Anno 3 - N 4 - aprile 2018 - Euro 3,00
Ph. Leoni
Mensile di approfondimento di Treviglio e Gera d'Adda
POLITICA: Gli eletti della Bassa I LONGARETTI: Duecento anni di impresa
L’ALBERO DEGLI ZOCCOLI eventi e curiosità
Bergamo - Treviglio
bonaldi.it
EDITORIALE Sono trascorsi quasi tre anni da quando ho iniziato a col-
Il presente, che descriviamo aggiornandovi su ciò che sta
laborare con Tribuna Magazine. Non essendo “trevigliese”,
avvenendo in città e nei paesi limitrofi: il restyling della
né di origini né di residenza, è stato proprio attraverso la
rinomata piazza Setti, le attività imprenditoriali che in-
penna, mia e dei miei colleghi, che ho iniziato a conoscere
vestono nel territorio, i progetti che interessano la quo-
questa città in tutte le sue sfumature, espresse nella voce di
tidianità, come la stazione di Cassano, gli eventi sportivi,
chi vi risiede, di coloro che ci lavorano, di quanti organiz-
artistici e culturali proposti dalle associazioni e non solo.
zano eventi ed iniziative che la animano, delle persone che
Il futuro, che abbiamo cercato di delineare con gli inter-
spendono il proprio tempo a favore degli altri.
venti dei neo eletti alle recenti elezioni e che si appresta-
È grazie ai racconti ed alle loro storie che ho cominciato a sentir-
no a divenire parte determinante dei nostri giorni a veni-
mi parte di una realtà a me prima sconosciuta e verso la quale,
re. Ma anche suggerimenti innovativi su idee di mobilità
oggi, alla guida di questa redazione, sento una responsabilità
sostenibile o in materia urbanistica.
ulteriore e che investe ogni giornalista: informare.
Un futuro che, per il nostro gruppo editoriale, sarà sempre
Parole e immagini saranno il nostro veicolo con cui diffondere-
più improntato sull’interazione tra le divisioni Magazine,
mo quanto accade e caratterizza Treviglio e la Gera d’Adda, con
Web e Radio, che troverete argomentate nelle specifiche
uno sguardo rivolto a ciò che è stato, che è e che sarà.
pagine dedicate, di volta in volta, ai numerosi format che
Il passato, che costituisce la storia e le radici di ciascuno di noi,
compongono il nostro palinsesto.
in questo numero trova testimonianza nella celebrazione, con
Ringrazio gli editori per avermi affidato il timone di questa
aneddoti e curiosità, di un anniversario importante: i 40 anni
squadra e coloro che ne fanno parte, che con il loro indispensa-
dalla vittoria della Palma d’Oro de “L’albero degli zoccoli”, il film
bile apporto rendono possibile dare voce a ciò che ci circonda.
che così tanto ha attinto da questa terra, restituendogliene al-
Chiedo a voi, lettori, di contribuire a tutto questo: è solo
trettanto poi. Una storia da ricostruire anche attraverso gli occhi
con le parole che si può esercitare un diritto fondamenta-
e la vita di Francesca Gennaro, la trevigliese più anziana che ha
le dell’uomo, il diritto d’espressione. Buona lettura.
soffiato da poco 105 candeline; o ancora nell’attività bicentenaria delle fonderie Fgs e nella salumeria Rossetti di Caravaggio,
Il direttore
giunta alla quarta generazione.
Mensile di approfondimento di Treviglio e Gera d'Adda
Daria Locatelli
EDITORE
Tribuna srl Viale del Partigiano, 14 - Treviglio (BG) www.tribuna.srl - info@tribuna.srl Tel 0363 1971553 - redazione@tribunatv.tv Amm. Delegato Angelo Bertolini
DIREZIONE
Direttore responsabile Daria Locatelli Caporedattore Ivan Scelsa
REDAZIONE
Gianluca Buono, Stefano Dati, Maurizio Lorenzi, Rosanna Scardi
HANNO COLLABORATO Gaia Bonomelli, Ignazio Irrera, Fabrizio Orsini, Erika Resmini
ART DIRECTOR
FOTOGRAFIE
Enrico Appiani, Luca Cesni, Enrico Leoni, Paolo Meriggi, Francesco Moro, Chiara Sardelli
VIGNETTE Bruno Manenti
COPERTINA Davide Martoscia
UFFICIO MARKETING Roberta Mozzali tel. 0363 1971553 - cell 338 1377858 commerciale@tribuna.srl
STAMPA
Laboratorio Grafico via dell’Artigianato, 48 Pagazzano (BG) - Tel 0363 814652
DISTRIBUZIONE Giulio Ferri
Davide Martoscia Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 6/16 del 19/04/2016 Anno 3° - N. 4 - APRILE 2018
GRAFICA PUBBLICITARIA Antonio Solivari
IL MAGAZINE DI TREVIGLIO E GERA D’ADDA
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ph Appiani
SOMMARIO 6 POLITICA / Dalla Bassa a Roma, passando per Milano 8 URBANISTICA / Giardini pubblici del futuro 10 INFRASTRUTTURE / L’avanzamento dei lavori pubblici 12 ECCELLENZE / Longaretti, duecento anni di storia 17 IMPRENDITORIA / Tour trevigliese del gusto 22 ECONOMIA / Chiude il Monopolio di Stato 24 PERSONAGGI / La più anziana di Treviglio 26 SPECIALE / L'albero degli zoccoli 32 SERVIZI / Idrokin: riabilitazione e benessere 34 TRADIZIONI / Miracol si grida: i protagonisti 37 T-MOTORI / Mobilità condivisa 38 INIZIATIVE / Appuntamenti a Treviglio 40 MUSICA / il nuovo singolo di Silver 43 CARAVAGGIO / Salumeria Rossetti 44 CASSANO / Stazione, il progetto hub 46 TERRITORIO / Accade nella Bassa 47 SPORT / I ragazzi più veloci 48 SPORT / Il Velo Club Cassano 49 SPORT / Balli di gruppo 50 T-WEB / La chiacchierata 52 EVENTI / La bellezza possibile 54 CULTURA / Zenale e Butinone tra arte e storia 57 ARTE / Mostre ed installazioni 62
DAI LETTORI, AI LETTORI
POLITICA
Dalla Bassa a Roma, passando per Milano L’analisi del voto ed i buoni propositi dei nuovi eletti al Senato della Repubblica, alla Camera dei Deputati e alla Regione Lombardia di Ivan Scelsa
TONI IWOBI, SENATORE Sono davvero contento per il risultato di queste elezioni. È doveroso un ringraziamento alla sezione di Spirano della Lega, così come al provinciale, al regionale e allo stesso Matteo Salvini per aver creduto in me. È stato davvero importante il sostegno ricevuto dagli elettori di Bergamo e Brescia: ed è per loro che continuerò con il mio impegno rivolto alla comunità ed al territorio. È un impegno che ho già portato avanti come responsabile immigrazione e sicurezza per la Lega e per cui vorrei continuare anche il Parlamento, cambiando le attuali
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regole e ripristinando quel sistema efficiente che è stato in vigore fino a qualche anno fa. Questo, ovviamente, con la dignità che si addice al tema. Un altro importante argomento su cui vorrei porre l’accento è quello della famiglia, con particolare riferimento al sostegno dovuto ai nuclei in difficoltà. Occorre ridare il lavoro: il territorio sta bene se riacquista dignità e sicurezza. Ed è in tal direzione che ci muoveremo. ph F. Moro
ph F. Moro
La recente tornata elettorale che ha rinnovato le Camere ed il Consiglio regionale ha espresso il pensiero dei cittadini ed un orientamento che, a livello locale, non si è discostato da quello nazionale. Se anche a Treviglio, infatti, la più votata è stata la coalizione di centrodestra, l’unica parlamentare eletta in città è stata Guia Termini del Movimento 5 Stelle. Da Brignano Gera d’Adda, invece, è Alessandro Sorte di Forza Italia (già consigliere di Regione Lombardia) a raggiungere la Camera dei Deputati. Al Senato, invece, importante il risultato ottenuto dai leghisti Daisy Pirovano (sindaco di Misano Gera d’Adda) e Toni Iwobi, imprenditore e primo eletto di colore che siederà tra i banchi romani. Analoga la considerazione sul voto per le regionali, con il sindaco di Spirano Giovanni Malanchini (anche lui della Lega) che porterà la sua esperienza da amministratore locale al Pirellone. Al di là delle considerazioni politiche – di cui molto si è parlato in quest’ultimo mese – le elezioni del 4 marzo ci consegnano cinque nuovi eletti che, da Milano a Roma, avranno il compito di contribuire al buon andamento della legislatura, forti ed in parte vincolati da quella preferenza che il territorio stesso gli ha affidato. La loro sarà la voce degli agricoltori della Bassa bergamasca, degli operatori dell’edilizia e dei commercianti. E tra buoni propositi e speranze, è a loro che abbiamo voluto lasciare la parola.
DAISY PIROVANO, SENATORE Credo che la scelta dei candidati in lista sia stata fatta con accuratezza, dando merito alla professiona-
lità acquisita, a tutti i livelli. Questo cambierà il modo di gestire le problematiche; la Lega ha presentato amministratori ma anche persone specializzate in altri settori come, ad esempio, quello economico, per l’immigrazione e per l’agricoltura. Ma anche all’interno degli eletti provenienti da un’esperienza da amministratore locale – come me – ci sono persone con deleghe diverse e specializzazioni che sapranno essere utili alla causa. Il modo di vivere la politica locale, la vicinanza ai cittadini, conoscere le problematiche e sapere cosa il Governo ed il Parlamento possano fare per migliorare gli enti locali. Quando si faranno delle leggi si terrà ovviamente conto delle esigenze nazionali e, pur essendo di Misano ed eletta dai cittadini di Bergamo e Brescia, ci si dovrà operare per tutto il Paese. Immagino che i compiti che ciascuno riceverà saranno in linea con la propria sensibilità ma, personalmente, seguirò sempre con attenzione le tematiche sociali e della scuola, così come il distretto agricolo a cui ho sempre riservato at-
POLITICA
GUIA TERMINI, ONOREVOLE Sono davvero orgogliosa e onorata della fiducia riposta nel Movimento e che mi ha potato ad essere eletta alla Camera dei Deputati. Mi sono candidata perché credo nel programma e il mio principale impegno sarà infatti quello di portarlo avanti. Reputo fondamentale il contatto col territorio, di conseguenza il mio compito sarà essere portavoce delle istanze non solo di Treviglio ma di tutta la provincia di Bergamo e dei territori limitrofi. Tra le priorità che reputo più urgenti ci sono la lotta alle disuguaglianze sociali ed economiche, la salute e la tutela dell’ambiente, il lavoro. Ritengo importante inoltre la lotta agli sprechi e l’ottimizzazione delle risorse, grazie alle quali sarà possibile dare una accelerata a questo paese che non sta al passo con i tempi e con il progresso tecnologico, a differenza di altri Paesi europei.
a Roma e di legiferare in modo chiaro ed efficace sulle materie per le quali si otterrà maggiore autonomia. Non ci saranno più alibi, non potremo più accampare scuse, nell’interesse delle nostre imprese e dei nostri giovani. ph F. Moro
tenzione in ambito locale. Voglio però rassicurare i cittadini di Misano: non lascerò l’incarico di sindaco, portando a termine il mandato che svolgerò gratuitamente, utilizzando quanto risparmiato per alcuni progetti che abbiamo già individuato con la squadra che mi supporta. I cittadini adesso si aspettano che passiamo dalle parole ai fatti. Abbiamo tanto da fare ed occorre parlar meno politichese e rimboccarsi le maniche.
GIOVANNI MALANCHINI, CONS.RE REGIONALE Quando mi hanno chiesto di candidarmi, ho puntato dritto alle Regionali, il vero Parlamento per un lombardo: un’istituzione seria e rispettata, dove si può lavorare per il bene del territorio. Penso di aver raccolto voti in ambienti più ampi rispetto a quello della Lega, forse perché è stato premiato il lavoro fatto per il Distretto agricolo bassa bergamasca e per gli agricoltori. Regione Lombardia ha fatto grandi cose per l’agricoltura, ma bisogna fare di più: è necessario chiedere maggiore autonomia in questa materia. Fondamentale sarà la sinergia con i parlamentari eletti nei collegi della pianura per fare in modo che Roma inizi a dare più poteri a chi le cose le sa fare bene e lo ha dimostrato. Ci aspetta un grande lavoro anche sui servizi, partendo da quelli ferroviari e sanitari. Alcuni problemi sono stati affrontati, altri vanno risolti attraverso azioni di sostegno all’innovazione, alla ricerca ed alla formazione. Sarà fondamentale fare rete perché è giunto il momento di ragionare in termini di sistema Bergamo: ci sono situazioni, come quella della viabilità, che vanno affrontate su larga scala, facendo gioco di squadra. Si parte dal referendum del 22 ottobre, dall’obbligo morale di realizzare la più grande riforma istituzionale della storia della Repubblica. Sarà determinate il ruolo del Consiglio Regionale, più che quello della Giunta: l’Assemblea Lombarda avrà l’onere di riscrivere le regole avanzando proposte
ALESSANDRO SORTE, ONOREVOLE Essendo stato un amministratore locale, credo di essere facilitato nel nuovo impegno politico alla Camera. Un impegno che sarà la diretta prosecuzione della mia attività in Regione Lombardia per cui ho avuto modo di lavorare negli ultimi anni con particolare attenzione al settore dei trasporti. Saranno sicuramente due i quesiti su cui vorrei venisse posta l’attenzione: il primo è il raddoppio della linea ferroviaria Ponte San Pietro-Montello-Bergamo per cui è già in corso l’attività dei tecnici e dove occorre un attento monitoraggio sugli ingenti investimenti; il secondo, invece, riguarda lo studio di fattibilità del collegamento ferroviario tra l’aeroporto di Orio al Serio e la stazione ferroviaria cittadina. Quest’ultimo cantiere, in particolare, vedrebbe in prima linea l’intervento dello Stato con Rfi – proprietaria della tratta – che ne sarebbe direttamente interessata e che risulterebbe utile per lo sviluppo stesso di Bergamo. Il mio auspicio, perciò, è quello di poter entrare a far parte della Commissione trasporti della Camera in modo da poter monitorare queste ed altre opere che verranno realizzate sul territorio.
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URBANISTICA
Giardini pubblici del futuro. Quale speranza per Treviglio?
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di Fabrizio Orsini
Correva l’anno 2004 quando l’Amministrazione Zordan deliberò l’ordine di spesa per arredare 13 spazi verdi trevigliesi con giochi per bambini, mediante scivoli, altalene e qualche panchina. Un’opera quasi faraonica per quei tempi e quella giunta comunale, che discuteva (e discusse per anni) se realizzare o meno il progetto di Giorgio Grassi per l’ex Upim, senza prendere decisioni in merito. Dopo circa 15 anni le cose però sono cambiate. I giochi si sono consumati, talvolta a causa anche dei vandali che si sono sfogati su di loro, ma va anche
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detto che i bambini gradiscono molto la presenza di questi attrezzi e le mamme si ristorano al fresco estivo. Fra tutti i luoghi che sono a disposizione, però, solo uno è destinato agli adolescenti e ai giovani, mentre gli altri sono dedicati prevalentemente all’infanzia. Mancano del tutto dei luoghi per l’aggregazione mediante altre forme di attività sociale, diverse dal gioco infantile, cioè lo sport e lo svago. Proviamo a vedere cosa accade in giro per il mondo e facciamo qualche considerazione. A Brussels i Cobe realizzeranno una piazza coperta per
concerti e aggregazione di vario tipo – si tratta di un re-design della piazza con una copertura che ne connota bene il luogo –, mentre a Copenaghen ne hanno già costruita una nella quale sono presenti dei campi sportivi, miscelando così le funzioni urbane tipiche del luogo con quelle aggregative. A Londra, invece, è stato costruito in una piazza da Giles Miller un piccolo padiglione per la fiera dell’artigianato e il design del 2017, evento che però si svolgeva altrove, e dove il padiglione era un teaser per la fiera vera e propria. Un’architettura effimera
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che aveva uno scopo preciso e aiutava tutto il sistema urbano e commerciale del quartiere e non solo. Sempre a Londra Alison Brooks ha collocato il pluripremiato progetto chiamato “The Smile”, che aveva il fine cambiare il senso della piazza come vuoto urbano e ridarle un senso moderno, meno drammatico dal punto di vista architettonico, con grande successo di pubblico e di critica. Sono progetti molto moderni dall’impatto formale ed emotivo che non siamo abituati ad avere in Italia, che sposa meglio un gusto legato alla storia e alla classicità e che a volte fa molta fatica a trovare un linguaggio architettonico coerente con il gusto e le aspettative. Questa paura frena molto le aspettative e spesso non solo i cittadini, ma anche gli amministratori che faticano a costruire un immaginario tale da far sognare gli abitanti, mentre a volte li lascia a bocca aperta per aver optato verso soluzioni meno belle perché tendenti al compromesso piuttosto che a una presa di parte. Va costruito un immaginario architettonico urbano, magari anche solo virtuale, con il fine di stimolare idee e sensazioni a vari livelli sociali e aprire possibili scenari che abbiano impatto e valore urbano e che possano essere punti di riferimento nelle città che l’uomo contemporaneo si sta sforzando di trasformare poco alla volta, non senza una certa fatica. Nel nostro caso, i molti vuoti urbani di Treviglio aspettano di essere ripensati in una chiave urbana nuova più al passo con le esigenze sociali, anche superando i soliti schemi architettonici che spesso vengono evocati (teatro, fontana, scivolo o altalena), creando il giusto mix tra funzioni e idee e che vanno assemblate con il giusto coraggio, regola che viene usata un po’ ovunque nel mondo e senza dover scomodare grandi cifre economiche.
