La nuova frontiera dei prodotti artigianali da forno: artigiani e Ullss, tavolo di confronto sulla celiachia...
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Ottimo riscontro dell’iniziativa promossa da commercianti ed esercizi pubblici “Restate a Marostica” continua a offrire consumazioni gratuite... continua a pag. XXII
magico tempe “L’impossibile non esiste ancora” Pensare che sia possibile salire e poi ridiscendere Plan de Corones da San Vigilio di Marebbe con metà bicicletta è davvero difficile, ma sembra che a compiere questa prodezza da circense qualcuno ci sia riuscito... A pag. VIII
Marica Dalla Valle
Nuova Valsugana
Intervista al primo sindaco donna nella storia di Marostica, eletta lo scorso maggio. Alla sua prima esperienza politica, parla di sè e del nuovo incarico… Continua a pag. II
Continua la mobilitazione contro il progetto della Nuova Valsugana. Prossima manifestazione a Cismon il 15 settembre e raccolta firme contro il Traforo del Grappa… Continua a pag. VI
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marostica | personaggi
Vincitrice
al voto amministrativo con il 47,27% delle preferenze di Cristina Lunardon
Intervista a Marica Dalla Valle, primo sindaco donna di Marostica
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nnanzitutto, la puntualità. Arriva in perfetto orario per ricevere i cittadini che il martedì, giorno di mercato, la possono incontrare per esporre le proprie questioni e, snobbando di proposito l’ascensore, inforca le scale per raggiungere il suo ufficio al secondo piano della sede municipale. Poi, la cordialità. Malgrado le due ore di riunione alle spalle, sebbene siano solo le dieci e mezza del mattino, Marica Dalla Valle saluta tutti dispensando sorrisi e strette di mano e, senza altro aggiungere, invita il primo della fila a seguirla in ufficio. Eletta sindaco di Marostica lo scorso maggio, primo sindaco donna nella storia di Marostica, Marica Dalla Valle ci tiene subito a specificare di essere
alla sua prima esperienza politica e di provenire dal mondo del volontariato, soprattutto all’interno della scuola: comitato e associazione dei genitori, consiglio d’istituto della scuola secondaria di primo grado Dalle Laste, attualmente membro del consiglio d’istituto del Comprensivo di Marostica, componente del Gruppo H, socia dell’associazione “La Fucina Letteraria” e del gruppo teatro genitori “Le Nuvole”; dal 2010 al 2013 è stata anche membro del consiglio di amministrazione della Cooperativa dei Consumatori di Marostica. Cinquanta anni, diplomata in ragioneria con un passato ventennale di esperta nel ramo della comunicazione e del marketing, Marica dalla Valle era ufficialmente una casalinga al momento dell’elezione alla carica di primo cittadino di Marostica. Come riesce a conciliare, ora, l’impegno amministrativo con la famiglia?
“Ho sempre messo al primo posto i miei figli – spiega – ed anche per questo motivo mi sono impegnata tanto nel mondo scolastico. Ora sono grandi abbastanza da supportarmi in questa esperienza che negli ultimi mesi è stata totalizzante, faccio il sindaco a tempo pieno, e riesco a farlo serenamente proprio perché so che posso contare sulla loro collaborazione, sebbene P
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siano ancora adolescenti.” Da dove è nata la sua decisione di entrare nel vivo della vita politica di Marostica?
“Ho trovato un gruppo di persone che, pur provenendo da esperienze diverse – spiega – sono accomunate dall’impegno nel mondo del volontariato. Ci siamo confrontati su un progetto amministrativo che abbiamo condiviso e sul quale stiamo lavorando insieme in totale armonia, ognuno con le proprie deleghe, compresi i consiglieri comunali, che lo fanno a titolo gratuito. Perché ci crediamo. E crediamo, avendolo appunto sperimentato tutti, che Marostica possieda due ricchezze inestimabili, che sono le persone e le tante associazioni che già si prendono cura della città. Sono circa quaranta quelle culturali, quarantuno le sportive ed una trentina quelle che operano in altri ambiti. Noi non dobbiamo inventarci nulla di nuovo, c’è solo bisogno di compiere azioni concrete per ottimizzare ciò che è già presente nel territorio, creando le giuste sinergie.” Come è stato il primo l’impatto con il Palazzo?
“Dopo mesi di commissariamento del Comune– spiega – ci siamo trovati a dover prendere tutte le decisioni politiche del caso e non abbiamo avuto un attimo di tregua. Era in scadenza ad esempio la convenzione con la Comunità montana per la gestione condivisa dello Sportello Unico per le imprese (Suap), che abbiamo ritenuto di gestire da luglio in forma diretta, organizzando anche dei momenti di formazione con le categorie e le aziende, che potranno così risparmiare costi e tempi per le pratiche burocratiche.”
Perché ci crediamo. E crediamo, avendolo appunto sperimentato tutti, che Marostica possieda due ricchezze inestimabili, che sono le persone e le tante associazioni che già si prendono cura della città.
A proposito di aziende, quale è la situazione economica della città?
“La situazione congiunturale è difficile per tutti, c’è una nuova povertà che va affrontata. Non solo gli stranieri, ma anche i marosticensi chiedono aiuto. Stiamo lavorando su vari fronti. Penso ad esempio al sostegno nelle spese scolastiche, la mensa o il trasporto, per il quale stiamo anche valutando nuove strategie, come il car sharing.” Come pensa di intervenire nella promozione turistica di Marostica?
Quando parliamo di Marostica, io mi riferisco ai complessivi 37 chilometri quadrati dell’intero territorio comunale Per quanto riguarda il centro storico, intendiamo aprire la parte del camminamento di ronda delle mura che è già stato sistemato, collegandolo al sentiero che dalla chiesa della madonna del Carmine porta al castello superiore. Ma ritengo altrettanto importante potenziare la fruizione dei bellissimi sentieri che si snodano lungo le colline creando nuovi itinerari che spingano i turisti anche alla scoperta delle frazioni, e non solo alla visita mordi e fuggi del castello e della piazza. Stiamo incontrando gruppi e associazioni ai quali affidarne la manutenzione. Ed è stato presentato qualche settimana fa anche un progetto proprio per rilanciare le zone rurali delle colline marosticensi recuperando quel
patrimonio costituito da edifici, prati, contrade, casolari ma anche da sentieri e sorgenti, lasciate molto spesso in stato di abbandono, grazie ai finanziamenti stanziati dal Gruppo di Azione Locale Montagna Vicentina destinato al recupero delle zone montane, oltre che dalla Politica Agricola Comune dell’Unione Europea.” Ma quanto le piace Marostica?
