Speciale Sport & Scuole 2015

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palestra

ciclismo

arti marziali

formazione

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vivere bene

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BAMBINI E CICLISMO

LA CAPOEIRA

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LA POLE-DANCE: UN’ESPLOSIONE DI FEMMINILITÀ

PRIMO SOCCORSO, GLI OBBLIGHI DELLE SOCIETÀ SPORTIVE

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11 AUTOSTIMA ALLE STELLE CON LA DANZA DEL VENTRE

I 10 PIÙ GRANDI BALLERINI DEL ‘900

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17 COME INVECCHIARE BENE DIMOSTRANDO 10 ANNI DI MENO

TACCHI ALTI?

20 DO YOU SPEAK ENGLISH?

21 23 LA BREAKDANCE, L’ANIMA DELLA CULTURA HIP-HOP

LA MUSICA COME SPECCHIO DELL’ANIMA

22 GIOCHIAMO ALL’ARIA APERTA!

28 KARATE: MOLTO PIÙ DI UNO SPORT

30 FALSI MITI SULL’ATTIVITÀ IN PALESTRA

in acqua

corsi di ballo

IN FORMA CON IL JAZZERCISE Più di 40 anni fa, Judi Sheppard Missett, una ballerina ricca di passione per la danza e per la musica jazz, ebbe l’idea di fondere in un unico programma di body conditioning il ritmo del ballo e i principi di allenamento del fitness: così nacque il Jazzercise, una disciplina ormai diffusa nelle palestre di tutto il mondo, ideale per chi desidera dimagrire o mantenersi in forma divertendosi.

che 600 calorie. Inoltre, è un allenamento che migliora la respirazione, aumentando la resistenza, e la postura, grazie agli esercizi di stretching. Il Jazzercise è poi perfetto per tonificare glutei e gambe in poco tempo e per combattere la tanto odiata cellulite. A risentire positivamente dei benefici del Jazzercize, inoltre, saranno anche l’agilità, la flessibilità e l’equilibrio del corpo.

Cos’è il Jazzercise?

Dal punto di vista psicologico, invece, il Jazzercise è un modo sano e divertente per scaricare lo stress e rilassarsi, eliminando le tensioni accumulate durante il giorno a ritmo di musica.

Una lezione di Jazzercise, infatti, solitamente dura un’ora e si suddivide in quattro fasi: riscaldamento, cardio, tonificazione e stretching. Durante la fase di riscaldamento si preparano i muscoli allo sforzo successivo, mentre nelle fasi di cardio e tonificazione si allenano il sistema cardiovascolare e i muscoli a ritmo di musica jazz, hip hop, funky, pop, rock, o latina. La fase finale della lezione, infine, prende ispirazione dalle discipline statiche, come lo yoga e il pilates, per concentrarsi sul rilassamento e sul raffreddamento di muscoli e articolazioni.

Jazzercize classico e non solo

I benefici che si possono ricavare dal praticare Jazzercise sono molteplici e riguardano non solo la sfera fisica, ma anche quella psichica.

IL FITNESS IN VERSIONE “HYDRO”

L’AUTODIFESA CON IL KRAV MAGA

musica

I benefici del Jazzercize

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corsi di lingue

Il Jazzercise è un programma fitness che unisce i movimenti coreografici della danza jazz con la struttura tipica della seduta aerobica, prendendo in prestito alcuni elementi anche dal pilates, dallo yoga e dalla kickboxing.

SCATENATI CON ZUMBA!

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yoga e pilates

Per quanto riguarda i benefici fisici, anzitutto, il Jazzercise è un ottimo modo per dimagrire, visto che in un’ora di esercizio si arriva a bruciare an-

Con il passare degli anni, il Jazzercise classico è stato modificato ed adattato per rispondere alle diverse esigenze di una clientela sempre più ampia e diversificata, giungendo alla creazione di diversi format di allenamento. In particolare, il Jazzercise Body Sculpting è una variante che ha lo scopo di scolpire le varie fasce muscolari del corpo, come gli addominali, i glutei, le braccia e le gambe, mentre il Jazzercise Express è nato come alternativa per coloro che hanno poco tempo da dedicare al mantenimento della propria forma fisica. In quest’ultimo caso, dunque, l’allenamento non durerà più un’ora, ma solamente 30 minuti, concentrando il lavoro in modo da ottenere gli stessi benefici. Infine, c’è anche un tipo di allenamento pensato appositamente per i bambini: lo Junior Jazzercise, creato per i giovani atleti dai 6 agli 11 anni.



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BAMBINI E CICLISMO lare l’equilibrio, la reazione motoria, l’orientamento spazio-temporale, la combinazione motoria, la fantasia, il ritmo ecc. Tutte attività che sono basilari nel ciclismo, ma che non contrastano per forza con il divertimento. Ad ogni modo, il principio fondamentale che tutti gli allenatori dovrebbero seguire è quello di assecondare i tempi e le esigenze del bambino, senza tentare di anticiparne la crescita: anche se questo metodo potrebbe portare a dei “risultati” nell’immediato, a lungo andare finirebbe per essere controproducente e fallimentare, provocando l’allontanamento dal mondo del ciclismo di chi, invece, avrebbe voluto amare questo bellissimo sport.

Il ciclismo è uno sport affascinante che, oltre a rendere più forti e più resistenti, migliora notevolmente le capacità di equilibrio e coordinazione motoria. E’ uno sport che, sicuramente, può essere molto divertente ed appassionante, ma che, allo stesso tempo, richiede tanta forza di volontà e grandi sacrifici. Per questo motivo, avviare i bambini al ciclismo può non essere semplice: nonostante andare in bicicletta sia una delle cose che si impara sin da piccoli, far appassionare un bambino al ciclismo richiede invece molta esperienza, attenzione e pazienza, non solo da parte dell’allenatore, che dev’essere ovviamente preparato e competente, ma anche degli stessi genitori, che devono saper guidare il figlio nel percorso di apprendimento e scoperta di questa disciplina. Solitamente, la fascia di età maggiormente interessata è quella che va dai 7 ai 12 anni. Gli allenatori che si trovano a gestire questi ragazzi devono considerare anzitutto che, a quell’età, allenamenti troppo lunghi ed estenuanti non sono molto graditi e, anzi,

rischiano di essere controproducenti e dannosi da un punto di vista fisiologico (non bisogna dimenticare, infatti, che il bambino attraversa, fra i 7 e i 12 anni, una fase molto delicata del suo sviluppo psicofisico). L’allenatore, dunque, dovrà cercare di far divertire il ragazzo e di farlo appassionare a questa affascinante disciplina, sottoponendolo ad allenamenti divertenti e vari, e mai ripetitivi, noiosi o eccessivamente pesanti e faticosi. Un’impresa non da poco, visto che la preparazione al ciclismo prevede lavori

di quantità alternati a vari esercizi di rapidità, ripetute di forza resistente, ripetute di forza rapida ed altri esercizi di questo tipo: l’abilità dell’allenatore, allora, starà proprio nel riuscire a far “digerire” la fatica di questi allenamenti, facendoli vivere al ragazzo come una sorta di divertimento. In particolare, nella fascia che va dai 7 ai 10 anni, è opportuno che l’allenatore lavori soprattutto sull’acquisizione delle capacità coordinative generali, dopo di che potrà passare a lavori più complessi, capaci di stimo-

“SOLITAMENTE, LA FASCIA DI ETÀ MAGGIORMENTE INTERESSATA È QUELLA CHE VA DAI 7 AI 12 ANNI.”


