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http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com luglio-agostoo 2018 Anno XV N° 172
MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITĂ€
in vacanza
In questo numero:
Con questo numero anche la Pagina di Campalto si prende qualche giorno di vacanza. Torneremo a settembre con la speranza di aver potuto ritemprare le nostre energie. Ringraziamo tutte le persone che hanno collaborato in questi mesi e i nostri lettori augurando a tutti un sereno mese di agosto. Buone vacanze.
osellino, una storia infinita, seconda puntata il fiume siamo noi_i 40 anni della legge basaglia_un po’ di archeologia_pillole di moda: lo smoking_il consumo di suolo_un salto nel passato_ campalto no
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scavo e riqualificazione dell’Osellino: una storia infinita - II puntata
Sappiamo che è ormai pronto il progetto di risanamento del fiume che aspettiamo da 40 anni, e per il quale abbiamo manifestato il 30 giugno ma come utenti del fiume dobbiamo fare una profonda e severa autocritica verso chi fra di noi non ha avuto il minimo rispetto per il fiume e lo ha considerato come bene esclusivo tanto da lasciarlo in estremo degrado come dimostra l’impietoso filmato che Nereo Zane ha girato proprio il giorno della manifestazione. è una doppia vergogna che utenti del fiume abbiano lasciato, in forza di una concessione (e non di un atto di proprietà) idraulica, dappertutto relitti e rottami sulle sue rive che sono per ora divenute infrequentabili per nessun altro. 2
Doppia vergogna perchè chi doveva controllare (Genio Civile di Venezia della Regione Veneto) non l’ha colpevolmente fatto! Entrambi comportamenti sono fortemente censurabili perchè mettono a rischio di incidenti la navigazione degli altri utenti, e perchè tolgono la possibilità ad altri cittadini di usufruire uno spazio pubblico da utilizzare responsabilmente! Inoltre tutta quela ferraglia che vedete nel documento filmato, tutte quelle attrezzature di approdo in sfacelo, quelle imbarcazioni abbandonate semisommerse, e chissà cos’altro c’è sotto il pelo dell’acqua, saranno costi aggiuntivi per la loro rimozione e smaltimento in discarica che il Consorzio di bonifica dovrà
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accollarsi in previsione del cantiere dei lavori di scavo e risezionamento degli argini del fiume. Poichè il Gruppo per la salvaguardia dell’ambiente “La Salsola” di questo comportamento responsabile verso il fiume ne ha fatto un punto di orgoglio espressamente scritto nel proprio atto costitutivo e dichiarato come “buona pratica” nel “Contratto di Fiume”, si propone di aiutare tutti coloro che vogliono recuperare il proprio sito di approdo dall’incuria
e restituirlo al normale aspetto, o a rinnovarlo con criteri e strumenti di compatibilità ambientale. Altrimenti confido che il Consorzio “Acque Risorgive” verifichi, nelle more dell’approvazione del progetto, la titolarità delle concessioni e chieda ai concessionari inadempienti delle basilari regole di pulizia e manutanzione delle concessioni, l’asportazione dei relitti e dei rifiuti, e il ripristino dei luoghi! Ovvero li sanzioni pesantemente, senza pietà!
