Silvina Ocampo Felisberto Hernández
ISBN 978-88-8373-275-1
9 788883 732751
laNuovafrontiera
€ 16,00
ISBN 978-88-8373-275-1
© Fundación Felisberto Hernández
Felisberto Hernández (Montevideo 1902 - 1964), pianista e scrittore, è stato uno degli autori più importanti della letteratura ispanoamericana del XX secolo. La pubblicazione, nel 1942, di Ai tempi di Clemente Colling segna una svolta nella sua vita e lo porta ad affiancare al pianoforte la macchina da scrivere. Seguono Il cavallo perduto (1943), Nessuno accendeva le lampade (1947), Le Ortensie (1949), La casa allagata (1960) e Terre della memoria (1966).
Terre dellaCRUDELTÀ memoria UN’INNOCENTE
“Ora sono trascorsi alcuni istanti in cui l’immaginazione, come un insetto notturno, è uscita dal salotto per ricordare i sapori dell’estate ed è volata a distanze che nemmeno la vertigine o la notte conoscono. Ma neanche l’immaginazione sa chi è la notte, chi sceglie dentro di essa i luoghi del paesaggio, dove uno zappatore dissoda la terra della memoria e la semina di nuovo.” Nei tre racconti che compongono la raccolta – Ai tempi di Clemente Colling, Il cavallo perduto e il postumo Terre della memoria – l’autore uruguayano percorre gli impervi sentieri del ricordo e della memoria e indaga la materia oscura che porta alla loro formazione ed evocazione perché, come dice lui stesso, “non credo […] di dover scrivere soltanto di ciò che so, ma anche del resto”.
Felisberto Hernández
TERRE DELLA MEMORIA “Felisberto Hernández è uno scrittore che non somiglia a nessuno: [...] si presenta ad apertura di pagina come inconfondibile.” Italo Calvino
“Non avendo del tutto smesso di essere chi ero e non essendo colui che ero destinato a essere, ebbi il tempo di soffrire angosce molto particolari. Tra la persona che sono stato e la persona che stavo per essere, ci sarebbe stata una cosa in comune: i ricordi. Ma i ricordi, in quanto appartenenti alla persona che sarei diventato, pur conservando gli stessi limiti visivi e una organizzazione dei dati simile, avrebbero avuto un’anima diversa. Alla persona che sarei diventato cominciava a spuntare il sorriso dell’usuraio davanti alla valutazione dei ricordi fatta da chi va a impegnarli. Le mani dell’usuraio dei ricordi soppesavano un’altra loro qualità: non il passato personale, carico di sentimenti intimi e particolari, ma il peso del valore intrinseco.”