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Approvata la nuova passerella sul Brenta. Il progetto era inserito nel Piano della mobilità sostenibile...

continua a pagina XVIII

Cambia volto l’incrocio tra viale Parolini e via Cà Rezzonico. Interventi inseriti nel nuovo piano urbano del traffico...

continua a pag. VII

IL SUO NOME È MAIT NILSON ED IL SUO DESIDERIO È SEMPRE STATO QUELLO DI COSTRUIRE UNA MACCHINA ANFIBIO PER CIRCUMNAVIGARE IL GLOBO TERRESTRE A pag.X

Quattro Comuni a confronto

Altopiano - Sanità

Il prossimo 14 febbraio si celebrerà il decennale di “Mi illumino di meno”, la famosa campagna sul risparmio energetico... Continua a pag. II

L’Istituto Elioterapico di Mezzaselva di Roana esce dall’abbandono nel quale si trova da quasi una decina d’anni e si avvia ad una nuova vita attiva... Continua a pag. VIII

l’App gratuita che ti fa vivere la tua città! Per il tuo Smartphone, iPhone e iPod. Già disponibile su: App Store, Google Play e Windows Phone Store P 69

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comprensorio | ambiente

ROSÀ, NOVE, POVE E BASSANO A CONFRONTO

Illuminarsi di meno o illuminarsi meglio? a dover adottare in materia di pubblica illuminazione, spinti soprattutto dall’urgenza economica di reperire fondi e costretti dal Patto di Stabilità a ridurre i consumi e contenere le spese.

Luci spente di notte a Rosà l prossimo 14 febbraio si celebrerà il decennale di “Mi illumino di meno”, la famosa campagna sul risparmio energetico e sulla razionalizzazione dei consumi lanciata su Rai Radio 2 dai conduttori della trasmissione Caterpillar, Massimo Cirri e Filippo Solibello. L’invito consueto è quello di aderire ad un simbolico “silenzio energetico” spegnendo in quel giorno, tra le 18.00 e le 19.30, piazze, vetrine, uffici, abitazioni e accendendo, dove possibile, “luci pulite”, generate da fonti rinnovabili o sistemi intelligenti di illuminazione. Per nulla simboliche invece le scelte che Enti locali si trovano

sono gli oggi

“In questi ultimi decenni il

sindaco

Paolo

– spiega Bordignon –

l’illuminazione artificiale ha costituito una tra le più rilevanti voci di spesa dei Comuni. Il motivo principale è dovuto alla costruzione di nuove aree residenziali ed artigianali, le cui strade di collegamento, di fatto vuote dopo una certa ora, restano illuminate tutta la notte, con un conseguente dispendio inutile di denaro. Per questa ragione – prosegue – dall’inizio dell’estate sono stati spenti, dall’una e mezza di notte alle sei del mattino, i lampioni di alcune vie. Abbiamo stimato che questa operazione, effettuata sul 45 per cento dei lampioni presenti nel territorio comunale, ci permetterà di risparmiare circa 80 mila P 70 euro all’anno.”

di Cristina Lunardon

Avete attuato anche altri interventi volti al risparmio energetico? “Tra le misure adottate – prosegue Bordignon – c’è l’affievolimento

dell’illuminazione dopo le 23, la sostituzione di una parte delle lampade a ioduri metallici con lampade a led schermate verso l’alto, oltre alla regolazione automatica delle accensioni e spegnimenti tramite orologi astronomici, venti minuti dopo il tramonto e altrettanti prima dell’alba”.

Pove Smart City Pove dispone di 585 lampioni, 335 dei quali sono lampade a vapori di mercurio, altamente inefficienti, che dovranno essere sostituiti obbligatoriamente entro il 2015. La spesa prevista per l’intervento ammonta a oltre mezzo milione di euro. Il comune spende ogni anno per l’illuminazione circa 88 mila euro. Sostituendo i lampioni a mercurio con adeguate plafoniere e lampade a basso consumo, è stato calcolato un risparmio annuo di 44.653 euro, di cui 32.913 euro di corrente e 17.700 euro di manutenzione.

“Dopo una lunga ricerca

- spiega il vice sindaco Paolo Gobbato - siamo riusciti ad elaborare un progetto

attraverso cui, in poco più di dieci anni, ripagheremo con il risparmio energetico


...COSTRUIREMO INOLTRE UNA PIATTAFORMA TECNOLOGICA ED UNA RETE MULTIMEDIALE AD ONDE CONVOGLIATE, PER CUI OGNI SINGOLO LAMPIONE SI TRASFORMERÀ IN UN PUNTO TECNOLOGICO AL QUALE POTRANNO ESSERE COLLEGATI DIVERSI SERVIZI, COME UNO SPOT WI FI, UNA TELECAMERA, UNA COLONNINA PER LA RICARICA DI AUTO ELETTRICHE...

fonda, almeno per l’inverno. In controtendenza rispetto ai paesi contermini, la scelta è dettata dalla preoccupazione manifestata dai cittadini per il dilagare di furti nelle abitazioni. “Non

il costo di ristrutturazione della rete, mantenendo in casa la completa gestione dei profili di illuminazione. Attraverso una tecnologia oramai collaudata e presente in altre realtà, costruiremo inoltre una piattaforma tecnologica ed una rete multimediale ad onde convogliate, per cui ogni singolo lampione si trasformerà in un punto tecnologico al quale potranno essere collegati diversi servizi, come uno spot wi fi, una telecamera, una colonnina per la ricarica di auto elettriche, oppure dei pannelli informativi luminosi. Con questo impianto– conclude il vice sindaco - sommato a quello fotovoltaico posizionato sopra la scuola elementare, potremmo anche ottenere i TEE, ovvero i titoli di efficienza energetica, da vendere sul mercato e ricavare ulteriori benefici per le sempre più aride casse comunali.”