Il fiume è nostro e lo vogliamo vivo Dopo quasi un mese dalla manifestazione fatta sul ponte a Passo Campalto per la riqualificazione del fiume Marzenego – Osellino, le associazioni ambientaliste hanno organizzato una nuova manifestazione che nella mattinata di sabato 30 giugno ha visto moltissimi cittadini radunarsi a Mestre lungo Riviera Marco Polo. “Il nostro fiume lo vogliamo vivo” è stato lo slogan principale della manifestazione; si spera così di richiamare l’attenzione delle istituzioni su un progetto che da anni rimane fermo in un cassetto. L’opera costerebbe 28 milioni di euro e potrebbe essere sostenuta in più tranche, in modo da essere più gestibile. In autunno con la discussione della legge finanziaria nazionale si spera che finalmente siano stanziati i capitali necessari per la riqualificazione, il disinquinamento e la messa in sicurezza del nostro fiume. Gianfranco Damiani
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legge Basaglia: 40 anni di civiltà di Gabriele Scaramuzza
I nostri calendari sono colmi di anniversari, ricorrenze in cui si celebrano la nascita e la morte di importanti personalità della cultura, della società, della politica, oppure in cui si fa memoria – civile o religiosa – di importanti accadimenti per una comunità. Più raramente può esserci l’opportunità di fare memoria dell’entrata in vigore di una legge, perché il diritto viene vissuto come elemento freddo, distante, contraddistinto da commi, titoli, numeri. Eppure a volte esistono delle eccezioni a questa regola: una di queste possiamo viverla in questo 2018, in cui ricorrono i 40 anni dall’entrata in 4
vigore della legge 180 del 1978, nota ai più come legge Basaglia, che stabilì nel paese la chiusura degli ospedali psichiatrici e l’avvio di una nuova stagione della psichiatria in Italia. Franco Basaglia non era un uomo politico né un amministratore. Nato a Venezia nel 1924, studente di medicina a Padova, durante il periodo universitario frequentò gli studenti antifascisti venendo arrestato e detenuto per alcuni mesi; a partire dal dopoguerra iniziò un proprio percorso di approfondimento nel campo delle malattie mentali e nervose. A Gorizia prima (dal 1962) e poi a Trieste (dal 1968) Basaglia tradusse in realtà le proprie convinzioni, fino a rivoluzionare la psichiatria italiana. Fino ad allora, il modello di riferimento nelle cure psichiatriche era fondamentalmente legato all’idea di contrizione, fisica e farmacologica. Massima incarnazione di questo modello il manicomio, “istituzione totale” insieme al carcere. Basaglia rivoluziona la psichiatria non a partire da un’idea diversa di terapia, ma a partire da un’idea diversa dell’uomo: dalla convinzione cioè che ogni persona, anche la più potentemente segnata dalla malattia mentale (che è insieme sofferenza fisica e stimma culturale) ha in sé la dignità e le risorse relazionali per
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vivere la propria vita, per essere accompagnata in un percorso di riattivazione delle proprie capacità. Simbolo potente e gioioso di questa idea davvero rivoluzionaria fu “Marco Cavallo”, la scultura di cartapesta e legno alta 4 metri di colore blu realizzata all’interno dei laboratori teatrali dell’ospedale psichiatrico di Trieste nel 1972, simbolo della fine dell’isolamento dei malati mentali. Ultimata la sua realizzazione, ci si rese conto che nessuna delle porte dell’ospedale era tanto larga e alta da poterne consentire l’uscita. Basaglia e i suoi collaboratori allora scagliarono letteralmente una panchina di ghisa contro uno degli ingressi della struttura, che cedette insieme alle vetrate e all’architrave: un muro era stato abbattuto, la stagione era matura. Quella della legge Basaglia, della chiusura degli ospedali psichiatrici e della realizzazione di un sistema territoriale di cure è la storia di una lunga attuazione, come troppe volte accade alle leggi davvero riformatrici nel nostro paese. Solo pochi anni fa in effetti si è arrivati al superamento dell’ultimo lacerto di quell’istituzione totale che erano gli ospedali psichiatrici giudiziari. Norberto Bobbio, forse il più grande filosofo del diritto e tra i maggiori intellettuali italiani, disse che la legge Basaglia fu la sola vera riforma dell’Italia repubblicana, se per riforma si intende non il maquillage di leggi esistenti ma la consapevolezza
che occorre introdurre delle innovazioni nell’ordinamento perché la realtà è gravida di fatti nuovi che occorre riconoscere e tutelare. Franco Basaglia morì a Venezia nell’agosto del 1980 a causa di un tumore al cervello che si era manifestato pochi mesi prima. Molte volte in questo nostro tempo ricorriamo a figure autorevoli della nostra storia pubblica, le riconosciamo come maestri del nostro tempo e proviamo a farci guidare dalle loro intuizioni. Credo che Basaglia, nemico di ogni “istituzionalizzazione”, mal sopporterebbe la condizione di maestro. Ma accetterebbe volentieri di essere un compagno di strada in tempi accidentati come i nostri, di ricordarci che al fondo di ogni uomo sta la sua dignità.
