laPiazza della Bassapadovana - Luglio 2024

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Noi ci crediamo

Luca Zaia

Governatore Regione Veneto

Quest’anno sarà ricordato per due date storiche: il 19 e il 26 giugno, rispettivamente la definitiva approvazione dell’autonomia con il voto del Parlamento e la promulgazione della legge, con la firma del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ne fissato la piena operatività dal 13 luglio. Ma ce ne è anche una terza: il primo luglio, giorno in cui con una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, il Veneto ha chiesto la riapertura del tavolo di confronto per l’attuazione dell’autonomia differenziata, secondo quanto previsto dalla Costituzione. Con questa lettera si riprende la trattativa sulle nove materie per cui non è prevista la definizione dei Lep, alle quali si affiancano quelle previste nella pre-intesa siglata ancora nel 2018. Il Veneto è pronto e dimostra di credere fermamente nella devoluzione delle competenze. Di fronte alla necessità di dare risposte sempre più adeguate ai cittadini, infatti, è nell’oggetto sociale di un governatore aspirare a ulteriori ambiti di attività. Siamo consapevoli che il percorso dovrà essere graduale perché impone una valutazione attenta per l’attribuzione di ogni singola materia e delle funzioni. Se da sempre abbiamo affrontato 23 dossier, ognuno per una materia, è stato perché ci ha permesso di poter trattare ampiamente con cognizione di causa l’argomento e presentare una proposta di autonomia differenziata che sia di efficienza, responsabilità e vicinanza ai cittadini. aIl momento di mettersi alla prova è arrivato. Come Veneto siamo disposti a gemellarci da subito con una Regione del Sud che intenda testare assieme questa riforma che per noi significa equa distribuzione del benessere e non del malessere.

della Bassapadovana

Sintonizzati sul futuro.

Il centrodestra si è presentato spaccato, il sindaco uscente della Lega ha vinto al ballottaggio, Callegaro e Scanferla tra i banchi dell’opposizione

Servizi alle pagg. 4 e 6

La riforma

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Amministrative

AUTONOMIA, SI FA SUL SERIO IL VENETO APRE LA TRATTATIVA

Dopo il via libera al disegno di legge e l’approvazione di Mattarella parte la prima richiesta ufficiale

Servizio a pag. 19

UN “COLPO DI SCENA” PER I TRE TEATRI VENETI

Al via la nuova rassegna messa a punto dal Teatro Stabile del Veneto, in arrivo 80 spettacoli e grandi nomi

Servizio a pag. 21

Bye bye “galleggiamenti”

Nicola Stievano

>direttore@givemotions.it<

S aranno state le proteste via via sempre più insistenti e numerose, soprattutto dopo la fine della pandemia, sarà che gli investimenti messi in campo l’anno scorso per le assunzioni e una migliore organizzazione iniziano a dare i loro frutti, fatto sta che sul fronte delle liste d’attesa nella sanità pubblica qualcosa si è mosso, in questi ultimi mesi. I numeri diffusi ad inizio luglio sembrano confermare questa tendenza.

segue a pag. 5

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Premi da batticuore Adesso scegli

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Impianto cattura anidride carbonica

U

n progetto pilota per produrre cemento a bassa emissione di carbonio: ad annunciarlo la Buzzi Unicem di Monselice. Nuada, azienda fornitrice di tecnologie per la cattura della Co2 con sede nel Regno Unito, ha infatti deciso di avviare un impianto pilota proprio presso la cementeria della Rocca. Un’iniziativa che, sfruttando le potenzialità offerte dal sistema Nuada, strizza l’occhio alla sostenibilità ambientale e apre la strada alla decarbonizzazione del settore.

“La tecnologia di cattura del carbonio che stiamo impiegando è la più efficiente dal punto di vista energetico mai concepita finora. Una soluzione che ridefinisce il panorama della decarbonizzazione in settori di difficile abbattimento come quello del cemento” hanno spiegato gli amministratori delegati di Nuada, Conor Hamill e Jose Casaban “Questo impianto dimostra la robustezza, la scalabilità e gli straordinari vantaggi del nostro innovativo sistema di cattura. Insieme a Buzzi stiamo dimostrando quello che sarà il futuro della cattura del carbonio nel cemento”. Il sistema, alimentato elettricamente, è in grado di separare l’anidride carbonica dai gas di combustione industriali utilizzando la pressione e non il calore. Una modalità che rappresenta, quindi, un vantaggio anche in termini di consumo energetico e di costi. L’impianto sperimentale attivato nella cementeria monselicense non necessita di autorizzazioni dal punto di vista delle emissioni poiché rientra nelle attività a basso impatto. “Durante questi mesi le emissioni della cementeria non subiranno variazioni, poiché l’anidride carbonica catturata sarà reintrodotta nel circuito delle emissioni” ha sottolineato Paolo Paoletti, Direttore dell’impianto di Monselice “La percentuale di gas utilizzati sarà pari a circa lo 0,2% del flusso complessivo e non si prevedono cambiamenti significativi nella temperatura dei gas emessi. Inoltre, l’impianto non fa uso di risorse idriche né produce rifiuti”.

Monselice, sperimentazione avviata alla Buzzi Unicem

Bye bye “galleggiamenti”

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Come già avevamo annunciato il mese scorso la curva delle prestazioni in attesa per esami e visite specialistiche continua a scendere negli ultimi mesi. I cosiddetti “galleggiamenti” sono ormai pressoché azzerati, assicurano i vertici della sanità regionale, per le prestazioni urgenti, quelle da garantire entro 10 giorni, mentre quelle con priorità a 30 giorni sono passate dalle 82.811 di maggio 2023 alle 13.913 dello scorso fine maggio, con un calo dell’83%. Sono scese del 62%, invece, le attese per visite ed esami da garantire tra i 60 e i 90 giorni, passate da poco meno di 75 mila alle attuali 28 mila.

Scendendo nel locale, in alcuni territori va meglio, in altri restano delle criticità, soprattutto dove mancano strutture e dove c’è ancora carenza di personale, come denunciano le organizzazioni sindacali che continuano a chiedere maggiori investimenti nel pubblico e meno ricorsi alle strutture private. Dai singoli direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere fino al presidente della Regione tutti assicurano che il “dirottamento” delle prestazioni nelle strutture private resta l’ultima spiaggia, una scelta necessaria solo quando non vi sono veramente altre alternative in ballo. E’ sensibilmente calato anche il numero dei pazienti che rinunciano alle cure nel pubblico, di fronte ai lunghi tempi di attesa, e si rivolgono ad ambulatori o cliniche private, pagando decisamente di più, pur di avere un riscontro in tempi più rapidi. Eppure la voce dei cittadini continua a farsi sentire, in particolare per le visite e gli esami più difficili da prenotare: ortopedia, dermatologia, oculistica, pneumologia e colonscopia, solo per citarne alcuni. A questo si aggiunge la maggiore distanza da affrontare per eseguire gli accertamenti, visto che le prenotazioni vengono assegnate a strutture lontane anche 50-60 chilometri dalla residenza del paziente. Ora, in soccorso degli operatori e dei cittadini, arriva anche l’intelligenza artificiale, in grado di incrociare centinaia di informazioni ed elaborare l’appuntamento “ideale”. Ben venga, purché al centro continui a rimanere la persona.

TAPPARELLE E

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della Bassapadovana

Giorgia Bedin tiene stretta la fascia e inizia di slancio il secondo mandato

S ono 3488 i voti che segnano l’inizio del mandato bis di Giorgia Bedin: l’avvocato monselicense si riconferma primo cittadino della Rocca, per i prossimi cinque anni, dopo aver vinto al ballottaggio con Luca Callegaro. Con uno scarto di 619 voti tra i due, la cittadinanza ha scelto di consegnare un’altra volta le chiavi di Palazzo Tortorini alla candidata, supportata nella sua corsa da Lega e da tre liste civiche. Al primo turno, nonostante il numero di volti più alto rispetto ai candidati Luca Callegaro e Giannino Scanferla, Bedin non era riuscita ad aggiudicarsi la fascia tricolore che ha raggiunto, invece, con il secondo turno e grazie al 54,33% di preferenze. “È stato premiato il lavoro di questi 5 anni e il fatto di essere sempre stata in mezzo alla gente” ha commentato il neo eletto primo cittadino “sono, e voglio continuare a essere, il sindaco di tutti”.

Una vittoria nel segno della continuità per quanto riguarda il ruolo di sindaco di Monselice ma che si configura anche come una vittoria all’interno del centrodestra, spaccato sin dalle prime battute di campagna elettorale, a fronte di un centrosinistra unito. “È stata una campagna elettorale impegnativa e dall’esito tutt’altro che scontato” ha sottolineato Giorgia Bedin “Abbiamo lavorato bene e condotto una campagna elettorale corretta e di contenuto in cui si è parlato di fatti e sono state date delle risposte concrete”. Punti salienti del programma di Giorgia Bedin e della sua squadra per questo mandato, tra gli altri, la realizzazione del secondo casello autostradale, la riqualifi-

cazione dell’area ex Italcementi e di quella dell’ex ospedale cittadino, l’acquisto dell’ex Cinema Astoria per convertirlo a teatro e, infine, una attenzione particolare alle frazioni.

“Il metodo che ho usato e testato nei primi 5 anni di mandato consiste nel dialogo e nell’ascolto” ha spiegato Bedin “e visto il risultato ottenuto, credo sia il modo più corretto ed efficace per amministrare. La mia intenzione è di continuare lungo la strada già tracciata, con le consapevolezze acquisite nel corso dell’esperienza precedente e con il desiderio di fare sempre meglio”. Dopo un mandato reso difficile dall’emergenza sanitaria da covid 19, una campagna elettorale complicata e senza esclusione di colpi e un secondo turno di votazioni, ai piedi della Rocca è tempo di guardare ai prossimi anni, e oltre.

“Monselice ha già scelto il futuro e sono felice di avere al mio fianco una squadra che ha creduto in me e nei progetti condivisi. L’augurio, che é poi il mio impegno, è di lavorare con i giovani e per i giovani” ha concluso il sindaco rieletto “Continuiamo sul percorso avviato per preparare una classe politica nuova a Monselice: siamo stati un anello di congiunzione tra passato e futuro e ora lavoriamo per questo futuro”.

Oltre a Monselice, anche i comuni di Selvazzano Dentro e Rubano sono andati al ballottaggio e, dei tre, la città della Rocca ha registrato la percentuale di affluenza più alta con un 51,06%.

Il nuovo consiglio comunale, tra vecchie conoscenze e giovani volti al debutto a Palazzo Tortorini

Volti vecchi e nuovi, in continuità con il passato ma con un sguardo fisso e propositivo al futuro. Così si potrebbe descrivere il nuovo consiglio comunale insediatosi a Palazzo Tortorini dopo la vittoria di Giorgia Bedin al ballottaggio. Attorno al neo eletto primo cittadino della Rocca, che si era presentato alle elezioni amministrative supportata dalla Lega e da tre liste civiche, si è formata una squadra composta da consiglieri uscenti del precedente mandato ma anche da volti nuovi alla politica locale, in particolare giovani e giovanissimi. Sugli scanni della maggioranza siederanno dunque, oltre al sindaco, 10 consiglieri tra cui Andrea Parolo, Andrea Trentin, Cristiana Grigoletto, Luca Magon, Silvia Cardin e Fabio Piccolo della Lista Giorgia Bedin Sindaco; Stefano Peraro e Alberto Negrello per Forza Monselice X Giorgia Bedin e, infine, Giulia Rosina e Luca Piccolo in qualità di rappresentanti della lista

Lega - Liga Veneta - Giorgia Bedin Sindaco. Resta esclusa dalla rappresentanza in sede consiliare la lista di Riccardo Ghidotti. All’opposizione il coordinatore provinciale di Forza Italia Luca Callegaro, sconfitto al ballottaggio da Bedin, che sarà affiancato da Fabio Conte e Andrea Tasinato.

A rappresentare il centrosinistra, invece, saranno Giannino Scanferla, il segretario del Partito Democratico Niccolò Ruffin e Francesco Miazzi di Ambiente e Società. Tra i nomi noti che non entrano a Palazzo Tortorini in qualità di consiglieri per il prossimo futuro, Gianni Mamprin e l’ex sindaco della Rocca Francesco Lunghi, che si erano schierati con Callegaro e ne avevano appoggiato la candidatura. Attesa ai piedi della Rocca sulle deleghe e gli assessorati che verranno assegnati nelle prossime settimane ai componenti di maggioranza eletti dai cittadini. (m.t.)

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per averci scelto e per continuare a sceglierci

Giorgia Bedin festeggia la vittoria (foto di Giada Zandonà)

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Callegaro e Scanferla affilano le armi

tra i banchi dell’opposizione

l risultato del primo turno, purtroppo, non è stato quello auspicato ma a detta di molti, anche avversari, si tratta di un buon risultato, soprattutto politico, viste le condizioni di partenza” con queste parole Giannino Scanferla ha commentato il risultato delle elezioni ai piedi della Rocca “È stata una campagna elettorale intensa, poiché partita poco più di due mesi prima delle elezioni, e vissuta tra le persone comuni, nei quartieri e nelle frazioni per recepirne le istanze e per poi restituire le scelte prima di contemplarle nel programma della coalizione”. Il candidato sindaco, attorno al quale si era riunito il centrosinistra monselicense composta da Partito Democratico, Ambiente e Società e Movimento 5 Stelle, non nasconde il rammarico per l’esito delle votazioni ma é consapevole che l’obiettivo minimo é stato raggiunto: il centrosinistra, infatti, avrà una rappresentanza in sede consiliare. Scanferla definisce la campagna elettorale di questi ultimi mesi propositiva nell’ottica di risolvere “decennali problematiche e condotta sempre sul piano dei contenuti e nel rispetto degli

avversari: con atteggiamento determinato nel confronto dialettico, ma mai scesa su livelli poco consoni a chi si propone per amministrare la città”.