saranno certo le luci a fare da deterrente definitivo, ma siamo convinti che questo intervento chiesto dai novesi sia un modo per aumentare la serenità quotidiana, per arginare una condizione di disagio psicologico” ha spiegato l’assessore ai lavori pubblici Samuele Zanardello. E nella zona di quartiere Brenta è stata anche rafforzata la presenza della pattuglie delle forze dell’ordine. Sulla questione dei costi che questa decisione comporterà, lo stesso assessore ha dichiarato alla stampa: “Siamo convinti che

prima di tutto è necessario dare servizi alla comunità. Da parte nostra, come amministratori comunali, abbiamo il compito di reperire le risorse sufficienti per affrontare queste spese, tagliando altre voci. Di recente abbiamo cambiato gestore per le forniture di energia elettrica per la pubblica illuminazione, con un risparmio di alcuni punti percentuali interessanti».

Nove resta acceso Nell’ultimo consiglio comunale dell’anno, la Giunta di Nove ha confermato la sua volontà di mantenere i lampioni accesi al gran completo fino a notte

Tra gli interventi mirati al risparmio energetico, si è comunque provveduto, su buona parte dei 900 lampioni presenti a Nove, alla sostituzione di molte delle vecchie lampade da 125 watt con quelle al sodio da 70 watt ed al rinnovo dell’illuminazione dei due parchi principali, con punti luce ad alta resa e basso consumo, installati nei mesi scorsi dagli operai comunali.

Bassano capofila in Europa Uno dei primi comuni del territorio ad operare tagli all’illuminazione pubblica è stato quello di Bassano, la cui spesa per questo servizio ha raggiunto anche i 900 mila euro all’anno. Solo con una serie di riduzioni e spegnimenti, attuati negli ultimi tre mesi del 2013, è stato calcolato un risparmio di 80 mila euro. Una scelta obbligata, legata al Patto di Stabilità, ha spiegato in più occasioni il sindaco Cimatti in risposta alle proteste che sono arrivate da parte dei cittadini e delle forze politiche di opposizione. Bassano è stata l’unica città italiana ammessa a partecipare,

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presentazione | indice

Editoriale ALLEGATO GRATUITO A LA PIAZZA - IL QUINDICINALE DI ANNUNCI E APPUNTAMENTI

“Il potere di Adesso” “Credetemi quando vi dico che abbiamo tempi molto duri e difficili davanti a noi, ma se vogliamo prepararci ad affrontarli, dobbiamo prima liberarci delle nostre paure.

ANNO 0 - NUMERO 11 17 GENNAIO 2014

Io sto qui, adesso, davanti a voi, assolutamente tranquillo. Perché? Perché credo fermamente in qualcosa; e voi no? No!

AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI BASSANO DEL GRAPPA N°7/94 DEL 7/10/94

Mi vedete qui, senza il minimo timore, perché mi ricordo:mi ricordo perché sono qui, non grazie al percorso che scorgo davanti a me, ma grazie al percorso che mi sono lasciato alle spalle.

DIRETTORE RESPONSABILE

Cristina Lunardon

Mi ricordo che sono cento anni che combattiamo contro queste macchine.

EDITRICE

Mi ricordo anche che sono cento anni che mandano i loro eserciti a distruggerci.

Tabloid

E dopo un secolo di guerra senza quartiere, mi ricordo la cosa più importante di tutte: che noi siamo ancora qui!”

RESPONSABILE NOTIZIE

Cristina Lunardon notizie@lapiazza.it

PER LA PUBBLICITÀ

0424.219185

(MORPHEUS - THE MATRIX)

BUON 2014 A TUTTI!

PER INVIARE FOTO E/O TESTI

notizie@lapiazza.it

Indice II

Illuminarsi di meno o illuminarsi meglio? ROSÀ, NOVE, POVE E BASSANO A CONFRONTO

VII

Cambia volto l’incrocio tra v.le Parolini e via Cà Rezzonico INTERVENTI INSERITI NEL NUOVO PIANO URBANO DEL TRAFFICO

VIII

Riaprono le porte all’ospedale di Mezzaselva SARÀ UN CENTRO SPECIALIZZATO NELLA RIABILITAZIONE NEUROMOTORIA

X

Si può navigare sugli oceani anche con un fuoristrada GRAZIE A DUE DISPOSITIVI CREATI SU MISURA A TEZZE SUL BRENTA

XII

Il Comune di Rosà a portata di APP SEMPRE AGGIORNATI SULL’ATTIVITÀ AMMINISTRATIVA E DELLE ASSOCIAZIONI

XIV

Stanziati 30 milioni per la “Bretella di San Giuseppe” LA CIRCONVALLAZIONE BASSANO-CASSOLA AI BLOCCHI DI PARTENZA

XVI

Bassano e Marostica da scoprire camminando UN PROGETTO CONDIVISO DALLE DUE AMMINISTRAZIONI

XVIII Approvata la nuova passerella sul Brenta IL PROGETTO ERA INSERITO NEL PIANO DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE

XX

La caserma Montegrappa non si vende

INSERITA PER ERRORE NELL’ELENCO DEI BENI DA ALIENARE

XXI

Pove dedica le sue piazze agli Scalpellini e agli Alpini MODIFICATA LA TOPONOMASTICA CITTADINA