Io amo Marostica, e non solo perchè ci sono cresciuta. La amo grazie a mio padre, che l’ha sempre definita “ombelico del mondo”, situata a pari distanza da Venezia e Cortina; e ricordo ancora la commozione quando a scuola la maestra ci descriveva le colline e ci narrava la storia della città. Mi piacerebbe che anche i marosticensi imparassero ad apprezzare di più la bellezza di cui dispongono, diventando loro in prima persona i veri promotori turistici del territorio. E’ soprattutto una questione di corretta comunicazione, dunque?
A tutti i livelli, iniziando dal sito del Comune, che di certo non aiuta a promuovere l’immagine cittadina, ed al quale stiamo già lavorando. Manca anche una adeguata segnaletica turistica, che inviti chi di passaggio a scoprire borghi e scorci che per noi che ci viviamo appaiono scontati, ma che sono dei veri tesori costretti a passare P
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inosservati. Abbiamo l’imbarazzo della scelta. Che cosa ama fare nel suo tempo libero?
Io adoro la lettura, la scrittura, il cinema ed il teatro. A Marostica non manca certo l’offerta culturale, che spazia dalla musica ai corsi di ogni tipo, grazie anche all’intensa attività della biblioteca, un servizio al quale sono particolarmente affezionata e che negli anni è cresciuto fino a diventare un vero e proprio centro di attrazione per gli studenti, ma non solo. Ogni giorno si conta oltre un centinaio di presenze, durante tutto l’arco dell’anno. E di sicuro, al cinema Metropolis di Bassano preferisco di gran lunga il Micropolis di Crosara, che organizza delle rassegne di alta qualità e originalità. Ultimo libro che ha letto?
In realtà ho riletto, durante le vacanze, “Oscar e la dama in rosa” di Eric Emmanuel Schmitt, che ho ripreso in mano dopo la morte di un bambina che viveva a Vallonara, poche settimane fa. Come immagina cinque anni?
Marostica
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Mi piacerebbe che ci fossero più spazi per le associazioni e soprattutto per i giovani, che meritano tutta la nostra fiducia perchè sono, e la mia non è semplice retorica, la vera risorsa futura del paese.
presentazione | indice
Editoriale Allegato gratuito a La Piazza - Il quindicinale di annunci e appuntamenti Anno 0 - Numero 7 6 settembre 2013 Autorizzazione Tribunale di Bassano del Grappa n°7/94 del 7/10/94 Direttore Responsabile
Cristina Lunardon Editrice
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Cristina Lunardon notizie@lapiazza.it
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Un’occasione mancata Quella del collegamento ferroviario tra Venezia e Trento è la storia di un’occasione mancata. L’occasione di diventare sbocco naturale delle merci provenienti dal porto veneziano verso l’Europa, passando per il Brennero. Una occasione mancata per l’intero territorio, che da questa linea avrebbe potuto avere impulsi economici importanti. Dapprima non si voleva collegare Trento a Venezia per non sfavorire il porto di Trieste, essendo nel frattempo la città lagunare divenuta italiana nel corso delle Guerre d’Indipendenza. Successivamente la sua realizzazione fu ritardata da improrogabili investimenti di carattere militare in altre zone dell’impero. Dopo la guerra, nonostante le assicurazioni di investimenti per il riammodernamento della ferrovia da parte del nuovo Stato, la situazione rimase precaria fino agli anni ‘70, quando fu addirittura inserita nell’elenco delle linee italiane considerate “rami secchi”. La chiusura della linea venne evitata grazie all’impegno del Comitato Ammodernamento Ferrovia della Valsugana (CAFeV), che riuscì anche a far realizzare alcuni interventi migliorativi . Ora il “ramo secco” torna a nuova vita, con un progetto turistico che coinvolgerà l’intera vallata. Mentre le merci continueranno a viaggiare su gomma lungo la strada Valsugana, dove l’Europa sembra restringersi e fermarsi davanti ad un semaforo impietosamente rosso. Si è arrivati al punto di pensare ad un traforo di 12 chilometri, per evitare quel segnale di stop che continua a rallentare il futuro. Sarebbe bastato, utilizzando quella lungimiranza che dovrebbe essere la principale dote della politica e di chi la fa, capire che forse il progetto originario della strada ferrata avrebbe potuto diventare la soluzione tanto vagheggiata. Troppo semplice, forse. Meglio allora bucare una montagna.
