La Bibbia per non credenti / Estratto

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Claudia Cozzi è nata a Milano, dove si è laureata in Lingue e letterature straniere. La letteratura anglofona è stata il suo primo amore, ma da una ventina d’anni vive fra l’Olanda e l’Italia e si dedica soprattutto alla traduzione dal nederlandese. Collabora con diverse case editrici e ha tradotto autori olandesi e fiamminghi come Jan Brokken, Geert Mak, Margriet de Moor, Peter Terrin, Frank Westerman e Tommy Wieringa.

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uus Kuijer, uno dei più popolari autori olandesi contemporanei, fin da piccolo è stato affascinato dalle storie della Bibbia, pur non essendo mai stato un credente. Molti anni dopo si è cimentato in una sfida che sembrava impossibile: reinterpretare il testo in chiave moderna per portare questo libro ricco di storie a un pubblico di lettori del XXI secolo e renderlo, allo stesso tempo, accessibile ai non credenti. La Bibbia per non credenti si può definire un grande romanzo agnostico, dove non solo Dio, ma anche la curiosità dell’uomo ha un ruolo nella creazione. In questo volume sono raccontate le storie della Genesi: la sconsolata solitudine di Dio prima della creazione, Adamo ed Eva, il serpente e la cacciata dal Paradiso, il diluvio universale e la Torre di Babele per finire con il peregrinare della discendenza di Abramo dalla Mesopotamia fino all’Egitto. C’è un affascinante invito che attraversa le pagine di questo libro e che ci spinge a rivisitare i nostri miti fondativi e il ruolo che noi, esseri umani, abbiamo avuto in essi. La Bibbia per non credenti ci rivolge, in modo curioso e intelligente, delle domande per le quali non esiste un’unica risposta.

ISBN 978-88-8373-309-3

ISBN 978-88-8373-309-3

€ 18,50

9 788883 733093

www.lanuovafrontiera.it

Kuijer La Bibbia per non credenti / Genesi

Guus Kuijer è nato ad Amsterdam nel 1942. Autore di moltissimi libri per bambini – tra cui la celebre serie Polleke e il Libro di tutte le cose (premio Andersen 2010), pubblicati in Italia rispettivamente da Feltrinelli e Salani – e di alcune opere di narrativa, nel 2012 inizia il suo progetto di riscrittura della Bibbia. Quell’anno dà alle stampe la Genesi, il primo libro della serie La Bibbia per non credenti, al quale seguono negli anni successivi altri quattro volumi.

Guus Kuijer La Bibbia per non credenti Genesi romanzo

«Con La Bibbia per non credenti seguo la tradizione dell’insegnante narratore, con la differenza che lui era con ogni probabilità un credente e io no. Diversamente da lui, sono andato alla ricerca delle tracce di dubbi, contraddizioni, insubordinazioni e perfino scetticismo, che secondo me si possono riscontrare nella Bibbia. La Genesi, a mio parere, più che un trattato religioso è la cronaca di un viaggio di cui non è chiara la meta né lo scopo. È altresì un resoconto della natura umana, un Ecce Homo, un’esortazione a vedere l’uomo in tutta la sua grandezza, ma anche nella sua meschinità.» Dalla postfazione dell’autore



Guus Kuijer La Bibbia per non credenti Genesi Traduzione dal nederlandese di Claudia Cozzi


Titolo originale: De Bijbel voor ongelovigen © 2012 by Guus Kuijer First published in 2012 by Athenaeum — Polak & Van Gennep, Amsterdam © 2016 La Nuova Frontiera Via Pietro Giannone, 10 - 00195 Roma L'editore ringrazia per il sostegno la Dutch Foundation for Literature

ISBN 978-88-8373-309-3 Progetto grafico di Flavio Dionisi Immagine di copertina: Particolare di Adamo ed Eva, Lucas Cranach, 1526 www.lanuovafrontiera.it


il racconto di adamo

(...) Dio non si stancava di guardarsi intorno. C’erano talmente tante cose da vedere che sembrava che la creazione fosse compiuta. Gli animali e le piante che popolavano la terra erano una delizia per gli occhi. Dio ne godette così tanto che il sesto giorno durò qualche milione di anni. Eppure continuava a sentire un forte desiderio. Manca qualcosa, pensò. C’è in me un grosso vuoto. Le bestie si davano alla pazza gioia senza curarsi minimamente di Dio. Non c’era nessuno con cui scambiare due parole, perché il vocabolario degli animali era limitato. Dicevano “mu”, “squit” o “zzz” e non avevano alcun senso del trascendente. Quello che desidero è una bella conversazione, pensò Dio. Vorrei che esistesse un animale che parla e che è al corrente della mia esistenza. Ma che aspetto dovrebbe avere una creatura simile? Dev’essere a mia immagine e somiglianza, pensò Dio, ma purtroppo io non somiglio a nessuno. Si trovava per caso con i piedi incorporei nel fango e per questo motivo gli venne un’idea: frugò con le “mani” e cominciò a impastare. Come vorrei essere se avessi un aspetto? si chiese. La Bibbia per non credenti / Il racconto di Adamo

