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Reagire alla crisi investendo nell’ambiente e nell’innovazione tecnologica, puntare sulla qualità del prodotto mettendo in primo piano l... continua a pag. X
DINOSAURI IN CARNE E OSSA - SCIENZA E ARTE RIPORTANO ALLA VITA I DOMINATORI DI UN MONDO PERDUTO In mostra a Palazzo Bonaguro fino al 4 maggio A pag.XX
Comprensorio - Sanità
Bassano - 97° Giro d’Italia
Accoglienza e ascolto, sostegno, consulenza psicologica e legale alle donne che vivono situazioni di disagio legate a problematiche… Continua a pag. VI
Partiranno in salita, a Bassano, le celebrazioni del centenario della Grande Guerra. Il prossimo 30 maggio, la città sarà sede di tappa del 97°... Continua a pag. III
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bassano | personaggi
È UNO DEI 50 MIGLIORI RISTORANTI ITALIANI DELLA GERMANIA di Cristina Lunardon
Bassano da scoprire… ma soprattutto da gustare!
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a qualche settimana, per i buongustai di lingua tedesca, Bassano rappresenta qualcosa di più di una città alle pendici del Grappa, lambita dalle acque del fiume Brenta, famosa per il suo ponte e per il bianco turione. Bassano è infatti balzata agli onori della cronaca d’oltralpe perché così si chiama uno dei cinquanta migliori ristoranti italiani della Germania, secondo la classifica pubblicata dal mensile Der Feinschmecker, la rivista in assoluto più autorevole in fatto di cucina e prelibatezze, che da circa 30 anni informa i suoi oltre 800.000 lettori sulle mete turistiche più interessanti e sulle nuove tendenze nel settore enogastronomico e alberghiero. Il ristorante Bassano si trova a Bochum, nel cuore della Ruhr, una delle più importanti città universitarie tedesche con oltre trentamila studenti iscritti. Patria del Currywurst, il tipico piatto locale che si può assaggiare nei chioschi ad ogni angolo delle strade, Bochum conta una popolazione residente di oltre 350 mila abitanti. Arricchitasi in passato grazie alla presenza di miniere di ferro e carbone, la città ha continuato a crescere sfruttando l’industria dell’acciaieria.
Mirka Bisinella arriva a Bochum nel febbraio del 1973, dopo aver lasciato il suo lavoro di commessa nel centro storico bassanese per trasferirsi in Germania insieme al marito, Gervasio Casagrande, che aveva deciso di spendere all’estero la sua professionalità nell’ambito della ristorazione. “Da Gervasio” è il nome del ristorante che la coppia apre nel 1979 e gestisce fino al 2011, anno in cui decide di passare il testimone al figlio minore, Arne, che trasferisce l’attività nella zona pedonale del centro di Bochum, dove inaugura il ristorante “Bassano, vinoteca cucina italiana”, lasciando a mamma Mirka la gestione della cucina.
“Sono rimasta molto sorpresa quando ho saputo che eravamo stati nominati da Der Feinschmecker come migliore ristorante italiano di Bochum e tra i migliori della Germania – racconta Mirka – perché io non sono una cuoca stellata, la mia è una cucina semplice, direi casalinga, uso prodotti di qualità e propongo anche i piatti della nostra tradizione, dai bigoli all’anatra al coniglio con polenta e fagioli in salsa, la pasta e fagioli, il risotto al radicchio o agli asparagi, il baccalà alla vicentina, ma senza particolari elaborazioni.” Quando ha iniziato a lavorare ai fornelli?
“Dopo tre mesi che avevamo aperto il
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ristorante – racconta Mirka – il cuoco si è trasferito e io ho deciso di prendere il suo posto. Non avevo alcuna esperienza diretta nel settore, e due figli piccoli da seguire. Ho imparato a cucinare al telefono. Nel primo periodo, quando arrivavano ordinazioni particolari, chiamavo il vecchio cuoco e mi facevo spiegare come preparare le pietanze. E’ stato un salto nel buio. Da allora, non mi sono più mossa dalla cucina, che è diventata la mia vera e unica passione.” Quali sono i suoi piatti forti?
“A quanto pare, i gourmet di Der Feinschmecker sono stati colpiti dalla pasta alla carbonara e dai saltimbocca alla
romana – dichiara sorridendo – avessi saputo chi erano, avrei proposto loro i miei agnolotti freschi con la zucca o un filetto ai porcini. In tutti questi anni sono riuscita a far apprezzare ai miei clienti ogni piatto della nostra cucina regionale, incluse le trippe, che notoriamente i tedeschi considerano cibo per cani. Cucino con il cuore, forse il segreto è questo.” Dopo una vita passata tra i fornelli in Germania, cosa le
Pensa che ci tornerà a vivere, a Bassano? “E’ il mio sogno – conferma Mirka – che voglio realizzare non appena le mie
bellissime tre nipotine gemelle di cinque anni, Emma Carla e Antonia, cresceranno un po’ e mi deciderò ad appendere il grembiule al chiodo.” Secondo Der Feinschmecker, il ristorante Bassano merita una visita non solo per la cucina, ma anche per la sua atmosfera elegante ed il servizio amichevole. E’ Arne che accoglie personalmente i clienti e propone le pietanze, suggerendo le giuste combinazioni con il vino della sua fornitissima cantina.
“In cucina, mia sorella Kim ed io, ci siamo cresciuti davvero – racconta Arne– perché l’appartamento era sopra il ristorante e lì trascorrevamo la maggior parte della giornata, aiutando i nostri genitori quando era necessario. Mi dispiaceva l’idea che andasse perso tutto ciò che mia madre e mio padre avevano realizzato con tanto sacrificio. Così ho pensato di aprire un locale mio, proseguendo la tradizione di famiglia e dedicandolo alla terra dalla quale tutto ha avuto inizio e dove si tornava ogni estate per le vacanze, a trovare gli zii ed i cugini. Vengo almeno un paio di volte all’anno a Bassano – continua – per acquistare i prodotti stagionali e fare scorta di soppresse e salami nostrani. Ai clienti nuovi che mi chiedono notizie sulla città offro, insieme ad un bicchiere di tagliatella, una cartolina con il Ponte Vecchio e una chiacchierata con mia madre.”
