La Piazza di Padova - Aprile 2023

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OMOGENITORIALI CONTINUERANNO AD ESSERE REGISTRATI ALL’ANAGRAFE

Il sindaco Sergio Giordani conferma la linea assunta: “Non è una posizione ideologica ma una questione di umanità che non possiamo ignorare”

PADOVA GREEN: DAL FESTIVAL DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILE, ALLA CONFERMA DI CITTA’ DEGLI ALBERI

Primo evento nazionale dedicato alla transizione ecologica, con testimonianze che metteranno a confronto diversi protagonisti della mobilità cittadina

Com’è difficile spendere bene Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

n questi giorni sentiamo spesso parlare di soldi, tanti soldi, i fondi del Pnrr. Miliardi di euro che l’Europa ci presta (è bene ricordarlo) per raggiungere una serie di obiettivi che permettano di gettare le basi di quella “next generation” a cui fa esplicito riferimento il piano. Due anni dopo la loro introduzione ci rendiamo conto di quanto sia arduo e incerto impiegare al meglio le generose risorse disponibili.

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segue a pag 5

del giornale L’INFORMAZIONE LOCALE
in ripresa rispetto al
SVILUPPO Padova si prepara ad accogliere la mobilità del futuro 12 POLITICA L’intervista all’opposizione: la
13
ECONOMIA Mercato dell’auto
2022 5
parola a Peghin
20 SANITÀ
dedicato
genere 19
22 Servizio a pag. 6
OBIETTIVO QUARTIERI Due milioni per i nuovi giochi nei parchi cittadini
Parte il progetto
alla disforia di
UNIPD Borse di studio non sufficienti, rivolta tra gli studenti
9
Servizi a pagg. 8 e
APRILE 2023 Periodico d’informazione localeAnno XXX n. 76 di Padova

NOI SIAMO verde

ANTENORE verde

Il mercato dell’auto accelera, a marzo segna +12%

Com’è difficile spendere bene

Abbiamo in mano un portafoglio pieno di soldi ma spenderli è più difficile del previsto e ormai è una corsa contro il tempo, vista la scadenza del 2026 sempre più vicina. Il governo non intende rinunciare, anche in parte, ai generosi fondi ma sta lavorando alla “rimodulazione” del piano per risolvere le criticità emerse negli ultimi mesi. L’intenzione è quella di eliminare i progetti che non potranno essere portati a termine nel 2026 e destinare le relative risorse ad altri interventi che invece potranno essere conclusi nei termini.

Confindustria non nasconde la preoccupazione e teme che senza una strategia precisa il piano possa arenarsi. Quindi ben venga la trattativa con l’Europa per la rimodulazione. “Il Commissario Gentiloni - hanno dichiarato gli industriali nei giorni scorsi - ha aperto alla possibilità di maggiore flessibilità. Un segnale certamente positivo, ma l’Italia deve comunque dimostrare di essere un Paese credibile, rispettando le scadenze. Bisognerà puntare sui progetti effettivamente realizzabili e non sugli interventi a pioggia”.

Intanto su fronte politico si alza la voce critica delle opposizioni. Il Pd ha chiesto di fare chiarezza in Parlamento: “nella maggioranza è caos totale, basta scaricabarile, basta ritardi”. Il Movimento 5 stelle ricorda che “parliamo di soldi ottenuti con estrema fatica in Europa, dopo un lungo braccio di ferro con i Paesi frugali, risorse che rappresentano un’occasione unica per il rilancio dell’Italia”.

Un dato in positivo quello relativo al mese di marzo per quanto riguarda le immatricolazioni di auto nel padovano. Segna infatti un +12,74% la variazione padovana tra il marzo 2023 ed il marzo 2022 - che porta ad un complessivo +6% il totale dei primi tre mesi rispetto al primo trimestre dell’anno precedente - a fronte di un +24,34% mensile veneto ed un +40,78% mensile nazionale. “I dati di marzo - ha commentato il presidente dei concessionari auto di Confcommercio Ascom Padova, Massimo Ghiraldo - indicano che il mercato delle auto sembra vedere la luce in fondo al tunnel grazie a un miglioramento della situazione delle forniture globali”. Il settore però ha bisogno di chiarezza, soprattutto a seguito delle incertezze dei mesi scorsi sul divieto di vendita di auto nuove con motori endotermici dal 2035, tranne quelle alimentate a carburanti sintetici.

“Non vi è dubbio - ha sottolineato Ghiraldo - che l’industria automobilistica sia pronta a fare la sua parte e a supportare le istituzioni per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni al 2035, però dobbiamo ridurre il gap che ci separa dai maggiori mercati europei in termini di diffusione di auto con la spina. Se non recuperiamo velocemente, la nostra industria rischia moltissimo e il nostro mercato il declassamento”. E sul rinnovo del parco veicolare ha concluso: “Una spinta al rinnovo del parco veicolare potrebbe venire dalla revisione strutturale del sistema tributario italiano che potrebbe rappresentare un bell’assist verso la transizione ecologica dell’automotive”.

Rispetto ad un anno fa crescono le immatricolazioni, “ma il settore ha bisogno di chiarezza”

Ditigalizzazione e innovazione, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture per una mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione e coesione, salute: queste le sei “missioni”, i sei pilastri del Pnrr da cui discendono gli interventi da finanziare. Ma l’Italia si scontra con delle criticità strutturali proprio nell’impiegare le risorse a disposizione. La Cgia di Mestre ricorda che “secondo la Banca d’Italia, le opere durano un’eternità. Per un intervento medio di 300 mila euro di voglio 4 anni e 10 mesi, per un investimento da 5 milioni i tempi si allungano a ben 11 anni”. Le speranze sono riposte nelle riforme della pubblica amministrazione e nel nuovo codice degli appalti. Ma quanto è difficile spendere bene.

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Chiuso in redazione il 13 aprile 2023

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Redazione: Direttore responsabile Nicola Stievano >direttore@givemotions.it < Redazione >redazione@givemotions.it <

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Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

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Diritti.

“Lo dobbiamo ai bambini e alle bambine: quali discriminazioni dovrebbero subire?”

Giordani: “Continuerò a registrare i figli delle coppie omogenitoriali”

Il sindaco di Padova ribadisce la sua posizione: “io continuo ad agire nel rispetto delle leggi, come mi sono sempre comportato dal 2017 a oggi”

Nessuna contrapposizione politica e neppure forzatura ideologica, il sindaco di Padova Sergio Giordani - insieme ad altri primi cittadini capeggiati dal Sindaco di Milano, Beppe Sala – tira dritto e continuerà a registrare i figli di famiglie omogenitoriali.

“Qualcuno si è mai chiesto – esordisce Sergio Giordani –cosa accada ad un bambino non registrato? Quali discriminazioni sarebbe costretto a subire? Quanti diritti civili e di cittadinanza gli sarebbero negati? Ecco! Prima di qualsiasi battaglia di parte, in un verso o nell’altro, facciamoci queste domande e se abbiamo tutti l’onestà intellettuale di darci risposte concrete, non potremmo che comportarci in un solo modo cioè pensando a loro, a queste bambine e questi bambini. Non credo che le esigenze dei partiti possano essere più forti di quelle di queste bambine e questi bambini”. “Voi mi conoscete – continua il sindaco di Padova – a me le polemiche non piacciano, non mi interessa in politica fare il tifoso. Io voglio provare a fare le cose nel miglior modo possibile, con buon senso e seguendo la mia coscienza. Sulla registrazione dei figli nati da coppie omogenitoriali io continuo

a comportarmi, nel rispetto delle leggi, come mi sono sempre comportato dal 2017 a oggi. Per me essere Sindaco di Padova è un grandissimo onore ma è ancora di più un’enorme responsabilità: ecco io avverto il dovere di garantire a ciascuno tutte le opportunità possibili. Forse per una certa politica questi sono discorsi fuori moda, ma

“Mi piacerebbe che tutti vedessero la gioia contagiosa delle famiglie composte da due mamme e un bambino quando vengono all’anagrafe”

per me, invece, sono un imperativo morale”.

“Su di una questione tanto centrale, credo sia evidente a tutti ci sono dei vuoti normativi enormi e mentre la politica sceglie di non decidere questi bambini rischiano di restare sospesi. Non possiamo permetterci di far cadere le indecisioni dei “grandi” ai bambini e alle bambine. Il mio appello non può che essere quello rivolto al legislatore e in maniera trasversale alle forze parlamentari di sanare questo vulnus”.

“La legge – spiega il sindaco di Padova – consente di registrare il figlio di una coppia di donne e io l’ho sempre

fatto. Non si possono registrare i figli di due padri ma qui a Padova fino ad ora non abbiamo ricevuto richieste. Però, e scusate se mi ripeto, qui non è una questione politica ma di umanità: mi piacerebbe vedessero tutti la gioia contagiosa delle famiglie composte da due mamme e un bambino quando vengono all’anagrafe. Veramente non capisco quale sia il problema stiamo :stiamo parlando semplicemente di un atto di buonsenso e civiltà ed è una cosa molto concreta. Un sindaco che è anche ufficiale di Stato civile non può non porsi il tema che negando questo atto

amministrativo spalanca le porte a gravi discriminazioni per questi bambini. Credo che tutte le forze politiche abbiano il dovere di lavora-

“Ci sono dei cittadini da tutelare e noi, sindaci che abbiamo giurato sulla nostra Costituzione, non possiamo voltarci dall’altra parte”

re su questo tema in modo pacifico, concreto e non ideologico. Ci sono dei cittadini da tutelare e noi, sindaci che abbiamo giurato sulla nostra Costituzione, non possiamo voltarci dall’altra parte”.

“Io sono fermamente convito che la presidente Meloni, e lo dico senza alcuna polemica ma anzi con spirito collaborativo, possa giocare un ruolo determinante in questa vicenda. Noi sindaci siamo, ovviamente, a sua disposizione per raccontarle cosa accade ogni giorno nelle nostre anagrafi; sono certo che conoscendo le storie, vedendo i volti, ascoltando quelle mamme e quei papà, i percorsi difficili, a tratti drammatici, che hanno dovuto affrontare, la politica potrebbe essere finalmente in grado di mettersi, come si suol dire, al passo con i tempi”.

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Attualità
Il sindaco di Padova Sergio Giordani

Tree Cities od the World. Messi a dimora 10.000 nuove piante resistenti al cambiamento climatico

Padova è Città degli alberi 2022: riconfermata per la terza volta

Bressa: “Un premio che certifica la costanza con la quale stiamo lavorando per rendere Padova sempre più verde, alberata e sostenibile”

Padova è stata riconfermata, per il terzo anno consecutivo, “Città degli alberi”, premiata dal “Tree Cities of the World”, un programma internazionale della Arbour day Foundation e della Fao. L’obiettivo dell’iniziativa è creare una rete internazionale di città al fine di sviluppare la conoscenza e la condivisione di buone pratiche in tema di conservazione delle foreste urbane e gestione dei patrimoni arborei. Sono, infatti, 168 le città del mondo che per il 2022 si possono fregiarsi di questo riconoscimento.

“Un premio molto autorevole che certifica la costanza con la quale stiamo lavorando per rendere Padova sempre più verde, alberata e sostenibile – ha sottolineato

l’assessore al verde Antonio Bressa –. Per il terzo anno consecutivo Padova dimostra di saper rispondere a stringenti requisiti richiesti. Non solo nuovo verde, ma un attento monitoraggio del patrimonio e il fondamentale coinvolgimento della cittadinanza nella promozione e valorizzazione del verde.

Puntiamo a crescere sempre di più in questa direzione”. Per ottenere l’ambito titolo, l’assessorato e il settore Verde del Comune di Padova hanno risposto agli stringenti requisiti richiesti dai cinque standard della domanda di ammissione che riguardano: l’esistenza di una struttura dedicata alla gestione degli alberi come il Settore Verde, Parchi e Agricoltura Urbana); la presenza di rego-

le specifiche per la gestione degli alberi identificate attraverso il Piano di gestione delle alberature; l’esistenza di un censimento degli alberi; la definizione nel bilancio di risorse dedicate, quasi due milioni di euro spesi per la gestione degli alberi; infine l’organizzazione di eventi di promozione e consapevolezza in tema albero. Determinante per il ricono-

scimento anche la realizzazione del progetto della messa a dimora di 10.000 nuovi alberi selezionati in base alla resistenza al cambiamento climatico, alle principali patologie e alla loro capacità intrinseca di catturare polveri e anidride carbonica. Esemplari appartenenti a cinquantaquattro specie diverse: si va dagli aceri ai carpini, dalla farnia

al leccio fino ai salici, ai tigli e ai bagolari, tipici del nostro territorio. Un intervento grazie al quale la città ha potuto arricchirsi di un prezioso patrimonio verde destinato ad erogare i suoi benefici nel corso dei prossimi decenni, in termini di salute, regolazione del clima, pulizia dell’aria, valore sociale, biodiversità.

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L’assessore Antonio Bressa alla messa in dimora di uno degli alberi piantumati di recente

L’appuntamento. A Padova arriva il primo evento nazionale dedicato alla transizione ecologica

Il centro culturale San Gaetano ospita il Festival della mobilità sostenibile

Il primo evento a carattere nazionale che intende capire a che punto è la transizione verso la mobilità sostenibile in Italia. Transizione ecologica, mobilità sostenibile e Pnrr. Sono queste alcuni delle tematiche che saranno trattate all’interno di Eco - Il festival della mobilità sostenibile, il primo in Italia nel suo genere, in programma al centro Culturale San Gaetano il 19 e 20 aprile. Una due giorni dedicata alla transizione verso una mobilità sempre più sostenibile che avrà come testimonial d’eccezione l’attore Neri Marcoré, da sempre impegnato nella sensibilizzazione alla sostenibilità ambientale, anche attraverso le scelte artistiche e l’impegno quotidiano. La manifestazione, organizzata con il patrocinio e la collaborazione di Anci, ha l’obiettivo di comprendere, attraverso dati e scenari a che punto si trova il passaggio verso la mobilità sostenibile in Italia e promuovere un confronto tra gli attori in campo, dalle aziende, alle associazioni fino ai Comuni.

Talk, dibattiti, interviste, illustrazioni di case history, analisi e testimonianze anche internazionali, metteranno a confronto i diversi protagonisti della mobilità nelle nostre città: aziende di trasporto, istituzioni, operatori di mobilità, enti, esperti, università, cittadini. Un evento che ha come obiettivo di dare risposte concrete a domande su come il PNRR può incidere nella realizzazione di una mobilità più green in ambito urbano e su quali siano le best practices a livello europeo da ripercorrere in Italia e quali le principali sfide per le amministrazioni locali.

Nel corso dell’evento sono in programma convegni e talk con focus su tre nodi cruciali: infrastrutture, mobilità, logistica. Tre i talk della

prima giornata: “Sostenibilità dei trasporti, Intermodalità e MAAS”, “Più energia per la mobilità del futuro” e “Welfare aziendale e mobility management, la mobilità al servizio delle persone”; altrettante tavole rotonde sono previste nella seconda giornata “Tecnologia e interventi per una mobilità più sicura”, “Giacimenti urbani, circuiti virtuosi a sostegno dell’economia circolare”, “Approccio data driven, Risk management e la mobilità nel 2040: cosa ci aspetta?”. Tra gli ospiti anche i due Ministeri, oggi al centro del dibattito sulla transizione ecologica del Paese e della trattativa in corso con l’UE sugli obiettivi di decarbonizzazione: il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. Infine attesi anche il Vicesindaco di Parigi che racconterà le iniziative intraprese sul fronte della mobilità smart e sostenibile nella capitale francesee Jean Todt, già AD della Ferrari e presidente della FIA, oggi Inviato Speciale dell’ONU per la sicurezza stradale.