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Un po’ di archeologia di Gianfranco Albertini
Il territorio che da Campalto si estende verso Tessera e Altino riveste una straordinaria importanza dal punto di vista archeologico. I recenti lavori di scavo del bypass, nell’aeroporto e nelle strade di accesso hanno portato alla luce importanti testimonianze del mondo antico. I reperti esposti nella nuova sede del museo di Altino raccontano come già nel neolitico le nostre terre avessero raggiunto un alto livello di civilizzazione. In un recente incontro tra la Soprintendenza ai beni artistici e culturali e la rete di associazioni recentemente formatasi è stata suggerita l’idea di una possibile partnership per il territorio Altinate e di gronda che possa permettere una maggior 6
comunicazione e crescita del Museo Archeologico e nel contempo sviluppare percorsi naturalistici lungo la Laguna Nord in modo da unire la bellezza del paesaggio e la ricca storia archeologica. Il tutto partendo dall’idea di fondo che il main sponsor di tale partnership potrebbe essere SAVE che con l’aiuto dei comuni ed altri enti interessati (Città metropolitana, Regione, Soprintendenza), si possano utilizzare sin d’ora alcuni stanziamenti previsti per partire con tale progetto di parco. In particolare con riferimento all’opera di compensazione prevista nel masterplan aeroportuale “recupero e tutela di un tratto dell’antica via Annia” nell’area indagata dalla Soprintendenza, in prossimità del
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nuovo bacino di laminazione. è caduto l’interesse su una eventuale scopertura dell’area in quanto non risulta il tipico basolato ma solo una lingua di terra battuta, difficilmente conservabile nel tempo. In alternativa si potrebbe sostituire tale intervento con un’adeguata segnaletica su tutto il percorso dell’antica strada, in prossimità della ciclabile e nelle intersezioni con ponti e strade esistenti. Un altro capitolo riguarda la Torre Antica di Tessera: La Soprintendenza effettuerà un controllo sui vincoli esistenti in tutta l’area compresi i manufatti (Chiesa, Torre, ex Convento Benedettini). Analogamente per la “domus romana” presso il Forte Pepe a Ca’ Noghera: si valuteranno i vincoli ed eventualmente l’esistenza di “relazione di reperto”, vista la segnalazione esistente con targa presso il Museo di Altino. La città di Altino, il cui bellissimo
plastico è stato esposto in più occasioni, era uno dei centri più importanti di tutta la pianura veneta orientale e la sua posizione, all’incrocio delle due direttrici Annia verso est (Aquileia e i confini orientali) e Claudia Augusta verso nord fino alla Baviera, oltre all’affaccio sulla laguna, ne faceva un importante centro commerciale. Il nucleo urbano, ancora perfettamente riconoscibile, si estendeva per molti ettari e contava, secondo autorevoli stime, su circa 30.000 abitanti. Nella sua periferia numerose erano le “ville”, paragonabili alleattuali aziende agricole, mentre sono state identificate aree di sepoltura che hanno rivelato reperti riconducibili alle popolazioni venete insediatesi prima dei romani. Un territorioricco di storia e varie culture che va conosciuto e valorizzato anche sul piano di un turismo “lento” in contrapposizione di quel mordi e fuggi che ormai sembra essersi impadronito di Venezia.
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PILLOLE DI MODA: lo smoking di Monica Zennaro aveva mai osato indossare abiti maschili in modo così spudorato. Anno 1965 il grande Yves Saint Laurent si ispirò proprio all'immagine della grande attrice per realizzare il suo smoking. Da quel momento le donne cominciarono ad apprezzare il potere che dava loro indossare un completo da uomo ( adattato alla perfezione del corpo femminile) e ne rimasero affascinate. L'amore per questo completo si conquistò un posto d'onore nella storia della moda.