Il 97° Giro d’Italia farà tappa a Bassano Partiranno in salita, a Bassano, le celebrazioni del centenario della Grande Guerra. Il prossimo 30 maggio, la città sarà sede di tappa del 97° Giro d’Italia, per una cronoscalata individuale che vedrà sfidarsi, sui tornanti del Monte Grappa, i migliori ciclisti del mondo. Il percorso della tappa a cronometro si snoderà lungo Viale delle Fosse, Viale Venezia, San Giacomo di Romano e Romano capoluogo, fino alla rampa di lancio di Semonzo del Grappa, da dove i concorrenti inizieranno la loro arrampicata.
manca di Bassano? “Mi manca tutto – afferma Mirka senza esitazione - ogni volta che ci
torno, e passata la chiesa di San Vito arrivo a scorgere il Viale dei Martiri, mi sembra di ricominciare a respirare. Il clima, la vista sulle montagne, le passeggiate in piazza, l’aperitivo sul ponte. Tanti ricordi legati alla mia gioventù, le gite fuori porta, le meringhe di Scaramoncin. Anche per i miei figli, che sono cresciuti a Bochum, Bassano è sinonimo di casa. Per non parlare di quanti clienti ci sono venuti, incuriositi dai miei racconti, e se ne sono innamorati.”
La Regione Veneto ha dato incarico ad un gruppo di lavoro di costituire un comitato di partenza, che dovrà occuparsi della promozione in primis della città e dei suoi eventi, percorsi, storie, aneddoti che legano l’intero comprensorio al ciclismo, al turismo, alla storia ed alle tradizioni. Ne faranno parte il presidente del Mandamento della Confcommercio Luca Maria Chenet, il presidente della Pedemontana Vicentina Nazareno Leonardi, il consigliere regionale Nicola Finco, l’assessore ai lavori pubblici di Bassano Dario Bernardi e Giovanni Battaglin, vincitore di Giro d’Italia e Vuelta d’Espana nel 1981, professionista dal 1973 al 1984 e primo nella classifica scalatori del 1979 al Tour de France. Aldilà dell’aspetto sportivo, l’evento assume anche un’importante valenza culturale, inserendosi non a caso nel vasto programma che accompagnerà le rievocazioni del primo conflitto mondiale, durante il quale Bassano ed il Massiccio hanno ricoperto un ruolo determinante. E non a caso sarà la storica Salita degli Arditi quella che affronteranno i campioni su due ruote, più corta ma molto più impegnativa di quella della provinciale Cadorna: 28 tornanti (di cui 21 in rapida successione) e pendenze che arrivano al 14%, per un totale di 19 km. La tappa a cronometro bassanese sarà inoltre determinante per la classifica generale, svolgendosi a soli due giorni dal traguardo conclusivo del Giro, il 1° giugno, in Piazza Unità d’Italia, a Trieste. Bassano è gia stata protagonista del Giro d’Italia in otto passate edizioni, ma è solo la seconda volta che viene proposto un arrivo sul Monte Grappa. E per quanto riguarda la vocazione ciclistca cittadina, non si può dimenticare che nel 1985 il velodromo “Mercante” ospitò il Campionato Mondiale su due ruote.
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presentazione | indice
Editoriale
Pedemontana, partita chiusa. Chi ha vinto? IL GOVERNATORE DEL VENETO L’HA ANNUNCIATO CON UNA CERTA ENFASI QUALCHE GIORNO FA : “SI È CHIUSA DEFINITIVAMENTE LA PARTITA DELLA PEDEMONTANA VENETA. SI TRATTA DI 2 MILIARDI 258 MILIONI DI EURO PER QUASI 100 KM DI TRACCIATO STRADALE, CON DUE CORSIE PER SENSO DI MARCIA E LA CORSIA DI EMERGENZA, PER UNA LARGHEZZA DI 24,5 M., 36 COMUNI INTERESSATI E 16 CASELLI SUPERSTRADALI”. IL COSTO DELL’OPERA, REALIZZATA CON IL SISTEMA DEL PROJECT FINANCING, AVREBBE DOVUTO ESSERE A TOTALE CARICO DEI PRIVATI, LA SOCIETÀ SIS SCPA. ECCETTO PER QUEI 173 MILIONI DI CONTRIBUTO STATALE, PREVISTI FIN DALL’INIZIO, LIEVITATI ORA ALLA CIFRA DI 615 MILIONI A FRONTE DI UN AUMENTO DEL COSTO DELL’OPERA DI 128 MILIONI DI EURO.
ALLEGATO GRATUITO A LA PIAZZA - IL QUINDICINALE DI ANNUNCI E APPUNTAMENTI ANNO 0 - NUMERO 10 20 DICEMBRE 2013 AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI BASSANO DEL GRAPPA N°7/94 DEL 7/10/94 DIRETTORE RESPONSABILE
Cristina Lunardon EDITRICE
Tabloid
RESPONSABILE NOTIZIE
Cristina Lunardon notizie@lapiazza.it
MA A TUTTO C’È UNA SPIEGAZIONE: “LA VERITÀ – HA SPIEGATO ZAIA – È CHE QUESTA SUPERSTRADA COSTA CENTINAIA DI MILIONI DI EURO IN PIÙ RISPETTO ALLE PREVISIONI, PERCHÉ ABBIAMO VOLUTO ACCOGLIERE FINO ALL’ULTIMA ISTANZA DELLE AMMINISTRAZIONI E DI CHI COMUNQUE HA PRESENTATO ISTANZE. QUANDO NACQUE IL PROGETTO, LA PEDEMONTANA VENETA ERA SEMPLICEMENTE UN NASTRO D’ASFALTO SUL PIANO CAMPAGNA. OGGI SI TRASFORMA IN UNA SUPERSTRADA IN TRINCEA E PER IL 60-70% SPARISCE DAL PIANO CAMPAGNA. L’IDEA ORIGINARIA ERA QUELLA DI SCAVARE E CON LA GHIAIA PAGARE I LAVORI. OGGI LE COSE SONO CAMBIATE E LA GHIAIA NON VALE PIÙ NULLA, NON HA MERCATO, È UN RIFIUTO CHE NON SAPPIAMO DOVE PORTARE. E’ UN SACRIFICIO CHE ABBIAMO VOLUTO FARE PER RICORDARE CHE LA SUPERSTRADA PEDEMONTANA È UN’OPERA STORICA PER IL VENETO: CENTO KM. DI NASTRO D’ASFALTO NON SI FANNO PIÙ DA TEMPO”. TUTTO CHIARO! MICA SI POTEVA PENSARE CHE IN 40 ANNI ANCHE IL MERCATO DELLE CAVE – VERA MINIERA D’ORO NEGLI ANNI D’ORO - SAREBBE CAMBIATO. NÉ CHE QUALCUNO SI SAREBBE OPPOSTO ALL’IDEA DI APRIRE UN