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PRIMO SOCCORSO, GLI OBBLIGHI DELLE SOCIETÀ SPORTIVE Con il Decreto Legislativo del 24 aprile 2013, il Ministro della Salute, in concerto con il Ministro delegato al Turismo ed allo Sport, ha disposto “garanzie sanitarie mediante l’obbligo di idonea certificazione medica, nonché linee guida per l’effettuazione di controlli sanitari sui praticanti e per la dotazione e l’impiego, da parte delle società sportive sia professionistiche sia dilettantistiche, di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita”.

Questo significa che, per legge, le società sportive dilettantistiche e quelle sportive professionistiche hanno l’obbligo di dotarsi di defibrillatori semiautomatici, che dovranno essere sempre facilmente accessibili, adeguatamente segnalati e perfettamente funzionanti. Inoltre, è indispensabile che presso ogni società ci sia del personale adeguatamente formato, sempre pronto ad intervenire nel caso in cui vi sia bisogno di utilizzare tali dispositivi. Al di là dell’obbligo dettato dalla legge,

per le società dilettantistiche, preparare gli operatori sportivi ad affrontare ogni tipo di emergenza, anche con l’utilizzo del defibrillatore semi-automatico, rimane comunque una pratica fondamentale per garantire la sicurezza degli sportivi. I corsi di primo soccorso, quindi, non dovrebbero essere percepiti come un’imposizione, ma come un’opportunità per accrescere il proprio bagaglio culturale.

I corsi di primo soccorso sono aperti a chiunque abbia il desiderio di ricevere informazioni base di primo intervento: non solo dipendenti di aziende o associazioni sportive, dunque, ma chiunque voglia imparare a salvare vite umane, in caso di emergenza.



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LA CAPOEIRA La capoeira è un’arte marziale di origine afro-brasiliana, la cui storia nasce ai tempi della dominazione portoghese, spagnola e olandese nelle terre del Sudamerica, in cui venivano deportati moltissimi schiavi da svariati paesi dell’Africa per farli lavorare nelle piantagioni del nuovo continente. Questi schiavi, privati di ogni diritto, col tempo iniziarono a studiare e creare un modo per imparare a combattere e difendersi dalle angherie dei loro padroni, ma essendo appunto degli schiavi non era loro concesso di allenarsi, e così iniziarono a “nascondere” nei loro balli e nei riti tribali

i movimenti dell’arte marziale che si stava venendo a creare, la capoeira, una lotta in cui si privilegia l’uso dei calci, ma che coinvolge tutto il corpo attraverso movimenti acrobatici, di attacco e di difesa. Inizialmente dichiarata proibita, in quanto strumento di difesa per coloro che erano sottomessi, la capoeira ha continuato a vivere e svilupparsi nell’ombra dei Quilombos nascosti nelle foreste, dove si radunavano gli schiavi fuggiti, e questa condizione di illegalità perdurò anche dopo l’abolizione della schiavitù, in quanto coloro che erano stati schiavi venivano

sempre considerati ad un livello inferiore, e la capoeira era sempre vista come un genere di lotta destinata a chi apparteneva a questo ceto sociale. Soltanto nel 1937, grazie all’intervento di Mestre Bimba, che creò un codice etico e una serie di movimenti di base da cui partire per l’insegnamento, la capeoira venne riorganizzata e da lotta di strada divenne una vera e propria arte marziale, ed iniziò ad essere insegnata nelle palestre. Col tempo quest’arte, che ancora oggi è in continua evoluzione e cambiamento, che stimola la creatività,

“INIZIALMENTE DICHIARATA PROIBITA, IN QUANTO STRUMENTO DI DIFESA PER COLORO CHE ERANO SOTTOMESSI...”


l’astuzia, la flessibilità del corpo, lo sviluppo della muscolatura e della capacità cardiovascolare, è diventata oramai in Brasile un simbolo nazionale, tanto che lì è famosa e praticata quanto il calcio (se non di più), e nel 2014 la “roda” di capoeira (cioè il cerchio che viene formato dai capoeristi all’interno del quale si fa capoeira) è stata dichiarata patrimonio immateriale dell’umanità dall’UNESCO, ed è un’ottima occasione per chiunque, di qualsiasi sesso o età, per accrescere il proprio benessere a livello fisico e mentale. Ancora oggi, come nel passato, la

capoeira è sempre combinata con la musica, che accompagna ogni allenamento ed esibizione tramite lo strumento principale che è il berimbau, unito ad elementi di percussione che arricchiscono il ritmo, e insieme ad essa vengono tramandati altri elementi tipici della cultura afro-brasiliana, come samba (danza) e maculelè (danza di guerra).


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LA POLE-DANCE: UN’ESPLOSIONE DI FEMMINILITÀ Tutti ne parlano, tanti già la praticano e tantissimi vorrebbero farlo, ma hanno ancora tante curiosità da togliersi. Di cosa stiamo parlando? Della Pole Dance: disciplina sportiva nuova, completa, utilissima per modellare e tonificare il corpo e per accrescere femminilità e autostima, in modo divertente. C’è chi inizia perché spinta dall’amica, chi perché l’ha visto in tv, chi perché è stufo dei soliti corsi e vuole provare qualcosa di nuovo. Qualunque sia la motivazione, difficilmente si resterà delusi dall’esperienza, anzi. La Pole Dance lavora in modo com-

pleto, insegnando gradualmente come far volteggiare in maniera aggraziata e armoniosa il proprio corpo intorno al palo. Nella Pole Dance esistono tantissimi stili e discipline, per ciascuno dei quali sono nati appassionanti campionati e contest in tutto il mondo. C’è il Pole Sport, più ginnico e acrobatico, il Pole Art, più interpretativo e contemporaneo, e l’Exotic, più sensuale e da eseguire rigorosamente su apposite scarpe col tacco. Tantissime persone con indole, personalità ed esigenze differenti hanno già trovato la loro strada in questo sport,

La “weLOVEpole” associazione sportiva dilettantistica è il primo e l’unico “Pole Dancing Studio” nel territorio bassanese, un ambiente esclusivo, accogliente e completamente rinnovato. Via Trozzetti, 77 - Bassano del Grappa (VI) - Tel. 347 0833446 welovepole@gmail.com www.facebook.com/welovepoleasd

così completo e coinvolgente. Completo perché è un lavoro a corpo libero in cui il peso è il proprio corpo e la leva è il palo, la progressione è quindi naturale e graduale, tutti i muscoli imparano un po’ alla volta a sviluppare la forza necessaria per eseguire i trick e, di conseguenza, il corpo intero si affina e si modella armoniosamente. Coinvolgente perché nessuna lezione è uguale alla precedente, si parte dalle basi e si imparano figure via via sempre più difficili, fino ad imparare ad unirle in combo sempre più spettacolari e fluide.

“QUALUNQUE SIA LA MOTIVAZIONE, DIFFICILMENTE SI RESTERÀ DELUSI DALL’ESPERIENZA, ANZI.”