Non so se avete notato che rubacchiare capi del guardaroba dei vostri uomini o padri (come facevo io da ragazzina) vi fa un po' ritornare alla mente lo stile androgino il quale è sempre chic e all'avanguardia, ma credo di poter dire con una certa sicurezza che siano stati Marlene Dietrich e il suo vecchio smoking a dare il via a tutto ciò, per cui oggi è scoppiata una vera e propria mania. Il mondo intero rimase elettrizzato e/o scandalizzato: nessuna donna 8
Curiosità: Il termine smoking suit indicava l'abito da sera da uomo per eccellenza. Infatti fino al 1966 rimase un capo di vestiario esclusivamente maschile, quando la collezione primavera – estate di Yves Saint Laurent spinse le donne di tutto il pianeta ad adorarlo. In stile rivoluzionario , lo stilista fece sfilare le modelle in completo pantalone, mandando in visibilio il mondo della moda. Dalla sera alla mattina redifinì la silhouette femminile e offrì alle donne un'alternativa al tubino nero. Innumerevoli icone di stile se ne innamorarono come, per esempio Catherine Deneuve, Liza Minelli, Lauren Bacall …. Lo smoking di Yves Saint Laurent
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rese chic ed elegante lo stile androgino, diede alle donne una sensazione di potere e cambiò per sempre l'immagine che avevano di sé. Catherine Deneuve disse una volta:” Ti fa sentire diversa come donna. Cambia il tuo modo di fare.”
Come sempre, un saluto cordiale e un augurio di buone vacanze dalla vostra Monica.
Consigli: ------
Vi deve calzare a pennello ed essere smilzo. Non deve sembrare un modello maschile. Se siete alte, provatelo a doppio petto. Per questo look un tocco davvero cool: appuntatevi sul bavero una spilla a forma di fiore Se vi sentite in vena di osare, non mettete nulla sotto alla giacca. Sexy!
Il circolo auser “il gabbiano” in questo numero vuole salutare tutti i cittadini del “quartiere Villaggio Laguna” e augurare buone vacanze. Ricorda che, per il mese di agosto, il servizio di accompagnamento presso le strutture sanitarie, uffici pubblici, ecc. verrà sospeso per le vacanze dei volontari e riprenderà regolarmente dal 1° settembre. le iniziative estive comunque continuano con gli incontri del venerdì presso l'ex scuola Gramsci e vi diamo appuntamento per settembre con nuove e coinvolgenti iniziative. Abbiamo in programma giornate di lettura, incontri per i più giovani, il corso “mi faccio un abito da cartamodello” con Monica, “le chiacchiere al filò” (nuova iniziativa). Vi invitiamo a seguire e tenervi aggiornati su tutte le nostre iniziative presso la biblioteca Lino Soffiato aperta tutti i giorni o sulla nostra pagina facebook. Buone vacanze e arrivederci a settembre!
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è tra i primi posti in classifica e la Regione sta cercando di dare una risposta, ma non vorremmo che fosse la solita storia della stalla e dei buoi.
il consumo di suolo Riportiamo uno stralcio del rapporto ISPRA sul consumo di suolo. Un problema che anche noi di Campalto stiamo vivendo direttamente con la realizzazione del bypass. Se poi sommiamo altri intervnti come il Mose, le prospettate opere di ampliamento dell’aeroporto e la realizzazione di nuovi centri commerciali o direzionali il quadro diventa ancora più fosco. Ma una mano la dà anche l’edilizia residenziale: nella nostra città esistono migliaia di locali non abitati, ma si continua a costrure case mentre il calo demografico è vertiginoso e la popolazione è+ sempre più anziana. Come si può desumere dalla mappa dove i toni più scuri corrispondono ai massimi livelli di consumo di suolo, il Veneto 10
è un consumo di suolo ad oltranza quello che in Italia continua ad aumentare anche nel 2017. Tra nuove infrastrutture e cantieri (che da soli coprono più di tremila ettari), si invadono aree protette e a pericolosità idrogeologica sconfinando anche all'interno di aree vincolate per la tutela del paesaggio - coste, fiumi, laghi, vulcani e montagne - soprattutto lungo la fascia costiera e i corpi idrici, dove il cemento ricopre ormai più di 350 mila ettari, circa l'8% della loro estensione totale (dato superiore a quello nazionale di 7,65%). La superficie naturale si assottiglia di altri 52 km2 negli ultimi 365 giorni”. Un quadro sconfortante quello che emerge dal Rapporto annuale ISPRA-SNPA sul "Consumo di Suolo in Italia 2018" presentato alla Camera dei Deputati. In questa edizione, l'Istituto aggiorna i dati e approfondisce gli studi analizzando anche il territorio compromesso dai cantieri all'interno delle aree vincolate. Anche se la velocità di consumo del suolo si stabilizza ad una media di 2 metri quadrati al secondo, quella registrata è solo una calma apparente: i valori, oltre a non tener contro di alcune tipologie di consumo considerate nel passato, sono già in aumento nelle regioni in ripresa economica come accade nel Nord-Est