GIORNO LA FINESTRA, E TROVARSI DI FRONTE UN “NASTRO” DI ASFALTO. “CONFERMIAMO – PROSEGUE LA NOTA DI ZAIA - IL PEDAGGIO GARANTITO AL 50% PER 15 ANNI AI RESIDENTI INTORNO AI 16 CASELLI, MA LA GROSSA NOVITÀ INTRODOTTA È L’ESENZIONE TOTALE DAL PEDAGGIO PER STUDENTI FINO A 23 ANNI E PER TUTTI I PENSIONATI OVER 65”. CHE SI TRATTI DI UNA NOVITÀ, NON C’È DUBBIO, VISTO CHE NELLA BROCHURE UFFICIALE DI PRESENTAZIONE DELLA SPV REALIZZATA DAL COMMISSARIO DELEGATO DI GOVERNO (repository.regione. veneto.it/portale/pedemontana.pdf), L’ESENZIONE PROMESSA ERA DEL 100 PER CENTO PER TUTTI I CITTADINI, A PRESCINDERE DALL’ETÀ, A PARTIRE DAL CASELLO PIÙ VICINO AL COMUNE DI RESIDENZA, PER 21 CHILOMETRI IN ENTRAMBE LE DIREZIONI E ALMENO PER I PRIMI DODICI ANNI DALL’ENTRATA IN ESERCIZIO DELLA SUPERSTRADA. LA PARTITA È CHIUSA, HA AFFERMATO ZAIA. MA CHI L’HA VINTA? SE LO CHIEDERANNO I RESIDENTI, CHE CONTINUERANNO A RECARSI AL LAVORO “GRATIS” LUNGO LE VECCHIE STATALI, MENTRE OSSERVERANNO SFRECCIARE SULLE QUATTRO CORSIE I TIR OLANDESI E I GIOVANI NEOPATENTATI – A PATTO CHE STUDINO, PERCHÉ CHI LAVORA PAGA - CHE ALL’AUTOGRILL SI TROVERANNO A BERE IL CAFFÈ CON I PENSIONATI IN GITA. BUONE FESTE A TUTTI!
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Indice II
Bassano da scoprire… ma soprattutto da gustare! È UNO DEI 50 MIGLIORI RISTORANTI ITALIANI DELLA GERMANIA
III VI
Il 97° Giro d’Italia farà tappa a Bassano Uno Sportello per donne in difficoltà APERTI DUE NUOVI SERVIZI A TEZZE E MAROSTICA
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Rosà tra i primi Comuni nel 2011 per il 5x1000 AL 21° POSTO IN ITALIA PER DESTINAZIONI IN AIUTO AL PROPRIO COMUNE
VIII
Roberto Bisa e Antonio Forato piloti da Guinness TRASVOLATA IN ULTRALEGGERO DA CASSOLA ALL’AUSTRALIA
X
Da Alga Carta a Crush, Favini è sinonimo di ecologia A ROSSANO L’UNICA CARTA PRODOTTA CON SCARTI AGRO INDUSTRIALI
XIV
“Terre Nove” la ceramica sale in Cattredra NOVITÀ NELL’OFFERTA FORMATIVA AL “DE FABRIS” DI NOVE
XVI
Rinasce Palazzo Baccin, la storica manifattura diventa un museo IL COMUNE DI NOVE RESTAURA L’EDIFICO ACQUISTATO NEGLI ANNI OTTANTA
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Dinosauri in carne ed ossa a Bassano IN MOSTRA A PALAZZO BONAGURO FINO AL 4 MAGGIO
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Gli ospedali si tingono di rosa BASSANO, CITTADELLA E SANTORSO
XXII Nuovo sagrato per la chiesa di San Giuseppe di Cassola CONCLUSI I LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE DEL PIAZZALE
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comprensorio | servizi
APERTI DUE NUOVI SERVIZI A TEZZE E MAROSTICA di Cristina Lunardon
Uno Sportello per donne in difficoltà
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ccoglienza e ascolto, sostegno, consulenza psicologica e legale alle donne che vivono situazioni di disagio legate a problematiche relazionali, informazioni sulle opportunità lavorative e modalità per poter conciliare tempi di lavoro e impegni famigliari, orientamento sui servizi presenti nel territorio. Sono questi gli obiettivi dello sportello Spazio Donna, avviato per la prima volta a Bassano nel 2009 dall’Associazione Questacittà e presente da poche settimane anche nei comuni di Tezze sul Brenta e di Marostica, grazie alla collaborazione avviata tra i diversi enti locali coinvolti nel progetto.
“La proposta è partita dal collega Antonio
Moro di Tezze sul Brenta – spiega Chiara Grandotto, assessore di Rosà in poche settimane abbiamo stipulato l’accordo insieme a Cartigliano e Rossano, trovato lo spazio e dato vita a questo servizio che viene gestito dall’associazione Questacittà e che si rivolge a tutte le donne che affrontano quotidianamente piccoli e grandi problemi nell’organizzazione della vita personale, familiare o di relazione. Non è solo uno sportello antiviolenza – ci tiene a precisare l’assessore – ma può essere un modo per far emergere anche questo problema.” Lo Sportello è aperto dalle 15 alle 17 ogni primo e terzo martedì del mese ed è dislocato a Belvedere di Tezze, al civico 1 di via Nazionale. “La sede si trova in un contesto riservato – aggiunge l’assessore Grandotto – abbiamo appositamente scelto una struttura
“protetta” con ingresso indipendente dagli altri edifici. C’è un numero telefonico attivo 24 ore
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su 24 al quale rispondono operatori e volontari appositamente formati. Viene garantito l’anonimato e in base alla tipologia del problema si stabiliscono gli interventi successivi, sempre in accordo e con l’assenso delle interessate. Ovviamente il servizio è gratuito.” L’idea di decentrare gli portelli Spazio Donna è nata dalla constatazione che molte donne dei comuni limitrofi a quello bassanese si sono rivolte in questi anni al servizio cittadino: è un modo per facilitarne la fruizione anche a chi non ha la possibilità di spostarsi. Da fine novembre, pure Marostica ha aderito alla proposta di Questacittà attivando uno Sportello all’interno dell’Opificio Baggio in via IV Novembre, aperto per due venerdì mattina al mese.