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INFRASTRUTTURE
Piazza XXV Aprile: il punto della situazione L'arredo ed il verde saranno un invito a visitare il centro storico di Gianluca Buono Il progetto voluto dall’Amministrazione ha previsto un investimento di 250mila euro, con il contributo di 30mila euro da parte di Regione Lombardia. Una cifra importante, per ottenere un’area di pregio che arricchirà il centro trevigliese, come sottolineato dall’assessore ai Lavori pubblici Basilio Mangano: «La nuova piazza è un altro importante tassello della riqualificazione urbana del centro storico, avviata con la precedente Amministrazione, che va ad aumentare il prestigio della città».
I lavori, affidati alla ditta Tecnostrade srl, dovrebbero terminare per il mese di giugno, in prossimità dei mercoledì estivi dello “Shopping al chiaro di luna”. A chi critica la scelta di aver tolto i 12 posti auto presenti, l’assessore Mangano risponde: «L’aspetto della qualità della vita cittadina e dell’ambiente ha un costo, il sacrificio appunto di questi 12 posti auto, che penso sia ampiamente ripagato da un nuovo spazio dedicato alla socialità, e che farà da ingresso all’area pedonale in continuità con piazza Garibaldi».
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Dopo la presentazione del progetto a metà dicembre, e la messa a bando di gennaio, questo mese sono partiti i lavori per trasformare piazza XXV Aprile in un’area pedonale arricchita da panchine smart con wifi integrato e con la possibilità di ricaricare gli smartphone, la messa a dimora di nuovi alberi, una fontana a raso (sul modello delle città europee), delle nuove illuminazioni ed il rifacimento ex novo della pavimentazione, in granito e porfido (posa che riguarderà anche tutta via Matteotti, oltre che l’intera via XXV Aprile).
Senso unico? Rallenta il progetto che prevede la realizzazione del senso unico per la circonvallazione interna trevigliese: dai risultati emersi da uno studio dei tecnici ingaggiati dal Comune, nella situazione attuale, l’intervento provocherebbe un significativo aumento del traffico (maggiore di quello inizialmente previsto) che metterebbe in crisi la viabilità. Nonostante i punti critici cui è necessario porre attenzione (ad esempio il tratto che va da viale Montegrappa a viale Piave, con i semafori presenti), l’Amministrazione comunale è al lavoro per studiare una soluzione alle problematiche d’intervento, in modo tale da proseguire l’ambiziosa opera che ridisegnerà la viabilità interna cittadina attorno al centro storico. (g.b.)
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INFRASTRUTTURE
La nuova piazza Setti A un mese dal taglio del nastro, ecco i primi riscontri
ph Appiani
di Gianluca Buono
si ritroverà soddisfatta. È un bel parcheggio, efficiente, comodo e funzionale, e alcuni disagi sono lo scotto da pagare per avere un’opera che arricchirà di certo il centro storico». Soddisfatto anche il sindaco di Treviglio Juri Imeri: «Direi che questo primo mese di fase sperimentale è andato più che bene: il parcheggio è stato apprezzato, attira, è comodo, illuminato e sicuro. Questi primi giorni sono serviti per testare gli accessi, i sensori, le posizioni dei posti auto. Reazioni positive da parte dei commercianti, da parte dei residenti e anche da chi è arrivato da fuori Treviglio, con complimenti ricevuti anche per forma scritta. Penso che questo effetto migliorerà ancora nel momento in cui si aprirà il secondo piano: i tanti box venduti sono un dato positivo sia dal punto di vista finanziario che del servizio. Vorrà dire un maggior numero di posti auto liberi in superficie. Ora attendiamo l’apertura della piazza, che sarà il
vero valore aggiunto dell’opera». Più cauto Erik Molteni, Consigliere comunale di Treviglio: «Finalmente il parcheggio è stato aperto, dopo i numerosi ritardi. I disagi della cittadinanza in questi due anni di lavori sono stati notevoli. Non mi riferisco solamente ai clienti degli esercenti commerciali (che anche quest’anno hanno passato un altro periodo natalizio penalizzati), ma penso ai genitori degli figli che frequentano le scuole vicine. Noi ribadiamo la nostra contrarietà al progetto. Vedremo se l’apertura della piazza apporterà le migliorie necessarie che possano giovare ai cittadini, con l’augurio e la speranza che non diventi una zona di bivacco ed essere a rischio sicurezza».
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Dopo l’inaugurazione, è il momento di dare un giudizio sul primo mese di apertura del parcheggio sotterraneo di piazza Setti. Arricchito da posti per disabili e gestanti, colonnine per la ricarica di auto elettriche, ascensori, servizi igienici e telecamere di sorveglianza, il primo mese di sosta gratuita è stato il banco di prova dell’opera, con un positivo responso da parte dei cittadini. Franco Cesni, titolare del negozio “Foto attualità Cesni srl”, uno degli esercizi commerciali che si affaccia proprio sulla piazzetta, si è dichiarato soddisfatto per la fine dei lavori: «Durante questi anni di lavori, qualche disagio da parte della clientela lo si è avvertito (non dai clienti che provengono da fuori città, per i quali queste situazioni sono maggiormente frequenti), è naturale. Un calo fisiologico della clientela c’è stato, ma non so dire se direttamente collegato ai lavori d’intervento oppure se dato dal particolare momento economico che viviamo. Il buon senso mi porta a dire che quella parte di clientela che nel periodo dei lavori ha avuto disagi
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ECCELLENZE
Longaretti, duecento anni di storia
Le radici della Fgs risalgono al periodo prenapoleonico: un viaggio di quasi 200 anni nella lavorazione dei metalli di Ivan Scelsa
La famiglia Longaretti in una foto del 1926
Quando parliamo di tradizione, memoria storica ed aziende a conduzione familiare, è inevitabile che il ricordo si fermi al secolo appena trascorso. Ci sono poi le eccezioni, quelle che catturano l’attenzione per la documentazione conservata meticolosa-
Il lavoro in fonderia in uno scatto del 1961
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mente e quel sapore di cultura e vicinanza al territorio che riescono a trasmettere a distanza di decenni. Il cognome Longaretti è noto, ha un posto particolare nella mente di ogni trevigliese, non solo per i comuni natali con il Maestro Trento, scomparso lo scorso anno, quanto per i due secoli di laboriosa storia che lo contraddistinguono nel settore della lavorazione dei metalli. Quando la famiglia Longaretti costruiva armi da fuoco (sono due gli esemplari di pistola custoditi nel Museo di Torino),
Napoleone Bonaparte non aveva ancora varcato i confini nazionali. E fu proprio lui, infatti, ad impedirne la produzione costringendo l’azienda a riconvertire le attività verso l’orologeria. Vennero venduti orologi da campanile in tutta l’area della ex Repubblica di Venezia e, sebbene ad oggi sia andata perduta la documentazione che ne attesti la paternità, quello collocato sul campanile di Urgnano svetta ancora a perenne memoria di questa storia. Tra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento, le attività vennero riconvertite alla mascalcia – l’antica arte di produrre i ferri di cavallo – la cui produzione è poi proseguita fino alla
morte di Alessandro Longaretti, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Nel 1952, però, i cugini Amanzio e Carlo Longaretti, in via Portoli, aprono una fonderia di ghisa per la produzione di attrezzi agricoli commissionati da un artigiano di Castelleone a cui, nel 1961, segue la svolta della produzione di ghisa ed acciaio resistente al calore che, in via Garzoneri, prosegue l’attività fino al 1992, anno in cui viene trasferita nell’attuale sede di via Milano 36. Ampliata e cresciuta – non solo nell’area produttiva quanto nelle lavorazioni e nei laboratori – oggi la Fgs dispone di moderne attrezzature di produzione e di controllo qualità nei quattro reparti di produzione ed è in grado di fornire getti e componenti per impieghi a temperature elevate, fusi in una vasta gamma di leghe di ferro, nickel e cobalto, completamente lavorati di macchina, assemblati e pronti al montaggio. Passando di padre in figlio, da Pierluigi ad Elena Longaretti, l’attività di famiglia prosegue, oggi come ieri, forte di un’esperienza accumulata in più di cinquant’anni nel settore, consentendo lo studio e la proposta di soluzioni innovative per nuovi
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ECCELLENZE
L'attività della Fgs prosegue con Pierluigi ed Elena Longaretti
progetti o per problemi di manutenzione. Ma non solo: Fgs è nota tra gli utilizzatori di getti e componenti resistenti al calore anche per l’assistenza tecnica fornita correttamente ai propri clienti e per i buoni risultati ottenuti nel settore. I getti e
parti per forni prodotti dall’azienda, membra da oltre vent’anni dell’American steel founders society, sono attualmente esportati in più di 40 Paesi del mondo, anche su varie licenze internazionali e con numerosi brevetti propri. Lamiere fuse per vibrovagli, getti per cementerie, rulli da forno, tubi radianti, recuperatori di calore, griglie ed attrezzature per trattamenti termici, nastri trasportatori fusi, ventole per forni e getti per inceneritori sono solo alcuni dei prodotti forniti dalla Fgs che, tra l’altro, dispone di tre reparti fonderia equipaggiati di moderni forni a induzione con capacità variante. Tra i procedimenti termici si possono eseguire ricottura, normalizzazione, tempra e rinvenimento fino a 1250° C. Reparti speciali altamente attrezzati con macchine a controllo numerico, poi, possono effettuare lavorazioni meccaniche di tornitura, fresatura, alesatura, foratura, molatura e filettatura: tutti realizzabili su specifico disegno del cliente. Ogni lavoro è accompagnato da un accurato controllo qualità, quella che contraddistingue un’azienda leader nel settore che opera sul nostro territorio.
L’ala in acciaio inossidabile realizzata nel 1990 da Paolo Furia per il monumento di piazza Setti di Treviglio, pulita e sabbiata, è giunta alle ultime fasi del restauro. Dopo una verniciatura speciale che la preservi nel tempo, la consegna per la successiva ricollocazione nella nuova piazza Setti avverrà nei prossimi giorni. Ad essa si affiancherà lo stemma dell’Aeronautica Militare – cui l’opera è dedicata – anch’essa restaurata dalla Fgs di Treviglio che, nell’occasione, sta ripristinando alcune parti mancanti per il riposizionamento del monumento che, diversamente dal passato, avrà una visuale angolare e non bifacciale. (i.s.)
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Le ali di piazza Setti
Il monumento di piazza Setti in restauro nelle fonderie Fgs
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La ricevuta di consegna delle armi Longaretti rilasciata dal Comune di Treviglio nel 1809
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IMPRENDITORIA
Tour trevigliese tra i professionisti del gusto Una proposta sempre più ampia e di livello quella che i ristoratori offrono in città, con menù e iniziative culinarie che incontrano il piacere della buona tavola
BOTTEGA CONCEPT STORE
Esperienza di gusto anche a casa Portare in tavola il buon cibo e insegnare il piacere di cucinare, creando una cultura gastronomica. Questo l’obiettivo di Bottega concept store, avviata lo scorso luglio in via Roma da Daniel Farina, di Verdello. Dopo aver sbirciato dalla vetrina il banco, si è spinti a varcare la soglia. Prodotti e piatti di pasta fresca si possono, infatti, acquistare e portare a casa, anche su ordinazione. Il locale propone soprattutto il business lunch, mentre la sera si cena alla carta con le ricette preparate dallo chef Fabio Borgonovo. Tra i piatti forti il gambero rosso di Mazzara del Vallo, gli spaghetti Mancini saltati con ricci di mare, uvetta, mandorle e terra di olive di Riviera o il galletto al profumo di
camomilla alla milanese, maionese all’aglio dolce e pak choi. Alla base c’è il formaggio, italiano e di qualità, che il titolare vende nei mercati milanesi – Bettelmatt, Bagòs, Formai de mut, Zola al cucchiaio, Erborinato di capra, Parmigiano reggiano stagionato 36 mesi –, oltre a tutto ciò che gli si abbina, ricercato di regione in regione, nelle cantine, dagli agricoltori, nei salumifici. Da un quarto di secolo ai fornelli, il cuoco ha partecipato ai più importanti concorsi internazionali, incluso il Bocuse d’or. «La mia è una cucina da ristorante con delle accortezze, anche lasagne, foiolo e insalate di mare hanno uno stile moderno e sono alleggerite», dice. Bottega è anche vineria e offre aperitivi serali. (r.s.) ph Appiani
I trevigliesi amano pranzare o cenare fuori casa, seguendo un trend nazionale destinato ad aumentare. Tra gli esercizi che meglio hanno saputo resistere alla crisi ci sono, infatti, i ristoranti che puntano alla qualità e a differenziarsi con proposte particolari. Nel 2008 erano 29, l’anno scorso 37: di questi, 16 sono collocati nel centro, mentre un decennio fa erano solo 10. Ci sono imprenditori che con passione trasformano il cibo in esperienza di vita studiando menù appetibili e bilanciati, dall’antipasto al dolce; altri puntano a conquistare il cliente attraverso una gastronomia – come ne esistevano cinquant’anni fa – che propone però prodotti di eccellenza ricercati, introvabili altrove. Spesso i nuovi ristoranti aiutano a riscoprire il piacere di cucinare: è, infatti, possibile oltre a portarsi a casa i cibi pronti non facilmente rintracciabili nei canali tradizionali della distribuzione, acquistare i prodotti e riproporre piatti da gourmet, facendo bella figura con gli ospiti.
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di Rosanna Scardi
MATE
Quando il cibo si sposa con genuinità e salute Combina salute e bontà il menù di Mate, da madre terra, il ristomarket di Treviglio avviato nell’ottobre del 2015 della società Treverde che ha ottenuto
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Il luogo adatto per gli amanti del pesce Gli appassionati del pesce in tavola sono sempre di più, come dimostra l’interesse per l’osteria Da Ninuzzo, in via San Martino, che presto cambierà nome in Acqua e sale. «Ci piaceva il riferimento alla canzone di Mina e Celentano – sorride Cinzia Gaspari, titolare insieme a Federico Barzetti, entrambi di Merate, e Alessandro Colombo di Badalasco –. In realtà, vogliamo evitare confusione con altri esercizi in città». Il ristorante ha aperto lo scorso maggio e da su-
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DA NINUZZO
bito si è imposto per la sua cucina semplice e accattivante. Ai fornelli c’è lo chef bergamasco Massimo Meroni che, accanto al menù a prezzo fisso di mezzogiorno, propone le sue specialità alla carta la sera. Si va dal gran plateau royal dell’oste agli scampi di Gallipoli, dalla tartare di tonno con stracciatella tartufata al polipo alla catalana. E ancora: spaghetti alla chitarra ai frutti di mare, gnocchetti di patate viola con vongole veraci o bottarga, spaghetti all’astice o al granchio, ravioloni al nero di seppia con gamberi, pesto, pinoli e pomodorini, gran catalana di crostacei e ricciola con soncino. Anche se il piatto forte è l’ultima tendenza: le crudité di mare, freschissime, leggere e che mantengono tutte le proprietà nutrizionali del cibo. (r.s.)