Il traffico torna a fermarsi: a Padova l’ultima domenica ecologica

L’ultimo appuntamento con le Domeniche Ecologiche 2023 è in agenda il 23 aprile, giorno in cui si svolgerà anche la Padova Marathon–Maratona di Sant’Antonio. In concomitanza con la corsa che invaderà pacificamente la città, il centro storico verrà chiuso al traffico: turisti e cittadini avranno così la possibilità di vivere le strade della città senza auto, spostandosi a piedi, in bicicletta o utilizzando i mezzi pubblici.

Come avvenuto nelle precedenti domeniche ecologiche, il blocco del traffico nell’area perimetrata dalle mura cinquecentesche riguarderà tutte le categorie di veicoli a motore, nella fascia oraria dalle 8:30 alle 18:30. Contestualmente alla chiusura al traffico nell’area del centro storico, l’Amministrazione comunale ha deciso di promuovere diverse attività informative, ricreativi laboratori e momenti di approfondimento sulle tematiche ambientali per adulti e bambini.

La giornata di domenica 23 aprile è dedicata ai laboratori per i più piccoli, che si terranno in Prato della Valle. Nel pomeriggio, a proporre attività ad hoc per i bambini della scuola primaria

ci sarà anche il MUSME, il Museo di Storia della Medicina di Via S. Francesco, che per l’occasione ha progettato il laboratorio “Muoviti! Come si muove un corpo” ad ingresso gratuito. Per prenotazioni www.musme.it/domeniche-ecologiche.

Un’iniziativa promossa dal Comune di Padova nell’ambito del pacchetto di misure straordinarie per il contenimento dell’inquinamento atmosferico (DGRV n. 238/2021 e DGRV n. 1089/2021) che la Giunta Regionale ha messo in campo per migliorare la qualità dell’aria in tutto il Veneto. Le misure sono state condivise con i Comuni capoluogo del Veneto e con i Comuni limitrofi che fanno parte dell’agglomerato di Padova, per favorirne l’applicazione uniforme.

Nelle strade chiuse al traffico, potranno circolare esclusivamente le auto elettriche, le biciclette e i monopattini. Sono esentati dal divieto i mezzi del trasporto pubblico locale, le auto del servizio di car-sharing e i mezzi di primo soccorso. Tutte le informazioni sulle deroghe sono consultabili sul sito del Comune di Padova.

Talk, dibattiti, interviste, illustrazioni di case history, analisi e testimonianze metteranno a confronto i diversi protagonisti della mobilità nelle nostre città

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Pnrr. Un investimento di 5milioni e 300mila euro per il restauro dell’ala Nord

Approvato il progetto definitivo del restauro al Castello dei Carraresi

Costruito nel 1372 per volontà del Signore di Padova Francesco il Vecchio, nel corso dei secoli il Castello è stato trasformato in casa di reclusione per poi rimanere chiuso per oltre vent’anni

Solo pochi mesi fa l’atto con il quale la proprietà del Castello dei Carraresi è passata a titolo gratuito definitivamente dallo Stato al Comune di Padova. Ed ora, a distanza di quattro mesi, arriva il progetto definitivo. Su proposta dell’assessore alla Cultura Andrea Colasio, la giunta comunale ha approvato la delibera che autorizza l’affidamento della prima parte dei lavori. Una tappa fondamentale per il recupero del complesso trecentesco che sarà definitivamente ultimato tra circa tre anni.

Costruito nel 1372 per volontà del Signore di Padova Francesco il Vecchio, nel corso dei secoli il Castello è stato trasformato in casa di reclusione per poi rimanere chiuso per oltre vent’anni. Un progetto che l’assessore ha seguito in questi anni con minuzia e dedizione per restituire ai padovani e a tutti i turisti il complesso trecentesco.

Un investimento di 5milioni e 300mila euro, tutte risorse del Pnrr, necessari per portare a compimento il restauro dell’ala Nord. Tremila metri quadrati destinati alle esposizioni di design e arte contemporanea. I lavori inizieranno, quindi, dalla parte strategica del Castello, nella zona in cui sono collocati i cicli affrescati più significativi, con particolare attenzione alla cella 77, dove sono presenti gli affreschi di sette secoli fa. Un programma ambizioso, che prevede un piano terra dedicato al Trecento padovano, mentre al primo e al secondo l’allestimento di spazi per esposizioni non permanenti dedicate, quindi, all’arte contemporanea. Per ora le risorse reperite serviranno a sistemare i due piani, mentre per l’area dedicata al Trecento mancano ancora

1,2 milioni di euro.

“Andiamo sempre di più verso la restituzione ai puristi e ai padovani. - ha spiegato l’assessore all’edilizia monumentale, Andrea Colasio - Siamo in trattativa con i collezionisti per ospitare opere importanti e di grande livello. Una volta ultimato, questo complesso

sarà in dialogo con la cittadella dell’Università che sarà realizzata nella ex caserma Piave. Poi andremo a caccia delle altre risorse, ma l’obiettivo rimane quello di diventare un riferimento dell’arte contemporanea di tutto il nord-est”.

Il prossimo passaggio sarà quindi la pubblicazione del bando ela ditta che si aggiudicherà i lavori dovrà predisporre l’elaborato esecutivo. I cantieri saranno focalizzati sull’impiantistica e sull’allestimento funzionale. A questi faranno seguito gli interventi nell’ala est, per la quale è in corso la progettazione definitiva. Tutti i lavori saranno coordinati sia dal punto di vista dei cronoprogrammi che sulla definizione di materiali e finiture. L’ala sud, che si affaccia su Riviera Tiso da Camposampiero, ospiterà la Collezione Bortolussi, con oltre 3mila pezzi di design contemporaneo, messi insieme tra gli anni ‘50 e ’90. Qui troveranno posto anche le opere dei maestri della Scuola Orafa padovana.

Tra il corpo principale e la cinta muraria del carcere, è stato abbattuto l’edificio ex lavanderia per dare spazio ad un grande prato, parte del quale servirà da plateatico per le strutture ricettive previste nell’edificio successivo. Il cortile centrale, infine, ospiterà manifestazioni all’aperto.

Nello spazio verso piazza Castello, troveranno invece posto sezioni speciali dedicate ad artisti padovani di fama internazionale, come Gastone Rinaldi, Compasso d’Oro per il design nel 1954; Gaetano Pesce scultore, designer e architetto; Alberto Biasi, tra i fondatori del Gruppo N.

Terminato il restauro, l’ambizione è di inserire il Castello dei Carraresi all’interno dell’itinerario Urbs Pictadel Patrimonio Mondiale Unesco.

www.lapiazzaweb.it 10 Lavori pubblici
Rendering del Castello dei Carraresi a lavori ultimati

Verso la mobilità Smart. La cerimonia di consegna dei lavori e l’inizio cantieri del Sir3

Padova del futuro: prende il via la rivoluzione del trasporto pubblico

“È ancora difficile immaginare il beneficio di Smart, ma nel 2026 sono sicuro che la gente sarà soddisfatta perché avremo una città diversa”

Iniziano a farsi concreti i primi passi verso la Padova del futuro, verso un modo radicalmente diverso di mobilità. È stata consegnata al raggruppamento di imprese vincitrici della gara, l’area di cantiere per l’avvio dei lavori della linea tranviaria Sir 3. Con oltre 5 km di tracciato e 13 fermate, la nuova linea collegherà la Stazione di Padova a Voltabarozzo.

“Abbiamo deciso di intraprendere questa strada, non per partito preso, ma dopo approfonditi confronti con i tecnici con i quali siamo giunti alla conclusione che questa è la scelta migliore per la nostra città – ha sottolineato il Sindaco Sergio Giordani –. Avremo certo qualche disagio per i cantieri, ma alla fine i vantaggi saranno enormi. Questo vale per il tram come per le altre opere che saranno realizzate come l’Ospedale, e la Questura. Nel 2026 sono sicuro che la gente sarà soddisfatta perché avremo una città diversa”.

In particolare, i lavori prevedono undici cantieri principali suddivisi in: Capolinea stazione, 28 sotto cantieri lungo il percorso e due cantieri fissi, al nuovo Ponte sullo Scaricatore e al Capolinea di Voltabarozzo.

La conclusione delle opere

è prevista per la primavera del 2025. Nel frattempo, il Comune sta procedendo anche con la progettazione del prolungamento di questa linea fino a Legnaro. Nell’area di Voltabarozzo ai piedi della tangenziale, dove sorgerà il capolinea della linea tranviaria Sir3,sono iniziate anche le prime trivellazioni per la bonifica bellica, volte

Il sistema Sir3, assieme alla Sir1 e Sir2, avrà la capacità di trasporto di 20 milioni di persone l’anno e cambierà le abitudine dei padovani

a ricercare, localizzare e scoprire qualsiasi ordigno esplosivo residuato bellico.

“Mi rendo conto che ancora è difficile immaginare il beneficio che Smart porterà alla città – ha sottolineato l’assessore alla mobilità Andrea Ragona –, ma vedere finalmente i primi lavori visibili, i primi mezzi che si muovono e il via vai di persone nei cantieri, che stanno contribuendo a questa grande opera, oltre ad essere emozionante aiuta a capire il grande lavoro che abbiamo svolto in questi ultimi anni”.

La ditta incaricata ha iniziato rilevando e segnando

su una mappa la posizione dell’acquedotto, escludendo le zone interessate da tubature dall’area di trivellazione. Dopo una prima analisi superficiale, con strumenti capaci di rilevare una profondità fino a -1 metro, si procederà con la bonifica profonda per quote superiori. La bonifica è

realizzata in profondità solo nelle aree non già urbanizzate, come il capolinea, l’area nei pressi del ponte di Voltabarozzo e le aree limitrofe al parco Iris, mentre in aree già urbanizzate, dove è più ragionevole siano già state fatte bonifiche, non sarà necessario trivellare.

Questa linea assieme alla Sir2 e alla Sir1 già in esercizio cambieranno Padova. Infatti, il sistema nel suo insieme avrà la capacità di trasporto di 20 milioni di persone l’anno. La mobilità della città cambierà in meglio e cambieranno le abitudini dei padovani.

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Sviluppo
L’inaugurazione dei cantieri del Sir3

“Padova deve recuperare terreno”

Da 10 mesi il comune di Padova è amministrato dalla Giunta Giordani, al suo secondo mandato come sindaco. Di questi dieci mesi il giudizio dello sconfitto alle elezioni sul 12 giugno 2022 è netto e negativo: “dopo la vittoria mi sembra che questa amministrazione non stia brillando per iniziative: vedo una stasi molto importante di una città dormiente”, attacca Francesco Peghin, imprenditore, campione di vela, già presidente di Confindustria Padova, candidato a sindaco da diverse liste del centro destra nel 2022, candidato alle politiche con Coraggio Italia di Luigi Brugnaro “un amico, un ottimo sindaco”, dice di lui Peghin. “Uno dei miei pallini della città restano i temi dell’economia che possano far crescere, creare opportunità di lavoro”, dice ancora. “Penso al turismo, a un progetto per la Zip, la zona industriale a Est della città. Per quanto riguarda il turismo Padova è molto indietro,

non ha ancora recuperato le presenze del Covid ed è lontano rispetto a città similari come Verona, Bologna e altre. Quindi bisognerebbe con umiltà concepire un piano strategico per il turismo affidato a un manager di livello internazionale. Di questo non si sente parlare”.

E per quanto riguarda la Zip e il quadrante Est della città?

“Da quando è stato messo in liquidazione il Consorzio Zip non si sono viste altro che varianti urbanistiche per singole operazioni: manca un disegno complessivo. Ricordiamoci che lì vicino sta per partire il progetto del nuovo

ospedale. Quell’area potrebbe accogliete imprese del biotech medicale, della biomedica, settori che potrebbero ruotare attorno all’eccellenza padovana. Su turismo e Zip abbiamo fatto diverse interrogazioni, ma risposte chiare niente”.

Dalla zona Est a Ovest della città: l’opposizione è molto critica su alcune scelte riguardo la mobilità.

“Sull’accessibilità alla città mi sembra che Coalizione civica abbia la preponderanza di una visione veramente molto rischiosa per il futuro. Liberare Piazza Insurrezione mi trova d’accordo, però se non

affrontiamo prima il nodo parcheggi non rendiamo un servizio alla città. Stesso discorso è quello sul tram: i padovani sono ignari e ingannati rispetto a quello che succederà con il tram. Quando apriranno i cantieri di questo obsoleto tram su binari si renderanno conto di quanto sta accadendo, soprattutto la terza linea Rubano-Vigonza, mi sembra una cosa incredibile con quelle strade strette, dove ci sono già problemi enormi di traffico. Ora che si parla del Pnrr basterebbe convertire la scelta su bus elettrici con percorsi vincolati senza dover infrastrutturale per binari: si risparmierebbero fondi statali e ci sarebbe più flessibilità”. Per quanto riguarda la Prandina?

“La Prandina non può esser solo parco: può essere parco ma avere anche dei posti auto. Mi sembra che anche parte della maggioranza sia di questa idea”.

Lei tiene ancora ad essere il capo dell’opposizione?

“Io ho ripreso il mio lavoro, faccio l’imprenditore non il politico. Ho creato un gruppo civico che ha una presenza importante in consiglio comunale, sono quattro consiglieri. Mi hanno votato molte persone e per rispetto tengo la mia presenza in consiglio, con il mio gruppo consiliare”. Come imprenditore cosa pensa di questi primi mesi di Governo Meloni?

“È presto per giudicare, ma i segnali mi sembrano buoni, io sono contento di quello che vedo. Nelle difficoltà enormi che comunque ci sono”.

Le manca la vela?

“La vela è tanti anni che non la faccio più intensamente; ho una barca da crociera che ha più di vent’anni nella quale mi rifugio per qualche ora nei fine settimana estivi a sentire il rumore del vento, a veleggiare per poche ore e questo mi basta come relax, è un hobby che ho mantenuto vivo pur praticandolo poco”.

www.lapiazzaweb.it 13 Politica
L’intervista. Francesco Peghin guida l’opposizione in consiglio comunale
Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario Francesco Peghin

Sostenibilità. Il polo logistico del gruppo Alì destinato a cambiare il volto della zona produttiva padovana

2500 piante per la zona industriale

Uno studio dell’Università di Firenze stima in 2 milioni e 300mila chili l’assorbimento di Co2 nei prossimi 30 anni per la zona interessata

Un bosco nel cuore dell’area industriale di Padova con 2.500 piante, bacini e aree verdi. Si presenta così il progetto relativo all’ampliamento del polo logistico di via Svezia del gruppo Alì, destinato a cambiare il volto di una delle zone produttive più importanti del Nordest. Si tratta di un ampliamento che, una volta approvato dal consiglio comunale, rappresenterà un progetto unico nel suo genere perché potrebbe essere una novità grazie agli interventi di opere di mitigazione previste dal progetto. Infatti, quasi 50mila mq dell’intera area interessata all’ampliamento, pari a circa il 32%, saranno destinati al verde.