rosà | istituzioni
AL 21° POSTO IN ITALIA PER DESTINAZIONI IN AIUTO AL PROPRIO COMUNE
Rosà tra i primi Comuni nel 2011 per il 5x1000
S
ullo spazio web del Comune il messaggio campeggia in prima pagina: l’Amministrazione comunale di Rosà ringrazia i cittadini che nel 2011 hanno messo la loro firma sulla dichiarazione dei redditi destinando il 5x1000 dell’Irpef ad aiutare l’attività dei servizi sociali del Comune. I rosatesi hanno dimostrato con concretezza la loro generosità e, dati alla mano, sono state 882 le persone che hanno aderito alla proposta, devolvendo un totale di 15.830 euro. Nella speciale classifica redatta e resa nota dall’Agenzia delle Entrate, Rosà si posiziona al 66° posto assoluto a livello nazionale sugli 8.092 comuni beneficiari, risultando il
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quinto comune in Provincia dopo Valdagno, Vicenza, Schio e Thiene. Se si considerano invece solo i comuni non capoluogo di provincia, Rosà sale al 21° posto assoluto, su 7875 enti locali. E se si valuta il numero delle scelte effettuate in rapporto ai residenti, Rosà tra i primi 66 comuni balza al 3° posto. Il 5x1000 destinato al Comune è servito a potenziare i servizi di assistenza domiciliare - una media di 25 a settimana di consegna pasti a domicilio una media di 35 al giorno - e di trasporto per necessità sociali - circa 300 chilometri alla settimana. Spulciando
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nazionale, è Roma, come in passato, a raccogliere il maggior numero di preferenze, seguita da Milano e da Torino. Sul versante opposto, invece, è molisano il Comune che esibisce l’importo minimo, pari a 0,06 centesimi. Una pioggia di preferenze ha interessato il volontariato e le Onlus, settore calamita nonostante la sua poliedricità, nel richiamare l’attenzione e nel concentrare le scelte espresse da milioni di contribuenti italiani. In particolare, in ordine, Emergency, Medici senza frontiere, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro e il Comitato italiano per l’Unicef si confermano al timone del 5x1000 per quanto riguarda le associazioni volontaristiche.
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cassola | personaggi
TRASVOLATA IN ULTRALEGGERO DA CASSOLA ALL’AUSTRALIA di Cristina Lunardon
Roberto Bisa e Antonio Forato piloti da Guinness
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l certificato,arrivato il 4 dicembre, parla chiaro: Roberto Bisa e Antonio Forato sono ufficialmente detentori del Guinness dei primati per il “più lungo viaggio
effettuato con l’ultraleggero, avendo percorso 20.126 kilometri da Cassola a Southport, in Australia, dall’ 8 al 31 ottobre 2013”. Ce l’hanno fatta, dunque, i due intrepidi piloti, che a bordo dei loro velivoli hanno toccato 16 paesi volando una media di 7 ore al giorno, affrontando il deserto africano, le foreste dell’India, gli spettacolari paesaggi del Myanmar, Malesia, Indonesia, fino al continente australiano. E poco importa se non hanno potuto compiere, a causa di una lungaggine burocratica, gli ultimi 600
kilometri che li separavano da Sidney, dove sono comunque arrivati, senza i loro mezzi, per incontrare il console italiano e festeggiare insieme ad un nutrito gruppo di fans italiani locali, la riuscita dell’ impresa.
“E stata una impresa dura, forse più dura del previsto, non abbiamo avuto tanto tempo per fare i turisti, però ne è valsa la pena – racconta Roberto Bisa un’avventura rischiosa, ma entusiasmante e irripetibile. Problemi esclusi, la maggior parte di natura burocratica, ripartirei subito”. Quali sono stati i momenti più salienti del viaggio?
“Di sicuro l’atterraggio forzato all’aeroporto di Pasni, in Pakistan, in piena zona di guerra. Atterrare e trovarsi di fronte a
soldati armati fino ai denti è stato a dir poco inquietante - spiega – e anche se il capitano della base, un ragazzo di 26 anni, ha fatto di tutto per metterci a nostro agio, vederlo girare sempre con la pistola in pugno non ci aiutava di certo a rimanere tranquilli. Alla fine però si percepiva che in realtà era un piacere per loro averci come ospiti, siamo stati un diversivo nella routine quotidiana. Non potremo mai dimenticare quei momenti”. Burocrazia e visti a parte, ci sono stati anche degli inconvenienti di natura tecnica?
“Siamo finiti nel bel mezzo di un temporale Bisa – e fortissimo – prosegue atterrando a Krabi, in Thailandia, Antonio ha rotto l’elica e il carrello anteriore. Per un istante pensi che la missione si concluda li, poi non ti fai deprimere e vedi come risolvere il problema. Così, nel giro di un paio d’ore, abbiamo trovato i pezzi in Italia e già alla
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Roberto Bisa e Antonio Forato con il console Italiano >
sera avevamo organizzato il viaggio di un nostro amico per portarceli. Scoprire poi che le piastre del carrello erano sbagliate ci ha fatto temere che non ce l’avremmo mai fatta, ma alla fine abbiamo trovato la soluzione. E’ stato un momento molto intenso dal punto di vista emotivo, ma altrettanto gratificante è stata la consapevolezza di aver reagito in maniera positiva e costruttiva, tanto da permetterci di ripartire il giorno seguente”. Quali sono stati i luoghi che vi hanno emozionato di più?
“Vedere la costa Australiana tanto sognata, dopo aver attraversato 450 kilometri del mare più infestato di squali del mondo.... che emozione ! E Poi Eva Downs, sempre in Australia, questo posto sperduto nel nulla, una fattoria in mezzo al niente, dove la vita è ancora regolata dalle ore di sole. Un posto dove non c’ era nulla, ma quel nulla aveva tutto dentro ! Mi ha fatto provare sensazioni incredibili. Vedere queste persone felici, serene, organizzate in maniera impeccabile per vivere in un posto così ostile, dove il primo segno di vita si trova a oltre 350 kilometri. Ci ritornerei !” E quale è stata la parte più stressante del viaggio? “Ottenere le autorizzazioni – spiega
già in Egitto, e poi Pakistan e India, dove abbiamo subito un vero e proprio ladrocinio da parte delle compagnie di gestione aeroportuale, senza ottenere in cambio alcun servizio degno di simili importi. Idem a Bali, dove abbiamo perso un giorno per i permessi. Problemi burocratici ci hanno impedito di compiere l’ultimo tratto fino a Sidney, perché involontariamente abbiamo “toccato” uno spazio aereo. Per proseguire, dopo un controllo, avremmo dovuto attendere una settimana per un certificato. Avendo già raggiunto il record, abbiamo scelto di concludere prima la missione. E poi, altro motivo di stress, trovare la benzina negli scali, dove sono abituati a gestire i boeing ed è un’impresa reperire un imbuto!”
