La Piazza di Padova nov2020

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Salute

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NOVEMBRE 2020

Periodico d’informazione locale - Anno XXVII n.168

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Regione

Turismo

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on-line: Informare con buonsenso senza cedere all’allarmismo

di Padova

Questa copia è certificata da

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MASSIMO BITONCI

Con le azioni di Hera un aiuto ai padovani in difficoltà ANTONIO BRESSA

“Pieno sostegno alle attività di vicinato”

Valeria Marcato >valeria@givemotions.it<

Inoltre abbiamo continuato ad informare puntualmente anche il nostro pubblico del web, quadruplicando i nostri utenti in soli 6 mesi. Per questo riteniamo opportuno lanciare un messaggio chiaro a tutti. Come nel calcio, anche in questa fase della pandemia c’è chi “gioca” in difesa e chi in attacco. C’è chi pensa che le recenti nuove misure anti contagio siano troppo poco e chi troppo. C’è chi guarda al complotto e chi alla fine del mondo. Bene, noi crediamo che ci voglia la giusta dose di informazione e comprensione del flusso di notizie a cui siamo sottoposti e che, come sempre, ci voglia buonsenso! Informazione che non significa manipolazione né farsi influenzare dalle fake news. Informazione che non significa scegliere solo titoli drammatici per vendere una copia in più del giornale o per avere più visualizzazioni online. Per questo abbiamo scelto di darvi le notizie senza alcuna nostra interferenza, fornendo esclusivaServizi da pag. 6 mente informazione giornalistica, approfondita e verificata. Serve buonsenso nel rispettare le regole e buonsenso nel nostro vissuto quotidiano, personale e professionale. Difendendoci dal virus, ma attaccando e difendendo strenuamente la nostra libertà nell’ambiente domestico come nel lavoro. Alcuni aspetti vanno rafforzati, come forse solo noi veneti sappiamo fare. Per ciò che compete a noi cittadini, sicuramente è da rafforzare la prevenzione e l’attenzione, ma anche lo spirito di collettività e di prossimità, soprattutto negli acquisti. Evitando perciò inutili e controproducenti allarmismi e continuando ad acquistare quello che ciascuno di noi può permettersi. Che si tratti di un capo di abbigliamento o di una campagna pubblicitaria, perché, cercando di essere concreti, l’economia è circolare ed è per noi opportuno salvaguardare i nostri lettori, i nostri clienti, i nostri Comuni e la nostra Regione. Questo possiamo e dobbiamo fare secondo noi, il resto lo lasciamo a chi di competenza.

STOP A NUOVI SUPERMERCATI. SLEGHIAMO LE MANI AI COMUNI Giordani: “Ho dato ordine di bloccare tutto. La legge regionale? Va ripensata”

STADIO EUGANEO

A dicembre al via il primo stralcio del restyling PIAZZA DE GASPERI

Progetto a colori per una nuova vivibilità della zona ATER 1920-2020

Premio Giovani a una tesi di laurea sul quartiere Palestro

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a 26 anni portiamo l’informazione locale nelle case di oltre 300.000 famiglie e diffondiamo la comunicazione pubblicitaria di oltre 250 clienti ogni mese e per questo riteniamo doveroso rivolgerci a tutti i nostri lettoVendita, noleggio sci e snowboard, preparazione di lamina e sciolina. ri. Non ci siamo mai fermati, anzi vi abbiamo recapitato Si consiglia la prenotazione via mail o via numero telefonico. il nostro giornale anche durante il lockdown. Non solo, a marzo e ad agosto 2020 abbiamo raggiunto più di 100.000 Mytimesport nuove famiglie con l’apertura delle edizioni di Padova È un periodico formato da 18 edizioni localicittà mensilmente Direzione, Amministrazione e delle Terme Euganee. seguee a pag 5 Redazione:

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La notizia del mese

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Cosa farebbe Bitonci se fosse ancora lui a decidere? Questa copia è certificata da

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A livello nazionale un anno bianco fiscale E per Padova l’utilizzo del “tesoretto” di Hera

Informare con buonsenso senza cedere all’allarmismo Valeria Marcato >valeria@givemotions.it<

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osa farebbe Massimo Bitonci se oggi fosse ancora sindaco di Padova e si ritrovasse a essere lui a gestire l’emergenza economica causata dalla pandemia? Dice che di dubbi non ne avrebbe. “Prenderei una piccola parte delle azioni del Gruppo Hera, un tesoretto che è di tutti i padovani, e li userei come contributo individuale per le attività danneggiate e le famiglie in difficoltà”. Dice anche di averlo proposto al Comune di Padova, di usare il tesoretto come pure di istituire una commissione per le famiglie in difficoltà per il Covid. “Ma c’è chiusura nei confronti delle opposizioni, sia a Padova che nel governo centrale”. Ecco, a proposito di governo centrale. Bitonci, fino a un anno fa sottosegretario al Ministero dell’economia e delle finanze, ha una lunga lista di cose non fatte o fatte male nei mesi che hanno preceduto la seconda ondata. Uno: il bonus turismo è stato un flop pesante, con due milioni usati dei due miliardi stanziati. Due: i crediti di imposta e quelli sugli affitti non servono a nulla, visto che si scontano su una dichiarazione dei redditi (quella del 2021) che potrebbe essere vicina allo zero. Tre: con le perdite registrate, il bonus di 600 euro è un niente. Senza parlare di monopattini e via col resto. “Il decreto Ristori? Ha un difetto di comunicazione, perché appare interessante ma alla fine scopri che riceverai in percentuale rispetto a quanto hai già avuto. Insomma, irrisorio”. Ma cosa avrebbe fatto Massimo Bitonci se oggi fosse ancora sottosegretario, si chiama prima di tutto anno bianco fiscale. “Nonostante la Valeria Marcato >valeria@givemotions.it< situazione, i dati del MEF ci dicono che ad agosto sono stati pagati Rubano · Tel. 049 650 005 a 26 anni portiamo l’informazionePadova locale nelle- case 28 miliardi e mezzo in tasse. Nessuna sospensione, cosa che invece di oltre 300.000 famiglie e diffondiamo la comuniinfo@iofartigiana.it è stata fatta per le cartelle esattoriali. Undici miliardi complessivi, ma solo fino a dicembre. E poi cosa facciamo quando arrivacazione la ba- pubblicitaria di oltre 250 clienti ogni mese e per questo tosta? Cosa avrei fatto io lo so bene. Avrei preso e rottamato. Non riteniamo doveroso rivolgerci a tutti i nostri lettoSEZIONE NECROLOGIE Non ci siamo mai fermati, anzi vi abbiamo recapitato stiamo parlando di evasori, ma di persone e aziende che ri. hanno il nostro giornale anche durante il lockdown. Non solo, a Sara Salin dichiarato”. marzo e ad agosto 2020 abbiamo raggiunto più di 100.000 nuove famiglie con l’apertura delle edizioni di Padova È un periodico formato da 18 edizioni localicittà mensilmente Direzione, Amministrazione Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin e delle Terme Euganee. seguee a pag 5 Redazione:

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In primo piano

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Commercio Stop del Comune al Far West della grande distribuzione

Giordani: “Nuovi supermercati? Ne abbiamo anche troppi. Ho dato ordine di bloccare tutto” “L

a corsa indiscriminata ad aprire supermercati mi preoccupa non poco e non mi vede per nulla d’accordo. Con la giunta stiamo studiando tutti gli strumenti per dare uno stop”. Parola di Sergio Giordani. L’obiettivo del sindaco di Padova è molto chiaro: stop all’apertura di nuovi supermercati. Ma la strada per arrivarci non è semplice. “Sotto i 1.500 metri quadri, che per farmi capire dai padovani è un medio supermercato, le norme superiori (regionali ed europee, ndr) ci legano le mani e come sindaci possiamo solo acconsentire. Ad oggi - spiega Giordani – come Comune non possiamo impedire aperture di supermercati alimentari o non alimentari se sono sotto questa soglia. Questa legge va ripensata ad ogni livello”. Per il titolare di Palazzo Moroni si tratta di una battaglia da fare. Sopra i 1.550 metri quadri, al contrario, esistono strumenti per bloccare nuove aperture. “Salvo le autorizzazioni già concesse nei decenni scorsi e che non posso fermare perché perderemmo nei tribunali a spese dei padovani, ho dato ordine di bloccare tutto. Non voglio aprire più nulla di nuovo. Alt a tutto ciò che sia nelle mie possibilità negare”. Giordani è perentorio nella sua posizione. Tiene anche a ricordare, non senza orgoglio, che da quando è stato eletto non sono state concesse nuove autorizzazioni di questo tipo. La linea politica della sua giunta sul commercio è puntare sui ne-

gozi di vicinato: “Sono un presidio fondamentale per rendere i nostri quartieri vivibili da famiglie e anziani. Chi ha vissuto per decenni in una casa non può essere costretto alla casa di riposo o al trasloco perché si trova il quartiere senza servizi. Serve lavorare sulla rigenerazione di spazi già costruiti, ma oggi in disuso o abbandonati”. E qui entra in gioco la questione consumo di suolo. “A Padova ne abbiamo già troppo”, fa presente il sindaco, per il quale a meno di operazioni che incrocino davvero l’interesse pubblico ora è necessario iniziare a limitare per salvaguardare ambiente e salute. “Sono anche convinto che questa corsa alla concorrenza tra grandi marchi dell’alimentare diventerà una bolla destinata a scoppiare a breve. Magari lasciandoci scatoloni di cemento vuoti e non riconvertibili”. Un rischio che non vuole correre. Ma la stessa preoccupazione Giordani la manifesta anche per i supermercati più piccoli, tanto che annuncia uno studio “anche dei cavilli” da parte degli esperti del Comune per bloccarne e disincentivarne l’espansione. Utilizzando il piano degli interventi. “È una sfida dura, ma garantisco ai padovani che le proveremo tutte. Di supermercati ne abbiamo anche troppi. Concentriamoci sui vuoti urbani da riempire, su nuove piazze e strutture per i quartieri da costruire, su nuovi alberi da piantumare e sulla creazione di nuove aree verdi”, è il monito finale del sindaco.

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Ragona: difendiamo ambiente e territorio

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upermercati sorti come funghi. “Sono più finferli che porcini”, sorride amaro Andrea Ragona. L’assessore alle politiche del territorio e allo sviluppo urbano e sostenibile questo sviluppo esponenziale oltre che un danno lo considera una beffa. “Essendo supermercati di piccole dimensioni, si limitano a coprire porzioni di territorio. Fossero grandi, ne basterebbero pochi. Ma sono piccoli e quindi sono tanti. Come i finferli, appunto”. Sulla faccenda le amministrazioni locali hanno le mani legate. “Se hanno le carte in regola, noi non abbiamo margine di discrezionalità. Ma è meglio chiarirlo, nessuno di noi è a priori contro la grande distribuzione. Solo che quando scende in campo in modo così massiccio il primo effetto è l’uccisione del piccolo

commercio che anima i nostri quartieri”. E il secondo si chiama traffico. “Perché il pane lo vado a comprare a piedi o in bicicletta, ma al supermercato ci vado in auto”, afferma Ragona, secondo il quale la concentrazione dei supermercati non sarebbe giustificata da reali motivi di mercato. “Temo che sia in atto un fenomeno già visto negli Stati Uniti, che noi abbiamo già vissuto con le banche. Ma se rimane vuota la sede di una filiale di banca in qualche modo si riesce a riconvertire, con un supermercato vuoto è un bel problema. Anzi, uno dei problemi maggiori per Padova. Per questo abbiamo chiesto qualche idea innovativa per limitare questa deregulation ai progettisti del nuovo piano degli interventi”. Fra loro che pure Stefano Boeri.

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In primo piano

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Antonio Bressa Intervista all’assessore alle Attività produttive e al Commercio del Comune

Attività di vicinato cuore pulsante della città S

ull’annuncio del sindaco Sergio Giordani di aprire una vera e propria crociata contro l’apertura indiscriminata di nuovi supermercati sul territorio comunale di Padova abbiamo sentito anche il parere dell’assessore alle attività produttive e al commercio Antonio Bressa. Assessore, come incide la presenza di questi nuovi supermercati sul tessuto dei negozi di vicinato? “È chiaro che questo fenomeno sta indebolendo la tenuta dei piccoli negozi già in difficoltà da diversi anni. Per questo il principio di libera concorrenza non può soverchiare tutto, ma servono strumenti per permettere una crescita equilibrata e sostenibile della città. Se da un lato infatti i nuovi investimenti comportano assunzioni, dall’altro potrebbero portare a chiusure di piccole attività”. Ma nel concreto cosa si può fare? Abbiamo capito molto chiaramente che sulle autorizzazioni il Comune non ha praticamente margine. “Da un lato ci sono i limiti urbanistici sui quali è al lavoro l’assessore Ragona, dall’altro è necessario cambiare la norma regionale sul commercio. Per

le grandi strutture di vendita è previsto per esempio che per essere autorizzate debbano versare al Comune delle risorse per sostenere i piccoli negozi. Estenderei questa previsione anche alle medie strutture di vendita inferiori ai 1500 metri quadri che comportano un impatto sul territorio”. Crede che questo sarebbe sufficiente a frenare la crescita indiscriminata? “Sarebbe un passo importante nella direzione di cercare un meccanismo di sostegno alle attività di vicinato che hanno un alto valore sociale e rappresentano la vita di una città”. Oltre all’arrivo dei supermercati, quest’anno ci si è messo anche il Covid. Come incide questa situazione? “C’è il pericolo di uno spostamento dei consumi sul commercio on-line, che rischia di spopolare le città. Anche in questo caso serve agire almeno con una leva fiscale. Colossi come Amazon pagano troppo poco e i loro insediamenti logistici non sono subordinati ad autorizzazione come le grandi strutture di vendita, anche se l’impatto sul commercio al dettaglio può essere molto forte. Anche in questo caso chiediamo di cambiare le regole. C’è però

“Il principio di libera concorrenza non può soverchiare tutto. Servono strumenti per una crescita equilibrata e sostenibile” Sopra Antonio Bressa

un nuovo fenomeno che va preso in considerazione”. A cosa si riferisce? “Le città dopo il Covid avranno un rapporto diverso con i negozi di prossimità, perché le persone stanno riducendo la propria mobilità e riscoprendo le attività di quartiere. Non è un caso che stiamo proprio in questo periodo dando vita a nuovi mercatini rionali”. Che messaggio dare quindi ai picco-

li negozianti? “Resistere e puntare in innovazione e servizi di prossimità sfruttando tutti i nuovi strumenti tecnologici di promozione e vendita. Noi nel frattempo mettiamo in campo ogni aiuto utile come abbiamo fatto con i plateatici gratuiti e allargati, con la riduzione della TARI e con le iniziative di promozione. I nostri negozi hanno un valore troppo elevato per non fare ogni sforzo a loro sostegno”.


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La città che cambia

Il restyling dell’Euganeo A dicembre il via ai lavori per il primo stralcio

Stadio, un progetto ambizioso per il futuro Riqualificazione di Padova Ovest e un investimento (tutto finanziato) per diventare attrattivi anche nello sport L’assessore allo Sport Diego Bonavina

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uando a dicembre la prima ruspa scenderà in campo, Padova comincerà a dire addio a uno stadio mai amato. Né dalla città né dai tifosi, che comunque da quegli spalti hanno assistito all’ultimo campionato di serie A dei biancoscudati. L’Euganeo è sempre stato una cattedrale nel deserto lontana dagli occhi e anche dal cuore. Eppure è lì che l’amministrazione comunale ha deciso di investire in un progetto ambizioso. Anzi, molto ambizioso. Il perché ha più risposte, tutte di alto respiro. “Mi chiedete se come amministratore avrei investito una cifra del genere solo per lo stadio? Mai”. La cifra del genere è cinque milioni e 800 mila euro che Diego Bonavina, assessore allo sport, è pronto a far quadrare con una risultanza pari a zero da far uscire dalle casse cittadine: 2 milioni arrivano dal Coni nell’ambito del bando “Sport e periferie”, 3 milioni sono stati stanziati a interesse zero dall’Istituto per il Credito Sportivo e 800 mila euro provengono dalla Fondazione Cassa di Risparmio. Il tutto finalizzato alla ricostruzione della Curva Sud Fattori più a ridosso del campo rispetto a oggi e alla realizzazione di ben due palazzetti: uno per il basket (la città lo reclama da vent’anni), l’altro polivalente con una capienza di 1.200 spettatori (un impianto di fascia media dedicato agli eventi sportivi di un certo livello che a Padova, con l’ovvia eccezione di quest’anno funestato dalla pandemia, sono in grandissima ascesa). Insomma, fatti due conti e considerato quanto si sarebbe dovuto spendere per costruire ex novo un solo palazzetto, già così potrebbe bastare a giustificare la scelta fortemente voluta da assessore e giunta. Ma c’è di più. La filosofia del progetto infatti da una parte guarda finalmente all’ormai improcrastinabile riqualificazione di Padova Ovest, dall’altra è un chiaro investimento sullo sport che punta direttamente al futuro. “È giusto che una città che ospita una mostra internazionale del calibro di quella su Van Gogh non abbia le stesse potenzialità anche a livello sportivo?”. La risposta ovviamente è no. Per riuscirci l’unica strada è investire, Bonavina lo sa bene. Investire per diventare prima di tutto attrattivi per i privati. Che di questi tempi e specie nello sport non è così semplice a dirsi e tantomeno a farsi, ma in una città che dimostri di aprire il suo sguardo su una visione ampia e lungimirante diventa forse più probabile. Non è questione solo di

mettere sul piatto il restyling del secondo stralcio dell’Euganeo, sarebbe estremamente riduttivo. Sul piatto va messa la capacità e ancora di più la volontà di Padova di fare proprio il ruolo di centro nevralgico del Nordest anche nello sport. Di avere quell’appeal che oggi è totalmente scoperto in termini di strutture. A partire dal calcio. In un’estremità del Veneto c’è Verona con il Bentegodi, nell’altra l’idea ormai ventennale di Venezia di costruire uno stadio moderno in terraferma. L’una fa territorio a sé, l’altra è un’utopia custodita nel cassetto. Decidere di cogliere l’opportunità diventa una questione politica che va ben oltre lo sport: Padova ha il diritto e il dovere di provarci e magari di riuscirci. Infine c’è la questione calcio, inevitabilmente legata a doppio filo alla scelta di ristrutturare lo stadio Euganeo. Calcio che è vero, si potrebbe obiettare, a Padova ha un seguito tutto sommato relativo in quanto a numeri, come del resto a Venezia e a Treviso. Ma in Veneto prima o poi qualcuno in serie A ci torna e meglio se quel qualcuno si chiama Calcio Padova. Cosa serve per riuscirci? Bianchi, ad Calcio Una proprietà forte che magari già Padova: “Apprezziamo c’è, considerato il che questa sia la prima progetto dell’atamministrazione a tuale società di puntare in fretta mettere mano a un alla serie B perimpianto datato e con ché, come spiega limiti evidenti” l’amministratrice delegata Alessandra Bianchi, “la C1 non è sostenibile economicamente nel mediolungo termine, con i costi dei professionisti ma senza gli introiti dei diritti televisivi”. Sul progetto del Comune è molto chiara: “Guardiamo il tutto con l’ottica del fruitore, ma apprezziamo che questa sia la prima amministrazione a mettere mano a uno stadio datato e con limiti evidenti”. Insomma, ben venga un progetto ambizioso che prepara le basi per nuovi investimenti. Senza sottovalutare un’ultima fondamentale questione dimostrata a più riprese: se vieni promosso nella massima serie e non hai uno stadio, o retrocedi o fallisci. Ma per il momento forse è meglio limitarsi ad aspettare che la prima ruspa scenda in campo. Sara Salin