La sostenibilità ambientale rappresenta uno dei principali elementi del sistema valoriale che da sempre traccia l’operato dell’azienda. Alì crede nell’importanza della

tutela dell’ambiente per migliorare la nostra vita e soprattutto quella delle future generazioni. Il progetto prevede, infatti, la piantumazione di alberi, arbusti e rampicanti per un totale di quasi 2500 piante: un piccolo polmone verde per la Zona industriale di Padova.Uno studio dell’Università di Firenze stima in 2 milioni e 300 mila chili l’assorbimento di Co2 nei prossimi 30 anni per la zona interessata dall’intervento. Una tendenza che Alì persegue da sempre. Sono 52mila, infatti, gli alberi piantati dalla società nei territori dove opera, equivalenti a 190mila mq di suolo a verde. Inoltre, l’azienda ha piantato cinque boschi urbani, veri e propri polmoni verdi certificati FSC. Le polveri sottili catturate dai boschi urbani in un anno equivalgono a 249 giri della terra in automobile.

Grazie agli alberi piantati ed agli interventi in termini di efficientamento, l’azienda ha contribuito ad evitare l’immissione nell’ambiente di 6.351 tonnellate di Co2.

Il progetto di via Svezia va di pari paso con le dinamiche green della logistica 2.0. Le opere di mitigazione idraulica, bacini a cielo aperto, sono

state sovra-dimensionate in modo da compensare eventi meteorologici più intensi rispetto a quanto previsto dalla normativa.

La società sperimenta costantemente nuove tecnologie che puntano a ridurre l’impatto ambientale. Sul tetto verranno posizionati

pannelli fotovoltaici, l’illuminazione full led con un dimezzamento dei consumi per quanto riguarda l’energia complessiva. Un’attenzione che Alì rivolge a tutti i suoi punti vendita. Infatti, per evitare la dispersione di energia, i frigoriferi sono dotati di porte e sono stati installati dispositivi che utilizzano il calore disperso dagli impianti frigoriferi per riscaldare l’acqua sanitaria dei negozi.

Altro elemento importante è il rivestimento di parte del magazzino, previsto in ceramica fotoattiva, un materiale che contiene al suo interno il

biossido di titanio TiO2. Una volta attivato dalla luce del sole e attraverso l’umidità, reagisce eliminando le sostanze nocive, migliorando la qualità nei pressi dell’edificio.

L’espansione territoriale è caratterizzata da interventi studiati ad hoc con l’obiettivo di portare l’impatto ambientale delle strutture aziendali nel tempo a “consumo zero”. Un progetto che si inserisce perfettamente nel solco delle nuove dinamiche di sviluppo della logistica green, una tendenza che anche in Italia sta facendo registrare importanti passi in avanti.

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Il progetto di via Svezia si inserisce all’interno delle nuove dinamiche di sviluppo della logistica green

Ambiente. Un appello alla responsabilità dei cittadini per rispettare la risorsa idrica

Allarme siccità: tutti i consigli per evitare gli sprechi d’acqua

Al via la campagna di comunicazione

Sensibilizzare i cittadini sulla necessità di comportamenti responsabili nell’uso dell’acqua potabile. È l’obiettivo della campagna di comunicazione “Risparmiamo l’acqua, salviamo il futuro” promossa da Comune di Padova, AATO Bacchiglione e AcegasAps Amga. Un appello alla responsabilità dei cittadini per rispettare la risorsa idrica. Dato il momento di grave siccità che sta colpendo il nostro territorio è importante che ognuno faccia la sua parte, proteggendo l’ambiente e risparmiando l’acqua.

“Stiamo investendo per minimizzare le perdite della rete idrica, ma ciascuno di noi può adottare comportamenti che – se seguiti da tutti – possono portare a significativi risparmi nel consumo di acqua potabile – ha sottolineato il Vicesindaco Micalizzi – Voglio fare un appello a tutti: ciascuno

diventi testimonial di questa Campagna. Scaricate i materiali da Padovanet e condivideteli sui vostri social, per divulgare il più possibile il messaggio”. Le raccomandazioni sono contenute nell’Ordinanza del Sindaco Sergio Giordani dove si possono trovare elencati anche tutti i comportamenti da tenere in prossimità dei corsi d’acqua e le limitazioni previste nel tratto dei canali interni compresi tra il canale Alicorno, il canale San Massimo, il canale Santa Chiara, il Tronco Maestro e il tratto del Piovego compreso tra le Porte Contarine e Ca’ Nordio. Semplici consigli e accorgimenti che si possono adottare per utilizzare questa importante risorsa in modo parsimonioso, sostenibile ed efficace, limitandone il consumo, evitando inutili sprechi e favorendo il risparmio economico: dal

controllo del corretto funzionamento degli impianti idrici all’utilizzodi frangi getto per i rubinetti o lo scarico differenziato; dall’utilizzo dell’irrigazione a goccia per i giardini all’ utilizzodi lavatrici e lavastoviglie sempre a pieno carico. E ancora utilizzare l’acqua piovanaper spazi verdi e non far scorrere in modo continuo e

inutilmente l’acqua mentre si è in bagno. Nel frattempo, il Pnrr ha finanziato 39 milioni di euro per un progetto per la riduzione delle perdite idriche, 14 milioni dei quali per la rete gestita da AcegasApsAmga. Un acquedotto già molto performante, spiegano e che dal 2026 riducendo l’attuale 27% di perdite

che lo collocano in classe B, pronto ad arrivare in classe A, cioè con una perdita inferiore al 18%. Va detto che la perdita zero, in un acquedotto è impossibile, al punto che un acquedotto nuovo perde il 15%. Per il resto tocca a tutti i cittadini scendere in campo con le buone pratiche: se lo fa l’oltre 1 milione di cittadini dei 136 comuni del consiglio di bacino Bacchiglione i benefici si vedranno eccome. Per quanto riguarda la portata d’acqua di fiumi e canali, la realtà è critica. Situazione diversa per l’acqua potabile, che al momento la situazione non obbliga al razionamento, ma la tendenza registrata è di un abbassamento della falda di Villaverla dove pesca il nostro acquedotto. L’attenzione è d’obbligo perché se ad ora c’è la risorsa disponibile, a preoccupare è la tendenza registrata.

Sara Busato

Aggiornamenti in tempo reale sulla viabilità: la storia del gruppo “Tutta la Romea minuto per minuto”

Un servizio di aggiornamento in tempo reale della viabilità sulla Romea, creato dai cittadini per i cittadini. È la storia del gruppo Facebook “Tutta la Romea minuto per minuto”, creato da Matteo Tonello con l’intento di offrire un canale di informazione immediato per tutti i frequentatori della statale 309.

Quando e come nasce l’idea di creare un gruppo in cui informarsi?

“L’idea nasce nel giugno 2014. Ero in autobus ed eravamo fermi da tre ore a causa di un incidente. Mi sono detto: “Ci vorrebbe un gruppo in cui chiunque possa fare segnalazioni sulla viabilità in tempo reale”. E da lì mi sono messo all’opera per crearlo. Non avevo mai fatto nulla di questo genere prima, ma in breve tempo la

mia idea ha raggiunto moltissime persone: pensavo che saremmo arrivati a 100 e invece in 9 anni siamo arrivati a 45.380 persone. Il progetto si è esteso a macchia d’olio e senza alcuna sponsorizzazione o promozione, soltanto con il passaparola della gente”.

C’è qualche battaglia che avete seguito?

“Abbiamo seguito parecchie battaglie negli anni. Fra queste la più importante sicuramente riguarda l’aver dato voce alle segnalazioni dei cittadini in merito alla situazione di degrado della fermata sulla Romea all’altezza di Sant’Anna di Chioggia: in qualche modo siamo riusciti a giungere al cuore dell’amministrazione, perché alla fine ci ha dato ascolto e ha provveduto. Dopo vari incontri con l’Anas,

non hanno semplicemente posizionato delle pensiline per la fermata, come mi sarei aspettato, ma hanno provveduto proprio a modificare la viabilità, creando anche uno spiazzo per i bus e facendo davvero un gran lavoro. È stata una grossa soddisfazione per il gruppo,

Una delle immagini della campagna informativa per contrastare la siccità A sinistra, Matteo Tonello, proprietario del canale Facebook; a destra, Michela Tuzza, altra amministratrice del gruppo

che non sono consentite per una questione di privacy”. Quanto è impegnativo gestire un gruppo così?

perché ci ha fatto capire che possiamo fare qualcosa anche per il sociale”.

Il gruppo sembra piuttosto ordinato. Come fate?

“Il nostro impegno è proprio tenere a bada questo tipo di individui, bloccandoli, silenziandoli o cancellando i post ripetitivi e le foto,

“Parecchio. Fortunatamente però posso contare sul grande sostegno dell’altra amministratrice, Michela Tuzza, oltre che sul supporto dei membri che non si risparmiano dal segnalare post ed eventuali problemi. E poi c’è un grande aiuto anche da parte delle forze dell’ordine: con la polizia locale di Chioggia abbiamo un ottimo rapporto, si è creata una sinergia per cui comunichiamo con loro per aggiornare i post relativi a determinate situazioni; e anche con qualche officina della zona che si occupa della pulizia della strada”.

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Attualità
“Risparmiamo l’acqua, salviamo il futuro”

In arrivo a Padova il Centro pubblico dedicato alla disforia di genere

Conto alla rovescia per l’avvio del Centro di riferimento regionale per i disturbi dell’identità di genere all’Azienda Ospedale Università di Padova. A stabilirlo la Regione attraverso un’apposita deliberaapprovata all’unanimità dalla giunta Zaia. All’Azienda Ospedaliera viene chiesto di predisporre un progetto per la presa in carico dei pazienti decisi a intraprendere il percorso di cambiamento di sesso.

“L’Azienda ospedale Università di Padova rappresenta la sede professionalmente più adeguata al Centro di riferimento regionale per tali disturbi – si legge nella delibera della Regione –. L’azienda sanitaria dovrà porre particolare attenzione all’assistenza psicologica e ai trattamenti medico-chirurgici, farmacologici e terapeutici, valutando l’opportunità di collaborare con gli altri Centri di riferimento regionali e/o internazionali dotati di esperienza nella disfunzione di genere”.

“Abbiamo deciso di indicare l’Azienda Ospedale Università di Padova perché riteniamo che abbia le maggiori competenze e sia quindi in grado di fare da capofila su questa tematica – ha commentato l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin –. Ora l’Azienda cucirà un progetto su misura, indicando i vari settori e i reparti che saranno coinvolti”.

A Padova, sarà possibile intervenire su pazienti con disforia di genere, condizione caratterizzata da una intensa e persistente sofferenza causata dal sentire la propria identità di genere diversa dal proprio sesso.Il tema non è nuovo per l’Unità operativa di Andrologia e Medicina della riproduzione di Padova. “Il Centro sarà realizzato nella struttura di via Modena – ha precisato il direttore generale dell’Azienda Ospedale Giuseppe Dal Ben – che già ospita Medicina della riproduzione. Il gruppo di lavoro non nasce dal nulla, da anni una trentina di specia-

listi coordinati dal professor Andrea Garolla seguono persone da tutt’Italia”.

In due anni il numero di pazienti seguito dall’equipe padovana è cresciuto da 38 a 200 persone, di cui il 60% è rappresentato da donne. La struttura sarà dotata di personale con competenze multidisciplinari e mul-

In due anni il numero di pazienti seguito dall’equipe padovana è cresciuto da 38 a 200 persone, di cui il 60% è rappresentato da donne

ti-specialistiche nell’ambito delle varie problematiche riconducibili al cambio di genere. Diverse sono le professionalità introdotte dal Gruppo interdisciplinare incongruenze di genere

(Giig) per dare un’assistenza adeguata e completa alla transizione: andrologi, ginecologi, urologi, endocrinologi, psichiatri, neuropsichiatri infantili, psicologi, chirurghi, internisti, otorinolaringoiatri e nutrizionisti.

Il percorso di affermazione di genere non è lo stesso per tutte le persone. Il primo step è la diagnosi da parte di

un neuropsichiatra infantile nel caso di minori o di uno psichiatra o psicologo per gli adulti. Il paziente viene preso in carico e si sottopone a una serie di esami per fotografare il suo stato di salute. Non manca l’attenzione alla preservazione della fertilità. Durante la terapia ormonale sostitutiva sono previsti controlli a sei mesi e dopo un anno i maggiorenni possono affrontare l’iter legale. In Azienda ospedaliera attualmente vengono effettuate le chirurgie demolitive ma non le ricostruttive, per trovare competenze adeguate bisogna andare nei centri specializzati con attese di almeno cinque anni. L’iniziativa si pone in lineacon la normativa nazionale. Già dal 1993 le leggi statali e regionali, infatti, avevano stabilito che consulenza, accertamenti, assistenza psicologica e trattamento chirurgico fossero erogati dal Servizio Sanitario nazionale, indicando quindi l’esigenza di individuare le strutture pubbliche in grado di garantirli. Il centro dovrebbe essere aperto entro la fine dell’anno e sarà il centro regionale di riferimento per i disturbi dell’identità di genere.

Lanzarin: “Abbiamo deciso di indicare l’Azienda Ospedale Università di Padova perché riteniamo che abbia le maggiori competenze e sia quindi in grado di fare da capofila su questa tematica”

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Il progetto. Grande sensibilità in Veneto verso il tema del cambiamento di sesso

Tecnologia led per 2.100 punti luce

Grazie agli interventi effettuati si potrà risparmiare il 43% del consumo energetico

Il miglioramento dell’illuminazione stradale a costi più contenuti: ha preso il via il progetto del Comune di Padova per sostituire 2.100 punti luce con tecnologia led. L’operazione riguarda alcuni quartieri della città nella zona Sud di Prato della Valle. Si tratta di Madonna Pellegrina, Sant’Osvaldo, Città Giardino e della zona ospedale fino a via Forcellini, comprendendo anche la Basilica di Santa Giustina. L’impatto sarà importante per tutelare l’ambiente e la spesa pubblica, dato che grazie agli interventi effettuati si potrà risparmiare il 43% del consumo energetico (400mila kWh all’anno), che corrisponde a 156 tonnellate di CO2 non emesse in atmosfera ogni anno.

“È un intervento in linea con obiettivi di risparmio energetico – ha spiegato il vicesindaco Andrea Micalizzi – permetterà infatti un risparmio di circa il 40% dei consumi e quindi dei costi in bolletta. Inoltre queste luci illuminano meglio le strade, quindi più sicurezza per la circolazione e maggiore confort visivo per gli abitanti”.

I lavori prevedono la sostituzione di 2.100 punti luce con led di ultima generazione, la sostituzione dei quadri elettrici, di circa mille pali e l’interramento di 23 km di linee aeree, aumentando l’efficacia, l’efficienza e la sicurezza dell’intera rete di illuminazione, oltre che a rendere le zone della città esteticamente più belle e ordinate. Particolare attenzione sarà infatti dedicata alla riqualificazione dell’illuminazione, in chiave di valorizzazione del patrimonio storico-architetturale, della Basilica di Santa Giustina, come in precedenza è stato fatto, sempre grazie all’accordo tra Comune e Hera Luce, per il Duomo di Padova. “Si tratta della tranche di lavori per l’illuminazione più significativa mai avviata in città – ha detto il vicesindaco Micalizzi –: per dare un’idea, quando abbiamo convertito a led l’Arcella abbiamo messo in opera 1300 punti luce, qui siamo quasi al doppio. I lavori interessano oltre 200 strade della città”.

