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http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com DICEMBRE 2019 - GENNAIO 2020 Anno XVI N° 186
MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ
AUGURI Fin dall’antichità, i pastori occupano il gradino più basso della scala sociale. Il loro vivere a contatto più con le greggi che con gli uomini ha fatto sì che venissero considerati alla stregua di animali. Ma è proprio a loro, come nel quadro di Luca Giordano esposta a Parigi, che Gesù ha scelto di rivelarsi nel mistero del Natale. È quindi agli umili, ai poveri e a chi deve soffrire le ingiustizie di questa nostra società, che vanno per primi i nostri auguri.
In questo numero: L’ANNO CHE VERRÀ_12 DICEMBRE_LA PROTESTA DEI 500_PILLOLE DI MODA_CAMPALTO (FORSE) SÌ_SERATA POESIE_AUSER IL GABBIANO: UN ANNO DI LAVORO_NATURA IN POSA A TREVISO.
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L’ANNO CHE VERRÀ Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po' e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò. Da quando sei partito c'è una grossa novità, l'anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va. Si esce poco la sera compreso quando è festa e c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra, e si sta senza parlare per intere settimane, e a quelli che hanno niente da dire del tempo ne rimane. Ma la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, ogni Cristo scenderà dalla croce anche gli uccelli faranno ritorno. Ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno, anche i muti potranno parlare mentre i sordi già lo fanno. E si farà l'amore ognuno come gli va, anche i preti potranno sposarsi ma soltanto a una certa età, e senza grandi disturbi qualcuno sparirà, saranno forse i troppo furbi e i cretini di ogni età. Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico e come sono contento di essere qui in questo momento, vedi, vedi, vedi, vedi, vedi caro amico cosa si deve inventare per poterci ridere sopra, per continuare a sperare. E se quest'anno poi passasse in un istante, vedi amico mio come diventa importante che in questo istante ci sia anch'io. L'anno che sta arrivando tra un anno passerà io mi sto preparando è questa la novità
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Lucio Dalla componeva questa canzone nel 1978, anno tra i più drammatici nella storia del nostro paese. La primavera iniziava con il rapimento e l‘assassinio di Aldo Moro per proseguire, sul fare dell’autunno, con la morte nel giro di poche settimane di due papi. E tutto accompagnato dalle dimissioni del Presidente della Repubblica Giovanni Leone accusato di corruzione. Per questi motivi l’autore interpretava benissimo un diffuso sentimento popolare, ovvero la stanchezza per il clima di violenza e per le difficoltà economiche in cui si dibatteva il Paese, nel biennio 1978-1979, in cui si stava concretizzando quello che sarebbe stato definito riflusso, ovvero il desiderio di un ritorno alla sfera del personale e una fuga dall’impegno politico e sociale. Sono trascorsi 40 anni ma il clima che viviamo sembra essere il medesimo. Una certa politica, rivolta soprattutto alla “pancia” del paese, sfruttando l’ignoranza e la disinformazione delle persone più fragili, ha fatto della paura del diverso, dell’intolleranza, dell’implosione su se stessi piuttosto che dell’apertura verso il mondo, il suo cavallo di battaglia. Il “dividi e comanda” di antica memoria è tornato a esserre il vessillo di una politica impegnata a ottenere consensi elettorali piuttosto che a confrontarsi sui problemi reali che affliggono il nostro paese. A parole ognuno sembra avere in tasca la chiave per aprire ogni
serratura ma nei fatti le crisi aziendali e bancarie, che mettono in difficoltà migliaia di famiglie, si susseguono quasi quotidianamente. Cosa aspettarsi da “L’anno che verrà”, il 2020? Come cittadino comune mi auguro una maggior serietà e trasparenza da parte di chi ci governa e, soprattutto, una maggior consapevolezza da parte di chi è chiamato a esprimersi con il voto nelle prossime, numerose, tornate elettorali che ci attendono. I vari “social” hanno preso il sopravvento sulle forme di comunicazione tradizionali agevolando la diffusione di informazioni spesso tendenziose o addirittura false. Torniamo all’incontro, al confronto di idee, alla ricerca di rapporti interpersonali; riscopriamo la bellezza della cultura, quella vera, e iniziamo a farci delle domande e contemporaneamente a darci delle risposte senza attendere che siano gli altri a farlo. Gianfranco Albertini
