La Piazza di Padova - Maggio 2023

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Stretta collaborazione tra enti per far fronte ai nuovi arrivi: dal Comune alla Diocesi, anche le famiglie aprono le porte

“Strappiamo i muri delle nostre città dall’anonimato, anche così si può vincere la marginalità”

Camici bianchi nel mirino

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it< Al

C’ è un’emergenza che non passa mai di moda nelle corsie degli ospedali, negli ambulatori, nelle strutture di cura. Anzi, la pandemia che ci stiamo lasciando alle spalle pare non abbia fatto altro che accrescere le statistiche delle aggressioni nei confronti del personale sanitario. I numeri parlano da soli: 1.600 aggressioni l’anno certificate dall’Inail. Vale a dire che ogni giorno in Italia ci sono almeno 4 camici bianchi che finiscono nel mirino. E qualcuno ci rimette persino la vita. segue a pag. 5

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del giornale L’INFORMAZIONE LOCALE TRASPORTI Aumentano i costi dei biglietti urbani ed extraurbani 5 IMPRESE Il sottosegretario del Mimit Bitonci all’incontro di Ascom 10 MOBILITÀ Progetto Bicipolitana finalmente verso la concretizzazione 13 EVENTI Tanti i festival in programma per l’estate 28 OBIETTIVO QUARTIERI Chiude il Cavalcavia Borgomagno: scelta che fa discutere 20 MONTEGROTTO, AL MILLEPINI Nuova super vasca per la piscina dei record 37
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L’ACCOGLIENZA NON È EMERGENZA LA CITTÀ FA RETE PER GARANTIRE UNA PROSPETTIVA
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MAGGIO 2023 Periodico d’informazione localeAnno XXX n. 97 di Padova

NOI SIAMO verde

ANTENORE verde

Tariffe Busitalia in aumento

partire dal 1° giugno scatta l’adeguamento delle tariffe dei servizi urbani ed extraurbani di Busitalia Veneto subiranno un aumento come previsto dal contratto di servizio e in attuazione di quanto disposto oggi dall’Ente di Governo. Il sindaco Sergio Giordani ha commentato che gli aumenti previsti renderanno l’amministrazione ancora più forte e risoluta nel chiedere al gestore di proseguire rapidamente, e come da contratto, sulla strada degli investimenti strutturali e sul miglioramento del servizio. Da questa estate il biglietto urbano di fascia 1, valido all’interno del comune di Padova, aumenterà di 40 centesimi, mentre la fascia 2, che comprende i comuni della cintura urbana, subirà un aumento di 50 centesimi. Il costo del biglietto urbano di fascia 1 sarà quindi di 1,70 euro, mentre per la fascia 2 sarà di 2 euro. Anche i ticket extraurbani subiranno un aumento del 10%. Tuttavia, viene ampliata la validità temporale dei biglietti urbani della zona 1 da 70 a 90 minuti e della zona 2 da 70 a 100 minuti. Le tariffe dei biglietti a bordo rimarranno invariate, ad eccezione del biglietto a bordo TU2 che subirà un aumento del 20%. Le tessere di riconoscimento per abbonamenti non subiranno variazioni di prezzo. Chi dispone di biglietti con la vecchia tariffa potrà continuarli ad utilizzare fino alla fine di agosto 2023. Busitalia ha anche annunciato l’imminente sperimentazione dell’orario in tempo reale su alcune linee urbane, consentendo ai viaggiatori di conoscere il tempo reale di arrivo dell’autobus alla fermata.

Camici bianchi nel mirino

Nicola Stievano >

<

Ad essere in pericolo non è solo chi lavora in prima linea, ad esempio nei pronto soccorso degli ospedali, oppure le guardie mediche, ma un po’ tutti gli operatori della sanità, a partire dagli infermieri, la categoria che più di altre deve far fronte agli attacchi dei pazienti. E le denunce ufficiali, spiega la federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno dai contorni preoccupanti perché per ogni caso che viene allo scoperto ce ne sarebbero almeno 26 che non vengono denunciati.

C’è poi un altro dato di questa inquietante statistica che va sottolineato: il 71% delle aggressioni ha riguardato le donne, dalle operatrici sanitarie alle psicologhe, dalle infermiere ai medici. Sono loro, il più delle volte, a subire le violenze di pazienti che non accettano le cure, che contestano una diagnosi, che pretendono una medicina o un trattamento che non possono avere. Il sindacato dei medici e dirigenti sanitari definisce senza giri di parole il fenomeno come “un bollettino di guerra”, al punto che in tanti, almeno uno su tre, se potessero cambierebbero lavoro. Ma come? Giusto tre anni fa, mentre stavamo faticosamente uscendo dal primo lockdown, infermieri e medici venivano dipinti come gli eroi del nostro tempo. Era tutta retorica da “ne usciremo migliori”, vien da dire col senno del poi. Ma in questo caso l’intolleranza verso chi si prende cura di noi ha radici ben più antiche. Asciughiamo pure le statistiche dai casi, sempre numerosi, legati a situazioni di disagio psicofisico di alcune categorie di pazienti che più di altre sono soggette ad accessi d’ira e scatti di violenza. In certi ambienti i rischi non mancano ma questo non giustifica il concreto pericolo che quotidianamente affrontano gli operatori della sanità. Professionisti che dovrebbero concentrarsi sull’assistere e curare al meglio si trovano costretti a non abbassare la guardia nemmeno per un istante. “Infermiere, medico, difendi te stesso”, viene da dire. Non dovrebbe essere così, invece contro l’intolleranza e la prevaricazione sembra che al momento non vi sia una cura efficace.

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È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.

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Questa edizione raggiunge i quartieri di Padova per un numero complessivo di 98.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199

Chiuso in redazione l’11 maggio 2023

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Giordani: “Ancora più risoluti nel chiedere un miglioramento del servizio”
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il XX mese 2022
redazione

Trasporti. Firmato dai tre comuni coinvolti l’accordo alla variante urbanistica

Sir 2, arriva il via libera alla terza linea del tram Rubano-Vigonza

Sul fronte Sir3, proseguono senza soste i lavori di bonifica e indagine archeologica. Una volta terminata l’area del capolinea inizierà il lato del ponte verso la città

Il programma per la terza linea del tram Rubano-Vigonza ha ottenuto il via libera, ma l’approvazione finale spetta ai tre consigli comunali, che dovranno autorizzare gli espropri necessari per la realizzazione della linea Sir2. A fine aprile è stato firmato dai tre comuni coinvolti – Padova, Rubano e Vigonza – l’accordo di Programma con il quale viene espresso il consenso unanime all’approvazione della proposta e di conseguenza la parziale variante ai Piani adegli Interventi dei tre Comuni. Si tratta di una procedura di variante urbanistica insolita, in quanto disciplinata da uno specifico accordo che individua le parti del territorio oggetto di adeguamento per ciascun comune.

Solitamente una variante urbanistica si realizza con documento preliminare, con un’adozione e successivamente con un’approvazione. In questo caso invece, dal momento che si tratta di un’opera che coinvolge più comuni, la variante urbanistica è disciplinata dall’Accordo. Trascorsi i termini di legge per eventuali osservazioni all’accordo, l’approvazione verrà sancita dai consigli comunali dei tre Comuni.

L’Accordo di Programma comporta la variante urbanistica ai rispettivi Piani degli

Interventi ed è importante ricordare che il procedimento urbanistico era stato avviato a marzo scorso, con pubblicazione dell’avviso nell’albo pretorio dei tre comuni coinvolti. Nei venti giorni successivi alla pubblicazione sono pervenute, ai tre Comuni, da parte dei proprietari interessati all’esproprio, 62 osservazioni, le quali sono state istruite e contro dedotte, e 2 osservazioni fuori termine che, come previsto dall’avviso, non sono state valutate. Le

“Rispettare tempi previsti dal Pnrr è una sfida che affrontiamo con grande spirito di squadra: sappiamo che il territorio freme per questo cambiamento”

osservazioni presentate non sono state ritenute accoglibili, ma sono state comunque inoltrate al gruppo di progettazione, perché essere considerate in fase di progettazione definitiva od esecutiva.

“La variante urbanistica per la localizzazione dell’opera pubblica è uno degli atti propedeutici e fondamentali per la realizzazione della linea- ha commentato l’assessore alla mobilità e urbanistica Andrea Ragona - ed è frutto di un costante confronto tra i nostri uffici tecnici, quelli di APS

Holding e quelli dei Comuni di Rubano e Vigonza. Si tratta di un procedimento che sta andando avanti di pari passo con la verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale da parte della Provincia e degli Enti competenti e con la progettazione definitiva. Il Sir2 è un’opera la cui realizzazione coinvolge tutto il territorio, non solo i cittadini che ne beneficeranno, ma tutti gli Enti locali e gli uffici. Una grande mole di lavoro costante e quotidiano che coinvolge centinaia di persone. Rispettare i tempi previsti dal PNRR è una sfida costante che affrontiamo con grande competenza e spirito di squadra, sapendo che il territorio freme per questo positivo cambiamento”.

Ricordiamo che la linea Sir2 ha una lunghezza complessiva di circa 18 km, di cui circa 4,5 km nel Comune di Rubano, circa 12,5 km nel Comune di Padova e poco meno di circa 1 km nel Comune di Vigonza ed è attrezzata con circa 40 fermate. Interessa una superficie complessiva pari

a circa 542.635 mq, dei quali circa 215.755 mq, meno della metà, sono oggetto di variante urbanistica. Con la pubblicazione dell’atto si dà quindi il via al periodo di venti giorni dopo la pubblicazione per la raccolta delle osservazioni sull’intero Accordo, per poi arrivare all’approvazione definitiva da parte dei consigli comunali, dopo la quale si entrerà nel vivo della procedura di esproprio, con la determinazione delle indennità. Fatta eccezione del Comune di Vigonza, in quanto la variante urbanistica ha già considerato il nuovo capolinea di Capriccio, anche se non ancora finanziato, in previsione di una prossima richiesta di finanziamento al Ministero. Di conseguenza gli espropri nel Comune i Vigonza non sono più necessari. Sul fronte Sir3, proseguono senza soste i lavori di bonifica e indagine archeologica. Il Genio Militare ha dichiarato conclusa la bonifica bellica nell’area del ponte, lato Voltabarozzo, e su metà della superficie dell’area dove sorgerà

il capolinea. Nell’altra metà è in corso la bonifica di tipo superficiale, dopo la quale si potrà procedere con le trivellazioni. Al momento non è stato reperito alcun residuo o materiale di tipo bellico. Sono stati, invece, individuati e rimossi oggetti in ferro quali chiodi, pezzi di rete, residui di pentole e contenitori in metallo. Una volta terminata la totalità dell’area del capolinea inizierà il lato del ponte verso la città, fino alla passeggiata Bianchini, dove successivamente inizieranno i primi lavori di sistemazione del terreno in vista della posa della rotaia. Per quanto riguarda invece gli argini in prossimità della collocazione del nuovo ponte, la bonifica bellica verrà eseguita dopo l’estate con una modifica della viabilità. Per non creare troppo disagio all’operazione l’Amministrazione ha deciso di svolgere le operazioni in contemporanea all’avvio dei cantieri finalizzati alla realizzazione del ponte, che prenderanno il prossimo autunno.

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In foto il rendering della linea Sir 2

Immigrazione. Collaborazione tra enti per non “farsi travolgere”

Nella città di Padova l’accoglienza rete di iniziative per riuscire a dare

Attualmente in Diocesi le accoglienze garantite dalle parrocchie e da realtà religiose superano le 500 unità

Si moltiplicano gli sbarchi sulle coste italiane e Padova, come già capitato in passato, è chiamata a fare la propria parte. In questo senso l’Amministrazione Comunale, la Diocesi, l’Unione Buddhista Italiana e il mondo del Terzo Settore hanno costruito una rete capace di non “farsi travolgere” da un lato e per garantire una giusta prospettiva di vita dall’altro.