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Indice II Intervista a Marica DallaValle, primo sindaco donna di Marostica Vincitrice al voto amministrativo con il 47,27% delle voti VI Continua la mobilitazione contro la Nuova Valsugana Prossima manifestazione a Cismon e raccolta firme VIII Con mezza bicicletta sale e scende il Plan de Corones Nuova performance del funambolo della bici Simone Temperato
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Bassano Fotografia 2013 libere interpretazioni della realtà
Alla terza edizione l’appuntamento con il mondo dell’immagine
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Artigiani e Ullss, tavolo di confronto sulla celiachia
La nuova frontiera dei prodotti artigianali da forno
XIV Un’estate senza museo per i turisti in visita a Bassano
“Lavori incompatibili con la presenza di visitatori”
XVIII Al via la Festa della Ceramica e Portoni Aperti a Nove Mostre e laboratori animeranno il paese per una settimana
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L’Europa finanzia il progetto della Ferrovia Turistica
Previsto anche il completamento della pista ciclopedonale
XXII “Restate a Marostica” continua a offrire consumazioni gratuite Ottimo riscontro dell’iniziativa scaligera
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valbrenta | grandi opere
Prossima manifestazione a Cismon il 15 settembre e raccolta firme contro il Traforo del Grappa di Cristina Lunardon
Continua la mobilitazione contro il progetto della Nuova Valsugana
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uova Valsugana? No, grazie. E sebbene l’iter del progetto sia stato per il momento sospeso in sede ministeriale, non si ferma la mobilitazione dei cittadini che contestano in primis l’idea del traforo che da Romano d’Ezzelino perforerà il Monte Grappa fino al Pian dei Zocchi, in Comune di San Nazario. A questo scopo è stata organizzata una nuova giornata di sensibilizzazione per domenica 15 settembre presso l’oasi Le Fontane di Cismon e lanciata una raccolta firme per siglare la petizione che in autunno verrà trasmessa al presidente della Repubblica, al presidente della Regione Veneto ed alla Commissione Petizioni del
Parlamento europeo, che potrà essere sottoscritta durante le diverse attività messe in campo dai promotori oppure on-line all’indirizzo goo.gl/kVyGfX. Nelle premesse del testo si parla di un aumento previsto di traffico pari a 40.000 auto al giorno, il cui inquinamento provocherà l’emissione di quantità abnormi di gas di scarico con innalzamento dei livelli di soglia, e del conseguente aumento esponenziale dell’inquinamento atmosferico, a causa dell’incremento delle polveri sottili PM10 in prossimità del traforo del Grappa. Si fa inoltre riferimento al danno che subirà il turismo ecosostenibile
che, da poco meno di 30 anni, si è ben sviluppato sul Monte Grappa, trasformando l’intera a zona in meta obbligatoria degli appassionati del volo libero da tutta Europa e al possibile inquinamento delle falde acquifere, oltre alla rottura degli equilibri naturali e paesaggistici dettati dal fenomeno carsico che investe l’area del Grappa. In conclusione, il testo affronta il problema del danno economico che il sistema del project financig farà ricadere sull’intera collettività. Viste le premesse, a chi di dovere, si chiede di fermare definitivamente il progetto.
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...il cui inquinamento provocherà l’emissione di quantità abnormi di gas di scarico... e del conseguente aumento esponenziale dell’inquinamento atmosferico, a causa dell’incremento delle polveri sottili PM10 in prossimità del traforo del Grappa [...] e al possibile inquinamento delle falde acquifere, oltre alla rottura degli equilibri naturali e paesaggistici...
L’appello è già stato consegnato all’europarlamentare Andrea Zanoni, che nelle scorse settimane ha effettuato un sopralluogo nei prati di Via Carlessi a Romano, che rischiano di essere inghiottiti dall’imbocco della tripla galleria che dovrebbe perforare per oltre 12 chilometri il monte sacro alla patria.
“Si tratta di un progetto dissennato – affermano i comitati civici – che comporterà la deturpazione
del’ambiente e del massiccio recando un pesante danno ad un’area considerata di massima valenza naturalistica e storicomonumentale, già soggetta a vincoli paesaggistici, idrologici, forestali e tutelata dall’Unione Europea”.
Il Bosco delle Fontane Si trova a sud dell’abitato di Cismon, tra l’attuale superstrada ed il fiume Brenta. Il luogo è di grande interesse naturalistico essendo, in tutta la provincia di Vicenza, l’unico bosco naturale di Ontano bianco, dotato di una certa estensione, insediatosi in una piana alluvionale della valle. La sua formazione risale agli inizi del 1800, in un’area periodicamente invasa dall’acqua nel corso delle piene, dove essa trovava uno sfogo naturale per essere rilasciata successivamente in maniera graduale, con benefico effetto nei confronti dei territori posti più a valle. Riguardo alla fauna selvatica, sono presenti numerosi mammiferi come la volpe, il tasso, il capriolo, la faina, la donnola e, tra gli uccelli, il falco pellegrino, il merlo acquaiolo, il martin pescatore, l’airone cenerino, l’aquila reale. Oggetto in passato di diverse indagini a carattere floristico e faunistico, venne proposto come riserva naturale molti anni or sono dal WWF. Recentemente il comune di Cismon ne ha deciso la destinazione quale “riserva naturale”. ll suo nome deriva dalla presenza, soprattutto nel tratto più vicino al versante del Grappa, di numerose polle d’acqua nascente. Interessante anche l’opportunità di camminare nei pressi del greto del fiume e di osservare i ciotoli di diversa natura geologica: calcari, graniti, porfidi.
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sport | personaggi
Nuova performance del funambolo della bici Simone Temperato
Con mezza bicicletta sale e scende il Plan de Corones
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an Vigilio di Marebbe, 16 agosto 2013. Pensare che sia possibile salire e poi ridiscendere Plan de Corones da San Vigilio di Marebbe con metà bicicletta è davvero difficile, ma sembra che a compiere questa prodezza da circense qualcuno ci sia riuscito. Il protagonista di questa singolare impresa è ancora una volta lui, Simone Temperato, alias Magico Tempe, il ciclista bassanese che da qualche anno a questa parte si diletta a compiere imprese del genere con la sua mountain bike priva di ruota e forcella. Questa volta ha aggiunto al suo ormai ricco palmares di salite anche quella che secondo lui era la più difficile sotto l’aspetto
tecnico, vista la presenza nel tratto finale dello sterrato e specialmente delle pendenze che in alcuni tratti superano il 25%. Partito dal centro di San Vigilio con la sua bicicletta “monca”, Simone ha iniziato la sua incredibile sfida lungo l’ascesa che porta al Passo Furcia. Da qui, dopo la svolta per Plan de Corones, sono iniziate le vere difficoltà perché ha dovuto compiere delle difficili manovre per mantenere l’equilibrio, reso precario per la presenza di alcune buche e alcuni sassi lungo il percorso. Nel tratto finale, quello più duro, Simone ha dato il meglio di sè e rampa dopo rampa è riuscito a giungere fino al traguardo.
“Arrivare in quelle condizioni in cima al Plan de Corones è stato davvero bellissimo – ha
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dichiarato Simone – sono veramente
soddisfatto perché da anni avevo in mente di sfidare questa difficile salita che nella carta è tra le più dure dell’Alto Adige. Sia in salita che in discesa è stato il tratto in sterrato a fare la differenza, restare in equilibrio in questi chilometri è stato proprio difficile, ma la concentrazione e la determinazione di portare a termine anche questa impresa alla fine hanno fatto la differenza e mi hanno fatto concludere la prova nel migliore dei modi. Era la prima volta che affrontavo uno sterrato così lungo e così duro – continua Magico Tempe - in discesa ho guidato la bici in maniera impeccabile, sono riuscito anche ad evitare una caduta passando a pelo fra due mucche che mi hanno tagliato improvvisamente la strada, non so ancora come ho fatto a restare in equilibrio! Sono molto soddisfatto della prova, lungo il percorso ho trovato molte persone che mi hanno incitato, alcune non credevano ai propri occhi nel vedermi salire e poi scendere da quelle pendenze”.