Il candidato sindaco di centrosinistra ha ricevuto, al primo turno, 2.848 voti con una percentuale di preferenze complessive del 30,38% che gli ha assicurato il posto nelle fila dell’opposizione insieme a Niccolò Ruffin e Francesco Miazzi, i due più votati delle liste civiche a sostegno di Scanferla. “Mi piacerebbe che il clima che si è creato intorno alla mia persona e alla coalizione Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Ambiente e Società possa continuare, scevro da tatticismi politici, per contribuire ad attuare con gli strumenti della rappresentanza in consiglio comunale e con l’attività politica in città i punti più significa-

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tivi del nostro programma” ha aggiunto Scanferla “sia con Callegaro sia con Bedin ci sono state convergenze su alcune tematiche e a entrambi ho chiesto che venissero riportate nel programma amministrativo del Sindaco, in caso di vittoria”. Vittoria che è andata a Giorgia Bedin che, al ballottaggio, ha superato Luca Callegaro e la sua squadra. L’ex sindaco di Arquà Petrarca, con 3.265 voti al secondo turno, ha raggiunto una percentuali di preferenze complessive pari al 45,67% con Fratelli d’Italia e Forza Italia come liste più votate. “Ringrazio con il cuore la mia meravigliosa squadra che si è impegnata senza risparmiarsi mai” sono alcune delle parole che Callegaro ha affidato alla sua pagina social “Ringrazio, soprattutto, voi elettori che avete deciso di darmi fiducia”. Secondo il candidato di

centrodestra, a essere decisivi per la vittoria di Bedin al ballottaggio sono stati gli elettori di sinistra e quella che lui stesso definisce “l’alleanza Bedin-Peraro-Miazzi”.

“Dopo 24 anni, l’estrema sinistra è tornata ad essere decisiva in questa città ed ha deciso di dire no al cambiamento” ha proseguito Callegaro “In Consiglio Comunale saremo, di fatto, l’unica opposizione alla maggioranza rosso-verde che è nata in questa settimana ed il nostro impegno è quello di portare avanti le istanze e le richieste che i cittadini ci hanno fatto in questi mesi di campagna elettorale”. A sedergli accanto a Palazzo Tortorini saranno Fabio Conte e Andrea Tasinato mentre le liste civiche Ricostruiamo Monselice di Gianni Mamprin e Iniziativa Popolare di Gianni Baraldo sono rimaste fuori dai giochi. “Vedremo nei prossimi mesi se l’alleanza siglata in occasione del ballottaggio è stata davvero legata alla semplice pregiudiziale anti-fratelli d’Italia o se invece ci sono altre convergenze” ha concluso Callegaro.

Martina Toso

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Luca Calllegaro e Giannino Scanferla

Il caso. Perplessità dei comitati ambientalisti e dei cittadini del quartiere, raccolte 300 firme

Arriva la quarta antenna in città

Potrebbe essere installata una nuova antenna per la telefonia mobile ai piedi della Rocca: la polemica si riaccende. Negli ultimi mesi, i riflettori dei comitati monselicensi sono puntati sulle stazioni radio base sul territorio: dopo Marco Polo, via Borgo e via Valli, potrebbe essere il turno di via Beata Madre Teresa di Calcutta dove l’operatore Iliad ha richiesto di posizionare un suo ripetitore. La questione delle antenne per la ricezione e copertura telefonica è un tema dibattuto in città e a destare la preoccupazione dei comitati ambientalisti monselicensi ma anche dei cittadini sono, in particolare, le ripercussioni sulla salute dell’esposizione ai campi elettromagnetici.

“Dal nostro accesso agli atti, abbiamo rilevato che l’installazione è prevista in 45 mq di area agricola, che risulta di proprietà di un’impresa con sede a Montegrotto” hanno sottolineato Francesco Miazzi e Angelo Giuliani “Il nuovo sito sarà raggiungibile mediante la realizzazione di una nuova strada di accesso con larghezza 3,5 mt che si congiungerà a Via Beata Madre Teresa di Calcutta”. Il palo avrà un’altezza di 30 metri e sono previste 8 antenne e 3 parabole. La perplessità di Miazzi e Giuliani nasce sulla scorta della vicinanza di queste antenne alle abitazioni e ad altri siti sensibili quali scuole e campi

sportivi.

“L’articolo 8, comma 6, della Legge n. 36/2001, Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettromagnetici, consente ai comuni di adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici” hanno spiegato Miazzi e Giuliani “Attraverso il regolamento sarebbe inoltre possibile dare priorità all’insediamento degli impianti su aree comunali, anche per consentire l’acquisizione di risorse finanziarie da reimpiegare nel controllo, ricerca e informazione in materia ambientale”. Una questione, quella delle antenne per la telefonia

mobile, che non lascia indifferenti i cittadini di Monselice, decisi a trovare risposte e soluzioni all’annoso problema affiancati dai comitati e da un gruppo di esperti. L’obiettivo, tra gli altri, è quello di lavorare alle osservazioni da inviare al comune rispetto all’installazione di via Argine Destro. Dal canto loro, i residenti del quartiere del Carmine si sono già mossi e hanno inviato a Palazzo Tortorini una petizione che riporta oltre 300 firme. Quella di Iliad è solo l’ultima richiesta, in ordine temporale, pervenuta al comune di Monselice da operatori della telefonia mobile. Non resta che attendere una risposta in merito da parte del nuovo consiglio comunale.

Martina Toso

L’Istituto Kennedy ambasciatore per l’Italia al Parlamento Europeo con il progetto sui cambiamenti climatici

Tre studenti dell’Istituto superiore Kennedy di Monselice, insieme alla professoressa Lara Bertipaglia (col supporto del dirigente scolastico, Antonina Volpe), ambasciatori per l’Italia al Parlamento Europeo di Bruxelles nell’ambito del progetto “Change Environment” sui cambiamenti climatici e le migrazioni. All’iniziativa, promossa dal Jesuit Refugee Service Europe, in collaborazione con l’associazione padovana Popoli Insieme, hanno partecipato decine di altri studenti provenienti da Spagna, Ungheria, Irlanda e Belgio. Gli allievi e la docente hanno avuto la felice opportunità di presentare le loro attività e i laboratori svolti durante l’anno scolastico che si è da poco concluso. “È stato un meeting arricchente – raccontano

gli stessi studenti, tornati da qualche giorno dalla capitale belga –carico di ispirazioni e riflessioni condivise”. Durante la tre giorni a Bruxelles, inoltre, hanno visitato il Parlamento Europeo e il Museo delle Migrazioni. “Ci siamo sentiti davvero al centro della Comunità

Europea – aggiungono – Abbiamo vissuto questa esperienza con entusiasmo e curiosità”. “Ora la vera sfida è portare quanto abbiamo esperito, tutti i preziosi stimoli che abbiamo ricevuto, nella vita di tutti i giorni: siamo noi i primi attori del cambiamento”. (g.z.)

La questione delle antenne per la ricezione e copertura telefonica è un tema dibattuto in città e a destare la preoccupazione dei comitati ambientalisti ma anche dei cittadini sono, in particolare, le ripercussioni sulla salute

COMPRIAMO ORO E ARGENTO PAGAMENTO IMMEDIATO

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Da ex Palazzetto dello sport a nuovo centro culturale

L a scadenza di marzo 2026, pena la perdita dei fondi ottenuti tramite il PNRR, sta velocizzando i lavori che trasformeranno l’ex Palazzetto dello Sport di via Zanchi in un centro culturale all’avanguardia. Questo ambizioso progetto, reso possibile da 2,5 milioni di euro provenienti da fondi europei, prevede nella palestra inutilizzata dagli anni ’90 la creazione di una sala conferenze, spazi espositivi, aule studio moderne e archivi multimediali.

I lavori avviati una volta svolte le indagini archeologiche e le verifiche strutturali sulle murature esistenti

Ad inizio giugno sono iniziate le indagini archeologiche e le verifiche strutturali sulle murature esistenti. Sotto questo sito, infatti, furono scoperti un edificio romano di notevoli dimensioni con pavimentazione a mosaico con foglie d’edera e motivi geometrici decorativi, oltre a una strada romana in trachite.

“Queste indagini sono una fase cruciale, preliminare all’inizio dei lavori più importanti e attesi dalla città”, sottolinea il sindaco Matteo Pajola. “Considerando la scadenza del 2026, abbiamo scelto di affidare un appalto integrato, attualmente nella fase delle attività funzionali al progetto esecutivo. I primi lavori veri e propri sono cominciati a giugno e si tratta di un altro tassello per migliorare tutta la nostra cittadina”.

Il progetto per l’ex Palazzetto prevede di ripristinare l’uso originale della struttura, nata come teatro nel 1724. L’edificio settecentesco fu distrutto da un incendio nel 1824, ma rinacque dieci anni dopo – l’unica parte rimasta dell’epoca è la facciata – come teatro sociale, per poi essere acquistato dal comune nel 1957 e, dopo un periodo di inutilizzo, trasformato in palazzetto. Negli ultimi trent’anni, l’edificio è rimasto in stato di abbandono e questo intervento potrà finalmente dargli una nuova destinazione d’uso. La città di Este si doterà quindi di un altro teatro, posizionandosi ancora una volta come polo culturale e sociale della Bassa Padovana. Tra le al-

tre progettualità in corso, a metà giugno sono state portate avanti alcune opere preliminari di sondaggio e di verifica per la riqualificazione di Palazzo Tortorini. Il cantiere, che dovrebbe partire prima di fine anno, trasformerà l’area in un caffè letterario con la presenza di una biblioteca degli alberi, di un centro di aggregazione giovanile e socio-culturale per un investimento in rigenerazione urbana di 2 milioni di euro.

Giada Zandonà

Una targa per il centenario del delitto Matteotti nella via dedicata al deputato vittima del fascismo

La cittadina murata dedica una targa al deputato socialista Giacomo Matteotti. “Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non l’ucciderete mai”. Queste sono le parole riportate nella targa che l’amministrazione comunale ha voluto realizzare e porre in via Matteotti per ricordare i cento anni dal tragico assassinio del politico polesano. Questa, secondo le ricostruzioni degli storici, è la frase che Giacomo Matteotti pronunciò con coraggio alle camicie nere fasciste che l’avevano da poco rapito sul Lungotevere romano,

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pochi attimi prima di essere brutalmente assassinato.

“Si tratta di parole che hanno un peso enorme - ha spiegato il sindaco Matteo Pajola,rappresentano un atto di coraggio e di abnegazione, attraverso un semplice concetto: le idee sopravvivono, possono essere tramandate ed ereditate, possono restare anche se gli uomini e le donne che le hanno pensate e trasmesse agli altri non ci sono più”, continua Pajola. “Quello che ancora oggi Giacomo Matteotti ci deve trasmettere è l’amore per la democrazia, quella vera, fondata sulla libertà, sul rispetto del prossimo, sul confronto sano e tollerante, sulla giustizia sociale e sulla non violenza”.

Erano presenti alla cerimonia di inaugurazione l’onorevole Giulia Narduolo e l’onorevole deputato Diego Crivellari, impegnati nel sostenere iniziative relative allo studio e alla diffusione del pensiero di Matteotti, tra cui l’impegno per far dichiarare nel 2017 la casa natale di Giacomo Matteotti monumento nazionale. Dopo l’inaugurazione, si è tenuto l’incontro di presentazione del volume “Giacomo Matteotti, figlio del Polesine. Un grande italiano del Novecento” scritto dall’onorevole Diego Crivellari e dal giornalista Francesco Jori. (g.z.)

Sopralluogo del sindaco al cantiere aperto all’interno del palazzetto di via Zanchi

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Consumo di carburante Alfa Romeo Junior Ibrida (l/100km): 5,2; emissione di CO2 metodo di misurazione/correlazione nel ciclo misto WLTP. Valori preliminari soggetti a conferma

e le emissioni di C2 possono essere diversi e variare a seconda delle condizioni di

(aria condizionata,

Sociale. Il progetto coinvolte altri tre Comuni e promuove percorsi di inserimento lavorativo

Ospitalità per quaranta rifugiati tra accoglienza e integrazione

In occasione della Giornata mondiale del rifugiato di metà giugno, i Comuni aderenti al Sistema di accoglienza e integrazione (SAI) hanno tracciato un primo bilancio del percorso avviato a settembre 2023. Gli amministratori di Este, Cartura e Megliadino San Vitale hanno illustrato l’impatto del progetto sul territorio: “Non solo vitto e alloggio, ma anche integrazione e inserimento lavorativo per i titolari di protezione internazionale” hanno spiegato.

Il progetto prevede l’ospitalità per 40 persone titolari di protezione internazionale, che hanno ottenuto asilo politico o protezione sussidiaria. Oltre ai servizi essenziali, sono previste misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-

economico. Mentre i Centri di accoglienza straordinaria (CAS) garantiscono la prima accoglienza in emergenza per le persone appena arrivate in Italia, il Sai promuove percorsi di inserimento socio-lavorativo finalizzati a raggiungere l’autonomia entro sei mesi, prorogabili a un anno. Nel territorio della bassa

Nella Bassa Padovana ilo Sistema di accoglienza e integrazione ha attività quattro centri in cui gli ospiti sono seguiti

padovana, il Sai di Este, in stretta collaborazione con i Comuni di Cartura e Megliadino San Vitale, ha attivato quattro centri di accoglienza a Deserto d’Este, Schiavonia, Cartura e Megliadino San Vitale.

Fondamentale è stato il supporto della Diocesi Padovana e delle parrocchie locali, che hanno messo a disposizione tre delle quattro strutture attivate. Le persone accolte, prevalentemente famiglie e mamme con bambini, in gran parte di nazio-

nalità ucraina, sono seguite dai responsabili delle cooperative sociali che fanno parte di Ati.

“L’accoglienza diffusa - spiegano gli assessori Simonetta Spigolon, Loris Ramazzina e la consigliera Eva Vigato - rappresenta l’unico sistema in grado

La scure della spending review del Governo taglia 100 mila euro al Comune

Il Comune di Este era riuscito a beneficiare di contributi per oltre 20 milioni di euro dal PNRR, ora però si trova ad affrontare un taglio da 100 mila euro a causa della spending review decisa dal Governo. La questione preoccupa il sindaco Matteo Pajola, che però annuncia ai cittadini che questo ammanco non graverà sulla popolazione o sui progetti in essere.

“Siamo stati un Comune fortunato ad ottenere molti contributi dal piano del PNRR ma ora, contare 100mila euro di risorse in meno dal bilancio pesa tantissimo - spiega il sindaco Matteo Pajola -.

Non si tratta di una cifra di poco conto, ci siamo presi molti impegni, anche con mutui, ma abbiamo un piano B in atto”. Il primo cittadino spiega che non aumenterà la TARI o altre tassazioni, ma che cercherà di reperire l’ammanco attraverso altre azioni: “Abbiamo investito molto sull’efficientamento energetico e ci auguriamo che questo porti a tagliare le spese e a dirottare i fondi per coprire i 100 mila euro”.