• POLE DANCE • FLEXY • STILETTO POLE • POLE POWER • FLOOR TO POLE Le insegnanti preparate e competenti vi aiuteranno ad apprendere in modo corretto e in sicurezza le tecniche di ogni singola attività per acquisire e migliorare la vostra forza, flessibilità e portamento all’insegna del divertimento


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AUTOSTIMA ALLE STELLE CON LA DANZA DEL VENTRE Nata in Oriente come gesto di seduzione e giunta in Occidente tramite film e leggende, da qualche anno la danza del ventre è stata riscoperta come disciplina sportiva: che sia per il fascino esoterico esercitato dalla cultura araba, tra l’altro sempre più presente sul nostro territorio, che sia solo per gusto di sperimentare attività nuove e “di tendenza”, in ogni caso sono sempre più donne si dedicano a questa ginnastica particolare. Il segreto del successo della danza del ventre risiede, anzitutto, nei benefici che essa apporta a livello fisico: le donne che praticano danza del ventre, infatti, sono più eleganti ed armoniose,

perché l’intenso lavoro addominale migliora il controllo muscolare, la flessibilità, l’equilibrio e la tonicità dei muscoli, intervenendo dunque anche su respiro e postura. Ma non è tutto. Ciò che rende la danza del ventre una disciplina apprezzata da tutte le donne del mondo è la capacità di migliorare la consapevolezza del proprio corpo e, di conseguenza, di aumentare l’autostima: la danza del ventre, infatti, nonostante sia un ballo molto sensuale ed erotico, che mette al centro dell’attenzione il corpo della donna, crea una forte personificazione, ovvero un senso positivo di controllo del proprio corpo,

che permette di percepirlo come entità degna di rispetto, al contrario di ciò che avviene con l’auto-oggettivazione, che si verifica invece quando una persona cerca di adeguarsi a ciò che, secondo lei, gli altri desiderano o vorrebbero vedere. A dimostrare l’efficacia della danza del ventre contro il problema dell’insoddisfazione per la propria immagine corporea - cosa che, soprattutto in Occidente, dipende principalmente dal peso - ci ha pensato uno studio condotto della Flinders University di Adelaide, in Australia, che ha sottoposto ad un questionario sulla consapevolezza del corpo, sull’autostima e sul giudizio degli

altri 112 danzatrici del ventre e 101 donne che, invece, non conoscevano o non avevano mai provato questa disciplina: dalle risposte delle intervistate è emerso che chi pratica danza del ventre dimostra di essere più soddisfatta di sé, più sicura e meno incline alla depressione e all’ansia; inoltre, al contrario di quanto si potrebbe pensare, le danzatrici del ventre non sono soggette ad autooggettivazione, quindi non si percepiscono come dei meri oggetti sessuali, ma come persone intelligenti e degne di rispetto. Al contrario, le donne che non danzano dimostrano di confondere spesso la sensualità con la leggerezza.

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I 10 PIÙ GRANDI BALLERINI DEL ‘900 Jackson è stato stato un innovatore autodidatta, che ha reso i moderni video musicali di tendenza.

6) Sylvie Guillem

Guillem ha cambiato il volto del Balletto, andando oltre i confini abituali con naturalità e grande coraggio. Invece di passare tutta la sua carriera in produzioni “sicure”, ha fatto scelte coraggiose ma ugualmente di successo, come “Raymonda” e il rivoluzionario “In The Middle Somewhat Elevated “di Forsythe.

7) Gene Kelly Dalla danza classica alla contemporanea, dall’hip-hop alla salsa, dalle danze orientali al flamenco: ogni tipo di danza ha avuto le sue grandi etoile, ballerini e ballerine incredibilmente talentuosi che hanno dedicato la loro vita alla loro più grande passione, la danza. Stilare una classifica dei miglior dieci ballerini del XX secolo è molto difficile, se non impossibile. Ogni ballerino, infatti, ha delle caratteristiche peculiari che rendono il suo stile unico ed inimitabile. Tuttavia, ci sono delle grandi stelle della danza che, per tecnica, equilibrio, potenza ed intensità, si sono distinte, entrando di fatto a far parte dei migliori danzatori della storia del ‘900 e diventando un punto di riferimento nel mondo della danza.

1) Rudolf Nureyev

Con il suo carisma incredibile e le sue performance altamente intense ed emozionanti, Nureyev è riuscito ad affascinare milioni di persone in tutto il mondo. L’esibizione di Nureyev e Fonteyn in “Romeo e Giulietta” rimane a tutt’oggi

sta forma d’arte per più di due decenni, Baryshnikov è ancora uno dei ballerini più influenti del nostro tempo.

3) Fred Astaire & Ginger Rogers

Fred & Ginger, con il loro stile, hanno portato la loro danza elegante e seducente al grande pubblico, in tempi ancora molto pudici. Con i loro sguardi intensi e pieni di passione, hanno fatto emozionare il pubblico di tutto il mondo.

4) Joaquín Cortés una delle più importanti ed emozionanti esibizioni classiche nella storia del balletto.

2) Mikhail Baryshnikov

Baryshnikov ha ricoperto il ruolo di protagonista in decine di balletti in tutto il mondo. A lui va il merito di aver reso popolare la cultura del mondo del Balletto alla fine degli anni ‘70 e primi anni ‘80. Volto rappresentativo di que-

Star durante il periodo d’oro del Musical ad Hollywood, Kelly è considerato un grande innovatore in questo settore. Il suo stile ibrido, a metà tra danza moderna e classica, ha portato la danza del Musical al cinema e teatro.

8) Josephine Baker

Associata principalmente al periodo Jazz, è stata la prima celebrità al mondo di origine africana. Con il suo fascino esotico e il suo talento, la Baker riuscì a conquistare il pubblico francese, esibendosi alle Folies Bergère.

Con il suo atteggiamento sicuro e sensuale, lui è uno dei pochi ballerini della storia che è riuscito a diventare anche un sex symbol di fama mondiale, amato da uomini e donne. Grazie alla sua popolarità, Cortés è riuscito a far amare il flamenco al grande pubblico.

9) Martha Graham

5) Michael Jackson

10) Vaslav Nijinsky

La sua grazia naturale, la flessibilità e il ritmo sorprendente hanno dato vita all’originale “Jackson Style”, che ha influenzato moltissimo il mondo del pop e dell’ hip-hop attuale. Micheal

E’ considerata la madre della danza moderna. L’uso di specifici movimenti del corpo, come la contrazione, il rilascio, e spirale, ha esercitato una profonda influenza sul mondo della danza.

E’ stato uno dei più bravi ballerini maschi nella storia, noto per la sua straordinaria capacità di sfidare la gravità con i suoi magnifici salti, e anche per la sua capacità di caratterizzazione intensa.



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SCATENATI CON ZUMBA! Scuotere tutto il corpo a ritmo di musica, in un’atmosfera festosa e capace di coinvolgere persone di tutte le età: questo è Zumba, la popolare danza-fitness di ispirazione latinoamericana che fonde i passi di salsa, merengue, reggaeton e flamenco in una una lezione aerobica che coinvolge tutti i muscoli del corpo. Questo metodo di allenamento è ormai divenuto un vero e proprio fenomeno internazionale, con corsi seguiti da milioni di persone in tutto il mondo. D’altra parte, Zumba non è solo una danza, ma è un vero e proprio programma di fitness molto efficace, che, come conferma uno studio dell’American Council on Exer-

cise (ACE) eseguito in collaborazione con l’Università del Wisconsin, alterna alta e bassa intensità, in modo da bruciare molte più calorie rispetto ad un’attività, come ad esempio la corsa, in cui la frequenza cardiaca rimane costante. Inoltre, come qualsiasi allenamento cardiovascolare, Zumba è un’attività che regala molti altri benefici: seguire costantemente un corso di Zumba per almeno due volte alla settimana, infatti, permette di sviluppare una maggiore capacità di resistenza, porta ad un aumento della densità ossea, è utile per l’abbassamento della pressione sanguigna e, grazie a movimenti precisi e mirati, riesce a

svegliare il metabolismo, innalzare il dispendio energetico e a tonificare i muscoli. Senza considerare poi che, essendo un allenamento basato sulla danza, Zumba riesce ad influire, proprio come il ballo, anche a livello psicologico ed emotivo, contribuendo a smaltire lo stress e l’energia negativa, e favorendo al contempo la socialità e la capacità di interazione. Trattandosi di un’attività di gruppo, infatti, Zumba è un ottimo modo per socializzare e fare nuove conoscenze, ma anche per vincere la timidezza.

