LE TERRE CRISTIANE:
PELLEGRINAGGIO IN BULGARIA
Santuario della Consolata Aprile 2016
La Bulgaria ci da il benvenuto. Atterriamo all’aeroporto della capitale Sofia con la stessa pioggia dell’Italia che abbiamo lasciato. Ci accoglie la preparatissima guida Giovanni.
La prima sorpresa: i cristiani (ortodossi) bulgari celebrano la settimana santa in preparazione alla Pasqua da loro mantenuta come data fissa (14 di Nisan della Bibbia)
Giuseppe Roncalli, poi papa Giovanni XXIII fu Delegato Apostolico cioè rappresentante del Pontefice a Sofia per dieci anni (1925-1934). Celebriamo nella chiesa cattolica di san Giuseppe (Sofia). Dal 1878 ci sono i frati cappuccini.
Don Mario Canavesio, ex parroco della chiesa dedicata a sant’Ambrogio vescovo a Torino è la nostra guida spirituale.
La sinagoga della comunità ebraica bulgara di liturgia sefardita. Costruita nel 1905 in stile neomoresco, è uno degli edifici monumentali ebraici più grandi d’Europa. Essendo la Bulgaria alleata della Germania nazista, agli ebrei bulgari vennero risparmiate le distruzioni dell’Olocausto. In Bulgaria (Plovdiv) è nato Moni Ovadia.
Nel cuore del centro storico gli scavi dell’antica città dei Traci, Serdika. I Romani arrivarono nel 29aC. chiamando la città Ulpia. Distrutta da macedoni e Unni, venne sempre ricostruita.
Nel 1329 per la prima volta compare il nome SOFIA. Sullo sfondo, uno dei pochi resti dei cinque secoli di dominazione turco-ottomana (1396-1878) che non sono riusciti a piegare la fede cristiana del popolo bulgaro. In quel periodo era sede del bey di Rumelia.
Scavando per la metropolitana, gli antichi resti sono venuti alla luce e valorizzati. Resti di abitazioni, bagni pubblici, agorĂ
La chiesa di santa Petka (XV sec.) contiene le spoglie dell’eroe nazionale Vasil Levski, messo a morte dagli occupanti Turchi nel 1873.
La rotonda di san Giorgio, una delle chiese piĂš antiche della cristianitĂ , costruita tra il II e il IV sec. come chiesa-battistero e basilica dei martiri.
Al posto degli ulivi nella domenica delle Palme gli Ortodossi benedicono rami di salice ‌
Il teatro nazionale dove si sono esibiti numerosi artisti lirici italiani e internazionali. Costruito in stile neoclassico (1906) da architetti viennesi, la dedica è ad Ivan Mincov Basov (+1921), letterato e poeta bulgaro
A sinistra: la chiesa di santa Domenica (Sveta Nedelja) in stile russo ortodosso (1863). A destra: la monumentale cattedrale dedicata a san Aleksandr Nevski La costruzione è stata effettuata tra il 1904 e il 1912
La chiesa è stata voluta per commemorare la liberazione dal giogo turco da parte delle armate russe a fine Ottocento. Per questo si è scelto di dedicarla ad Aleksandr Neskij, lo zar Alessandro di Novgorod chiamato Nevskij per aver vinto nel 1240 gli Svedesi sul fiume Neva e iscritto fra i santi della chiesa ortodossa nel 1547.
Sofia è la terza capitale più antica d’Europa dopo Atene e Roma. Il suo fiume Iskar nasce sui monti di Rila e scorre fino al Danubio.
La Chiesa di Bojana di san Nicola e san Panteleimon, sulle falde del monte Vitosha, in periferia di Sofia, è patrimonio dell’Unesco per i suoi affreschi del 1259 della scuola di Tarnovo. La chiesa risale al sec. XI
A 5km da Bojana il monastero di Dragalevci, dedicato alla Bogorodica (Theotokos) ossia la Madre di Dio. Immancabili le immagini dei santi guerrieri, difensori della fede cristiana (san Giorgio sul cavallo bianco e san Demetrio sul cavallo rosso).
La chiesa è del 1476 e annesso vi è un monastero femminile. Il numero delle monache? Non è una informazione turistica pertinente … ci è stato risposto. La catena del monte Vitosha raggiunge al massimo i 2290 mt. con il Monte Nero (Cerny Vrah).
