N.9 Anno IV | Giu - Set 2019
INTERVISTA A SALVATORE NATOLI
Tutti dovrebbero recuperare una vita di pensiero
dossier
IL PARADOSSO DELLA FELICITA Indefinibile ma potenzialmente tangibile, la felicità genera differenti percorsi di ricerca. Possiamo considerarla davvero qualcosa di preconfezionato o ha piuttosto a che fare con la nostra volontà?
LEGAMI E RELAZIONI
Mirko Alagna, 2BHappy, Roberta Paltrinieri, Antonio Trampus, Giovanni Grandi PERCORSI DI RICERCA
Pietro Del Soldà, Paolo Legrenzi, Tetsugen Serra, Giovanni Allevi, Bruno Rossi
N. 9 Anno IV | Giu - Set 2019 Autorizzazione del Tribunale di Treviso N. 244/17 Reg. Stampa ISSN 2531-954X Prezzo: 8,00 € PROPRIETARIO La Chiave di Sophia DIRETTORE RESPONSABILE Elisa Giraud DIRETTORE EDITORIALE Elena Casagrande CAPOREDATTORE Giorgia Favero REDAZIONE Federica Bonisiol Giacomo Dall’Ava Massimiliano Mattiuzzo Luca Mauceri Sara Roggi Anna Tieppo Alessandro Tonon PROGETTO GRAFICO Elena Casagrande COPERTINA di Hikimi
EDITORE Nodo Edizioni S.r.l. Vicolo Beato Padre Pio, 47 31010, Mareno di Piave (TV) editore@nodoedizioni.it STAMPA PressUp Via Catone 6 00192 Roma Printed in Italy CONTATTI www.lachiavedisophia.com info@lachiavedisophia.com ABBONAMENTI Nodo Edizioni S.r.l. ordini@nodoedizioni.it Abbonamenti online: www.nodoedizioni.it
SPECIALE Filosofia come sapere di vita
Tutti dovrebbero recuperare una vita di pensiero. Intervista a Salvatore Natoli
72 RUBRICHE Filosofia per bambini I sacchi giganti di Lagado
70
Comunicare senza parole
Intervista Filosofia come sapere di vita
72
4
di Gaia Ferrari
di Jessica Genova
77
La morte degli altri
8
Il terrorismo con gli occhi di un uomo comune
di Alessandro Basso
Aggiornare le nostre agende per sfidare il cambiamento climatico
Il pensatore leggero
di Riccardo Liguori
Qual è il peso della riflessione e della critica?
80
La Città del Sole di Tommaso Campanella
di Francesca Plesnizer
4
di Gianluca Venturini
Selezionati per voi Libri di Sonia Cominassi Film di Rossella Farnese Libri Junior di Federica Bonisiol
La persona che danneggia la persona
Il sesso nell’era della robotica
di Elena Casagrande & Pamela Boldrin
Philovintage I fondamenti metafisici di un’utopia
3
Ma i sex robot sognano uomini innamorati? 6
Tutti dovrebbero recuperare una vita di pensiero. Intervista a Salvatore Natoli
Bioeticamente SOS Ambiente
Editoriale di Elisa Giraud Una riflessione sui problemi del lessico personalista per i diritti umani
di La valigia del filosofo
SOMMARIO
Giu - Set 2019 - N. 9
82
10
SOMMARIO
IL PARADOSSO DELLA FELICITÀ Ogni persona può essere felice
14
È possibile raggiungere la felicità in questo mondo? Le prospettive di Socrate, Gesù e Kant di Alessandro Tonon
41
Dai beni materiali ai beni relazionali
44
Come superare la paradossale (in)felicità prodotta dal consumo
di Roberta Paltrinieri
Riflessioni pedagogiche sul buon e ben vivere
di Bruno Rossi Un nuovo sguardo per essere felici di Anna Tieppo
17
La felicità che non trovi nei Baci Perugina 20 di Giacomo Dall’Ava
Vogliamo veramente essere felici? di Massimiliano Mattiuzzo
47
La felicità come saggezza
50
L’asimmetria tra guadagno e perdita nella logica dell’essere felici
di Paolo Legrenzi & Elena Casagrande La meditazione come esperienza di felicità Una felicità diversa
In dialogo con un maestro zen sulla via della consapevolezza
54
Il reticolo di dipendenze tra uomo e natura
di Tetsugen Serra & Giorgia Favero
22
di Mirko Alagna
Si può addomesticare la felicità?
