Speciale Sport & Scuole 2019

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Indice Tutti i benefici per cui vale la pena pedalare!

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Andare in bici fa bene! Scopri cosa può fare la danza per te!

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La danza ed i suoi benefici! Crescere e svilupparsi al meglio

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Ginnastica posturale Per contrastare le minacce di violenza...

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L’Autodifesa Tutti ne parlano, ma cosa fa davvero...

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un Personal Trainer... Imparare l’inlgese:

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Perchè rimandiamo sempre Sono dislessico, posso imparare l’inglese?

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La dislessia in inglese P 36


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a cura di: la Redazione Tutti i benefici per cui vale la pena pedalare!

Andare in bici fa bene! Un’attività, quella della bicicletta che sicuramente apporta moltissimi benefici all’organismo, sia che lo si faccia a livello agonistico, sia a livello amatoriale: 20-30 minuti di pedalate al giorno permettono di stare più in forma! L’importante è farlo regolarmente. Ma vediamo quali sono nello specifico gli ottimi motivi per cui fa così bene: • per il cuore: lo fa lavorare di più, quindi il cuore e il sistema cardiocircolatorio si modificano diventando più efficienti. L’organo diventa più grande e riesce a contenere un maggiore volume di sangue, aumenta la capillarizzazione dei muscoli e si affatica meno per compiere la sua attività. Questi fattori costituiscono a ridurre il rischio di ipertensione e infarto. • per la mente: l’esercizio fisico stimola la generazione di nuove cellule nell’ippocampo, la parte del cervello responsabile della memoria. Questo effetto può essere di particolare utilità per i malati di Alzheimer, ma anche per i malati del morbo di Parkinson. • per la linea: usare la bicicletta almeno 20 minuti al giorno può aiutare a dimagrire. Il momento pi opportuno sarebbe prima di colazione perchè il nostro corpo brucia più grasso quando ha fame e dopo 15 giorni di attività aumenta la capacità del ciclista di bruciare grassi del 36%. • per il sonno: alcuni studi condotti dai ricercatori dell’Università di medicina di Stanford evidenziano che pedalare 20-30 minuti al gior-

no aiuta coloro che soffrono di insonnia ad addormentarsi nella metà del tempo e aumenta di circa un’ora il sonno. Grazie ala luce del sole che si riceve in quei momenti, si mantengono equilibrati i ritmi biologici, stimolando il sonno. • per l’intimità: un cuore allenato pompa fino al 50% più sangue ad ogni battito rispetto ad uno non allenato. La passione maschile viene determinata sia dall’eccitazione, ma anche dal buon afflusso di sangue ai genitali e per questo un sistema cardiovascolare che funziona bene è fondamentale. • per l’ambiente: scegliere la bici invece dell’auto apporta benefici enormi all’aria che respiriamo, riducendo l’inquinamento e le emissioni di Co2. E anche in questo caso il beneficio è per la nostra salute, perché respirare un’aria più pulita fa bene ai nostri polmoni.

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a cura di: Vanessa Travaglini - Move N’ Groove Hip Hop School

La danza ed i suoi benefici! Oggi non parliamo di come nasce l’Hip Hop, oggi parliamo di come la danza può migliorare la vita di un bambino! La danza , infatti, è una delle discipline più utili e complete per la formazione dei bambini perché con il movimento ed il continuo allenamento ne sviluppa la loro creatività, non solo li aiuta nella crescita e nello sviluppo irrobustendo e tonificando il corpo prevenendo e combattendo - laddove si presentasse - sovrappeso ed obesità in modo divertente, dolce e giocoso! I benefici della danza per i bambini sono molteplici: aumenta la coordinazione e rafforza l’equilibrio, è un ottimo esercizio per utilizzare e sviluppare la memoria, è anche fondamentale poi per insegnare ai piccoli quali sono i loro limiti, come prendere decisioni autonome; i bambini sono dei piccoli “esploratori” e quindi “scoprire” il mondo della danza per loro è come scoprire un gioco che però favorisce nella crescita ad esprimersi con più sicurezza, combattendo anche gli stati di ansia e timidezza. Molti studi dimostrano che la danza aiuta moltissimo i bimbi dislessici, discalcoli e/o ipperattivi! Si perché i bimbi devono riuscire a collegare i movimenti del corpo molto spesso anche con movimenti del tutto diversi tra di loro, al ritmo della musica ed alla sincronia del gruppo, migliorando così concentrazione, attenzione e capacità di apprendimento! Frequentando le scuole di danza, inoltre, i bambini imparano ad ascoltare, a stare in gruppo rispettando il tempo e lo spazio di tutti, provano soddisfazione per gli sforzi compiuti, è un autodisciplina per il raggiungimento di un obiettivo... È un insegnamento anche nel “saper perdere”… e come gestire le prime delusioni! Citando “Una Vita Per La Danza”, mi piace pensare che i miei genitori, quando ero giovane e gli chiedevano perché continuassero a portar-

