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Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
In questi giorni sentiamo spesso parlare di soldi, tanti soldi, i fondi del Pnrr. Miliardi di euro che l’Europa ci presta (è bene ricordarlo) per raggiungere una serie di obiettivi che permettano di gettare le basi di quella “next generation” a cui fa esplicito riferimento il piano. Due anni dopo la loro introduzione ci rendiamo conto di quanto sia arduo e incerto impiegare al meglio le generose risorse disponibili.
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Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Abbiamo in mano un portafoglio pieno di soldi ma spenderli è più difficile del previsto e ormai è una corsa contro il tempo, vista la scadenza del 2026 sempre più vicina. Il governo non intende rinunciare, anche in parte, ai generosi fondi ma sta lavorando alla “rimodulazione” del piano per risolvere le criticità emerse negli ultimi mesi. L’intenzione è quella di eliminare i progetti che non potranno essere portati a termine nel 2026 e destinare le relative risorse ad altri interventi che invece potranno essere conclusi nei termini.
Confindustria non nasconde la preoccupazione e teme che senza una strategia precisa il piano possa arenarsi. Quindi ben venga la trattativa con l’Europa per la rimodulazione. “Il Commissario Gentiloni - hanno dichiarato gli industriali nei giorni scorsi - ha aperto alla possibilità di maggiore flessibilità. Un segnale certamente positivo, ma l’Italia deve comunque dimostrare di essere un Paese credibile, rispettando le scadenze. Bisognerà puntare sui progetti effettivamente realizzabili e non sugli interventi a pioggia”.
Intanto su fronte politico si alza la voce critica delle opposizioni. Il Pd ha chiesto di fare chiarezza in Parlamento: “nella maggioranza è caos totale, basta scaricabarile, basta ritardi”. Il Movimento 5 stelle ricorda che “parliamo di soldi ottenuti con estrema fatica in Europa, dopo un lungo braccio di ferro con i Paesi frugali, risorse che rappresentano un’occasione unica per il rilancio dell’Italia”.
Nonostante non sia stato raggiunto il numero minimo di iscritti, il prossimo settembre partirà la prima classe alla scuola San Francesco d’Assisi di Rondò Brenta. Il Provveditorato ha dato l’assenso alla formazione della prima anche se i bambini confermati al momento sono 14, uno in meno rispetto a quanto prevede la normativa. “Abbiamo insistito molto sull’importanza che svolge il plesso all’interno del quartiere e al provveditorato è stato inteso – spiega l’assessore all’Istruzione Mariano Scotton –. Si partirà quindi a settembre con 27 ore. Nel frattempo, con l’Istituto comprensivo 3, il comitato di quartiere e le associazioni educative del posto, individueremo una modalità per coprire i pomeriggi mancanti, sulla formula adottata per l’attuale anno scolastico, in modo da arrivare a 40 ore”.
Anche lo scorso anno, infatti, la prima ha rischiato di non partire, ma grazie alla collaborazione tra più realtà, si è riusciti a garantire un servizio complessivo a tempo pieno. “La cancellazione avrebbe potuto avviare un processo di chiusura della scuola nel giro di pochi anni - osserva Scotton -. La situazione resta complessa a causa della denatalità che sta mettendo in ginocchio i plessi di dimensioni ridotte”.
Per il segretario bassanese del Pd, Luigi Tasca: “Servirebbero delle politiche mirate per superare il problema che si ripresenta annualmente”. “Le insegnanti di Rondò hanno avviato un progetto multilingue con il liceo Brocchi, per rendere la San Francesco la prima scuola elementare ad indirizzo linguistico del territorio - suggerisce -. Chiediamo all’amministrazione di dare seguito al progetto e di strutturare il plesso come polo linguistico, in modo da attrarre anche bambini da altri quartieri e garantirne così la continuità”. (r.f.)
Ditigalizzazione e innovazione, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture per una mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione e coesione, salute: queste le sei “missioni”, i sei pilastri del Pnrr da cui discendono gli interventi da finanziare. Ma l’Italia si scontra con delle criticità strutturali proprio nell’impiegare le risorse a disposizione. La Cgia di Mestre ricorda che “secondo la Banca d’Italia, le opere durano un’eternità. Per un intervento medio di 300 mila euro di voglio 4 anni e 10 mesi, per un investimento da 5 milioni i tempi si allungano a ben 11 anni”. Le speranze sono riposte nelle riforme della pubblica amministrazione e nel nuovo codice degli appalti. Ma quanto è difficile spendere bene. Direzione,
È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto. Direzione, Amministrazione e
Questa edizione raggiunge la città di Bassano del Grappa per un numero complessivo di 18.000 copie. Iscrizione al Tribunale di Vicenza n. 10/2021 dell’11/11/2021; numero iscrizione ROC 32199
Redazione:
>direttore@givemotions.it< Redazione >redazione@givemotions.it<
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
Centro Stampa: Rotopress International via Brecce · Loreto (An) Chiuso in redazione il 17 aprile 2023
Isindaci e i parlamentari del territorio, i presidenti delle tre province interessate e la Regione hanno confermato il loro appoggio al progetto che prevede l’istituzione del Tribunale della Pedemontana con sede nell’ex presidio della giustizia di via Marinali, soppresso una decina di anni fa nell’ambito del riordino della geografia giudiziaria del governo Monti.
Il via libera alla proposta da parte di 68 primi cittadini, dei presidenti delle province di Vicenza, Padova e Treviso e dei parlamentai è arrivato nel corso dell’incontro organizzato a Bassano dal sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari. Un passaggio voluto dal senatore proprio per verificare la volontà territoriale di attivare l’ottavo Tribunale del Veneto, con
Il sottosegretario Ostellari:
“Siamo in tanti a prenderci un impegno su questo progetto. Ascolteremo anche le categorie economiche e gli operatori della giustizia”
sede in città -come da progetto redatto alcuni anni fa - dove c’è una struttura nuova di zecca, all’epoca pensata per ampliare l’ex Tribunale, costata oltre 12 milioni di euro, ma terminata quando il presidio era già stato spostato nel capoluogo berico.
Ostellari ha avviato un percorso interpellando tutte le parti interessate: dopo il mondo della politica e delle amministrazioni, il 5 maggio toccherà alle categorie economiche che in passato avevano spinto per la riapertura a pieno regime della Cittadella della giustizia cittadina.
Predisposto circa otto anni fa dal comitato per che aveva difeso con i denti il Tribunale di via Marinali, il nuovo progetto coinvolge un territorio vasto, toccando una settantina di comuni delle tre province, per un totale di mezzo milione di abitanti. Da Thiene a Castelfranco Veneto passando per Cittadella i sindaci si sono espressi a favore (le uniche voci contrarie sarebbero state quelle di Maser e di Resana).
I principali motivi che stanno dietro all’assenso riguardano soprattutto la possibilità di ridurre i tempi e i costi della giustizia, ma anche gli spostamenti dei cittadini. Un sistema più efficiente e più veloce, quindi, è quello che chiede il territorio, a gran voce e compatto.
“I sindaci coinvolti, le Province e la Regione hanno detto ufficialmente che ci sono — ha spiegato il sottosegretario Ostellari — Siamo quindi in tanti a prenderci un impegno su questo progetto.
Ascolteremo anche le categorie economiche e gli operatori della giustizia: l’obiettivo è infatti quello di condividerlo con tutte le parti interessate. Non vogliamo che sia imposto. Ci siamo dati sei mesi di tempo per raccogliere le istanze di cui faremo una sintesi con le Province coinvolte, la Regione, il Governo e infine al Parlamento”.
È insomma ripartito un percorso iniziato circa otto anni fa e poi bloccatosi quando sembrava tutto inutile. Soddisfatto il sindaco di Bassano, Elena Pavan. “Il territorio si espresso chiaramente a favore dell’ottavo presidio di giustizia veneto – ha osservato –A questo punto vogliamo essere fiduciosi e sperare che si arrivi
all’obiettivo”.
Ci sperano anche i componenti del comitato che da anni si batte per riavere i Tribunale in città. “Diciamo che si è creata una congiunzione favorevole, con il ministro Carlo Nordio che pare disponibile a riconsiderare la geografia giudiziaria dopo la revisione attuata dal governo Monti – ha dichiarato l’ultimo presidente dell’ex ordine degli avvocati di Bassano, Francesco Savio — Inoltre il sottosegretario Ostellari si è preso a cuore la questione e l’altro sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, cita il nostro progetto come un esempio a cui ispirarsi. Insomma, dopo anni di delusioni, questa volta vogliamo essere ottimisti”. (r.f.)
Primi cittadini sostanzialmente concordi nell’attivazione della sede giudiziaria bassanese.
“Attivare a Bassano del Grappa il tribunale cosiddetto ‘della Pedemontana’, è di estrema utilità per il Tribunale di Padova andando a snellire il lavoro del quale è sovraccaricato, agevolerebbe i cittadini ed i professionisti anche dell’Alta Padovana, risponderebbe ad esigenze di giustizia di mezzo milione di persone e poi, non secondario considerato che in Veneto non siamo abituati ad avere cattedrali nel deserto, andrebbero ad essere utilizzate strutture nuovissime destinate proprio alla giustizia, mai aperte e nemmeno destinate ad altri usi. Denaro pubblico che ad oggi è un potenziale spreco”, è l’opinione del sindaco di Cittadella Luca Pierobon. Nella città murata padovana c’era una efficiente sede distaccata.
Lo stesso dicasi per Castelfranco Veneto il sindaco Ste-
fano Marcon, che ricopre l’incarico anche di presidente della Provincia di Treviso, spiega: “si tratta di una opportunità che ci vede favorevoli, sia per la vicinanza territoriale, sia per la possibilità di avere in Veneto un tribunale in più che darà risposte più celeri alle imprese ed ai cittadini di Castelfranco Veneto e della Castellana”.
In terra vicentina anche l’importante municipalità di Thiene rappresentata da Gianantonio Michelusi, ha espresso parere favorevole all’avvio della sede giudiziaria.
Ora c’è attesa per il nuovo incontro di confronto sul tema, che si svolgerà sempre a Bassano del Grappa, con la partecipazione dei rappresentanti locali delle istituzioni e delle categorie economiche, dei parlamentari del territorio e del sottosegretario alla Giustizia senatore Andrea Ostellari che ha convocato il tavolo. (m.c.)
I commenti dei primi cittadini: tra i favorevoli Pierobon (Cittadella), Marcon (Castelfranco) e Michelusi (Thiene)Il progetto prevede l’istituzione del Tribunale della Pedemontana, con sede nell’ex presidio della giustizia di via Marinali, soppresso una decina di anni fa nell’ambito del riordino della geografia giudiziaria del governo Monti Il sottosegretario Andrea Ostellari con il sindaco di Bassano Elena Pavan
Ridurre le emissioni inquinanti del 40 per centro entro il 2030.
È l’obiettivo del primo Piano qualità dell’aria redatto dall’amministrazione comunale bassanese. Il programma sarà poi integrato con il Paesc (Piano di azione per l’energia sostenibile e il clima) in linea con quanto previsto dalla Provincia di Vicenza in termini di riduzione degli inquinanti per Comune.
Il nuovo strumento si prefigge di abbattere le emissioni di Co2, delle polveri sottili (Pm2.5 – Pm10), degli ossidi di azoto (Nox) e dell’ammoniaca (Nh3) del 40 per cento entro il 2030 rispetto all’anno di riferimento 2018. Realizzato con il supporto dello studio AdaptEv, Startup dell’Iuav di Venezia, parte da un’analisi delle caratteristiche del territorio comunale, delle sue infrastrutture e delle strategie in essere per la mobilità
sostenibile, oltre a fornire l’inventario completo e aggiornato delle emissioni inquinanti. Presenta inoltre una fotografia dettagliata del quadro climatico locale, con particolare riferimento allo stato di salute della qualità
dell’aria.
