Tribuna magazine 2018 03

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Anno 3 - N 3 - marzo 2018 - Euro 3,00

ph Appiani

Mensile di approfondimento di Treviglio e Gera d'Adda

SOLIDARIETÀ, APPLAUSI PER I DONATORI AVIS LAVORI PUBBLICI: LA CITTÀ SI RINNOVA

UNA DOLCE MOVIDA


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EDITORIALE Dalle piazze ai locali new wave

Nell’era dei social Treviglio resta sì al passo con i tempi, ma non dimentica gli spazi di aggregazione, quella vera. Quella che non si nasconde dietro la tastiera di uno smartphone. Nella nostra bella città i luoghi di aggregazione, sia pubblici sia privati, stanno diventando sempre più importanti per la vita della comunità. Il restyling di varie zone di Treviglio non comprende solo l’aspetto estetico, ma tiene conto anche della tecnologia, come dimostrano i lavori di piazza XXV Aprile dove sistemi hi-tech si fondono in uno spazio “smart”. Non dimentichiamo poi il restyling di Piazza Setti, in via di ultimazione, che renderà la zona vicino al centro storico uno spazio multifunzionale che potrà fungere da nuovo fulcro della vita cittadina. Proseguono a gonfie vele anche gli interventi al nuovo polo fieristico perché Treviglio non dimentica anche la necessità di avere uno spazio fiera che servirà sì come centro di esposizione e come padiglione, ma anche come un luogo “relazionale”. Spazi pubblici quindi, ma non mancano certo quelli privati: grazie al coraggio d’investire di giovani imprenditori che hanno aperto nuovi locali di tendenza la città sta vivendo una vera e propria new wave! Alessandra Portesani

Paolo Gatti, amministratore di Treviglio Futura

TRIBUNA MAGAZINE Mensile di approfondimento di Treviglio e Gera d'Adda

EDITORE

ph Paolo Riva

Tribuna srl Viale del Partigiano, 14 - Treviglio (BG) www.tribuna.srl - info@tribuna.srl Tel. 0363 1971553 - redazione@tribuna.srl Amm. Delegato Angelo Bertolini

DIREZIONE

Direttore responsabile e coordinatore Alessandra Portesani

Anno 3 - N 3 - marzo 2018 - Euro 3,00

REDAZIONE

Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 6/16 del 19/04/2016 Anno 2° - N. 3 - MARZO 2018

Daniela Invernizzi, Daria Locatelli, Daniela Regonesi, Rosanna Scardi e Cristina Signorelli

VIGNETTE Bruno Manenti

COPERTINA

(ph) Enrico Appiani / Davide Martoscia

HANNO COLLABORATO Gaia Bonomelli, Gianluca Buono, Stefano Dati e Cristiana Ghione

UFFICIO MARKETING Roberta Mozzali tel. 0363 1971553 - cell. 338 1377858 commerciale@tribuna.srl

STAMPA

ART DIRECTOR Davide Martoscia

Laboratorio Grafico, via dell’Artigianato, 48 Pagazzano (BG) - Tel. 0363 814652

GRAFICA PUBBLICITARIA

DISTRIBUZIONE

Antonio Solivari

Giulio Ferri

FOTOGRAFIE

Enrico Appiani, Luca Cesni

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Pasticceria


SERVIZIO SPECIALE

LAVORI PUBBLICI

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TREVIGLIO VIVE UNA NEW WAVE

13 INCHIESTA /Un’agorà hi-tech 18 PIAZZA SETTI /A breve il taglio del nastro 20 NUOVA FIERA /Un progetto per dare lustro alla città

MANIFESTAZIONI

22 RIEVOCAZIONE /L’11 marzo si grida al miracolo 24 BENEMERENZE /Applausi per otto illustri cittadini 28 AVIS /Tutti i donatori premiati

FOCUS

32 APPROFONDIMENTO /Il garante degli animali 34 SPECIALE DONNA /Una storia a lieto fine 36 QUESTIONE PASSAPORTI

GRUPPI E ASSOCIAZIONI

DI TUTTO UN PO’

LA GERA D'ADDA

38 ECONOMIA /"Risorse" 40 I MOODY /Una band “Oltre le apparenze” 43 PALLANUOTO /Presentazione ufficiale

44 EVENTO /Puliamo il bosco 47 SOCIAL /Ecco il “Vero A-More”! 48 PERSONAGGIO /Un racconto da pelle d'oca 50 TEATRO FILODRAMMATICI /Lezione anti bullismo 51 QUESTIONE AMIANTO

52 CASSANO /Volley, una grande famiglia 53 CASSANO /Danza, 40 anni di successi 54 CASSANO /In Asia per raccontare il dolore e la vita 58 CALVENZANO /Una rassegna teatrale speciale


TREVIGLIO VIVE UNA NEW WAVE

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SERVIZIO SPECIALE

Continua ad aumentare il numero degli esercizi pubblici che sono passati da 137 del 2008 ai 158 del 2017 di Rosanna Scardi

Treviglio è una città sempre più vitale sia di giorno sia negli orari serali, tanto da intravedere una vera new wave per il numero e la particolarità dei suoi locali. Il successo per i punti di ritrovo è costante in ogni mese dell’anno, non solo durante la bella stagione. Lo dimostra l’aumento, continuo, dei pubblici esercizi che sono passati da un totale di 137 del 2008 ai 158 dell’anno scorso (mentre erano 152 nel 2016). L’offerta è sempre più specifica e qualificata, studiata per attrarre una clientela particolare o soddisfare nuove esigenze, proprio come accade nelle grandi città. Spesso le attività si trasformano in vere aziende e i commercianti si fanno concorrenza puntando su prodotti all’avanguardia e di qualità, sulla formazione dei dipendenti, l’atmosfera e gli arredi del locale. I bar e caffè sono passati da 68 a 73. Tuttavia, il dato è parziale: le tabelle separano, infatti, bar pasticcerie e bar gelaterie, che spesso offrono accanto a torte e coni, anche cappuccini, alcolici e cocktail di ogni tipo: in città ne esistono 9, prima erano 5. Chi volesse, invece, passare la serata a sorseggiare un calice di rosso in un wine bar o in un’enoteca, i più giovani che amano trascorrere la serata in compagnia in una birreria o al pub, oppure le signore che si concedono una mattinata a chiacchierare con le amiche, tra una commissione e un’altra, in una caffetteria o sala da the, possono oggi scegliere tra 8 proposte, rispetto alle precedenti 5. I bar gastronomici, ossia quelli che propongono anche panini, tramezzini e piadine, spesso frequentati da studenti o lavoratori abituati a pause veloci, sono 17, due unità in più rispetto al 2008. A questi va aggiunto il bar della piscina comunale. A dispetto della crisi nei consumi, si esce di più anche per pranzare o cenare, magari per festeggiare compleanni, ricorrenze o altre occasioni speciali.

L’incremento dei pubblici esercizi riguarda, infatti, anche i locali con cucina, che comprendono i ristoranti raffinati e le trattorie o osterie con un menù composto da specialità del territorio: erano 29 dieci anni fa, oggi la scelta cade su 37. Le pizzerie si confermano un’attività che non subisce le mode tanto da essere quasi raddoppiate, passando da 6 a 10. Solo un locale offre una cucina tipica lombarda, mentre tavole calde, self service e fast food sono scesi da 4 a 2. Nel centro si concentrano 61 dei 158 pubblici esercizi complessivi (due in meno rispetto al 2015). Erano 46 nel 2007: si tratta di 30 tra bar e caffè (scesi se si raffronta il dato del 2015 quando erano 34 e del 2014, 31) contro i 26 del 2007, 5 bar pasticcerie e bar gelaterie (3 in più), 3 tra wine bar o enoteche, birrerie, pub, caffetterie o sale da the (solo un locale in più rispetto al 2007), mentre sono restati 5 i bar gastronomici. Per la categoria dei locali con cucina, sempre nel cuore della città, sono passati da 10 a 16 i ristoranti, trattorie e osterie (stesso dato nell’ultimo triennio), mentre sono 2 le pizzerie, solo una in più. Ma c’è un’unica nota dolente. Nessun imprenditore o esercente ha deciso di av viare l’anno scorso discoteche, club notturni, piano o american bar, oggi completamente assenti.

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SERVIZIO SPECIALE

LA PAROLA A CHI HA INVESTITO CREDENDO NELLE PROPRIE IDEE PAOLO RIVA - “QUI SPERIMENTIAMO GUSTO E INNOVAZIONE” In bella vista sul bancone c’è una décolleté rossa in cioccolato custodita in una teca. Tuttavia, la pasticceria Paolo Riva non attrae solo i golosi. Il locale di viale De Gasperi è scelto per colazioni, pranzi, aperitivi e, dall’introduzione della torrefazione, si può fare il “giro del mondo in una tazzina”, provando ogni giorno uno dei 14 tipi di espresso. Inaugurato nel novembre del 2013, il locale trevigliese è oggi una vera azienda. I dipendenti sono passati da una decina agli attuali trenta. Prima dell’avvio, Paolo Riva gestiva una pasticceria classica a Lovere. «Il mio desiderio era far gustare qualcosa di mio nel modo corretto, nel momento e alla temperatura giusta, con un’atmosfera che esaltasse il gusto, coccolando il cliente», tiene a sottolineare il titolare della rinomata attività. A colpire il palato sono capolavori in formato mignon come i pasticcini, oltre a marmellate, gelato e ben diciotto tipi di brioche, quaranta invece i vari tipi di cioccolatini, al caramello, al rosmarino e alla nocciola, le “Paolline”, sfere di cioccolato bianco ripiene allo zabaione oppure le “Nocciole alla Paolo”, tostate e caramellate con una spruzzata di cioccolato bianco e lampone essiccato, il pasticcino con marzapane, fondente e noce, le tavolette al the verde. L’ultima novità sono i cake e i babà in vasocottura, una tecnica che consente di cuocere i prodotti nei vasetti di vetro, mantenendoli sottovuoto e senza conservanti, la torta “Mordorè”, rivisitazione della “Foresta nera”, ma senza farina, le uova di Pasqua senza lattosio, dove a dare il colore sono fragola, frutto della passione e mandorla miscelati al cacao. (R.S.)

VINOTECA - “ARRIVANO CURIOSI E APPASSIONATI” Ci sono i cosiddetti winelover, ovvero i consumatori appassionati alla ricerca di etichette prestigiose e di nicchia, e poi ci sono i curiosi. La “Vinoteca” di viale Montegrappa ha conquistato una clientela dai 30 ai 50 anni, sia maschile, sia femminile, tra esperti e

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giovani che chiedono consigli al proprietario, Gabriele Ariemma. «Mancava un locale di questo tipo a Treviglio, una volta trovato lo spazio giusto, mi sono buttato nella nuova iniziativa imprenditoriale e devo dire che ha funzionato – ci racconta il proprietario –. Oggi il vino supera la birra, c’è una enocultura e sorseggiare un calice di rosso è il miglior modo per esprimere convivialità e stare in compagnia». Avviata nel settembre del 2014 e aperta nel fine settimana fino all’una di notte, la vineria è il luogo ideale per gustare aperitivi, cene e dopocene. Considerato l’ambiente familiare e accogliente, c’è chi la sceglie anche per festeggiare il compleanno insieme agli amici. Le cantine possono essere eccellenze come la Nino Negri della Valtellina con una storia ultracentenaria o la Antinori nelle colline del Chianti che si dedica alla produzione vinicola da più di seicento anni. «Ma diamo spazio anche a produttori meno conosciuti e di alto livello, sempre mantenendo un buon rapporto qualità prezzo», tiene ad aggiunge Ariemma. Il vino è accompagnato da taglieri di salumi e formaggi, tartare, pizze e crostoni, oltre a prelibatezze come la cosiddetta “Regina di Marca” ovvero la sopressa trevigiana, unita alla lonza di maiale con pepe di Szechuan. Per gli amanti dei super acolici c’è una selezione accurata di whisky, rum, cognac, oltre a grappe e Genepy Valdotaine in vendita anche sfuse. (R.S.)

BARRAQDA - “DALLE MOTOCILETTE ALLA BUONA CUCINA” L’ultimo locale trevigliese è una novità nazionale. Barraqda in via Bergamo è sia ristorante sia l’unica filiale in Italia della più grande azienda al mondo di noleggio e viaggi in moto, la “Eaglerider”. I titolari sono Marco Colleoni e Augusto Dapri che hanno individuato la collocazione più strategica, tra gli aeroporti di Linate e Orio al Serio, per i turisti che scelgono di girare il Belpaese su una Harley Davidson. Ma le particolarità sono date anche dal ristorante, inaugurato lo scorso novembre. Nonostante lo stile sia americano e a tema anche negli arredi, non trovi hamburger o piatti da steak house, ma lumache brasate con purè alla clorofilla e noci, ravioli di guancia di manzo, tagliata di puledro, caciucco alla livornese. «Le specialità sono ri-


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cercate, serviamo la tradizione culinaria mediterranea con un ottimo rapporto qualità-prezzo e questa è la nostra forza», afferma Colleoni, che ha fatto la gavetta per vent’anni nel ristorante stellato di famiglia, il San Martino. Altra peculiarità, l’orario. La cucina di Barraqda è attiva da mezzogiorno a mezzanotte, eccetto la domenica a pranzo, con possibilità di gustare una cotoletta alla milanese nel cuore del pomeriggio. E farsi gli occhi nel negozio accanto, aperto pochi mesi prima. «I nostri noleggiatori sono soprattutto americani, ma provengono anche da Emirati e Russia, prima di volare soddisfatti a casa, non mancano di chiudere i loro tour con una bella cena in compagnia», conclude Colleoni. (R.S.)

PATTY E SELMA - “TRA OTTIMI LIBRI E GUSTOSE TORTE” Fare merenda o gustarsi un brunch sfogliando una rivista o leggendo un libro, seduti comodamente su una poltrona, attorniati da quadretti e mug. Oppure studiare e fare i compiti davanti a una tazza di the. S’ispira alle cakery del Nord Europa, “Dolcetti di Patty e Selma”, locale dal gusto vintage, inaugurato in via Mozzali nell’ottobre del 2013 dalle sorelle Chiara e Michela Filicetti, di Grezzago, nel Milanese. «Avevamo viaggiato molto, a colpirci erano le caffetterie scandinave, dove puoi rilassarti e passare molto tempo, una via di mezzo tra un bar e una biblioteca», racconta Michela. Le due ragazze si sono lanciate nella nuova avventura, unendo un’altra loro passione, le torte. Ogni giorno realizzano cheese cake, dolci vegan e morbidi alle carote, muffin e crostate. Chi vuole può fare colazione all’inglese a base di uova e bacon o pranzare scegliendo tra i diversi tipi di baggel o panini farciti. Ma soprattutto ci si può rilassare nel locale che è aperto dalle 10 alle 18.30, con la sola eccezione del giovedì fino alle 22. «La nostra clientela è composta da giovani, per lo più studenti, liceali e universitari, che da noi trovano la giusta atmosfera per concentrarsi – precisa Chiara –. Nessuno li manda via, ci siamo ispirate alla catena Starbucks dei primi anni Duemila, ma in versione mini, e ha funzionato». Una curiosità, perché il nome Patty e Selma? «Quando creavamo dolci per gli amici, ci prendevano in giro para-

gonandoci alle sorelle zitelle di Marge Simpson, una volta avviato il locale, abbiamo tenuto il “marchio”, è il nostro portafortuna», sorridono. (R.S.)