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12 DICEMBRE
Il 12 dicembre 1969, alle ore 16.30, a Milano, il salone della Banca dell’Agricoltura è colmo di persone. È venerdì, al termine di una giornata di mercato, e molti agricoltori sono andati in quell’istituto per riversare il guadagno del proprio lavoro. All’improvviso un’esplosione: 17 persone perdono la vita, quasi 90 risultano ferite. L’esplosione è causata da una bomba collocata proprio nel salone: l’Italia entra in quella che anni dopo Sergio Zavoli, in una delle più grandi inchieste giornalistiche del nostro paese, definì “la notte della Repubblica”. Non è la sola bomba ad esplodere in quel giorno nel paese: altri tre ordigni detonano a Roma, nelle vicinanze della Banca del Lavoro, dell’Altare della Patria e del Museo del Risorgimento, provocando fortunatamente solo feriti; una quinta, non esplosa, viene rinvenuta sempre a Milano, in piazza della Scala. 4
La storia della strage di Piazza Fontana, e soprattutto dei processi che ne seguirono, è una vicenda che ripercorre l’intero arco della vita pubblica italiana dal 1969 a pochi anni fa. E’ la storia di tre processi lunghi complessivamente 36 anni che volta a volta individuano responsabilità e le scagionano. Si potrebbe davvero dire che quella strage è il centro di una tela di ragno difficilmente districabile, ma di cui, grazie al lavoro di inchiesta giornalistica e a quello giudiziario, possiamo dipanare i fili più importanti. Il primo filo è quello dei cosiddetti depistaggi, cioè del tentativo di spostare la responsabilità della strage, in particolare verso gli anarchici: la sera del 12 dicembre 150 persone a vario titolo riconducibili alla galassia anarchica vengono fermate e condotte in Questura a Milano. Uno di questi, il ferroviere Giuseppe Pinelli, di 41 anni, il terzo giorno di fermo
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precipita dal quarto piano e muore: è la 18° vittima della strage. Lo stesso giorno viene fermato il ballerino di 37 anni Pietro Valpreda, subito additato come il mostro di piazza Fontana. Sarà scagionato nel corso della lunga vicenda processuale. Il secondo filo è quello del ruolo che ricoprirono operativamente ed esecutivamente le formazioni di estrema destra, come Ordine Nuovo, nell’organizzazione della strage, con un pesante coinvolgimento delle cosiddette cellule venete della destra radicale ed eversiva, se è vero che l’ordigno venne “assemblato” in provincia di Treviso, poi condotto a Padova e di lì a Milano e che alcuni tra i principali esponenti di quei movimenti posti sotto processo, come Franco Freda, Giovanni Ventura, erano gli ideologi di riferimento del gruppo padovano e di quello veneziano. Il terzo filo riguarda il coinvolgimento di apparati dello Stato, dei Servizi Segreti, di parti degli Organi di sicurezza e inquirenti nonché delle Istituzioni elettive in quella che venne chiamata strategia della tensione e che trovò in piazza Fontana la propria origine. Agiva in questo senso la sostanziale continuità di parte di quegli apparati con le strutture del regime fascista, la convinzione che le fragili strutture democratiche della Repubblica dovessero essere piegate verso una democrazia forte se non addirittura autoritaria, infine la conventio ad excludendum nei
confronti del coinvolgimento del Partito Comunista Italiano al governo del paese. Ma non sono solo oscuri questi fili. Una straordinaria espressione fu la compostezza della mobilitazione dei cittadini di Milano, che parteciparono in 300.000 ai funerali delle vittime in piazza del Duomo tre giorni dopo la strage. C’è chi sostiene che quella reazione popolare, di massa ma senza prevaricazioni, spinse il Ministro dell’interno Gui e quello degli Esteri Aldo Moro a convincere il presidente del Consiglio Rumor a non dichiarare lo stato di emergenza nel paese. Un altro filo splendente fu quello di chi comunque, all’interno di quelli apparati di sicurezza e della giustizia, intuì da subito la verità e si adoperò, controcorrente, perché non venisse insabbiata, come il Commissario di Polizia Pasquale Jiuliano e i magistrati Pietro Calogero e Giancarlo Stiz. Alla fine, forse le parole che meglio rendono il senso della strage di piazza Fontana le pronunciò il filosofo Norberto Bobbio quando disse che “la degenerazione del nostro sistema democratico è cominciata da lì, dal momento in cui un arcanum è entrato imprevisto e imprevedibile nella nostra vita collettiva, l’ha sconvolta, ed è stato seguito da altri episodi non meno gravi rimasti altrettanto oscuri”.