A partire dalla situazione attuale e dall’assetto normativo in vigore, si arriva dunque alla pianificazione di azioni, che verranno attuate dal Comune, per la mitigazione e il miglioramento della
qualità dell’aria, con l’obiettivo di rendere meno gravi gli impatti dei cambiamenti climatici, attraverso la diminuzione delle emissioni in atmosfera.
Sono previsti anche interventi di incentivazione, sensibilizzazione, comunicazione e stimolo che l’amministrazione intraprenderà nei confronti dei privati cittadini, come gli incentivi per la sostituzione di caldaie ed infissi delle abitazioni o per la piantumazione di piccole alberature. Altri interventi saranno attuati dal Comune attraverso una corretta gestione delle strutture pubbliche per ridurre le immissioni e nuove iniziative tra le quali la realizzazione del grande parco urbano a sud dell’ospedale San Bassiano e l’imminente stesura del censimento del verde pubblico.
È noto che oltre l’80 per cento delle polveri sottili deriva dalle emissioni di abitazioni e impre-
se, più della metà di quelle azoto è generata dal traffico veicolare, mentre il 90 per cento dell’ammoniaca presente nell’aria proviene dall’agricoltura.
“Il Pqa realizzato ci ha restituito l’indicazione di un Comune che già da anni ha iniziato un cammino virtuoso, con molte iniziative attuate ed altre già programmate – spiega l’assessore all’Ambiente, Andrea Viero – Tuttavia, i passi da compiere verso l’obiettivo sono ancora molti. Questo Piano include azioni importanti, e rappresenta un primo tassello, perché si tratta di uno strumento flessibile, che verrà costantemente aggiornato. Ringraziamo la Provincia di Vicenza per l’impegno profuso nel costruire una sinergia tra Comuni con progettualità di medio-lungo periodo, alle quali auspichiamo facciano seguito politiche più strutturate e nuove incentivazioni a livello regionale e nazionale”. (r.f.)
Confartigianato. Il Raggruppamento bassanese ha promosso incontri per amministratori e aziende
“Mancano ancora dei decreti attuativi, ma è la strada giusta da perseguire, non solo per il mondo delle imprese, ma anche per la famiglie”
affermano gli artigiani
Il tessuto imprenditoriale artigianale sempre più interessato all’autoproduzione di energia e alle Comunità energetiche rinnovabili (Cer). “Per le nostre aziende, ma credo anche per la comunità, è fondamentale arrivare ad autoprodurre l’energia – sostiene Sandro Venzo, presidente del Raggruppamento bassanese di Confartigianato Vicenza – soprattutto per abbattere i costi che, come abbiamo visto nell’ultimo anno, stanno mettendo in difficoltà i bilanci di molte aziende per i forti rincari. In questo scenario, le Comunità energetiche rinnovabile rappresentano un’ottima opportunità su cui investire. Mancano ancora dei decreti attuativi, ma è la strada giusta da perseguire, non solo per il mondo delle imprese, ma anche per le famiglie”.
Per approfondire l’argomento, l’associazione di categoria ha organizzato nel Bassanese una serie di incontri rivolti sia agli amministratori comunali che alle imprese, ma anche ai cittadini che ne fossero interessati. “La risposta è stata molto buona – osserva Venzo – significa che il tema è molto sentito”.
“Siamo molto soddisfatti della presenza della maggior parte degli amministratori che avevamo invitato – aggiunge Felice Baggio, presidente dell’Area Nord Est Vicentino e del Raggruppamento di Marostica di Confartigianato Imprese – All’invito ha risposto oltre il 60 per cento, mentre con gli altri abbiamo un’interlocuzione aperta. Quella che abbiamo individuato come Area Nord
Est Vicentino è ricca d’imprese. Da qui ha preso il via il fitto calendario di appuntamenti rivolti a promuovere l’autoconsumo di energia e delle Cer che affrontano in modo deciso i temi della sostenibilità, dell’energia pulita e, voce importante per le nostre imprese, i costi in bolletta che nell’ultimo anno hanno messo in sofferenza molte attività”.
“In questo territorio – continua Baggio - le Cer hanno una grande possibilità non solo di nascere ma anche di svilupparsi. Il fatto però che ci siano 15 cabine primarie, che sono riferimenti per le Comunità energetiche, e che più di qualche Comune dei 23 dell’area cada nel perimetro di più di una di esse, comporta qualche complicazione. Ad esempio nei territori dei comuni di Marostica, Bassano e Mussolente la popolazione e le imprese dovranno ‘aggregarsi’ per le cabine primarie che non hanno ovviamente lo stesso sviluppo territoriale dei comuni”.
Ed è proprio con l’obiettivo di fornire una analisi, e una proposta, quanto più concreta sull’autoconsumo e Cer che Confartigianato propone il ciclo di incontri locali. “Vogliamo spiegare nel modo migliore cosa sono queste Comunità energetiche, illustrare la normativa di riferimento, far capire quanto gli incentivi incidano su queste soluzioni, ma anche quali sono i costi di avvio e gestione di una Cer e come avviene la ‘partecipazione’ – continua BaggioPerché dar vita a una Comunità energetica non è una passeggia-
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ta. Sono realtà che non possono essere gestite nell’ottica del volontariato diffuso, per quanto apprezzabile, perché necessitano inevitabilmente di una attività professionale con adeguate competenze”.
“In questo senso come Confartigianato ci siano strutturati nell’intento di diventare sull’autoconsumo e sulle Comunità energetiche punti di riferimento qualificati e attori importanti in un territorio, come quello vicentino, in cui la presenza di numerose aziende della manifattura e della produzione possono davvero dar vita a progettualità importanti – conclude - Il tutto in un’ottica di minor dipendenza dalle fonti fossili e abbattimento dei costi dell’energia a beneficio delle imprese e della comunità nel suo complesso”. (r.f.)
Tra i produttori crescono i “Millennials”.
“Tra le new entry giovani e volenterosi imprenditori”
afferma Paolo Brotto, presidente del Consorzio che raggruppa i produttori che hanno scelto di adeguarsi al disciplinare di Denominazione di Origine Protetta
L a primavera nel Bassanese porta in dono l’asparago bianco marchiato Dop. Come da un’antica tradizione la raccolta dell’ortaggio, una delle eccellenze del territorio, inizia il 19 marzo, nella ricorrenza di San Giuseppe, per concludersi il 13 giugno quando il calendario festeggia Sant’Antonio. Pochi mesi ma intensi quelli che vedono il prodotto tipico del Bassanese protagonista assoluto della tavola e della cucina. Nonostante i cambiamenti climatici, la stagione è entrata nel vivo. Attualmente sono circa 50 le aziende che coltivano l’asparago nel territorio individuato dalla Dop seguendone le rigide direttive.
“C’è stata qualche new entry –ha annunciato Paolo Brotto, il presidente del Consorzio che raggruppa i produttori che hanno scelto di adeguarsi al disciplinare – si tratta di giovani e volenterosi imprenditori”. Il presidente guarda con fiducia alla stagione, anche sulla spinta della domanda in continua crescita. “Di solito, nei tre mesi canonici, produciamo circa 700 quintali di asparagi, ma la richiesta sta aumentando”, ha aggiunto. Di fatto il pregiato ortaggio sta diventando sempre più famoso e non solo in Italia ma all’estero, fino nel lontano Giappone dove è molto apprezzato.
Non sono solo i coltivatori ad impegnarsi per dare lustro al caratteristico prodotto. Anche Confcommercio Bassano da decenni è impegnata sul fronte della promozione. E quest’anno si volta pagina: lancia una nuova formula a partire dal titolo. La tradizionale rassegna enogastronomica, organizzata per 43 anni dal Gruppo ristoratori, cambia pelle e si rinnova. Diventa “Un viaggio nel gusto” tra innovazione e tradizione. “Un evento territoriale che coinvolge l’intera filiera dell’asparago, dal raccolto fino al no-
stro palato, interessando tutte le attività che propongono questo prodotto: bar, bistrot, gastronomie, alberghi, negozi di frutta e verdura, aziende agricole e naturalmente i ristoranti”, ha spiegato Paolo Lunardi, presidente di Confcommercio. Il prelibato ortaggio quindi protagonista di una promozione diffusa ma coordinata. Nuovo anche il taglio del nastro della stagione: il simbolico via è stato dato da una “sciabolata” ad un mazzo di bianchi ortaggi da parte di un testimonial d‘eccezione, Antonio Lorenzon, il bassanese vincitore dell’edizione numero 9 di Masterchef che ha contribuito, lo scorso anno, a portare in città la puntata in esterna dell’ultima serie del talent televisivo di successo svoltasi sul Ponte palladiano. “Sarà un viaggio nel territorio scandito da appuntamentiha aggiunto la vice presidente dell’associazione di categoria Elena Scotton -.
Ogni attività dedicherà all’asparago un evento tarato sulla tipologia del locale: dall’aperitivo nei bar alla cena nel ristorante. L’obiettivo a lungo termine è di creare una rete ben organizzata rivolta non solo ai consumatori locali, ma anche e soprattutto al turista”.
E proprio l’asparago inteso nel suo ruolo di attrazione si è soffermata anche il sindaco Elena Pavan: “In città, il settore turistico sta andando bene e questa novità, siamo certi, saprà rinnovare l’entusiasmo verso il nostro prodotto più famoso”. Innovazione sì ma senza rinunciare alla tradizione che ha favorito la diffusione del prelibato turione, come il celebre piatto “asparagi alla bassanese”. (r.f.)
Prodotti tipici locali. Sono circa 50 le aziende che coltivano l’ortaggio bianco nel territorio Dop
Il San Bassiano risulta primo ospedale pubblico in Veneto e tra i primi in Italia per numero di interventi di protesi all’anca. A sancirlo, i dati del ministero della Salute estratti dal Piano Nazionale Esiti edizione 2022 e relativi al 2021. In un anno, che nel primo trimestre ha visto l’attività ancora fortemente compromessa dalla pandemia, l’équipe di Ortopedia guidata dal dottor Giovanni Grano ha eseguito 645 interventi di protesi di anca. Un primato che è anche il risultato di una forte capacità di attrazione: il 36 per cento dei pazienti operati proviene da altre aziende socio-sanitarie, il 30 per cento da fuori provincia e il 6 per cento da fuori regione. Anche don Antonio Mazzi si è affidato all’esperienza dei medici del San Bassiano. «Questi risultati gratificano il lavoro svolto da tutto il personale medico e paramedico del reparto - sottolinea il primario - e acquistano un valore ancora maggiore se consideriamo che sono riferiti ad un anno, il 2021, nel quale abbiamo ripreso l’attività elettiva solo in aprile, quando siamo usciti dal secondo lockdown».
Ad attirare i pazienti che necessitano di un intervento di protesi di anca è una delle casistiche maggiori d’Italia, ma anche il proverbiale passaparola: «L’efficacia dell’intervento è fondamentale - spiega il dottor Grano - ma tra i fattori che ci contraddistinguono c’è la qualità dell’assistenza nel decorso post operatorio, dove applichiamo realmente il concetto di
umanizzazione delle cure, che significa un’assistenza anche infermieristica precisa e attenta alle esigenze dei pazienti».
Il tutto adottando le più avanzate metodiche di intervento.
«Oggi la chirurgia protesica di anca è notevolmente cambiata – aggiunge il primario –: si usano tecniche mininvasive che puntato a risparmiare il più possibile i tessuti non compromessi: la cute, ad esempio, praticando delle mini incisioni; una ferita piccola comporta minore dolore post operatorio, meno perdita di sangue, una guarigione più rapida e un rischio più basso di infezione. E poi risparmiamo il più possibile il tessuto muscolare ossia il motore che fa poi funzionare le protesi, e conserviamo il più possibile il tessuto osseo che rappresenta una riserva biologica importante per una eventuale revisione futura della protesi, così come si cerca di salvaguardare i vasi sanguigni, riducendo la perdita ematica».