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Cominciò a modellare e dopo un paio d’ore osservò il risultato. Non c’è male, pensò, ma mi sembra che una cosa simile esista già. Rifletté. A quale animale gli faceva pensare la sua opera d’arte? Non al coniglio, non alla mucca, non al pipistrello, e no... nemmeno all’elefante. Assomigliava più a un animale che aveva visto dondolare fra gli alberi. Com’è che si chiamava? «La scimmia!» esclamò Dio entusiasta. E sì, la sua immagine di argilla assomigliava a una scimmia! Ne fu molto soddisfatto, perché la scimmia era un animale agile e intelligente con mani e piedi molto pratici. Con una creatura scimmiesca si poteva di sicuro combinare qualcosa di buono. L’aspetto non è un problema, pensò Dio, perché quello è perfetto. È l’interno che ha bisogno di una rimaneggiata. Devo aggiungere un po’ di cervello e sistemare quelle corde vocali. Detto fatto. Poi bisognava infondere vita all’argilla. Dio aveva notato che gli animali succhiavano l’aria e poi la risoffiavano fuori. Sembrava che ne avessero bisogno per vivere. Così Dio prese il suo fantoccio di argilla e gli soffiò dell’aria nel naso. Il fantoccio cominciò a muoversi, sbatté gli occhi, si guardò intorno e chiese: «Chi sono, dove sono e perché sono?» Miracolo! Quell’animale sapeva parlare, e anche bene! Aveva subito posto domande estremamente brillanti. Per un po’ Dio rimase senza parole. Poi disse: «Tu sei Adamo, che significa uomo. Sei sulla terra perché serve qualcuno che tenga d’occhio tutto l’ambaradan. E se ti avanza tempo, mi devi osannare.» «Oh» dissi, perché quell’Adamo naturalmente ero io. «E perché non ti vedo?» «Perché sono una parola.» A quel punto mi ricordai: quando mi ero svegliato, era quella la prima parola che mi era venuta in mente – dio. 4

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Mi guardai intorno. In principio non sapevo cosa vedevo, perché non avevo parole per nessuna cosa, eccetto che per Dio. «Forza» disse Dio. «Non aver paura. Va’ alla scoperta del mondo. È molto bello e l’ho fatto io.» «Sul serio?» chiesi. Intuii dal silenzio frusciante che a Dio la mia domanda non era piaciuta. «Senti un po’, amico» disse. «Non ti ho creato per scocciarmi con le domande. Ti ho creato perché qualcuno veda quanto io sia magnifico.» Evidentemente a Dio era sfuggito che ero stato io a inventare lui. «E adesso?» chiesi. «Ti porto in Paradiso» disse Dio e si incamminò davanti a me con passi invisibili. Non ci volle molto, perché all’inizio il paradiso era dappertutto, soprattutto tra i fiumi. Quando Dio si fermò, capii di essere arrivato. «Questo è un giardino» disse. «Devi farci qualche lavoretto, ma in cambio ti darà tutto quello di cui hai bisogno. Ti piace il giardinaggio?» «Molto» risposi. Non avevo la più pallida idea di cosa fosse, ma sembrava divertente. Poi Dio svanì nel nulla e per un po’ non fu da nessuna parte, perché si voleva riposare. Quella fu la fine del sesto giorno. Avevo l’incarico di occuparmi del giardino, ma non c’era un granché da fare. Colsi qui e là una mela, una pera o una susina, cavai qualche verdura dal terreno ed ecco tutto, più o meno. Il resto della giornata la passai seduto a guardare gli animali. Quelli erano molto più indaffarati di me! I cuccioli giocavano, i grandi erano impegnati a cercare cibo e a litigare. Inoltre facevano una cosa che per comodità chiamerò “trombare”, un’attività di cui non capivo lo scopo, ma che era spassosa da guardare. Con il passare del tempo capii che La Bibbia per non credenti / Il racconto di Adamo

