La pagina di campalto febbraio 2016

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distribuzione gratuita presso gli esercizi commerciali a: Campalto - Favaro Veneto - Tessera - Dese

http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com FEBBRAIO 2016 Anno XIII N° 147

MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ

sicuri a campalto?

In questo numero:

Se qualche tempo fa mi avessero chiesto se mi sentivo sicuro a Campalto avrei risposto “sufficientemente”. Oggi, dopo gli ultimi fatti accaduti, non ne sarei più così certo. Stiamo vivendo una crescita della microcriminalità che si manifesta con aggressioni ad anziani, furti in appartamento, danneggiamenti di auto in sosta. A ciò si aggiungono auto e moto che, soprattutto di notte, sfrecciano a velocità elevatissima per le strade del

sicuri a campalto?_alla bici il nobel per la pace_viva piraghetto_chi ha visto l’inverno_ponte di calatrava_ campalto no, campalto si_ giornata della memoria_ blog territori e paradossi compie 10 anni_obiettivo al femminile_RILASSIAMOCI.


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paese. A testimoniare questo stato di degrado, l’ultimo incidente mortale occorso a un maestro cinese di arti marziali travolto in via Orlanda dall’auto di un ventenne lanciato probabilmente a velocità troppo elevata. è un’altra vittima che si aggiunge alla lunga lista di chi in via Orlanda ha perso la vita. Non è compito dei cittadini scovare gli autori di queste azioni indegne, né emettere proclami in favore della giustizia fai da te, ma una cosa è certa e sotto gli occhi di tutti: la presenza di rappresentanti dell’ordine pubblico a Campalto è pressoché inesistente. Dopo i recenti atti terroristici, si è deciso di concentrare l’attenzione sui cosiddetti “obiettivi sensibili” convogliando ingenti forze per prevenire tanto ipotetici quanto imprevedibili attentati, ma le periferie, già ambienti delicati da un punto di vista sociale, sono state private del minimo controllo necessario. Spesso mi chiedo, e non penso di essere 2

l’unico a farlo, per quale motivo non vengano impiegati per la protezione dei cittadini, come avviene in altre nazioni a noi vicine, le migliaia di militari che affollano le caserme del nostro territorio. Se sono addestrati per combattere nei teatri di guerra più pericolosi, a maggior ragione potrebbero dare un’occhiata ai nostri quartieri. Stesso discorso vale per tutti gli agenti che stazionano comodamente negli uffici (per compiere mansioni di routine che potrebbero essere tranquillamente affidate a un po’ dei nostri disoccupati) anziché muoversi nel territorio. Vedere qualche vigile, poliziotto o carabiniere percorre le nostre strade, magari di sera quando la scarsa illuminazione delle strade potrebbe favorire i malintenzionati, probabilmente non risolverebbe il problema, ma darebbe a noi campaltini un po’ di fiducia in più. Chiudiamo con una considerazione che, visti i tempi, potrebbe sembrare quasi una provocazione. Le ultime disposizioni di legge in tema di salvaguardia della salute dei cittadini prevedono importanti sanzioni per chi getta per terra i mozziconi di sigaretta, ma una domanda sorge spontanea: chi farà rispettare questa norma? Chi infliggerà le sanzioni? Vista la latitanza delle forze dell’ordine, penso che le cose continueranno ad andare come prima, se non peggio.

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Gianfranco Albertini


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Da anni la trasmissione Caterpillar, dalle onde RAI di Radio2, ci accompagna con allegria verso l’ora di cena. I suoi conduttori sono diventati ormai quasi nostri parenti e i loro servizi, talvolta contrassegnati da uno spirito un po’ demenziale, ci hanno portato a scoprire tanti aspetti della quotidianità fatta di persone ed eventi di cronaca. Importante è il contributo riservato dalla trasmissione ai temi di tipo ambientale, uno su tutti l’evento “m’illumino di meno”. La bici è sempre stata un loro cavallo di battaglia ma non poca sorpresa ha destato la proposta di candidarla al premio Nobel per la pace. Questa iniziativa, nata quasi per gioco sul finire dell’estate, si è trasformata in un fatto mediatico di rilevanza internazionale. Attraverso vari canali è stata avviata una petizione che ha

