UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
LʼUFFICIATURA DEL SANTO MYRON NEL MODO IN CUI È CELEBRATA NEL PATRIARCATO ECUMENICO
Traduzione e introduzione: Pietro Chiaranz
VENEZIA 2016
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“Guardati dal solo pensare che in fondo questo sia null’altro che un semplice unguento. È infatti accaduto qualcosa di simile a quel che avviene del pane euca ristico: dopo l’invocazione dello Spirito santo, non è più un pane comune ma corpo di Cristo. Così anche questo sacro balsamo, dopo l’invocazione non è più un guento comune, anche se conti nuiamo a chiamarlo come pri ma, ma è carisma di Cristo, effi cace di grazia divina per la divi na presenza dello Spirito santo. Ungendoti di questo unguento la fronte e gli altri sensi, tu mate rialmente ungi il corpo, ma lo Spirito santo vivificante ti santi fica l’anima”. SAN CIRILLO VESCOVO DI GERUSALEMME , XXI Catechesi mistagogica, 3, PG 33, 1089B-1092A.
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Introduzione
I
l presente libro contiene i riti di consacrazione del santo Myron, così come oggi vengono effettuati nel Patriarca to Ecumenico. Il santo Myron, o olio crismale, è utilizzato, tra l’altro, nel sacramento della confermazione che, nella Chiesa ortodossa, ha luogo subito dopo l’amministrazione del battesimo. Questo rito è piuttosto raro: avviene pressapoco ogni dieci anni ed è fatto unicamente dal patriarca ecumenico nei loca li del Patriarcato. Al rito partecipano molti vescovi, sacer doti e laici. Si celebra durante la Settimana santa dapprima con la benedizione e la preparazione del Myron, bollito len tamente in grandi calderoni assieme ad essenze e olii profu mati e, in seguito, con la vera e propria consacrazione so lenne il Giovedì santo. Una scorta di santo Myron viene poi conservata in un repositorio situato nella torre patriarcale. Aver tradotto con testo a fronte il rito di consacrazione è una preziosa opportunità per coloro che desiderano attinge re alle fonti liturgiche della Chiesa bizantina per coglierne l’intelligenza spirituale. La liturgia, infatti, non è altro che l’espressione celebrata della fede di una Chiesa. Una delle prime testimonianze scritte sulla consacrazione del santo Myron, è quella dello pseudo Dionigi l’Areopa gita (V-VI sec.). Nella sua opera De ecclesiastica hierar chia, al capitolo IV, l’autore afferma che questo particolare unguento sostituisce l’imposizione delle mani (praticata an ticamente) e introduce Gesù Cristo. Il Myron nasconde a chi non vi è preparato le cose più sacre della Chiesa e viene consacrato con un rito nel quale sono previsti “canti e lettu ~5~
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re delle sacre parole” che fanno “nascere i catecumeni all’a dozione vitale, operano il sacro ritorno delle vittime del de monio e tolgono la paura contraria e gli incanti dei piaceri dagli energumeni pigri, mostrando loro in modo adatto la superiorità estrema dell’essere e della potenza divini...” 1. Come il Myron è composto da molte profumazioni, così il suo effetto spirituale consiste nel riempire l’animo umano di profumo divino, di un santo piacere e di un nutrimento divinissimo2. Ed è perciò che “il dono e la grazia che perfe zionano la sacra nascita in Dio si compiono nelle divinissi me consacrazioni dell’unguento”3. Tale unguento, pur con servando il nome di “olio” è divenuto ricettacolo delle ener gie dello Spirito santo, trasformandosi, per Cirillo di Gerusa lemme, in un modo analogo a quello del pane eucaristico4. Sappiamo che attorno al V secolo il papa di Roma consa crava il Myron assistito dal clero della città 5. Dunque, a par tire da tale epoca iniziano a pervenirci anche dall’Occidente documentazioni su tale rito. Per san Simeone di Tessalonica († 1429), uno degli ultimi mistagoghi bizantini, il sacro Myron, dal momento che ser ve per ungere i catecumeni e per consacrare l’altare, rende partecipi alla gloria della divinità di Cristo. Catecumeno e al tare vengono, così, investiti dalle energie pneumo-santifi 1 S. DYONISII AREOPAGITAE , De ecclesiastica hierarchia, PG 4, 476D477A. 2 Id., PG 4, 477D-488A. 3 Id., PG 4, 484B. 4 Cfr. S. CYRILLI ARCHIEPISCOPI HIEROSOLYMITANI, XXI Catechesis mystagogi ca, 3, PG 33, 1089B-1092A. 5 P. JOUNEL, La consécration du chrême et la bénédiction des saint huiles in “La Maison-Dieu” 112 (1972), p. 72.
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canti della Trinità attraverso l’unzione. Simeone specifica che il Myron non è altro che Cristo stesso: “Il tuo nome, dice infatti la Scrittura, è il Myron che è stato effuso poiché si è unto lui stesso in quanto Dio e in quanto uomo; egli ha ricevuto l’unzione. È per questo che, ungendoci nella sua bontà, ci procura il buon profumo e la potenza vivificante dello Spirito”6. Osservando il notevole valore mistico e santificante attri buito al santo Myron da questi due autori che esplicano la tradizione sacramentale bizantina e la veicolano, non è dun que strano che il rito di consacrazione rifletta una venera zione particolare per lo stesso Myron. Non si tratta, allora, di una semplice sostanza benedetta, ma di un vero e proprio strumento attivo di santificazione al quale le preghiere in fondono una presenza divina. Infatti, il Myron non è trattato come un oggetto, nel rito consacratorio, ma come un sog getto. A tal riguardo, si osservi attentamente la triplice con sacrazione, in nome delle singole Persone trinitarie, che av viene il grande e santo Giovedì. Se nella prima preghiera, fatta in nome del Padre, il patri arca tratta ancora il Myron in modo impersonale (“La gra zia del Padre privo dʼinizio santifichi ora questo santo My ron”), dalla seconda in poi, lo tratta in modo personale (“La grazia del Figlio e Verbo di Dio sia su di te, santo Myron”). Si rivolge al Myron stesso come ad una persona. Questo passaggio fondamentale sottolinea, in modo sintetico, la di gnità oramai assunta dal santo Myron. 6
SYMEONIS THESSALONICENSIS ARCHIEPISCOPI , Expositio de divino templo, PG 155, 700 B.
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Qualcosa di simile si osservava pure nel Pontificale roma num latino usato dalla Chiesa cattolica-romana fino al 1970 circa7. Nel rito consacratorio, il Crisma veniva salutato per ben tre volte con l’espressione: “Ave sanctum Chrisma!”. Il chierico che elevava questo saluto, s’inginocchiava dinnan zi al Crisma alzando ogni volta di più il tono della voce. Questa tradizione liturgica, le cui origini sono sicuramente antiche, mostra verso il Crisma una venerazione tale da non farlo ritenere un semplice segno sacro. Possiamo dunque dire che “l’olio non è strumento ma vei colo dello Spirito che manifesta il Cristo. L’epiclesi [con sacratoria dell’olio] analoga all’epiclesi eucaristica, chiede al Padre l’invio dello Spirito e la sua discesa come ʻunzione regale’: non è soltanto una virtù che emana dallo Spirito ma Cristo che viene nello Spirito, la sua parusia, per comuni carsi a noi. [...] ʻIn questo istante tutto il coro degli apostoli viene a stendere le mani su noi’. Con l’epiclesi l’olio divie ne ʻil carisma di Cristo che produce lo Spirito santo per la presenza della divinità’ (san Cirillo, Catechesi): è la dottri na, condivisa dai Padri, sulla presenza reale dello Spirito santo. Il crisma, è l’elemento nel quale lo Spirito santo na sconde la sua presenza”8. Stabilito ciò, si comprende il ruolo fondamentale di questo rito nella Chiesa ortodossa e l’utilità di averne fatto una tra duzione italiana fino ad oggi inesistente. PIETRO CHIARANZ
7 Il rito completamente rinnovato si è diffuso a partire dal 1971. In tale rito non compare più il saluto al sacro Crisma. 8 P. EVDOKIMOV, L’Ortodossia, EDB, Bologna 1981, p. 404-405.
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La santificazione del Myron nella Chiesa ortodossa9 Un breve excursus storico
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ella Chiesa ortodossa si santifica il santo Myron per impiegarlo nella celebrazione del sacramento del santo Crisma (Cresima). È, in tal modo, un segno visibile con cui si conferiscono i doni dello Spirito santo su coloro che sono battezzati. Nell’epoca iniziale del Cristianesimo, il conferimento dei doni dello Spirito santo sui battezzati veniva fatto con l’“imposizione delle mani” degli apostoli: «Allora gli apo stoli, che erano a Gerusalemme, saputo che la Samaria aveva accolto la Parola di Dio, mandarono da loro Pietro e Giovanni. Essi andarono e pregarono per loro affinché ri cevessero lo Spirito santo; infatti non era ancora disceso su alcuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel no me del Signore Gesù. Quindi imposero loro le mani, ed essi ricevettero lo Spirito santo» (At 8,14-17). Quando le Chiese di tutto il mondo si diffusero e si molti plicarono e il numero dei battezzati aumentò considerevol mente, fare una missione simile a quella della Samaria fu impossibile. Allora, s’introdusse l’unzione con il santo Myron. Questa prassi sostituì completamente il conferi mento dei doni dello Spirito santo sui battezzati con l’ “im 9 Questo e il prossimo capitolo sono tratti dal libretto Il santo Myron nella Chiesa ortodossa edito dal Patriarcato Ecumenico in inglese e in greco nel 2012 (Vedi bibliografia).
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posizione delle mani”. La data in cui avvenne questa sosti tuzione nella Chiesa non ci è nota. In ogni caso, è più pro babile che abbia avuto luogo nell’epoca apostolica “al po sto dell’imposizione delle mani; questo è stato dato dagli apostoli ai battezzati in Cristo” (Simeone di Tessalonica). L’uso del santo Myron introdotto nella Chiesa rispecchia la prassi esistente nell’antico Testamento. «Il Signore par lò ancora a Mosè, dicendo: “Prenditi anche i migliori aro mi: di mirra vergine, cinquecento sicli; di cinnamomo aro matico, la metà, cioè duecentocinquanta sicli; di canna aromatica, pure duecentocinquanta; di cassia, cinquecento, secondo il siclo del santuario, e un hin di olio d’oliva. Ne farai un olio per l’unzione sacra, un profumo composto se condo l’arte del profumiere; sarà l’olio per l’unzione sa cra» (Es 30, 22-25). Nel corso dei secoli, per riferirsi al santo Myron sono stati impiegati anche i seguenti termini: olio di ringraziamento, olio di unzione, crisma, crisma di ringraziamento, crisma celeste, crisma mistico, mira, mirra divina, grande mirra, santa e grande mirra. Oggi, generalmente, il termine “san to Myron” è d’uso comune. Il santo Myron è preparato con olio e una varietà d’essen ze profumate, quali simboli dei diversi doni dello Spirito santo ricevuti dal cristiano che ne viene unto. I più antichi riferimenti sugli ingredienti particolari da utilizzare, ri guardo ai materiali per il Myron e per la sua preparazione ed ebollizione, risalgono all’VIII secolo. In quest’epoca abbiamo la prima descrizione ad oggi pervenuta. Nel Pa ~ 10 ~
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triarcato Ecumenico, in un registro ufficiale, esiste la defi nizione dei diversi aromi utilizzati per comporre il santo Myron il cui numero è 57. Viceversa, durante i primi seco li del Cristianesimo, i dettagli sul modo con cui veniva consacrato il santo Myron ci sono assolutamente scono sciuti. La più antica e importante testimonianza pervenutaci è tratta da Ippolito, nella sua Tradizione Apostolica. Dispo sizioni più recenti riguardanti la santificazione del santo Myron sono incluse nella pubblicazione del grande Efho logion, attualmente in uso, e nell’Efhologion di Goar10. Tra il XIX e l’inizio del XX sec., nel Patriarcato Ecumenico sono state effettuate specifiche ricerche per rivedere l’or dinamento liturgico per la santificazione del santo Myron fino ad allora in uso. Il fatto ha comportato una revisione del rito. Importanti lavori liturgici riguardanti la santificazione del santo Myron, sono stati pubblicati nel corso degli anni 1890, 1912 e 1960. Struttura del rito In conformità con le rubriche stabilite per la santificazione del santo Myron e con l’ordinario liturgico del Patriarcato Ecumenico, la Domenica delle Palme, al completamento 10 Si tratta di un’edizione critica dei formulari per i sacramenti e sacra mentali del rito bizantino mai utilizzata per il culto. Il testo greco è fon dato sul textus receptus pubblicato a Venezia nel 1628 che Jacques Goar, uno studioso domenicano, ha corretto con le lezioni più antiche del testo eucologico, il Vat. Barb. gr. 336 (VIII sec.). N.d.t.
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della dossologia, il patriarca benedice l’arconte profumiere e i suoi decani. Essi sono responsabili dell’ebollizione del santo Myron e sono rivestiti con lunghi camici bianchi. In seguito, il patriarca pone sull’arconte profumiere un grem biule di seta. Nel grande e santo Lunedì, a conclusione della Divina Li turgia dei Doni Presantificati, il patriarca si reca in un lo cale opportunamente adornato, il kouvoùklion (stanza ceri moniale), adiacente alla venerabile chiesa patriarcale di san Giorgio megalomartire e tropeoforo. In questo luogo sono stati collocati i calderoni per l’ebollizione del santo Myron. Qui, benedice la prima di una serie di sacre attività per la santificazione del santo Myron celebrando il rito dell’ac qua santa11. Con essa, egli asperge gli strumenti preparati, gli utensili da utilizzare e i calderoni. Poi, con una candela accesa, accende frammenti di vecchie sacre icone assieme a fascine poste sotto ogni calderone. In seguito, il patriarca legge alcuni capitoli dai santi Vangeli. La lettura di passi neotestamentari prosegue dai gerarchi presenti, dal clero della corte patriarcale e da altri sacerdoti. Quest’ordine di letture perdura per tutta la giornata del Lunedì, del Martedì e del Mercoledì santo. Nel grande e santo Martedì, a conclusione della Divina Li turgia dei Doni Presantificati, il patriarca giunge nuova mente al santo kouvouklion e vi canta la Piccola Parakli sis (Supplica) alla Theotokos in cui commemora tutti colo 11 Si tratta del Piccolo Aghiasmòs. N.d.t.
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ro che, con offerte materiali, pecuniarie o con il loro lavo ro, hanno contribuito alla preparazione del santo Myron. Nel grande e santo Mercoledì, a conclusione della Divina Liturgia dei Doni Presantificati, il patriarca ritorna ancora una volta nel santo kouvoùklion e, dopo un breve servizio liturgico, versa olio di rosa, di muschio e il resto degli oli profumati nei calderoni. Alla fine della giornata si com pleta l’ebollizione del santo Myron e la preparazione di quanto ancora rimane. Nel grande e santo Giovedì, dopo il congedo dell’Orthros (Mattutino) celebrato nella cappella di s. Andrea apostolo, avviene la vestizione del patriarca e dei gerarchi. Da qui costoro scendono processionalmente dall’appartamento patriarcale alla venerabile chiesa patriarcale al suono delle campane. Scendendo, il patriarca reca con sé un piccolo crismatorio (contenitore di Myron). Il più anziano dei ge rarchi porta un contenitore sferico di alabastro con del My ron presantificato (ossia del santo Myron proveniente da una precedente santificazione), mentre il secondo gerarca per anzianità tiene un contenitore di Myron non ancora santificato. Il resto dei santi gerarchi porta dei piccoli vasi d’argento con del Myron preparato per essere santificato. Seguono ventiquattro coppie di archimandriti che tengono, su entrambi i lati, dodici grandi anfore d’argento contenen ti il Myron da santificare. Verso la conclusione della Divina Liturgia, e dopo l’into nazione “Καὶ ἔσται τὰ ἐλέη τοῦ μεγάλου Θεοῦ...” [“E le misericordie del grande Dio ...”], il grande arcidiacono in ~ 13 ~
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tona: “Πρόσχωμεν!” [“Stiamo attenti!”]. L’assemblea oran te s’inginocchia mentre il patriarca santifica il santo My ron secondo l’ordine prescritto. A conclusione della Divi na Liturgia, in una processione identica a quella preceden te della mattinata, il santo Myron viene portato nel reposi torio patriarcale dove sono depositati i vasi sferici di ala bastro e gli altri contenitori. Segue il congedo della Divina Liturgia. Considerazioni canoniche ed ecclesiastiche La santificazione del santo Myron è celebrata solo da ve scovi, mai da presbiteri. Questa tradizione nella Chiesa è solida e unanime. Con il passare del tempo, tuttavia, anche se tale tradizione non mutò per i presbiteri, lo fece per i vescovi. Il diritto di celebrare la santificazione del Myron, comune a tutti i vescovi, gradualmente cambiò restringen dosi dapprima ai vescovi di alcune stabilite Chiese, poi ai patriarchi e, infine, solo al patriarca ecumenico. In altre parole, nonostante ogni singolo vescovo abbia il diritto ge rarchico di santificare il santo Myron, il diritto canonico [orientale] non glielo consente. Così se all’inizio fu con cesso ai primati di ogni giurisdizione ecclesiastica, infine rimase al solo patriarca ecumenico. A togliere ai vescovi il diritto di santificare il santo Myron sembra che abbiano contribuito tre ragioni principali.