PANARARI - “UN AMBIENTE MOLTO FAMILIARE” Poche specialità, ma di ottima qualità e realizzate nel migliore dei modi. Questa la filosofia di Alberto Panarari che ha aperto la sua nuova pasticceria in viale Ortigara nel luglio del 2017, allargandosi rispetto al precedente locale e aggiungendo la caffetteria. «Chi entra perché vuole gustarsi un espresso, assaggia una pasta o una brioche e, viceversa, una consumazione trascina l’altra – spiega il titolare –. Ho voluto adeguarmi ai tempi, specializzandomi in ciò che so fare meglio, torte, dolci, cioccolatini e gelati, senza addentrarmi in aperitivi, pranzi o cene, non voglio spostarmi dal mio settore». La clientela è eterogenea, va dalle famiglie ai giovanissimi, ma la parte del leone la fanno i lavoratori che vogliono regalarsi una colazione veloce o chi ha bisogno di staccare dalla routine concedendosi una pausa in dolcezza. Particolare il locale con il laboratorio a vista, tipico della tradizione nordeuropea. «L’idea mi è venuta facendo una crociera in Nord Europa, ma anche dai cooking show televisivi, al cliente piace vedere come si preparano i prodotti – aggiunge il pasticcere, che è originario di Brignano –. Un’altra intuizione è stata il servire nei vassoietti che creano familiarità, danno un senso di libertà nel muoversi». In esposizione si possono trovare pasticcini e biscotti di ogni forma e gusto, torta ai tre cioccolati, ciambelle, pan di spagna e prodotti senza lattosio, come la rinomata “color cake”. Aperto fino alle 21, d'estate alle 23. (R.S.)

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SERVIZIO SPECIALE

“Locali di qualità e in costante crescita”

Abbiamo intervistato l’assessore Beppe Pezzoni che ha confermato l’aumento dell’offerta di esercizi pubblici nella nostra città di Rosanna Scardi

Non un’esplosione, ma una crescita costante e di qualità. Aumenta e si consolida l’offerta di locali per la somministrazione di alimenti e bevande a Treviglio.

A dare una spiegazione del trend positivo è l’assessore al Commercio, Beppe Pezzoni. Assessore, il 2017 vede una presenza di 158 esercizi pubblici, di cui 61 nel centro. Nel 2008 erano rispettivamente 137 e 47. Cosa favorisce questo dinamismo? In un periodo caratterizzato dalla crisi nei consumi e da tante chiusure, si assiste al consolidamento della rete, i locali si qualificano per la loro particolarità, un’offerta ottima e sempre più specifica. Non si tratta di semplici bar dove bere un caffè, aperti in modo improvvisato, ma di luoghi di ritrovo che propongono prodotti innovativi, una gamma di servizi che prima non esisteva, tendono a conquistare una determinata clientela, a volte si crea un circolo, una fidelizzazione, sono il posto giusto per quel tipo di pubblico. Chi ha un’idea e si pone un obiettivo, porta a casa il risultato. La percezione di una città vitale, sempre più appetibile anche per chi proviene dai paesi limitrofi, riguarda tutto l’anno?

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Certo. Del resto, nessuno si sarebbe mai immaginato tempo fa di imbattersi in tanta scelta negli orari serali. Oggi si possono trascorrere momenti piacevoli anche nei mesi che invogliano meno a uscire. L’appuntamento estivo dei “mercoledì al chiaro di luna” con i negozi aperti e l’intrattenimento che invoglia allo shopping, serve a far aprire gli occhi sulla città. Una strategia che viene ribadita quando mi siedo al tavolo con i rappresentanti del Distretto urbano del commercio, gli artigiani, gli imprenditori, i professionisti e che si consolida nell’aiuto reciproco, potenziando un’offerta commerciale a 360 gradi. Quanto conta la collocazione di Treviglio, tra gli aeroporti di Orio al Serio e Linate e vicina alla Brebemi? Molto, lo dimostra l’idea di Barraqda, il locale aperto da Marco Colleoni e Augusto Dapri in via Bergamo. I due titolari hanno dimostrato come anche un mercato di nicchia – in questo caso il noleggio delle Harley Davidson affiancato da un ristorante con cucina aperta per 12 ore – se avviato nel luogo giusto e con spirito imprenditoriale può fruttare, aprire una strada nuova. Non a caso la famiglia Colleoni gestisce il San Martino e il Marelet, oggi i locali più internazionali di Treviglio, e non ha mai avuto paura di confrontarsi con la concorrenzialità degli alberghi di Milano.


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Quali saranno le prossime mosse dell’amministrazione comunale? I mercoledì sotto le stelle avranno un’appendice al sabato sera in piazza Setti che, una volta inaugurata, offrirà degli “spot” a cui stiamo lavorando, come manifestazioni e spettacoli, appetibili per tutti. A suo parere il volto della città sta cambiando? Eccome, sarebbe utile confrontare l’immagine di piazza Insurrezione di qualche anno fa e l’attuale. Di recente, hanno aperto un kebab, un negozio di moda giovanile e in primavera sarà inaugurato il Caffè Rimembranza, una nuova caffetteria, pasticceria e cocktail bar, con un’offerta particolare e adatta a ogni momento della giornata, da mattina a sera. I titolari sono Sara Redaelli e il marito Andrea Bertelli, che gestivano la gelateria Violetta in via Sangalli. Il loro progetto consiste nel riaprire lo stesso caffè che esisteva dalla fine dell’Ottocento, un luogo di riferimento che è rimasto nel cuore della comunità, ristrutturando uno spazio storico del Comune e mantenendo l’insegna originale.

Classe Eleganza Prestigio

Appartamenti e Attici Prezzi Interessanti

Come vede il futuro di Treviglio? Stiamo percorrendo la strada corretta. Il progetto del volano economico, in progressivo miglioramento, sarà un elemento costante anche della prossima programmazione, così da costruire insieme un’offerta che, nella proficua relazione tra imprenditoria privata e iniziativa pubblica, renda la nostra città sempre più smart, interessante e attrattiva. Una curiosità, lei quale locale frequenta con più piacere? Posso solo confermare che li giro tutti.

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INCHIESTA

ARRIVA LA PRIMA PIAZZA HI-TECH I lavori per il restyling di piazza XXV Aprile partiranno a marzo di Daniela Invernizzi

I lavori per la trasformazione di piazza XXV Aprile, posta alla fine di via Matteotti, partiranno verso la metà di marzo. A confermarlo è l’assessore ai Lavori pubblici Basilio Mangano, il quale ha specificato che la piazzetta, oltre che pedonale e dotata di verde e panchine, diventerà anche “smart”, ovvero fornirà colonnine per la ricarica del cellulare e sarà coperta dal servizio wi-fi. Un deciso cambio d’immagine che si inserisce nella volontà di allargare la zona pedonale e riqualificare un’area del centro poco gradevole. La piazzetta oggi è occupata da parcheggi e da sei bancarelle di ambulanti di generi alimentari, i quali saranno costretti a traslocare nell’area di piazza Cameroni già pre-

disposta per il mercato. Una decisione che ha fatto storcere il naso non solo agli ambulanti stessi, ma anche ai numerosi fruitori, che nell’ubicazione centrale e strategica delle bancarelle trovavano un servizio di indubbia comodità. Ma nonostante le proteste ormai il trasloco è imminente. Si tratta della realizzazione di un progetto già approvato dall’Amministrazione Pezzoni, sul quale la commissione per il commercio aveva espresso parere favorevole nel 2016. «Lo spostamento degli ambulanti in piazza Cameroni è da ricondurre al potenziamento dell’area mercatale, come espressamente indicato nella delibera di Giunta del 30 settembre 2015 – spiega Giuseppe Pezzoni – es-

sendo questa già sede del mercato dei produttori agricoli del mercoledì e del mercato settimanale del sabato e disponendo di un’area appositamente attrezzata anche sotto il profilo igienico-sanitario». Dopo il rifacimento delle sottostrutture, la piazza avrà una pavimentazione in porfido che si estenderà fino a piazza Garibaldi, ampliando così l’area pedonale. Inoltre sarà dotata di una fontana a raso, alberi e panchine smart. La viabilità non cambierà: sarà ancora possibile percorrere via Matteotti per poi risalire via XXV Aprile verso viale Filagno. Il costo dell’opera è di 180mila euro, in parte finanziato dalla Regione. I lavori dovrebbero concludersi per l’inizio dell’estate.

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INCHIESTA

Addio agli ambulanti, costretti all'ennesimo spostamento

Siamo andati a raccogliere i loro commenti alla vigilia del fatidico trasloco di Daniela Invernizzi

Tutti d’accordo per la nuova piazzetta, tranne gli ambulanti, costretti all’ennesimo spostamento. Siamo andati a raccogliere i loro commenti alla vigilia del fatidico trasloco. «Non sono affatto contenta – ci dice Sonia

Elvira Pirovano e Andrea Foglio

Barbaro, ambulante di frutta e verdura – perché molti clienti ci hanno già detto che in piazza Cameroni non verranno. Tenga presente che la nostra abituale clientela è composta da anziani che abitano nel centro storico e che non hanno i mezzi per arrivare fino a là, tantomeno hanno le forze per farsi una scarpinata. Molti si sono lamentati con noi, perché lo

Maria Teresa Levati

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considerano un disservizio. In effetti in centro non rimane più niente. Ci sono sempre meno negozi di alimentari». «Il mercatino è nato per stare nel centro della città, anche perché attira altre persone, è un servizio. Spostarlo in piazza Cameroni sarà anche più funzionale, ma cambia totalmente, Marco Ghezzi e Sonia Barbaro anche se in linea d’aria non è così distante. Anche i nostri clienti si sono mento. Questo ennesimo trasloco ci lamentati» dice Andrea Foglio, tito- costringe a ricominciare da capo… lare della rivendita di formaggi. Gli per l’ennesima volta. Nessuno mi fa eco Elvira Pirovano, che lavora ripaga di queste perdite». Conferma con lui: «Sono preoccupata, perché il disagio anche Mariateresa Levati, ho appena trovato questo impiego titolare dell’altra bancarella di frute se ci trasferiamo e non lavoriamo ta e verdura: «Anche alcuni dei miei più, lo perderò clienti hanno di nuovo. La detto che non nostra paura verranno. Io è solo questa: penso che sia che la gente giusto mettere non venga più a posto la piaznella nuova za, ma si poteva ubicazione». anche pensare «Non è una ad un’altra sopaura immotiluzione per noi, Silvio Rozzoni e moglie vata – rimarca lasciandoci in Sonia –: pensi che avevamo perso centro. E poi non è vero che siamo clienti anche nel semplice passaggio comodi solo per gli anziani; molte da piazza Garibaldi (da dove il mer- persone che vengono in centro per catino era stato spostato per il rifa- lavoro, o per andare in municipio, o cimento della piazza e dell’ex Upim, in banca, passavano di qui e trovavandr) a questa piazzetta: e sono pochi no assai comodo fare la spesa al volo, passi! Eppure qualcuno non è venuto trovando in un unico luogo il macelpiù. Questo ci dice quanto siano abi- laio, il fruttivendolo e il formaggiaio. tudinarie certe persone, soprattutto Là invece bisogna andarci apposta. se anziane e con problemi di sposta- Allora uno va al supermercato, già


che c’è. Per come la vedo io, viene tolto un servizio alla città». Dubbi anche sulla sistemazione in piazza mercato: «Sono costretto ad andare nel posto che occupo anche il sabato, quando c’è il mercato “grande”, solo che negli altri giorni mi passeranno davanti le macchine, perché, oltretutto, lì c’è un parcheggio!». «Non so se ne avremo un danno o meno – dice Silvio Rozzoni, storico macellaio ora titolare del bar prospiciente la piazza –, di certo ci dispiace molto per lo spostamento. Abbiamo anche tentato una raccolta firme, circa un migliaio, ma non è servito. Ci dispiace per loro, perché offrivano un servizio. Magari per noi non cambierà nulla. Anzi, se la piazza si abbellisce, anche il bar acquisterà pregio. Ma speriamo che non diventi sede di bivacchi vari. Occorrerà la giusta vigilanza. Certo, il mercatino portava gente, per noi e per loro». D’accordo per lo spostamento degli ambulanti, ma critico su altri versi, anche Alessandro Frecchiami, titolare del negozio “Il corniciaio”, sito a pochi passi: «Sì al rifacimento della piazza, perché così è proprio brutta. Ma con qualche dubbio: non c’erano altre priorità di spesa? E se proprio “s’ha da fare”, perché non mettere una bella scultura invece della fontana? Sono trent’anni che a Treviglio non si fa niente del genere. Infine, sì allo spostamento degli ambulanti all’interno dell’area mercato, senza dubbio più adatta; ma allora facciamolo in maniera seria, riqualificando la stessa in modo che diventi sede di un mercato permanente, un luogo vivo e nevralgico della città, un vero punto di riferimento per la spesa. Non tre bancarelle con le macchine che parcheggiano lì davanti. E nell’edificio avrebbe più senso inserire negozi di alimentari o simili, anziché la Pro Loco e le altre associazioni: quelle sì, dovrebbero stare in centro!».

Parte il progetto per bimbi da 0/3 anni “Le esperienze nella Natura”; mattinate trascorse all’aperto in armonia con la natura, con gli orti e attività stimolanti.

Si dormirà all’aperto su tende appese agli alberi

Treviglio - Via Casirate Vecchia, 13 www.lacasadielisa.it info@lacasadielisa.it IL MAGAZINE DI TREVIGLIO E GERA D’ADDA

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SICUREZZA (IP)

SGI: innovazione e flessibilità a 360° Un’unica società, multidisciplinare e in grado di supportare la aziende per ottemperare a tutti gli adempimenti legislativi sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. E in più c’è il fiore all’occhiello, un Safety park all’avanguardia per l’addestramento dei lavoratori. La S.G.I. (Sistemi Gestione Integrata), con sede a Fornovo San Giovanni, in via Marconi, è un’azienda dinamica e innovativa. Il suo punto di forza consiste nel saper fornire un servizio a 360 gradi, flessibile, adatto alle esigenze di qualunque tipo di impresa, senza che ci si debba rivolgere a più esperti. I clienti sono oltre 300 in tutta Italia, più alcuni stranieri per le attività svolte in Italia. I settori sono: la sicurezza sui luoghi di lavoro – tra i tanti, la valutazione sul rischio del rumore, quello chimico e biologico o legati allo stress correlato alle mansioni –, la formazione garantita da uno staff che comprende ogni tipo di professionista, la gestione dei cantieri, la sorveglianza sanitaria, la tutela ambientale e la gestione rifiuti, ed i sistemi gestionali. Fonda-

ta nel 2003 e forte di una ventina di dipendenti, ai quali vanno aggiunti i collaboratori esterni, la S.G.I. è gestita dalle sorelle Ileana e Chiara Cattaneo. «Siamo talmente strutturati da poter offrire un servizio a un negozio come una panetteria fino a un’industria che può essere chimica o di qualunque altro tipo – precisano le titolari –. Il proprietario che si rivolge a noi avrà un’analisi iniziale della situazione con verifiche sul posto, una volta elaborato il documento di valutazione dei rischi e il programma di sorveglianza sanitaria, il cliente si interfaccerà sempre con le stesse figure: per noi contano la fidelizzazione e la professionalità, garantita dal costante aggiornamento tecnico e normativo». In sede c’è anche il Safety Park o campo scuola che ospita tutte le attività pratiche, spesso con lezioni tenute da esperti esterni. Si possono seguire corsi per operatori in spazi confinati, ovvero sospetti di inquinamento, quali serbatoi, silos, cisterne; per addetti alle emergenze con un’area adibita allo spegnimento di incendi con diversi tipi di estintore, percorso a fumi da

affrontare con maschere e a ostacoli simulando una vera situazione di pericolo; corsi per l’uso di particolari attrezzature come carrelli elevatori e macchine operatrici; per i lavoratori in quota mediante funi e grazie a esperti nelle emergenze alpinistiche, per quelli preposti al montaggio, smontaggio e trasformazione ponteggi.