La tecnologia a led permette un miglioramento dell’illuminazione stradale sia in termini di uniformità che di confort visivo, incrementando la percezione dei colori. Un dettaglio tecnico ritenuto importante è la dismissione di due cabine elettriche a media tensione che spesso provocavano interruzioni elettriche all’intera aerea di riferimento, che saranno sostituite con impianti a led a bassa tensione.

Il cantiere è stato aperto a fine marzo e i lavori partiranno da via Tre Garofani nel quartiere

Manutenzione e nuove aree gioco:

2 milioni di euro per i parchi cittadini

Nuove aree gioco per i più piccoli, rifacimento dei vialetti e manutenzione dei giardini: il Comune di Padova ha reso noto di aver completato il progetto di riqualificazione delle aree gioco cittadine. I lavori sono costati due milioni di euro e le aree verdi risistemate sono 8 e riguardano il parco San Carlo, il parco Morandi, il parco Milchovic, l’Iris, il Margherita Hack, il parco degli Alpini, i Giardini del Borgo e il Giardino della Luna. In totale sono stati installati 51 gio-

chi per i più piccoli: giochi a molla, dondoli, altalene, torri, pedane, scivoli, arrampicate, scale. Tutti realizzati in acciaio e materiale plastico che garantiscono la resistenza sia agli agenti atmosferici che al vandalismo. Molti di questi giochi possono essere utilizzati anche da persone con disabilità.

“Agli otto siti previsti inizialmente dal progetto siamo riusciti ad aggiungere anche altre cinque aree verdi” ha reso noto l’Assessore al Verde, Antonio Bressa. “Anche queste ultime sono ora dotate di nuove strutture per il gioco all’aria aperta. Siamo riusciti a completare i lavori in tutte le aree e a renderle fruibili per l’inizio della primavera, momento in cui vengono più frequentate. L’investimento è stato importante e ne abbiamo in programma altri in altri quartieri”.

In fase di progettazione è stata posta particolare attenzione alla riqualificazione dei vialetti esistenti, la cui pavimentazione è stata rinnovata per permettere il transito di carrozzine, passeggini, ausili per la mobilità. Inoltre, sono stati realizzati dei disegni sulla pavimentazione in gomma in modo da agevolare anche gli utenti ipovedenti nella individuazione dei percorsi di accesso ai

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giochi. (d.b.) Madonna Pellegrina. L’area dove si eseguiranno gli scavi è già stata transennata, ma gli interventi sono stati programmati in modo da non dover interrompere il traffico veico- lare. L’intero progetto di riqualificazione si concluderà a fine anno. L’investimento di Hera Luce ammonta a circa 3,5 milioni di euro. Diego Buonocore Il vicesindaco Andrea Micalizzi alla presentazione del progetto del Comune

Padova

delle lame” e leggende Benvenuti nel “quartiere cinese”

Èancora chiamata la “Chinatown di Padova” anche se di cinese non ha e non ha mai avuto niente. E’ la zona al lato del Cavalcavia di Chiesanuova, in fondo a via Palestro, verso la ferrovia, Piazza Toselli, le parrocchie di San Giuseppe e di San Girolamo. Ci accompagna Francesco Peloso che ha organizzato un tour con “Padovanità”, un gruppo di amici che ama la propria città e che accompagna a conoscere la storia e i luoghi dei quartieri.

“In epoca romana via Palestro era la prosecuzione dalla Patavium verso Vicenza attraverso strada Pelosa, una importante via di comunicazione; successivamente l’area è andata in abbandono, era diventata zona boschiva che venne ripulita solo dalla Repubblica Serenissima per finalità difensive, per avere una buona visuale dalle Porte Savonarola e San Giovanni in caso di aggressione.

Ad inizio Novecento vi fu la grande trasformazione: la zona divenne Quartiere Vittorio Emanuele Secondo, realizzato dal 1927 al 1930 per dare un tetto alle persone che abitavano nel quartiere Santa Lucia, particolarmente degradato. Venne redatto un progetto dell’architetto Gino Peressutti che prevedeva il trasferimento di centinaia di famiglie. All’inizio degli anni ‘30 vennero realizzate le prime quattro palazzine, Piazza Toselli ha iniziato ad esistere in quel periodo lì”.

Da dove deriva la denominazione Chinatown?

“Era una zona di edilizia popolare e con molte famiglie, con problemi di criminalità. Per quanto riguarda l’origine dell’appellativo di “Chinatown” o “quartiere cinese” ci sono tre differenti tradizioni. La prima riguarda il colore delle palazzine, gialle. La seconda fa riferimento al fatto che in quella area vi fosse la concentrazione di quasi mille persone in quattro palazzine, tutti stretti dentro, come i cinesi. La terza interpretazione è perché era una zona appannaggio delle forze comuniste

e sembra ci fosse un gruppo di comunisti maoisti. Il quartiere aveva dato origine a figure di spicco della resistenza, come Antonio Camporese.

Il “quartiere cinese” vanta un forte senso di identità, è cresciuto negli anni ’50 con l’Ina casa del governo Fanfani, e poi sono cresciute anche le parrocchie, a San Giuseppe si è aggiunto San Girolamo per volere dell’allora vescovo Girolamo Bordignon. Tutta una zona in grande evoluzione soprattutto in questi ultimi cento anni”.

Ci sono luoghi interessanti?

“All’interno del quadrilatero dei Caduti della Resistenza ci sono i resti di un rifugio antiaereo: la zona è vicina alla ferrovia e a Campo di Marte, strategica per i trasporti e veniva bombardata. Sempre nel quadrilatero c’è poi un singolare “giardino d’inverno”, una costruzione unica a Padova. Si tratta di un complesso di edifici di ringhiera in una serra al chiuso: è stato progettato dall’architetto Sironi e realizzato una ventina d’anni fa. È molto particolare anche se mi chiedo come ci si viva, dev’essere molto caldo d’estate lì”.

Del “quartiere cinese” abbiamo raccolto anche una testimonianza letteraria: Mas-

similiano Zorzi, padovano, scrittore, vi ha ambientato le scene di alcuni suoi romanzi.

Ne “L’Occhio Sinistro di Dio” ha raccontato una certa malavita padovana degli anni 80 e 90 che adesso non c’è più. “Sono nato e cresciuto nel “quartiere cinese”, vi ho ambientato tre dei miei romanzi e, a parte il primo che ha delle note autobiografiche, il resto è opera di fantasia. Si tratta di avvenimenti in parte accaduti che io ho poi romanzato. Una fonte di ispirazione sono stati i personaggi che ho conosciuto, qualcuno legato alla malavita padovana, e le leggende del quartiere.

Giù dal cavalcavia di via Vicenza verso Chiesanuova c’era una zona impenetrabile, disboscata solo una decina di anni fa. In mezzo alla boscaglia c’era un’immagine sacra, una Vergine di pietra appoggiata su un tronco, la “Vergine delle lame”. Se si doveva prendere una decisione importante si poteva lasciare in pegno il proprio coltello. Questi sono gli elementi autobiografici, poi da lì ho creato una Padova esoterica, una visione magica e fantastica, che trovate nei miei libri”.

Gli asiatici non c’entrano ma questa zona tra via Palestro e Chiesanuova svela non poche suggestioni, tanto da diventare l’ambientazione di alcuni romanzi

www.lapiazzaweb.it 21 Obiettivo quartieri Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario
da scoprire. Un gruppo di amici organizza tour negli angoli nascosti “Vergine
Sopra, un gruppo di cittadini alla scoperta di Palestro. Sotto: a sinistra, Massimiliano Zorzi, a destra Francesco Peloso

Il caso. Le proteste degli studenti davanti all’Università: “Regione vergognosa”

Arrivano le borse di studio, ma in 1955 sono ancora scoperti

Con la seconda assegnazione aumentano le borse, ma gli idonei non beneficiari sono ancora troppi

Negli scorsi mesi abbiamo raccontato di come quest’anno, per una serie di fattori, fosse riemersa la figura degli idonei non beneficiari. Si tratta di studenti e studentesse meritevoli di una borsa di studio ma che, per mancanza di fondi, restano a bocca asciutta. La cosa ovviamente ha creato non pochi disagi alla comunità studentesca che per tutto lo scorso semestre si è mobilitata, ottenendo la promessa da parte dell’Università che gli eventuali altri finanziamenti venissero indirizzati verso le borse di studio.

“Oggi è uscita la seconda assegnazione delle borse dopo mesi di silenzio vergognoso, dettati da un colpevole ritardo della regione Veneto, i nuovi fondi coprono solo una parte delle borse mancanti senza estinguere la lunga lista di idonei non beneficiari della prima assegnazione. Sono ancora

1.955 gli idonei non beneficiari nel nostro ateneo. Dai calcoli fatti questa mattina, in particolare, sono 207 gli studenti internazionali e 1.747 le matricole dell’Unione Europea ancora senza borsa di studio. Un numero decisamente troppo alto per pretendere di ignorare il problema da parte delle istituzioni” dichiara Samuele Dalla Libera, rappresentante degli studenti nel CdA di Unipd in quota Udu Padova.

“I silenzi e i ritardi della Regione Veneto hanno dimostrato

nuovamente il colpevole disinteresse della Donazzan verso il diritto allo studio. Oltre ai finanziamenti provenienti dal Ministero, la Regione non si è preoccupata di aumentare i fondi per la copertura delle borse di studio, nemmeno per tutelare gli studenti iraniani a rischio. Alcune regioni hanno messo al centro del loro lavoro il diritto allo studio e le università, in Veneto abbiamo tre università molto importanti, ma che rilevanza gli danno

Udu: “I silenzi e i ritardi della Regione Veneto hanno dimostrato nuovamente il colpevole disinteresse della Donazzan verso il diritto allo studio”

Zaia e Donazzan? Nessun interesse per gli studenti, siamo senza borse, senza mense e senza residenze perché sono degli incompetenti. Non è possibile ignorare i diritti di migliaia di studenti, servono maggiori investimenti in diritto allo studio e servono ora. Basta chiudere gli occhi davanti a questa tragica situazione, Zaia e Donazzan si confrontino con noi rappresentanti. La nostra protesta non finirà finchè tutti gli aventi diritto non avranno ciò che gli spetta” conclude Domenico Amico, coordinatore Udu Padova.

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Unipd
Gli studenti dell’Unipd in protesta contro la carenza di borse di studio
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Servizi.

Una nuova apertura che offrirà soluzioni a privati ma anche a piccole e medie imprese

Nuova filiale in Corso Stati Uniti per Banca Adria Colli Euganei

La filiale ha anche un’area per la consulenza con specialisti disponibili a guidare le scelte finanziarie e assicurative dei clienti

Continua la sfida di Banca Adria Colli Euganei per testimoniare i valori del Credito Cooperativo e la capacità di investire sul territorio. L’obiettivo si è concretizzato infatti con l’apertura di una nuova filiale a Padova in Corso Stati Uniti 23M, a pochi metri dal Mercato Agro Alimentare di Padova (MAAP), ovvero uno tra i primi cinque mercati per capacità commerciale a livello nazionale. Partecipata l’inaugurazione, che ha visto la partecipazione di autorità civili e di tanti ospiti e rappresentanti delle categorie economiche, intervenuti per il taglio del nastro.

“Abbiamo scelto quest’area nel cuore pulsante di una delle zone industriali più attive del Veneto per dare continuità a un’azione intrapresa tre anni fa in piena pandemia– spiega il Presidente, Mauro Giuriolo -. A luglio 2020 abbiamo aperto il nostro primo presidio in città in Via Gaspare Gozzi. I risultati di questo lavoro e delle relazioni che abbiamo saputo valorizzare nell’attività di servizio e di assistenza alla clientela ci hanno incoraggiato sulla via della crescita della nostra presenza nel capoluogo. Dove altri ritirano le loro insegne e i loro servizi, noi abbiamo invece trovato spazi per investire e per presidiare il

territorio con professionalità e passione. Le imprese –continua Giuriolo- ci dimostrano fiducia, apprezzano il nostro approccio e i nostri prodotti. Non siamo solo banca siamo soprattutto partner e soprattutto ci siamo sempre. Al rischio di desertificazione degli sportelli bancari nei territori – conclude Giuriolo- rispondiamo con nuovi presidi e con il rafforzamento della nostra presenza nei Comuni più piccoli, come a Stanghella,

dove ci siamo trasferiti nei nuovi locali in via Mazzini e a Bottrighe. Entro il prossimo maggio saranno completati i lavori di ristrutturazione voluti dal Consiglio di Amministrazione per continuare ad offrire un elevato livello di servizio ai nostri soci e clienti di quella zona”.

“La nuova filiale di Corso Stati Uniti a Padova – spiega il Direttore generale Tiziano Manfrin– ha in dotazione anche un’area dedicata esclusivamente alla consulenza con specialisti pronti a guidare i clienti nelle proprie scelte finanziarie, di investimento ed assicu-

rative. Con questa nuova apertura Banca Adria Colli Euganei offrirà soluzioni e servizi non soltanto a privati e famiglie, ma anche alle piccole e medie imprese e a quelle più strutturate che operano nella zona. L’ambiente è moderno e funzionale: è stata installata un’area Self con ATM evoluto, che permette di effettuare operazioni in modo sicuro e tranquillo ben oltre l’orario di apertura degli sportelli”. All’inaugurazione hanno portato il loro saluto Paola Berto, consigliera della Provincia di Padova con delega allo sviluppo eco-

nomico e alla promozione delle eccellenze padovane, che ha sottolineato il ruolo fondamentale svolto dalla banca locale nella crescita del tessuto economico e sociale del territorio e delle imprese, puntando sull’importanza della consulenza nell’approccio finanziario alla clientela.

Sul tema del rischio di desertificazione bancaria e di abbandono dei locali produttivi in città e provincia è intervenuto l’Assessore alle attività produttive del Comune di Padova, Antonio Bressa.

“Da una ricerca accurata

che abbiamo svolto anche in collaborazione con agenzie immobiliari abbiamo verificato come più del 90% dei capannoni nel nostro capoluogo sia attivo e ospiti attività produttive- ha detto Bressa –. Un bel segnale non solo per testimoniare la vitalità della nostra imprenditoria locale, ma anche in chiave bancaria per capire come sia importante affiancare questo rinnovato slancio imprenditoriale con professionalità, vicinanza e consulenza da parte di banche in grado di ricostruire un clima di fiducia. Un buon inizio”.