La cittadina murata ha puntato molto sulla rigenerazione urbana attraverso i fondi del PNRR, dallo sport al centro storico: “Abbiamo realizzato o stiamo

portando avanti progetti per la pista di atletica, per l’ex palazzetto dello sport, per l’ex palazzo Contarini, per l’asilo nido Arcobaleno, per la scuola della frazione di Deserto, per la smart city e per tante altre progettualità di rigenerazione urbana - continua il primo cittadino -. Si tratta di oltre 20 milioni di euro di progetti, ma faremo il possibile per recuperare la cifra tagliata dalla spending review. Da metà giugno è cominciato un progetto per l’efficientamento energetico delle scuole e anche da questo potremmo trarre altri fondi”, conclude Pajola. (g.z.)

di garantire la vera inclusione delle persone che arrivano, con il coinvolgimento delle amministrazioni e delle comunità locali. Il fenomeno migratorio non è emergenziale ma strutturale e va affrontato con politiche lungimiranti e rispettose dei diritti fondamentali. I Comuni aderenti stanno lavorando insieme per una politica di accoglienza concreta, fatta di lavoro, inclusione sociale e umanità”. Tra le note emerse dall’incontro, i dati del Veneto mostrano la regione ultima nella classifica Sai per numero di posti in proporzione agli abitanti. Questa mancanza è compensata dal Governo aumentando i posti nei centri di accoglienza straordinaria, gestiti esclusivamente dalle Prefetture, dove i Comuni non hanno diritto di intervento.

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I sindaco Matteo Pajola
L’assessore Simonetta Spigolon e la consigliera Eva Vigato

La polemica. Dall’opposizione i rilievi dell’ex sindaco Roberta Gallana

“Opere pubbliche in alto mare, costi raddoppiati”

“I

l piano delle opere pubbliche è in alto mare. Siamo sempre più preoccupati perché gli anni passano, ma i lavori non procedono” è questa l’accusa della consigliera di opposizione Roberta Gallana sul lavoro dell’amministrazione di Matteo Pajola, che sottolinea come i finanziamenti europei e statali a fondo perduto ammontino a 27 milioni di euro. Tra questi, molte opere pubbliche hanno tempi di realizzazione precisi e dovranno essere terminate entro la primavera del 2026: “Oltre ai ritardi, abbiamo anche appreso in Consiglio comunale che i costi sono praticamente raddoppiati”, continua Gallana. “Le lunghe attese e le scelte progettuali dell’attuale amministrazione hanno fatto lievitare i costi dei lavori, ma soprattutto delle spese relative ai progetti e alle direzioni lavori e sicurezza”.

La consigliera riporta alcuni esempi, come il progetto Pinqua, il programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare, finanziato da fondi europei: “Questo subirà un drastico aumento delle risorse a disposizione, come an-

che “L’officina della conoscenza”, riguardante la riqualificazione dell’area dismessa “San Girolamo - park del riccio”, con un preventivo di 1 milione e 900 mila euro che è lievitato a 3 milioni e 700 mila euro, comprensivi di un mutuo che peserà fortemente sul bilancio comunale - continua Gallana -. Anche “Piazza teatro” per il recupero dell’ex Palazzetto dello sport, passerà dai 2 milioni e mezzo a 5 milioni di euro. La stessa sorte avrà la manutenzione straordinaria di 39 unità abitative popolari e 12 fabbricati Erp, nonché la riqualifica-

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zione di Palazzo Contarini. Contestualmente, alcune opere come la pista ciclabile della frazione Motta, la scuola Carducci o le nuove palestre nelle scuole della frazione di Deserto e del Nido in Zona PEEP, pur avendo le risorse da tre anni, non sono ancora concluse. Peggio ancora: abbiamo perso le tracce e non si sente più parlare del destino della Palestra Ghilardi ad uso della scuola media e della pista ciclabile della frazione di Prà, il cui inizio doveva essere nel 2023, come promesso dal sindaco in Consiglio comunale”.

La consigliera e il suo gruppo di opposizione tracciano una lunga lista di opere non ancora cominciate o che sono alle prime battute: “Il piano delle opere pubbliche era stato pensato e progettato per riqualificare i vuoti urbani della città e rendere Este attrattiva ed innovativa - conclude Gallana. -Ora speriamo che l’amministrazione Pajola sia in grado di portare a termine i cantieri che ha ereditato e che darebbero alla città un nuovo volto”.

Giada Zandonà

Nuova ciclopedonale in via Atheste, al via i lavori nel cantiere da 250 mila euro Sono cominciati i lavori per la realizzazione di una nuova pista ciclopedonale lungo via Atheste, per un cantiere da 250 mila euro. Il progetto nello specifico prevede la realizzazione della pista ciclabile in continuità con il percorso già presente all’interno della zona industriale, lungo viale dell’Industria, fino al collegamento della ciclopedonale già presente all’altezza di via Zuccherificio.

I lavori saranno completati prima dell’inizio dell’anno scolastico: “Si tratta di un progetto atteso non solo per una maggiore sicurezza della mobilità debole, ma anche perché rappresenta un passo essenziale per il collegamento della frazione di Motta al centro - spiega il sindaco Matteo Pajola -. La realizzazione di nuove piste ciclopedonali è una delle nostre priorità, non solo per aspetti di viabilità ma anche per la loro valenza ambientale e di sviluppo turistico”. Per l’assessore alla viabilità Alberto Fornasiero si tratta di un’opera strategica e molto attesa da parte dei residenti e delle attività commerciali e produttive: “Grazie a quest’opera di messa in sicurezza stradale, infatti, ciclisti e pedoni potranno raggiungere il luogo di lavoro con maggiori tutele e con mezzi eco-sostenibili”. (g.z.)

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Dal 1° luglio è attivo il servizio elettrico a Tutele Graduali.

sul futuro.

il gestore è Hera Comm, società del Gruppo Hera

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dell’azienda del Gruppo

per i cittadini. Grazie a questo automatismo,

le Graduali

Le condizioni del servizio a Tutele Graduali, uguali in tutta Italia, sono quelle definite dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA). Le componenti principali del prezzo dell’energia sono due: una prima parte, variabile, è a copertura dei costi di approvvigionamento dell’energia, e deriva dalla media dei prezzi del mercato all’ingrosso (Prezzo Unico Nazionale – PUN).

A questa si somma una componente fissa, volta a coprire i costi di commercializzazione che, in virtù dei ribassi di gara, comporterà per il cliente un risparmio rispetto al precedente regime di Maggior Tutela.

disponibile una sezione dedicata alla fine della tutela elettrica.

Il modello di servizio Hera: cliente al centro, rigore etico e transizione energetica

In un territorio importante come la provincia di Padova, Hera manterrà lo stesso modello di servizio che l’ha portata fra i primi gestori energetici nazionali: focus sul servizio al cliente, attraverso canali sia remoti (app MyHera, web, call center) che fisici (oltre 160 sportelli in tutto il Paese), rigorosa condotta etica nella proposizione

iti in oltre 310 comuni italiani. L’orientamento alla sostenibilità è attestato, fra le altre, da due importanti evidenze. Già oggi il 52% del margine operativo lordo del Gruppo è “a valore condiviso”, cioè legato ad attività che contribuiscono a realizzare gli obiettivi di sostenibilità ONU al 2030 e, da piano industriale, entro il 2027 salirà al 64%. Inoltre, Il titolo Hera è dal 2020 (con verifiche e rinnovi annuali) incluso nel Dow Jones Sustainability Index (sia europeo che mondiale), autorevole indice borsistico internazionale, che include le aziende quotate migliori in termini di performance nelle dimensioni ESG.

dai 75 anni in su, in condizioni di di coltà economica o residenti in zone disagiate. Informazioni di dettaglio sul sito Arera.

Cosa prevede il servizio a Tutele Graduali

La fornitura di energia elettrica a condizioni standard definite da Arera.

La città segreta. Con la guida di un esperto alla scoperta dei monumenti nascosti

L’Oratorio ferito di via Settabile ricorda la maestosa villa Salvi

La chiesa settecentesca è chiusa da quasi mezzo secolo, a causa dei danni provocati dal terremoto del Friuli nel 1976. Custodiva un originale pala d’altare ispirata all’arte del Tiepolo, in base ad alcuni indizi

GSintonizzati sul futuro.

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aetano Nuvolato, erudito e storico, verso la metà dell’ottocento, scrivendo sulle “villeggiature” di Este, definisce villa “Salvi (in via Settabile) la più grandiosa e ricca fabbrica che avessimo, deplorabilmente su principio di questo secolo rasata al suolo. Ne sorvive il solo oratorio”. Secondo l’iscrizione della lapide dedicatoria posta nella parte alta del portale d’ingresso della facciata in stile neoclassico del piccolo oratorio della famiglia Salvi, si evince che la data di costruzione è il 1765 e che l’oratorio risultava far parte del complesso architettonico della villa Salvi.

interno versa in un deplorevole stato di degrado, perché gli attuali proprietari probabilmente a causa delle ingentissime spese che bisognerebbe sostenere per il suo restauro, non si adoperano nell’impresa.

All’interno dell’oratorio fino a circa la fine degli anni 70’ del novecento, era conservato un grazioso arredo tra cui la meravigliosa pala d’altare realizzata da un tiepolesco dal titolo “La Vergine, San Giuseppe, tre Angeli, il Bimbo e Sant’Antonio da Padova”.

Nella veduta di Este dal colle attribuita a Gerolamo Franchini, si può notare nitidamente la facciata principale della grandiosa villa Salvi e il suo annesso Oratorio: il 29 giugno 1809 vi si tenne un fastoso banchetto in occasione dei festeggiamenti per le vittorie militari di Napoleone. L’oratorio nel corso della sua storia divenne poi come si evince nella targa marmorea posta sotto l’iscrizione di proprietà della famiglia Capodaglio: oggi risulta inagibile ed è chiuso da 48 lunghi anni a causa del terremoto del Friuli del 1976.

Prima del terremoto, l’oratorio era aperto al pubblico perché si svolgeva annualmente nel mese di maggio il fioretto mariano: ora purtroppo da troppi anni, al suo

Tutto concorre ad indirizzare quest’opera nello stretto ambito dell’orbita tiepolesca: non ci si dovrebbe scostare da due riferimenti: Francesco Zugno, Francesco Fontebasso. Si nota però una esemplificazione ulteriore apportata al codice tiepolesco la cui densa pittura è qui filtrata da una mano che ha restituito un pastello dai contorni precisi, de-

lineato come se si trattasse di una stampa eseguita per essere poi completata con i colori. Si tratta di un’opera eseguita da Francesco Lorenzi. L’identificazione dell’autore di questa tela si basa non tanto sulla tenuta alla Tiepolo, che costituirebbe invece unicamente la consonanza dell’opera della pittura dominante della sua epoca: piuttosto la tipologia del S. Giuseppe, dell’angelo volto verso la Vergine rimandano all’area veronese, a Pasquale Ottino, dal quale il Lorenzi sembra derivare anche il gusto della silhouette di S. Antonio.

In conclusione, la base che inquadra tutta la pittura del Lorenzi, che si riscontra nei suoi numerosi cicli di affreschi, avvalla l’ipotesi che egli risente di una evidente attrazione verso la pittura del Tiepolo.

Luglio a Monselice tra musica, cinema e danza

L’estate è ufficialmente arrivata ed è tempo di eventi ai piedi della Rocca. Il programma del mese di luglio, già in parte definito, prevede una serie di appuntamenti con il cinema, la musica, la danza e l’enogastronomia. Ad aprire la kermesse, nelle scorse settimane, è stata la rassegna “Estate al cinema” che, nella cornice di Villa Pisani, ha riportato in città le tradizionali proiezioni all’aperto. Dopo “La chimera” di A. Rohrwacher e “Perfect days” di W. Wenders, si proseguirà il 12 con “Foglie al vento” di A. Kaurismäki e, infine, il 19 con “The Holdovers” di A. Payne. Agli inizi di luglio la Compagnia teatrale Senza arte né parte ha portato la musica in Piazza Mazzini con

lo spettacolo “La sfera mi parla” mentre il Parco delle More ha ospitato il concerto mistico per Battiato “Torneremo ancora” con Simone Cristicchi e Amara. Un vero e proprio viaggio musicale alla ricerca dell’essenza nel-

la confusione della modernità. Sempre a Parco delle More, il 12, si esibirà la cantautrice Suzanne Vega in una serata all’insegna di “Old songs, new songs and other songs”.

Il 18 luglio sarà, invece, la volta di “Le stelle dell’estate”, un percorso culturale ed enogastronomico lungo via del Santuario, sulle pendici del Colle della Rocca, dal Castello a Villa Duodo. L’evento, organizzato dalla Pro Loco di Monselice, prevede concerti, spettacoli di danza, visite guidate con apertura straordinaria dei monumenti, osservazione del cielo con telescopi, animazione per bambini e degustazioni delle eccellenze enogastronomiche del territorio. (m.t.)

Ascolta
Andrea Tobaldo
A sinistra l’Oratorio oggi e a destra l’antica veduta di Este in cui si nota la grande villa
La cantautrice Suzanne Vega
Suzanne Vega

Colli Euganei tra le riserve mondiali della biodiversità

L a lista Unesco delle riserve mondiali della biodiversità si allunga con l’ingresso dei Colli Euganei. Lo ha decretato lo scorso 5 luglio il Consiglio intergovernativo dell’Unesco riunito ad Agadir, in Marocco. La candidatura, coordinata dall’Ente Parco Colli Euganei, è stata riconosciuta per il suo valore naturale e culturale, ma anche per l’impegno dimostrato nella promozione di pratiche di sviluppo sostenibile che rispettano e valorizzano le risorse ambientali locali.

Alla cerimonia di proclamazione c’era Cristiano Corazzari, assessore regionale al Territorio, Cultura e Parchi del Veneto, in rappresentanza della Regione del Veneto: “Festeggiamo questo riconoscimento che se da un lato consacra la bellezza del patrimonio naturalistico e paesaggistico dei Colli Euganei, dall’altro ci ricorda che il risultato è frutto di un impegno nella tutela di questo splendido territorio di cui la Regione del Veneto è stata attore protagonista fin dal 1971 quando, con legge regionale, sono state approvate le prime norme per la tutela naturalistica e ambientale dei Colli Euganei. Fondamentale è stata poi l’istituzione sempre con legge regionale del Parco Regionale dei Colli Euganei, soggetto che lo scorso aprile è diventato Ente gestore del sito della rete Natura 2000. Ringrazio il presidente del Parco Colli Alessandro Frizzarin, ente proponente della candidatura per l’importante lavoro svolto, e tutti i soggetti che hanno creduto in questo progetto, raccontando al mondo l’unicità del territorio dei nostri Colli Euganei, area che vanta un ricco patrimonio naturale e culturale legato alla sua storia vulcanica e alle sue acque termali”.