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RESTYLING

Piazza Setti: è quasi tutto pronto Uno spazio multifunzionale, vicino al centro storico, in modo tale da diventare un fulcro della vita cittadina di Gianluca Buono

I lavori per piazza Setti stanno finalmente per essere ultimati. Uno spazio multifunzionale, vicino al centro storico, in modo tale da diventare un fulcro della vita cittadina. Prevede una serie di arredi che dovrebbero invitare i cittadini a frequentarla: un piazzale con fontane a scomparsa, una grande area giochi nel verde, uno spazio per ospitare eventi. Nonostante alcuni ritardi, resi necessari per effettuare migliorie e seguire una cura maniacale per i dettagli, prima della fine di febbraio i 120 parcheggi saranno ultimati, ed entro primavera termineranno anche i lavori su tutta la piazza. «L’idea – spiega Basilio Mangano, assessore ai Lavori pubblici - era far sì che Treviglio fosse dotata di una piazza degna del suo nome, senza parcheggi in superficie, alla pari delle città più moderne. Quando

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ci siamo insediati avevamo un obiettivo preciso: rilanciare il centro storico di Treviglio. Piazza Setti avrà una duplice funzione: oltre al parcheggio, le iniziative si collegheranno attraverso i vicoli riqualificati del centro storico, portando benefici alle varie realtà della città. Abbiamo in atto un cronoprogramma che prevede l’ultimazione dei lavori dei parcheggi entro il 28 febbraio, pertanto dovrebbero essere aperti al pubblico per il primo giorno di marzo, mentre la fruizione della piazza potrebbe avvenire entro la prima decade di aprile. Rimangono in vendita 18 box, mentre sono stati venduti tutti i 35 posti auto: confidiamo di venderli in tempi brevi. Per quanto riguarda le critiche, bisogna dividere la strumentalizzazione politica avvenuta durante la campagna elettorale da tutto ciò che

è venuto dopo. La reazione dei cittadini è ampiamente positiva, come abbiamo registrato nei vari open-day e dall’attenzione della popolazione ai lavori. Lavori che non hanno causato disagi alla viabilità: c’è stata una grande collaborazione tra l’impresa, la società Treviglio futura, il Comune e i commercianti e associazioni. I costi, nonostante alcune modifiche, sono in linea con quanto preventivato». Un grande e innovativo progetto quindi. «Il cantiere – conclude Paolo Gatti, amministratore di Treviglio futura – dopo l’apertura dei parcheggi, prevista per fine febbraio, si restringerà fino all’apertura totale della piazza. In questa prima fase, il pedaggio sarà completamente gratuito, per poter valutare la circolazione del traffico all’interno e se necessario intervenire, avendo l’impresa ancora


vicina. Dopo la fase di rodaggio, inizierà quella di pedaggio in via definitiva. Ci sono delle migliorie significative rispetto al progetto iniziale, migliorie che hanno un costo e che abbiamo fatto per avere un risultato importante. La piazza è stata fatta per essere polifunzionale, facendo trovare sfogo ad una miriade di iniziative. Starà all’Amministrazione, alle associazioni e ai cittadini saperla animare. Il mio pensiero è che l’opera diverrà un punto di riferimento, per la qualità del costruire e dei dettagli. Per quanto riguarda le critiche (quelle intelligenti) in alcuni casi sono state uno spunto di riflessione per apportare correzioni e migliorare il prodotto finale. Con la vendita di quasi tutti i box si è poi dimostrato come la piazza risponda ad una esigenza reale. I posti auto sono stati realizzati con cura nei minimi dettagli e venduti ad un costo in linea col mercato, rappresentando quindi anche una forma di investimento. È difficile fare un parcheggio di qualità, ma noi ce l’abbiamo messa tutta per realizzare un’opera che duri nel tempo e diventi un valore aggiunto per la città».

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UN MAXI PROGETTO

Un polo fieristico per dare lustro alla città L’idea, nata con la precedente Giunta e che consente il rilancio della città, è stata portata avanti dall’attuale Amministrazione Imeri di Gianluca Buono Questa iniziativa rientra nel quadro di mandato programmatico, che la precedente Giunta Pezzoni ha attuato e che l’attuale Amministrazione Imeri prosegue, consistente nel rilancio della nostra città, che deve sfruttare la favorevole posizione di vicinanza agli aeroporti, alla BreBeMi e ai vari nodi ferroviari. Oltre ai lavori di riqualificazione del centro trevigliese (la nuova piazza Setti, la riqualificazione del vecchio Upim e di piazza Garibaldi, l’illuminazione sulla circonvallazione esterna e i più sicuri attraversamenti pedonali), gli interventi sulla viabilità, e la cura del verde pubblico, Treviglio aveva urgenza di uno spazio fiera che fosse sì un centro di esposizione, di relazione e incontro, ma che fosse anche un eccellente padiglione espositivo polifunzionale in grado di attrarre manifestazioni ed iniziative importanti. Una serie d’interventi che ha come finalità il porre Treviglio nelle condi-

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zioni di poter attirare all’interno della città investimenti importanti, sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista sociale. L’assessore Basilio Mangano ha ripercorso con noi l’iter di realizzazione del nuovo polo fieristico, che verrà portato a termine entro la fine dell’anno, e le sue caratteristiche. «L’idea è nata con la precedente Giunta – spiega l’amministratore – voleva dotare Treviglio di uno spazio fieristico consono al prestigio di una città come la nostra. La scelta di alienare l’ex foro Boario, dove si teneva precedentemente la fiera, è stata presa perché si è ritenuta l’area non più idonea, a causa della mancanza di parcheggi e per la posizione in una zona densamente abitata. Inoltre è stata tenuto in considerazione il fattore legato alla mobilità, posizionando il nuovo polo a ridosso della stazione, per sfruttare la presenza di BreBeMi e delle altre infrastrutture. La realizzazione della zona fiera ha previsto più step: il pri-

mo prevedeva di mettere a disposizione degli operatori un’area che svolgesse una funzione similare all’ex foro, ma con maggiori servizi. I lavori del primo lotto sono iniziati nel 2015, con la realizzazione del piazzale, la recinzione adibita, i relativi sotto servizi e l’illuminazione. Una volta ultimato il piazzale, nell’aprile 2016 è stato inaugurato ospitando la Fiera dell’Agricoltura, ottenendo un ottimo riscontro. La seconda tappa è stata quella di realizzazione di un padiglione espositivo, progetto che a oggi è ancora in itinere. La struttura del padiglione è stata completata, mancano solamente gli impianti e i lavori di rifinitura che partiranno verso fine marzo per concludersi entro fine 2018». L’area del padiglione toccherà i 2000 metri quadrati: nella zona centrale del piano terra sarà realizzato un salone polifunzionale di circa 1350 metri quadrati. Sul lato ovest verranno realizzati dei magazzini, locali bar e i servizi


dal 1971

igienici del salone. Su quello est verranno allocate le cucine, con servizi igienici per gli operatori ed il pubblico. Sulle due estremità dell’impianto ci saranno due piani rialzati, con all’interno uffici, locali per gli impianti e un auditorium da 99 posti con servizi igienici adibiti. La facciata che si affaccia a nord, in direzione stazione, avrà due portoni principali ed una pensilina, mentre quella retrostante sarà realizzata interamente in vetro. «I costi a oggi sono stati divisi in due parti – prosegue Mangano –. Un primo importo, per l’acquisto dell’area e la realizzazione del piazzale, per un costo complessivo di 1 milione e 800mila euro. La realizzazione a rustico del padiglione è costata 1 milione di euro, a cui si somma il mutuo da 2 milioni e 800mila euro che servirà, tra le altre cose, per la realizzazione dell’impiantistica (950mila euro), l’acquisto di un’ulteriore porzione d’area di 5000 metri quadrati (230mila euro), gli interventi sulla viabilità, le finiture del sottopasso ferroviario che arriverà sotto il porticato della nuova fiera (200mila euro, grazie ad un accordo stipulato con Ferrovie dello Stato), la realizzazione del parcheggio (950mila euro) e della strada posta sul lato est (150mila euro). Nel mese di dicembre è stata messa a bando la gara per le finiture e la realizzazione degli impianti, partendo da una base d’offerta di 1 milione e 850mila euro, che però è andata deserta. È stata indetta una nuova gara con alcune modifiche, stavolta ad inviti, rivolta a 5 imprese che già hanno collaborato col Comune di Treviglio, con scadenza il 2 marzo e apertura delle buste il 5 marzo. L’obiettivo è fornire la città di uno spazio espositivo competitivo che possa attrarre nella struttura una serie d’iniziative che sfrutti la qualità dell’impianto e la sua posizione strategica».

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MANIFESTAZIONE

“Miracol si grida!”, 240 figuranti alla rievocazione L’evento, organizzato dalla Pro Loco l’11 marzo, chiuderà i festeggiamenti per la ricorrenza patronale di Rosanna Scardi

Torna il ricordo animato più caro ai trevigliesi: 240 figuranti saranno coinvolti nella rievocazione storica “Miracol si grida!” che si rinnoverà per la diciassettesima edizione domenica 11 marzo. L’evento, organizzato dalla Pro Loco, chiuderà i festeggiamenti per la ricorrenza patronale: il 28 febbraio del 1522 Treviglio fu, infatti, salvata dall’invasione francese dopo che le lacrime sgorgarono dall’affresco della

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Vergine. «Il lavoro, impegnativo e coinvolgente per la comunità, è stato reso possibile grazie al contributo della Cassa rurale, che ha offerto anche il concerto inaugurale della Stagione di musica in Basilica, e delle aziende locali – ammette soddisfatto Giorgio Zordan, presidente della Pro Loco –. Decisiva la collaborazione dei Cantù di Martinengo per realizzare i costumi e delle compagnie di teatro dialettale Zanovello e Bonfan-

ti». Alle 15, i quattro cortei composti dalle classi più agiate, allora commercianti e agricoltori, partiranno dalle porte storiche, Torre, Zeduro, Nuova e Filagno, per confluire verso piazza Insurrezione. Ad attenderli ci saranno i contadini, indaffarati nei loro lavori in campagna, che scacceranno in malo modo una legione di soldati francesi alla ricerca di asilo e rifornimenti, impersonati dagli Amici del cavallo di Caravaggio. Un gesto che farà infuriare il generale d’Oltralpe Lautrec. I cortei si muoveranno, poi, verso piazza Garibaldi dove il popolo annuncerà il miracolo, tra il gran scampanio: l’immagine della Madonna, dipinta sul muro di Sant’Agostino, pianse per sei ore, commuovendo Lautrec che risparmierà Treviglio. I figuranti si sposteranno poi in piazza Cameroni. Monsignor Serbelloni sarà interpretato da Bruno Manenti e il generale, che avrà le sembianze di Giovanni Grippa, si spoglierà dell’elmo deponendolo davanti all’immagine sacra, mentre il popolo intonerà l’inno a Maria. L’ultimo giro sarà lungo la circonvallazione, in via Roma e si concluderà in piazza Garibaldi, dove si esibiranno gli sbandieratori di Urgnano. La regia è affidata a Gianpietro Sangaletti. Chi volesse sostenere la manifestazione può acquistare i biglietti della sottoscrizione a premi nella sede della Pro Loco.


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AMBITI RICONOSCIMENTI

Applausi per otto illustri cittadini Tra i premiati vanno ricordati anche il calciatore Giacinto Facchetti e l’attrice comica Marta Zoboli di Rosanna Scardi

Sorrisi e commozione, lo scorso 28 febbraio, giorno della festa patronale che ha visto, come da tradizione, la consegna delle benemerenze civiche del San Martino d’Oro e della Madonna delle Lacrime. «Il valore del riconoscimento è altissimo, dimostra il marcato tratto

solidale della nostra città e le capacità dei concittadini che in vari ambiti e settori si dedicano agli altri e sono impegnati nella valorizzazione di Treviglio – commenta il sindaco Juri Imeri –. Quando chiamo personalmente i designati per avvisarli e li incontro, le reazioni

Un momento della premiazione avvenuta l'anno scorso (ph Appiani)

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sono di incredulità, emozione, non si rendono conto di aver compiuto azioni speciali». La rosa dei prescelti è stata decisa da due apposite commissioni composte, tra gli altri, dallo stesso primo cittadino, dai premiati dell’anno precedente, da consiglieri e assessori. Sul loro


tavolo entro il 28 gennaio sono arrivate le segnalazioni che possono provenire da chiunque, singoli cittadini come gruppi o associazioni. Il numero varia di anno in anno. Diverso anche il carattere del premio. Il San Martino d’Oro è stato istituito nel 1979 e può essere assegnato una sola volta alla stessa persona. L’obiettivo per molti anni è stato il riconoscere il talento di un atleta, o un dirigente oppure un tecnico sportivo trevigliese. Solo dal 2013 la benemerenza è stata allargata a cittadini di residenza o adozione, inclusi enti o associazioni, che si siano distinti in più campi, tra i tanti, scienze, lettere, arti, lavoro, industria, scuola. Tra i cittadini illustri che hanno ricevuto le prestigiose targa, medaglia e pergamena vanno ricordati il calciatore Giacinto Facchetti nel 1981, i pittori Trento Longaretti nel 2013 e, l’anno dopo, Battista Mombrini, mentre nel 2016 l’onore è toccato all’attrice comica Marta Zoboli. Nel 1989 è stato, invece, istituito il premio Madonna delle Lacrime dal carattere strettamente sociale, che prevede anche un assegno: individua, infatti, studenti, enti o associazioni che aiutano i più bisognosi, dai ragazzi disabili agli anziani. Tra i vincitori del 2018, merita attenzione la storia di Elena Pettinato, segnalata da Nicoletta Sudati, dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Paolo Grossi, dove frequenta la terza media. «Ero stato a casa sua a conoscerla, vedendo il contesto familiare di questa ragazzina, che si occupa del fratello disabile e si impegna a scuola in modo eccellente – commenta Imeri –. In tempi di bullismo e ragazzi difficili, il suo è il messaggio più bello, dimostra che anche i giovani possono compiere grandi azioni».

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AMBITI RICONOSCIMENTI

PREMIO MADONNA DELLE LACRIME AGATA OLIVIERI

Già responsabile servizio di assistenza e rianimazione Ospedale di Treviglio e Romano. Nel 2014 primario del Pronto soccorso di Treviglio. Volontaria per il soccorso in occasione del terremoto in Irpinia. Volontaria per l’Opera San Francesco di Milano, cura quotidianamente una giovane paziente affetta da malattia rara (Leigh). Tempo e professionalità spontaneamente messe a disposizione di pazienti e di associazioni umanitarie del territorio che hanno trovato in lei un prezioso riferimento.

GIOVANNA CARMINATI

Con generosità e sacrificio ha assistito per cinque anni un vicino di casa anziano, disabile, non autosufficiente e soprattutto solo. Una presenza assidua e costante, oltre alle necessità giornaliere, anche per l’accompagnamento alle visite specialistiche, ai rapporti con i medici, all’acquisto dei medicinali. Vero esempio di solidarietà umana, civile e cristiana. Gli operatori dei servizi sociali e gli altri vicini di casa ne sono testimoni.

GIACOMINA PALA FORGIA

Raccogliendo il testimone da Mariella Comotti, in collaborazione con la Parrocchia di San Pietro, organizza con efficienza e disponibilità progetti d’integrazione nella scuola di bambini con maggiore difficoltà. Con silenziosa dedizione e singolare sensibilità ha saputo coinvolgere molte persone nel lavoro di volontariato per una corresponsabilità educativa. Il tutto a favore della crescita e dell’integrazione, dell’intercultura soprattutto dei bambini più svantaggiati o con cittadinanza non italiana, ma che appartengono alla società tutta.

ELENA PETTINATO

Frequenta la 3^C della secondaria di I grado Grossi. La segnalazione è per meriti relativi allo studio e per la dedizione ai compagni più svantaggiati. È una ragazza che si applica con costanza e intelligenza ottenendo sempre esiti scolastici molto positivi. Fa parte dell’orchestra Grossi e dell’orchestra giovanile di flauti di Treviglio. In classe è sempre disponibile a dare una mano a chi ha più bisogno, sostiene con sollecitudine e delicatezza i compagni più in difficoltà. Con serenità, affetto e dedizione ammirevoli si affianca al fratello gravemente disabile.