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Obiettivo quartieri

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Sacra Famiglia Tutti i mercoledì dalle 8 alle 13

In piazza Napoli mercato a km zero e prodotti “freschi” sotto casa D

ebutta il nuovo mercato agricolo di Cia Padova alla Sacra Famiglia. Ottimi i primi riscontri con numerosi clienti, rigorosamente a distanza di sicurezza. Fra i prodotti, provenienti da dieci imprese agricole padovane, salumi, formaggi, pane e farine, vino, ortofrutta, funghi, zucche, miele, piante e fiori. Ci sono, ad esempio, piante e fiori che arrivano da Correzzola, i formaggi di capra fatti a Gazzo, il vino prodotto a Cinto Euganeo, il miele confezionato a Montegrotto, ma ricavato dagli alveari del territorio. Al taglio del nastro sono intervenuti il presidente dell’associazione “Dalla Terra alla tavola”, Marco Zambon, il presidente di Cia Padova, Roberto Betto, l’assessore al Commercio, Antonio Bressa, la presidente del quartiere 5 sudovest, Mila Masciadri, Massimo Lazzari, responsabile dei mercatini agricoli Cia. Quello di Piazza Napoli va ad aggiungersi ai mercati a km zero già in funzione: in Piazza De Gasperi, venerdì dalle 9 alle 14; in via Tartaglia (Cave), mercoledì dalle 7,30 alle 12,30; in Piazzale Cuoco (Guizza), sabato dalle 8 alle 13; nel parcheggio del centro Il Borgo (Mandria), mercoledì dalle 15 alle 19; in piazza San Salvatore (Camin), giovedì dalle 8 alle 13, e in via Forcellini (parco Iris), martedì dalle 14,30 alle 19. “Il quartiere - ha detto Masciadri - aspettava da anni di avere il mercatino rionale. Compatibilmente con le restrizioni covid, vorremmo coinvolgere le scuole: qui vicino c’è la Zanibon, i bambini sarebbero felici di venire per vedere le verdure che si alternano a seconda delle stagioni”. “Le imprese agricole – ha detto Betto – hanno bisogno di essere sostenute: siamo chiamati a favorire l’economia locale, messa ko dalla quarantena”. “Mettiamo a disposizione del quartiere un servizio importante – ha aggiunto Bressa -: da un lato, è un valore aggiunto per la zona; dall’altro, sposa l’idea di una città con rassegne di prossimità in tutte le circoscrizioni, garantendo uno stile di vita sostenibile”. Per Zambon “grazie alla vendita diretta si accorcia la filiera con due vantaggi: al cliente si dà l’opportunità di comprare cibi freschissimi e alle aziende di monetizzare il lavoro del giorno prima”. Nicoletta Masetto

Csv: Premio Gattamelata 2020 edizione speciale

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l Premio Gattamelata taglia il traguardo delle 15 edizioni. A promuoverlo il Centro di Servizio per il Volontariato provinciale di Padova con l’obiettivo di promuovere la cultura e la pratica del volontariato e della solidarietà a livello nazionale. Un’edizione speciale dedicata a Padova capitale europea del volontariato 2020. La premiazione avverrà nell’ambito delle manifestazioni per la “Giornata internazionale del volontario”, che si terranno sabato 5 dicembre 2020. Possono essere candidate al Premio persone impegnate in quattro categorie: volontariato, associazioni, imprese e istituzioni di tutta Italia. Tra i requisiti l’aver promosso o attivato progetti e azioni volti a migliorare e salvaguardare la qualità della vita ambientale e sociale del proprio territorio con il coinvolgimento, in particolare del mondo del volontariato. Il premio consiste in un’opera ad edizione limitata o unica realizzata grazie alla collaborazione di artisti locali, per offrire nuove raffigurazioni del “Gattamelata” di Donatello, simbolo di Padova. Hanno collaborato finora Paolo Saetti, Francesco Lucianetti, Vico Calabrò, Vittorio Riondato, Guido Chinello, Mara Fantin, Gioacchino Bragato, Nicola Russo, Franco Padovan, Gilberto Sartori, Bepi Granzo. Luciano Sartori, Antonio Zago, Lelio Bonaccorso, Claudio Calia. Domande da inviare al Csv entro il venerdì 20 novembre. Per informazioni: https://csvpadova.org/premio-gattamelata-2020/



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Obiettivo quartieri

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La Padova di domani Mappe verso una nuova normalità

Progetto Spazi Aperti, aree verdi e luoghi pubblici per tornare a vivere la città P

rosegue, nei limiti imposti dal permanere dell’emergenza, il progetto Spazi Aperti promosso dal Comune. C’è tempo fino al 15 dicembre per presentare domanda, gli spazi saranno concessi sino al 31 gennaio 2021. L’iniziativa prende avvio dal documento “La Padova di domani-Mappe verso una nuova normalità”. Un’idea, semplice e ambiziosa, voluta dalla giunta con l’obiettivo di “moltiplicare” gli spazi a disposizione in tutti i quartieri, organizzandoli assieme, facendoli conoscere, semplificando procedure e tagliando le spese, aprendoli alle tante attività rimaste chiuse durante il lockdown. Tutto questo per far tornare Padova a vivere in sicurezza. Si tratta di aree verdi e spazi pubblici poco conosciuti o non considerati che possono, invece, diventare momento di

aggregazione nel rispetto delle regole anti-Covid. Sono quegli spazi sotto le nostre case, diventati così importanti nella primavera mancata, che possono continuare a rimanere bagaglio collettivo. Balli folk e yoga, proiezioni di film e attività per anziani, proposte gastronomiche, percorsi di benessere, teatro, basket, calcetto, rap, attività scout sono solo alcune delle attività finora organizzate. Il Progetto vuole favorire proprio quelle iniziative che contribuisco a programmare e realizzare azioni per il riavvio delle attività sul territorio, tenuto conto della specificità della propria realtà e dei vincoli imposti dal permanere della situazione di emergenza sanitaria. Per partecipare: www.padovanet.it/informazione/progetto-spaziaperti-comepartecipare Nicoletta Masetto

Tutti i luoghi, le attività e gli interventi finora assegnati nei quartieri

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uesti i quartieri, i luoghi e i progetti concessi, aggiornati a fine ottobre. QUARTIERE 1 - CONSULTA 1 CENTRO: Giardini all’Arena (no Area Scrovegni), attività di valorizzazione sociale, somministrazioni, eventi culturali; Parco giochi all’Arena – Giardini Arena, iniziative di valorizzazione del patrimonio paesaggistico; Giardini all’Arena (no Area Scrovegni) attività di yoga e pilates; Area verde Margherita – via F. Coletti, film-spettacoli-musica-laboratori; Centro Giardino Cavalleggeri – Corso Milano gym in garden; Giardino di Santa Giustina – via Sanmicheli attività motorie varie; Giardino Cavalleggeri – Corso Milano, yoga e meditazione nel parco; Giardino Cavalleggeri – Corso Milano teatro, animazione, cultura e socialità;

Piazzetta Gasparotto – Corso del Popolo/ Passaggio Gaudenzio attività culturale/sociale; Centro Giardino Cavalleggeri – Corso Milano, Accross the University Festival. QUARTIERE 2 – CONSULTA 2 NORD: Giardino di via D. Piacentino evento culturale con lettura tesi di Emilio Salgari; Q2– Consulta 2 Nord Giardino di via D. Piacentino attività culturale – sociale; Giardino dei Ciliegi – via Reni, Duprè, Morandi iniziative sportive (basket/calcetto)+ rap e socialità; Giardino dei Ciliegi – via Reni, Duprè, Morandi mostra fotografica sulle mobilitazioni civili in Cile; Giardino Temanza – via Temanza, attività ludico-creative; Giardino di via D. Piacentino attività culturale-sociale. QUARTIERE 3 – CONSULTA 3A: Giar-

dino della Siepe -v.Lanari, cavv.Vittorio Veneto, via Carraro percorsi di ben-essere personali; Giardino Riva Campestre – via Rizzetto, via Oblach, attività di base giovanile di pallamano. QUARTIERE 4 – CONSULTA 4B: Giardino del Campetto - via Pontano, Trissino, Algarotti, Guerrazzi sport in parco; Area verde Ibisco in via Gozzano, sport in parco; Giardino delle Acacie - via Testi, Tassoni, Filangeri, sport in parco; Parco Guizza-S.Agostino-via Gozzano, sport in parco; Parco Iris – via Canestrini, attività scout rivolta a ragazzi; Parco Margherita Hack – via Cossa, attività sportive/sociali; Parco Iris – via Canestrini, attività ludico/ricreativa; Piazzale Cuoco, laboratorio/concerto; Piazzale Cuoco, attività culturale/artistico/educativo; Parco Iris

– via Canestrini, attività sportiva, culturale, educativa e sociale. QUARTIERE 5-Consulta 5B: Giardino degli Ulivi di Gerusalemme-via Isonzo, Como, Sondrio, Caserta attività educativo-musicale; Giardino dell’Usignolo-via Rovigo, Polesine: attività motoria per la schiena; Giardino dell’Usignolo-via Rovigo, Polesine, attività sportiva, culturale, educativa. QUARTIERE 5 + QUARTIERE 1: Giardino degli Ulivi di Gerusalemme -via Isonzo, Como, Sondrio, Caserta+ Parco Treves, progetto educativo in stile scout; QUARTIERE 6-CONSULTA 6B: Giardino del Borgo-via Sacro Cuore, Franzela: movimento e musica per genitori e bimbi; Area giochi Centro Sportivo Brentella ,attività culturale/sociale.

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Rigenerazione urbana Il recupero di piazze e periferie

Ogni luogo è …colorato: la grande scommessa di piazza De Gasperi

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idare respiro, luce e colore a un luogo. È questo il compito di una delle sfide più alte in campo urbanistico: la rigenerazione urbana. In altri termini, la restituzione di una seconda vita a uno spazio sul quale nessuno scommetterebbe neanche un euro e tanto meno un futuro in fatto di attività, residenze abitative, spazi di aggregazione. Un esempio sotto gli occhi dei padovani è il progetto di rigenerazione urbana voluto dal Comune per l’area di piazza De Gasperi. Un tempo era il cuore di negozi e centri direzionali. Negli anni è diventata un secondo Bronx dopo via Anelli, luogo di spaccio a due passi dalla stazione. A invertire con fermezza la rotta un progetto che oggi è realtà. In questi giorni si è chiuso il cantiere che vedrà la piazza tornare ad essere dei padovani, a cominciare da chi in questa zona ci abita. “Piazza De Gasperi era una piazza di puro cemento – spiega l’assessore Micalizzi -, oggi sta cambiando decisamente forma e pure colore. Qualche esempio? Dove c’era la vecchia palazzina ex Avis abbandonata (con il famoso murales dedicato al pilota di Formula Uno, Ayrton Senna), ora ci sono parcheggi colorati. L’idea è stata quella di rivedere radicalmente l’arredo urbano della piazza ma, allo stesso tempo, di mantenere i parcheggi esistenti. Attorno all’area di sosta, che subirà una rotazione, verranno piantati degli alberi. Grazie alla riorganizzazione del parcheggio, sarà anche possibile recuperare alcune aree che saranno pedonalizzate e, in parte, destinate ai plateatici dei locali presenti in zona”. A proposito di colori, proprio sul vecchio e grigio asfalto, sono state tracciate alcune linee che hanno disegnato, di fatto, un campo da basket. L’intero intervento, conclude

Micalizzi “non è fine a se stesso, ma fa parte di un progetto ben più ampio, messo in piedi dall’amministrazione, per ripen-

sare gli spazi garantendo sicurezza e nuova vivibilità ad alcune aree della città a rischio degrado. Puntando proprio sulla riappro-

A sinistra, zona piazza De Gasperi com’era; a destra, com’è oggi nel progetto di restyling. Al centro l’assessore Micalizzi.

priazione dei luoghi a partire dalle piazze, centri di aggregazione e identità”. Nicoletta Masetto

Burroni: “Perché ho aperto qui? Ai luoghi bisogna crederci!”

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stato il primo ad aprire quando tutto era chiuso. Andrea Burroni, interior designer, collezionista e critico d’arte ha inaugurato la sua galleria in piazza De Gasperi tre anni fa. “Ho vissuto a New York, Parigi e Londra – spiega –. Sono abituato a luoghi che acquistano valore proprio in virtù di contrasti, differenze, multietnicità. Ho scelto non a caso questa parte della città per la sua essenza metropolitana, aperta e ricettiva, pronta al cambiamento. Qualcuno, all’epoca, mi diede del visionario, ma la trasformazione che questo luogo sta oggi vivendo mi dà ragione”. Il progetto non è stato calato dall’alto. “Ne abbiamo parlato più volte con l’assessore Micalizzi e i colleghi: è stata un’iniziativa condivisa. Nuove attività hanno aperto i battenti. Oggi siamo circa 700 residenti che, a differenza del passato, si conoscono, si salutano, organizzano iniziative, si incontrano per un caffè o una cena”. E la galleria di Burroni è un punto di ritrovo. “Non esiste il degrado, ma luoghi adeguati o inadeguati a esso. Grazie a questo progetto, stiamo lavorando tutti perché torni a essere luogo di bellezza, dunque inadeguato a malavita e degrado”. (n.m.)


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Comuni Ricicloni 2020 Premio di Legambiente e Ministero

Padova in vetta alla classifica nazionale nella raccolta di carta e cartone Il Comune ha ricevuto il premio nazionale come “Miglior Comune riciclone per la raccolta di carta e cartone nell’area Nord Italia”

PIZZERIA I

l riconoscimento è stato assegnato in occasione dell’evento “Comuni Ricicloni 2020” promosso da Legambiente con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e in collaborazione tra gli altri con Comieco, il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli imballi a base Cellulosica. Padova risulta ampiamente sopra la media nazionale e del Veneto in fatto di kg di carta e cartoni raccolti pro capite all’ anno con ben 76,59 kg a testa, contro una media delle città venete che si ferma a 60,8 kg pro capite e nazionale di 57,5 kg, sempre a testa l’anno. “Una grande soddisfazione per Padova, per la prima volta premiato a livello nazionale – afferma l’assessore Chiara Gallani –. Siamo il primo comune del Nord Italia per qualità e quantità di riciclo della carta e del cartone: un risultato che dà conto del lavoro di questi anni - dall’aumento del porta a porta all’attenzione ai servizi per avere dei rifiuti sempre più “puliti” - e dell’impegno quotidiano della

città e di chi la vive. Solo una grande sinergia tra cittadini aziende, AcegasApsAmga e Comune permette di raggiungere tali obiettivi”. Nella motivazione Comieco scrive che “il Comune di Padova è passato al porta a porta famiglie, un processo che continuerà nel 2020 fino a coprire i 211 mila abitanti del Comune. Questo passaggio è stato accompagnato da un ulteriore progressivo miglioramento degli standard qualitativi di raccolta fino ad oltre 16.000 ton raccolte in un anno. La raccolta pro-capite pari a 76,59 kg/ab ha raggiunto un livello di intercettazione superiore al dato nazionale e regionale. È stata coinvolta la popolazione con iniziative che hanno interessato i mercati rionali, gli esercizi commerciali del centro storico, gli studenti e la cittadinanza. Tra i numerosi strumenti utilizzati spiccano l’iniziativa dell’infobike (mezzo mobile su bici che ha raggiunto le utenze domestiche) e i controlli ecologici che hanno interessato 1800 condomini per un totale di 22 mila utenze”.

Raccolta differenziata all’Arcella: sul “porta a porta” la parola ai cittadini

Chiamaci allo 041 554 0550 (dalle 16.00)

U

n referendum popolare sul “porta a porta” all’Arcella prima di allargarlo alla zona est. A portare l’idea in Consulta 2-Nord, forte della presa di posizione di numerosi comitati cittadini, il suo vicepresidente Enrico Stevanin. “Vorremmo che la gente potesse dire la sua – afferma Stevanin –: va bene un porta a porta fatto così, con un danno di immagine per il quartiere, colate di cemento e spese folli scaricate sui residenti? Le soluzioni pensate per ogni zona dovrebbero essere il frutto di una collaborazione con le persone e non imposte, invece, dall’alto senza tenere conto delle specificità dei quartieri”. Rincara la dose il presidente del consiglio comunale Ubaldo Lonardi: “L’isola ecologica in via Aspetti, davanti alla fermata del tram San Carlo, parla da sola: è questo il questo è il volto che l’amministrazione vuole dare dell’Arcella? Proseguire con il porta a porta estendendolo alla zona est senza consultare i cittadini sarebbe un atto di vio-

Niente fila NO ASSEMBRAMENTI

Tutti i giorni dalle 16.30

lenza inaudita”. Interviene anche il leghista Alain Luciani. “In campagna elettorale il sindaco aveva promesso consultazioni annuali almeno sui temi importanti, i rifiuti lo sono eccome”. Problemi analoghi anche alla Sacra Famiglia, denuncia il consigliere comunale ed ex assessore Eleonora Mosco: “Sono state raccolte più di 400 firme. Anche qui la gente è arrabbiata: si sente presa in giro da un’amministrazione che si chiude nella sua ideologia calpestando la dignità dei cittadini”. (ni.ma.)

Usa la mascherina rispettando la distanza di sicurezza

GRAZIE

per averci scelto e per continuare a sceglierci


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Ater Padova Premiata una tesi sul recupero di un condominio in quartiere Palestro

“Costruire inclusione, generare valore” C

on una tesi magistrale in Ingegneria edile e architettura dal titolo “Progetto di recupero e di riqualificazione energetica dell’edificio Ater sito in via Amba Aradam a Padova”, Laura Pianca, 24 anni, ha vinto il concorso per la miglior tesi di laurea sui temi dell’edilizia residenziale pubblica. Un Premio voluto da Ater Padova, nell’ambito delle celebrazioni per il centenario di fondazione, per confermare la volontà di rafforzare la partnership con l’università patavina e al contempo l’attenzione e il sostegno ai giovani talenti. Una tre giorni di formazione e aggiornamento per gli addetti ai lavori, ma anche di confronto e dibattito sul futuro delle politiche abitative del territorio, con l’obiettivo di continuare a garantire un alloggio, bene primario, alle persone e alle famiglie che vivono in situazioni di fragilità. Presentato, inoltre, il laboratorio Unicity sulle relazioni tra Università e città di Padova. A Laura Pianca, oggi laureatasi in Ingegneria, era stato affidato lo studio di un condominio degli anni ’50, nella zona sud ovest di Padova in quartiere Palestro. La giovane ingegnere ha studiato lo stabile in maniera approfondita, realizzando un progetto di ristrutturazione che permetterebbe di elevare la classe energetica da G ad A2, con un risparmio in bolletta per i residenti (sono 16 famiglie) pari circa al 60%. Pianca ha ragionato anche sull’accessibilità, inserendo nel suo progetto due torri esterne con un ascensore, che agevolerebbero la mobilità dei numerosi residenti anziani. Un elaborato “meticoloso e completo sotto tutti i punti di vista - ha commentato la commissione esaminatrice - compreso quello economico”, che le è valso un assegno di tremila euro e uno stage di sei mesi all’Ater Padova. Il concorso ha assegnato anche un riconoscimento al master Manager dello sviluppo locale sostenibile (Msls) dell’ateneo patavino, diretto da Patrizia Messina: si concretizzerà in una borsa di studio per gli studenti partecipanti più meritevoli. (ni.ma.)