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La prima di queste è la rarità degli elementi utilizzati e la conseguente difficoltà per ogni vescovo di procurar seli per preparare il santo Myron. La seconda, è la progessiva affermazione ed esalta zione della prima tra le Chiese, o del primate delle più grandi giurisdizioni ecclesiastiche. La terza, è il ruolo di primo piano che, con il passare dei secoli, il Patriarcato Ecumenico ricevette dai Pa triarcati d’Oriente e il legame materno della Chiesa di Costantinopoli con quelle Chiese a cui inviò missionari per trasmettere la fede alle loro genti. In realtà, il diritto di santificare il santo Myron, concentra to al solo Patriarcato Ecumenico, non dev’essere inteso come una dipendenza o una subordinazione di altre Chiese ma, piuttosto, come un segno tangibile e visibile dell’unità e del vincolo dei diversi Patriarcati e Chiese autocefale verso il Patriarcato Ecumenico. Questo è un punto neces sario, non per l’esaltazione della posizione del Patriarcato Ecumenico nell’Ortodossia, ma per l’esistenza di un’indi cazione percettibile d’unità nella totalità delle Chiese orto dosse locali. Ciò è oggi valido nella Chiesa ortodossa, no nostante, oltre al Patriarcato Ecumenico, santifichino il santo Myron i Patriarcati di Mosca, Belgrado, Bucarest e, forse, pure alcune altre Chiese ortodosse. Com’è stato sopra accennato, il santo Myron è princi palmente e primariamente utilizzato nella celebrazione del sacramento del Crisma, somministrato immediatamente dopo il Battesimo. Esso costituisce un particolare e distin ~ 15 ~
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to sacramento pur essendo parte del Battesimo stesso. Se condo l’insegnamento della Chiesa ortodossa, ai battezzati sono concessi i doni e la grazia dello Spirito santo dal sa cramento del Crisma. Essi sono, quindi, confermati nella vita cristiana a cui sono stati avviati attraverso il battesimo e sono fortificati nelle lotte contro il peccato e gli attacchi del male, per una vita sempre maggiore «... all’altezza del la statura perfetta di Cristo» (Ef 4, 13). Il santo Myron è pure utilizzato per la ricezione dei con vertiti nella Chiesa ortodossa e per coloro che vi si sono allontanati, per la dedicazione delle chiese, la consacra zione dei santi altari, la consacrazione dei santi antimìnsia e per qualche altra istanza rituale. In passato è stato pure usato per ungere i re ortodossi durante la loro incoro nazione. METR. PAOLO DI SVEZIA
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La celebrazione del santo Myron lungo la storia 183312
fatta dal patriarca Costantino I di Sion (1830-1834);
1856
fatta dal patriarca Cirillo VII di Amasia (1855-1860);
1865
fatta dal patriarca Sofronio III di Amasia (1863-1866);
1879
fatta dal patriarca Gioacchino III di Tessalonica per la prima volta durante il suo primo incarico patriarcale (1878-1884);
1890
fatta dal patriarca Dionisio V di Hariton (1887-1891);
1903
fatta dal patriarca Gioacchino III di Tessalonica per la seconda volta durante il suo secondo incarico patriar cale (1901-1912);
1912
fatta dal patriarca Gioacchino III di Tessalonica per la terza volta durante il suo secondo incarico patriarcale (1901-1912)
1928
fatta dal patriarca Basilio III di Nicea (1925-1929);
1939
fatta dal patriarca Beniamino di Eraclea (1936-1946);
1951
fatta dal patriarca Atenagora degli Stati Uniti d’Ame rica (1948-1972) per la prima volta;
1960
fatta dal patriarca Atenagora degli Stati Uniti d’Ame rica (1948-1972) per la seconda volta;
12 L’anno 1833 segna l’inizio di una cronologia. Da questa data in poi, la data di santificazione del santo Myron nel Patriarcato Ecumenico è sicu ramente nota e può essere attestata con assoluta certezza.
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1973
fatta dal patriarca Demetrio di Imvros e Tenedos (1972-1991) per la prima volta;
1983
fatta dal patriarca Demetrio di Imvros e Tenedos (1972-1991) per la seconda volta;
1992
fatta dal patriarca Bartolomeo di Calcedonia (1991- ) per la prima volta;
2002
fatta dal patriarca Bartolomeo (1991- ) per la seconda volta;
2012
fatta dal patriarca Bartolomeo (1991- ) per la terza volta.
In questi ultimi anni della storia del Patriarcato Ecumenico, è stato registrato il caso del compianto patriarca Gioacchino III che santificò il santo Myron per tre volte (1879, 1903, e 1912). Em manuel Gideon vi dedicò il suo trattato On the Holy Spirit, use ful knowledge for the faithful (Costantinopoli 1912), “per giusta causa” al patriarca ecumenico e arcivescovo di Costantinopoli Gioacchino III di Tessalonica, “… che solo tra i patriarchi di questi ultimi anni, è stato reso degno di santificare il santo My ron, il sigillo del dono dello Spirito santo”. Lʼattuale patriarca ecumenico Bartolomeo, è stato reso degno di santificare il santo Myron per tre volte (1992, 2002 e 2012).
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“La grazia del santissimo e perfezionante Spirito sia su di te, santo Myron!”.
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LʼUFFICIATURA DEL SANTO MYRON nel modo in cui è celebrata nel Patriarcato Ecumenico
La Domenica delle Palme Alla conclusione della dossologia, lʼarconte profumiere e i suoi assistenti specializzati nel bollire il santo Myron (i decani), sono condotti dal grande ecclesiarca e da due diaconi dal nartece din nanzi al patriarca. Quivi, stanno in piedi davanti al trono patriar cale in semicerchio indossando lunghi camici bianchi. Il patriar ca è rivestito con il suo epitrakìlion e lʼomofòrion.
I diaconi ad alta voce: Κέλευσον! Κελεύσατε! Κέ Ordina! Ordinate! Ordina λευσον, δέσποτα ἅγιε, τοὺς signore santo, a coloro che o νῦν προσφερομένους σοι. ra stanno dinnanzi a te. Il patriarca li benedice: Εἰς τὸ ὄνομα τοῦ Πατρὸς Nel nome del Padre e del καὶ τοῦ Υἱοῦ καὶ τοῦ ἁγίου Figlio e del santo Spirito. Πνεύματος. Ἀμήν. Amìn. Ὁ α´ διάκονος· Τοῦ Κυρίου Il primo diacono: Preghiamo δεηθῶμεν. il Signore. ~ 21 ~
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Il patriarca prega:
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έσποτα Κύριε ὸ Θεὸς ἡμὠν, ὸ πιστὸς εν ἐ παγγελίᾳ καὶ ἀμεταμέλητος τοῖς χαρίσμασιν· ὁ καλέσας τοὺς δούλους σου τούτους εἰς τὸ διακονῆσαι τᾡ ἱερῷ ἔργῳ τῆς παρασκευῆς καὶ ἑψήσεως τοῦ ἁγίου Μύρου, αὐτός, συνεργὸς αὐτῶν γε νόμενος, ἐνδυνάμωσον αὐ τοὺς καὶ δὸς αὐτοῖς μετ᾽ ἐπιμελείας καὶ συνέσεως ἐπιτελέσαι τὸ ἱερὸν ἔργον. Ἐλέει καὶ φιλανθρωπίᾳ τοῦ μονογενοῦς σου Υἱοῦ, τοῦ Κυρίου καὶ Θεοῦ καὶ Σω τῆρος ἡμῶν Ἰησοῦ Χρι στοῦ, μεθ᾽ οὗ εὐλογητὸς εἶ, σὐν τῷ παναγίῳ Πνεύματι, νὐν καὶ εἰς τοὺς αἰῶνας τὠν αἰώνων. Ἀμήν.
S
ovrano Signore, Dio no stro, che sei fedele alla tua promessa e irrevocabile nei tuoi doni; che hai chia mato questi tuoi servi ad o perare nel sacro lavoro della preparazione e dellʼebolli zione del santo Myron, di vieni, o Signore, il loro as sociato, rafforzarli e conce di loro di completare il loro sacro lavoro con cura e pru denza. Attraverso la miseri cordia e lʼamore del tuo uni genito Figlio, nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, con la quale sei benedetto, con il tuo santissimo Spirito, ora e e nei secoli dei secoli. Amìn.
Al termine di questa preghiera, il patriarca pone un grembiule bianco allʼarconte profumiere dopo che ha dato, a lui e ai suoi assistenti, la croce della diaconìa. Essi venerano la mano destra del patriarca per poi stare di fronte al trono patriarcale fino alla conclusione della Divina Liturgia da lui celebrata.
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Nel Santo e Grande Lunedì La mattina, al termine della Divina Liturgia dei Doni Presanti ficati, due preti, il grande archimandrita e il grande sincello, e due diaconi, il defterèvon (secondo nel rango) e il tritèvon (ter zo nel rango), si muovono dal santuario. I preti sono vestiti con il loro epitrakìlion (stola) e i diaconi con il loro oràrion e por tano i candelabri episcopali. Avanzano prima del patriarca, prendendo i loro posti su en trambi i suoi lati. Il grande ecclesiarca porta al patriarca un epitrakìlion e un omofòrion con cui il grande arcidiacono veste il patriarca. A questo punto tutti lasciano processionalmente la chiesa pa triarcale, il coro, i preti e poi il patriarca seguito dai gerarchi del santo sinodo. Si avvicinano al padiglione adeguatamente preparato per lʼebollizione del santo Myron, cantando lʼapoly tìkion del santo patrono della chiesa. Tono IV
Ω῾
ς τῶν ἀποστόλων πρωτόκλητος, καὶ τοῦ κορυφαίου αὐτάδελφος, τῷ Δεσπότῃ τῶν ὅλων Ἀν δρέα ἱκέτευε, εἰρήνην τῇ οἰ κουμένῃ δωρήσασθαι, καὶ ταῖς ψυχαῖς ἡμῶν τὸ μέγα ἔλεος.
primo chiamato fra C ome gli apostoli e fratello del
corifeo, supplica, o Andrea, il Sovrano dellʼuniverso perché doni al mondo la pace e alle anime nostre la grande mise ricordia.
Poi le preghiere seguono lʼordine seguente: ~ 23 ~
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Ὁ δευτερεύων ἐκφωνεῖ· Εὐ Il defterèvon esclama: Bene λόγυσον Δέσποτα! dici, Signore! Ὁ πατριάρχης· Εὐλογητὸς ὁ Θεὸς ἡμῶν, πάντοτε· νῦν καὶ ἀεὶ καὶ εἰς τοὺς αἰῶνας τῶν αἰώνων. Ἀμήν.
Il patriarca: Benedetto il no stro Dio in ogni tempo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amìn.
ασιλεῦ οὐράνιε, Παρά κλητε, τὸ Πνεῦμα τῆς ἀληθείας, ὁ πανταχοῦ πα ρὼν καὶ τὰ πάντα πληρῶν, ὁ θησαυρὸς τῶν ἀγαθῶν καὶ ζωῆς χορηγός, ἐλθὲ καὶ σκή νωσον ἐν ἡμῖν, καὶ καθά ρισον ἡμᾶς ἀπὸ πάσης κη λῖδος καὶ σῶσον, ἀγαθέ, τὰς ψυχὰς ἡμῶν.
presente in ogni luogo e tutti riempi, tesoro di beni e datore di vita, vieni e abita in noi, e purificaci da ogni macchia e salva, o buono, le anime no stre.
Β
Ὁ μ. ἐκκλησιάρχης· Ἀμήν.
celeste, Consolatore, R eSpirito di verità, che sei
Il grande ecclesiarca: Amìn.
A῞γιος ὁ Θεός· ἅγιος ἰ Santo [è] Dio, santo [è] σχυρός, ἅγιος ἀθάνατος, ἐ forte, santo [è] immortale, λέησον ἡμᾶς (γ´). abbi pietà di noi (3 volte). Δόξα Πατρὶ καὶ Υἱῷ καὶ Gloria al Padre, al Figlio ἁγίῳ Πνεύματι, καὶ νῦν καὶ e allo Spirito santo, e ora e ἀεὶ καὶ εἰς τοὺς αἰῶνας τῶν sempre, e nei secoli dei se αἰώνων. coli. Ἀμήν. Amìn.
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αναγία Τριάς, ἐλέη σον ἡμᾶς. Κύριε, ἱ
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antissima Trinità, abbi pietà di noi; Signore,
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λάσθητι ταῖς ἁμαρτίαις ἡ μῶν. Δέσποτα, συγχώρη σον τὰς ἀνομίας ἡμῖν. Ἅγιε, ἐπίσκεψαι καὶ ἴασαι τὰς ἀ σθενείας ἡμῶν, ἕνεκεν τοῦ ὀνόματός σου.
placati davanti ai nostri peccati; Sovrano, perdona le nostre colpe; Santo, visita e sana le nostre infermità, per il tuo nome.
Kύριε, ἐλέησον· Kύριε, ἐ Kyrie, elèison; Kyrie, e λέησον· Kύριε, ἐλέησον. lèison; Kyrie, elèison. Δόξα Πατρί. Kαὶ νῦν.
Gloria al Padre. E ora.
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nostro, che sei nei P adre cieli, sia santificato il tuo
Ὁ πατριάρχης· Ὅτι σοῦ ἐ στιν ἡ βασιλεία καὶ ἡ δύνα μις, καὶ ἡ δόξα, τοῦ Πατρὸς καὶ τοῦ Υἱοῦ καὶ τοῦ ἁγίου
Il patriarca: Poiché tuo è il regno, la potenza e la gloria, Padre, Figlio e Spirito san to, ora e sempre, e nei secoli
άτερ ἡμῶν, ὁ ἐν τοῖς οὐρανοῖς, ἁγιασθήτω τὸ ὄνομά σου· ἐλθέτω ἡ βα σιλεία σου· γενηθήτω τὸ θέ λημά σου ὡς ἐν οὐρανῷ καὶ ἐπὶ τῆς γῆς. Τὸν ἄρτον ἡ μῶν τόν ἐπιούσιον δὸς ἡμῖν σήμερον· καὶ ἄφες ἡμῖν τὰ ὀφειλήματα ἡμῶν, ὡς καὶ ἡμεῖς ἀφίεμεν τοῖς ὀφειλέ ταις ἡμῶν· καὶ μὴ εἰσενέγ κῃς ἡμᾶς εἰς πειρασμόν, ἀλ λὰ ῥῦσαι ἡμᾶς ἀπό τοῦ πο νηροῦ.
nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci og gi il nostro pane sovraso stanziale, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li ri mettiamo ai nostri debitori, e non c’indurre in tentazio ne, ma liberaci dal maligno.
~ 25 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
Πνεύματος, νῦν καὶ ἀεὶ καὶ dei secoli. εἰς τοὺς αἰῶνας τῶν αἰώ νων. Il coro canta i seguenti tropari:
ὐλογητὸς εἶ, Χριστὲ ὁ enedetto sei tu, Cristo Ε Θεὸς ἡμῶν, ὁ πανσό B Dio nostro, che sapien φους τοὺς ἁλιεῖς ἀναδείξας, tissimi hai reso i pescatori, καταπέμψας αὐτοῖς τὸ Πνεῦ μα τὸ ἅγιον, καὶ διʼ αὐτῶν τὴν οἰκουμένην σαγηνεύ σας, φιλάνθρωπε, δόξα σοι.
mandando loro lo Spirito san to e per mezzo loro hai pe scato lʼuniverso. Amico degli uomini, gloria a te.
Δόξα Πατρὶ καὶ Υἱῷ καὶ Gloria al Padre e al Figlio e ἁγίῳ Πνεύματι. al santo Spirito.
Ω῾
ς τῶν ἀποστόλων πρωτόκλητος, καὶ τοῦ κορυφαίου αὐτάδελφος, τῷ Δεσπότῃ τῶν ὅλων Ἀν δρέα ἱκέτευε, εἰρήνην τῇ οἰ κουμένῃ δωρήσασθαι, καὶ ταῖς ψυχαῖς ἡμῶν τὸ μέγα ἔλεος.
primo chiamato fra C ome gli apostoli e fratello del
corifeo, supplica, o Andrea, il Sovrano dellʼuniverso perché doni al mondo la pace e alle anime nostre la grande mise ricordia.
Καὶ νῦν καὶ ἀεὶ καὶ εἰς E ora e sempre e nei secoli τοὺς αἰῶνας τῶν αἰώνων. dei secoli. Ἀμήν. Amìn.
Τ
T
ὴν ἐν πρεσβείαις ἀκοί omba e morte non han μητον Θεοτόκον, καὶ no trattenuto la Madre προστασίαις ἀμετάθετον ἐλ di Dio, sempre desta con la ~ 26 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
πίδα, τάφος καὶ νέκρωσις οὐκ ἐκράτησεν· ὡς γὰρ ζω ῆς Μητέρα, πρὸς τὴν ζωὴν μετέστησεν, ὁ μήτραν οἰκή σας ἀειπάρθενον.
sua intercessione e immutabi le speranza con la sua prote zione: quale Madre della vita, alla vita lʼha trasferita colui che nel suo grembo sempre vergine aveva preso dimora.