BENEMERENZE CIVICHE SAN MARTINO D’ORO SILVIO GELMI (09/02/1942) Trevigliese, classe 1942, commerciante. Tra i negozi più antichi di Treviglio. Un’attività che risale a fine ottocento, mentre l’attuale negozio è posto in via Verga dal 1905. Nel 1981 contribuì a fondare le Botteghe del Centro. NICOLETTA DEPONTI (10/09/1960)

A soli 17 anni incomincia la sua prima esperienza radiofonica a “Radio Liberty” di Treviglio. Nel 1990 entra a far parte del team di “Rtl 102,5”. Premiata per ben quattro volte come migliore dj donna, ha raccontato molti Festival di Sanremo ed è stata tra i giurati nell’edizione del 2003.

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GIANLUCA FACCHETTI (18 anni) Plurivittorioso nelle categorie giovanili, nel 2016 ha vinto il Campionato italiano junior 125. Nel 2017 ha dominato gli “Internazionali d’Italia” e in Estonia si è laureato campione del mondo junior classe 125. Vittima di grave incidente nel 2016 è stato capace di tornare a grandi livelli. AMANZIO POSSENTI (19/03/1935) Ha iniziato a scrivere sui giornali di Treviglio all’età di 15 anni. Già vice capo redattore e responsabile delle pagine della provincia de “L’Eco di Bergamo”, da 35 anni direttore de “Il Popolo Cattolico”. Premiato dall’Ordine Nazionale Giornalisti per i suoi 50 anni di attività.


CULTURA

Nuove esperienze con “Il museo a voce alta” Al via il progetto degli “Amici del chiostro” per valorizzare la lettura condivisa

L’associazione “Amici del chiostro onlus” presenta “Il museo a voce alta”, un nuovo progetto ideato in collaborazione con l’ufficio Cultura del Comune di Treviglio. L’iniziativa, che rientra nell’ambito delle proposte organizzate dal gruppo per valorizzare il museo civico Ernesto e Teresa Della Torre, presenta una duplice finalità: aprire lo spazio museale a sempre maggiori fruitori, stimolandone l’accesso e la conoscenza, e rendere il museo uno spazio culturale non esclusivamente dedicato alle arti visive. “Il museo a voce alta”, infatti, pone l’attenzione dello spettatore sulla lettura, proponendola, per l’appunto, “ad alta voce”: ogni primo martedì del mese i volontari dell’associazione, infatti, utilizzeranno lo spazio museale per leggere a voce alta racconti e brani di romanzo che troveranno particolarmente significativi, favorendo la relazione tra i partecipanti e lo scambio eventuale di osservazioni e di pareri al termine dell’incontro. Gli spettatori interessati potranno poi decidere di leggere successivamente il testo integrale, o di completarne la conoscenza avvalendosi degli ausili offerti dalla biblioteca di Treviglio. Sarà un’occasione per rendere viva la sala espositiva trevigliese e per intrattenersi anche ad ammirare le opere esposte. Il primo incontro, affidato alla volontaria Donata Colturani, si svolgerà martedì 6 marzo a partire dalle 16, e avrà per titolo “Com’è forte il Forte! Racconti dalla Versilia che cambia”.

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AVIS, 70 ANNI DI SUCCESSI

Il grande cuore dei trevigliesi: donazioni in aumento

L’anno scorso sono state 3.741 le sacche di sangue e plasma con un aumento di 232 unità rispetto al 2016 di Rosanna Scardi Aumenta il numero delle donazioni, ma crescono anche le sospensioni a causa delle nuove normative. E tra chi dona il sangue, a sorpresa, ci sono sempre più stranieri. Il bilancio dell’Avis comunale di Treviglio, che quest’anno festeggia il settantesimo anniversario, è emerso dall’assemblea annuale ordinaria che si è svolta il 16 febbraio al Tnt. L’anno scorso sono state 3.741 le sacche di sangue e plasma con un aumento di 232 unità rispetto al 2016, mentre l’indice di donazione pro capite si è attestato a 2,15 per donatore attivo. Lieve flessione per i donatori effettivi scesi da 1.913 agli attuali 1.861. I più generosi sono gli uomini, 1.134, 727 le donne e 92 gli stranieri, provenienti da Nord Africa,

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centrale e Albania. «Il dato è significativo, dimostra che gli immigrati si sentono parte della nuova comunità e che l’integrazione passa anche da un gesto di generosità verso una società che non li ha visti nascere», commenta il presidente Cesare Cattaneo. Le sospensioni temporanee sono state 840, ben 208 più del 2016. Un saldo negativo che è spiegato dall’applicazione del decreto ministeriale del 2015 che rivede i requisiti di qualità e sicurezza. «La causa della pausa sono soprattutto i sempre più frequenti viaggi in alcuni paesi extra europei considerati a rischio, oggi più frequenti rispetto al passato – precisa Cattaneo –. Ma anche l’insorgere di malattie e disfunzioni». La media mensile delle

mancate presentazioni alla donazione a fronte della chiamata si avvicina al 25 per cento. «È vero che il nostro è un atto volontario, anonimo e gratuito, ma è un gesto di impegno sociale e civile che richiede programmazione, quindi il “lo faccio quando ho voglia” non è più accettabile perché non risponde ai bisogni della società e del sistema sanitario – spiega il presidente –. Accade che si venga chiamati e ci si dimentichi, la seconda volta non ci si presenti. Se non manteniamo fede all’impegno con regolarità e costanza ne pagheremo tutti noi le conseguenze». Alla segreteria si presentano costantemente giovani con richieste di informazioni o per formalizzare la loro domanda di ammissione. Al 31


dicembre sono arrivate 124 domande di ammissione con 99 nuovi donatori e 73 ancora in attesa di esito. Per sensibilizzare i ragazzi, l’Avis entra nelle scuole trevigliesi: nel 2017 i volontari hanno incontrato gli alunni di 15 classi delle superiori confrontandosi con 300 studenti e altrettanti bambini della scuola primaria. Fa parte di questa attività la collaborazione con l’istituto “Zenale e Butinone” per la produzione di un progetto grafico mirato alla presentazione dell’assemblea. Un elaborato è diventato il manifesto dell’evento, mentre tutti gli altri sono stati utilizzati nelle fasi di esposizione delle relazioni assembleari. La campagna pubblicitaria che annuncerà gli eventi celebrativi sarà affidata ancora agli studenti del grafico. Dieci ragazzi hanno ottenuto le borse di studio dell’Avis, sono figli di soci, o loro stessi donatori maggiorenni.

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AVIS, 70 ANNI DI SUCCESSI

APPLAUSI PER TUTTI I PREMIATI 8 DONAZIONI RAME Aboutaleb Hicham Alabiso Salvatore Ambivero Lorena Augusta Michelina Avino Sabrina Basso Federica Ben Khadda Sara Bonazzi Valentina Brambilla Federico Brolis Andrea Brolis Claudio Brolis Greta Brunialti Selene Rachele Brusaferri Debora Camilleri Jacopo Cantoni Irene Caraffa Claudia Carminati Emelin Casirati Massimo Cassani Davide Castellani Alessandra Chiera Cosimo Domenico Confalone Antonella Conti Giulia Conti Silvia Cortesi Maria Chiara Cresci Laura D'adda Franco D'adda Michele El Bachar Ahmed Erpini Monica Ezzarad Khalid

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Fagnani Alice Falchetti Camilla Ferrandi Elena Ferri Alessandra Fontana Delia Franca Frighi Alessandro Gamba Alice Gaudiero Simona Germano' Stefania Imeri Naira Iora Paolo Giulio Isaac Ariadna Libro Gianluca Francesco Locatelli Camilla Macri' Daniele Magni Fabiana Mambretti Mauro Manzoni Eugenio Mariotti Jacopo Marone Massimiliana Massa Michelangela Minini Simone Monzio Compagnoni Luca Monzio Compagnoni Marco Ernesto Morelli Fabio Motta Roberta Mulazzani Silvia Ndiaye Abou Nembri Susanna Nozza Eleonora Orsolini Simone Oyedeji Roberto Pardi Maria Chiara

Perletti Ilaria Piazza Salvatore Pisoni Giorgia Pizzaballa Andrea Possenti Francesca Punzo Antonio Remonti Elisa Riva Eleonora Rivoltella Jessica Robecchi Katia Rota Juri Rozzoni Andrea Serena Tarchini Paola Giuseppina Toffetti Sergio Toraldo Roberto Tornielli Erica Travella Laura Tresoldi Gabriele Vavassori Marco Vicari Francesca Vignoli Alessandro Villa Nicolo' Maria Visigalli Stefano Zanda Monica Zanoni Matteo 16 DONAZIONI ARGENTO Adorni Lucy Aggio Andrea Agliardi Stefano Assanelli Sonia Francesca Baffi Daniele Ballarini Marco

Barbieri Ilaria Belloni Federico Belloni Monica Benatti Luigi Maurizio Biraghi Alberto Bonazzi Luca Budzynski Pawel Bugini Alice Bugini Moira Bugini Serena Ceruti Sara Cherubini Claudia Chiarioni Laura Cividini Emanuel Colombo Sabrina Cornelli Claudia Crippa Martina Crippa Simone D'adda Federica Daz Marco Giuseppe Donatelli Luigi El Aisaoui El Mustapha' Facchinetti Roberto Facchino Vincenzo Fanelli Sara Ferrandi Davide Ferrari Demetrio Finardi Elisa Francesca Gabbiadini Mattia Gatti Paola Fausta Giussani Nicoletta Ienna Melissa Imperiali Marco Indorante Rosario

Leoni Caterina Licata Marcello Lombardo Giovanni Luchena Massimo Maccarini Simone Macina Dana Madaudo Rosario Mangoni Barbara Margutti Paolo Martinelli Cristina Mazzaro Francesco Montalbano Filippa Monzio Compagnoni Diana Morelli Fabrizio Moriggi Desiree My Dolores Ogliari Manuela Oprandi Roberta Orsini Alberto Passoni Elisa Pennati Andrea Pirola Marta Pola Lorella Ravasi Barbara Ravizza Francesca Riva Manuel Riva Simone Raffaele Riviello Pompeo Rizzi Beatrice Romeo Attilio Rota Giuseppe Rozzoni Claudia Sandu Lenuta Schiroli Chiara


Severgnini Rita Suglia Danilo Tassi Alessandro Tomasini Gianpaolo Tortorici Deborah Ubiali Roberto Venezia Pietro Vitale Giuseppina Luciana Zicca Nicola 32 DONAZIONI ARGENTO DORATO Aldegani Sonia Anghinoni Elena Antoni Angelo Apicella Matteo Aresi Maria Anna Assanelli Gianluca Barone Domenico Benedetti Paolo Marco Betta Gaetano Bianchi Sara Bianco Antonio Bitto Enrica Blini Nadia Maria Bonati Patricia Bornaghi Stefano Bosis Donato Bressan Emma Maria Brigadieci Giacomo Butti Matteo Cagliani Elena Carlessi Monica Caverzaghi Barbara Caverzaghi Dario

Centimerio Maurizio Ceraolo Andrea Alessandro Cerea Andrea Chiodi Mara Ciociola Ciro Cogliati Fabio Antonio Conte Diana Conte Viviana Conti Gianluca Corbetta Andrea Paolo Cortesi Claudio D'adda Paolo Daniello Stefania Incoronata Dece' Marina Dellera Fabio Di Pietro Egle Dotti Giuseppe Facchetti Roberto Ferrandi Giulia Ida Fontana Francesco Gatti Ivan Genovese Antonino Ghislandi Marco Giampietro Nicola Gusmini Sara Invernizzi Alice Leoni Monica Locatelli Monica Maccapanni Laura Magni Domenico Magni Fabrizio Mancastroppa Fabrizia

Manenti Sara Manzoni Marco Marchesi Marco Marchetti Adriano Mariani Mirko Martinelli Fabio Mastrototaro Andrea Merati Livia Migliorata Alessio Minniti Antonello Motta Felicita Morena Musso Maria Antonietta Nissoli Massimo Nofroni Vincenzo Nozza Massimo Oprandi Maria Elisabetta Passera Daniele Passi Barbara Perazza Federico Perletti Roberta Perrone Alessandro Poidimani Paolo Polito Giovanni Putelli Ivan Raffaeli Massimo Rampinelli Federica Remonti Federica Roglio Gianpietro Roversi Gian Franco Scibona Mariangela Scrivo Simone Senna Paolo Sincinelli Victor Spatari Sergio Antonino

Timpano Pantaleo Tura Aldo Vanellone Michele Vattiato Enrico Venturini Elettra Verza Roberto Zanga Sara Zecca Francesca Zucchelli Gianattilio 50 DONAZIONI ORO Agliardi Pierluigi Aliberti Sabato Borleri Riccardo Bornaghi Simona Buratti Santa Carioli Pierluca Ciocca Adriano Conti Anna Devigus Ennio Disogra Rocco Dondossola Cristiano Ferrarese Fabio Guido Finardi Manilo Galli Franco Giupponi Damiano Monzio Compagnoni Elena Moriggi Sabrina Morino Moreno Emilio Nembri Roldano Palermo Ida Perazza Simona Persi Carla Piccioli Dario

Pilenga Paola Poletti Marzia Polloni Sara Redaelli Omar Redaelli Santina Rossi Stefano Rozzoni Flavio Taborelli Silvia 75 DONAZIONI ORO CON RUBINO Avogadri Cristiano Baietti Mario Bellaviti Nicoletta Bellini Alberto Belotti Angelo Bugini Eleonora Carminati Giancarlo Ciocca Silvia Fattori Ercole Ferrandi Viviana Ferrari Giovanni Finardi Serena Maria Mondonico Marco 100 DONAZIONI ORO CON SMERALDO Benassi Paolo Gaigher Giuliano Luigi Ornaghi Italo Papetti Giancesare Talenti Gianmario Vavassori Paolo 120 DONAZIONI ORO CON DIAMANTE Magni Marco

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QUATTRO ZAMPE

Il Comune di Treviglio ha istituito la figura del garante degli animali

Grazie a una proposta dei consiglieri del Pd l’Amministrazione dice sì a un incarico volontario e non retribuito che viene conferito dal sindaco di Cristina Signorelli Oltre il 33% degli italiani possiede almeno un animale domestico (dati Eurispes 2017), con una netta preferenza per i cani (62%) e i gatti (41%). L’interesse per i nostri piccoli amici è in crescita, ma ogni anno si registrano molti abbandoni di cani e gatti, lasciati lontano da casa con la speranza che non ritornino. Tra coloro che posseggono un animale oltre il 52% ha adottato un animale abbandonato per strada o ricoverato in un canile, solo il 34% lo

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ha acquistato in negozio o ricevuto in regalo (31%). Negli ultimi decenni la crescente attenzione per il benessere animale si è tradotta – dapprima nei paesi anglosassoni – nei “diritti degli animali” che ne riconoscono e salvaguardano le esigenze basilari: essere ben nutriti, vivere in ambienti adeguati e consoni alla specie, non venire maltrattati. L’Unione Europea riconosce gli animali come esseri senzienti e ha introdotto una normativa che è di-

rettamente applicabile in Italia, dove già sono in vigore leggi e regolamenti che tutelano la vita e l’integrità degli animali e ne puniscono l’uccisione e il maltrattamento. La maggior sensibilità dei cittadini per l’ambiente e gli animali ha portato alcune regioni e comuni italiani ad adottare una nuova figura: il “Garante per la tutela degli animali”. Si tratta di un incarico volontario e non retribuito che viene conferito dal sin-


daco tra quanti, dotati delle idonee caratteristiche, ne hanno fatto richiesta. Il Garante opera autonomamente nell’ambito della tutela e del benessere animale e riferisce annualmente al Consiglio comunale circa l’attività svolta. Anche il Comune di Treviglio ha recentemente istituito il Garante, accogliendo la proposta dei consiglieri Pd, Stefano Sonzogni e Laura Rossoni, la quale chiosa: «Sono contenta che la nostra richiesta sia stata approvata all’unanimità dal Consiglio comunale perché penso sia indispensabile far aumentare la consapevolezza che gli animali sono capaci di soffrire quanto gli esseri umani. Sono convinta che se un bambino riesce a percepire la sofferenza di una animale sarà anche un adolescente e poi un adulto più sensibile e attento agli altri. Credo nella funzione educativa di insegnare il rispetto nei confronti di chi è più debole». Proprio per garantire i diritti e la salvaguardia di chi è più debole, gli animali e l’ambiente, questa nuova figura istituzionale si occuperà di difendere la biodiversità di tutte le specie viventi, in collaborazione con le associazioni ambientaliste e animaliste, vigilando sui comportamenti tenuti verso gli animali, coordinando attività e progetti migliorativi e formulando nuove proposte in materia. Una figura che garantisce il benessere dei piccoli amici che riempiono la vita con affetto e riconoscenza, come racconta Laura: «Mio nonno mi ha trasmesso la passione per gli animali e io ho sempre avuto animali domestici. Quando mia figlia era piccola siamo andate al canile e abbiamo adottato una cagnolina perché volevo che crescesse imparando a prendersi cura di un animale, ora ho tre gatti che adoro. Questi piccoli amici ci regalano compagnia e allegria e chi vive con un animale sa perfettamente quanto ciò sia vero».