Fondamentale è anche la scelta del tipo di protesi: «È come un abito - continua il dottor Grano - va costruita su misura del paziente, in base all’età, il sesso, il peso, le caratteristiche anatomiche dell’anca, ma anche le esigenze funzionali: abbiamo operato settantenni che dopo un intervento hanno ripreso a sciare o a giocare a tennis». E per garantire ai pazienti un perfetto recupero funzionale, l’Ortopedia del San Bassiano può contare anche sulla la chirurgia robotica. «Da oltre due anni utilizziamo il supporto dell’intelligenza artificiale che elabora tridimensionale un esame tac dell’articolazione, permettendoci di calcolare in modo estremamente preciso le componenti da impiantare e il loro corretto posizionamento – specifica il dotto Grano –. Questo ci permette di ottenere risultati eccezionali, perché il robot consente una perfezione
nel posizionamento che anche il chirurgo più bravo fatica a raggiungere: è essenziale sia per un pieno recupero della funzionalità, sia per una maggiore durata della protesi stessa». Tecniche e tecnologie che riducono anche i tempi dell’intervento e della ripresa. Un’operazione dura circa mezz’ora, con il paziente che viene messo in piedi già il giorno dopo, mentre dopo soli quattro giorni viene dimesso ed è in grado di muoversi autonomamente.
Nel frattempo, all’Ortopedia del San Bassiano guarda al futuro. «Attualmente utilizziamo la chirurgia robotica per le protesi di anca e ginocchio - anticipa il primario -, ma a breve speriamo di estendere questa metodica anche alla chirurgia protesica della spalla, non appena sarà disponibile il software dedicato che è attualmente in fase di sviluppo».
Raffaella ForinNell’insieme, nel reparto si svolgono circa 2.100 interventi l’anno, di cui 60 per cento di chirurgia protesica (di anca, ginocchio, spalla e piede) e il 40 per cento di chirurgia traumatologica.
«Sono numeri che confermano l’eccellenza dell’Ortopedia dell’ospedale di Bassano - sottolinea Carlo Bramezza, direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana - e rappresentano un
riconoscimento del grande lavoro svolto dal dottor Grano e da tutto il personale del reparto.
Allo stesso tempo dimostrano come nessun traguardo ci è precluso combinando la disponibilità di competenze di altissimo livello con le tecnologie più avanzate ed è proprio questa la strategia su cui puntiamo per continuare a far crescere il San Bassiano».
Ospedale San Bassiano. Nel 2021 l’équipe ha eseguito 645 interventi, un vero e proprio primatoL’ospedale di San Bassiano Il dottor Giovanni Grano, primario di Ortopedia del San Bassiano
L’Ulss 7 Pedemontana sottoscrive un accordo con Sumai, la principale organizzazione sindacale dei medici specialisti ambulatoriale per una migliore appropriatezza delle prestazioni. Nell’azienda Pedemontana sono circa un’ottantina, oltre a 10 psicologi, queste figure professionali che ogni giorno garantisconole specialistiche ambulatoriali nelle sedi distrettuali: cardiologi, dermatologi, oculisti, pneumologi. Una risorsa fondamentale della sanità pubblica, che grazie al nuovo accordo sottoscritto fornirà un supporto ancora più rilevante per ridurre le liste di attesa. Per raggiungere questo obiettivo, da una parte la nuova intesa sindacale prevede la disponibilità degli specialisti ambulatoriali ad incrementare il proprio orario di lavoro in modo da gestire con maggior efficacia eventuali picchi di richieste, dall’altra di favorire l’appropriatezza delle prescrizioni.
La nuova intesa prevede la disponibilità degli specialisti ambulatoriali a incrementare il proprio orario di lavoro in modo da gestire con ancora maggiore efficacia eventuali picchi di richieste
A questo scopo, per ciascuna specialità sarà attivato uno sportello telefonico, 15 minuti al giorno, per fornire consulenza ai medici di base con ambulatorio in tutto il territorio dell’Ulss 7, rispondendo a eventuali richieste di approfondimento e mantenendo così la presa in carico presso gli stessi medici di famiglia, evitando, allo stesso tempo, la prescrizione di visite specialiste in realtà non necessarie. La stessa consulenza potrà essere fornita anche via e-mail. Sempre nell’ottica di migliorare l’appropriatezza prescrittiva, gli specialisti ambulatoriali terranno incontri periodici con i medici di base per esaminare insieme
situazioni ricorrenti o casi specifici che possono essere di esempio e confrontarsi sui percorsi di presa in carico più opportuni. Inoltre, per garantire la continuità del servizio, l’intesa sottoscritta prevede che in caso di assenze brevi (per una malattia o un impedimento personale) di uno specialista ambulatoriale, questi venga sostituito dai colleghi, così da evitare l’annullamento della visita per il cittadino.
«La riduzione delle liste di attesa è la nostra grande prioritàsottolinea il direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana, Carlo Bramezza -, ma affrontare il tema non è solo una questione di risorse: fondamentale è an-
che lavorare sull’appropriatezza prescrittiva, che non significa negare visite ed esami, ma al contrario evitare che i cittadini si sottopongano a prestazioni sanitarie magari non necessarie, con tutti i disagi del caso, garantendo allo stesso tempo un accesso più rapido a quanti invece ne hanno un’effettiva necessità. L’accordo che abbiamo sottoscritto rispecchia questa strategia, perché da una parte incrementiamo le risorse in campo per le prestazioni sanitarie, dall’altra cerche-
remo di lavorare sull’appropriatezza prescrittiva, puntando su una collaborazione sempre più stretta tra i medici specialisti e i medici di medicina generale, nel rispetto del ruolo e delle competenze specifiche di ciascuno». Una collaborazione che si basa su un obiettivo comune, come sottolinea il dottor Francesco Donghia, rappresentante Sumai per l’Ulss 7: «La contrattazione si è svolta in modo molto lineare perché abbiamo le medesime finalità. Sia l’azienda che il sindacato hanno messo al centro del dialogo le esigenze del paziente e quando l’obiettivo è comune è facile trovare un accordo. La proposta dell’Ulss era appunto finalizzata a dare risposta alle necessità assistenziali dei cittadini e noi abbiamo cercato di modularla sulla base delle nostre esigenze professionali. L’azienda ci è venuta incontro senza difficoltà». (r.f.)
Due nuove mostre di spessore internazionale, la volontà di arricchire la collezione dapontiana del museo civico di un nuovo, prezioso capolavoro, il rinnovo degli spazi e dell’esperienza di visita all’interno delle sale espositive. Archiviata con successo l’esposizione “Io, Canova. Genio europeo”, i musei civici bassanesi si aprono a nuovi progetti culturali e a nuove sfide.
Nell’agenda del biennio 20232024 figurano un’esposizione dedicata alle iconiche foto di Dorothea Lange, una sui tesori dell’incisione rinascimentale veneta, il nuovo allestimento delle sale e l’acquisizione del “Ritratto di uomo in armi” di Jacopo Dal Ponte, un’opera attualmente esposta nella rassegna “I Bassano. Storia di una famiglia di pittori” allestita nella galleria civica. La grande tela è sul mercato al prezzo di 700 mila dollari, una cifra ritenuta dagli esperti “importante ma corretta”, ma che potrebbe essere ceduta ad un prezzo inferiore purché entri in una prestigiosa raccolta dapontiana pubblica. L’amministrazione vorrebbe acquisirla e sta trattando con la Galleria Robilant&Voena.
Per il museo bassanese, custode della più ampia raccolta al mondo di Jacopo Bassano, sarebbe quindi un’opportunità per un “ritorno a casa”. “È un obiettivo per il quale stiamo lavorandoha detto il sindaco Elena Pavan –Oltre ad arricchire il patrimonio artistico cittadino, sarebbe anche un omaggio a Jacopo che più di tutti incarna il genius loci della nostra città. Inoltre, si tratta di un ritratto, soggetto raramente eseguito dall’artista”.
“È una tipologia non presente oggi nelle opere dapontiane del nostro museo – ha aggiunto la direttrice dell’istituto, Barbara Guidi –. Inoltre, collocandosi nel sesto decennio del Cinquecento, permetterebbe di testimoniare una fase cruciale e originale della parabola creativa di Jacopo”. Due poi le mostre –evento per il biennio 2023-2024. La prima è il risultato della collaborazione con Camera, il Centro italiano per la fotografia di Torino e sarà dedicata a una delle più grandi fotografe di tutti i tempi, Dorothea Lange. Aprirà il 21 ottobre
di quest’anno ed è un modo anche per proseguire nel solco della fortunata rassegna bassanese su Ruth Orkin. Conosciuta soprattutto per l’iconica “Migrant Mother”, una delle immagini
Il sindaco Pavan:
“Il ‘ritorno a casa’ del Ritratto è un omaggio a Jacopo Dal Ponte: più di tutti incarna il genius loci della nostra città”
più celebri di tutto il Novecento, Lange è stata una figura di spicco della fotografia sociale per la sua capacità di raccontare, tramite i reportage, le difficoltà di un Paese che si apprestava a
In programma un’esposizione dedicata alle iconiche foto di Dorothea Lange, una sui tesori dell’incisione rinascimentale veneta, il nuovo allestimento delle sale e l’acquisizione del “Ritratto di uomo in armi” di Jacopo Dal Ponte
diventare una delle più grandi potenze mondiali. La seconda esposizione valorizzerà l’immenso patrimonio remondiniano delle collezioni civiche bassanesi e avrà per protagonisti i capolavori dell’incisione veneta del Rinascimento.
Curata dai massimi studiosi della stampa cinquecentesca, Giovanni Maria Fara e David Landau, la mostra “Rinascimento in bianco e nero. L’arte della stampa a Venezia (1494–1615)” sarà allestita nella galleria civica dal 24 febbraio al 2 giugno 2024. Attingerà, oltre che alla ricca collezione bassanese, a prestiti di prestigiose raccolte pubbliche e private, e potrà contare sull’importante finanziamento di Save Venice per il restauro dell’intero corpus incisorio.
Con la chiusura della mostra dedicata al bicentenario della morte di Antonio Canova ha preso il via il progetto di restyling del museo civico. Un piano ambizioso, quello in corso, che restituirà al pubblico, il prossimo settembre, un percorso espositivo rinnovato, anche negli apparati didattici e nella segnaletica. In questi mesi di cantiere, si possono visitare il piano terra dell’istituto e la mostra dedicata alle opere dei Da Ponte allestita nella galleria civica.
Raffaella ForinL’assessore alla Cultura
Giovannella Cabion: “Nei 133 giorni di apertura la mostra ha registrato 81.439 visitatori con una media di 612 biglietti staccati quotidianamente. Il picco lo si è avuto proprio nell’ultimo giorno utile per ammirare le opere con 1.980 accessi registrati”
Calato il sipario sulla mostra “Io, Canova. Genio europeo”, è tempo di bilanci per il Comune di Bassano e Villaggio globale gli organizzatori dell’evento culturale. Dedicato al bicentenario della morte dell’esponente del Neoclassicismo, del quale il museo civico bassanese possiede un fondo con migliaia di pezzi (tra opere, bozzetti, disegni, documenti, lettere, dipinti), nei 133 giorni di apertura ha registrato 81.439 visitatori con una media di 612 biglietti staccati quotidianamente. Il picco lo si è avuto proprio nell’ultimo giorno utile per ammirare le opere, domenica 12 marzo, con 1.980 accessi registrati.
