Rivista La Chiave di Sophia N.4 - Foodismo

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N. 4 Anno II | Ott 2017 - Gen 2018 Autorizzazione del Tribunale di Treviso N. 244/17 Reg. Stampa ISSN 2531-954X Prezzo: 8,00 € PROPRIETARIO La Chiave di Sophia DIRETTORE RESPONSABILE Elisa Giraud DIRETTORE EDITORIALE Elena Casagrande CAPOREDATTORE Giorgia Favero REDAZIONE Alessandro Basso Federica Bonisiol Giacomo Dall’Ava Alvise Gasparini Emanuele Lepore Luca Mauceri Sara Roggi Anna Tieppo Alessandro Tonon PROGETTO GRAFICO Elena Casagrande COPERTINA di Riccardo Guasco

EDITORE Incipit Editore S.r.l. Via Asolo 12, 31015, Conegliano, TV editore@incipiteditore.it

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SPECIALE Filosofia in gioco Inventare forme di mondo e comportamento alternative. Intervista a Ermanno Bencivenga

72

SOMMARIO

Ott 2017 - Gen 2018 - N. 4

RUBRICHE Filosofia per bambini Le meraviglie che Alice trovò

68

Scorci sul laboratorio de La valigia del filosofo

di La valigia del filosofo L’Ospite Un particolare immenso e ineffabile

70

Dalla rivalutazione dell’olfatto al profumo come espressione della nostra identità

L’arte di ascoltare

4

In quest’epoca satura di parole, rieducare la mente e il cuore all’ascolto

di Alessandro Tonon

6

Visioni di apocalisse tra cinema e letteratura

di Giacomo Mininni

72

Inventare forme di mondo e comportamento alternative. Intervista a Ermanno Bencivenga

di Elena Casagrande Bioeticamente Prendersi cura del malato terminale

3

Il mondo alla fine del mondo

di Claudia Scattolini – Fragrance-Designer Intervista Filosofia in gioco

Editoriale di Elisa Giraud

76

Etica di fine vita tra cure palliative e sedazione nell’agonia

di Silvia Pennisi

78 Selezionati per voi Libri di Sonia Cominassi Film di Lorenzo Gardellin & Alvise Wollner Libri Junior di Federica Bonisiol

Tecniche di sopravvivenza alla pigrizia mentale

8

Non abbiamo più scuse: il cervello migliora (anche) con l’età

di Giacomo Dall’Ava Il vaccino non è il problema Dal sospetto strutturale al dialogo democratico

di Tito Sartori

8

10


SOMMARIO

39 L’arte servita a tavola L’influenza dell’estetica nelle nostre scelte alimentari di Anna Tieppo La narrazione del cibo 3.0 di Anna Maria Pellegrino - AIFB

FOODISMO

42

Dimmi come mangi e ti dirò chi sei di Matteo Montagner

14

La cucina di confine di Antonia Klugmann 44 di Elena Casagrande & Giorgia Favero

Mangiare con gli occhi

17

Cibo specchio d’identità di Claudia Carbonari

49

Il futuro dell’agroalimentare

52

La diffusione del Food Porn nella società anoressica

di Luisa Stagi Quanta acqua mangiamo? di Massimiliano Mattiuzzo

20

Dentro un chicco di caffè

22

Tre livelli di intervento per coniugare cultura, territorio e sviluppo economico

di MCCV - Università Ca’ Foscari di Venezia Delicatessen: l’umanità è un piatto che va servito freddo di Alvise Wollner

Il valore sociale e culturale della bevanda più famosa al mondo

di Goppion Caffè

25 Il mondo che mangiamo Dialogo sul rapporto tra antropocentrismo e alimentazione carnea di Leonardo Caffo & Emanuele Lepore

54

56 Finger Philosophy Luca Mercalli, Danilo Gasparini, Daniele Gaudioso, Orient Experience di Venezia, Edo App Il mondo è piatto di Alessandro Basso

58

Un territorio da bere

60

Pensare, scegliere e mangiare bio di EcorNaturaSì

28

Food Talk Gualtiero Marchesi, Iginio Massari, Carlo Petrini, Andrea Segrè

30

Bisogno di cibo, di simbolo e vita di Emanuele Lepore

34

Nutriti di solitudine alimentare di Alvise Gasparini

62

La Doppia Piramide

36

Siamo ciò che mangiamo?