L’inclusione nel programma Mab Unesco offrirà nuove opportunità di innovazione ecosostenibile, rafforzando le iniziative a favore della conservazione del patrimonio naturale e culturale, e permetterà ai Colli Euganei di unirsi alle altre Riserve della Biosfera nel mondo, inserendosi in un network mondiale impegnato nella tutela dell’ambiente e nella promozione di un futuro sostenibile, come sostiene Alessandro Frizzarin, presidente del Parco regionale dei Colli Euganei: “Questo prestigioso riconoscimento è il giusto tributo alle straordinarie bellezze naturali, paesaggistiche,

storico-culturali e alla incredibile biodiversità che caratterizzano il nostro territorio dei “Colli Euganei”, nonché alla dedizione e all’impegno di tutti coloro che hanno lavorato instancabilmente per proteggere e valorizzarne le peculiarità. Lavoreremo ancor più intensamente per preservare e valorizzare l’unicità dei Colli Euganei, promuovendo pratiche sostenibili e incentivando un turismo responsabile, anche grazie all’applicazione della Carta Europea del Turismo Sostenibile”.

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Plauso unanime per l’obiettivo raggiunto: “Sia un primo passo” E’ unanime la soddisfazione per il risultato raggiunto con il riconoscimento della candidatura Mab Unesco. “È una grande giornata per i nostri Colli Euganei - ha commentato a caldo il presidente del Veneto Luca Zaia - luoghi esemplari in cui lo sviluppo economico, sociale e culturale è sostenibile e trae giovamento dal rispetto dell’ecosistema e della biodiversità”. Roberto Marcato, assessore regionale allo sviluppo economico, aggiunge: “Il Parco Regionale dei Colli Euganei è un fiore all’occhiello per il Veneto, sul quale la Regione del Veneto ha investito molto. Per questo oggi sono orgoglioso di questo riconoscimento, frutto di un grande lavoro di squadra che potrà essere anche un volano per lo sviluppo dell’intero bacino termale”. La riserva Mab Unesco dei Colli Euganei è il più grande bacino termale d’Europa, con una superficie di circa 23 km quadrati. L’area totale del sito è di 34.090 ettari. Il Programma Mab Unesco (Man and the Biosphere Programme) nasce nel 1971 come programma intergovernativo volto a fornire basi scientifiche alle azioni di impulso all’uso sostenibile e razionale, oltre che alla conservazione, delle risorse della cosiddetta “biosfera”, incoraggiando, allo stesso tempo, formule equilibrate di gestione nel rapporto uomo-ambiente a livello globale.

Lega Piovese via Gramsci, 2 | 35028 Piove di Sacco (PD) spi.piovedisacco@cgilpadova.it

Lega Terme / Colli via Appia Monterosso, 50 | 35031 Abano Terme (PD) spi.abano@cgilpadova.it

“Si apre una nuova stagione per i Colli Euganei, - commenta Sergio Giordani, sindaco di Padova e presidente della Provincia - come già accaduto con Padova Urbs Picta, con la quale auspichiamo una stretta collaborazione, così da valorizzare ampia parte del territorio padovano. La biodiversità rafforza la produttività di qualsiasi ecosistema e la sua perdita aumenta la fragilità del territorio. Averne cura, quindi, significa aver conseguentemente a cuore la salute dell’ambiente e delle persone che vi abitano, nonché delle loro tradizioni culturali”. “Questo affascinante sito conosciuto anche per la sua straordinaria ristorazione e attrattività turistica, va ad aggiungersi alle altre tante meraviglie della nostra Regione amate nel mondo”, così il segretario della Liga veneta Alberto Stefani. Hanno espresso soddisfazione anche i rappresentanti delle categorie economiche, in particolare l’agricoltura.

Ascolta
La conferma è arrivata dal consiglio intergovernativo riunito ad Agadir in Marocco

L’esposizione. Nella sede della Provincia di Padova la mostra a cura di Marina Sonzini, fino al 4 agosto

“Rumore Bianco”, dal liceo Selvatico le statue evocano Michelangelo

I gessi e i calchi trasferiti dalla scuola d’arte insieme a lavori di artisti contemporanei propongono uno sguardo sull’opera dei due più grandi scultori del Rinascimento e del Barocco italiani

V alorizzare le statue del Liceo artistico Pietro Selvatico (gessi e calchi in scala 1:1 riproduzioni di sculture di Donatello, Verrocchio e soprattutto Michelangelo), affiancandole a lavori di artisti contemporanei che propongono il loro sguardo sull’opera dei due più grandi scultori del Rinascimento e del Barocco italiani: questo l’intento della mostra inaugurata a Palazzo Santo Stefano, sede della provincia di Padova. Le statue saranno ospitate per tutto il periodo necessario alla ristrutturazione della scuola d’arte e con l’occasione accosta preziosi lavori di artisti contemporanei che con tecniche molto diverse si sono confrontati con i grandi del passato.

di Giorgia Gay

Uno spazio dove esploriamo conversazioni intrigantie approfondite con il nostro direttore. In onda sabato e domenica dalle 9:28.

Solo su Radio Veneto24.

“L’arte come ricchezza a cui tutti hanno diritto di attingere, patrimonio universale che rappresenta la formazione dell’identità personale basata sulla fondamentale conoscenza del passato”,la premessa di Enrico Ghion, dirigente scolastico del Liceo Pietro Selvatico di Padova”. Il ciclo di opere “Rumore Bianco” che dà il titolo alla mostra (aperta fino al 4 agosto) è una serie di ambrotipie del fotografo romano Danilo Mauro Malatesta che all’altissimo valore artistico abbinano un tema fortemente sociale. Queste fotografie al collodio umido su lastre di vetro, spaccate e poi stampate, catturano i dettagli del “Ratto di Proserpina” di Bernini (custodito nel Museo di Villa Borghese a Roma) e si articolano in due momenti: uno interamente in bianco e nero che ingigantisce alcuni dettagli della celeberrima statua (le lacrime della fanciulla, il suo grido inascoltato, il ghigno di Plutone e le sue mani sul corpo della fanciulla); il secondo, colorato sul bianco e nero, racconta con tre immagini (Inferno, Purgatorio e Paradiso) la discesa nell’Ade e la successiva rinascita.

«Questa esposiions è partita a Roma, nell’Oratorio di Santa Silvia al Celio – ricorda Marina Sonzini, curatrice della mostra -; è poi stata insignita a Terni, durante lo scorso Festival “Popoli e Religioni”, del premio “Panchina Rossa” contro la violenza sulle donne e subito dopo è stata esposta allo “Spazio Europa” in via Nazionale a Roma, su invito dell’ufficio in Italia del

Parlamento Europeo e della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, in occasione della settimana “#Orange The World” contro la violenza sulle donne, alla presenza di tutti gli ambasciatori accreditati in Italia e presso la Santa Sede». Oltre al ciclo di ambrotipie sul Ratto di Proserpina, a Palazzo Santo Stefano è esposta anche “De secunda Pietate” di Malatesta, la sua “Pietà rovesciata”, portata dallo stesso fotografo a Odessa dinnanzi alle barricate durante la Pasqua ortodossa del 2022 e da sempre custodita nella Chiesa rettoria di Sant’Andrea al Celio a Roma.

È invece del giovane artista livornese Francesco Tonarini una serie di 30 disegni su carta, alcuni dei quali già esposti nel 2023 al Palazzo della Cancelleria Vaticana a Roma, ma con molti inediti realizzati appositamente per questa mostra padovana, che offrono uno sguardo sulla scultura di Michelangelo, dagli esordi ancora fanciullo alla corte medicea di Lorenzo il Magnifico, sino alla Pietà Rondanini, ultima opera, incompiuta.

L’artista romana Cinzia Cotellessa espone i suoi ritratti in sanguigna di Michelangelo e Bernini e alcuni dettagli della sua monumentale opera “Sedia Antropomorfa”, che, come il “Ratto di Proserpina”, parla di violenza su una donna.

La curatrice della mostra, Marina Sonzini, proporrà una lettura delle opere di Michelangelo alla luce della filosofia neoplatonica, evidenziando il contenuto di divina proporzione e sezione aurea, il simbolismo e vari approfondimenti come ad esempio un confronto tra il David di Mi-

chelangelo e quelli di Donatello, Verrocchio e Bernini.

A Padova la sfida è se possibile ancora più alta: parlare attraverso l’arte contemporanea di due giganti del calibro di Michelangelo e Bernini, con l’umiltà che è assolutamente imprescindibile quando ci si avvicina a questi grandi, ma convinti che l’arte vive nell’eredità che trasmette alle generazioni successive. “Quando l’arte parla il linguaggio della bellezza – conclude Sonzini -, attraversa i secoli e porta con sé un messaggio profondo e immortale che supera il tempo, le vicende storiche, i cambiamenti sociali, e continua a parlare attraverso gli artisti contemporanei; parla agli uomini di oggi e di domani che, come quelli del 1500 e del 1600, si confrontano coi miti e con i personaggi storici che rappresentano le radici della nostra cultura umana. Questa mostra ne propone una lettura, uno sguardo che è insieme visione ed ascolto. Ma anche gesto chiaro e deciso quando di parla di violenza di genere. arte e valore sociale, dal Rinascimento al Barocco, sino a oggi”.

Vincenzo Gottardo

Sopra le statue ospitate a Palazzo Santo Stefano, sotto, il Michelangelo di Cotellessa

Rugby. Per

i padovani campioni d’Italia Jimenez nuovo capo allenatore

Petrarca entra nella storia con la conquista di 15 scudetti

A

ppena spento l’eco dei festeggiamenti per il titolo tricolore, Petrarca Rugby ha ripreso gli allenamenti, ora diretti da colui che nella scorsa stagione era il secondo allenatore. Il ruolo del capo allenatore è passato infatti all’argentino ex tallonatore Victor Jimenez, già assistente allenatore della mischia, con lui confermato Paul Griffen, neozelandese ex mediano di mischia per i trequarti. Un riconoscimento al lavoro svolto negli ultimi 4 anni con gli avanti Tuttineri, emerso anche nella finale

Il presidente Banzato elogia e ringrazia il tecnico dei tre scudetti Andrea Marcato. Salutato anche Antonio Esposito che lascia lo sport attivo

scudetto vinta sul Viadana, suo ex club, in cui la solidità della mischia patavina ha svolto un ruolo determinante.

Il presidente del Petrarca Rubgy Alessandro Banzato ha avuto parole di elogio e di ringraziamento per Andrea Marcato, il tecnico dei tre scudetti entrato in Fir: “Dopo sette anni si chiude questo rapporto, nella totale amicizia e considerazione”, ha dichiarato, sottolineando che Marcato è stato un grande allenatore per i risultati raggiunti, ma soprattutto è stato una persona di grande valore che ha saputo costruire un gruppo di atleti vincenti e di uomini e ragazzi di spessore, dalle grandi doti umane.

Il Petrarca si è aggiudicato la prima finale della Serie A Elite da quando il massimo campionato italiano è stato rinominato, battendo per 10-28 il Viadana Rugby. Tornati allo Stadio Sergio Lanfranchi di Parma, il campo in cui l’anno scorso uscirono vittoriosi i rivali del Rovigo, stavolta i Tuttineri non si sono fatti sfuggire il 15esimo scudetto della loro storia.

E proprio nella partita contro il Viadana che è valsa il titolo tricolore si è svolto un piccolo giallo: alla fine del primo tempo è stata annullata una meta a Wagenpfeil, che avrebbe reso più incerto l’esito della gara. La meta invece è stata annullata per intervento del

Tmo che ha rilevato la posizione della terza linea che, anche solo per un attimo, aveva toccato con un piede la linea laterale uscendo così dal campo di gioco.

Il Petrarca ha comunque sempre avuto in mano il pallino della partita, tanto che gli avversari nel secondo tempo non hanno messo a segno nemmeno un punto.

Al ritiro di preparazione al prossimo campionato non ha partecipato Antonio Esposito, 31 anni che lascia lo sport atti-

vo dopo una carriera eccezionale, coronata da 21 presenze e 15 mete in nazionale e con due titoli italiani nelle ultime tre stagioni a Padova.

“L’obiettivo era vincere lo scudetto, - ha dichiarato Esposito. -Ce l’abbiamo fatta restando uniti e sfruttando il possesso di palla. Per me la conclusione di una bella stagione: non potevo chiedere di meglio che lasciare la palla ovale da campione”.

Diego Buonocore

Pallavolo Padova dopo la salvezza pronta a compiere un nuovo passo avanti

Pallavolo Padova ha festeggiato la stagione di SuperLega appena conclusa, che ha visto la formazione guidata da coach Cuttini raggiungere il traguardo salvezza con tre giornate di anticipo. Finito il tempo dei festeggiamenti, Volley Padova si prepara alla prossima stagione: “Siamo lieti di confermare il rinnovo di coach Cuttini, che rappresenta un passo importante per dare continuità al lavoro svolto e ai risultati ottenuti”, ha dichiarato il Presidente Giancarlo Bettio. “Il nostro obiettivo è compiere un altro passo in avanti nel migliorare la squadra, come è

sempre successo negli ultimi tre anni”.

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Il nuovo secondo allenatore della prima squadra patavina sarà Alberto Salmaso che prende il posto di Matteo Trolese. Confermati, all’interno dello staff tecnico della prima squadra, Luca Beccaro, nel ruolo di assistente allenatore, e Alessio Carraro, nella veste di preparatore atletico.

Tra conferme e nuovi arrivi sta prendendo forma quella che sarà la squadra del campionato 2024-2025. Marco Falaschi farà parte del roster di Pallavolo Padova anche per la prossima stagione. Conferme anche per lo schiacciatore Luca Porro, per l’opposto Tommaso Stefani e per il centrale Federico Crosato. Vestiranno ancora la maglia del Volley Padova il centrale toscano Andrea Truocchio e l’olandese Fabian Plak.

Nuovo arrivo, ma al tempo stesso ritorno in casa bianconera per Matteo Pedron, palleggiatore. Classe ’96, 202 centimetri di altezza, lo schiacciatore croato Marko Sedlacek approda a Padova per la prossima stagione di SuperLega. Dopo quattro stagioni a Ravenna arriva a Padova lo schiacciatore Mattia Orioli, classe 2004. Infine prima stagione a Padova per lo schiacciatore di nazionalità serba, Veljko Mašulovi , che nella scorsa stagione si è distinto come uno dei migliori realizzatori del campionato serbo. (d.b.)