Bisa
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Tra voi due c’è sempre stata sintonia malgrado le difficoltà? “Io e Antonio – risponde Bisa senza esitazioni – siamo un’accoppiata
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vincente, non ci siamo mai persi d’animo nemmeno nei momenti più difficili, l’imperativo era andare avanti, trovare il modo per risolvere i problemi e ci siamo sempre riusciti al meglio. Ma senza l’appoggio delle nostre famiglie, tutto questo non sarebbe stato possibile. Grazie Emy, Silvia, Stefano e Sofia! E grazie ai numerosi sponsor che ci hanno permesso di affrontare l’immane spesa che una simile impresa comporta.”
rossano veneto | ambiente
A ROSSANO L’UNICA CARTA PRODOTTA CON SCARTI AGRO INDUSTRIALI di Cristina Lunardon
Da Alga Carta a Crush, Favini è sinonimo di ecologia
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eagire alla crisi investendo nell’ambiente e nell’innovazione tecnologica, puntare sulla qualità del prodotto mettendo in primo piano la valenza etica
carta realizzata con scarti di lavorazioni agro-industriali, che sostituiscono fino al 15% della cellulosa proveniente da albero. Grazie a centinaia di ore di ricerca e di tecniche di perfezionamento, Favini
esperti, che ne ha immediatamente riconosciuto il carattere innovativo, l’impatto ambientale e l’affinità al mondo del lusso, parametri per i quali Crush si è aggiudicata il “Luxe Pack in Green Award”, il prestigioso riconoscimento conferito al prodotto dell’azienda con la soluzione più innovativa di packaging ecologico. A 12 mesi dal suo lancio, Crush ha ottenuto risultati straordinari, registrando un +425% rispetto alle previsioni di vendita, benché il budget dell’azienda fosse stato calibrato secondo parametri realistici ed equilibrati di mercato. Il grande successo di Crush ha valicato i confini nostrani, conquistando i mercati internazionali di 25 Paesi, tra i quali primeggiano Corea del Sud, UK, Russia e Cina.
del suo processo produttivo, conquistare nuove nicchie di mercato anticipandone tendenze e bisogni. Una sfida che parte da Rossano Veneto e sfonda le frontiere dell’economia globale, alla conquista di una leadership che nel settore delle carte industriali porta il nome della storica cartiera Favini. L’ultima creatura entrata a far parte della sua gamma di carte ecologiche si chiama Crush ed è la prima e unica
è riuscita a trasformare i sottoprodotti di mais, agrumi, kiwi, olive, mandorle, nocciole e caffè in una nuova carta certificata, realizzata al 100% con energia verde autoprodotta e contenente il 30% di fibra riciclata post consumo. Presentata lo scorso anno a Luxe Pack, la Fiera Internazionale del Packaging di lusso, Crush è stata accolta come una scoperta rivoluzionaria da una giuria di
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“Luxe Pack è stata un importante trampolino di lancio per Crush – ha dichiarato Andrea Nappa, amministratore delegato di Favini - fornendo al
nostro prodotto un’ottima visibilità a livello mondiale. Abbiamo creduto fin dall’inizio al grande potenziale innovativo dell’intera gamma e lo straordinario successo di vendite ne è la conferma”. Ed è la conferma che la scelta dell’ecocompatiblità, decisa continua a pag. XII > dalla cartiera
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1736-2012 1736 La Repubblica Serenissima di Venezia concede l’autorizzazione di trasformare un mulino situato a Rossano Veneto in una fabbrica per la produzione della carta. 1906 La famiglia Favini acquista lo stabilimento di Rossano Veneto. 1982 Con lo scopo di estendere la propria presenza in nuovi mercati, Favini crea una divisione dedicata alla trasformazione della carta in articoli per la scuola, l’ufficio e il tempo libero. Rismaluce, Rismacqua, Palladio e Raffaello, Calligraphy e Blocco Manager sono solo alcuni dei marchi più importanti della divisione Cartotecnica Favini. 1992 Favini fa parlare di sé con l’introduzione sul mercato di Alga Carta. > segue
di Rossano Veneto ancora negli anni ‘90, è stata vincente. All’epoca, il proliferare delle alghe nella laguna di Venezia spinse le istituzioni pubbliche locali a ricercare un loro utilizzo industriale. Rispondendo all’appello del Consorzio Venezia Nuova e dell’ENEA, Favini diede il via al progetto Alga Carta, di cui detiene tuttora il brevetto industriale. Raccolta delle alghe, essicazione, macinazione e immissione nel processo produttivo: grazie alla farina di alga ottenuta, Favini è ancora oggi in grado di sostituire un chilo di albero con mezzo chilo di alghe fresche per la produzione di carta ecologica. Con gli anni, il problema delle alghe veneziane si è progressivamente risolto, lasciando Favini senza materia prima per la produzione di Alga Carta. Inoltre, oggi in Italia le alghe sono classificate come “rifiuto”, rendendo di fatto impossibile un loro utilizzo industriale a causa di un impedimento puramente burocratico: non esiste infatti nessun impianto di essicazione - necessario per il trattamento delle alghe autorizzato a trattare “rifiuti”. Motivo per cui Favini ha deciso di rivolgere la sua attenzione all’estero,
1998 La dimensione dell’azienda raddoppia con l’acquisizione della Cartiera di Crusinallo (Verbania), conosciuta per la produzione di carte Release e Cast Coated. 2008 Favini Spa viene messa in liquidazione a causa dei numerosi debiti accumulati in seguito all’acquisizione di cartiere olandesi. Le cartiere situate in Italia continuano però ad operare proficuamente e vengono prese in affitto da Favini Srl, società di nuova costituzione di proprietà del fondo di private equity Orlando Italy. 2009 Favini Srl completa l’acquisizione degli asset di Favini Spa e si presenta al mercato con un nuovo logo e una nuova immagine aziendale. 2012 Con le due cartiere di Rossano Veneto e di Crusinallo, Favini ha un fatturato di circa 121 milioni di euro e conta in totale 500 dipendenti.
individuando alcune aree litoranee e lagunari afflitte dal fenomeno di proliferazione abnorme di alghe, tra le quali la Bretagna. Il progetto, nato nell’ottobre del 2009 è tuttora in corso.