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APERTO

Domenica 19 Gennaio 10.00/19.30

SALDI

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> segue

dal 2010 al 2012, al progetto europeo PLUS, il cui scopo è acquisire e diffondere buone pratiche di contenimento e ottimizzazione energetica nell’illuminazione pubblica. E proprio nell’ambito di questa particolare esperienza, che ha coinvolto l’intera cittadinanza in una serie di incontri pubblici informativi, l’Amministrazione comunale ha sviluppato ed adottato per la città, lo scorso marzo, il Piano Comunale di Illuminazione (PICIL). Tra i suoi obiettivi, il primo posto spetta alla diminuzione dell’inquinamento ottico e luminoso, seguita dal risparmio energetico tramite l’impiego di apparecchi e lampade ad alta efficienza,

la razionalizzazione dei costi del servizio, l’adeguamento dell’illuminazione alle esigenze architettoniche ed ambientali. Un progetto che cambierà i connotati dell’illuminazione pubblica in città, seguendo il nuovo criterio di “usare la luce dove e quando serve” e secondo nuovi modelli di gestione. La maggior parte dei “corpi illuminanti” cittadini, oltre 8000, saranno sostituiti con nuovi impianti di luce regolabile, principalmente a led, che potranno essere gestiti anche da un semplice telefonino. Particolare rivolta

attenzione sarà all’illuminazione

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in centro storico, con l’installazione di lampioni a luce bianca, variabile a seconda del giorno della settimana e del periodo dell’anno. In futuro, dunque, Bassano sarà una città dalle luci pubbliche regolabili a seconda del luogo, dell’ora e delle diverse necessità del contesto urbano. Ammonta a 6 milioni di euro la spesa complessiva del progetto, che sarà affidato in blocco, tramite gara pubblica, ad una società che se ne assumerà il rischio finanziario e che, al raggiungimento dei risultati economici previsti, restituirà il servizio in gestione al Comune.


bassano | viabilità

INTERVENTI INSERITI NEL NUOVO PIANO URBANO DEL TRAFFICO

Cambia volto l’incrocio tra viale Parolini e via Cà Rezzonico

S

arà una rotatoria a risolvere l’annosa questione dell’incrocio tra viale Parolini e via Cà Rezzonico, teatro di code chilometriche nelle ore di punta e durante il fine settimana, sia in entrata che in uscita dal centro storico di Bassano lungo la statale che porta a Rosà. La notizia sarà accolta con giubilo anche dai residenti di Cà Baroncello ed in generale da quanti si immettono quotidianamente sulla strada Valsugana provenendo dall’abitato di San Giuseppe.

Solo pedoni in via Ferracina: l’appello dei commercianti

Secondo quanto affermato dall’assessore Dario Bernardi, i lavori inizieranno entro la primavera. Scartata l’ipotesi di convogliare il traffico verso il mercato ortofrutticolo, è stata approvata l’idea di una rotatoria alla francese, del diametro

E’ sottoscritto da quasi tutti gli esercenti con attività che si affacciano sulla via, l’appello recapitato sul tavolo del sindaco Stefano Cimatti con cui si chiede che via Ferracina sia chiusa al traffico non solo durante il week end o in occasione delle festività, ma tutti i giorni della settimana. La strada è un passaggio obbligato per i turisti che si dirigono al Ponte Vecchio, o per i bassanesi che a piedi si spostano da Angarano

esterno di 32 metri con una corsia larga 8 metri, che verrà a costare circa 500 mila euro. Più piccolo e meno costoso sarà invece il rondò che andrà ad eliminare l’incrocio che “pesa” sul centro nevralgico di quartiere Firenze, per il quale è in progetto

un vero e proprio restyling. Allo scopo di ridurre la velocità dei veicoli che transitano nella zona, è previsto anche un leggero restringimento della sede stradale mediante la collocazione, sia a nord che a sud, di aiuole laterali e la trasformazione di viale Toscana in un vero e proprio piazzale.

verso le piazze. E’ un vicolo molto stretto, che diventa pericoloso quando vi transitano le vetture, ed i pedoni sono costretti a rifugiarsi sull’angusto passaggio rialzato. In controtendenza rispetto alle polemiche dei mesi scorsi sulla pedonalizzazione del centro storico, i commercianti locali hanno lanciato un vero e proprio SOS a favore della trasformazione di via Ferracina in un’arteria da passeggio.

Sono Sono disponibili disponibili anche:anch L’applicazione L’applicazione “La “La Piazza life” Piazza è scaricabile life” è scaricabile gratuitamente gratuitamente per iPhone, per iPhone, iPod e smartphone. iPod e smartphone. Una Una guida sempre guida sempre aggiornata aggiornata al servizioaldiservizio tutti coloro di tutti checoloro che amano e amano vivono ela vivono propriala propria città. Nell’applicazione città. Nell’applicazione si si possono possono trovare Hotel trovaree Hotel e B&B, Ristoranti, B&B, Ristoranti, Pizzerie, Pizzerie, Agriturismi, Agriturismi, Locali, Locali, Shopping, Shopping, Utilità, Cinema, Utilità, Cinema, Supermercati, Supermercati, Meteo... Meteo... Schede Schede con descrizione, con descrizione, recapiti e recapiti mappa.e mappa. P 75


altopiano | sanità

SARÀ UN CENTRO SPECIALIZZATO NELLA RIABILITAZIONE NEUROMOTORIA di Cristina Lunardon

Riaprono le porte all’ospedale di Mezzaselva

L’

Istituto Elioterapico di Mezzaselva di Roana, nell’Altopiano dei Sette Comuni, esce dall’abbandono nel quale si trova da quasi una decina d’anni e si avvia ad una nuova vita attiva, che inizierà secondo le previsioni dal prossimo maggio. Si chiamerà NIREM:

Nuovo Istituto Riabilitativo Elioterapico di Mezzaselva. E in quel “nuovo” c’è un progetto di eccellenza, orientato soprattutto alla riabilitazione dei danni e delle degenerazioni cerebrali, punto di riferimento non solo sanitario e assistenziale ma

anche didattico, realizzato dalla Società “Progetto 33 – Iniziativa Sanitaria”. Il contratto di locazione dell’edificio è stato sottoscritto a fine novembre dal direttore generale dell’ULSS 3 Fernando Antonio Compostella, da Marica Vezzaro e Michele Munaretti, rispettivamente direttore amministrativo e direttore generale di “Progetto 33”. Mezzaselva diventerà, secondo quanto ribadito dai vertici regionali, una struttura di richiamo nel progetto di turismo accessibile che dovrebbe coinvolgere l’intero Altopiano. Per il NIREM sono previsti una destinazione sanitaria, con