raccolto oltre diecimila adesioni. Sabato 16 gennaio, nel corso di una manifestazione svoltasi a Milano davanti alla storica sede RAI di corso Sempione, una busta gigante con le firme raccolte è stata consegnata a Paola Gianotti, avvezza a imprese ciclistiche estreme, che si è avviata in bici verso Oslo in Norvegia. Oltre 2000 Km attraverso l’Europa per recapitare questa singolare missiva. Il messaggio che questa iniziativa vuole dare è molto chiaro: la bici non ha mai fatto guerre, è una risposta concreta ai problemi ambientali e, in molti casi, è uno strumento di emancipazione, soprattutto femminile. Nel mondo islamico tradizionalista viene infatti impedito alla donna di usarla in quanto ritenuto provocatorio. E proprio per questo motivo sono state scelte come testimonial ed effettive destinatarie del premio alcune ragazze afgane che, sfidando la tradizione oscurantista, hanno costituito un gruppo di cicliste atlete nell’ambito della relativa federazione. Va da sé che tutti noi, ciclisti e non solo, tifiamo per questa iniziativa i cui sviluppi possono essere seguiti su Facebook e su internet.

www.caterpillar.rai.it # MilluminoDiMeno

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Viva Piraghetto: una nuova idea di città di Romena Brugnerotto

Anche oggi ho aperto il giornale e ho trovato una notizia sul degrado di Mestre: in effetti non passa giorno che non ci raccontino di aggressioni, negozi che chiudono, luoghi abbandonati a loro stessi. Si pensa sempre che a rendere quello che ci circonda un po’ più vivibile, più bello debbano essere gli altri: il comune, la polizia, lo stato. Eppure tante esperienze ci raccontano che si parte del basso per creare qualcosa di nuovo: perché se il Comune impone in un quartiere delle attività ma non interessano a nessuno, ha fatto un buco nell’acqua. Il progetto VIVA PIRAGHETTO nasce da un gruppo di genitori residenti, riunitisi in una associazione, con l’intento di riqualificare l’area verde del Parco. Il Piraghetto è un’area verde in una zona densamente abitata di Mestre (Via Piave-Via Miranese-zona

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Stazione Ferroviaria) e offre la possibilità di farsi una passeggiata, andare a correre, sedersi su una panchina a leggere un libro, portare i bambini a giocare. Fino a ieri la offriva sulla carta perché purtroppo il parco non era ben frequentato: c’erano situazioni di degrado, “bruta gente” come si dice qui. Insomma i residenti ci andavano (anche perché non c’erano alternative se non vuoi muovere la macchina o stare sempre a casa) ma l’esperienza che offriva non era delle migliori. Ecco che allora c’è chi decide di darsi da fare, organizzando delle attività che non solo diano delle ragioni in più di frequentare il parco ma lo rendano un luogo piacevole, di incontro tra le persone, allontanando nel contempo chi invece cerca un posto isolato per attività illecite. E così, grazie all’Associazione e ai suoi volontari,

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nel periodo di Natale sono transitate per il parco ca. 1500 persone attirate dai mercatini dell’artigianato, i laboratori per bambini, gli spettacoli di magia e i concerti. L’ultima sera, il 10 gennaio, oltre 450 persone hanno ascoltato la band dei Batisto Coco che al Parco ha voluto dedicare anche una canzone facendo una bellissima sorpresa agli organizzatori. Ma Viva Piraghetto non ha solo

questo in mente: tutte le attività servono anche a raccogliere fondi per l’acquisto di una giostra che permetta di giocare anche a bambini disabili, facendo diventare quindi il parco totalmente inclusivo. Le iniziative non si fermano, il Carnevale è alle porte e Viva Piraghetto vuole continuare ad offrire un parco pieno di vita e di luci agli abitanti della zona e non solo.

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Chi ha visto l’inverno? di Francesca Rismondo

“Quest'anno in montagna non sembra nemmeno inverno!” Quante volte ho sentito questa frase negli ultimi mesi? Molte. Per gli appassionati di sci però si è salvata la “stagione” attraverso la neve artificiale. Ma a che prezzo? Questa pratica è abbastanza costosa in termini ambientali: richiede grandi quantità di acqua ed energia, ed altera la composizione del terreno, della vegetazione e la biodiversità delle zone alpine. Per produrre 2 metri cubi di neve artificiale occorrono circa 1.000 litri di acqua. Al dispendio di risorse idriche si sommano anche le richieste di energia elettrica degli impianti, l'inquinamento acustico generato dai cannoni sparaneve in azione e gli additivi inquinanti che possono venire utilizzati per la creazione 6

della neve artificiale. Secondo il WWF ogni anno vengono impiegati circa 95 milioni di metri cubi d'acqua e 600 Gigawatt/ora di energia, per una spesa di 136 mila euro per ettaro di pista. Inoltre la neve artificiale ha un più alto contenuto di acqua liquida rispetto alla neve naturale, quindi ha un peso maggiore e una minore capacità di isolamento termico fra suolo e atmosfera. Questo causa il congelamento del suolo e impedisce il passaggio di ossigeno, provocando condizioni di asfissia del manto vegetale sottostante. Questo deterioramento della vegetazione aumenta l'erosività dei pendii. Se pensiamo inoltre che i cannoni spesso sono in funzione anche nei mesi primaverili, questo non fa che ritardare la naturale attività vegetativa della flora alpina e ne risultano