“Il progetto Shiro Alga Carta riveste per la nostra azienda un’importanza particolare dichiara ancora Andrea Nappa -
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Essere riusciti ad esportare il nostro modello di produzione di carta ecologica ci rende particolarmente orgogliosi. Shiro Alga Carta è il nostro miglior biglietto da visita, ma l’attenzione di Favini per l’ambiente non si esaurisce in questo progetto: in ogni fase del processo produttivo della carta, dalla scelta delle materie prime all’efficienza nel consumo d’acqua ed energia, Favini cerca le migliori soluzioni per ridurre l’impatto ambientale della propria attività.”
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NOVITÀ NELL’OFFERTA FORMATIVA AL “DE FABRIS” DI NOVE
“Terre Nove” la ceramica sale in Cattedra Terre Nove ISTITUTO PROFESSIONALE per l’arredamento e la ceramica
SAPER PENSARE SAPER FARE SAPER ESSERE
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al prossimo anno scolastico, a Nove si tornerà a fare ceramica grazie al nuovo Istituto Professionale che sarà attivato all’interno della struttura dello storico Liceo Artistico “De Fabris”. Scopo del percorso scolastico è la promozione della manualità e la riscoperta di talenti diversi, in stretto legame con il contesto territoriale. Primo e unico Istituto professionale nel suo genere in tutta la Provincia, “Terre Nove” si articolerà in un primo biennio, che assolve l’obbligo formativo, un secondo biennio di approfondimento degli strumenti tecnologici, delle competenze produttive di
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gestione e di controllo, e in un anno conclusivo finalizzato al conseguimento del diploma quinquennale.
“Si tratta di un percorso più marcatamente rivolto al mondo del lavoro – spiega la vice dirigente
Elena Corsi –
e si propone di rispondere alle esigenze di studenti che realizzano la propria crescita attraverso una formazione tecnico pratica e operativa, più che teorica. Le discipline di indirizzo saranno svolte in misura consistente all’interno dei laboratori, dove si tornerà a manipolare la materia, rivalutando un settore che è parte integrante della tradizione di questa terra”. Proprio questo era stato infatti l’intento dello scultore novese Giuseppe De Fabris, che nel 1860
SI TRATTA DI UN PERCORSO PIÙ MARCATAMENTE RIVOLTO AL MONDO DEL LAVORO E SI PROPONE DI RISPONDERE ALLE ESIGENZE DI STUDENTI CHE REALIZZANO LA PROPRIA CRESCITA ATTRAVERSO UNA FORMAZIONE TECNICO PRATICA E OPERATIVA, PIÙ CHE TEORICA
vincolò la sua cospicua eredità alla fondazione di una scuola che istruisse gli allievi nell’arte della ceramica a Nove, suo paese natale, sede da secoli di famose e importanti manifatture. Fondato nel 1875, l’Istituto si è contraddistinto fin da subito per lo stretto legame con le attività produttive locali, sfornando abili ceramisti, modellatori e decoratori. Nel 1961 la Scuola d’Arte si trasformò in Istituto statale d’Arte per la ceramica e nel 1979 ampliò la sua offerta formativa affiancando alla Sezione Ceramica quella per Disegnatori di Architettura e Arredamento. Attualmente il Liceo d’Arte De Fabris si articola in sei
indirizzi: Arti Figurative, Architettura ed Ambiente, Design, Grafica, AudiovisivoMultimediale e Scenografia, con materie teoriche strettamente legate alla pratica artistica.
“La ceramica non è mai stata abbandonata – tiene a precisare la vice dirigente – solo che si è privilegiato l’aspetto progettuale del design rispetto alla concreta manipolazione della terra, la teoria del colore rispetto alle pratiche di decorazione, la capacità creativa rispetto a quella tecnica, in sintonia con un percorso liceale a cui ora sarà affiancato quello più strettamente professionale. In entrambi i casi, la nostra scuola continuerà a formare quella che mi piace definire una “elite artistica” che possiamo seguire e curare grazie anche alle dimensioni relativamente
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La creatività è l’intelligenza che si diverte (Albert Einstein)
La caffettiera del masochista (Donald. A. Norman)
LICEO ARTISTICO “GIUSEPPE DE FABRIS”
piccole dell’Istituto dove, ad esempio, abbiamo sperimentato per primi, con soddisfazione sia da parte delle famiglie che degli stessi studenti, la settimana corta”. Con il nuovo corso professionale “Terre Nove”, sarà la manualità a risalire in cattedra, offrendo alla produzione artigianale nuovi talenti che, ripartendo dalla tradizione, potranno fare la differenza futura.
nove | lavori pubblici
IL COMUNE DI NOVE RESTAURA L’EDIFICO ACQUISTATO NEGLI ANNI OTTANTA
Rinasce Palazzo Baccin, la storica manifattura diventa un museo
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roseguono a Nove i lavori di restauro del complesso storico-architettonico di Palazzo Baccin Zanolli Sebellin, acquistato dal Comune negli anni Ottanta e destinato a diventare una nuova ala del museo della ceramica “De Fabris”, dove troveranno collocazione molte opere attualmente in deposito negli archivi comunali. L’intervento, il cui importo ammonta a 890.000 euro, risulta in parte finanziato dalla Regione Veneto e da un cospicuo contributo della Fondazione Cariverona, che ha donato 150.000 euro per la ristrutturazione delle facciate e dell’importante fregio ceramico che vi campeggia. La direzione dei lavori, iniziati
per le facciate e le superfici decorate esterne. Dall’altra, strutturare gli spazi museali in conformità alle nuove modalità espositive e all’utilizzo di tecnologie avanzate”.
lo scorso febbraio, è affidata allo studio Serge Bontorin e Elena Torelli di Bassano, che ne ha redatto anche il progetto.
“L’intervento mira a due obiettivi principali – spiega l’assessore ai lavori pubblici Samuele Zanardello - da
una parte, restituire alla comunità uno spazio completamente restaurato, riproponendo la sua composizione architettonica originaria sia per gli spazi e i materiali interni, che
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La nuova ala museale potrà contare sui tre piani di Palazzo Baccin e sull’edificio adiacente della “casa Liston” per un totale di 470 mq. di area espositiva, fruibile anche da parte di persone con limitata capacità motoria grazie alle rampe che uniranno le diverse quote fra gli edifici, e all’ascensore che collegherà i tre piani del palazzo.