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STORIA DEL CENTRO ELIOTERAPICO DI MEZZASELVA Il nucleo storico dell’Istituto Elioterapico di Mezzaselva di Roana risale alla metà degli anni ’30 del secolo scorso, quando fu realizzato e attivato il plesso ospedaliero denominato “Istituto chirurgico ortopedico Vittorio Emanuele III”. Passato all’Amministrazione del Consorzio Provinciale Antitubercolare di Vicenza (con destinazione all’esercizio di attività ospedaliera, per curare la tubercolosi con l’elioterapia), nel 1980 è entrato nella proprietà dell’allora ULSS n. 5. Ristrutturato e ampliato nel periodo 1985/1995, il complesso è stato poi dismesso dall’uso sanitario ospedaliero nel 2005.

attività sia ambulatoriale che residenziale, ed una formativa, con l’attivazione di corsi di laurea triennale in Fisioterapia ed Infermieristica in accordo con l’Università di Padova, oltre a corsi di formazione permanente per gli operatori socio-sanitari. Riaprire la struttura significherà anche creare nuovi posti di lavoro: operatori addetti all’assistenza, infermieri, fisioterapisti, personale ausiliario soddisferanno un fabbisogno stimato, quando la struttura sarà a regime, in circa una settantina di figure professionali. E se da parte sua l’ULSS 3 finanzierà i lavori di manutenzione straordinaria necessari per

Nell’aprile del 2009 l’ULSS n. 3 ha bandito un concorso di idee finalizzato all’acquisizione della migliore proposta capace di rilanciare l’utilizzo dell’immobile, orientata a una valenza pubblica con prevalente finalità sociale. Degli otto progetti validi pervenuti, tre sono stati premiati ma non realizzati, perché avrebbero comportato un impegno economico non sostenibile per l’Ente. E’ stata pertanto avviata un’indagine per identificare soggetti interessati alla locazione dello stabile per svolgervi attività compatibili con la destinazione sanitaria o socio-educativa. Nel maggio 2012 è stata valutata positivamente un’offerta, quella di “Progetto 33”, che rispettava i termini tecnici ed economici che erano stati definiti.

ricondurre l’immobile nelle normali condizioni d’uso, a partire dal 43° mese di locazione “Progetto 33” verserà all’azienda ospedaliera un canone annuo di 186 mila euro. Il contratto ha una durata prevista di nove anni, rinnovabile di altri nove. La riapertura dell’ospedale avrà anche una ricaduta diretta

sulle casse regionali visto che in questi anni, malgrado la chiusura dei battenti, la Regione Veneto ha continuato a tenere in vita la struttura, di cui è proprietaria, spendendo attorno ai 70 mila euro all’anno solo di riscaldamento, per evitare che durante l’inverno il ghiaccio potesse distruggere gli impianti.

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tezze sul brenta | personaggi

GRAZIE A DUE DISPOSITIVI ELETTRONICI CREATI SU MISURA A TEZZE SUL BRENTA di Cristina Lunardon

Si può navigare sugli oceani anche con un fuoristrada

I

l suo nome è Mait Nilson ed il suo desiderio è sempre stato quello di costruire una macchina anfibio per circumnavigare il globo terrestre. Superata la soglia dei 40 anni, ha deciso di realizzare questo sogno ed ha trasformatola sua Toyota Land Cruiser in un veicolo con il quale è possibile anche navigare attraverso mari ed oceani, grazie a due galleggianti di dieci metri che la fanno diventare un catamarano. Con il suo “Amphibear”, l’ingegnere estone è partito da Tallin lo scorso 2 novembre per effettuare, in nove mesi, il giro del mondo. Prima tappa, Stroppari di Tezze sul Brenta, dove è arrivato dopo due giorni per dotare lo stravagante mezzo di una particolare centralina che Emanuel Lago, proprietario insieme al fratello della ditta Seletron, gli ha installato allo scopo di incrementare la potenza della macchina e ridurne i consumi.

“Abbiamo conosciuto Mait Nilson tramite il nostro rivenditore di centralina Chipbox in Estonia – spiega Emanuel Lago mi ha parlato di Mait e della sua impresa un mese prima della partenza, chiedendomi se mi interessava sponsorizzare il viaggio. Subito ho pensato quasi ad uno scherzo, ma poi vedendo cosa aveva costruito e sapendo che era un sogno che aveva fin da ragazzino mi sono voluto mettere in contatto con lui. Nel descrivere il suo mezzo, sono subito emerse alcune lacune. Vista l’aggiunta di peso nella sua Toyota – prosegue Emanuel – ho capito che necessitava di potenza aggiuntiva, oltre che di un dispositivo che gli permettesse di navigare senza dover costantemente accelerare, e quindi essere costretto a rimanere seduto al posto di guida. Così, in poco tempo, abbiamo elaborato una sorta di cruise control per la navigazione. Perché Mait è un ingegnere meccanico, e di elettronica non ne sa molto…così si è affidato a noi”. E a quanto pare la scelta è stata azzeccata, visto che nel suo blog l’ingegnere si è dichiarato fin da subito soddisfatto delle prestazioni del Chipbox, oltre che dell’accoglienza ricevuta.