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terreni sempre più brulli ed aridi. Con il progressivo innalzamento delle temperature globali dovuto alle attività antropiche probabilmente la situazione non tenderà ad un miglioramento, anzi. Pertanto c'è da chiedersi se valga la pena continuare ad innevare artificialmente per “comandare” le stagioni e il clima, o se piuttosto sia meglio mitigare questo aumento della temperatura attraverso un piano di controllo, monitoraggio e riduzione globale delle attività antropiche che generano questo circolo vizioso.

pillole di [scarso] buon senso Con questo titolo diamo il via a una rubrica, che non dovrebbe mancare certo di spunti, agli strafalcioni commessi dalle imprese che compiono interventi per conto delle pubbliche amministrazioni. Se chiedessimo a un ciclista quali sono le piante meno adatte per arredare una pista ciclabile, senza dubbio risponderebbe”quelle con le spine come rovi, robinie o roseti”. L'ultima pista nata percorre un tratto di via Vallon in prossimità del Forte Carpenedo. Dopo l’apprezzamento per l’opera che effettivamente mette in sicurezza un tratto di strada molto frequentato dai ciclisti e sul quale le auto si dedicano volentieri alle prove di velocità, non altrettanto entusiasmo ha suscitato la messa a dimora degli arbusti a lato della pista a dimostrazione che chi ha fatto la progettazione non va in bicicletta. Come si può piantare dei roseti a fianco di una pista ciclabile? Come tutti possono ben immaginare alberi e arbusti con le spine sono un vero attentato non solo all’incolumità degli pneumatici, ma anche a quella del ciclista stesso nel caso in cui dovesse urtarli. Solo uno che non usa la bicicletta può prendere simili decisioni. Veramente una genialata, fatta naturalmente con denaro pubblico.

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Il Ponte di Calatrava è l’emblema della nostra società di Elena Brugnerotto

Venezia è rimasta uguale a se stessa per secoli. Nella missione di preservare la città eterna in tutto il suo splendore, sono stati pochi (e tutti discutibili) gli interventi per adeguarla al presente. Ad inizio millennio però, l’Amministrazione Comunale volle “regalare” ad abitanti e turisti un nuovo ponte che fosse l’emblema della nostra società contemporanea. La città era pronta a costruire il quarto ponte sul Canal Grande. Dopo il Ponte di Rialto, elegante prototipo di una galleria commerciale, il Ponte dell’Accademia con i suoi materiali essenziali, pensato come provvisorio ma mai sostituito dal progetto in pietra, e l’imponente Ponte degli Scalzi 8

costruito tra il 1932 e il 1934 a rimpiazzo di un ponte in ferro di metà ottocento, era giunto il momento di consacrare l’importanza raggiunta negli ultimi decenni dalla zona di Piazzale Roma e della Stazione, nuovo punto nevralgico della città e principale luogo di origine dei flussi che vanno a popolare calli e campi. Il nuovo ponte doveva rappresentare lo stile della nostra epoca ma allo stesso tempo armonizzarsi con le forme della città eterna: solo immaginarlo era una sfida. L’Architetto Santiago Calatrava vinse il bando disegnando un ponte futuristico, esteticamente impeccabile; peccato che, efficacia, comodità, rispetto degli standard delle

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infrastrutture urbanistiche (lunghezza dei gradini, rampa riservata ai disabili, sicurezza dei materiali sui quali si cammina…) sembrano siano stati totalmente ignorati nella progettazione. Quello che è successo dopo lo sappiamo: per costruirlo ci vollero sette anni. Doveva essere realizzato in 456 giorni e ce ne vollero oltre duemila; doveva costare 6,7 milioni e ne costò invece 11,6; l’ovovia per i disabili, costata due milioni, non funziona. Ad una pioggia di polemiche, lamentele e denunce al Comune perché sul ponte più di qualcuno ha rischiato di rompersi l’osso del collo, si sono aggiunte inchieste, sentenze e ricorsi infiniti alla Corte dei Conti da parte dell’Amministrazione Comunale nei confronti del progettista, del direttore lavori e dell’Architetto Calatrava. Un’opera quanto mai controversa e discussa. Non capisco, ma di cosa ci lamentiamo? Il “Ponte della Costituzione” non doveva essere il simbolo della nostra contemporaneità? Lo spreco di soldi pubblici; Gli errori di tecnici, ingegneri, architetti strapagati che non si prendono la responsabilità delle proprie azioni; Le discutibili decisioni dei politici a prescindere dal colore della bandiera; I processi infiniti che si concludono senza nessun colpevole (tanto alla fine paga sempre il contribuente); La passione per l’estetica a discapito dell’utilità (vedi le file per acquistare