DALLA DIOCESI DI PADOVA

A seguito dell’incontro delle scorse settimane tra i vescovi delle Diocesi del Veneto con i prefetti delle Province del Veneto per rilanciare il valore dell’accoglienza dei migranti nel territorio regionale, il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, ha promosso nei giorni scorsi un incontro a Padova con il Prefetto dott. Raffaele Gras-

si e il capo gabinetto della Prefettura dott. Alberto Di Gaetano, a cui sono stati invitati i vicari episcopali e i vicari foranei, i direttori e responsabili degli uffici diocesani, i referenti degli istituti di vita consacrata e degli enti diocesani. Il vescovo, all’inizio dell’incontro ha tracciato la direzione, confermando che per la nostra Chiesa diocesana “non c’è incertezza sul tema dell’accoglienza”.

L’ampia partecipazione all’incontro ha ribadito in modo evidente la vicinanza concreta della Diocesi e delle realtà religiose di fronte al dramma dei profughi e alla necessità dell’accoglienza, nella forma della microaccoglienza, soluzione più rispettosa della dignità delle persone a cui iprincipi morali e costituzionali chiedono di dare ospitalità e che favorisce una maggiore interazione con il

territorio. Attualmente in Diocesi (anche attraverso convenzioni con cooperative e associazioni) le accoglienze garantite dalle parrocchie e da realtà religiose superano le 500 unità e riguardano varie tipologie di persone e di necessità – perché l’accoglienza e la richiesta di un tetto riguarda varie situazioni diverse tra loro e tutte degne di attenzione – dai migranti alle persone senza dimora, da situazioni di emergenza abitativa a famigliari di degenti ospedalieri, da studenti afghani a profughi ucraini, rifugiati siriani, persone in percorsi di riabilitazione, famiglie con minori…

La Diocesi inoltre continua a impegnarsi nel sensibilizzare le comunità cristiane a individuare possibili e ulteriori spazi di accoglienza e per supportare l’attivazione del SAI – Sistema accoglienza e integrazione – interagendo e collaborando con i Comuni e alleggerendo di fatto anche la situazione di saturazione dei CAS – Centri di accoglienza straordinaria.

Dall’altro lato il prefetto Grassi,

ringraziando per la disponibilità da sempre dimostrata da Diocesi, parrocchie, comunità religiose, ha espresso la necessità di reperire nuovi spazi per poter far fronte agli arrivi che si profilano più numerosi nei prossimi mesi e ha risposto alle domande di delucidazione da parte dei presenti.

L’impegno della Chiesa di Padova è convinto e costante, spesso silenzioso e umile, in dialogo con Amministrazioni, Enti, Cooperative, associazioni e mondo del volontariato.

DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE E DALL’UNIONE BUDDHISTA

Il Comune di Padova, insieme all’Unione Buddhista italiana, ha presentato la conclusione del progetto di accoglienza di dodici minori non accompagnati e due educatrici che nell’estate del 2022 sono arrivati a Padova dall’Ucraina. L’accoglienza è stata organizzata grazie al sostegno di 50.000 euro da parte dall’Unione Buddhista Italiana, uno stanziamento possibile grazie ai fondi dell’8×1000. I minori,

di un’età compresa tra i 3 e i 12 anni, sono stati accolti e sostenuti da aprile a settembre 2022 garantendo loro vitto, alloggio, e un prezioso sostegno da parte di operatori ed operatrici sociali. Questo intervento di Ubi testimonia il costante e concreto impegno sul territorio e l’importanza della collaborazione fattiva e della condivisione valoriale con il Comune di Padova per i progetti ad alto valore sociale.

L’assessora alle politiche sociali Margherita Colonnello commenta: “Il sostegno che abbiamo ricevuto da Ubi in questo caso ci ha

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da un lato e per riuscire a garantire

una giusta prospettiva di vita a tutti coloro che giungono nel territorio

non è un’emergenza: una grande una prospettiva ai migranti

in Italia e all’estero. Attraverso l’impegno dei fondi dell’8×1000 e della sua valutazione l’Ubi vuole così superare il concetto comune di donazione e proiettare le scelte in una prospettiva più ampia, in relazione all’impatto prodotto dalle attività supportate, perché il destino degli altri e del pianeta riguarda tutti.

moltissimi strumenti che saranno loro utili per il futuro”.

permesso di sostenere per alcuni mesi persone con bisogni specifici che si trovavano in una condizione di emergenza. Parliamo di persone fuggite dagli orrori di una guerra con difficoltà nell’individuare luoghi adatti alla loro accoglienza. Bambine e bambini di età diverse, provenienti da una struttura per minori che evidentemente non poteva più garantire sicurezza. Oggi questi ragazzi e ragazze sono rientrati in Ucraina e godono di una sistemazione migliore di quella da cui sono stati costretti a fuggire. Sono moltissime le persone che in quel frangente il nostro Comune e non solo ha aiutato, e ringrazio nuovamente Ubi per averci permesso di portare a termine questo progetto e per il loro impegno a livello nazionale nel sostenere queste azioni. Informarsi e scegliere come destinare il nostro 8×1000 è una scelta importante, che permette di mettere in campo importanti azioni in ambito sociale.”

Il presidente di Ubi Filippo Scianna ha voluto ricordare l’importanza della restituzione alla comunità italiana dei beni raccolti con 8×1000 che risponde concretamente al principio di interdipendenza. Principio che impone anche una valutazione dell’impatto delle azioni messe in atto e che ha dato vita al primo bilancio di sostenibilità di una confessione religiosa. L’impegno con il Comune di Padova è in questo senso preziosa espressione e best practice dell’impegno 8×1000 di Ubi a livello nazionale. Sin dalla sua fondazione nel 1985, l’Unione Buddhista Italiana (Ubi) rappresenta il movimento buddhista nel suo insieme. Spinta da compassione, saggezza e rispetto per tutti gli esseri viventi, supporta progetti umanitari e sociali a sostegno delle persone più vulnerabili e lavora per l’affermazione della dignità e dei diritti umani

Oggi l’Ubi si compone di 64 Centri sul territorio nazionale e grazie ai fondi dell’8×1000 con le sue molteplici attività sostiene progetti umanitari e sociali rivolti alle categorie più fragili della popolazione e per l’affermazione dei diritti umani e di cittadinanza, anche in collaborazione con le organizzazioni del terzo settore. Sostiene inoltre progetti che favoriscono la sostenibilità ambientale, umana e sociale.

DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE E DALLE FAMIGLIE

Il Comune ha istituito l’albo delle famiglie accoglienti. Ad annunciarlo, lo scorso inverno, l’assessora al sociale Margherita Colonnello. I nuclei familiari che decideranno di aprire le loro porte a un richiedente asilo riceveranno 200 euro al mese. “Ad oggi sono già diverse le famiglie che hanno aderito al progetto senza che neppure ci sia stato bisogno di pubblicizzare questa nuova iniziativa - ha spiegato Colonnello - L’impegno richiesto è di sei mesi, in cui, appunto riceveranno un contributo spese di 200 euro al mese”.

“Siamo particolarmente orgogliosi di aver approvato questa progetto - ha aggiunto l’esponente del Partito democratico - Padova è una città estremamente accogliente e, già in passato, ha dato prova di aver saputo accogliere in famiglia i migranti”.

“Ora abbiamo deciso di far diventare strutturale questa iniziativaha detto ancora la titolare del Sociale -. Un’iniziativa che prevede di ospitare i migranti che hanno già avuto un’esperienza di prima accoglienza. Queste persone, oltre che dalla famiglia ospitante, saranno affiancate da un’equipe multidisciplinare che le aiuterà nella ricerca di lavoro e nel partecipare a corsi di formazione o a corsi di lingua italiana”.

“Questo è un modello che ha già mostrato la sua efficacia - ha concluso - essendo accolti in una famiglia italiana, infatti, i migranti riescono ad acquisire più in fretta

Come Comune capofila della rete Embracin, costituita dai comuni italiani dove si fa accoglienza in famiglia, è stato chiesto di sostenere l’accoglienza domestica come opportunità per rendere le comunità sempre più inclusive. Questa prima lettera è stata condivisa con gli altri Comuni della rete: Aosta, Bologna, Milano, Napoli, Parma, Ponte San Nicolò, Roma, Santorso e il Coordinamento dei progetti Sai della Provincia di Brescia. I Comuni coinvolti, forti delle sperimentazioni già attuate nei territori, consapevoli del buon esito dei percorsi di accoglienza in famiglia, chiedono che tale strumento venga preso in considerazione nell’ambito della prossima progettazione Fami. In particolare viene richiesto siano destinate maggiori risorse a tali percorsi e che le sperimentazioni possano diffondersi anche in altri Comuni, mettendosi a disposizione in questo senso per condividere pratiche e conoscenze relative all’accoglienza in famiglia. La seconda lettera porta invece la firma della Commissione per la rappresentanza delle persone padovane con cittadinanza straniera, la quale ha espresso forte preoccupazione rispetto ai ritardi con cui vengono rilasciati i permessi di soggiorno e ha chiesto vengano individuate soluzioni per questo problema.

L’assessora alle Politiche Sociali Margherita Colonnello afferma: “Le politiche sull’immigrazione vanno cambiate strutturalmente e quanto continua ad accadere sulle nostre coste e alle nostre frontiere ci spinge a pretendere un cambiamento immediato. Come Comune di Padova, insieme ad altri importanti comuni italiani, consapevoli di non avere potere decisionale in merito alle politiche migratorie, abbiamo deciso di far sentire la nostra voce anche in questo modo, scrivendo due lettere coinvolgendo la grande rete che si è costituita attorno al progetto Embracin e la nostra Commissione per la rappresentanza delle persone padovane con cittadinanza straniera. Sul nostro territorio abbiamo sperimentato progetti e pratiche di solidarietà e giustizia, abbiamo dimostrato che possono funzionare, e ora è tempo di estendere queste modalità”.

L’Ubi, spinta da compassione e rispetto per tutti gli esseri viventi, supporta progetti umanitari a sostegno dei più vulnerabili e lavora per l’affermazione dei diritti in Italia e all’estero

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Ascom Forma e Informa. Presente al meeting il sottosegretario al Ministero delle Imprese

Bitonci: “Fisco e burocrazia più leggere per aiutare il commercio”

È stata un’occasione importante per capire le dinamiche del settore ed intraprendere tutte quelle iniziative utili ad assicurare un futuro alle imprese del territorio

“Ascom Forma e Informa” questo il nome della serie di incontri organizzati da Confcommercio Ascom Padova pensati per affrontare, con un panel di esperti, i temi specifici e di interesse per gli imprenditori soci. Un format che sta portando, e che porterà, nella sede dell’associazione economisti, politici, figure del mondo dell’impresa, della cultura e ricercatori. A prendere parte all’incontro “Rivitalizzazione del commercio nei centri cittadini urbani: sburocratizzazione e riforma fiscale” è stato il sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci. Un meeting di quasi due ore all’interno del quale, assieme al Presidente di Ascom Confcommercio Padova, Patrizio Bertin, si è spaziato soprattutto sugli aspetti relativi ai centri storici e alla delega fiscale, con un occhio di riguardo al nuovo assetto del commercio ambulante e al futuro prossimo delle Province. È stata un’occasione importante per capire le dinamiche del settore ed intraprendere tutte quelle iniziative utili ad assicurare un futuro alle imprese del territorio.

Una situazione comunque decisamente positiva viene riscontrata per le attività commerciali dei centri urbani padovani, spiega Bertin: “Devo dirlo con molta onestà, il settore sta attraversando un momento felice perché effettivamente c’è tanta gente, c’è voglia di tornare ad acquistare nonostante tutti i problemi che stiamo attraversando. Vediamo che l’inflazione sta dando i suoi frutti e quindi c’è la volontà di ripresa e voglia di uscire da un periodo difficile e critico. C’è sicuramente l’aiuto del turismo che sta dando una grande mano a una situa-

zione che si era po’ assopita. Adesso abbiamo assistito al ritorno di turisti sia americani che del Nord Europa. Il commercio quindi respira la positività”.