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per quel giochetto divertente bisognava essere in due e da quel momento mi accorsi di essere solo. «Con questa cosa non sono d’accordo» dissi ad alta voce. «Voglio anch’io qualcuno.» «Hai me, no?» disse una voce alle mie spalle. Non ebbi bisogno di girarmi per sapere chi fosse. Di sicuro non un elefante o una giraffa. Era Dio, ovviamente. Non risposi subito perché dovevo riflettere. Davvero “avevo” Dio? Insieme potevamo andare alla ricerca di cibo, attaccare briga e... fare giochetti divertenti? «Questo è vero» dissi educatamente, «ma a parte te non ho nessuno. Sono solo.» «E allora?» fece Dio. «Sono solo anch’io, no? Perché non ti prendi un cane?» Non sapevo cosa fosse un cane, ma evitai di polemizzare. Non volevo un cane, quello era poco ma sicuro. Volevo qualcuno che fosse all’incirca come me, però diverso. «Davvero sei solo?» chiesi. «Non ci sono altri dèi all’infuori di te?» «Questa è una domanda sconveniente» disse Dio. «Non ti ho appena detto che sono solo?» Avevo il dubbio che Dio stesse raccontando fandonie e quindi tenni la bocca chiusa, ma mi vennero in mente decine di altri dèi. Dopo un po’ dissi: «Sono l’unico essere umano e non è bene che un uomo sia solo.» «D’accordo» disse Dio, «io una donna te la faccio anche, ma ti assicuro che ti costerà un occhio della testa.» «Un occhio?» chiesi. «Facciamo una costola, di quelle ne ho tante.» «E un’altra cosa» proseguì Dio. «Se aggiungo un essere umano, si creerà una differenza di opinioni.» «Oh» feci io. «Tu dici per esempio: questo è un leone, e lei dice: no è una capra. Capito? Un eterno ribattere.» 6

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«E io dirò solo: e invece no» dissi. «Sbagliato!» esclamò Dio. «Perché così una differenza di opinioni si trasforma in litigio. Non voglio litigi in paradiso. Tu devi dire: “Hai ragione, questa è una capra con sembianze di leone, che non bela ma ruggisce”.» «Va bene» dissi. «Lo farò.» Ero pronto a tutto. «Ma poi arriva il pericolo più grande» disse Dio. «Un giorno lei ti dirà: “Quel tuo dio, te lo sei inventato tu”. E tu cosa rispondi?» «Rispondo: “Hai ragione, me lo sono inventato io con sembianze di essere umano che non bela ma ruggisce”.» «Sbagliato!» esclamò Dio. «Questa risposta è talmente incompleta da causare incredulità. Devi aggiungere: “Ma è stato Dio Stesso (con la maiuscola!) a sussurrarmi quest’idea all’orecchio”.» Tacqui perché dovevo pensarci su. Com’era la faccenda? Se ero stato io a inventarmi una cosa, non poteva essere stato qualcun altro. O invece sì? «Pensa alla parola “ispirazione”», disse Dio con sollecitudine. «Un’ispirazione è un pensiero che ti viene dettato. Da me, ovviamente. Ma ciò non vuol dire che non sia un pensiero tuo.» Devo ammettere che in quel momento l’impazienza ebbe la meglio sul raziocinio. Non avevo più voglia di stare solo. Che Dio fosse un’idea o un’ispirazione non mi sembrò una questione di fondamentale importanza. «Comunque sia» dissi. «Voglio una donna.» Era la prima volta che nell’universo risuonava la parola “donna”. «Bene» disse Dio. «Sdraiati, perché per questa operazione devo immergerti in un profondo torpore.» Mi sdraiai sul muschio più soffice del paradiso. «Rilassati» disse Dio. «Non pensare a niente. Svuota la mente. Ascolta il sussurro dell’universo» e via così. Alla fine, dalla noia, caddi in un torpore profondo. La Bibbia per non credenti / Il racconto di Adamo