Il nuovo capo allenatore Victor Jimenez

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#Regione

LA RIFORMA. Dopo l’approvazione del disegno di legge alla Camera

Autonomia differenziata, la lunga marcia

Intanto il centrodestra capitalizza il risultato.

Zaia: “Riaperto il tavolo di trattativa nazionale”

Eadesso? Dopo le dichiarazioni cariche di entusiasmo da una parte politica (“abbiamo scritto la storia”) e le stroncature dall’altra (“tutto inutile, non cambierà nulla”), archiviata anche la campagna elettorale, inizia la “lunga marcia” dell’autonomia.

Un percorso tutt’altro che lineare, quasi tutto da definire, e non privo di incognite, ad iniziare da quelle economiche. Ma la spinta impressa con l’approvazione del disegno di legge dopo la famosa maratona notturna alla Camera sicuramente darà l’energia per affrontare almeno la prima parte della riforma, che prevede l’apertura delle trattative fra regioni e Stato per il trasferimento delle competenze sulle materie per le quali non ci sono da garantire i livelli essenziali di prestazione, gli ormai famosi Lep di cui si è sentito molto parlare negli ultimi anni. Vale a dire gli standard minimi che devono essere garantiti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale per 14 delle 23 materie previste dall’autonomia, tra le quali vi sono la tutela della salute, istruzione, sport, ambiente, energia, trasporti, cultura e commercio estero. Per metterli a punto il governo si è preso due anni di tempo, intanto le regioni potranno avanzare delle richieste sulle altre 9 competenze che riguardano. Il primo a farlo è il Veneto, con

la lettera inviata il primo luglio per aprire le trattative. Le materie sono: i rapporti internazionali e con l’Unione Europea; il commercio estero; la protezione civile; le professioni; la previdenza complementare integrativa; il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; le casse di risparmio, le casse rurali e aziende di credito a carattere regionale; gli enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale; l’organizzazione della giustizia di pace. Sulla carta sono immediatamente trasferibili, ma dietro a queste voci celano decine di funzioni per la precisione ben 184, che dovrebbero essere normate in autonomia dalle regioni, con il rischio paventato di una nuova selva legislativo e un ulteriore carico burocratico, che nessuno però vuole.

ZAIA, “IL VENETO

E’ PRONTO”

Il presidente del Veneto Luca Zaia ha ribadito che il Veneto è pronto a ricominciare a trattare. “Leggo dichiarazioni in cui sembra che per qualcuno sia quasi preferibile un’equa suddivisione del malessere; con l’autonomia abbiamo l’opportunità affinché si compia l’equa suddivisione del benessere. Faremo in modo che si eliminino le disuguaglianze grazie a quell’assunzione di responsabilità che, come ha detto il Presidente Napolitano, è il senso stesso dell’autonomia. Siamo

consapevoli e convinti della gradualità che il percorso impone e della valutazione attenta che va fatta per l’attribuzione di ogni singola materia e delle rispettive funzioni”, ha concluso Zaia.

LA LEGA ESULTA

Per la Lega, alle prese con le criticità interne e con la concorrenza di Fratelli d’Italia che in Veneto ha fatto il pieno di voti, l’autonomia è un punto a favore, un risultato da rivendicare. Alberto Stefani, segretario della Liga veneta e deputato, “è una riforma che sceglie di tracciare la strada del futuro che permetterà al nostro territorio più risparmi, più efficienza, più servizi per i veneti. Essere relatore dell’Autonomia è stato un onore immenso. E’ un risultato che fa la storia della Lega”.

Gli fa eco il senatore Massi-

mo Bitonci: “Questa riforma non spacca l’Italia ma la unisce.

La compartecipazione è alla base del federalismo e alla base dell’autonomia. Questo significa che una parte delle tasse, non solo dell’Iva, ma anche dell’Irpef può rimanere nella regione. Cioè, si produce il reddito, e una parte di questo reddito viene speso per i servizi ai cittadini. È anche una garanzia per tutta l’Italia, perché con l’inserimento dei livelli essenziali delle prestazioni, soprattutto per quanto riguarda tutte le materie di carattere sociale, c’è finalmente una garanzia che in tutta Italia potranno esserci dei servizi uguali per tutti i cittadini”.

FRATELLI D’ITALIA

PLAUDE AL GOVERNO

E’ il senatore di FdI Luca De Carlo a rivendicare il ruolo chia-

ve del suo partito e a sottolineare che se l’autonomia differenziata è legge «è solo grazie all’impegno, al lavoro e alla serietà del Governo Meloni. Per anni questo è stato un obbiettivo solo a parole dei governi che si sono succeduti alla guida della nazione, ma è solo con Giorgia Meloni alla Presidenza del Consiglio e con Fratelli d’Italia al governo che si è arrivati al risultato concreto. E’ l’ennesima prova di come quando Fratelli d’Italia prende un impegno lo rispetta sempre. Quanti, anche in Veneto, per mesi ci hanno attaccato dicendo che con questo governo l’autonomia sarebbe stata bloccata e affossata? Oggi credo siano in molti a doversi ricredere; noi, e io per primo, lo abbiamo sempre detto: quando facciamo una promessa, la manteniamo sempre”.

Il Dem Martella: “E’ solo una scatola vuota,

con

effetti risibili e contraddittori”

Una netta stroncatura al disegno di legge arriva dal segretario del Pd veneto Andrea Martella, che ricorda come il centrodestra abbia voluto tirare dritto senza valutare gli effetti di queste scelte. “Noi non siamo contro il principio dell’autonomia, - sottolinea Martella - infatti avevamo messo sul tavolo delle proposte costituzionali per escludere

prerogative indiscutibilmente nazionali come scuola, energia e reti di comunicazione e lavorare ad un progetto cooperativo fra Stato e Regioni centrato non su 23 ma su alcune precise materie. Questa era la strada da percorrere, invece ci troviamo con una scatola vuota, una riforma inapplicabile che non porterà nulla al Veneto e che non produrrà effetti

positivi per i suoi cittadini e le sue imprese. Questa è l’autonomia portata a casa dalla Lega, dopo anni e anni di propaganda”.

Nella legge approvata a tappe forzate dal centrodestra, prosegue il segretario regionale, “non c’è alcun contenuto capace di rispondere alle necessità reali del Paese, delle famiglie, delle

lavoratrici e dei lavoratori, delle imprese. E’ una riforma inutile per il Nord e dannosa per il Sud. Non fosse altro per l’evidente ed enorme problema rappresentato dalla mancata definizione dei Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni, per i quali soprattutto non sono state previste risorse, nemmeno un euro”, mette in guardia il segretario veneto Dem.

Andrea Martella

ELEZIONI. Come cambia il quadro politico veneto dopo il test per Bruxelles

Il verdetto delle europee: vincitori e vinti

Tra gli eurodeputati veneti Donazzan, Berlato e Polato (FdI), Tosi (FI), Moretti e Zan (Pd), Guarda (Alleanza Verdi Sinistra)

Le scorse elezioni europee hanno assunto, nel corso di tutti i mesi precedenti, il valore di un test per stabilire i rapporti di forza in chiave regionale e molti dati, a volerli leggere in quell’ottica, sono chiaramente emersi. Anche se, è giusto ricordarlo, le elezioni comunali degli stessi giorni hanno lasciato lo spazio a più di qualche dubbio.

Ma andiamo con ordine.

Come assolutamente previsto a farla da padrone è stata Fratelli d’Italia: il partito di Giorgia Meloni ha fatto registrare il 37,58% dei consensi consentendo di staccare un biglietto per Bruxelles, tra gli altri, all’assessore regionale Elena Donazzan (63.250 preferenze personali complessive in tutto il collegio), a Sergio Berlato (46.011) e a Daniele Polato (31.516). Un risultato di grandissime proporzioni, anche se molto distante da quello della Lega che alle Europee del 2019 in Veneto prese il 49,88% dei voti e che, a quanto pare, nel complicato scacchiere europeo non sta consentendo ai meloniani

di essere determinanti nelle scelte degli assetti, in primis la scelta della Presidente della Commissione Europea che resterà a Ursula von der Leyen, forte di un’alleanza tra Popolari, Socialisti e Liberali. Per restare al Veneto, però, questa affermazione mette una seria ipoteca sulla scelta di futuro presidente della Regione. Il Partito Democratico di Elly Schlein ha superato la soglia psicologica del 20% superando, a livello nazionale il 24% dei consensi. In Veneto, terra storicamente difficile, i democratici hanno messo insieme un buon 18,88% crescendo di quasi 3 punti percentuali rispetto alle Elezioni Politica del settembre 2022.

A guadagnarsi l’elezione in Europa, tra gli altri, la riconfermata Alessandra Moretti (82.540 preferenze personali complessive in tutto il collegio) e Alessandro Zan (92.651). Il dato che nessuno si aspettava è che i democratici nel collegio Nordest eleggono ben 5 parlamentari europei: un dato che consente a un altro veneto, il consigliere regionale An-

drea Zanoni, di essere il primo dei non eletti – quindi con grande possibilità di subentro nel corso della legislatura – grazie alle sue 31.682 preferenze.

La Lega Nord subisce, a livello nazionale, il sorpasso di Forza Italia ma in Veneto la spallata immaginata e costruita nei mesi passati dal segretario regionale forzista, Flavio Tosi, (il quale, forte dell’alto numero di preferenze ottenute, oltre 34 mila, sceglie di entrare in Parlamento Europeo) non è riuscita. Nonostante i moltissimi mal di pancia della base leghista uno dei fattori che evidentemente hanno evitato il sorpasso è stata l’intuizione di Matteo Salvini di candidare il Generale Vannacci capace di attirare, soltanto in Veneto, le preferenze di 72.048 elettori molto più della somma di tutti gli altri candidati leghisti. Anche questo caso il dato è molto significativo così come quello di Alessandro Manera - candidato del sindaco di Treviso, Mario Conte da molti indicato come il migliore successore di Zaia – evidentemente non sostenuto dalla Lega fuori dal territorio trevigiano. Manera, infatti, non sarà eletto avendo preso, a livello Veneto, 16.574 preferenze

delle quali 14.088 nelle Marca.

L’Alleanza Verdi – Sinistra, guidata dalla consigliera regionale Cristina Guarda, che entra in Parlamento Europeo, vola sopra il 6%; il Movimento 5Stelle continua a non sfondare in Veneto e non arriva al 5%.

Da Matteo Renzi e Carlo Calenda, almeno in questo territorio, era lecito attendersi di più: entrambi, il primo con Stati Uniti d’Europa (che

Artigianato. Il rapporto presentato da Confartigianato Imprese Veneto a Mogliano

comprendeva anche il Partito Socialista e +Europa di Emma Bonino) e il secondo con Azione, non hanno superato, a livello nazionale, la soglia di sbarramento del 4% e anche in Veneto non hanno brillato; Azione, grazie all’attivissimo segretario regionale Carlo Pasqualetto, scollina la soglia fatidica e, almeno in questa regione, supera il 4% (4,1%), mentre i renziani si fermano al 3,2%. (r.r.)

Il Veneto tiene ma i costi per le imprese sono cresciuti

Negli ultimi quattro anni le micro e piccole aziende hanno speso 4,8 miliardi di euro in più per energia, tassi di interesse e carenza di manodopera

Il rapporto “Le prospettive dell’economia veneta nel panorama italiano ed europeo” presentato da Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto, durante l’incontro “Il Veneto si racconta” a Mogliano Veneto, ha evidenziato come, nonostante eventi ad alto impatto economico quali la pandemia, invasione dell’Ucraina, crisi energetica, stretta monetaria e crisi del commercio internazionale, il Veneto abbia risposto con forza negli ultimi quattro anni. Le micro e piccole imprese venete hanno affrontato maggiori costi per 4,8 miliardi di euro in energia, tassi di interesse e carenza di manodopera. Tra gli ospiti il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che ha ringraziato Confartigianato per il supporto costante nel percorso verso l’autonomia, esortando gli artigiani a mantenere viva la loro motivazione, elemento fondamentale per il successo e il valore riconosciuto a livello internazionale dei

prodotti e servizi Made in Italy. Tornando ai numeri del rapporto, tra il 2019 e il 2023, il Veneto ha registrato la crescita più alta del PIL a livello nazionale, con un incremento del 5,9%, superando la media nazionale di 2,4 punti. La regione ha anche raggiunto la più alta percentuale di occupazione nel Nord Italia, contribuendo a far crescere l’occupazione nazionale del 4,5% rispetto al 2021, un dato migliore rispetto a Germania e Francia. Nel 2023, il Veneto è diventato leader nei settori manifatturieri che coinvolgono quasi 100.000 imprese, eccellendo in moda, abbigliamento, accessori, arredamento, editoria e farmaceutica. Con un peso occupazionale del 28,7%, il Veneto supera abbondantemente la media nazionale del 20,1%, collocandosi al primo posto, seguito dalle Marche (27,6%) e dall’Emilia Romagna (27,3%).

L’incontro, organizzato dopo un lungo percorso di rinnovo delle cariche che ha portato all’elezio-

ne di una nuova classe dirigente di Confartigianato Imprese Veneto, composta da 12 presidenti di Federazione e 67 presidenti di Gruppi di Mestiere, ha offerto una solida base di partenza politico-economica e sociale per la programmazione e rappresentanza dei prossimi quattro anni. Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto, ha introdotto l’evento sottolineando la rilevanza delle PMI in Veneto, che contano 404.522 imprese con 1,1 milioni di addetti, rappresentando il 99,2% del tota-

le delle imprese. Ha evidenziato le principali sfide come la glaciazione demografica, la difficoltà nel reperire manodopera, la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, necessitando di formazione e competenze.

Dai dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese emerge che il Veneto è leader nazionale nel digitale, con il 70,7% delle imprese che investono in questo settore. Tuttavia, la regione è in ritardo sulla transizione verde, con solo il 25,3% delle aziende che riducono

le emissioni o investono nel risparmio energetico. Boschetto ha sottolineato l’importanza del ruolo di rappresentanza per i neoeletti presidenti delle federazioni, affermando che “nell’era in cui l’aggregazione è sinonimo di forza contrattuale e competitiva, sono certo che noi, come corpi intermedi, stiamo recuperando spazio e autorevolezza nelle sfere decisionali. Rappresentiamo non solo le imprese, ma anche filiere e distretti che operano e collaborano in un quadro organico e collettivo.” (r.m.)