Il suo motto è: “L’impossibile non esiste ancora” Maestro di Mtb, Simone Temperato è stato per tre volte campione italiano di trial e, negli ultimi anni, protagonista di imprese epiche sui passi alpini in impennata, sia su bici da corsa che su mtb. Passione, questa, alla quale si dedica dal 1998, anno in cui riesce percorrere 45 Km tutti con una sola ruota senza mai fermarsi, da Bassano fino alla birreria Cornale e ritorno, in un tempo di 2h 16m, alla media di 19.85 Km/h. Nel 1999 si impenna in discesa da Foza a Valstagna, 20 km di tornanti e curve e nel 2000, in notturna, da Campocroce a Semonzo. Nel 2004 stabilisce il nuovo record mondiale dell’ora in impennata al velodromo Rino Mercante di Bassano del Grappa con la mountain bike senza ruota anteriore, compiendo 27,541 Km. Alla fine dello stesso anno risultano percorsi più di 1600 Km in impennata con la mountain bike, su percorsi misti. Nel 2005 accetta una nuova sfida: scalare il Passo dello Stelvio (2758 m) tutto in impennata con una bici da corsa, impresa riuscita al primo tentativo in 2 ore e 10 minuti. Nei mesi di preparazione era riuscito a scalare nella stessa maniera anche i passi Gavia, Falzarego, Valparola, Mendola, Broccon, Manghen, Croce d’Aune, Cereda, Campolongo, Gardena, Giau, Pordoi. Il 24 settembre 2006, in occasione della cronoscalata del Monte Grappa, demolisce il suo precedente primato di scalata in impennata, fermando il cronometro a 1 ora 56 minuti e 44 secondi. Nel 2007 iniziano i primi test di allenamento in discesa con la mountain bike senza ruota e forcella.
Cosa dire, anche quest’anno Simone ha lasciato il segno nell’Alto Adige, dopo Stelvio, Rombo, Giovo è arrivata anche questa ennesima impresa, un grande risultato per chi come lui ama superare i propri limiti e sfidare l’impossibile a suon di pedalate!
Il 23 luglio 2008, in occasione della 17^ tappa del Tour de France, precedendo il passaggio dei corridori, scala l’Alpe d’Heuz con la bici da corsa impennata in 1ora e 10 minuti, concedendosi a metà salita, senza mai smettere di pedalare, una colazione a base di marmellata mangiandola direttamente dal vasetto con un cucchiaino, dando vita ad uno spettacolo senza precedenti. Nel 2010, sempre al velodromo bassanese, riesce a battere il suo precedente record sul chilometro lanciato in impennata, fermando il cronometro sul tempo di 1 minuto e 55 secondi alla media di 31 chilometri orari. E ancora, negli ultimi tre anni, Magico Tempe vince altre sfide raggiungendo nuove vette in sella alla sua “mezza bicicletta”, dando vita a molte imprese “impossibili” che hanno fatto il giro del mondo..
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bassano | iniziative
Alla terza edizione l’appuntamento con il mondo dell’immagine
Bassano Fotografia 2013 libere interpretazioni della realtà
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orna puntuale l’appuntamento con Bassano Fotografia, la manifestazione biennale dedicata al mondo della fotografia che riempirà di immagini tutta la città di Bassano del Grappa. L’intento di questa edizione è di sondare il tema delle libere interpretazioni della realtà attraverso immagini che esprimano una personale definizione del mondo. Dal 14 settembre, dunque, i luoghi espositivi più qualificati di Bassano - il Museo Civico, Palazzo Bonaguro, Chiesetta dell’Angelo, Castello degli Ezzelini, Palazzo Agostinelli ma anche tanti spazi in tutto il centro storico saranno coinvolti nella grande kermesse fotografica. Una scelta pressoché obbligata quella del Museo civico che “Jodice e Canova”, un proporrà inedito accostamento fra i gessi della sala canoviana ed una serie di interpretazioni fotografiche di opere canoviane realizzata da Mimmo Jodice: 47 immagini scelte dall’autore stesso per l’occasione e stampate in formato 1:1 rispetto alle sculture originali. Ancora nella sede museale, in pinacoteca, Daniele Pellegrini,
noto a Bassano per aver compiuto con Cesare Gerolimetto il primo giro del mondo in camion, presenterà “Itinera”, impressioni di viaggio filtrate attraverso le proprie esperienze di fotogiornalista documentarista specializzato in reportage geografico, ma anche le competenze maturate in ambito naturalistico, etnografico, archeologico. In Chiesetta dell ’Angelo “Una ritratto Bassano, cento Bassano”, della città proposto da Giorgio Bertoncello con una serie di aneddoti per immagini che raccontano piccoli gesti quotidiani, minimi cambiamenti della realtà, attimi di festa, il mutare delle stagioni o lo scorrere del tempo. Palazzo Bonaguro ospiterà l’adunata dei circoli fotografici che rappresentano tutte le province venete e i contributi, diretti e mediati, delle città gemelle Sebenico, Voiron, e Mühlacker. Originale proposta quella presentata al Castello degli Ezzelini dal gruppo di ragazzi dell’ associazione bassanese RE.SOL. Reti di Solidarietà Onlus, con il “Labirinto degli specchi: frammenti di una città”, dedicato al tema della raffigurazione del paesaggio e giocata sul tema della luce che agisce tramite la rifrazione e le riflessione. P
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A Palazzo Agostinelli la rassegna si aprirà con “Fotografi Dentro: dal reportage di viaggio al ritratto in studio. Percorsi per imparare a fare foto che emozionano”, un laboratorio a cura di Manfrotto e Manfrotto School of Xcellence, durante il quale appassionati e professionisti potranno incontrare l’eccellenza della fotografia italiana partecipando a workshop, seminari e conferenze, tenuti da nomi illustri provenienti dal mondo della fotografia pubblicitaria, giornalistica e artistica. Ancora a Palazzo Agostinelli sarà allestita la mostra “Le montagne in città” che la sezione bassanese CAI presenterà dal 12 ottobre al 10 novembre 2013 per onorare l’anniversario della fondazione dell’associazione nazionale, nata 150 anni fa per iniziativa dello statista Quintino Sella. Nel centro storico, infine, un fil rouge d’eccezione, con “Bassano particolare”, vista da un obiettivo che ha inquadrato tutto il mondo, quello di Cesare Gerolimetto.