Il presidente Zaramella: “sostenibilità e risparmio energetico”

“I

l Centenario è l’occasione per ricordare il passato, ma anche per guardare al futuro – afferma il presidente Ater, Gianluca Zaramella –: alle nuove politiche per l’edilizia pubblica, sempre più improntate alla sostenibilità e al risparmio energetico, e a nuovi modelli di gestione finanziaria, come i partenariati pubblicoprivato e collaborazioni con il territorio”. In un secolo di storia, Ater Padova (nata nel 1920 come Istituto autonomo case popolari, Iacp, e trasformata in azienda nel 1995) ha affrontato piccole e grandi rivoluzioni, mantenendo sempre come stella polare l’alto principio di solidarietà sociale che ne ha contraddistinto la nascita, avvenuta per rispondere alla drammatica crisi degli alloggi nel primo dopoguerra. Tra le collaborazioni il progetto Unicity Lab con quattro dipartimenti dell’Università di Padova (Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata, Scienze economiche e aziendali, Ingegneria civile e ambientale, Ingegneria industriale). Obiettivo: approfondire l’housing sociale, sotto il profilo dell’impatto urbanistico e del mercato immobiliare, con un’analisi dei processi complessi che li caratterizzano e delle tendenze nell’organizzazione urbana della città.


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Un angolo di Libano a Padova Aperto appena due anni fa, Haz Pizza e Cucina si presenta come una delle realtà emergenti del food padovano. Il proprietario Alì assieme al suo staff e al cuoco, suo fratello Ziad, riesce ad unire in Haz Pizza e Cucina ricette prettamente italiane con alcune specialità del suo paese natale, il Libano. Nel menù proposto da Haz Pizza e Cucina troviamo piatti veloci per lavoratori della zona che non vogliono fare a meno di un buon primo piatto caldo, un’ottima pizza cotta come da tradizione nel forno a legna e serata a tema libanese solo su prenotazione. Lo stabile ristrutturato recentemente dal proprietario si contraddistingue per un ambiente caldo e accogliente, perfetto per cene in famiglia o tra amici. Gli ampi spazi permettono inoltre di cenare in perfetta sicurezza dato che le tavole, create su misura da Alì, contentono di rispettare il metro di distanza tra i commensali, nel pieno riispetto delle normative anti-Covid 19,

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Il TRAMEZZINO GOURMET che da New York torna in città Luogo storico di incontro per i padovani, Il Venexino si è da poco rinnnovato. Merito di Davide Pedon, pioniere nell’esportazione del food italiano nel mondo, che assieme ai soci Enrico e Matteo ha portato qui la sua esperienza e la sua straordinaria storia. Davide, padovano doc, ha sempre avuto il sogno di far mangiare il tramezzino in tutto il mondo. Dopo essersi imposto a New York come uno dei migliori catering della Grande Mela dedicandosi alla produzione e vendita di tramezzini realizzati con prodotti made in Italy, primo fra tutti il pane, registra ufficialmente il marchio “tramezzini” e da lì è un’escalation continua. Si apre a Ibiza, a Roma, a Jesolo e infine a Padova, rilevando Il Venexino dalla precedente gestione e dandogli un tocco più cosmopolita, pur mantenendo lo chef e parte dello staff. Solo al Venexino si possono trovare TRAMEZZINI GOUMET fatti con ingredienti selezionati e dall’abbinamento originale, ottimi da gustare con un calice di bollicine direttamente dalla fornitissima cantina, oltre ad una ricca scelta di piatti di pesce crudo o cotto, a insalatone innovative


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Mobilità

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Il bilancio del presidente Giuseppe Farina e dell’ad Riccardo Bentsik

Aps Holding: “Sarà un 2021 di nuovi investimenti per la città” S

e ci eravamo fatti l’idea che imparare a convivere con il virus significasse muoversi quasi esclusivamente in automobile per una questione di ansia e prudenza, ci siamo sbagliati. A Padova almeno sembra non funzionare così. A dimostrarlo è un parametro fondamentale per la mobilità privata: il pagamento della sosta. “Nei mesi di lockdown è stato completamente azzerato, con un danno economico importante a quello che costituisce il nostro core business, ma nel mese migliore della ripresa delle attività ordinarie si è registrato un calo di circa il 15 per cento rispetto all’anno precedente. Molto meglio del previsto. Quanto è pesato il Covid? Ci sarà una perdita di bilancio, ma abbiamo una riserva economica sufficiente per affrontare le difficoltà”. Ad affermarlo è Riccardo Bentsik, amministratore delegato di Aps Holding. Filologo romanzo con studi condotti fra le Università di Padova e Ginevra, Bentsik venne chiamato dall’allora sindaco Flavio Zanonato In arrivo il restyling del sito web per un incarico e una nuova app per accedere al car che avrebbe dovuto essere di passharing e pagare anche le strisce blu saggio. Dal 2017 dei parcheggi. Tra fine anno e febbraio si occupa della saranno attivati pannelli a messaggio Holding nella sua struttura globale, variabile con indicazioni sui flussi ruolo riconfermadel traffico e disponibilità di stalli to nel luglio scorso dall’amministraDa sinistra l’ad Riccardo Bentisik e il presidente Giuseppe Farina zione comunale che ha rinnovato in toto il consiglio di amministrazione presieduto dall’avvocato Giuseppe Farina, uomo di Foro che si ata a Padova nel 2003 dalla separazione di alcune attività prima gestite occupa di diritto amministrativo. da Aps Spa, è una società per azioni presieduta da Giuseppe Farina opeE se sul pagamento della sosta è già stato dato rativa nella gestione dei parcheggi pubblici a raso e in struttura, dei servizi di l’addio ai vecchi parcometri con l’installazione car sharing e di pubblicità e affissioni, oltre che dell’impianto crematorio con di 146 strutture al passo con i tempi, la società annessa sala del commiato e il parco fotovoltaico di Roncajette da un mega in cui il Comune di Padova è socio pressoché watt di potenza. Il Comune di Padova detiene il 99,99% del capitale sociale unico (una piccolissima parte delle quote è del di Aps Holding, che ha anche il 20% di BusItalia Veneto, società di trasporto Comune di Vigonza) ha in cantiere progetti che pubblico integrato in cui è confluito il servizio di trasporto urbano precedenarriveranno a riempire il 2021. “A fronte di utili temente gestito. importanti, la strategia aziendale ha sempre puntato su investimenti in nuove tecnologie,

• Che cos’è Aps Holding

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ammodernamenti e migliorie. Siamo un servizio pubblico”, ricorda Farina. E allora in arrivo ci sono il restyling del sito internet e la nuova app, dove accedere al car sharing e pagare anche le strisce blu, dematerializzando sempre di più i parcometri con un conseguente alleggerimento delle operazioni accessorie oltre che consentendo una maggiore sicurezza agli utenti. Ma anche le aree sosta con i sensori, che consentirà di avvisare gli automobilisti sui numeri dei posti liberi e delle aree preferenziali. Tra fine anno e febbraio saranno in funzione i pannelli a messaggio variabile, per comunicare le condizioni del traffico in città e la disponibilità di parcheggio. “L’obiettivo – spiega Bentsik – è la riduzione dei flussi del traffico quotidiano e di quello parassitario, con l’incentivazione ad un maggiore utilizzo dei mezzi pubblici e dei parcheggi scambiatori”. Dopo i limiti imposti nei mesi scorsi dalla pandemia, anche il car sharing ha ripreso a salire. Aps ha deciso di investire: 7 nuovi veicoli elettrici, un ibrido e 43 colonnine bifacciali di ricarica elettrica per una flotta che ormai conta 24 mezzi. “Sono anni che studiamo per la realizzazione di questi progetti. Non è facile – ammettono all’unisono presidente e amministratore delegato – coordinare sistemi tecnologici così diversi fra loro cercando contemporaneamente di dare risposte che soddisfino le richieste dell’amministrazione comunale, che ha bisogno di stabilire quali siano le migliori politiche di viabilità e di traffico per la città”. Con una struttura snella di appena 80 dipendenti, Aps Holding gestisce 7.000 stalli urbani di parcheggio, il car sharing, la pubblicità, il forno crematorio, il servizio di guardiania per i musei e gli asili nido, il parco fotovoltaico di Roncajette con un mega watt di potenza, oltre all’intero sistema informatico comunale. Dai primi mesi della pandemia hanno messo in piedi centinaia di collegamenti per rendere operativo lo smartworking a Palazzo Moroni. Le video conferenze? Opera loro. “Uno sforzo enorme”, confessa Bentsik. Sara Salin

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Sguardo sulla città

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Radio Padova Da 45 anni la radio della città

Franco Ghirardello: “Vi racconto come si diventa dj” “Già da adolescente ero il presentatore degli spettacoli della scuola, quello che giocava a fare il Mike Bongiorno”

A fianco Franco Ghirardello

V

i siete mai chiesti come si diventa uno speaker radiofonico? Perché questa è la domanda più ricorrente che mi viene posta ancora oggi e ogni DJ in questo mondo fatto di musica, cuffie, microfono e una buona parlantina ha una esperienza personale molto differente. Posso raccontare la mia. Mi chiamo Franco Ghirardello sono vicentino e ho 46 anni. Cominciavo a frequentare le scuole elementari quando mi accorsi che in quella scatola nera che mamma aveva in cucina dove uscivano musica e parole c’era qualcosa di magico che mi attraeva e che ne volevo una tutta mia. Fu così che grazie ad un mangiadischi e un registratore cominciai a presentare le canzoni che diffondevo in casa fondando a 8 anni la mia radio personale! La prima canzone la ricordo ancora: “Billie Jean di Michael Jackson”. Decisamente una buona partenza quella di fare lo speaker casalingo trasmettendo ai miei genitori il “Re del Pop”. Già da adolescente ero il presentatore degli spettacoli della scuola, quello che giocava a fare il “Mike Bongiorno” intrattenendo tra una lezione e l’altra alunni e insegnanti e quando nel mio paese c’era bisogno dell’animatore ero pronto a lanciarmi nella conduzione dei miei primi appuntamenti di piazza, eventi musicali e sportivi del territorio e fu proprio al termine di uno di questi che un bel giorno un editore della zona mi avvicinò e mi propose entrare nella sua emittente radiofonica locale per imparare questo mestiere. L’emozione più grande della mia vita! Avevo 17 anni ed ero “On Air”!

Un percorso poi di crescita personale e professionale: un lungo periodo trascorso all’estero come capo animazione, tanti show dal vivo per poi ritornare in Italia con un bagaglio di esperienza che mi ha permesso di avere padronanza del microfono e della fluidità del linguaggio lavorando in diverse realtà radiofoniche locali e non solo, alternandomi a presentazioni dal vivo con la soddisfazione di esibirmi nel tempio della musica come l’Arena di Verona. Tre anni fa ho avuto l’onore di entrare nello staff di Radio Padova che fa parte del gruppo Sphera Holding dell’editore Anacleto Comin, da sempre punto di riferimento nel Veneto come emittente di qualità e con la nuova direzione artistica di Luca Lazzari, speaker nazionale di grandissima esperienza ora a capo del team di conduttori, mi è stato affidato insieme a Claudia Valentini il “Drive Time” che è insieme al primo mattino, la fascia di maggiore ascolto nell’arco della giornata proprio perché le persone a quell’ora sono in automobile e stanno rientrando a casa dal lavoro. Dalle 17.00 alle 20.00 il programma nella sua linea musicale è contemporaneo, ritmato con un susseguirsi di canzoni scelte con dovizia di particolari dalla programmazione musicale. Claudia ed io, con la supervisione di Luca Lazzari abbiamo ideato uno show di intrattenimento dedicato a tutta la famiglia. Mai eccessivo o volgare e non gridato. I contenuti spaziano dalle curiosità dal mondo a quelle del territorio, al costume, moda, salute, cucina, natura cer-

cando di dare leggerezza senza scadere nella banalità. La diretta ci permette di aggiornare in real time gli ascoltatori qualora nel corso del pomeriggio ci fossero delle notizie di rilievo da dover comunicare e approfondire. Tra gli ingredienti c’è l’informazione nazionale ogni ora. Le Breaking news, Politica, cronaca e lo sport oltre alle notizie su viabilità sulle autostrade a cura di InfoViaggiando e gli aggiornamenti sul anche su scala regionale dedicato con aggiornamenti sulla viabilità ordinaria alle 17.20 e alle 18.20 curato direttamente dalla redazione di Radio Padova. Alle 19.30 arriva il collegamento in diretta con 3BMeteo, il portale italiano di previsioni meteorologiche, insieme a Paolo Corazzon e Nikos Chiodetto che interagiscono con noi conduttori facendolo diventare di fatto un momento di spettacolo oltre che di informazione. Fondamentale è l’ascoltatore, che grazie a “Un regalo per te” ogni giorno ha la possibilità di essere premiato con i gadget ufficiali della radio ed essere in onda per raccontare un pò di sé, rendendosi protagonista e parte integrante dell’appuntamento. Radio Padova è stata durante l’estate protagonista sia nelle spiagge, che nelle città con il tour #noicisiamo con uno studio mobile dove ho avuto la possibilità di incontrare amministrazioni comunali, associazioni di categoria e di promozione del territorio e la gente, il motore trainante di questa realtà sempre viva che è Radio Padova da 45 anni.


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City Life

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Il Limbo al tempo del Covid Dall’aperitivo ai teatri passando per Dante, Andrea Pennacchi in dialogo sulla pandemia direttamente dal “girone di mezzo” stipata sui mezzi pubblici e poi si incrocia a scuola o sul lavoro. Non mi metto a fare quello che sa, ma chi è competente ha avuto mesi per pensare: a febbraio siamo stati presi di sorpresa, ma possibile che oggi ci sia gente che fa le stesse facce stupite di marzo?

Veneto virtuoso Quanto poi al Veneto più virtuoso, non so bene perché ma mi fa inorgoglire. Non son mai stato uno sfegatato localista, ma questa testardaggine veneta di tenere le mascherine e la distanza (sì vabbè sulle distanze

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ome si vive nel limbo? Ad essere sinceri non bene. Ce lo chiedevamo a scuola, quando eravamo costretti a studiare la Divina Commedia dantesca. In fondo, pensavo, quelli nel limbo non stanno proprio malissimo pensando alle pene degli altri all’inferno. Eppure, assodato che l’inferno medievale oggi sarebbe inconcepibile, a pensarci bene come facevano quelli prima di Cristo a saper le cose? Erano un po’ come noi oggi. Come si chiama il girone in mezzo tra complottisti e incompetenti? Perché molti di noi sono lì in mezzo.

Il girone di mezzo L’ho scritto sui social e, come sempre, le reazioni sono interessanti, perché moltissimi hanno risposto indicando persone che ritenevano imbecilli e indifferenti (che poi sarebbero piuttosto gli ignavi). In realtà intendevo dire che mi sento preso in mezzo. Non son di natura complottista, dato che sono cresciuto nella tradizione dietrologica del PCI e non ne potevo più. Certo però quelli che dovrebbero guidarci sembrano degli scampai de casa. Siamo circondati da gente brava e competente, che dà numeri e proiezioni. Io sono uno a cui se dai una proiezione la considera: il lockdown serve? Ok facciamolo. Anche se io come molti sono in difficoltà, non avendo stipendi fissi o tutele. Però poi non potete sprecarmelo. Ci fate fare tre mesi come se il virus fosse meno pericoloso e non fate nulla per modificare le cose in vista di un previsto ritorno. La movida è il problema? Ci saranno anche dei focolai legati a quello, ma non può esser la causa che alza le curve quando invece la gente è

siamo stati sempre ligi, col concetto del no stame tocar...). Io vedo che a Padova son tutti a posto. Si va a prender un’ombra e la mascherina c’è. La gente magari mugugna, brontola ma alla fine rispetta le regole. Il modello veneto salva la socialità, ma con giudizio - preservarsi per salvare le piccole cose che ci rendono sociali.

Teatri chiusi Che poi scherzando cito sempre l’aperitivo, ma vogliamo parlare del teatro? Ci hanno bloccato senza un senso, dato che i teatri erano

sicurissimi: disinfezione, temperatura, mascherine, distanza... le maschere nei teatri erano diventate dei gendarmi! Tutto fastidioso, io sono al dodicesimo tampone per lavoro. Quasi quasi vorrei anche io una “medaglietta del coraggio” come quelle che i pediatri danno ai bambini dopo le visite... o almeno un bicier de graspa! Invece hanno chiuso tutto. Massì teniamoli chiusi ‘sti teatri, speriamo serva alla fine. E ci rimane almeno la graspa. Andrea Pennacchi (in dialogo con Giambattista Marchetto)

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Il Van Gogh secondo Goldin. Inaugurata al Centro San Gaetano la grande mostra-evento

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a grande mostra “Van Gogh. I colori della vita”, ospitata nel Centro San Gaetano, il 10 ottobre ha finalmente aperto al pubblico. Curata da Marco Goldin, la mostra è promossa da Linea d’Ombra e dal Comune di Padova in collaborazione con il KröllerMüller Museum e resterà aperta fino all’11 aprile 2021. Novantasei le opere esposte, delle quali 82 del solo Van Gogh tra dipinti e disegni: sette sezioni che ripercorrono l’intera vita dell’artista, con una rilettura che Goldin ha operato sfrondando tutto dagli orpelli romantici e legati alla follia. Il 15 ottobre è arrivata nelle librerie, pubblicata da “La nave di Teseo”, l’analisi innovativa della vita e dell’opera di questo genio dell’arte “Van Gogh. L’autobiografia mai scritta”, di cui è autore lo stesso curatore della mostra. Per le limitazioni imposte dai protocolli Covid l’esposizione si visita nella massima sicurezza e con pochissime persone nelle sale per garantire il distanziamento. Un’occasione quindi imperdibile per vedere in totale tranquillità tanti capolavori di Van Gogh riuniti in un’unica sede. Prenotazioni allo 0422.429999. (s.s.)