Il cartellone. Il presidente Giampiero Beltotto commenta la nuova rassegna

Con il Teatro Stabile del Veneto 350 giornate di spettacoli dal vivo

“Colpo di scena” porta a Venezia, Padova e Treviso 80 lavori teatrali ma anche proposte per le scuole e co-produzioni

Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile del Veneto, fa il punto sulla nuova rassegna teatrale presentata in Regione. “Colpo di scena”, così si chiama il ricco cartellone di oltre 80 spettacoli, di cui 38 titoli in abbonamento (13 in programma a Venezia, 13 a Padova e 12 a Treviso), numerosi progetti per il territorio, 4 proposte dedicate alle scuole superiori e 15 titoli di produzioni e co-produzioni per oltre 350 giornate di spettacolo dal vivo. Presidente, quali sono le novità e i punti salienti di questa nuova edizione?

Anzitutto i numeri perché quando vengono messe in cartellone quindici produzioni in un solo anno possiamo senza dubbio affermare che siamo un davvero un teatro nazionale. Poi la qualità delle produzioni, che è anche rappresentata anche dagli attori di fama, e di fama nazionale che hanno deciso di lasciarsi coinvolgere dalle nostre iniziative. E infine, credo, di rispetto per il

pubblico, a partire dagli abbonati, che lo scorso anno erano 6.200. Quest’anno contiamo di superare, anche se di misura, quel numero, insieme a quello degli spettatori, che nella scorsa stagione è stato di oltre 150 mila.

L’obiettivo, dunque, è di andare oltre a questi numeri e di coinvolgere, specialmente a Venezia, i turisti, aprendosi quindi ad un pubblico anche internazionale?

Noi abbiamo tre obiettivi. Il primo è che lo spettacolo estivo di Venezia, “Titizè. A venetian dream”, in cartellone fino al 10 ottobre, vada bene. In questo caso dobbiamo fare numeri importanti perché è uno spettacolo circense, che mescola il linguaggio della commedia dell’arte con affascinanti macchine sceniche, quindi per tutti davvero per tutti. È andare al circo in una forma teatrale, quindi un’iniziativa molto importante, alla quale teniamo. L’altro aspetto è allargarci, riguarda le convenzioni in essere con Vicenza e con Verona, affin-

ché continuino a crescere e ad offrire qualcosa in più. Con Vicenza devo dire che già siamo molto impegnati. Terzo obiettivo, infine è internazionalizzare la nostra offerta. La presenza della sovrintendente del Teatro di Fiume, con cui inauguriamo il nuovo teatro di Fiume, devo dire la verità, è di buon auspicio.

C’è anche un grande coinvolgimento dei giovani: l’obiettivo è portarli a teatro?

Crediamo molto nella scuola. Il progetto Teseo fatto con la regione Veneto, e poi Veneto Creators, che è un’invenzione del presidente Zaia. E poi avete visto i giovani i giovani accanto a noi in occasione della presentazione della nuova rassegna. Tutto fa pensare al meglio, non possiamo sbagliare.

Quali i grandi nomi, gli attori di fama che ritroveremo sui palcoscenici veneti, nei teatri di Venezia, Treviso e Padova?

Sono moltissimi: Luca Barbareschi, Giuliana De Sio, Maria Amelia Monti, Marco Paolini, Andrea Pennacchi, Silvio Orlando, Alessandro Preziosi, Alessio Boni, Sergio Rubini, Franco Branciaroli e infine Mariano Rigillo che è un

Il programma. Tra le iniziative estive gli aperitivi teatrali a luglio

mio grande amico.

L’arrivo di Dini segna una svolta per il Teatro Stabile del Veneto?

È il più grande direttore artistico che c’è in Italia. Anche qui possiamo farci male solo da soli.

La Regione Veneto investe in questa iniziativa culturale così importante perché ci crede, fino in fondo?

Se vogliamo essere essere in serie

A dobbiamo fare di tutto per restarci anche. Insieme alla regione Veneto ci credono anche i comuni perché negli ultimi anni, in particolare dal Covid in

poi, avrebbero avuto con il covid una buona scusa per ritirare investimenti. Non è mancato nemmeno un centesimo, anzi, a Venezia abbiamo rifatto la sala, a Padova abbiamo rifatto la sala e nessuno ha fatto mancare il suo impegno su questo fronte. Anzi i Comuni ci hanno aiutato anche per raccogliere bene anche tutte le adesioni che abbiamo avuto da parte della fondazione di Venezia come da parte della Fondazione Cariparo. Insomma è stato un gran lavoro di squadra, ora aspettiamo il pubblico a teatro. (g.g.)

Al Verdi di Padova un mix di ispirazioni classiche e contemporanee

A Padova il Teatro Stabile del Veneto propone già diverse iniziative nel periodo estivo, in attesa della nuova stagione al Teatro Verdi. Proprio al Verdi nel mese di luglio torna il tradizionale appuntamento con gli aperitivi teatrali delle 19. Sempre in questo mese, accanto ad attori e registi di fama, i giovani artisti e i nuovi linguaggi della scena trovano spazio al Teatro Maddalene di Padova, luogo eletto per la sperimentazione: grazie alla collaborazione tra Comune di Padova e Fondazione TSV

torna Maddalene Factory la rassegna che conferma anche nel 2025 la sinergia con l’Università di Padova in un’attività di divulgazione teatrale su temi scientifici con Performing Science.

Il “colpo di scena” che aprirà al Teatro Verdi la declinazione padovana del Teatro Stabile del Veneto sarà lo spettacolo “Parenti Terribili” di Jean Cocteau dal 6 al 10 novembre, la prima produzione firmata dal nuovo direttore artistico Filippo Dini, nei panni di attore e regista, quindi dal

20 al 24 novembre Alessandro Preziosi porta in segna “Aspettando Re Lear”. A dicembre “Re Chicchinella” scritto e diretto da Emma Dante, a gennaio sarà la volta di Giulia De Sio con “Cose che so essere vere”, quindi “Molto rumore per nulla” (in scena dal 22 al 26 gennaio), e così via fino a maggio. Il programma completo è sul sito teatrostabileveneto.it.

A Padova la proposta dei “Fuoriserie” è particolarmente orientata alla narrazione a sfondo sociale e affronta tematiche di bruciante at-

tualità come la violenza sulle donne con Giuliana Musso, il sistema giudiziario italiano con Mauro Pescio, l’uso dei dati sensibili con Lorenzo Maragoni, il cambiamento climatico con Telmo Pievani e i delitti di mafia con Simone Luglio. Il programma si completa con un omaggio a Giorgio Albertazzi, evocato nelle parole di Elisabetta Pozzi, Laura Marinoni e Mariangela D’Abbraccio, per poi concludersi con un viaggio nel teatro shakespeariano condotto da Massimo Cacciari.

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Filippo Dini

Ecco i significati del Green: parole e concetti che usiamo spesso senza conoscerli

L’uso e l’abuso di molti termini legati ai concetti di cui andremo a parlare provocano disorientamento, che spesso sfocia quasi nel “fastidio”. Vi è mai capitato di alzare gli occhi al cielo quando per la quindicesima volta in poche ore sentiamo pronunciare parole come “sostenibilità” o “cambiamento climatico”?

Usate a sproposito o meno, cerchiamo di fare chiarezza!

Ecco un “glossario” essenziale di quanto può servirci capire.

In primis, SOSTENIBILITA’, che significa vivere e svilupparsi in modo che le risorse del nostro pianeta siano usate in modo responsabile, assicurando che anche le future generazioni possano avere ciò di cui hanno bisogno. Significa prendersi cura dell’ambiente, della società e dell’economia in modo equilibrato, senza esaurire le risorse naturali o causare danni duraturi. In parole semplici, è un modo di fare le cose che permette al pianeta di continuare a prosperare per molto tempo.

Ed alcune derivazioni specifiche, come la mobilità sostenibile, per cui si intende il modo di spostarsi che riduce l’impatto negativo sull’ambiente. Significa usare mezzi di trasporto che inquinano meno, come auto elettriche, biciclette, mezzi pubblici efficienti e camminare di più. L’obiettivo è ridurre l’inquinamento dell’aria, il traffico e il consumo di risorse naturali, rendendo gli spostamenti più ecologici e salutari per tutti. E lo sviluppo sostenibile, che significa crescere e migliorare la qualità della vita senza danneggiare il pianeta o esaurire le risorse naturali, soddisfare i bisogni delle persone oggi, come cibo, acqua, energia e lavoro, in modo che anche le generazioni future possano avere le stesse opportunità.

La TRANSIZIONE ECOLOGICA è il processo di cambiare il modo in cui

viviamo e produciamo energia, passando da pratiche che danneggiano l’ambiente a quelle che lo proteggono. Significa spostarsi verso l’uso di energie rinnovabili, ridurre l’inquinamento e adottare abitudini più sostenibili per preservare la salute del pianeta. E’ il passaggio ad uno stile di vita e ad un’economia più verde e rispettosa dell’ambiente.

L’EFFICIENZA ENERGETICA è il modo di usare meno energia per fare le stesse cose. Significa utilizzare tecnologie e pratiche che riducono il consumo di energia senza sacrificare comfort o funzionalità. Ad esempio, lampadine a basso consumo che illuminano come quelle tradizionali, ma consumano meno elettricità.

Le ENERGIE RINNOVABILI, che approfondiremo nella pagina seguente, sono fonti di energia che non si esauriscono e che possono essere usate continuamente senza danneggiare il pianeta. Queste includono il sole (energia solare), il vento (energia eolica), l’acqua (energia idroelettrica) e il calore della Terra (energia geotermica).

L’IMPATTO AMBIETALE invece è l’effetto che le nostre azioni hanno sulla natura. Include i cambiamenti che causiamo all’aria, all’acqua, al suolo, alle piante e agli animali.

BENVENUTI

un approfondimento tematico dedicato.

Partiamo con uno dei temi più attuali e sentiti degli ultimi tempi, il Green. Intendiamo raccontarvi in generale e nel dettaglio il coinvolgimento che la rivoluzione green ha e avrà nelle nostre vite. Come ad esempio nei trasporti, ma in particolare nella scelta dell’auto che andremo a fare: elettrica, ibrida o a trazione termica? Nella prossima uscita approfondiremo gli ultimi modelli delle auto in commercio, con una rubrica dedicata ai Motori. Con l’arrivo dell’autunno vi porteremo con noi nel mondo dell’arredamento, del design e della ristrutturazione, con la Casa in primo piano.

Temi importanti, che ci accompagneranno a rotazione fino alla prossima primavera, quando invece andremo a concentrare l’attenzione sul tema Garden, quindi sugli spazi all’aperto che circondano le nostre abitazioni: giardini, terrazze e orti.

Cercheremo di darvi anche consigli utili e ponderati, attraverso le offerte che le aziende e le attività commerciali del nostro territorio hanno deciso di dedicare ai nostri lettori de La Piazza.

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Benvenuti al primo appuntamento delle Rubriche de La Piazza. Da questa uscita ogni mese troverete all’interno di ciascuna delle 23 edizioni territoriali de La Piazza

Fonti alternative. Le principali sfruttano risorse come il sole, il vento, la forza dell’acqua e materiali organici

Focus energie rinnovabili: quali le più adatte al nostro territorio?

Le energie rinnovabili sono una chiave fondamentale per un futuro sostenibile e per la riduzione dell’impatto ambientale dell’umanità. A differenza dei combustibili fossili, che sono limitati e causano significativi danni ambientali, le energie rinnovabili sono inesauribili e più rispettose dell’ambiente. La diversificazione delle fonti di energia rinnovabile è fondamentale per garantire una fornitura energetica stabile e affidabile. Investire in tecnologie rinnovabili, migliorare l’efficienza energetica e promuovere politiche favorevoli sono i passi fondamentali per un futuro energetico sostenibile. Vediamo le principali fonti di energia rinnovabile: solare, eolica, idroelettrica, geotermica e biomassa.

ENERGIA SOLARE

L’energia solare sfrutta la luce del sole per generare elettricità o calore. Esistono due principali tecnologie: i pannelli fotovoltaici e i collettori solari termici. I pannelli fotovoltaici convertono direttamente la luce solare in elettricità mediante celle solari. Sono utilizzati in una vasta gamma di applicazioni, dalle abitazioni ai grandi impianti solari. I collettori solari termici, invece, assorbono il calore del sole per riscaldare acqua o aria, usati principalmente per il riscaldamento domestico. L’energia solare è abbondante e può essere sfruttata quasi ovunque, rendendola una delle fonti di energia più promettenti per il futuro.

ENERGIA EOLICA

L’energia eolica sfrutta la forza del vento per generare elettricità. Le turbine eoliche, con le loro grandi pale, catturano il vento e lo trasformano in energia elettrica tramite un generatore. Le turbine possono essere installate sia sulla terraferma che in mare aperto (offshore), dove i venti sono più forti e costanti. L’energia eolica è una delle fonti di energia rinnovabile in più rapida crescita, grazie ai costi di produzione relativamen-

paesaggistiche e dall’impatto visivo.

ENERGIA IDROELETTRICA

L’energia idroelettrica utilizza il movimento dell’acqua per generare elettricità. Gli impianti idroelettrici sono spesso costruiti su fiumi, dove le dighe creano un bacino d’acqua. L’acqua rilasciata dal bacino fluisce attraverso turbine, generando elettricità. Esistono anche impianti di piccola scala, chiamati micro-idroelettrici, che possono essere installati in piccoli corsi d’acqua. L’energia idroelettrica è una fonte stabile e affidabile, ma può avere significativi impatti ambientali, come la distruzione di habitat naturali e la modifica dei flussi dei fiumi.

ENERGIA GEOTERMICA

L’energia geotermica sfrutta il calore proveniente dall’interno della Terra. Questo calore può essere utilizzato direttamente per il riscaldamento

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o convertito in elettricità tramite impianti geotermici. Le aree geologicamente attive, come l’Islanda o parti degli Stati Uniti, sono particolarmente adatte per l’energia geotermica. I principali vantaggi di questa fonte di energia sono la sua affidabilità e la capacità di fornire energia continua, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche. Tuttavia, la sua applicazione è limitata a regioni con sufficiente attività geotermica. BIOMASSA

La biomassa utilizza materiali organici, come legno, rifiuti agricoli e urbani, per produrre energia. Questa può essere trasformata in biogas attraverso la digestione anaerobica o in biocarburanti tramite processi chimici. La biomassa è una fonte di energia flessibile e può contribuire alla gestione dei rifiuti. Tuttavia, la sua sostenibilità dipende da pratiche di coltivazione e raccolta responsabili, poiché un uso eccessivo può portare alla deforestazione e alla perdita di biodiversità.