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Gabriele Scaramuzza 5
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LA PROTESTA DEI 500 PER DIFENDERE IL PARCO DI SAN GIULIANO
Si sono ritrovati in 500 sabato mattina 7 dicembre per protestare e chiedere di preservare il Parco di San Giuliano che l’amministrazione comunale vuole stravolgere pianificando il definitivo insediamento delle attività produttive di cui il progetto originario dell’arch. Di Mambro aveva previsto lo spostamento in altro sito. Dietro lo striscione “Giù le mani da San Giuliano” tanti cittadini che si sono ritrovati insieme con Anna Forte Zorzetto, moglie di Gaetano Zorzetto che il Parco di San Giuliano lo aveva voluto con tutte le sue forze. Anna Forte, presidente degli “Amici del Parco” ha spiegato le ragioni della mobilitazione: “siamo qui per protestare contro una scelta scellerata di questa amministrazione, il Comune vuole di fatto 6
insediare una zona di interporto e interscambio merci. Non comprendiamo come possa essere considerato interesse collettivo condonare in maniera mascherata gli abusi perpetrati, con un progetto che porterà le aziende insediate lungo il canal Salso e che oggi occupano quasi un chilometro, a compattarsi verso il cavalcavia. Su alcune aziende pendono ordinanze di demolizione non attuate da anni, anche a causa di battaglie legali e controricorsi alle accuse di abusivismo”. Anna Forte Zorzetto ha detto con forza: “il Parco è di tutti e va restituito ai cittadini per le finalità per le quali è stato istituito e realizzato. Ricordo che il Parco è stato votato all’unanimità da tutte le forze politiche, segno che la città
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non ha dubbi su che cosa si deve fare qua. Chiediamo che venga individuata un’altra area dove spostare queste aziende e in questo modo si potrebbe ampliare il Parco sino alla riva del canal Salso”. Il progetto dell’amministrazione Brugnaro prevede di mantenere e rifare gli attuali capannoni e di realizzare una doppia strada per il traffico pesante. Con questa operazione l’area del Parco diventerà più piccola mentre invece il progetto di Di Mambro prevede che il Parco diventi più grande rispetto agli attuali 74 ettari e venga esteso sino alle barene di Campalto, comprendendo anche l’area di 27 ettari dei fosfogessi. Il Parco
nell’ultimo anno è stato oggetto di lavori per l’insediamento di un’area attrezzata per concerti e i lavori, per ordine della magistratura, sono fermi da quasi un anno. I cantieri abbandonati impediscono l’accesso dei cittadini a vaste aree del Parco e possono costituire un serio pericolo per gli utenti. La gente è giustamente arrabbiata ed esasperata perché i progetti di questa amministrazione rischiano seriamente di limitare l’uso di un Bene che è stato difficile ottenere e ora ritenuto fondamentale per il benessere e la qualità di vita dei cittadini. Lionello Pellizzer
Pronti? Gli eventi atmosferici del mese di novembre, che sembrano non ancora conclusi, grazie alle maree eccezionali hanno scaricato nuovamente in barena enormi quantità di rifiuti galleggianti. Dopo quella della primavera scorsa, dobbiamo prepararci a una nuova azione di pulizia. È una storia senza fine, legata sì agli eventi atmosferici, ma anche a chi continua a disperdere “scoasse” nell’ambiente.