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del Paese. Tutto questo ha un prezzo, la cifra stimata supera i 2 miliardi di euro all'anno" “Quasi un quarto (il 24,61%) del nuovo consumo di suolo netto tra il 2016 e il 2017, avviene all’interno di aree soggette a vincoli paesaggistici, prosegue Ispra. Di questo, il 64% si deve alla presenza di cantieri e ad altre aree in terra battuta destinate, in gran parte, alla realizzazione di nuove infrastrutture, fabbricati, non necessariamente abusivi, o altre coperture permanenti nel corso dei prossimi anni. I nuovi edifici, già evidenti nel 2017, soprattutto nel Nord Italia, rappresentano il 13,2% del territorio vincolato perso nell’ultimo anno. Spostandosi sul fronte del dissesto idrogeologico, il 6% delle trasformazioni del 2017 si trova in aree a pericolosità da frana - dove si concentra il 12% del totale del suolo artificiale nazionale - ed oltre il 15% in quelle a pericolosità idraulica media. Il consumo di suolo non tralascia neanche le aree protette: quasi 75 mila ettari sono ormai totalmente impermeabili. La maglia nera delle trasformazioni del suolo 2017 va al Parco nazionale dei Monti Sibillini, seguito da quello del Gran Sasso e Monti della Laga, in gran parte dovuta a costruzioni e opere successive ai recenti fenomeni sismici del Centro Italia. I Parchi nazionali del Vesuvio, dell’Arcipelago di La Maddalena e del Circeo sono invece le aree tutelate con le maggiori percentuali di suolo divorato.
Il Gabbiano Circolo Ricreativo Culturale Campalto - Villagio Laguna I NOSTRI SERVIZI Consulenza legale gratuita per i soci AUSER si riceve solo su appuntamento “Ausilio” spesa a domicilio: in collaborazione con il servizio Sociale della Municipalità e COOP Alleanza 3.0 il nostro Circolo ha aderito al progetto “Ausilio per la spesa” per la consegna gratuita della spesa a domicilio alle persone anziane, non autosufficienti, portatori di disabilità o con problemi motori temporanei che non possono recarsi personalmnte presso i negozi. I NOSTRI CORSI Corso di nformatica Attività di lavori a maglia, uncinetto, taglio e cucito La Biblioteca “Lino Soffiato” La possibilità di avere in prestito libri E inoltre “La Scuola di Canto” Per informazioni e appuntamenti: 041.903525 - bibliotecalinosoffiato@gmail.com dal lunedì al giovedì dalle 10,00 alle 12,30 il venerdì dalle 16,00 alle 18,00
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un salto nel passato di Gianfranco Albertini
Visto che siamo in tema di vacanze, concludo il mio piccolo tour per la Maremma Toscana con gli ultimi suggerimenti. Risalendo verso nord, tralasciando le località “VIP” come Punta Ala e Castiglione della Pescaia, raggiungiamo Piombino. Adagiata su un promontorio, in un tempo molto antico separato dalla terraferma, la città è nota soprattutto come porto di collegamento con l’isola d’Elba e per le sue acciaierie, ora quasi totalmente dismesse. Conosciuto non da molti, ospita un museo archeologico di notevole interesse, sia per la qualità dei reperti esposti, sia per le notizie storiche di un territorio abitato già nel paleolitico e che ha fatto della lavorazione dei 12
metalli la sua peculiarità maggiore. Proseguendo verso l’interno raggiungiamo lo splendido golfo di Baratti e Populonia. La sua rocca medievale, dall’alto di una collina, domina l’acropoli romana e, più in basso, la necropoli etrusca emersa nei primi anni del ‘900 dalla montagna di scorie lasciate dall’estrazione del ferro accumulate nei secoli. Continuando vero l’entroterra ecco Venturina con le sue terme note già al tempo dei romani. Ancora pochi Km e si raggiunge Campiglia Marittima. È uno di quei borghi in cui si respira aria di medioevo, tra antichi palazzi e strade impervie che portano alla rocca dalla quale il panorama si estende a 360° verso terra e verso il mare fino a toccare l’Elba, la