25
La felicità è una competenza 56 che possiamo allenare di Daniela di Ciaccio & Veruscka Gennari
La felicità altrove di Luca Mauceri
28
59
Felicità, beni e legami
31
Sulle tracce di Socrate Dialogo sulla felicità come cerchio di Pietro Del Soldà & Elena Casagrande
Da Aristotele a Sant’Agostino: le realtà che fanno buona la vita
Il codice segreto della felicità
62
di Giovanni Grandi
di Gianluca De Nardi
Viaggio nella storia costituzionale dell’Occidente
di Antonio Trampus
Cerco la felicità, non solo per me di Giacomo Mininni
Dalla contraddizione alla complementarità
34
36 In equilibrio Il senso liberatorio della musica. Intervista a Giovanni Allevi di Elena Casagrande & Fabiana Castellino
La felicità è un sistema complesso di Alvise Wollner
64
L’utopia e la costruzione della felicità
66
Essere felici è possibile, se si ammette che esistono diverse maniere per esserlo
di Fabiana Castellino
ALLA RICERCA DELLA FELICITÀ
EDITORIALE
di Elisa Giraud
Sul significato di felicità, cosa sia e come raggiungerla, hanno disquisito filosofi antichi e moderni. Epicuro vede nella filosofia la via per raggiungere la felicità, intesa come liberazione dalle passioni. Mediante la filosofia l’uomo si libera da ogni desiderio irrequieto e molesto, oltre che dalle opinioni irragionevoli e vane, e dai turbamenti che ne derivano. La felicità, secondo Epicuro, risiede nel piacere stabile, cioè «nel non soffrire e nel non agitarsi». Assenza di dolore, assenza di turbamento. La felicità consiste nel piacere che è «il principio e il fine della vita beata», è il criterio di scelta. E per Epicuro piacere e virtù coincidono in maniera naturale. L’ordine dei piaceri naturali coincide con l’ordine dei doveri naturali. L’aspirazione alla felicità è caratteristica dell’etica classica, che la chiamò eudaimonia. L’eudemonismo è la dottrina morale che riponendo il bene nella felicità la persegue come un fine naturale della vita umana. L’Uomo dunque aspira alla felicità, ma questa è uguale per tutti? Ha lo stesso significato per ciascuno di noi? E come potrebbe se ognuno di noi è differente dall’altro? Scriveva Bertrand Russell: «Se ci fosse nel mondo un numero più cospicuo di persone che desiderano la propria felicità più di quanto desiderino l’infelicità altrui, potremmo avere il paradiso nel giro di qualche anno». Il dizionario di economia e finanza la definisce come «misura del benessere individuale, connessa anche con caratteristiche genetiche, fattori socio-demografici e culturali, fede religiosa, orientamento politico, fattori economici, compresi il livello di reddito e lo stato occupazionale». La felicità è solo questo? È questione di equilibrio tra l’assenza di turbamento e l’appagamento dei desideri? Per Giovanni Allevi (è suo uno dei contributi alla ricerca di questo numero della rivista), che tutti conoscono come pianista, direttore d’orchestra e compositore ma pochi sanno essere filosofo, «L’universo è asimmetrico. Anche la felicità lo è. Solo chi perde l’equilibrio riesce a vedere oltre le apparenze, sgretolando l’immagine esteriore di sé, e sentirsi finalmente felice». Obiettivo della presente ricerca è quello di interrogarsi sulla natura della felicità e del suo paradosso, cogliendola come luogo di esperienza e insieme come idea, frutto di un percorso della nostra volontà ma allo stesso tempo risultato della casualità degli accadimenti, volgendo però lo sguardo alla capacità dell’Uomo di saper accettare la vita nei suoi eventi tragici e dolorosi, con la possibilità di poter comunque realizzare la propria felicità.