Il patriarca legge il seguente:
Salmo 142
Κ
ύριε, εἰσάκουσον τῆς προσευχῆς μου, ἐνώ τισαι τὴν δέησίν μου ἐν τῇ ἀληθείᾳ σου, εἰσάκουσόν μου ἐν τῇ δικαιοσύνῃ σου· Καὶ μὴ εἰσέλθῃς εἰς κρί σιν μετὰ τοῦ δούλου σου, ὅτι οὐ δικαιωθήσεται ἐνώ πιόν σου πᾶς ζῶν. Ὅτι κατεδίωξεν ὁ ἐχθρὸς τὴν ψυχήν μου, ἐταπείνω σεν εἰς γῆν τὴν ζωήν μου, ἐκάθισέ με ἐν σκοτεινοῖς ὡς νεκροὺς αἰῶνος·
S
ignore, ascolta la mia preghiera, porgi l’orec chio alla mia supplica nella tua verità, esaudiscimi nella tua giustizia. E non entrare in giudizio col tuo servo, perché non sarà giustificato davanti a te nessun vivente. Poiché il nemico ha per seguitato l’anima mia: ha umiliato fino a terra la mia vita. Mi ha fatto sedere nel le tenebre come i morti per sempre καὶ ἠκηδίασεν ἐπ᾿ ἐμὲ τὸ ed è stato preso da scon πνεῦμά μου, ἐν ἐμοὶ ἐτα forto in me il mio spirito, ράχθη ἡ καρδία μου. dentro di me è turbato il mio cuore. Ἐμνήσθην ἡμερῶν ἀρχαί Mi sono ricordato dei gior ~ 27 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
ων, ἐμελέτησα ἐν πᾶσι τοῖς ἔργοις σου, ἐν ποιήμασι τῶν χειρῶν σου ἐμελέτων. διεπέτασα πρὸς σὲ τὰς χεῖράς μου, ἡ ψυχή μου ὡς γῆ ἄνυδρός σοι. Ταχὺ εἰσάκουσόν μου, Κύ ριε, ἐξέλιπε τὸ πνεῦμά μου· μὴ ἀποστρέψῃς τὸ πρόσω πόν σου ἀπ᾿ ἐμοῦ, καὶ ὁμοι ωθήσομαι τοῖς καταβαίνου σιν εἰς λάκκον. ἀκουστὸν ποίησόν μοι τὸ πρωΐ τὸ ἔλεός σου, ὅτι ἐπὶ σοὶ ἤλπισα· γνώρισόν μοι, Κύριε, ὁδόν, ἐν ᾗ πορεύσο μαι, ὅτι πρὸς σὲ ἦρα τὴν ψυχήν μου· ἐξελοῦ με ἐκ τῶν ἐχθρῶν μου, Κύριε, ὅτι πρὸς σὲ κα τέφυγον. δίδαξόν με τοῦ ποιεῖν τὸ θέλημά σου, ὅτι σὺ εἶ ὁ Θε ός μου· τὸ πνεῦμά σου τὸ ἀγαθὸν ὁδηγήσει με ἐν γῇ εὐθείᾳ. ἕνεκεν τοῦ ὀνόματός σου, Κύριε, ζήσεις με, ἐν τῇ δι καιοσύνῃ σου ἐξάξεις ἐκ
ni antichi e ho meditato su tutte le tue opere, sulle azioni delle tue mani meditavo. Ho steso verso di te le mie mani: la mia anima, a te, come terra arida. Presto esaudiscimi, Signo re, è venuto meno il mio spirito. Non distogliere da me il tuo volto perché sarei simile a quelli che scendono nella fossa. Fammi sentire al mattino la tua misericordia, perché in te ho sperato. Fammi co noscere, Signore, la via su cui camminare, perché a te ho levato l’anima mia. Strappami dai miei nemi ci, Signore, perché in te mi sono rifugiato; insegnami a fare la tua volontà, perché tu sei il mio Dio. Il tuo spirito buono mi guiderà nella via retta: per amore del tuo nome Signore mi farai vivere. Nel la tua giustizia trarrai dalla
~ 28 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
θλίψεως τὴν ψυχήν μου· καὶ ἐν τῷ ἐλέει σου ἐξο λοθρεύσεις τοὺς ἐχθρούς μου καὶ ἀπολεῖς πάντας τοὺς θλί βοντας τὴν ψυχήν μου, ὅτι ἐ γὼ δοῦλός σού εἰμι.
tribolazione l’anima mia, nella tua misericordia ster minerai i miei nemici e farai perire tutti quelli che oppri mono l’anima mia perché io sono tuo servo.
E ancora:
Ε
ἰσάκουσόν μου Κύριε ἐν τῇ δικαιοσύνῃ σου καὶ μὴ εἰσέλθῃς εἰς κρίσιν μετὰ τοῦ δούλου σου· τὸ πνεῦμά σου τὸ ἀγαθὸν ὁ δηγήσει με ἐν γῇ εὐθείᾳ.
S
ignore, ascolta la mia preghiera, esaudiscimi nella tua giustizia e non en trare in giudizio col tuo servo; il tuo buono spirito mi guiderà nella via retta.
Ora segue la sacra ufficiatura della benedizione delle acque. Al termine:
Ὁ δευτερεύων· Τοῦ Κυρίου Il defterèvon: Preghiamo il δεηθῶμεν. Signore. Il patriarca prega:
Κ
ύριε Ἰησοῦ Χριστέ, μονογενὲς Υἱὲ τοῦ ἀν άρχου Πατρός, ὁ εἰπὼν διὰ τοῦ αχράντου σου στόματος τό, χωρὶς ἑμοῦ οὐ δύνασθε ποιεῖν οὐδέν, πίστει καθαρᾷ προσδεχόμενος ἐξ ὅλης ψυ χῆς μου καὶ ἐξ ὅλης καρδί
S
ignore Gesù Cristo, Fi glio unigenito dell’eterno Padre, che con la tua pura bocca hai detto “Senza di me non potete far nulla” (Gv 15, 5), accetto queste tue parole in purezza di fede, e con tutto il mio cuore e la mia anima.
~ 29 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
ας μου τὰ Θεῖα ρήματά σου, προσπίπτω τῇ ἀμέτρῳ ἀγα θότητί σου δεόμενος, ἵνα βοηθήσῃς τῷ αναξίῳ δούλῳ σου πληρῶσαι τὸ θεῖον ἕρ γον, οὗ ἠρξάμεθα, εἰς τὸ ὄ νομα τοῦ Πατρὸς καὶ τοῦ Υἱοῦ καὶ τοῦ ἀγίου Πνεύμα τος. Ἁμήν.
M’inchino davanti alla tua sconfinata bontà e prego che tu aiuti il tuo indegno servo ad adempiere questo divino lavoro che inizia, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo. Amìn.
Al termine di questa preghiera il patriarca benedice, prendendo dellʼacqua santificata e aspergendo determinati vasi, utensili e materiali disposti nel luogo. Questi dovranno essere utilizzati per la preparazione del santo Myron.
Ὁ τριτεύων· Δόξα Πατρὶ καὶ Υἱῷ καὶ ἁγίῳ Πνεύματι· καὶ νῦν καὶ ἀεί, καὶ εἰς τοὺς αἰ ῶνας τῶν αἰώνων. Ἀμήν. Κύριε ἐλέησον (γ´). Δέσποτα ἅγιε, εὐλόγησον. Il patriarca fa lʼapòlisi:
Δ
όξα σοι, ὁ Θεός ἡμῶν, δόξα σοι· Ὁ ἐν εἴδει πυ ρίνων γλωσσῶν οὐρανόθεν καταπέμψας τὸ πανάγιον Πνεῦμα ἐπὶ τοὺς ἁγίους αὑ τοῦ μαθητὰς καὶ ἀποστό λους, Χριστός, ὁ ἀληθινὸς
Il tritèvon: Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito; e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amìn. Kyrie elèison (3 volte). Signore santo, benedici.
G
loria a te, Dio nostro, gloria a te; Cristo nostro vero Dio − che invia il santis simo Spirito dal cielo come lingue di fuoco sopra i suoi santi discepoli e apostoli, per l’intercessione della purissima
~ 30 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
Θεὸς ἡμῶν, ταῖς πρεσβείαις τῆς παναχράντου καὶ πανα μώμου ἁγίας αὐτοῦ Μη τρός· δυνάμει τοῦ τιμίου καὶ ζωοποιοῦ σταυροῦ· προστα σίαις τῶν τιμίων ἐπουρανί ων δυνάμεων ἀσωμάτων· ἱκεσίαις τοῦ τιμίου, ἐνδό ξου, προφήτου, προδρόμου καὶ Βαπτιστοῦ Ἰωάννου, τῶν ἁγίων, ἐνδόξων καὶ πανευ φήμων ἀποστόλων, τῶν ἁ γίων ἐνδόξων, καὶ καλλινί κων μαρτύρων, τῶν ὁσίων καὶ θεοφόρων Πατέρων ἡ μῶν, τῶν ἁγίων καὶ δικαίων Θεοπατόρων Ἰωακεὶμ καὶ Ἄννης, (τοῦ ἁγίου τῆς ἡμέ ρας, εἴ ἐστι μέγας οὗ καὶ τὴν μνήμην ἐπιτελοῦμεν), καὶ πάντων τῶν ἁγίων, ἐλεήσαι καὶ σώσαι ἡμᾶς, ὡς ἀγαθὸς καὶ φιλάνθρωπος καὶ ἐλεή μων Θεός. Δι᾽ εὐχῶν τῶν ἁγίων πα τέρων ἡμῶν, Κύριε Ἰησοῦ Χριστέ, ὁ Θεὸς ἡμῶν, ἐλέη σον καὶ σῶσον ἡμᾶς. Ἀμήν.
e immacolatissima sua santa Madre, per la potenza del la preziosa e vivificante cro ce, per la protezione delle ve nerabili e celesti potenze in corporee, per le suppliche del venerabile e glorioso profeta e precursore Giovanni Battista, dei gloriosi e santi apostoli, dei santi gloriosi e vittoriosi martiri, dei nostri beati padri teofori, dei santi e giusti pro genitori del Signore Gioacchi no ed Anna, (del santo del giorno, se è grande e di quan ti commemoriamo) e di tutti i santi −, possa avere pietà di noi e salvarci, lui che è Dio buono e misericordioso.
Per le preghiere dei nostri santi padri, il Signore Gesù Cristo nostro Dio, abbia pietà di noi e ci salvi. Amìn.
Al termine di questo congedo ci sono le seguenti preghiere: ~ 31 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
Ὁ δευτερεύων· Πρόσχωμεν!
Il defterèvon: Stiamo attenti!
Il patriarca tocca un vaso contenente olio di oliva dalla tavola utilizzata per santificare lʼacqua santa e lo benedice. Poi in modo cruciforme lo versa in ciascuno dei calderoni esclamando:
Εἰς τὸ ὄνομα τοῦ Πατρὸς Nel nome del Padre e del καὶ τοῦ Υἱοῦ καὶ τοῦ ἁγίου Figlio e del santo Spirito. Πνεύματος. Ἀμήν. Amìn. Lo stesso è ripetuto con il vaso contenente vino.
Ὁ δευτερεύων· Πρόσχωμεν!
Il defterèvon: Stiamo attenti!
Prende poi dai contenitori oli profumati e fiori e li versa nei calderoni, dopo averli precedentemente benedetti, esclamando:
Εἰς τὸ ὄνομα τοῦ Πατρὸς Nel nome del Padre e del καὶ τοῦ Υἱοῦ καὶ τοῦ ἁγίου Figlio e del santo Spirito. Πνεύματος. Ἀμήν. Amìn. Una volta terminato, i decani con benedizione e comando pa triarcale, versano oli profumati e vino nei calderoni, ciascuno nella quantità prescritta. Poi il patriarca, con una candela illuminata, accende frammenti di vecchie sante icone posti sotto ogni calderone. Avendo, con lʼaiuto di Dio, compiuto tutto il necessario, il pa triarca è il primo a iniziare la lettura di alcuni capitoli dalla sa cra Scrittura (vedi p. 75). Queste letture sono proseguite dai ge rarchi, rivestiti di epitrakìlion ed omofòrion, e dai preti, rivestiti di epitrakìlion. I diaconi rimangono con il loro oràrion.
~ 32 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
Queste letture sono fatte per il resto del Santo Lunedì, nel Santo Martedì e nel Santo Mercoledì, le stesse come in precedenza. Nel frattempo, lʼarconte profumiere e i decani incaricati con tinuano, con pietà e preghiera, a mescolare lʼolio e il vino as sieme agli oli profumati e ai fiori versati nei calderoni.
~ 33 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
Nel Santo e Grande Martedì In questo secondo giorno della Santa Settimana lʼordine rituale è identico a quello di ieri con lʼeccezione della santificazione del l’acqua santa. La mattina, al termine della Divina Liturgia dei Doni Presan tificati, due preti, il grande archimandrita e il grande sincello, e due diaconi, il defterèvon (secondo nel rango) e il tritèvon (terzo nel rango), si muovono dal santuario. I preti sono vestiti con il loro epitrakìlion e i diaconi con il loro oràrion e portano i cande labri episcopali. Avanzano prima del patriarca, prendendo i loro posti su entrambi i suoi lati. Il grande ecclesiarca porta al patriarca un epitrakìlion e un omofòrion con cui il grande arcidiacono lo veste. A questo punto tutti lasciano processionalmente la chiesa pa triarcale, il coro, i preti e poi il patriarca seguito dai gerarchi del santo Sinodo. Si avvicinano al padiglione adeguatamente prepa rato per lʼebollizione del santo Myron, cantando il tropario di congedo del santo patrono della chiesa. Tono IV
Ω῾
ς τῶν ἀποστόλων πρωτόκλητος, καὶ τοῦ κορυφαίου αὐτάδελφος, τῷ Δεσπότῃ τῶν ὅλων Ἀν δρέα ἱκέτευε, εἰρήνην τῇ οἰ κουμένῃ δωρήσασθαι, καὶ ταῖς ψυχαῖς ἡμῶν τὸ μέγα ἔλεος.
primo chiamato fra C ome gli apostoli e fratello del
corifeo, supplica, o Andrea, il Sovrano dellʼuniverso perché doni al mondo la pace e alle anime nostre la grande mise ricordia.
~ 34 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
Poi le preghiere seguono lʼordine seguente:
Ὁ δευτερεύων ἐκφωνεῖ· Εὐ Il defterèvon esclama: Bene λόγυσον Δέσποτα! dici, Signore! Ὁ πατριάρχης· Εὐλογητὸς ὁ Il patriarca: Benedetto il no Θεὸς ἡμῶν, πάντοτε· νῦν stro Dio in ogni tempo, ora e καὶ ἀεὶ καὶ εἰς τοὺς αἰῶνας sempre, e nei secoli dei secoli. τῶν αἰώνων. Ἀμήν. Amìn.
Β
celeste, Consolatore, R eSpirito di verità, che sei
Ὁ μ. ἐκκλησιάρχης· Ἀμήν.
Il grande ecclesiarca: Amìn.
ασιλεῦ οὐράνιε, Παρά κλητε, τὸ Πνεῦμα τῆς ἀληθείας, ὁ πανταχοῦ πα ρὼν καὶ τὰ πάντα πληρῶν, ὁ θησαυρὸς τῶν ἀγαθῶν καὶ ζωῆς χορηγός, ἐλθὲ καὶ σκή νωσον ἐν ἡμῖν, καὶ καθά ρισον ἡμᾶς ἀπὸ πάσης κη λῖδος καὶ σῶσον, ἀγαθέ, τὰς ψυχὰς ἡμῶν.
presente in ogni luogo e tutti riempi, tesoro di beni e datore di vita, vieni e abita in noi, e purificaci da ogni macchia e salva, o buono, le anime no stre.
A῞γιος ὁ Θεός· ἅγιος ἰ Santo [è] Dio, santo [è] σχυρός, ἅγιος ἀθάνατος, ἐ forte, santo [è] immortale, λέησον ἡμᾶς (γ´). abbi pietà di noi (3 volte). Δόξα Πατρὶ καὶ Υἱῷ καὶ Gloria al Padre, al Figlio ἁγίῳ Πνεύματι, καὶ νῦν καὶ e allo Spirito santo, e ora e ἀεὶ καὶ εἰς τοὺς αἰῶνας τῶν sempre, e nei secoli dei se αἰώνων. coli. Ἀμήν. Amìn ~ 35 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
Π
αναγία Τριάς, ἐλέη σον ἡμᾶς. Κύριε, ἱ λάσθητι ταῖς ἁμαρτίαις ἡ μῶν. Δέσποτα, συγχώρη σον τὰς ἀνομίας ἡμῖν. Ἅγιε, ἐπίσκεψαι καὶ ἴασαι τὰς ἀ σθενείας ἡμῶν, ἕνεκεν τοῦ ὀνόματός σου.
S
antissima Trinità, abbi pietà di noi; Signore, placati davanti ai nostri peccati; Sovrano, perdona le nostre colpe; Santo, visita e sana le nostre infermità, per il tuo nome.
Κύριε, ἐλέησον· Κύριε, ἐ Kyrie, elèison; Kyrie, e λέησον· Κύριε, ἐλέησον. lèison; Kyrie, elèison. Δόξα Πατρί. Καὶ νῦν.
Π
Gloria al Padre. E ora.
άτερ ἡμῶν, ὁ ἐν τοῖς οὐρανοῖς, ἁγιασθήτω τὸ ὄνομά σου· ἐλθέτω ἡ βα σιλεία σου· γενηθήτω τὸ θέ λημά σου ὡς ἐν οὐρανῷ καὶ ἐπὶ τῆς γῆς. Τὸν ἄρτον ἡ μῶν τόν ἐπιούσιον δὸς ἡμῖν σήμερον· καὶ ἄφες ἡμῖν τὰ ὀφειλήματα ἡμῶν, ὡς καὶ ἡμεῖς ἀφίεμεν τοῖς ὀφειλέ ταις ἡμῶν· καὶ μὴ εἰσενέγ κῃς ἡμᾶς εἰς πειρασμόν, ἀλ λὰ ῥῦσαι ἡμᾶς ἀπό τοῦ πο νηροῦ.
nostro, che sei nei P adre cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci og gi il nostro pane sovraso stanziale, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li ri mettiamo ai nostri debitori, e non c’indurre in tentazio ne, ma liberaci dal maligno.
Ὁ πατριάρχης· Ὅτι σοῦ ἐ Il patriarca: Poiché tuo è il στιν ἡ βασιλεία καὶ ἡ δύνα regno, la potenza e la gloria, μις, καὶ ἡ δόξα, τοῦ Πατρὸς Padre, Figlio e Spirito santo, ~ 36 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
καὶ τοῦ Υἱοῦ καὶ τοῦ ἁγίου ora e sempre, e nei secoli dei Πνεύματος, νῦν καὶ ἀεὶ καὶ secoli. εἰς τοὺς αἰῶνας τῶν αἰώνων. Il coro canta i seguenti tropari.
Ε
ὐλογητὸς εἶ, Χριστὲ ὁ Θεὸς ἡμῶν, ὁ πανσό φους τοὺς ἁλιεῖς ἀναδείξας, καταπέμψας αὐτοῖς τὸ Πνεῦ μα τὸ ἅγιον, καὶ διʼ αὐτῶν τὴν οἰκουμένην σαγηνεύ σας, φιλάνθρωπε, δόξα σοι.
B
enedetto sei tu, Cristo Dio nostro, che sapien tissimi hai reso i pescatori, mandando loro lo Spirito san to e per mezzo loro hai pe scato lʼuniverso. Amico degli uomini, gloria a te.
Δόξα Πατρὶ καὶ Υἱῷ καὶ Gloria al Padre e al Figlio ἁγίῳ Πνεύματι. e al santo Spirito.
Ω῾
ς τῶν ἀποστόλων πρωτόκλητος, καὶ τοῦ κορυφαίου αὐτάδελφος, τῷ Δεσπότῃ τῶν ὅλων Ἀν δρέα ἱκέτευε, εἰρήνην τῇ οἰ κουμένῃ δωρήσασθαι, καὶ ταῖς ψυχαῖς ἡμῶν τὸ μέγα ἔλεος.
primo chiamato fra C ome gli apostoli e fratello del
corifeo, supplica, o Andrea, il Sovrano dellʼuniverso perché doni al mondo la pace e alle anime nostre la grande mise ricordia.