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ne o con la farina di canapa, gorgonzola e curcuma. In cantiere la coltivazione e l’impiego delle erbe spontanee e l’offerta di infusi per il dopo cena, oltre all’uso di verdura disidratata e conservata, poiché non stagionale, come cipolla, peperone, melanzana, pomodoro e zucchina. (r.s.)
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lo spazio nell’ex Upim dopo essersi aggiudicata il bando comunale. La formula è legata alla qualità degli ingredienti, con un’attenzione speciale alle intolleranze. Per rifornire il locale è nata la cooperativa agricola Cascine nelle terre di ghiaia, con soci tra Arzago, Pandino, Treviglio e Pontirolo. I loro prodotti possono essere acquistati anche nel locale. «Per comprare la carne ci si rivolge sempre più ai supermercati, noi cerchiamo di riportare in auge le botteghe, magari mettendo dietro al bancone lo stesso agricoltore che illustri la sua proposta genuina e a chilometro zero», afferma Paolo Bertocchi, direttore di Mate, laureato in Scienze gastronomiche all’università promossa a Pollenzo da Slow food. Alla base del progetto c’è una filosofia salutistica, concetti come la nutraceutica e la nutrigenomica che spingono a consumare alimenti che ci fanno stare meglio, con un giusto equilibrio di calorie ed elementi nutrizionali. Da provare la pasta al pesto di crescio-
RETROBOTTEGA
Tutti i sapori del Salento La cucina tipica salentina che affonda le radici in un passato caratterizzato da piatti poveri, ma gustosi e nutrienti, si ritrova a Retrobottega, la gastronomia aperta diciotto mesi fa in via San Martino. «I clienti sono moltissimi, spesso arrivano da noi dopo aver trascorso una bella vacanza in Puglia, desiderosi di riscoprire quei sapori che li hanno conquistati» afferma la proprietaria del locale, Federica Carletta,
laureata in Ingegneria, che però ha voluto continuare il mestiere di famiglia. Ai fornelli ci sono la mamma Tiziana e il fratello Carlo, che di professione è pasticcere. Il menù propone i classici della tradizione, come orecchiette di grano duro con crema di cime e rape, alici e burrata di bufala, purpu alla pignata con patate e, per dessert, pasticciotto con crema pasticcera o zeppole di San Giuseppe. Tra i panini gourmet spicca il puccia terra rossa ripieno di melanzane sottolio, cipolle in agro, pomodori secchi, caciocavallo, crema di rucola e porchetta aromatizzata al rosmarino. Per gli aperitivi, immancabili le pittule o sfere di pasta lievitata molto morbida fritte in olio bollente. Per l’asporto si può scegliere tra lasagne, parmigiane, rustici leccesi, polpette di carne e pecorino, mentre in vendita ci sono marmellate ai fichi, l’olio fatto produrre da una piccola azienda di Presicce e venduto con il marchio del ristorante, e i vini selezionati. (r.s.)
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IMMOBILIARE (IP)
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Studio Ferrara: competenza e familiarità al servizio del cliente
Sempre presente, Ettore Ferrara crea da subito un rapporto di fiducia, contatto e comunicazione con il cliente, rendendosi disponibile per qualunque bisogno, anche se si tratta di dare un semplice consiglio. La sua professionalità è dimostrata da una perfetta conoscenza del mercato e dalla capacità di entrare in sintonia con chi varca la soglia del suo studio immobiliare in viale Oriano, a Treviglio. «Mi chiamano tutti Ettore, non mi piacciono le barriere della formalità, l’accoglienza familiare per me è il presupposto fondamentale per instaurare un rapporto di fiducia», afferma Ferrara. La sua attività ha radici lontane. A metà degli anni settanta, l’agente immobiliare, che allora viveva a Milano, viene inviato dallo studio per cui lavorava a trattare compravendite a Casirate. L’immobiliarista accetta l’incarico, ma malvolentieri. «C’era il tragitto da percorrere ogni
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mattina, però, avendo famiglia non potevo rifiutare – racconta –. A sorpresa, mi sono dovuto ricredere. Il calore del paese nei miei confronti, che avevo genitori e fratelli lontani, essendo di origini pugliesi, mi ha conquistato. E ho deciso di rimanere». Ferrara apre la sede della sua attività a Treviglio, a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, dapprima in via dei Mille, per poter contare su un bacino territoriale più ampio e su una situazione economica in quella zona favorevole. E trasferisce il concetto della famiglia sul piano lavorativo. Il talento lo dimostra nei modi e nell’affabilità. «Ognuno ha una sua tecnica di vendita, la mia è cercare di immedesimarmi, entrare nelle problematiche di una famiglia, capire quanto possa spendere, senza creare false illusioni o aspettative», precisa il professionista, che ha come qualità tenacia e positività. Ogni anno tratta un numero giusto
di immobili, poiché l’importante è seguirli bene», dice. In quarant’anni di esperienza nel settore, Ferrara ha dovuto fronteggiare andamenti altalenanti del mercato. Il periodo peggiore si è verificato con la crisi e conseguente recessione che è scoppiata nel 2008 a livello mondiale. «Da qualche mese, però, la situazione è in risalita – commenta –, anche se gli affari, oggi, sono più difficili e proprio per questo motivo è necessario mettersi nelle mani di chi possiede esperienza e onestà». Negli anni, Ettore Ferrara ha saputo conquistare anche la fiducia degli operatori dell’edilizia, dalle imprese costruttrici ai tecnici, ovvero di quanti producono gli immobili e si affidano al suo studio. Funziona anche il gioco di squadra: ad affiancarlo ci sono validi professionisti. E il futuro come lo immagina? «Le svelo un segreto, che è poi la mia filosofia di vita, presa in presti-
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to dal mondo contadino – precisa –: non mi scoraggio mai nei momenti difficili, né mi esalto quando potrei. Se il raccolto non è buono, è inutile piangerci sopra, è la conseguenza di come ho arato il mio campo, con quanta passione e impegno. Non bisogna arrendersi alle sfide, semmai rimboccarsi le maniche». Lo scorso mese si sono svolte le elezioni politiche. Governare un paese come il nostro, in difficoltà, non è un affare semplice. Le priorità sono molte: «Non mi schiero con nessuna coalizione o partito – tiene a precisare Ferrara –. Però so che, per chiunque ci governerà, è indispensabile limitare la burocrazia, che ha raggiunto livelli eccessivi, e ridurre le tasse, rivedere la normativa sul lavoro e il sistema pensionistico, che è a dir poco obsoleto. C’è chi spinge a favore dell’assistenzialismo, che per me deve sostenere soltanto le fasce più povere e i deboli. Agli scansafatiche ricorderei che il pane si guadagna con il sudore della fronte. A tal proposito, è necessario creare occupazione». In uno Stato efficiente le imprese sono agevolate, diventano competitive e si crea occupazione, che rappresenta la base necessaria per avere la copertura finanziaria per poter accedere a mutui e prestiti con gli istituti bancari. Questi a loro volta permettono di acquistare una casa. Ma come può ripartire l’economia, allora? «Per far funzionare una macchina (che io chiamo azienda), ci vuole un buon motore (ovvero il lavoro), per correre non bisogna avere una palla al piede (burocrazia), né semafori rossi che ti bloccano ogni cento metri (tasse). Non c’è giorno che non ci siano tributi da pagare. Auguriamoci che, finalmente, ci sia un governo al servizio dei cittadini».
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ECONOMIA
1933-2018: chiude il Monopolio di Stato a Treviglio Logista Italia, concessionaria del Monopolio di Stato, cessa la distribuzione di sigarette. Era punto di riferimento per 170 esercenti
Monopolio di Stato, un pezzo di storia del territorio trevigliese che va in archivio definitivamente. Presente in città dal 1933, ha vissuto prima il passaggio della gestione ai privati e, a partire dal 30 marzo scorso, la chiusura definitiva. Fu il nonno della famiglia Bietti a dare il via all’attività della distribuzione e fornitura di sigarette in tutta la Bassa bergamasca, ma anche nelle vicine province di Milano e Cremona, quando il Monopolio di Stato gestiva direttamente il mercato dei tabacchi. Le cose nel tempo sono, poi, cambiate e la legge Bassanini – varata alla fine del XX secolo – ha trasformato l’azienda Monopolio in ente economico e, successivamente, in Spa aprendo le porte ai privati, con beneficio della multinazionale Logista Spa, che vanta sul territorio italiano 55mila punti di
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di Stefano Dati
consegna. Dal nonno ai suoi discendenti, la gestione della distribuzione di sigarette resta comunque in mano alla famiglia Bietti, grazie alla partecipazione del bando di gara indetto da
Logista Spa agli inizi del nuovo secolo per l’affidamento ad aziende terze dell’erogazione del servizio. Logista Italia, in questi ultimi periodi ha, poi, deciso di chiudere 40 depositi fiscali su tutto il territorio nazionale (fra i quali anche quello trevigliese di via Roggia Vignola, appunto) scrivendo, così, la parola fine a ben 85 anni di storia lavorativa di questa famiglia. «È andata così, non possiamo farci nulla – spiega uno dei fratelli Bietti –. Logista Italia gestisce il tutto con pochissimi dipendenti appaltando il servizio ed ora ha deciso di non rinnovare la concessione, con buona pace di quei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro. I tabaccai ora dovranno rivedere la propria organizzazione per il ritiro delle sigarette – prosegue –; questo per molti di loro anche con costi aggiuntivi. Dei 170 tabacchi che facevano riferimento al deposito di
Tale Regolamento è obbligatorio per tutte le Aziende ed i Liberi Professionisti e prevede adeguamenti sia dal lato tecnologico, sia dal lato organizzativo e legale.
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Treviglio, circa un centinaio provvedevano direttamente al ritiro potendo contare sul ritiro della merce il giorno dopo aver fatto l’ordine e, fra l’altro, anche sul servizio urgente. La logica impone che adesso dovranno necessariamente aderire alla consegna garantita effettuata da Logista Italia con partenza dai depositi di Bergamo, Monza e San Donato Milanese e con un aggravio di spese quantificabile fino a mille euro». Il Monopolio di Stato controlla l’operatività, ma a svolgere l’attività di distribuzione in modo autonomo sono aziende private. È la globalizzazione che si fa strada, dunque, anche nel mondo dei tabacchi. E non va meglio nemmeno in fatto di burocrazia per i gestori di giochi e “gratta e vinci”. Ogni nove anni, infatti, sono obbligati alla presenza dei corsi di aggiornamento per stare al passo con le normative in continuo aggiornamento. L’esperienza accumulata negli anni di possesso della licenza non conta: in caso di bocciatura al test finale, infatti, si rischia di perdere la concessione per operare nel settore. Anche se, rassicurano dalla Federazione italiana tabaccai, si tratta di un rischio molto remoto.
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PERSONAGGI
Gli occhi di Cechina raccontano 105 anni di Treviglio di Daria Locatelli Ci sono sguardi che sanno raccontare, quasi come si stessero sfogliando le pagine di un libro. La storia che si ripercorre negli occhi di Francesca Gennaro – da parenti e amici chiamata affettuosamente Cechina – è la vita della trevigliese più anziana, che lo scorso gennaio ha soffiato ben 105 candeline. Chiacchierare con lei e con chi le sta vicino è un dono prezioso, non solo per la fortuna di poter ascoltare gli aneddoti e i ricordi di una donna che ha saputo affrontare un’esistenza tanto lunga quanto travagliata, ma anche perché la sua testimonianza descrive i mutamenti che hanno segnato il contesto in cui ella è nata e cresciuta e di quella Treviglio che da paese oggi è città. Nata nel 1913 in piazza Vallicella, Francesca è la penultima di cinque figli: «Papà Ambrogio – ci dice – faceva il ciabattino, lo stesso mestiere che mio fratello Piero ha poi portato avanti. Ricordo che io e le mie sorelle Regina ed Elisa da piccine giocavamo con gli attrezzi da calzolaio e che la più piccola, Iside, un giorno ha chiesto a nostro padre un paio di zoccoli “belli” dicendo che erano per una sua amica. Al momento del pagamento si è scoperto che invece erano per lei!». Dopo il matrimonio, Cechina si trasferisce nel centro storico, in via Municipio 3, al primo piano di quella che oggi viene chiamata la “casa gotica”. «Nel cortile condiviso – prosegue – c’erano un pozzo con mulinello, un mastello, i fili per il bucato e un sottotetto ove conservavamo legna e carbone. C’era una
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leggenda che narrava di un passaggio segreto che partiva dalla nostra cantina e che Bernabò Visconti usava per raggiungere il Castello di Brignano (nome con cui è indicato Palazzo Visconti, ndr)». La signora Gennaro lavorava in filanda alla Geromina: «Sotto la direzione del signor Brusadelli avevo la gestione di dieci telai. Era un compito duro, perché dovevo stare molto attenta ai fili ed evitare i nodi; ogni giorno raggiungevo la filanda a piedi, fino a quando non ho avuto la bicicletta, anche se un bel giorno me l’hanno rubata!». Purtroppo Francesca rimane vedova presto, nel 1955, e per poter conciliare il lavoro e la cura dei due figli Giovanni e Rosalba, lascia il posto in filanda ed entra a servizio di Letizia
Casali, una professoressa di matematica: «Ero la sua dama di compagnia. Mi sentivo una sua amica. Con lei ho condiviso tantissime esperienze che altrimenti non mi sarei mai sognata di vivere, come andare alla Scala, in vacanza all’Isola d’Elba, vestirmi in un certo modo e frequentare persone acculturate. Ricordo che durante una crociera sul Reno, una mattina il cameriere mi ha chiesto se per colazione gradissi il “bouillon”. Io ovviamente non sapevo cosa fosse e ho accettato per non mettere gli altri in imbarazzo. Che delusione quando mi sono vista arrivare una tazza a due manici contenente un brodino!». È proprio negli anni trascorsi accanto alla signora Casali – che viene a mancare nel 1996 – che Cechina scopre una passione senza pari per la lettura: «Mia mamma – dice la figlia – ha letto fino a 100 anni e il suo più grande dispiacere è di non poterlo più fare a causa dei problemi di vista che ha negli ultimi tempi. Adorava i gialli di Mondadori e ne divorava uno per notte». Domando, curiosa, come vennero accolte le prime novità tecnologiche: «Nei rari momenti di riposo, dato che la sera dopo cena io e mia madre facevamo le sarte – prosegue Rosalba –, si andava al Caffè Milano in piazza Manara a guardare in televisione i programmi di Mike Bongiorno, "Carosello" e "Campanile Sera" o al Teatro Comunale in piazza Garibaldi. La prima automobile che abbiamo