Curata da Mario Guderzo e Giuseppe Pavanello con la direzione scientifica della direttrice Barbara Guidi, l’esposizione “è stata una scommessa vinta” come ha osservato il sindaco Elena Pavan “nonostante non si siano potute avere le opere canoviane conservate a Kiev, in Ucraina, e nei musei russi”.
Sono i numeri a testimoniare il successo della mostra. “Al museo civico, la crescita dei visitatori è stata esponenziale con un incremento del 620 per cento - ha riferito l’assessore alla Cultura
Giovannella Cabion – Sono infatti passati dai 11.316 dello stesso periodo dello scorso anno a oltre 81mila – Numeri straordinari che hanno convinto la direzione museale ad ampliare l’orario di apertura al pubblico fino alle 23 per ben 19 giornate e ad organizzare iniziative specifiche in occasione di alcune ricorrenze particolari, come per la festa di San Valentino, il 14 febbraio, o per la Giornata della donna l’8 marzo”. Molti gli esperti e i critici d’arte che hanno ammirato la proposta di un Canova inedito per cer-
ti versi, giunti appositamente a Bassano anche dall’estero. Tutte esaurite le visite guidate ed è stato molto gettonato, oltre che apprezzato, il ventaglio dell’offerta didattica “Canova sei un mito!”, organizzato dai musei civici in collaborazione con il personale esperto di Marea Cultura, proponendo laboratori e percorsi animati specifici per famiglie (950 appuntamenti) e per le numerose scolaresche.
A beneficiarne anche i canali web e social dei musei civici con oltre 370 mila interazioni di utenti nei profili Facebook ed Instagram.
E ancora, sono stati 1.030 i cataloghi venduti e 1.980 le guide brevi, pari a 1 visitatore ogni 30. L’audioguida gratuita, con l’esposizione della direttrice Guidi, è stata utilizzata da oltre 80 mila persone. Inoltre, la mostra canoviana ha avuto il merito di richiamare visitatori anche a Palazzo Sturm complice l’esposizione contemporanea “Pol Polloniato, il bianco senza tempo”: sono passati dai 1.826 dello stesso periodo dello scorso anno a 6.159. “Io, Canova. Genio europeo ha coinvolto il territorio, le numerose aziende che hanno adottato le stanze con grandi esempi di mecenatismo, ed ha ricevuto gli elogi della critica nazionale ed internazionale – ha concluso il sindaco Pavan –. Ha inoltre contribuito al rinnovo degli impianti e delle sale espositive del museo che, una volta completato il riallestimento, si presenteranno sotto una nuova veste”. (r.f.)
“Io, Canova. Genio europeo”. Comune e Villaggio globale gli organizzatori dell’esposizione per il bicentenario
“Arcani misteri. Arte e simbologia nei tarocchi e nelle carte da gioco” è il suggestivo titolo della mostra allestita dalla Biblioteca civica fino al prossimo 30 giugno. Un’esposizione singolare tutta dedicata alla ricca collezione di carte da gioco e tarocchi raccolta dal bassanese Angelo Marchetto e donata nel 2020 al Museo Biblioteca Archivio. La collezione, di straordinaria varietà, vanta oltre 4.440 pezzi dei secoli XVIII-XXI. Per rendere omaggio al donatore, vissuto per lungo tempo a Milano dove è mancato nel 2021, la Biblioteca ha selezionato alcuni dei pezzi più originali della collezione, focalizzando l’attenzione sulle carte da gioco e sui tarocchi e ricostruendo la storia di questa antica pratica. Una sezione è dedicata al gioco dei tarocchi, nato in Italia in epoca medievale, con il nome Gioco dei Trionfi. Il termine tarocco, di origine araba, fu utilizzato dalla fine del Quattrocento alludendo a “il matto”, come il nome della prima carta del mazzo. I trionfi si diffusero nelle corti italiane del XV secolo, in quelle di Milano, governata dalla famiglia Visconti e poidagli Sforza, e di Ferrara della casata d’Este. In questo periodo la produzione delle carte veniva commissionata agli artisti, miniatori e pittori, che lavoravano già in ambito signorile. Si trattava di carte dipinte, spesso arricchite con decorazioni in oro e punzoni.
Il Gioco dei Tarocchi, con le sue 22 carte figurate, ispirate alla simbologia e all’iconografia medievali e rinascimentali, rappresenterebbe un percorso di ascesi mistica con finalità educativa. La stessa simbologia numerica identifica il 22 con il percorso che conduce l’uomo alla conoscenza di Dio. Le carte di valore più basso alludono alla condizione umana ricordando la gerarchia cui l’uomo è sottoposto (Matto, Giocoliere, Imperatore, Imperatrice, Papa). Vi è poi la serie delle virtù che, se seguite, gli permettono di vivere in maniera onesta (Forza, Giustizia e Temperanza), infine la rappresentazione della Morte (l’anima può finire all’inferno o salire in cielo). Nelle ultime carte sono rappresentate le forze celesti che assoggettano l’uomo (Stelle, Luna, Sole) per arrivare al Giudizio Finale.
La mostra è dedicata alla ricca collezione di carte da gioco e tarocchi raccolta dal bassanese Angelo Marchetto e donata nel 2020 al Museo Biblioteca Archivio. La collezione, di straordinaria varietà, vanta oltre 4.440 pezzi dei secoli XVIII-XXI
Con il passare del tempo l’aspetto didattico del Gioco venne dimenticato, tanto che già agli inizi del Cinquecento non veniva più compreso dai contemporanei, conservando solo la parte ludica. L’iconografia subì un cambiamento quando il gioco iniziò a diffondersi fra il popolo e le carte ad essere riprodotte in serie. L’interpretazione magica e divinatoria si diffuse soltanto alla fine del Settecento quando
alcuni esoteristi, primo fra tutti Etteilla, revisionarono i tarocchi per scopi occultistici, legando indissolubilmente queste carte all’aspetto magico come lo conosciamo ancora oggi.
La mostra permette di vedere alcuni splendidi mazzi di carte stampate tra il Settecento e il Novecento oltre a volumi nei quali sono presenti riferimenti precisi all’iconografia e alla pratica del gioco delle carte. (r.f.)
Nel mese di maggio l’esposizione sarà integrata da momenti di approfondimento e di gioco. L’ 11 maggio alle 17.30 uno dei massimi storici del Gioco dei Tarocchi, Andrea Vitali, terrà una conferenza dal titolo “Dal Matto al Mondo. I Tarocchi e la loro storia”. Un excursus sulla storia dei tarocchi attraverso la presentazione di numerosi mazzi di carte nel contesto più ampio della storia religiosa, filosofica e artistica dei vari secoli che li vide nascere e propagarsi dapprima in Italia, poi in tutta Europa e di seguito nel mondo intero. Il 25 maggio, stessa ora, l’attore-lettore Fabio Dalla Zuanna leggerà “Il castello dei destini incrociati” di Italo Calvino: la storia di un gruppo di viaggiatori che, per un complesso di circostanze diverse, hanno perso la parola e si ritrovano in un castello. L’unico mezzo che hanno per comunicare è rappresentato da un mazzo di tarocchi. Il 24 maggio dalle 16.30 i più piccoli (6-11 anni) potranno partecipare alla lettura ad alta voce e al laboratorio “Storie in gioco” (prenotazione obbligatoria).
Infine il 27 maggio dalle 14.30 alle 18.30, “Giochi da tavolo per tutti” rivolto a bambini, ragazzi e adulti a cura delle associazioni Ricostruendo e Maludici (partecipazione libera).
Il fascino della macchina da presa non conosce limiti. Successo della settima edizione della fiction di Rai 1 “Un passo dal cielo” come pure della docufiction, trasmessa sempre dalla rete televisiva nazionale ammiraglia “I cacciatori del cielo”, dedicata al pilota della Prima Guerra Mondiale Francesco Baracca, in occasione dei 100 anni dell’Aviazione Militare Italiana.
Nei cast non pochi gli attori vicentini.
Con i protagonisti Giusy Buscemi (Manuela Nappi, promossa ispettrice), Marco Rossetti (Nathan, l’uomo degli orsi), Enrico Ianniuello (Vincenzo Nappi), Alessandro Bedetti (Mirko Sartor) e Giorgio Marchesi (il possidente Luciano Paron) ci sono Fiorella Zonta, di Bassano del Grappa che interpreta una vicina di casa dei protagonisti, poi Francesco Articci, 21 anni di Vicenza nel ruolo di Paolo, giovane di successo con le ragazze che compare in più di una delle otto puntate, poi Francesco De Marzi, 24 anni, di Arzignano, che debutta nelle vesti di Raffaele, motociclista non molto simpatico. Da Sovizzo ecco Paolo Rozzi, 61 anni, parroco di San Vito di Cadore, già nella precedente serie come pure presente nella docufiction su Baracca in
questo caso come padre dell’eroico aviatore.
Ruolo anche per Emma Van Der Galien, nata in terra d’Olanda, residente a San Vito di Leguzzano, veste i panni della buffa straniera Akkelien. Daisy Pieropan di Quinto, da copione è Simona Moro, Per Lux Vide, produttore della serie, ha già recitato in “Che Dio ci aiuti” e “Doc 2”. Emanuele Piovene reciterà a fianco di Joe Bastianic. Simone Lorenzin, Giancarlo Meneghello e Francesco Valente, tutti di Sandrigo, sono i tre mandriani scagnozzi dell’antagonista Paron. La bassanese Anna Maria Scalabrin ha recitato invece ne “I cacciatori del cielo” e si può vedere anche al cinema nelle scene di apertura del film “Il ritorno di Casanova”, per la regia di Gabriele Salvatores. Ruolo molto particolare il suo.
Continuando con la docufiction, ci sono poi EleonoraFontana di Schio ed altri vicentini in figurazioni speciali: piloti e meccanici amici di Baracca Alessandro Cazzola di Arzignano e Andrea Miotti e Gaetano Pozzan di Sandrigo, il giovane pianista Matteo Dal Toso, Giorgio Zen di Cassola e Giorgio Hullweck. Roberto Frison di Romano d’Ezzelino ha
Poco a nord dal celebre ponte in legno del Palladio, sulla riva est del fiume Brenta a Bassano del Grappa, sorge Ca’ Erizzo, un’elegante struttura del ‘400, con successivi rifacimenti e abbellimenti.
Nel 1918 la villa fu residenza della Sezione Uno delle ambulanze della Croce Rossa Americana. Tra i volontari autisti c’era anche Ernest Hemingway, Premio Nobel per la Letteratura, il cui racconto MS 843 del 1919 intitolato “The Woppian Way” o “The passing of Pickles Mc-Carty” prende le mosse proprio da Ca’ Erizzo. In una parte del complesso, restaurato dall’attuale proprietario dottor Renato Luca, ha sede il Museo Hemingway e della Grande GuerraFondazione Luca, che ospita anche una “Collezione Hemingway” con una vasta documentazione. In un’ala del complesso c’è un suggestivo bed and breakfast.
Numerose le iniziative culturali realizzate e le collaborazioni come ad esempio quella con Operaestate Festival Veneto. Ecco quelle in programma a breve. Lunedì 24 e martedì 25 aprile, apertura straordinaria del Museo in occasione della Festa della Liberazione.
Domenica 30 aprile Fondazione
Luca invita a scoprire, in esclusiva, le bellezze artistiche e culturali della villa, accompagnati dalla storica dell’arte Raffaella Mocellin. Villa Erizzo costituisce uno dei contesti architettonici più pittoreschi della Bassano antica, evidenziando una straordinaria varietà
di soluzioni architettoniche settecentesche che si sovrappongono a quelle quattrocentesche ancora ben leggibili. Nella parte centrale della villa emergono ampi saloni affrescati da Giuseppe Graziani nella metà del ‘700, in cui spiccano il soffitto del salone dell’ala occidentale con al centro Minerva e l’allegoria del fiume Brenta e quello dello scalone centrale con l’Allegoria del mattino. Due le visite alle 10,30 ed alle 16, durano un’ora e mezza. Biglietto: intero 20 euro, ridotto 15 euro.
