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In tempi di pandemia le compagnie fanno affari d’oro pag
In tempi di pandemia le compagnie fanno affari d’oro
Utili record per le imprese d’assicurazioni nel corso del 2020, mentre negli altri settori si sono registrati cali enormi di fatturato dovuti alle misure restrittive imposte dal governo. Com’è stato possibile?
Negli ultimi giorni del 2021 l'IVASS, l'Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni, ha pubblicato i dati riguardanti gli utili delle compagnie assicurative per il 2020, "annus horribilis" per la nostra economia in generale, ma a quanto pare non per il settore dell'insurance. Emerge, infatti, come i guadagni delle compagnie di assicurazioni, con particolare riguardo al ramo danni, siano letteralmente volati, segnando un +134,8% rispetto al 2019, per complessivi 1,5 miliardi di guadagno netto. Si fa presto a capire da cosa sia dipeso questo eclatante risultato. Durante i lunghi periodi di lockdown, la limitazione degli spostamenti per i cittadini ha comportato un calo drastico dei sinistri stradali. Ed è evidente che se diminuiscono i sinistri, le compagnie hanno meno risarcimenti da riconoscere. Pertanto, a fronte del costante pagamento dei premi da parte degli automobilisti, le ridottissime uscite di cassa hanno determinato tale utile record. Eppure, nonostante questa situazione, i costi medi delle polizze RC auto sono rimasti sostanzialmente invariati laddove sarebbe stato logico aspettarsi una signicativa diminuzione dei premi annuali. Ad alzare la voce e a denunciare quella che sembrerebbe essere una manovra altamente speculativa da parte delle compagnie sono le associazioni dei consumatori, da sempre in prima linea in tema di assicurazione obbligatoria, ma anche gli stessi agenti di assicurazione. Claudio Demozzi, presidente dello SNA (Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazioni) ha infatti criticato duramente come le compagnie, pur avendo conseguito utili da capogiro "grazie" al lockdown, non abbiano posto in essere politiche di redistribuzione a benecio della rete agenziale, costretta a sopportare un signicativo calo della raccolta premi complessiva. Va ricordato che le agenzie, a differenza delle loro mandanti, hanno risentito come la gran parte degli imprenditori e liberi professionisti di altri settori, delle misure restrittive imposte dal nostro governo, senza possibilità di ammortizzare il colpo, tra cassa integrazione per i dipendenti, quarantene e saracinesche abbassate, senza dimenticare le fortissime limitazioni all’attività di vendita diretta ai clienti. Dalle pagine del sito dello SNA, www.snachannel.it, Demozzi ha precisato che «le compagnie di assicurazioni non possono continuare ad ignorare la richiesta proveniente dalle reti agenziali di una revisione

sostanziale, in aumento, delle tabelle provvigionali di mandato, soprattutto in questo periodo storico e soprattutto alla luce di numeri così eloquenti! La situazione degli agenti è altresì aggravata dal mancato rinnovo dell’Accordo Nazionale Agenti Imprese, scaduto ormai da più di dieci anni, che costituisce l’unica vera piattaforma sulla quale si basano i principali diritti e le tutele fondamentali degli agenti di assicurazione. Vista la scarsa sensibilità delle imprese sul fronte economico, ci auguriamo che almeno la loro rappresentanza, l’Ania, si dimostri più aperta al confronto e capace di ristabilire il giusto equilibrio tra l’industria assicurativa ed il principale canale distributivo professionale in Italia, le agenzie.» Su questi numeri, in ogni caso, l'IVASS sta ragionando già da luglio dello scorso anno, quando ha avuto modo di censurare la situazione di forte squilibrio tra una discesa dei premi all’ epoca del tutto modesta (-5,5%) e la circostanza che durante il lockdown e il relativo crollo verticale dei sinistri gli oneri relativi ai risarcimenti erano calati addirittura del 20%. La "bacchettata" dell'IVASS si era fatta sentire per voce del presidente Federico Signorini, il quale auspicava che tutte le compagnie riconoscessero, su base volontaria, forme di ristoro ai propri assicurati, sotto forma di riduzione o restituzione parziale del premio annuale, invitando i consumatori a vericare il comportamento della propria assicurazione al ne di scegliere in modo più oculato con chi rinnovare la polizza alla scadenza. «Può apparire singolare che un colossale evento dannoso come la pandemia abbia avuto in Italia, nel complesso, conseguenze economicamente positive per chi, per mestiere, assicura contro i danni», ha dichiarato il presidente dell'IVASS. E in effetti all'estero le compagnie hanno subito esborsi signicativi nei rami danni esposti alla pandemia, che hanno compensato in buona misura i soldi risparmiati nel ramo danni RC Auto. Ma in Italia, come abbiamo avuto modo di dire spesso anche nelle pagine di BluNews, c’è sempre stata una scarsa predisposizione da parte dei cittadini ad assicurarsi e, pertanto, l'unico ramo danni sviluppato nel nostro Paese è quello dell'auto. Quindi alle compagnie nostrane sono rimasti solo i guadagni.