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Corsica e le altre isole dell’arcipelago toscano. Da qui al parco minerario di San Slvestro la strada è breve. Il centro visite racconta la storia di queste miniere dalle quali si estraeva piombo e argento che si possono visitare a piedi e con un trenino che percorre una lunga galleria. Esperienza da non perdere, soprattutto per i più giovani. Proseguendo nella fertile campagna ricca di coltivi, vigneti e ulivi, ritornati sui nostri passi troviamo Suvereto, uno dei borghi più belli d’Italia e patrimonio Unesco. Il paesaggio cambia radicalmente: la macchia mediterranea lascia spazio a castagni e querce da sughero che macchiano di rosso la foresta. Una strada un po’ impervia, ma dal fascino naturalistico non comune, porta a Sassetta. Qui il tempo sembra essersi fermato tra le calde pietre delle antiche case. Risalendo verso nord raggiungiamo Castagneto Carducci e successivamente Bolgheri. I luoghi cari al poeta ci accolgono con splendide viste sulle colline che digradano verso la costa. Il nostro viaggio non può che concludersi nella città dell’alabastro. Una ripida salita con numerosi tornanti porta a Volterra. La sua storia scorre per millenni dai tempi degli etruschi, ai romani, fino al medioevo che ha disegnato l’attuale stuttura urbana. Il museo Guarnacci ospita una ricchissima collezione di reperti etruschi tra cui centinaia di urne cinerarie in perfetto stato. LA PAGINA DI CAMPALTO
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campalto no Via Morosina Via Morosina, negli anni ‘70, da strada di campagna è diventata “di città” con case che via via crescevano Da allora non è mai stata fatta la riasfaltatura di strada e marciapiedi. Negli anni si sono succeduti interventi di ogni tipo: dalla metanizzazione, ai lavori sulle reti elettriche e telefoniche e, dulcis in fundo, la posa della fibra. Ognuno rompe e richiude a modo suo tanto che le nostre strade sono diventate un puzzle di rattoppi che molto spesso si sgretolano nel giro di poco tempo. Ad aggravare la situazione, dopo l’apertura del cantiere del bypass, il continuo transito di mezzi pesanti ha ulteriormente deteriorato il già precario manto stradale. Ancora più precario è lo stato dei marciapiedi: rotture, avallamenti e cedimenti costituiscono, soprattutto per i più anziani o per le persone che hanno difficoltà di deambulazione, un continuo pericolo. E se proprio vogliamo non farci mancare nulla, torniamo al bypass: per quale motivo comune e municipalità non hanno chiesto a ANAS interventi di compensazione per il pesante impatto causato ai residenti (vedi situazione di via Carlo Martello) dai cantieri oggi e dalla strada domani che taglierà in due il paese? A quando risposte chiare in merito a questo stato di cose ormai insopportabile? LA PAGINA DI CAMPALTO
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Favaro: piscina addio Di recente è apparsa la notizia, postata sui social forse con eccessiva e inopportuna enfasi, dell’avvio dei lavori per la demolizione della piscina con un costo vicino ai 200.000 euro. Se è vero che quel rudere, abbandonato da anni e ormai impossibile da riqualificare, non poteva avere altra sorte, è altrettanto vero che se ne andrà un pezzo della storia recente del nostro quartiere. Tante sono le persone che lì hanno imparato a nuotare, soprattutto grazie alla collaborazione con le vicine scuole, o hanno potuto
svolgere una sana attività motoria. Quando un impianto sportivo chiude senza che vi siano prospettive per crearne uno sostitutivo, si priva il territorio di un servizio essenziale per la popolazione. Di fatto, Favaro Veneto, tra i più vasti come estensione e per numero di residenti dell’intero comune, non possiede neppure una piscina coperta e, cosa ancor più grave, non vi sono prospettive note per la realizzazione di un nuovo impianto. Anche su questo tema attendiamo risposte
La Pagina di Campalto è curata dal Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - bibliotecalinosoffiato@gmail.com Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: Blog Territori e Paradossi - Associazione Culturale. E-mail: info@territorieparadossi.it Stampato in proprio - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile online all’indirizzo: http://issuu.com/lapaginadicampalto è possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com o visitando la nostra pagina facebook.
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