LaPiazzaDimmiSiMaggio.pdf
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comprensorio | salute
La nuova frontiera dei prodotti artigianali da forno
Artigiani e Ullss, tavolo di confronto sulla celiachia
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rano una trentina, da tutta la provincia, gli operatori del settore ristorazione che lo scorso anno sono intervenuti nella sede mandamentale degli artigiani di Marostica per partecipare ad un incontro formativo sulla gestione degli alimenti per celiaci. E l’interesse sull’argomento è tale, che l’appuntamento sarà riproposto tra qualche mese, sempre in collaborazione con gli esperti dell’Ulss di Bassano.
In Italia si stima che soffra di questa patologia un soggetto ogni cento, con un incremento annuo del 9%. Sono molte le industrie che hanno messo in commercio alimenti privi di glutine, realizzati con farine sostitutive.
Promotore dell’iniziativa, il presidente del mandamento Walter Marcon spiega che l’esigenza nasce da un reale aumento di richieste da parte delle persone affette da questa patologia, alle quali si rende quanto mai necessario offrire prodotti che non mettano a repentaglio la loro salute.
“Il cibo deve essere fonte di gioia – continua Marcon – e garanzia di genuinità. Non conterranno glutine, ma a leggere gli altri ingredienti delle merendine, ad esempio, che si trovano in commercio anche in farmacia, vengono i brividi.”
“E’ un ambito nel quale non può esistere l’improvvisazione – prosegue – e non basta utilizzare alimenti alternativi ai cereali in cui si trova il glutine. C’è una serie di accorgimenti che bisogna rispettare per evitare la contaminazione, che vanno dal semplice non mescolare la pasta con lo stesso cucchiaio utilizzato per la pasta normale, fino alla separazione netta dei piani di lavoro e dei locali in cui si preparano i prodotti.” La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, una sostanza proteica presente in alcuni cereali come il frumento, farro, orzo, segale.
Ma il paragone con i prodotti artigianali non regge il confronto in quanto a gusto e qualità. Ed è su questo terreno che a livello provinciale si sta muovendo il settore.
Particolarmente sensibile all’argomento, il presidente degli artigiani racconta di essersi interessato al problema dopo aver assistito a ripetute scene
di pianto nella sua pasticceria, da parte di bambini ai quali era precluso l’assaggio dei dolci in esposizione. E da ottobre, dopo mesi di prove in cucina, a Nove inizierà la produzione di pane e pasticcini per celiaci, nel nuovo laboratorio allestito appositamente.
“E’ una nuova sfida per tutto il settore – spiega – che rimette di sicuro in gioco anche la creatività che contraddistingue l’artigiano dal produttore seriale. Senza glutine, che è un collante naturale, non si potrà realizzare la pasta sfoglia, ma riuscire a trovare un’alternativa altrettanto gustosa sarà di certo motivo di gioia, per il cliente ma anche per il pasticcere!”.
Da Rosà alla scoperta di parchi, ville e borghi Il comitato di biblioteca e l’assessorato alla cultura di Rosà organizzano tre uscite “fuori porta” alla scoperta di alcuni tesori del comprensorio. Ad iniziare dal domenica 8 settembre, con una escursione guidata al sentiero didattico “Antonia dal Sasso” di Campolongo, a cui seguirà domenica 15 settembre una passeggiata sulle mura di P
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Cittadella, da poco riaperte per l’intero perimetro, e visita del centro storico. Domenica 6 ottobre, tutti al Parco di Villa Imperiale di Galliera Veneta. Le uscite, programmate in orario mattutino, sono a numero chiuso, con obbligo di prenotazione. Per info: 0424.584190 in orario di apertura della biblioteca
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bassano | lavori
L’assessore alla cultura: “Lavori di ristrutturazione incompatibili con la presenza di visitatori” di Cristina Lunardon
Un’estate senza museo per i turisti in visita a Bassano
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on sarà rimasto altro da fare che consolarsi con uno spritz in più, ai turisti che nei mesi estivi hanno inserito nella loro tabella di marcia una visita alle collezioni del museo civico bassanese, tuttora chiuso al
pubblico. Magari sfogliando sul tablet, tra una patatina e l’altra, la nuova applicazione che consente di visualizzare le opere presenti e di leggere tutte le informazioni relative ad ogni pezzo in esposizione, una sorta di audio guida on line, che pone
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Bassano tra i primi dieci musei italiani ad aver sfruttato questa tecnologia. Meglio di niente, si potrebbe pensare, poter effettuare una visita virtuale del museo, seduti di fronte alle sue porte sbarrate in pieno agosto. E se da una parte può risultare lecita
credo che sia possibile raggiungere un certo equilibrio tra il rigore culturale e il mondo commerciale attraverso delle attività collaterali che possono generare un certo guadagno. E questo contratto di licenza ne è un esempio.
l’indignazione dei turisti e della città stessa per l’occasione perduta, dall’altra si guarda con fiducia alla prossima riapertura del museo cittadino, ampliato e riqualificato dopo mesi di lavori in corso.
“No, non era possibile evitare di chiudere il sito in questo periodo – spiega l’assessore alla cultura Carlo Ferraro – e la chiusura non dipende da noi, ma dall’avvio nel cantiere di una serie di lavori incompatibili con la presenza di visitatori. Si tratta di interventi programmati nella tempistica generale, serrata e ferrea, del cantiere”. Come era già successo tra gennaio e febbraio, quando erano entrate in azione le squadre operative per gli interventi preliminari di demolizione previsti dal progetto di restyling del museo,
del valore di 1.500.000 euro, finanziato dall’Unione Europea, che ha stabilito anche il termine massimo di 400 giorni per la consegna dei lavori, pena la perdita del contributo.
ha modificato l’assetto ed inserito la climatizzazione, mentre nel 1978 al pianterreno era stata allestita la sezione archeologica con i materiali del lascito di Virgilio Chini.