Premio Gattamelata

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15^ edizione Premio nazionale per promuovere la cultura e la pratica del volontariato e della solidarietà. Edizione speciale per Padova capitale europea del volontariato 2020

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Le premiazioni si svolgeranno il 5 dicembre, giornata internazionale del volontariato. Le candidature potranno arrivare entro il 20 novembre 2020. Regolamento completo su www.csvpadova.org

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Music & music

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Il nuovo album di Davide Nicchio: “Palindromo” L’ultimo progetto discografico dell’artista padovano tra paesaggi urbani e contaminazioni hip-hop e jazz

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na fotografia anni ‘80 su sfondo verde che ritrae una scena familiare, una linea arcobaleno, un elemento geometrico nero e il titolo in giallo-blu, riportato anche in alfabeto braille. Si presenta così la copertina di “Palindromo”, il nuovo progetto discografico di Davide Nicchio, autore, compositore, arrangiatore e chitarrista padovano. Il suo primo approccio alla musica comincia a sette anni, accompagnato da suo padre tra una chitarra e una batteria. Basterebbe questo a dare l’idea della sua passione e della dimensione musicale ma, analizzando il suo percorso, le sue influenze sono già più chiare. La sua formazione continua fino al primo vero progetto “groove” con i PCKT, contrazione del termine “pocket” che in ambiente musicale si riferisce proprio a questo tipo di sound. L’obiettivo è “portare live l’espressione della black music”, riconducibile nella maggior parte dei casi a beat e groove creati con supporti tecnologici. Un approccio moderno in cui confluiscono hiphop, r&b e nu soul in una formula che richiama gli americani Roots, Badu e D’Angelo. Arriviamo così al nuovo album caratterizzato dall’amore per il suono, per la sua forza e dalla passione per il jazz e per l’improvvisazione. Il processo compositivo delle tredici tracce di “Palindromo” è iniziato in uno studio di registrazione nel cuore di Padova (Studio 2). Settantadue ore di puro “isolamento artistico”. Il titolo, volutamente in italiano, è pregno di significato. “Questo album – racconta Nicchio – è dedicato al primo palindromo della mia storia. Mi piace immaginare che sia una mappa ideale attraverso la quale porto chi ascolta ad esplorare mondi diversi tra natura e paesaggi urbani”. Raccontare e trasformare attraverso musica e immaginazione le esperienze personali con un linguaggio

dinamico, fatto di improvvisazioni e cambiamenti di percorso. Un album intimo quello di Davide Nicchio. “Parla di me – rivela – della mia storia, delle persone e delle cose che amo, di passati che non ho vissuto ma che da sempre mi affascinano, del mio rapporto con la musica, di immagini, della natura, di avventura dell’uomo inserito nella dimensione urbana.” Ciascuna traccia riporta caratteristiche uniche e appartenenti allo stesso filo conduttore tra jazz e hip-hop. Un “concept album” incentrato sulla fusione di diversi elementi che riescono a mantenere la spontaneità e l’improvvisazione e allo stesso tempo trovano il giusto equilibrio. Il sound richiama la scena moderna americana di Richmond in Virginia in particolare del collettivo Butcher Brown, al loro groove di ispirazione jazz, soul e funk. La sequenza dei brani racconta l’originalità dell’approccio musicale di Davide che si fonde perfettamente con le sonorità oltreoceano. Davide Nicchio, polistrumentista, si avvale della collaborazione di altri musicisti. Alberto Lincetto, pianista di straordinaria sensibilità che inserisce sapientemente i suoi interventi ai tasti bianchi e neri di alcuni brani; il pluripremiato contrabbassista Riccardo di Vinci che ha aggiunto le sue “basse frequenze”; la tromba lirica ed energica di Francesco Giustini e infine la bellissima voce di Jules che arricchisce l’intero lavo-

ro. La registrazione e la produzione sono state seguite scrupolosamente da Stefano Cosi. Dal punto di vista grafico e fotografico, il lavoro va di pari passo con i contenuti presenti nel l’album e si orienta verso un immaginario creato ad hoc che ricorda, in qualche modo, le geometrie e i colori del regista Wes Anderson. La copertina è stata interamente ideata da Davide, in collaborazione con il grafico Giulio Mattiello e gli scatti fotografici per la promozione del disco che compaiono nei social e nel sito internet, sono stati realizzate da Giulia Fassina. A breve il sito web progettato da Mattiello e sviluppato da Ilaria Callegaro di Grafiche Callegaro, dove sarà possibile ascoltare ed acquistare, attraverso la piattaforma e-commerce, l’ultimo lavoro discografico. Il risultato di Palindromo è la creazione di momenti sonori pregni di sfumature e colori. Un progetto originale, caratterizzato da continue aperture musicali che danno modo di immaginare spazi di comprensione ogni volta diversi. L’ascoltatore è proiettato nell’ universo jazz, non sempre tradizionale, talvolta con sfumature afro, caratterizzato da spinte melodiche coraggiose e da idee musicali stravaganti. La musica come terreno ancora in parte inesplorato e in divenire; esperienze inedite che riescono ad attirare verso questi suoni anche il pubblico più tradizionale.

• Chi è Sara Busato

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a sempre ha coltivato una forte passione per la comunicazione e l’organizzazione di eventi culturali. Nel corso degli anni la sua passione si è trasformata in professione. Molto curiosa del mondo, ama le avventure e le sfide. Quando ha un momento libero passa le giornate in cerca di una montagna da raggiungere o di percorsi ciclabili da esplorare con la musica a fare da colonna sonora.

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Cultura

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Novità in libreria Una storia criminale esagerata e divertente a partire dal suo protagonista

“Riparto da Zodiaco Street Food” H

eman Zed è tornato da poco in libreria con Zodiaco Street Food, romanzo pubblicato da Neo Edizioni che racconta una storia criminale esagerata, straripante e divertentissima. Ho divorato in un paio di giorni il romanzo scoprendo una serie di personaggi giganteschi che escono di prepotenza dalla pagina scritta. E proprio da come siano nati questi incredibili personaggi è cominciata la nostra chiacchierata. Leggendo Zodiaco Street Food sono rimasto folgorato dai personaggi, soprattutto Romeo Marconato, l’anti-eroe protagonista della tua storia. “La genesi di Romeo parte da lontano. Bisogna tornare indietro di un bel po’ di anni, quando lavoravo al carcere Due Palazzi. La parlata di Romeo, infatti, è figlia di una conversazione tra due detenuti, un vicentino e un kossovaro. I due parlavano e parlavano, finché dopo un lungo spiegone del kossovaro il vicentino, guardando il nulla, ha concluso con “te non siete un paese civile” e, dopo una pausa teatrale: “te siete come i teroni”. Per me è stata quasi una folgorazione. Ho archiviato il tutto e mi sono detto: non so quando ma prima o poi ti metto dentro a un romanzo. E così è stato. Diciamo che ho messo la sua voce sopra alla faccia di uno degli ex della Mala del Brenta (di cui ovviamente non ti farò mai il nome), creando una sorta di Frankenstein che però era perfetto per la storia che avevo in testa”. Devo dire che l’idea dell’ex bandito che si ricicla imprenditore con una catena di camioncini di street food è geniale, soprattutto per come racconti il mondo del “panino onto”, con cui tutti almeno una volta nella vita abbiamo avuto a che fare. “Guarda, qualche anno fa mi è capitato di fermarmi nei pressi di una piazzola in cui c’è uno dei tanti camioncini che vendono panini che affollano le notti delle nostre statali. Io ero dall’altra parte della strada e quindi mi trovavo nell’insolita posizione di osservatore, un po’ come al cinema. Davanti a me c’era un’umanità pazzesca, tre-quattro generazioni che si ritrovavano unite da panino e salsiccia. Lì è scattata un’altra molla e ho aggiunto il tassello del racket dei furgoni del “panino onto”.

Nel suo ultimo romanzo Heman Zed racconta una dark Comedy ambientata in un Veneto sospeso tra terra e acqua La storia che racconti è molto articolata a fonde su più piani la finzione con spunti presi dalla realtà, soprattutto dalla vicenda della Mala del Brenta. È stata una gestazione lunga? “No, da questo punto di vista no. Ho avuto una lunga pausa nella scrittura dovute alle mille cose da fare della vita che mi hanno un po’ travolto, tra lavoro e questioni personali. Quando ho ritrovato un po’ di equilibrio mi sono rimesso a scrivere, ne sentivo l’esigenza. E così dopo circa 20 mesi di lavo-ro è nato Zodiaco Street Food. Volevo scrivere una storia che raccontasse gli ex della Mala del Brenta, ma non solo. Diciamo che quello è lo spunto di partenza”. Tu racconti una parte dimenticata della Mala: si parla sempre di Maniero ma spesso si dimentica che la Mala è stata un fenomeno che ha riguardato tantissime persone. “Assolutamente, ho voluto parlare dei “pesci piccoli”, quelli che nuotavano in quel mare magnum rappresentato dalla Mala del Brenta, ma che poi più di tanto non sono rimasti coinvolti. Non dimentichiamo che agli inizi Maniero e i suoi si occupavano di abigeato, furti di animali e altre cose simili. Sono partito da quelle radici per raccontare un personaggio che, pur avendo sempre vissuto nell’illegalità, è comunque riuscito a mantenere un velo di rispettabilità sociale.

Devo ammettere che ho riso come un pazzo leggendo Zodiaco street food. Mi ha colpito però il modo in cui sei riuscito a spezzare il manicheismo classico del buono-cattivo, con personaggi che vivono e basta, senza troppe sovrastrutture morali. “Da sempre sono contrario al dualismo classico occidentale. Devo dire che in questi anni in letteratura e non solo questo modo di raccontare le storie si è molto affievolito. Va riconosciuto in questo un gran merito a Massimo Carlotto che con i suoi romanzi dell’Alligatore ha rivoluzionato il genere. A me poi piace mettere in risalto la fallibilità dell’essere umano. Sia chiaro, Romeo, il protagonista del mio romanzo, è una brutta persona ed è circondato da brutte persone. Però anche lui ha un barlume di consapevolezza e cerca di rimediare. Oltre al fatto che mi piaceva far emergere queste persone che hanno dovuto lottare con un territorio e un natura ostili, mutevoli. Il territorio è una componente essenziale di questo romanzo: un Veneto meraviglioso e malinconicamente poetico in cui acqua e terra si fondono, una terra dura che plasma le persone nel bene e nel male. “La Saccisica, e in generale tutta la Laguna, è una terra unica ma difficilissima. Un territorio che toglie il fiato per la sua bellezza ma in cui è durissimo vivere, l’acqua

diventa terra ma poi sai che l’acqua si riprenderà la terra. Eppure in tutti questi anni, soprattutto da quando mi sono trasferito a Venezia, ho conosciuto persone capaci di una leggerezza incredibile. Persone che hanno vissuto una vita a dir poco complicata, in condizioni estreme, eppure capaci sempre di regalare un sorriso, una battuta. Riescono a non prendersi mai troppo sul serio nonostante tutto. Credo che dipenda proprio dalla particolare filosofia di chi è cresciuto in questa terra fantastica e micidiale. Certi per-sonaggi li trovi solo in Laguna, c’è poco da fare. E Romeo è così: alla fine c’è anche il cliché del veneto sgrammaticato, gigione e un po’ scemotto, però poi dimostra di essere molto più sveglio di quanto sembri (oggi si direbbe smart). Volevo mettere in risalto la grandissima adattabilità di que-ste persone, la capacità di resistere ai cambiamenti trovando sempre una soluzione che ti permetta di andare avanti. Credo che questa resilienza sia alla fine una delle più grandi caratteristiche dei veneti”. Giacomo Brunoro

• Chi è Giacomo Brunoro

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ato e cresciuto a Padova, dopo la laurea si trasferisce a Milano. Lavora a Radio Deejay, Radio Italia Network, Radio Kiss Kiss, Sky TG24, collaborando con Andrea & Michele, Alex Cattelan, Camila Raznovich, Ivan Zazzaroni, Marco Montemagno, Gene Gnocchi e tanti altri. Torna in Veneto nel 2009 e dal 2010 è Editor in Chief di LA CASE Books, casa editrice digitale californiana. È presidente di Sugarpulp con cui organizza festival ed eventi culturali. Da gennaio 2019 è uno dei consiglieri della Veneto Film Commission. Up the irons!


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L’intervista x

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Sociale Parla il vice presidente Borin

“Valentina ha ispirato la solidarietà” A

lberto Borin, Vice-Presidente e Coordinatore dell’Associazione Valentina Penello Onlus descrive Valentina, come nasce l’Associazione a lei dedicata, i più importanti traguardi e come stanno affrontando l’emergenza sanitaria Covid-19. Come nasce e di cosa si occupa la vostra Associazione? “La nostra Associazione, come dice anche la denominazione, è dedicata a Valentina Penello, una giovane mamma che nel 2009 è mancata a causa di una grave malattia che in pochi mesi l’ha portata via alle sue piccole bambine e al marito Andrea, con il quale abbiamo pensato di costituire un’organizzazione che si occupasse di assistenza domiciliare professionale per i malati

oncologici, terminali o con gravi patologie e alle loro famiglie, l’Associazione offre assistenza a casa impiegando personale specializzato in particolare in Cure Palliative. Offriamo inoltre sostegno dal punto di vista emotivo, spirituale e psicologico sia al malato che ai familiari, e favoriamo l’inserimento in Hospice. Infine, promuoviamo e gestiamo Gruppi di Auto Mutuo Aiuto per la elaborazione del lutto”. Chi è Valentina Penello? “Valentina era una ragazza solare, piena di energia, impegnata nel sociale e nello sport, che abitava nel quartiere Arcella e nel rione di San Carlo a Padova, la cui perdita ha colpito in modo significativo questo territorio, anche per la sua giovane età, 37

L’associazione intitolata a Valentina Penello, una giovane mamma mancata a causa di una grave malattia nel 2009, si occupa dell’assistenza domiciliare professionale per i malati terminali o con gravi patologie

anni, lasciando due bambine di pochi anni orfane, che sono state accudite con grandissimo amore e impegno dal marito Andrea, Presidente dell’Associazione a lei dedicata”. Quali sono i più importanti traguardi che avete raggiunto? “Siamo una piccola Associazione ma siamo riusciti a farci conoscere e riconoscere come una realtà che si dedica col massimo impegno a portare sollievo e sostegno nelle case dove purtroppo tante famiglie affrontano quotidianamente malattie gravi con sofferenze molto pesanti. Inoltre, rappresentiamo per Padova la

Federazione italiana Cure Palliative”. Sono cambiati i vostri progetti in programma a causa dell’emergenza sanitaria attuale? In che modo la state affrontando? “L’emergenza Covid ci ha cambiato nel senso che il nostro servizio, che non si è mai interrotto, si è dovuto ovviamente adattare ai protocolli sanitari, con costi aggiuntivi per acquisire i Dispositivi di Protezione Individuale; inoltre, il sostegno emotivo e psicologico e i Gruppi per il lutto sono stati portati avanti da remoto, cioè con modalità via web”. Fanny Xhajanka


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Cinema

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Musei Le produzioni non possono continuare a stare ferme e chi può sta facendo i salti mortali per girare

Cinema chiusi, set aperti I

l 25 ottobre si è conclusa la quindicesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Anche in questo caso l’Italia si è distinta positivamente rispetto a gran parte del resto del Mondo, che aveva avuto nella Mostra del Cinema di Venezia il primo grande evento cinematografico realizzato in presenza in epoca Covid. Il coraggio e la lungimiranza di Venezia sono stati, viene facile dirlo, contagiosi. Avrei voluto dedicare questo articolo alla recensione di alcuni film italiani passati al Festival di Roma e usciti in sala domenica 25 ottobre. Non ho scritto “a partire da” perché, come molti di voi ricorderanno, lunedì 26 ottobre è scattato il DPCM che ha chiuso cinema e teatri. Il dibattito sulle chiusure è stato spesso confuso con la sospensione dell’intrattenimento, nel caso del cinema, e con la sospensione della cultura nel caso del teatro. Magari un giorno parleremo di questa strana e, per me, incomprensibile dicotomia, che mi stimola quanto il dibattito sulla legittimità di mangiare i tortellini senza brodo. Mi interessa molto raccontarvi di come la si stia vivendo dal dietro le quinte, da chi il cinema lo pensa e poi lo realizza. Erano i primi mesi del 2017 quando Anita Rivaroli mi mostrò il trailer e la presentazione del progetto documentario We are the thousand. Anita è una sceneggiatrice di serie di successo (Skam Italia su tutte) e regista di videoclip, ora all’esordio nella regia del suo primo lungometraggio. Nel 2017 cercava consigli per finanziare il film che era in lavorazione dalla fine del 2015. Il film ha visto la luce a cinque anni di distanza dal primo ciak. Come spesso capita all’esordio, Anita ha scelto di raccontare una storia straordinaria che la riguarda in prima persona. Nell’estate del 2015, con un gruppo di altri dieci temerari ispirati da Fabio Zaffagnini, ha costruito un progetto che all’epoca sembrava utopico. Hanno radunato 1000 musicisti da tutta Italia per suonare insieme contemporaneamente Learn to Fly e convincere i Foo Fighters a tenere un concerto a Cesena. Il videoclip diretto da Anita fece più di cinquanta milioni di visualizzazioni su YouTube in meno di una settimana e il resto, ben raccontato nel film, è una storia di mirabolanti momenti imprevedibili, di alti e bassi complicati, gestiti in nome del comune sconfinato amore per il rock. Ne esce un film documentario che restituisce entusiasmo, energia, fiducia e… sudore. In questo periodo di mascherine e distanze sociali, vedere migliaia di persone appiccicate e felici è il migliore augurio per il nostro futuro. Anita ha cercato finanziatori e distributori per quasi cinque anni e, ora che finalmente il film esce in sala, le sale chiudono. È come se voi cercaste per anni la vostra casa dei sogni e, dopo mille peripezie tra la ricerca di un mutuo, le misure sbagliate della cucina, l’abitabilità che non arriva, il giorno che finalmente potete entrare vi dicono che per problemi burocratici ci dormirete solo una notte e dall’indomani dovrete accettare di cambiare casa. Sarà questo tipo di accettazione la famosa resilienza applicata al cinema? Di buono c’è che il cinema italiano di finzione e di documentario è in salute in quanto a idee. Punta Sacra di un’altra regista esordiente nel documentario, ma già uscita nelle sale con Succede, Francesca Mazzoleni, ha raccontato l’ultimo triangolo di spazio abitabile alla foce del Tevere, le persone che ci vivono lo chiamano Punta Sacra. Sono loro i protagonisti del racconto della regista, la comunità dell’Idroscalo di Ostia, luogo noto per essere stato l’ultimo pezzo di terra di Pasolini vivente. Quello di Francesca è uno sguardo empatico attraverso le stagioni, tra sogni impossibili e una realtà complessa e a tratti inesorabile.

Di buono c’è che il cinema italiano di finzione e di documentario è in salute in quanto a idee e progetti

ChioggiaGusto! I MIGLIORI LOCALI dove MANGIARE BENE a CHIOGGIA

Ai Dogi Nessuno sa quando e per quanto tempo cinema e teatri riapriranno nei mesi invernali, quello che però sappiamo è che le produzioni non possono continuare a stare ferme e chi può sta facendo i salti mortali per girare. Mentre scrivo ci sono tre importanti produzioni che sono sul set a Venezia. Si tratta di Mission Impossible con Tom Cruise, ma ci sono anche Venice Welcome di Andrea Segre con Andrea Pennacchi prodotto da Jolefilm e Venice Frenia, film horror del regista di culto Alex de la Iglesia, già Leone d’argento a Venezia 2010 con il film Balada triste de trompeta. Avere i set aperti durante il Covid significa grande coraggio, grande responsabilità e grande organizzazione. Parliamo di luoghi di lavoro in cui possono essere presenti da un minimo di trenta fino a oltre duecento persone in una singola giornata. Tra tutti e tre i film l’indotto per la città di Venezia supererà di molto i 5 milioni di euro spesi tra ottobre e novembre, distribuiti tra organizzatori, maestranze, catering, alberghi e trasporti. Il cinema non si ferma perché è un’attività produttiva, mi piace pensare che sia la nostra trasposizione della bottega artigiana rinascimentale. Infine vi segnalo che dal 6 novembre al 30 settembre 2021 a Treviso, c’è la mostra dedicata al maestro Renato Casaro, uno dei più grandi cartellonisti cinematografici, scelto da Leone, Tornatore e moltissimi altri maestri di cinema.

Il ristorante Ai Dogi si trova in uno dei quartieri più pittoreschi di Chioggia dove il tempo sembra essersi fermato come in un quadro del Canaletto. La stessa sensazione, la nostalgia per un’epoca mai vissuta, la si prova varcando la soglia del locale: un quadro dentro al quadro, arredi in stile barocco e soffitto con travi a vista fanno da cornice alle sale invitando a sedersi al convito del doge che qui dentro è lo chef Poletto. Tra le portate che imbandisce c’è il Gran Bollito Reale con cui fare la conoscenza con canoce,moscardini, capesante, astice e le mitiche sarde in saore; nell’eccellente selezione di cruditè sarete corteggiati da scampi, ostriche e carpacci, il Maxi Crudo sarà un matrimonio indimenticabile per gli appassionati. I prodotti locali e freschissimi attingono dal novero delle meraviglie del mare Adriatico: la famosa cozza mitilla, la granseola e le cappelunghe vi provocheranno in attesa di primi piatti innovativi come gli spaghettoni al gambero rosso o i tagliolini con capesante, pomodorini, calamaretti e granchio; non da ultimi i secondi della tradizione, tra cui il soaso, il branzino, l’anguilla, tutto in base al pescato del giorno.

Christian Cinetto

• Chi è Christian Cinetto

C

hristian Cinetto è un regista, autore TV e creative producer. Ha scritto e diretto decine di documentari per la TV, è stato direttore artistico di Avventure Film Festival. Il suo lungometraggio A tempo debito è uscito in sala nel 2015.

