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«Il PNRR avrà successo se l'impegno per la sua realizzazione sarà collettivo»
La Sottosegretaria al MEF, Maria Cecilia Guerra a confronto con Lapam
Non è la prima volta che Maria Cecilia Guerra si trova nella cosiddetta “cabina di regia”. Economista di lungo corso, già Sottosegretaria al Lavoro e alle Politiche sociali nel governo Monti, viceministro al Lavoro con delega alle Politiche sociali in quello Letta, da settembre 2019 occupa il ruolo di Sottosegretaria al MEF, prima nel governo Conte II ora con il governo Draghi. Un dicastero chiave per l'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, presentato alla Commissione Europea e ora in fase di avvio. L'abbiamo raggiunta in occasione di un webinar che potete trovare ora sul nostro canale YouTube. Ecco invece la trascrizione della nostra intervista.
Sottosegretaria Guerra, partiamo dalle riforme contenute nel PNRR. Entro il 20 maggio il governo si è impegnato a presentare un nuovo decreto legge Semplificazioni. Quali sono gli interventi che il governo reputa più urgenti?
«Il tema della semplificazione delle procedure è cruciale. Il PNRR prevede tempi certi per la sua realizzazione, cosa a cui purtroppo non siamo abituati. È quindi un'occasione per semplificare le procedure, pur mantenendo tutti i controlli necessari. In parte queste misure sono state anticipate dal decreto Semplificazioni (D.L n.76/20) della scorsa estate. Un elemento importante su cui stiamo lavorando è quello del cosiddetto “silenzio assenso”, su cui le associazioni datoriali chiedono da tempo un intervento, rafforzando la perentorietà dei termini entro cui si devono esprimere gli organismi di controllo, in particolare la Conferenza dei Servizi. Ci sarà poi una riorganizzazione dei documenti di programmazione richiesti agli enti pubblici attraverso l'istituzione di un Piano Unico pensato ad hoc. L'altro grande tema riguarda la trasformazione digitale all'interno della PA per dar seguito a quel principio, già sancito dal nostro ordinamento ma mai applicato, che prevede che l'amministrazione pubblica non debba chiedere a cittadini e imprese dati e informazioni di cui è già in possesso. Per quel che riguarda i controlli ambientali il governo intende approvare una VIA (valutazione impatto ambientale ndr.) statale e una VIA regionale, in modo da accelerare l'iter procedurale dei lavori. Così come accelerate saranno le procedure per l'avvio di impianti di gestione dei rifiuti e per le energie rinnovabili. Come dicevo il rafforzamento della PA è un elemento fondamentale per semplificare l'iter dei contratti pubblici, non solamente nella fase degli affidi, ma soprattutto nelle fasi di pianificazione e progettazione dei lavori: qui ci sarà un intervento specifico. Trasparenza, semplificazione, digitalizzazione della PA, accorciamento dei tempi: saranno queste le direttrici che seguirà il governo».
Sempre seguendo il crono-programma del governo, entro il 31 luglio verrà presentato al Parlamento un disegno di legge di riforma del Fisco. Quali sono gli obiettivi che si prefigge l'esecutivo e come troverete una linea comune tra le varie anime del governo su aspetti come la revisione dell'Irpef, la riforma del catasto e il contrasto all'evasione fiscale.