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Economia
A sinistra, l’assessore Bressa al taglio del nastro della filiale; sotto, gli esterni e gli interni della nuova banca
“Una filiale nel cuore pulsante di una delle zone industriali più attive del Veneto per dare continuità ai nostri obiettivi”
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Calcio Padova. Dopo la vittoria pre pasquale a Trento, si guarda al futuro

Una stagione strana ma ricca di grandi soddisfazioni

Torrente: “Vogliamo arrivare il più in alto possibile. Non voglio pormi limiti”

La vittoria del Padova nel turno pre pasquale in trasferta a Trento è stata una bella sorpresa per la squadra allenata da Vincenzo Torrente, tre punti che hanno portato i biancoscudati a consolidare una posizione che li vede nel gruppone delle zona play off che, dopo la rivoluzione dello scorso anno, era un obiettivo, non così scontato da raggiungere, con un nuovo allenatore (Bruno Caneo, poi sostituito da Torrente, ndr), una squadra ringiovanita che, soprattutto all’inizio ha messo in mostra un gioco bello, idee chiare e propositive. Poi, alcuni scossoni, anche societari che hanno destabilizzato un po’ l’ambiente, e la rotta, seppur con alti e bassi, ritrovata con un gioco abbastanza concreto con Torrente in panchina. In un girone che ha visto con due turni di anticipo trionfare la Feralpi, in un torneo dove, le parole estive davano favorite la promozione nella serie Cadetta di una tra Pordenone e LR Vicenza. E invece, le sorprese sono state ben altre, tipo Arzignano e, nel girone di ritorno, la Virtus Verona che assieme al Padova sono nel lotto (quando scriviamo, mancano due turni alla fine del campionato, ndr) delle squadre in zona play off. Troppo poco per il Padova? No, alla luce, appunto, della riorganizzazione rispetto all’annata scorsa, ricordando che poi i play off in un certo senso azzerano tutto ed entrano in ballo molti altri fattori. Mister Torrente è un allenatore esperto e la squadra ha ottimi interpreti di gioco e può giocare anche con la spensieratezza dei suoi giovani, su tutti Aljosa Vasic che proprio al Briamasco di Trento ha lasciato la sua firma, quanto mai importante. E le sue parole sono quanto mai esplicative. “Vogliamo arrivare il più in alto possibile. Non voglio pormi limiti. Son convinto di questa squadra, abbiamo avuto un momento di difficoltà, ma guardandoci tra di noi ci capiamo”.

Dal canto suo, mister Torrente, oltre alla concretezza difensi-

va, sa anche toccare i temi e le corde giuste in fatto di concentrazione e attenzione. E poi, a Trento, si è rivisto in panchina anche Niko Kirwan, un giocatore importante infortunatosi a fine agosto in allenamento con la rottura del legamento crociato del ginocchio, privando prima Caneo e poi Torrente di una pedina importante per le due fasi di gioco. “Con Torrente giocherò da terzino di spinta, nella difesa a 4, facendo sovrappo-

sizioni con l’attaccante esterno, le parole del neozeladese. Il campionato di quest’anno è veramente strano, ai tifosi prometto che darò sempre il cento

Pallanuoto, le ragazze di Antenore Plebiscito ai vertici della Serie A1

Al termine della stagione regolamentare le ragazze dell’Antenore Plebiscito Padova Pallanuoto si sono piazzate al secondo posto della Serie A1 e si sono automaticamente qualificate per le semifinali-scudetto. Le ragazze del settebello rosa padovano sono in vasca in questi giorni dopo l’eliminazione dalla EuroCup nonostante la vittoria in semifinale in trasferta contro la FTC Telekom, squadra ungherese che all’andata aveva vinto con miglior differenza reti.

per cento, come ho fatto in questo recupero. Ho rinnovato col Padova fino al 30 giugno 2025, sono molto felice e orgoglioso”.

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Creazione e gestione dei profili Facebook strategia di comunicazione digitale e organizzazione di ADV sulle piattaforme social. Per le attività già in possesso dei profili social verrà effettuata una revisione degli stessi in un’ottica di miglioramento della brand awareness.

e Instagram del cliente, campagne L’INFORMAZIONE

L’allenatore Stefano Posterivo ha invitato la rosa delle giocatrici a concentrarsi sul campionato: “dobbiamo sicuramente dimenticare la delusione della coppa europea, tenendo però ben presente la prestazione fatta a Budapest e la vittoria conquistata in un campo molto difficile contro una squadra molto forte, sfiorando la qualificazione grazie ad una prestazione di alto livello. Dobbiamo continuare a giocare

Annunci WhatsApp

Servizio di comunicazione diretta one-to-one per messaggi immediati tra l’azienda e i suoi clienti attraverso un numero geolocalizzato appositamente creato per il servizio e tutelato dalle correnti normative per la privacy. Il numero, gestito attraverso una piattaforma di controllo, può spedire fino a 10.000 messaggi con pacchetti da 3,5 o 12 invii/anno a seconda delle esigenze. L’attivazione, l’invio e il monitoraggio del servizio è a carico degli sviluppatori di Give Emotions Lo stile della comunicazione e le proposte da inviare saranno studiati dall’azienda cliente assieme alla strategist per massimizzare l’efficacia del servizio.

Siti Web

Creazione di siti web, dalla landing page al sito web strutturato il tutto ottimizzato per la visualizzazione da cellulare e per motori di ricerca.

Sito a Norma

Gestione del sito internet del cliente e della Cookie e Privacy policy

Verifica SSN con eventuale configurazione e aggiornamenti annuali. Proposta valida anche per domini già esistenti.

così, perché quando mettiamo in acqua queste qualità siamo sicuramente un’altra squadra”. Nel frattempo sono stati definiti orari e date di play-off e play-out della Serie A1 di pallanuoto femminile, con variazioni notevoli rispetto al calendario iniziale a causa della World Cup. L’inizio dei play-off è stato avvicinato mentre sono slittate le semifinali e finali Scudetto e finale play-out. Con SIS Roma e Plebiscito Padova, prima e seconda nella regular season, già in semifinale, la vincente nei quarti di finale di Bogliasco-Orizzonte affronterà Padova il 26 e 29 aprile ed eventualmente il 3 maggio e nelle stesse date la vincente di Rapallo-Trieste affronterà la SIS Roma in semifinale. La finale play-out, al meglio delle due vittorie su tre partite, tra Rari Nantes Florentia e Brizz Nuoto, è prevista il 29 aprile a Firenze, il 6 maggio a Catania ed eventualmente il 13 maggio di nuovo a Firenze. (d.b.)

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Un’azione di gioco (foto di Rosario Turrisi) Nella foto, un momento dell’ultima partita tenutasi a Trento

Basket serie B. Giornata decisive, il bilancio del coach Riccardo De Nicolao

Virtus ad un passo dai play off: “Finale di stagione entusiasmante”

Siamo al punto decisivo del campionato di Basket di serie B. Pochi decisivi incontri e vedremo se la classifica sorriderà alla Virtus Basket Antenore Energia. Per ora sì. I neroverdi sono a un passo dai play off, il che vuol dire promozione. La squadra ha sempre dimostrato di esserci, buone individualità, tanta ricerca del collettivo, alcune individualità eccezionali. Il bilancio personale del coach Riccardo De Nicolao è più che positivo. “Se mi avessero detto a inizio stagione che saremmo arrivati a questo punto della stagione a questo punto della classifica risponderei che siamo in linea con il nostro obbiettivo. E’ ovvio che quando ti trovi per più settimane al quarto posto e vinci vuoi vincere sempre di più. Dobbiamo essere obbiettivi e dire a noi stessi che la stagione è più che positiva, purtroppo abbiamo anche avuto a che fare con il lungo stop di Lusvarghi, si è infortunato nel derby con il Petrarca e non l’abbiamo ancora recuperato. Sono stati bravi i ragazzi a rimediare anche a questa assenza. Il percorso è positivo: ora che arriva il clou della stagione dobbiamo finire bene le ultime partite e poi farci trovare prontissimi per il turno play off”.

Quali sono stati fino a questo punto del campionato I punti di forza e di debolezza della squadra ?

“Una cosa che mi è piaciuta molto di questa squadra è il fatto che non ha mai avuto lo stesso protagonista, in ogni partita poteva esserci un protagonista diverso, in moltissime partite ci sono stati anche più protagonisti, abbiamo fatto partite con cinque o sei giocatori in doppia cifra e questo è un segnale importante di uno sport davvero di squadra: riuscire a suddividere le responsabilità ed avere delle prestazioni importanti è sicuramente un nostro punto di forza di cui sono molto contento. Se devo trovare un punto sul quale stiamo cercando di lavorare è la costanza di rendimento, perché ogni tanto abbiamo delle giornate un

po’ più difficili, abbiamo dei giri a vuoto ogni tanto, questo non va bene e stiamo cercando di lavorare su questo aspetto”.

Come saranno i prossimi incontri, chi la preoccupa degli avversari ?

“Esclusa Orzinuovi che è la prima in classifica e che sta nettamente dominando il campionato, e Palermo che è fanalino di coda, Vicenza, Capo d’Orlando e Ragusa sono scontri diretti perché fanno parte di quel gruppone di centro classifica. Al momento Virtus è in testa a questo gruppo, ma i prossimi saranno scontri diretti. Ho parlato con i ragazzi: è il momento di giocarcela partita per partita e vediamo dove ci troviamo alla fine del campionato”.

Cross country, Manuel Piva trionfa al Trofeo Euganeo

Manuel Piva è il vincitore della seconda tappa del Trofeo di mountain bike Euganeo specialità cross country di Teolo. La gara si è svolta su un tracciato di sette chilometri con un dislivello di 290 metri a giro, da percorrere più volte a seconda della categoria di appartenenza. Piva è alla sua seconda vittoria tra i veterani della categoria A. “La gara si è svolta su un percorso inedito, molto bello e adatto a tutti. Per me è stata davvero una grande soddisfazione riuscire a recuperare sugli atleti più giovani e aggiudicarmi la gara con il miglior tempo

assoluto”.

Per rendere ancora più viva ed emozionante la gara è stato realizzato in Piazza Perlasca a Teolo un mini circuito per piccoli biker che si sono cimentati in un percorso con differenti ostacoli e gradi di difficoltà, che ha permesso loro di imparare le prime tecniche di guida in sella alla mountain bike.

“È stata una gara dura con tanta salita e un tratto guidato nel bosco molto bello e divertente – ha dichiarato all’arrivo Mattia Calgaro, vincitore dei Senior A –. Il circuito si è svolto su un tracciato

con fondo secco e in alcuni punti polveroso con un primo tratto veloce seguito da un lungo strappo più esigente in salita, interrotto da alcuni single track di sottobosco molto divertenti che terminavano con una lunga discesa, veloce e tecnica”, ha commentato Mirco Tagliaferro, primo classificato dei Veterani B.

Le ultime quattro tappe del circuito di mountain bike toccheranno alcune delle location più suggestive dei Colli Euganei, con partenze da Galzignano, Arquà Petrarca, Montegrotto e Rovolon. (d.b.)

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“Facciamo per davvero gioco di squadra: riuscire a suddividere le responsabilità ed avere delle prestazioni importanti è sicuramente un nostro punto di forza di cui sono molto contento”
Foto On/Off Production

Eventi. Il compositore

padovano

d’adozione raccontato dall’iniziativa degli Amici della Musica

Passeggiate culturali sulle tracce del violinista Giuseppe Tartini

Da fine aprile a fine settembre dieci concerti gratuiti affidati a giovani violiniste presso la Chiesa di Santa Caterina

Veniva chiamato ‘Maestro delle Nazioni’ per la sua capacità di attrarre allievi da tutta Europa. Giuseppe Tartini, celebre violinista e compositore, passò gran parte della sua vita a Padova, dove svolse l’attività di musicista, teorico, filosofo e maestro. Grazie alla sua presenzanel Settecento,la città divenne famosa per la sua ricca vita musicale.Tartini, infatti, giunse in città nel 1708 per studiare giurisprudenza all’Università di Padova. Divenne primo violino e capo dell’orchestra della Basilica di Sant’Antonio e fondò la prestigiosa Scuola delle Nazioni. A tutti gli effetti un padovano d’adozione. Per dare risalto alla singolare figura di questo poliedrico musicista, gli Amici della Musica di Padova portano a Padova da fine aprile il progetto “Esplorazioni Tartiniane”, una rassegna musicale e culturale sulle tracce di Giuseppe Tartini. La rassegna che nasce in collaborazione con l’Università e sviluppata grazie al contributo del Comune di Padova con il patrocinio della Regione del Veneto, ha l’obiettivo didare risalto alla singolarefigura di questo poliedrico musicista.

Dieci passeggiate culturali attraverso i luoghi padovani del compositore, a cura delle Guide dell’Associazione Tartini2020, per approfondire uno specifico tema della vita di Tartini a Padova, i suoi legami con l’ambiente musicale e culturale della città. Da Prato della Valle al Santo, alla Chiesa dei Servi, al Bo, per giungere infine alla Chiesadi Santa Caterina dove è previsto un concerto finale, introdotti dalla musicologa Myriam Guglielmo.

I concerti ruotano attorno alle sonate che Tartini scrisse nell’ultima parte della sua vita: composizioni che vengono raramente suonate e che richiedono notevole virtuosismo da parte dell’interprete. Novità di quest’anno è data

dalla possibilità di visitare la Biblioteca Antoniana e il laboratorio di un liutaio. La partecipazione è libera con prenotazione obbligatoria: info@ amicimusicapadova.org.

Si inizia, sabato 29 aprile, con l’evoluzione di Giuseppe Tartini a Padova.Da giovane genio ribelle a maestro delle nazioni. L’appuntamento è alle 15 presso il Sagrato del Duomo per poi visitare l’area limi-

I concerti ruotano attorno alle sonate che Tartini scrisse nell’ultima parte della sua vita

trofa della Cattedrale, legata alla figura della futura consorte del grande Maestro: Elisabetta Premazore. Una piccola sosta al Laboratorio di Liuteria, prima di passare al Bo per approfondire gli inizi della carriera accademica di Tartini a Padova e i successivi aspetti legati ad una vita interamente dedicata alla musica. Il tour terminerà alla Chiesa di Santa Caterina, luogo molto caro al musicista e dove sono custodite le sue spoglie e quelle di sua moglie. Il concerto finale è affidato ai talentuosi Sofia Manvati al violino e Matteo Varagnolo all’organo. Per l’occasione propongono brani di Giuseppe Tartini (Sonata n. 7 B.a1 per violino solo), Benedetto Marcello (Sonata op. 3 n. 4 per organo), di Johann Sebastian Bach (Concerto BWV 972 per organo da Vivaldi). Infine Giuseppe Tartini con la Sonata op. 2 n. 4 B.h6 per violino e basso.

Il secondo incontro è previsto sabato 6 maggio alle ore 15 presso la Basilica del Santo. In questa occasione il tema principale è la vita e la carriera di Giuseppe Tartini a Padova: da primo violino alla Cappella Musicale del Santo alla lode funebre recitata in suo onore

nella Chiesa di Santa Maria dei Servi. L’ itinerario è dedicato all’approfondimento della storia della collaborazio-

ne musicale tra il Maestro di Cappella Francesco Antonio Vallotti e Giuseppe Tartini. Visita alla Biblioteca Antoniana e alla Chiesa di Santa Maria dei Servi e infine alla Chiesa di Santa Caterina. Qui i due violinisti Isacco Burchietti e Myriam Guglielmo presentano un repertorio completamente tartiniano attraverso la Sonata n. 6 “Senti lo mare” B.e1 e Sonata n. 12 B.G2. Nel mese di maggio, la domenica pomeriggio, si svolgerà anche la rassegna il Maggio

Organistico, quattro concerti d’organo in quattro diversechiese di Padova. Il concerto inaugurale del 7 maggio si svolgerà nella Chiesa diOgnissanti, che custodisce uno degli organi più antichi e preziosi della nostra città, l’OrganoCallido di fine ‘700. La domenica successiva 14 maggio, il concerto sarà tenuto nella Chiesadi S. Antonio Abate dove si trova un grande organo meccanico, costruito sul modellodell’organo tedesco dell’epoca di Bach. I due

ultimi concerti di domenica 21 maggio e 28maggio si terranno nella Chiesa dell’Immacolata e nella Chiesa di San Francescorispettivamente. Anche gli organi di queste chiese hanno una grande potenzialità espressiva, etutta la rassegna offrirà un grande affresco sulla letteratura organista, da compositori barocchicome Bach e Frescobaldi fino ad autori moderni come Reger e Ligeti.