E se non so ballare?

Il successo di Zumba risiede proprio

nella sua semplicità e nella possibilità di eseguire intere coreografie anche senza aver mai mosso un passo di danza. Zumba, infatti, è stato ideato proprio come una danza semplice e divertente, adatta a tutti. Qualsiasi sia il livello di partenza o qualsiasi sia l’età, dunque, questa danza-fitness è in grado di coinvolgere chiunque, variando l’intensità e il livello di difficoltà degli esercizi sulla base della condizione fisica dei partecipanti. Inoltre, all’interno del mondo Zumba, esistono diversi percorsi specifici, dedicati a chi ha esigenze particolari: Zumba fitness è il programma per chi vuole fare attività fisica divertendosi su ritmi

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coinvolgenti; Zumba Toning, invece, si concentra soprattutto sulla tonificazione; le lezioni di Zumba Gold, poi, sono dedicate agli over 65, mentre quelle di Zumba Kids sono destinate ai ragazzi fino ai 12 anni di età; chi vuole tonificare gambe e glutei, invece, può optare per un corso di Zumba Step, altrimenti per chi desidera allenare gli addominali c’è Zumba Sentao.

Le lezioni di Zumba

Le lezioni di Zumba sono strutturate come una tradizionale lezione di aerobica, quindi prevedono una fase di riscaldamento, una fase aerobica e una di defaticamento. Ogni lezione inizia con un brano di riscaldamento, per

poi proseguire con circa 10 pezzi di musica intensa e ritmata, come merengue, samba, reggaeton e altri generi simili. Alla fine, poi, due brani accompagnano i movimenti di defaticamento per abbassare anche la frequenza cardiaca. Dato che, con il passare del tempo, all’interno di ogni lezione vengono inseriti nuovi passi e coreografie più complesse, è consigliabile seguire il corso di Zumba sin dall’inizio e, soprattutto, con costanza. Le prime lezioni, in particolare, sono fondamentali per imparare la tecnica. Anche per quanto riguarda l’abbigliamento, Zumba si distingue per la sua vivacità: solitamente, gli istruttori e gli allievi indossano abiti comodi (come

una tuta con pantalone largo e una maglia di cotone ampia) e dai colori sgargianti, quasi fluo.

Il divertimento di Zumba in acqua

Per chi desidera divertirsi con Zumba, senza però correre alcun rischio per le articolazioni, è stato ideato un allenamento specifico, che unisce la filosofia di Zumba con i benefici dell’attività in acqua: si tratta dell’Aqua Zumba, un programma di danza-fitness completo, divertente e super energico. Uno degli aspetti più interessanti dell’Aqua Zumba è sicuramente quello che riguarda la sicurezza delle articolazioni, dei tendini e delle ossa: facendo eserci-

zio in acqua, infatti, non c’è pericolo di sforzare troppo queste delicate parti del corpo; anzi, la pressione che l’acqua esercita sul corpo ha addirittura un effetto anti-infiammatorio. L’esercizio in acqua, inoltre, richiede al corpo uno sforzo maggiore per muoversi e per combattere la resistenza, e questo si traduce in un maggior dispendio energetico: durante una lezione di Aqua Zumba di 45 minuti si possono bruciare fino a 400 calorie, divertendosi e sentendo pochissimo la fatica. La resistenza dell’acqua, poi, aiuta a rendere più tonica la massa muscolare, rendendo così più sodi e affusolati glutei, gambe, braccia e addominali.


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TACCHI ALTI? Splendide, intrecciate, colorate, estremamente sexy, con tacco a spillo o con la zeppa, sono loro le protagoniste della moda attuale, ma quanto alte sono? Anche 16 cm! Dei veri trampoli! Sicuramente i fisiatri visiteranno molte signore in futuro a causa del mal di schiena provocato dalle scarpe a tacco alto. In effetti il corpo si sbilancia in avanti, si inarca eccessivamente il tratto lombare e l’equilibrio viene rimesso in discussione per poter mantenere la nuova postura. Lo psicologo Luca Goldoni, in un articolo recente scrive: ”perché la legge persegue i sofisticatori alimentari e ignora quegli stilisti che provocano un

altro genere di danno all’organismo? E perché non obbliga i calzaturieri a imprimere su certi modelli (come sulle sigarette) ”nuoce gravemente alla salute”? Un famoso ortopedico francese, invece, quando si vide arrivare in studio una paziente con scarpe dai tacchi a trampolo, che accusava forti mal di schiena, le chiese di toglierle e…zac! Dimezzò i tacchi! Porgendo le scarpe alla signora, poi disse: ”Questa è la giusta misura! Ora non soffrirà più di mal di schiena!” Senza essere così estremisti, si può fare prevenzione per evitare il mal di schiena a tutte le donne che amano indossare scarpe a tacco alto o per tutte

coloro che sono costrette a sfilare sulle passerelle di moda. Il mio consiglio è quello di eseguire tutti i giorni semplici esercizi di ginnastica vertebrale, antalgica e posturale. Eccone alcuni: 1) Decubito supino: flettere le ginocchia al petto, retro-mento, braccia lungo i fianchi, inspirare ed espirare lentamente per alcuni minuti; 2) Seduta sulla sedia: basculare il bacino in avanti inspirando e indietro espirando; 3) Stazione quadrupedica: “il gatto” gonfia la pancia inspirando e fa la gobba espirando;

4) In piedi, dorso alla parete, gambe semipiegate e leggermente divaricate: toccare la parete con la curva lombare e cervicale espirando e ritorno inspirando. Ma anche: 1) Allungare i muscoli della catena posteriore, antigravitari, che sono più sollecitati in accorciamento; 2) migliorare la deambulazione e la postura con esercizi di coordinazione e di equilibrio tramite l’uso di attrezzi specifici. Anna Camonico Insegnante educazione fisica, Punto Motorio


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COME INVECCHIARE BENE DIMOSTRANDO 10 ANNI DI MENO Secondo una ricerca condotta dall’Università della California le donne sottoposte a stress cronico sarebbero, da un punto di vista cellulare, 10 anni più vecchie rispetto alla loro età anagrafica. Perché? Secondo la dott. Simonetta Marucci, la spiegazione è biochimica, perché i maschi possono contare sugli ormoni sessuali per proteggersi dalle aggregazioni esterne, mentre le femmine sono difese solo dall’apparato surrenale, che è il primo ad essere colpito dallo stress. Quando gli stimoli diventano troppi e troppo ravvicinati tra

loro, l’organismo non riesce più a reagire, s’indebolisce e cede, quindi invecchia. Quel che fa la differenza però è la capacità di adattamento agli stimoli esterni. Esistono varie strategie per combattere l’invecchiamento da stress. Le armi classiche sono il movimento e la socialità. C’è poi un altro segreto, meno conosciuto ma altrettanto valido, per recuperare vitalità, invecchiare meglio e più lentamente: uscire dal vortice degli impegni con il controllo mentale dello stress. Come? Molte sono le tecniche di rilassamento tra cui la medita-

zione e la respirazione yoga. Secondo il dott. Francesco Bottaccioli, meditare ha una funzione regolatrice, agisce in pratica da sincronizzatore dei ritmi biologici, attraverso l’ormone del sonno, e migliora l’umore. Anche il cardiologo americano Herbert Benson ha dimostrato che la meditazione sviluppa uno stato mentale sereno e calmo ed ha effetti benefici sull’apparato cardio-circolatorio e sull’ipertensione. La respirazione yoga, usando spesso il diaframma, migliora il funzionamento del sistema respiratorio e, di conseguenza, di quello

circolatorio. Questo tipo di respirazione fa incamerare una maggiore quantità di ossigeno, aumenta l’efficienza ventilatoria, mantenendola a lungo nel tempo. Inoltre il cervello si allena a tollerare elevati livelli di anidride carbonica e, al tempo stesso, regola il sistema dello stress. In conclusione, più movimento, più relazioni sociali e più rilassamento sono indispensabili per combattere lo stress e dimostrare 10 anni di meno. Anna Camonico Insegnante educazione fisica, Punto Motorio


FILIPPIN IN FESTA

IL GIORNO 27 SETTEMBRE 2015, A PARTIRE DALLE ORE 9.00 L’ISTITUTO FILIPPIN DI PADERNO DEL GRAPPA VIVRÀ UNA GIORNATA DI FESTA RICCA DI EVENTI, CHE COINVOLGERANNO TUTTI I GIOVANI E PERCHÉ NO… ANCHE I MENO GIOVANI!