l’ultimo modello di smartphone) non sono forse tratti distintivi della nostra società? Io credo che, purtroppo, il Ponte e le sue vicende rispecchino pienamente quello che siamo.

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Campalto no. Un problema vecchio. Il problema vecchio si riferisce a quel piastrone sbriciolato sul selciato davanti alla chiesa di S.Benedetto; il piastrone rotto è protetto da un cavalletto stradale che penso abbia anche la funzione di non far inciampare le persone. E' lì da molti mesi quel cavalletto, e da mesi hanno iniziato a sbriciolarsi ed a diventare ghiaino anche altri piastroni. I regolamenti comunali impediscono gli interventi di manutenzione sul suolo pubblico, oppure per davvero abbiamo finito tutti i soldi?

Campalto Si. Stavamo per segnalare che una panchina in parco Chiarin, vicino ai giochi per i bambini, era stata spaccata da diverse settimane, quasi certamente a causa dell’ennesimo atto vandalico. Fortunatamente qualche “mano santa” è intervenuta e ha sostituito la tavola danneggiata. Ciò non toglie però che l’area continua a essere bersaglio di chi non trova meglio da fare nell’arco della giornata che danneggiare il bene pubblico, soprattutto quello destinato ai più piccoli.

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27 gennaio giornata della memoria

E proprio dietro a questo ginepro in fotografia c'erano uno scivolo e un'altalena dove giocavano i numerosi bambini residenti nelle vicinanze. I giochi sono stati smantellati a fine 2014 per motivi di sicurezza legati alla loro età e il 19 agosto 2015, in seguito alle proteste di nonni e genitori, erano venuti a Campalto per un sopralluogo il nuovo assessore all'Ambiente del Comune Massimiliano De Martin e il neo eletto presidente di Municipalità Andrea Bellato: brevi interventi, nessuna promessa. Però, notizia comunicataci pochi giorni fa da Giorgio Lazzaro che aveva invitato a Campalto

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche della 60ª Armata del "1º Fronte ucraino" del maresciallo Ivan Konev arrivavano presso la città polacca di Auschwitz, scoprendo il vicino campo di concentramento di Auschwitz - Birkenau e liberandone i superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista. Il 27 gennaio, in occasione di questa ricorrenza internazionale per commemorare le vittime dell'Olocausto, i ragazzi e le ragazze dell'Istituto Polifunzionale Gramsci di Campalto hanno lasciato, legati a un albero spoglio e a un rigoglioso ginepro del parco vicino alle Poste di Campalto, i loro pensieri in ricordo della Shoah e dello sterminio del popolo ebraico. Assessore e Presidente, ci è stato confermato che Veritas, dopo i sopralluoghi, ha redatto il progetto per ripristinare i giochi entro la prossima primavera, secondo le normative di sicurezza che non erano presenti in quelli smantellati. E' una bella notizia che crediamo sarà bene accolta dalle numerose persone che spesso ci hanno interpellato sui tempi dl ripristino di questo importante punto d'incontro per nonni e mamme e luogo di svago per i bambini.

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l’associazione culturale Blog Territori e Paradossi compie dieci anni Di fronte ad associazioni che hanno fatto la storia della nostra città, dieci anni potrebbero sembrare un’inezia. Ma per noi di Blog Territori e Paradossi sono un bel traguardo. In questi anni molte sono state le persone incontrate e i progetti realizzati insieme. Progetti, iniziative ed eventi nati nel territorio e per il territorio che ci circonda, ma che vogliono farsi anche portavoce di un approccio sensibile, aperto a tutte le forme dell’arte e della cultura. In linea con le forme di espressione della nostra associazione, vogliamo condividere un week end con soci, amici e simpatizzanti, come sappiamo fare noi: regalando occasioni in grado di suscitare emozioni, pensieri critici, risvegliare l’interesse verso l’arte in tutte le sue forme. Vi invitiamo quindi sabato 27 febbraio al Centro Polifunzionale Pascoli di Campalto alle ore 17.00 per l'apertura e presentazione di una mostra che ripercorrerà attraverso foto, locandine e materiale del nostro archivio, i nostri passi e il percorso realizzato in questi 10 anni. Il tutto accompagnato dall’immancabile brindisi augurale e da un sottofondo musicale jazz-blues del gruppo “Ombre rosse”: un nome, un programma! 12