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DEDICATO ALLE DONNE

“Imparate ad amarvi, solo in questo modo non permetterete a nessuno di distruggervi” La 43enne Desirée Belloni racconta la sua rinascita di Rosanna Scardi

Non si è mai abbattuta di fronte alle difficoltà. Il suo coraggio e la sua forza sono un esempio per tante donne che lottano contro la violenza e per affermarsi. Una storia a lieto fine, che è giusto raccontare l’8 marzo. Desirée Belloni ha 43 anni, vive a Treviglio con i suoi due bambini, di 3 e 14 anni. Oggi è serena, ha trovato impiego come badante ad Arcene. E porta sempre con sé nel portafoglio un foglietto con su scritta una poesia: “La mamma è come un albero, tutti i suoi frutti ti dà, per quanto ne vorrai sempre, uno ne troverà. Ti dà il fiore, il frutto, la foglia, per te di tutto si spoglia”. «Racchiude il mio pensiero, me l’ha scritta la signora dove lavoro», sorride. Ma, tredici anni fa, le è crollato il mondo addosso. Il più grande dei suoi figli aveva solo undici mesi quando gli è stato diagnosticato un tumore ai reni. «Ha subìto due blocchi renali, è stato sottoposto alla chemioterapia – ricorda Desy –. Durante l’operazione al “Centro tumori” di Milano pregavo Dio di non darmi un dolore così grande, vedevo lo psicologo tre volte al giorno e cercavo in ogni modo di allontanare la negatività». L’intervento riuscì e il bambino cominciò a riprendersi. Ma, dopo qualche anno, il matrimonio felice si è trasformato in un incubo. «Se la

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ALL’OSPEDALE DI ROMANO malattia era alle spalle, ora stavo vivendo un vero funerale, ho denunciato violenze – racconta –. Mio marito mi ha poi lasciata, rifacendosi una vita in fretta e io, che avevo il cuore spezzato, volevo avere una rivincita». A quel punto Desy ha incontrato un nuovo compagno e la relazione sembrava andare a gonfie vele tanto che sono anche andati a vivere insieme. Si è accorta però che lui beveva, sono arrivati urla, insulti, botte, maltrattamenti ed è stata costretta ad abortire due volte. «Mi sono rivolta anche all’associazione Sirio, volevo tenere il bambino, c’era la comunità protetta, ma non era la soluzione per me che avevo già un altro figlio», spiega. Nel 2015 è rimasta ancora incinta e ha deciso di portare a termine la gravidanza. «Le donne pensano di poter cambiare l’uomo che hanno accanto, nulla di più sbagliato – afferma –. Era sempre peggio: lavorava, beveva e alzava le mani. I miei figli mi hanno aperto gli occhi, non volevo crescessero nella violenza». Così Desy è scappata, tornando a casa grazie a un’amica che è andata a prenderla. «Le amiche e la mia famiglia mi hanno aiutato, ma sono i miei bambini che mi hanno dato la volontà e la forza di lottare», precisa. Cerca lavoro, mettendo annunci ovunque. Ed ecco il colpo di fortuna: una signora aveva bisogno di una collaboratrice domestica che accudisse i suoi genitori. «Grazie a loro ho ritrovato i valori come il rispetto, il volersi bene – sorride Desy che oggi ha un compagno e guarda al futuro fiduciosa –. Perdi tutto e ritrovi te stessa, alle donne dico: imparate ad amarvi, solo così non permetterete a nessuno di distruggervi».

Un nuovo “sportello donna” contro la violenza di genere di Daniela Invernizzi

È stato inaugurato lo scorso 14 febbraio un nuovo sportello donna contro la violenza di genere all’ospedale di Romano di Lombardia. Lo sportello, aperto il lunedì dalle 14 alle 17 e il giovedì dalle 9 alle 12, è gestito dalla cooperativa Sirio. Questo nuovo servizio è il risultato della rete interistituzionale antiviolenza formata da Asst Bergamo Ovest, Comuni (con ente capofila Treviglio), forze dell’ordine, Procura di Bergamo, associazioni e altri soggetti impegnati in questo ambito. «Un lavoro comune e condiviso indispensabile per arrivare al risultato» ha sottolineato Barbara Mangiacavalli, direttore socio sanitario dell’Asst Bergamo Ovest; mentre Pinuccia Prandina, vicesindaco di Treviglio, ha ripercorso la genesi della rete e ha sottolineato i risultati economici raggiunti grazie ad essa, come i bandi regionali che hanno permesso di incamerare 160.000 euro da destinare a case rifugio, punti d’ascolto e di avvalersi delle figure professionali necessarie ad assistere le donne.

«Una rete che non imprigiona, ma libera – ha sottolineato la coordinatrice delle stessa, Cecilia Gipponi – dà alle donne più possibilità di accedere al servizio». È poi intervenuta Carmen Santoro, magistrato presso la Procura di Bergamo, che da anni segue questa materia: «Molti passi avanti sono stati fatti negli ultimi dieci anni: mettere le donne nella condizione di raccontare quello che sta loro accadendo è uno step in più verso l’operazione culturale necessaria per combattere il problema fin dalle fondamenta». «Essere sempre più presenti sul territorio è il nostro obiettivo – ha ricordato Cinzia Mancadori della Cooperativa Sirio – per essere sempre più vicini alle donne. E come le donne, da sole, non riescono a salvarsi, anche noi operatori, da soli, possiamo fare ben poco. La rete invece ci permette di lavorare tutti insieme e di collaborare per arrivare al risultato. In una sola settimana di apertura, allo sportello sono già arrivate due donne: segno che il bisogno di un punto d’ascolto c’è».

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ON LINE

Passaporti online: armatevi di pazienza

La nuova digitalizzazione della procedura sta creando notevoli disagi di Daniela Invernizzi

La digitalizzazione della procedura per ottenere il passaporto, obbligatoria dal 2016, ha creato in tutta la provincia di Bergamo disagi e proteste fin dal suo esordio, per le difficoltà a ottenere la prenotazione online. Dopo qualche aggiustamento al sistema le acque sembravano essersi calmate, ma in realtà le proteste dei cittadini non si sono mai fermate: Federcosumatori Bergamo, nel mese di febbraio, segnalava ancora numerose difficoltà da parte dei cittadini all’accesso alle prenotazioni. E anche a Treviglio alcuni nostri lettori ci hanno sottolineato il problema. «È normale che nel passaggio a un sistema digitalizzato si incontri qualche resistenza – spiega Angelo Lino Murtas, vicequestore capo del commissariato di Treviglio – alcuni cittadini sono riottosi a utilizzare nuovi sistemi, specie i più

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anziani, ma è indispensabile per il miglioramento e lo snellimento delle procedure». In effetti i dati dimostrano che dalla partenza della digitalizzazione il sistema ha conferito il 40% in più dei passaporti rispetto alla situazione precedente, segno che la strada intrapresa è quella giusta: resta però il fatto che prenotarsi online, nel territorio della bergamasca, è davvero molto difficile e lo provano anche i commenti inferociti dei cittadini sui social. «È vero, prenotare nella bergamasca è più difficile che in provincia di Milano – conferma Murtas – ciò è dovuto alla cronica mancanza di organico e uffici nella nostra provincia. Milano serve 3.300.000 cittadini, contando su più di venti Commissariati; la provincia di Bergamo, che ha 1.100.000 abitanti, ha solo due uffici, la questura di Bergamo e il commis-

sariato di Treviglio. È ovvio che a Milano siano più veloci». I cittadini però non chiedono di “tornare indietro” ma di migliorare il servizio online. «Siamo ancora in una fase transitoria – continua Murtas –. Inizialmente si era partiti con le liste aperte, ma si era verificato un accaparramento tale per cui i posti venivano immediatamente occupati da qui a sei mesi, con prenotazioni prese e poi cancellate e anche comportamenti poco ortodossi da parte di alcune agenzie di affari, che occupavano i posti con altri nomi per poi inserire, all’occorrenza, quello dei propri clienti. I titolari di alcune di queste agenzie sono stati scoperti e denunciati». A causa di ciò e anche per un certo panico creatosi nei cittadini, che li ha portati a fare lunghe code davanti alla Questura di Bergamo nel timore di non ottenere il passaporto, il


Questore ha ridotto progressivamente le liste fino ad arrivare al sistema attuale, che prevede un’attesa di tre settimane dal momento in cui si riesce a prenotare online. «Il mio consiglio – prosegue Murtas – è di prepararsi la mattina poco prima delle otto, quando si aprono le prenotazioni, compresa la domenica. Un po’ di pazienza e ce la si fa. In ogni caso, mi sento di rassicurare i cittadini: nessuno è mai stato lasciato senza passaporto. Se c’è un problema basta recarsi presso i nostri uffici e la questione viene risolta». Diverso il caso delle urgenze (viaggi di lavoro, partenze improvvise per diverse motivazioni) che sono già previste e inserite nel sistema: anche in questo caso si “salta” la procedura online e ci si reca presso l’ufficio di competenza che, accertato il carattere di urgenza, procederà con le pratiche. «Ricordiamo che il rilascio del passaporto è una procedura complicata – conclude Murtas – poiché comporta non solo la raccolta di dati personali e versamenti del richiedente, ma anche i necessari controlli sulla persona, che richiedono tempo. Bisogna verificare se il cittadino ha carichi pendenti, se può o non può espatriare».

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ECONOMIA

“Risorse” festeggia il suo secondo compleanno L’associazione ha svolto in questi anni un’intensa attività di divulgazione dei temi economici attraverso conferenze, incontri e dibattiti di Cristina Signorelli

“Risorse” si definisce un’associazione culturale per capire l’economia, con l’obiettivo di facilitare la comprensione delle dinamiche economiche e finanziarie che regolano i mercati a tutti coloro che, digiuni o quasi delle scienze economiche, sono comunque interessati a conoscere più approfonditamente questi temi. Nata dall’idea di Beppe Maridati (che ne è l’attuale presidente), Marco Brulli, Beppe Vandai, Pietro Ferri e Annamaria Variato, oggi l’associazione conta oltre settanta soci che insieme operano sul territorio per costruire un percorso culturale intorno al sapere economico, come afferma uno dei fondatori, Marco Brulli: «Per “Risorse” è vitale il rapporto con il territorio che si sviluppa attraverso la collaborazione e l’interazione con tutte le istituzioni pubbliche e private. La nostra azione, che si è concentrata nella Bassa Pianura Bergamasca ed

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è, principalmente, focalizzata nei tre centri principali di Treviglio, Caravaggio e Romano di Lombardia, prevede il coinvolgimento delle amministrazioni locali, le scuole, il mondo della produzione e le relative associazioni nonché i sindacati per essere ampia ed incisiva». Prossima a festeggiare il secondo compleanno, “Risorse” ha svolto in questi anni un’intensa attività di divulgazione dei temi economici attraverso conferenze, incontri e dibattiti che hanno luogo anche nella piazza virtuale, il forum del sito www. risorse-associazione.it, dove chiunque può partecipare alla discussione,

portando nuovi contenuti e confrontandosi con gli altri partecipanti sui temi più ostici della materia economica. A oggi sono stati presentati alcune conferenze durante le quali i relatori, qualificati nelle varie discipline, hanno fornito gli strumenti indispensabili a tradurre in conoscenza i concetti che, anche una feroce crisi economica, hanno reso familiari a molti cittadini ma ancora lontani dalla piena comprensione. Dal tema dell’euro, alle problematiche connesse alla debole crescita economica dell’Italia, alla sfida di una crescita equa e sostenibile, fino all’ultima serie di incontri che hanno fornito gli elementi macroeconomici basilari, ogni conferenza ha richiamato un pubblico interessato ad approfondire la conoscenza dell’economia al fine di compiere scelte più consapevoli e, conseguentemente, più libere.


Le conferenze del gruppo L’associazione “Risorse” nei due anni di attività ha organizzato due cicli di conferenze annuali, una in primavera e l’altra in autunno, durante le quali gli specialisti di economia e finanza hanno fornito gli strumenti più adatti a comprendere la materia economica. Ogni ciclo di incontri è stato dedicato ad un tema specifico, sviluppato in quattro o cinque serate, durante le quali personalità del mondo accademico e della ricerca hanno trattato la materia in modo semplice ed esaustivo. “L’Euro: quale futuro?” è stato il primo interrogativo al quale gli economisti hanno dato risposta, indagando le ragioni della moneta unica e del suo destino in Europa. Durante il secondo ciclo di conferenze “Quale crescita?” ci si è interrogati sulla sostenibilità della crescita economica, responsabile dell’impoverimento dell’ecosistema. Il focus seguente si è concentrato sui motivi che rallentano vistosamente la crescita economica italiana rispetto agli altri Paesi europei. L’ultimo ciclo di conferenze ha voluto fornire in cinque incontri le basi di macroeconomia, trattando i temi centrali del discorso economico (reddito nazionale, la moneta e il credito, inflazione, ecc). I prossimi incontri che avranno luogo nel mese di aprile nell’auditorium dell’Istituto Oberdan, sede dell’associazione, saranno dedicati all’innovazione tecnologica, disegnando gli scenari del cambiamento nella realtà italiana. A maggio è previsto un incontro, organizzato in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Caravaggio, che tratterà diffusamente il tema dei Beni Comuni.