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Sociale

Oltre la disabilità La squadra partecipa al campionato nazionale Powerchair

Coco Loco Padova, storia di soddisfazioni e vittorie L

a Coco Loco Padova è una squadra formata da ragazzi (dai 15 anni ai 50 anni circa) con disabilità di vario tipo ed è nata da alcuni soci della sezione di Padova della Uildm (Unione Italiana alla Lotta della Distrofia Muscolare) nel 1992. La società è poi diventata un’Associazione Sportiva Dilettantistica nel 2005 e fin dalla sua fondazione partecipa al Campionato Italiano organizzato dalla Federazione Italiana Powerchair Sport e ai vari

Due degli atleti fanno parte della nazionale italiana che si sta preparando per il campionato europeo del 2021 tornei in Italia e all’estero. “Il nome “Coco Loco” è stato scelto da un locale di Kry Weet, in Florida dai fondatori, - spiegano i dirigenti della squadra - una volta visto questo sport disputato da squadre come Germania e Orlanda. Attualmente la rosa è formata da ragazzi di ambi i sessi. Tra gli atleti, ne vantiamo due, Fabio Toniolo e Claudio Salvo, che hanno fatto parte della Nazionale Italiana campione del Mondo nel 2018 e altri due, Mattia Ramina ed Emma Tognin, che fanno parte dell’attuale rosa della Nazionale Italiana che si sta preparando per l’Europeo 2021 che si disputerà in Finlandia”. Nel corso degli anni la Coco Loco Padova ha fatto incetta di titoli vincendo tre scudetti, tre Coppa Italia, due Supercoppa Italiana e una Champions Cup. Da quest’anno la guida della squadra è stata affidata a Eugenio Scricco, attuale Vice-CT della Nazionale Italiana. “Siamo entusiasti di avere come tecnico un professionista di spicco come Scricco: grazie a lui, nella stagione 2013-2014, la compagine giallonera è riuscita a vincere il primo scudetto della sua storia. Nella stagione appena iniziata i gialloneri sono stati inseriti nel girone B di Serie A1 formato da quattro squadre: Coco Loco Padova, Black Lions Venezia, Rangers Bologna e Madracs Udine. I ragazzi sono carichi e sono

pronti a dare battaglia a chi si troveranno davanti, sicuramente sapranno farsi valere in campo e potranno ottenere nuove soddisfazioni e collezionare altre importanti vittorie”. La Coco Loco è attiva sui social, ideali per seguire passo passo la stagione, da Facebook (cocolocopadovaph) a Twitter (Coco_Loco_PD) fino a Instagram (cocolocopadova) e YouTube dove dove vengono caricati i match casalinghi e le trasferte.

DA LUNEDÌ 28 SETTEMBRE

OGNI MATTINA DALLE 6.00 ALLE 9.00

GOOD MORNING FRIENDS COMINCIA L A GIORNATA TR A AMICI

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Addio a Mario Stramazzo, ha raccontato il mondo delle tipicità

H

a saputo raccontare come pochi il variegato mondo delle tipicità del nostro territorio, dall’enogastronomia all’agricoltura. Il mondo del giornalismo e della ristorazione ha perso la penna di Mario Stramazzo (nella foto qui sopra, di Valentina Gallimberti Ballarin), scomparso dopo una breve malattia. Avrebbe compiuto 66 anni agli inizi di novembre. Nativo di Piove di Sacco, residente a Sottomarina di Chioggia, ha diviso la sua attività professionale tra il settimanale della Diocesi di Padova “La Difesa del Popolo” e la passione per la cucina che lo ha portato a conoscere e a raccontare con competenza e da dietro le quinte il mondo dei ristoranti e dell’enogastronomia in tutte le sue sfaccettature. Dopo la laurea in medicina si era avvicinato all’editoria e all’informazione pubblicitaria. In seguito era approdato a “La Difesa del Popolo”, diventando in pochi anni colonna portante del giornale, di cui si è occupato fino all’ultimo giorno anche dal letto dell’ospedale di Chioggia. Con i ristoratori del padovano e dei Colli Euganei, in particolare, “zio Mario”, come lo chiamavano gli amici, aveva avviato una proficua collaborazione, a partire dai locali delle “Tavole Tauriliane” di Torreglia, promuovendo eventi di successo come le serate con “le Stelle del Nordest”, in compagnia dei migliori chef del momento. Aveva sempre un progetto nuovo, sempre un luogo da scoprire, raccontano i colleghi e gli amici, un personaggio da conoscere, una ricetta da svelare. Stramazzo lascia l’anziana madre, la moglie Emanuela e la figlia Giulia, che ha avuto la gioia di vedere laureata la scorsa primavera. Ora c’è la volontà di tenere vivo il suo impegno attraverso nuove iniziative. (n.s.)










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#Regione

Dopo le elezioni Al lavoro la squadra di governo del Veneto

Otto assessori nella nuova Giunta Zaia S

quadra che vince non si cambia, anzi si premia con l’incarico bis nella nuova giunta regionale. Oltre al presidente Luca Zaia sono otto gli assessori, tre donne e cinque uomini. Sette di loro facevano parte della Giunta uscente e sono stati riconfermati, il debuttante è Francesco Calzavara. Vice presidente è Elisa De Berti, che si occuperà anche di affari legali, lavori pubblici, infrastrutture e trasporti), mentre gli assessori sono: Roberto Marcato (sviluppo economico, energia, legge speciale per Venezia), Gianpaolo Bottacin (ambiente, clima, protezione civile, dissesto idrogeologico), Francesco Calzavara (bilancio e patrimonio, affari generali, programmazione, enti locali), Cristiano Corazzari (territorio, cultura,

Confermati in sette, debutta il veneziano Francesco Calzavara, tutte le province sono rappresentate

sicurezza, flussi migratori, caccia e pesca), Elena Donazzan (istruzione, formazione, lavori, pari opportunità), Manuela Lanzarin (sanità, servizi sociali, programmazione

socio sanitaria), All’agricoltura è stato nominato Federico Caner (agricoltura, turismo, fondi Ue e commercio estero). “Questa Giunta nasce in un momento difficilis-

simo per il Paese.- ha detto Zaia - I veneti chiedono risposte e tocca a noi saperle dare. Ho scelto e nominato questi assessori in totale autonomia e di questa possibilità

ringrazio i partiti di maggioranza, che non hanno esercitato nessuna pressione, consentendomi di fare le scelte che ho ritenuto più efficaci nell’interesse dei cittadini”.

I commenti degli assessori

Caner: “autonomia da raggiungere il prima possibile”

Corazzari: “sistema Veneto sempre più forte”

Marcato: “è il momento di pensare fuori dagli schemi”

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on è un momento facile, - commenta Federico Caner - è una situazione che dobbiamo fronteggiare facendo tesoro dell’esperienza maturata nella prima fase della pandemia, durante la quale il Veneto si è segnalato per essere una delle regioni più efficienti. La lotta al Covid oggi sta assorbendo molte delle nostre energie, ma non ci fa certamente perdere di vista gli obiettivi che la Giunta si è posta, né ci impedisce di proseguire la nostra azione su fronti irrinunciabili per il futuro della nostra terra, primo tra tutti l’autonomia. Il Presidente mi ha affidato il compito di dargli supporto stabile nelle diverse sedi di confronto istituzionale a livello nazionale, dalla Conferenza delle Regioni a quella Stato-Regioni: la nostra presenza sarà come sempre di fattiva collaborazione ma anche di forte proposizione per raggiungere il prima possibile l’autonomia che i veneti hanno rivendicato con il referendum del 2017. Dal Presidente raccolgo anche l’eredità della sua esperienza amministrativa di qualche anno fa, quando gestì insieme gli assessorati al turismo e all’agricoltura, due settori fondamentali. Nel segno della continuità, proseguiremo nell’opera di valorizzazione e di promozione di tutti i prodotti regionali, materiali e immateriali, puntando a rendere sempre più vincente quello che è ormai riconosciuto come un unico, straordinario e multiforme brand: Veneto, the land of Venice”.

ono grato al Presidente Zaia per la fiducia che mi ha concesso e sono grato anche ai molti Veneti che mi hanno sostenuto: questa conferma mi permette di proseguire, con rinnovato impegno, il lavoro avviato” dichiara Cristiano Corazzari. “Questa Giunta nasce in un momento difficilissimo e ci sentiamo investiti di una grande responsabilità sia come singoli ma anche come squadra. Le deleghe riguardano molte nuove competenze tra cui flussi migratori, caccia, pesca, acquacoltura, diritti umani, edilizia residenziale pubblica, edilizia di culto, che si aggiungono alle precedenti edilizia sportiva, sport, parchi, urbanistica, sicurezza, cultura e identità veneta. Il momento richiede molta sobrietà e molto impegno ma fondamentale è mantenere stretto il contatto con il territorio. Gli aspetti prioritari sono definiti in continuità con gli obiettivi perseguiti nella precedente legislatura, definiti sulla base dei principi stabiliti nelle leggi regionali di settore, valorizzando sia l’aspetto di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale veneto, sia ponendo l’accento sugli aspetti di potenzialità del veneto per rendere il “sistema veneto” sempre più forte e protagonista. Occorrerà inoltre proseguire nella valorizzazione del ruolo delle nuove generazioni, portatrici di esigenze diverse e protagoniste di un cambiamento vero”.

oberto Marcato è già immerso nel lavoro da fare per sostenere l’economia veneta di fronte all’onda d’urto della pandemia. “Dopo la soddisfazione di essere stato il più votato del Veneto, - afferma l’assessore - arriva questa conferma importante da parte del presidente, che riconosce il lavoro fatto in questi cinque anni e mi offre un importante stimolo a continuare. Sto lavorando con le Università del Veneto per poter immaginare e costruire processi produttivi che convivano con il Covid. Non posso accettare questa visione, di stampo europeo, per cui di fronte ad una recrudescenza l’unico strumento che abbiamo a disposizione siano le chiusure, non voglio arrendermi a questa condizione orami diffusa. E’ il momento di pensare fuori dagli schemi, perché se la chiusura totale è la via veloce e più facile è anche quella con esito mortale per la nostra economia. Ci sono aziende, realtà che offrono posti di lavoro, sane e sicure, basta con la pesca a strascico, facciamo scelte chirurgiche, mettiamo in atto una migliore selezione, che consentano di tenere in moto l’economia. Mi chiedo, ad esempio, per quale motivo deve chiudere il Teatro La Fenice che ha capienza mille persone e al massimo ne tiene 350 in questo periodo? Quali sono le possibilità di contagio? In ogni caso chi è costretto a chiudere va sostenuto in maniera adeguata”.


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Regione

Il programma Attenzione a sanità, difesa dell’ambiente e turismo

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Il giudizio critico dell’opposizione sul programma di governo

La promessa “Misure inadeguate di Zaia: “il Veneto sarà e insufficienti così non ci ancora più bello” siamo, al Veneto serve altro” “V

ogliamo che il Veneto possa diventare ancora più bello e trasformare gli intenti programmatici in fatti concreti”: parola di Luca Zaia il giorno dell’insediamento in Consiglio Regionale, al suo terzo mandato da governatore. Sembra ormai passata un’eternità dal trionfo elettorale e dalle tattiche in seno al centrodestra e in casa Lega. E’ di nuovo l’emergenza sanitaria a tenere banco e segnare questo avvio di legislatura in Veneto. Zaia non nasconde che il primo pensiero, in questi tempi incerti e segnati dalle conseguenze economiche delle nuove restrizioni, va all’occupazione: “Abbiamo già perso 60mila posti di lavoro che fatalmente saranno destinati a lievitare. La nostra inquietudine è quindi soprattutto economica e occupazionale: come priorità sosterremo le imprese, attraverso la reindustrializzazione e la rinazionalizzazione. Particolare attenzione sarà rivolta al settore turistico, che è sempre stato la nostra prima impresa ma che nel bilancio 2020 ha accusato una perdita media del 60- 65%. La destagionalizzazione sarà una delle sfide che vorremmo vincere. Continueremo a cofinanziare i Fondi europei e saremo ancora una regione Tax free”. Riguardo all’emergenza sanitaria Zaia ha spiegato il nuovo piano anticovid strutturato in 5 fasi: in base al numero dei malati saranno predisposte adeguate misure sanitarie per gli ospedali. “Il nostro obiettivo è non fare impennare la curva epidemiologica. Mi appello ai cittadini: è fondamentale rispettare il distanziamento sociale e indossare la mascherina, dobbiamo fare un lavoro di squadra e rimboccarci le maniche. Noi saremo autosufficienti per circa 8 mesi. Non sappiamo che evoluzione potrà avere il virus ma abbiamo una sola certezza: come è venuto, prima o poi il Covid se ne andrà, come è successo con la

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peste e altri flagelli che nel corso dei secoli ci hanno colpito. Nei prossimi anni la sanità veneta avrà comunque bisogno di nuove riforme: dobbiamo investire soprattutto nell’intelligenza artificiale, valorizzare la medicina territoriale”. Il presidente del Veneto ha infine riassunto gli altri temi che caratterizzano il programma di maggioranza. Tra le priorità la difesa dell’ambiente, il contrasto ai Pfas, ai cambiamenti climatici, all’acqua alta, completando il capitolo Mose. “Sarà centrale il tema della portualità – ha affermato il presidente - l’obiettivo è portare fuori dal Bacino San Marco le grandi navi, ma non fuori dalla Laguna perché questo vorrebbe dire mettere in ginocchio l’intera Croceristica. Investiremo nei trasporti: la TAV va completata, anche utilizzando i Recovery Fund. Al centro del nostro impegno saranno le infrastrutture, a iniziare dalla conferma delle opere già programmate, come la Pedemontana che attraversa 36 comuni, i cui cantieri sono iniziati nel 2011”. “Come già accaduto nella precedente legislatura – ha concluso Zaia - cercheremo di portare a casa altre prestigiose candidature a grandi eventi internazionali. Continueremo a sostenere il Trasporto Pubblico Locale, le nostre eccellenze e soprattutto il sociale, contrastando la povertà, la non autosufficienza e la disabilità, anche grazie alla riforma delle Ipab”.

consiglieri di minoranza hanno criticato il documento programmatico, definendolo insufficiente e inadeguato a rispondere alle nuove esigenze che i cittadini veneti hanno, soprattutto in questi mesi, insufficiente è anche stata giudicata la risposta all’emergenza sanitaria. Arturo Lorenzoni ha posto l’accento soprattutto “sull’inadeguatezza del documento programmatico presentato da Zaia, troppo autocelebrativo ma soprattutto troppo superficiale, che non offre risposte sufficienti ai bisogni dei veneti. Manca una vera politica per lo sviluppo del territorio, per la digitalizzazione, la decarbonizzazione nella produzione di energia elettrica, per ridurre il consumo della plastica e contrastare i cambiamenti climatici”. Lorenzoni ha anche denunciato come “l’App Immuni non sia stata implementata a sufficienza e che c’è un evidente ritardo nella sua applicazione”. Cristina Guarda ha incentrato il proprio intervento sulla “sostenibilità ambientale: va valorizzato il ruolo di uomo e ambiente, pensato in una visione integrata. Va contrastata l’emergenza climatica e portata avanti una seria politica di prevenzione ambientale e sanitaria. Deve essere appoggiato il lavoro dei nostri agricoltori, soprattutto dei giovani, e il patrimonio agroalimentare. E soprattutto va affrontato il problema della povertà, delle malattie rare, della disabilità”. Guarda ha infine invocato “maggiore collaborazione tra maggioranza e opposizione: quando c’è stata abbiamo confezionato leggi molto utili e significative per i cittadini, penso alle politiche familiari”. Erika Baldin, unico consigliere del Movimento 5 Stelle, ha condiviso “le buone intenzioni contenute nel programma”, ma ha affermato “l’opportunità di mettere al primo posto il benessere dell’uomo per un Veneto in salute, connesso, sostenibile, carbon free e plastic free. Prioritario è investire sul trasporto pubblico locale senza distinguere tra cittadini di serie A e B, sulla digitalizzazione pensata come nuova frontiera del lavoro”. Francesca Zot-

tis ha parlato di “semplificazione, sburocratizzazione, internazionalizzazione, affinché la regione diventi più attrattiva anche sul piano industriale. Dobbiamo integrare il sistema del trasporto con quello turistico. Prioritario è il sostegno alla disabilità, soprattutto nell’emergenza Covid che stiamo vivendo. Resta il problema delle Case di riposo; è quindi importante la riforma delle Ipab ma va implementata la prevenzione sociosanitaria. Auspico una programmazione triennale e maggiore attenzione per il ruolo delle donne”. Andrea Zanoni ha denunciato che il Veneto “è l’unica regione in cui le persone ricche non sono chiamate a contribuire alla spesa pubblica in modo proporzionale alle loro, ingenti, possibilità. Siamo ben lontani da un Veneto veramente equo e solidale”. Zanoni ha chiesto inoltre un’azione più incisiva “per sostenere l’occupazione, anche utilizzando i Fondi europei, il Green New Deal e il contrasto al consumo di suolo. Vengono aperti troppi centri commerciali. La Legge regionale sul consumo di suolo è inadeguata perché non incide sul commercio”. Il consigliere ha infine invocato un impegno maggiore “per contrastare il radicamento mafioso in Veneto, l’evasione fiscale, per realizzare il trasporto integrato e il biglietto unico, una mobilità sostenibile e il completamento della metropolitana di superficie”. Elena Ostanel ha chiesto di sostenere “la piena inclusione e la parità delle donne, soprattutto delle mamme. Deve essere abbassata la tassa sugli asili e istituito l’Osservatorio per la parità dei salari”.

