Lucia Scuderi illustratrice, pittrice e autrice, vive e lavora a Catania. Da molti anni si occupa di libri per bambini e ragazzi, ha pubblicato con le più importanti case editrici italiane (tra le quali Rizzoli, Laterza, Donzelli, Giunti, Bohempress, Fatatrac, Treccani, Lapis), alcuni dei suoi titoli sono stati pubblicati anche all’estero (Francia, Svizzera, Germania, Spagna, Corea, USA, Cina). Numerosi i riconoscimenti tra i quali il premio Andersen nel 2013 come miglior illustratrice.
«Io sono quell’Ulisse, figlio di Laerte, famoso in tutto il mondo per l’astuzia, perciò piangevo quando il cantore raccontava della guerra. C’ero.»
Raccontata da
Carola Susani con illustrazioni di
Lucia Scuderi
Carola Susani, accompagnata dalle belle illustrazioni di Lucia Scuderi, racconta con passione e rigore il grande poema omerico: il lungo, atteso, travagliato ritorno a casa di Ulisse dopo la vittoria sui Troiani e la sua lotta contro i proci a Itaca.
ISBN 978-88-98519-36-1
Dai 7 anni
€ 16,00
Odissea
ha pubblicato libri per grandi e per ragazzi. L’ultimo suo romanzo per grandi si intitola Eravamo bambini abbastanza ed è uscito nel 2012 per Minimum fax; per ragazzi ha scritto Il licantropo (Feltrinelli, 2002), Cola Pesce (Feltrinelli, 2004), Miti romani (laNuovafrontiera Junior, 2013), Susan la piratessa (Laterza, 2014), Eneide (laNuovafrontiera Junior, 2015). Insegna a scrivere storie agli adulti e ai bambini. Ha due figlie, Clara di quindici anni e Nina di nove.
ISBN 978-88-98519-36-1
9 788898 519361 www.lanuovafrontierajunior.it
laNuovafrontiera junior
Carola Susani
Odissea
laNuovafrontiera junior
Š 2016 laNuovafrontiera ISBN: 978-88-98519-36-1 Stampato nel mese di settembre 2016 presso la tipografia Arti Grafiche La Moderna – Roma www.lanuovafrontierajunior.it
Odissea Raccontata da Carola
Susani con illustrazioni di Lucia Scuderi
laNuovafrontiera junior
(Nota da saltare a piè pari)
Quando la casa editrice mi ha proposto la riscrittura dell’Odissea, vi confesso, mi è preso un colpo. Da quando uscì Il viaggio di Ulisse di Tomaso Monicelli nel 1915, le riscritture dell’Odissea si sono moltiplicate follemente. La riscrittura dell’Odissea è diventata lei stessa un classico: ce ne sono moltissime, ce ne sono di molto belle. La storia di Ulisse è una delle prime che senti raccontate da bambino. Non era soltanto l’impegno sciogliginocchia di raccontare uno dei libri che hanno fatto il mondo a spaventarmi, era anche la difficoltà di trovare fra tutte quelle prove uno spazio per la mia. Cosa poteva offrire una nuova Odissea? Ci ho pensato, poi mi sono detta: proverò a raccontare non la storia di Ulisse, ma il libro. Lo rispetterò nelle sue parti, mostrerò ai lettori com’è fatto. Era una scelta meno percorsa e mi permetteva di dare il giusto spazio a Telemaco che è il personaggio-porta, a Penelope che non è meno inventiva di Ulisse, ed è coraggiosa, saggia. Quanto alla lingua, mi sono resa conto che sarei stata matta a rinunciare al tono epico, così mi sono permessa un lessico alto, parole rare, desuete, le ho mescolate però con le parole d’uso quotidiano e le immagini consuete tutte le volte che ho potuto. La ragione è questa: leggere l’Odissea è un tuffo nel tempo che faccio con i miei piedi e le mie scarpe, capisco gli eroi se mi accorgo che non sono poi tanto diversi da me. Ci sono molte figure retoriche nel libro, mi sono divertita a usarle, e c’è un gioco con il ritmo tutto interno alla nostra cultura letteraria. Mi ha accompagnato nel viaggio un progetto poetico che amo molto: l’Odissea di Giovanna Bemporad, che è una traduzione di Omero ed è l’opera di una vita. Carola Susani
Odissea / INDICE
Libro I
Libro VI
Il concilio degli dei
Ulisse incontra Nausica
–––––––––– P. 15
–––––––––– P. 37
Libro II
Libro VII
Telemaco in viaggio
Ulisse nella sala del re dei Feaci
–––––––––– P. 21
Libro III Telemaco a Pilo
–––––––––– P. 25
Libro IV Telemaco a Sparta
–––––––––– P. 29
Libro V
–––––––––– P. 41
Libro VIII Ulisse tra i Feaci
–––––––––– P. 43
Libro IX Il viaggio: Polifemo
–––––––––– P. 47
Calipso
Libro X