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MUSICA

I Moody vanno “Oltre le apparenze” Il gruppo pop rock riprende la scena dopo un anno di pausa e pensa ad allargare i propri orizzonti al mercato estero di Rosanna Scardi

Mai scontati, dal suono inconfondibile. I Moody sono tornati. Il gruppo pop rock, con basi a Treviglio e Caravaggio, riprende la scena dopo un anno di pausa e la pubblicazione del loro ultimo album, “Oltre le apparenze”, nel 2014. Nel 2018 vedono la luce diverse canzoni, che potrebbero comporre un nuovo disco. Il primo singolo è “Guardami negli occhi”, già disponibile nei principali store digitali. «Il brano è un invito a essere corretti, a esprimersi in modo diretto, senza ipocrisie», afferma il cantante e autore dei testi, Mariano “DiMo” Dimonte, 38 anni, che crea anche jingle per gli spot pubblicitari sulle reti nazionali. I suoi compagni sono il bassista Emanuel Bisquola, 41, il chitarrista Nino Maggioni, 48, la nuova entrata, il batterista Fabio Zonza, 41, e il jolly-tuttofare, Roland Erulo, 26, chitarrista, fonico e arrangiatore. La seconda sorpresa uscirà questo mese, è una canzone d’amore dal sapore ironico e si chiama “Biancaneve”: lo stile è alla Muse, il ritornello orecchiabile canta “sei bellissima così, sei forte come il vento che ci scalda, come il sole che mi sveglia”. «È la favola rimodernizzata, figlia dei giorni nostri – sorride il cantante –: la strega cattiva gioca alle slot machine, il principe azzurro è emigrato e ha aperto un bar con i sette nani». A

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giugno è prevista l’uscita di “Tuono”, il pezzo più energico. In cantiere anche “Spirale” che affronta il tema della realizzazione, strizzando l’occhio ai Subsonica. I singoli sono destinati a viaggiare lontano. Il gruppo pensa, infatti, in grande, puntando al merca-

to estero. «Sto avviando i contatti per portare i nostri pezzi in tutta Europa e negli Stati Uniti attraverso etichette che lavorano per produzioni cinematografiche, è già certo che “Guardami negli occhi” uscirà per Dl music che ha sede a Los Angeles – annuncia DiMo –. L’obiettivo è che possano diventare la colonna sonora di film americani». Del resto, a lanciare la formazione era stata “Let’s party” nel 2012, canzone che accompagnava lo spot della Fiat Punto in tutta Europa. La pubblicità è stata trasmessa per sei mesi, ma tanto è bastato per far conoscere i Moody a un pubblico vastissimo. L’esordio sul mercato discografico è avvenuto, nello stesso anno, con l’album omonimo pubblicato dall’etichetta tedesca Edel. Quattro anni fa è stata la volta del disco “Oltre le apparenze”, uscito grazie

al crowdfunding. Il video del brano omonimo, girato a Treviglio, vede i musicisti incamminarsi verso il Teatro Filodrammatici dove suoneranno: nel percorso si uniscono tutti i fan, compreso il più importante di tutti, Bradamante Dimonte, papà di Mariano, apprezzato artista di Calvenzano, mancato due anni fa, sempre in prima linea nel sostenere i Moody. Nel disco c’è anche la cover di “Pensiero stupendo”, storico brano di Patty Pravo, rivisitata. «È un pezzo allegorico – precisa Mariano –. Tutti hanno un pensiero stupendo nella vita, qualcosa per cui vale la pena combattere e mettersi in gioco. Il nostro è la musica». Un’altra cover è quella di “Storia d’amore”, storico brano di Adriano Celentano, datato 1969. Il cuore di DiMo batte anche per la professione d’insegnante di musica per i bambini attraverso il metodo del professore americano Edwin Gordon negli asili nido Girotondo, Isola che non c’è, Ninetta, Il boschetto magico, Pulce curiosa e, a Cologno Monzese, Piccole impronte, oltre che con la prima elementare al Collegio degli angeli. Alla base la teoria che le note si possano apprendere con l’ascolto, come accade per la lingua madre. E il futuro? «A 70 anni mi ritirerò a curare l’orticello e a cantar canzoncine per i miei nipotini», conclude.


Un progetto avviato inizialmente come solista A Treviglio i Moody non hanno bisogno di presentazioni. E per chi ancora non li conoscesse la loro “Oltre le apparenze” è entrata nella “Brucompilation”. Mente del progetto è il cantante e autore dei testi Mariano “DiMo” Dimonte, creativo per la pubblicità che ha esordito affiancando Mar-

co “Bruco” Ferri, vincendo con la formazione di quest’ultimo, gli Z80, Sanremo rock nel 2004. Due anni dopo, DiMo ha avviato il suo progetto solista e, poco dopo, si sono formati i Moody. Tra le curiosità, la realizzazione del loro secondo album, “Oltre le apparenze” in spagnolo. (R.S.)

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La “Pallanuoto Treviglio” si presenta, ospite d’onore una medaglia olimpica La squadra femminile composta in gran parte da under 17, la maschile potenziata da nuovi ingressi di Rosanna Scardi La “Pallanuoto Treviglio” ha presentato le formazioni senior, alla presenza di una madrina d’eccezione, la catanese Giusi Malato, medaglia olimpica ad Atene 2004 ed unica donna vincitrice della calottina d’oro nel 2003, pari al pallone d’oro per il calcio. La campionessa è sorella di Francesco, l’allenatore della compagine rosa. Sono la squadra femminile, che milita nella serie B interregionale, e la maschile nella C, tutte quasi completamente formate da atleti di Treviglio e paesi limitrofi. La prima è composta tutta da under 22. Le più grandi sono la capitana, Valentina Valentini, 21 anni, Arianna Rota, Anna Madaschi e Chiara Zanetti, classe 1999 e Martina Petralia, nata nel 1998. Al-

tre quattro sono state prese in prestito dal “Nuoto Club Milano”. «Le giovanissime rappresentano un potenziale grandissimo, mentre l’aiuto esterno serve a tenere alto il livello – afferma il tecnico, Massimiliano Petrini –. L’obiettivo è che una squadra della Bassa bergamasca possa insinuarsi tra le più forti, la “Canottieri Milano” e la “An Brescia”». La maschile, che l’anno scorso si è piazzata quinta nel campionato, ha visto l’entrata accanto al nucleo consolidato di tre nuovi atleti, Carlo Buongiorno da “Piacenza pallanuoto”, Enrico Tassi, ex “Bergamo alta”, Gianluca Invernici, da “Sport one osio”. Fondata nel settembre del 2010, l’associazione sportiva dilettantistica trevi-

gliese è federata alla Fin e comprende 150 iscritti, dai bambini dell’Acquagol, classe 2009, ai “vecchietti” dei Master. A dare il buon esempio, è la campionessa Giusi Malato, classe 1971, che oggi gioca nel “Torre del Grifo”, nata da papà pallanuotatore e mamma nuotatrice. «Sono venuta alla luce il 9 luglio, il 10 ero già in acqua, per questo finché il mio cuore avrà battito, non smetterò – sorride –. Le nuove generazioni sopportano meno i sacrifici, preferendo tv e videogiochi agli allenamenti. Bisogna educare prima le famiglie, perché non c’è niente di più emozionante che portare avanti i colori della propria città, appartenere a un gruppo e avere il desiderio di raggiungere un traguardo».

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NATURA

Insieme per curare il Bosco del Castagno Successo per la quinta edizione dell'iniziativa organizzata e promossa da Legambiente e dall'Amministrazione comunale di Treviglio di Gianluca Buono

Il Bosco del Castagno riveste un’importanza particolare all’interno del contesto trevigliese, perché è l’unica area naturalistica pubblica rimasta sul nostro territorio, oggetto di visite da parte di cittadini, scolaresche e famiglie. Sabato 17 febbraio si è svolta la quinta edizione di “Curiamo il bosco d’inverno”, iniziativa organizzata e promossa

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da Legambiente e dal Comune di Treviglio, assessorato alla Qualità urbana, con lo scopo di coinvolgere e creare una sorta di sinergia tra le associazioni e tra i cittadini, per prendere coscienza del proprio territorio e dare se possibile un piccolo contribuito per tutelarlo e migliorarlo. Buona la partecipazione anche quest’anno, con la presenza, oltre che delle consuete associazioni e imprese, degli alunni di una classe di quinta agraria del Gaetano Cantoni e di una classe dell’istituto professionale Cpia Treviglio, che hanno potuto assistere a una lezione nel bosco del dottor Bonanomi, un arboricoltore di Merate. La cooperativa “Insieme”, con il presidente Armando Ambivero, i suoi volontari e ragazzi, ha rifatto

gli arredi e la cartellonistica didattica del luogo. I partecipanti hanno preso parte all’escursione nel bosco, con la pulizia dei rifiuti della Valle del Lupo (che è la zona più soggetta ad abbandono), e l’apprendimento di semplici pratiche di giardinaggio. Una volta terminata la mattinata, il comitato di Castel Cerreto ha offerto un pranzo a tutte le persone che hanno collaborato all’iniziativa, con la parrocchia della Geromina-Cerreto e don Vincenzo Bosisio che hanno messo a disposizione il salone dell’oratorio per il banchetto. Il 10 di marzo l’iniziativa verrà ripetuta al “Bosco di Pianura” di Casirate d’Adda, il più grande polmone verde della Bassa Bergamasca con le sue 36mila piante messe a dimora dall’Ersaf.


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UNA STORIA MOLTO SOCIAL

Questo sì che è… “Vero A-More”!

Compagni nella vita ma anche nei loro sketch. Ecco i fidanzati che, con la loro simpatia, hanno conquistato il pubblico del web di Rosanna Scardi A conquistare a suon di risate il pubblico del web ai tempi dei social sono Alex Morelli e Veronica Lombardi, la coppia di fidanzati protagonisti e ideatori degli sketch “Vero A-More”, dalle iniziali dei loro nomi. I video più divertenti condivisi su Facebook hanno superato le 120mila visualizzazioni, ma c’è anche chi segue la loro convivenza su Instagram. Lui, originario di Fara, 45 anni, è deejay per “Radio Zeta” dove intrattiene gli ascoltatori nella fascia notturna dalle 3 alle 6 del mattino e per “Viva FM” conducendo il morning show “Viva la vida” dalle 7 alle 10. La sua compagna, bresciana, 26 anni, è spiritosa e frizzante. Insieme scrivono le sceneggiature, studiano le inquadrature, filmano e montano i video per il loro canale su Youtube. La location è la loro casa a Calvenzano, «il luogo ideale dove far succedere di tutto», tiene a sottolineare la coppia. Le avventure casalinghe sono, infatti, le più disparate. Si va da “Come spiargli il cellulare quando lui riceve un messaggio” con Veronica che spunta alle spalle, perfino dagli schermi di citofono e televisore, pur di controllare Alex, alla “Vendetta

quando lei non ti lascia dormire” perché si mette a suonare con la chitarra sul letto e lui la ripaga con la stessa moneta. «Abbiamo scoperto la nostra verve stando insieme, dopo aver provato a filmarci per gioco, improvvisando in macchina, il riscontro è stato subito positivo e così abbiamo deciso di autoprodurre una serie comica», racconta Alex. Il segreto sta nell'essere il più naturali possibile. «Parlo solo in presenza del mio avvocato – sorride lui –. Scherzi a parte, ce la spassiamo davvero moltissimo: la notte prima di addormentarci stemperiamo qualunque cosa sia accaduta con una battuta, Veronica è sempre ironica, se ora sbattessi la testa su un mobile o cadessi dalle scale sarebbe piegata dalle risate, solo se fossi in fin di vita chiamerebbe il 118». Non sempre, però, i filmati rispecchiano la quotidianità della coppia. «In realtà Alex è bravo, ordinato,

apparecchia la tavola, lava i piatti, io cerco di infangarlo. Con un’eccezione: le pulizie le voglio fare io, lui non è capace», tiene a precisare la fidanzata riferendosi al video con le differenze tra lui e lei nel passare l’aspirapolvere e nello spolverare i mobili. Piacciono i filmati anche perché ci si riconosce, come “Il folle inseguimento: di cosa ha paura quest’uomo?”. Si vede Alex correre terrorizzato per strada, mentre pochi secondi prima stava pranzando tranquillo. Un flashback mostra cosa è accaduto: un apprezzamento sul fondoschiena della vicina l'ha costretto a darsi alla fuga, mentre compare la scritta “Ogni anno milioni di uomini scompaiono nei campi per colpa della loro sincerità”. Una sceneggiatura frutto della fantasia, ma se dovesse fare davvero un complimento sfacciato? «Eccome se lo rincorrerei, uomo avvisato…», mette in guardia Veronica.

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PERSONAGGIO

Il coraggio di dire semplicemente la verità Un libro per condividere e testimoniare la realtà dei pazienti in stato vegetativo e dei loro famigliari, a sostegno di un progetto per aiutarli di Daniela Regonesi

Incontrare Luca e Mattia Nisoli è strano ed emozionante: in genere s’intervistano gli autori di un libro, difficilmente i suoi protagonisti. Trasmettono soddisfazione, serenità e semplicità: tre parole che ricorrono spesso nella nostra chiacchierata, anche se potrebbe sembrare difficile, considerando che il libro “Ti dico la verità” (Edizione Lindau) racconta la storia della loro famiglia catapultata in una dimensione faticosa, inaspettata e difficilmente comprensibile. Viviana, moglie e mamma, è entrata in stato vegetativo quando Mattia, oggi in 3^ elementare, aveva sei mesi, morendo dopo quattro anni. Il testo di Paola Turroni dà voce al dolore e soprattutto alla forza di un papà,

che ha scelto di condividere la sua esperienza per «riuscire a restituire in maniera semplice quel che è stato, senza negarne la difficoltà. L’idea del libro – spiega Luca –

La parola all’autrice «Scrivere per me ha sempre voluto dire questo, lasciare che l’altro entrasse dentro di te. Con Luca è accaduto questo, spontaneamente, così come nell’atto del camminare ad un passo segue sempre un altro passo», così Paola Turroni, scrittrice e social worker, spiega il processo di trasfigurazione che l’ha portata a dare voce a Luca e alla sua storia. Da qualche anno collabora all’attività editoriale di Fabio Cavallari, che l’ha coinvolta anche in questo lavoro e inizialmente era stato scelto da Luca per scrivere il libro. «Dopo alcuni incontri, in cui raccontava ad entrambi la sua vicenda umana, avventura da un lato drammatica e dall’altra ispirata ad un bene che trascende addirittura il male e la sofferenza, – prosegue – ho percepito l’impeto e

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nasce e viaggia insieme a quella del “Progetto Mattia”. I miei famigliari mi hanno aiutato moltissimo, ma negli ospedali ho incontrato persone che avevano i figli di cui occuparsi e nessun appoggio; quindi ho pensato a un progetto in aiuto e sostengo psicologico ai minori. Dobbiamo pensare alle cose più semplici, che possono diventare complicate se, dall’oggi al domani, devi gestirle da solo, come prenderli a scuola, fare i compiti, accompagnarli all’allenamento». Il complicato della quotidianità ha spinto Luca ad appoggiarsi all’associazione di promozione sociale “Uno nessuno centomila”, che con un suo referente supervisionerà e coordinerà la psicologa e l’educatri-

l’urgenza di iniziare a mettere nero su bianco quanto stava emergendo. Lì, in quel momento, senza neppure molte parole, abbiamo capito assieme che sarei stata io l’autrice del libro». Una sorpresa per Luca, che l’ha scoperto solo dopo la lettura e che ne è rimasto molto soddisfatto: «Mi rispecchio molto, sono le cose che ho detto, non è stato travisato nulla. Il fatto che l’abbia scritto una donna secondo me fa sì che siano stati colti dei particolari un po’ più nascosti, che per un uomo sarebbe stato forse più difficile cogliere». Per “Ti dico la verità” Turroni si augura «sostanzialmente due cose. La prima è che questo libro e tutto ciò che sta accadendo attorno ad esso possano offrire a Luca nuovi stimoli, per consolidarsi nel suo cammino di uomo nell’evolversi della propria vita. La seconda è che sappia produrre cultura, uscendo dalla dimensione particolare da cui si è generato per giungere a più persone possibili, lasciando traccia e segno nelle città degli uomini». (D.R.)