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Economia

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Davimar, gli artigiani del mare che continuano a crescere La storica azienda ittica Davimar fa la differenza: lavorazioni a mano e sguardo rivolto al futuro, grazie a continue innovazioni

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avimar Srl è una realtà ittica, da 50 anni fiore all’occhiello della comunità chioggiotta, in forte espansione. Con un fatturato di circa 21 milioni di euro e 45 dipendenti, rappresenta un perfetto connubio tra artigianalità ed innovazione. Davide Bonaldo, amministratore unico e rappresentante legale della società, ripercorre la storia e gli obiettivi raggiunti dall’azienda. “Il tutto nasce dal 1966 quando mio padre, Alessio Bonaldo classe 1943, ha deciso di provare a mettersi in proprio. All’epoca aveva 23 anni e, da commerciante di prodotti ittici, ebbe l’intuizione di provare a proporre un prodotto lavorato, dal momento che a Chioggia, all’epoca, era possibile trovarne disponibili quantità davvero ingenti: la seppia. L’obiettivo era quello di differenziarsi rispetto agli altri commercianti, quindi non una semplice rivendita, ma una lavorazione e manipolazione del prodotto”. Nel ’94, infatti, Alessio Bonaldo si è ingrandito e ha acquistato un nuovo stabilimento. “Nel ‘99 sono entrato in azienda anche io – prosegue Davide Bonaldo -. e dopo due anni abbiamo deciso di fondare questa so-

cietà, la Davimar, dall’unione dei nomi Davide e mare, che assorbì la ditta individuale dell’epoca e, da quel momento, ho deciso di specializzarmi nella lavorazione dei cefalopodi, della cui macrofamiglia fa parte anche la seppia. In un secondo momento aumentammo la proposta con la lavorazione anche del polpo e del calamaro. Mio padre rimase in azienda e oggi, ormai in pensione, la segue da supervisore”. Negli anni la Davimar ha aumentato l’assortimento specializzandosi anche nella lavorazione dei crostacei, proponendo anche scampi, mazzancolle, gamberi, astici ed aragoste. I principali clienti sono per il 50% la grande distribuzione, i mercati (grazie alla collaborazione con partner locali, sono presenti in Sardegna, tutti i giorni presso il Mercato Ittico di Venezia, di Chioggia e di Cagliari) e una serie di pescherie e venditori ambulanti. “Ci definiamo “artigiani del mare” – continua, – e la particolarità della nostra produzione sta nel fatto che tutto viene lavorato con l’acqua della laguna, una scelta che portiamo avanti da anni, poiché per molti pesci, tra cui per l’appunto anche

Davide Bonaldo

la seppia, la laguna rappresenta una sorta di culla dove è possibile trovare parecchi microrganismi utili nella loro alimentazione. Sono proprio questi microrganismi che rendono l’acqua della laguna unica nel suo genere ed è proprio grazie a questa scelta che riusciamo a mantenere intatto il sapore del prodotto, come se fosse appena pescato”. Ma non solo, tiene a precisare Davide Bonaldo: “tutte le lavorazioni sono eseguite unicamente a mano da personale qualificato con storica esperienza”. “Nel 2014 ci è stata conferita la specifica di “Produzione autoctona artigianale della laguna veneta”, per la quale abbiamo dovuto stilare e depositare un disciplinare. – specifica Bonaldo - Nel 2015 abbiamo eseguito la certificazione Iso 9001 e nel 2016 ci siamo certificati IFS Food, uno standard fissato dalla Comunità europea, sinonimo di alta qualità e sicurezza degli alimenti riconosciuto dalla Grande Distribuzione Organizzata. Nel 2017, poi, siamo stati i primi in Italia nel settore ittico ad avere una certificazione di produzione artigianale Made in Italy. La nostra mission infatti, è quella di garantire ai

consumatori il rispetto delle normative sanitarie, l’artigianalità e al contempo la sostenibilità del mare che ci ha visti recentemente impegnati all’ottenimento della Certificazione MSC (Marine Stewardship Council) ed ASC (Prodotti Acquacoltura Sostenibili)”. E pensando ai progetti futuri conclude: “Pensando al futuro stiamo elaborando dei prodotti cotti e confezionati, pronti ad essere lanciati nel mercato dalla seconda metà di novembre; usciremo con un brand leggermente rivisitato: il produttore sarà Davimar ma il marchio che uscirà sarà Bonaldo, il nome di famiglia, proprio a differenziare la linea di prodotti pensati direttamente per i consumatori, andando a toccare quindi non solo il territorio veneto, ma anche quello nazionale”.

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GUIDA AL SUPERBONUS

PROBABILE LA PROROGA AL 2024! Diventa sempre più probabile l’ipotesi di una proroga del Superbonus 110% al 2024. A confermarlo è stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro nel corso del convegno “Il superbonus del 110% – Speciale Telefisco”, tenutosi a fine ottobre 2020. La proroga appare necessaria a tutti i soggetti coinvolti: la complessità della norma, rispetto non solo ai lavori trainanti e trainanti, ma anche per tutti i documenti necessari, rendono il Superbonus da un lato molto conveniente e dall’altro molto macchinoso.

Come già messo in evidenza dal Ministro Patuanelli, il Superbonus al 110% è una misura che può davvero contribuire a migliorare i nostri edifici nel senso della riqualificazione energetica e degli interventi antisismici. Per farlo, però, non è sicuramente sufficiente l’arco temporale finora previsto, fino al 2021. L’intenzione concreta nostra e del governo è assolutamente quella di prorogare la misura anche sfruttando le risorse messe a disposizione dal Recovery Fund europeo. Nella risoluzione di maggioranza approvata il 13 ottobre alla Camera sulla relazione che contiene le priorità di utilizzo del Recovery Fund abbiamo proposto di stabilizzare per tre anni il Superbonus al 110%, puntando quindi a garantire ai cittadini questa possibilità fino al 2024.” Queste le parole del sottosegretario Fraccaro. Il punto focale quindi è la ripartizione delle risorse del Recovery Fund, che secondo quanto anticipato da Riccardo Fraccaro potrebbe arrivare entro fine anno.

Per il sottosegretario Fraccaro nelle prossime settimane sarà necessario «un lavoro continuo per mettere a terra la norma». Bisogna, però, considerare che si tratta di una «norma particolare, nuova, che innova radicalmente la situazione esistente». Questa complessità è alla base dei ritardi di queste settimane. Anche se Fraccaro sottolinea come «il mercato sta digerendo la norma».

Ma non c’è solo la proroga. Il governo sta anche lavorando a una piattaforma unica per l’accesso al Superbonus. «Perché il 110% funzioni - dice Fraccaro - è necessario che tutti i soggetti privati collaborino tra di loro, ma questo vale anche per la collaborazione tra Agenzia delle Entrate, Mise, Enea. È naturale, allora, pensare a un unico luogo digitale con tutti questi enti pubblici per avere le risposte».

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GUIDA AL SUPERBONUS

FAQ DOMANDE E RISPOSTE

L’AGEVOLAZIONE

LE FAQ DEL MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE Ecco le risposte* del MEF ad alcune delle domande più frequenti poste dai contribuenti di efficientamento energetico rientranti •nell’ecobonus; di infrastrutture per la rica•rical’installazione di veicoli elettrici; l’installazione di impianti solari fotovoltai•ci connessi alla rete elettrica; contestuale o successiva •di l’installazione sistemi di accumulo integrati negli im-

si attuino interventi caratterizzati da requisiti tecnici che consentano di ricondurli astrattamente a due diverse fattispecie agevolabili - essendo stata realizzata, ad esempio, la sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale, astrattamente riconducibile sia tra gli interventi “trainati” sia tra quelli “trainanti” - il contribuente potrà applicare una sola agevolazione.

pianti solari fotovoltaici agevolati.

Ai sensi del comma 2 dell’art. 119 i lavori trainati devono essere eseguiti congiuntamente agli interventi trainanti. Cosa significa?

In cosa consiste il Superbonus? È un’agevolazione che eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 a fronte di specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici. Le nuove misure si aggiungono alle detrazioni previste per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, compresi quelli per la riduzione del rischio sismico (c.d. Sismabonus) e di riqualificazione energetica degli edifici (cd. Ecobonus).

Quali sono gli interventi agevolabili? L’agevolazione spetta, a determinate condizioni, per le spese sostenute per interventi effettuati su parti comuni di edifici, su unità immobiliari funzionalmente indipendenti e con uno o più accessi autonomi dall’esterno, site all’interno di edifici plurifamiliari, nonché sulle singole unità immobiliari. In particolare, il Superbonus si applica alle spese sostenute dal 1° luglio al 31 dicembre 2021, per le seguenti tipologie di interventi (c.d. “trainanti).

Quali sono gli interventi trainati? Il Sueprbonus spetta anche per altre tipologie di interventi (c.d. “trainati”), a condizione che siano eseguiti congiuntamente con almeno uno degli interventi trainanti:

La condizione che i lavori siano eseguiti congiuntamente si considera soddisfatta se le date delle spese sostenute per gli interventi trainati sono ricomprese nell’intervallo di tempo individuato dalla data di inizio e dalla data di fine dei lavori per la realizzazione degli interventi trainanti. Ciò implica che, ai fini dell’applicazione del Superbonus, le spese sostenute per gli interventi trainanti devono essere effettuate nell’arco temporale di vigenza dell’agevolazione, mentre le spese per gli interventi trainati devono essere sostenute nel periodo di vigenza dell’agevolazione e nell’intervallo di tempo tra la data di inizio e la data di fine dei lavori per la realizzazione degli interventi trainanti.

Dalla lettura della circolare dell’Agenzia delle entrate si evince che il limite massimo di spesa è dato dalla somma matematica dei singoli interventi, è vero? I limiti di spesa ammessi alla detrazione variano in funzione della tipologia di interventi realizzati nonché degli edifici oggetto dei lavori agevolabili. Nel caso in cui sul medesimo immobile siano effettuati più interventi agevolabili, il limite massimo di spesa detraibile sarà costituito dalla somma degli importi previsti per ciascuno degli interventi realizzati. Qualora

* Le FAQ sono aggiornate alla disciplina vigente al 24 settembre 2020.

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GUIDA AL SUPERBONUS

FAQ DOMANDE E

LE FAQ DEL MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE FATTURA

RISPOSTE

ADEMPIMENTI NECESSARI Come deve avvenire il pagamento delle spese per l’esecuzione degli interventi (salvo l’importo del corrispettivo oggetto di sconto in fattura), per fruire del Superbonus? Il pagamento deve essere effettuato mediante bonifico bancario o postale dal quale risulti la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione ed il numero di partita IVA, ovvero, il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato. L’obbligo di effettuare il pagamento mediante bonifico non riguarda i soggetti esercenti attività d’impresa. Su tali bonifici, le banche, Poste Italiane SPA nonché gli istituti di pagamento - autorizzati in base alle disposizioni

Ecco le risposte* del MEF ad alcune delle domande più frequenti poste dai contribuenti

di cui al D. Lgs. 11/2010 e al D. Lgs. 385/1993 a prestare servizi di pagamento - applicano, all’atto dell’accredito dei relativi pagamenti, la ritenuta d’acconto (attualmente nella misura dell’8 per cento) di cui all’articolo 25 del D.L. 78/ 2010. A tal fine possono essere utilizzati i bonifici predisposti dagli istituti di pagamento ai fini dell’ecobonus ovvero della detrazione prevista per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio (cfr. circolare 08/07/2020, 24/E, pag. 41).

Quali sono gli adempimenti necessari ai fini del Superbonus? È necessario effettuare gli adempimenti ordinariamente previsti per Ecobonus, Sismabonus e per l’installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici. Inoltre, è necessario acquisire: il visto di conformità che attesta la sussistenza dei presupposti che danno diritto al Superbonus, ai fini dell’opzione per la cessione o per lo sconto; l’asseverazione del rispetto dei requisiti tecnici

• •

degli interventi effettuati nonchè della congruità delle spese sostenute, ai fini della detrazione, nonché dell’opzione per lo sconto in fattura o per la cessione del credito.

È necessario redigere l’APE per usufruire del Superbonus? Sì, per l’accesso al Superbonus è necessario predisporre l’Attestato di Prestazione Energetica ante e post intervento per ciascuna delle unità immobiliari coinvolte, così da dimostrare il possesso dei requisiti, tra cui il doppio salto di classe energetica o il raggiungimento della classe A4 nel caso in cui la classe ante-intervento fosse la A3. Nel caso in cui l’incentivo venga richiesto per interi fabbricati, ai sensi del punto 12 dell’Allegato A al Decreto Requisiti Ecobonus, occorre predisporre il cosiddetto “APE convenzionale”, così da permettere il calcolo degli indicatori e della classe energetica dell’intero edificio. * Le FAQ sono aggiornate alla disciplina vigente al 24 settembre 2020.

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Tamponi, test antigenici, salivari, sierologici non sono tutti uguali

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I test di laboratorio

Sempre più rapidi ed economici ma non tutti hanno la stessa affidabilità

T

amponi o test molecolari, test antigenici, salivari, anche rapidi: sono fondamentali e strategici nel contrasto al Covid 19, soprattutto per la sempre maggiore velocità con cui consentono di verificare un’eventuale positività al virus. E poi ci sono i test sierologici. Eppure non sempre è chiara la differenza tra queste diversi sistemi diagnostici. E così non è raro di imbattersi in qualche errata affermazione relativa ai test. Una recente circolare ministeriale, del 29 settembre scorso, aiuta a chiarire le idee. Il tampone, o test molecolare, rappresenta tuttora l’esame più affidabile per la diagnosi di infezione da Coronavirus, esso viene eseguito su un campione prelevato con un tampone a livello naso/oro-faringeo. L’eventuale presenza di materiale genetico (RNA) del virus, tramite l’analisi in laboratorio del campione biologico prelevato, conferma la positività. Il limite tuttavia di questa procedura consiste nel tempo necessario ad ottenere il risultato che, stando a quanto si legge dalla circolare ministeriale, può variare da due a sei ore dal momento in cui il campione viene avviato alla processazione in laboratorio; di fatto può trascorrere anche qualche giorno. Prosegue alla pag. seguente

Per limitare i rischi del contagio amiamo a distanza i nostri anziani a pag 50

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arebbe opportuno Foto di anziani che comunicano con i parenti per videoconferenza “In questi giorni è importante mantenere le distanze dalle persone anziane, per limitare il rischio di contagio e di gravi conseguenze sulla loro salute”. Si conclude con questo messaggio il video che la casa di produzione Clevercut ha realizzato insieme all’Ufficio stampa dell’Istituto superiore di Sanità, dal titolo “Amare a distanza”. Se da un lato l’invito rivolto ai più giovani è quello di non lasciare da soli i loro anziani, dall’altro la raccomandazione è di trovare sistemi alternativi alla presenza fisica, che potrebbe rivelarsi un rischio pericoloso in questa fase di crescita della curva dei contagi da Sars Covid-2. “In questi giorni abbiamo bisogno di loro, e loro di noi – sono le parole del messaggio contenuto nel video – In questo tempo così difficile ci manca il loro affetto, la loro esperienza, la loro vicinanza. Vorremmo abbracciarci, stringerci a loro per essere più forti, insieme. Sono le nostre mamme, i nostri papà, i nostri nonni… Sono i bersagli preferiti di questo virus che ci costringe a insegnare e ad imparare nuovi modi di amare, a distanza”. “Proteggiamoli, – è l’invito – senza lasciarli mai, con le parole, con i gesti, con la spesa sulla soglia di casa”.

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Sempre più rapidi ed economici ma non tutti hanno la stessa affidabilità

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l test antigenico, invece, “è basato sulla ricerca, nei campioni respiratori, di proteine virali (antigeni) – si legge sempre nella circolare ministeriale - Le modalità di raccolta del campione sono analoghe a quelle dei test molecolari (tampone naso-faringeo), e i tempi di risposta sono molto brevi (circa 15 minuti), ma la sensibilità e specificità di questo test sembrano essere inferiori a quelle del test molecolare. Ciò comporta la possibilità di risultati falsonegativi in presenza di bassa carica virale, oltre alla necessità di confermare i risultati positivi mediante un tampone molecolare”. “Pur considerando – prosegue la circolare - la possibilità di risultati falsopositivi e di falso-negativi, grazie all’uso di tali test rapidi è stato intercettato comunque un rilevante numero di contagiati, probabilmente con alte cariche virali, che non sarebbero stati individuati in altro modo”. Per questo motivo i test antigenici rapidi su tampone naso-faringeo possono essere utili in determinati contesti, come lo screening rapido di numerose persone. Ed è il motivo per cui questa tipologia di test si utilizza in ambito scolastico, anche considerando i possibili limiti nelle caratteristiche del test, perché potrebbe comunque accelerare la diagnosi di casi sospetti di Covid 19 e consentire una tempestiva diagnosi differenziale nei casi sospetti tra sindrome influenzale e malattia da Sars-CoV2. I test salivari che recentemente sono stati proposti sul mercato, utilizzano la saliva come campione da analizzare. Il prelievo di saliva è più semplice e meno invasivo rispetto al tampone naso-faringeo, quindi questa tipologia di test potrebbe risultare utile per lo screening di grandi numeri di persone. Come per i tamponi, anche per i test salivari esistono test di tipo molecolare e di tipo antigenico. Tuttavia i test antigenici e molecolari su campioni di saliva, allo stato attuale delle conoscenze, difficilmente si prestano allo screening rapido di numerose persone, in quanto richiedono un laboratorio attrezzato. Infine i sierologici, test tradizionali o rapidi (eseguiti su sangue capillare), evidenziano la presenza di anticorpi contro il virus e rilevano l’avvenuta esposizione al virus e, solo in alcuni casi, sono in grado di rilevare la presenza di un’infezione in atto. I test sierologici sono perciò utili nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale, in quanto sono uno strumento importante per stimare la diffusione dell’infezione in una comunità.

La campagna dell’Istituto superiore di sanità: Non lasciamo soli i nostri cari ma non esponiamoli a gravi conseguenze per la loro salute L’invito è dunque a stare accanto alle persone anziane in modo nuovo anche durante questa emergenza e, proteggerli, spiegando l’importanza del distanziamento sociale anche per questa fascia particolarmente fragile e bisognosa di cure.

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ual è il segreto della vita sana? Molte persone cercano una risposta a questa domanda e di fatto ci sono solo due risposte: avere cura della propria salute e avere un po’ di fortuna. Posto il fatto che sulla fortuna non possiamo influire, come possiamo agire sulla nostra salute? Sembra semplice: fare le scelte alimentari giuste, attività fisica e intervenire per tempo sui fattori che possono essere dannosi per noi. In realtà non c’è nulla di semplice e facile in tutto ciò. Bisogna investire tempo, sforzo e volontà, senza lasciarsi andare al caso. Il cuore del problema è appunto il cuore! Si tratta dell’organo più collegato alla definizione stessa della vita, basti pensare al primo battito un arebbe opportuno Foto di di anziani feto sentito all’ecografia. che comunicano con i parenti per Eppure, del nostro cuore sappiamo videoconferenza ben poco ce ne giorni occupiamo quando “In equesti è importante iniziano i problemi di salute. mantenere le distanze dalle persone Leanziane, statistiche per parlano limitare chiaro: il rischio di con- tagio la prima clinica e di manifestazione gravi conseguenze sulla dellaloro malattia salute”.coronarica nella metà dei casi l’infarto con miocardico; Sièconclude questo messaggio - la morte improvvisa i 35 anni il video che la casa didopo produzione Cledi età è prevalentemente dovuta all’ocvercut ha realizzato insieme all’Ufficlusione coronarica; cio stampa dell’Istituto superiore di - Sanità, le malattie del “Amare cuore rappresendal titolo a distanza”. tano tuttora il 40-50% dei rivolto ricoveriai in Se da un lato l’invito più ospedale, % delladimortalità totaleda giovaniil 25 è quello non lasciare e il 40% sanitaria pubblica. soli della i lorospesa anziani, dall’altro la raccomandazione è di trovare sistemi alternativi alla presenza fisica, che potrebbe rivelarsi un rischio pericoloso in questa fase di crescita della curva dei contagi da Sars Covid-2. “In questi giorni abbiamo bisogno di loro, e loro di noi – sono le parole del messaggio contenuto nel video – In questo tempo così difficile ci manca il loro affetto, la loro esperienza, la loro vicinanza. Vorremmo abbracciarci, stringerci a loro per essere più forti, insieme. Sono le nostre mamme, i nostri papà, i nostri nonni… Sono i bersagli preferiti di questo virus che ci costringe a insegnare e ad imparare nuovi modi di amare, a distanza”. “Proteggiamoli, – è l’invito – senza lasciarli mai, con le parole, con i gesti, con la spesa sulla soglia di casa”.