Non mancano comunque le perplessità: “Nei centri urbani le criticità di carattere fiscale. Bisogna aiutare centri

storici e chi vi lavora per evitare desertificazioni. Va capita anche l’autonomia green che deve essere supportata. Sono tutte situazioni a cui assieme all’onorevole Bitonci cercheremo di rispondere in maniera concreta per dare ai nostri associati le linee guida per il prossimo futuro”. Proprio a questa richiesta di azioni governative il sottosegretario Bitonci risponde che una delle soluzioni per aiutare il commercio nei centri urbani è sicuramente la riforma del fisco: “La norma ha iniziato il suo percorso adesso alla Camera e passerà al Senato. Abbiamo avviato tutte le interlocuzioni necessarie per andare nella direzione della riduzione della pressione fiscale, della semplificazione degli adempimenti e della riduzione dei contenziosi. Una riforma capace di alleggerire il peso del fisco su imprese e cittadini”. Per il sottosegretario si tratta di un disegno di legge delega tutt’altro che generico. Al suo interno, è peraltro recepita una vecchia proposta di legge del deputato padovano riguardante il cosiddetto concordato preventivo biennale: “È la continuazione di un lavoro che avevamo già cominciato assieme a Maurizio Leo, che faceva parte dello staff, ancora nel 2018”. Secondo Bitonci, il fatto che l’amministrazione faccia una proposta al contribuente per le tasse da pagare nei due anni successivi risulta essere una estrema semplificazione, poiché permette ad artigiani, commercianti, e imprenditori di non preoccuparsi delle tasse da pagare in quel periodo. Anche in caso di aumento delle entrate, ciò si rivelerebbe favorevole dato il concordato pagamento della tassazione con il fisco. Un modello, del resto, già presente in altri stati, come la Germania.

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Il sottosegretario al Ministero delle Imprese e al Made in Italy, Massimo Bitonci, all’incontro Ascom.

Città dei 15 minuti. La parola al vicesindaco di Padova, Andrea

“Servizi più raggiungibili, spostamenti più sostenibili e centri meno caotici”

Vicesindaco, il concetto di città dei 15 minuti deriva dal concetto di “unità di vicinato. È la città della contemporaneità, una visione di città policentrica, accessibile e sostenibile, nella quale i cittadini possano trovare la disponibilità di una vasta rete di servizi di prossimità. Questa idea di città la ritroviamo anche a Padova?

È chiaramente uno slogan che però può guidarci nell’idea e nella pratica di una città con servizi più raggiungibili, spostamenti più facili e sostenibili e centri abitati meno caotici. Come Amministrazione puntiamo a questi obiettivi con azioni concrete: dalla programmazione urbanistica, fondamentale, al miglioramento dei nostri itinerari ciclabili, alla realizzazione di nuove piste ciclabili e due nuove linee di tram.

È una città che si organizza con servizi di qualità e funzioni importanti anche nei quartieri: basti pensare alla nuova Questura alla Stanga o al nuovo centro culturale all’Arcella in piazza Azzurri. Una città della partecipazione, dell’inclusione e dell’accessibilità, nella quale si garantisce la presenza di servizi e strutture di qualità all’interno

di ogni rione territoriale, ottimizzandone i caratteri identitari e contribuendo a ridurre le distanze tra centro e periferia.

Padova ha ricevuto molti riconoscimenti sulla ciclabilità. Come è possibile mantenere questo primato?

Continuando a finanziare interventi per migliorare le nostre strade rendendole non solo più ciclabili, ma anche più sicure per i pedoni ed eliminando le barriere architettoniche. Sostenibilità, accessibilità e sicurezza devono essere le linee che ci guidano.

La Bicipolitana sta diventando realtà grazie anche ai fondi del Pnrr. Su quali altri progetti l’Amministrazione è impegnata?

Il tram sarà finanziato con Pnrr… che insieme ad una nuova flotta di bus elettrici e alle ciclabili renderanno Padova più veloce e sostenibile negli spostamenti urbani. Molta attenzione

è riposta sul tema della sicurezza delle infrastrutture, soprattutto ai ponti. Il primo cantiere che partirà è quello di via Paleocapa. Non dimentichiamo le opere di riqualificazione urbana come Piazza azzurri, l’Ex coni che diven-

ta il nuovo centro culturale della città all’Arcella, il Configliachi con nuovi spazi istituzionali, insieme a tante risorse per migliorare anche la qualità del patrimonio abitativo. Queste opere sono solo un piccolo esempio di come la nostra città nei prossimi anni vedrà grandi cambiamenti che mai avremo potuto ottenere con i bilanci del Comune e che siamo in grado di raggiungere grazie ai finanziamenti Pnrr.

Molti cittadini e associazioni lamentano la presenza di ostacoli artificiali come archetti che mettono in difficoltà i ciclisti. Spesso questo fa sì che il ciclista scelga la strada per evitarli quando sarebbe sufficiente ridurre la dimensione per rendere agevole il passaggio pur mantenendo la segnaletica. É previsto un piano in tal senso? E di revisione della situazione?

Il confronto con le associazioni e i ciclisti è fon-

damentale: ogni giorno ci segnalano piccoli o grandi aspetti che ci aiutano a migliorare la qualità delle nostre realizzazioni in strada. Togliere ostacoli per aumentare la velocità media di percorrenza è un nostro obiettivo che va coniugato con la sicurezza, così come potenziare e migliorare anche la segnaletica per rendere più riconoscibili e intuitivi certi percorsi.

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“Sostenibilità, accessibilità e sicurezza devono essere le linee che ci guidano”
Il vicesindaco Andrea Micalizzi

Il

Prende forma il Piano Bicipolitana Obiettivo: 300 km di piste ciclabili

Quando la progettazione diventa realtà. Il Piano Bicipolitana, lanciato nel 2019, sta prendendo forma e sostanza con l’obiettivo di dotare la città di Padova di 300 chilometri di piste ciclabili. Un’unica infrastruttura cittadina di percorsi ciclabili radiali, con segnaletica orizzontale e verticale, per favorire la mobilità ciclabile in totale sicurezza. Il documento comprende un’analisi dello stato attuale delle piste ciclabili e dei flussi, ottenuta anche attraverso il monitoraggio dei passaggi in bicicletta in vari punti della città e la somministrazione di un questionario online. Inoltre, sono previsti diversi interventi per rafforzare, completare e rendere più sicuri gli itinerari ciclabili esistenti e per promuovere la ciclabilità diffusa. Sono stati individuati i diciassette itinerari principali del sistema Bicipolitana, oltre a suggerimenti per facilitare l’uso della bicicletta nel centro storico e nelle zone residenziali. Attualmente, la città di Padova dispone di 178 chilometri di piste ciclabili e l’obiettivo è di estenderle a 300 chilometri, includendo anche i collegamenti ciclabili con i comuni vicini.

Grazie ai 6 milioni di euro ottenuti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), la giunta Giordani ha approvato i primi cinque progetti per la realizzazione di nuove piste ciclabili, portando dal libro dei sogni alla realtà la visione della Bicipolitana. A dare concretezza al progetto un pacchetto di interventi da 3,7 milioni di euro che il Vicesindaco

Andrea Micalizzi, ha portato all’attenzione della Giunta Comunale con approvazione dell’intero piano. Interventi cherientrano in un progetto complessivo.

“Gli interventi rientrano in un ampio progetto del Comune per la riqualificazione della città in una prospettiva di sviluppo della mobilità sostenibile, attraverso solu-

zioni di accessibilità inclusiva, ciclabilità e sicurezza stradale - ha commentato il Vicesindaco MicalizziSono interventi di riqualificazione stradale a tutto ton-

do che vanno dalla messa in sicurezza del strade, agli attraversamenti pedonali alla eliminazione di barriere architettoniche fino alla nuova illuminazione. Un

Grazie ai 6 milioni di euro ottenuti dal Pnrr, la giunta Giordani ha approvato i primi cinque progetti per la realizzazione di nuove piste ciclabili

intervento che va a riqualificare la sede stradale consentendo una migliore sicurezza per biciclette e pedoni e un contesto stradale più sicuro e anche più gradevole. Grazie ai fondi ottenuti, riusciremo, finalmente a realizzare un progetto a cui

abbiamo sempre creduto”. La realizzazione della Bicipolitana prenderà il via con la costruzione del primo tratto, “Mura Nord”, al costo di 730mila euro, il quale si integrerà con il Programma di Rigenerazione Urbana “Il Superamento dei Margini”. Il secondo tratto, “Mura Ovest”, che si concentrerà su via Milazzo e Volturno, costerà 810mila euro. Il tracciato 4, che segue da Chiesanuova verso via Vicenza e si innesta sulla linea arancione, avrà un costo di 506mila euro, mentre il tracciato 5, che segue via dei Colli per la linea verde, costerà 708mila euro. Infine, il tracciato 8, chiamato “Mura Tratto Sud Est” e che si chiamerà linea rosa, sarà il più costoso, con un costo poco inferiore al milione di euro. La realizzazione di questo tratto prevede l’allargamento della parte pedonale esistente o la realizzazione di corsie ciclabili tramite segnaletica orizzontale. In totale, per la realizzazione della tratta Sud Est saranno spesi 964mila euro. In futuro, saranno inoltre approvati progetti per un totale di 2,3 milioni di euro, che consentiranno di realizzare nuovi percorsi ciclabili in via 58esimo Fanteria, riviera Paleocapa, al Bassanello e nel tratto compreso tra via Facciolati e Pontecorvo.

A breve saranno approvati altri progetti che porteranno l’investimento complessivo a sei milioni di euro. Tutti finanziamenti ottenuti grazie ai fondi europei del Pnrr. Finanziamenti che consentiranno di realizzare trentaquattro chilometri di percorsi ciclabili completamente rinnovati e a norma per quel che riguarda la sicurezza stradale.

www.lapiazzaweb.it 13 Mobilità Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario
progetto. Un’unica infrastruttura per favorire la ciclabilità diffusa in totale sicurezza

Lavori pubblici. Investimento da oltre 61 milioni di euro, tutto a carico della Regione Veneto

Nuova Pediatria: realizzate le prime murature esterne di chiusura

Dopo il completamento degli scavi archeologici e della bonifica bellica, la zona ovest del cantiere sta avanzando rapidamente

S ta prendendo forma in tempi record l’edificio che ospiterà la Nuova Pediatria di Padova. Dalla scorsa estate la gru gialla ha rappresentato il simbolo di speranza, un simbolo che unisce tradizione, innovazione ed eccellenza del modello sanitario padovano. La nuova ala di Pediatria, situata al terzo piano, ha raggiunto un importante traguardo con il completamento del terzo solaio sul lato est del cantiere. I lavori procedono a ritmi serrati e ad oggi sono stati versati più di 4.000 metri cubi di calcestruzzo armato.

Oggi in cantiere operano più di 60 maestranze con 5 tecnici a supporto. Sono state realizzate le prime murature esterne di chiusura ed è stato programmato il getto di calcestruzzo armato del terzo solaio.

L’edificio sarà su 8 piani, oltre 20 mila metri quadri e avrà una capacità di 168 posti letto

Dopo il completamento degli scavi archeologici e della bonifica bellica, la zona ovest del cantiere sta avanzando rapidamente. In questi giorni, il gruppo di lavoro sulla Pediatria si è incontrato più di venti volte per cominciare a studiare gli interni e garantire un ambiente adeguato alla cura dei bambini.

Quanto ai costi, gli investimenti necessari per la realizzazione superano i 61 milioni di euro, dei quali 38 milioni per i lavori e oltre 13 milioni per attrezzature e arredi.