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PILLOLE DI MODA: LA BORSA IMPECCABILE di Monica Zennaro
La borsa di noi donne è l'equivalente della plancia di comando di un'auto: contiene tutte le cose più utili e importanti. È fondamentale che la nostra borsa alleggerisca il nostro carico di incombenze quotidiane (invece di appesantirlo). Le borse molto grandi e stracolme hanno sicuramente dei vantaggi, ma non sono belle da vedere: se tenere la vostra borsa sgombra vi sembra un'impresa impossibile, vi consiglio questi piccoli passi. Svuotatela e fate pulizia: togliete tutto dalla borsa e fate la cernita del contenuto, suddividendo tutte le cose che avete in gruppi. 8
Cose che usate tutti i giorni (chiavi, portafoglio, rossetto, ecc. Cose che invece usate una sola volta (lista della spesa, lettere da imbucare, giornale, ecc) Cianfrusaglie (caramella dimenticata e stravecchia, bigliettini, un orecchino rimasto orfano). Disciplinatevi: anche in questo caso, una grande soluzione è trovare il posto giusto per ogni cosa. Tenete in una bustina a zip le cose essenziali: una per il trucco, una per penna e bigliettini da visita, ecc, così cambiare la borsa non è più un dramma. Coordinate gli accessori: scegliete se possibile una bustina porta trucco, portamonete, bustina porta trucco nello stesso colore: il caos si trasformerà in ordine. Ottime sono le bustine trasparenti molto comode per vedere subito cosa contengono e dove sono. Fermate tutti foglietti volanti, come la lista della spesa e i conti da pagare, con una graffetta grande magari colorata, oppure sul blocnotes con un elastico; così non rischierete di perdere informazioni importanti annotate su foglietti volanti. Tenete ricevute e scontrini in una bustina separata per non far lievitare il vostro portafoglio. Mantenete l'ordine: riuscire a
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mantenere l'ordine è sicuramente la parte più difficile. Se lo fate tutti i giorni, basta qualche minuto. Se invece lo fate settimanalmente, calcolate una quindicina di minuti. Qualsiasi sia la scelta, tenere le vostre borse in ordine vi darà una bellissima sensazione e vi sentirete meno stressate. Sembra poco, ma può essere un grande aiuto sulla Vostra vita quotidiana. Amiche care con questa mia pillolina vi auguro feste serene in famiglia con pace e tranquillità. Alla prossima, Vostra Monica.
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CAMPALTO (FORSE) SI
Al 10 dicembre, dopo circa un mese e mezza dall'avvio, la petizione per richiedere interventi immediati di messa in sicurezza di via Orlanda si è conclusa con 2174 firme raccolte. Pensare che da una semplice idea di pochi di voler smuovere il paese si sia arrivati ad ottenere il sostegno di 2174 persone, è un fatto straordinario e bellissimo allo stesso tempo: perchè significa che agli abitanti di questo territorio, la ricerca di azioni che possano migliorare il territorio stesso, sta a cuore. Un grazie particolare alla Farmacia del dott. Tadini e alla tabaccheria di Fabrizio Mazza, che, assieme alle loro collaboratrici, si sono spesi in prima linea per coinvolgere più cittadini possibile. Mercoledì 11 dicembre una rappresentanza del gruppo promotore della petizione ha incontrato l'assessore comunale alla mobilità ed alla viabilità, Renato Boraso, il quale ha promesso veloce verifica 10