“Sono in corso i lavori di restauro delle travature lignee dei soffitti – prosegue l’assessore - e la ricomposizione dei
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gestione – spiega ancora Zanardello – e attraverso la connessione in rete di tutti
>segue
pavimenti alla veneziana e in pastellone del terrazzo. Per quanto riguarda il fregio esterno, simbolo-immagine del complesso, l’intervento previsto riguarderà il lavoro puntuale di restauro delle formelle in ceramica, ma anche il recupero della tessitura originaria dell’intonaco murario, ancora presente sotto gli altri strati risalenti a diversi periodi successivi. Il restauro delle facciate coinvolgerà anche Palazzo Zanolli,
posto in adiacenza sul lato sud, con il recupero delle volute e delle statue che ne caratterizzano la sua evidente specificità”. Nel progetto di di Palazzo Baccin, tecnologia giocherà molto importante.
rinascita anche la un ruolo
“Sono in corso di realizzazione tutti gli impianti di climatizzazione, elettrici e ausiliari che consentiranno la massima flessibilità futura nell’organizzazione degli spazi e nella loro
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i sistemi tecnologici previsti sarà possibile, con una gestione domotica molto avanzata e flessibile, interagire sia in loco che dall’esterno sulle differenti funzionalità degli impianti. Tutto questo anche nell’ottica di migliorare la sostenibilità energetica, ad esempio mediante il monitoraggio e la gestione programmata dei sistemi climatici, dell’illuminazione e delle segnalazioni. L’integrazione dei componenti domotici con le attività stesse del museo consentiranno inoltre in futuro la realizzazione di rappresentazioni e attività multimediali, che sono sempre di più complementari alle attività istituzionali classiche dei musei.” L’attuale fase di lavoro rientra all’interno di un progetto generale che vedrà il completamento della parte rimanente del complesso monumentale storicoarchitettonico, dove potranno
NEL PROGETTO DI RINASCITA DI PALAZZO BACCIN, ANCHE LA TECNOLOGIA GIOCHERÀ UN RUOLO MOLTO IMPORTANTE.
trovare adeguata collocazione molte altre attività complementari ed integrative.
“Sono molto soddisfatto di come stanno – continua procedendo i lavori l’assessore l’alta qualità delle soluzioni adottate, la domotica e gli inserti multimediali che andremo a installare una volta completate le opere, ci permetteranno di rispolverare i “capolavori interrati” nei vari magazzini, offrendo ulteriori spunti per tutto il turismo del territorio. Salvo imprevisti, e Patto di Stabilità permettendo, i lavori dovrebbero ultimarsi in primavera. Sarà così riconsegnato alla comunità un patrimonio che da molti anni era inutilizzato, lasciando aperte le porte future per l’ulteriore completamento del Palazzo Zanolli e il recupero dell’ala retrostante, ora dismessa, per realizzare anche un polo culturale ed una nuova sede per la biblioteca, mettendo insieme storia, cultura, tecnologia e spazi studio adatti ai tempi che stiamo vivendo.”
Storia della ditta Zanolli Sebellin Zarpellon La manifattura venne fondata nel 1921 come società di fatto tra tre amici: Sebastiano Zanolli, Teodoro Sebellin, Alessandro Zarpellon e venne affettuosamente denominata in paese la fabbrica “dei tosi”, vista la loro giovane età. Nel 1922 i tre soci acquistarono lo storico Palazzo Baccin, fatto costruire per sé da Giovanni Maria Baccin alla fine del Settecento. Il Palazzo venne abbellito da un decoro in maiolica eseguito da Teodoro Sebellin negli anni immediatamente successivi all’acquisto, rappresentante una teoria di putti ed oche che si rincorrono scherzosamente. Nei primi anni di attività la produzione della manifattura si distinse subito nel panorama novese per le sue “ceramiche artistiche e moderne”. Fino al 1939, anno della morte di Alessandro Zarpellon, non si hanno notizie di problemi economici della manifattura, che l’anno successivo partecipò – unica nel vicentino – alla settima Triennale di Milano. La guerra, e in particolare l’embargo imposto all’Italia, mise a dura prova la ditta, che fu costretta a sospendere per un breve tempo l’attività. Finito il conflitto, gli affari ripresero il loro corso, funestati nel 1946 dalla morte di Sebastiano Zanolli. La società, così come era stata costituita, durò ancora un paio di anni, rifondata nel 1948 dalle due vedove con un nuovo nome, mentre nello stesso anno Teodoro Sebellin iniziò una propria attività. (tratto dalla Tesi di laurea Manifatture ceramiche vicentine 1900-1950, di Marco Maria Polloniato, anno accademico 2002-2003)
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bassano | cultura
IN MOSTRA A PALAZZO BONAGURO FINO AL 4 MAGGIO
Dinosauri in carne ed ossa a Bassano
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rande successo e oltre cinquecento visitatori per la giornata inaugurale dell’edizione di Bassano del Grappa della mostra “Dinosauri in Carne e Ossa - Scienza e Arte riportano alla vita i Dominatori di un Mondo perduto”ospitata a Palazzo Bonaguro, sede della sezione naturalistica del museo civico della città. L’originale esposizione, curata dai paleontologi Stefania Nosotti e Simone Maganuco dell’Associazione Paleontologica A.P.P.I, vanta un autorevole Comitato Scientifico composto da studiosi di fama internazionale tra i quali spicca John «Jack» Horner, paleontologo del Museum of the Rockies in Montana, noto come ispiratore e consulente scientifico del film Jurassic Park. Oltre quaranta animali preistorici presentati in ricostruzioni talmente realistiche da sembrare “vivi”, quasi colti in un’istantanea di milioni di anni fa: uno scenario quanto mai affascinante, reso possibile dall’attento studio
dei fossili da parte dei paleontologi, sempre al fianco dei tecnici durante le complesse fasi esecutive che conducono allo spettacolare risultato finale.
“E’ la prima volta che esponiamo in Veneto – spiega Simone Maganuco – anche se è proprio in questa Regione che ha sede l’azienda artigianale, la Geomodel di Quarto d’Altino, che costruisce i modelli in vetroresina degli animali in mostra. I visitatori potranno toccare con mano quanto sia delicata ogni operazione per realizzarli, soffermandosi nella sezione dedicata agli affascinanti passaggi di tecnologia e ingegno che conducono a riprodurre gli animali preistorici: dal disegno degli illustratori fino al modello in grandezza naturale, passando per la scultura virtuale in 3D”. L’impatto visivo ed emozionale con i “giganti” esposti è intenso. Appena varcata la soglia, si rimane letteralmente ipnotizzati dall’enorme riproduzione di Mammut nella sala d’ingresso di Palazzo Bonaguro e dai fossili del grande animale vissuto durante l’Era Glaciale, rinvenuti a Possagno ed esposti per la prima volta in occasione della mostra
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di Bassano. Salendo per lo scalone d’onore, ad accogliere il pubblico è il celebre Scipionyx samniticus, primo dinosauro rinvenuto fossile in Italia e conosciuto come “Ciro”, le cui minuscole dimensioni sono inversamente proporzionali alla sua importanza scientifica, essendo uno dei fossili meglio conservati al mondo. Ma un animale ben più grande e temibile si affaccia dalla rampa del piano nobile: l’Allosauro, affiancato dal Pachirinosauro e da un esemplare naturalizzato di Bue Muschiato. E ancora il Tirannosauro, lo Spinosauro, il Diplodoco, contestualizzati da fondali dipinti e pannelli didattici. Altri reperti originali arricchiscono la valenza scientifica della mostra, tra cui un nido di dinosauro rinvenuto in Mongolia e numerosi fossili di mammiferi datati oltre un milione di anni fa. Per tutta la durata della mostra, si terranno a Palazzo Bonaguro numerosi eventi ed iniziative collaterali.