Καὶ νῦν καὶ ἀεὶ καὶ εἰς E ora e sempre e nei secoli τοὺς αἰῶνας τῶν αἰώνων. dei secoli. Ἀμήν. Amìn. ὴν ἐν πρεσβείαις ἀκοί omba e morte non han μητον Θεοτόκον, καὶ no trattenuto la Madre προστασίαις ἀμετάθετον ἐλ di Dio, sempre desta con la πίδα, τάφος καὶ νέκρωσις sua intercessione e immutabi
Τ
T
~ 37 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
οὐκ ἐκράτησεν· ὡς γὰρ ζω ῆς Μητέρα, πρὸς τὴν ζωὴν μετέστησεν, ὁ μήτραν οἰκή σας ἀειπάρθενον.
le speranza con la sua prote zione: quale Madre della vita, alla vita lʼha trasferita colui che nel suo grembo sempre vergine aveva preso dimora.
A discrezione del patriarca si può leggere lʼufficiatura della Sup plica alla Theotokos e la commemorazione di quanti hanno con tribuito a fare doni materiali, pecuniari o a compiere lavori. Poi, il patriarca prega:
πάκουσον ἡμῶν, ὁ scoltaci, o Dio Salvatore Ε᾽ Θεός ὁ Σωτήρ ἡμῶν, A nostro, speranza di tutti i ἡ ἐλπίς πάντων τῶν περά confini della terra e di quelli των τῆς γῆς καὶ τῶν ἐν θα λάσση μακράν· καὶ ἵλεως, ἵλεως γενοῦ ἡμῖν Δέσποτα, ἐπὶ ταῖς ἁμαρτίαις ἡμῶν, καὶ ἐλέησον ἡμᾶς. Ἑλεήμων γὰρ καὶ φιλάνθρωπος Θεὸς ὑ πάρχεις, καὶ σοὶ τὴν δόξαν ἀναπέμπομεν, τῷ Πατρὶ καὶ τῷ Υἱῷ καὶ τῷ ἁγίῳ Πνεύ ματι, νῦν καὶ ἀεὶ καὶ εἰς τοὺς αἰῶνας τῶν αἰώνων. Ἀμήν.
che sono lontano sul mare: placati, placati con noi, So vrano, di fronte ai nostri pec cati e abbi pietà di noi. Poiché tu sei misericordioso e amico degli uomini, o Dio, e a te rendiamo gloria, Padre, Figlio e Spirito santo, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Amìn. Ὁ τριτεύων· Δόξα Πατρὶ καὶ Il tritèvon: Gloria al Padre e Υἱῷ καὶ ἁγίῳ Πνεύματι. Καὶ al Figlio e al santo Spirito; e νῦν καὶ ἀεὶ καὶ εἰς τοὺς αἰ ora e sempre e nei secoli dei secoli. ῶνας τῶν αἰώνων. Amìn. Ἀμήν. ~ 38 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
Κύριε ἐλέησον (γ´). Δέσποτα ἅγιε, εὐλόγησον.
Kyrie elèison (3 volte). Signore santo, benedici.
Il patriarca fa lʼapòlisi o congedo:
Δ
όξα σοι, ὁ Θεός ἡμῶν, δόξα σοι· Ὁ ἐν εἴδει πυ ρίνων γλωσσῶν οὐρανόθεν καταπέμψας τὸ πανάγιον Πνεῦμα ἐπὶ τοὺς ἁγίους αὑ τοῦ μαθητὰς καὶ ἀποστό λους, Χριστός, ὁ ἀληθινὸς Θεὸς ἡμῶν, ταῖς πρεσβείαις τῆς παναχράντου καὶ πανα μώμου ἁγίας αὐτοῦ Μη τρός· δυνάμει τοῦ τιμίου καὶ ζωοποιοῦ σταυροῦ· προστα σίαις τῶν τιμίων ἐπουρανί ων δυνάμεων ἀσωμάτων· ἱκεσίαις τοῦ τιμίου, ἐνδό ξου, προφήτου, προδρόμου καὶ Βαπτιστοῦ Ἰωάννου, τῶν ἁγίων, ἐνδόξων καὶ πανευ φήμων ἀποστόλων, τῶν ἁ γίων ἐνδόξων, καὶ καλλινί κων μαρτύρων, τῶν ὁσίων καὶ θεοφόρων Πατέρων ἡ μῶν, τῶν ἁγίων καὶ δικαίων Θεοπατόρων Ἰωακεὶμ καὶ Ἄννης, (τοῦ ἁγίου τῆς ἡμέ ρας, εἴ ἐστι μέγας οὗ καὶ τὴν μνήμην ἐπιτελοῦμεν), καὶ
G
loria a te, Dio nostro, gloria a te; Cristo nostro vero Dio − che invia il santis simo Spirito dal cielo come lingue di fuoco sopra i suoi santi discepoli e apostoli, per l’intercessione della purissima e immacolatissima sua santa Madre, per la potenza del la preziosa e vivificante cro ce, per la protezione delle ve nerabili e celesti potenze in corporee, per le suppliche del venerabile e glorioso profeta e precursore Giovanni Battista, dei gloriosi e santi apostoli, dei santi gloriosi e vittoriosi martiri, dei nostri beati padri teofori, dei santi e giusti pro genitori del Signore Gioacchi no ed Anna, (del santo del giorno, se è grande e di quan ti commemoriamo) e di tutti i santi −, possa avere pietà di noi e salvarci, lui che è Dio buono e misericordioso.
~ 39 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
πάντων τῶν ἁγίων, ἐλεήσαι καὶ σώσαι ἡμᾶς, ὡς ἀγαθὸς καὶ φιλάνθρωπος καὶ ἐλεή μων Θεός. Per le preghiere dei nostri Δι᾽ εὐχῶν τῶν ἁγίων πα τέρων ἡμῶν, Κύριε Ἰησοῦ santi padri, il Signore Gesù Χριστέ, ὁ Θεὸς ἡμῶν, ἐλέη Cristo nostro Dio, abbia pietà di noi e ci salvi. σον καὶ σῶσον ἡμᾶς. Amìn. Ἀμήν. Al termine di questo congedo ci sono le seguenti preghiere:
Ὁ δευτερεύων· Πρόσχωμεν!
Il defterèvon: Stiamo attenti!
Il patriarca prende i contenitori con gli oli e i fiori rimanenti, gli oli profumati e il vino, li riversa nei calderoni esclamando:
Εἰς τὸ ὄνομα τοῦ Πατρὸς Nel nome del Padre e del καὶ τοῦ Υἱοῦ καὶ τοῦ ἁγίου Figlio e del santo Spirito. Πνεύματος. Ἀμήν. Amìn. Lo stesso è ripetuto con il vaso contenente vino.
Ὁ δευτερεύων· Πρόσχωμεν!
Il defterèvon: Stiamo attenti!
Come nel Lunedì Santo, il patriarca è il primo ad iniziare la lettura di alcuni brani testamentari. Le letture sono proseguite dai gerarchi, rivestiti di epitrakìlion ed omofòrion, e dai preti, rivestiti di epitrakìlion. I diaconi hanno il loro oràrion. Le let ture proseguono per il resto del Santo Martedì e nel Santo Mercoledì, identiche come precedentemente.
~ 40 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
Nel Santo e Grande Mercoledì La mattina del Mercoledì Santo, è ultimata la preparazione e la bollitura del santo Myron. I decani lo versano dai calderoni ai vasi precedentemente predisposti. Il santo Myron, filtrato e quindi purificato, riempie immediatamente dei contenitori scrupolosa mente puliti. I sedimenti sono conservati a beneficio dei fedeli cri stiani. Al termine della Divina Liturgia dei Doni Presantificati, due preti, il grande archimandrita e il grande sincello, e due dia coni, il defterèvon (secondo nel rango) e il tritèvon (terzo nel ran go) lasciano il santuario. I preti sono vestiti con il loro epitrakì lion e i diaconi con il loro oràrion e portano i candelabri episco pali. Avanzano prima del patriarca, prendendo i loro posti su en trambi i suoi lati. Il grande ecclesiarca porta al patriarca un epi trakìlion e un omofòrion con cui il grande arcidiacono lo veste. A questo punto tutti lasciano processionalmente la chiesa patriar cale, il coro, i preti e poi il patriarca seguito dai gerarchi del san to Sinodo. Si avvicinano al padiglione adeguatamente preparato per lʼebollizione del santo Myron, cantando il tropario di conge do del santo patrono della chiesa. Tono IV
Ω῾
ς τῶν ἀποστόλων πρωτόκλητος, καὶ τοῦ κορυφαίου αὐτάδελφος, τῷ Δεσπότῃ τῶν ὅλων Ἀν δρέα ἱκέτευε, εἰρήνην τῇ οἰ κουμένῃ δωρήσασθαι, καὶ ταῖς ψυχαῖς ἡμῶν τὸ μέγα ἔλεος.
primo chiamato fra C ome gli apostoli e fratello del
corifeo, supplica, o Andrea, il Sovrano dellʼuniverso perché doni al mondo la pace e alle anime nostre la grande mise ricordia.
~ 41 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
Poi le preghiere seguono lʼordine seguente:
Ὁ δευτερεύων ἐκφωνεῖ· Εὐ Il defterèvon esclama: Bene λόγησον Δέσποτα! dici, Signore! Ὁ πατριάρχης· Εὐλογητὸς ὁ Il patriarca: Benedetto il no Θεὸς ἡμῶν, πάντοτε· νῦν stro Dio in ogni tempo, ora e καὶ ἀεὶ καὶ εἰς τοὺς αἰῶνας sempre, e nei secoli dei secoli. τῶν αἰώνων. Ἀμήν. Amìn.
Β
celeste, Consolatore, R eSpirito di verità, che sei
Ὁ μ. ἐκκλησιάρχης· Ἀμήν.
Il grande ecclesiarca: Amìn.
ασιλεῦ οὐράνιε, Παρά κλητε, τὸ Πνεῦμα τῆς ἀληθείας, ὁ πανταχοῦ πα ρὼν καὶ τὰ πάντα πληρῶν, ὁ θησαυρὸς τῶν ἀγαθῶν καὶ ζωῆς χορηγός, ἐλθὲ καὶ σκή νωσον ἐν ἡμῖν, καὶ καθά ρισον ἡμᾶς ἀπὸ πάσης κη λῖδος καὶ σῶσον, ἀγαθέ, τὰς ψυχὰς ἡμῶν.
presente in ogni luogo e tutti riempi, tesoro di beni e datore di vita, vieni e abita in noi, e purificaci da ogni macchia e salva, o buono, le anime no stre.
A῞γιος ὁ Θεός· ἅγιος ἰ Santo [è] Dio, santo [è] σχυρός, ἅγιος ἀθάνατος, ἐ forte, santo [è] immortale, λέησον ἡμᾶς (γ´). abbi pietà di noi (3 volte). Δόξα Πατρὶ καὶ Υἱῷ καὶ Gloria al Padre, al Figlio ἁγίῳ Πνεύματι, καὶ νῦν καὶ e allo Spirito santo, e ora e ἀεὶ καὶ εἰς τοὺς αἰῶνας τῶν sempre, e nei secoli dei se αἰώνων. coli. Ἀμήν. Amìn. ~ 42 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
Π
αναγία Τριάς, ἐλέη σον ἡμᾶς. Κύριε, ἱ λάσθητι ταῖς ἁμαρτίαις ἡ μῶν. Δέσποτα, συγχώρη σον τὰς ἀνομίας ἡμῖν. Ἅγιε, ἐπίσκεψαι καὶ ἴασαι τὰς ἀ σθενείας ἡμῶν, ἕνεκεν τοῦ ὀνόματός σου.
S
antissima Trinità, abbi pietà di noi; Signore, placati davanti ai nostri peccati; Sovrano, perdona le nostre colpe; Santo, visita e sana le nostre infermità, per il tuo nome.
Κύριε, ἐλέησον· Κύριε, ἐ Kyrie, elèison; Kyrie, e λέησον· Κύριε, ἐλέησον. lèison; Kyrie, elèison. Δόξα Πατρί. Καὶ νῦν.
Π
Gloria al Padre. E ora.
άτερ ἡμῶν, ὁ ἐν τοῖς οὐρανοῖς, ἁγιασθήτω τὸ ὄνομά σου· ἐλθέτω ἡ βα σιλεία σου· γενηθήτω τὸ θέ λημά σου ὡς ἐν οὐρανῷ καὶ ἐπὶ τῆς γῆς. Τὸν ἄρτον ἡ μῶν τόν ἐπιούσιον δὸς ἡμῖν σήμερον· καὶ ἄφες ἡμῖν τὰ ὀφειλήματα ἡμῶν, ὡς καὶ ἡμεῖς ἀφίεμεν τοῖς ὀφειλέ ταις ἡμῶν· καὶ μὴ εἰσενέγ κῃς ἡμᾶς εἰς πειρασμόν, ἀλ λὰ ῥῦσαι ἡμᾶς ἀπό τοῦ πο νηροῦ. Ὁ πατριάρχης· Ὅτι σοῦ ἐ στιν ἡ βασιλεία καὶ ἡ δύνα μις, καὶ ἡ δόξα, τοῦ Πατρὸς
nostro, che sei nei P adre cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci og gi il nostro pane sovraso stanziale, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li ri mettiamo ai nostri debitori, e non c’indurre in tentazio ne, ma liberaci dal maligno.
Il patriarca: Poiché tuo è il regno, la potenza e la gloria, Padre, Figlio e Spirito san
~ 43 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
καὶ τοῦ Υἱοῦ καὶ τοῦ ἁγίου to, ora e sempre, e nei secoli Πνεύματος, νῦν καὶ ἀεὶ καὶ dei secoli. εἰς τοὺς αἰῶνας τῶν αἰώνων. Il coro canta i seguenti tropari:
Ε
ὐλογητὸς εἶ, Χριστὲ ὁ Θεὸς ἡμῶν, ὁ πανσό φους τοὺς ἁλιεῖς ἀναδείξας, καταπέμψας αὐτοῖς τὸ Πνεῦ μα τὸ ἅγιον, καὶ διʼ αὐτῶν τὴν οἰκουμένην σαγηνεύ σας, φιλάνθρωπε, δόξα σοι.
B
enedetto sei tu, Cristo Dio nostro, che sapien tissimi hai reso i pescatori, mandando loro lo Spirito san to e per mezzo loro hai pe scato lʼuniverso. Amico degli uomini, gloria a te.
Δόξα Πατρὶ καὶ Υἱῷ καὶ Gloria al Padre e al Figlio e ἁγίῳ Πνεύματι. al santo Spirito.
Ο῞
τε καταβὰς τὰς γλώσ σας συνέχεε, διεμέ ριζεν ἔθνη ὁ Ὕψιστος· ὅτε τοῦ πυρὸς τὰς γλώσσας διέ νειμεν, εἰς ἑνότητα πάντας ἐκάλεσε, καὶ συμφώνως δο ξάζομεν τὸ πανάγιον Πνεῦ μα.
l’Altissimo disce Q uando se a confondere le lin gue, divise le genti; quando distribuì le lingue di fuoco convocò tutti all’unità; e con unica voce glorifichiamo il santissimo Spirito.
E ora e sempre e nei secoli Καὶ νῦν καὶ ἀεὶ καὶ εἰς τοὺς dei secoli. αἰῶνας τῶν αἰώνων. Amìn. Ἀμήν.
Τ
T
omba e morte non han ὴν ἐν πρεσβείαις ἀκοί no trattenuto la Madre μητον Θεοτόκον καὶ προστασίαις ἀμετάθετον ἐλ di Dio, sempre desta con la ~ 44 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
πίδα, τάφος καὶ νέκρωσις οὐκ ἐκράτησεν· ὡς γὰρ ζω ῆς Μητέρα, πρὸς τὴν ζωὴν μετέστησεν, ὁ μήτραν οἰκή σας ἀειπάρθενον.
sua intercessione e immutabi le speranza con la sua prote zione: quale Madre della vita, alla vita lʼha trasferita colui che nel suo grembo sempre vergine aveva preso dimora.
Ὁ δευτερεύων· Πρόσχωμεν!
Il defterèvon: Stiamo attenti!
Il patriarca prega:
Θ
εὲ προαιώνιε, Πάτερ παντοκράτορ, Υἱὲ μο νογενές, ἀπαύγασμα τοῦ Πατρὸς καὶ Πνεῦμα συναῒ διον, ἐκ Πατρὸς ἐκπορευό μενον καὶ ἐν Υἱῷ ἀναπαυό μενον, τὸ τὰ πάντα τελειοῦν καὶ ἁγιάζον. Τρισυπόστατε Μονάς, φύσις ἀδιαίρετε· εὐ χαριστοῦμέν σοι, ὅτι κατη ξίωσας ἡμᾶς τελειῶσαι τὸ ἱερὸν ἔργον τοῦτο, εἰς ἁγια σμὸν τῶν ὀρθοδόξων χρι στιανῶν, πρεσβείαις τῆς ὑ περενδόξου Θεοτόκου, τῶν ἀῢλων σου λειτουργῶν, τῶν ἁγίων σοι μαθητῶν καὶ ἀ ποστόλων καὶ πάντων σου τῶν ἁγίων, τῶν ἀπ᾽ αἰῶνος σοι εὐαρεστησάντων.
O
Dio eterno, Padre on nipotente, Figlio uni genito, splendore del Padre e coeterno con lo Spirito che procede dal Padre e riposa nel Figlio, che adempie e santifica tutte le cose, una divinità in tre Persone, natu ra indivisibile; ti ringrazia mo per averci reso degni di completare quest’opera di vina per la santificazione dei cristiani ortodossi per le in tercessioni della gloriosissi ma Theotòkos, dei tuoi im materiali ministri, dei tuoi santi apostoli e discepoli e di tutti i tuoi santi che ti sono stati graditi nel corso dei se coli.
~ 45 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
Ἀμήν
Amìn.
In seguito, il patriarca versa lʼolio profumato comʼè prescritto. Il congedo avviene dopo che il patriarca si è allontanato.