PROGRAMMA: Vuoi trascorrere una giornata in allegria, tranquillità e sicurezza con tutta la famiglia ed amici? Ti aspettiamo quindi alla 2^ edizione dell’evento “Filippin in Festa” che si svolgerà all’interno del grande Parco degli Istituti con molteplici attività, giochi e dimostrazioni volte a far divertire, coinvolgere e stimolare la creatività. Grazie ad un pass distribuito all’ingresso, potrai accedere gratuitamente a tutte le attività e laboratori ed essere coinvolto tutta la giornata. Il programma è ricchissimo di sorprese: alle ore 9.00 gli Sbandieratori di Romano d’Ezzelino apriranno la festa

e daranno il via ai Laboratori Creativi rivolti ai bambini e ai ragazzi dai 3 ai 18 anni. I Tornei Sportivi si susseguiranno in una sfida emozionante, tra squadre di calcetto, volleyball e basket di tutto il comprensorio e non solo. Grande entusiasmo nella partecipazione è stato espresso anche dalle forze dell’ordine, in particolare la Polizia di Stato, i Vigili del Fuoco e i Carabinieri hanno aderito immediatamente e proporranno attività dimostrative giocose volte a consapevolizzare anche i più piccoli sulla necessità di agire ogni giorno in piena sicurezza e onestà. Non mancheranno anche attrazioni tipo Water Balls, Pony, Agility Dog, Skateboarders e Sliderking che con le loro acrobazie, brividi e divertimento

coinvolgeranno tutti i partecipanti di ogni età. La musica e la danza non mancheranno ad allietare l’evento, grazie a 4 Scuole di Danza e una band musicale che porteranno “colori” e gioia. La festa inoltre consentirà a tutti i partecipanti di potersi fermare per l’intera giornata, grazie ai 3 punti di ristoro previsti e al bar rifornitissimo. Dalle ore 12.00 alle ore 14.00 la mensa delle scuole sarà aperta e alla modica cifra di E 7,00 si potrà usufruire del ricco menù proposto. Ricordiamo, infine, di richiedere il timbro “io ho partecipato” grazie al quale potrai ritirare in omaggio alcune soprese e un simpatico gadget riservati per te.

In caso di maltempo, la manifestazione verrà spostata alla domenica successiva, 04 Ottobre 2015.



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DO YOU SPEAK ENGLISH? Al giorno d’oggi, saper parlare fluentemente più di una lingua è molto importante, per non dire davvero indispensabile. Ogni giorno, in varie occasioni della nostra vita, in ambito lavorativo o anche solo a livello personale, veniamo a contatto con molte persone provenienti da Paesi diversi, per cui per comprendersi e riuscire a comunicare è necessario parlare la stessa lingua, che nella maggior parte dei casi è l’inglese. Conoscere l’inglese significa quindi abbattere la barriera comunicativa che ostacola le relazioni interpersonali e la crescita personale e professionale. Nonostante l’importanza dell’appren-

dimento di una o più lingue straniere sia ormai globalmente riconosciuta, in Italia sembra si faccia ancora fatica ad imparare a parlare inglese: il Belpaese, infatti, figura costantemente agli ultimi posti tra i Paesi europei quanto a competenza reale nelle lingue straniere da parte dei propri cittadini, nonostante nel campo della formazione scolastica si siano fatti dei grandi passi avanti, con l’inserimento di lezioni d’inglese già a partire dai programmi scolastici di scuole materne ed elementari. Il fatto è che, per far sì che i cittadini, una volta adulti, parlino correttamente almeno due lingue, si dovrebbe iniziare un percorso di insegnamento della

lingua straniera (basato sulla pratica, più che sulla grammatica) sin dai primi anni d’età, quando la mente è ancora libera e pronta ad apprendere facilmente più nozioni. E’ infatti dimostrato che, già a partire dai due anni e mezzo, il bambino è in grado di assimilare perfettamente le strutture e il lessico di lingue diverse, senza che questo vada ad intaccare lo sviluppo della competenza linguistica della lingua madre. Un bambino bilingue, inoltre, è in grado di trarre anche molti altri vantaggi dal bilinguismo: riesce, infatti, a sviluppare una buona “attenzione selettiva”, ovvero la capacità di con-

centrarsi sulle informazioni rilevanti e di inibire quelle non rilevanti, e a raggiungere più precocemente il cosiddetto “decentramento cognitivo”, ossia la consapevolezza del fatto che altre persone possono vedere le cose da una prospettiva diversa dalla propria. Senza contare che, dal punto di vista sociale, il bambino bilingue, avendo l’accesso a due differenti culture, svilupperà una maggiore tolleranza verso culture diverse dalla propria. Insegnare una seconda lingua ai bambini, dunque, è una grande opportunità per migliorare il loro futuro.


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LA MUSICA COME SPECCHIO DELL’ANIMA Vi siete mai chiesti perché andate matti per un particolare genere musicale? E perché, invece, certe canzoni non riuscite proprio ad ascoltarle? Sicuramente è una questione di gusti, ma secondo psicologi ed esperti, forse, c’è qualcosa di più. Secondo quanto emerso dalla ricerca condotta da Peter Rentfrow, professore di Psicologia Sociale e dello Sviluppo alla Cambridge University, ciascuna persona sceglierebbe un genere musicale capace di rafforzare le sue emozioni e la sua personalità in generale, o per lo meno l’attitudine specifica di un particolare momento. Quindi, seguendo la

suddivisione nelle 5 categorie di base del modello MUSIC: - chi predilige la dimensione melodica, ovvero Mellow, e quindi ama ascoltare generi musicali lenti, calmi e privi di distorsioni, come il pop, il rock leggero, la musica soul e l’R&B, è un tipo romantico, che vede la musica come mezzo per rilassarsi e, a volte, per intristirsi un po’; - coloro che, invece, amano ascoltare brani country, bluegrass e, almeno in parte, Rock-n-Roll sono riconducibili alla dimensione Unpretentious, ovvero alla musica “senza pretese”, che viene percepita come rilassante, non

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complicata e non aggressiva. Chi ama questi generi, dunque, è in genere una persona coscienziosa; - gli orecchi sopraffini, che prediligono i generi riconducibili alla dimensione Sophisticated, come la musica classica, la sinfonica, l’old jazz e la musica celtica, sono persone che amano ascoltare musica per cercare ispirazione e spiritualità e sono caratterizzate da una notevole apertura mentale; - coloro che ascoltano brani dai ritmi forti e molto emozionanti, come rock, punk, heavy metal e power pop, sono da considerare parte della dimensione Intense, poiché nella musica cercano

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la carica giusta per affrontare le sfide di ogni giorno. Gli attributi psicologici di chi preferisce questo tipo di sonorità, infatti, sono l’aggressività e un certo grado di ostilità nei confronti dell’ambiente circostante; - infine, chi preferisce i generi riconducibili alla dimensione Contemporary, che vanno dal rap al latino americano, all’acid jazz e all’elettronica, pare tragga dai ritmi veloci e marcati dalle percussioni una sorta di sensazione di felicità.


