"Lilli – Vietato parlare agli elefanti" estratto

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illi ha un segreto: ha un rapporto speciale con la natura, capisce il linguaggio degli animali e riesce a farsi comprendere da loro. Il problema è che si vergogna terribilmente di questa sua dote e cerca di nasconderla ai nuovi compagni di scuola con i quali è già molto difficile fare amicizia. A complicare tutto arriva una gita allo zoo: per salvare l’elefantessa Lilli dovrà svelare il suo segreto?

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Tanya Stewner è nata a Wuppertal nel 1974 e ha cominciato a scrivere racconti dall’età di dieci anni. La sua serie per bambini “Lilli” le ha conferito uno straordinario successo in Germania e in altri paesi. Attualmente vive nella sua città natale con il marito e la figlia Mailena.

In un mondo che sta perdendo ogni legame con la natura, una storia originale e un po’ magica, ma allo stesso tempo una storia che racconta la vita quotidiana, affrontando con tenerezza e humour temi come l’amicizia e l’integrazione. “Un breve romanzo piacevolissimo da leggere.”

Les petits bouquins “Una volta entrati nel mondo di Lilli, non si vorrebbe più uscirne.”

Kinderbuch-Couch ISBN 978-88-98519-07-1

€ 14,00 / ISBN 978-88-98519-07-1

9 788898 519071 w w w. l a n u o v a f r o n t i e r a j u n i o r . i t

uando Lilli tornò a casa si sedette sui gradini davanti al portone sorreggendosi la testa con le mani. Non voleva entrare. Di sicuro il papà e la nonna le avrebbero subito chiesto come fosse andata e preferiva non parlarne. Non voleva farli preoccupare. Lilli non era lì da molto quando un batuffolo di pelo bianco arrivò da dietro l’angolo trotterellando. Il cagnolino la vide e le corse incontro. «Bonsai!» chiamò felice Lilli lasciando che le saltasse in grembo. Mise le braccia attorno al collo del bastardino (o botolino come diceva suo papà quando gli chiedevano di che razza fosse Bonsai) e affondò la faccia nel suo pelo morbido. «È stato orribile!» esordì senza giri di parole. «Peggio dell’ultima volta.»

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Per mio nonno Ernst, Charis e mia madre

Titolo originale: Liliane Susewind. Mit Elefanten spricht man nicht! Š 2007 by S. Fischer Verlag, Frankfurt am Main. All rights reserved Š La Nuova Frontiera, 2014 via Pietro Giannone, 10 - 00195 Roma www.lanuovafrontierajunior.it Progetto grafico: Flavio Dionisi ISBN 978-88-98519-07-1 Tutti i diritti riservati


Traduzione dal tedesco di Anna Patrucco Becchi



La nuova scuola

Erano già le otto meno venti e Lilli era ancora davanti allo specchio a cercare di domare i suoi riccioli rossi e ribelli. Ormai era già la terza volta che suo padre la chiamava e dal tono della voce si capiva che tra non molto sarebbe salito a prenderla. Lilli sospirò e si arrabbiò con la sua capigliatura: «Stupido mocio da pavimenti!» In quel momento il padre comparve sulla porta: «Con chi stai parlando?» «Con i miei capelli.» «Arriverai tardi, Lilli! Vuoi farti segnare un ritardo già il primo giorno?»

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Lilli cercò in fretta la sua cartella tra gli scatoloni del trasloco e poi seguì il papà in cucina, dove sua mamma, seduta al tavolo della colazione e nascosta dietro al giornale, le bofonchiò un buongiorno. «La nonna dov’è?» chiese Lilli guardandosi intorno mentre il papà le infilava la merenda in cartella. «È andata a portar fuori il cane» rispose lui sospingendo Lilli verso la porta d’ingresso. «Papà» fece Lilli bloccandosi di colpo. «Cosa faccio se…» «Adesso non pensarci» la rassicurò accucciandosi davanti a lei e tirando su la zip della sua giacca. «Una Ventolina non si fa mettere sotto, ti pare?» Lilli scosse coraggiosamente la testa, anche se si sentiva tutt’altro che rassicurata. Suo papà non aveva idea di come fosse peggiorata la situazione negli ultimi tempi. «Adesso vai, piccina» le disse dandole un bacio sulla punta del naso. Col cuore pesante Lilli si chiuse la porta dietro, attraversò il giardino e imboccò la