«Le Commissioni Finanze di Camera e Senato hanno impostato un lavoro istruttorio con una sessantina di audizioni di personalità e associazioni titolate in materia ed entro fine giugno esamineremo le loro proposte. A oggi è difficile dire a quale sintesi si arriverà, anche perché il tema fiscale è quello più divisivo tra le parti politiche. Ci sono però alcuni temi elencati nel PNRR su cui una convergenza si può trovare. In particolare sul fronte della tax compliance, cioè permettere ai contribuenti di fare le dichiarazioni dei redditi in modo semplificato, come dicevo senza chiedere ai cittadini dati di cui l'amministrazione è già in possesso. Questo aiuta anche a combattere più efficacemente l'evasione fiscale, altro elemento fondante di questa riforma. È poi necessario intervenire sull'IRPEF, un'imposta che nel tempo ha perso la sua razionalità, con un carico tributario distribuito in modo capriccioso tra i contribuenti. Il governo intende semplificare, conservando la progressività dell'imposta, ma permettendo anche una diminuzione del prelievo sulle attività produttive, così come richiesto dall'Unione Europea. C'è poi un tema su cui non so se riusciremo ad andare avanti, mi riferisco alla revisione del catasto richiesta dalla UE, che non vuole dire un aumento della tassazione, ma bensì un raddrizzamento delle ingiustizie palesi che presenta. Su questo penso si farà molta fatica a trovare una sintesi».
Cosa può dirci sul regime della cosiddetta Flat Tax per i lavoratori autonomi e i professionisti? Verrà mantenuto così com'è?
«Le audizioni in corso hanno evidenziato i limiti di questo regime. Non tanto legati all'onere o all'elemento di semplificazione, ma al fatto che introduce problemi di equità relativa tra chi ha quel tipo di reddito e chi ne ha un altro. Soprattutto presenta un forte disincentivo a superare il tetto di ricavi previsto (65mila euro ndr). C'è una riflessione in corso, penso che il sistema non verrà superato anche se, personalmente, ritengo importante inserire questa tipologia di imprese e professionisti nel sistema della fatturazione elettronica».
Tra le altre riforme previste dal PNRR spiccano poi quella sulla Giustizia e la legge annuale per il mercato e la concorrenza. Come vi muoverete?
«Sono prioritarie, soprattutto quella della giustizia civile. Credo che le differenze più grosse dal punto di vista politico si verificheranno nella riforma della giustizia penale, mentre la necessità di accelerare i processi della giustizia civile e del contenzioso tributario è un obiettivo condiviso dalle varie anime del governo. È tra i fattori che disincentivano maggiormente ad investire in Italia e questo è un evidente freno allo sviluppo del Paese. Così come credo sia serio l'impegno a ripristinare la legge annuale per il mercato e la concorrenza perché è una legge che può valorizzare il ruolo delle imprese. Da un lato serve per la realizzazione di importanti infrastrutture nel campo delle TLC o delle reti elettriche, dall'altro aiuta a togliere quelle rendite di posizione che impediscono alle imprese di cimentarsi alla pari sul mercato, superando regimi concessori del tutto iniqui. Altri strumenti utili presenti nel Piano sono poi il rifinanziamento del Fondo 394 per l'internazionalizzazione delle imprese e il rafforzamento dei contratti di sviluppo».
Il PNRR è articolato in sei missioni. Per quanto riguardo la prima, quella ribattezzata “digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”, su oltre 40 miliardi di risorse, 24,3 sono indirizzate all'innovazione del sistema produttivo. In particolare al rafforzamento del Piano Transizione 4.0 e alla connessione ubiqua ad alta velocità. A questo proposito vorrei chiederle se il MEF sta pensando alla possibilità di cedere i crediti di imposta maturati per investimenti 4.0 (un po' come avviene oggi per il Superbonus 110%) e – per quanto riguarda la connettività ultra veloce – qual è la previsione che fa il governo per coprire al 100% territori periferici come il nostro Appennino.