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Quando mi svegliai, Dio era sparito. Mi guardai intorno e vidi che ero ancora solo. Una profonda malinconia si impadronì di me e imprecai contro l’idea che avevo chiamato Dio. «Promesse vane di un dio da quattro soldi» borbottai. «Se continui così me ne prendo un altro.» Camminai avvilito fino alle sponde del Tigri, perché avevo bisogno di un tuffo nell’acqua fresca. Il gorgoglìo del fiume e della coppia di graziosi corcodilli, coccordilli o coccodrilli (non l’azzecco mai quella parola) che galleggiavano nell’acqua mi fecero subito sentire meglio. E in quel momento successe. Al centro del fiume, là dove l’acqua è più profonda, spuntò una testa. Due grandi occhi scuri mi fissarono immobili, la bocca socchiusa, fra le labbra uno sfavillio di denti candidi. Poi la testa scosse i lunghi capelli, spruzzando una pioggia di goccioline d’acqua. Questo animale non ha ancora un nome, pensai stupito. Non lo conosco. Venni irresistibilmente attratto da quegli occhi, quelle labbra e quei capelli ondeggianti. Così entrai nel fiume per osservare da vicino il nuovo animale. L’acqua non mi arrivava ancora alle ginocchia quanto la testa cominciò a strillare. Mi prese un accidente e tornai precipitosamente a riva. Mi fermai solo quando gli strilli penetranti si interruppero e divennero una specie di gracchiante verso d’uccello. Mi girai. L’animale si era avvicinato, perché ora aveva le spalle fuori dall’acqua. Erano belle spalle che luccicavano al sole. Venne a galla un braccio e un dito mi indicò. Il suono chiocciante risuonò sempre più acuto. Non sapevo come, ma un suono mi si gonfiò in gola e senza rendermene conto mi misi a chiocciare in risposta. Lo scambio di versi chioccianti con l’animale mi diede una sensazione di felicità senza precedenti. Tempo dopo capii che quello era “ridere”, ma allora non lo sapevo. 8

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L’animale mi si avvicinò guadando e ridendo e in questo modo il suo corpo emerse a poco a poco dall’acqua. La risata mi si spense in gola. «Mio Signore e mio Dio» sospirai. «Questa sì che è una creatura!» Nello stesso momento balenò in me il pensiero che forse non si trattava di una creatura ma di un dio. Un dio ridente. E quando vidi due seni rotondi, lo stesso tipo di seni con cui le madri allattavano i loro piccoli, supposi che Dio avesse creato una donna per se stesso. Quel pensiero mi lacerò l’anima. Volevo ripudiare Dio e lanciarlo nell’oscurità più profonda, così sarebbe stato per sempre invisibile e la dea non avrebbe saputo mai della sua esistenza. Mi raggiunse sulla riva. Il suo corpo brillava al sole e vidi quanto fosse straziantemente nuda. Mi fece un cenno. Andai inquieto verso di lei, con la paura di fare qualcosa di sbagliato e perderla. Indicò il mio sesso e disse: «Secondo me tu sei un uomo.» Me n’ero già accorto anch’io, quindi sarebbe stato puerile negarlo. «È proprio così» dissi allora. Mi resi conto che si trattava di un essere umano e non di una dea. Non so perché, ma il sangue mi andò alla testa e divenni rosso come il sole che tramonta. «Non so da dove tu venga» disse lei, «ma ti stavo cercando.» «Sei una costola del mio corpo» le dissi. Mi guardò come se fossi un lumacone. Per fortuna fu solo un attimo, poi scoppiò in una sonora risata. «Ripetilo un po’» fece lei singhiozzando dal ridere. «Dio ti ha creato da una delle mie costole» dissi un po’ a disagio. «Oh» fece lei. «E quale di preciso, fammi un po’ vedere.» Mi tastai le costole e dovetti ammettere di non saperlo. Non me ne mancava nemmeno una. «Mi piacerebbe che tu riflettessi prima di aprir bocca, pasLa Bibbia per non credenti / Il racconto di Adamo

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serotto» disse lei. Poi mi prese la testa e premette le labbra sulle mie. Quello che successe poi non lo racconto, ma ci divertimmo un sacco. All’inizio ci scatenammo come matti, poi trascorsero anni di appagamento e alla fine la noia si insinuò tra noi pigra come un gatto. La vita era troppo facile e tutto era permesso. Per tutti quegli anni Dio non si fece sentire, ma non appena pensai: In effetti dovrebbe esserci qualcosa di proibito, piombò come un falco. «È un sacco di tempo che non mi pensi» mi disse. «Certo, eri troppo occupato con quella tua donna, eh?» «Insomma» dissi. Ma Dio aveva ragione. Per via del nostro amore l’avevo vergognosamente trascurato. «Comunque sia, c’è qualcosa che mi sono dimenticato di dirti» fece. «Volevo proibirvi una cosa, ma nella confusione mi è sfuggito di mente.» «È quello che pensavo» risposi. «Qualcosa dev’essere proibito, perché quando c’è qualcosa di proibito arriva la tentazione. E la tentazione crea eccitazione. E con l’eccitazione non ci si annoia.» Dio tacque così a lungo che ebbi paura di averlo confuso con il mio ragionamento. Poco alla volta avevo capito che si poteva ridurre Dio al silenzio riflettendo con la propria testa. «Di’ pure senza problemi» dissi. «Qualunque cosa tu mi proibisca, ubbidirò con gratitudine, perché so che è per il mio bene.» Lo sentii sospirare di sollievo. Ero di nuovo l’essere umano che si era immaginato. «Ascolta bene» disse. «Al centro del giardino c’è un albero i cui frutti sembrano deliziosi, ma che in realtà non sono buoni da mangiare, perché ti renderebbero disilluso. Conosceresti la differenza fra Bene e Male. Perciò di quell’albero non puoi mangiare.» Rimasi deluso, perché non era un granché come divieto. 10