Ὁ τριτεύων· Δόξα Πατρὶ καὶ Υἱῷ καὶ ἁγίῳ Πνεύματι· καὶ νῦν καὶ ἀεὶ καὶ εἰς τοὺς αἰ ῶνας τῶν αἰώνων. Ἀμήν. Κύριε ἐλέησον (γ´). Δέσποτα ἅγιε, εὐλόγησον. Il patriarca fa lʼapòlisi:
Δ
όξα σοι, ὁ Θεός ἡμῶν, δόξα σοι· Ὁ ἐν εἴδει πυ ρίνων γλωσσῶν οὐρανόθεν καταπέμψας τὸ πανάγιον Πνεῦμα ἐπὶ τοὺς ἁγίους αὑ τοῦ μαθητὰς καὶ ἀποστό λους, Χριστός, ὁ ἀληθινὸς Θεὸς ἡμῶν, ταῖς πρεσβείαις τῆς παναχράντου καὶ πανα μώμου ἁγίας αὐτοῦ Μη τρός· δυνάμει τοῦ τιμίου καὶ ζωοποιοῦ σταυροῦ· προστα σίαις τῶν τιμίων ἐπουρανί ων δυνάμεων ἀσωμάτων· ἱκεσίαις τοῦ τιμίου, ἐνδό ξου, προφήτου, προδρόμου καὶ Βαπτιστοῦ Ἰωάννου, τῶν
Il tritèvon: Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito; e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amìn. Kyrie elèison (3 volte). Signore santo, benedici.
G
loria a te, Dio nostro, gloria a te; Cristo nostro vero Dio − che invia il santis simo Spirito dal cielo come lingue di fuoco sopra i suoi santi discepoli e apostoli, per l’intercessione della purissima e immacolatissima sua santa Madre, per la potenza del la preziosa e vivificante cro ce, per la protezione delle ve nerabili e celesti potenze in corporee, per le suppliche del venerabile e glorioso profeta e precursore Giovanni Battista, dei gloriosi e santi apostoli, dei santi gloriosi e vittoriosi
~ 46 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
ἁγίων, ἐνδόξων καὶ πανευ φήμων ἀποστόλων, τῶν ἁ γίων ἐνδόξων, καὶ καλλινί κων μαρτύρων, τῶν ὁσίων καὶ θεοφόρων Πατέρων ἡ μῶν, τῶν ἁγίων καὶ δικαίων Θεοπατόρων Ἰωακεὶμ καὶ Ἄννης, (τοῦ ἁγίου τῆς ἡμέ ρας, εἴ ἐστι μέγας οὗ καὶ τὴν μνήμην ἐπιτελοῦμεν), καὶ πάντων τῶν ἁγίων, ἐλεήσαι καὶ σώσαι ἡμᾶς, ὡς ἀγαθὸς καὶ φιλάνθρωπος καὶ ἐλεή μων Θεός. Δι᾽ εὐχῶν τῶν ἁγίων πα τέρων ἡμῶν, Κύριε Ἰησοῦ Χριστέ, ὁ Θεὸς ἡμῶν, ἐλέη σον καὶ σῶσον ἡμᾶς. Ἀμήν.
martiri, dei nostri beati padri teofori, dei santi e giusti pro genitori del Signore Gioacchi no ed Anna, (del santo del giorno, se è grande e di quan ti commemoriamo) e di tutti i santi −, possa avere pietà di noi e salvarci, lui che è Dio buono e misericordioso.
Per le preghiere dei nostri santi padri, il Signore Gesù Cristo nostro Dio, abbia pietà di noi e ci salvi. Amìn.
Le letture bibliche continuano come prima fino allʼinizio del conferimento del sacramento della santa Unzione, più tardi nel pomeriggio.
~ 47 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
Nel Santo e Grande Giovedì Al mattino, al completamento del sacro ufficio dell’orthros nel la cappella patriarcale, i vasi con il santo Myron ivi preceden temente disposti, sono consegnati ai presbiteri e ai diaconi che si accostano al patriarca per riceverne la benedizione. Segue la vestizione del patriarca nella cappella. I gerarchi si vestono nella sala patriarcale mentre i cantori patriarcali cantano: Tono grave
Α῎
νωθεν οἱ προφῆται σὲ προκατήγγειλαν· στάμνον, ράβδον, πλάκα, κι βωτόν, λυχνίαν, ὄρος ἀλα τόμητον, χρυσοῦν θυμιατή ριον καὶ σκηνήν, πύλην ἀ διόδευτον, παλάτιον καὶ κλί μακα, καὶ θρόνον τοῦ Βασι λέως.
I
profeti, dall’alto prean nunziarono te: vaso, ver ga, tavola, arca, lampada, monte non incavato, in censiere d’oro e tenda, porta non attraversata, palazzo, scala e trono del Re.
Quando è terminata la sacra vestizione, mentre le campane suo nano, tutti scendono processionalmente alla chiesa patriarcale con il seguente ordine: 1) precede la santa croce con i suoi exaptèriga processionali se guita dai cantori patriarcali; 2) segue il grande primicerio (ecclesiarca laico) con il divàmvou lon (una grande candela processionale); 3) poi due diaconi recanti exaptèriga processionali; 4) ventiquattro archimandriti ogni coppia dei quali in possesso di una delle dodici grandi anfore dʼargento, gli arcidiaconi della ~ 48 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
santa Metropoli di Calcedonia, di Derkon e delle Isole dei Princi pi trasportano lʼincensiere e i candelabri episcopali; 5) giungono poi i gerarchi del santo Sinodo in doppia fila recan do delle piccole anfore dʼargento. Il primo e il secondo dei metro politi di rango superiore portano vasi di alabastro sferici. Uno contiene il Myron presantificato e lʼaltro il Myron non ancora santificato; 6) termina il patriarca recante un piccolo contenitore di Myron seguito dal gran cancelliere, dal segretario generale e dai quattro diaconi patriarcali. Gli ultimi due, con tutti i loro paramenti e portando dichìrion e trichìrion, chiudono la processione. Durante la processione, il coro canta: Tono I
Π
L
Tono II
O
άντα χορηγεῖ τὸ Πνεῦ μα τὸ ἅγιον· βρύει προ φητείας, ἱερέας τελειοῖ, ἀ γραμμάτους σοφίαν ἐδίδα ξεν, ἁλιεῖς θεολόγους ἀνέ δειξεν, ὅλον συγκροτεῖ τὸν θεσμὸν τῆς Ἐκκλησίας. Ὁ μοούσιε καὶ ὁμόθρονε, τῷ Πατρὶ καὶ τῷ Υἱῷ, Παρά κλητε, δόξα σοι.
Ε᾽
o Spirito santo dispensa tutto: produce le profe zie, istituisce i sacerdoti, in segna la saggezza agli igno ranti, rende teologi dei pe scatori, salda lʼintera istitu zione ecclesiale. O Paracli to, consustanziale al Padre e al Figlio e dello stesso tro no, gloria a te.
ν τοῖς προφήταις ἀ nostro Salvatore, nei νήγγειλας ἡμῖν ὁδὸν profeti sei stato procla σωτηρίας, καὶ ἐν ἀποστό mato per noi quale cammino λοις ἔλαμψε, Σωτὴρ ἡμῶν, di salvezza e la grazia del tuo ἡ χάρις τοῦ Πνεύματός σου. Spirito splendeva negli apo ~ 49 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
Σὺ εἶ Θεὸς πρῶτος, σὺ καὶ stoli. Tu sei Dio fin dallʼini μετὰ ταῦτα, καὶ εἰς τοὺς zio e per tutto il tempo. Tu sei αἰῶνας, σὺ εἶ ὁ Θεὸς ἡμῶν. il nostro Dio per sempre.
Ε᾽
ν ταῖς αὐλαῖς σου ὑ μνήσω σε, τὸν Σωτῆρα τοῦ κόσμου, καὶ κλίνας γό νυ προσκυνήσω σου τὴν ἀ ήττητον δύναμιν. Ἐν ἑσπέ ρᾳ καὶ πρωΐ καὶ μεσημβρίᾳ, καὶ ἐν παντὶ καιρῷ εὐλο γήσω σε Κύριε.
Ε᾽
ν ταῖς αὐλαῖς σου, Κύ ριε, οἱ πιστοὶ τὸ γόνυ ψυχῆς καὶ τοῦ σώματος ὑπο κλίναντες, ἀνυμνοῦμέν σε, τὸν ἄναρχον Πατέρα, καὶ τὸν συνάναρχον Υἱόν, καὶ τὸ συναΐδιον καὶ πανάγιον Πνεῦμα, τὸ φωτίζον καὶ ἁ γιάζον τὰς ψυχὰς ἡμῶν.
N
ei tuoi atrii inneggerò a te, Salvatore del mon do, e adorerò in ginocchio la tua invincibile potenza: la se ra, al mattino e al mezzogior no e in ogni tempo ti benedi rò, Signore.
N
ei tuoi atrii, Signore, piegando le ginocchia del corpo e dellʼanima, noi fedeli cantiamo a te, Padre senza principio, al Figlio, come te senza principio e al santissimo Spirito a te coe terno che illumina e santifi ca le anime nostre.
Appena questa sacra processione entra nella chiesa patriarcale, i presbiteri collocano le loro grandi anfore dʼargento davanti ai lati dellʼiconostasi ed entrano nel santuario. I gerarchi entrano nel santuario con il patriarca, mettendo le loro piccole anfore su una tavola adeguatamente preparata dietro lʼaltare. I due vasi sferici di alabastro sono collocati sul tavolo dellʼoblazione. Poi tutti si spostano dal santuario alla solea. I gerarchi vanno ai loro ~ 50 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
rispettivi posti mentre il patriarca benedice lʼassemblea. Mentre i cantori cantano εἰς πολλά ἔτη, δέσποτα | [auguri di] molti anni, signore, il patriarca sale sul trono patriarcale. Dopo aver intona to Εὐλογημένη ἡ βασιλεία τοῦ Πατρὸς... | Benedetto il regno del Padre..., il patriarca legge come prefazione il salmo 103 (104), a conclusione del quale continua la Divina Liturgia.
Ὁ πατριάρχης· Δεῦτε προσ κυνήσωμεν καὶ προσπέσω μεν τῷ βασιλεῖ ἡμῶν Θεῷ. Δεῦτε προσκυνήσωμεν καὶ προσπέσωμεν Χριστῷ τῷ βα σιλεῖ ἡμῶν Θεῷ. Δεῦτε προσκυνήσωμεν καὶ προσπέσωμεν αὐτῷ, Χρι στῷ τῷ βασιλεῖ καὶ Θεῷ ἡ μῶν.
Ε
Il patriarca: Venite, adoria mo e prostriamoci al re, no stro Dio. Venite, adoriamo e pro striamoci a Cristo re e no stro Dio. Venite, adoriamo e pro striamoci a lui, Cristo, re e nostro Dio.
Salmo 103
B
ὐλόγει ἡ ψυχή μου, τὸν enedici, anima mia, il Κύριον· Κύριε ὁ Θεός Signore; Signore Dio μου, ἐμεγαλύνθης σφόδρα. mio, ti sei grandemente e saltato. Ἐξομολόγησιν καὶ μεγα Di lode e di splendore ti λοπρέπειαν ἐνεδύσω, ἀνα sei rivestito, avvolto di luce βαλλόμενος φῶς ὡς ἱμάτιον· come di un manto. Ἐκτείνων τὸν οὐρανὸν ὡ È lui che stende il cielo σεὶ δέρριν, ὁ στεγάζων ἐν come una tenda, che copre ὕδασι τὰ ὑπερῷα αὐτοῦ· di acque le sue alte stanze; Ὁ τιθεὶς νέφη τὴν ἐπίβα fa delle nubi il suo piedi ~ 51 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
σιν αὐτοῦ, ὁ περιπατῶν ἐπὶ πτερύγων ἀνέμων· Ὁ ποιῶν τοὺς ἀγγέλους αὐ τοῦ πνεύματα, καὶ τοὺς λει τουργοὺς αὐτοῦ πυρὸς φλόγα. Ὁ θεμελιῶν τὴν γῆν ἐπὶ τὴν ἀσφάλειαν αὐτῆς, οὐ κλιθήσεται εἰς τὸν αἰῶνα τοῦ αἰῶνος. Ἄβυσσος ὡς ἱμάτιον τὸ περιβόλαιον αὐτοῦ, ἐπὶ τῶν ὀρέων στήσονται ὕδατα. Ἀπὸ ἐπιτιμήσεώς σου φεύ ξονται, ἀπὸ φωνῆς βροντῆς σου δειλιάσουσιν. Ἀναβαίνουσιν ὄρη καὶ κα ταβαίνουσι πεδία εἰς τόπον, ὃν ἐθεμελίωσας αὐτά. Ὅριον ἔθου, ὃ οὐ παρε λεύσονται, οὐδὲ ἐπιστρέψου σι καλύψαι τὴν γῆν. Ὁ ἐξαποστέλλων πηγὰς ἐν φάραγξιν, ἀνάμεσον τῶν ὀρέων διελεύσονται ὕδατα.
stallo, passeggia sulle ali dei venti; fa i suoi angeli come soffi di vento e i suoi ministri co me fuoco ardente; ha fondato la terra sulla sua stabilità, non sarà piega ta per i secoli dei secoli.
L’abisso come un manto è la sua veste, sui monti s’in nalzeranno le acque. Alla tua minaccia fuggi ranno, alla voce del tuo tuo no avranno paura. Salgono sui monti e scen dono nelle pianure al luogo che hai fondato per loro; hai posto un confine che non oltrepasseranno e non torneranno a coprire la terra. È lui che fa scaturire le sorgenti nelle valli, in mez zo ai monti scorreranno le acque. Ποτιοῦσι πάντα τὰ θηρία Abbevereranno tutte le τοῦ ἀγροῦ, προσδέξονται ὄ fiere della campagna, le ri ναγροι εἰς δίψαν αὐτῶν. ceveranno gli onagri per dis setarsi. Ἐπ’ αὐτὰ τὰ πετεινὰ τοῦ Presso di esse gli uccelli ~ 52 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
οὐρανοῦ κατασκηνώσει, ἐκ μέσου τῶν πετρῶν δώσουσι φωνήν. Ποτίζων ὄρη ἐκ τῶν ὑ περῴων αὐτοῦ, ἀπὸ καρποῦ τῶν ἔργων σου χορτασθή σεται ἡ γῆ. Ὁ ἐξανατέλλων χόρτον τοῖς κτήνεσι, καὶ χλόην τῇ δουλείᾳ τῶν ἀνθρώπων, Τοῦ ἐξαγαγεῖν ἄρτον ἐκ τῆς γῆς· καὶ οἶνος εὐφραίνει καρδίαν ἀνθρώπου, Τοῦ ἱλαρῦναι πρόσωπον ἐν ἐλαίῳ, καὶ ἄρτος καρδίαν ἀνθρώπου στηρίζει. Χορτασθήσεται τὰ ξύλα τοῦ πεδίου, αἱ κέδροι τοῦ Λιβάνου, ἃς ἐφύτευσας. Ἐκεῖ στρουθία ἐννοσσεύ σουσι, τοῦ ἐρῳδιοῦ ἡ κα τοικία ἠγεῖται αὐτῶν. Ὄρη τὰ ὑψηλὰ ταῖς ἐλά φοις, πέτρα καταφυγὴ τοῖς λαγωοῖς. Ἐποίησε σελήνην εἰς και ρούς, ὁ ἥλιος ἔγνω τὴν δύ σιν αὐτοῦ. Ἔθου σκότος, καὶ ἐγένε το νύξ· ἐν αὐτῇ διελεύσονται
del cielo dimoreranno, di tra le rocce emetteranno la vo ce. È lui che abbevera le mon tagne dalle sue alte stanze: dal frutto delle tue opere sa rà saziata la terra. È lui che fa crescere il fie no per le bestie e le erbe a servizio degli uomini, perché traggano il pane dalla terra e il vino rallegra il cuore dell’uomo; perché rendano gioioso il volto con l’olio e il pane rinsalda il cuore dell’uomo. Saranno saziati gli alberi della pianura e i cedri del Libano che ha piantato. Là i passeri si annideran no e il nido della cicogna li sovrasta. Gli alti monti sono rifu gio per le cerve e la roccia per le lepri. Ha fatto la luna per se gnare i tempi, il sole ha co nosciuto il suo tramonto. Hai posto le tenebre e fu notte; in essa si aggireranno
~ 53 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
πάντα τὰ θηρία τοῦ δρυμοῦ. Σκύμνοι ὠρυόμενοι τοῦ ἁρπάσαι καὶ ζητῆσαι παρὰ τῷ Θεῷ βρῶσιν αὐτοῖς. Ἀνέτειλεν ὁ ἥλιος, καὶ συν ήχθησαν, καὶ εἰς τὰς μάν δρας αὐτῶν κοιτασθήσονται. Ἐξελεύσεται ἄνθρωπος ἐ πὶ τὸ ἔργον αὐτοῦ καὶ ἐπὶ τὴν ἐργασίαν αὐτοῦ ἕως ἑσπέ ρας. Ὡς ἐμεγαλύνθη τὰ ἔργα σου, Κύριε· πάντα ἐν σοφίᾳ ἐποίησας, ἐπληρώθη ἡ γῆ τῆς κτίσεώς σου. Αὕτη ἡ θάλασσα ἡ μεγά λη καὶ εὐρύχωρος· ἐκεῖ ἑρ πετά, ὧν οὐκ ἔστιν ἀριθμός, ζῷα μικρὰ μετὰ μεγάλων. Ἐκεῖ πλοῖα διαπορεύον ται, δράκων οὗτος, ὃν ἔπλα σας ἐμπαίζειν αὐτῇ. Πάντα πρὸς σὲ προσδο κῶσι, δοῦναι τὴν τροφὴν αὐτῶν εἰς εὔκαιρον· δόντος σου αὐτοῖς συλλέξουσιν. Ἀνοίξαντός σου τὴν χεῖ ρα, τὰ σύμπαντα πλησθή σονται χρηστότητος, ἀπο στρέψαντος δέ σου τὸ πρό
tutte le fiere della foresta: i leoncelli ruggenti per far preda e cercare da Dio il lo ro cibo. È sorto il sole e si radune ranno, si accovacceranno nel le loro tane. Uscirà l’uomo per la sua opera e per il suo lavoro fi no a sera. Come sono grandi le tue opere, Signore: tutto hai fat to con sapienza, la terra è piena delle tue creature. Ecco il mare grande e va sto: ci sono esseri guizzanti senza numero, animali pic coli e grandi. Là passano le navi e que sto drago che hai plasmato per burlarti di lui. Tutti rivolti a te attendo no che tu dia loro il cibo a tempo opportuno. Se tu lo dai loro, lo raccoglieranno; se tu apri la mano, l’uni verso sarà riempito di bon tà. Se distogli il tuo volto, saranno sconvolti;
~ 54 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
σωπον, ταραχθήσονται. Ἀντανελεῖς τὸ πνεῦμα αὐ τῶν, καὶ ἐκλείψουσι, καὶ εἰς τὸν χοῦν αὐτῶν ἐπιστρέ ψουσιν. Ἐξαποστελεῖς τὸ πνεῦμα σου, καὶ κτισθήσονται, καὶ ἀνακαινιεῖς τὸ πρόσωπον τῆς γῆς. Ἤτω ἡ δόξα Κυρίου εἰς τοὺς αἰῶνας, εὐφρανθήσε ται Κύριος ἐπὶ τοῖς ἔργοις αὐτοῦ. Ὁ ἐπιβλέπων ἐπὶ τὴν γῆν, καὶ ποιῶν αὐτὴν τρέμειν ὁ ἁπτόμενος τῶν ὀρέων, καὶ καπνίζονται. ᾌσω τῷ Κυρίῳ ἐν τῇ ζωῇ μου, ψαλῶ τῷ Θεῷ μου, ἕως ὑπάρχω. Ἡδυνθείη αὐτῷ ἡ διαλο γή μου, ἐγὼ δὲ εὐφρανθή σομαι ἐπὶ τῷ Κυρίῳ. Ἐκλείποιεν ἁμαρτωλοὶ ἀπὸ τῆς γῆς καὶ ἄνομοι, ὥστε μὴ ὑπάρχειν αὐτούς. Εὐλόγει, ἡ ψυχή μου, τὸν Κύριον.
toglierai il loro spirito e verranno meno e alla loro polvere ritorneranno. Manderai il tuo spirito e saranno creati e rinnoverai la faccia della terra. La gloria del Signore sia in eterno, gioisca il Signore delle opere sue; lui che guarda sulla terra e la fa tremare, tocca i mon ti e fumano. Canterò al Signore nella mia vita, salmeggerò al mio Dio finché esisto. Gli sia dolce il mio par lare e io gioirò nel Signore. Spariscano i peccatori dal la terra e gli iniqui, così da non sussistere più. Benedi ci, anima mia, il Signore.