Arriviamo nella cittĂ museo di Koprivshtitsa a 945 mt di altezza
Le case risalgono all’Ottocento. Era abitata da 15mila persone ed era un fiorente centro commerciale, fulcro di un movimento culturale e politico di rinascita nazionale.
Qui è nato il grande poeta bulgaro Dimco Debeljanov (1887-1916). I suoi ultimi versi : « Se morrò in guerra nessuno mi rimpiangerà: ho perduto la madre, e sposa non ho trovato, né amici io ho. Dal mondo me ne andrò, sì come venuto son, senza scalpore, come canto che tacito desta inutil ricordo ». A destra: la statua della madre che lo aspettava …
La chiesa dedicata alla Dormitio di Maria, con una iconostasi del 1821 e icone della scuola di Samokov. Accanto ad essa la statua del patriota Todor Kableshkov che guidò l’insurrezione contro i Turchi, iniziata qui il 20 aprile 1876 accanto al ponte sul fiume Topolnica.
Una della case storiche visitabili dei ricchi commercianti che avevano fatto la fortuna di Koprivshtitsa
Monastero di TROJAN (XV sec.), ricostruito dopo la distruzione turca (1821-1835) per aver ospitato Vasil Levski. Il monastero è famoso per gli affreschi di Zahari Zograf (1848) soprattutto quello del Giudizio universale e del ciclo della vita. Il pittore era solito mettere in un angolo il suo autoritratto.
La Dormitio della Vergine Maria
Il ciclo della vita
LOVECH cittadina a ridosso delle pendici dei monti Balcani (dal turco “monte� balkan). Famosa storicamente per la lavorazione del cuoio.
Il ponte di legno sul fiume Osam, i resti delle fortificazioni medioevali, viuzze caratteristiche del quartiere Varosha ‌ siamo a 30 km. dal monastero di Trojan.
Arriviamo a Veliko Tarnovo gloriosa capitale del secondo impero bulgaro (1185-1396) di Todor Petar e Asen, chiamati i “Valacchi�, boiari che istigarono la rivolta verso Bisanzio. Suggestive le anse del fiume Jantra.
Qui visitiamo la chiesa dei Passionisti, presenti in Bulgaria dal 1781. Fu la prima missione estera dei seguaci di Paolo della Croce. Qui operava il vescovo e martire passionista Eugenio Bosilkov (+1953). Dal 2009 il parroco è don Strahil Kavalenov della Diocesi di Nicopoli.
La chiesetta è dedicata alla Madonna del Rosario
Il Quartiere dei commercianti. La città è piena di verde e di angoli suggestivi che si aprono alla vista all’improvviso.
La chiesa reale dei Quaranta Martiri (cf. l’anno scorso a Saranda, Albania) in onore dei famosi martiri soldati della XII legione, uccisi nel 320 a Sebastia (Siwas, Armenia turca) diventati simbolo della resistenza cristiana contro il paganesimo imperiale. La chiesa venne cosÏ chiamata perchÊ proprio nel giorno della loro festa liturgica (9 marzo), nel 1230, lo tsar bulgaro Assen vinse le truppe bizantine di Teodoro Comneno epirota.
La Cittadella (Tsarevets), collina degli Zar, che trasformarono un semplice villaggio in una suggestiva capitale
Il complesso è stato restaurato nel 1985, in occasione dell’8° centenario del secondo impero bulgaro. Sulla sommità è visibile la chiesa patriarcale della Risurrezione, con affreschi del 1985 che descrivono la storia del popolo bulgaro, le sue sofferenze, la sua fede.
La torre di Baldovino, cosÏ chiamata per la prigionia fino alla morte (+1205) di Baldovino di Fiandra, protagonista della IV crociata, dirottata dai veneziani su Costantinopoli. Era stato incoronato imperatore di Costantinopoli appena l’anno precedente e fallÏ nel tentativo di sottomettere i bulgari.
Il patriarcato era nel punto piĂš alto della cittadella, fortezza nella fortezza, racchiuso da mura con la chiesa al centro. La cittadella cadde per mano dei Turchi che riuscirono ad espugnarla nel XIV secolo.
A Veliko Tarnovo ha operato uno dei più famosi architetti bulgari, Nikola Ficev (detto Koljo Ficheto), nato a Drianovo, della seconda metà dell’Ottocento. Sua la “casa della scimmia” … restaurata nel 1970.