«Su Transizione 4.0 ci sono circa 24 miliardi di cui una buona parte sono risorse aggiuntive a quelle finanziate nell'ambito del Pnrr. Vengono incentivati non solo gli investimenti 4.0 e digitali, ma anche quelli più tradizionali. È stata avanzata l'ipotesi di rendere immediatamente spendibili i crediti di imposta maturati con la misura tramite cessione del credito, ma c'è un problema legato alla contabilizzazione. Le nuove regole di Eurostat sembrano imporre agli Stati membri, in caso di cessione del credito, la copertura nell'anno iniziale. Se così fosse la misura richiederebbe una distribuzione del finanziamento molto diversa da quella attualmente prevista. Il discorso è aperto, ma è bene ricordare che si tratta di una misura di trasferimento e - a mio avviso - bisognerebbe ragionare su un trasferimento monetario esplicito che renda più trasparente il significato dell'intervento statale. Per quanto riguarda la connettività ubiqua, il PNRR affronta questo tema come fosse un diritto di cittadinanza. L'accesso alla rete viene considerato come un diritto sostanziale, quindi da garantire su tutto il territorio nazionale, anche nelle aree periferiche».
Era anche l'obiettivo di Agenda Digitale, ma non ci siamo riusciti…
«Il PNRR stabilisce obiettivi e tempistiche molto precisi. È una garanzia sufficiente perché le cose avvengano? No. Siamo di fronte a una scommessa epocale, ci vuole quindi uno sforzo generale per riuscire. Il PNRR è stato studiato perché tutto ciò sia possibile ma serve un grande impegno collettivo, soprattutto per completare gli investimenti più corposi».
A proposito di risorse e bandi che verranno offerti al tessuto imprenditoriale. Lei ritiene possibile il superamento della logica dei clic day, così come richiesto in tante occasione dalle nostre imprese?
«Credo che sia ampiamente superato, i suoi limiti sono evidenti. Il clic day è stato un meccanismo per distribuire risorse in situazioni in cui non era possibile dare una quantificazione della copertura, o si sapeva che la copertura era insufficiente. Io credo che sia uno strumento da superare, larga parte dei progetti che vanno attraverso selezione sono affidati oggi con bandi non con clic day e nell'ambito del PNRR non credo che questo problema sussista».
Nella Missione 2, “Rivoluzione verde e transizione ecologica” si parla anche di Superbonus 110%. Oltre all'orizzonte temporale fissato dal PNRR, è possibile aspettarsi un'ulteriore proroga della misura o, in caso contrario, una rimodulazione al rialzo degli incentivi per l'efficientamento energetico e antisismico degli edifici?
«Il tema è all'attenzione del governo e supportato trasversalmente dai partiti, quindi sicuramente una probabilità c'è. Non ancora una certezza. Tuttavia il discorso non è affatto chiuso. Ad oggi possiamo dire che c'è una discussione in corso per semplificare le procedure del Superbonus. L'elemento delle tempistiche solleva, a mio avviso, due temi. Il primo è la possibilità di potenziare l'incentivo nel tempo. Il secondo, se non ci fossero risorse sufficienti, è quello di garantire un tempo più lungo per completare gli interventi in corso. Penso inoltre che, alla luce dei rincari delle materie prime, questo incentivo debba essere attentamente monitorato dal governo per evitare fiammate inflazionistiche improprie. Sarebbe meglio diluire l'incentivo piuttosto che creare delle strozzature. Ad ogni modo credo sia giunto il momento di prendere una decisione di razionalizzazione degli interventi con finalità socialmente più rilevanti, come quelli legati all'efficientamento energetico e antisismico degli edifici».
Nella Missione 3, “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, per ciò che riguarda le imprese, possiamo dire che l'accelerazione degli iter autorizzativi dei progetti, il rafforzamento delle linee ad Alta velocità e il potenziamento delle linee regionali (sebbene Legambiente abbia fatto notare che non si sia fatto abbastanza), sono destinate ad avere un impatto sulla vita di cittadini ed imprese (l'Europa chiede di aumentare il trasporto merci su rotaia del 50% entro il 2030). A questo proposito vorrei però chiederle se (e come) verranno velocizzati progetti in cantiere da anni, come l'atteso raccordo autostradale Campogalliano-Sassuolo.