Come mai?

“Semplice: ha installato impianto fotovoltaico, pompa di calore e batteria d’accumulo. Prima dell’intervento spendeva circa 2.000 euro l’anno di gas. Oggi, per tutte le sue esigenze di luce, riscaldamento, raffreddamen-

tutto l’investimento, dalle spese per le componenti sino alla manodopera. Un ulteriore vantaggio che merita di essere sfruttato”.

Quali sono i marchi che piacciono di più ai clienti?

“Dipende. Noi installiamo prodotti delle mi-

Una bella soddisfazione…

“La vera soddisfazione è contribuire a una rivoluzione gentile, che consente alle persone di risparmiare e, contemporaneamente, tutela il nostro pianeta”.

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te bassi e alla sua efficienza. Tuttavia, l’installazione delle turbine può essere limitata da considerazioni

La casa cambia. Attenzione ai materiali usati ma anche all’efficienza energetica e all’impiego delle risorse

Le buone pratiche per un’edilizia sempre più attenta all’ambiente

L’edilizia sostenibile rappresenta un approccio innovativo alla costruzione e alla gestione degli edifici, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale, con un occhio attento al benessere delle persone.

Sintonizzati sul futuro.

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Questa pratica integra materiali ecologici, tecnologie efficienti e design intelligente per creare strutture che siano rispettose dell’ambiente e delle risorse naturali.

Uno degli aspetti fondamentali dell’edilizia sostenibile è l’uso di materiali a basso impatto ambientale. Questi includono legno certificato, bambù, calcestruzzo riciclato e pannelli solari. L’uso di materiali riciclati, e a Km0, riduce la necessità di trasporto e diminuisce le emissioni di carbonio. Inoltre, i materiali naturali come il legno e il bambù sono rinnovabili e biodegradabili, riducendo quindi l’inquinamento e il consumo di risorse non rinnovabili.

L’efficienza energetica è un altro pilastro dell’edilizia sostenibile. Gli edifici possono essere progettati per massimizzare l’uso della luce naturale, riducendo la necessità di illuminazione artificiale e, di conseguenza, il consumo di energia. L’isolamento termico di alta qualità, finestre a doppio vetro e sistemi di riscaldamento e raffreddamento efficienti contribuiscono a mantenere una temperatura interna confortevole con un minor uso di energia. L’integrazione di fonti di energia rinnovabile, come pannelli solari e impianti geotermici, può inoltre ridurre ulteriormente la dipendenza dai combustibili fossili. La gestione sostenibile dell’acqua è un punto cruciale nell’edilizia sostenibile. Sistemi di raccolta dell’acqua piovana, rubinetti a basso flusso e impianti di riciclo delle acque grigie aiutano a ridurre il consumo di acqua potabile. Questi sistemi non solo conservano una risorsa preziosa, ma riducono anche i costi operativi degli edifici. Infine, il design intelligente degli edifici sostenibili prevede l’ottimizzazione dello spazio e la flessibilità d’uso. Questo significa progettare spazi che possono adattarsi a diverse funzioni nel tempo, riducendo la necessità di ristrutturazioni frequenti e minimizzando l’uso di materiali e risorse.

L’edilizia sostenibile è una risposta necessaria alle sfide ambientali odierne. Integrando materiali ecologici, tecnologie efficienti e un design intelligente, si possono costruire edifici che riducono l’impatto ambientale e migliorano la qualità della vita delle persone.

Tecnologia green per l’edilizia sostenibile

La tecnologia green sta rivoluzionando il settore dell’edilizia sostenibile, offrendo soluzioni innovative per costruire edifici più efficienti e rispettosi dell’ambiente. Tra le principali tecnologie troviamo i pannelli solari, che consentono agli edifici di generare energia pulita, riducendo la dipendenza da fonti fossili. Inoltre, l’uso di materiali da costruzione eco-compatibili, come il legno certificato e i mattoni riciclati, contribuisce a ridurre l’impatto ambientale delle costruzioni.

Le tecniche di isolamento avanzate, come i vetri a bassa emissività e i sistemi di isolamento termico a cappotto, migliorano l’efficienza energetica degli edifici, riducendo i consumi di riscaldamento e raffreddamento. Le smart grid e i sistemi di gestione dell’energia permettono di ottimizzare l’uso delle risorse, monitorando e regolando il consumo energetico in tempo reale. Inoltre, l’integrazione di soluzioni di raccolta e riutilizzo delle acque piovane riduce lo spreco idrico, mentre i tetti verdi e le pareti vegetali migliorano l’isolamento termico e la qualità dell’aria. L’implementazione di queste tecnologie green nell’edilizia sostenibile non solo aiuta a mitigare il cambiamento climatico, ma crea anche ambienti di vita più salubri e confortevoli.

Ascolta

Sintonizzati sul futuro.

mostrato i tanti frequentatori illustri del mondo dello spettacolo che si sono immersi nelle sue acque termali, da Flavio Insinna ad Ornella Muti, da Dj Ringo a Giovanni Storti, da Giulia Calcaterra a Jakidale, da Vittorio Sgarbi a Marco Bianchi, che le ha dedicato un suo menu pensato per chi pratica attività acquatiche. Oltre a tanti visitatori illustri come Stefano Bollani, Andrea Lucchetta, Domenico Fioravanti, Vittorio Brumotti, Valerio Massimo Manfredi, Giuseppe Vessicchio.

Ad accendere per primo i riflettori in Y-40 come studio di produzione è stato Diego Dalla Palma che ha girato un’intera stagione di Ciao Bellezza per Rete 4 dando il la a numerosi servizi nelle maggiori emittenti giornalistiche e televisive da ogni parte del mondo, come CNN, Fox, Discovery Channel, BBC, EBC Taiwan, TeleFrance1, RAI, Mediaset, SKY, La7. A consacrarla nell’ultima stagione sono state le numerose esterne acquatiche condotte da Umberto Pelizzari per Lo Show dei Record di Canale 5 con Gerry Scotti, nonché l’intera puntata di Generazione Bellezza di Emilio Casalini su Rai 3 dedicata proprio alla struttura unica al mondo e alle molteplici opportunità di sviluppo turistico ed economico aperte da Y-40.

DANZA

Location privilegiata per la danza subacquea, Y-40 ha ospitato gli allenamenti dell’étoile dell’Opera di Parigi Sylvie Guillem, fino ad essere il palcoscenico preferito del volteggiare della performer cinese Dada Li e di numerose altre artiste. Tre video soprattutto sono diventati virali per quel che riguarda la sesta arte: le coreografie a testa in giù della squadra nazionale italiana di nuoto sincronizzato riprese da Fabio Ferioli, gli struggenti passi di danza della campionessa Julie Gautier coreografati da Ophélie Longuet sulle note di Ezio Bosso, ma anche la danza morbida e sensuale del travolgente Tang’o eseguito sott’acqua in apnea dalla ballerina spagnola Ariadna Hafez Navarro con la coreografia di Bastien Soleil, un’incredibile performance subacquea a 10 metri di profondità, per la quale sono servite 600 immersioni in notturna della durata di circa un minuto e mezzo.

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Y-40® è stata il teatro dell’intera campagna del Ministero

destramento subacqueo.

Diversi gruppi di forze armate e associazioni di volontariato si sono rivolte alla struttura per sfruttare la conoscenza dei suoi operatori in educazione acquatica e speleosubacquea, tra cui: l’Arma dei Carabinieri, l’Aeronautica Militare, l’Esercito Italiano, la Guardia di Finanza, la Marina Militare, la Polizia di Stato, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, la Croce Rossa Italiana, la Protezione Civile e, tra i tanti gruppi internazionali, anche l’ Esercito degli Stati Uniti d’America.

Y-40® rappresenta la condizione ideale per la ricerca scientifica subacquea non solo per la sua profondità reale e la temperatura che consente di rimanere in immersione a lungo, ma anche per l’assenza di correnti, e perturbazioni meteorologiche. La USA Navy ha scelto Y-40® per studiare la fisiopatologia degli atleti in apnea nel progetto di collaborazione tra Office of Naval Research, US Federal Agency, ed il dipartimento di scienze biomediche dell’Università di Padova diretto dal prof. Gerardo Bosco. Anche la NATO ha scelto Y-40 per il summit del 2022 “Underwater Diving Working Group” sulla sicurezza in mare.

100 Paesi di provenienza
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Vacanze 2024 all’insegna della sicurezza

Usalute.

E’ partita l’estate 2024 nel litorale Veneziano: “Benvenuto turista d’Italia e del mondo” è l’incipit del video che l’Ulss 3 Serenissima ha realizzato sull’impegno per garantire l’assistenza in emergenza e sanitaria ai villeggianti che giungono nelle città e nelle spiagge del Veneziano.

“Vacanze sicure” è un progetto che l’azienda sanitaria condivide con la Regione Veneto e che, per l’edizione 2024, consiste in uno sforzo economico di poco meno di un milione e 700mila euro d’investimento. Un impegno che quest’anno ha consentito di potenziare personale e strutture, oltre ai servizi. “Siamo vicini ai territori che nell’estate accolgono milioni di turisti e villeggiantiha sottolineato il Direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Edgardo Contato -. L’obiettivo è garantire a chi arriva nel Veneziano di trovare un sistema che lo accolga con professionalità anche per la sicurezza e l’assistenza medica e sanitaria”. Chioggia, con la sua città d’arte e le spiagge, sta al centro di questo potenziamento dei servizi sanitari.

“Ai due ambulatori medici attivati per la stagione estiva - esordisce il Direttore del Suem118, Andrea Tiozzo, per l’area di Chioggia - si aggiungono quattro punti infermieristici, all’Ascot, allo Stella Maris, all’Astoria, e ai Bagni Smeraldo. Presi-

VACANZE SICURE 2024

Nelle spiagge di Sottomarina e Isola Verde potenziati servizi, personale e strutture. Il miglior benvenuto che si possa dare ai turisti

diamo anche quella spiaggia libera di circa settecento metri ad Isola Verde, che è particolarmente difficile da raggiungere”. Il progetto prevede quest’anno un presidio con l’ambulanza dedicata a Isola Verde. “Fondamentale è la mappatura - ha spiegato il Primario - che ogni anno viene rinnovata sulle spiagge”. C’è poi la collaborazione con gli operatori del salvamento, la quale ha consentito di ridurre anche in modo significativo il numero dei decessi in spiaggia. “Ci aiutano – ha aggiunto Tiozzo - ad essere efficienti anche mezzi: è possibile il volo notturno dell’elisoccorso, l’idroambulanza che d’estate sosta a Pellestrina, e quad per muoverci in velocità sulla sabbia. La novità: le medical e-bike, ad ampia autonomia, dotate di luci stroboscopiche e sirene; a Chioggia sono tra le prime in Italia”.

La formazione per gli operatori è strategica come lo è anche quella fatta a cittadini e villeggianti. A Chioggia e a Sottomarina è pronto il programma di corsi sia di rianimazione cardiopolmonare che di disostruzione pediatrica. Entrano in azione anche i cani addestrati al salvamento.

Estate sicura sul territorio significa anche lotta agli insetti pericolosi. “Siamo

pronti - ha sottolineato la dottoressa Federica Boin - con la lotta all’arbovirosi. Con i comuni, che mappano le aree a rischio, organizziamo i trattamenti larvicidi e, nel caso si presentino casi umani di infezione, avviamo protocolli di trattamento straordinario con larvicidi e adulticidi per la lotta al vettore. Ci impegniamo anche con il Piano caldo per proteggersi dalle ondate di calore”. Il faro della salute resta comunque l’Ospedale. “Chioggia - ha sottolineato il Dg Contato - è uno dei pochissimi poli turistici che hanno un Ospedale vicinissimo all’area balneare, raggiungibile via acqua, via terra e anche dal cielo, grazie all’elisuperficie. Sono stati potenziati il Pronto Soccorso, i servizi di ambulatorio pediatrico e di specialistica”.

Collaudata è la comunicazione al turista, con l’app “Vacanze Sicure” che mette a disposizione i servizi di emergenza-urgenza, di assistenza e di cura. Si lavora sul fronte della telemedicina che si concretizza in tutte quelle attività di consulenze a distanza, ma anche nell’utilizzo dei visori che, indossati dal personale del Suem118, permettono loro di intervenire, in caso di emergenza, restando in collegamento con la centrale.

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Riabilitazione. Sei appuntamenti da giugno a settembre nel territorio veneto

Le squadre del Dragon boat scendono in acqua

Sono formate da donne operate di tumore al seno che si allenano in questa disciplina particolarmente indicata come attività, riabilitativa psicofisica. Gareggeranno per informare e divulgare all’interno di un progetto regionale

Forza, riscatto, rinascita. Tre parole, un unico obiettivo: riabilitazione!

Dopo l’avvio il 1° giugno a Treviso, l’8 a Mestre (Ve) e il 15 a Bardolino (Vr), una nuova data si è aggiunta – quella del 29 giugno a Padova – alle complessive sei giornate previste per questa iniziativa che fa parte di un progetto della Regione Veneto di promozione del Dragon Boat, in collaborazione con Ugo, l’acronimo di Unite gareggiamo ovunque, le squadre formate da donne operate di tumore al seno, e Lilt.

Il Dragon boat è una canoa con una testa di drago sulla prua, da cui il nome di questa disciplina – di origine cinese - particolarmente indicata come attività riabilitativa psicofisica rivolta alle donne con pregresso tumore al seno. Venti rematori pagaiano al ritmo scandito da un tamburo che si trova a prua dell’imbarcazione mentre a poppa si colloca il timoniere che tiene la direzione. E’ uno sport di squadra che non richiede conoscenze pregresse e può essere praticato da chiunque. In Italia fu praticato per la prima nel 1988 a Roma sul laghetto dell’Eur, mentre i primi campionati del mondo furono in Cina nel 1995. Le gare si svolgono sulle distanze di 200, 500, 1000, 2000 metri. Dal 2016 le Ugo hanno iniziato a gareggiare, sia in Italia che all’estero, con l’obiettivo di promuovere il loro progetto affinché tutte le donne

che hanno avuto la loro esperienza possano conoscere l’attività del Dragon boat e decidere di sperimentarla. Nel 2019 hanno costituito l’Associazione Ugo Unite gareggiamo ovunque Onlus con la mission di promuovere e diffondere i benefici dell’attività fisica, i valori dello sport e la ricerca della salute. Il progetto regionale è stato approvato alla fine dello scorso anno, Dgr 1390 del 20 novembre 2023, e prevede appunto 6 giornate organizzate nelle diverse province del territorio, in cui momenti di approfondimento con medici e specialisti si alternano all’attività fisica su dragon boat. “È da tempo dimostrato – ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità e Sociale, Manuela Lanzarin, in occasione dell’Open Day a Padova – che l’attività fisica praticata regolarmente contribuisca a ridurre il rischio di ammalarsi di tumore alla mammella, migliori la tollerabilità dei trattamenti e riduca il rischio di ricaduta di malattia dopo una prima diagnosi di tumore operabile”.