Guus Kuijer


C’erano centinaia di alberi in Paradiso e tutti davano frutti prelibati, quindi perché mi sarei dovuto curare di quell’unico albero con i frutti malefici? «C’è qualcosa che non va?» chiese Dio «No no» risposi. «Non dimenticarti di dirlo a Eva, d’accordo?» «Come vuoi» borbottai scorbutico. Dio sparì in un silenzio assordante. (...)

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Claudia Cozzi è nata a Milano, dove si è laureata in Lingue e letterature straniere. La letteratura anglofona è stata il suo primo amore, ma da una ventina d’anni vive fra l’Olanda e l’Italia e si dedica soprattutto alla traduzione dal nederlandese. Collabora con diverse case editrici e ha tradotto autori olandesi e fiamminghi come Jan Brokken, Geert Mak, Margriet de Moor, Peter Terrin, Frank Westerman e Tommy Wieringa.

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uus Kuijer, uno dei più popolari autori olandesi contemporanei, fin da piccolo è stato affascinato dalle storie della Bibbia, pur non essendo mai stato un credente. Molti anni dopo si è cimentato in una sfida che sembrava impossibile: reinterpretare il testo in chiave moderna per portare questo libro ricco di storie a un pubblico di lettori del XXI secolo e renderlo, allo stesso tempo, accessibile ai non credenti. La Bibbia per non credenti si può definire un grande romanzo agnostico, dove non solo Dio, ma anche la curiosità dell’uomo ha un ruolo nella creazione. In questo volume sono raccontate le storie della Genesi: la sconsolata solitudine di Dio prima della creazione, Adamo ed Eva, il serpente e la cacciata dal Paradiso, il diluvio universale e la Torre di Babele per finire con il peregrinare della discendenza di Abramo dalla Mesopotamia fino all’Egitto. C’è un affascinante invito che attraversa le pagine di questo libro e che ci spinge a rivisitare i nostri miti fondativi e il ruolo che noi, esseri umani, abbiamo avuto in essi. La Bibbia per non credenti ci rivolge, in modo curioso e intelligente, delle domande per le quali non esiste un’unica risposta.

ISBN 978-88-8373-309-3

ISBN 978-88-8373-309-3

€ 18,50

9 788883 733093

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Kuijer La Bibbia per non credenti / Genesi

Guus Kuijer è nato ad Amsterdam nel 1942. Autore di moltissimi libri per bambini – tra cui la celebre serie Polleke e il Libro di tutte le cose (premio Andersen 2010), pubblicati in Italia rispettivamente da Feltrinelli e Salani – e di alcune opere di narrativa, nel 2012 inizia il suo progetto di riscrittura della Bibbia. Quell’anno dà alle stampe la Genesi, il primo libro della serie La Bibbia per non credenti, al quale seguono negli anni successivi altri quattro volumi.

Guus Kuijer La Bibbia per non credenti Genesi romanzo

«Con La Bibbia per non credenti seguo la tradizione dell’insegnante narratore, con la differenza che lui era con ogni probabilità un credente e io no. Diversamente da lui, sono andato alla ricerca delle tracce di dubbi, contraddizioni, insubordinazioni e perfino scetticismo, che secondo me si possono riscontrare nella Bibbia. La Genesi, a mio parere, più che un trattato religioso è la cronaca di un viaggio di cui non è chiara la meta né lo scopo. È altresì un resoconto della natura umana, un Ecce Homo, un’esortazione a vedere l’uomo in tutta la sua grandezza, ma anche nella sua meschinità.» Dalla postfazione dell’autore


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