mi a danza e seguirmi in questa passione, rispondevano così: “Beh, dobbiamo confessare che non portiamo a danza mia figlia semplicemente per la danza.. ma: perchè dal momento che studia danza impara una disciplina; perchè impara ad aver cura del proprio corpo; perchè impara ad essere una buona compagna nel gruppo; perchè impara a gestire la delusione quando non arriva la vittoria che sperava, perché deve ancora lavorare duramente; perchè impara a crearsi degli obiettivi e a raggiungerli; perchè impara che ci vogliono ore ed ore ed ore di duro lavoro e allenamento per creare una danzatrice, e che il successo non arriva da un giorno all’altro per quei momenti in cui mia figlia é così stanca che potrebbe riposarsi, ma non lo fa e va a danza ugualmente; perché è così impegnata che non ha tempo di vagare per la strada e perdere tempo nei campetti a non far niente; per l’opportunità che ha mia figlia di fare amicizie che durino una vita intera; perchè studi e non stia pomeriggi interi davanti al cellulare o alla TV; perchè possa stare su un palco, anzichè davanti a uno schermo… per tutte le lezioni di vita che questa bellissima disciplina dà: responsabilità, impegno, fiducia in sé stessa, convivenza, ecc… Si può continuare, ma per essere breve… Non la portiamo per le lezioni di danza, ma per le opportunità che offre questa disciplina: di sviluppare abilità, carattere e qualità che le saranno molto utili per tutta la vita.”

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a cura di: la Redazione Crescere e svilupparsi al meglio

Ginnastica posturale La colonna vertebrale rappresenta il sostegno principale del nostro corpo e ogni alterazione ad essa collegata diventa particolarmente importante per le attività funzionali dell’individuo. Opportuno è, quindi, un attento controllo dello sviluppo della colonna durante tutto il periodo di crescita del bambino. I momenti in cui è più rilevante il rischio che si creino squilibri posturali è quello nel quale l’accrescimento in altezza è più rapido, cioè nel periodo compreso tra gli 0 e i 5 anni e tra i 10 e i 16/18 anni, quando la muscolatura non si adatta in modo rapido alla lunghezza delle nuove leve e ai nuovi carichi. Questo squilibrio può portare ad alterare le fisiologiche curve della colonna vertebrale e pertanto ci troveremo di fronte a casi di ipercifosi e iperlordosi ma anche a deviazioni laterali che vanno sotto il nome di atteggiamento scoliotico o scoliosi. A cosa deve porre attenzione il genitore? I genitori possono notare che le spalle del proprio figlio sono curve,chiuse in avanti, le scapole sono alate, il ventre prominente, o osservare una deviazione verso l’alto o in avanti di una spalla o di un’anca. È possibile prevenire e compensare queste alterazioni con la ginnastica posturale? Partendo dalla valutazione radiografica e dalla anamnesi fatta dal medico specialista è necessario innanzitutto sottoporre il soggetto a un approfondito esame posturale e a seconda della gravità delle

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curve, all’età del bambino, ai tempi e modi di intervento, creare un protocollo di lavoro da svolgere in palestra e a casa. Gli esercizi saranno costantemente valutati, adattati e modificati dal chinesiologo che sottoporrà periodicamente il soggetto a delle valutazioni per capire l’efficacia dell’intervento messo in atto. La ginnastica posturale può quindi svolgere un ruolo di fondamentale importanza nelle alterazioni della colonna vertebrale in età evolutiva in quanto permette di: • aumentare la consapevolezza del proprio corpo e dei propri squilibri • potenziare la muscolatura del tronco per una migliore stabilità vertebrale • migliorare il controllo della colonna vertebrale insegnando automatismi consapevoli di autocorrezione


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a cura di: Achille Dalla Rosa - A.S.D. Centro Wado Ryu Per contrastare le minacce di violenza...