64

In quanto prodotto della terra, nel vino sono intrinsecamente racchiuse la storia e la cultura del suo territorio

di Carlo Favero – Consorzio Vini Venezia

Per scegliere consapevolmente cosa è buono per noi e per il nostro Pianeta

Scegliere il cibo con consapevolezza: un esercizio di libertà che risponde a molteplici bisogni

di Elena Cadel – Fondazione Barilla

di Valsana


CHE COS’È IL FOODISMO?

EDITORIALE

di Elisa Giraud

Il vocabolario ci dice che il cibo è ciò che serve all’alimentazione umana e animale. Il cibo è un bisogno degli esseri viventi, è la prima cosa di cui necessitiamo quando veniamo al mondo; anzi, cominciamo a nutrirci ancora prima, quando siamo nell’utero della mamma. Il cibo è un bisogno fondamentale dell’organismo, ma nell’uomo è anche qualcosa in più. «Da atto di nutrimento diventa gesto sociale per eccellenza, il segno della comunità nel suo ritrovarsi, fare memoria, fare festa; la tavola diventa il luogo di comunicazione, scambio, comunione» scrive Enzo Bianchi, priore di Bose, nel suo libro Spezzare il pane (Einaudi, 2015), «È per questo che mangiare è molto più che nutrirsi». Nei secoli l’uomo ha preso consapevolezza che il cibo è identità culturale. Il tempo dei pasti scandisce la nostra routine quotidiana. Quando si celebra una festa il banchetto, o più semplicemente il momento nel quale si mangia qualcosa insieme, è la parte centrale. Il cibo è convivialità, è condivisione, è scambio di conoscenza. Il cibo, o meglio la mancanza di esso, è anche l’elemento che distingue maggiormente il Nord dal Sud del mondo: con il cibo che sprechiamo quotidianamente nei Paesi del Nord, si potrebbero sfamare tutti i popoli che muoiono di fame, tutti coloro che nel civilizzato, globalizzato, tecnologico ventunesimo secolo ancora non hanno cibo per sopravvivere. Una condizione che impatta fortemente con la sopravvalutazione del settore enogastronomico che si registra negli ultimi anni, con il numero crescente di eventi sul territorio e programmi televisivi dedicati al mondo culinario. Tale tema è oggetto di indagine in questo N.4 de La Chiave di Sophia, nel quale si indaga il mercato e la cultura del cibo. L’analisi che proponiamo ha come filo conduttore il concetto di bisogno: la ricerca mira a mettere in evidenza quali bisogni, scelte e tendenze sono rilevabili nel grande universo del cibo, dell’alimentazione e dell’enogastronomia. Un dossier che è stato intitolato foodismo proprio per sottolineare il carattere di tendenza che il settore ha acquisito negli ultimi anni, usando in modo volutamente provocatorio il suffisso “-ismo” che appiattisce il significato, esaspera il concetto avvicinandolo ad un movimento che conquista cose, luoghi, idee e persone, omologandone il comportamento. È infatti noto come il cibo abbia invaso ogni ambito del vivere, ogni oggetto di comunicazione di massa, mettendo persino in dubbio il suo stesso scopo, ovvero l’essere mangiato. Il nostro tentativo è dunque quello di ricercare che cosa in questo universo di bisogni sempre nuovi e sempre in crescita è reale e cosa no – ammesso e non concesso che sia veramente possibile distinguere, in questo nostro mondo complesso, cosa è reale da ciò che non lo è.


4 LA CHIAVE DI SOPHIA | ALESSANDRO TONON

L’ARTE DI ASCOLTARE In quest’epoca satura di parole, rieducare la mente e il cuore all’ascolto

di Alessandro Tonon

I

l tempo ipermoderno sembra aver elevato la parola ad un totem e aver ridotto l’ascolto a un tabù, dimenticando però che non c’è parola senza ascolto. Oggi si inneggia alla libertà di parola e alla comunicazione, declinate in particolare nella possibilità di scambiarsi informazioni in modo rapido e inarrestabile da una parte all’altra del Pianeta. Questo scambio, promosso in particolar modo da mezzi di comunicazione di massa, social media e social network è però, al vaglio di una mente pensante, una comunicazione destituita del proprio senso. Essendo spesso incontrollato e unidirezionale, questo genere di comunicazione perde la propria essenza perché privo delle persone, attori principali dell’agire comunicativo e dell’ascolto che solo da esse può derivare. Persone e ascolto, condizioni essenziali affinché avvenga un’autentica comunicazione e non un semplice scambio di informazioni di natura computazionale. La vera comunicazione è una relazione viva e ardente tra esseri umani, fatti di carne e fiato. Comunicare è allora, come insegnano i filosofi sin dalle origini, arte del dialogo, ma anzitutto è arte dell’ascolto. Solo ascoltando infatti è possibile entrare in relazione profonda e autentica con l’altro, uscendo da se stessi e immedesimandosi nella vita interiore di chi ci sta dinanzi, nelle sue