avuto in famiglia è stata la Fiat 500 di mio fratello Giovanni». E quali erano i “personaggi” del paese? «C’erano “il dottore”, Brizio Vertova, un’istituzione per Treviglio – risponde Francesca –, “i parroci”, Don Misani e Don Cazzulani, “il prestinaio”, “la levatrice” Bianca, colei che ha fatto nascere i miei figli». La forza di Cechina, sopravvissuta a entrambe le Guerre (la fede che indossa è di rame, dato che ha «dovuto consegnare quella in oro al Duce») e alla morte in giovane età del figlio Giovanni, non l’ha mai abbandonata: «Ha scelto lei di venire in casa di riposo Anni Sereni – afferma Rosalba – nel 2006. Ha stretto amicizia con tutti da subito, in particolare con Angela, tanto che le chiamavano “le Kessler”. Al personale di reparto dice spesso “guarda che non ho mica ottant’anni” e quando le chiedono come abbia fatto ad arrivare “ Dove “perché finiscono ille Signoparole inizia la musica” a quest’età risponde:
E state 2018 Venerdi 6 Aprile, ore 17 Presentazione del programma estivo
CAMPDALL’11 2018AL 15 GIUGNO Dal 25 al 29 Giugno CAMP CAMP 20182018CAMPO ESTIVO COSA SI FA: CAMP 2018 Canto - Musica - Recitazione “ Dove finiscono le parole inizia la musica”
re ha un registro dove tiene i nomi di Dove finiscono le parole inizia la musica” quelli da chiamare a sé e quando arriva “ Dove finiscono le “parole inizia la musica” musicale in Inglese alla mia Danza pagina-laTeoria gira sempre!”». COSA SI FA: COSA SI FA: Drum circle COSA SI FA:- Recitazione Canto Musica Chiedo alla signora Francesca un conScenografie Canto - Musica - Recitazione Danza Teoria musicale in Inglese Body percussion - Teoria musicale in Inglese siglio per i giovani di oggiDanza e, guardanCanto - Musica - Recitazione Drum circle Canto - Musica - Recitazione Musical theatre - yoga Drum circle Danza Teoria musicale in Inglese domi con gli occhi che risplendono di Scenografie divertimento… e tanto altro Danza - Teoria musicale in percussion Inglese Scenografie Drum circle - Scenografie Body Body percussion quella tenacia propria di coloro che Body percussion -Musical Musical theatre Drum circle - yoga QUANDO : theatre -theatre yoga Musical - divertimento… e yoga tanto altro hanno sentito tanto, 15 miGIUGNO salu-2018 -DAvisto LUNEDI’e11 GIUGNO A VENERDI’ divertimento… e tanto Scenografie divertimento… e tanto altroaltro -DA LUNEDI’ 18 GIUGNO A VENERDI’ ta dicendo: «Di leggere!». Ed22 ioGIUGNO sono 2018 QUANDO : Body percussion QUANDO : ORARIO: -DA Dal LUNEDI’ 1116 GIUGNO A VENERDI’ 15 GIUGNO 2018 al 27 Luglio grata a Cechina per avermi consentito -DA LUNEDI’ 11 GIUGNO A VENERDI’ 15 GIUGNO 2018 Musical theatre - yoga TUTTI I GIORNI DALLE 08.30 ALLE 17:00 -DA LUNEDI’ 18 GIUGNO A VENERDI’ 22 GIUGNO 2018 di “leggere” la sua -DA LUNEDI’ 18 GIUGNO A VENERDI’ 22 GIUGNO 2018 A CHI E’ RIVOLTO : storia. divertimento… e tanto altro ORARIO:
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Dietro la cinepresa con i racconti di Enrico Leoni Il segretario di produzione del regista ripercorre gli aneddoti, i casting e le curiosità del film di Ermanno Olmi di Rosanna Scardi
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conta Leoni. Gli altri “casting” sono avvenuti dando appuntamento alla Casa dell’agricoltore di Treviglio, all’oratorio di Urgnano, al bar di Castel Cerreto. Qui, al bancone, a sorseggiare un buon rosso, il regista si imbatté in Luigi Ornaghi, che sarebbe diventato il Batistì. «Si trovava lì per un bicchierino, a Olmi è subito piaciuto, gli ha scattato delle foto, chiedendogli un recapito», racconta l’aiutante che si è poi trasformato in segretario di produzione. Altre figure sono state arruolate per puro caso. «Francesca Moriggi, la Batistìna, aveva portato la figlia alle selezioni di Brignano, lei venne presa, la ragazza no – ricorda –. Anche la bellissima Lucia Pezzoli,
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lantini distribuendoli ovunque, dai bar alle parrocchie, con la precisazione convincente che a richiedere gli attori era il regista di “E venne un uomo”, pellicola dedicata a Papa Giovanni XXIII. «Era un modo per invogliarli, chi lavorava nei campi non aveva certo voglia di mettersi in mostra, tantomeno di intraprendere una carriera cinematografica», sorride. L’unico requisito era la genuinità in un film, dove si recitava nella propria lingua, il dialetto, dal sapore di un documentario. A sorpresa, la gente rispose con entusiasmo. Non esistevano mail, né cellulari. «Per quanto riguarda le giovani operaie della filanda: sono andato a cercarle nelle scuole», rac-
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La caratteristica de “L’albero degli zoccoli” sono i suoi non attori, contadini veri. Per reclutare le oltre 200 comparse e una ventina di ruoli principali il regista entrò nel gennaio del 1977 nel negozio di macchine fotografiche Cesni-Leoni a Treviglio. «Allora ero iscritto alla facoltà di Filosofia e stavo studiando al secondo piano, quando mio papà mi chiamò per scendere giù: Olmi aveva bisogno di un aiutante per cercare i personaggi del suo nuovo film e organizzare incontri – racconta Enrico Leoni, figlio del contitolare –. Io, che ero appassionato di cinema, ho subito accettato con entusiasmo di dargli una mano». Enrico, che allora aveva 22 anni, ciclostilò i vo-
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le mogli degli anziani». La notizia della vittoria della Palma d’oro è arrivata dalla tv: «L’abbiamo saputo dalla televisione, non ci sembrava vero e volevamo organizzare un pullman che ci portasse a Cannes, purtroppo non ci siamo riusciti», si rammarica. Resta il ricordo di un’esperienza unica con un grande regista. «Sapeva come cementare l’amicizia con troupe e attori – conclude Leoni –. Prima di entrare in scena spiegava cosa e come dovevi recitare, ti sapeva mettere a tuo agio. E, anche dopo le fatiche sul set, si andava tutti a cenare assieme, in allegria, nelle bettole o gustando le costine sotto al falò acceso in cascina. Come una volta».
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seguita per la campagna, le chiede il permesso di salutarla. L’amico, 64 anni, contadino fuori e dentro il set, è uno dei “lumaconi” che corrono dietro alle ragazze. «La mia era una particina, ma ho ancora presente la fatica sul set», fa presente. A ricordare gli aneddoti è Leoni: dalle sette ore per girare la scena con Batistì che raccontava le storie ai bambini nella stalla a quella che li ha impegnati fino a notte fonda nei campi ricoperti di neve, ovvero sale e polistirolo. «L’unico telefono era al bar di Palosco che chiudeva alle 23, noi finimmo alle 4 di notte, ricordo che rincasando incrociai mio papà che, preoccupatissimo, stava venendo a cercarmi, lo stesso avevano fatto
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che avrebbe avuto la parte di Maddalena, la sposa, aveva accompagnato altri, rimanendo incastrata». Franco Pilenga e Battista Pelloni stavano provando una commedia in dialetto all’oratorio di Castel Cerreto, quando Olmi e Leoni entrarono. «Noi li scacciammo perché non volevamo essere distratti – ricorda Pilenga, che ha 72 anni –. Non sapevamo che avevamo appena superato il nostro provino. Un mese dopo il regista ci scritturò». Artigiano del legno, figlio di agricoltori, Pilenga ha ricoperto la parte di Stefano, il ragazzo che corteggia Maddalena con poche parole e timidi sguardi, riuscendo a sposarla. Famosa la scena dove lui, dopo averla
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SPECIALE ANNIVERSARIO
Quarant’anni fa “L’albero degli zoccoli” vinceva la Palma d’oro Convegni, visite guidate, bike tour, mostre e amarcord per celebrare il film girato da Ermanno Olmi nella pianura bergamasca, premiato a Cannes nel 1978
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di Rosanna Scardi
In occasione del 40° anniversario della conquista della Palma d’oro da parte del film diretto da Ermanno Olmi – girato l’anno prima della premiazione nella pianura bergamasca, avvalendosi di gente del posto come attori –, si sono aperte le celebrazioni della ricorrenza con un convegno al Tnt di Treviglio, dove è intervenuto Raffaele De Berti, professore di Storia e critica del cinema e cinematografia documentaria all’Università degli Studi di Milano, che ha ripercorso la carriera del regista. «Con “L’albero degli zoccoli” Olmi ha restituito la memoria: la sua è una foto sulla cultura contadina, la sua lentezza, anche se non mancò la stroncatura di Moravia per l’unica ribellione presente nel
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film, quella del cavallo maltrattato che si imbizzarrisce», ha spiegato l’esperto. Dopo il successivo incontro a Martinengo, il 7 aprile alle 17.30, alla scuola primaria “Margherita Hack” di Cortenuova si parlerà di religiosità e valori sociali; il 21, sempre alle 17.30, nella sala consiliare di Cividate al Piano di architettura rurale; il 19 maggio, alle 20.30, nella tensostruttura di piazza Marconi a Palosco di aneddoti e racconti della tradizione e, per l’occasione, saranno allestiti i pannelli esplicativi del fotoamatore Maurizio Plebani che ha catalogato i luoghi dell’opera cinematografica per farne una mostra itinerante. E ancora: il 9 giugno, alle 17.30, nella sala della comunità a Calci-
nate, si tratterà di comunicazione e dialetto bergamasco e il 23, alle 17.30, all’auditorium parrocchiale “Sant’Andrea” a Mornico al Serio di alimentazione e agricoltura. Gli eventi sono promossi dal coordinamento dei sette comuni della Bassa bergamasca che hanno sottoscritto un protocollo d’intesa al fine di valorizzare al meglio questa commemorazione, con la collaborazione di Pianura da scoprire, mentre la Pro Loco di Martinengo si occupa della segreteria organizzativa. Le visite ai luoghi che si trasformarono in set saranno programmate durante tutto l’anno a Martinengo. Tra questi, ci sono il convento dell’Incoronata – punto di ritrovo per la partenza del tour – e il Fi-
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landone, dove sono state girate le scene delle operaie al lavoro e si è tenuta la mostra pittorica di Luigina Restelli “Una storia di contadini bergamaschi nel secolo scorso”, ispirata al film. Si potrà andare alla scoperta dei set della pellicola nel corso della Festa sull’aia di fine giugno a Mornico, della Festa di San Lorenzo di agosto a Palosco e durante la sagra della patata di settembre a Martinengo. Due le bicilettate organizzate: la prima per amatori, promossa da Aribi il 22 aprile, l’altra è il Festival bike per famiglie che si svolgerà l’ultima domenica di giugno. Per le informazioni dettagliare consultare il sito www.bassabergamascaorientale.it
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EVENTI (IP)
Un salto indietro nel tempo a Treviglio con “Antico in via”
Ogni terza domenica del mese, nel cuore della città, si rinnova l’appuntamento che richiama migliaia di curiosi e collezionisti a caccia dell’affare Passeggiando per le vie del centro storico si ha la sensazione di tuffarsi nel passato. Curiosi e appassionati di antiquariato si ritrovano ad “Antico in via”, il mercatino che richiama migliaia di visitatori, ogni terza domenica del mese (escluso agosto), dalle 8.30 alle 18. Le bancarelle degli oltre 150 espositori sono collocate in piazza Manara, nelle vie Sangalli, San Martino, Matteotti, Cavour e Oriano, mentre in piazza Garibaldi un’area è dedicata all’artigianato locale con le creazioni rigorosamente fatte a mano da una dozzina di hobbisti. Le particolarità della manifestazione sono sia la grandezza, dal momento che è il più vasto mercatino della provincia bergamasca, sia la varietà dell’offerta. Moltissimi sono, infatti, i pezzi da collezione che un occhio attento può scovare: mobili, porcellane, dipinti, orologi, libri, fumetti, stampe, monete, lampadari, candelabri, oggetti di modernariato dagli anni ’50 ai ’70, cassapanche, dischi, borse e accessori vintage, spille, camei e collane d’altri tempi, pizzi e merletti che sembrano usciti dal baule della nonna, macchine da scrivere e fotografiche di inizio Novecento. Oltre ad assicurarsi un pezzo unico, impossibile da trovare in commercio e con un tocco di storia e personalità, magari strappando un prezzo affare, gli
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acquirenti compiono un gesto che fa bene all’ambiente. L’antiquariato non richiede, infatti, materie prime, imballaggi o sprechi di energia e contribuisce a limitare la quantità di rifiuti e di inquinamento. L’iniziativa è organizzata dall’associazione Promoart, presieduta da Gualtiero Cattaneo e con sede a Calusco d’Adda. Il principale obiettivo
è la promozione e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale delle nostre cittadine. In collaborazione con enti pubblici, Pro Loco e altre associazioni, Promoart promuove manifestazioni che si svolgono all’aperto, incluse sagre dedicate a prodotti tipici di nicchia. Per maggiori informazioni visitare il sito www.promoart.com.
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SERVIZI
Idrokin: riabilitazione e benessere Il centro di fisiochinesiterapia trevigliese rappresenta un’eccellenza del territorio con tantissimi servizi e corsi
qualità delle prestazioni erogate seguendo specifici protocolli. A ciò si affianca l’utilizzo di tecnologie moderne ed adeguate nel rispetto dei canoni di sicurezza nell’esecuzione delle terapie riabilitative stesse e delle rigide norme igieniche vigenti. Nei 400 mq (tutti al piano terra) trovano anche spazio la sala visite e l’area fisiochinesiterapica dotata di due palestre: l’una per corsi collettivi di attività motoria o di benessere, l’altra dedicata alla rieducazione funzionale. L’equipe polispecialistica presente, secondo una metodologia educativo-riabilitativa, segue la riabilitazione dell’utente ponendo particolare attenzione soprattutto alla prevenzione e riabilitazione motoria, sia in caso di utenti affetti da patologie acute (post chirurgici e traumatizzati), sia per gli affetti da patologie croniche (artrosi, dolore muscolo scheletrico o disabilità gravi). Un’area in continua evoluzione, ringiovanita nell’immagine e nella proposta in cui trovare sollievo dai disturbi quanto benessere, tutti i giorni della settimana. (d.l.)
Il polo sanitario riabilitativo Idrokin di Ygea apre al benessere con i corsi di Watsu. Da questo mese, infatti, lo Shiatsu in acqua calda amplia l’offerta dei trattamenti rivolgendosi a tutti coloro che vogliono concedersi un’esperienza di profondo rilassamento e riscoperta di sé. Watsu è una delle più innovative arti del benessere ed è praticato
in acqua a temperatura corporea unendo l’effetto riequilibrante del massaggio Shiatsu alle virtù dell’acqua calda. Il corpo è dolcemente sostenuto in galleggiamento inducendo uno stato di rilassamento e abbandono, in un alternarsi di quiete e movimento che crea una danza armonica con stiramenti, dondolii e movimenti liberi che stimolano la spontanea espressione del corpo.