Tutt’altro che immutabili, gli spazi del Museo Civico di Bassano del Grappa hanno affrontato diversi interventi nel corso degli anni. Senza ricordare i lavori degli anni quaranta, sono trascorsi appena cinque anni da quando sono stati aperti i saloni destinati ad ospitare mostre temporanee. Un sostanziale intervento sull’assetto espositivo delle collezioni museali permanente era stato realizzato nel 1993, in occasione della mostra dedicata a Jacopo Bassano, che in Pinacoteca
“Fino a luglio il servizio al pubblico è stato garantito – prosegue Ferraro – e con ingresso gratuito,visti i disagi comunque causati dai lavori in corso. Stiamo rifacendo completamente il piano terra, al quale si accederà da una nuova entrata affacciata su piazza Garibaldi, finalmente accessibile anche ai portatori di handicap, dotata di un bookshop rinnovato con annesso guardaroba ed una nuova biglietteria. Ci saranno nuovi spazi per la didattica, tra cui un laboratorio archeologico con scavo simulato.”
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Altra novità, l’apertura di nuova sezione museale tutta bassanese,
>segue
Canova brand, dal museo alla maglietta Sfruttare commercialmente il patrimonio artistico del museo? Si può. Soprattutto se questo patrimonio annovera una raccolta di disegni e stampe siglate da Antonio Canova, che hanno reso il sito bassanese famoso in tutto il mondo. Ecco dunque stipulato l’accordo tra il comune di Bassano e l’associazione culturale Metamorfosi di Roma per lo sfruttamento dei diritti d’immagine della creatività canoviana custodita nel Museo bassanese, una sorta di “affitto” del diritto di riproduzione delle immagini canoviane per la durata di quattro anni. Si tratta di un’operazione di “licensing” relativa ai beni culturali che non trova precedenti nell’attività della pubblica amministrazione italiana, e che determinerà l’ingresso nelle casse comunali di un corrispettivo fisso di Euro 76.000,00, oltre al versamento di una percentuale sul fatturato derivante dallo sfruttamento della licenza. “Partendo dal presupposto che la cultura non ha una vocazione diretta a fare cassa – precisa l’assessore alla cultura Carlo Ferraro – e che trasformare la cultura in un luna park è un errore perché spesso, per inseguire i grandi numeri, si sacrifica la qualità dell’offerta, credo che sia possibile raggiungere un certo equilibrio tra il rigore culturale e il mondo commerciale attraverso delle attività collaterali che possono generare un certo guadagno. E questo contratto di licenza ne è un esempio.” Tutti i prodotti realizzati, dall’abbigliamento al merchandising museale, gadgets e oggettistica varia dovranno riportare la dicitura che segnali il copyright del Comune di Bassano del Grappa e l’esclusività dei diritti. “In ogni caso il museo si riserverà di dare o meno l’assenso - specifica Ferraro – alla realizzazione dei diversi manufatti, perché le immagini canoviane non potranno essere associate a propaganda politica, razziale, religiosa, né essere legate alla commercializzazione di tabacco,armi o pronografia.”
nella quale si racconteranno gli episodi salienti della città attraverso reperti archeologici, affreschi e dipinti, sculture e monete, fotografie d’epoca, materiali e documenti corredati da approfondimenti testuali e proiezioni multimediali che coinvolgeranno con musica, parole ed immagini. “Si tratta di una bella occasione per rilanciare
l’immagine di Bassano oltre che del suo museo – spiega ancora l’assessore alla cultura – che comunque attrae solo una
parte dei turisti che arrivano in città. Credo che la funzione dei musei non debba essere quella di attrarre le folle, cosa che può succedere ancora a Roma con i Vaticani ed a Firenze con gli Uffizi, ma di essere dei presidi culturali permanenti che vanno promossi costantemente creando diversi motivi di interesse.” La riapertura al pubblico delmuseo cittadino è prevista il prossimo 15 settembre, in concomitanza con l’inaugurazione della mostra “Jodice e Canova” programmata nell’ambito della manifestazione Bassano Fotografia. “Ma se lo stato dei lavori non lo permette – mette le mani avanti l’assessore – dovremo
posticipare il tutto di qualche giorno”.
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nove | cultura
Mostre e laboratori animeranno il paese per una settimana
Al via la Festa della Ceramica e Portoni Aperti a Nove
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na settimana di incontri, convegni, mostre ed eventi e poi i due giorni di “Portoni Aperti” con espositori nazionali ed internazionali. Siamo ormai prossimi all’apertura della XVI edizione della Festa della Ceramica-Portoni Aperti, la manifestazione promossa dall’associazione Nove Terra di Ceramica, presieduta da Michele Barbiero, e dal Comune di Nove, in programma dal 7 al 15 settembre.
“Popolare è una delle parole chiave che l’associazione Nove Terra di ceramica ha voluto per questa manifestazione spiega Barbiero una grande parete di 300 piatti popolari prospiciente la
piazza ne è il manifesto, frutto della ricerca e creatività, lavoro ed abilità di 50 artigiani pittori coordinati da Antonio Bernardi, che è stato docente al Liceo d’arte di Nove”. Di rilievo sono le mostre espositive proposte da Paolo Staccioli, ceramista fiorentino di Scandicci, che espone all’ex mulino Antonibon e da Enrico Stropparo, marosticense di adozione, al mulino pesta sassi Baccin-Cecchetto-Stringa.
“Due figure di rilievo nel panorama artistico italiano ed europeo – prosegue Barbiero il primo si misura subito con l’uso del fuoco e degli ossidi di rame, dando vita ad una miriade di vasi che riveste con fantastici racconti pittorici e dai primi anni del 2000 inizia a sperimentare nuovi materiali e nuove dimensioni espressive,
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XVIII
trasferendo le sue forme nel bronzo. Il secondo, legato inizialmente ai primi maestri Alessio Tasca e Pompeo Pianezzola, è approdato ben presto ad un suo percorso linguistico-espressivo.” Interessante inoltre l’esperienza di residency di Morgane Tschimber.