L’Autodifesa L’autodifesa è una contromisura che comporta la difesa della salute e del benessere di se stessi in caso di pericolo. L’uso della forza nei periodi di pericolo è un diritto che trova disponibilità in molte giurisdizioni.

Le tecniche di autodifesa e il comportamento da tenere in caso di minaccia, sono insegnati nelle lezioni di autodifesa.

L’autodifesa è inclusa in molti stili di arti marziali o da combattimento che la applicano nella loro pratica.

Mentre tutte le arti marziali possono essere sostenute per avere alcune applicazioni di autodifesa, i corsi di autodifesa sono esplicitamente orientati all’efficacia nel saper reagire in situazioni che si verificano nel mondo reale.

Per fornire un’autodifesa più pratica, molte scuole moderne di arti marziali tendono ad usare una combinazione di stili e tecniche personalizzando l’addestramento per adattarlo ai singoli partecipanti. Essere consapevoli ed evitare situazioni potenzialmente pericolose è una tecnica utile di autodifesa. Gli aggressori generalmente scelgono le proprie vittime in base ai vantaggi che pensano di avere su di esse: ad esempio maggiore dimensione fisica, superiorità numerica o sobrietà rispetto all’intossicazione. Inoltre, qualsiasi situazione di imboscata mette intrinsecamente in svantaggio il difensore. In questi casi è naturale pensare che sconfiggere il proprio attaccante sia davvero molto difficoltoso. Quando l’evitamento è impossibile, si ha spesso una migliore possibilità di combattere per fuggire, tali metodi sono stati definiti tecniche di “rottura”. Comprendere la “mentalità” di un potenziale aggressore è essenziale se vogliamo evitare o sfuggire a una situazione potenzialmente pericolosa per la vita.

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Esiste un gran numero di sistemi insegnati, molti anche su misura per le esigenze di destinatari specifici. Un corso di autodifesa, ad ogni modo, si sviluppa generalmente in tre parti: – la conoscenza di come combattere; - le tecniche di elusione e di escalation; - la conoscenza della legge relativa all’autodifesa nella giurisdizione.


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Tutti ne parlano, ma cosa fa davvero...

un Personal Trainer, qual è il suo ruolo? Molte persone si affidano ad un trainer personale che si possa occupare del loro allenamento e della loro forma fisica, dello svolgimento di attività sportive e della personalizzazione del proprio training.

te ad una persona di raggiungere la forma fisica desiderata ed il suo compito è anche quello di fare sì che il soggetto possa raggiungere la forma fisica in questione in un contesto di benessere psico-fisico, con attenzione quindi alla sua alimentazione, allo stile di vita, alla salute.

Il Personal Trainer non è un soggetto improvvisato, al contrario è una figura altamente specializzata e con una formazione che non è solamente di natura sportiva, ma anche di educazione alimentare e di educazione alla salute. Il Personal Fitness Trainer deve avere una prospettiva “olistica” del corpo umano e delle sue emozioni. Non si tratta semplicemente della figura che si occupa di predisporre una serie di allenamenti personalizzati allo scopo di far raggiungere una determinata forma fisica al cliente: il Personal Fitness Trainer fa anche questo, ma il suo lavoro è molto più complesso perché consiste appunto nel guidare il cliente verso uno stato fisico e di benessere ottimale per le sue condizioni motivandolo ad ogni seduta di allenamento.