Tutti finanziati dalla Regione del Veneto che,

Il cantiere della nuova pediatria di Padova

come ha avuto modo di sottolineare il Direttore Generale dell’Azienda Ospedale Giuseppe Dal Ben, “Fin dall’inizio è stata in prima fila assieme all’Università ”.

L’edificio della Nuova Pediatria di Padova si articolerà su 8 piani, per oltre 20mila mq di superficie, con una capacità di 168 posti letto: al piano terra il pronto soccorso e la radiologia, al primo piano le degenze, al secondo la specialista e la neuropsichiatria infantile, alla terza nefrologia con 5 postazioni dialisi e i trapiantati, al quarto le degenze chirurgiche, al quinto le terapie intensive e cardiologia pediatrica, al sesto l’oncoematologia e i trapiantati di midollo, al settimo piano infine le sale operatore. L’obiettivo è di completare l’opera entro la fine del 2024 o all’inizio del 2025. L’opera è la prima che si realizza nel Master Plan di ristrutturazione dell’area dell’ospedale di Padova, il polo Giustinianeo, che sarà negli anni affiancato dal Nuovo Ospedale di Padova. Non una sostituzione, ma due grandi aree di cura e ricerca che proietteranno la sanità del Veneto ancora più avanti nel panorama nazionale ed internazionale.

www.lapiazzaweb.it 14 Sanità

Il personaggio. Nato e cresciuto all’Arcella, il noto street artist si racconta

Libertà, cosmopolitismo e comunicazione

La voce della street art di Tony Gallo

Nato e cresciuto nel quartiere Arcella di Padova, Tony Gallo crede nella forza della street art come elemento per combattere le situazioni di marginalità sociale. Abbiamo avuto il piacere di entrare nel suo Studio e scoprire da vicino il mondo della street art.

Come si è avvicinato al mondo dell’arte e della Street Art?

Tony Gallo come artista nasce dopo un percorso da musicista. Con lo scioglimento della mia band, ho cercato di riportare quello che era per me comporre le canzoni su tela. Avevo bisogno di una passione da portare avanti. Dipingere è stato il primo amore e mi ha permesso di colmare quel momento di distacco dalla musica.

Quindi la street art arriva con il tempo?

Siamo all’inizio degli anni Novanta quando mi sono avvicinato al mondo street e della hip hop. Non sapevo ancora cosa avrei voluto fare precisamente. Ho iniziato a sperimentare e ho capito sempre di più che il disegno si stava avvicinando al murales. E solo più tardi, nel 2008, ho capito che quello che stavo facendo si stava avvicinando alla Street Art.

Da musicista ad artista. Cosa accomuna comporre uno

spartito musicale al dipingere un muro?

Il muro è più di una tela; deve avere un procedimento di esecuzione. Questo per me è molto vicino a quel comporre canzone dove cerchi delle emozioni diverse tra l’inizio e la fine.

In tre parole, come definirebbe il mondo Street?

Libertà, cosmopolita e comunicazione. I social che veicolo molto veloce per quel per il mondo Street art più di quello che è e qualsiasi altra forma d’arte perché è più immediato e immediato chiunque al giorno d’oggi fotografo un muro anche se non è appassionato di muri perché se lo vede davanti e se lo fotografa solamente sui social e quello aiuta a girare. Poi avvicini tanta gente al mondo dell’arte con i social e al mondo dell’arte incuriositi però non interessati. La street art funziona così in tutto il mondo, è sui muri delle città, ma anche dentro le gallerie d’arte, nelle aziende, nelle scuole, riporta vita a spazi incolore. Per i writer è diverso, preferiscono le toccate e fuga in incognito, di notte. Nel suo lavoro la componente social è importante?

Molto importante. Nel mio mondo gli artisti sono diversi e ognuno ha il proprio

modo di lavorare: io ho scelto di farlo alla luce del sole e mi piace creare continuità nella comunicazione con chi mi segue attraverso i social, dove tutti possono seguire i lavori che sto facendo. Possiamo dire che sui social viaggia il mio biglietto da visita. Invece sul sito web ho la possibilità di vendere la mia arte anche ai più giovani che possono comprare delle stampe. La street art è un valido modo per rigenerare aree periferiche e renderle piace-

voli da vivere. I suoi disegni possano lanciare un messaggio?

Non saranno sicuramente i miei disegni a cancellare le situazioni di marginalità, ma di sicuro vorrei regalare un po’ di colore, un sorriso o un’emozione particolare a chi guarda quel muro che non è più anonimo. L’esperienza più forte che ho vissuto è stata a Taranto nel quartiere Paolo VI con l’opera Sogni d’oro amici miei, un muro di 30 metri per 12. In un quar-

tiere periferico, l’appartenenza alle strade è forte e lo si vede dalla grande presenza di bambini che lo vivono come spazio quotidiano. Ho cercato di interagire subito con il quartiere e mi sono sentito accolto fin da subito. Ora è diventato un luogo artistico e di turismo culturale grazie anche alla mia opera. Ma qual è l’opera a cui è più affezionato?

“Il diario del mio migliore amico” alla palestra della scuola media Andrea Briosco. Non è una scelta a caso, perché si tratta proprio della scuola che ho frequentato. Ho raffigurando una bambina rannicchiata a letto con in braccio un topolino e un diario ai suoi piedi. Il murale voleva essere un omaggio per la comunità cinese, che al tempo era entrata nell’anno del Topo.

Nel segno del rispetto e del fair play arriva la Biennale di street art Super Walls: 31 gli artisti all’opera

Tredici comuni interessati dagli interventi, oltre quaranta grandi murales da realizzare e 31 artisti (di cui otto sono donne) coinvolti provenienti da Italia, Francia, Spagna e Olanda. A questi si aggiungono i ragazzi della 4E del Liceo Artistico A. Modigliani, chiamati a dipingere su una facciata della propria scuola un’opera sviluppata con l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale. Si presenta così Super Walls 2023, la Biennale di Street Art di Padova, che si terrà dal 20 maggio al 4 giugno tra la Città del Santo e Albignasego, Abano Terme, Campodarsego, Cittadella, Este, Fontani-

va, Legnaro, Limena, Mestrino, Rubano, San Giorgio delle Pertiche e Selvazzano Dentro.

Accanto ai padovani Alessio-B, Any, Boogie.EAD, Peeta, Shife, Tony Gallo, Yama e Zero Mentale, parteciperanno numerosi nomi noti del panorama nazionale: Alessandra Carloni, Andrea Crespi, Capo. Bianco, Cuboliquido, Giulio Masieri, Mrfijodor, Vera Bugatti e Waro.

Dai Paesi Bassi arriverà JDL, dalla Germania Kera1, dalla Spagna le Medianeras e DoaOa e dalla Francia Nerone, Daco, Anna Conda, David Karsenty, 68%, Bagdad, Fortunes, Gloar, Ofet, Mya Lélé e

il collettivo La Crémerie. Il tema scelto è il rispetto, che gli street artist sono stati invitati a declinare secondo

la propria sensibilità: c’è chi lancerà un messaggio in favore della tutela dell’ambiente, chi invece proporrà un’inter-

pretazione legata ai concetti di rispetto per le donne, per sé stessi, per l’infanzia o per la diversità di idee.

Importante sarà anche la riflessione sul fair play sportivo, che assume ulteriore valore nell’anno in cui Padova è Città Europea dello Sport. Per questo motivo sono stati messi a disposizione alcuni muri all’interno di strutture sportive come lo Stadio Euganeo, il Palaindoor, il Palantenore di Piazza Azzurri d’Italia e il Palagozzano in Piazza Gardellin alla Guizza.

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Arte
Sara Busato A sinistra, Tony Gallo; sopra, uno dei murales dello street artist padovano Alessandra Carloni mentre decora il supermercato Alí di Via dei Colli a Padova

Cambio sede per le Cucine popolari: si va al Tempio della Pace

Dopo quasi 110 anni di presenza in via Tommaseo, le cucine economiche e popolari di Padova si trasferiscono al Tempio della Pace, in uno spazio più grande e moderno. L’operazione è possibile grazie ai fondi del Pnrr. “Grazie ad un finanziamento da 900mila euro – ha spiegato il sindaco Sergio Giordani – vogliamo dare la possibilità alle cucine di avere una nuova sede. Per noi si tratta di un’istituzione fondamentale che da decenni svolge un ruolo imprescindibile per la città”. La notizia ha una portata storica sia per ciò che le cucine economiche e popolari rappresentano per Padova, sia perché l’opera fondata da Stefania Omboni occupa l’attuale sede dal 1914. In questo 140esimo anniversario della loro fondazione, le cucine economiche popolari hanno accolto studenti, operai, profughi adeguando il loro servizio e l’accoglienza alle circostanze. “Si tratta di una grande opportunità per rendere la nostra città ancora più significativa dal punto di vista dei valori che vuole incarnare: l’accoglienza e la vicinanza a chi è in difficoltà – ha commentato il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla –. Presentarci alla città con quasi un appello a dire le cucine non sono di qualcuno, ma sono di tutta la città. Credo che questo sia un passaggio molto importante per quanto riguarda la cultura della solidarietà e della vicinanza della prossimità. Non creare un luogo separato, ma uno spazio che appartiene già a tutti”. La riorganizzazione della zona rappresenta un importante progresso per la città, soprattutto per la riqualificazione di una zona strategica all’ingresso del centro, frequentata da studenti universitari e turisti che giungono in città via treno. “Siamo contenti di poter contribuire alla riqualificazione di quest’area. Attualmente il patronato e la canonica del Tempo della Pace sono in disuso – ha aggiunto don Luca Facco, presidente della Fondazione Nervo Pasini –.

Per noi diventa un’occasione di essere presenti in un luogo centrale della città con una presenza di carità. Speriamo che diventi un luogo di cultura, di carità, di accoglienza e di integrazione. Siamo orgogliosi come città di contribuire a migliorare e a rendere la città sempre più accogliente”. La proposta di spostamento rappresenta un regalo molto significativo per l’anniversario delle Cucine, recentemente festeggiato. È inoltro il risultato di un lavoro accurato e in corso di svolgimento tra la Diocesi e l’amministrazione comunale. Tuttavia, nonostante il finanziamento sia stato già ottenuto, ci sono ancora molti aspetti tecnici da valutare, come le verifiche e le valutazioni della Soprintendenza dei beni culturali e dei tecnici comunali, che potrebbero influire anche sulla possibilità di ampliare il centro parrocchiale. Il progetto dovrà essere completato entro giugno 2026, come stabilito dal Piano nazionale di ripartenza e resilienza, e ora che il finanziamento è stato garantito, si potrà iniziare a delineare i dettagli del progetto stesso. A pochi passi dalle Cucine Economiche Popolari, c’è un altro luogo storico del-

la città, punto di riferimento dell’accoglienza: è la Casetta Borgomagno che affronta le problematiche dei senza fissa dimora. Negli ultimi tre anni è stato portato avanti un intenso lavoro di implementazione dei servizi e sono stati attivatiuno sportello psicologico-sanitario, uno sportello di orientamento al lavoro, che si vanno ad aggiungere all’unità di strada, al servizio docce e all’accoglienza invernale. Ora, entro il 2026 verrà restaurata grazie al finanziamento di 1,2 milioni di euro (fondi Pnrr) che serviranno anche a rinnovare la casa Ex Gabelli alla Stanga oltre che al progetto di accoglienza di migranti nelle case dei padovani che si sono resi disponibili per periodi di sei mesi. “Come servizio sociale abbiamo voluto lanciare questa notizia che ci riempie di soddisfazioni ed è frutto di un lavoro di squadra – ha commentato l’assessore al Sociale Margherita Colonnello –. Siamo particolarmente contenti di poter condividere questo percorso con tanti volontari e volontari che ogni giorno rendono possibile l’inclusione la solidarietà nella nostra città”.