Un appello per salvare la casa del pittore e ceramista Bussotti

“C’è un luogo a Padova, pochi passi fuori porta Savonarola, in cui architettura e arte figurativa si sono resi inscindibili”: inizia così l’appello di Enrico Pietrogrande per salvare la casa del pittore e ceramista Renzo Bussotti, scomparso sei anni fa, all’angolo tra le vie Giuliani e Baracca in rione Palestro. La casa, con le pareti esterne decorate da numerosissime ceramiche, rischia la demolizione per far posto a un condominio. Di qui l’appello a salvare una vera e propria opera d’arte raccolto da numerosi cittadini che si sono mobilitati: “assolutamente da salvare”, hanno scritto in molti. La casa è un edificio a due piani, le ceramiche che decorano le pareti esterne sono di dimensioni, forme e colori diverse e compongono un mosaico di rilievi e colori. Un’opera d’arte ammirata da quanti passano

e da quanti vi si recano apposta. Renzo Bussotti nacque a Firenze nel 1925, frequentò studi classici e l’Accademia di Belle Arti. Si trasferì a Padova nel 1967, dove è deceduto nel 2017; era nipote di Tono Zancanaro che viveva nella stessa via Baracca e fratello del compositore Sylvano Bussotti. Partecipò a numerose collettive e gli furono dedicate mostre antologiche nelle città che più hanno segnato il suo percorso artistico: Padova nel 1991 e Pisa nel 1992. Dalla metà degli anni ’50 espose anche a Philadelphia e Buenos Aires, e iniziò

ad affiancare l’attività pittorica a quella grafica. Come laboratorio impiegava un capanno di legno a pochi metri dalla casa, in via Baracca, una modesta e bassa costruzione che è stata recentemente demolita e sostituita da un edificio di quattro piani. “E’ sempre più urgente – scrivono i firmatari nel manifesto-appello – che l’amministrazione comunale e ogni altra istituzione competente e/o doverosamente interessata si occupino della casa avvolta dalle ceramiche, cercando il modo di tutelare il lascito dell’artista”. (d.b.)

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A sinistra, Matteo Varagnolo all’organo; a destra, la violinista Sofia Manvati

#Regione

L'intervista. Il senatore Raffaele Speranzon è vice presidente vicario del gruppo Fratelli d’Italia a Palazzo Madama

“Dal taglio del cuneo fiscale ai bonus Il nostro aiuto a famiglie e imprese”

Il recente taglio al cuneo fiscale, che dovrebbe alleggerire il peso delle tasse per i lavoratori con i redditi più bassi, è l’ultimo dei provvedimenti adottati dal governo per fronteggiare mesi ancora impegnativi per i conti di famiglie e imprese. Sarà sufficiente? Che altro fare? Ne parliamo con il senatore veneziano Raffaele Speranzon, che a Palazzo Madama è anche vice presidente vicario del gruppo di Fratelli d’Italia.

Senatore, qual è il fronte più caldo che vede impegnato il governo Meloni?

Stiamo lavorando soprattutto sulla riduzione delle tasse, per questo abbiamo messo a punto una finanziaria che taglia il cuneo fiscale e aumenta la platea dei cittadini che si troveranno qualcosa di più in busta paga, partendo dai redditi medio bassi. La nostra riforma fiscale ha l’obiettivo di tagliare le tasse a tutti, a cominciare da chi si trova in maggiore difficoltà. Vogliamo allargare la platea dei cittadini che da questa riforma avranno qualcosa in più. Come sostenere concretamente le famiglie?

Abbiamo introdotto vari bonus energetici per pagamento bollette, che hanno permesso alle famiglie di affrontare l’impennata dei costi energetici. Abbiamo anche raddoppiato tutti i benefici per i genitori che mettono al mondo dei figli e introdotto un congedo parentale più lungo e più ore di permesso retribuito. Da quest’anno l’assegno unico è aumentato, così come le pensioni minime. In una situazione economica come quella attuale, ancora difficile e con una quotidiana instabilità a livello internazionale, dobbiamo far fronte anche all’aumento dell’inflazione.

Che risposte dare invece al mondo delle imprese?

Il primo obbiettivo era scon-

giurare chiusure di massa, fallimenti e ascesa della disoccupazione. Una volta messo in sicurezza il nostro sistema economico e produttivo siamo pronti a ripartire. La previsione di crescita dell’1 % inserita nel Documento di economia e finanza approvato lo scorso 11 aprile è anche la risposta che diamo ai vari gufi, secondo i quali eravamo ormai sull’orlo del fallimento. Invece il 2023 sarà un anno di crescita, anche se c’è ancora molto da fare.

A questo proposito, come superare l’impasse del Pnrr?

Stiamo cercando di snellire procedure per raggiungere gli obiettivi fissati. È bene ricordare che per due decenni l’Italia ha gestito i fondi strutturali per la formazione e per miglioramento della qualità dei lavoratori, oltre che per l’implementazione delle infrastrutture e delle tecnologie. Non siamo riusciti a spendere quasi la metà di questo denaro, ora abbiamo il quadruplo delle risorse, quindi vanno modificate e trasformate le procedure. L’obiettivo è creare le condizioni perché la burocrazia non sia un ostacolo, ma ci aiuti ad utilizzare al meglio questi fondi. Abbiamo centralizzato tutto su Palazzo Chigi proprio per lavorare su questo aspetto cruciale. Per l’opposizione non state facendo abbastanza, cosa rispondete?

Rispondiamo con i fatti, ormai da mesi: abbiamo riformato il codice degli appalti, abbiamo in cantiere la riforma della giustizia per garantire a tutti un giusto processo in tempi brevi, perché la lentezza della giustizia produce impunità, stiamo lavorando ad una proposta di legge che va a gravare le pene per chi occupa immobili abusivamente. Abbiamo adeguato il contratto degli insegnanti, bloccato da oltre un decennio. Abbiamo dato il via alla riforma dell’au-

tonomia differenziata e a quella delle province, all’orizzonte c’è anche la riforma del presidenzialismo. Non siamo certo con le mani in mano. Altro fronte che ci vede impegnati è quello della sovranità alimentare e il no al cibo artificiale con cui si vorrebbe uniformare l’alimentazione in tutto il mondo. Noi difendiamo la dieta mediterranea e la nostra filiera di qualità che vale centinaia di miliardi e garantisce anche un’elevata aspettativa di vita. Si parla ancora di emergenza immigrazione, che fare? Dobbiamo far comprendere che il confine italiano è un confine comunitario, quindi l’emergenza riguarda l’Europa intera che non può continuare a stare alla finestra. Tutta l’Europa deve sentirsi coinvolta e responsabile, per evitare scelte drastiche e pesanti conseguenze. Vanno stretti accordi con tutto il Nord Africa e gli altri Paesi del bacino mediterraneo, serve una forte azione comune se vogliamo evitare altre tragedie.

In Veneto fra poco si vota a Vicenza e Treviso: com’è il rapporto con gli alleati?

Anche stavolta siamo riusciti a fare sintesi sui candidati che guideranno queste città per i prossimi anni, siamo sicuri saremo ancora premiati dal consenso degli elettori, come è stato di recente nel vicino Friuli Venezia Giulia e prima in Lazio e Lombardia. A livello regionale orma è chiaro che Fratelli

d’Italia è la forza politica più importante. Confidiamo nella disponibilità di Zaia a dare ascolto alle proposte, alle idee e ai suggerimenti del primo partito in Veneto. Da parte nostra non verrà mai a mancare la lealtà nei confronti della giunta regionale. Ha fatto discutere la presa di posizione di Fratelli d’Italia sulle carriere alias a scuola. Perché quella lettera al liceo?

Più che una lettera al singolo istituto sarebbe stato meglio fare una lettera aperta su questo tema così complesso che richiede una seria riflessione. Oggi in Italia prima dei 1 8 anni un giovane non viene considerato sufficientemente maturo per guidare un’auto, votare, consu-

mare alcolici. Anche sul fronte penale un minorenne che commette un reato ha responsabilità attenuate. Riteniamo che sia prematura ogni decisione sulle cosiddette carriere alias da parte di un adolescente. Ad ogni cosa il suo tempo, il cambio di sesso è previsto e regolato dalla legge, è un diritto legittimo ma deve essere frutto di una decisione matura, non presa sull’onda dell’emotività. L’adolescenza invece è una fase di conflittualità permanente, dobbiamo andarci cauti. Meglio se le scuole, anziché occuparsi di questo, si concentrano sul loro ruolo didattico e sulla formazione dei ragazzi.

Consiglio Veneto, confermata la squadra del presidente Ciambetti

Il Consiglio regionale del Veneto ha votato il rinnovo dell’Ufficio di Presidenza senza particolari contraccolpi all’interno della maggioranza, in particolare nel rapporto di forza tra Lega e Fratelli d’Italia.

Sono stati confermati il presidente Roberto Ciambetti (Lega-LV), con 37 voti, i vicepresidenti Nicola Finco (Lega-LV) per la maggioranza, con 36 voti, e Francesca Zottis (Partito Democratico) per la minoranza con 9 voti, nonché i segretari Alessandra Sponda (Lega-LV) per la maggioranza con 34 voti, ed Erika Baldin (Movimento 5 Stelle) per la minoranza con 9 voti.

“Il voto di metà legislatura - spiega il presidente

Ciambetti - è previsto dal regolamento del Consiglio regionale: si tratta di una procedura che serve anche come strumento di verifica e controllo dell’operato di chi gestisce l’assemblea. Il voto espresso non solo sancisce il riconoscimento del buon lavoro fatto finora ma rappresenta anche un segnale per il percorso che ci condurrà, nei prossimi due anni e mezzo, alla conclusione della legislatura: l’attività legislativa che ci vedrà impegnati è ancora molta, sia in termini di quantità di provvedimenti, sia soprattutto in termini di qualità. Il rinnovo di tutti i componenti rappresenta quindi una continuità che consentirà all’assemblea legislativa di proseguire al meglio”.

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Raffaele Speranzon

disagio giovanile non va sottovalutato e va affrontato a scuola e all’università”

Afianco degli studenti e del loro disagio, manifestato in più occasioni, anche in momenti solenni come l’inaugurazione dell’Anno Accademico all’Università di Padova. Rachele Scarpa, parlamentare del Partito Democratico, non sottovaluta l’appello che arriva dai giovani alle prese con le difficoltà quotidiane nell’affrontare il percorso di studi.

“La Rete degli studenti medi, l’Unione degli Universitari e il

Sindacato pensionati italiani (Spi Cgil) - ricorda la deputata veneta - hanno presentato alla Camera i dati della loro ricerca ‘Chiedimi come sto’. É successa una cosa importante: i 30mila studenti e studentesse che ci dicono come stanno, quanto difficile sia stata la pandemia, che pensano sia necessario un supporto psicologico fruibile e a portata di mano impongono un impegno urgente del Parlamento, come in que-

ste settimane è emerso spesso”.

A fronte di questa situazione l’Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti Medi hanno presentato in Parlamento una proposta di legge sul benessere psicologico degli studenti, con la proposta di istituire un presidio psicologico con psicologi in ogni scuola e università.

Rachele Scarpa chiede un impegno urgente al Parlamento per garantire un presidio psicologico e una rete di supporto sociale

Con la tappa a Vicenza si è concluso il tour “Comunità Energetiche Rinnovabili e gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente. Uno strumento per la transizione energetica” che ha toccato tutte province venete.

“Il bilancio di questa esperienza è estremamente positivo - commenta Roberto Marcato, assessore regionale allo sviluppo economico ed energia -. Complessivamente, nell’arco di un mese, ho potuto incontrare oltre 500 sindaci, toccando in pratica tutto il territorio regionale. Ho riscontrato che c’è ampia consapevolezza che le comunità energetiche sono uno strumento importante sul quale investire per il nostro futuro.

Noi faremo la nostra parte come stiamo già facendo, ora ci aspettiamo dal Governo i decreti attuativi. Ci aspettiamo che renda l’utilizzo delle comunità energetiche molto semplice e facile da costruire e mettere a sistema. Abbiamo davvero l’opportunità di scrivere una pagina importante vero l’autonomia energeticaconclude Marcato -.

È una partita fondamentale e ne va dello sviluppo del nostro territorio”.

“La scuola e l’università - aggiunge Scarpa - sono l’epicentro da cui parte un grido di aiuto e devono essere quindi l’epicentro della nostra risposta: dai luoghi di istruzione si possono intercettare condizioni di disagio e difficoltà, dei singoli e dei contesti familiari, ma soprattutto si può fare prevenzione e promozione del benessere psicologico”.

“L’istruzione pubblica - continua la deputata del Pd - deve diventare un’àncora di salvezza per chi è in difficoltà e il primo luogo di acquisizione degli strumenti psicologici, sociali e culturali per stare bene: poi servono risposte complesse e di sistema. Serve lo psicologo di base, perché il benessere di una persona non può essere legato al fatto di potersi permettere di pagare un professionista. E ancora bisogna pensare alla situazione nelle carceri, o alle condizioni limite di chi arriva nel nostro paese dopo aver attraversato il Mediterraneo. Serve una rete di supporto sociale per gli anziani, per non lasciarli soli. Servono sguardi ampi e una grande volontà politica di fare sintesi, con trasversalità e determinazione. Utilizzeremo, per que-

sto, l’intergruppo parlamentare per il benessere psicologico da me promosso: dall’ascolto degli studenti e dal confronto in Parlamento devono partire le risposte urgenti che la mia generazione sta chiedendo”, conclude Scarpa.

“La nostra proposta di legge - spiega Camilla Velotta, dell’esecutivo nazionale della Rete Studenti Medi - punta ad istituire, regolare e finanziare un servizio di assistenza psicologica, psicoterapeutica e di counselling scolastico e universitario, che possa basarsi su personale professionista e interfacciarsi con il servizio sanitario territoriale assicurando la presa in carico degli studenti che ne avessero bisogno. Oggi molte scuole e università offrono un servizio psicologico, ma le risorse economiche e il personale a disposizione sono gravemente insufficienti: infatti, noi chiediamo che lo Stato investa almeno cento milioni di euro all’anno per arruolare sul territorio dei team multidisciplinari di professionisti, le cui competenze

devono garantire l’assistenza in relazione alle necessità specifiche degli studenti”. “Siamo andati ad individuare una necessità delle nostre generazioni. - osserva Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete - Vedere concretamente lo stato di malessere all’interno dei nostri coetanei ha fatto scattare la scintilla su quella che avrebbe dovuto essere la strada da percorrere. A fronte di un’ampia coscienza del proprio stato di disagio, uno dei principali rischi è quello che si vada verso l’assunzione del malessere come parte integrante della propria vita. L’intento politico è sempre stato, dunque, quello di far emergere questa ‘fragilità generazionale’ come punto di partenza per la costruzione di una rivendicazione sul diritto al benessere psicologico, un diritto quasi per nulla esistente, ma che riteniamo debba essere prioritario in futuro e, partendo da questo, bisogna costruire le basi affinché si fondi sui principi di universalità e su misure di welfare pubblico”.