La patologia cardiaca è prevenibile nel circa 80 % dei casi curando le condizioni che la causano. Quali sono queste condizioni? In primis ipertensione arteriosa, colesterolo elevato e fumo. Le prime due sono spesso completamente silenti e le persone affette non hanno modo di accorgersene se non con la prima comparsa dei sintomi. È evidente che è necessario prendersi cura del proprio cuore affidandosi a medici altamente specializzati in malattie cardiovascolari per avere sia delle risposte certe su quali siano eventuali problemi, sia dei consigli su come risolverli in modo adeguato ove possibile. Ovviamente ci sono molti aspetti che devono essere valutati anche perché spesso neghiamo a noi stessi, e agli altri, sintomi che possono essere spie di una pericolosa malattia vascolare. Un esempio: la riduzione della potenza sessuale maschile, ribattezzata oggi disfunzione erettile, è il primo segno clinico di aterosclerosi che porta all’infarto e ictus. Le stesse cure che prevengono infarto e ictus in questo caso migliorano anche questa condizione sicuramente psicologicamente difficile. Valutare il rischio cardiovascolare dal punto di vista scientifico per poi prendere decisioni corrette è importantissimo in un momento come questo in

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cui si è bombardati da una quantità enorme di informazioni contradittorie lanciate da persone qualsiasi che si reputano più o meno esperte. Cosa fare e come comportarsi quando compaiono i primi sintomi che se trascurati potrebbero evolversi in problemi molto seri e infine incurabili? Lasciamo da parte la ricerca online fai-da-te, e affidiamoci a professionisti di provata esperienza che con l’approfondita analisi clinica e strumentale possono valutare e inquadrare ciascuno in maniera sartoriale. Presso l’Istituto Flebologico Italiano di Padova, struttura sanitaria di eccellenza e certificata ISO per la Sanità, sono stati concepiti 3 percorsi mirati di screening (Percorso BASE, PLUS e BUSINESS) con lo scopo di aiutarti e consigliarti a prendere la miglior cura della tua salute con facilità, in tempi brevi e soprattutto in un centro medico altamente specializzato. L’equipe medica multidisplinare di alta professionalità composta da cardiologi, angiologi e chirurghi vascolari con il supporto di tecnologie diagnostiche di ultima generazione, mette a disposizione un percorso di Medicina Cardiovascolare di Precisione studiata in maniera sartoriale per ogni singolo individuo con lo scopo di prevenire prima della comparsa di sintomi. Esempio di screening base: va-

Per limitare i rischi del contagio amiamo a distanza i nostri anziani

51 I test di laboratorio

non tutti hanno la stessa affidabilità

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l test antigenico, invece, “è basato sulla ricerca, nei campioni respiratori, di proteine virali (antigeni) – si legge sempre nella circolare ministeriale - Le modalità di raccolta del campione sono analoghe a quelle dei test molecolari (tampone naso-faringeo), e i tempi di risposta sono molto brevi (circa 15 minuti), ma la sensibilità e specificità di questo test sembrano essere inferiori a quelle del test molecolare. Ciò comporta la possibilità di risultati falsonegativi in presenza di bassa carica virale, oltre alla necessità di confermare i risultati positivi mediante un tampone molecolare”. “Pur considerando – prosegue la circolare - la possibilità di risultati falsopositivi e di falso-negativi, grazie all’uso di tali test rapidi è stato intercettato comunque un rilevante numero di contagiati, probabilmente con alte cariche virali, che non sarebbero stati individuati in altro modo”. Per questo motivo i test antigenici rapidi su tampone naso-faringeo possono essere utili in determinati contesti, come lo screening rapido di numerose persone. Ed è il motivo per cui questa tipologia di test si utilizza in ambito scolastico, anche considerando i possibili limiti nelle caratteristiche del test, cardiologica, perché potrebbevalutazione comunque accelerare la diagnosi 3D, di casi sospetti di lutazione Ecocardiogramma Ecocolordoppler Covid 19 e consentire unavascolare, tempestiva diagnosi nei casi angiologica di chirurgia TSA condifferenziale analisi vettoriale deisospetti flussi). tra sindrome influenzale e malattia valutazione del profilo di rischio car-da Sars-CoV2. Medicina di precisione e non solo I test salivari che recentemente sonoesami: stati proposti utilizzanoche diovascolare, screening ematochimiquestosul è ilmercato, valore aggiunto la saliva da analizzare. Il prelievo di saliva è più semplice co mirato edcome esamicampione strumentali (ECG, rende vincente il nostro screening. e meno invasivo rispetto al tampone naso-faringeo, quindi questa tipologia di test potrebbe risultare utile per lo screening di grandi numeri di persone. Come per i tamponi, anche per i test salivari esistono test di tipo molecolare e di tipo antigenico. Tuttavia i test antigenici e molecolari su campioni di saliva, allo stato attualeDinko delle conoscenze, difficilmenteCardiologo si prestano allo screening rapido di Dr. Anzulović Mirošević, e Dottore di Ricerca numerose persone, in quanto richiedono un laboratorio attrezzato. in Scienze Cardiologiche nell’Università di Padova i sierologici, test tradizionali o rapidi (eseguiti su sangue capillaViaInfine Niccolò Tommaseo, 50 - 35131 - Padova (Italy) re), evidenziano la presenza di anticorpi contro il virus e rilevano l’avvenuta segreteria@istitutoflebologico.it - www.istitutoflebologico.it esposizione al virus e, solo in alcuni casi, sono in grado di rilevare la presenTel.: +39 049 2271355 za di un’infezione in atto. I test sierologici sono perciò utili nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale, in quanto sono uno strumento importante per stimare la diffusione dell’infezione in una comunità.

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Salute

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Casi positivi sintomatici Covid 19, chi ha sintomi e asintomatici, come comportarsi non si rechi al Pronto soccorso I Le indicazioni dell’Ulss 3 Serenissima

solamento e quarantena non sono la stessa cosa, se la prima si applica nei casi di persone che sono risultate positive all’infezione da Sars-Cov-2, nel secondo caso ci si riferisce a persone sane che potrebbero essere state esposte al rischio di infezione. La nuova Circolare del ministero della Salute, quella del 12 ottobre 2020, chiarisce la differenza. L’isolamento dei casi di documentata infezione da SARS-CoV-2 – si legge sul sito del Ministero - si riferisce alla separazione delle persone infette dal resto della comunità per la durata del periodo di contagiosità, in ambiente e condizioni tali da prevenire la trasmissione dell’infezione. La quarantena, invece, si riferisce alla restrizione dei movimenti di persone sane per la durata del periodo di incubazione, ma che potrebbero essere state esposte ad un agente infettivo o ad una malattia contagiosa, con l’obiettivo di monitorare l’eventuale comparsa di sintomi e identificare tempestivamente nuovi casi. Quanto tempo dura l’isolamento e quanto la quarantena? C’è differenza di tempistiche e procedure tra positivi sintomatici e asintomatici? La nuova Circolare aggiorna anche le

indicazioni riguardo la durata e il termine dell’isolamento e della quarantena, in considerazione dell’evoluzione della siE’ opportuno di stare tuazione epidemiologica, delle nuove evicasa e contattare denzeascientifiche, delle indicazioni provenienti da alcuni organismi internazionali il medico di famiglia (OMS ed ECDC) e del parere formulato dal eventualmente ComitatooTecnico Scientifico l’11 ottobre 2020. il Suem 118 CASI POSITIVI ASINTOMATICI: le persone asintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2 possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare con risultato negativo (10 giorni + test). Casi positivi sintomatici: le persone sintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2 possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi (non considerando anosmia e ageusia/ disgeusia che possono avere prolungata persistenza nel tempo) accompagnato da un test molecolare con riscontro negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi (10 giorni, di cui almeno 3 giorni senza sintomi + test). CASI POSITIVI A LUNGO TERMINE:

Covid-19: indicazioni per la durata e il termine dell’isolamento e della quarantena

le persone che, pur non presentando più sintomi, continuano a risultare positive al test molecolare per SARS-CoV-2, in caso di assenza di sintomatologia (fatta eccezione per ageusia/disgeusia e anosmia 4 che possono perdurare per diverso tempo dopo la guarigione) da almeno una settimana, potranno interrompere l’isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi. Questo criterio potrà essere modulato dalle autorità sanitarie d’intesa con esperti clinici e microbiologi/virologi, tenendo conto dello stato immunitario delle per-

C

rescono nei Pronto Soccorso dell’Ulss 3, senza destare fin qui (al 28 ottobre) preoccupazione, gli accessi di persone che lamentano sintomi Covid-19; per contro calano, anche se in modo non particolarmente sensibile, gli accessi per patologie non Covid. “Anche i Pronto Soccorso dell’Ulss 3 Serenissima - spiega il Direttore Generale Giuseppe Dal Ben - stanno gradualmente riproponendo la situazione che si era creata con la prima ondata del contagio, a primavera: si riducono gli accessi per le patologie consuete, e contemporaneamente, cresce, anche se in misura fin qui limitata e gestibile senza allarmi, il numero di utenti che fa riferimento al Pronto Soccorso per sintomi che potreba ore, in convivenza (h24), diurno, notturno, bero essere quelli del Covid-19”. sostituzioni (malattia, ferie ecc.) “Quanto al primo aspetto, il calo di accessi complessivi, già accennato dall’inizio di ottobre, è stato sensibile nell’ultima settimana - sottolinea il Direttore Generale - quando abbiamo registrato un -28% a Mestre, un -20% a Dolo, un -17% a Mirano, con cali poi meno sensibili negli altri Pronto Soccorso. La riduzione si conferma anche confrontando gli accessi di settembre e quelli di ottobre: in questo caso è il Pronto Soccorso di Venezia a registrare la diminuzione più sensibile, con un -26%”. L’Azienda Sanitaria sta monitorando con attenzione anche il dato degli “acSiamo a Padova in Via Ariosto n. 49 (zona Stanga) cessi Covid-19”: “Sale, anche se in modo Aperto dal Lunedì al Venerdì dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 19.00 contenuto - spiega il Direttore Dal Ben Contattaci allo 049 8075194 o al numero verde o scrivici una mail a info@badaben.it il numero di persone che in Pronto Soccorso lamenta sintomi che potrebbero

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sone interessate (nei pazienti immunodepressi il periodo di contagiosità può essere prolungato). CONTATTI STRETTI ASINTOMATICI: i contatti stretti di casi con infezione da SARS-CoV-2 confermati e identificati dalle autorità sanitarie, devono osservare un periodo di quarantena di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso, oppure un periodo di quarantena di 10 giorni dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo effettuato il decimo giorno.

essere collegati al contagio da Covid-19: Sopra, da sinistra il direttore del 118, dottor Rosi, insieme lo si desume dal fatto che negli ultimi al Dg Giuseppe Dal Ben quindici giorni nei Pronto Soccorso abbiamo registrato un aumento del 21% dei tamponi positivi. Va però evidenziato che l’accesso di persone positive ai Pronto Soccorso resta molto limitato rispetto al totale degli accessi giornalieri: risultano infatti positive tre persone ogni cento”. Questi numeri vanno rapportati al totale dei positivi che si registrano nell’Ulss 3 Serenissima la stragrande maggioranza dei quali sono isolati a domicilio, con una percentuale di asintomatici superiore al 95% (secondo i dati del 28 Crescono nei Pronto ottobre). Anche se sono pochi coloro che, a fronte di sinto- soccorso dell’Ulss 3 matologia da Covid-19 si re- gli accessi di persone cano negli Ospedali, l’Azienda sanitaria veneziana ricorda che lamentano sintomi comunque che chi presenta Covid-19 e calano una sintomatologia che possa essere ricondotta al Corona- sensibilmente virus non deve recarsi perso- gli accessi per altre nalmente al Pronto Soccorso e deve invece fare riferimento patologie al proprio Medico di Famiglia, che fornirà all’assistito le indicazioni per gestire la patologia a domicilio. Solo chi presenta sintomi gravi, e anche in questo caso sentito quando possibile il proprio medico, deve fare riferimento al Suem118: è infatti il Suem118 che, in presenza di sintomi gravi, valuta il trasporto in Ospedale in sicurezza e secondo i protocolli Covid-19.

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Salute

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Consulenza scientifica La visita ginecologica L

a salute è un bene di primaria importanza che deve essere perseguita in modo puntuale e con controlli il più possibile personalizzati. Il ginecologo è il medico che si prende cura in maniera specifica della salute della donna, occupandosi sia del benessere fisico che del benessere psicologico, con un approccio a 360 gradi. La visita ginecologica non è solo il momento in cui eseguire un controllo medico ma anche uno spazio in cui poter parlare e discutere questioni inerenti alla propria salute, la vita di coppia, dirimere eventuali dubbi e risolvere possibili problematiche. Infatti, la visita è sempre preceduta una fase colloquiale in cui vengono discussi eventuali problemi riscontrati, la presenza di patologie o in arebbe opportunopregresse Foto di anziani atto, assunzione di eventuali terapie che comunicano con i parenti per ormonali o mediche, allergie, carattevideoconferenza ristiche“Indelquesti ciclo. Ilgiorni tutto per avare un è importante approccio personalizzato. mantenere le distanze dalle persone Laanziane, visita di per per limitare sé consiste nella di valuil rischio contazione deiegenitali l’introito sulla ed tagio di graviesterni, conseguenze il canale vaginale ed il collo dell’utero, loro salute”. con uno strumentocon a questo mo’ di messaggio becco di Si conclude anatra in plastica trasparente, chiamato il video che la casa di produzione Clespeculum. vercut ha realizzato insieme all’UffiLaciovisita ginecologica si superiore estrinsecadi stampa dell’Istituto nei Sanità, seguentidalpassaggi: visualizzazione titolo “Amare a distanza”. dei genitali, esecuzione delrivolto PAP test, Se da un lato l’invito ai più esplorazione ed lasciare ecografiada giovani è bimanuale quello di non

ginecologica. Il PAP test è un esame fondamentale per la salute della donna e dal primo rapporto andrebbe ripetuto annualmente o al massimo ogni due anni. Il PAP test è infatti il miglior test di screening per il tumore del collo dell’utero, essendo in grado di individuare lesioni causate da infezioni di HPV (virus del papilloma umano che si trasmette per via sessuale), che se trascurate negli anni, posso portare al tumore del collo dell’utero. In caso di anormalità del PAP test, dovranno essere pianificati ulteriori accertamenti come la colposcopia con possibilità di eseguire una biopsia, l’HPV test ed eventualmente l’isteroscopia. La colposcopia permette, grazie ad uno strumento chiamato appunto colposcopio, la visualizzazione della vagina, ma soprattutto del collo dell’utero con notevole ingrandimento. Per meglio evidenziare eventuali problematiche si applica una soluzione di acido acetico ed una a base di iodio, con la possibilità di eseguire una biopsia sulle aree sospette. Risulta utile eseguire l’HPV test, con cui è possibile tipizzare il sierotipo di HPV responsabile delle eventuali lesioni. Infatti esistono più di 100 sierotipi, alcuni a basso rischio (6,11) ed altri ad

alto rischio oncogeno (16, 18), e che necessitano di controlli più puntuali. L’esplorazione vaginale prevede la contemporanea pressione sull’addome per mobilizzare gli organi pelvici redendoli meglio esplorabili, si determinano, quindi, morfologia, dimensioni e mobilità dell’utero, e delle ovaie bilateralmente, se presenti zone che evocano dolore o altri reperti di anormalità. L’ultimo step è l’esecuzione dell’ecografia. L’ecografia può essere effettuata sia per via addominale (meglio in questo caso avere la vescica piena), oppure se possibile per via transvaginale. Questa seconda via, possibile solo in caso di avvenuti rapporti, permette uno studio più particolareggiato di utero ed ovaie, per le caratteristiche tecniche della sonda. L’ecografia è diventato un passaggio imprescindibile nella visita ginecologica. Con l’ecografia riusciamo a visualizzare con precisione l’utero e le ovaie e valutarne la morfologia e le dimensioni. Si potranno così escludere importanti patologie ginecologiche o l’assenza di alterazioni che possono in qualche modo impedire o compromettere una gravidanza. La visita ginecologica è un momento in cui prendersi cura della propria salute psico-fisica, con ovvi risvolti sulla qualità della vita, un momento quindi di esclusività da dedicarsi.

Per limitare i rischi del contagio amiamo a distanza i nostri anziani

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soli i loro anziani, dall’altro la raccomandazione è di trovare sistemi alternativi alla presenza fisica, che potrebbe rivelarsi un rischio pericoloso in questa fase di crescita della curva dei contagi da Sars Covid-2. “In questi giorni abbiamo bisogno di loro, e loro di noi – sono le parole del messaggio contenuto nel video – In questo tempo così difficile ci manca il loro affetto, la loro esperienza, la loro vicinanza. Vorremmo abbracciarci, stringerci a loro per essere più forti, insieme. Sono le nostre mamme, i nostri papà, i nostri nonni… Sono i bersagli preferiti di questo virus che ci costringe a insegnare e ad imparare nuovi modi di amare, a distanza”. “Proteggiamoli, – è l’invito – senza lasciarli mai, con le parole, con i gesti, con la spesa sulla soglia di casa”.

La campagna dell’Istituto superiore di sanità: Non lasciamo soli i nostri cari ma non esponiamoli a gravi conseguenze per la loro salute L’invito è dunque a stare accanto alle persone anziane in modo nuovo anche durante questa emergenza e, proteggerli, spiegando l’importanza del distanziamento sociale anche per questa fascia particolarmente fragile e bisognosa di cure.

La musica che accompagna il messaggio video è di Claudio Baglioni, che ha concesso l’utilizzo della parte musicale del brano “I Vecchi”, mentre il giovane pianista Massimo Murri ha dedicato la sua esecuzione alle generazioni che lo hanno preceduto.

53 I test di laboratorio

Sempre più rapidi ed economici ma non tutti hanno la stessa affidabilità

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l test antigenico, invece, “è basato sulla ricerca, nei campioni respiratori, di proteine virali (antigeni) – si legge sempre nella circolare ministeriale - Le modalità di raccolta del campione sono analoghe a quelle dei test molecolari (tampone naso-faringeo), e i tempi di risposta sono molto brevi (circa 15 minuti), ma la sensibilità e specificità di questo test sembrano essere inferiori a quelle del test molecolare. Ciò comporta la possibilità di risultati falsonegativi in presenza di bassa carica virale, oltre alla necessità di confermare i risultati positivi mediante un tampone molecolare”. “Pur considerando – prosegue la circolare - la possibilità di risultati falsopositivi e di falso-negativi, grazie all’uso di tali test rapidi è stato intercettato comunque un rilevante numero di contagiati, probabilmente con alte cariche virali, che non sarebbero stati individuati in altro modo”. Per questo motivo i test antigenici rapidi su tampone naso-faringeo possono essere utili in determinati contesti, come lo screening rapido di numerose persone. Ed è il motivo per cui questa tipologia di test si utilizza in ambito scolastico, anche considerando i possibili limiti nelle caratteristiche del test, perché potrebbe comunque accelerare la diagnosi di casi sospetti di Covid 19 e consentire una tempestiva diagnosi differenziale nei casi sospetti tra sindrome influenzale e malattia da Sars-CoV2. I test salivari che recentemente sono stati proposti sul mercato, utilizzano la saliva come campione da analizzare. Il prelievo di saliva è più semplice e meno invasivo rispetto al tampone naso-faringeo, quindi questa tipologia di test potrebbe risultare utile per lo screening di grandi numeri di persone. Come per i tamponi, anche per i test salivari esistono test di tipo molecolare Prof. Donato D’Antona e di tipo antigenico. Specialista in Ginecologia e Ostetricia Tuttavia i test antigenici e molecolari su campioni di saliva, allo stato atClinica Ostetrica e Ginecologica, tuale delle conoscenze, Università degli studidifficilmente di Padova si prestano allo screening rapido di persone, 39 in quanto richiedono unItalia laboratorio attrezzato. -numerose Via Cavazzana, - 35123 Padova, sierologici, test tradizionali o rapidi (eseguiti su sangue capillaTel:Infine +39 i049 663055 re), evidenziano la presenza di anticorpi contro il virus e rilevano l’avvenuta Email: info.ida@affidea.it esposizione al virus e, solo in alcuni casi, sono in grado di rilevare la presenza di un’infezione in atto. I test sierologici sono perciò utili nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale, in quanto sono uno strumento importante per stimare la diffusione dell’infezione in una comunità.