–––––––––– P. 33
Il viaggio: Eolo, i Lestrìgoni, Circe
–––––––––– P. 53
Libro XI
Libro XVI
Il viaggio: Ulisse tra i morti
Telemaco riconosce Ulisse
–––––––––– P. 59
–––––––––– P. 81
Libro XII
Libro XVII
Il viaggio: le Sirene, Scilla e Cariddi, le vacche del Sole
Ulisse va alla reggia
–––––––––– P. 63
Libro XIII Ulisse arriva a Itaca
–––––––––– P. 69
–––––––––– P. 85
Libro XVIII Ulisse e Iro
–––––––––– P. 89
Libro XIX
Libro XIV
Euriclea riconosce Ulisse
Ulisse incontra Eumeo il porcaio
–––––––––– P. 93
–––––––––– P. 73
Libro XV L’arrivo di Telemaco
–––––––––– P. 77
Libro XX La vigilia dell’attacco ai proci
–––––––––– P. 97
Libro XXI
Libro XXIII
La gara di tiro con l’arco
Penelope riconosce Ulisse
–––––––––– P. 101
–––––––––– P. 111
Libro XXII
Libro XXIV
La strage dei proci
Ecco la pace
–––––––––– P. 107
–––––––––– P. 115
Libro I
e vi va di ascoltarmi, vi racconterò di Ulisse, che era un uomo dalla bella testa, capace di costruire zattere, cavalli di legno grandi come palazzi, di scoccare frecce spaccasassi o di uscire aggrappato a un montone da una grotta. Ora, se fossi un narratore antico chiederei l’aiuto della Musa (le Muse sono le dee protettrici delle arti, del canto, della poesia e via dicendo: sarebbe così di conforto per me averle accanto), invece mi toccherà far senza. Chiederò aiuto a voi che mi state a sentire, se mi scordo qualcosa, suggeritemi: sono sicura che questa storia la conoscete tutta, o quasi. Ma riascoltare le belle storie dà gran gusto. Vi racconterò dunque di Ulisse, che distrusse Troia, e stanco della guerra, come tutti gli altri Greci, voleva tornarsene dai suoi, così preparò la nave e prese il largo. Viaggiando
S
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Libro I
incontrò città e genti diverse: voleva riportare a casa i suoi compagni, ma quelli, sciocchi, scannarono i buoi del Sole e se ne riempirono le pance, così il Sole s’arrabbiò e li uccise tutti. Al tempo in cui la storia che vi racconto ha inizio ormai tutti gli eroi greci sopravvissuti alla guerra di Troia e al viaggio erano a casa, solo Ulisse si ritrovava ancora in mezzo al mare, su un’isoletta. Non lo teneva prigioniero un’orda di giganti, né le idre, né le arpie né qualche orrendo mostro, lo teneva prigioniero una ragazza bellissima. Calipso, così si chiamava, era una ninfa, una dea immortale e anche molto potente; lo nutriva di verdurine e carni che avrebbero fatto la felicità di chiunque altro, ma Ulisse piangeva guardando l’orizzonte. Voleva casa, sognava il suo ritorno. Gli dei che mangiano ambrosia e si divertono conversando sui casi dei mortali (spettegolando insomma sui fatti nostri) erano riuniti in cielo, mancava soltanto Poseidone, il dio del mare, nemico giurato dell’eroe di questa storia, che era stato invitato dagli Etiopi a un’altra festa e si godeva il profumo dell’arrosto. Giove scuoteva la testa: «Gli uomini danno a noi la colpa dei loro guai, ma spesso fanno tutto da soli, tradiscono, commettono delitti, infamie orrende.» «Hai ragione» gli rispondeva Atena la sua adorata figlia, «chi commette delitti deve passarle brutte, ma Ulisse che male ha fatto? Se penso a lui mi si stringe il cuore: Calipso
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Odissea
vorrebbe tenerlo nella sua isoletta piena di boschi, ma quello pensa giorno e notte a casa.» «Noi non potremmo dimenticarci mai che Ulisse ci offre, quando può, magnifiche ecatombi (sacrifici di animali intende, di numerosissimi capi di bestiame, soprattutto il profumo dei cosciotti arrosto piace agli dei dell’Olimpo). Ma Poseidone ce l’ha a morte con lui perché ha accecato il suo figliolo, il ciclope Polifemo, così non lo uccide perché non gli è permesso, ma gliene manda tante, di tempeste e malasorte. Però anche Poseidone dovrà placarsi ora che noialtri dei siamo d’accordo a riportarlo in patria. Cosa può fare contro tutti? Niente.» Era felice Atena e aveva fretta: «Papà» gli disse, «manda Ermes da Calipso, io vado a Itaca a preparare il campo al ritorno di Ulisse, mi trasfiguro in Mente, principe dei Tafi.» E così fece.