Il compito del fitness coach è quello di lavorare personalmente e individualmente con un cliente alla volta, al quale si dedica attenzione e per il quale si studia un programma personalizzato di allenamento, allo scopo di permettere al cliente di raggiungere una forma fisica che sia possibile (spesso e volentieri i clienti partono con aspettative troppo alte), di dare consigli su come raggiungere gli obbiettivi fissati, quello di dare consigli alimentari, di stimolare la persona a mantenere con costanza l’allenamento e motivarla.

Ecco perché il fitness coach è innanzitutto una persona con un certo bagaglio culturale alle spalle. Tuttavia la formazione del fitness trainer è complessa e si articola attraverso corsi di specializzazione, master e continui aggiornamenti. Un bravo personal trainer DEVE possedere ottime conoscenze anatomiche, di fisiologia, di biomeccanica del movimento, di scienza della nutrizione, di biologia e di biochimica ed è anche dotato di un atteggiamento verso il cliente che coniuga attenzione e personalizzazione con la giusta distanza, tenendo presente, nello stabilire il programma di training, anche tutte quei fattori personali che sono fondamentali, come età, allenamento, sesso, condizioni di salute.

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Allenarsi con un Personal Trainer La durata dell’allenamento con il Personal Fitness Trainer può variare dai 30 minuti all’ora. Un vero professionista infatti parla sempre di LEZIONE non DI ORA DI ALLENAMENTO. Nel corso della prima seduta viene effettuata un’anamnesi della situazione di salute del soggetto, gli vengono chieste eventuali espe-

Il lavoro del Personal Fitness Trainer permetP 46


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rienze sportive, quali obbiettivi intende raggiungere e quanto tempo ha per allenarsi. Il Personal Fitness Trainer quindi ‘studia’ il cliente e lo sottopone ad una serie di test che gli servono per comprendere il livello di partenza. Una volta inquadrato il cliente, il Personal Fitness Trainer potrà studiare un piano di allenamento e se necessario ridimensionare le aspettative del soggetto entro un range di possibilità. Un bravo Personal Fitness Trainer non è lo “yes man” cinematografico che esalta chiunque abbia davanti paventandogli risultati clamorosi. La realtà del corpo e della psiche di ciascuno sono molto più delicati di quanto certa letteratura può aver portato a credere. Un personal trainer competente, quindi, lo si riconosce anche da questo: dalla capacità che ha di sgomberare il campo da false illusioni e di, nei casi possibili, procedere gradualmente. Anche in base a quanto appena detto si comprende come il fitness coach abbia un suo costo, del tutto giustificato dalla competenza e dalle conoscenze che mette a servizio della salute del suo cliente. É una professione molto seria, che ha a che vedere con la salute

fisica delle persone e quindi non bisogna sottovalutare la serietà, l’esperienza e la competenza del personal trainer. La scelta del fitness coach, quindi, deve essere fatta con molta cura, evitando scelte frettolose e orientate solo al risparmio economico. Il proprio benessere non ha prezzo e il costo di scelte errate potrebbe essere maggiore di quanto si è potenzialmente riusciti a risparmiare. a cura di: Diego Pegoraro - Omnia Fitness - Cassola VI

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Imparare l’inglese:

Ecco perchè rimandiamo sempre. e spesso la paura di mettersi in gioco vince sulle proprie ambizioni. E’ così che allora ci rifugiamo dietro alle classiche scuse: “non ho tempo”, “non c’è parcheggio”o addirittura “tanto lo sa mia moglie”.

È passato ormai un po’ di tempo da quando abbiamo riposto definitivamente costume da bagno e infradito nel cassetto per lasciare spazio alla 24 ore e riprendere la nostra vita frenetica, eppure continuiamo ad avere un’idea che ci frulla in testa e ogni giorno ci ripetiamo che dobbiamo fare qualcosa per depennarla dalla famosa lista dei buoni propositi che abbiamo scritto a gennaio. Ogni anno, infatti, rinvigoriti dal periodo vacanziero, ci sentiamo avvolti da una nuova sensazione che ci dà la spinta per realizzare tutti (o almeno qualcuno) i desideri nel cassetto e raggiungere così i nostri obiettivi.