“ L’artista francese – spiega il presidente - viene proposta per l’alto livello di ricerca espressiva racchiusa nel suo lavoro, con opere prodotte nelle settimane scorse a Nove, che saranno esposte nella fabbrica Terramica di via Martini.” La festa, nella sua dimensione pubblica e popolare, culminerà nel week-end del 14 e 15 settembre con Portoni Aperti, che prevede mostra espositiva delle aziende artigiane
cento espositori in piazza e nelle corti del paese, 4 punti espositivi con i mulini, l’Istituto Liceo d’arte e la fabbrica Terramica, 50 pittori per più di 300 piatti, numerose aziende, senza dimenticare intrattenimenti e lo spettacolo con Raul Cremona...
operanti nel territorio e la messa in opera di laboratori ed esposizioni in vari siti tra portoni e cortili privati, oltre che nella grande piazza del paese che ospiterà il lavoro di un centinaio di artigiani espositori, da ammirare e seguire nel dettaglio nelle diverse fasi di lavorazione della ceramica: Al pubblico, in particolare ai bambini e ragazzi, sarà offerta la possibilità di cimentarsi nella manipolazione dell’argilla e decorazione pittorica.
“Alla qualità delle opere e degli espositori – conclude Barbiero si sommano i numeri: cento espositori in piazza e nelle
corti del paese, 4 punti espositivi con i mulini, l’Istituto Liceo d’arte e la fabbrica Terramica, 50 pittori per più di 300 piatti,
numerose aziende, senza dimenticare intrattenimenti e lo spettacolo con Raul Cremona, sabato sera 14 settembre”.
Cartigliano e Nove si sfidano nel “Palio dei dò campanii” Sull’antica rivalità tra Cartigliano e Nove, storia e fantasia si sono incrociate nei secoli, dando vita ad una produzione di aneddoti tramandati di generazione in generazione. E per la prima volta i due paesi si daranno vera battaglia nella prima edizione di quello che è stato definito “Il Palio dei do campanii” che avrà luogo nella bella cornice del parco di villa Morosini a Cartigliano. L’evento sarà anche l’occasione per rispolverare i costumi delle due note rievocazioni storiche cartiglianesi e novesi, la Cuccagna dei Morosini e la Pissota Vivente, che da qualche anno – causa
la congiuntura economica sfavorevole - non sono più state rappresentate. Il Palio si aprirà sabato 7 settembre con una sfilata in costume e l’incontro delle due fazioni sfidanti, che domenica 8 settembre se le suoneranno di santa ragione nelle sfide a pallone di pezza, lippa, ruba bandiera, trottola, corsa dei sacchi, tiro alla fune e alla fionda, corsa dei “serci”, torneo di briscola e di “mora”. Per tutta la giornata sarà allestito un mercato dell’antiquariato e dei prodotti tipici dei due comuni, mentre alla sera si cenerà a lume di candela nella barchessa della villa.
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valbrenta | iniziative
Previsto anche il completamento della pista ciclopedonale tra Valstagna e Campolongo di Cristina Lunardon
L’Europa finanzia il progetto della Ferrovia Turistica della Valbrenta
U
n
tuffo
nel
passato,
Il
servizio
pensando ad un futuro
che
rilancio
escursioni
culturale
economico
ed
dell’intera
per
è
gli
pensato,
appassionati
e
viaggi
che
potranno
il
gita
rientrando
progetto
diventa
della della
realtà,
finanziamento milioni
di
Ferrovia Valbrenta
grazie
europeo
euro
che
ad di
un 1,8
andrà
a
di
misura
d’uomo, anche per i cicloturisti,
vallata. Ed ecco che finalmente Turistica
oltre
completare alla
la
stazione
di partenza pedalando lungo la pista ciclabile che affianca il fiume Brenta.
a
L’obiettivo è quello di costruire
realizzare il primo progetto,
Il progetto, che la Federazione
un polo culturale che completi
nel suo genere, nel Veneto.
Europea delle Ferrovie Turistiche
e
e Museali ha definito come uno
di
Non un evento una tantum, dunque,
dei migliori presentati in questi
presenti
ma la creazione e gestione di un
anni, si compone di quattro stralci
proporre un’offerta d’insieme,
servizio di Ferrovia Turistica,
che potranno essere realizzati
fatta di risorse ambientali e
con un treno storico trainato
anche
paesaggistiche,
da una locomotiva a vapore del
dai prossimi mesi: il restauro
storici, di produzioni tipiche,
1918 che ritorna nei luoghi dove
della
di
di mezzi diversi di fruizione e
operava un tempo, un paio di
Primolano
tempo
scoperta del territorio, come il
carrozze passeggeri in grado di
stazione di confine con l’Impero
treno e la bicicletta integrati
ospitare in tutto 160 persone e
Austroungarico,
tra loro.
alcuni carri merci adibiti al
sede del primo museo ferroviario
trasporto di biciclette.
del Veneto; il ripristino e la
Il
riqualificazione del piano del
Associazione Società Veneta Ferrovie
ferro;
Si
tratta
di
materiale
contemporaneamente rimessa del
locomotive 1910,
un
che
e
di
interesse
elementi
attrattiva
nell’area,
progetto,
di
per
percorsi
ideato
dalla di
Padova che dispone del materiale
d’epoca; la realizzazione di un
rotabile d’epoca da restaurare,
definitivamente
e
tratto di pista ciclabile che
è diventato realtà grazie alla
che consentirà di viaggiare a
collega Valstagna alla località
collaborazione
velocità ridotta, godendo del
di
della
paesaggio con modalità e tempi
potenziando
diversi.
che sta sempre più affermandosi
Campolongo
gli
così
del
vari
treno
tra
recupero
diventerà
i
rotabile, che ora potrà essere restaurato
il
già
valorizzi
sul
Brenta,
un
percorso
appassionati
Sistemi
della
impresa
Regione,
ferroviaria
Territoriali
e
dei
comuni di Cismon e Valstagna.
della
Il convoglio percorrerà la tratta
bicicletta e che ha registrato
della linea Venezia-Trento tra
solo nel 2012 il passaggio di
all’inizio
ben 200 mila ciclisti.
per poter garantire la messa in
Bassano del Grappa e Primolano.