Il Museo Hemingway e della Grande Guerra è aperto tutto l’anno da martedì a domenica: 10-13 e 15-18. Su prenotazione per gruppi e scuole. Si trova in via Ca’ Erizzo, 19 a Bassano del Grappa (Vicenza). Informazioni e prenotazioni: 0424.529035, info@villacaerizzoluca.it,www.villacaerizzoluca.it, www.museohemingway.it. (m.c.)
invece contribuito alle ricostruzioni storiche.
Importante il lavoro per queste produzioni, di un’altra vicentina, Mira Topcieva Pozzato del Centro Mira Project di Sandrigo, specializzato nella ricerca di nuovi
volti, nella formazione attoriale e nella loro gestione, con collaborazioni con produzioni nazionali ed internazionali in ambito cinematografico, televisivo e teatrale.
Michelangelo Cecchettoe tv. Nei cast di produzione per il grande e piccolo schermo numerosi gli artisti “di casa”Anna Maria Scalabrin Fiorella Zonta
Nel fine settimana pasquale, coloratissimo il cielo del Monte Grappa. È ritornata la manifestazione mondiale dedicata ala parapendio e al deltaplano, che ha riunito i più grandi esponenti delle discipline. È il Trofeo Montegrappa giunto alla 37^ edizione. L’area è tra le migliori del pianeta grazie alle particolari correnti ascensionali che permettono così particolari sfide lunghe anche più di cento chilometri lungo l’arco delle Prealpi trevigiane e vicentine, ma soprattutto attorno al massiccio del Monte Grappa, recentemente insignito del bollino Mab Unesco.
Il Trofeo Montegrappa, fondato nel 1982 - alcune edizioni nel corso degli anni non si sono disputate - si è svolto dal 5 al 10 aprile accompagnato da vari eventi per il pubblico e ad un expo per gli appassionati del volo libero.
Sempre affascinanti le fasi di decollo ed atterraggio. Gianluca Soncin presidente dell’Asd
Volo Libero Montegrappa organizzatrice del Trofeo: “Questa è una edizione storica. Dopo anni sono tornati a gareggiare assieme parapendii e deltaplani. Partecipazione limitata a 150 piloti di parapendio tra i migliori del panorama internazionale e ad 80
Gianluca Soncin presidente dell’Asd Volo Libero Montegrappa organizzatrice del Trofeo: “Questa è una edizione storica. Dopo anni sono tornati a gareggiare assieme parapendii e deltaplani”
piloti di deltaplano, 230 professionisti in tutto che durante le cinque giornate di gara si sono sfidati tra loro per conquistare le “boe” definite dalla commissione di gara e atterrare nel più breve tempo possibile”. La classifica finale, data dalla somma dei risultati, ha fatto ottenere un punteggio valevole per il ranking
mondiale. Presenti 25 dei migliori 30 piloti al mondo di parapendio, professionisti provenienti da venti nazioni diverse tra le quali Germania, Francia, Austria, Polonia, Repubblica Ceca, Germania e Ungheria. Ma non sarà solo un evento sportivo, la manifestazione ha una ricaduta di rilievo nell’economia
locale. Per il Comune di Borso del Grappa, si calcola che il volo libero incida per il 13% negli introiti che aumentano poi se consideriamo che chi viene in quella che è la “capitale europea del volo libero”, visita poi anche altri luoghi del Veneto e non solo.
Michelangelo Cecchetto“Il volo libero rappresenta un’importante risorsa turistica per la Pedemontana, gli appassionati che frequentano ogni anno le pendici del Grappa generano un notevole giro d’affari per le realtà locali - indica spiega Emanuele Reginato, presidente del Consorzio Turistico Vivere il Grappa -. Sono oltre centomila le presenze turistiche generate dal volo libero, stimiamo che in tutto ogni stagione passino da noi circa 20mila piloti. Il bacino d’utenza
maggiore è la Germania, dove ci sono 45mila appassionati e poi curiosi e turisti vari”. Fondamentale la promozione del volo libero per l’area ed anche per chi non è un “moderno icaro”, nell’area dell’atterraggio del Garden Relais a Borso del Grappa, il Consorzio Turistico “Vivere il Grappa” ha organizzato sabato e domenica di Pasqua, il “Testival” (sincrasi di test e festival) del volo. C’erano 12 espositori di famosi brand del settore, una fiera delle at-
trezzature per il volo libero, e poi tante iniziative collaterali: yoga, bike tour, a Pasquetta l’escursione La passeggiata di Dante e molto altro. Numerose nel corso dell’anno le iniziative del Consorzio Turistico Vivere il Grappa, associazione composta da una cinquantina di operatori della Pedemontana del Grappa, senza scopo di lucro, che si occupa di promuovere e sviluppare il turismo nel territorio. Informazioni: www.vivereilgrappa.it (m.c.)
Basket. La società MBA nasce otto anni fa per accorpare tutti i centri del comprensorio bassanese
Il club arancionero vanta una formazione maggiore che milita nel campionato di Promozione con legittime velleità di approdare in serie D
M BA acronimo di Mini Basket Association è una società sorta otto anni fa in città per volere di un quartetto di istruttori di minibasket (Carla Bizzotto, Stefano Agnolin, Alberto Zonta e Giuliano Grossele) e di tre dirigenti in uscita dal Basket Bassano (Alessandro Bellotti, Umberto Viero e Aladino Pasetti) allo scopo di accorpare tutti i centri di minibasket del comprensorio in un’unica realtà organizzativa e coordinata facente capo a un solo progetto innanzitutto educativo e soltanto dopo sportivo.
L’idea è quella di fornire i migliori strumenti didattici al piccolo cestista, non solo per divertirsi in campo, ma proprio per aiutarlo a compiere le scelte migliori e a crescere e a migliorarsi come persona attraverso uno specifico percorso formativo che non pone di sicuro il risultato al primo posto, bensì la maturazione progressiva del bambino attraverso l’attività ludica e sportiva. Il club arancionero vanta una formazione maggiore nel campionato di Promozione con legittime velleità di
salto in serie D che gioca con un apprezzabilissimo seguito il venerdì sera alla Palestra Comunale di Vicolo Parolini, luogo iconico per la pallacanestro bassanese, ma in particolar modo contempla un ricchissimo ed esteso settore giovanile (incluso il baskin, fresca disciplina nata nel segno dell’inclusione) che si allena costantemente non solo alla vecchia Comunale ma nelle palestre di tutta la città, da Angarano a San Vito, sino a Santa Croce e negli impianti dell’hinterland, da Pove a Mussolente, da Rosà a Rossano, da Cartigliano alla Valbrenta, da Fellette a San Giacomo di Romano, da Stroppari a San Giuseppe di Cassola. Senza contare i campetti realizzati in Quartiere Firenze. Un mondo che da tempo è sbar-
cato ripetutamente nel cuore di Bassano con diverse manifestazioni in piazza in città che hanno trasformato il salotto buono in un gigantesco e festoso playground.
E tante iniziative sono in scaletta per primavera ed estate, anche se il pianeta MBA è stato di recente squarciato dal tragico lutto che l’ha colpito, quello della drammatica scomparsa a soli 17 anni a causa di una meningite fulminante di Tommaso Fabris, promessa tedarota della società e del Riese in serie C. Una prova durissima che l’universo MBA ha cercato di superare di gruppo, assieme, con la forza dell’impegno e dell’energia che sono il tratto distintivo di questo club.
MBA è stata segnata, di recente, dalla drammatica scomparsa a soli 17 anni a causa di una meningite fulminante di Tommaso Fabris, promessa tedarota della società e del Riese in serie C. Una prova durissima che l’universo MBA ha cercato di superare in gruppo, insieme.
Nato ventisette anni fa nella pista del Centro Giovanile, il Roller Bassano, seconda realtà hockeistica cittadina, è progressivamente cresciuto partendo prima dalla serie B, poi dall’A2 e quindi approdando in A. Nella massima serie è stato protagonista di derby ruggenti col Bassano ‘54, toccando persino una storica qualificazione europea e un memorabile confronto col Benfica nella prima decade degli anni Duemila sotto la presidenza di Checco Fontana, altro big della disciplina. La corazzata portoghese mise fine al percorso internazionale del Roller, il punto più alto dell’epopea biancorossa.
Abbandonate le scene europee e della massima serie, ora il Roller recita da anni da protagonista in serie A2, il main sponsor è Dyadema e in Seconda Divisione il club ha avviato in questa stagione un programma di ripartenza su base triennale.
Il presidente della società è Ottorino Bombieri, ex insegnante di
scuola superiore, ex amministratore (è stato a lungo sindaco di San Nazario), educatore a tempo pieno ancora oggi. Non è un caso che il sodalizio rolleriano, che da tempo opera nel palazzetto dell’Area Caneva a Cà Baroncello, focalizzi la sua attività specificatamente sul florido vivaio affidato alle cure di Laura Minuzzo, già trainer federale e un luminare in materia di giovani. Presidente Bombieri, quali sono i progetti per il Roller?
“Dalla scorsa estate abbiamo delineato una pianificazione almeno triennale, che contempla per quest’anno con la Prima squadra l’obiettivo salvezza; per l’anno venturo, il raggiungimento della griglia playoff e per il terzo anno, di poter lottare per la promozione in serie A1, un traguardo che nel giro di 3 o 4 anni intendiamo ar-
tigliare di sicuro. Ma arrivandoci però con basi solide e in grado di garantirci il futuro”.
La vostra mission è la cura del settore giovanile.
“Esatto, tutto nasce da lì se consideriamo che vogliamo sviluppare la squadra di riferimento in A2 solo con ragazzi ‘svezzati’ nel club. Credo, inoltre, che il domani di una società vada edificato poggiando sulle risorse della dispensa di casa. E noi agiremo così: è
l’unico sistema per ottimizzare i costi ed enfatizzare il senso di appartenenza”. Come si articola il vivaio Roller?
“Vantiamo la presenza di ben 110 ragazzi e 10 formazioni, dall’Avviamento e il Minihockey sino a tutte le categorie previste. Più un’undicesima compagine: l’Under 19 che è l’anticamera della prima squadra di A2. E di queste, ci tengo a sottolineare che l’Under 16 si è qualificata per le finali scudetto. Non dimentichiamoci, inoltre, che il nostro settore giovanile è stato premiato a gennaio dalla
Il Bassano Football Club, rinato con la nuova proprietà e il nutrito consorzio di soci alle sue spalle, capitanati da Fabio Campagnolo, dalla scorsa estate ha affidato la presidenza a Massimo Tolfo, già manager ai tempi della vecchia società tra i professionisti e dirigente di comprovata esperienza, tra l’altro amministratore anche nella quotidianità fuori dal calcio. Ora il sodalizio giallorosso lavora su due fronti: con la prima squadra in Eccellenza dove mira
indicativamente nel giro di un biennio (entro il 2024 per capirci) a centrare il gran balzo in serie D riabbracciando quella categoria che il management ritiene il traguardo minimo e la dimensione base al di sotto della quale il calcio in città non dovrebbe mai scendere. Semmai da li spiccare eventualmente il volo verso nuovi e più stimolanti traguardi. Ma il primo e inderogabile step è nel medio periodo certamente l’approdo in D. Per arrivarci il Bassano ha chia-
mato in panchina Ezio Glerean, a lungo prima calciatore e poi allenatore in più riprese da queste parti (dove vive ormai da quasi 40 anni) prima di decollare in B al timone del Cittadella. Il secondo obiettivo, non meno importante, è il rilancio del settore giovanile, ricostruito da zero assieme a tutto il resto dopo l’improvvisa uscita della famiglia Rosso dal club e la ripartenza traumatica tra i Dilettanti ricominciata meno di 5 anni fa, dalla Prima Categoria nell’e-
state del 2018. Il vivaio ridisegnato ex novo non solo ha mosso i primi passi, ma si è progressivamente irrobustito e ha ripreso a offrire frutti consistenti Basti pensare che i Giovanissimi hanno già vinto il loro campionato e gli Juniores idem. E il seguito del nuovo Bassano nel territorio è tangibile, riuscendo a coagulare rinnovata passione e sinceri consensi attorno all’antica bandiera giallorossa. (v.p.)