E di nuovo:
~ 55 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
Ὁ ἥλιος ἔγνω τὴν δύσιν αὐτοῦ· ἔθου σκότος, καὶ ἐ γένετο νύξ. Ὡς ἐμεγαλύνθη τὰ ἔργα σου, Κύριε πάντα ἐν σοφίᾳ ἐποίησας.
Il sole ha conosciuto il su o tramonto: hai posto le te nebre e fu notte. Come sono grandi le tue opere, Signore: tutto hai fat to con sapienza.
Δόξα Πατρί, καὶ Υἱῷ, καὶ Gloria al Padre e al Figlio Ἁγίω Πνεύματι· καὶ νῦν καὶ e allo Spirito santo, ora e ἀεὶ καὶ εἰς τοὺς αἰῶνας τῶν sempre e nei secoli dei se αἰώνων. coli. Ἀμήν. Amìn. Ἀλληλούϊα, ἀλληλούϊα, Alliluia, alliluia, alliluia, ἀλληλούϊα. Δόξα σοι ὁ Θε gloria a te, o Dio (2 volte). ός (ἐκ β´). Ἀλληλούϊα, ἀλληλούϊα, Alliluia, alliluia, alliluia, ἀλληλούϊα. Δόξα σοι ὁ Θε gloria a te, o Dio, speranza ός, ἡ ἐλπὶς ἡμῶν, Κύριε, nostra, gloria a te. δόξα σοι.
~ 56 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
NELLA DIVINA LITURGIA Durante il grande ingresso, i presbiteri, in coppia, prendono i contenitori che avevano posto precedentemente presso lʼicono stasi ed entrano attraverso la porta nord nel santuario. Sono pre ceduti dalla santa croce e dai ceroferari. Due diaconi incensano. Il patriarca prende uno dei due vasi sferici di alabastro contenen te il santo Myron presantificato dalla tavola delle oblazioni e lo da al grande archimandrita. Lʼaltro vaso di alabastro contenente il Myron non ancora santificato è dato nelle mani del patriarca dal grande sincello. Con loro ci sono due diaconi che portano i loro exaptèriga processionali. I sacerdoti sono collocati in doppia fila mentre reggono le loro anfore dʼargento. Alla fine di questa sacra processione, ci sono i ministri che portano i santi Doni. Quando tutti giungono di fronte alla porta reale, il patriarca rice ve dalle mani del grande archimandrita il contenitore sferico dʼa labastro con il Myron presantificato. Dopo averlo venerato lo pone sulla tavola del santo altare alla destra del santo calice. Poi, avendo ricevuto dalle mani del grande sincello il contenitore sferico dʼalabastro con il Myron non ancora santificato, lo bene dice esclamando:
Εἰς τὸ ὄνομα τοῦ Πατρὸς Nel nome del Padre e del καὶ τοῦ Υἱοῦ καὶ τοῦ ἁγίου Figlio e del santo Spirito. Πνεύματος. Ἀμήν. Amìn. E lo pone sulla tavola del santo altare alla sinistra del santo di sco. I sacerdoti entrano nel santuario ponendo le loro anfore dʼargento attorno alla tavola del santo altare. Segue la recezione dei santi Doni da parte del patriarca. ~ 57 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
La Divina Liturgia prosegue. Al momento in cui il patriarca in tona:
Καὶ ἔσται τὰ ἐλέη τοῦ με E le misericordie del gran γάλου Θεοῦ καὶ Σωτῆρος de Dio e Salvatore nostro Ge ἡμῶν Ἰησοῦ Χριστοῦ, με sù Cristo siano con tutti voi. τὰ πάντων ὑμῶν. Il grande arcidiacono dice:
Πρόσχωμεν.
Stiamo attenti!
Il patriarca giunge davanti alla tavola del santo altare e sco pre, per primo, il contenitore sferico dʼalabastro con il Myron non ancora santificato. Lo benedice dicendo:
Εἰς τὸ ὄνομα τοῦ Πατρὸς Nel nome del Padre e del καὶ τοῦ Υἱοῦ καὶ τοῦ ἁγίου Figlio e del santo Spirito. Πνεύματος. Ἀμήν. Amìn. Poi scopre i rimanenti contenitori benedicendoli allo stesso modo. Durante questo momento, i gerarchi cantano i seguenti tropari.
Ε
ὐλογητὸς εἶ, Χριστὲ ὁ Θεὸς ἡμῶν, ὁ πανσό φους τοὺς ἁλιεῖς ἀναδείξας, καταπέμψας αὐτοῖς τὸ Πνεῦ μα τὸ ἅγιον, καὶ διʼ αὐτῶν τὴν οἰκουμένην σαγηνεύ σας, φιλάνθρωπε, δόξα σοι.
B
enedetto sei tu, Cristo Dio nostro, che sapien tissimi hai reso i pescatori, mandando loro lo Spirito san to e per mezzo loro hai pe scato lʼuniverso. Amico degli uomini, gloria a te.
Δόξα Πατρὶ καὶ Υἱῷ καὶ ~ 58 ~
Gloria al Padre e al Figlio e
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
ἁγίῳ Πνεύματι.
al santo Spirito.
τε καταβὰς τὰς γλώσ σας συνέχεε, διεμέ ριζεν ἔθνη ὁ Ὕψιστος· ὅτε τοῦ πυρὸς τὰς γλώσσας διέ νειμεν, εἰς ἑνότητα πάντας ἐκάλεσε, καὶ συμφώνως δο ξάζομεν τὸ πανάγιον Πνεῦμα.
lingue, divise le genti; quan do distribuì le lingue di fuo co convocò tutti all’unità; e con unica voce glorifichiamo il santissimo Spirito.
Ο῞
l’Altissimo di Q uando scese a confondere le
Καὶ νῦν καὶ ἀεὶ καὶ εἰς τοὺς E ora e sempre e nei secoli αἰῶνας τῶν αἰώνων. dei secoli. Ἀμήν. Amìn.
Π
άντα χορηγεῖ τὸ Πνεῦ μα τὸ ἅγιον, βρύει προ φητείας, ἱερέας τελειοῖ, ἀ γραμμάτους σοφίαν ἐδίδα ξεν, ἁλιεῖς θεολόγους ἀνέ δειξεν, ὅλον συγκροτεῖ τὸν θεσμὸν τῆς Ἐκκλησίας, Ὁ μοούσιε καὶ Ὁμόθρονε, τῷ Πατρὶ καὶ τῷ Υἱῷ, Παρά κλητε, δόξα σοι.
L
o Spirito santo dispensa tutto: produce le profe zie, istituisce i sacerdoti, in segna la saggezza agli igno ranti, rende teologi dei pe scatori, salda lʼintera istitu zione ecclesiale. O Paracli to, consustanziale al Padre e al Figlio e dello stesso tro no, gloria a te.
Ὁ μ. ἀρχιδιάκονος· Πρόσχω Il grande arcidiacono: Stiamo μεν! attenti!
~ 59 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
CONSACRAZIONE DEL SANTO MYRON Il patriarca benedice i contenitori una seconda volta dicendo su di essi:
Εἰς τὸ ὄνομα τοῦ Πατρὸς Nel nome del Padre e del καὶ τοῦ Υἱοῦ καὶ τοῦ ἁγίου Figlio e del santo Spirito. Πνεύματος. Ἀμήν. Amìn. Poi si prosegue a voce spiegata:
Ὁ δευτερεύων· Ἰδοὺ δὴ τί Il defterèvon: Ecco, cos’è bel καλὸν, ἢ τί τερπνόν, ἀλλ᾿ ἢ lo o cosa dà gioia, se non l’a τὸ κατοικεῖν ἀδελφοὺς ἐπὶ bitare dei fratelli insieme! τὸ αὐτό! ,(Sl 132, 1) Ὁ πατριάρχης· Ἡ χάρις τοῦ Il patriarca: La grazia del Pa ἀνάρχου Πατρὸς εἴη καθα dre privo dʼinizio santifichi o γιάζουσα τόδε τὸ ἅγιον Μύ ra questo santo Myron. ρον. Ὁ τριτεύων· Ὡς μύρον ἐπὶ κε φαλῆς τὸ καταβαῖον ἐπὶ πώ γωνα, τὸν πώγωνα τοῦ Ἀα ρών.
Il tritèvon: Come unguento profumato sul capo, che scen de sulla barba, la barba di A ronne. (Sl 132, 2a)
Ὁ πατριάρχης· Ἡ χάρις τοῦ Il patriarca: La grazia del Fi Υἱοῦ καὶ Λόγου τοῦ Θεοῦ glio e Verbo di Dio sia su di εἴη μετά σοῦ, Μύρον ἅγιον. te, santo Myron. Ὁ δευτερεύων· Τὸ καταβαῖ Il defterèvon: Che scende sul νον ἐπὶ τὴν ᾤαν τοῦ ἐνδύ l’orlo della sua veste; come ~ 60 ~
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ματος αὐτοῦ· ὡς δρόσος Ἀερ rugiada dell’Ermon, che scen μὼν ἡ καταβαίνουσα ἐπὶ τὰ de sui monti di Sion. ὄρη Σιών. ,(Sl 132, 2b) Ὁ πατριάρχης· Ἡ χάρις τοῦ Il patriarca: La grazia del san παναγίου καὶ τελεταρχικοῦ tissimo e perfezionante Spiri Πνεύματος εἴη μετά σοῦ, to sia su di te, santo Myron. Μύρον ἅγιον. Ὁ δευτερεύων· Πρόσχωμεν!
Il defterèvon: Stiamo attenti!
Ὁ τριτεύων· Τοῦ Κυρίου δεη Il tritèvon: Preghiamo il Si θῶμεν. gnore. Mentre i sacerdoti e i diaconi cantano Κύριε, ἐλέησον | Κyrie, elèison, il patriarca e i gerarchi recitano sommessamente la seguente preghiera:
Ο῾
Θεός, ὁ μέγας καὶ ὕψιστος, ὁ ὑπὸ πά σης τῆς κτίσεως προσκυ νούμενος, ἡ τῆς σοφίας πη γὴ καὶ τῆς ἀγαθότητος ἄ βυσσος, τὸ τῆς εὐσπλαγχνί ας ἀπεριόριστον πέλαγος· Αύτός, φιλάνθρωπε Δέσπο τα, ὁ τῶν αἰωνίων καὶ θαυ μασίων Θεός, ὃν οὐδεὶς ἐν νοῶν ἰσχύει καταλαβέσθαι· Ἐπίβλεψον καὶ εἰσάκουσον ἡμῶν, τῶν δούλων σου· σὲ ἱκετεύομεν καὶ σὲ πα-
O
Dio, grande e altissi mo, adorato da tutto il creato, tu sei la fonte della saggezza, l’abisso della bon tà e il mare sconfinato della compassione. Tu, amico degli uomini, Dio delle realtà eter ne e delle meraviglie, che nes suno è in grado di compren dere, abbassa il tuo sguardo e ascolta noi, tuoi servi.
~ 61 ~
Ti supplichiamo e ti pre
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ρακαλοῦμεν καὶ δεόμεθα· κατάπεμψον τὸ ἅγιόν σου Πνεῦμα καὶ ἀγίασον τὸ Μύ ρον τοῦτο. Καὶ ποίησον αὐτὸ μύρον ἀγαλλιάσεως Πνεύματος ἁ γίου, μύρον ἀναγεννήσεως, ἀγιασμοῦ χρῖσμα, βασιλι κὸν ἔνδυμα, θώρακα δυνά μεως, εἰς ἀποτροπὴν πά σης διαβολικῆς ἐνεργείας, σφραγῖδα ἀνεπιβούλευτον, ἀγαλλίαμα καρδίας, εὐφρο σύνην αἰώνιον. Ἵνα οἱ ἐκ τούτου χριόμε νοι ἐκλάμποντες, ὡς οἱ φω στῆρες τοῦ οὐρανοῦ τῇ φαι δρότητι, μὴ ἕχοντες σπῖλον ἢ ρυτίδα, καταδεχθῶσιν εἰς τὰς αἰωνίους ἀναπαύσεις, καὶ δέξωνται τὸ βραβεῖον τῆς ἄνωθεν κλήσεως. Χάριτι καὶ οἰκτιρμοῖς καὶ φιλανθρωπίᾳ τοῦ μονογε νοῦς σου Υἱοῦ, μεθ᾽ οὗ εὐ λογητὸς εἶ, σὺν τῷ παναγί ῳ καὶ ἀγαθῷ καὶ ζωοποιῷ σου Πνεύματι, νῦν καὶ ἀεὶ καὶ εἰς τοὺς αἰῶνας τῶν αἰ ώνων.
ghiamo: invia il tuo Spirito santo e santifica questo My ron. Fanne un olio di letizia dello Spirito santo, un olio di rinascita, un crisma di santi tà, una veste regale, una co razza di forza, che sia impe dimento ad ogni operazione diabolica, [sia] un sigillo con tro ogni insidia, un’esultanza del cuore e una gioia eterna. Poiché coloro che ne ver ranno unti, brillando come lu minari del cielo senza mac chia né ruga, possano rice vere il riposo eterno e acco gliere la ricompensa della chiamata proveniente dall’al to. Per la grazia, la misericor dia e la benevolenza dell’uni genito tuo Figlio, con il quale sei benedetto insie me con il santissimo, buo no e vivificante tuo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
~ 62 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
Ἀμήν.
Amìn.
Ὁ πατριάρχης· Εἰρήνη πᾶσι. Il patriarca: Pace a tutti. Ὁ μ. ἀρχιδιάκονος· Tὰς κε Il grande arcidiacono: Chi φαλὰς ἡμῶν τῷ Κυρίῳ κλί niamo le nostre teste al Si νωμεν. gnore. Mentre i vescovi cantano Κύριε, ἐλέησον | Κyrie, elèison, il pa triarca recita la seguente preghiera:
Θεῴ τῶν ὅλων bbiamo piegato i nostri Σ οί,καὶ τῷΒασιλεῖ, τὸν αὐ A cuori in ringraziamento χένα τῆς καρδίας εὐχαρι a te, Dio e Re di tutti. Pur es στοῦντες ἐκλἰναμεν, ἀνθ᾽ ὧν οὐκ ἀξίους ὄντας ἡμᾶς δια κόνους γενέσθαι τοῦ θείου σου τούτου Μυστηρίου κα τηξίωσας, καὶ τὸν ἔλεον κη ρύττομεν, ὃν ἐφ᾽ ἡμᾶς πλου σίως ἐξέχεας. Σὺ γαρ ὐπάρχεις προσκυ νητὸς καὶ δεδοξασμένος, καὶ σοὶ τὴν δόξαν ἀναπέμπομεν, τῷ Πατρὶ καὶ τῷ Υἱῷ καὶ τῷ ἁγἰῳ Πνεύματι, νῦν καὶ ἀεί, καὶ εἰς τοὺς αἰῶνας τῶν αἰ ώνων. Ἀμήν.
sendo indegni ci hai tuttavia reso degni di divenire mini stri di questo tuo divino Mi stero; perciò proclamiamo la misericordia che ci hai gene rosamente riversato. Per questo sei adorato e glorificato, e a te noi offriamo la gloria, al Padre, al Figlio e al santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amìn.