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GIOCHIAMO ALL’ARIA APERTA! Quanti bambini, al giorno d’oggi, trascorrono il pomeriggio rinchiusi in casa, completamente assorbiti da tv e videogiochi, invece di sfogarsi all’aria aperta? Forse troppi. E pensare che psicologi infantili e psicoterapeuti continuano a rimarcare l’importanza della crescita a contatto con la natura. La ricerca nel campo della psicologia infantile, infatti, ha dimostrato che effettivamente esiste una stretta correlazione tra le attività svolte all’aria aperta da bambini e la qualità della vita in età adolescenziale e adulta: in particolare, dagli studi effettuati risulta che i bambini che crescono a contatto

con la natura, praticando varie attività all’aria aperta, sviluppano una serie di capacità molto importanti per il corretto sviluppo psicofisico in età più avanzata. Anzitutto, i bambini che tra i 2 e i 6 anni vengono a contatto con la natura sviluppano un’intelligenza particolare, quella naturalistica o biofilia, che li predispone a rispettare l’ambiente e a comprendere la delicatezza dell’ecosistema. Poi, c’è da considerare che, in un ambiente naturale, il bambino ha la possibilità di sfogarsi e sentirsi libero e felice. Ha la possibilità di correre, sci-

volare, muoversi, cadere, e di imparare da tutto ciò: la vicinanza con la vegetazione e gli animali, infatti, permette di sviluppare, oltre a un gran numero di recettori, il cosiddetto problem solving, ovvero l’intelligenza pratica, che aiuta a risolvere problemi ed imprevisti in modo autonomo ed efficace. Infine, non è da trascurare l’aspetto della salute. Le attività svolte all’aria aperta, favorendo il movimento, educano i bambini a prevenire l’obesità o altre malattie legate ad un’educazione alimentare praticamente inesistente.

“PSICOLOGI INFANTILI E PSICOTERAPEUTI CONTINUANO A RIMARCARE L’IMPORTANZA DELLA CRESCITA A CONTATTO CON LA NATURA.”


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LA BREAKDANCE, L’ANIMA DELLA CULTURA HIP-HOP Sono ormai lontani i tempi in cui i giovani delle comunità afro-americane e latine del Bronx, per dare sfogo alla loro rabbia, inventavano la breakdance, una nuova danza acrobatica “a terra”, che sarebbe diventata poi l’essenza della cultura hip-hop; ma, nonostante il passare degli anni, questo ballo continua ad esercitare un grande fascino su giovani e adulti, grazie ai suoi passi e movimenti spettacolari. Per molti appassionati b-boy, la breakdance rimane uno stile di vita, per alcuni, invece, si è trasformata in un vero e proprio sport, con tanto di esibizioni e gare annuali di livello sia

nazionale che internazionale (The Notorius IBE, Redbull BC One, Battle of the Year e il Freestyle Session, solo per citarne alcune). Nata come modo per dare sfogo all’aggressività e allo spirito combattivo tipici del periodo delle guerre tra gang, la breakdance inizialmente ha preso spunto dai movimenti della capoeira brasiliana, dal kung fu cinese e da altre arti di combattimento, per poi evolversi verso uno stile di danza mai visto prima, basato su movimenti al suolo, quasi a voler simboleggiarne l’anima dura e cruda, l’attaccamento estremo alla realtà. Mai, prima di allora, si era

approfondito lo studio di movimenti a terra, per lo più acrobatici e spettacolari. A fare da sfondo all’esecuzione di rotazioni (“Spins”&”Glides”), movimenti frammentati (“Electrics” e “Freeze”) e passi acrobatici (“Evolutions”), una musica particolare, che utilizza break (momento in cui vengono esclusi tutti gli elementi di un brano, come voce, melodia, armonia, tranne le percussioni), brani breakbeat (brano musicale con un beat seriale) o compilation formate da campionamenti presi da differenti brani, collegati e concatenati dal DJ, dove il tempo varia generalmente

I CORSI:

• PILATES • ZUMBA (anche per bambini) • ANTALGICA VERTEBRALE • GAG • GINNASTICA MANTENIMENTO • POLE DANCE • POLE ARIA • SHIATSU • YOGA • KRAV MAGA (difesa personale) • JUMP

tra 120 135 bpm. Sin dal suo inizio, il breaking è stato espressione di una cultura giovanile alternativa e costruttiva, che utilizzava la danza come “arma” nel contesto della violenta realtà delle gang urbane. Oggi, la cultura della breakdance è una disciplina notevole che riunisce talentuosi ballerini ed atleti provenienti da tutte le parti del mondo. Anche perché, dato che l’accettazione e la crescita all’interno del mondo della breakdance è centrata esclusivamente sulle capacità che si dimostrano, tale cultura è pressoché esente da distinzioni di razza, sesso ed età.

• SALSA CUBANA • BACHATA • TANGO ARGENTINO • MILONGA • LISCIO • HIP HOP • VIDEO DANCE • GIOCODANZA (dai 3 ai 6 anni) • DANZA ORIENTALE • BALLI DI GRUPPO • BURLESQUE • KIZOMBA • DANZA MODERNA • ORIENTAL HIP HOP


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L’AUTODIFESA CON IL KRAV MAGA

Il Krav Maga, letteralmente “combattimento a corta distanza” è una tecnica ideata dagli israeliani per difendersi, attraverso una sapiente e immediata valutazione della pericolosità dell’aggressione e riuscendo a scegliere l’azione più efficace e rapida da utilizzare per salvaguardare la propria incolumità. L’obiettivo principale del Krav Maga, infatti, è quello di preparare un individuo ad essere pronto a tutto ciò che è necessario fare per sopravvivere a un’aggressione improvvisa. Il Krav Maga, quindi, è istintività, è pragmatismo, è velocità d’azione e di reazione, è intelligente improvvisazione. Per questo motivo, durante un allenamento, vengono utilizzate tecniche particolari che mettono sotto stress il praticante, in modo che impari a reagire anche in situazioni di svantaggio, come se si trovasse, ad esempio, di fronte ad un aggressore armato. Coloro che praticano Krav Maga devono perciò imparare a neutralizzare un attacco, colpendo molto rapidamente i punti più vulnerabili del corpo umano, come nuca, tempie, occhi, gola, ginoc-

chia e genitali. La veloce valutazione della pericolosità dell’aggressione e la conseguente scelta della mossa più efficace da effettuare potrebbero portare l’individuo anche ad agire preventivamente, prima che l’avversario possa diventare una minaccia, o, in alternativa, a trovare una rapida via di fuga. In pratica: dileguarsi o colpire e fuggire. Questa particolare impostazione rende il Krav Maga molto diverso dalle arti

marziali, che solitamente prediligono tattiche attendiste, ovvero che lasciano la prima mossa all’avversario. Il fatto che l’efficacia delle tecniche non sia fondata sulla forza fisica, sulla stazza o sulla capacità atletica del praticante, ma sull’economia di movimento e l’esplosività del contrattacco, fa del Krav Maga una tecnica di autodifesa adatta a chiunque, donne, uomini e giovani.

“IL KRAV MAGA È ISTINTIVITÀ E PRAGMATISMO, VELOCITÀ D’AZIONE E DI REAZIONE...”