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JOYFUL GOSPEL GROUP Domenica 28 febbraio nella chiesa di S. Benedetto ci attenderanno gli amici del “Joyful Gospel Group”, di cui fa parte la nostra Chiara Foffano, che eseguiranno canti del repertorio soul e gospel con qualche pizzico di follia. Ad accompagnarli alla tastiera Carlo Cavalli e alla chitarra Michael Fiorin, già nostro collaboratore collaudato. Com'è nostra abitudine, il concerto sarà ad ingresso responsabile: noi

offriamo cultura e intrattenimento e chi viene ad assistere potrà donare quanto ritiene equo. Questa volta l'intero ricavato sarà devoluto in beneficienza al progetto che la parrocchia dei SS Martino e Benedetto di Campalto sostiene da tempo: la casa San Pio X per ragazze madri dell'isola della Giudecca di Venezia. Un motivo in più per partecipare, divertirsi e appaludire!

Hai seguito i primi eventi di CampArte? Hai suggerimenti o consigli da inviarci? Hai qualche critica da fare? Vuoi proporre qualche iniziativa da inserire nel programma? Ci trovi su a “Camparte festival” o nel sito di Blog Territori e Paradossi www.territorieparadossi.it

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Obiettivo al femminile

la città vista e vissuta dalle donne Municipalità di Favaro Veneto Blog Territori e Paradossi Una rassegna fotografica dedicato alle donne, per invitarle a condividere le immagini che rappresentano il loro modo di vedere il mondo. In occasione della giornata della donna del prossimo 8 marzo, promossa dal Comune di Venezia – Municipalità di Favaro Veneto in collaborazione con l'Associazione Culturale Blog Territori e Paradossi di Campalto, sarà allestita presso il Centro Polifunzionale Pascoli a Campalto una mostra di immagini e foto che sarà inaugurata l'8 marzo e resterà esposta fino al 31 marzo. Se potessimo racchiudere un pensiero in un’immagine, quale sarebbe? Questo spazio è dedicato a noi donne. A noi che siamo “dolcemente complicate” e ne andiamo fiere. Abbiamo un universo di sentimenti da rinchiudere nella definizione di un’emozione. Gestiamo un arcobaleno di stati d’animo dalle mille sfumature. Sappiamo essere dolci e compassionevoli, dure e intransigenti. Ascoltiamo attentamente e parliamo troppo. Questa mostra è la nostra occasione per raccontare come vediamo il mondo in tutta la nostra unicità. 14

Possono parteciparvi con le proprie opere le donne, anche minorenni, che risiedono o lavorano nella Municipalità di Favaro Veneto. Ogni partecipante può inviare, entro il 26 febbraio, 1 o 2 immagini che descrivano momenti della vita "al femminile", interpretati e declinati secondo i diversi aspetti della vita quotidiana (rapporti con il territorio, desideri, difficoltà, amicizie, famiglia, ecc.). Le immagini potranno essere, per le sole partecipanti minorenni, sotto forma di disegno anziché di fotografia. Ogni partecipante può scegliere se: -- inviare le proprie immagini fotografiche in formato JPG all'indirizzo e-mail info@territorieparadossi.it -- consegnare le foto o i disegni, in formato 20x30 o A4, prendendo accordi al seguente numero telefonico: 338.8222799 (Giuliano).

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rilassiamoci...

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A cura del Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” ONLUS (auser.ilgabbiano@alice.it) Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: BLOG - Territori e Paradossi Associazione Culturale. Redattori: Giuliano Brandoli, Daniele Conte, Chiara Foffano, Elena Brugnerotto, Francesca Delle Vedove, Carlo Albertini, Romena Brugnerotto, Martina Zorzi, Martina Pellizzer, Francesca Rismondo, Gianfranco Albertini. Indirizzo: Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - E-mail: lapaginadicampalto@gmail.com Stampato in proprio n° 2000 copie - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile anche in Internet all’indirizzo http://issuu.com/lapaginadicampalto è possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com oppure visitando la nostra pagina facebook.


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