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strada. Un paio di minuti dopo era già davanti alla sua nuova scuola. Mancavano pochi minuti alle otto e tutti sembravano essere già entrati nelle loro classi. Lilli sgattaiolò dentro veloce e si mise in cerca dell’ufficio del preside, dove le avevano detto di presentarsi. Alle otto e cinque Lilli fu accompagnata nella sua classe, la IV B, da un signore con i capelli grigi e l’andatura compassata. Quando il preside entrò nell’aula, Lilli gli venne subito dietro. Non appena gli scolari si accorsero di lei, si fece silenzio e tutti la fissarono interessati. Il preside scambiò due parole con l’insegnante e poi lasciò l’aula. Il maestro tese gentilmente la mano a Lilli e si presentò: «Salve! Io sono il maestro Guiducci.» Lei gli strinse intimidita la mano e fece un sorriso sbilenco. «Ascoltatemi tutti!» fece il maestro per richiamare l’attenzione della classe. «Questa è la vostra nuova compagna Liliana Ventolina.» Alcuni dei suoi compagni si misero a ridac-

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chiare sentendo lo strano cognome. Lilli avvampò e imbarazzata iniziò a dondolarsi da un piede all’altro. Scuotendo la testa il maestro osservò: «Molto divertente! Immaginatevi un po’ di arrivare in una nuova classe come lei. Come vi sentireste adesso al suo posto?» «Come mai è venuta a metà anno?» chiese una delle bambine. «Magari ce lo può dire lei stessa» suggerì il maestro e guardò Lilli con aria incoraggiante. Il silenzio si fece totale e, incuriositi, tutti rimasero in attesa di sentirla parlare. Lilli inspirò brevemente e con voce strozzata emise alla fine tre parole soltanto: «Ci siamo trasferiti.» «Già, e da quel che mi è stato detto non è la prima volta, vero?» commentò il maestro non rendendosi conto di quanto quella domanda mettesse in imbarazzo Lilli. «No… mmm…» balbettò. «Diverse volte ci…» «Questa è già la tua quarta scuola, ho letto.» «Ehm, già.» Lilli lo guardò stupita. Come

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mai aveva letto qualcosa su di lei? Non è che per caso fosse al corrente di tutto? O forse nelle scuole precedenti avevano allegato una nota alla sua documentazione? Lilli scosse spaventata la testa, che era rossa come un peperone, benché avesse appena risposto in senso affermativo alla domanda del maestro. La classe scoppiò a ridere. «Vabbè, adesso forse è meglio che tu vada a sederti» disse il maestro e sembrò finalmente capire che non era stata una buona idea fare

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a Lilli quelle domande davanti a tutti i compagni. «Vuoi andarti a sedere là?» le domandò indicandole un posto in prossimità della finestra accanto a una bambina con il naso all’insù e le orecchie a sventola. La bambina aveva un’aria abbastanza simpatica, ma Lilli era titubante e alla fine disse piano: «Non è che potrei sedermi da un’altra parte?» Il maestro inarcò sorpreso le sopracciglia e la bambina seduta vicino alla finestra mise su il broncio tutta offesa. Lilli avrebbe voluto spiegare perché preferiva non sedersi lì, ma ovviamente non poteva farlo. Il maestro chiese: «Dove ti piacerebbe sederti allora?» Lilli si guardò intorno e poi individuò un banco vuoto sul lato opposto della classe, ben lontano dalla finestra. «Là» sussurrò indicando il banco. «Ma lì sarai sola soletta» constatò il maestro e Lilli si rese conto che non era stata una mossa felice. Tuttavia non poteva correre il rischio di sedersi vicino alla finestra. Prese posto al banco libero e sopportò lo sguardo

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dei compagni. Dopo essersi sistemata si accorse però che il suo banco era attaccato alla gabbia di un criceto. «Oh, no!» le sfuggì di bocca. Immediatamente il maestro chiese se andasse tutto bene. Lilli annuì in silenzio. Ormai era troppo tardi. Non poteva più cambiare idea e sedersi vicino alla bambina. La lezione riprese e Lilli non fu più al centro dell’attenzione. Si guardò pian piano intorno e alla fine i suoi occhi si fermarono sulla gabbia del criceto. Le era capitato spesso nelle classi di vedere acquari con pesci, e tutte le volte per lei era stato un incubo dover entrare in aule del genere. Ma con un criceto come sarebbe andata? L’animaletto evidentemente stava dormendo. Lilli si ricordò che i criceti erano animali attivi soprattutto di notte e restii a uscire dal loro riparo di giorno. Aveva avuto di nuovo fortuna. Doveva evitare in tutti i modi che quella bestiolina si svegliasse. Poi Lilli sbirciò verso la finestra. Sul davanzale c’erano in tutto tre vasi. Due piante avevano l’aspetto ben curato e rigoglioso, la terza era un po’ ap-