Difesa Personale israeliana ISTR. NAZIONALE CHRISTIAN QUINZIANI • Istr. Krav Maga III° Liv. • Resp. P.le Settore Krav Maga per AICS • Membro Commissione Tecnica Regionale • Specializzazione in Police Program • Specializzazione in Woman Self-Defense • CN di Karate Tradizionale Shotokan

Cos’è il KRAV MAGA

Ciò che differenzia il Krav Maga da altre forme di arti marziali e difesa personale sono i principi di base su cui questo sistema di combattimento è costruito. Tali principi costituiscono il cuore del sistema, e sono il fondamento di ogni tecnica insegnata nel Krav Maga. L’obiettivo primario è sopravvivere

Il Krav Maga non è uno sport. Il fine ultimo non è vincere trofei o titoli, ma tornare a casa sani e salvi. Sulla strada non ci sono regole, arbitri, classi di peso o colpi proibiti; si tratta di un tipo di violenza che non conosce restrizioni. Per questa ragione, il Krav Maga prepara un individuo perché sia pronto a tutto ciò che è necessario fare per sopravvivere ad un’aggressione. L’utilizzo di queste tecniche assume un’importanza e una ragione d’essere fondamentali nel contesto di un attacco portato sulla strada da un aggressore, che non è interessato semplicemente a “vincere”, ma che mira a ferire o peggio. Il Krav Maga non guarda alla violenza come ad una forma di competizione, bensì come a una questione di vita

o di morte. Pertanto, tutto nel nostro sistema è interamente focalizzato sul concetto di sopravvivenza.

La semplicità

Sulla strada non ci sono regole. Non è affatto da escludere che l’aggressore sia fisicamente più forte o addirittura armato. Come non è da escludere a priori l’eventualità di un numero molteplice di assalitori. In situazioni simili, non ci si può permettere scontri prolungati, in quanto ad ogni istante di permanenza nello stato di conflitto aumentano le probabilità di rimanere feriti o peggio. E’ necessaria una reazione precisa e veloce che riesca ad eliminare il pericolo imminente. Le tecniche del Krav Maga non sono quindi studiate per essere elaborate o coreografiche; esse puntano piuttosto sulla semplicità e l’immediatezza d’esecuzione.

Capacità di reazione da posizione di svantaggio

L’elemento sorpresa insito nella natura stessa di un’aggressione violenta di stampo predatorio impone un tipo di allenamento che condizione chiunque pratichi difesa personale ad abituarsi a reagire da una posizione di svantaggio, contro un aggressore idealmente più forte e massiccio. L’efficacia delle tecniche non è fondata sulla forza fisica, sulla stazza o

sulla capacità atletica del praticante; l’economia di movimento e l’esplosività del contrattacco diretta contro punti sensibili del corpo umano permettono a chiunque di poterle applicare con successo.

Tecniche fondate sulle reazioni istintive del corpo Un ulteriore punto di distacco dalla maggior parte dei sistemi di arti marziali e self defense esistenti, è rappresentato dal fatto che il Krav Maga non tenta in alcun modo di “riprogrammare” quelle che sono le reazioni naturali istintive dell’essere umano agli stimoli aggressivi provenienti dall’esterno. Al contrario, esso prende proprio la reazione istintiva sotto stress quale punto di partenza sul quale costruire difese e contrattacchi, facilitando enormemente il processo di apprendimento e la capacità di risposta dell’allievo in una situazione di minaccia reale improvvisa.

L’efficacia universale

Il Krav Maga nasce come sistema di combattimento ufficiale dell’esercito israeliano, un esercito nel quale prestano obbligatoriamente servizio tutti i cittadini di ambo i sessi. Nel giro di pochi mesi di addestramento, ogni soldato doveva aver acquisito le competenze necessarie a renderlo operativo sul campo

di battaglia. Perciò Imi Lichtenfeld, padre fondatore del Krav Maga, ideò un sistema universalmente efficace per chiunque, indipendentemente da età, peso o prestanza atletica. Questo principio ha costituito una delle linee guida fondamentali per tutte le successive evoluzioni del sistema.

Training basato su scenari realistici

Il Krav Maga è un sistema di self defense relativamente moderno, in quanto tale, si prefigge di fornire soluzioni alle tipologie di attacchi violenti (aggressioni a mani nude o con armi, con uno o più aggressori, in piedi e a terra ecc) statisticamente più frequenti nell’attuale contesto urbano. La riproduzione all’interno dell’ambiente sicuro della palestra di scenari realistici caratterizzati – nel limite del possibile – dalle condizioni di stress e panico associate agli eventi di natura violenta, nonché l’occhio di riguardo riservato a tematiche quali l’uso legale della forza e della difesa personale, sono parte integrante e caratterizzante delle nostre sessioni di allenamento.

CONTATTI: cellulare 333.8186878 mail christianquinziani@libero.it web www.kravmagabassano.com

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IL FITNESS IN VERSIONE “HYDRO”

La scelta è veramente ampia, basta trovare l’attività più adatta alle proprie esigenze e iniziare a divertirsi sguazzando in piscina! Tra le attività acquatiche più gettonate ci sono sicuramente l’Acquagym, l’Acquabike, l’Acquawalking e l’Acquapilates.

Si tratta di un’attività che si esegue,

praticare attività fisica perché riduce le pressioni articolari, rende i movimenti più faticosi a causa della resistenza dell’acqua, stimola la micro-circolazione e offre la possibilità di assumere posizioni impossibili da terra. Inoltre, l’acqua ha innumerevoli vantaggi anche sotto il profilo psicologico: riporta alla mente sensazioni prenatali positive e rilassanti, oltre a mascherare le forme del corpo e permettere così alle persone in sovrappeso, che spesso hanno pudore di mostrarsi in pubblico, di esprimersi liberamente in armonia con il proprio corpo.

Al movimento delle gambe è possibile abbinare anche quello delle braccia, in modo da allenare tutto il corpo.

Acquapilates

Acquagym

Acquabike

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minata in acqua, eseguibile in piscina con l’ausilio di un tapis roulant simile a quello usato per il walking di terra. Andando a lavorare sulle gambe, l’Acquawalking è molto utile per rendere gambe e glutei più sodi e tonici, e in generale per sgonfiare la parte inferiore del corpo.

Una volta esisteva solo l’Acquagym, poi il mondo dell’allenamento in acqua si è evoluto, andando a comprendere moltissime e nuovissime attività, sempre più complete e divertenti.

L’Acquagym è un tipo di ginnastica che viene praticata in acqua a ritmo di musica e prevede esercizi a corpo libero che favoriscono lo sviluppo della muscolatura e l’elasticità delle articolazioni. L’aquagym, infatti, tonifica e rinforza i muscoli, dimagrisce e rassoda, migliora la flessibilità. E’ indicata a tutti coloro che desiderano tenersi in forma divertendosi, ma anche per chi, a seguito di un trauma, deve ricominciare a muoversi con cautela.

in acqua

a ritmo di musica, su speciali bici acquatiche, che vengono immerse in piscina per circa 110-130 cm, in modo che anche il busto, e non solo le gambe, sia completamente coperto dall’acqua. In questo modo si ottiene un duplice effetto: si evita che la parte superiore si raffreddi e, allo stesso tempo, si riesce ad allenare anche la muscolatura del busto (braccia, dorso e spalle).