emozioni, nei suoi pensieri. L’arte dell’ascolto, premessa ad ogni autentica comunicazione, è dunque un paziente ed edificante esercizio relazionale che ci invita a prendere contatto con la parte più profonda di noi stessi, a fare spazio all’altro «perché – come rileva la filosofa Michela Marzano – per poter ascoltare l’altro io devo disporre di uno spazio in me che permetta l’accoglimento della parola altrui»1. L’accoglienza dell’alterità, che muove da un lavoro personale su se stessi, si rivela nell’ascolto dell’altro per giungere ad una profonda comprensione del suo vissuto interiore.

È FONDAMENTALE EDUCARSI A VIVERE OGNI RELAZIONE COME APERTURA DI POSSIBILITÀ. La parola è successiva all’ascolto. Comunicare infatti è anzitutto ascoltare e, solo dopo un ascolto attivo, possiamo attingere dalle nostre sorgenti interiori parole che comunichino all’altro rispetto, comprensione, empatia e riconoscimento. Per questo lo psichiatra Eugenio Borgna afferma che: «le parole […] si trovano solo se si è educati e abituati all’ascolto»2. L’ascolto è dunque la condizione affinché possiamo accogliere l’altro nella sua fragile e sfavillante interiorità. Le parole sono a quel punto l’eco di


LA CHIAVE DI SOPHIA | OTT 2017 - GEN 2018 5

emozioni profonde: il grido atavico della paura, il silenzio della sofferenza e della tristezza, la richiesta d’aiuto che giunge dalla rabbia o il desiderio di consolazione che emerge dalle lacrime che solcano un volto, il fermento vitale della gioia e la fiducia di un cuore che non ha smarrito la speranza. Nell’ascolto è presente un’altra dimensione fondamentale che è quella del silenzio. Il mistero del silenzio invoca una comunicazione autentica che si muove nell’accoglienza rispettosa e non giudicante dell’altro. Bisogna educarsi ad accoglierlo, proteggerlo e comprenderlo, poiché anche se in apparenza segnala immobilità, è una delle espressioni più forti e decisive del dinamismo dell’anima, che sta operando significative trasformazioni e sta raggiungendo importanti consapevolezze dentro se stessa. Edificanti conquiste che affiorano solo all’ascolto gentile, delicato e paziente del silenzio. Un silenzio che nella relazione va difeso dal rumore assordante e dalla superficialità annichilente delle chiacchiere che opprimono e invadono la nostra esistenza quotidiana. Solo attraverso l’ascolto è possibile sintonizzarsi con il silenzio, cogliendo le risonanze ineffabili della propria anima e di quella dell’altro.

In quest’epoca che ha dimenticato l’ascolto, come spazio necessario affinché affiorino le parole vere, è fondamentale educarsi a vivere ogni relazione come apertura di possibilità, per dilatare l’orizzonte di senso della nostra esistenza, per cogliere la cifra di bellezza che si cela dietro ad ogni genuina e rispettosa relazione fra esseri umani. Questo è avverabile se si vive il tempo dell’incontro come occasione imperdibile per ascoltare e conoscere non solo l’altro da noi, ma pure noi stessi, la nostra essenza più fragile e più vera. Concludiamo chiedendoci: cosa possiamo imparare dell’essenza dell’uomo se non ci dedichiamo all’ascolto nei momenti della nostra esistenza nei quali ci viene offerta la possibilità di conoscere noi stessi e l‘altro da noi? Se dunque, come scrive Borgna, «non viviamo il tempo come apertura, e come mistero, come comune esperienza psicologica e umana, e come comunità di destino?»3. 1

M. Marzano, Fortezza, in R. Bodei et al., Le virtù cardinali, Laterza, Bari-Roma 2017, p. 54. 2 E. Borgna, Parlarsi. La comunicazione perduta, Einaudi, Torino, 2015, p. 20. 3 Ivi, pp. 40-41. Credit UmbertoVerdoliva


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