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XX
I
lavori
dovrebbero del
partire
prossimo
anno
La Società Veneta Ferrovie Società Veneta Ferrovie è una associazione di appassionati di ferrovie che si prefigge di valorizzare la cultura ferroviaria attraverso lo studio della storia, della tecnica e della socializzazione che le ferrovie hanno apportato, apportano ed apporteranno alla crescita economica e sociale del Triveneto. Il nome dell’associazione viene dalla “Società Veneta Lavori Pubblici”, poi “Società Veneta per l’Esercizio di Ferrovie Secondarie”, la storica società che al momento della creazione delle FS era la quarta compagnia ferroviaria italiana dopo le tre reti, Adriatica, Mediterranea e Sicula. L’obiettivo dell’associazione è far si che rimanga viva la memoria di ciò che le ferrovie sono state nel Veneto, attraverso la conservazione sia dei rotabili che delle infrastrutture rimaste. L’associazione ha la sua sede nella (ex) Cabina A della Stazione di Padova, accessibile da via Frà Paolo Sarpi. funzione del treno dall’inizio del
2015,
in
tempo
celebrazioni
per
le
del
centenario
Guerra
Mondiale,
Storia della linea ferroviaria
vissuto momenti significativi.
Dal 1877 Bassano era collegata con Padova via Camposampiero-Cittadella, ma rimaneva l’idea della convenienza economica di accorciare il tracciato del percorso da Venezia di 30 chilometri costruendo una linea Mestre-Castelfranco- Bassano che collegasse la laguna veneta senza passare per Padova.
“Come associazione Ferroviaha
Già nel 1893 il Ministero dei Lavori Pubblici fece redigere un nuovo progetto per la sezione in oggetto ma i costi preventivati erano troppo alti nonostante alcuni accorgimenti tecnici che ne diminuivano l’entità, come per esempio un minore sviluppo di gallerie.
della
Prima
che proprio in queste zone ha
Pierluigi
Società
sottolineato
Scoizzato
rappresentanza
Veneta in
dell’omonima
associazione - coroniamo un sogno
e un progetto partito oltre 10 anni fa. Per noi è importante che questo treno non sia rivolto solo agli appassionati, ma a un pubblico il più vasto possibile. Solo così ha senso un lavoro che metterà a disposizione per i prossimi decenni una risorsa davvero unica per lo sviluppo della valle da un punto di vista economico, storico e culturale”.
Intervenne allora la Società Veneta (che aveva già costruito la Padova-Bassano) con un progetto ancora più semplificato, ma anch’esso non venne preso in considerazione. Si dovrà attendere il 1905 quando il Governo di Roma concesse la costruzione della tratta fino a Primolano, comprensiva del tronco Mestre-Castelfranco-Bassano I lavori per la realizzazione dei 60 chilometri di binario tra Mestre e Bassano vennero completati in meno di due anni e inaugurati il 13 luglio 1908. Sempre nello stesso anno venne iniziata la costruzione della tratta Bassano-Primolano. La prima parte Bassano-Valstagna venne aperta il 1° gennaio 1910 e nel luglio dello stesso anno fu completato l’ultimo tratto fino al confine italo-austriaco. La Società Italiana Ferrovia della Valsugana gestì la linea Bassano-Primolano fino al 1912, anno in cui venne riscattata dalle Ferrovie dello Stato.
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XXI
marostica | iniziative
Ottimo riscontro dell’iniziativa promossa da commercianti ed esercizi pubblici
“Restate a Marostica” continua a offrire consumazioni gratuite
H
a fatto centro la proposta estiva, nata dalla collaborazione tra negozi e pubblici esercizi , per rivitalizzare la piazza e le vie cittadine e dare uno scacco alla crisi economica. A tutti i clienti che scelgono i negozi del centro di Marostica per fare shopping, viene offerta una consumazione gratuita nei bar, enoteche e ristoranti della città. Letteralmente bruciati i primi 2400 coupon a disposizione dei commercianti, si è dovuto procedere ad una nuova fornitura dei tagliandi per non lasciare a “bocca asciutta” gli avventori, che hanno molto apprezzato la novità. Ideatore della campagna promozionale, Roberto Meneghin racconta con chiara soddisfazione delle reazioni, tra lo stupito e il
compiaciuto, delle persone che, al momento di ritirare lo scontrino, si vedono “premiate” con il buono consumazione.
“E’ sempre bello ricevere un regalo inaspettato – racconta – e da parte di tutti sono giunte solo parole di elogio. Molti clienti non hanno ancora utilizzato il coupon – racconta – perché aspettano di collezionarne più di uno e garantirsi magari un pranzo o una colazione completi. I turisti invece hanno trovato una ragione in più per prolungare il soggiorno di qualche ora e fermarsi in gruppo in qualche bar, consumando ben oltre il semplice aperitivo offerto.” La distribuzione dei coupon proseguirà fino al 21 settembre e “Restate e Marostica” continuerà fino alla fine di settembre, termine ultimo anche per usufruire delle consumazioni, oltre il quale i coupon perderanno validità. La stagione sembra dunque concludersi
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XXII
con un segno positivo.
“Da luglio è cambiata l’atmosfera – prosegue Meneghin – sembrava fosse improvvisamente arrivata un po’ di leggerezza dopo tanti mesi cupi. I turisti hanno speso di più rispetto agli anni scorsi, e soprattutto a ferragosto non sono mancati gli affari. Molte persone sono rimaste in città e ne hanno approfittato, complice il clima vacanziero, per fare shopping.” E sembra che per il prossimo inverno i commercianti della città degli scacchi abbiamo in cantiere altre iniziative.
“Di natura diversa – conferma Meneghin – ma sicuramente originali. Ci stiamo già lavorando, sull’onda dell’entusiasmo che ha contagiato tutta la categoria. Per noi è stata davvero una bella sfida ed un modo per dimostrare che non è piangendosi addosso che si combatte la crisi, ma rimboccandosi le maniche e cercando nuove strade da percorrere.”
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