Imparare l’inglese non è certamente una passeggiata, ma può essere molto più divertente di quello che crediamo: al giorno d’oggi esistono tanti modi per impararlo e praticarlo, dalle esperienze all’estero, a corsi flessibili e coinvolgenti.

Insieme alla curiosità per un nuovo sport, un nuovo hobby o un nuovo viaggio da organizzare, una delle prime cose che desideriamo conquistare è sicuramente quella di realizzarci nella sfera professionale. Molto spesso questo può significare decidere di cambiare lavoro per intraprendere finalmente la carriera che desideriamo fortemente: abbiamo trascorso sufficiente tempo facendo qualcosa di cui non eravamo convinti e abbiamo capito qual è la strada da percorrere per sentirci realizzati e mettere in pratica quello per cui abbiamo studiato con impegno. La cosa importante è non farci trovare impreparati durante questa nuova avventura.

E allora, onde evitare di ritrovarci tra un anno a ripeterci che dobbiamo assolutamente imparare l’inglese, basta rimandare! Mettiamo da parte i dubbi e le paure e tuffiamoci in questa avventura e ricordiamoci che “Chi parla due lingue vive due vite”.

Allora passiamo in rassegna tutte le abilità su cui possiamo contare e cerchiamo di focalizzarci sui nostri punti deboli per colmare eventuali mancanze. Ci rendiamo così conto che un fattore che può davvero fare la differenza è la conoscenza delle lingue straniere, in particolare dell’inglese, che può aprirci moltissime porte.

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A dire la verità sono anni che facciamo lo stesso pensiero e, puntualmente, rimandiamo! Ma perchè? In realtà non c’è un’unica risposta, ma sicuramente per molti di noi l’esperienza scolastica con questa lingua non ha lasciato dei bei ricordi; ecco dunque che i fantasmi del passato ci dissuadono dal riprendere questo percorso. Inoltre per molti di noi, imparare o migliorare l’inglese, significa giocare una sfida con se stessi

a cura di: Wall Street English - Bassano VI P 48


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CON WALL STREET ENGLISH IMPARI L’INGLESE VELOCEMENTE. E VIVI LE TUE PASSIONI.

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a cura di: la Redazione Sono dislessico, posso imparare l’inglese?

La dislessia in inglese Cos’è la dislessia? Una difficoltà evolutiva, probabilmente di origine genetica; una neuro-diversità legata ad un disturbo specifico dell’apprendimento di origine neurologica che incide sul piano dell’analisi fonologica, memorizzazione e automatizzazione; una condizione permanente, ma che si può compensare; un disturbo specifico della lettura che si manifesta con una difficoltà nella decodifica del testo. Si manifesta in modi diversi a seconda della lingua di riferimento… L’inglese: una lingua difficile? Nella lingua inglese incide notevolmente la presenza della dislessia. Questo perchè, a differenza dell’italiano, si tratta di una lingua opaca, ovvero una lingua in cui non vi è una corrispondenza tra lingua scritta e lingua parlata. “Non imparerò mai l’inglese”: è piuttosto frequente sentire pronunciare frasi di questo genere da studenti dislessici. I soggetti dislessici manifestano solitamente notevoli difficoltà nell’approcciarsi alle lingue straniere, in particolar modo a quelle come l’inglese, in cui non vi è corrispondenza tra suono e segno. Inoltre, la lingua straniera è caratterizzata da una diversa sintassi, differenze fonetiche, espressioni idiomatiche particolari e peculiarità ortografiche. Molto spesso questi aspetti sono percepiti come barriere insuperabili dallo studente dislessico. La dislessia rende più impegnativo l’apprendimento dell’inglese, ma non per questo esso deve essere visto come impossibile. La chiave di volta è data dall’approccio didattico. I soggetti dislessici presentano effettivamente delle difficoltà nell’apprendimento della lingua inglese; non bisogna tuttavia pensare che si tratti di difficoltà generalizzate o irrecuperabili.