ce che per un anno seguiranno i ragazzi coinvolti. Il progetto, per ora, ha individuato due persone i cui famigliari sono ospiti presso la struttura sociosanitaria “Ovidio Cerruti” di Capriate San Gervasio. Ottimismo e soddisfazione: «Fa bene vedere tutto questo movimento, l’apprezzamento delle persone. Sono contento. Non pensavo potesse avere un affetto simile. La proposta ha avuto un riscontro positivo prima ancora che il volume, i cui ricavati andranno al Progetto Mattia, fosse edito, segno che la sua buona fede è stata capita. Nel nostro territorio in tanti si sono lasciati coinvolgere e hanno collaborato: dalle società sponsor fino alla signora che ha portato personalmente la sua offerta. La nostra tournée di presentazione e le vendite stanno andando bene, e abbiamo in programma una festa a luglio con 3 sere di concerti a sostegno del libro». La verità raccontata nero su bianco ha avuto effetto anche nella realtà di Brignano Gera d’Adda, dove vivono i protagonisti: «Non c’è più pressione, è come se tacitamente i miei compaesani si siano detti “possiamo parlarne”. C’è curiosità, ma anche libertà di esprimersi. Il nostro obiettivo è proprio quello di portare attenzione su questo argomento, perché non c’è solo il caso Englaro. Io ne ho visti tanti, ognuno è diverso dall’altro, con reazioni e bisogni differenti. Presento il mio vissuto, non offro linee guida. Io ho fatto così, altri faranno in altro modo e sarà giusto così, non mi sento di giudicare». Luca porta la sua storia, pietra di un selciato in divenire e dal percorso incerto: «Anche i medici sono in difficoltà, bisogna arrivare ad un punto in cui si smette di curare e si comincia a prendersi cura, accompagnando,

rendendo la vita un po’ più tranquilla, utilizzando i mezzi per non far soffrire, se ci sono. Non è eutanasia. Mi piaceva l’idea di far capire bene cos’è lo stato vegetativo: non è un coma e i pazienti non sono attaccati alle macchine, non c’è nessuna spina da staccare. Vivono in maniera diversa ma vivono». Stanze e reparti sono stati “colonizzati” dal mondo colorato e chiassoso di un bimbo: «Abbiamo spiazzato un po’ tutto il meccanismo ospedaliero, dove teoricamente un bambino non potrebbe nemmeno entrare. Siamo andati a rompere gli schemi perché era l’unica possibilità», perché “la sua mamma per lui doveva avere una verità, essere poco, essere per poco, ma essere quello che era”. Luca ha attraversato la tempesta, non è più la persona che era prima di entrarvi: «Non sono migliore né

peggiore, sono diverso. È cambiata la prospettiva e do importanza diversa alle cose: un giro in bici vale di più di un maglione nuovo. Sono diventato un po’ più egoista, se voglio una cosa faccio di tutto per ottenerla, perché poi non so quanto durerà: apprezzo di più le cose. Ho fatto anch’io i miei errori. Istintivamente ho cercato di pensare alla cosa migliore». Si dice che la verità venga sempre a galla, che sia figlia del tempo, nuda, meravigliosa e terribile, può essere una conquista e c’è chi cantava che fa male. La verità che lega Luca e Mattia fa bene, rende liberi, è il grande regalo di un papà al suo bambino: “lo ha educato, più di quello che potevano fare discorsi o favole belle. La verità gli ha fatto male, ma la verità non era un’opzione tra le altre, era la sua vita”.

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ATTUALITÀ

Parlare di bullismo per contrastarlo

Il comitato genitori “S.Weil” ha organizzato al teatro Filodrammatici un incontro tra studenti e specialisti per affrontare il tema di Cristina Signorelli Il bullismo, un fenomeno spesso protagonista delle prime pagine dei giornali, si manifesta in modi e intensità diversi ma con un unico scopo: prevaricare un individuo fragile. Nella giornata nazionale contro il bullismo, il comitato genitori “S.Weil” ha organizzato al teatro Filodrammatici un incontro tra studenti e specialisti per affrontare il tema e le sue implicazioni. Come è possibile che i rapporti tra giovanissimi sfocino in violenze perpetrate dal “branco” sul più debole? La risposta più semplice, ma anche più completa, è nella non educazione valoriale di questi giovani. «Ho 2300 studenti – spiega la dirigente, Gloria Bertolini – tutti bravi, ma per i quali noi insegnanti dobbiamo lavorare insieme alle famiglie con un percorso educativo

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forte. Educazione, formazione e istruzione sono i pilastri sui quali si formano gli individui dotati di capacità critica». Non sembra esserci educazione e senso critico nel bullo che tiranneggia il compagno più debole, affiancato dai suoi “rinforzi”, quei compagni che fanno la claque alle sue bravate. Bravate che si profilano come veri e propri reati, come spiega il Sostituto Procuratore, Simona Bellaviti: «Il bullismo dei più giovani, 13/14 anni, si manifesta in piccoli atti, i più grandi, a volte maggiorenni, compiono reati più gravi. Questi comportamenti hanno in comune la prevaricazione, che si esprime e si amplifica attraverso la diffusione sul web». Ma il bullo in fondo è la figura più debole come argomenta la psicologa, Sabina Albonetti: «Spesso è un ra-

gazzo che ha scarse risorse psicosociali e culturali. Non riesce ad affermare la propria personalità se non attraverso la violenza. La sua capacità riconosciuta dal gruppo è quella di far paura agli altri, attraverso questa acquisita visibilità e potere». L’avvocato Laura Rossoni spiega che il risarcimento della vittima ricade sul papà e sulla mamma del “bullo”, quando minorenne. «I genitori sono responsabili dei figli minori, perché sono loro che devono insegnargli a distinguere tra comportamenti positivi e negativi». Infine il Comandante dei Carabinieri, Salvatore Carozza, ha invitato tutti i giovani testimoni di atti di bullismo a raccontare ai genitori, agli insegnanti e anche ai Carabinieri gli episodi che si verificano nel loro ambiente, per contrastare il fenomeno.


AMBIENTE

Discarica di amianto: poca chiarezza sui conti Il tavolo tecnico istituito a Treviglio mette in luce numerose incongruenze di Daniela Invernizzi

Nato con lo scopo di fare chiarezza sull’intricata vicenda della discarica di amianto nell’ex Cava Vailata, il Tavolo dell’amianto, costituitosi a Treviglio lo scorso 6 dicembre e composto da rappresentanti bipartisan, ha da poco concluso la prima fase di indagine, quella definita “economica”, che ha messo in luce non poche incongruenze e in dubbio il convincimento, specie da parte dei Comuni limitrofi, secondo cui ci sarebbe un ritorno economico per i soggetti pubblici coinvolti (ovvero i 23 Comuni della Bassa Bergamasca che costituiscono Sabb, la parte pubblica, al 49%, di Te.Am, mentre il 51% è di proprietà privata, società Refero). Al contrario, l’operazione avrebbe ricadute importanti sui conti pubblici, mentre il guadagno andrebbe a vantaggio del partner privato. A questo risultato il Tavolo è arrivato partendo dall’analisi del piano economico finanziario del 2017, presentato dalla società Te.Am ai soci Sabb, incrociandolo con altri dati reperiti dal 2003 ad oggi. Oltre alla difficoltà nel recepire alcuni documenti, il Tavolo fa notare che pur essendo cambiati i presupposti – poiché nel 2003 si parlava di “discarica di rifiuti speciali non pericolosi” e non di amianto – alcuni conferimenti sono rimasti inalterati. Inoltre, cifre incongruenti compaiono nei diversi documenti a proposito di quanto amianto può essere contenuto in un metro cubo di discarica (densità di conferimento). È importante perché da questo dipende l’entità dei costi

e dei ricavi per l’ente pubblico. Sabb infatti si è impegnata a cedere il 60% dei diritti di conferimento al soggetto privato Refero per un importo di 16,30 euro al metro cubo, per di più con l’aggiunta della tariffa consortile che però non si sa a quanto ammonti. A tal proposito, i consiglieri Emanuele Calvi, Laura Rossoni e Franco Giussani hanno presentato richiesta di accesso alla documentazione, ma l’unica risposta ricevuta finora è che il documento che riporta la tariffa non è stato reperito. E ancora, dubbi relativi all’incarico affidato alla società Augere (che fa parte del gruppo privato) nel 2003, per l’allestimento e il collaudo della discarica, alla quale era stato stabilito il conferimento di 18,85 euro per tonnellata, calcolato però sulla prima tipologia di rifiuti, e non modificato nel momento del passaggio a discarica di amianto, andando così ad incidere in ma-

niera importante sugli utili destinati alla parte pubblica. Infine, si sottolinea che una delle motivazioni addotte alla bontà del progetto (amianto meglio sotto che sopra i tetti) viene confutato dal fatto che in nessun documento viene prevista una procedura preferenziale per lo smaltimento dell’amianto trevigliese (ad oggi calcolato in 68.000 tonnellate). «Per tutti questi fattori – dice Carlo Mancino, presidente del Tavolo – vogliamo chiedere ai sindaci Sabb di non fare ulteriori passi avanti e di non prendere decisioni vincolanti finché tutte le questioni non saranno chiarite: si tratta di evitare di inglobare un debito che configurerebbe un danno erariale davanti alla Corte dei Conti». I prossimi passi del Tavolo saranno nella direzione della bonifica della zona, che è in corso, per un’analisi degli aspetti riguardanti ambiente e sicurezza.

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SPORT

Successi per la “New Volley Adda” La pallavolo femminile ritorna a essere protagonista a Cassano d’Adda dopo più di 30 anni di Stefano Dati

La pallavolo femminile ritorna a essere protagonista a Cassano d’Adda dopo più di 30 anni quando la città era quella da battere nei campionati di serie A/2 (1984) e nelle palestre fuori dai confini nazionali con la partecipazione (1985) al trofeo per la Coppa Europa. Infatti nel 2004 viene costituita l’associazione sportiva dilettantistica “New Volley Adda”, la pallavolo femminile si ripresenta a Cassano. A dare il via alla nuova avventura sotto rete è stata Santina Guarneri personaggio sportivo strappato all’atletica leggera all’età di 21 anni per entrare nel mondo della pallavolo, dove ha potuto realizzare traguardi importanti non solo nell’ambito sportivo, ma anche in quello personale con l’unione in matrimonio con Giancarlo Mazzola allenatore professionista di pallavolo. «Il passaggio dall’atletica leggera alla pallavolo è stato breve – ha raccontato Santina Guarneri –, uno sport che mi ha conquistato da subito. Un ambiente sportivo in cui ho incon-

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trato Giancarlo con il quale mi sono sposata; eravamo nella stessa società sportiva, ma mai presente nelle squadre allenate da lui. La sua esperienza sportiva mi è stata di grande aiuto nel dar vita al progetto della “New Volley Adda” nata nella palestra di Groppello con solo otto giocatrici under 12 che sono state da subito protagoniste dei campionati di categoria. Nel 2009 Giancarlo è entrato a far parte della “New Volley Adda” alla gui-

da della under 18 portando quel gruppo di giocatrici fino al campionato di serie C dove sono presenti tutt’oggi». Il numero delle atlete di pallavolo in questi 14 anni di attività della “New Volley Adda” è cresciuto notevolmente, fra le giocatrici cassanesi spiccano anche campionesse come: Sasha Colombo, passata alla “Pro Patria Volley Milano”, Chiara Mazzola e Gloria Oluyede (tre atlete i cui nome sono fra quelli selezionati nelle rappresentative nazionali, regionali e provinciali). Purtroppo il 2017 è un anno buio per la pallavolo cassanese, nel mese di giugno una malattia improvvisa ha strappato alla vita Giancarlo Mazzola, allenatore e padre della “New Volley Adda”. «Credere in se stessi è la base per andare oltre all’essere buone giocatrici, è quanto Giancarlo ha cercato di trasmettere alle ragazze, compagne di squadra in palestra e amiche nella vita di tutti i giorni. É stato per tutti noi un punto di riferimento importante», ha concluso la Guarneri.


CASSANO

Danza, quarant’anni di successi

Professionalità e numerosi premi ricevuti per la “All dance studio academy” di Stefano Dati “All dance studio academy”, una garanzia di successo per chi ama esibirsi nell’arte della danza: a dimostrarlo i numerosi riconoscimenti ottenuti da insegnanti e ballerini. Fondata nel 1979 da Adriana Campogrande, insegnante diplomata alla “Royal academy of dance” di Londra e tuttora direttrice della scuola, la “All dance studio academy” si avvale esclusivamente della collaborazione di professionisti esperti e preparati. Prima insegnante a occuparsi di danza a Cassano d’Adda con una scuola tutta sua, nei 39 anni d’attività Adriana Campogrande ha collezionato 140 premi per tecnica e coreografia, riconoscimenti ricevuti in concorsi nazionali ed internazionali. Fra i tanti consensi professionali

spiccano quelli ottenuti al “Crazy dance contest” organizzato, con il patrocinio di Regione Lombardia, al teatro Dal Verme di Milano nello scorso novembre del 2017. Alla presenza di una

giuria internazionale, insegnanti e allieve della “All dance studio academy” hanno raccolto molti consensi: 130 le scenografie in scena sul palco del teatro milanese dalle 40 scuole di dan-

za che hanno partecipato al concorso. Nella competizione la scuola cassanese di Adrina Campogrande è risultata essere fra le protagoniste, con la conquista di numerosi premi da parte di Martina Corona, Elisa Caramaschi e della direttrice artistica Adriana Campogrande. Coreografie che hanno portato ai seguenti piazzamenti: primo posto con Noemi La Notte (categoria solisti modern senior); un secondo posto assegnato a Martina Mazzadi e Yara Cassotti (categoria duo modern senior) e al gruppo classico avanzato (categoria gruppi classico seniores), terzo posto di Christian Ferri e Elisa Macchini (categoria passo a due classico) ed infine la menzione speciale hip hop baby.

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DA CASSANO AL SUD EST ASIATICO

Crying Hunger: forme invisibili di malnutrizione Un documentario “on the road”, finanziato dal Centro di giornalismo europeo, a cura del fotoreporter cassanese Francesco Brembati di Gaia Bonomelli

A Phnom Penh, capitale della Cambogia, il sole sorge sei ora prima rispetto a noi, ma le persone, in particolare nelle zone rurali, non aspettano l’alba per cercare qualcosa da dar da mangiare ai propri figli. Qui la malnutrizione è uno dei problemi più sentiti. Lo stanno documentando il fotoreporter cassanese Francesco Brembati e la giornalista freelance Corinne Redfern impegnati nel progetto “Crying Hunger”, finanziato dal Centro di giornalismo europeo (Ejc). Il lavoro di Francesco e Corinne si propone di indagare la connessione tra gravidanza adolescenziale e malnutrizione nel Sud Est Asiatico. «Esiste una forma diversa di malnutrizione da quella a cui siamo esposti attraverso la televisione fatta di corpi scheletrici e stomaci gonfi – spiegano –. In Asia infatti, più del 50% delle donne e dei bambini sono malnutriti, nonostante non siano necessariamente sottopeso». Dal 2012 i tassi di gravidanza in Cambogia sono raddoppiati, una situazione figlia della mancanza

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sia di educazione che di informazione riguardo al sesso. «Una delle cose che ci ha sorpreso quando abbiamo iniziato a lavorare in questa zona è come sia ancora un grosso tabù parlare di sesso. C’è un grave problema con il turismo sessuale e, nonostante ciò, raramente si parla di sessualità». Inoltre, riporta Corinne: «I preservativi non hanno la stessa qualità di quelli europei e spesso si rompono portando a gravidanze indesiderate». Le nascite sono dunque elevate e la maggior parte delle famiglie non ha sufficiente denaro per mantenere poi i figli. Oltre a ciò, in assenza di latte materno o di latte in polvere, i genitori nutrono i loro bambini con acqua e zucchero o bevande energetiche. Spesso il cibo che queste famiglie mangiano è ricoperto da mosche e, nei casi più estremi, restano senza alimenti per giorni, scatenando il pianto dei bambini. «Trovo incredibile – sostiene Corinne – quando parlo a una madre il cui figlio piange per la fame, vedere come non si faccia prendere dalla disperazione e quando le chiedo come fa, sostiene che non ha altra scelta». Non ricevendo

i nutrienti di cui il corpo necessita, per i bambini è molto facile ammalarsi. Spesso soffrono di problemi all’apparato digerente o hanno i denti cariati. Un problema ricorrente è inoltre la diarrea che può causare altri tipi di malattie e infezioni. «Una delle cose che ci ha colpito maggiormente nel fare questo lavoro – sostiene Corinne – è la capacità di sopravvivenza che gli esseri umani hanno nei periodi di crisi e difficoltà». Nelle storie raccolte da Francesco e Corinne fa riflettere inoltre la condizione subordinata che le donne hanno rispetto agli uomini: si sposano giovani, difficilmente ricevono un’istruzione, sono vendute dalle loro famiglie in cambio di denaro e si prostituiscono per guadagnare qualcosa con cui nutrire i figli. «Le donne – sostiene la giornalista – sanno di vivere in una pessima condizione, ma non sono consapevoli dell’ingiustizia nella quale si ritrovano. Aumentare la consapevolezza di un problema non sembra sufficiente quando hai di fronte una famiglia che non può per-


mettersi di comprare cibo per diversi giorni, mentre tu alla fine della giornata tornerai in hotel e poi uscirai a cena». Tuttavia, ci sono anche aspetti positivi: «Quando ero in Bangladesh sono finita in un bordello pieno di ra-

gazze minorenni. Io e la fotografa con cui stavo lavorando abbiamo allertato una Ong che le ha salvate». Per i due ragazzi è fondamentale quindi che le persone considerino seriamente questa realtà e comprendano l’impatto

negativo che ha a lungo termine. Potete trovare tutte le storie, con annesse fotografie scattate da Francesco, sulla pagina Instagram del progetto: “Crying Hunger”, che viene aggiornata quotidianamente e in tempo reale.