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La prova del nove, poi, è stato lo stretto di Gibilterra, primo tratto di mare superato senza difficoltà dall’Amphibear , che può percorrere 120 miglia nautiche al giorno, mentre su strada può raggiungere una velocità massima di 110 km/h. Il 20 dicembre, Mait ha lanciato il suo primo SOS dopo aver percorso circa 150 miglia al largo dell’isola di Praia in pieno mare aperto, a causa di un’avaria meccanica dovuta alla rottura di un supporto. A bordo della nave che lo ha salvato, l’ingegnere ha proseguito il viaggio fino a Rio de Janeiro, dove ha provveduto a riparare il mezzo e ripartire per il suo lungo viaggio intorno alla terra.

“La maggior parte delle volte è l’elettronica a lasciarti a piedi - ha commentato Emanuel - ma non in questo caso. Al contrario, Mait ci ha scritto che i nostri sistemi funzionano molto bene. E questo ci rende davvero felici.”


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rosà | tecnologia

PER ESSERE AGGIORNATI SULL’ATTIVITÀ AMMINISTRATIVA E DELLE ASSOCIAZIONI

Il Comune di Rosà a portata di APP

S

i chiama COMUNICO il progetto che l’amministrazione comunale di Rosà ha avviato dal nuovo anno per raggiungere in maniera semplice ed al passo con i tempi i suoi cittadini. E si chiama GOING l’applicazione, utilizzabile in tutte le piattaforme di

che l’applicazione sarà messa a disposizione dei volontari della Protezione civile, dei quartieri e delle associazioni cittadine quale strumento per ampliare la promozione dei loro eventi. Il secondo passo di COMUNICO prevede, dal mese di gennaio, l’invio mensile di una newsletter di aggiornamento

sull’attività amministrativa a quanti vorranno attivare questa opzione inserendo il proprio indirizzo di posta elettronica nell’apposito spazio presente nell’homepage del sito comunale. Non appena il sito tornerà ad essere accessibile, dopo un breve periodo di “oscuramento” da cui dovrebbe rinascere con una grafica più accattivante ed una ancora maggiore accessibilità.

Donati al Comune i reperti archeologici del cardinale Baggio smartphone e tablet, che permetterà di trasmettere ai suoi utenti informazioni utili quali scadenze, appuntamenti, notizie sull’attività degli uffici comunali ma anche allarmi meteo oppure chiusura di strade o scuole. GOING metterà in rete tra di loro numerosi enti pubblici,ampliando sia il bacino di utenza che l’offerta di notizie a ed avvisi che potranno essere recapitati. A questo scopo il sindaco Paolo Bordignon, nel presentare il servizio Smart City, ha spiegato

La strenna natalizia per l’amministrazione comunale di Rosà porta il nome del cardinale Sebastiano Baggio. Il vescovo, nato in paese nel maggio del 1913 e scomparso all’età di 80 anni, si è occupato in Città del Vaticano, tra le altre, delle nunziature di El Salvador, Bolivia, Venezuela e Colombia. Nunzio apostolico dopo il secondo conflitto mondiale in Cile, Canada e Brasile, dove si è speso con dedizione nell’aiutare il lavoro dei missionari, tra i molteplici incarichi assunti nella lunga attività cardinalizia è stato nominato camerlengo e sotto-decano del collegio cardinalizio. Il cardinale, al quale l’amministrazione comunale ha intitolato nel settembre del 2003, in occasione del decimo anniversario della sua morte, la piazza antistante il Duomo, nel suo testamento aveva disposto di lasciare al Comune di Rosà i reperti archeologici donatigli durante le sue numerose missioni apostoliche. Esaudendo le sue disposizioni testamentarie, gli eredi Phanno avviato le pratiche 80 per la loro traslazione, dopo che il governo

cittadino ha individuato, presso la sede della Biblioteca comunale, il luogo ideale per la loro custodia ed esposizione pubblica. Toccherà ora al gruppo storico-archeologico “Medoacus” di Rosà, capeggiato dal maestro Palmiro Geremia, il compito di sistemare e proseguire il lavoro di catalogazione degli 89 reperti, lavoro iniziato dalla dott.ssa Chiara Baggio, archeologa e nipote dell’illustre cittadino. «Abbiamo accettato con riconoscenza la donazione – spiega l’assessore alla cultura Chiara Grandotto – nell’anno in cui ricorrono i 100 anni dalla nascita ed i 20 dalla scomparsa del cardinale. Stiamo valutando se sistemare tutti i reperti negli spazi della biblioteca, cuore culturale del nostro Paese, o se dividere il lascito ed esporne una parte anche nelle bacheche che, in Municipio, espongono già alcuni reperti provenienti dal sito archeologico della frazione di San Pietro. Scelta a parte, per Rosà questo è un lascito importante, un pezzo di storia che arricchisce l’intera nostra comunità».


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cassola | viabilità

LA CIRCONVALLAZIONE BASSANO-CASSOLA AI BLOCCHI DI PARTENZA di Cristina Lunardon

Stanziati 30 milioni per la “Bretella di San Giuseppe”

L

a convenzione tra la Regione Veneto, l’Anas e il Comune di Cassola è stata siglata nel 2007. Il progetto preliminare, approvato dal consiglio di amministrazione dell’Anas, è datato 2008. All’inizio del 2011 l’ATI (Associazione temporanea di Imprese), vincitrice della gara europea, ha consegnato il progetto definitivo, rimasto da allora fermo a Roma in attesa dello sblocco del fondo infrastrutture deciso dal Governo all’inizio del 2012. L’ultima legge di stabilità ha permesso però all’Anas di inserire, tra le opere appaltabili nel 2014, la “Variante alla SS47”, meglio

e l’area Tosano a San Giuseppe, con rotatorie e sottopassi lungo tutto il percorso.

nota come “Circonvallazione di San Giuseppe e San Zeno”, l’arteria è destinata a togliere il traffico di passaggio da Cà Baroncello e Viale Venezia, oltre che dai centri abitati di San Giuseppe e San Zeno, grazie alla creazione di un nuovo collegamento stradale tra la zona della concessionaria Fiat di via Capitelvecchio a Bassano