4 LA CHIAVE DI SOPHIA | GAIA FERRARI
LA PERSONA CHE DANNEGGIA LA PERSONA Una riflessione sui problemi del lessico personalista per i diritti umani
di Gaia Ferrari
S
embra banale parlarne perché tutti ne riconoscono il valore, eppure mai come oggi essi vengono rigettati sul piano pratico, l’unico che potrebbe riempire di senso le loro parole. Parlo dei popolarissimi diritti umani e del problema della loro pratica concreta. Nessuno oserebbe metterne in discussione la validità da un punto di vista teoretico (nessuno per principio si spingerebbe a negare ad altri uomini il diritto alla vita, alla dignità, al lavoro); al contempo però molti li invalidano sul piano pratico, mettendo continuamente a repentaglio il loro valore effettivo. La teoria dei diritti umani, si può quindi dire, presenta uno squilibrio interno che non può essere taciuto e che rischia di portare al loro fallimento sostanziale. Riconoscere l’esistenza e la persistenza di questa impasse intrinseca non è però sufficiente, giacché è altrettanto necessario porre la domanda sulla ragione a partire da cui i diritti umani non si stanno dimostrando all’altezza della loro enunciazione di principio. La domanda in questione vuole rinvenire nelle viscere del loro essere il meccanismo che ne mina la realizzabilità e su cui tuttavia essi devono poggiarsi. Ciò che voglio affermare è che il fallimento pratico
dei diritti umani si origina in ragione della categoria di persona e della situazione paradossale che essa determina1. Invero, questa secolare categoria concettuale nasconde degli intrinseci e per questo sostanziali problemi, dal momento che essa contribuisce a scindere l’essere umano, o esternamente tra chi è persona e chi non lo è, o interiormente tra un’anima razionale-trascendente e un corpo biologico, che le fa da tomba e che va assoggettato nella sua materialità. Emerge in questo modo che il proprio della categoria di persona è il non riuscire a tutelare la condizione umana nella sua integralità e a non dar conto di quell’unità pervasiva che è l’essere dell’uomo, giacché il soggetto personale non è identificabile e sovrapponibile con l’essere semplicemente uomo.
il fallimento pratico dei diritti umani si origina in ragione della categoria di persona e della situazione paradossale che essa determina.
LA CHIAVE DI SOPHIA | GIU - SET 2019 5
clandestini, che migrando hanno perso il loro status di cittadini e non potendo acquisire la cittadinanza nel paese in cui sono migrati hanno ingrossato le file della nudità dell’essere astratto che non ha posto e luogo per essere riconosciuto e tutelato giuridicamente. Essi ci dimostrano come questi tanto invidiati diritti umani non superino le soglie dei confini nazionali e come abbiano valore ed effettività solo se protetti dalla sovranità nazionale3. Al di fuori di questa regna il caos e l’uomo che non è nient’altro che uomo viene miseramente calpestato e schiacciato.
Ma questo scarto che si produce tra la persona giuridica e l’uomo naturale, è anche lo scarto tra il diritto positivo e la vita che ci fa da atmosfera comune. Quest’ultima affermazione è importante, perché getta una luce chiarificatrice sulla paradossalità e drammaticità della situazione del diritto e di converso dei diritti umani. Il diritto è un sistema escludente che può agire solamente creando dei limiti tra ciò che è interno al suo ambito e ciò invece che è escluso da sé. Colui che costituisce il fuori, grazie a cui si può definire il dentro del funzionamento del diritto, è proprio l’uomo in quanto tale, «la nudità astratta dell’essere uomini»2, l’uomo che ieri era definito apolide e che oggi chiamiamo clandestino. Invero, il puro uomo si colloca in una zona d’indistinzione giuridica che lo priva di tutti i diritti umani e del cittadino, perché egli è situato al di là di ogni categoria politico-sociale che lo possa includere (non è cittadino, non è suddito, non è nemmeno schiavo…) e quindi determina lo sfaldamento delle logiche esclusivistiche del diritto. Come ho anticipato, questa condizione è oggigiorno la condizione dei
Per queste ragioni, il lessico della persona permette di far emergere le contraddizioni profonde proprie di questi diritti e in particolare la contraddizione della loro pratica effettiva, poiché mostra come essi non riescano a includere e perciò a proteggere gli uomini che sono solo uomini e a cui è rimasta solamente la loro umanità. Per concludere, vorrei porre una domanda: che cosa resta a queste migliaia di uomini costrette a vivere al di fuori dell’ordinamento giuridico dello stato, come nudi uomini? L’illegalità. Essa è l’ultima possibilità nelle loro mani per riuscire a normalizzarsi.
la condizione dei clandestini ci dimostra come I diritti umani non superino i confini nazionali e come abbiano valore ed effettività solo se protetti dalla sovranità nazionale. «Se un piccolo furto con scasso migliora la sua posizione legale, almeno temporaneamente si può star certi che egli è stato privato dei diritti umani. Perché allora il reato diventa il modo migliore per riacquistare una specie di eguaglianza umana [...]. Come delinquente, un apolide non sarà trattato peggio di un altro delinquente, cioè sarà trattato alla stregua di qualsiasi altra persona»4. 1
Cfr. R. Esposito,Terza Persona. Politica della vita e filosofia dell’impersonale, Einaudi 2007, p. 11. 2-3-4 H. Arendt, Le Origini del Totalitarismo, Einaudi 2009, p. 412, p. 405, p. 397.