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ono 23 gli ospedali del Veneto premiati nel 2013 con i Bollini Rosa, il riconoscimento ideato dall’O.N.Da. (Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna) per identificare le strutture all’avanguardia nel panorama sanitario sia nei servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie femminili, che nella particolare attenzione rivolta alle esigenze specifiche delle donne ricoverate. Sui 65 nosocomi del territorio nazionale che hanno ottenuto l’eccellenza dei tre bollini, spiccano il San Bassiano, l’ospedale di Cittadella e l’Ospedale Alto Vicentino di Santorso. Tra i fiori all’occhiello della struttura bassanese sono stati apprezzati il percorso di accoglienza e gestione delle vittime di violenza domestica all’interno del Pronto Soccorso, l’ambulatorio a sostegno dell’allattamento materno e quello di oncologia ginecologica.
“Si tratta di un riconoscimento importante – ha commentato il direttore generale Antonio Compostella - a riprova che il sistema sanitario veneto e l’impegno e l’interesse della nostra ULSS, nei confronti delle problematiche socio-sanitarie delle donne,
comprensorio | sanità
BASSANO, CITTADELLA E SANTORSO
Gli ospedali si tingono di rosa è costante ed attento, sia nell’implementare inoltre creato un gruppo di e promuovere la medicina di genere, sia nel coordinamento interaziendale con migliorare la qualità e l’accessibilità ai servizi”. le Forze dell’Ordine e i Servizi Sui tre Bollini Rosa ottenuti dalla struttura di Santorso, il direttore generale Daniela Carraro ha dichiarato che tanto resta ancora da fare per sensibilizzare ulteriormente il sistema di cure rivolto al genere femminile nel suo complesso: servizi, attenzioni, aiuto, rispetto. In merito alla Violenza di Genere, per le donne vittime di soprusi che si rivolgono al Pronto soccorso dell’Ospedale Alto Vicentino, il protocollo prevedee la loro presa in carico tramite interventi psicologici ed un eventuale inserimento in strutture protette presenti sul territorio. Per realizzare una rete antiviolenza è stato
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sociali dell’Ulss, dei Comuni e lo Sportello Donna, un progetto condiviso con la Procura della Repubblica e a cui partecipano altre due aziende sanitarie della provincia di Vicenza. Da Cittadella, il direttore generale Francesco Benazzi ci tiene a precisare che “questo
riconoscimento è tutto delle nostre risorse umane che con dedizione, passione e grande umanità stanno nutrendo da anni questo importante percorso di crescita”. Il sito dedicato al Programma è www.bollinirosa.it,dove è possibile consultare l’elenco delle strutture premiate e lasciare il proprio commento sui servizi ricevuti nelle Unità Operative premiate.
cassola | lavori pubblici
CONCLUSI I LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE DEL PIAZZALE ANTISTANTE L’EDIFICIO DI CULTO di Cristina Lunardon
Nuovo sagrato per la chiesa di San Giuseppe di Cassola
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on una cerimonia pubblica, alla presenza delle autorità civili e religiose, è stato inaugurato il nuovo sagrato della chiesa di San Giuseppe, abbellito durante l’estate con lastre di porfido di vario formato, tessitura, colorazione, e impreziosito da una bordatura in marmo.
e la Parrocchia di San Giuseppe: a fronte della concessione dell’uso pubblico delle aree circostanti la Chiesa, il Comune si è impegnato a realizzare i lavori di sistemazione del piazzale antistante il luogo di culto, sulla base di un progetto preliminare condiviso, dell’importo di 500.000 euro.
“Non posso che esprimere la massima soddisfazione per il completamento di questi lavori – è il commento
Con l’occasione si è provveduto anche a sistemare i sottoservizi, pubblica illuminazione compresa. Proprio a causa dei vincoli finanziari governativi, il progetto aveva subito un rallentamento tra il 2011 e il 2013. Considerata la sua valenza progettuale, in particolare rispetto ai materiali utilizzati, il lavoro appena concluso ha consentito di migliorare notevolmente la qualità urbana dello spazio circostante la
dell’assessore ai lavori pubblici Corrado Strazzabosco –
che sono stati eseguiti con grande qualità e rapidità. In un momento così difficile per i Comuni, letteralmente strozzati dal Patto di Stabilità e dalla riduzione dei trasferimenti statali, non è semplice realizzare le opere pubbliche progettate.” L’intervento è il frutto di un accordo sottoscritto nel 2009 tra l’Amministrazione comunale
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Chiesa, apportando inoltre un significativo contributo alla riqualificazione dell’intero ambito spaziale del centro della frazione.
“Abbiamo voluto dare il segno tangibile della nostra attenzione per San Giuseppe e per un luogo così importante per la comunità – prosegue l’assessore - mi piace pensare che su questo nuovo spazio, ora adeguato anche esteticamente alla sua importanza, trascorreremo alcuni dei momenti più pregnanti delle nostre vite, cadranno lacrime di gioia e di dolore, i bimbi correranno spensierati e i cittadini lo riempiranno con le proprie voci e le proprie idee. Voglio ringraziare da parte – conclude dell’Amministrazione Strazzabosco tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera, la Parrocchia, il progettista, l’ufficio Lavori Pubblici del Comune e l’impresa esecutrice dei lavori.” A pochi giorni dall’inaugurazione del sagrato, dalla Regione è giunta la notizia di uno stanziamento di 160.000 euro che servirà a realizzare un intervento nell’area nord della chiesa. “Con questo finanziamento ha dichiarato il sindaco Silvia Pasinato - andremo a completare i lavori
già iniziati con il primo stralcio e arriveremo così a migliorare ulteriormente il centro di San Giuseppe, dando inoltre una risposta positiva alle richieste della Parrocchia”.
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