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La notizie dello sblocco dell’opera è stata data in consiglio comunale dal sindaco di Cassola Silvia Pasinato, che ha annunciato un incontro romano con i vertici dell’Anas per discutere di alcuni problemi logistici prima dell’approvazione del progetto definitivo, che poi dovrebbe procedere di pari passo con l’apertura dei cantieri. Attualmente chi arriva dal Trevigiano, ad eccezione del traffico pesante, e voglia raggiungere la provinciale per Vicenza o la statale della


Valsugana, si trova costretto a passare per Viale Venezia, Viale delle Fosse, Piazzale Cadorna e quindi dividersi per il quarto ponte o per Via Pecori Giraldi. Per immettersi invece sulla circonvallazione est per la “Gasparona”, deve attraversare il territorio di Cassola tra Fellette e San Zeno, con tutti i disagi che questa situazione comporta. Per non parlare di alcuni punti altamente critici dell’assetto viario attuale. Basta pensare alla zona del passaggio a livello a pochi metri dalla concessionaria Fiat, un tratto di strada strettissimo e molto trafficato soprattutto nelle ore di punta, per il quale da molto tempo i residenti ed i titolari delle attività produttive chiedono un intervento di messa in sicurezza. L’opera, il cui costo si aggira sui 30 milioni di euro, si articola in due rami: uno a partire dal Grifone, passando per via Asiago fino ai magazzini Nico; l’altro, dall’ipermercato Tosano, attraverso via Portile, passando a sud dell’auditorium

Vivaldi e procedendo verso ovest ,dove è previsto un primo sottopasso per la linea ferroviaria Trento-Veneiza, e poi fino a via Capitelvecchio, con un secondo sottopasso sulla linea ferroviaria BassanoPadova.

“Ritengo che questa sia un’opera fondamentale per l’intero comprensorio –

ha commentato l’assessore di Cassola Corrado Strazzabosco – inoltre permetterà ai cittadini del

nostro Comune di raggiungere con ancora maggior speditezza le vie di maggiore comunicazione con direzione sud e ovest. Auspico che l’Anas, dopo aver inserito l’opera tra quelle appaltabili nel 2014, dia la massima precedenza a questa strada, per la realizzazione della quale il Comune sta profondendo da anni il massimo sforzo”.

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La strada misurerà quattro chilometri e mezzo ed alla sua realizzazione farà seguito anche una serie di ampliamenti di altre arterie comunali, oltre alla realizzazione di nuove piste ciclabili. E se da una parte San Giuseppe e San Zeno potranno tirare un sospiro di sollievo, non è

detto che fra qualche anno non si realizzi anche il sogno del sindaco di Bassano, che qualche tempo fa, parlando appunto del progetto della bretella, aveva ipotizzato per il viale Venezia una nuova veste di zona a traffico limitato, con parcheggi comodi lungo la carreggiata, passaggi pedonali rialzati e tante aiuole.


bassano, marostica | ambiente

UN PROGETTO CONDIVISO DALLE DUE AMMINISTRAZIONI

Bassano e Marostica da scoprire camminando

O

ttanta chilometri di percorsi pedonali, 8 chilometri di percorsi ciclabili, 1000 metri di altezza massima sul livello del mare, 12 aree di parcheggio, 7 aree di sosta, 1 area didattica. Sono i numeri del “Percorso naturalistico dal Brenta alle colline di Bassano e Marostica”, nato come idea nel 2008 da un

tavolo di lavoro dei quartieri della Destra Brenta, Valrovina e San Michele, sviluppato a livello progettuale nel febbraio 2010 e giunto ora alla sua fase attuativa. Il percorso si inserisce all’interno del più ampio progetto AQuAS (Azioni per la Qualità, l’Attratività e lo Sviluppo Sostenibile dell’area Pedemontana del Brenta) presentato formalmente dall’IPA Pedemontana del Brenta e co-

finanziato Veneto.

dalla

Regione

del

L’idea di fondo è quella di creare un’unica identità allargata a tutto il territorio che permetta di valorizzare il patrimonio ambientale proponendolo come un’unica area fortemente attrattiva. Si tratta di un progetto rilevante, che intende valorizzare e mettere in rete percorsi già esistenti,

secolari, ma in parte dimenticati o non adeguatamente conosciuti. Due sono gli anelli principali che sono stati identificati nel territorio, uno a Bassano e l’altro a Marostica, dai quali originano una serie di altri percorsi minori che permettono di avvicinarsi alla conoscenza del territorio. P 84 L’anello di Bassano parte dal

di Cristina Lunardon

Ponte degli Alpini, sale verso Sant’Eusebio, si collega con l’Alta Via del Tabacco per poi raggiungere Caluga, e scendere lungo il Silan verso San Michele, area gemma, San Giorgio, Angarano e di nuovo ponte degli Alpini. L’anello di Marostica inizia con un interessante percorso intorno ai due castelli e prosegue percorrendo le sponde del torrente Longhella in direzione

di Vallonara, sale a Tortima lungo il sentiero dei Sette e da qui all’Altopiano; in quota, attraverso Fontanelle, si arriva a Rubbio e quindi a caluga e al Brenta, oppure si raggiunge san Michele e da qui la Val Trippona, via Rivana e Angarano. Il costo dell’intera operazione si aggira sui 950 mila euro, di cui 700 mila cofinanziati dalla Regione Veneto.