«Il collegamento Campogalliano-Sassuolo rientra tra le 58 opere considerate prioritarie dal “Decreto Sblocca Cantieri”, quindi sicuramente è una delle opere che dovrà avere una realizzazione veloce. Come lei sa la parte politica a cui appartengo considera quest'opera vecchia, superata, in parte inutile e dannosa per il territorio. Sono invece utili i poli logistici di Dinazzano e Marzaglia»
Quale obiettivo si pone il PNRR per colmare il mismatch tra imprese e scuole, un tema a noi molto caro e su cui il Piano fa riferimento nella Missione 4 “Istruzione e ricerca”, in particolare con la riforma degli ITS e l'ammodernamento di istituti tecnici e professionalizzanti…
«Su questo tema avverto la necessità di un potenziamento del PNRR. Un sistema che unisca formazione e imprese è urgente. Ritengo però che la formazione di competenze tecniche funzionali alle esigenze del territorio abbia un'evoluzione troppo veloce. È quindi fondamentale garantire in tutti i percorsi scolastici capacità che diano le basi per un continuo apprendimento. Allo stesso tempo abbiamo bisogno di una formazione continua sugli imprenditori, perché sono quelli più preparati che sono in grado di sfruttare meglio l'innovazione. Bisogna quindi rafforzare le competenze imprenditoriali, anche con competenze esterne. È importante poi rafforzare l'istituto dell'apprendistato evitando che sia utilizzato come forma di arruolamento a basso costo. Deve essere un elemento di investimento, non di sconto sul costo del lavoro. L'investimento in capitale umano è anzi, in questa fase, un asset strategico per lo sviluppo del Paese».
Per concludere, Sottosegretaria, il nostro Paese ha a sua disposizione una ingente mole di risorse. Cosa succede se non riusciamo a spenderle nei tempi previsti?
«Se non li spendiamo nei tempi previsti, cioè se non rispettiamo gli impegni temporali secondo gli obiettivi, non otterremo le risorse UE e dovremo finanziare i progetti con nuovo debito pubblico italiano. Potrebbe anche essere che alcuni progetti non partano e quindi semplicemente – non lo dico a cuor leggero - perderemo quell'opportunità. Ad ogni modo il governo ha aggiunto 31 miliardi con un fondo extra PNRR, che comprende un ulteriore insieme di progetti che si intende realizzare con le stesse modalità rigorose previste per quelle del PNRR, Il MEF avrà una responsabilità di monitoraggio molto forte, ma saranno le amministrazioni centrali e decentrate che dovranno occuparsi dei singoli interventi, anche attraverso un quadro di governance che dovrà passare dal Parlamento insieme al decreto Semplificazioni».
Chi è Maria Cecilia Guerra
Maria Cecilia Guerra è una economista e politica italiana. Docente di Scienza delle Finanze al Dipartimento di Economia dell'Università di Modena e Reggio Emilia, di cui è stata anche direttore, ha fatto parte di numerose commissioni ministeriali sui temi della tassazione e delle politiche familiari. Il sito della Treccani, da cui abbiamo tratto le informazioni di questo paragrafo, ricorda come, nel periodo 19891999, M.C Guerra ha partecipato a gruppi di lavoro e commissioni istituite presso il Ministero delle Finanze, nel 2006 ha presieduto la Commissione sulla tassazione dei redditi di capitale e finanziari diversi, istituita presso il Ministero dell'Economia e partecipato, nel 2007-2008, alla Commissione consultiva e di studio sul trattamento fiscale dei redditi delle famiglie e sulla disciplina in materia di assegni familiari. Alle elezioni politiche del 2013 è stata eletta al Senato nelle fila del Partito Democratico. Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali del governo Monti, è stata viceministro del lavoro e delle politiche sociali del governo Letta, con delega per le pari opportunità. Nel febbraio 2017 ha aderito al gruppo parlamentare Articolo 1 Movimento democratico e progressista, di cui è stata capogruppo, movimento politico che è entrato a fare parte di Liberi e Uguali. Dal 2019 è Sottosegretario di Stato al MEF, prima nel secondo governo Conte e ora nel governo Draghi.