Riduzione dello stress e dell’ansia, miglioramento della qualità del sonno, rilassamento delle tensioni muscolari ed emotive, superamento di alcune paure, fra le quali proprio quella dell’acqua, sono fra i benefici più importanti che potrete scoprire in anteprima domenica 15 aprile dalle 9.30 alle 12.30 provandolo al centro Idrokin di viale 24 maggio, 11 a Treviglio.
ph Appiani
Nel cuore di Treviglio, all’interno di un edificio completamente ristrutturato che in passato venne destinato a distretto militare, oggi ha sede un centro polivalente dove si trovano Idrokin, il Centro diurno integrato e gli uffici dei Servizi sociali del Comune. Se gli ultimi due servizi sono forse i più conosciuti e non hanno bisogno di presentazione, Idrokin merita un approfondimento per la sua particolarità: il centro, infatti, è una struttura dedicata alla riabilitazione motoria
che nasce nel 2006 ed offre oggi molteplici prestazioni, con una particolare attenzione all’ambito della fisiochinesiterapia di prevenzione e della riabilitazione motoria. Al suo interno trova spazio una vasca per idrochinesiterapia, l’unica presente sul territorio della Bassa bergamasca. Un diametro di 28 mq, una profondità compresa tra 1,30 e 1,60 metri, temperatura costante di 33°C e l’ausilio di attrezzature per il sollevamento e lo spostamento verso la vasca (così come all’interno) per gli utenti con disabilità, sono le peculiarità del fiore all’occhiello della struttura. L’impiego di figure professionali – tutte specializzate ed esperte nell’ambito di riferimento – consente di esercitare le attività offrendo garanzia di
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ASSICURAZIONI (IP)
Di padre in figlia per dare continuità nella professionalità: l’Agenzia Riva Assicurazioni verso il mezzo secolo di storia Era il primo febbraio del 1970 quando Emilio Riva, classe 1946, iniziava la propria attività di agente di assicurazione a Treviglio: dopo 48 anni l’Agenzia Riva Assicurazioni è una realtà consolidata nel territorio, che fa del connubio tra professionalità e attenzione per il cliente il suo punto di forza, come ci racconta, orgoglioso, lo stesso Emilio. Signor Riva partiamo dagli inizi: perché ha scelto la professione di agente? Diciamo che quello è stato l’approdo di un percorso lavorativo in crescendo: non sono figlio d’arte, i miei genitori erano contadini, io ho iniziato come operaio attrezzista. È stato mio fratello Giacomo, che allora lavorava come funzionario ispettivo presso un’importante società di assicurazioni, ad avvicinarmi a quel mondo; nel 1964 la mia prima esperienza: dopo un corso di formazione affiancato a un ispettore preparato, sono stato inserito in una grossa agenzia come subagente. Conclusa nel 1967 la leva, ho girato l’Italia per un anno come agente di commercio, ma l’esperienza fatta prima del militare aveva lasciato il segno, senza contare che stavo ricevendo proposte lavorative da compagnie assicurative: in particolare, una grossa agenzia di Treviglio mi aveva assunto come produttore, facendomi seguire un periodo di formazione in direzione a Milano. Quindi ha seguito le sue aspirazioni? Sì, sentivo di voler continuare quel percorso, ma il mio obiettivo era diventare io stesso un agente generale, un piccolo imprenditore assicurativo: certo, era una sfida per un ragazzo di 21 anni, ma l’ho accettata come un’occasione per migliorare la mia posizione, consape-
vole dei rischi che correvo. La svolta è avvenuta quasi per caso, leggendo un annuncio su L’Eco di Bergamo: una primaria compagnia di assicurazioni cercava un agente generale a Treviglio e dintorni; dopo vari incontri con i dirigenti della compagnia, decisi di accettare, nonostante la ristrettezza del portafoglio: 3 milioni di lire. I primi clienti furono parenti e amici. Che ricordi ha di quel periodo? È stato duro e intenso, mi dividevo tra attività professionale e studio, nel 1974 ho conseguito il diploma di ragioneria e successivamente ulteriori corsi specialistici di alto livello. Intanto l’Agenzia cresceva per dimensioni: dall’originaria sede di via Battisti – di fatto, una stanzetta – si trasferiva nel 1973 in viale De Gasperi, un bilocale, una stanza per me e l’altra per la mia prima impiegata; nel 1984, il secondo trasloco, in via Cavour dove collaboravano con me due subagenti; intanto, diventato plurimandatario, nel novembre 1991 avevo aperto anche un ufficio in via Crippa, per conto di un’altra importante compagnia; ma il salto di qualità è avvenuto con il quarto spostamento, sempre nel 1992, presso l’attuale sede di viale Oriano: un ufficio di 160 mq, quattro dipendenti e due subagenti. Una scelta resa possibile dal progressivo implementarsi del portafoglio clienti. Poi, a segnare il momento di crescita dell’Agenzia, l’apertura di una subagenzia distaccata a Fara, tuttora operativa. Come definisce la sua agenzia? Spesso uso l’espressione “offerta di
boutique”, a indicare l’offerta di un prodotto personalizzato, come fosse un vestito su misura. Già la denominazione “Riva Assicurazioni consulenza e assistenza” sta a sottolineare l’impegno nel far fronte alle esigenze della clientela e questo è anche il significato del logo: un nodo, ovvero lo stretto contatto che si intende creare con la persona. Come vede il futuro? Da qualche anno ho passato il testimone a mia figlia Silvia, classe 1981, che, dopo una lunga esperienza come subagente con avanzati corsi di formazione, nel 2009 è diventata prima coagente, e dal 2015 – quando io ho lasciato la carica per raggiunti limiti di età – è agente di Riva Assicurazioni. Silvia, come sarà l’agenzia nei prossimi anni? I principi di questa professione sono ancora quelli in cui ha sempre creduto mio padre: l’analisi del bisogno fino al soddisfacimento del cliente, visto in una prospettiva di centralità per l’attività dell’agenzia, l’alta professionalità caratterizzata da una costante formazione, la competenza, la capacità di stare al passo con le nuove tecnologie ritengo siano i cardini per poter fare al meglio oggi questo lavoro.
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TRADIZIONI
Appuntamento l’8 aprile con “Miracol si grida!” Giovanni Grippa e Bruno Manenti, figure chiave nella rievocazione storica di Rosanna Scardi
È stata rinviata a domenica 8 aprile la rievocazione “Miracol si grida!”: 240 figuranti saranno coinvolti nella manifestazione, organizzata dalla Pro Loco, che chiude i festeggiamenti per la ricorrenza patronale: il 28 febbraio del 1522 Treviglio fu, infatti, salvata dall’invasione francese dopo che le lacrime sgorgarono dall’affresco della Vergine. Alle 15, i quattro cortei partiranno dalle porte storiche, Torre, Zeduro, Nuova e Filagno, per confluire verso piazza Insurrezione. Ad attenderli ci saranno i contadini che scacceranno in malo modo una legione di soldati d’Oltralpe. Un gesto che farà infuriare il generale Lautrec. I cortei sfileranno, poi, verso piazza Garibaldi dove il popolo annuncerà il miracolo. Lautrec, commosso, risparmierà Treviglio.
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Serbelloni e il tentativo di salvare il borgo
Bruno Manenti, 60 anni, intagliatore, scultore e pittore trevigliese, attore nella compagnia dialettale “Amici del
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teatro”, impersona in “Miracol si grida!” monsignor Serbelloni. Il vicario, che nel 1522 era alloggiato a Ponti-
rolo, fu chiamato per invocare, in un estremo tentativo, la pietà di Lautrec. Prima di lui avevano fallito i quattro consoli che si presentarono, davanti al generale, scalzi, con il cappio al collo e le chiavi del borgo, poi ci provò anche Bernabò Visconti. Ma fu tutto inutile. Da quanti anni ricopre questo ruolo? Da una dozzina, ho raccolto il testimone da don Piero Perego, l’ex cappellano dell’ospedale, che per motivi di salute era stato costretto a lasciare la parte. Ne sono stato da subito onorato. I consoli e Visconti non riescono a far breccia nell’animo del comandante francese. Cosa accade dopo? Esco io, con il costume da cardinale e accompagnato dal clero, pregando il militare di risparmiare il borgo, recitando un testo. Ma lui sguaina la spada alzandola al cielo in segno di sprezzo, incurante della preghiera che gli sta rivolgendo un servitore di Dio. La scena si svolge davanti alla chiesa di San Rocco ed è particolarmente suggestiva perché c’è un’interpretazione della vita contadina dell’epoca con i trevigliesi impegnati nei lavori nei campi insieme ai bambini.
TRADIZIONI I popolani, terrorizzati, si rifugiano allora nelle chiese, tra cui la piccola cappella dietro al santuario, finché accade il miracolo... Le popolane accorrono verso me e Lautrec, gridando che il ritratto della Madonna sta piangendo, ma ovviamente il generale crede che si
tratti di un imbroglio. Così, nella scena finale, ci rechiamo entrambi in piazza Cameroni per constatare con i nostri occhi il fatto sovrannaturale. Gli storici narrano che Lautrec con un coltello scrostò parte del muro per avere la certezza che non ci fossero trucchi. Il generale dovette ricredersi e cedere di fronte all’e-
videnza che videro i suoi stessi occhi e, impressionato, si inginocchiò davanti all’immagine sacra cercando di asciugare le lacrime che continuarono incessantemente a rigare il viso di Maria. La Madonna aveva intercesso per i trevigliesi, facendo breccia anche nel gelido cuore del terribile comandante. (r.s.)
La figura chiave della rievocazione trevigliese è il generale francese Odet de Fois, visconte di Lautrec, descritto dagli storici dell’epoca come “più duro del diamante, più crudo della tigre, più saldo dello scoglio”. A interpretarlo sarà Giovanni Grippa, 52 anni, di Caravaggio, professione macellaio, senza esperienze di recitazione alle spalle. Come è nata questa avventura? Sono un appassionato di cavalli e rievocazioni storiche. Un tempo, quando i Comuni avevano maggiori disponibilità economiche, erano più diffuse. Da cinque anni mi piace interpretare la parte del “cattivo”, quel militare francese che sta per distruggere la città. Non solo è temibile, Lautrec è soprattutto furbo: sa che, saccheggiando Treviglio, i suoi soldati si sarebbero garantiti il denaro che lui non poteva dare loro. Ma, alla fine, sarà redento dalla fede. Qual è la scena più emozionante nella manifestazione? Si svolge in piazza Garibaldi, è l’arrivo delle popolane, terrorizzate al solo rimbombo degli zoccoli dei cavalli, che il 28 febbraio del 1522, al sorgere del sole, gridano: “Miracolo, Maria sta piangendo, sta piangendo”, riferendosi alle lacrime che sgorgano dall’immagine dipinta sul muro di Sant’Agostino, mentre la figura del bambino e la parte circostante restano asciutte. Le figuranti sono bravissime, si calano nella parte con grande partecipazione.
ph Appiani
Lautrec, il generale dal cuore di ghiaccio
La notte prima era stata vissuta dai cittadini vegliando nelle chiese che costituivano il loro unico rifugio. A quel punto, tutti si riversano in strada e da lì avverrà la mia conversione. Altra scena importante è la richiesta dei consoli di avere pietà per Treviglio. Il finale in piazza Cameroni cosa prevede? Sarò davanti all’effige sacra: mi spoglierò dell’elmo e della spada, deponendoli in segno di rispetto e devozione. Ancora oggi gli originali sono conserva-
ti in una teca ed esposti nel Santuario. Il popolo intonerà, poi, l’inno a Maria. A caratterizzare questo tipo di personaggio è anche il costume, come sarà? Avrò un grande mantello rosso, l’elmetto adornato dalle piume e l’armatura in ferro di quel tempo. Ovviamente mi sposterò in sella al mio cavallo, attorniato da una dozzina di altri fidi cavalieri d’Oltralpe, mentre altri soldati si muoveranno a piedi. (r.s.)
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Mobilità condivisa
Ci sono i presupposti per riprendere lo sviluppo di una mobilità alternativa? E quali?
È indubbio che la capitale della mobilità alternativa sia a meno di trenta chilometri da noi: due o quattro ruote, a pedali, a motore o elettrico, si può solo scegliere quale sia il mezzo da utilizzare per spostarsi agilmente a Milano. D’altronde, è lì che è nata. Basta uno smartphone e pochi centesimi al minuto e lo sharing è servito. Muoversi per la città lasciando a casa l’auto e facendo a meno anche di taxi, tram ed autobus. Si può utilizzare di tutto, dalla bicicletta alla vettura sportiva, passando per scooter e quadricicli elettrici senza doversi preoccupare di fare il pieno di carburante, pagare l’assicurazione o revisionare il veicolo scegliendo l’operatore che propone l’offerta più vantaggiosa per le proprie esigenze. Ma questa è Milano, ovvio. E seppur questo servizio risulti comodo per i tanti pendolari che dalla Bassa bergamasca raggiungono il capoluogo di Regione, rapportare questo modello di mobilità al nostro territorio appare perlomeno futuristico.
Trarre spunti, però, è possibile. Ad esempio, la recente inaugurazione del parcheggio di piazza Setti a Treviglio ha evidenziato la volontà politica di offrire un’alternativa sostenibile alla mobilità anche in previsione del costante incremento di vetture elettriche che si muovono sulle nostre strade (e di cui ci eravamo occupati nel servizio di febbraio scorso). Sono due, infatti le postazioni utilizzabili da chi possiede una di queste auto per poter fare il pieno di energia durante la sosta. Ma al di là dell’elettrico, c’è possibilità di sviluppo per la sperimentazione di uno sharing sostenibile che colleghi tra loro le due stazioni ferroviarie? Oppure, è ipotizzabile pensare ad un collegamento con l’ospedale o con il centro storico? Al di là della presenza di alcune biciclette in stazione, alcuni anni fa, un esperimento (seppur fallimentare) vi era già stato. Chi ricorda la “bicistazione” della Ovest? Forse i tempi non erano maturi, oppure il progetto andava pensato in altro modo. Di fat-
to, oggi, la formula della condivisione è in evoluzione, anche in città di piccola e media grandezza. Con gli anni, infatti, sono nate aziende di settore ed app dedicate scaricabili direttamente dal telefono cellulare. Anche il limite delle aree di stallo per questi veicoli è stato superato da quello che si chiama “flusso libero”. La rete ciclopedonale che da Treviglio già si estende verso Caravaggio, Brignano Gera d’Adda, frazione Geromina e Castel Cerreto è in continua espansione; località Taranta sarà presto collegata a Cassano d’Adda con una nuova struttura in legno ed una pista ciclopedonale la cui futura e diretta prosecuzione è facile intuire sarà la nostra Città. Un’opportunità, forse. L’occasione di anticipare i tempi e predisporre il territorio ad una fruibilità ciclabile – anche condivisa – che consenta al visitatore di muoversi dall’Adda al centro storico di Treviglio, dal Santuario di Caravaggio al Castello di Brignano. Perché non provarci?
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di Ivan Scelsa
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INIZIATIVE
La legalità fa scuola a Treviglio
Una lezione speciale per le seconde classi medie del Cameroni di Rosanna Scardi
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La mattina del 23 marzo è salito in cattedra il Vice Questore aggiunto Angelo Lino Murtas per spiegare ai ragazzi l’importanza di rispettare le regole, da quelle della corretta alimentazione, al codice della strada, al comportamento con amici e compagni. Dopo aver fatto intonare agli alunni l’inno di Mameli ed aver illustrato il mestiere dei poliziotti, quali “guerrieri per la pace”, Murtas ha poi affrontato la questione della responsabilità. «Dagli zero ai 14 anni sono i genitori a rispondere civilmente con il risarcimento del danno arrecato dal figlio – ha spiegato, ponendo come esempio concreto il classico caso della matita nell’occhio –. Sembra uno scherzo, ma in caso di invalidità e a seconda della
I vincitori delle prime selezioni di Impronte sonore Prosegue al Teatro filodrammatici di Treviglio la 1^ edizione di Impronte sonore: sei serate a tema, una semifinale ed una finalissima per 24 artisti provenienti da tutta Italia. Il contest è dedicato ai giovani talenti per dare loro la possibilità di esibirsi e di diffondere la loro creatività, al fine di trasformare la propria passione in attività professionale. Gli artisti vengono votati da una giuria diversa ogni serata, selezionata per competenza rispetto allo specifico genere musicale cui ogni appuntamento è dedicato (non mancano i dj di t-radio, partner dell’evento). Ad oggi si sono tenute cinque serate, ecco i vincitori:
• 19 gennaio, cantautorato: Alessio Accardi • 2 febbraio, rock alternative: Giardini di Pietra • 16 febbraio, jazz e strumentale: Illogic trio • 9 marzo, rap e funny rock: Chiurli • 23 marzo, core/prog/metal: Disagio
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2016-09 esecutiva sua entità, le cifre da sborsare sono esorbitanti. Dai 14 ai 18 anni, l’imputabilità è anche penale (seppur con attenuanti), mentre dai 18 in su non ci sono scappatoie». Altri temi trattati sono stati cyberbullismo e cyberstalking: «Ti piace una ragazza o un ragazzo, vi scambiate delle foto di parti del corpo ed una volta finita la storia le diffondi col cellulare o via mail facendo terra bruciata: è successo anche a Treviglio. I reati così commessi sono molti, invito a riflettere e a non fare ad altri ciò che non vorresti fosse fatto a te». Ogni dieci giorni Murtas visita una scuola tenendo lezioni di legalità. «Un segno rimane sempre e poi se anche salvi una sola vita, ne è valsa la pena», conclude.
Gli artisti sopra indicati, unitamente al gruppo finalista dell’ultima selezione, prevista per venerdì 13 aprile e dedicata ai generi indie/pop/soft, parteciperanno alle semifinali in calendario venerdì 11 maggio. I primi tre classificati da questa serata accederanno alla finalissima di venerdì 25 maggio. I premi ammontano a un totale di 13.500 euro tradotti in produzioni musicali. La manifestazione è organizzata dall’associazione Era della musica di Bergamo in collaborazione con Timetrack studios di Azzano San Paolo e con il sostegno di Treviglio arte e cultura, che da tre anni si occupa della gestione del Teatro filodrammatici. L’ingresso alle serate è gratuito. La musica vi aspetta a teatro!