Giordani: “Grazie ad un finanziamento da 900mila euro vogliamo dare una nuova sede a un’istituzione fondamentale che da decenni svolge un ruolo imprescindibile per la città”

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Pnrr. Dopo 110 anni di presenza in via Tommaseo il trasferimento in nuovi spazi
Sopra, amministrazione e vescovo alla conferenza stampa; sotto: a sinistra le Cucine popolari, a destra, la Casetta Borgomagno

Viabilità. Problemi strutturali al ponte: dall’Arcella si alza la voce degli abitanti

Chiude il Cavalcavia Borgomagno: commercianti e residenti divisi

La decisione di chiudere il via definitiva l’accesso alle auto al Cavalcavia Borgomagno in direzione Arcella divide commercianti e residenti.

I CONTRO

Dalla parte del “no” alla chiusura definitiva ci sono molti commercianti del quartiere, l’Ascom, i commercianti del centro. Particolarmente agguerriti molti commercianti dell’Arcella che hanno dato vita a manifestazioni e a una raccolta di firme. “Prima il Comune aveva comunicato che il cavalcavia Borgomagno doveva rimanere chiuso per problemi di viabilità, poi la motivazione è stata quella dei problemi strutturali del ponte. Vogliamo sapere quali sono le vere intenzioni riguardo l’accessibilità al quartiere Arcella”, dicono i commercianti. “Il cavalcavia deve rimanere operativo dato che ha già subito interventi per renderlo operativo al fine di non isolare il nostro quartiere, di non svuotare i nostri negozi, di non desertificare le nostre strade, di non far crollare il valore dei nostri immobili , di non ghettizzarci rendendo difficile raggiungere il nostro territorio”. Contrario al metodo che ha portato alla chiusura del Borgomagno anche il presidente della consulta 2 Nord Carlo Forner, “chiederemo al Comune perché non siamo stati coinvolti nella decisione”, ha dichiarato Forner, “e se si tratta di una decisione dell’assessore o della giunta. I commercianti sono preoccupati perché hanno registrato una flessione del 30% degli introiti durante quella che doveva una fase temporanea, e quindi se il Borgomagno rimarrà chiuso le perdite diventeranno strutturali”. Sulla chiusura del Borgomagno intervengono anche Simone Pillitteri e i consiglieri comunali Luigi Tarzia e Ivo Tiberio. “La causa di questa divisione tra i commercianti”, hanno dichiarato, “va ricercata nella poca trasparenza da parte della Giunta. Il nostro è un appello affinché si mettano in campo

le migliori sinergie a vantaggio della mobilità cittadina per trovare soluzioni condivise con i residenti e i commercianti, per sfruttare al meglio oltre al Borgomagno anche la viabilità dei cavalcaferrovia Dalmazia, Ponte dell’Unità d’Italia e Plebiscito e per migliorare l’attuale viabilità al fine di scongiurare il rischio che un quartiere di 40mila abitanti e il suo tessuto economico rimangano isolati

dal resto della città”.

I PRO

Tra i commercianti dell’Arcella c’è anche chi si dice favorevole alla soluzione prospettata di una corsia di marcia per il traffi-

co solo in uscita dal quartiere attraverso il cavalcavia Borgomagno. I favorevoli al senso unico hanno lanciato una campagna on line sul portale change.org per raccogliere adesioni. Tra i

promotori della raccolta firme il vicepresidente della Consulta Nord Mauro Rolle, secondo il quale il ponte sulla ferrovia dovrebbe restare chiuso sino a quando le Ferrovie non avranno costruito un nuovo ponte da realizzare in occasione dell’arrivo in stazione dell’Alta velocità Vicenza-Padova. “La corsia dal centro all’Arcella deve restare chiusa”, ha dichiarato Rolle, “sia per i noti problemi strutturali segnalati dai tecnici del comune e dalle Ferrovie, sia per tutelare la salute dei negozianti e dei residenti nella prima zona dell’Arcella. La chiusura non risolve tutti i problemi di viabilità del quartiere, ma resta pur sempre un passo importante per una migliore vivibilità in prima Arcella e per una maggiore facilità di spostamento in tram, bus, in bici e a piedi”. Favorevoli alla chiusura anche i conducenti del tram: “con il ponte aperto alle auto il tram rischia spesso di restare bloccato sul ponte”, fanno sapere, “perdendo tempo prezioso e pesando sulla struttura”.Per il “sì” alla chiusura anche gli esercenti di alcune attività commerciali che hanno diffuso un loro comunicato. “Il quartiere da tempo è consapevole del fatto che il Borgomagno necessita di un totale rifacimento, quindi non comprendiamo lo stupore per la chiusura”, scrivono Osteria di Fuori Porta, Angoli di Mondo, Gold Soundz, Libreria Limerick, Fruttivendolo Sempreverde, Versi Ribelli e il Ristorante Xiang Dimsung. “Anche se comprendiamo il fatto che molte persone, anche nostri clienti, siano purtroppo ancora abituate a muoversi con l’automobile, non è percorrendo questa strada che rilanceremo ulteriormente il Borgomagno. Mentre tutte le grandi città europee vanno nella direzione di togliere le auto per lasciare spazio alle persone, non vogliamo che l’Arcella faccia passi indietro, ma anzi che sia luogo di nuovi progetti e di migliore qualità della vita per tutte le persone che ci vivono e che ci trascorrono del tempo”.

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Obiettivo quartieri
“Vogliamo sapere quali sono le vere intenzioni riguardo l’accessibilità al quartiere Arcella”
Cavalcavia Borgomagno

Territorio. Per fare il punto sul progetto l’assessore ai Parchi di Padova e il sindaco di Albignasego

Parco Guizza: tra Padova e Albignasego in arrivo 130mila metri quadrati verdi

Il nuovo Parco della Guizza sorgerà al confine dei comuni di Padova e di Albignasego. Sarà grande 130mila metri quadrati e metterà insieme il Parco Modì di Albignasego (30mila metri) cui va aggiunta l’area dell’attuale Parco Gozzano e l’area verde limitrofa nel territorio del comune di Padova, per un totale di circa 100.000 metri. Per fare il punto sulla procedura da seguire si sono confrontati l’assessore ai Parchi del Comune di Padova, Antonio Bressa, e il sindaco di Albignasego, Filippo Giacinti. “È un progetto importante, che abbiamo annunciato da tempo – ha dichiarato l’assessore Bressa – e stiamo per acquisire il finanziamento principale grazie alla domanda presentata alla Regione Veneto, tramite il fondo Por Fesr che dovrebbe nei prossimi mesi darci le risorse per affidare i lavori per questo importante polmone verde nella zona Sud della città. L’incontro con il Sindaco di Albignasego è stato necessario perché questo parco sarà confinante con l’attuale parco Modi di Albignasego e l’idea è quella di ottenere un’area unica, in comunicazione, quindi fruibile a tutti i cittadini. Ora, dopo aver incontrato il comune di Albignasego, inizieremo un percorso di condivisione con la commissione consiliare

e con la Consulta di quartiere per fare in modo che nel momento in cui avremo questo finanziamento saremo pronti a passare nella fase esecutiva già raccogliendo tutti questi contributi per realizzare un grande parco a Sud di Padova”.

“L’area verde del parco Modì è dove i due comuni di Padova e Albignasego sono contigui – ha commentato il sindaco di Albignasego, Filippo Giacinti –. Ringrazio l’amministrazione comunale padovana per la volontà di fare sinergia anche su questo progetto. Il parco Modì è frequentato anche da molti padovani che vivono sul confine, in quest’area di città dove i due comuni sono contigui e il dialogo tra amministrazioni è importante per offrire un servizio all’altezza. La grande Padova passa anche da queste azioni di sinergia e collaborazione”.

Bressa: “Questo parco sarà confinante con l’attuale parco Modí di Albignasego e l’idea è quella di ottenere un’area unica, fruibile a tutti i cittadini”

La nuova area che verrà destinata a parco è di 63.702 metri quadrati, che diventeranno parco grazie alla perequazione che il Comune ha concordato con alcuni privati che hanno edificato una serie di abitazioni lungo via Confortini. L’area verde vede la presenza di un bar, all’accesso al Parco in via Modigliani. Grazie agli oltre 21 milioni di fondi Por Fesr che ricadranno sull’ambito territoriale di Padova, il Comune potrà investire 2,7 milioni di finanziamento per la riqualificazione del verde e la realizzazione del Parco, per un progetto di complessivi 3 milioni dove i restanti saranno cofinanziati dall’amministrazione. La conferma della Regione sull’utilizzo dei fondi Por Fesr arriverà entro l’estate e poi ci saranno due anni per completare le opere.

Diego Buonocore

Da giugno l’Anagrafe di Mortise nella nuova sede di via Boccaccio

Dal 5 giugno l’Anagrafe di Mortise chiuderà e si sposterà nella nuova sede di via Boccaccio, aumentando però gli orari di apertura, che saranno uniformati a tutti gli uffici dell’anagrafe in città. “Spostiamo un servizio per ampliarlo e renderlo più accessibile, in un momento in cui, grazie alla possibilità dei certificati online e delle autocertificazioni, le anagrafi sono sempre meno un luogo di elevata frequenza per le singole persone. Spostando gli uffici in via Boccaccio, questo ufficio si collega ad altri servizi lì offerti, creando così un unico punto di riferimento per il Quartiere 3 e rendendo possibile l’ampliamento degli orari. – ha commentato Francesca Benciolini, assessore all’anagrafe e decentramento – Abbiamo presentato alla Consulta 3A il progetto ed una delle principali preoccupa-

zioni emerse era quella che gli ambienti dove oggi ci sono gli uffici dell’anagrafe a Mortise, sopra La Corte, rimanessero non presidiati. Ma con grande piacere posso annunciare che l’intenzione è quella di creare proprio lì la seconda Casa di Quartiere della città, e mi fa piacere annunciarlo il giorno dopo l’inaugurazione ufficiale della Casa di Quartiere dell’Arcella. Il presidio attuale, con uffici aperti solo due giorni, era carente, mentre con la casa di Quartiere arriveremo ad avere un luogo vivo, di riferimento per tutti e tutte”.

Lo sportello di Mortise era aperto solo due mattine a settimana e da tempo l’obiettivo dell’Amministrazione era quello di avere tutti gli sportelli anagrafe ad orario pieno. Per farlo si è reso necessario spostare il servizio da Mortise a Forcellini, sempre nel Quartiere 3. (d.b.)

www.lapiazzaweb.it 21 Obiettivo quartieri Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario
La stretta di mano fra l’assessore Antonio Bressa e il siindaco Filippo Giacinti.

Elezioni. La 23enne di Monselice è stata rieletta presidente del Consiglio degli Studenti

Emma Ruzzon rappresenterà gli studenti di Padova per altri 2 anni

“Questa riconferma ci pone di fronte a grandi responsabilità e fa emergere chiara la volontà di continuare lungo un percorso ben definito”

Lo scorso 26 aprile il rinnovato Consiglio degli Studenti dell’Ateneo Patavino si è riunito al Bo per votare la Presidenza dell’organo, carica di rappresentanza studentesca più alta dell’Ateneo.

La maggioranza assoluta ha rieletto Emma Ruzzon, studentessa di Lettere originaria di Monselice, attualmente in carica anche come Senatrice Accademica dell’ateneo.

Per l’associazione studentesca UDU Padova si tratta del terzo mandato consecutivo in cui detiene la maggioranza dell’organo, con 25 rappresentanti (su un totale di 43 seggi), diretta conseguenza dei risultati elettorali ottenuti alle elezioni studentesche di dicembre 2022 e del costante impegno nella rappresentanza a qualsiasi livello.

“Questa riconferma ci pone di fronte a grandi responsabilità e fa emergere chiara la volontà di continuare lungo un percorso ben definito: un percorso fatto di idee, rivendicazioni e impegno costante”, queste le sue prime dichiarazioni fresca di rielezione.