Nei dintorni di Veliko Tarnovo la cittadina di Arbanasi, ora meta di villeggiatura preferita, anticamente ricco sobborgo commerciale, fondato probabilmente da pastori provenienti dall’Albania. Le ricche case dei commercianti erano tutte fortificate e al centro la stupenda chiesa, anche se all’esterno non sembra tale, eretta ed affrescata completamente nel 1597 con duemila scene sacre, dedicata alla Natività di GesÚ.
Il monastero di Kilifarevo venne costruito nel 1360 sulle rovine di una fortezza bizantina da un esicasta e uomo di lettere, Teodosio Turnovski. Divenne in breve un grande centro culturale.
Il monastero è dedicato alla Natività di Maria e a san Demetrio, santo guerriero. Anche questo monastero era costruito a mo’ di fortezza, per esigenze difensive.
Tra Arbanassi e Veliko Tarnovo il paese di Liaskovets con il monastero dei santi Pietro e Paolo, famoso anche per la sua torre con orologio, il seminario e l’estensione dei suoi vigneti
I vigneti piĂš diffusi in zona sono Chardonnay, Cabernet e Merlot
Lasciamo Veliko Tarnovo e ci dirigiamo a sud, verso la pianura Tracia e la valle delle rose. Ci fermiamo allo stupendo monastero di Drianovo (XIII s.) dedicato all’Arcangelo Michele, crocevia di arte e spiritualità .
Il mausoleo del patriota antiturco Baco Kiro. Il monastero venne ricostruito nel 1878.
Triavna gradevole città museo, con la sua torre dell’orologio (1844) e le sue scuole di artigianato, pittura e intarsio ligneo.
La scuola laica di artigianato intitolata a Petko Racov Slavejkov. Suo figlio Penco, poeta, è morto presso Como, nel 1912, esiliato per le sue idee progressiste. Visitiamo la collezione di orologi, di quadri e di tappeti della zona di Koprivshtitsa.
La chiesa di san Michele Arcangelo (1821) con la sua iconostasi in noce.
Gabrovo, la Manchester di Bulgaria, famosa per le industrie tessili
Fondata pare da un fabbro maniscalco, nel XIV s., Gabrovo raduna ogni anni un festival internazionale della satira e dell’umorismo, di cui pare siano particolarmente dotati i suoi abitanti
Centro industriale fiorente, giĂ nel tempo della dominazione ottomana, Gabrovo ha saputo sempre reinventarsi e ora molte ditte italiane hanno aperto le loro filiali locali
Nella stretta valle del fiume Sivek, chiamato anticamente Etar, affluente dello Yantra, è stato ricreato questo centro medievale con 40 edifici tradizionali di epoca ottocentesca, un museo-villaggio molto frequentato dalla scolaresche locali.
Valichiamo il passo di Shipka, nei Balkani, le “Termopili bulgare�, dove 6mila russi bloccarono l’avanzata di 30mila turchi nel 1878. La chiesa memoriale, in stile russo, dentro e fuori, vuole commemorare le numerose vittime russe, che aiutarono i Bulgari a conquistare la loro indipendenza.
L’iconostasi proveniente dal monte Athos
Ed eccoci nella valle delle rose, che rende famosa la Bulgaria nel mondo per le sue essenze, profumi, saponi e creme a base di rose. La festa si celebra ogni anno tra fine maggio e inizio giugno
A KAZANLAK nel 2004 sono state ritrovate numerose tombe di TRACI (V sec.) di cui si possono visitare delle ricostruzioni, copie perfette dei tumuli con corridoio, camera sepolcrale chiusa con pareti di marmo e riempita di ogni sorta di tesori.
All’imbrunire giungiamo a PLOVDIV , al di là delle montagne della Sredna Gora nella pianura tracia. Di qui la strada è breve per la costa egea (Kavala-Neapolis, accanto a Filippi) e per Edirne, al confine turco verso Istanbul. La seconda città del paese è attraversata dal fiume Maritsa. Sarà capitale europea della cultura.
Ci accoglie una singolare ambientazione nelle camere di un hotel appena rinnovato ‌
Nel 341 aC Filippo il Macedone prese la città dai Traci Odrisi e la chiamò Philippo-polis. I Romani nel 46 dC la ribattezzarono Trimontium a causa dei tre colli centrali su cui la città è adagiata. Poi Goti, Unni, Bizantini, armeni e siriani (679 dC) che originarono l’eresia cristiana dei “Bogumili”. I Turchi nel 1364 la chiamarono Filibé mentre nel 1636 si arrivò al nome attuale, PLOVDIV.