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MUSICA
Silver nell’Isola dell’amore
Il cantautore di Sola lanciato da “X Factor” è tornato con un nuovo singolo in inglese, “Let me fall in love”: “Sono timido e romantico, la musica mi diverte e non mi creo aspettative alte” di Rosanna Scardi
ph Chiara Sardelli
Non c’è luogo migliore dell’Isola dell’amore per ambientare una ballad romantica. “Let me fall in love” è il titolo del nuovo singolo di Silver, all’anagrafe Silvio Barbieri, cantante di Sola. Il video, girato al Faro di Goro – città di Milva, nel Ferrarese – che si avvale per la regia di Marco Cavalli e Alberto Pasi e per la fotografia di Marco Mensa, esprime la personalità dell’artista e della sua musica, a tratti malinconica. «Sono timido – ammette il cantante –; l’inglese, che non tutti capiscono,
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mi permette di aprirmi di più». La lingua rappresenta anche un ritorno alle origini, essendo quella del suo primo ep pubblicato con i Sunshine. «Il testo tratta una mia esperienza, parla della fine di una storia, vissuta come una sorta di gabbia da cui liberarsi per riscoprire se stessi e tornare a provare il sentimento dell’amore in libertà, anche se si è già stati scottati e magari verso chi si vuole davvero, senza condizionamenti o pregiudizi, con la facoltà di sbagliare», spiega Silver, che è l’autore delle parole. Il singolo è frutto
della collaborazione con il compositore Fabio D’Amato per le musiche. Piano, basso, chitarre acustiche ed elettriche sono unite alla parte ritmica e ad assaggi di elettronica. Molto prima ancora a segnare il suo futuro erano stati i genitori, allora operai alla Invernizzi, e il fratello che faceva il tabaccaio. «In particolare, mio papà mi bombardava con Bob Dylan e mio fratello, cinque anni più grande di me, con i Beatles, grazie a loro sono cresciuto bene», sorride Silver. Nel 2008 con il suo gruppo è stato ospite della trasmissione “Sogno ribelle”, condotta da Marco “Bruco” Ferri, che offriva una vetrina agli artisti che producono brani inediti. La musica era, però, ancora solo un hobby. «Nella vita facevo tutt’altro, mi occupavo di termodinamica, progettavo impianti di riscaldamento quando chiesi al mio datore di lavoro un part time per poter suonare – ricorda –. Finché, per gioco, mi sono iscritto ai provini di “X Factor” e la mia vita ha preso una nuova direzione». Nel 2009, dopo sei casting, il cantante bergamasco è stato ammesso al talent show. Il suo coach era Morgan. Si è classificato quarto nell’edizione di dicembre, vinta da Marco Mengoni, stesso traguardo raggiunto da Noemi nella precedente. Una volta conclusa l’esperienza, ha iniziato a pubblicare i singoli “Se mi freghi un respiro”, “Tre gocce” e “La terra trema”, dai proventi devoluti a favore dei terremotati in
dal 1971
Emilia. Nel 2012 è stato ospite nuovamente di Bruco a “Lato B” su Seila tv. Risale al 2014, invece, la partecipazione al format “Ancora volare” all’interno di “Domenica in”, dove Silver era abbinato a un artista senior, Mal dei Primitives. «Siamo rimasti in contatto, con Mal condivido la passione per l’armonica e le sonorità anni sessanta – racconta –. «Insieme ci siamo divertiti a rifare “Proud Mary” dei Creedence Clearwater Revival e “Tutta mia la città” dell’Equipe 84». Due anni fa è uscito il suo album che racchiude tutti i singoli, la cover di “It’s all over now, Baby Blue” di Dylan e i brani “E non mi dire” e “Due monete”. La carriera va avanti. «Non mi piace avere aspettative alte, quando cadi ti fai male. Il mio fine è divertirmi, senza tensioni e se raggiungo qualcosa è sempre più di quanto mi aspettassi», conclude.
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Salumeria Rossetti: tradizione centenaria e qualità Un’attività storica che guarda al futuro da quattro generazioni di Rosanna Scardi
Tradizione che sta per sfiorare il secolo e qualità in grado di fare la differenza e battere la concorrenza dei supermercati. Dietro al bancone nella storica salumeria Rossetti di largo Cavenaghi, a Caravaggio, ci sono Pietro, 58 anni, e papà Carlo, 85. L’esercizio, una vera bottega, ha alzato per la prima volta le serrande nel 1926 e lo scorso mese ha avviato le pratiche attraverso l’Ascom per ottenere la certificazione di attività storica, un riconoscimento importante. La ricetta vincente è la passione che è stata tramandata di generazione
in generazione. Ad avviare l’attività, che allora era anche di macelleria, è stato Giuseppe, papà di Carlo, in un primo tempo in via Vicinato. «Tra queste mura sono cresciuto, ho imparato i segreti del mestiere – racconta il signor Carlo –. Passavo le giornate ad aiutare i miei genitori, appena finita la scuola correvo qui, già dalle elementari. Ricordo che per arrivare alla pesa avevo bisogno dello sgabellino e che la misurazione avveniva in once». Dietro di lui, alla cassa, c’è una foto d’epoca, in bianco e nero, che lo ritrae ragazzino insie-
me ai due fratelli e alla mamma, fuori dal negozio. Unica salumeria a Caravaggio, Rossetti è specializzata in prodotti dal sapore e dalla preparazione genuina: i titolari acquistano la carne e la lavorano nel loro laboratorio, la stagionatura avviene in modo naturale, in cantina. Il risultato sono salsicce, cotechini, zamponi, salami, cacciatori dalla qualità eccellente. Nel corso degli anni sono, però, cambiate pure le abitudini alimentari. «La donna non è più casalinga, ma spesso lavora fuori casa come il marito, c’è necessità di prodotti pronti o veloci da cucinare. E noi li forniamo, come lasagne, vitello tonnato, insalata russa, crespelle, e d’estate pasta o riso freddi conditi», precisa Pietro. «Anche l’alimentazione è diversa, il consumo di carne rossa è diminuito, sia per un fattore di mode, sia per la propaganda degli animalisti, eppure ai miei tempi una bella bistecca faceva passare ogni malanno e fegato, polmone, reni e cuore erano prelibatezze che andavano a ruba», sorride Carlo. In negozio c’è anche sua nipote Giulia, 27 anni, figlia di Pietro, che ha conseguito la maturità al liceo linguistico e dopo aver tanto studiato ha avuto un ripensamento. «L’amore per questo mestiere l’ha portata a voler continuare la strada intrapresa dalla famiglia, con lei sarà la quarta generazione di salumieri che guarda al futuro», aggiunge il padre.
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CASSANO
Stazione, presentato il progetto di un hub nel piazzale Interventi nuovi che si affiancano a quelli non ancora terminati: l’appello del sindaco alle Ferrovie dello Stato di Stefano Dati Prende forma il progetto del sindaco Roberto Maviglia che intende trasferire nel piazzale della stazione ferroviaria il capolinea dei pullman, al fine di creare un hub del trasporto pubblico locale, ridisegnando, quindi, i collegamenti non solo con il centro città, ma anche con i comuni limitrofi. «È stata costituita da Regione Lombardia l’Agenzia per il Trasporto
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pubblico – spiega il primo cittadino –. Dovrà fare un piano su una vasta area che riguarda il bacino del trasporto pubblico locale, in cui è compresa non solo la zona di Città metropolitana ma anche la provincia di Monza-Brianza, e dopo di che far partire il bando. Ritengo, quindi, sia questo il momento giusto per far inserire nella gara pubblica il progetto che vede la stazione di Cas-
sano d’Adda come hub del trasporto pubblico locale, trasferendo in quel piazzale il capolinea degli autobus. Tutte le linee dovranno arrivare lì: questo consentirebbe, inoltre, di collegare il passante ferroviario alla stazione metropolitana. Ne abbiamo già discusso nell’ambito della nuova agenzia per il trasporto pubblico e l’idea è vista positivamente dagli enti interessati».
Nuovi progetti da realizzare affiancati a quelli vecchi ancora in fase esecutiva o in standby, come il progetto del bike sharing, il servizio pubblico di biciclette, costo 20mila euro, realizzato per l’Expo 2015 e non ancora operativo. Fra i disagi più discussi l’abbattimento delle barriere architettoniche, un problema che è stato più volte dibattuto anche in consiglio comunale, dove è stato votato all’unanimità il consenso per dare mandato al sindaco nel sollecitare l’intervento delle Ferrovie dello Stato, da tempo latitanti sul territorio cassanese. La stazione di Cassano d’Adda resta, dunque, off limits ancora oggi per i diversamente abili impossibilitati ad arrivare alle banchine dei treni per salire e scendere dai vagoni dei treni in arrivo e partenza. Alla questione delle barriere architettoniche si aggiungono, poi, le continue lamentele dei cittadini sulle condizioni negative in generali in cui versa la stazione ferroviaria. «Già nel passato – ha continuato Maviglia – sono state fatte richieste d’intervento alle ferrovie per una riqualificazione della stazione. Riprenderemo ad insistere con chi di dovere perché ci sia un intervento di messa a norma e di riqualificazione perché, di fatto, è l’unica stazione, con quella di Trecella, nella tratta ferroviaria Treviglio-Milano a non essere adeguata rispetto all’accessibilità, oltre ad altri provvedimenti che riguardano la messa in sicurezza più in generale nell’intera area di loro competenza». Degrado e disagi che si legano in qualche modo al problema del termine lavori della futura tangenziale, un cantiere aperto a ridosso della strada ferrata che contribuisce notevolmente al degrado di quell’area e alla poca sicurezza di chi deve recarsi in stazione.
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TERRITORIO
Accade nella Bassa
TREVIGLIO: LA CHIUSURA DELL’INFOPOINT DELLA STAZIONE CENTRALE Ha destato polemiche la decisione dell’Amministrazione comunale di Treviglio di chiudere l’Infopoint della stazione Centrale di Treviglio. Il servizio era gestito direttamente dalla Pro loco e secondo l’opposizione si trattava di uno strumento fondamentale per il proseguimento dello sviluppo del turismo legato al territorio della Pianura bergamasca, iniziato con l’apertura della BreBeMi e proseguito con la pianificazione delle offerte al pubblico tramite la proposta di “tour mirati” nei castelli e Santuari della Bassa provincia. L’attuale Amministrazione ha argomentato la chiusura del servizio come facente parte di un progetto di più ampia portata, inerente una riorganizzazione delle attività connesse a Pro Loco e alla promozione del territorio, anche in sinergia con altre associazioni ed enti. (m.l.)
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Dopo la positiva esperienza del capoluogo, Slow food bassa bergamasca punta a creare una rete di “artigiani del cibo” che riesca ad unire i produttori locali in concomitanza con la giornata dedicata all’antiquariato, la terza domenica del mese. Dalla Condotta trevigliese, Chicco Crippa lancia le linee di quello che sarà un progetto che coinvolgerà produttori ed enti del territorio con l’intento di creare consapevolezza nel consumatore, per ciò che si mangia tanto quanto per l’ambiente che ci circonda. Analogo l’impegno a proseguire la collaborazione con la cooperativa Alboran e con le scuole a cui si affiancherà un ciclo di serate sul cibo e sull’agricoltura legate al quarantennale del film L’albero degli zoccoli. (i.s.)
VERDELLO: RINVIATA L’APERTURA AL TRAFFICO DELLA CIRCONVALLAZIONE Si allungano drasticamente i tempi per l’apertura al traffico della circonvallazione di Verdello. La giunta regionale lombarda infatti, nell’ultima seduta prima delle elezioni, non ha ratificato il documento relativo alla redazione del progetto esecutivo e la successiva realizzazione attesa entro il 2019 e che ora rischia di slittare al 2021. Si parla di problemi tecnici alla base della “non decisione” sulla tangenziale di Verdello, costo previsto 10 milioni di euro, ed ora la palla passerà alla nuova giunta entrante, fresca di elezioni. Approvati, invece, gli schemi di convenzione per “la riqua-
lificazione dello svincolo autostradale A4 e della connessione con l’asse interurbano” e la “progettazione della variante alla statale 42 in Comune di Trescore”. (m.l.)
ph F. Moro
ph Appiani
TREVIGLIO: IL MERCATO DELLA TERRA
CISERANO: I CARABINIERI, CITTADINI ONORARI Il conferimento della cittadinanza onoraria all’Arma dei Carabinieri non è solo un gesto formale. Nelle parole del Sindaco di Ciserano, Enea Bagini, la commossa e vibrante soddisfazione per l’incessante attività di contrasto alla criminalità svolta in una delle aree più degradate della provincia, Zingonia appunto. La cerimonia ufficiale, che ha avuto luogo lo scorso 12 marzo, ha raccolto il pubblico delle grandi occasioni, con il Prefetto Elisabetta Margiacchi ed il Questore Girolamo Fabiano accanto al Capitano della Compagnia di Treviglio, Davide Onofrio Papasodaro, al Comandante Provinciale di Bergamo, Colonnello Paolo Storoni ed il Comandante della Legione Lombardia, Generale di Divisione Teo Luzi che, nell’occasione, non ha mancato di rimarcare l’importanza della collaborazione tra tutte le forze dell’ordine, i cui rappresentanti non hanno mancato l’appuntamento. (i.s.)
Treviglio ha premiato i dieci ragazzi più veloci della Gera d’Adda
ph Appiani
di Gianluca Buono
Una splendida giornata di sport, quella di sabato 12 marzo al PalaFacchetti, in occasione della 17^ edizione de “Il ragazzo più velo-
ph Appiani
ce della Gera d’Adda”, organizzata dall’Atletica estrada. 536 i ragazzi delle scuole elementari (quarte e quinte) e medie (prime, seconde e terze) che hanno partecipato, provenienti da 55 istituti della bergamasca e del cremasco. Palazzetto gremito dal pubblico che
ha seguito con fervore ed attenzione le gare di corsa veloce e salto in lungo per tutta la durata dell’evento, iniziato intorno alle 9 e terminato con le premiazioni a mezzogiorno, dopo le dieci finalissime. Il sindaco Juri Imeri ha premiato i ragazzi vincitori, sulle note di “We are the champions” dei Queen, ringraziando tutto lo staff organizzativo che ha permesso l’impeccabile svolgimento della manifestazione e ribadendo
l’importanza dello sport e il valore educativo che ricopre nella crescita dei giovani. Pierluigi Giuliani, presidente dell’Atletica estrada, al termine delle gare, si è dichiarato soddisfatto dell’andamento della giornata: «Ogni anno arrivano calorosi complimenti da parte delle scuole, significa che viene apprezzato quello che facciamo, la gratificazione che ne deriva è immensa e ci spinge a pensare già al prossimo anno». I dieci ragazzi a vincere il titolo di “Ragazzo più veloce 2018” sono stati: Marta Milesi di Brignano, Alessandro Martinetti della “De Amicis” di Treviglio (4^ elementare), Greta Serina della “Buon Pastore” di Crema, Francesco Crotti di Capralba (5^ elementare), Rachele Usini di Vaiano Cremasco, Andrea Beltrami di Martinengo (1^ media), Rachele Serina della “Galmozzi” di Crema, Gabriele Ruberto di Brignano (2^ media), Rahel Ogginni e Elio Lurthi delle “Cameroni” di Treviglio (3^ media).