di fattibilità, insieme ai tecnici preposti, di una serie di interventi che possano indurre i guidatori a ridurre la velocità nel percorrere l'asse viario campaltino: aree di controllo delle dimensioni adeguate per le pattuglie dei vigili urbani che vogliano fermare le vetture e fare le adeguate verifiche; rialzi classici o berlinesi della pavimentazione della carreggiata in corrispondenza dei passaggi pedonali; la realizzazione di isole centrali di restringimento della carreggiata a protezione dei pedoni che attraversano sulle strisce; la valutazione di inserimento di autovelox all'ingresso del centro abitato. Alcuni di questi interventi potrebbero essere attuati in tempi brevi, anche prima dell'apertura del by-pass che, si vocifera, potrebbe entrare in funzione da febbraio/ marzo. Nell’occasione si è anche parlato del Centro Culturale Pascoli che, dopo i lavori di ristrutturazione ha ripreso a
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ospitare varie iniziative. Per il momento la sua organizzazione è affidata alle associazioni che lo frequentano e all’interno del quale svolgono le loro attività in attesa di una più precisa definizione da attuarsi attraverso un protocollo di intesa con il Comune. È stato riattivato il laboratorio di informatica che ci auguriamo possa entrare in funzione al più presto in modo da tornare a offrire alla cittadinanza gli
strumenti necessari per usufruire di tutti i servizi digitali messi a disposizione dalle pubbliche amministrazioni. A tale scopo sono già in programma incontri di formazione svolti da persone esperte nel settore. Non possiamo quindi che augurare un anno ricco di iniziative e proposte per la crescita culturale del nostro paese. Daniele Conte - Gianfranco Albertini
Amo te che mi ascolti Serata di poesie e musica sabato 29 febbraio ore 20.45 auditorium I. C. “A. Gramsci” Venezia - Campalto
Invitiamo i nostri amici appassionati di poesia a inviare le loro composizioni al seguente indirizzo mail: info.blogterritorieparadossi@gmail.com
Blog Territori e Paradossi info.blogterritorieparadossi@gmail.com blog territori e paradossi
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AUSER CIRCOLO “IL GABBIANO” UN ANNO DI LAVORO Come è già avvenuto negli anni precedenti, giunto il fine anno, vogliamo proporvi un riassunto delle varie attività svolte dal nostro circolo. Iniziamo dal servizio accompagnamento alle strutture sanitarie e uffici pubblici, il quale continua ad avere uno sviluppo esponenziale. Nel 2018 abbiamo fatto servizi a circa 1184 utenti con 28244 Km percorsi, nel 2019 i servizi sono circa 1900 con circa 40.000 Km percorsi. Questo è stato possibile solamente con l'aiuto costante dei volontari. I mercatini sociali di Monica e Lucia che sono riuscite, anche quest'anno, a regalare 20 borse-spesa alla parrocchia dell'Annunziata di Campalto e altre 10 borse-spesa per utenti più in difficoltà, nella speranza che anche queste famiglie possano avere delle festività serene. Le attivita socio-culturali hanno visto la conferma del corso di cucito ”Facciamoci un Vestito” (Monica, a malincuore, ha dovuto rinunciare a delle adesioni per mancanza di spazio) e il teatro che a visto la rappresentazione di quattro compagnie teatrali nel mese di Marzo. Purtroppo non tutto è filato liscio quest'anno: la chiusura del supermercato COOP ha costretto la sig. ra Bruna a rallentare il servizio della spesa a domicilio. Tutto questo lavoro e impegno è 12
stato possibile anche, per merito di tutti i tesserati dell'AUSER circolo “Il Gabbiano” che con il rinnovo della loro tessera hanno fatto un gesto nobile ed imprescindibile, quasi un atto d'amore verso noi stessi e soprattutto verso la collettività. Quindi chiediamo e contiamo sulla vostra adesine anche per il 2020 per continuare e migliorare questo cammino che abbiamo intrapreso. Detto questo non ci rimane che augurarvi BUONE FESTE FELICE ANNO NUOVO.