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passita e con le foglie avvizzite. Ma tra Lilli e le piante c’era l’intera aula. Poteva anche darsi che le cose poi non prendessero una brutta piega. In quel momento gli occhi di Lilli si posarono sulla bambina accanto alla quale non aveva voluto sedersi. Fissava Lilli con sguardo truce e sembrava essersela legata al dito. Lilli abbozzò un sorriso, ma l’espressione cattiva della bambina si fece ancora più cupa. A Lilli non restò che distogliere lo sguardo da lei e seguire la lezione. Nella pausa Lilli restò da sola seduta al suo banco cercando di trangugiare la merenda. Intanto osservava con la coda dell’occhio i suoi compagni. La bambina con il naso all’insù e le orecchie a sventola faceva evidentemente parte di una banda di femmine, che ora si era raccolta intorno a un banco e a quanto pareva stava discutendo qualcosa d’importante. Le bambine confabulavano con le teste tutte attaccate l’una all’altra. Ogni tanto una di loro lanciava un’occhiata di disprezzo verso Lilli lasciando intendere che la discussione verteva su di lei.

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Poi uscirono tutti in cortile. Lilli si sedette su una panchina un po’ in disparte rimanendo a guardare i nuovi compagni da lontano. Nessuno parlava con lei. Probabilmente nessuno voleva inimicarsi la banda delle bambine, che aveva messo Lilli nella lista delle sfigate. Splendido, pensò Lilli, dopo appena due ore sto già antipatica a tutti, è veramente un record! Dapprima non notò affatto l’uccellino che si era posato sullo schienale della panchina. Poi però lui saltò sulla sua spalla. Lilli trasalì.

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illi ha un segreto: ha un rapporto speciale con la natura, capisce il linguaggio degli animali e riesce a farsi comprendere da loro. Il problema è che si vergogna terribilmente di questa sua dote e cerca di nasconderla ai nuovi compagni di scuola con i quali è già molto difficile fare amicizia. A complicare tutto arriva una gita allo zoo: per salvare l’elefantessa Lilli dovrà svelare il suo segreto?

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Tanya Stewner è nata a Wuppertal nel 1974 e ha cominciato a scrivere racconti dall’età di dieci anni. La sua serie per bambini “Lilli” le ha conferito uno straordinario successo in Germania e in altri paesi. Attualmente vive nella sua città natale con il marito e la figlia Mailena.

In un mondo che sta perdendo ogni legame con la natura, una storia originale e un po’ magica, ma allo stesso tempo una storia che racconta la vita quotidiana, affrontando con tenerezza e humour temi come l’amicizia e l’integrazione. “Un breve romanzo piacevolissimo da leggere.”

Les petits bouquins “Una volta entrati nel mondo di Lilli, non si vorrebbe più uscirne.”

Kinderbuch-Couch ISBN 978-88-98519-07-1

€ 14,00 / ISBN 978-88-98519-07-1

9 788898 519071 w w w. l a n u o v a f r o n t i e r a j u n i o r . i t

uando Lilli tornò a casa si sedette sui gradini davanti al portone sorreggendosi la testa con le mani. Non voleva entrare. Di sicuro il papà e la nonna le avrebbero subito chiesto come fosse andata e preferiva non parlarne. Non voleva farli preoccupare. Lilli non era lì da molto quando un batuffolo di pelo bianco arrivò da dietro l’angolo trotterellando. Il cagnolino la vide e le corse incontro. «Bonsai!» chiamò felice Lilli lasciando che le saltasse in grembo. Mise le braccia attorno al collo del bastardino (o botolino come diceva suo papà quando gli chiedevano di che razza fosse Bonsai) e affondò la faccia nel suo pelo morbido. «È stato orribile!» esordì senza giri di parole. «Peggio dell’ultima volta.»

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