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bassano | lavori

IL PROGETTO ERA INSERITO NEL PIANO DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE

Approvata la nuova passerella sul Brenta

S

arà lungo 95 metri e largo 3 metri e mezzo il “quarto ponte” che solcherà il fiume Brenta dall’abitato di S.Eusebio all’Istituto Parolini, al confine con il comune di Pove del Grappa. Per la gioia di ciclisti e pedoni, che potranno godere di un nuovo punto di vista sul fiume, la passerella ciclopedonale, prevista tra gli interventi inseriti nel Biciplan, è entrata a far parte del programma triennale dei lavori pubblici adottato dalla giunta comunale di Bassano.

dell’opera si utilizzerà del legno lamellare. La scelta dei componenti è dettata dalla

volontà di privilegiare materiali compatibili con l’ambiente naturale, limitando quanto più

Il ponte sospeso, a campata unica, sarà retto da una serie di cavi ancorati a piloni di sostegno in acciaio, mentre per la parte calpestabile

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Nuovo look per il Lungobrenta Dovrebbe essere pronta tra qualche mese la scalinata che dal Ponte della Vittoria permetterà l’accesso al nuovo tratto di percorso progettato lungo l’argine a sud est del Ponte Vecchio, inserito nel piano delle opere pubbliche approvato dalla giunta comunale per l’anno 2014. possibile la cementificazione, nel rispetto della valenza ambientale e paesaggistica dell’area in cui la passerella sarà posizionata. Una’area che presenta molti vantaggi anche dal punto di vista logistico, oltre che un’importante valore storico. I tempi di esecuzione sono stimati in un anno e i lavori dovrebbero iniziare ad estate inoltrata. Il costo dell’opera è di 400 mila euro, finanziati interamente con risorse comunali. Secondo la presentazione,

scheda

di

“il progetto di un percorso ciclopedonale per l’attraversamento del fiume Brenta andrà a completare un più vasto intervento di riqualificazione e

L’idea è quella di riqualificare una zona che attende da anni un intervento migliorativo e dalla quale si potrà ammirare uno degli scorci più belli di Bassano, con vista sul manufatto palladiano e sugli antichi palazzi. Quella riva, da tempo abbandonata, sarà sistemata ed allargata permettendo a tutti di usufruirne senza problemi. Partendo dalla scalinata, il percorso proseguirà sotto il Ponte Nuovo e continuerà fiancheggiando via Porto di Brenta fino al retro di Palazzo Sturm, dove ha sede l’Urban Center e dove la strada incrocia via Portici Lunghi.

valorizzazione dei sentieri naturalistici presenti nel territorio comunale, e risulterà perfettamente integrato ai percorsi presenti in destra e sinistra Brenta. Preliminarmente alla fase progettuale - si legge ancora nella scheda tecnica - dovranno essere effettuate delle analisi idrogeologiche sull’area e sul regime idrico del fiume, nello specifico in merito ai dati relativi alle piene.” Fu proprio la piena del fiume a travolgere la passerella

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provvisoria utilizzata in occasione dell’adunata nazionale degli alpini del 2008, devastata dalla potenza dell’acqua che aveva smosso i componenti di calcestruzzo sparpagliandoli anche a parecchi metri di distanza l’uno dall’altro. Un’eventualità che non dovrebbe ripresentarsi, visto che il nuovo passaggio ciclopedonale sarà realizzato ben al di sopra del letto del fiume.


bassano | associazioni

INSERITA PER ERRORE NELL’ELENCO DEI BENI DA ALIENARE

La caserma Montegrappa non si vende

L’

allarme era scattato lo scorso ottobre, quando il nome della ex caserma Montegrappa era comparso nella lista dei beni che il Ministero della difesa voleva alienare per correggere i conti pubblici e portare a casa i 500 milioni previsti nella manovra salva-deficit. Una vera e propria mazzata per la città, orfana da qualche settimana del Tribunale, che si vedeva strappare anche lo storico immobile sul quale la sezione locale degli alpini aveva investito fondi ed energie per evitarne il declino. Ne era seguita una mobilitazione generale, anche grazie al social network ed alla costituzione immediata del gruppo facebook

di Cristina Lunardon

dichiarato in un comunicato ufficiale - appartiene di diritto alla

città di Bassano del Grappa e unitamente al Monte Grappa e al Ponte degli Alpini rappresenta uno dei cosiddetti beni immateriali che da sempre sono il simbolo per eccellenza degli Alpini di tutta Italia e non possiamo accettare che lo Stato li prenda a calci o peggio ancora li svenda per fare cassa.” “No alla vendita della caserma Montegrappa” i cui promotori si erano dichiarati disponibili ad impegnarsi a fianco di Comune e Regione anche per studiare attività di volontariato che potessero ammortizzare i costi di manutenzione del manufatto, nel caso fosse stato necessario reperire fondi per il suo acquisto.

“La Caserma Montegrappa – avevano

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Poi si era mosso Palazzo Balbi, che a fine dicembre aveva inserito la ex casema Montegrappa tra i beni immobili da trasferire nel patrimonio della Regione Veneto, allo scopo di evitare la sua vendita a privati e mantenerne una funzione pubblica. La scorsa settimana, infine, la buona notizia, che ha fatto


Storia della Caserma Montegrappa esplodere in una bolla di sapone le polemiche e le preoccupazioni dei mesi passati: la ex caserma Montegrappa non ha mai rischiato di essere venduta, essendo già stata da tempo trasferita al Demanio. Si sarebbe trattato, in sostanza, di un mero errore di trascrizione. L’annuncio è stato dato dal sindaco di Bassano Stefano Cimatti, dopo un incontro a Venezia con il direttore dell’Agenzia del Demanio veneto Piergiorgio Allegroni, al quale si era rivolto per avere lumi sulla questione. Durante la riunione, sono state inoltre tracciate le linee guida sulla destinazione futura dell’immobile, per il quale si sarebbe già avviata una trattativa con l’Ater per la costruzione di alcune abitazione per l’edilizia popolare nella parte a sud del complesso, in cambio della sistemazione, a proprie spese, di un’ala della vecchia caserma, dove troverebbe posto la sede del commissariato di polizia. Mentre per la palazzina storica che si affaccia sul viale Venezia l’idea sarebbe quella di riservarla