Federazione come Miglior vivaio d’Italia per il 2022, riconoscimento che ci inorgoglisce ed è soprattutto un premio ai nostri sforzi. Si parla di importanti novità in arrivo per l’impiantistica. “È vero. Dovremo ampliare gli spogliatoi allargando gli spazi anche per le ragazze che fanno parte del nostro vivaio e più in generale occorreranno nuove migliorìe nel nostro palazzetto per le quali contiamo sull’indispensabile sostegno della municipalità”.
Vincenzo PittureriIl recente taglio al cuneo fiscale, che dovrebbe alleggerire il peso delle tasse per i lavoratori con i redditi più bassi, è l’ultimo dei provvedimenti adottati dal governo per fronteggiare mesi ancora impegnativi per i conti di famiglie e imprese. Sarà sufficiente? Che altro fare? Ne parliamo con il senatore veneziano Raffaele Speranzon, che a Palazzo Madama è anche vice presidente vicario del gruppo di Fratelli d’Italia.
Senatore, qual è il fronte più caldo che vede impegnato il governo Meloni?
Stiamo lavorando soprattutto sulla riduzione delle tasse, per questo abbiamo messo a punto una finanziaria che taglia il cuneo fiscale e aumenta la platea dei cittadini che si troveranno qualcosa di più in busta paga, partendo dai redditi medio bassi. La nostra riforma fiscale ha l’obiettivo di tagliare le tasse a tutti, a cominciare da chi si trova in maggiore difficoltà. Vogliamo allargare la platea dei cittadini che da questa riforma avranno qualcosa in più.
Come sostenere concretamente le famiglie?
Abbiamo introdotto vari bonus energetici per pagamento bollette, che hanno permesso alle famiglie di affrontare l’impennata dei costi energetici. Abbiamo anche raddoppiato tutti i benefici per i genitori che mettono al mondo dei figli e introdotto un congedo parentale più lungo e più ore di permesso retribuito. Da quest’anno l’assegno unico è aumentato, così come le pensioni minime. In una situazione economica come quella attuale, ancora difficile e con una quotidiana instabilità a livello internazionale, dobbiamo far fronte anche all’aumento dell’inflazione. Che risposte dare invece al mondo delle imprese?
Il primo obbiettivo era scongiurare chiusure di massa, fallimenti e ascesa della disoccupazione. Una volta messo in sicurezza il
nostro sistema economico e produttivo siamo pronti a ripartire. La previsione di crescita dell’1% inserita nel Documento di economia e finanza approvato lo scorso 11 aprile è anche la risposta che diamo ai vari gufi, secondo i quali eravamo ormai sull’orlo del fallimento. Invece il 2023 sarà un anno di crescita, anche se c’è ancora molto da fare. A questo proposito, come superare l’impasse del Pnrr?
Stiamo cercando di snellire procedure per raggiungere gli obiettivi fissati. È bene ricordare che per due decenni l’Italia ha gestito i fondi strutturali per la formazione e per miglioramento della qualità dei lavoratori, oltre che per l’implementazione delle infrastrutture e delle tecnologie. Non siamo riusciti a spendere quasi la metà di questo denaro, ora abbiamo il quadruplo delle risorse, quindi vanno modificate e trasformate le procedure. L’obiettivo è creare le condizioni perché la burocrazia non sia un ostacolo, ma ci aiuti ad utilizzare al meglio questi fondi. Abbiamo centralizzato tutto su Palazzo Chigi proprio per lavorare su questo aspetto cruciale. Per l’opposizione non state facendo abbastanza, cosa rispondete?
Rispondiamo con i fatti, ormai da mesi: abbiamo riformato il codice degli appalti, abbiamo in
cantiere la riforma della giustizia per garantire a tutti un giusto processo in tempi brevi, perché la lentezza della giustizia produce impunità, stiamo lavorando ad una proposta di legge che va a gravare le pene per chi occupa immobili abusivamente. Abbiamo adeguato il contratto degli insegnanti, bloccato da oltre un decennio. Abbiamo dato il via alla riforma dell’autonomia differenziata e a quella delle province, all’orizzonte c’è anche la riforma del presidenzialismo. Non siamo certo con le mani in mano. Altro fronte che ci vede impegnati è quello della sovranità alimentare e il no al cibo artificiale con cui si vorrebbe uniformare l’alimentazione in tutto il mondo. Noi difendiamo la dieta mediterranea e la nostra filiera di qualità che vale centinaia di miliardi e garantisce anche un’elevata aspettativa di vita.
Si parla ancora di emergenza immigrazione, che fare?
Dobbiamo far comprendere che il confine italiano è un confine comunitario, quindi l’emergenza riguarda l’Europa intera che non può continuare a stare alla finestra. Tutta l’Europa deve sentirsi coinvolta e responsabile, per evitare scelte drastiche e pesanti conseguenze. Vanno stretti accordi con tutto il Nord Africa e gli altri Paesi del bacino mediterraneo, serve una forte azione
comune se vogliamo evitare altre tragedie.
In Veneto fra poco si vota a Vicenza e Treviso: com’è il rapporto con gli alleati?
Anche stavolta siamo riusciti a fare sintesi sui candidati che guideranno queste città per i prossimi anni, siamo sicuri saremo ancora premiati dal consenso degli elettori, come è stato di recente nel vicino Friuli Venezia Giulia e prima in Lazio e Lombardia. A livello regionale orma è chiaro che Fratelli d’Italia è la forza politica più importante. Confidiamo nella disponibilità di Zaia a dare ascolto alle proposte, alle idee e ai suggerimenti del primo partito in Veneto. Da parte nostra non verrà mai a mancare la lealtà nei confronti della giunta regionale. Ha fatto discutere la presa di posizione di Fratelli d’Italia sulle carriere alias a scuola. Perché quella lettera al liceo?
Più che una lettera al singolo istituto sarebbe stato meglio
fare una lettera aperta su questo tema così complesso che richiede una seria riflessione. Oggi in Italia prima dei 18 anni un giovane non viene considerato sufficientemente maturo per guidare un’auto, votare, consumare alcolici. Anche sul fronte penale un minorenne che commette un reato ha responsabilità attenuate. Riteniamo che sia prematura ogni decisione sulle cosiddette carriere alias da parte di un adolescente. Ad ogni cosa il suo tempo, il cambio di sesso è previsto e regolato dalla legge, è un diritto legittimo ma deve essere frutto di una decisione matura, non presa sull’onda dell’emotività. L’adolescenza invece è una fase di conflittualità permanente, dobbiamo andarci cauti. Meglio se le scuole, anziché occuparsi di questo, si concentrano sul loro ruolo didattico e sulla formazione dei ragazzi.
Nicola StievanoIl Consiglio regionale del Veneto ha votato il rinnovo dell’Ufficio di Presidenza senza particolari contraccolpi all’interno della maggioranza, in particolare nel rapporto di forza tra Lega e Fratelli d’Italia. Sono stati confermati il presidente Roberto Ciambetti (Lega-LV), con 37 voti, i vicepresidenti Nicola Finco (Lega-LV) per la maggioranza, con 36 voti, e Francesca Zottis (Partito Democratico) per la minoranza con 9 voti, nonché i segretari Alessandra Sponda (Lega-LV) per la maggioranza con 34 voti, ed Erika Baldin (Movimento 5 Stelle) per la minoranza con 9 voti. “Il voto di metà legislatura - spiega il presidente Ciambetti - è previsto
dal regolamento del Consiglio regionale: si tratta di una procedura che serve anche come strumento di verifica e controllo dell’operato di chi gestisce l’assemblea.
Il voto espresso non solo sancisce il riconoscimento del buon lavoro fatto finora ma rappresenta anche un segnale per il percorso che ci condurrà, nei prossimi due anni e mezzo, alla conclusione della legislatura: l’attività legislativa che ci vedrà impegnati è ancora molta, sia in termini di quantità di provvedimenti, sia soprattutto in termini di qualità. Il rinnovo di tutti i componenti rappresenta quindi una continuità che consentirà all’assemblea legislativa di proseguire al meglio”.
Afianco degli studenti e del loro disagio, manifestato in più occasioni, anche in momenti solenni come l’inaugurazione dell’Anno Accademico all’Università di Padova.
Rachele Scarpa, parlamentare del Partito Democratico, non sottovaluta l’appello che arriva dai giovani alle prese con le difficoltà quotidiane nell’affrontare il percorso di studi.
“La Rete degli studenti medi, l’Unione degli Universitari e il Sindacato pensionati italiani (Spi Cgil) - ricorda la deputata veneta - hanno presentato alla Camera i dati della loro ricerca ‘Chiedimi come sto’. É successa una cosa importante: i 30mila studenti e studentesse che ci dicono come stanno, quanto difficile sia stata la pandemia, che pensano sia necessario un supporto psicologico fruibile e a portata di mano impongono un impegno urgente del Parlamento, come in queste settimane è emerso spesso”.
A fronte di questa situazione l’Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti Medi hanno presentato in Parlamento una proposta di legge sul benessere psicologico degli studenti, con la proposta di istituire un presidio psicologico con psicologi in ogni scuola e università.
“La scuola e l’università - aggiunge Scarpa - sono l’epicentro da cui parte un grido di aiuto e devono essere quindi l’epicentro della nostra risposta: dai luoghi di istruzione si possono intercettare condizioni di disagio e difficoltà, dei singoli e dei contesti familiari, ma soprattutto si può fare prevenzione e promozione del benessere psicologico”.
“L’istruzione pubblica - continua la deputata del Pd - deve diventare un’àncora di salvezza per chi è in difficoltà e il primo luogo di acquisizione degli strumenti psicologici, sociali e culturali per stare bene: poi servono risposte complesse e di sistema. Serve lo psicologo di base,
perché il benessere di una persona non può essere legato al fatto di potersi permettere di pagare un professionista. E ancora bisogna pensare alla situazione nelle carceri, o alle condizioni limite di chi arriva nel nostro paese dopo aver attraversato il Mediterraneo. Serve una rete di supporto sociale per gli anziani, per non lasciarli soli. Servono sguardi ampi e una grande volontà politica di fare sintesi, con trasversalità e determinazione. Utilizzeremo, per questo, l’intergruppo parlamentare per il benessere psicologico da me promosso: dall’ascolto degli studenti e dal confronto in Parlamento devono partire le risposte urgenti che
la mia generazione sta chiedendo”, conclude Scarpa.
“La nostra proposta di legge - spiega Camilla Velotta, dell’esecutivo nazionale della Rete Studenti Medi - punta ad istituire, regolare e finanziare un servizio di assistenza psicologica, psicoterapeutica e di counselling scolastico e universitario, che possa basarsi su personale professionista e interfacciarsi con il servizio sanitario territoriale assicurando la presa in carico degli studenti che ne avessero bisogno. Oggi molte scuole e università offrono un servizio psicologico, ma le risorse economiche e il personale a disposizione sono gravemente insufficienti: infatti, noi chiediamo che lo Stato investa almeno cento milioni di euro all’anno per arruolare sul territorio dei team multidisciplinari di professionisti, le cui competenze devono garantire l’assistenza in relazione alle necessità specifiche degli studenti”.
Con la tappa a Vicenza si è concluso il tour “Comunità Energetiche Rinnovabili e gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente. Uno strumento per la transizione energetica” che ha toccato tutte province venete.