Acquawalking

Questa attività consiste in una cam-

L’Acquapilates combina i vantaggi del pilates e quelli dell’esercizio in acqua: la viscosità dell’acqua, essendo maggiore rispetto a quella dell’aria, permette a chi pratica Acquapilates di mantenere la posizione scelta e il diaframma contratto con maggiore facilità. I movimenti vengono eseguiti con l’acqua che arriva alla vita o appena sotto al petto, oppure completamente immersi, in base al tipo di esercizio. Tutte queste attività sono accomunate dagli effetti benefici che l’allenamento in acqua apporta. L’elemento acquatico, infatti, è un ottimo elemento in cui

“LA SCELTA È VERAMENTE AMPIA, BASTA TROVARE L’ATTIVITÀ PIÙ ADATTA ALLE PROPRIE ESIGENZE...”



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KARATE: MOLTO PIÙ DI UNO SPORT ficiare di un vero e proprio allenamento alla focalizzazione sul lavoro che stanno svolgendo. Le arti marziali per i bambini non sono quindi solo un modo per mantenersi in forma e fortificare il corpo, ma anche e soprattutto uno strumento per apprendere come comportarsi dentro e fuori la palestra: una vera e propria scuola di vita. Stefano Mezzalira

Insegnante karatè, Pianeta Sport

In una società che sembra glorificare la violenza in tutto e per tutto, forse penserai che le arti marziali per i bambini non siano la scelta migliore. Musica, videogiochi, film, cartoni animati e programmi televisivi, tutto sembra inneggiare ad un metodo violento di espressione personale o di risoluzione dei problemi. Nonostante i film d’azione basati sul karate o sul kung fu mostrino scene cruente e pugni e calci letali, sarai sorpreso di apprendere che l’insegnamento delle arti marziali è in realtà molto utile per i bambini: dimentica quindi la brutalità mostrata dalla televisione!

I benefici delle arti marziali per i bambini

Uno dei principi basilari di tutte le forme di arti marziali è il raggiungimento di una ferrea autodisciplina. I ragazzi di oggi sono talmente abituati a ricevere gratificazioni immediate e senza sforzo, che è difficile trovare esperienze che forniscano vere lezioni di auto-

controllo e autodisciplina. Ai bambini che praticano arti marziali invece viene continuamente ricordato quanto sia importante saper darsi delle regole e dei limiti in autonomia. La maggior parte delle discipline raggruppate sotto la dicitura arti marziali è organizzata secondo un sistema di raggiungimento di obiettivi graduali e progressivi, rappresentati da cinture di diverso colore che indicano il grado di abilità di chi le indossa. Quando il bambino si sforza per ottenere una cintura di livello superiore, in realtà sta imparando anche come impostare il suo lavoro al meglio per poter raggiungere i suoi obiettivi: una struttura di ragionamento molto utile anche lontano dal dojo. Anche per l’autostima i benefici non sono pochi. La fiducia in sé stessi va di pari passo con i piccoli e grandi successi che i bambini riescono ad ottenere, e guadagnarsi una cintura di livello superiore è sicuramente un incentivo che aumenta l’autostima e rafforza la fiducia nei propri mezzi e nelle proprie potenzialità. I bambini che tendono a

svalutarsi di solito diventano più sicuri con il passare del tempo se iniziano a praticare un’arte marziale.

Una scuola per diventare persone migliori

Imparare uno stile di arti marziali richiede al bambino di mostrare al maestro rispetto in ogni momento, fuori e dentro il dojo. La società di oggi non sempre comprende il rispetto per l’autorità, per gli adulti, o per chi ha più esperienza. Se i tuoi bambini iniziano a frequentare un corso di karate però, riceveranno anche una sorta di lezione etica, oltre a imparare nuove mosse. Di pari passo con il riconoscimento del rispetto va il miglioramento delle capacità di ascolto. Per padroneggiare i movimenti che vengono loro insegnati e avanzare di cintura in cintura, i bambini dovranno allenare anche la loro capacità di ascolto e elevare il livello di attenzione. Non sempre è semplice per i piccoli mantenere a lungo la concentrazione, soprattutto a scuola, ma grazie alle arti marziali possono bene-

“ANCHE PER L’AUTOSTIMA I BENEFICI NON SONO POCHI. RAFFORZA LA FIDUCIA NEI PROPRI MEZZI...”



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FALSI MITI SULL’ATTIVITÀ IN PALESTRA re bene e fare attività che portino ad un dimagrimento globale

3. si possono allenare addominali alti e bassi

Non è vero: il muscolo retto dell’addome è un muscolo unico, quindi non esistono gli addominali alti e bassi. L’unica differenza che esiste tra gli esercizi erroneamente considerati per gli addominali alti o bassi è il punto fisso: se è il pube, sarà lo sterno a muoversi e ad avvicinarsi (come nei crunch); se invece è lo sterno, il retto farà avvicinare ad esso il pube (come nei crunch inversi).

Nonostante sempre più persone si allenino in palestra, il mondo del fitness vive ancora di luoghi comuni, spesso non veritieri. Ecco alcuni dei falsi miti più diffusi:

4. il peso sulla bilancia non scende: non sto dimagrendo

1. i dolori del giorno dopo sono colpa dell’acido lattico

Povero acido lattico, in realtà la colpa non è sua! L’acido lattico è un prodotto di scarto del metabolismo anaerobico lattacido e, al massimo, è responsabile della sensazione di bruciore che si sente quando si fanno serie lunghe con i pesi o sprint superiori ai 20 secondi. I dolori muscolari che si avvertono nei giorni successivi, ovvero i cosiddetti DOMS (Delayed Onset Muscle Soreness), sono invece causati da microlesioni delle fibre muscolari e dai processi infiammatori che ne conseguono.

2. facendo molti addominali si elimina la pancia

Potete distruggervi facendo centinaia

e centinaia di addominali ogni giorno, ma senza un’alimentazione corretta e la giusta attività dimagrante la fastidiosa pancetta non sparirà. La dura verità è che il dimagrimento localizzato non esiste: ci sono zone in cui si tende maggiormente ad accumulare grasso, e facendo lavorare unicamente i muscoli della zona interessata non si riuscirà mai a bruciare solo il grasso che li ricopre. Per perdere la pancia, quindi, prima di tutto è necessario mangia-

Dimenticatevi della bilancia, buttatela via! Il peso è soltanto un numero. Il vero obiettivo di chi vuole dimagrire non dovrebbe essere la perdita di peso, ma piuttosto la ricomposizione corporea: si dovrebbe puntare, cioè, a perdere massa grassa in favore di quella magra, poiché più si è muscolosi più è facile dimagrire (a riposo, il muscolo consuma di più rispetto al grasso). Considerato poi che il muscolo ha un peso specifico maggiore rispetto al grasso, il fatto che il peso sia stabile o addirittura aumenti molto probabilmente dipende dall’aumento del tessuto muscolare.

5. le donne non devono fare pesi per non ingrossare troppo

Molte donne che vanno in palestra sono terrorizzate dalla possibilità di

ingrossare troppo usando i pesi. Tranquille, a meno che non facciate un uso massiccio di steroidi anabolizzanti, non avrete mai l’aspetto delle appassionate di bodybuilng che si vedono sui palchi delle competizioni dedicate a questa disciplina. Fare pesi, invece, è molto utile perché, oltre a tonificare e definire le curve femminili, permette di aumentare la massa muscolare. E ciò significa, come detto in precedenza, che sarà più facile dimagrire e restare magre.

6. allenarsi per meno di un’ora non serve a nulla

In realtà, allenarsi per 20 minuti, 3-4 volte a settimana, garantisce risultati migliori rispetto a quelli che si ottengono con un un’ora di allenamento fatta saltuariamente. Quello che è fondamentale, infatti, non è tanto la durata degli allenamenti, ma la frequenza e la costanza.

“LA DURA VERITÀ È CHE IL DIMAGRIMENTO LOCALIZZATO NON ESISTE...”


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