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Libro I
Itaca era casa di Ulisse, un’isola. Penelope e Telemaco, la moglie e il figlio giovanissimo dell’eroe del racconto, aspettavano da troppo tempo il suo ritorno. Avevano la casa sempre piena della più nobile e fastidiosa gioventù del posto, i proci li chiamavano, che spazzolavano il loro cibo e bevevano il loro vino a gargarozzo, giocavano a dadi, macellavano, cuocevano e tagliavano a fette le loro bestie, facevano festa insomma senza mai fermarsi. Penelope e Telemaco ne avevano fin sopra gli occhi di questi ospiti invadenti. I proci volevano che lei si rassegnasse, desse Ulisse per morto, e scegliesse uno di loro per marito. Penelope non ci pensava affatto, ma lei e Telemaco non avevano la forza di cacciarli. Mentre immaginava quanto sarebbe stato bello se suo padre fosse entrato di colpo e a calci e pugni avesse buttato fuori quella gente, sulla soglia Telemaco vide Atena, aveva l’aspetto di uno straniero stanco. Non la riconobbe, ma l’invitò lo stesso a ristorarsi. Si mise a sedere insieme a lei in un angolo lontano dal frastuono e dalle voci. Si lamentò per la mancanza del padre, credeva fosse morto, le sue ossa bianche in fondo al mare o in qualche altro oscuro orrendo posto, ma Mente, che era Atena, gli batté la mano sulla spalla: «Sono un vecchio amico di Ulisse e so che non è morto, qualcuno lo trattiene, ma tu parti, va a trovare i compagni di tuo padre, Nestore e Menelao, vedrai che avrai
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Libro I
da loro qualche risposta.» Poi lo salutò e come un uccello prese il volo, così Telemaco capì che era un dio. Femio il cantore intanto raccontava la partenza dei Greci da Troia e come fu per molti terribile il ritorno. Penelope lasciò le sue stanze, scese la scala e chiese piangendo a Femio di smetterla con quel canto troppo doloroso, d’intonare qualcos’altro, qualunque altra cosa. Telemaco se la prese con lei: «Lascia che Femio canti quel che vuole e torna nelle tue stanze. Qui sono io che comando.» Penelope abbassò gli occhi e ubbidì a suo figlio. I proci erano lì che se la spassavano e lui non riusciva a farci niente. Era tardi. Telemaco si ritirò nella bella stanza in alto che i genitori gli avevano preparato da bambino. Euriclea che era stata la sua balia quando vagiva ancora lo aiutò a prepararsi al sonno. Per tutta la notte, ben coperto, pensò e ripensò al viaggio.
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Lucia Scuderi illustratrice, pittrice e autrice, vive e lavora a Catania. Da molti anni si occupa di libri per bambini e ragazzi, ha pubblicato con le più importanti case editrici italiane (tra le quali Rizzoli, Laterza, Donzelli, Giunti, Bohempress, Fatatrac, Treccani, Lapis), alcuni dei suoi titoli sono stati pubblicati anche all’estero (Francia, Svizzera, Germania, Spagna, Corea, USA, Cina). Numerosi i riconoscimenti tra i quali il premio Andersen nel 2013 come miglior illustratrice.
«Io sono quell’Ulisse, figlio di Laerte, famoso in tutto il mondo per l’astuzia, perciò piangevo quando il cantore raccontava della guerra. C’ero.»
Raccontata da
Carola Susani con illustrazioni di
Lucia Scuderi
Carola Susani, accompagnata dalle belle illustrazioni di Lucia Scuderi, racconta con passione e rigore il grande poema omerico: il lungo, atteso, travagliato ritorno a casa di Ulisse dopo la vittoria sui Troiani e la sua lotta contro i proci a Itaca.
ISBN 978-88-98519-36-1
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ha pubblicato libri per grandi e per ragazzi. L’ultimo suo romanzo per grandi si intitola Eravamo bambini abbastanza ed è uscito nel 2012 per Minimum fax; per ragazzi ha scritto Il licantropo (Feltrinelli, 2002), Cola Pesce (Feltrinelli, 2004), Miti romani (laNuovafrontiera Junior, 2013), Susan la piratessa (Laterza, 2014), Eneide (laNuovafrontiera Junior, 2015). Insegna a scrivere storie agli adulti e ai bambini. Ha due figlie, Clara di quindici anni e Nina di nove.
ISBN 978-88-98519-36-1
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