“Il bilancio di questa esperienza è estremamente positivo - commenta Roberto Marcato, assessore
regionale allo sviluppo economico ed energia -. Complessivamente, nell’arco di un mese, ho potuto incontrare oltre 500 sindaci, toccando in pratica tutto il territorio regionale. Ho riscontrato che c’è ampia consapevolezza che le comunità energetiche sono uno strumento importante sul quale investire per il nostro futuro.
Noi faremo la nostra parte come
stiamo già facendo, ora ci aspettiamo dal Governo i decreti attuativi. Ci aspettiamo che renda l’utilizzo delle comunità energetiche molto semplice e facile da costruire e mettere a sistema. Abbiamo davvero l’opportunità di scrivere una pagina importante vero l’autonomia energetica - conclude Marcato -. È una partita fondamentale e ne va dello sviluppo del nostro territorio”.
“Siamo andati ad individuare una necessità delle nostre generazioni. - osserva Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete - Vedere concretamente lo stato di malessere all’interno dei nostri coetanei ha fatto scattare la scintilla su quella che avrebbe dovuto essere la strada da percorrere. A fronte di un’ampia coscienza del proprio stato di disagio, uno dei principali rischi è quello che si vada verso l’assunzione del malessere come parte integrante della propria vita. L’intento politico è sempre stato, dunque, quello di far emergere questa ‘fragilità generazionale’ come punto di partenza per la costruzione di una rivendicazione sul diritto al benessere psicologico, un diritto quasi per nulla esistente, ma che riteniamo debba essere prioritario in futuro e, partendo da questo, bisogna costruire le basi affinché si fondi sui principi di universalità e su misure di welfare pubblico”.
Rachele Scarpa chiede un impegno urgente al Parlamento per garantire un presidio psicologico e una rete di supporto socialeRoberto Marcato Rachele Scarpa e Ivan Pedretti (Spi Cgil)
Anche l’ultimo tratto della Pedemontana in provincia di Treviso è stato aperto al traffico. Due chilometri, realizzati quasi tutti in trincea e con un costo di 66 milioni di euro, che collegano il casello di Spresiano con la A27. Alle Dolomiti da una parte, mentre dall’altra, grazie all’innesto con la A28 e più in là ancora con la A4, a Pordenone, Portogruaro, Udine, Trieste, l’Austria, la Slovenia. Insomma, il Nordest e il Nord Europa connesse da una superstrada definita all’unanimità strategica. Al completamento del progetto mancano ancora 12 chilometri, quelli che vanno da Montecchio Maggiore a Malo: se tutto filerà liscio, entro la fine dell’anno il casello di Montecchio (di competenza
della Brescia-Padova) verrà aperto e allora si potrà parlare davvero di grande anello est-ovest dell’intero Nordest.
Per “varare” l’interconnessione della Marca sono arrivati in tanti. Dal vice presidente del Consiglio dei ministri con delega alle infrastrutture e ai trasporti Matteo Salvini al governatore Luca Zaia con la giunta regionale al completo. Parlamentari e sindaci, ordini professionali e vertici della Dogliani, l’impresa che ha realizzato l’opera. “La storia della Pedemontana parte con i primi progetti degli anni Novanta. Si blocca, va in stallo, e solo negli ultimi anni l’impegno della Regione ha portato all’avvio dei cantieri.
L’apertura del collegamento con la
A27 – ha dichiarato Zaia – permette ora di fare l’atteso salto di qualità: decine di comuni, migliaia di aziende, tantissimi abitanti di questi territori hanno finalmente un’arteria importante per il traffico veicolare, in una delle aree produttive più importanti del Paese. Questo significa anche un aiuto all’economia, all’attrazione di investimenti, alla crescita di una porzione di Veneto che viveva sotto scacco di una viabilità secondaria ormai satura”.
Da Pordenone a Bassano in un’ora e 55 minuti. Da Portogruaro a Vicenza in un’ora e 20 minuti. Da Treviso Nord a Montecchio in 50 minuti. Numeri che rivoluzionano gli spostamenti in una parte d’Italia storicamente imbottigliata nel traf-
fico. Numeri dettati non soltanto da quei 94,5 chilometri di Superstrada Pedemontana Veneta, ma anche dai 68 chilometri di nuova viabilità ordinaria connessa alla grande opera. L’appello accorato di Zaia (e di Salvini) a usare l’infrastruttura
(“Utilizzatela, utilizzatela, utilizzatela”) va inevitabilmente letto come risposta a chi mette sul piatto i costi dei pedaggi. “I flussi di traffico sono in aumento, con il valore finora record di 33.943 veicoli raggiunto
il 10 marzo scorso. Gli introiti andranno ad aumentare nei prossimi mesi e anni, favorendo una piena sostenibilità economica”, da detto il presidente della Regione. Che tradotto significa: la Pedemontana ci è costata 2 miliardi e 258 milioni di euro, secondo i piani arriveremo a velocità di crociera al nono anno di vita, più viene utilizzata prima finiamo di pagarla e prima potremo iniziare ad abbattere i pedaggi.
Sara SalinZaia invita ad usarla: “è un aiuto all’economia di una parte della nostra regione che viveva sotto scacco di una viabilità satura, prima finiamo di pagarla e prima potremo iniziare ad abbattere i pedaggi”L'inaugurazione della "Pedemontana Veneta"
L’intervista. La riflessione di Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto
L a crisi idrica non molla la presa in Pianura Padana, con fiumi e laghi alle quote minime. La scarsità di pioggia (17 millimetri soltanto a marzo, contro la media mensile di 65, e ad aprile non sta certo andando meglio) sta mettendo in ginocchio l’agricoltura e il presidente del Veneto, Luca Zaia, il mese scorso ha firmato un’ordinanza regionale che invita i cittadini a evitare gli sprechi d’acqua e a predisporre piani di emergenza per l’approvvigionamento. Secondo le parole del presidente veneto, servirebbe dunque un piano d’azione che consisterebbe nel ripulire gli invasi alpini, rendere le cave di pianura dei bacini veri e propri, ottimizzare la rete di distribuzione per l’agricoltura rispetto all’attuale colabrodo che comporta la perdita del 70-80% di risorsa idrica. Ne abbiamo parlato con Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto. Crisi idrica. Come ovviare al
problema e in che tempi?
“La situazione è davvero critica. Non siamo intervenuti in tempo e ora dobbiamo efficientare velocemente, accelerando i tempi.
Abbiamo pensato a trovare modi per incanalare e far defluire l’acqua verso mari e laghi, senza pensare a come gestire davvero questa risorsa che potrebbe invece comunque essere recuperata. Stiamo parlando di circa 22 miliardi di metri cubi di acqua che potrebbero essere recuperati,
depurati e disposti per tantissimi usi, tra cui quello agricolo. Serve dunque mettere in campo un piano, magari facendo ricorso anche al Pnrr per attuare questi interventi, puntando a un cambiamento in tempi magari non brevissimi ma comunque ristretti”. Un problema attuale con radici lontane. Come affrontarlo?
“Non possiamo semplicemente pensare di costruire nuovi invasi per la raccolta delle acque, perché il deficit pluviometrico è
allarmante e come riempiremmo i nuovi invasi? Sarebbe bene piuttosto intervenire sugli invasi che già ci sono con un’attività di manutenzione, aumentandone la capacità. Serve ragionare nello straordinario, e a questo siamo stati abituati negli ultimi anni. Ma serve anche un cambio di passo nell’ordinario”. Si sente parlare spesso ultimamente del ricorso a dissalatori. Cosa ne pensa?
“In alcune zone, come nel Delta del Po, si è già fatto ricorso a questa pratica, ma per un utilizzo legato a una carenza momentanea. Sicuramente possono aiutare, ma hanno costi importanti e richiedono un grande dispendio energetico che a lungo andare non aiuterebbe. Inoltre, nel trattamento restano dei reflui, dei fanghi, che poi vanno smaltiti. C’è poi anche da tenere presente che, proprio anche nel caso del Delta del Po, l’acqua desalinizzata era sconsigliata agli ipertesi, perché
presentava comunque alti contenuti di salinità e in Italia abbiamo una percentuale importante di cittadini con questi problemi che sarebbero quindi esclusi dal privilegio dell’utilizzo di questa risorsa. Dissalatori sì, dunque, ma soltanto nell’emergenza: non possono essere la soluzione”.
In Triveneto ed Emilia-Romagna il progetto, ideato e promosso da Aspiag Service nel 2006, si espande e diventa digitale
330 i stituti scolastici di 127 Comuni, oltre 120.000 alunni formati, 350 eventi e 1640 ore di laboratorio organizzati: sono alcuni importanti numeri che descrivono l’attività de “Le Buone Abitudini”, il programma per l’educazione alla sana alimentazione e ai corretti stili di vita, avviato nel 2006 da Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, nelle proprie regioni di riferimento. Un programma che, grazie alla collaborazione con il Consorzio Despar Italia e le società che ne fanno parte, da quest’anno si allarga su scala nazionale: il progetto, diventato una best practice in Triveneto ed Emilia-Romagna dove è stato avviato diciassette anni fa, è stato infatti esteso a tutte le 17 regioni italiane in cui il Consorzio e le sue società sono presenti.
Le Buone Abitudini è un programma innovativo nato con l’obiettivo di supportare scuole e famiglie, nel perseguire e raggiungere un concetto ampio di qualità della vita, con particolare attenzione ai temi della sana alimentazione, del movimento fisico e del rispetto per l’ambiente. Il programma
è stato studiato come un ciclo educativo completo per accompagnare insegnanti, alunni e famiglie lungo tutto il cammino della scuola primaria, dalla classe prima alla classe quinta. Nel dettaglio, il programma è strutturato in cinque percorsi di educazione alimentare curati e verificati in collaborazione con un team di specialisti e differenziati per ciascuna classe della scuola primaria. Attraverso una metodologia attiva di insegnamento, grazie alla quale i bambini possono approfondire e mettere in pratica quello che imparano con sperimentazioni pratiche e semplici azioni quotidiane, il percorso formativo permette così di sviluppare competenze e tematiche trasversali in linea con le indicazioni nazionali del MIUR.
Il progetto, volto da sempre a coltivare nei cinque anni di scuola primaria un seme speciale, fatto di curiosità, sensibilità ed esperienza, che germogliando possa aiutare i bambini a crescere in modo sano e consapevole, a partire dall’anno scolastico 2022/2023 ha cambiato pelle per rivolgersi verso una dimensione innovativa e digitale. Oggi, infatti, “Le Buone Abitudini” è un programma fru-
ibile interamente online attraverso una piattaforma gratuita (https://www.lebuoneabitudini.despar.it/piattaformascuola/) dedicata agli insegnanti della scuola primaria che possono registrarsi con facilità e usufruire di contenuti scientifici aggiornati e proposte interattive messi a disposizione come video, approfondimenti, materiali didattici digitali e stampabili, attività esperienziali in classe e in famiglia. I contenuti per gli insegnanti si integrano poi con un sistema digitale più ampio rivolto alle famiglie a cui vengono messi a disposizione contenuti e materiali sul sito del programma www.lebuoneabitudini.despar.it, oltre che sulla pagina Facebook e il canale YouTube de “Le Buone Abitu-
Tre domande a Filippo Brocadello, membro del team LBA Medico, specialista in scienza dell’alimentazione e fitoterapeuta
Le Buone Abitudini è un ciclo educativo completo che si articola in cinque percorsi specifici per ciascuna classe della scuola primaria. Come sono state scelte le tematiche e quali sono le specificità del programma?