Il patriarca fa il segno della croce con la sua mano destra su ogni contenitore benedicendolo e dicendo: ~ 63 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
Εἰς τὸ ὄνομα τοῦ Πατρὸς Nel nome del Padre e del καὶ τοῦ Υἱοῦ καὶ τοῦ ἁγίου Figlio e del santo Spirito. Πνεύματος. Ἀμήν. Amìn. In seguito copre i contenitori e benedice i presenti con il trikìrion. La Divina Liturgia prosegue con lʼinvocazione del diacono:
Πάντων τῶν ἁγίων μνη Ricordando tutti i santi, μονεύσαντες, ἔτι καὶ ἔτι ἐν ancora e ancora in pace pre εἰρήνῃ, τοῦ Κυρίου δεηθῶ ghiamo il Signore. μεν. Verso la conclusione della Divina Liturgia, alla frase:
Ε
S
ἴη τὸ ὄνομα Κυρίου εὐ ia benedetto il nome del λογημένον ἀπὸ τοῦ νῦν, Signore da questo mo καὶ ἕως τοῦ αἰῶνος. mento e per l’eternità. Il santo Myron viene portato dalla chiesa patriarcale al suo repo sitorio. La processione di ritorno è identica a quella iniziale con cui, in mattinata, si è condotto il santo Myron dalla cappella pa triarcale in chiesa. I cantori cantano il seguente salmo13:
Salmo 44
ξηρεύξατο ἡ καρδία l mio cuore ha emesso il Ε᾽ μου λόγον ἀγαθόν, I verbo buono, io dico al λέγω ἐγὼ τὰ ἔργα μου τῷ re le mie opere; la mia lin βασιλεῖ, ἡ γλῶσσά μου κά gua è penna di scriba velo λαμος γραμματέως ὀξυγρά ce. φου. 13 Vedi in appendice.
~ 64 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
Ὡραῖος κάλλει παρὰ τοὺς υἱοὺς τῶν ἀνθρώπων, ἐξε χύθη χάρις ἐν χείλεσί σου· διὰ τοῦτο εὐλόγησέ σε ὁ Θεὸς εἰς τὸν αἰῶνα.
Tu sei splendente di bel lezza più dei figli degli uo mini, è stata effusa la grazia sulle tue labbra: per questo Dio ti ha benedetto in eter no. Περίζωσαι τὴν ρομφαίαν Cingi la spada al tuo fian σου ἐπὶ τὸν μηρόν σου, δυ co, o potente, nel tuo splen νατέ, τῇ ὡραιότητί σου καὶ dore e nella tua bellezza; τῷ κάλλει σου καὶ ἔντεινον καὶ κατευο avanza, trionfa e regna δοῦ καὶ βασίλευε ἕνεκεν ἀ per la verità, la mitezza e la ληθείας καὶ πρᾳότητος καὶ giustizia; e ti guiderà mira δικαιοσύνης, καὶ ὁδηγήσει bilmente la tua destra. σε θαυμαστῶς ἡ δεξιά σου. Τὰ βέλη σου ἠκονημένα, Le tue frecce acuminate, Δυνατέ – λαοὶ ὑποκάτω σου o Potente, nel cuore dei ne πεσοῦνται – ἐν καρδίᾳ τῶν mici del re: sotto di te ca ἐχθρῶν τοῦ βασιλέως. dranno i popoli. Ὁ θρόνος σου, ὁ Θεός, Il tuo trono, o Dio, nei εἰς τὸν αἰῶνα τοῦ αἰῶνος, secoli dei secoli; scettro di ράβδος εὐθύτητος ἡ ῥάβδος rettitudine lo scettro del tuo τῆς βασιλείας σου. regno. Ἠγάπησας δικαιοσύνην Hai amato la giustizia e καὶ ἐμίσησας ἀνομίαν· διὰ odiato l’iniquità: per questo τοῦτο ἔχρισέ σε ὁ Θεὸς ὁ il tuo Dio ti ha unto, o Dio, Θεός σου ἔλαιον ἀγαλλιά con olio di esultanza più dei σεως παρὰ τοὺς μετόχους tuoi compagni. σου. ~ 65 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
Σμύρνα καὶ στακτὴ καὶ κασσία ἀπὸ τῶν ἱματίων σου ἀπὸ βάρεων ἐλεφαντί νων, ἐξ ὧν εὔφρανάν σε. Θυγατέρας βασιλέων ἐν τῇ τιμῇ σου· παρέστη ἡ βασίλισσα ἐκ δεξιῶν σου ἐν ἱματισμῷ διαχρύσῳ περιβε βλημένη, πεποικιλμένη. Ἄκουσον, θύγατερ, καὶ ἴδε καὶ κλῖνον τὸ οὖς σου καὶ ἐπιλάθου τοῦ λαοῦ σου καὶ τοῦ οἴκου τοῦ πατρός σου· καὶ ἐπιθυμήσει ὁ βασι λεὺς τοῦ κάλλους σου, ὅτι αὐτός ἐστι Κύριός σου, καὶ προσκυνήσεις αὐτῷ· καὶ θυγάτηρ Τύρου ἐν δώ ροις· τὸ πρόσωπόν σου λι τανεύσουσιν οἱ πλούσιοι τοῦ λαοῦ. Πᾶσα ἡ δόξα τῆς θυγα τρὸς τοῦ βασιλέως ἔσωθεν, ἐν κροσσωτοῖς χρυσοῖς πε ριβεβλημένη, πεποικιλμένη. Ἀπενεχθήσονται τῷ βασι λεῖ παρθένοι ὀπίσω αὐτῆς, αἱ πλησίον αὐτῆς ἀπενεχθή σονταί σοι· ἀπενεχθήσονται ἐν εὐφρο
Mirra, statte e cassia dal le tue vesti, dai palazzi di avorio. E con questi aromi ti hanno rallegrato. [C’erano] figlie di re in tuo onore; Sta la regina alla tua destra avvolta in abito do rato, variamente adornata. Ascolta, figlia, guarda e piega il tuo orecchio, di mentica il tuo popolo e la casa di tuo padre. Perché il re ha bramato la tua bellezza: è lui il tuo Si gnore, e lo adoreranno le figlie di Tiro con doni: i ricchi del popolo della terra implore ranno il tuo volto. Tutta la gloria di lei, la figlia del re, è nell’intimo; avvolta in abiti con frange d’oro, variamente adornata. Saranno presentate al re le vergini del suo seguito, le sue compagne a te saranno presentate. Saranno presentate con
~ 66 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
σύνῃ καὶ ἀγαλλιάσει, ἀχθή σονται εἰς ναὸν βασιλέως. Ἀντὶ τῶν πατέρων σου ἐ γενήθησαν υἱοί σου· κατα στήσεις αὐτοὺς ἄρχοντας ἐ πὶ πᾶσαν τὴν γῆν. Μνησθήσομαι τοῦ ὀνόμα τός σου ἐν πάσῃ γενεᾷ καὶ γενεᾷ· διὰ τοῦτο λαοὶ ἐξο μολογήσονταί σοι εἰς τὸν αἰῶνα καὶ εἰς τὸν αἰῶνα τοῦ αἰῶνος.
gioia ed esultanza, saranno condotte al tempio del re. In luogo dei tuoi padri ti sono nati dei figli, li costi tuirai principi su tutta la ter ra. Ricorderanno il tuo nome in ogni generazione e gene razione; per questo i popoli ti loderanno in eterno e nei secoli dei secoli.
Appena la sacra processione giunge al repositorio del santo Myron, il patriarca vi entra e versa per primo il santo Myron dai piccoli contenitori nelle urne interrate. Seguono i presbite ri versando il contenuto dei contenitori più grandi. Quindi, il patriarca lascia il repositorio e inizia il congedo o apòlisi.
Ὁ τριτεύων· Δόξα Πατρὶ καὶ Υἱῷ καὶ ἁγίῳ Πνεύματι. Καὶ νῦν καὶ ἀεὶ καὶ εἰς τοὺς αἰ ῶνας τῶν αἰώνων. Ἀμήν. Κύριε ἐλέησον (γ´). Δέσποτα ἅγιε, εὐλόγησον.
Il tritèvon: Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito; e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amìn. Kyrie elèison (3 volte). Signore santo, benedici.
Il patriarca fa lʼapòlisi o congedo:
Δ
G
όξα σοι, ὁ Θεός ἡμῶν, loria a te, Dio nostro, δόξα σοι· Ὁ ἐν εἴδει πυ gloria a te; Cristo nostro ρίνων γλωσσῶν οὐρανόθεν vero Dio − che invia il santis ~ 67 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
καταπέμψας τὸ πανάγιον Πνεῦμα ἐπὶ τοὺς ἁγίους αὑ τοῦ μαθητὰς καὶ ἀποστό λους, Χριστός, ὁ ἀληθινὸς Θεὸς ἡμῶν, ταῖς πρεσβείαις τῆς παναχράντου καὶ πανα μώμου ἁγίας αὐτοῦ Μη τρός· δυνάμει τοῦ τιμίου καὶ ζωοποιοῦ σταυροῦ· προστα σίαις τῶν τιμίων ἐπουρανί ων δυνάμεων ἀσωμάτων· ἱκεσίαις τοῦ τιμίου, ἐνδό ξου, προφήτου, προδρόμου καὶ Βαπτιστοῦ Ἰωάννου, τῶν ἁγίων, ἐνδόξων καὶ πανευ φήμων ἀποστόλων, τῶν ἁ γίων ἐνδόξων, καὶ καλλινί κων μαρτύρων, τῶν ὁσίων καὶ θεοφόρων Πατέρων ἡ μῶν, τῶν ἁγίων καὶ δικαίων Θεοπατόρων Ἰωακεὶμ καὶ Ἄννης, (τοῦ ἁγίου τῆς ἡμέ ρας, εἴ ἐστι μέγας οὗ καὶ τὴν μνήμην ἐπιτελοῦμεν), καὶ πάντων τῶν ἁγίων, ἐλεήσαι καὶ σώσαι ἡμᾶς, ὡς ἀγαθὸς καὶ φιλάνθρωπος καὶ ἐλεή μων Θεός. Δι᾽ εὐχῶν τῶν ἁγίων πα
simo Spirito dal cielo come lingue di fuoco sopra i suoi santi discepoli e apostoli, per l’intercessione della purissima e immacolatissima sua santa Madre, per la potenza del la preziosa e vivificante cro ce, per la protezione delle ve nerabili e celesti potenze in corporee, per le suppliche del venerabile e glorioso profeta e precursore Giovanni Battista, dei gloriosi e santi apostoli, dei santi gloriosi e vittoriosi martiri, dei nostri beati padri teofori, dei santi e giusti pro genitori del Signore Gioacchi no ed Anna, (del santo del giorno, se è grande e di quanti commemoriamo) e di tutti i santi −, possa avere pietà di noi e salvarci, lui che è Dio buono e misericordioso.
~ 68 ~
Per le preghiere dei nostri
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
τέρων ἡμῶν, Κύριε Ἰησοῦ santi padri, il Signore Gesù Χριστέ, ὁ Θεὸς ἡμῶν, ἐλέη Cristo nostro Dio, abbia pietà σον καὶ σῶσον ἡμᾶς. di noi e ci salvi. Ἀμήν. Amìn. Il servizio liturgico si conclude con il canto del Polychrònion da parte del coro. Con questo canto si chiede al Signore di pro teggere e concedere al patriarca molti anni di vita.
Π
ολυχρόνιον ποιῆσαι Κύριος ὁ Θεός, τόν παναγιώτατον καὶ σεβα σμιώτατον ἡμῶν αὐθέντην καὶ δεσπότην, τόν οἰκου μενικόν πατριάρχην, κύριον κύριον (τόν δεῖνα). Κύριε, φύλαττε αὐτόν εἰς πολλά ἔτη.
I
l Signore Dio conceda molti anni al nostro santis simo ed eminente padrone e signore, il patriarca ecume nico, signore signore (N.). Signore, conservalo per molti anni.
~ 69 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
Appendice Poiché nell’edizione inglese (2012) dell’Ufficiatura al posto del salmo 44 da cantarsi nel Grande e Santo Giovedì è segnato il seguente, lo si riporta in questa appendice.
Salmo 104
E᾿
ξομολογεῖσθε τῷ Κυ ρίῳ καὶ ἐπικαλεῖσθε τὸ ὄνομα αὐτοῦ, ἀπαγγείλα τε ἐν τοῖς ἔθνεσι τὰ ἔργα αὐ τοῦ· ᾄσατε αὐτῷ καὶ ψάλατε αὐτῷ, διηγήσασθε πάντα τὰ θαυμάσια αὐτοῦ. Ἐπαινεῖσθε ἐν τῷ ὀνόματι τῷ ἁγίῳ αὐτοῦ, εὐφρανθή τω καρδία ζητούντων τὸν Κύριον· ζητήσατε τὸν Κύριον καὶ κραταιώθητε, ζητήσατε τὸ πρόσωπον αὐτοῦ διαπαν τός. Μνήσθητε τῶν θαυμασίων αὐτοῦ, ὧν ἐποίησε, τὰ τέρα τα αὐτοῦ καὶ τὰ κρίματα τοῦ στόματος αὐτοῦ, σπέρμα Ἁβραὰμ δοῦλοι
L
odate il Signore e invo cate il suo nome, an nunciate tra le genti le sue opere. Cantate e salmeggiate a lui, raccontate tutte le sue meraviglie. Gloriatevi nel suo santo nome, gioisca il cuore di quanti cercano il Signore. Cercate il Signore e siate fortificati, cercate sempre il suo volto. Ricordatevi delle meravi glie che egli ha fatto, dei suoi prodigi e dei giudizi della sua bocca, seme di Abramo, suoi ser
~ 70 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
αὐτοῦ, υἱοὶ Ἰακὼβ ἐκλεκτοὶ αὐτοῦ. Αὐτὸς Κύριος ὁ Θεὸς ἡ μῶν, ἐν πάσῃ τῇ γῇ τὰ κρί ματα αὐτοῦ. Ἐμνήσθη εἰς τὸν αἰῶνα διαθήκης αὐτοῦ, λόγου, οὗ ἐνετείλατο εἰς χιλίας γενε άς, ὃν διέθετο τῷ Ἁβραάμ, καὶ τοῦ ὅρκου αὐτοῦ τῷ Ἰ σαὰκ καὶ ἔστησεν αὐτὸν τῷ ᾿Ιακὼβ εἰς πρόσταγμα καὶ τῷ ᾿Ισραὴλ εἰς διαθήκην αἰ ώνιον λέγων· σοὶ δώσω τὴν γῆν Χαναὰν σχοίνισμα κληρο νομίας ὑμῶν. Ἐν τῷ εἶναι αὐτοὺς ἀριθ μῷ βραχεῖς, ὀλιγοστοὺς καὶ παροίκους ἐν αὐτῇ καὶ διῆλθον ἐξ ἔθνους εἰς ἔθνος, καὶ ἐκ βασιλείας εἰς λαὸν ἕτερον. Oὐκ ἀφῆκεν ἄνθρωπον ἀ δικῆσαι αὐτοὺς καὶ ἤλεγξεν ὑπὲρ αὐτῶν βασιλεῖς·
vi, figli di Giacobbe, suoi e letti. È lui il Signore nostro Dio, su tutta la terra i suoi giudi zi. Si è ricordato per sempre della sua alleanza, parola che aveva comandato per mille generazioni, che aveva sancito con A bramo e del suo giuramento ad Isacco. E l’aveva stabilita per Gia cobbe come precetto e per I sraele come alleanza eterna,
dicendo: Come porzione della vostra eredità ti darò la terra di Canaan. Quando essi erano in pic colo numero, pochissimi e stranieri in essa, e passavano di gente in gente e da un regno a un altro popolo, non permise che alcun uomo facesse loro ingiusti zia e rimproverò dei re in loro favore: Non toccate i miei cristi e Μὴ ἅπτεσθε τῶν χριστῶν ~ 71 ~
UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
μου καὶ ἐν τοῖς προφήταις μου μὴ πονηρεύεσθε. Καὶ ἐκάλεσε λιμὸν ἐπὶ τὴν γῆν, πᾶν στήριγμα ἄρτου συνέτριψεν· ἀπέστειλεν ἔμπροσθεν αὐ τῶν ἄνθρωπον, εἰς δοῦλον ἐπράθη Ἰωσήφ. Ἐταπείνωσαν ἐν πέδαις τοὺς πόδας αὐτοῦ, σίδηρον διῆλθεν ἡ ψυχὴ αὐτοῦ μέχρι τοῦ ἐλθεῖν τὸν λό γον αὐτοῦ, τὸ λόγιον τοῦ Κυρίου ἐπύρωσεν αὐτόν. Ἀπέστειλε βασιλεὺς καὶ ἔλυσεν αὐτόν, ἄρχων λαοῦ, καὶ ἀφῆκεν αὐτόν. Κατέστησεν αὐτὸν κύριον τοῦ οἴκου αὐτοῦ καὶ ἄρ χοντα πάσης τῆς κτήσεως αὐτοῦ τοῦ παιδεῦσαι τοὺς ἄρ χοντας αὐτοῦ ὡς ἑαυτὸν καὶ τοὺς πρεσβυτέρους αὐτοῦ σοφίσαι. Καὶ εἰσῆλθεν Ἰσραὴλ εἰς Αἴγυπτον, καὶ Ἰακὼβ πα ρῴκησεν ἐν γῇ Χάμ. Καὶ ηὔξησε τὸν λαὸν αὐ
ai miei profeti non fate del male. E chiamò la fame sulla terra, distrusse ogni sosten tamento di pane. Mandò davanti a loro un uomo, come schiavo fu ven duto Giuseppe. Umiliarono in ceppi i suoi piedi, la sua anima passò attraverso il ferro finché venne il suo verbo, il verbo del Signore lo in fiammò. Il re mandò a scioglierlo, il principe dei popoli a ri lasciarlo. Lo costituì signore della sua casa e principe di tutto il suo possesso, perché istruisse i suoi prin cipi al pari di sé e rendesse sapienti i suoi anziani. Allora Israele entrò in E gitto e Giacobbe fu stranie ro nella terra di Cam. Fece crescere grandemen
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UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
τοῦ σφόδρα καὶ ἐκραταίω σεν αὐτὸν ὑπὲρ τοὺς ἐχ θροὺς αὐτοῦ. Μετέστρεψε τὴν καρδίαν αὐτοῦ τοῦ μισῆσαι τὸν λαὸν αὐτοῦ, τοῦ δολιοῦσθαι ἐν τοῖς δούλοις αὐτοῦ. Ἐξαπέστειλε Μωϋσῆν τὸν δοῦλον αὐτοῦ, Ἀαρών, ὃν ἐξελέξατο ἑαυτῷ. Ἔθετο ἐν αὐτοῖς τοὺς λό γους τῶν σημείων αὐτοῦ καὶ τῶν τεράτων αὐτοῦ ἐν γῇ Χάμ. Ἐξαπέστειλε σκότος καὶ ἐσκότασεν, ὅτι παρεπίκρα ναν τοὺς λόγους αὐτοῦ, μετέστρεψε τὰ ὕδατα αὐ τῶν εἰς αἷμα, καὶ ἀπέκτεινε τοὺς ἰχθύας αὐτῶν. Ἐξῆρψεν ἡ γῆ αὐτῶν βα τράχους ἐν τοῖς ταμιείοις τῶν βασιλέων αὐτῶν. Εἶπε, καὶ ἦλθε κυνόμυια καὶ σκνῖπες ἐν πᾶσι τοῖς ὁ ρίοις αὐτῶν. Ἔθετο τὰς βροχὰς αὐτῶν χάλαζαν, πῦρ καταφλέγον ἐν τῇ γῇ αὐτῶν, καὶ ἐπάταξε τὰς ἀμπέλους
te il suo popolo e lo rese più forte dei suoi nemici. E cambiò il loro cuore per ché odiassero il suo popolo ed agissero con inganno con tro i suoi servi. Mandò Mosè suo servo, Aronne, che aveva eletto. Pose in loro le parole o peratrici dei suoi segni e dei suoi prodigi nella terra di Cam. Mandò le tenebre e fece tenebra e si ribellarono alle sue parole. Cambiò le loro acque in sangue e uccise i loro pesci. La loro terra nelle stanze dei loro re brulicò di rane. Disse e vennero mosche canine e termiti in tutti i lo ro territori. Mutò le loro piogge in grandine e fuoco ardente sul la loro terra. Colpì le loro vigne e i lo
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UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
αὐτῶν καὶ τὰς συκᾶς αὐτῶν καὶ συνέτριψε πᾶν ξύλον ὁρίου αὐτῶν. Εἶπε καὶ ἦλθεν ἀκρίς, καὶ βροῦχος, οὗ οὐκ ἦν ἀριθ μός, καὶ κατέφαγε πάντα τὸν χόρτον ἐν τῇ γῇ αὐτῶν, καὶ κατέφαγε τὸν καρπὸν τῆς γῆς αὐτῶν. Καὶ ἐπάταξε πᾶν πρωτό τοκον ἐν τῇ γῇ αὐτῶν, ἀ παρχὴν παντὸς πόνου αὐ τῶν. Καὶ ἐξήγαγεν αὐτοὺς ἐν ἀργυρίῳ καὶ χρυσίῳ, καὶ οὐκ ἦν ἐν ταῖς φυλαῖς αὐ τῶν ὁ ἀσθενῶν. Εὐφράνθη Αἴγυπτος ἐν τῇ ἐξόδῳ αὐτῶν, ὅτι ἐπέπεσεν ὁ φόβος αὐτῶν ἐπ᾿ αὐτούς. Διεπέτασε νεφέλην εἰς σκέπην αὐτοῖς καὶ πῦρ τοῦ φωτίσαι αὐτοῖς τὴν νύκτα. ᾜτησαν, καὶ ἦλθεν ὀρτυ γομήτρα, καὶ ἄρτον οὐρα νοῦ ἐνέπλησεν αὐτούς· διέρρηξε πέτραν, καὶ ἐρ
ro fichi e schiantò ogni al bero del loro territorio. Disse e vennero locuste e bruchi senza numero; e divorarono tutta l’erba nella loro terra e divorarono il frutto della loro terra. Colpì ogni primogenito della loro terra, primizia di ogni loro fatica. E li fece uscire con ar gento e oro e non c’era nel le loro tribù chi fosse in fermo. L’Egitto si rallegrò del lo ro esodo, perché il timore di loro si era abbattuto su di essi. Stese una nube a loro ri paro e un fuoco per illumi narli di notte. Chiesero e vennero le qua glie e li saziò con pane del cielo. Squarciò la roccia e sca
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UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
ρύησαν ὕδατα, ἐπορεύθη σαν ἐν ἀνύδροις ποταμοί. Ὅτι ἐμνήσθη τοῦ λόγου τοῦ ἁγίου αὐτοῦ τοῦ πρὸς Ἀβραὰμ τὸν δοῦλον αὐτοῦ καὶ ἐξήγαγε τὸν λαὸν αὐ τοῦ ἐν ἀγαλλιάσει καὶ τοὺς ἐκλεκτοὺς αὐτοῦ ἐν εὐφρο σύνῃ. Καὶ ἔδωκεν αὐτοῖς χώρας ἐθνῶν, καὶ πόνους λαῶν κα τεκληρονόμησαν, ὅπως ἂν φυλάξωσι τὰ δι καιώματα αὐτοῦ, καὶ τὸν νόμον αὐτοῦ ἐκζητήσωσιν.