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Pedalando nella storia con Velo Club Cassano Le avventure dei campioni di una città con il ciclismo nel cuore di Stefano Dati Il percorso nelle realtà sportive cassanesi prosegue questo mese raccontando il Velo Club Cassano, associazione sportiva dilettantistica dei cicloamatori cassanesi. La storia dei cassanesi appassionati di ciclismo risale a periodi pionieristici, a prima della Grande Guerra, quando le strade erano sterrate e tanta era la polvere che si respirava pedalando in sella a biciclette primitive e pesantissime. In quel periodo si organizzavano le prime gare della zona e fra i partecipanti da battere, insieme a molti altri personaggi indimenticabili del ciclismo locale, spiccava il nome di Vittorio Laboni, nonno dell’attuale sindaco cassanese Roberto Maviglia. Superato il periodo bellico che ave-
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va fermato tutto, i ciclisti cassanesi ripresero con grande entusiasmo la loro attività sportiva nel giugno del 1946 con l’organizzazione della “Coppa caduti cassanesi”, dove a trionfare fu lo sfortunato campione Nino Ronco di Ornago (deceduto nel Giro della Lorena a Nancy, Francia, in una tragica caduta il 15 Luglio 1948, ndr). Pochi anni dopo nacque ufficialmente il Velo Club Cassano d’Adda. Al via, dunque, l’attività ufficiale su strada e su pista, dove Mario Bonora nel campionato italiano allievi fu secondo solo ad un grande campione come Antonio Maspes. Numerosi i traguardi raggiunti anche nelle corse su strada, che hanno portato alla luce molti campioni del ciclismo dilettantistico e non solo; fra
i professionisti, infatti, si fece strada il cassanese Gianni Motta, Maglia Rosa nel Giro d’Italia del 1966. Nel 1960 in città sorse una seconda società ciclistica e nel 1964 le due associazioni si fondarono, dando origine alla Sc Daniele Remonti, per poi ritornare, nei primi anni del secondo secolo, all’attuale nome di Velo Club Cassano, con i suoi 130 iscritti.
SPORT
Balli di gruppo contro la routine quotidiana A Cassano d’Adda un corso di danza aperto a tutti di Gaia Bonomelli
Appassionata di canto, ballo e amante della buona compagnia, Maria Teresa Corrà – chiamata da tutti Terry – è riuscita a trasmettere la sua passione alle donne e agli uomini che frequentano i suoi corsi di ballo.«Tutto è nato – racconta Teresa – quando, organizzando serate di ballo, molte donne esitavano a ballare perché non avevano un partner. Per coinvolgerle ho pensato quindi di proporre passi individuali». L’idea
si è dimostrata fin da subito molto valida dal momento che le signore hanno cominciato a chiedere a Teresa di organizzare corsi settimanali. È infatti in un salone della Parrocchia dell’Annunciazione di Cassano d’Adda che ora la Corrà gestisce quattro gruppi che si susseguono dalle 16.30 alle 21.30 con un corso di un’ora ciascuno e che coinvolgono non solo donne ma anche uomini, per lo più loro compagni. «C’è una grande partecipazione – continua Teresa – . Le donne soprattutto, organizzano feste e serate oltre a seguire il corso settimanale. Il ballo è diventato motivo per uscire di casa e condividere un’ora di svago, allontanandosi dai pensieri quotidiani». Oltre ai corsi settimanali, si organiz-
zano spesso serate in ristoranti in cui Teresa si diletta tra il canto e il ballo insieme alle donne. Le coreografie vengono proposte settimanalmente e i gruppi si impegnano divertendosi nell’impararle.Il gruppo delle 17.30, in particolare, è uno dei più numerosi ed intraprendenti e, come ci dice una partecipante, Annalisa: «Non si tratta solo di esercizio fisico. Eseguire le coreografie aiuta molto anche la memoria. Se inizialmente impiegavamo un’ora per imparare semplici passi, ora ci basta pochissimo tempo». Oltre a Cassano d’Adda, Teresa tiene le lezioni a Inzago, Cassina de’ Pecchi, Melzo e Pioltello. Per ricevere maggiori informazioni, contattare il numero 3472692762.
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“La chiacchierata” festeggia le 300 puntate di Daria Locatelli
Oltre trecento appuntamenti in meno di due anni: ecco il traguardo raggiunto dal programma di T-Web, la divisione tv del gruppo editoriale di Tribuna srl, in diretta il lunedì e venerdì su www.facebook.com/tribunatv1 e on demand su www.tribunatv.tv. Ne ripercorriamo la storia “chiacchierando” con l’ideatore e conduttore, Marco “Bruco” Ferri. Come è nato il progetto della trasmissione? Il format è stato pensato con l’intento di raccontare il nostro territorio attraverso una “chiacchierata” informale, dando voce a tutti i protagoni-
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sti della realtà trevigliese e non solo: sindaci, associazioni, eccellenze, imprese, politici, esponenti della cultura e della musica, etc. Abbiamo esordito in concomitanza delle amministrative trevigliesi del 2016, periodo in cui si è offerto ai cittadini il panorama più completo possibile delle consultazioni. Ricordo che siamo partiti allestendo lo studio in un’ora! Tra le tante interviste, quale è stata la più particolare per te? Sicuramente quella con Fabio Ferla, attuale sindaco di Calvenzano. Ci eravamo “affrontati” in occasione delle elezioni del nostro Comune, cui eravamo candidati entrambi,
ed è stato bello potersi confrontare nuovamente, ma in altra veste, io nei panni dell’intervistatore e lui in quelli di ospite. Molte delle persone che hanno risposto alle tue domande sono conosciute a livello nazionale. Sono state “chiacchierate” più difficili delle altre? Ho avuto la fortuna di potermi confrontare con personaggi – come Magdi Allam, Vince Tempera, Ignazio La Russa – che per la loro esperienza hanno un’ampia conoscenza e capacità di gestione dei tempi televisivi e della comunicazione. Sono stati certamente un grande stimolo per me.
Rammarico per un’intervista mancata? Mi sarebbe piaciuto avere tra gli ospiti anche i candidati alla Presidenza alle scorse elezioni regionali, visto il ruolo sempre più significativo che Treviglio sta assumendo. Che novità ci puoi anticipare? Stiamo pensando di rendere il format un appuntamento quotidiano e di migliorare l’interazione da casa. Vogliamo anche allargare il paniere degli ospiti, abbracciando tutto il bacino della Pianura bergamasca, e la nostra presenza sul territorio in occasione degli eventi, cui continueremo a dare voce con “La chiacchierata on the road”.
2017-09 bozza 3
T I N T E G G I AT U R A E V E R N I C I AT U R A INTERNI ED ESTERNI di Lazzarini Luigi & C. s.a.s. Via Milano 69/D 24047 TREVIGLIO (BG) Tel. e fax 0363 419406 Cell. 335 6259152 email: 2llazzarinisas@libero.it
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EVENTI
La bellezza possibile
Treviglio location speciale per celebrare l’intreccio di arte e motori Dopo l’anteprima al Museo Alfa romeo di Arese dello scorso 17 febbraio, avvenuta in concomitanza della premiazione dei Campioni Alfa romeo di Scuderia del Portello, l’evento “156. La bellezza possibile” – promosso da Associazione CinemAlfa e Club automoto storiche Treviglio ed il supporto di Scuderia del Portello – ha chiuso le porte dello spazio espositivo dedicato a quel progetto artistico di fine anni Novanta in cui dodici artisti di fama internazionale, ognuno con la propria sensibilità, interpretarono la livrea dell’Alfa 156 disegnata dal Centro Stile diretto da Walter De Silva. Due giorni intensi il 3 e 4 marzo scorsi in cui, già dall’inaugurazione del sabato avvenuta alla presenza delle massime autorità civili e militari locali, del Presidente dell’Aci di Bergamo, di addetti ai lavori, dei partner e di numerosi appassionati di automobilismo e d’arte, ha avuto luogo la presentazione delle tavole e del libro catalogo dedicato alla mostra. Ad impreziosire la giornata la presenza della pilota e giornalista Prisca Taruffi, storica guida dell’Alfa 156 Gruppo N che Scuderia del Portello propose in pista tra il 1999 ed il 2000 con il suo Lady Team e che, oggi come ieri, ha attirato a sé gli sguardi incuriositi e partecipi dei presenti che hanno commosso anche la madrina della manifestazione.
Numeri importanti, quindi, che confermano la bontà e l’interesse del progetto artistico (con alcune centinaia di visitatori alla mostra) e dei partecipanti al raduno automobilistico promosso nella giornata di domenica. Ben 45 le vetture in esposizione che, sebbene il meteo incerto,
non hanno mancato l’appuntamento, colorando piazza Garibaldi e piazza XXV aprile dell’etereo fascino dell’automobile d’epoca che, nell’occasione, ha dato il benvenuto all’Alfa 156, una vettura che, avendo compiuto vent’anni, entra di fatto nel mondo della storicità automobilistica
Tra le inedite opere esposte, ad attirare l’attenzione, il trittico a tema realizzato da Trento Longaretti nel 1999. Inconfondibile nel tratto, vivace nei colori e personale nell’interpretazione, come le altre tavole del progetto originario “Auto d’autore firmate da dodici artisti contemporanei testimonial nel mondo per il terzo millennio”, ha lasciato gli archivi di Scuderia del Portello per mostrarsi in tutta la sua bellezza al pubblico, proprio nella sua città natale.
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EVENTI
L’analisi dell’evento di Flavio Nava, Presidente del Club Automoto Storiche Treviglio Tracci un bilancio di “156. La bellezza possibile”… Il nome del club che presiedo è spesso associato ad eventi turistici e, ovviamente, al Treviglio Vintage, l’evento della città. È normale che la partecipazione ad un’iniziativa legata ai grandi nomi dell’arte del Novecento abbia lasciato qualcuno un po’ spaesato. Ma l’auto è di per sé arte, dalle semplici linee disegnate da una matita che si posa su un tavolo grafico fino ai dettagli, quelli che fanno la differenza. E l’Alfa Romeo 156, nata dalla sapiente mano del car designer Walter De Silva, ne è la prova evidente. Come è nata questa mostra? Quando visionammo le tavole che poi decidemmo di esporre, pensammo non fosse giusto che queste opere rimanessero nascoste: la loro bellezza doveva essere resa pubblica e non riservata a soli pochi fortunati. Ci siamo allora messi al lavoro decidendo che non solo le opere sarebbero state esposte, ma che questa prima
assoluta avrebbe dovuto omaggiare anche il ventennale della nascita del modello 156 e commemorare due grandi artisti tra quelli esposti che il mondo dell’arte ha recentemente perso: Harry Rosenthal ed il trevigliese Trento Longaretti. Così, dopo quasi vent’anni, quell’idea di mostra itinerante di Scuderia del Portello è stata realizzata. Il lavoro effettuato è stato enorme. Spesso non ci si rende conto di tutto quanto ci sia alle spalle e voglio cogliere l’occasione per ringraziare l’Amministrazione comunale ed i suoi dipendenti per la grande collaborazione e la disponibilità dimostrate. E la risposta del pubblico? Siamo rimasti soddisfatti dalla partecipazione alla giornata inaugurale così come del forte interesse mostrato verso l’evento. Lo stesso per l’attenzione di autorità ed addetti al lavoro del giornalismo di settore. Grande, poi, la partecipazione al raduno domenicale di auto storiche che, nono-
stante il tempo incerto, hanno raggiunto il centro storico grazie ai soci ed amici di Club automoto storiche Treviglio ed Associazione CinemAlfa. Mi preme ricordare anche che la realizzazione della mostra è stata possibile grazie al contributo economico diretto delle associazioni organizzatrici (e qui permettetemi di ringraziare il Consiglio direttivo dell’Associazione che ha creduto fin da subito nel progetto autorizzandone il finanziamento), ma anche e soprattutto al supporto economico e tecnico dei partner. Tra le parole di apprezzamento che ricorderò – non ultime quelle della nostra ospite Prisca Taruffi – mi è rimasta particolarmente impressa una frase pronunciata da Andrea Cajani, Team manager di Scuderia del Portello che, prima di salutarci domenica sera, ha detto: “avete preso delle tavole impolverate e dimenticate in un cassetto e le avete trasformate in qualcosa di eccezionale”. (i.s.)
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CULTURA
Zenale e Butinone tra arte e storia Studenti delle scuole superiori in veste di relatori del convegno organizzato dall’Associazione Malala di Ignazio Irrera
«Sarebbe riduttivo dire che abbiamo organizzato un convegno su Zenale e Butinone – dice il dottor Elio Massimino, ideatore dell’iniziativa –. I due pittori trevigliesi, piuttosto, li abbiamo voluti indicare come punto di riferimento ai relatori che interverranno. Certo si parlerà anche della loro opera, a cominciare dal famoso polittico di San Martino custodito a Treviglio, ma il tema dell’incontro è più ampio: “Zenale e Butinone tra arte e storia”». Sono gli anni del Rinascimento... Infatti, sarà possibile allargare lo sguardo a questa grande rivoluzione iniziata nel centro Italia che poi raggiunse Lombardia, quando i due erano già artisti maturi e di una certa notorietà tra la bergamasca e Milano. Quella fu un’epoca di giganti, guardando solo all’Italia: contemporaneamente ai due trevigliesi sono stati attivi Michelangelo, Leonardo, Raffaello, Giorgione, Bramante, Antonello da Messina, e potrei continuare. L’altro filone del convegno è la storia. Finisce il medioevo, con la scoperta dell’America inizia quella che oggi chiamiamo “globalizzazione”. La geopolitica mediterranea viene sconvolta, crolla il sistema delle Signorie nella nostra penisola e gli eserciti europei dilagano in Italia. Bernardino Zenale è ancora vivo in quel 1522, anno del Miracol a Treviglio. È il periodo in cui Keplero lavorava alla sua teoria eliocentrica e Martin Lutero dava l’avvio alla Riforma. Zenale a Milano alla corte di Ludovico il Moro
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divenne amico di Leonardo e, oltre a seguirlo mentre dipingeva, forse lo avrà visto all’opera mentre progettava le sue “macchine”. Un evento multidisciplinare, ma non è la sua unica particolarità.
Infatti, quella più importante è che i relatori saranno studenti delle scuole superiori, non solo di Treviglio. Così potremo avere contributi, come Lei dice multidisciplinari, a seconda degli orientamenti di studio. Quindi
sono previste relazioni sull’arte, la letteratura, la scienza, la politica, eccetera, da studenti che nei loro specifici corsi di studio hanno approfondito quegli aspetti. Si invertono i ruoli, gli studenti sono i relatori! Infatti, e noi adulti siamo invitati ad ascoltarli (un’esperienza utile anche per noi): il convegno, che avrà luogo al Tnt di Treviglio sabato 7 aprile dalle 9.30, sarà aperto appositamente a tutti. Vogliamo incoraggiare i giovani ad affrontare questo tema, e ogni evento della loro vita, con un’ottica multidisciplinare e di sano relativismo. La nostra è una società liquida, diceva Zygmunt Bauman: i ragazzi che vedremo intervenire e quelli che assisteranno sono destinati a cambiare più volte nel corso della loro vita luogo e datore di lavoro, in molti casi anche settore e professione. Un chimico che sappia di arte o un economista che ami la poesia sapranno meglio vincere le sfide che li attendono. Un viaggio da Zenale e Butinone verso il futuro. È un’ottima sintesi, ma per concludere non posso mancare di ringraziare l’Ufficio scolastico regionale e quello provinciale che hanno apprezzato l’iniziativa, i dirigenti e i docenti che si sono lasciati coinvolgere e, soprattutto, gli studenti.
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ARTE
A Pagazzano l’arte omaggia il volto femminile Andy Warhol è il protagonista della mostra “Ritratti di donna”, allestita fino al 26 aprile al castello di Pagazzano e curata dalla Fondazione Mazzoleni. In mostra sette serigrafie di Marilyn Monroe, firmate dal genio della pop art. L’attrice americana si ritroverà nei manifesti dei film strappati di Mimmo Rotella, inventore del décollage, mentre una stanza sarà dedicata alle polaroid di Maurizio Galimberti, il più importante fotografo italiano. Tra le figure si riconoscono Monica Bellucci, Lady Gaga,
ritratta alla Mostra del cinema di Venezia, e Laura Chiatti. Le opere sono in tutto 56: a omaggiare il volto femminile saranno anche Simona Ragazzi, Ornella De Rosa, Fabio Perla, Aurelio Bruni, Francesco Verdi, Franco Cisternino, Paolo Medici, Rosy Mantovani, Rabarama, Mario De Luca. Apertura il venerdì dalle 20 alle 23, sabato dalle 15 alle 21, domenica dalle 10 alle 19. Ingresso 6 euro, ridotto 3. Info e prenotazioni al 329 1923261 o su www.ritrattididonnapagazzano.it. (r.s.)