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Regione
Il caso. La deputata veneta del Pd raccoglie l’appello degli studenti
“Il
Rachele Scarpa e Ivan Pedretti (Spi Cgil) Roberto Marcato
Comunità energetiche, Marcato ha incontrato cinquecento sindaci

L’inaugurazione. Aperto al traffico il collegamento da Spresiano alla A27, due chilometri costati 66 milioni di euro

Pedemontana Veneta quasi completa Manca solo l’ultimo tratto vicentino

Anche l’ultimo tratto della Pedemontana in provincia di Treviso è stato aperto al traffico. Due chilometri, realizzati quasi tutti in trincea e con un costo di 66 milioni di euro, che collegano il casello di Spresiano con la A27. Alle Dolomiti da una parte, mentre dall’altra, grazie all’innesto con la A28 e più in là ancora con la A4, a Pordenone, Portogruaro, Udine, Trieste, l’Austria, la Slovenia. Insomma, il Nordest e il Nord Europa connesse da una superstrada definita all’unanimità strategica. Al completamento del progetto mancano ancora 12 chilometri, quelli che vanno da Montecchio Maggiore a Malo: se tutto filerà liscio, en-

tro la fine dell’anno il casello di Montecchio (di competenza della Brescia-Padova) verrà aperto e allora si potrà parlare davvero di grande anello est-ovest dell’intero Nordest. Per “varare” l’interconnessione della Marca sono arrivati in tanti. Dal vice presidente del Consiglio dei ministri con delega alle infrastrutture e ai trasporti Matteo Salvini al governatore Luca Zaia con la giunta regionale al completo. Parlamentari e sindaci, ordini professionali e vertici della Dogliani, l’impresa che ha realizzato l’opera. “La storia della Pedemontana parte con i primi progetti degli anni Novanta. Si blocca, va in stallo, e solo negli ultimi anni l’impe-

gno della Regione ha portato all’avvio dei cantieri. L’apertura del collegamento con la A27 – ha dichiarato Zaia – permette ora di fare l’atteso salto di qualità: decine di comuni, migliaia di aziende, tantissimi abitanti di questi territori hanno finalmente un’arteria importante per il traffico veicolare, in una delle aree produttive più importanti del Paese. Questo significa anche un aiuto all’economia, all’attrazione di in-

vestimenti, alla crescita di una porzione di Veneto che viveva sotto scacco di una viabilità secondaria ormai satura”. Da Pordenone a Bassano in un’ora e 55 minuti. Da Portogruaro a Vicenza in un’ora e 20 minuti. Da Treviso Nord a Montecchio in 50 minuti. Numeri che rivoluzionano gli spostamenti in una parte d’Italia storicamente imbottigliata nel traffico. Numeri dettati non soltanto da quei

94,5 chilometri di Superstrada Pedemontana Veneta, ma anche dai 68 chilometri di nuova viabilità ordinaria connessa alla grande opera. L’appello accorato di Zaia (e di Salvini) a usare l’infrastruttura (“Utilizzatela, utilizzatela, utilizzatela”) va inevitabilmente letto come risposta a chi mette sul piatto i costi dei pedaggi. “I flussi di traffico sono in aumento, con il valore finora record di 33.943 veicoli raggiunto il 10 marzo scorso. Gli introiti andranno ad aumentare nei prossimi mesi e anni, favorendo una piena sostenibilità economica”, da detto il presidente della Regione. Che tradotto significa: la Pedemontana ci è costata 2 miliardi e 258 milioni di euro, secondo i piani arriveremo a velocità di crociera al nono anno di vita, più viene utilizzata prima finiamo di pagarla e prima potremo iniziare ad abbattere i pedaggi.

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Zaia invita ad usarla: “È un aiuto all’economia di una parte della nostra regione che viveva sotto scacco di una viabilità satura, prima finiamo di pagarla e prima potremo iniziare ad abbattere i pedaggi”
L'inaugurazione della "Pedemontana Veneta"

Emergenza siccità: “Dobbiamo recuperare il tempo perduto con un cambio di passo”

La crisi idrica non molla la presa in Pianura Padana, con fiumi e laghi alle quote minime. La scarsità di pioggia (17 millimetri soltanto a marzo, contro la media mensile di 65, e ad aprile non sta certo andando meglio) sta mettendo in ginocchio l'agricoltura e il presidente del Veneto, Luca Zaia, il mese scorso ha firmato un'ordinanza regionale che invita i cittadini a evitare gli sprechi d'acqua e a predisporre piani di emergenza per l'approvvigionamento. Secondo le parole del presidente veneto, servirebbe dunque un piano d’azione che consisterebbe nel ripulire gli invasi alpini, rendere le cave di pianura dei bacini veri e propri, ottimizzare la rete di distribuzione per l'agricoltura rispetto all'attuale colabrodo che comporta la perdita del 70-80% di risorsa idrica. Ne abbiamo parlato con Luigi Lazzaro, presidente

di Legambiente Veneto. Crisi idrica. Come ovviare al problema e in che tempi?

“La situazione è davvero critica. Non siamo intervenuti in tempo e ora dobbiamo efficientare velocemente, accelerando i tempi. Abbiamo

pensato a trovare modi per incanalare e far defluire l’acqua verso mari e laghi, senza pensare a come gestire davvero questa risorsa che potrebbe invece comunque essere recuperata. Stiamo parlando di circa 22 miliardi di metri cubi di acqua che potrebbero essere recuperati, depurati e disposti per tantissimi usi, tra cui quello agricolo. Serve dunque mettere in campo un piano, magari facendo ricorso anche al Pnrr per attuare questi interventi, puntando a un cambiamento in tempi magari non brevissimi ma comunque ristretti”.

Un problema attuale con radici lontane. Come affrontarlo?

“Non possiamo semplicemente pensare di costruire nuovi invasi per la raccolta delle acque, perché il deficit pluviometrico è allarmante e come riempiremmo i nuovi invasi?

Sarebbe bene piuttosto intervenire sugli invasi che già ci sono con un’attività di manutenzione, aumentandone la capacità. Serve ragionare nello straordinario, e a questo siamo stati abituati negli ultimi anni. Ma serve anche un cambio di passo nell’ordinario”.

Si sente parlare spesso ultimamente del ricorso a dissalatori. Cosa ne pensa?

“In alcune zone, come nel Delta del Po, si è già fatto ricorso a questa pratica, ma per un utilizzo legato a una carenza momentanea. Sicuramente possono aiutare, ma hanno costi importanti e richiedono un grande dispendio energetico che a lungo andare non aiuterebbe. Inoltre, nel trattamento restano dei reflui, dei fanghi, che poi vanno smaltiti.

C’è poi anche da tenere presente che, proprio anche nel caso del Delta del Po, l’acqua desalinizzata era sconsigliata

agli ipertesi, perché presentava comunque alti contenuti di salinità e in Italia abbiamo una percentuale importante di cittadini con questi problemi che sarebbero quindi esclusi dal privilegio dell’utilizzo di questa risorsa. Dissalatori sì, dunque, ma soltanto nell’emergenza: non possono essere la soluzione”.

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L’intervista. La riflessione di Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto
ASCOLTA QUI L’INTERVISTA
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Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto

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Aspiag Service. il programma educativo per promuovere sana alimentazione e stili di vita salutari nelle scuole primarie

Despar fa crescere “Le Buone Abitudini”

In Triveneto ed Emilia-Romagna il progetto, ideato e promosso da Despar (Aspiag Service) nel 2006, si espande e diventa digitale

330 istituti scolastici di 127 Comuni, oltre 120.000 alunni formati, 350 eventi e 1640 ore di laboratorio organizzati: sono alcuni importanti numeri che descrivono, in Triveneto ed Emilia-Romagna, l’attività de “Le Buone Abitudini”, il programma per l’educazione alla sana alimentazione e ai corretti stili di vita, avviato nel 2006 da Despar (Aspiag Service) nelle proprie regioni di riferimento. Un programma che, grazie alla collaborazione con il Consorzio Despar Italia e le società che ne fanno parte, da quest’anno si allarga su scala nazionale: il progetto, diventato una best practice in Triveneto ed Emilia-Romagna dove è stato avviato diciassette anni fa, è stato infatti esteso a tutte le 17 regioni italiane in cui il Consorzio e le sue società sono presenti.

Le Buone Abitudini è un programma innovativo nato con l’obiettivo di supportare scuole e famiglie, nel perseguire e raggiungere un concetto ampio di qualità della vita, con particolare attenzione ai temi della sana alimentazione, del

movimento fisico e del rispetto per l’ambiente. Il programma è stato studiato come un ciclo educativo completo per accompagnare insegnanti, alunni e famiglie lungo tutto il cammino della scuola primaria, dalla classe prima alla classe quinta. Nel dettaglio, il programma è strutturato in cinque percorsi di educazione alimentare curati e verificati in collaborazione con un team di specialisti e differenziati per ciascuna classe della scuola primaria. Attraverso una metodologia attiva di insegnamento, grazie alla quale i bambini possono approfondire e mettere in pratica quello che imparano con sperimentazioni pratiche e semplici azioni quotidiane, il percorso formativo permette così di sviluppare competenze e tematiche trasversali in linea con le indicazioni nazionali del MIUR.

Il progetto, volto da sempre a coltivare nei cinque anni di scuola primaria un seme speciale, fatto di curiosità, sensibilità ed esperienza, che germogliando possa aiutare i bambini a crescere in

modo sano e consapevole, a partire dall’anno scolastico 2022/2023 ha cambiato pelle per rivolgersi verso una dimensione innovativa e digitale. Oggi, infatti, “Le Buone Abitudini” è un programma fruibile interamente online attraverso una piattaforma gratuita (https://www.lebuoneabitudini.despar.it/piattaformascuola/) dedicata agli insegnanti della scuola primaria che possono registrarsi con facilità e usufruire di contenuti scientifici aggiornati e proposte interattive messi a disposizione come video, approfondimenti, materiali didattici digitali e stampabili, attività esperienziali in classe e in famiglia. I contenuti per gli insegnanti si integrano poi con un sistema digitale più

ampio rivolto alle famiglie a cui vengono messi a disposizione contenuti e materiali sul sito del programma www. lebuoneabitudini.despar.it, oltre che sulla pagina Facebook e il canale YouTube de “Le Buone Abitudini”, con ricette, consigli degli esperti e attività manuali da svolgere insieme ai bambini. Una vocazione al sociale che è parte del DNA di Despar, che ogni giorno si impegna per favorire un modello di svilup-

po fondato sulla costruzione di relazioni e valore condiviso per le comunità in cui l’azienda si inserisce.

Tre domande a Filippo Brocadello, membro del team del progetto Despar “Le Buone Abitudini”Medico, specialista in scienza dell’alimentazione e fitoterapeuta

1) Le Buone Abitudini è un ciclo educativo completo che si articola in cinque percorsi specifici per ciascuna classe della scuola primaria. Come sono state scelte le tematiche e quali sono le specificità del programma?

Le tematiche e le competenze sviluppate dal progetto sono trasversali e in linea con le Indicazioni Nazionali del MIUR. Attraverso la nuovissima piattaforma digitale, i nostri specialisti offrono agli insegnanti una formazione qualificata, attendibile e sempre aggiornata. Tutti i percorsi de Le Buone Abitudini si avvalgono della metodologia attiva, grazie a cui i bambini e le bambine diventano protagonisti, a scuola e a casa, approfondendo e mettendo in pratica ciò che imparano attraverso attività espe-

rienziali e semplici azioni quotidiane.

2) La scuola ha un ruolo importante nel diffondere corrette abitudini alimentari, ma altrettanto fondamentale è il ruolo della famiglia. In che modo questo programma rappresenta un ponte tra scuola e famiglia su un tema così importante?

Il nostro ciclo educativo si fonda sulla relazione tra società, scuola e famiglia e permette a insegnanti e genitori di lavorare fianco a fianco attraverso la nostra piattaforma e non solo. In tutti i percorsi è prevista la restituzione a casa dei contenuti appresi a scuola, attraverso attività, esperienze e video da visionare in famiglia. Grazie ai nostri canali on-line, inoltre, è possibile fare rete, condividere il lavoro svolto, i consigli degli esperti, approfondimenti, ricette,

eventi e tanto altro.

3) Quali sono gli errori più comuni che si commettono rispetto all’alimentazione di bambini e ragazzi? Può darci qualche consiglio pratico su come educarli a stili di vita salutari e a un’alimentazione equilibrata?

Uno degli errori più comuni è senz’altro l’eccessivo ricorso (anche più che quotidiano) a merendine, snack, bibite e succhi di frutta, che anziché essere consumati una volta ogni tanto, per esempio nelle occasioni come feste e compleanni, entrano nella dieta di tutti i giorni come fossero indispensabili, andando così a confondere ciò che rientra in un concetto di alimentazione equilibrata rispetto a quello di eccezione. Il consiglio più utile è certamente la coerenza. I più piccoli, infatti, oltre a seguire quan-

to viene scelto per loro in famiglia, imparano principalmente osservando i comportamenti degli adulti di riferimento, che fungono da esempio fondamentale nell’indirizzare le loro scelte.

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Filippo Brocadello, membro del team LBA, medico specialista in scienza dell'alimentazione e fitoterapeuta

Cibo sintetico, l’opinione pubblica si spacca tra favorevoli e contrari

Naturale contro sintetico: questo è il dilemma

Il mondo scientifico esprime per lo più una posizione a favore del cibo coltivato in laboratorio

C ibo coltivato in laboratorio, quello che nel linguaggio comune è stato impropriamente chiamato “sintetico”, una nuova frontiera che spacca l’opinione pubblica e fa registrare anche tra gli esperti e addetti ai lavori posizioni contrastanti che si dividono tra favorevoli e contrari.

U na questione aperta dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della GOOD Meat. Attualmente la carne sintetica è un prodotto che non è ancora entrato nel mercato europeo. Qualora l’Autorità europea sulla Sicurezza alimentare (EFSA) dovesse approvare la sicurezza della carne coltivata, questa potrà entrare nel mercato europeo e potrà essere acquistata.

Prosegue alla pag. seguente

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APRILE 2023 on-line: /category/salute/
Salute

Coldiretti a supporto del ddl che in Italia vieta i cibi sintetici

Salute

Naturale contro sintetico: questo è il dilemma

In Italia l’approvazione, lo scorso 29 marzo, in Consiglio dei ministri del disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”, ha ulteriormente contribuito ad esacerbare il dibattito.

Ma cos’è la carne coltivata?

Tra

i contrari si colloca il senatore Luca De Carlo, presidente della commissione industria, commercio turismo agricoltura e produzione agroalimentare, che ha esultato, lo scorso 29 marzo, per l’approvazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”, che vieta la produzione, l’importazione e la vendita di alimenti “sintetici” in Italia.

“È una grande vittoria per l’intero comparto agroalimentare italiano - ha dichiarato il senatore, - l’Italia è la prima nazione al mondo che ha dimostrato il coraggio di fermare questa deriva con provvedimenti concreti e lo ha fatto anche con uno strumento chiaro e snello, composto da soli sei articoli”.

