F. 156 Stregoneria 16, 170, 172 Sufismo 106 Sukkot 136 Sunna 150-106 Sunniti 105-106 Sunyata (il Vuoto) 61, 65 Supremo, Essere Animismo 34-35 Sutra 90 Suzuki, D.T. 170

T

Tai-Chi 83 Taiwan 67, 68, 74, 75 Tallit (scialle da preghiera) 144, 146

Tantra vd. Buddhismo Tantra (scritture) 90 Tao 16, 83, 230, 232-234, 236 Taoismo 229-246 Tao Te Ching 16, 230, 242 Te 231, 234-235, 238 Teismo 25, 166 Tefillim vd. Filatterie Templi Artemide a Efeso 269 Buddhisti 50, 53, 58 Confuciani 66, 68, 74, 81 Induisti 85, 93, 100 Scintoisti 213 Taoisti 233 Terra Pura (Jodo) vd. Buddhismo Tailandia 31, 35, 49, 60, 61 Teosofia vd. Società Teosofica Teravada vd. Buddhismo Tesi – Antitesi – Sintesi vd. Marxismo Tibet 54 T’ien (paradiso) 80, 82, 83 Tokugawa Ieyasu 216 Tolleranza 253-254 Tombe 23, 46, 277 Treviri (Trier) 155 Tribali, religioni vd. Animismo Trimurti 86 Trinità 27, 115-119, 150 Tripitaka 58 Trotsky, Leon 157, 162

U

Ujigami 212, 227 Ulama/ulema 106 Ultima cena 143, 144-145 Umanesimo 181 Umanità vd. Natura umana Umiltà 18 Unity School of Christianity 171, 172, 187 Universale, Sé 89, 176, 179 Universo 25-26 Energia dell’ 14 Origine/inizio 200-204, 208, 274 Upanishad 86, 90

Nelle religioni non cristiane 20-21, 219 Teorie della 254 Verginale, nascita 117, 252; inoltre vd. Gesù Cristo Via (di mezzo) 50 Vietnam 229 Vishishtadvaita 87 Vishnu, Visnù 86, 89Vita dopo la morte vd. Aldilà Vita eterna 58-59, 62, 89, 92, 96, 119, 185, 201, 243, 276-277 Vuoto (il Nulla) 16, 20, 52, 55, 60, 61-62, Non-essere 232 Ontologia del 72

W

Wahhabiti 106 Weil, Simone 17-18 Wicca 16, 170, 172 Wudu’ 110 Wu-wei 230, 234, 236

Y

Yad Vashem, museo dell’Olocausto 141, 147 Yin-yang 83, 229, 234, 235237 Yoga 102, 172, 176, 186 Yom Kippur 136 Yui-ichi 215 Yu Tze 67

Z

Zakat vd. Elemosina (islam) Zhou, duca di 67

V

Vajrayana vd. Buddhismo Vangelo/Vangeli 20, 21-22, 24, 44, 97, 250, 263, 276-277 Van Rheenen, Gailyn 34, 35 Veda 86, 89 Vedanta 86 Verità 253-256, 260

285


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