Una cittĂ ricca di storia, carina, curata, piena di arte e iniziative culturali ed artistiche. Le cose da visitare sono tante, percorriamo a piedi il centro storico con molto interesse.
Al termine del viale che ricalca il tracciato dell’antico anfiteatro–stadio romano che risale alla fine del II secolo dC e che poteva contenere 30mila spettatori, rimane traccia del dominio turco, che qui si protrasse fino al 1835: la Moschea del mercato, costruita nel 1364.
Sullo sfondo i monti Rodopi, che separano dalla costa greca. Il teatro costruito al tempo dell’imperatore Traiano (114-117 dC) conteneva 7mila spettatori. Tuttora è usato per manifestazioni culturali.
Il centro storico tutto in ciottolato. Entrata della chiesa di Costantino ed Elena (1832)
Il sogno di Costantino
Il museo etnografico, orgoglio delle tradizioni storico-culturali bulgare
Il fiume Maritsa (anche detto Evros) nasce sui monti di Rila e sfocia nell’Egeo, dopo 541 km!
Saliamo i contrafforti dei monti Rodopi per visitare il secondo monastero bulgaro : BACHKOVO
Il monastero venne fondato nel 1083 da due principi georgiani, i fratelli Bakurian, nel feudo loro assegnato per meriti militari. Divenne un importantissimo centro di preservazione della cultura e della fede bulgara sotto i turchi. La chiesa piÚ piccola, dedicata agli Arcangeli è del XII s. la piÚ grande, mariana, del XVII s.
La Bogorodicka (Theotokos) Madre di Dio
Sulle parenti del refettorio, anch’esso tutto affrescato all’interno (1632), stupendi affreschi che descrivono la processione del lunedì santo, che porta l’icona miracolosa della Vergine, giunta dalla Georgia nel 1311, fino al luogo del ritrovamento
Stupendi affreschi di Zahari Zograf (1840) con scene del giudizio universale, specie contro le dame licenziose e i ricchi notabili della cittĂ di Plovdiv
Lasciamo Plovdiv e ci dirigiamo verso ovest, passando per PAZARDZHIK sul fiume Maritsa, al centro di una zona agricola e commerciale fiorente
Passiamo anche per la nota stazione sciistica BOROVEC (pineta) sede di gare internazionali
E finalmente siamo al monastero di RILA patrimonio Unesco dell’umanità , a 100 km da Sofia
E finalmente siamo al monastero di RILA patrimonio Unesco dell’umanità , a 100 km da Sofia. Fondato dall’eremita san Giovanni di Rila (876-946) durante il regno di re Petar. Nel museo si conserva ancora copia della Regola originale da lui dettata ai monaci. Dopo varie distruzioni e ricostruzioni, la rinascita avvenne nel XVIII-XIX sec.
Torre medievale di Hrelio Dragovol
Il monastero ospitava fino a 700 monaci. La chiesa è dedicata alla Natività di Maria
Gli affreschi ottocenteschi sono della scuola di Samokov (i due fratelli Zograf e Stanislav Dospeski, ritratti nel museo)
Il ciclo di san Nicola, quello di san Giovanni di Rila, la ruota della vita, il giudizio universale, la radice di Jesse e i santi della chiesa ortodossa
La rotta delle cicogne passa sicuramente da questa zona ‌
Tornati a Sofia, visitiamo il centro Giovanni XXIII delle suore Evharistine Fondate da un prete vincenziano di Villastellone (TO), don Giuseppe Alloati (1857-1933)
I martiri bulgari vincenziani e ‌ la Consolata di Torino !
Don Mario Canavesio conclude il nostro pellegrinaggio celebrando dove ha celebrato mons. Angelo Roncalli, futuro papa e santo Giovanni XXIII
La sorella di Don Alloati fu consigliata da don Bosco di venire ad aiutare il fratello missionario ‌ E le suore da Tessalonica vennero a fondare qui a Sofia
Torniamo a Torino serbando nel cuore questo popolo, gli incontri fatti, la cultura e l’arte che abbiamo gustato in questo angolo di mondo silenzioso che raramente fa parlare di sÊ l’Europa ma che ha contribuito parecchio alla sua storia.