Anche Coldiretti si è mobilitata contro il cibo sintetico raccogliendo in tutta Italia mezzo milione di firme a supporto della nuova normativa. La petizione ha ricevuto l’adesione anche di ministri, sottosegretari, parlamentari nazionali ed europei, governatori, sindaci, personalità della cultura, dello sport e dello spettacolo, rappresentanti istituzionali di Regioni e Province, imprenditori e anche numerosi vescovi.

“Dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della GOOD Meat, il rischio è una diffusione anche nell’Unione Eu-

ropea dove già quest’anno – denuncia la Coldiretti - potrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue. Dopo la carne la sperimentazione si è estesa al pesce ed al latte mettendo a rischio la naturalità degli alimenti più presenti nella dieta”.

“La verità è che non si tratta di carne ma di un prodotto sintetico e ingegnerizzato, che non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali – osserva il presidente Ettore Prandini, contestando le motivazioni dei sostenitori del cibo coltivato in laboratorio - non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e, inoltre, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani di grandi multinazionali”.

Coldiretti Veneto, inoltre, mette in risalto come produzioni da primato siano messe a rischio.

“Rispetto al mercato nazionale, - si sottolinea - il Veneto vanta numeri da leader, concentrando oltre il 40% degli allevamenti avicoli. A questi si aggiungono il 15% del settore bovino e il 10% di quello suino, tanto che la regione è quarta per valore aggiunto in agricoltura con oltre 3 miliardi di euro, grazie anche alle sue 95 certificazioni di origine fra Dop e Igp. Primati che, secondo Coldiretti, in prospettiva rischiano di essere però insidiati dalla decisione della Fda”.

“È un tipo di carne prodotta in laboratorio a partire da cellule animali” si legge nelle pagine del sito della Fondazione Umberto Veronesi, che già nel 2019 si era espressa a favore di queste tecniche attraverso la pubblicazione di un documento di Roberto Defez, dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Napoli e membro del comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi, intitolato “Dagli allevamenti intensivi all’agricoltura cellulare”.

“Attualmente - si legge - la carne coltivata è un prodotto che nasce a partire da cellule animali che vengono prelevate tramite una biopsia e fatte crescere su un terreno ricco di nutrienti.

Dal punto di vista della sicurezza alimentare - è la posizione della Fondazione Veronesi - il consumo di carne coltivata non presenta un rischio per la salute umana. In Unione Europea la carne coltivata è considerata un novel food e quindi deve sottostare a stretti controlli e normative che regolamentano l’introduzione di questi alimenti sul nostro mercato”.

Insomma, il dilemma è naturale contro sintetico. Ma di naturale ormai nella produzione attuale di carne c’è ben poco, è l’osservazione che si legge nelle pagine del sito la Fondazione Veronesi, senza considerare i problemi che derivano dalla gestione del mantenimento degli allevamenti attuali, di tipo etico, ambientale e di salute “se pensiamo alla possibilità di diffusione di zoonosi e alla responsabilità rispetto all’antibiotico resistenza”. Chi sostenendo la necessità di trovare perciò delle alternative al consumo di carne la Fondazione veronese ritiene che la carne coltivata sia una delle più valide. “Dal punto di vista nutrizionale - si afferma - non sono presenti degli aspetti negativi da considerare. Dal punto di vista della sicurezza alimentare, crescendo in un ambiente controllato si riduce il rischio di malattie di origine animale e non c’è la necessità di impiegare antibiotici. Diventa inoltre possibile confezionare un alimento in un unico luogo evitando contaminazioni esterne”. Non mancano gli

aspetti negativi che riguardano invece il punto di vista etico. “Una prima riflessione - si prosegue - riguarda il benessere animale: a oggi viene utilizzato il siero fetale bovino, sottoprodotto industriale della carne come ingrediente fondamentale del terreno di coltura per le cellule Tuttavia sono attualmente in sviluppo alternative che prevedono l’utilizzo di prodotti vegetali”.

Del cosiddetto “cibo sintetico” “ci si sta preoccupando troppo presto” e “si è arrivati a definire delle regole quando mancano ancora elementi per decidere”, rileva da parte sua il genetista Michele Morgante, dell’Università di Udine e membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei.

“L’agricoltura cellulare nasce per rispondere al problema della sostenibilità della produzione animale, molto impattante su ambiente”, ha osservato.

“La prima condizione perché l’agricoltura cellulare si diffonda è che riesca a garantire una produzione sostenibile dal punto di vita ambientale ed economico: entrambe - ha rilevato - dipenderanno dalla disponibilità di fonti energetiche a basso impatto ambientale. Solo in quel caso diventerà più sostenibile rispetto all’allevamento animale tradizionale, ma ancora è tutto da verificare”.

Il mondo scientifico, tuttavia, si esprime per lo più a favore del cibo sintetico.

“Non ci sono, a priori, - osserva ancora Morgante - motivi per cui prodotti da colture cellulari potrebbero presentare rischi diversi rispetto a quelli da allevamento tradizionale. Al contrario, ci sono molte ragioni per dire che le carni coltivate sono più sicure in quanto non contengono ormoni né antibiotici, non c’è il rischio di contaminazione da parte di organismi patogeni. La coltivazione avviene infatti in un ambiente sterile e controllato”. Anche l’immunologa Antonella Viola, sostiene che la “carne sintetica” può produrre “solo vantaggi per uomo e animali” e critica la posizione dell’Italia che esclude il nostro paese “dall’alimentazione del futuro”.

Per l’immunologa, gli allevamenti intensivi, oltre che poter costituire un problema etico, “sono un pericolo per la salute dell’umanità intera” perché “rappresentano un enorme rischio di zoonosi”. Al contrario, a suo avviso, “la carne prodotta in laboratorio è più salubre: niente microbi o antibiotici”.

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I risultati di un recente studio. Un team internazionale di ricercatori anche dell’Università di Padova

Una proteina in grado di limitare il danno dell’infarto al cuore

Ricercatori dell’Università di Padova nel team internazionale di ricerca che ha individuato specifici stimolanti capaci di limitare il danno causato da infarto cardiaco e migliorare il benessere nel lungo tempo.

Una proteina capace di limitare il danno causato da infarto cardiaco e, nel lungo tempo, migliorare il benessere. È il risultato di uno studio, β3AR-dependent brain-derived neurotrophic factor (BDNF) generation limits chronic post-ischemic heart failure, pubblicato sulla prestigiosa rivista “Circulation Research” e condotto da un team internazionale di cui fanno parte anche ricercatori dell’Università di Padova.

La proteina in questione è il brain-derived neurotrophic factor (BDNF) conosciuta perché garantisce il pieno sviluppo e la corretta funzionalità delle cellule del cervello. Di recente, però, si è visto che il BDNF è molto importante anche per la contrazione ed il rilasciamento del cuore. Infatti, eliminando le strutture che lo legano sulla membrana delle cellule cardiache, i cosiddetti recettori TrkB, si nota una riduzione sia

Il brain-derived neurotrophic factor (BDNF), che garantisce il pieno sviluppo e la corretta funzionalità delle cellule del cervello, è importante anche per la contrazione ed il rilasciamento del muscolo del miocardio. La sua stimolazione migliorerebbe la funzionalità cardiaca negli infartuati

della contrazione sia del rilasciamento del muscolo cardiaco. Meno chiaro è il ruolo svolto dal BDNF/TrkB nel contesto dell’infarto del miocardio, ovvero della disfunzione del ventricolo sinistro dopo un arresto di flusso in una delle arterie che fanno arrivare sangue alle cellule cardiache.

Il recente studio ha evidenziato come la quantità di BDNF prodotta dalle cellule cardiache in risposta ad un infarto sia inizialmente alta ma poi cali nelle settimane successive in coincidenza con la riduzione della capacità del cuore di contrarsi efficacemente. In alcune cellule del cervello, il BDNF è prodotto attraverso la stimolazione di alcune strutture presenti sulla membrana dei neuroni, i cosiddetti recettori βadrenergici (βAR).

Questi recettori sono fondamentali per la funzione cardiaca; infatti, vengono stimolati per far aumentare il lavoro fat-

to dal cuore tutte volte che ci siano condizioni di stress, sia “fisiologico”, come l’esercizio fisico, sia patologico, come, ad esempio, durante ipertensione arteriosa o altre malattie cardiovascolari. In genere, quando una malattia cardiaca è ormai pienamente manifesta il numero o la funzionalità dei βAR recettori cala drammaticamente. Sulla base di questa evidenza, i ricercatori si sono chiesti se la stimolazione dei βAR recettori fosse responsabile della produzione di BDNF da parte delle cellule che compongono il muscolo cardiaco, spiegando così la scarsa produzione di questa proteina nel cuore infartuato che ha perso forza di contrazione. Poi, se fosse possibile trovare altre possibilità per riportare la produzione di BDNF da parte delle cellule cardiache in un ambito di normalità. In particolare, gli studiosi hanno preso in considerazione

la possibilità che, stimolando direttamente i recettori TrkB che sono sulla superficie delle cellule cardiache, si possa indurre la produzione di BDNF in queste stesse cellule e, così facendo, far aumentare la loro sopravvivenza e capacità di fare lavoro anche dopo un infarto cardiaco.

“Abbiamo scoperto che, alcune settimane dopo l’infarto, i cuori di topi normali mostravano una drammatica riduzione della sopravvivenza delle cellule responsabili della contrazione cardiaca - spiega il professor Nazareno Paolocci, docente del Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova e co-autore dello studio -, e che questo danno era fortemente aggravato nei topi il cui cuore era stato reso incapace di produrre BDNF al suo interno, attraverso delle manipolazioni genetiche. In una fase successiva

dello studio, abbiamo somministrato sostanze chimiche capaci di stimolare sia i recettori TrkB sia i recettori βAR3, una variante dei recettori βAR che ha funzione di protezione contro l’infarto a livello sperimentale. In entrambi i casi, questi agenti hanno migliorato la funzione cardiaca dei topi infartuati, anche a distanza di tempo dall’iniziale infarto. Da notare che sia l’uno sia l’altro farmaco aumentavano il contenuto cardiaco di BDNF. La protezione offerta da questi agenti chimici era, invece, quasi del tutto scomparsa o molto attenuata nei topi, il cui cuore è incapace di produrre BDNF all’interno delle sue stesse cellule”.

I ricercatori hanno inoltre evidenziato che le azioni benefiche del BDNF prodotto dalle cellule cardiache attraverso questi stimolanti specifici non era limitato soltanto alle cellule cardiache che si contraggono (e che quindi producono lavoro cardiaco) ma anche a quelle cellule nervose e ai vasi che raggiungono il cuore: le prime controllano/propagano l’impulso elettrico al suo interno, le altre lo riforniscono di sangue.

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Salute

Con un budget pari a 715 milioni di dollari – stimato dal Wall Strett Journal –per la realizzazione della sola prima stagione “Gli Anelli del Potere” è, in termini non ambigui, un progetto che non può fallire anche solo per il fatto che si tratta della serie televisiva più costosa mai realizzata.

L’indiscrezione riportata lo scorso 3 aprile da “The Hollywood Reporter” offre un quadro della serie tv de “Il Signore degli Anelli” ben meno lusinghiero di quello dipinto dall’ufficio stampa di Prime Video, che parlava di 25 milioni di spettatori il solo primo giorno. Citando fonti interne all’azienda, THR ha riportato che la prima stagione de “Gli Anelli del Potere” ha totalizzato soltanto il 37% di “completion rate” negli Stati Uniti. Questo significa, in parole povere, che circa 1/3 degli abbonati americani di Prime Video che hanno iniziato la serie hanno poi effettivamente completato la visione degli otto episodi. A livello internazionale “Rings of Power” se l’è cavata leggermente meglio, con il 45% di “completion rate”. Sempre secondo le fonti interne, la soglia da raggiungere per un buon – ma non ottimo – risultato sarebbe stata quella del 50%.

Le riprese della seconda stagione de “Gli Anelli del Potere” hanno preso il via nei mesi scorsi in Inghilterra, dopo che la produzione ha dovuto dire addio alla Nuova Zelanda quando si è vista revocare i benefit fiscali dal governo locale. La produzione de Gli Anelli del Potere sembra costantemente in salita. Questo senza tenere conto delle critiche feroci –e ingiuste – che la serie ha attirato da una certa parte tossica del fandom tolkeniano che ha accusato Amazon di avere realizzato una storpiatura de “Il Signore degli Anelli” in salsa politically correct. Nel frattempo c’è Warner Bros. Discovery che scalpita per sfornare nuovi film ispirati a “The Lord of the Rings”, progetto già confermato alla stampa dal “ceo” dell’azienda, David Zavslav. Jennifer Salke ha ribattuto sostenendo che “Gli Anelli del Potere può contare su molto sostegno dei fan per andare avanti” a prescindere da quello che arriverà al cinema.

Film e serie tv visti da vicino

Trame, protagonisti e volti nuovi, anticipazioni e commenti

Christian, l’eroe dei due mondi. Se dieci anni fa ci avessero detto che Sky - quella di “Romanzo criminale” e Gomorra - avrebbe prodotto una serie con protagonista un picchiatore a cui vengono le stimmate difficilmente ci avremmo creduto. Giunto alla seconda stagione su Sky e Now, “Christian” prodotto con Lucky Red è un fenomeno curioso a partire dalla fluidità con cui sfugge ai generi. È crime (la serie è ambientata in un microcosmo della periferia romana che ricorda le Vele di Scampia) è paranormale (il protagonista è un coatto dai poteri messianici) ed è commedia (nei nuovi episodi c’è un gran bell’omaggio a Nino Manfredi) ma più di tutto “Christian” è una serie italiana che di italiano ha molto e molto poco. Ed è proprio per questo che cattura la nostra attenzione: riesce a restare in equilibrio tra la componente ultraterrena della lotta tra il bene e il male e quella - molto terrena - della comicità. “Sulla testa di Christian grava il peso del potere, all’inizio di questa seconda stagione” spiega il protagonista Edoardo Pesce, che continua: “Fortunatamente c’è Rachele che lo indirizza verso le scelte giuste”. Silvia D’Amico, che a maggio rivedremo su Sky nella seconda stagione di “A casa tutti bene”, torna nei panni di Rachele, ex tossicodipendente redenta dai poteri di Christian. “Rachele, come molte donne, ha una visione di insieme e proprio per questo è in grado di gettare il cuore oltre la staccionata e di sognare un mondo migliore,” afferma Silvia D’Amico.

Il segreto è la filosofia di cui la serie è intrisa. Più che “Il miracolo”, altra produzione cristologica targata Sky, pensate al “Lost” del libero arbitrio e del patto sociale di Hobbes, che nel caso di Christian diventa un’utopia di borgata. La serie è stata venduta in 50 Paesi all’esterno, risultato non indifferente se si pensa che i prodotti seriali nostrani più esportati sono stati “La Piovra” e “Gomorra”. Numeri che lasciano ben sperare nel successo internazionale. Nel cast capitanato da Edoardo Pesce, Claudio Santamaria e Laura Morante, spiccano Silvia D’Amico e Antonio Bannò.

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Per “Gli anelli del potere” seconda stagione in salita
Christian eroe dei due mondi Picchiatore con le stimmate
Rubrica a cura di Paolo Di Lorenzo

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