In via Sangalli è sbocciata la primavera
“Fai nascere fiori dalle tue pietre” è il titolo della nuova installazione artistica creata dal pittore Battista Mombrini, che nella via ha la sua bottega da oltre mezzo secolo. A essere appesi sono oltre 300 pezzi a forma di pietra con fiori co-
loratissimi e di ogni tipo sul fondo. «Il messaggio è che tutte le anime, anche quelle indurite come pietre dal male e dalla cattiveria, possono essere recuperate attraverso i fiori che rappresentano i pensieri positivi, le opere buone, di con-
divisione e compassione verso il prossimo», spiega l’autore. L’installazione resterà fino a settembre. Prima Mombrini aveva abbellito la via con ombrellini, pesci, maggiociondolo e bottiglie colorate. (r.s.)
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RICETTE
Le ricette di Erika Resmini Pancake per colazione
Unire gli ingredienti in una ciotola fino ad ottenere un composto liscio (aggiungendo acqua al bisogno). Scaldare una piastra antiaderente e con un mestolo appoggiare il composto dando una forma tonda. Cuocere per circa un minuto per lato ed ecco pronta una colazione nutriente. A piacimento abbinare a miele o sciroppo d’acero.
Carbonara al tonno affumicato
Lessare la pasta in acqua salata. A parte, sbattere l’uovo con il parmigiano. Affettare a listarelle il tonno e aggiungerlo in un tegame alla cipolla tritata finemente. Sfumare con il vino e brasare per cinque minuti. Scolare la pasta, unirla all’uovo e mantecare con il sugo di tonno. Un’ottima alternativa ad un classico della cucina italiana.
Filetto di gallinella di mare con verdure
Tagliare alla julienne le verdure. Versarle in un barattolo con coperchio, aggiungere olio, il succo di limone, salare e pepare. Chiudere e shakerare. Cuocere i filetti un paio di minuti per lato. A fine cottura, unire le verdure che, con il loro succo, daranno un tocco di freschezza al pesce.
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Ingredient i Ingredienti (per circa 16 pezzi): 300 gr di farina integrale Lievito 1 uovo Acqua Un pizzico di sale
Ingredien ti Ingredienti: 400 gr di mezze m aniche 2 uova 1/2 cipolla 1/2 bicchiere di vi no bianco 50 gr di parmigiano 150 gr di tonno affu micato
Ingredien ti 4 filetti di gallinella 1 carota 1 zucchina 1 cipollotto 1 limone Olio Sale e pepe
POLLICE VERDE (IP)
L’Ordine Costantiniano per la Croce Rossa
Encore®: azalee non comuni Perché utilizzare le azalee Encore®, considerate tra le migliori al mondo?
La sempre attiva delegazione di Bergamo dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, alcuni giorni fa, ha donato diecimila pannolini al Comitato di Bergamo Hinterland della Croce Rossa. Una collaborazione, quella tra i due enti, che ha visto impegnati da un lato il delegato provinciale dell’Ordine, la dottoressa Veronica Grillo, alcuni cavalieri della Bassa bergamasca e, nel contempo, la presidente – dottoressa Sabina Liebschner – ed i volontari della Croce Rossa. I membri della locale delegazione costantiniana già lo scorso anno avevano avuto modo di collaborare sia con la Croce Rossa, che con la Caritas e alcune realtà associative trevigliesi, a cui erano stati donati diversi capi di vestiario e beni di prima necessità. «Questa nuova donazione segue un’incessante attività e costante presenza sul territorio, anche di Treviglio – dice la dottoressa Grillo – che stiamo svolgendo da mesi per consolidare la presenza del nostro Ordine. Nei prossimi mesi saremo impegnati in nuove ed importanti attività, la cui fase progettuale è iniziata e che prosegue senza sosta, anche grazie all’aiuto ed il sostegno di tante persone vicine alla causa che, con l’occasione, desidero ringraziare». (i.s.)
Sono rifiorenti: presentano una fioritura abbondante e dai colori vivaci in primavera, estate e autunno. Notevole capacità di rifiorire, ma anche rusticità e bassa esigenza di manutenzione. Sono molto tolleranti al pieno sole, richiedendo 4-6 ore di luce diretta. È peraltro preferibile la mezz’ombra per il pomeriggio delle stagioni più calde. Sono anche resistenti al freddo: studi universitari hanno mostrato che la maggior parte delle varietà si può normalmente utilizzare nelle zona climatica 6 (con minime fino a -20°C). La bellezza di queste piante sta sicuramente nella tonalità dei colori: da un rosa tenue, molto fine e delicato, al fucsia sgargiante o rosso intenso. Tra queste ricordiamo: Azalea Encore® Carnival, Azalea Encore® Debutante, Azalea Encore® Princess, Azalea Encore® Sunset.
Cure primaverili ed estive Dopo la messa a dimora, le piante non vanno lasciate asciugare fino in autunno-inverno. Dopo il primo anno e se ben attecchite, non sarà necessaria un’irrigazione continua, salvo che non si verifichino periodi di secco eccessivo. Cure autunnali Le Encore® danno i migliori risultati se piantate nella stagione autunnale, durante la quale sviluppano l’apparato radicale che favorirà un’abbondante fioritura nella successiva primavera. Dopo la messa a dimora, applicare una pacciamatura (es.: 8-10 cm di corteccia) per proteggerle dal gelo e, nei periodi caldi, mantenere umidità. In inverno, invece, applicare un’eventuale protezione con un telo (tessuto-non-tessuto) da stendere sopra le piante, evitando il contatto diretto con il fogliame. Le varietà Encore® sono acquistabili presso il nostro punto vendita di Casirate d’Adda, uno tra i soli 4 selezionati nella nostra provincia.
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(IP) L’ARTE DEL MANGIARE SANO
LETTERE ALLA REDAZIONE
Stanchezza, combattila a tavola La nostra dieta è ricca di prodotti da forno e cibi raffinati, che conferiscono rigidità muscolare e ci indeboliscono. Per avere più energia e desiderare meno gli zuccheri semplici dovremmo preferire alimenti che contrastano debolezza, stanchezza e cali di energia. Cereali integrali in chicco da alternare alla pasta: farro, segale, quinoa, ricchi di fibre, sali minerali, proteine e avena (che è estremamente energizzante). Gli amidi presenti nel chicco intero, inoltre, hanno un basso indice glicemico. Legumi: fagioli, lenticchie, ceci, piselli, soia e derivati (tofu e tempeh). Ricchi di vitamine e sali minerali, come ferro e calcio, ci forniscono proteine facilmente digeribili e, se accompagnati ai cereali, coprono tutto lo spettro di amminoacidi essenziali. I semi e la frutta secca, ricchi di proteine, fibre vegetali ed acidi grassi essenziali, che li rendono in grado di aiutare l’organismo nella prevenzione degli stati infiammatori, migliorando le condizioni di stress e stanchezza. Potete aggiungerli allo yogurt, alle insalate
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o alle zuppe. In generale tutti i semi, i cereali in chicco e i legumi hanno alto valore energetico e conferiscono forza all’organismo. Non dimentichiamo le verdure di stagione che dovrebbero essere presenti ad ogni pasto. Come mangiarli? Per un pranzo in ufficio potete prendere un barattolo di vetro (750 ml) e riempirlo a strati, cominciando dagli alimenti più pesanti. 1° strato: legumi. Basta bollirne 30 g per avere una porzione bilanciata. Se usiamo quelli precotti mettiamo 5 cucchiai belli pieni. Possiamo anche frullarli e ottenere una crema; 2° strato: verdure cotte o crude (carote, fagiolini, cetrioli, finocchi, pomodori...) e a piacere olive, mais, agrumi, germogli, funghi; 3° strato: cereali cotti in acqua, riso, cous cous, orzo, farro e conditi con un cucchiaio di olio; 4° strato: insalate o vegetali a foglia verde che devono essere poste in alto per evitare di afflosciarsi con il peso degli altri ingredienti; 5° strato: semi oleosi e/o frutta secca (mandorle, noci, sesamo, pistacchi…).
La parola ai lettori Treviglio, 09 marzo 2018 Spett.le Redazione, da circa 25 anni frequento, a vario titolo, la Fondazione Anni Sereni, la casa di riposo per anziani di Treviglio. Negli anni, la mia famiglia ed io, abbiamo assistito alla sua evoluzione che l’ha trasformata in quella struttura di eccellenza che oggi è sotto gli occhi di tutti. L’impegno delle Direzioni che si sono succedute nel tempo, fino all’attuale mirabilmente condotta da Augusto Baruffi, e degli operatori tutti (dai medici, agli infermieri, agli operatori socio sanitari) è stato ed è encomiabile. Però, oltre all’aspetto prettamente sanitario e di cura, vorrei qui porre l’accento sulle attività che animano i pomeriggi degli ospiti. Oltre alle attività consuete e classiche (tombola, cruciverba ed altro) che scandiscono la settimana, vi sono spesso pomeriggi di festa, rallegrati da quelli che io definisco “i nostri cantori”. Si tratta di persone che a livello assolutamente gratuito (…e sottolineo gratuito) si esibiscono, intrattenendo gli ospiti con la loro musica ed il loro canto. Mi piacerebbe moltissimo che il vo-
LA RUBRICA DEL FISCO (IP)
Scrivici aun:atv.tv redazione@
trib
stro giornale si occupasse di queste encomiabili persone, dedicando loro un servizio in cui si evidenziasse la grande opera sociale che compiono dedicando le loro competenze, il loro tempo, le loro energie e risorse a questa lodevole attività. Credo proprio che un riconoscimento pubblico vada loro attribuito. Confidando nel fatto che la mia richiesta possa essere presa in considerazione, resto a disposizione per eventuali approfondimenti. Grazie per l’attenzione. Maria Conti Gentilissima Signora Conti, a nome di tutta la redazione, La ringrazio per averci segnalato una realtà così ammirevole e preziosa come quella da Lei descritta. Tribuna Magazine da sempre si occupa di dare luce alle iniziative lodevoli del territorio e nei prossimi numeri dedicheremo molto volentieri lo spazio per raccontare l’impegno che “i cantori” profondono nel fare del bene agli ospiti della Fondazione Anni Sereni, ai familiari e a tutta la comunità. il direttore
Proroga del super ammortamento La Legge di Bilancio 2018 prevede la proroga del super ammortamento a beneficio dei titolari di redditi d’impresa e dei lavoratori autonomi che effettuano investimenti in beni materiali strumentali nuovi dal 1° gennaio fino al 31 dicembre 2018, ovvero fino al 30 giugno 2019, a condizione che, entro la data del 31 dicembre 2018, l’ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisto. Tuttavia, rispetto al passato, sarà possibile l’aumento del costo di acquisizione dei predetti beni nella misura del 30%; la misura è dunque prorogata, ma del 30%, in luogo del 40% disposto dalla disciplina previgente. Sono esclusi, invece, dalla proroga gli investimenti in veicoli e negli altri mezzi di trasporto, sia che vengano utilizzati esclusivamente per l’esercizio dell’impresa, sia che siano usati con finalità non esclusivamente imprenditoriali. Prorogata per lo stesso periodo anche la correlata maggiorazione del 40% prevista per investimenti con caratteristiche di integrazione delle attività di servizio. Per i soggetti che beneficiano dell’iper ammortamento, la Legge di Stabilità 2018 ha introdotto poi un’ulteriore agevolazione, prevedendo l’incremento del costo di acquisizione nella misura del 40% su investimenti in beni immateriali strumentali.
Viene, infine, confermato l’obbligo di predisporre la documentazione già richiesta dalla Legge di Bilancio 2017 la quale prevede che, per poter beneficiare delle maggiorazioni previste per l’iper ammortamento o per i super ammortamenti su beni immateriali, l’impresa interessata sia tenuta ad acquisire: una dichiarazione del legale rappresentante resa ai sensi del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445; ovvero, per i beni aventi ciascuno un costo di acquisizione superiore a 500.000 euro, una perizia tecnica giurata rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale iscritti nei rispettivi albi professionali o un attestato di conformità rilasciato da un ente di certificazione accreditato. Con riferimento all’iper ammortamento viene introdotta una clausola di salvaguardia secondo cui, qualora un bene oggetto di agevolazione venga ceduto prima del termine del periodo di ammortamento si potrà continuare a godere dell’agevolazione fino alla fine, purché nello stesso periodo d’imposta del realizzo venga acquistato un bene nuovo con caratteristiche analoghe o superiori a quello dismesso. Se il costo del nuovo bene dovesse essere inferiore a quello precedente, la deduzione delle quote residue dell’iper ammortamento prosegue fino a concorrenza del costo del nuovo investimento. Giovanni Ferrari - Tributarista
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DAI LETTORI, AI LETTORI
Chiacchiere e distintivo Mi presento. Sono Maurizio Lorenzi, in arte MaLo, scrittore per passione ma poliziotto nella vita reale. Pubblico racconti, articoli, reportage, bizzarrie e libri, con l’intento di narrare quelle realtà che
strumentalizzazione e aderenza politica, all’insegna di una coerenza che spesso ci sembra costare così tanto che si preferisce accantonarla per calpestare sentieri più comodi e meno irti. Personalmente, per cercare di vivere
la lettura che è possibile salvarsi dal “vuoto catodico” proposto (e talvolta imposto) dalle televisioni che alla lunga rischia di farci asciugare ogni nostro pensiero, inaridendo la nostra creatività e indipendenza intellettuale.
spesso riescono a superano la fantasia. Questa rubrica nasce con l’idea di dare spazio a fatti, cronache e riflessioni non necessariamente troppo impegnate, per cercare di raccontare le sfaccettature di un Paese, il nostro, che vive di eterne contraddizioni, sempre a metà del guado tra tradizione e progresso, clientelismo e desiderio di rompere con il passato, personaggi pubblici dalla dubbia moralità e il bisogno latente di onestà. L’idea sarà quella di rifuggire ogni
meglio, mi immergo nei libri e nella lettura, prima che nella scrittura, convinto che leggere aiuti a capire e scrivere aiuti a capire se stessi. Sprofondare nelle pagine di un libro (non conta quale, basta scegliere guidati dalle proprie attitudini) apre la nostra mente verso mondi nuovi, allargando i nostri orizzonti esperienziali e consentendoci di vivere in prima persona storie che aspettavano solo di essere abbracciate. È attraverso la conoscenza ma anche il divertimento puro del-
Tradotto: troppa televisione ci rimbambisce e basta! In questa rubrica parleremo di libri consigliati, di eroi quotidiani che meritano di essere celebrati, di bellezza pura (geografica e virtuale) e sopratutto di buone notizie che ispirano ottimismo e fiducia in un futuro che ci viene (volutamente) proposto con tinte pessimistiche, ma che di sovente viene artefatto in modo doloso. Io credo che il meglio debba ancora venire. E tu? MaLo
Il libro del mese: Ninfee nere di Maurizio Lorenzi
Titolo: Ninfee nere Autore: Michel Bussi Editore: E/O - Anno edizione: 2016 Pagine: 394
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La trama Giverny, il villaggio del grande pittore impressionista Claude Monet, è il teatro di una serie di omicidi che stravolge la quiete della piccola cittadina della Normandia. Le indagini coordinate dall’ispettore Sérénac, lo portano a contatto con tre figure femminili: Fanette, 11 anni, appassionata di pittura; Stéphanie, intrigante maestra del villaggio; una misteriosa anziana che passa le giornate a osservare i concittadini affacciata da una torre. Al centro della vicenda vi sono alcune tele rubate e smarrite di Monet, tra le quali le famosissime “Ninfee nere”. Il mistero della loro sparizione si intreccia alle illusioni che caratterizzano la vita delle tre donne all’interno di un caleidoscopio emozionale in cui giovinezza e morte sfidano il tempo per arrivare a confondersi tra loro.
Il giudizio L’intreccio narrativo è eccellente, sostenuto da un finale sorprendente. Ogni personaggio rappresenta una sorta di protagonista enigmatico che finisce per richiamare quello successivo mentre la lettura scorre rapida in un crescendo di attesa e curiosità. Questa romanzo noir contestualizza al meglio luoghi e atmosfere, al punto che dopo poche pagine ci si ritrova letteralmente catapultati a Giverny, al fianco di Monet e le sue opere d’arte, a un’ottantina di chilometri a nord di Parigi, dove la Normandia traccia i suoi confini fisici per staccarsi definitivamente dall’area urbana della capitale. Valutazione libro decisamente consigliato. Definizione eccelso labirinto di specchi.
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