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MATITA LIBERA

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RICETTE

Le ricette di Erika Resmini Ingredient i Per 4 persone : 400 gr di gnocchi di patate 100 gr di cozze 100 gr di vongole 50 moscardini 50 gamberetti

Ingredien ti Per 6 persone : 8 uova 1 cipollotto 1 peperone rosso e 1 giallo 1 fetta spessa di co tto Pomodorini 1 mazzetto di ruco la

Gnocchi di patate con zafferano e frutti di mare

Preparare gli gnocchi. In un tegame aggiungere una alla volta le vongole e le cozze, sfumare con il vino bianco, poi unire i moscardini e i gamberetti. Cuocere per circa 5 minuti mantenendo la loro acqua. Lessare a parte gli gnocchi e unirli ai frutti di mare con un goccio d’acqua di cottura. Sciogliere lo zafferano che andrà a legare il sugo, impiattare e spolverare con il prezzemolo.

Uova strapazzate "primavera"

Fare un soffritto con il cipollotto, unire i peperoni ed il prosciutto a dadini. Sfumare con il vino bianco. In una ciotola sbattere le uova, salare e versare nella padella di verdure. Non appena cotte le uova, aggiungere a fuoco spento i pomodorini e la rucola tagliata finemente. Un tocco che darà freschezza ed intensità al piatto. Le uova: ingredienti immancabili per il lunedì di Pasquetta.

Torta mimosa in onore della donna

Ingredien ti na 1 base di pan di Spag e ar Panna da mont Zucchero a velo pure A piacere fragole op gocce di cioccolato

Tagliare il pan di Spagna tenendo un disco di circa un cm per la base, ridurre il restante a dadini da un cm quadrato. Montare la panna in una ciotola e unirvi le gocce di cioccolato o le fragole. Far riposare in freezer 15 minuti. Preparare la base ed unire la panna, dando una forma tondeggiante. Ricoprire con i cubetti, cospargere con zucchero a velo, lasciare un paio d’ore in frigo e servire.

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CALVENZANO

Il teatro racconta… lingue e dialetti

Appuntamenti da non perdere, una rassegna che si focalizza sul linguaggio di Daniela Invernizzi È partita nel mese di febbraio la terza rassegna teatrale di Calvenzano, appuntamento ormai consolidato grazie a proposte che hanno raccolto critiche positive e un ottimo riscontro di pubblico. Organizzata dall’associazione culturale “Umani-Teatri” e dall’Amministrazione comunale di Calvenzano, la rassegna di quest’anno si focalizza sul linguaggio. «Abbiamo voluto avvicinare stili teatrali che giocano su dialetti molto diversi, il trevigliese, il milanese e il napoletano – ha spiegato Luciano Moriggi, presidente dell’associazione – per una diversa lettura della realtà proprio attraverso il linguaggio». Negli anni scorsi è stato proposto un teatro molto impegnato, un approccio selet-

tivo che però è piaciuto. Nonostante questo si è pensato, con la rassegna del 2018, di aprirsi di più al territorio, con un teatro di maggior fruizione quale quello dialettale. «Quest’anno ricorre il centenario della fine della Grande Guerra – ha commentato il sindaco Fabio Ferla – e ripensando al film (“La grande guerra”, di Mario Monicelli, 1959, ndr) è nata la riflessione sul fatto che proprio in quel contesto gli italiani si trovarono al fronte con i propri connazionali, a scontrarsi non solo con il nemico, ma anche con le notevoli differenze linguistiche fra di loro». Oggi queste diversità sono raccontate con lo spirito della commedia brillante, nella quale il pubblico facilmente ci si può ri-

trovare. I prossimi appuntamenti sono sabato 3 marzo con la Compagnia Teatrale “Amici di Gastone” di Milano, che presenta “Questi fantasmi” di Eduardo De Filippo; e sabato 17 marzo, con la Compagnia stabile di prosa “Carlo Bonfanti” di Treviglio, con “Che spirito, mia suocera”. Gli spettacoli presso l’auditorium comunale di Calvenzano, Largo XXV Aprile, con inizio alle 20.45.

CASSANO

Al Pignone serve un presidio permanente Molte le associazioni pronte a presentare progetti per la gestione di quell’area di Stefano Dati Cassano è una città ricca di corsi d'acqua immersi nel verde e di parchi naturali fra i quali, a Groppello, spicca quello del Pignone in riva al fiume Adda. L’oasi naturale è da sempre punto di riferimento per gli appassionati della fotografia naturalistica, gli amanti della corsa in mezzo al verde e gli irriducibili della pedalata, ma anche per gli instancabili della

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tintarella sotto il sole o semplicemente per chi ama i momenti di relax in compagnia di un buon libro. Un angolo di paradiso naturale che ha vissuto paradossalmente i suoi momenti migliori, in fatto di accoglienza e servizi, in quella stagione estiva del 2013, che ha dato inizio alla vicenda giudiziaria, tutt’ora in corso e conosciuta come “Ananasso” dalla forma del bar che era stato installato. Da allora manca un presidio permanente che possa offrire servizi ai numerosi fruitori, una


LA RUBRICA DEL FISCO (IP)

Fatturazione elettronica a tutti i soggetti iva dal 1 gennaio 2019

gestione che nel contempo permetterebbe un maggior controllo dell’area in fatto di sicurezza e decoro di quell’ambiente in mezzo al verde troppo spesso lasciato a se stesso. La primavera è alle porte, per ovviare alla mancanza di un presidio permanente ci sono associazioni pronte a presentare progetti per la gestione di quel luogo; l’attesa, dunque, resta ora quella dell’approvazione da parte dell’Amministrazione comunale e del Parco Adda Nord.

Questa è la novità più importante che è stata introdotta con la legge di bilancio 2018, che produrrà molte criticità, tanti sono i dubbi e le perplessità sull’utilizzo di questo canale telematico che complicherà, e non poco, i soggetti partita iva piccoli e medi, a cui aumenteranno sicuramente i costi del professionista che dovrà gestire anche la fatturazione elettronica. Costi che non sono stati presi in considerazione dall’Amministrazione finanziaria. Il nuovo obbligo di fatturazione elettronica riguarda tutti i soggetti iva e scatterà dal 1 gennaio 2019. Questa disposizione rientra tra le misure mirate ad aumentare la capacità dell’amministrazione di prevenire e contrastare efficacemente l’evasione fiscale e le frodi iva. Il procedimento di fatturazione e registrazione prevede che siano emesse esclusivamente fatture elettroniche per le cessioni di beni, le prestazioni di servizi e le relative variazioni, effettuate tra soggetti, residenti, stabiliti, identificati nel territorio dello stato. Per tale obbligo gli operatori economici possono avvalersi di intermediari (a pagamento) per la trasmissione delle fatture elettroniche. Sono esonerati da tali disposizioni solo i soggetti che operano in regime di vantaggio e coloro

che applicano il regime forfettario. L’utilizzo della fattura elettronica riduce di 2 anni i termini per l’accertamento per i soggetti che garantiscono tracciabilità dei pagamenti ricevuti e effettuati sopra i 500 euro. Per quanto riguarda la fattura elettronica verso i consumatori finali (privati) la norma chiarisce che le fatture elettroniche emesse nei confronti dei consumatori finali sono rese disponibili a questi ultimi dai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate; una copia della fattura elettronica (in formato analogico) sarà messa a disposizione direttamente da chi la emette. Questo adempimento è una vera e propria rivoluzione del sistema contabile e cartaceo. Pensiamo solo ai tanti nostri artigiani, commercianti, professionisti, che non hanno dimestichezza con il telematico e che oggi emettono documenti cartacei, e che dovranno adeguare i propri sistemi tecnologici casalinghi (in quanto l’ufficio è a casa): passata la giornata lavorativa alla sera, dopo cena, si mettono a compilare la fattura, firmarla digitalmente e spedirla al Sdi, centro d’interscambio, controllare la loro PEC e scaricare le fatture ricevute. Una vera e propria odissea. Giovanni Ferrari-Tributarista

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(IP) L’ARTE DEL MANGIARE SANO

BENESSERE

Riflessologia plantare di Cristiana Ghione

Non riesco a dimagrire, mangio davvero poco? “Sono sempre fuori casa come posso seguire la dieta?”; “Quanto deve essere grande il mio piatto di pasta?; “So che le patate sostituiscono il pane, ma quante ne posso consumare?”. Con questa nuova rubrica impareremo a rispondere a queste e ad altre domande e scopriremo che il segreto per una dieta di successo non è mangiare meno o eliminare alcuni alimenti, bensì conoscerne le caratteristiche per assumerne le porzioni corrette. Un gruppo di ricercatori della Penn State (“Lo studio sulla rivista Appetite”) ha infatti dimostrato che le probabilità di dimagrire aumentano se le porzioni sono abbondanti. Ma, non illudiamoci, vale solo se il cibo è poco grasso. Riempirsi il piatto di alimenti salutari è una strategia più efficace che tentare di mangiare poco da un piatto che propone invitanti leccornie. Soprattutto perché in pochi sono bravi a controllarsi. In mensa o ad un buffet un semplice strumento per regolarsi è il piatto piano. La metà del piatto dovrà

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contenere ortaggi crudi o cotti, un quarto una porzione di cereali (pasta, riso o pane...) o patate, e l’ultimo quarto alimenti proteici (carne, pesce, uova, formaggio, legumi...). Se non si ha la possibilità di fare un pasto equilibrato, la porzione di verdura deve rimanere metà piatto e l’altra di proteine o cereali, meglio se integrali. Le nostre scelte devono essere orientate verso cibi semplici, poco elaborati; le modalità di preparazione, la scelta e l’uso dei condimenti giocano un ruolo importante nei confronti dell’apporto calorico e della digeribilità di un alimento. Ricordate che per assimilare le vitamine liposolubili (A, D, E, K) presenti in molti ortaggi va aggiunto non più di un cucchiaio di olio extra vergine di oliva, senza “annegare” le verdure, dato che apporta circa 90 kcal. Eliminare l’olio dalla dieta non vi farà dimagrire, ma utilizzarlo nella giusta misura sì; serve equilibrio in tavola e non divieti. Il corpo necessita di tutti i nutrienti per poter funzionare al meglio negli anni.

Questa è la versione più occidentale dell’efficacia del massaggio riflessogeno, ma troviamo molte analogie in tal senso con la visione olistica e orientale, anche se, di base, il nostro compito è lavorare non solo sulla parte riflessa dell’organo o del sistema che stiamo trattando, ma anche l’essere attenti a tutti gli altri aspetti che fanno di un operatore olistico un professionista completo. La cosa importante per un buon approccio con il nostro cliente è darsi del tempo, capire e informarsi sulle problematiche che ha la persona che ci troviamo di fronte: ci dobbiamo mettere in gioco per capire qual è il problema di disquilibrio e, come operatore, essere sempre in grado di cambiare punti di vista a seconda della situazione che si presenta. Il paziente può avere problemi fisici, mentali o spirituali tipo conflitto con se stesso: l’umiltà che deve avere l’operatore è quella di scendere al livello del


LA RUBRICA DELLA SALUTE ORALE (IP) suo interlocutore per trovare un linguaggio comune. Si passa poi all’anamnesi, importantissima, la fase di colloquio, che diventerà il nostro strumento per individuare il terreno su cui dovremo lavorare. Si crea una scheda cliente dove si mettono in rilievo le problematiche passate, traumi sia fisici che mentali, che tipo di vita conduce, la preferenza dei colori, dei sapori, se ha disturbi del sonno, emicranie, ansie, malattie pregresse, che tipo di alimentazione ha e tutto quello che ci può servire per avere chiare le problematiche da risolvere e, quindi, come intervenire. Il trattamento riflessogeno avviene alla fine di un percorso tra noi e il cliente, partendo dall’anamnesi, il dialogo, continuando con l’empatia creata, che aiuta la persona ad aprirsi e a lasciarsi andare. Questo porta ad un cambiamento a livello dello spirito, passando per la mente, per arrivare al corpo: ecco il primo passo per l’auto-guarigione. Il riflessologo deve seguire un ordine ben preciso nel trattare i vari apparati riflessi sul piede: è importante seguire un percorso per accedere piano piano e stimolare tutti gli apparati e gli organi.

Alitosi, un problema comune Alitosi è un termine medico usato per descrivere l’odore sgradevole nell’aria esalata dalla bocca. Già nel 200 a.C. Plauto alludeva a questa patologia come causa di problemi coniugali, Ippocrate sosteneva che un alito gradevole fosse un segno di purezza dell’anima. Nella società attuale le relazioni interpersonali hanno sempre più importanza, uno stimolo olfattivo sgradevole viene percepito come antiestetico, perfino molesto. Negli Usa l’alitosi è il terzo motivo più comune per una visita dentistica. Il cattivo odore è causato da alcuni batteri anaerobi (cioè che proliferano in assenza di ossigeno) del cavo orale che in determinate condizioni producono gas a base di zolfo (chiamati composti volatili solforati o Cvs); tali batteri vivono nella bocca. L’azione metabolica di questi microrganismi provoca la putrefazione delle sostanze organiche contenute nella saliva, nei residui alimentari, nelle cellule di morte della mucosa orale e nel sangue eventualmente presente in caso di gengivite, parodontite o di

piccole ferite delle mucose. Questo spiega perché circa l’80% dei casi di alitosi siano attribuibili a problemi della bocca. Il restante 20% può essere causato invece da altre patologie sistemiche, talvolta gravi, che attraverso l’apparato respiratorio o quello digerente diffondono i composti volatili nell’alito: tra queste le più comuni sono il diabete, l’insufficienza renale cronica e alcune forme di epatite, senza contare poi le infezioni polmonari e i problemi digestivi. Anche alcuni farmaci come antinfiammatori, ansiolitici, antipertensivi e altri possono causare l’alitosi: essi diminuiscono la funzione delle ghiandole salivari fino a determinare la secchezza della bocca (Xerostomia). L’alitosi è quindi un problema, magari antipatico, che spesso può essere risolto facilmente. A volte, però, è il segnale di un problema più grave, che può provenire dalla bocca o da un altro distretto dell’organismo e che naturalmente non va trascurato. Dott. Francesco Azzola

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