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Manifattura: nella crisi l’Italia si riallinea a Germania e Francia
I dati Istat sulla produzione industriale sono in linea con quelli dei competitor europei. Ora è necessario sostenere le imprese per non perdere terreno
«È andata meglio del previsto, ma il calo c’è stato e ad oggi lo quantifichiamo tra il 10 e il 15% del fatturato rispetto al 2019». Andrea Arbizzani di Almet Italia, tra i principali rivenditori di alluminio, serve imprese tra le più competitive del territorio emiliano romagnolo: packaging, stampi, racing, biomedicale. «La situazione è senz’altro difficile - prosegue - ma almeno in Emilia Romagna sta tenendo. L’incognita, se possiamo dire così, sarà settembre…». Con l’esaurirsi delle commesse in essere e i timori di un possibile nuovo lockdown, anche se circoscritto, tutti nel settore temono l’arrivo dell’autunno. Uno spiraglio di fiducia viene dai dati Istat sulla produzione industriale di maggio che hanno certificato un rimbalzo secco, rispetto ad aprile, superiore al 42%. Anche se in gran parte previsto dopo un mese di chiusura semi forzata, la manifattura sembra ora aver riavviato i motori, recuperando i livelli produttivi di marzo con un dato positivo superiore alle attese. Se ad aprile il confronto tendenziale anno su anno aveva fatto segnare un triste -43,4%, a maggio il gap si è ridotto a poco meno del 20%, in linea con i nostri principali competitor europei. La produzione tedesca registra un -19,3% su base annua, mentre in Francia il dato stimato è -21% rispetto al 2019. Ma se Berlino piange, Roma non ride. La gravità della situazione resta comunque evidente. Il comparto dell’auto ha ceduto 51 punti percentuali sull’anno precedente, mandando in tilt previsioni ed indotto. Stime di poco inferiori fornisce anche Ucimu, l’associazione dei costruttori di macchine utensili, che prevede un calo tra il 20 e il 30% rispetto all’anno precedente. «Nel 2021 si prevede un rimbalzo - ha dichiarato al Sole 24 Ore il presidente, Massimo Carboniero – ma solo l’anno successivo si potranno recuperare i volumi dello scorso anno e questa è una previsione di tutta Europa. Al momento si lavora soprattutto con gli ordini acquisiti nella prima parte dell’anno ma è la nuova raccolta a preoccupare». Per sostenere il settore e la sua subfornitura il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato, lo scorso giugno, il decreto attuativo che dà l’abbrivio ai crediti di imposta per investimenti tecnologici previsti nel nuovo piano “Transizione 4.0”, annunciando un suo potenziamento sul fronte della cumulabilità degli incentivi e un probabile ritorno di super e iper ammortamento. Recente è poi la pubblicazione dell’Atlante i4.0, una mappatura realizzata dal MISE in collaborazione con Unioncamere che traccia tutti i competence center, i digital Innovation hub, i Fablab, gli incubatori certificati per startup e gli ITS attivi sul territorio nazionale. Misure atte a sostenere le imprese più solide in uno scenario che rimane incerto. Ora più che mai governo ed istituzioni devono fornire tutto il sostegno possibile.