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Il Presidente Varagnolo Giuseppe
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Il Gabbiano Circolo Ricreativo Culturale Campalto - Villagio Laguna I NOSTRI SERVIZI Consulenza legale gratuita per i soci AUSER - si riceve solo su appuntamento Spesa a domicilio: il ns. Circolo ha il servizio per la consegna gratuita della spesa a domicilio per persone anziane, non autosufficenti, portatori di handicap o con problemi motori temporanei che non possono recarsi personalmnte presso i negozi. I NOSTRI CORSI Corso di nformatica Attività di lavori a maglia, uncinetto, taglio e cucito Ripetizioni scolastiche per alunni di scuola media e superiore
Anche quest'anno al Villaggio Laguna l'amministrazione comunale ha provveduto ad installare un albero luminoso per le feste Natalizie. Questo è stato possibile solo per l'interessamento delle attività commerciali all'interno del quartiere e nella specifica il supermercato CRAI e il Salone Nicoletta alle quali va il nostro sentito ringrazziamento degli adulti e sopprattutto dei bambini.
GRAZIE BUON NATALE FELICE ANNO NUOVO
LA BIBLIOTECA “LINO SOFFIATO” La possibilità di avere in prestito libri E inoltre: Scuola di Canto Sportello Ludopatia aperto mercoledì h. 15.00/18.00 Per informazioni e appuntamenti: dal lunedì al giovedì dalle 10,00 alle 12,30 il venerdì dalle 16,00 alle 18,00 tel. 041.903525 bibliotecalinosoffiato@gmail.com Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini - Villaggio Laguna Venezia - Campalto
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Natura in posa Capolavori dal Kunsthistorisches Museum di Vienna in dialogo con la fotografia contemporanea
Treviso - Museo Santa Caterina 30 novembre 2019 - 31 maggio 2020
Il Museo Santa Caterina a Treviso apre la nuova stagione espositiva portando per la prima volta in Italia 50 opere dal Kunsthistorisches Museum di Vienna di cui la maggior parte capolavori fiamminghi inediti del '500 e '600, oltre a dipinti provenienti da importanti musei veneti. Il sorprendente percorso racconta l’evoluzione del genere dello “still life”, da noi meglio noto come “natura morta”, che ha le sue origini già nell’antichità, ma che assurge al rango di rappresentazione autonoma nel Veneto con i Bassano per poi raggiungere l’apice intorno al ‘600 nei Paesi Bassi diventando. Straordinarie vanitas, composizioni floreali, raffinate scene di mercato, sontuose tavole imbandite sfilano in mostra accanto a ritratti di interni e delle stagioni o preziosi simboli iconici che ci ricordano la caducità della vita e dei suoi piaceri, come farfalle, libri, vasi, strumenti. Le opere di artisti del passato dialogano con le più iconiche fotografie
contemporanee. Si passa, così, dalle vanitas capaci di trarre in inganno di David LaChapelle ai crudi e ironici reportages di Martin Parr sul consumo di massa, dai magnifici e sensuali fiori di Robert Mapplethorpe ai Flowers di Nobuyoshi Araki, dalla serie dedicata alle zuppiere di Franco Vimercati all’idea di classicità pittorica di Hans Op De Beeck. La rassegna, curata per la sezione antica da Francesca Del Torre, Gerlinde Gruber e Sabine Pénot - curatrici del Kunsthistorisches Museum di Vienna rispettivamente per la pittura italiana, fiamminga e olandese e da Denis Curti, direttore artistico della Casa dei Tre Oci di Venezia, per la sezione fotografica, è il primo appuntamento di un ampio progetto di mostre ed eventi, messo a punto dalla Città di Treviso insieme a Civita Tre Venezie e a importanti partner istituzionali, allo scopo di valorizzare, in Italia e all'estero, lo straordinario patrimonio della Marca trevigiana.
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La Pagina di Campalto è curata dal Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - bibliotecalinosoffiato@gmail.com Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: Blog Territori e Paradossi - Associazione Culturale. E-mail: info.blogterritorieparadossi@gmail.com Stampato in proprio - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile online all’indirizzo: http://issuu.com/lapaginadicampalto È possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com o visitando la nostra pagina facebook.