“Il Consiglio degli Studenti non può e non deve essere visto solo come un organo istituzionale, è fondamentale infatti evidenziare an-

che il suo ruolo fortemente politico. Vogliamo essere in grado di incidere sul dibattito pubblico, raccontando quali sono le difficoltà degli studenti a Padova, aprendoci alla cittadinanza e al territorio. Continua, anche in questo senso, il nostro mandato per costruire una presidenza che parli agli studenti, che sia in grado di raccogliere tutte le istanze e che le restituisca con coraggio all’Università e alla cittadinanza”.

“Come

Quando le chiedono le principali urgenze su cui occorre che Regione e Università intervengano, Emma Ruzzon è chiarissima: “Gli studenti dell’Università di Padova, ma anche di tutta Italia, stanno attraversando un periodo complesso che vede ancora forti i danni causati dalla pandemia. Ad ora rimangono gravissime le carenze in tema di diritto allo studio, dalla situazione delle borse di studio fino all’emergenza abitativa. In effetti, la pandemia ha reso ancora più difficile

l’accesso all’istruzione e ha esacerbato le disuguaglianze esistenti tra gli studenti. Molti giovani hanno perso i propri lavori, non hanno più potuto contare sui sostegni delle proprie famiglie e hanno subito notevoli difficoltà nell’accedere alle risorse didattiche necessarie per il loro apprendimento. Le università italiane, compresa quella di Padova, hanno dovuto fare fronte a sfide senza precedenti, garantendo il mantenimento della didattica a distanza e delle attività di ricerca, pur in presenza delle restrizioni imposte dalle autorità sanitarie.

In questo contesto, la Presidenza del Consiglio degli Studenti dell’Università di Padova ha un ruolo fondamentale nell’indirizzare l’attenzione delle istituzioni verso le difficoltà degli studenti e nell’elaborazione di proposte per superare le problematiche che si presentano. Gli studenti rappresentati dal Consiglio degli Studenti hanno la responsabilità di far sentire la loro voce, di parlare a nome degli studenti e di rappresentare i loro interessi. La rielezione di Emma Ruzzon alla presidenza del Consiglio degli Studenti dell’Università di Padova testimo-

nia il riconoscimento del lavoro svolto dalla maggioranza uscente e delle sue proposte per affrontare le sfide future.

“Come studenti dovremo farci forza collettivamente per riuscire a farci ascoltare da una politica che continua a girarsi dall’altra parte e a ignorare il tema del benessere psicologico, così come continua ad ignorare quello della crisi climatica. Il lavoro per rendere l’università aperta ed inclusiva è ancora molto, ma agendo insieme lo affronteremo un passo alla volta”.

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Università
Emilia Milan Emma Ruzzon, presidente del Consiglio degli Studenti di Padova studenti dovremo farci forza collettivamente per riuscire a farci ascoltare da una politica che continua a girarsi dall’altra parte”
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Territorio. Dieci puntate per conoscere storia, curiosità e valori della famosa ciclovia veneta

Alla scoperta della Treviso-Ostiglia: ora anche grazie al podcast ufficiale

Disponibile su Spotify, ma anche sulle principali piattaforme digitali. Pronti a partire?

L a Ciclovia Treviso Ostiglia, la pista ciclabile che nel suo percorso di quasi 70 chilometri attraversa le province di Treviso, Padova e Vicenza, ha lanciato in questi giorni il suo podcast ufficiale.

Un viaggio diviso in dieci puntate alla scoperta della storia, delle curiosità e dei valori della ciclovia che è uno dei fiori all’occhiello della nostra regione. La Treviso-Ostiglia, infatti, non è “soltanto” una splendida pista ciclabile dal punto di vista del percorso, ma offre anche un’enorme quantità di servizi ai cicloturisti come punti ristoro, noleggio biciclette, hotel, B&B e agriturismi.

Il podcast, che ha debuttato a fine marzo su Spotify e che è disponibile anche nelle principali piattaforme digitali (Google Podcast, Apple Podcast, Amazon Music, ecc), è realizzato da ASI Srl, in collaborazione con la Federazione dei Comuni del Camposampierese, Soggetto Gestore della ciclovia e beneficiano di un finanziamento regionale.

UN VIAGGIO TRA STORIA

E NATURA

L’obiettivo del podcast è quello di raccontare la storia e i valori della Treviso Ostiglia e di tutto il territorio che viene attraversato da questa ciclovia che, è bene ricordarlo, attualmente è la ciclovia su ex ferro-

via più lunga d’Italia.

Il tracciato rettilineo dei binari su cui scorre la ciclovia ha una storia molto tormenta che affonda le sue radici addirittura nell’800, e che racconta un pezzo di storia del nostro territorio e del nostro Paese.

Il podcast si articola in 10 puntate ed ha una programmazione settimanale, in modo da offrire agli ascoltatori la possibilità di scoprire tutto l’enorme ecosistema di emozioni che si nasconde sotto al sedime della “Ostiglia”, come ormai viene affettuosamente chiamata la ciclovia da tutti gli appassionati e dai residenti.

E così, puntata dopo puntata, possiamo anche ascoltare le voci dei protagonisti che ricordano episodi del dopoguerra, quando la ciclovia ancora non era nemmeno un progetto e c’era soltanto una vecchia ferrovia costretta a funzionare a singhiozzo a causa dei danni causati dal conflitto mondiale.

Una sorta di memoria storica del nostro territorio da preservare e da ascoltare attraverso il suono magico della voce, ovvero attraverso le suggestioni uniche del “racconto”.

Lungo la Treviso-Ostiglia si possono incrociare vecchie stazioni o case cantoniere abbandonate, ma anche straordinarie Ville Venete, paesi caldi e accoglienti, aree fluviali, zone boscose, borghi storici dalla bellezza mozzafiato e,

come abbiamo ricordato in apertura, tanti punti ristoro perfettamente attrezzati per i cicloturisti. Proprio per questo il percorso rettilineo e pianeggiante della Treviso Ostiglia è straordinariamente suggestivo.

SOSTENIBILITÀ E TURISMO SLOW: CI PIACE!

Al momento sono state pubblicate soltanto le prime puntate del podcast, ma come dicevamo le altre seguiranno a cadenza settimanale. Settimana dopo settimana verrà dunque raccontato come la pista sia al momento completata solo parzialmente, e non raggiunga ancora il paese di Ostiglia, in provincia di Mantova. A oggi, infatti, il tratto percorribile copre una lunghezza di circa 70 km sui futuri complessivi 118 km. Si può comunque percorrere in tutta sicurezza un lungo tratto che si snoda in modo rettilineo e ininterrotto dal centro di Treviso fino a Mon-

tegalda, sui colli Berici. Grazie alla sua posizione geografica, che la vede disposta in direzione est-ovest, la ciclovia Treviso Ostiglia rappresenta una delle dorsali principali del cicloturismo veneto.Insomma, la ciclovia Treviso Ostiglia rappresenta una delle più importanti infrastrutture ciclabili della regione Veneto, che unisce in modo sostenibile e sicuro i territori attraversati dalla pista, offrendo servizi e opportunità a tutti i tipi di ciclisti, dai cicloturisti ai residenti locali. Inoltreè inserita nel progetto strategico regionale Green Tour, un’iniziativa che si propone di sviluppare un sistema

di percorsi ciclabili e di mobilità sostenibile per il territorio veneto.

Ma c’è di più, dato che non stiamo parlando soltanto di una bella avventura all’aria aperta: la pista ciclabile Treviso-Ostiglia è anche un esempio concreto di come la sostenibilità e la mobilità dolce possano contribuire allo sviluppo del turismo lento e rurale in Italia. Ed anche per questo motivo si è scelto di utilizzare il podcast, uno dei linguaggi che si è affermato di più in questi ultimi anni, per raccontare l’Ostiglia: l’ascolto, oltre a farci tornare a una dimensione quasi fiabesca, ci permette di godere in modo slow dei contenuti che ci vengono offerti, magari proprio mentre si sta pedalando lungo il sedime della ciclovia, oppure mentre si fa una passeggiata, o anche mentre stiamo comodamente seduti sul nostro divano. Non ci resta che augurarvi buon ascolto e… buona pedalata!

• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!

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Novità
Giacomo Brunoro
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Credit foto: Archivio Fotografico Regione del Veneto, Green Tour Verde in Movimento / foto di Matteo Danesin

Appuntamenti. Dal Festival del linguaggio del Paesaggio allo Sherwood

Estate all’insegna dei Festival: musica e spettacoli per tutti i gusti

Fino a settembre il Parco Milcovich diventa punto di riferimento per passare la serata con spettacoli, talks, proiezioni cinematografiche e iniziative culturali di ogni genere

La voglia di musica e spettacoli all’aria aperta è tornata. Si riaccendono i palchi e i parchi della città. Padova risponde, per tutta l’estate, con una ricca offerta di festival culturali, concerti e proposte per ogni tipo di esigenza.

Torna dal 23 maggio la seconda edizione di Lifes Loves Landscape, il festival dedicato ai linguaggi del e per il Paesaggio. Il tema scelto è “L’intangibile” che verrà comunicato utilizzando i vari linguaggi creativi e scientifici dei partner del progetto. Il festival sarà ancora più diffuso, gli appuntamenti si terranno, infatti, in diversi luoghi della città e non solo.

Dai Giardini dell’Arena, al Museo di Geografia, passando per il MuSME, il conservatorio Pollini e il Giardino di Cristallo fino ad arrivare sui Colli Euganei.

Torna, con la sua ventesima edizione, Je t’aime - Summer Student Festival, uno dei festival di musica indipendente più importanti del Nordest. Da anni anima uno spazio storico, la Golena San Massimo, che all’interno delle sue mura storiche ospita nove giorni (dal 26 maggio al 3 giugno) di musica, dibattiti, eventi culturali, rassegne cinematografiche e laboratori.

Con la bella stagione prendono vita i parchi cittadini.

Fino a settembre il Parco Milcovich diventa punto di riferimento per passare una serata estiva lasciandosi trasportare da un programma ricco di concerti, spettacoli, talks, proiezioni cinematografiche e iniziative culturali di ogni genere, da laboratori a performance di arte contemporanea. Tre palchi con diversi eventi e cinque aree ristoro con proposte variegate rendono Arcella Bella un giardino accogliente inclusi-

vo ed accessibile a chiunque voglia godersi una serata in tranquillità a due passi dal centro. All’interno del Parco Europa, in zona Stanga, troviamo il Parco della Musica con una proposta piacevole e confortevole grazie anche alla scelta accurata dell’allestimento, la presenza di bar

di qualità, panchine, sdrai e ombrelloni. Nel tempo, il successo del Parco della Musica ha ispirato la nascita di realtà simili in altri giardini della città. Tra questi spicca il Campo dei Girasoli, che propone eventi culturali, concerti, spettacoli di teatro, laboratori per bambini con un’attenzione alla promozione di un’agricoltura sostenibile e multifunzionale. Nel quartiere Montà, invece, protagonista della proposta estiva è il Parco degli Alpini. Nel frattempo, l’Amministrazione ha aperto il bando Spazi Verdi Aperti, una possibilità in più per le associazioni e realtà della città di svolgere gratuitamente qualsiasi attività all’aperto in maniera strutturata. Dallo yoga al teatro, alla ginnastica, alle presentazioni di libri, dibattiti culturali ed eventi sociali. Sono oltre centro gli spazi messi a disposizione. Da metà giugno torna l’immancabile appuntamento con Sherwood Festival, la rassegna indipendente più apprezzata del Veneto e del panorama italiano da oltre vent’anni. Fin dalla sua nascita negli anni ‘90, il festival ha ospitato alcuni tra i nomi più importanti della scena musicale italiana e internazionale. Il Park Nord dello Stadio Euganeo, da metà giugno, si trasforma in una piccola cittadella della musica dove cultura, sport e dibattiti si intrecciano per costruire un’alternativa unica nel suo genere. Sono già aperte le prevendite per i big: Verdena, Ska-P, Baustelle e Carl Brave. In arrivo nella foresta di Sherwood concerti a prezzo ridotto con la famosa formula “1 euro può bastare”. Tra questi il grande ritorno di Carmen Consoli, Myss Keta, Giancane e Mellow Mood, solo per citarne qualcuno. La lista degli eventi da seguire è in continuo movimento. Non resta che appuntarsi in agenda i preferiti e passare un’estate all’insegna del ritorno delle iniziative a pochi passi da casa.