Le tematiche e le competenze sviluppate dal progetto sono trasversali e in linea con le Indicazioni Nazionali del MIUR. Attraverso la nuovissima piattaforma digitale, i nostri specialisti offrono agli insegnanti una formazione qualificata, attendibile e sempre aggiornata. Tutti i percorsi de Le Buone Abitudini si avvalgono della metodologia attiva , grazie a cui i bambini e le bambine diventano protagonisti, a scuola e a casa, approfondendo e mettendo in pratica ciò che imparano attraverso attività esperienziali e semplici azioni quotidiane.
La scuola ha un ruolo importante
nel diffondere corrette abitudini alimentari, ma altrettanto fondamentale è il ruolo della famiglia. In che modo questo programma rappresenta un ponte tra scuola e famiglia su un tema così importante?
Il nostro ciclo educativo si fonda sulla relazione tra società, scuola e famiglia e permette a insegnanti e genitori di lavorare fianco a fianco attraverso la nostra piattaforma e non solo. In tutti i percorsi è prevista la restituzione a casa dei contenuti appresi a scuola, attraverso attività, esperienze e video da visionare in famiglia. Grazie ai nostri canali on-line, inoltre, è possibile fare rete, condividere il lavoro svolto, i consigli degli esperti, approfondimenti, ricette, eventi e tanto altro.
Quali sono gli errori più comuni che si commettono rispetto all’alimentazione di bambini e ragazzi? Può dar-
dini”, con ricette, consigli degli esperti e attività manuali da svolgere insieme ai bambini. Una vocazione al sociale è parte del DNA di Aspiag Service che ogni giorno si impegna per favorire un modello di sviluppo fondato sulla costruzione di relazioni e valore condiviso per le comunità in cui l’azienda si inserisce.
ci qualche consiglio pratico su come educarli a stili di vita salutari e a un’alimentazione equilibrata?
Uno degli errori più comuni è senz’altro l’eccessivo ricorso (anche più che quotidiano) a merendine, snack, bibite e succhi di frutta, che anziché essere consumati una volta ogni tanto, per esempio nelle occasioni come feste e compleanni, entrano nella dieta di tutti i giorni come fossero indispensabili, andando così a confondere ciò che rientra in un concetto di alimentazione equilibrata rispetto a quello di eccezione. Il consiglio più utile è certamente la coerenza . I più piccoli, infatti, oltre a seguire quanto viene scelto per loro in famiglia, imparano principalmente osservando i comportamenti degli adulti di riferimento, che fungono da esempio fondamentale nell’indirizzare le loro scelte.
Cibo coltivato in laboratorio, quello che nel linguaggio comune è stato impropriamente chiamato “sintetico”, una nuova frontiera che spacca l’opinione pubblica e fa registrare anche tra gli esperti e addetti ai lavori posizioni contrastanti che si dividono tra favorevoli e contrari.
Una questione aperta dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della GOOD Meat.
Attualmente la carne sintetica è un prodotto che non è ancora entrato nel mercato europeo. Qualora l’Autorità europea sulla Sicurezza alimentare (EFSA) dovesse approvare la sicurezza della carne coltivata, questa potrà entrare nel mercato europeo e potrà essere acquistata.
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Il mondo scientifico esprime per lo più una posizione a favore del cibo coltivato in laboratorio
Tra i contrari si colloca il senatore Luca De Carlo, presidente della commissione industria, commercio turismo agricoltura e produzione agroalimentare, che ha esultato, lo scorso 29 marzo, per l’approvazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”, che vieta la produzione, l’importazione e la vendita di alimenti “sintetici” in Italia.
“È una grande vittoria per l’intero comparto agroalimentare italianoha dichiarato il senatore, - l’Italia è la prima nazione al mondo che ha dimostrato il coraggio di fermare questa deriva con provvedimenti concreti e lo ha fatto anche con uno strumento chiaro e snello, composto da soli sei articoli”.
Anche Coldiretti si è mobilitata contro il cibo sintetico raccogliendo in tutta Italia mezzo milione di firme a supporto della nuova normativa.
La petizione ha ricevuto l’adesione anche di ministri, sottosegretari, parlamentari nazionali ed europei, governatori, sindaci, personalità della cultura, dello sport e dello spettacolo, rappresentanti istituzionali di Regioni e Province, imprenditori e anche numerosi vescovi.
“Dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della GOOD Meat, il rischio è una diffusione an-
In Italia l’approvazione, lo scorso 29 marzo, in Consiglio dei ministri del disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”, ha ulteriormente contribuito ad esacerbare il dibattito.
Ma cos’è la carne coltivata?
che nell’Unione Europea dove già quest’anno – denuncia la Coldirettipotrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue. Dopo la carne la sperimentazione si è estesa al pesce ed al latte mettendo a rischio la naturalità degli alimenti più presenti nella dieta”.
“La verità è che non si tratta di carne ma di un prodotto sintetico e ingegnerizzato, che non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali –osserva il presidente Ettore Prandini, contestando le motivazioni dei sostenitori del cibo coltivato in laboratorio - non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e, inoltre, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani di grandi multinazionali”.
Coldiretti Veneto, inoltre, mette in risalto come produzioni da primato siano messe a rischio.
“Rispetto al mercato nazionale, - si sottolinea - il Veneto vanta numeri da leader, concentrando oltre il 40% degli allevamenti avicoli. A questi si aggiungono il 15% del settore bovino e il 10% di quello suino, tanto che la regione è quarta per valore aggiunto in agricoltura con oltre 3 miliardi di euro, grazie anche alle sue 95 certificazioni di origine fra Dop e Igp. Primati che, secondo Coldiretti, in prospettiva rischiano di essere però insidiati dalla decisione della Fda”.
“È un tipo di carne prodotta in laboratorio a partire da cellule animali” si legge nelle pagine del sito della Fondazione Umberto Veronesi, che già nel 2019 si era espressa a favore di queste tecniche attraverso la pubblicazione di un documento di Roberto Defez, dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Napoli e membro del comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi, intitolato “Dagli allevamenti intensivi all’agricoltura cellulare”.
“Attualmente - si legge - la carne coltivata è un prodotto che nasce a partire da cellule animali che vengono prelevate tramite una biopsia e fatte crescere su un terreno ricco di nutrienti. Dal punto di vista della sicurezza alimentare - è la posizione della Fondazione Veronesi - il consumo di carne coltivata non presenta un rischio per la salute umana. In Unione Europea la carne coltivata è considerata un novel food e quindi deve sottostare a stretti controlli e normative che regolamentano l’introduzione di questi alimenti sul nostro mercato”.
Insomma, il dilemma è naturale contro sintetico. Ma di naturale ormai nella produzione attuale di carne c’è ben poco, è l’osservazione che si legge nelle pagine del sito la Fondazione Veronesi, senza considerare i problemi che derivano dalla gestione del mantenimento degli allevamenti attuali, di tipo etico, ambientale e di salute “se pensiamo alla possibilità di diffusione di zoonosi e alla responsabilità rispetto all’antibiotico resistenza”. Chi sostenendo la necessità di trovare perciò delle alternative al consumo di carne la Fondazione veronese ritiene che la carne coltivata sia una delle più valide. “Dal punto di vista nutrizionalesi afferma - non sono presenti degli aspetti negativi da considerare. Dal punto di vista della sicurezza alimentare, crescendo in un ambiente controllato si riduce il rischio di malattie di origine animale e non c’è la necessità di impiegare antibiotici. Diventa inoltre possibile confezionare un alimento in un unico luogo evitando contaminazioni
esterne”. Non mancano gli aspetti negativi che riguardano invece il punto di vista etico. “Una prima riflessione - si prosegue - riguarda il benessere animale: a oggi viene utilizzato il siero fetale bovino, sottoprodotto industriale della carne come ingrediente fondamentale del terreno di coltura per le cellule Tuttavia sono attualmente in sviluppo alternative che prevedono l’utilizzo di prodotti vegetali”. Del cosiddetto “cibo sintetico” “ci si sta preoccupando troppo presto” e “si è arrivati a definire delle regole quando mancano ancora elementi per decidere”, rileva da parte sua il genetista Michele Morgante, dell’Università di Udine e membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei. “L’agricoltura cellulare nasce per rispondere al problema della sostenibilità della produzione animale, molto impattante su ambiente”, ha osservato.
“La prima condizione perché l’agricoltura cellulare si diffonda è che riesca a garantire una produzione sostenibile dal punto di vita ambientale ed economico: entrambe - ha rilevato - dipenderanno dalla disponibilità di fonti energetiche a basso impatto ambientale. Solo in quel caso diventerà più sostenibile rispetto all’allevamento animale tradizionale, ma ancora è tutto da verificare”.
Il mondo scientifico, tuttavia, si esprime per lo più a favore del cibo sintetico.
“Non ci sono, a priori, - osserva ancora Morgante - motivi per cui prodotti da colture cellulari potrebbero presentare rischi diversi rispetto a quelli da allevamento tradizionale. Al contrario, ci sono molte ragioni per dire che le carni coltivate sono più sicure in quanto non contengono ormoni né antibiotici, non c’è il rischio di contaminazione da parte di organismi patogeni. La coltivazione avviene infatti in un ambiente sterile e controllato”.
Anche l’immunologa Antonella Viola, sostiene che la “carne sintetica” può produrre “solo vantaggi per uomo e animali” e critica la posizione dell’Italia che esclude il nostro paese “dall’alimentazione del futuro”.
Per l’immunologa, gli allevamenti intensivi, oltre che poter costituire un problema etico, “sono un pericolo per la salute dell’umanità intera” perché “rappresentano un enorme rischio di zoonosi”. Al contrario, a suo avviso, “la carne prodotta in laboratorio è più salubre: niente microbi o antibiotici”.
Oroscopo
ARIETE
Avete deciso di stare bene e per questo vi siete concentrati soprattutto sulla vostra mente. È tempo di abbandonare le cattive abitudini e incentivare le buone pratiche
Avete accumulato un bagaglio di esperienze tali che vi consentono a questo punto di far decollare tutti i vostri programmi. Siate sicuri e sereni, le risposte sono dentro di voi
Con l’arrivo della primavera vi siete dati dei nuovi obiettivi. Si tratta ora di organizzarvi per valorizzare al meglio le vostre risorse. Concentratevi, non mancherete di centrare il bersaglio
Siete al top della vostra forma fisica e mentale. Avete voglia di frequentare i vostri amici, stare in compagnia e allargare la vostra schiera di conoscenze per condividere esperienze e momenti di evasione
Vi concedete più distrazioni del solito e prediligete il tempo libero agli impegni quotidiani. Fermatevi un attimo a riorganizzare le vostre giornate cercando un giusto equilibrio tra piacere e dovere
SCORPIONE
TORO GEMELLI CANCRO LEONE ACQUARIO
Vi sentite molto operosi e per questo avete deciso di dedicarvi alle vostre attività con grande impegno per costruire le basi solide di un futuro progetto che da tempo avete intenzione di realizzare
VERGINE BILANCIA CAPRICORNO
Avete giornate ricche di impegni eppure sentite il bisogno di dedicarvi ai vostri affetti e ai sentimenti che talvolta vi distrarranno dalle incombenze quotidiane. Concedetevi qualche pausa piacevole
SAGITTARIO
Avete tirato un po’ troppo la corda fin qui. È tempo di fermarsi e fare dei bilanci, selezionando ciò che realmente merita impegno da ciò che può momentaneamente essere messo da parte
Avete bisogno di grandi cambiamenti e voglia di iniziare nuove esperienze. Vi sentite intraprendenti e sicuri ma fermatevi un attimo per mettere ordine tra le vostre priorità
È un periodo ricco di sorprese e di risposte, anche inaspettate, alle vostre attese. Dovete comunque pensare più a voi e programmando con maggiore precisione le vostre giornate
Dovete fare un po’ di ordine dentro di voi e aprirvi alle persone che vi sono più vicine per ritrovare slancio ed equilibrio e ripartire con rinnovate motivazioni verso nuovi traguardi