In particolare, per le donne sottoposte a linfoadenectomia, che hanno il rischio di sviluppare un linfedema, viene evidenziato che esercizi leggeri di allungamento muscolare (stretching), di mobilità articolare e rinforzo muscolare permettono di ripristinare gradualmente la funzionalità del braccio, facilitando il ritorno linfatico; infatti, se svolti con regolarità, questi esercizi permettono di migliorare i movimenti dell’arto e ridurre il gonfiore.

“Ecco perché assume particolare importanza l’obiettivo regionale di promuovere il movimento tra le donne colpite da tumore al seno, attraverso l’attività sportiva del “Dragon Boat”. Tale disciplina - ha continuato Lanzarin - unisce la ripresa fisica (soprattutto per la riabilitazione del braccio dal lato dell’intervento chirurgico) con quella psicologica e sociale, in quanto lo spirito di squadra e una sana competizione hanno effetti “terapeutici” molto efficaci di sostegno reciproco nella lotta alla malattia oncologica e per una ripresa della vita dopo la malattia”.

In Italia esistono 52 squadre di Dragon Boat, di cui 9 in Veneto. Le tappe successive dell’iniziativa veneta si svolgeranno il prossimo 7 settembre a Solagna (Vi) e ad Arquà Polesine (Ro). La chiusura si terrà a Bardolino (Vr) il prossimo 14 settembre con la presentazione degli esiti finali del progetto e una competizione tra diverse squadre che si sfideranno a colpi di pagaia

APPARENTEMENTE INNOCUE, POSSONO ESSERE UN PERICOLO PER I BAGNANTI

Meduse, come comportarsi in caso di contatto

L’estate è iniziata e sono stati inaugurati anche i primi bagni in mare della stagione, perfetti per godersi un po’ di meritato riposo e un po’ di ristoro nelle giornate di caldo intenso. Tuttavia, è importante essere preparati per eventuali “incontri ravvicinati” con le meduse, organismi marini apparentemente innocui che rappresentano però un pericolo per i bagnanti.

Con le loro punture, infatti, le meduse possono rovinare una perfetta giornata al mare e causare danni, anche permanenti, come cicatrici o macchie sulla pelle.

Ma attenzione: con le giuste informazioni si possono affrontare senza panico anche le meduse!

L’Ulss 2 Marca Trevigiana ha fornito nelle sue pagine social alcuni utili consigli per intervenire correttamente in caso di contatto e continuare a godersi le proprie vacanze estive in piena sicurezza. Innanzitutto, la prima cosa da fare in caso di contatto è rimanere calmi e cercare di respirare in modo regolare. Se si è vicini alla riva è bene

uscire dall’acqua, in caso contrario è opportuno richiamare l’attenzione degli altri bagnanti per farsi aiutare.

Una volta fuori dall’acqua, si legge nell’infografica dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, è prioritario controllare se sono rimasti attaccati frammenti della medusa. Nel caso in cui vi fossero, se è possibile, è opportuno rimuoverli senza toccarli direttamente, ad esempio con una spatola o una tessera di plastica rigida. Si dovrà quindi sciacquare con acqua di mare la zona colpita. Non va usata l’acqua dolce perché causerebbe la rottura delle nematocisti ancora intatte e il rilascio di altro liquido urticante.

Per alleviare il dolore sono consigliati impacchi freddi, anche se bisogna evitare che il ghiaccio entri in contatto con la pelle. Va quindi usato un gel astringente per ridurre il prurito e bloccare la diffusione delle tossine. Lo si può trovare in farmacia ed è utilizzato anche per le punture di zanzara. Infine, è consigliabile non esporre al sole la zona colpita, poiché è sensibile è può scurirsi, provocando macchie e cicatrici antiestetiche.

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In estate aumenta il tempo trascorso all’aperto. Contro il rischio di malattie gravi, provocate dalle punture o morsi degli insetti

Zanzare e zecche, la miglior difesa è la prevenzione

Una puntura di zanzara o un morso di zecca possono diventare un vero e proprio problema di salute. La maggior parte delle punture o dei morsi sono innocui ma alcune zanzare e zecche possono trasmettere malattie anche gravi, chiamate arbovirosi. I sintomi più comuni di queste malattie sono febbre e malessere generale. In alcuni casi, soprattutto nelle persone anziane e nei soggetti fragili, queste malattie possono causare problemi di salute anche gravi. Le malattie più diffuse nel Veneto causate da zanzare o zecche sono la Febbre del Nilo Occidentale (West Nile) e l’Encefalite da morso di zecca (TBE), quest’ultima in particolare rappresenta un rischio anche per le persone giovani e sane, con possibili complicanze gravi e anche invalidanti in un soggetto su cinque. Negli ultimi anni i cambiamenti climatici e la globalizzazione hanno peggiorato la diffusione di queste malattie e, inoltre, potrebbero contribuire a portare anche altre malattie generalmente poco diffuse nel Veneto, come ad esempio dengue, chikungunya, zika. Cosa si può fare? La Regione Veneto, insieme alle Ulss, ha predisposto una campagna informativa e alcuni suggerimenti su comportamenti corretti, utili a prevenire eventuali complicanze.

Il modo migliore per evitare queste malattie è infatti essere consapevoli dei rischi, prevenire le punture o i morsi e contrastare la diffusione delle zanzare.

Come? Proteggendosi da punture e morsi di zanzare e zecche; prendendosi cura dei giardini delle aree private per ridurre la proliferazione delle zanzare; prestando particolare attenzione in caso di escursioni in montagna e nei viaggi all’estero.

Usare i repellenti. E’ consigliato usare prodotti disponibili in commercio. E’ bene controllare che siano a base di icaridina (KBR 3023), DEET (N,N-dietil-m-toluammide) butilacetilaminopropionato (IR3535) o Paramatandiolo (PMD o Citrodiol). Il prodotto va applicato più volte durante la giornata, soprattutto se fa caldo e si suda. Per i bambini piccoli e le donne in gravidanza è consigliabile seguire le specifiche raccomandazioni.

L’abbigliamento giusto. Soprattutto le persone anziane e fragili dovrebbero indossare vestiti lunghi e coprenti (es. maniche e pantaloni lunghi), tessuti leggeri adatti all’estate (lino, cotone, ecc.). Se si fa un’escursione in montagna si raccomanda sempre di utilizzare calzature adeguate e coprenti (evitare sandali e infradito), calzini alti e colori chiari per l’abbigliamento.

I repellenti vanno utilizzati anche sui vestiti, prima di indossarli vanno impregnati con prodotti specifici, soprattutto se ci sono molte zanzare. Per questo scopo è bene usare quelli a base di permetrina, disponibili in commercio. Queste sostanze aiutano a tenere lontane zecche e zanzare. Le zanzariere vanno tenute abbassate. Evitare ristagni d’acqua. Alcuni semplici accorgimenti possono evitare che le zanzare proliferino negli ambienti in cui si vive. Per questo è fondamentale evitare i ristagni d’acqua. E’ infatti sufficiente pochissima acqua stagnante affinché le zanzare possano depositare le uova e riprodursi. Cosa fare? Intanto svuotare giornalmente vasi, sottovasi e le raccolte d’acqua in generale, poi coprire con teli o microreti le raccolte di acqua che non possono essere svuotate e, quindi, applicare periodicamente, nei fossati di pertinenza privata e in presenza di acqua stagnante con presenza di larve di zanzara, prodotti a base di Bacillus thuringiensis var. israelensis. Si possono inoltre posizionare pesci che si nutrono delle larve di zanzara (es. Gambusia), nelle raccolte d’acqua private, quali laghetti e stagni e, infine, mantenere correttamente il giardino (sfalcio dell’erba, potatura delle siepi).

I prodotti larvicidi. Sono delle pastiglie che uccidono le larve. Possono essere acquistati nei consorzi agrari, in farmacia o in negozi specializzati (anche e-commerce). Devono essere applicati periodicamente, almeno ogni 3-4 settimane, nei tombini e nelle caditoie (griglie dove defluisce l’acqua) dove c’è acqua stagnante. Sono i prodotti più importanti da utilizzare anche a casa. Utilizzati nel modo corretto non sono dannosi e hanno un’efficacia duratura. Che prodotti usare? Possono essere utilizzati quelli a base

di Pyriproxifen, S-Methoprene, Bacillus thuringiensis var. israelensis o olio siliconico (PDMS, Polidimetilsilossano). E’ importante alternare almeno due prodotti diversi per evitare che si sviluppino larve resistenti.

Dopo piogge abbondanti è indicato ripetere il trattamento larvicida per garantirne l’efficacia. Consultare sempre le schede tecniche dei prodotti per la periodicità e le modalità di applicazione.

Gli adulticidi. Sono invece prodotti che vengono nebulizzati nell’aria o sulla vegetazione per uccidere le zanzare adulte. Hanno un effetto debole e di breve durata. Non sono di norma indicati per la lotta ordinaria contro le zanzare. Anche per le case private non è raccomandato il loro uso periodico. Molte specie di zanzare, a causa del loro utilizzo incontrollato, sono diventate resistenti a questi prodotti che sono utilizzati solo quando sono presenti criticità sanitarie molto particolari (es. comprovata presenza di alta densità di zanzare, presenza di specie moleste) e, quando utilizzati, deve essere posizionata una idonea cartellonistica almeno 48 ore prima dell’intervento.

I Comuni e le ULSS ogni anno eseguono interventi mirati nei tombini e nei fossati, per ridurre le zanzare nelle aree pubbliche, che servono a uccidere le larve di zanzara e non sono dannosi per l’ambiente, le persone e gli animali. Escursioni in montagna. E’ vivamente consigliato evitare di camminare fuori dai sentieri battuti, o di distendersi sull’erba.

Al rientro dalle escursioni ricordarsi di controllare accuratamente ogni parte del corpo, le zecche amano insediarsi sulla testa, sul collo, sui fianchi e dietro alle ginocchia. Meglio accorgersi subito della presenza di zecche sul corpo, eviterà di trovarla dopo giorni dal morso iniziale, riducendo la possibilità di infezione con un’idonea rimozione.

E’ importante controllare anche eventuali animali domestici (es. cane). Per una delle malattie trasmesse dal morso di zecca è disponibile un vaccino. Viaggi all’estero. Durante i viaggi è importante proteggersi. Soprattutto nei paesi tropicali, c’è il rischio di malattie trasmesse dalle zanzare (come dengue, chikungunya o zika) o da altri insetti. Possibilmente 2-3 mesi prima di partire è importante prenotare una consulenza presso gli ambulatori di medicina dei viaggi. Durante la consulenza il personale esperto potrà dare informazioni utili per ridurre i rischi e raccomandare eventuali vaccinazioni. Per 4 settimane dopo essere rientrati è importante controllare se compaiono alcuni sintomi particolari (es. febbre, malessere generale, dolore oculare, manifestazioni cutanee) e continuare ad utilizzare i repellenti cutanei. In presenza di sintomi rivolgersi al medico facendo presente il paese in cui si è stati.

Per ulteriori informazioni è bene consultare la sezione del Dipartimento di Prevenzione del sito web della propria Azienda Ulss.

La Regione Veneto, insieme alle Ulss, ha predisposto una campagna d’informazione su comportamenti corretti, utili a prevenire eventuali complicanze

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Medicina Turistica a Rosolina Mare e Porto Tolle

Due ambulatori e dieci medici per i villeggianti delle spiagge

Medicina turistica, attivi due ambulatori, a Rosolina Mare e a Bonelli di Porto Tolle, riservati ai villeggianti che nel periodo estivo soggiornano nel litorale rodigino.

lservizio che l’Azienda Ulss 5 Polesana assicura è garantito a tutti i non residenti della località turistica, compresi i cittadini stranieri, secondo le tariffe in vigore.

I residenti nella Regione Veneto possono chiedere il rimborso delle spese sostenute, con domanda presentata presso l’Azienda Ulss di appartenenza, se rientrano nelle seguenti categorie: minori di 12 anni; cittadini di età superiore agli anni 60; lavoratori e studenti dimoranti, per ragioni connesse all’attività lavorativa e di studio, fuori dal proprio domicilio; cittadini portatori di handicap con grado di menomazione superiore all’80% ai fini dell’attività lavorativa.

I residenti in altre Regioni devono rivolgersi alle Aziende Sanitarie di appartenenza per informazioni su eventuali rimborsi.

L’ambulatorio di Rosolina Mare si trova in Viale dei Lauri, 80 e può essere contattato ai numeri telefonici 3474461228 e 042668245. E’ attivo già dal 1° giugno e rimarrà a disposizione dell’utenza fino al

prossimo 15 settembre tutti i giorni, compresi i prefestivi ed i festivi, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, con fascia oraria dalle 13.00 alle 15.00 dedicata alle visite domiciliari, salvo le urgenze. In caso di urgenze notturne, dalle 20.00 alle 8.00 del giorno successivo, ci si dovrà rivolgere alla Continuità Assistenziale di Porto Viro (Ex Guardia Medica) al numero 0425078180.

L’ambulatorio di Bonelli di Porto Tolle, che si trova nel Villaggio “Barricata Holiday Village”, può essere contattato ai numeri telefonici 3334901075 e 0426389930. E’ attivo dal 1° giugno e sarà operativo fino al prossimo 1° settembre solo nei giorni prefestivi e festivi dalle 9.00 - 19.00, con fascia oraria dalle 13.00 alle 15.00 dedicata alle visite domiciliari, salvo le urgenze. In caso di urgenze notturne, dalle 20.00 alle 8.00 del giorno successivo, ci si dovrà rivolgere alla Continuità Assistenziale di Porto Tolle (Ex Guardia Medica) al numero 0425078160.

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