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In foto, il Parco della Musica

L’esposizione. Fino al 28 maggio, a Palazzo Zuckermann, due grandi artisti del Seicento

Ritratti antichi ma contemporanei: Apollodoro e Bassano in mostra

C’è tempo fino al 28 maggio per visitare la mostra “Ritratti antichi ma contemporanei” ospitata presso Palazzo Zuckermann. Un’occasione per approfondire un genere pittorico, quello del ritratto, che ha attraversato epoche e correnti artistiche, con un focus sullo sviluppo del ritratto naturalistico nell’ultimo quarto del Cinquecento in seno alla Serenissima. Protagoniste della mostra sono infatti le opere di due artisti che operarono a Padova e Venezia a cavallo fra il Cinquecento e il Seicento: da una parte Francesco Apollodoro (Porcia 1531 - Padova 1612), iscritto alla confraternita dei pittori di Padova che aveva sede nella chieda di San Luca Evangelista, dall’altra Leandro Dal Ponte detto Bassano (Bassano 1557 - Venezia 1622), suo diretto concorrente e fra i maggiori esponenti del genere dell’epoca, nonché quartogenito di Jacopo Bassano, nella cui bottega di famiglia venne istruito e lavorò durante i primi anni di attività prima di stabilirsi, già noto come ritrattista, a Venezia.

Il legame fra Padova e lo sviluppo del genere ritrattistico fra Cinquecento e Seicento è da ricercarsi anche nella sua natura di città universitaria: all’epoca, in quanto principale sede universitaria della Serenissima, Padova vantava una committenza com-

posta soprattutto da professori e notabili, i cui ritratti dovevano essere del tutto riconoscibili per poter trasmettere l’importanza e la fama del personaggio, ma anche per poter tramandare ai posteri i rispettivi valori e virtù.

Francesco Apollodoro fu uno degli artisti dell’epoca che seppe rispondere a queste esigenze nel migliore dei modi, come evidenziato dalla mostra di Palazzo Zuckermann.

La mostra, a cura di Monica Castellarin ed Elisabetta Gastaldi con la consulenza scientifica di Vincenzo Mancini, si compone di una sezione di dipinti provenienti dalle raccolte del Museo d’Arte Medievale e Moderna di Padova, cui si aggiungono due ritratti inediti di Francesco Apollodoro provenienti dalla collezione Selvatico Estense di Imola, che tornano eccezionalmente nella città di origine, essendo stati un

La mostra si compone di una sezione di dipinti provenienti dal Museo d’Arte Medievale e Moderna di Padova, cui si aggiungono due ritratti provenienti dalla collezione

Selvatico Estense di Imola

tempo conservati nel palazzo di famiglia Frigimelica Selvatico Estense, poi Montesi. Ad arricchire la mostra, dando la possibilità ai visitatori di immergersi ancora di più nell’atmosfera e nella vita del tempo, l’aiuto delle tecnologie digitali, che permettono di instaurare un contatto visivo fra i visitatori e i personaggi ritratti, di collocarli nella contemporaneità e di rivivere la loro esperienza in città. L’uso della tecnologia ha altresì reso possibile il ripristino digitale de “Il ritratto del Leone Bonzio” di Leandro Bassano. L’opera, già conservato allo Staatlichen Museum Schwerin (Germania), rappresenta un’importante testimonianza dell’arte di Leandro Bassano; andata distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, può ora essere ammirata nel contesto della mostra.

Passeggiando per Padova: camminare fra arte, storia e cultura

Passeggiare per Padova imparando a riconoscerne il patrimonio artistico e approfondendone la storia: è questo l’obiettivo di “Passeggiando per Padova - sulle tracce della Signoria Carrarese”, una serie di sette uscite organizzate dal gruppo Ctg La Specola con focus sulle tracce lasciate in città dalla Signoria Carrarese e sugli elementi che hanno permesso a Padova di essere ammessa, come Urbs Picta, fra i siti UNESCO.

I sette incontri si svolgeranno ogni domenica fra il 21 maggio e il 2 luglio dalle 10 alle 11.30. La prima “passeggiata culturale” in programma andrà dalla Chiesa di S. Maria dei Servi al Battistero, con ritrovo davanti ala Chiesa dei Servi. Il 28 maggio sarà la volta dell’isola carrarese e della scoperta delle tracce ancora presenti della Signoria: la Casa della rampa, la “Reggia” di via Accademia (ritrovo sul Sagrato del Duo-

mo), mentre il 4 giugno protagoniste dell’incontro saranno Piazza Capitaniato e Piazzetta San Nicolò, con ritrovo sotto l’Arco dell’Orologio. Si prosegue, l’11 giugno, con le case, vie e botteghe del tempo dei Carraresi e visita al Palazzo della Ragione (ritrovo all’angolo di via Marsilio da Padova e via Gorizia) e il 25 giugno con il borgo della Paglia con l’Oratorio di San Michele, in collaborazione con “Torlonga” e ritrovo presso la Chiesa del Torresino. Dulcis in fundo, l’appuntamento del 2 luglio con Piazza del Castello, la Chiesa di S.Tommaso Becket, l’area fortificata del Castello fino alla Torre del Soccorso (ritrovo in Piazza del Castello).

Per partecipare è necessaria la prenotazione col almeno tre giorni di anticipo scrivendo all’indirizzo email laspecola@ctgveneto.it o chiamando il numero 340 5522764. (f.t.)

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Alcune delle opere in mostra a Palazzo Zuckermann

Basket. La squadra patavina si posiziona sesta nella classifica del campionato

Virtus Padova, chiusura di stagione con un retrogusto amaro

“Ci aspetta un turno in cui si riparte da zero, non dobbiamo sottovalutare l’avversario, consapevoli di essere arrivati a due punti dal terzo posto”

L a stagione regolare si chiude con una vittoria della Virtus Antenore Energia e il sesto posto nella classifica del campionato di basket di serie B. Per solo un punto in meno in classifica Virtus non entra nei primi quattro e si gioca i play-In alla meglio dei cinque incontri contro Monfalcone, classificata all’undicesimo posto. “Un po’ di rammarico per non essere riusciti ad entrare nelle prime quattro c’è – commenta il coach della Virtus, Riccardo De Nicolao –, siamo stati bravi, abbiamo fatto una buona stagione e l’obiettivo della società è stato raggiunto. Certo che quando vedi che giochi bene e la po-

sizione di classifica è buona cerchi di mirare in alto. Un pò di rammarico c’è; la formula del campionato è un po’ matta quest’anno. Siamo arrivati quarti a pari merito e adesso ci troviamo a rimetterci in gioco contro l’undicesima classificata. Per questo dico che dobbiamo stare concentrati e dare tutto quello che possiamo in questa serie di play-In per riuscire a raggiungere il nostro obbiettivo che è quello della B1”.

Cosa si aspetta dal prossimo turno?

“Ci aspetta un turno in cui si riparte da zero, non dobbiamo sottovalutare l’avversario, e quindi consapevoli di essere

arrivati a due punti dal terzo posto. Dobbiamo essere contenti di quello che abbiamo fatto ma ora giocare senza alcun eccesso di sicurezza, dobbiamo essere attenti e rimanere concentrati”.

Su che campi avete perso punti preziosi?

“La partita persa a Reggio Calabria contro una squadra che

Emma Bacelle, esordio in A1: “Nata in acqua”

Emma Bacelle ha 16 anni e ha esordito quest’anno nel campionato di A1 della pallanuoto femminile. E’ praticamente “nata in acqua”, figlia di Claudia Ciocci, capitano dell’A1 femminile nei primi anni di campionato. iI papà è Marco Bacelle, capitano della serie A1 maschile sempre del Plebiscito Padova.

“Ho iniziato a giocare pallanuoto per una promessa fatta tra amiche”, racconta. “Prima praticavo il nuoto agonistico ma non ero convinta di ciò che stavo facendo, non sono mai stata portata per gli sport individuali e l’idea di nuotare avanti e indietro per una vasca, senza mai alzare la testa, non mi ispirava affatto. Ho deciso quindi, settembre 2018, di iniziare a giocare a pallanuoto e da quel momento in poi la mia vita è cambiata”.

Cosa ha scoperto nella pallanuoto?

“Ho scoperto uno sport che mi trasmette un sacco di emozioni: ansia, gioia, tristezza, i pianti interminabili in pulmino o la sensazione che si prova festeggiando per una vittoria. Uno dei ricordi più belli risale alla scorsa stagione quando, ai play out a Napoli, contro un pubblico molto caloroso e in un campo molto difficile, abbiamo vinto ai rigori contro

il Volturno. É stata un’esperienza incredibilmente bella, abbiamo festeggiato come non mai e ricordo che una volta finito tutto abbiamo mangiato la pizza napoletana”. Come si vede tra dieci anni?

“Tra dieci anni spero di essere all’apice della mia carriera pallanuotista e di avere qualche medaglia al collo”.

Come sta andando la stagione, e quali sono i suoi obiettivi?

“Molto bene, sento di aver acquisito più fiducia in me stessa avendo anche più spazio in acqua. Dopo l’europeo a Szentes 2021 e il mondiale a Larissa 2022, vorrei vincere uno scudetto giovanile e riuscire a ricavarmi uno spazio in A1 per giocare insieme alla mia allenatrice Alessia Millo; un altro obiettivo è quello di partecipare all’europeo di quest’estate in Turchia, continuare a far parte della Nazionale Italiana e perché no…sognare Los Angeles 2028”.

poi è retrocessa sicuramente lascia l’amaro in bocca. Guardando alle situazioni più recenti la sconfitta nel derby a Vicenza era una partita da vincere. Ci siamo arrivati anche in un buon momento dopo l’impresa della vittoria contro Orzinuovi, prima in classifica. Non abbiamo vinto gli scontri diretti con Desio, che adesso

partita della Virtus Padova

paghiamo perché pur essendo a pari punti sono avanti a noi in classifica; abbiamo perso due incontri con Crema, squadra che è stata per tutto l’anno in bassa classifica. Poi abbiamo vinto due partite su due con San Vendemmiano, abbiamo vinto con Orzinuovi, ma i campionati sono così, bisogna accettare i risultati del campo”.

C’è una lezione per il futuro? “In una stagione come questa ogni singola partita è molto importante. Bisognerebbe riuscire ad avere un approccio per ogni partita, ogni momento della stagione sempre come se fosse la partita decisiva”.

Emma Pozzani è in porta: “Successi in Nazionale”

Emma Pozzani è una veterana della Plebiscito Padova. La mamma era una nuotatrice agonista, Emma, invece, ha deciso di giocare in porta.

“Ho iniziato per puro caso, nella piscina del mio paese”, racconta, “anche se all’inizio giocavo come attaccante. Ho sempre voluto diventare portiere, ma il mio primo allenatore mi ha ripetuto più volte che una donna non può stare in porta. Dopo 2 anni sono andata a giocare a Verona, e un giorno, stufa di nuotare avanti e indietro, ho chiesto di essere messa in porta, e da quel momento non ho più cambiato ruolo. L’anno dopo mi hanno consigliato di andare a Padova, se avessi voluto avere una vera crescita.

Quali sono stati i suoi successi?

“In questi anni ho disputato 3 final eight con diverse categorie. La prima volta è stato nel 2019 in cui con l’under 18 siamo arrivate 5. L’estate scorsa invece, ho disputato due final eight, una con l’under 18 e l’altra con l’under 16. In entrambi ci siamo classificate quarte,

sfiorando il podio, ma nell’ultima ho ricevuto il premio miglior portiere, che per me ha avuto un valore immenso, come se tutti i sacrifici e l’impegno che ho messo in questi anni fosse stato ripagato. Da ormai 2 anni sono nel giro della nazionale giovanile, come secondo portiere: ho disputato un Europeo nel 2021 in Ungheria e un Mondiale nel 2022 in Grecia.”