Al contrario: esse sono recuperabili attraverso l’attuazione di una didattica di potenziamento metacognitivo e motivazionale. È infatti fondamentale tener conto, nell’insegnamento, delle differenze individuali che stanno alla base dell’apprendimento al fine di promuovere un apprendimento efficace. L’alunno dislessico si trova spesso di fronte a situazioni ansiogene durante la lezione di inglese. Il ripetersi di queste situazioni provoca stati d’ansia che gli impediscono di imparare serenamente. È necessario predisporre percorsi accessibili e riflettere su alcuni aspetti della lingua e della didattica che rappresentano un ostacolo per lo studente dislessico. È possibile proporre agli allievi strategie efficaci che si adattino alle loro specificità e che sfruttino i loro punti di forza: è fondamentale abituarsi a questo tipo di pensiero.

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Da portare a scuola:

Sandwich sani da mettere nello zaino. Uno spuntino buono, sano e gustoso è davvero possibile?! Ciò che vostro figlio porta a scuola per spezzare la fame a ricreazione è di fondamentale importanza: deve assicurargli la giusta dose di energia per affrontare la giornata, ma deve anche essere buono ed appagante. Non pensate tuttavia che siano necessarie lunghe preparazioni ed ingredienti ricercati: perchè la ricetta per un sandwich perfetto è proprio la semplicità.

LA RICETTA TOP!

SANDWICH

ALLA GRECA:

INGREDIENTI: • 100 gr feta • 1 cucchiaino origano secco • 2 cucchiai olive taggiasche • 1 pomodoro cuore di bue • 1 lattuga croccante • 1 mini baguette • 1 pizzico pepe e sale • 1 cetriolo • olio evo q.b. • basilico a volontà • origano a piacere • 1 cipollotto rosso • 200 gr di tonno al naturale

Ecco allora alcuni piccoli spunti che potete seguire e far mettere al vostro bambino in tutta sicurezza nello zainetto: • Maionese vegana: un panino integrale con questa ottima crema spalmata su un lato, farcito con dell’affettato di tacchino e della lattuga.

PREPARAZIONE: Dividete a metà la mini baguette, svuotateli della mollica e condite la parte interna del pane con un filo d’olio extravergine, un pizzico di sale e pepe. Adagiate quindi uno strato di foglie di lattuga lavate e asciugate per bene, il pomodoro tagliato a fette sottilissime, le fettine di cetriolo, il tonno, le olive, il cipollotto affettato e la feta sbriciolata. Terminate il ripieno con le foglie di basilico a piacimento e un pò di origano.

• Marmellata: un panino ripieno di marmellata con soli zuccheri della frutta e delle mandorle a lamelle, ricchissime di proteine e calcio. • Mopur: un alimento di origine vegetale che deriva dal grano e dai ceci che se lavorato, permette di ottenere alimenti dal sapore e dalla consistenza assolutamente simili a quelli degli affettati condito con rucola e qualche scaglia di grana. • Hummus: per ottenerlo frullate un barattolo di ceci scolati con 2 cucchiai di salsa tahina, il succo di 1/2 limone e un pizzico di sale. Spalmatelo tra due fette di pane di segale, aggiungendo delle fettine sottili di un bel pomodoro rosso condite con una strisciolina di olio evo ed origano.

Chiudete i panini, avvolgeteli in della pellicola e lasciate riposare almeno un’ora in frigorifero prima di consumarlo, in modo che il pane assorba questo fresco mix di sapori e risulti più cremoso e saporito.

• Avocado: preparate una guacamole frullando frullate la polpa di un avocado con mezza cipolla rossa, il succo di un lime e un pizzico di sale, quindi spalmatela in un panino al farro e aggiungete dei pomodorini datterini a fettine. • Miele: una spalmata di miele su del pane integrale, con l’aggiunta di qualche scaglietta di cioccolato fondente e qualche noce tritata. 54

a cura di: la Redazione P 54


“Se senti una voce dentro di te che dice ‘non puoi dipingere’, allora a tutti i costi dipingi e quella voce verrà messa a tacere.” Vincent Van Gogh

CON WALL STREET ENGLISH a tutte Un ringraziamento speciale IMPARI L’INGLESE le aziende ed i professionisti VELOCEMENTE. che hanno reso questo inserto speciale più prezioso! E VIVI LE ancora TUE PASSIONI.

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