Il 3 febbraio 1914 si stipulava una convenzione tra l’ Amministrazione Militare ed il Comune di Bassano del Grappa, circa il concorso del medesimo nella spesa per la costruzione di una caserma per l’acquartieramento di un gruppo d’artiglieria da campagna. I quattro lati della superficie destinata alla costruzione della Caserma formavano quasi un quadrato (144 m x 147 m) con due entrate, una da Viale Venezia e l’altra lungo l’attuale via Gaidon. I primi lavori di ampliamento e sistemazione si ebbero alla fine del 1935, con l’allestimento di nuove camerate nella prospettiva di aumentare la forza presente, e la costruzione del monumento alla Patria, realizzato in un primo tempo davanti alla palazzina del comando, del quale resta la statua di bronzo che rappresenta la Vittoria Alata. Nel 1938 fu costruito il primo refettorio nella parte sud della caserma. Dopo la seconda guerra mondiale, negli anni ‘50, la caserma fu ampliata per realizzare un parco macchine. Il primo nome attribuito alla Caserma fu conferito in onore alle “Medaglie d’Oro del Grappa”. Nel 1940 fu cambiato nome in ricordo della “Medaglia d’Oro Ten. Efrem REATTO” caduto in Africa Orientale il 27 febbraio 1936. Tale nome rimase sino al 1943. Dopo la guerra si ripristino’ la dizione originale di caserma “Monte Grappa”.

alla città, assegnandola agli alpini e a qualche altra realtà associativa. Il tutto senza oneri a carico della municipalità. Le reazioni, anche se prudenti, sono state subito positive. Il presidente della sezione Ana Montegrappa, Giusepep Rugolo, attende le carte ufficiali prima di cantare vittoria, ma già pensa ai vantaggi del trasferimento della sede operativa del gruppo, dislocata ora in via Angarano

con tutti i problemi logistici e di parcheggio che ne derivano, e alla possibilità di dotare il museo alpino, che continua ad arricchirsi di reperti e pezzi, di una sede staccata. Da stabile abbandonato, dunque, a nuovo polo turistico e attrattivo. Un obiettivo che acquista un valore aggiunto, all’avvio delle celebrazioni in occasione del Centenario della Grande Guerra.

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pove | iniziative

L’ AMMINISTRAZIONE COMUNALE HA MODIFICATO LA TOPONOMASTICA CITTADINA di Cristina Lunardon

Pove dedica le sue piazze agli Scalpellini e agli Alpini

L

a cerimonia di intitolazione della piazza principale - ex Piazza Europa si è svolta il 13 dicembre, giorno in cui il paese festeggia ogni anno la categoria alla quale è stato intitolato il foro cittadino.

“Queste scelte non sono ovviamente casuali – hanno precisato gli amministratori ma sono frutto del desiderio di ricordare

e onorare due diverse categorie che hanno contraddistinto la storia del nostro comune. Quello dello scalpellino è un mestiere che ha

coinvolto per secoli tutta la nostra comunità, intere famiglie, che hanno convissuto con la polvere delle cave, con le fatiche e le malattie di quegli uomini impegnati a staccare la roccia dal monte, a trasportarla per poi tagliarla e sagomarla. Uomini che solo con la grande conoscenza acquisita con l’esperienza, hanno saputo plasmare quella dura e ostile materia. E’ la storia stessa, che ci mostra come gli scalpellini povesi hanno saputo dare lustro al nostro paese facendo apprezzare il loro lavoro, faticoso e paziente, ben oltre i confini italiani.” Già nel Cinquecento Pove era famosa per i suoi marmi e le

sue maestranze. A testimoniarlo è lo stesso architetto Vincenzo Scamozzi, che nel suo Trattato riconosce sull’architettura universale alle cave e agli scalpellini povesi una notorietà diffusa su tutto il territorio vicentino. Da Pove gli scalpellini furono chiamati da Napoleone a lavorare nelle Procuratie di San Marco a Venezia, e dal Canova per la costruzione dei tempio di Possagno. Ma anche all’estero, dove emigravano stagionalmente, rimangono testimonianze dell’attività degli scalpellini povesi: la Basilica di Santa Teresa a Lisieux in Francia, il monumento alla Regina Elisabetta in Germania, il Palazzo del Governo a Berlino e, dopo l’ultimo conflitto mondiale, il Monumento all’Europa a Bruxelles. Tra le opere che si conservano nelle vicinanze, invece, il Tempio Ossario di Bassano, l’Ossario di Asiago e l’Ossario del Grappa. Da scalpellino a scultore, nei primi anni dell’Ottocento il povese Antonio Bosa, discepolo

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e ammiratore del Canova, riesce ad emergere al di fuori del territorio lasciando soprattutto a Venezia numerose opere di grande valore. A lui è intitolato il Museo dello Scalpellino, ospitato nei locali della biblioteca comunale di Pove, dove si conservano numerosi attrezzi del mestiere, foto e modelli in gesso. Il 19 gennaio toccherà invece allo spazio antistante la chiesa, che diventerà Piazza degli Alpini.

“Gli Alpini si sono assicurati meriti senza fine per la loro costante disponibilità in tutte le iniziative di carattere sociale fiorite nelle comunità piccole e grandi – proseguono gli amministratori - si sono posti e si pongono sempre in testa quando c’è da spendersi nel volontariato e per i bisogni locali! Hanno portato aiuto in tutte le regioni d’Italia colpite da avversità e si sono spinti anche fuori dei confini nazionali, il loro primo motto è “aiutare”. Abbiamo ritenuto doveroso ricordare queste due categorie anche per lasciare una testimonianza tangibile alle nuove generazioni di quanto hanno fatto per il nostro comune, e non solo”.


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