turirono le acque, corsero fiumi in luoghi aridi. Perché si ricordò della sua santa parola, detta ad Abramo suo servo. Fece uscire il suo popolo nell’esultanza e i suoi eletti nella gioia. E diede loro le regioni delle genti ed ereditarono le fatiche dei popoli; perché custodissero i suoi decreti e ricercassero la sua legge.
Nel Grande e Santo Lunedì, al termine del rito con cui si inizia a preparare il santo Myron, il patriarca legge una pericope evangelica dopo la quale possono seguire altre letture bibli che. La pericope è la seguente:
VANGELO
Β
(Mt 1, 1-17)
ίβλος γενέσεως Ἰησοῦ Χριστοῦ, Υἱοῦ Δαυΐδ, Υἱοῦ Ἀβραάμ. Ἀβραὰμ ἐ γέννησε τὸν Ἰσαάκ, Ἰσαὰκ δὲ ἐγέννησε τὸν Ἰακώβ, Ἰα κὼβ δὲ ἐγέννησε τὸν Ἰού δαν, καὶ τοὺς ἀδελφοὺς αὐ
G
enealogia di Gesù Cri sto, figlio di Davide, fi glio di Abramo. Abramo ge nerò Isacco; Isacco generò Giacobbe; Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli; Giuda da Tamar generò Fares e
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τοῦ. Ἰούδας δὲ ἐγέννησε τὸν Φαρές, καὶ τὸν Ζαρὰ ἐκ τῆς Θάμαρ· Φαρὲς δὲ ἐγέν νησε τὸν Ἐσρώμ· Ἐσρὼμ δὲ ἐγέννησε τὸν Ἀράμ· Ἀρὰμ δὲ ἐγέννησε τὸν Ἀμιναδάβ· Ἀμιναδάβ δὲ ἐγέννησε τὸν Ναασών· Ναασὼν δὲ ἐγέν νησε τὸν Σαλμών· Σαλμὼν δὲ ἐγέννησε τὸν Βοὸζ ἐκ τῆς Ῥαχάβ· Βοὸζ δὲ ἐγέννη σε τὸν ᾿Ωβὴδ ἐκ τῆς Ῥούθ· ᾿Ωβὴδ δὲ ἐγέννησε τὸν Ἰεσ σαί· Ἰεσσαὶ δὲ ἐγέννησε τὸν Δαυΐδ τὸν βασιλέα. Δαυΐδ δὲ ὁ βασιλεὺς ἐγέν νησε τὸν Σολομῶντα ἐκ τῆς τοῦ Οὐρίου· Σολομὼν δὲ ἐ γέννησε τὸν Ῥοβοάμ· Ῥο βαὰμ δὲ ἐγέννησε τὸν Α βιά· Ἀβιὰ δὲ ἐγέννησε τὸν Ἀσά· Ἀσὰ δὲ ἐγέννησε τὸν Ἰωσαφάτ· Ἰωσαφὰτ δὲ ἐ γέννησε τὸν Ἰωράμ· Ἰωρὰμ δὲ ἐγέννησε τὸν Ὀζίαν· Ὀ ζίας δὲ ἐγέννησε τὸν Ἰωά θαμ· Ἰωάθαμ δὲ ἐγέννησε τὸν Ἄχαζ· Ἄχαζ δὲ ἐγέννη σε τὸν Ἐζεκίαν· Ἐζεκίας δὲ
Zara; Fares generò Esrom; Esrom generò Aram; Aram generò Aminadab; Amina dab generò Naasson; Naas son generò Salmon; Salmon generò Boos da Raab; Boos generò Obìd da Rut; Obìd generò Iesse, e Iesse generò Davide, il re.
Davide il re generò Salo mone da quella che era stata moglie di Uria; Salomone generò Roboamo; Roboa mo generò Abia; Abia ge nerò Asa; Asa generò Gio safat; Giosafat generò Ioram; Ioram generò Uzzia; Uzzia generò Ioatam; Ioatam ge nerò Acaz; Acaz generò E zechia; Ezechia generò Ma nasse; Manasse generò A mon; Amon generò Giosia;
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ἐγέννησε τὸν Μανασσῆ· Μα νασσῆς δὲ ἐγέννησε τὸν Ἀ μών· Ἀμὼν δὲ ἐγέννησε τὸν Ἰωσίαν· Ἰωσίας δὲ ἐγέννη σε τὸν Ἰεχονίαν καὶ τοὺς ἀδελφοὺς αὐτοῦ, ἐπὶ τῆς μετοικεσίας Βαβυλῶνος. Μετὰ δὲ τὴν μετοικεσίαν Βαβυλῶνος, Ἰεχονίας ἐγέν νησε τὸν Σαλαθιήλ· Σαλα θιὴλ δὲ ἐγέννησε τὸν Ζορο βάβελ· Ζοροβάβελ δὲ ἐγέν νησε τὸν Ἀβιούδ· Ἀβιοὺδ δὲ ἐγέννησε τὸν Ἐλιακείμ· Ἐλιακεὶμ δὲ ἐγέννησε τὸν Ἀζώρ· Ἀζὼρ δὲ ἐγέννησε τὸν Σαδώκ· Σαδὼκ δὲ ἐγέν νησε τὸν Ἀχείμ· Ἀχεὶμ δὲ ἐγέννησε τὸν Ἐλιούδ. Ἐλι οὺδ δὲ ἐγέννησε τὸν Ἐλεά ζαρ· Ἐλεάζαρ δὲ ἐγέννησε τὸν Ματθάν· Ματθὰν δὲ ἐ γέννησε τὸν Ἰακώβ· Ἰακὼβ δὲ ἐγέννησε τὸν Ἰωσὴφ τὸν ἄνδρα Μαρίας, ἐξ ἧς ἐγεν νήθη Ἰησοῦς ὁ λεγόμενος Χριστός. Πᾶσαι οὖν αἱ γενεαὶ ἀπὸ Ἀβραὰμ ἕως Δαυΐδ, γενεαὶ δεκατέσσαρες· καὶ ἀπὸ Δαυ
Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel; Salatiel generò Zo robabele; Zorobabele gene rò Abiud; Abiud generò E liachim; Eliachim generò A zor; Azor generò Sadoc; Sa doc generò Achim; Achim generò Eliud; Eliud generò Eleàzaro; Eleàzaro generò Mattan; Mattan generò Gia cobbe; Giacobbe generò Giu seppe, il marito di Maria, dalla quale nacque Gesù, che è chiamato Cristo.
Così, da Abramo fino a Davide sono in tutto quat tordici generazioni; da Da
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ΐδ ἕως τῆς μετοικεσίας Βα βυλῶνος, γενεαὶ δεκατέσ σαρες· καὶ ἀπὸ τῆς μετοικε σίας Βαβυλῶνος ἕως τοῦ Χριστοῦ, γενεαὶ δεκατέσσα ρες.
vide fino alla deportazione in Babilonia, quattordici ge nerazioni; e dalla deporta zione in Babilonia fino a Cristo, quattordici genera zioni.
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Composizione del santo Myron (nella consuetudine costantinopolitana) Tra le sostanze che compongono il santo Myron, alcune devono dapprima essere bollite mentre altre sono mescolate alle prime senz’alcuna preparazione particolare. (Si noti che questi ele menti sono del XIX secolo e che, nel frattempo, alcune sostan ze sono divenute introvabili). A. Sostanze da bollire: 1. Olio d’oliva puro: 899 kg; 2. vino rosso “astringente”: 256 kg; 3. acqua di fiori d’arancio (quella del citrus vulgaris o me langolo) della migliore qualità: 32 libbre; 4. acqua di rosa: 40 libbre; 5. mastice (dal pistacia lentiscus): 20 libbre; 6. benzoino amigdaloide: 20 libbre; 7. arnomum (cissus vitiginea?): 6 lib bre; 8. legno d’aloe (agallocco o aloe delle Barbados): 4 libbre; 9. pepe lungo (piper longum): 4 libbre e mezza; 10. noce mo scata (della myristica officinalis): 6 libbre; 11. foglia d’India (folium indicum, malabathrum): una libbra e mezza; 12. xylo cassia o radice d’angelica di Boemia o dei giardini: 4 libbre; 13. storace liquido (dal liquidambar orientalis o dallo styrax officinalis): 4 libbre; 14. mirra pura (dal balsamodendron myr rha): 12 libbre; 15. pepe nero (piper nigrum): 10 libbre; 16. canna odorosa o schoenanthus (canna della Mecca o paglia del la Kaaba, da non confodersi con la canna ordinaria): 4 libbre; 17. legno di balsamo (dell’amyris gileadensis, balsamo della Mecca o di Giudea): una libbra e mezza; 18. calamo aromatico (acorus calamus): 6 libbre; 19. iris di Firenze: 12 libbre; 20. scalarea o imperatora (baccharis, gnaphalium sanguineum o ~ 79 ~
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zafferano?): 6 libbre; 21. aristolochia lunga (aristolochia longa o rotunda): una libbra e mezza; 22. frutto dell’albero del balsa mo (pepe a coda): 4 libbre; 23. giunco odorato (cyperus rotun dus): 6 libbre; 24. bacche di mirto: 2 libbre; 25. nardo celtico (valeriana celtica): 4 libbre; 26. cassia nera (cassia fisula) op pure cascarilla (croton eluteria): 4 libbre; 27. frutto del ben (glans unguentaria); una libbra e mezza; 28. piccolo cardamo mo: 6 libbre; 29. garofano: 12 libbre; 30. cannella: 12 libbre; 31. asaro europeo o nardo selvatico: 6 libbre; 32. macis (= aril loide che copre i semi di moscata): 4 libbre; 33. trementina di Venezia (tratta dal larice): 14 libbre; 34. pece bianca (tratta dal peccio o abete rosso): 28 libbre; 35. amolo, detto anche mirabo lano o marusticano (myrobalan) delle Indie: 4 libbre; 36. mag giorana: 4 libbre; 37. ladanum: 20 libbre; 38. nardo indiano (spica): 4 libbre ; 39. incenso (libanos) bianco: 20 libbre; 40. zenzero bianco: 12 libbre; 41. zenzero selvatico (zerneb, curcu ma zenimbet): 5 libbre; 42. fieno greco (trigonella foenumgraecum): 4 libbre; 43. enula (inula campana): 4 libbre. B. Sostanze da mescolare alle precedenti dopo la loro bolli tura: 44. Olio di cannella di Ceylan: una libbra e mezza; 45. olio di violacciocca: una libbra e mezza; 46. olio di noce moscata spessa (burro di moscata): 3 libbre; 47. balsamo della Mecca: 14 libbre; 48. olio di rose: 642 grammi; 49. olio di macis: 67 gr.; 50. olio di limone: 225 gr.; 51. olio di balsamo (carpobal samon): 112 gr.; 52. olio di maggiorana: 115 gr.; 53. olio di al loro, 225 gr.; 54. olio di rosmarino: 112 gr.; 55. olio di lavanda: 112 gr.; 56. muschio di Cina o muschio Tonkin: 128 gr.; 57. ambra grigia o vera: 208 gr. ~ 80 ~
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Bibliografia ECUMENICAL PATRIARCHATE, Holy Myrrh in the Orthodox Church, Istós, Istanbul 2012. GUILLAME DENIS (a cura di), Grand Euchologe et Arkhiératikon, Diaconie Apostolique, Parma 1992. Θεῖον καὶ Ἱερὸν Εὐαγγέλιον, Ἀνατύπωσις τῆς ἐν Ἑνετίᾳ, ἐκδόσεως τοῦ ἔτους 1851, 19912 Ἀθῆναι . ΟΙΚΟΥΜΕΝΙΚΟΝ ΠΑΤΡΙΑΡΧΕΙΟΝ, Ἀκολουθία τῆς τοῦ Ἁγίου Μύρου Κατασκευῆς καὶ Εὐλογίας, Τυπογραφεῖον Οἰκου μενικοῦ Πατριαρχείου, Κωνσταντινούπολις 1890, 1912, 1960. ΟΙΚΟΥΜΕΝΙΚΟΝ ΠΑΤΡΙΑΡΧΕΙΟΝ, Τὸ Ἅγιον Μύρον ἐν τῇ Ὀρθοδόξῳ Ἐκκλησίᾳ, Ἐκδόσεις Ἱστός, Κωνσταντινού πολις 2012. Ψαλτήριον τοῦ προφήτου καὶ βασιλέως Δαυΐδ μετά τῶν ἑννέα ᾠδῶν καὶ τῆς ἑρμηνείας ὅπως δεῖ στιχολογεῖσθαι τό ψαλτήριον ἐν ὅλῳ τῷ ἐνιαυτῷ, Ἐκδόσεις “Τὸ περιβόλι τῆς Παναγίας”, Θεσσαλονίκη 20092. __________________
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Indice INTRODUZIONE
p. 5
LA SANTIFICAZIONE DEL SANTO MYRON NELLA CHIESA ORTODOSSA
9
LA CELEBRAZIONE DEL MYRON LUNGO LA STORIA
17
L'UFFICIATURA DEL SANTO MYRON
19
La Domenica delle Palme
21
Il Santo e Grande Lunedì
23
Il Santo e Grande Martedì
34
Il Santo e Grande Mercoledì
41
Il Santo e Grande Giovedì
48
Nella Divina Liturgia
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APPENDICE
70
COMPOSIZIONE DEL SANTO MYRON
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BIBLIOGRAFIA
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_________________________________________ 2016 © Traduzione: Pietro Chiaranz ISBN: 978-1-291-90803-9
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