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Il reportage

Rotta su Capo Nord, il “viaggio dei viaggi” Un’avventura lunga 10.000 chilometri vissuta a bordo di un camper del 1988, risalendo i fiordi fino all’Artico. Tappa d’obbligo alle isole Lofoten, regno del baccalà e dove c’è Reine che per il Times è il villaggio più bello del mondo. Restrizioni Covid? E’ bastata la prudenza di Renato Malaman

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otta su Capo Nord, per rinnovare un sogno. Seguendo l’irresistibile richiamo della sua rupe che da secoli incanta ogni viaggiatore dal cuore intrepido. Fin lassù, dove l’Europa sfuma sull’infinito del Mare Artico, per tornare a respirare a pieni polmoni l’aria e le atmosfere del Grande Nord. Un viaggio che si fa precedere dal suo mito ed è sinonimo stesso di avventura. Ancora di più se lo si compie a bordo di un camper d’epoca, un motorhome Arca Freccia del 1988 (che non è passato inosservato lungo le strade norvegesi, finlandesi e svedesi) e in piena era Covid. Facendo lo slalom fra ansie e restrizioni, che in realtà si sono rivelate tali solo sulla carta, restituendo intatta l’emozione che è giusto provare quando l’orizzonte da superare è quello del Circolo Polare Artico. La leggendaria rupe di Capo Nord, più spelacchiata e solitaria del solito, era là ad attendere gli intrepidi e un po’ incoscienti viaggiatori che hanno pensato a lei anche in un momento così particolare. Rupe spazzata dai venti e dai pochi raggi di luce lasciati filtrare da un cielo continuamente capriccioso, ruggente di nuvole plumbee che sembravano mosse da un invisibile burattinaio. Hanno fatto da cornice alle foto ricordo scattate davanti al globo che fa da simbolo a Nordkapp, ricordando che il primo viaggiatore a raggiungere la rupe fu il ravennate Francesco Negri nel 1664. Quasi 10.000 i chilometri macinati per arrivare lassù. Rispetto a trent’anni fa (epoca dell’ultimo viaggio in Norvegia) il percorso è diventato più agevole e veloce grazie ai tanti tunnel (scavati dentro le montagne, ma anche sotto il mare) e agli arditi ponti che ora uniscono le isole. Anche Mageroy, dove sorge Capo Nord, ora è collegata al continente da una galleria di 7 chilometri, scavata sotto al mare fino alla profondità di 212 metri. Resta spettacolare questo viaggio, sogno di ogni escursionista romantico. Ai primi di settembre il sole ha ripreso a tramontare, restituendo alla notte qualche ora di buio che permette di riposare meglio. Salvo non doversi imbarcare a Bodo sul traghetto per le Lofoten (come è capitato a noi) all’1 di notte perché non c’erano alternative. L’aurora che ci attendeva a Moskenes alle 4,30 nella baia di Moskenes ha ampiamente ripagato lo sforzo: colori struggenti su profili metafisici. Ed era solo l’inizio di un crescendo di paesaggi e atmosfere uniche: il villaggio di Reine, un grappolo di casette di legno rosse dal fascino fiabesco, molte delle quali su palafitte (sono i rorbur, utilizzati dai pescatori di merluzzo), lo scorso anno si è meritato dal Times il riconoscimento di paese più bello del mondo. Alle Lofoten, arcipelago dove aguzze montagne nere svettano quasi verticali dalle acque artiche, resiste il mito del baccalà. Lo stesso che colpì il viaggiatore veneziano Pietro Querini nel ‘400 e che oggi alimenta un massiccio export di stoccafissso proprio verso il Veneto. In nome anche dello storico gemellaggio fra Sandrigo e l’isola di Rost.

Capo Nord non è solo piantare una bandierina sulla rupe, ma compiere un viaggio straordinario lungo le spettacolari strade norvegesi. Alcune strapiombanti sul mare, come la adrenalinica Ocean Road, altre incastonate fra alte montagne come quella che attraversa il parco di Halikifiell (verso Odda) o sale ripida al parco nazionale dello Jostedalsbreen, dove lo sguardo accarezza i ghiacciai. Paesaggi che potrebbero ubriacare un pittore. E poi le antiche chiese in legno, le Stavkirke, con i loro tetti sovrapposti a pagoda. Chiese quasi millenarie come quelle di Heddal e di Lom. Senza dimenticare le città. Oslo è la porta che apre al Nord esibendo i suoi musei dedicati alle grandi esplorazioni: il Kontiki, che documenta le imprese visionarie del grande navigatore Thor Heyerdahl; il Fram, ispirato all’impresa di Roald Amundsen, l’esploratore che con una spedizione durata oltre tre anni ha raggiunto per primo il Polo Sud. E infine il Museo Vichingo che mostra le austere navi dei primi conquistatori dell’America lungo le rotte artiche. Bergen, seconda città della Norvegia e patrimonio Unesco, è strabiliante per le sue architetture tedesche tradizionali. Faceva parte della Lega Anseatica ed era una fra le più ricche (e la più a nord) di questa costellazione di città commerciali affacciate sul mare. Bergen è semplicemente un incanto. Dopo la meritata sosta a Capo Nord, con tanto di scorpacciata di granchi reali e uscita in barca per la pesca al merluzzo, il viaggio si è meritato una lunga discesa della penisola scandinava fra le dorate foreste di betulle e le renne della Lapponia finlandese (con soste al Museo del popolo Sami di Inari e al villaggio di Babbo Natale a Rovaniemi) e un piccolo cabotaggio fra le cittadine svedesi affacciate sul Golfo di Botnia: Gamelstad, Umea (Capitale europea della Cultura nel 2014), la coccola Bonnstan, l’eremitica Nordingra. L’arditisssimo ponte di Oresund, tra Malmoe e Copenhagen in fondo ha simboleggiato l’addio al Grande Nord. Anzi, un altro arrivederci…

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FANGO: UN FARMACO NATURALE RICONOSCIUTO DAL SERVIZIO SANITARIO

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icorda un panificio, la scena che apre la giornata all’Hotel Terme Millepini 4* di Montegrotto Terme. Come all’alba il fornaio estrae il pane lievitato dal forno fumante, allo stesso orario il fangoterapista dell’hotel stende sul lettino il fango caldo, maturato per oltre due mesi nelle vasche ai piedi dei Colli Euganei consentendo la formazione di microalghe uniche al mondo per i loro princìpi antinfiammatori. Sono proprio questi ad essere stati riconosciuti ufficialmente per le loro qualità curative e preventive sulle patologie osteoarticolari, effigiando nel 2013 il Fango Termale Euganeo del 1° Brevetto Europeo ad

un prodotto termale, come già riconosciuto nel 2005 dall’Istituto Mario Negri di Milano, e del marchio di Denominazione di Origine Collettiva dalla Regione Veneto. E se il pane raggiunge ogni casa allietando i momenti di convivio, il fango accoglie l’ospite nella sua di casa, l’elegante camerino del centro termale che tra piscine e grotte scalda la mattinata grazie alle sapienti mani del fangoterapista. www.millepini.it Via Cataio 42, Montegrotto Terme (PD) +39 049 8911766 – info@millepini.it

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L’omaggio Cerimonia a Rimini, all’appuntamento fieristico dedicato al turismo

Vo’ e i Colli Euganei tra i vincitori del premio Gist “Travel Food Award” 2020 I

l Gruppo Italiano Stampa Turistica ha premiato i vincitori della 3a edizione del “Travel Food Award” 2020 al TTG Travel Experience, tra i più importanti appuntamenti fieristici internazionali dedicati al turismo. Questa terza edizione del Premio, tematizzata con lo slogan Restart & Reload, ha ottenuto, a partire da quest’anno, il patrocinio dell’ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo- ed è stata preceduta dai saluti e da uno speech di Giorgio Palmucci, presidente dell’Ente. Dal palco di Arena Italy del TTG di Rimini il presidente del GIST Sabrina Talarico e il presidente della giuria Vittorio Castellani hanno conferito i riconoscimenti a quattro realtà nazionali selezionate tra decine di candidature, con progetti. Per la categoria Miglior destinazione enogastronomica è stato premiato, a pari merito Vo’, promosso dalla Cantina Colli Euganei per aver trasformato il dramma collettivo di Vò e delle cantine dei Colli Euganei, duramente colpiti dall’emergenza sanitaria, in una grande opportunità. Dall’iniziativa è derivato un consistente aiuto alla ricerca del Professor Andrea Crisanti. Ma non solo: anche un aiuto alla promozione turistica del Comune di Vò, inserito nella magnifica cornice del Parco Regionale dei Colli Euganei. Un progetto che prosegue, con la denominazione vinicola “Vò”, per il rilancio del turismo enogastronomico euganeo. Sempre nella categoria Miglior destinazione enogastronomica si è aggiudicata il premio Green Vallée D’Aoste, promosso da Alpine Green Experience. Per l’alto valore del progetto nel sostenere la tipicità gastronomica valdostana coinvolgendo i piccoli produttori. Ma anche per il forte impegno nel preservare dal turismo poco rispettoso l’ecosistema fragile di una vallata alpina. Un esempio virtuoso di cooperazione fra GAL e piccoli operatori per l’utilizzo del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale. Per la categoria Miglior Campagna di Marketing è stata premiato Langhe Monferrato Roero on air, promosso dall’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero. Per aver saputo fare sistema, mettendo insieme ambiti territoriali diversi concepiti finalmente non come competitors, ma complementari, per la loro capacità moltiplicatoria nell’affermare, ancora una volta e con strumenti, concetti e formati innovativi tre eccellenze piemontesi come destinazione di turismo gastronomico, perché uniti si vince. Per la categoria Miglior Iniziativa- Evento ha ricevuto il premio Gran Tour delle Marche, promosso da Tipicità. Pochi giorni dopo la fine del divieto agli spostamenti interregionali, gli organizzatori del “Gran

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A fianco, un momento della premiazione. In basso, da sinistra: Vittorio Castellani, Sabrina Talarico e Giorgio Palmucci.

tour delle Marche” erano già pronti a partire con il primo evento di una lunga serie, che ha segnato in modo estremamente efficace, e allo stesso tempo sicuro, la ripartenza turistica ed enogastronomica della regione, già duramente provata negli anni scorsi dal terremoto. Il loro ricco programma itinerante, che ha toccato le località sulla costa così come i piccoli borghi dell’entroterra, merita il Travel Food Award 2020 come Migliore Iniziativa o Evento. La giuria del premio Gist “Travel Food Award”, presieduta da Vittorio Castellani, è composta dai giornalisti e soci Gist: Cristina Berbenni, Elena Bianco, Carla Diamanti, Marco Epifani, Bruno Gambacorta, Alessandra Gesuelli, Alberto Lupini, Renato Malaman, Ada Mascheroni, Marina Moioli, Domenico Vita. Il “Travel Food Award” persegue lo scopo di promuovere il turismo enogastronomico come forma di espressione culturale, sempre più ricercata da turisti e viaggiatori, poiché il patrimonio enogastronomico di un territorio può esercitare una forte capacità di attrazione, al pari del paesaggio e dell’heritage di una destinazione. Il premio vuole essere d’incoraggiamento per quelle realtà che dimostrano un impegno per la valorizzazione e la salvaguardia del loro patrimonio gastronomico-culturale attraverso la promozione di un turismo gourmand improntato al rispetto dell’ambiente, delle identità e delle culture locali.

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A tavola

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Polenta e funghi Pochi piatti hanno un così forte valore identitario e affettivo, che la polenta, povera ma buona e sostanziosa, ha sfamato per secoli con grande dignità. La polenta intesa come farina di cereali cotta nell’acqua ha origini molto antiche, ma è diventata come la conosciamo adesso solo dopo la scoperta dell’America, perché il granturco che le conferisce il suo colore giallo sole arrivò proprio dal nuovo continente Ingredienti per 2 persone: 500g di farina di mais, 15g di olio extravergine di oliva, 2 litri di acqua, 1 cucchiaio di sale grosso, 1 confezione a piacere di funghi porcini DelSanto, (oppure chiodini, finferli, champignon, misto bosco). QB prezzemolo fresco per decorare Procedimento Per realizzare la polenta ponete sul fuoco una pentola d’acciaio dal fondo spesso, versate i 2 litri d’acqua, quando l’acqua sta per sfiorare il bollore unite il sale, quindi versate la farina a pioggia mescolando con un cucchiaio di legno e mantenete la cottura ad alta. Aggiungete anche l’olio di oliva che servirà per evitare la formazione di grumi, continuate a mescolare attendendo che riprenda il bollore, quindi abbassate il fuoco al minimo e proseguite con la cottura per 50 minuti (o secondo le indicazioni della confezione) a fuoco dolce mescolando di continuo, avendo cura di non farla attaccare al fondo. Trascorsi i 50 minuti la polenta è pronta; alzate il fuoco in modo da farla staccare bene dalla pentola, attendete di vedere che si stacchi bene dal fondo. Ora capovolgete con attenzione il tegame su un tagliere rotondo poco più grande del diametro del tegame per sformare la polenta. La vostra polenta è pronta per essere portata in tavola Servite con i funghi e con del prezzemolo fresco tritato. A piacere potete aggiungere formaggi e salumi.

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I FUNGHI Con le prime piogge autunnali sui tronchi o sui ceppi, nei boschi o in giardino, iniziano a spuntare i funghi chiodini. Questi sono un po’ camaleontici visto che, a seconda dell’albero che li ospita, assumono diverse sfumature che vanno dal giallo miele se cresciuti sui gelsi, al giallo scuro sulle querce, al rossastro sulle conifere. Della famiglia Armillaria mellea, sono considerati meno pregiati di altre specie, si trovano facilmente dal fruttivendolo e a un prezzo davvero accessibile. La possibilità di confonderli con altre specie tossiche c’è, anche se esistono alcune sostanziali differenze tra queste e i funghi chiodini. In ogni caso, se sono stati raccolti e non acquistati da una persona di fiducia, è sempre meglio consultare un esperto per evitare qualsiasi rischio di intossicazione. La loro semplice bontà è indiscutibile, specie se trifolati. Inoltre, in cucina si possono usare in vari modi, anche per preparare ricette veloci e leggere. Ma, attenzione, anche i funghi chiodini non sono completamente innocui. Forse non tutti sanno, infatti, che contengono una tossina di natura proteica termolabile, che può essere eliminata solo se sottoposta a cottura con temperature tra i 60° e i 70°. I funghi porcini sono internazionalmente conosciuti anche con il nome di cèpe (in Francia), Steinpilz (il “fungo di pietra”, in Germania) e una miriade di altri nomi particolarmente emblematici in tutto il mondo (il nome latino è Boletus edulis). Il termine “fungo porcino” in realtà si riferisce a poche specie diverse, la più ricercata delle quali è il Boletus

a cura di G.

edulis, o il re bolete. Che, in altri termini, è il fungo a cui ci possiamo riferire quando parliamo di porcini. Come tanti altri buoni funghi commestibili, i porcini sono micorrizici, ciò significa che la crescita vegetativa sotterranea del fungo, chiamata micelia, entra in una relazione simbiotica con le radici delle piante. Tuttavia, questa caratteristica così prelibata è anche una condanna per gli appassionati. Significa infatti che proprio a causa di questa relazione così complessa che si verifica in natura, i porcini non sono facilmente coltivabili. Quindi, a seconda di dove vivete, potrebbero essere difficili da trovare freschi e più costosi da acquistare. Innumerevoli i nomi comuni e dialettali attribuiti a Cantharellus cibarius: finferlo, galletto, gallinaccio, gialletto, garitula ecc. Per chi non sapesse di cosa stimo parlando, daremo subito una breve spiegazione: i finferli sono funghi preziosi, distinti per il loro sapore particolare, la forma ondeggiante ed il colore aranciato, dorato o ambrato, pressoché inconfondibile. Tra le numerosissime varietà di funghi, il finferlo spicca per la peculiare preziosità, che ben si sposa ad accompagnare moltissime pietanze, tra cui carni, risotti e paste. In ogni caso, essendo funghi, i finferli devono essere consumati freschissimi, poiché a causa della putrefazione rapida potrebbero liberare sostanze tossiche, pericolose per l’organismo. FinferliIl Cantharellus cibarius, comunque, viene considerato uno tra i funghi più sicuri ed innocui in assoluto, insieme al prataiolo ed al porcino.

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L’IDEA IN PIÙ I funghi porcini trifolati DelSanto sono già pronti, si può aprire la confezione e usarli per farcire toast, bruschette, pizze, pasta, ecc… Buon appetito!

La storia La DelSanto inizia la propria attività nel 1971, è una piccola azienda artigiana gestita da Gianni De Cecchi e dal figlio Federico, da sempre segue la filosofia del titolare: “Qualità e freschezza degli alimenti non dipendono dalla tecnologia: l’innovazione può invece trovare il modo di preservare quanto natura ci dona senza usare conservanti”. Il processo di sterilizzazione e le buste in poliaccoppiato di alluminio Del Santo hanno viaggiato anche nello spazio con l’astronauta Samantha Cristoforetti,.

E L A D N E I Z A O I C C SPA Via Pio X, 18, 35010 - Santa Giustina in Colle PD Tel. 049 579 0598 - Fax 049 5793911 www.delsanto.it - e-mail: info@delsanto.it

Produzione di conserve alimentari italiane con materia prima stagionale biologica e tradizionale, pronte all’uso a base di verdure, legumi, cerali senza additivi-glutammato-coloranti Orario di apertura dal Lunedì al Venerdì Mattino: 09:00 - 12:00 - pomeriggio 15:00 - 18:00


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Oroscopo

Ariete I colori autunnali e le giornate più corte vi porteranno un po’ di stanchezza fisica che saprete combattere prontamente con una forte motivazione e tanta forza interiore. Troverete soluzioni nuove a vecchi problemi

Toro Continuate ad essere molto altruisti e disponibili verso gli altri, a volte dimenticando o sacrificando voi stessi. E’ tempo di rilassarsi un po’ e, per una volta, prendetevi cura di voi. Anche gli altri noteranno il vostro benessere ritrovato

Gemelli Siete sempre curiosi e volete imparare cose nuove. Non lasciate che qualcuno o qualcosa ostacoli la vostra voglia di esplorare e sperimentare. Siate aperti al confronto ma agite seguendo il vostro intuito

Cancro Il momento sembra favorevole, tutto procede secondo i vostri piani. Non fatevi condizionare dallo stato d’animo delle persone che vi circondano ma salvaguardate il vostro equilibrio e la vostra ritrovata serenità

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Novembre Novembre di attesa e grandi sfide In attesa di tempi migliori, la fiducia può essere un prezioso compagno di viaggio Offriamo rimborso spese, alte provvigioni, formazione e training. CHIAMACI! Telefona per un colloquio allo 049 870 48 84 o scrivi a commerciale@givemotions.it

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Scorpione Non lasciate andare le persone che per voi sono importanti soltanto perché il momento non è dei più semplici. Concedetevi del tempo, riuscirete a vedere le cose da un punto di vista diverso e più ottimistico

Sagittario

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Siete molto aperti verso gli altri e ben disposti ad aiutare chi ne ha bisogno con suggerimenti e sostegno. Riuscirete ad essere un punto di riferimento per la famiglia e gli amici

Capricorno Siete attrezzati per affrontare ogni situazione con sicurezza e buoni risultati. Siate più sereni e concedetevi qualche piccola soddisfazione. Il vostro realismo e lo spirito pratico vi tengono sempre con i piedi per terra.

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Acquario

Siate fiduciosi e non spaventatevi dei cambiamenti, potrebbero essere utili a migliorare la vostra condizione. Siate più disponibili verso gli altri e fate prevalere la leggerezza

Siete molto motivati e determinati anche se si preannuncia un periodo impegnativo. Non fatevi dominare dalle emozioni, riuscirete ad avere le vostre soddisfazioni. Siate prudenti e fiduciosi.

Vergine Da tempo avvertite il bisogno di cambiare marcia, forse è giunto il momento di assecondare questo progetto. Procedete con decisione, se ne siete convinti, e non perdete altro tempo

Pesci Avete grandi progetti da realizzare, che saprete portare a termine. Sarete molto apprezzati per la vostra sensibilità e la generosità. Qualche difficoltà nel prendere una decisione, ma saprete individuare la scelta giusta




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