Qual è il suo più bel ricordo?

“È il mio primo goal, a Verona…ricorderò per sempre l’emozione che ho provato. Mancavano pochissimi secondi alla fine e dalla porta ho tirato, e quando ho visto che la palla è entrata in rete non credevo ai miei occhi. Non dimenticherò mai l’espressione della mia allenatrice che felice come mai mi sorrideva ed esultava.”

Quali sono i suoi obiettivi?

“Questa stagione, anche se iniziata da solo qualche mese, ha portato tante soddisfazioni. I miei obiettivi futuri sono di proseguire il mio percorso in nazionale, maturare come atleta ma prima di tutto come persona, e riuscire a raggiungere il podio con la mia squadra nelle final eight di quest’anno”. Come si vede tra 10 anni?

“Tra 1 0 anni mi piacerebbe essere in un’altro paese, per vedere come si vive la pallanuoto e la vita in un posto diverso da quello in cui ho sempre vissuto”.

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Sport
Diego Buonocore I saluti alla fine dell’ultima Emma Bacelle e Emma Pozzani
Doppia intervista. Pallanuoto femminile: le due promettenti atlete del Plebiscito di Padova
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#Regione

Due miliardi per l’aeroporto Marco Polo

Un investimento di 2 miliardi di euro con l’obiettivo di arrivare a 20 milioni di passeggeri al 2037. Sono i dati del Masterplan 2023–2037 dell’aeroporto Marco Polo di Venezia, terzo gateway intercontinentale nazionale. Un piano che si fonda su quattro valori: concretezza, responsabilità, sostenibilità, fare rete, come sottolineato dal presidente del gruppo Save Enrico Marchi, che ha presentato il progetto in Regione Veneto, affiancato dal presidente Luca Zaia.

Sotto i riflettori lo strumento di programmazione degli interventi di sviluppo che interesseranno l’aeroporto nei prossimi anni, basato sulle previsioni dei progressivi incrementi del traffico. In particolare, le proiezioni di traffico al 2037 sono di 20,8 milioni di passeggeri, un dato che rende necessari gli interventi previsti, senza i quali lo scalo raggiungerebbe il livello di saturazione di 12,5 milioni di passeggeri già nel 2026. Quanto ai costi, l’85% dell’impegno economico totale è di competenza di SAVE, il restante 15% potrebbe essere a carico di imprese terze private. Dei 2 miliardi complessivi, 380 milioni andranno in opere legate alla sostenibilità ambientale.

I dettagli dell’intervento Nessuna seconda pista: il Masterplan2037 conferma lo schema con singola pista di volo. È comunque prevista l’estensione della pista di rullaggio esistente “affinché abbia lunghezza pari alla pista secondaria, con gli obiettivi di aumentare la capacità del sistema, migliorare l’operatività, collegare la nuova area destinata ai vettori courier prevista a nord-est del sedime aeroportuale” fa sapere Save: “La pista secondaria è usata

come via di rullaggio (taxiway) e solo in caso di chiusura della pista principale come pista di volo”.

Previsti due nuovi interventi di ampliamento laterale al terminal esistente, sia a nord (area Schengen) che a sud (area extra-Schengen) per un totale di circa 100.000 mq, che si aggiungeranno agli attuali 90.000 mq. “Gli ampliamenti del terminal e in generale tutti i nuovi edifici previsti nel Piano saranno realizzati secondo i più alti standard adottati a livello internazionale, che promuovono un approccio orientato alla sostenibilità a partire dal progetto e dalla scelta dell’ubicazione delle infrastrutture, e comprendono il risparmio energetico ed idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità ecologica degli interni, i materiali e le risorse impiegati, il progetto e la scelta del sito” specifica Save.

Attenzione all’ambiente

E proprio sul fronte della sostenibilità ambientale sono diversi gli interventi, secondo macro filoni. Il primo, la transizione energetica, con l’obiettivo di azzerare entro il 2030 le emissioni nette di CO2 prodotte dall’attività dell’aeroporto e dismettere ogni

utilizzo di combustibili di origine fossile. Secondo, l’obiettivo principale di ridurre al minimo il consumo di acqua potabile, utilizzando le acque del nuovo depuratore inaugurato lo scorso marzo e le acque meteoriche. Terzo, economia circolare e gestione dei rifiuti. Infine, lo sviluppo dell’aeroporto in armonia con il contesto ambientale e il territorio circostante è una priorità. Tra i principali interventi in quest’ambito, vi sono la riqualificazione ambientale di aree come quelle a ridosso del fiume Dese, lo sviluppo di progetti che favoriscono la biodiversità, il costante monitoraggio e il ripristino dell’assetto morfologico di zone barenali. E ancora, la mobilità di accesso all’aeroporto cambierà radicalmente nei prossimi anni a favore di una drastica riduzione di emissioni di CO2, in particolare con la realizzazione del collegamento con il sistema ferroviario e la creazione di un nuovo polo di intermodalità dedicato agli autobus e ad altri sistemi di trasporto pubblico. È previsto, poi, lo sviluppo della nuova mobilità aerea avanzata, che prevede l’utilizzo di droni a propulsione elettrica per il trasporto di merci e persone, e che necessita di una rete di

Marchi e Zaia illustrano i dettagli dell’intervento: un quinto delle risorse andranno in opere legate alla sostenibilità ambientale

vertiporti, alla quale Save sta da tempo lavorando.

I commenti

“Siamo nel quadrante più vitale d’Europa: il Veneto nel 2022 ha raggiunto 65,9 milioni di presenze turistiche, - ha sottolineato Zaia - 18 milioni di arrivi, una terra fatta di 4mila strutture alberghiere e una straordinaria rete di ospitalità diffusa. Ma il Veneto è anche la Regione capace, sempre nel 2022, di crescere a livello economico di oltre il 4% di PIL rispetto all’anno precedente. Questo strumento di programmazione e sviluppo di un’infrastruttura fondamentale come l’aeroporto, non può che essere davvero un altro, fondamentale, asset di questo territorio. L’interconnessione fra Venezia, il Veneto ed il mondo deve poter crescere, per gestire – grazie a SAVE – l’importante incremento dei flussi turistici che hanno quasi del tutto raggiunto i livelli del pre-pandemia”.

“Il nuovo Masterplan – ha aggiungo Marchi - conferma il nostro impegno per lo sviluppo del Marco Polo, infrastruttura centrale per la mobilità, l’occupazione e l’economia della regione e dell’intero Paese. In untempo in costante trasformazione il Piano, nel-

la sua modularità, disegna il futuro del terzo scalo intercontinentale nazionale con la concretezza e la responsabilità proprie del nostro Gruppo, che ha saputo riunire in un unico sistema gli aeroporti del Nord Est, dimostrando l’efficacia di una gestione in rete, determinante anche nel far fronte alla crisi che ha duramente colpito l’intero settore aeroportuale”. “Puntiamo ai massimi livelli di sostenibilità e innovazione,-ha concluso Monica Scarpa, amministratore delegato di Save - integrando soluzioni ambientali e di riduzione delle emissioni di anidride carbonica con contenuti sociali e occupazionali. Le attività di ampliamento della rete di voli e il parallelo adeguamento delle infrastrutture, sono accompagnati da una progressiva modifica delle modalità di apporto energetico allo scalo, basate su fonti rinnovabili e autoproduzione di idrogeno, in un’ottica di economia circolare applicata in particolare al riutilizzo dell’acqua e alla gestione dei rifiuti. In questo quadro di sostenibilità ambientale, si inseriscono i progetti di collegamento con il sistema ferroviario e la nuova mobilità aerea avanzata con l’utilizzo di droni per il trasporto di merci e persone”.

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IL MASTERPLAN. Lo scalo veneziano punta a diventare il terzo in Italia
“Entro il 2037 venti milioni di passeggeri”
Luca Zaia con il presidente del gruppo Save, Enrico Marchi Monica Scarpa, amministratore delegato del gruppo Save

L’EVENTO. All’Arsenale di Venezia dal 31 maggio al 4 giugno nei 55mila mq di bacini

Salone Nautico nel segno della vela e dell’elettrico

Venezia capitale della navigazione con cinque giorni dedicati alla passione per la navigazione, tra yacht e superyacht, première italiane e mondiali, prove in acqua, convegni, esposizioni e regate. Torna all’Arsenale di Venezia, dal 31 maggio al 4 giugno, la quarta edizione del Salone Nautico Venezia, che rientra ormai a pieno titolo nel palinsesto dei maggiori eventi della città. Un punto di riferimento per l’Adriatico e tutta la lunga rotta che da Venezia porta a Istanbul lungo il Mediterraneo Orientale.

Venezia torna dunque ad essere protagonista della grande nautica con la quarta edizione del Salone Nautico, che abiterà gli spazi dello storico Arsenale, cuore ancora pulsante della marineria della Serenissima. Un’edizione, questa, concentrata in un numero inferiore di giorni rispetto al passato, in linea con i saloni nazionali e internazionali più importanti, e i cui numeri confermano la vocazione della città verso il mare. Un’edizione, inoltre, che vede un consistente incremento della presenza della vela e dell’elettrico. Il Salone è organizzato da Vela Spa per conto del Comune di Venezia e grazie alla collaborazione della Marina Militare Italiana.

L ’Arsenale è composto da bacini acquei di 55.000 mq, all’interno dei quali saranno installati oltre 1.100 metri lineari di pontili, e 30.000 mq di spazi espositivi esterni. Le grandi tese, che in passato hanno accolto la costruzione delle Galere, accoglieranno il meglio del design e dell’arre-

do nautico e la cantieristica artigianale veneziana per un totale di 5.000 metri quadrati. In totale, saranno più di 220 gli espositori che porteranno a Venezia 300 imbarcazioni, di cui 250 in acqua per una lunghezza totale di 2,7 chilometri. H anno confermato la loro

Sui pontili e a terra troveranno posto 300 imbarcazioni di oltre 220 espositori

Nel segno della sostenibilità le propulsioni e gli allestimenti orientati verso un futuro più ecologico

Green Line 40, Alfastreet Marine, Fap (Falegnameria Artigianale Pesce) e Rand Boats. Tra le novità, invece Free Power, Green Dream Boats, Amperetta e Sea Bubble.

presenza i grandi gruppi leader della costruzione navale nazionale e internazionale.

Tornano Ferretti Group, Azimut Benetti, Sanlorenzo, Sunseeker, Beneteau, Absolute, FIM, Pardo, Sirena e Arcadia. Espongono per la prima volta a Venezia i cantieri Invictus,

Fountaine Pajot 67 a motore, Nautor Swan shadow, Solaris Power, Prestige e Sensesyacht. Significativa la tendenza, spiegano gli esperti, che si registra del ritorno della barca a vela, confermando un fenomeno che dopo il Covid vede un aumento dell’interesse verso l’acquisto di barche a vela, in un rapporto di eco sostenibilità con il mare. Tra le presenze riconfermate compaiono i cantieri Beneteau, Lagoon, Dufour, More, Jeaneau e Pegasus e Italia Yacht, mentre arrivano per la prima volta all’Arsenale Elan, Bavaria, Solaris, Neo Yacht, Nautor Swan con Nautor Swan 65 – l’ammiraglia a vela del Salone – Kufner e Hallberg-Rassy dalla Svezia. G rande crescita si evidenzia anche nel settore dell’elettrico. Un trend che risponde alla richiesta di avere barche sempre più evolute sia dal punto di vista della loro impronta ambientale, che deve essere sempre più ridotta con l’utilizzo di materiali ecosostenibili, sia da quello del maggiore comfort. Da qui la richiesta di spazi più ampi, senza in ogni caso rinunciare al lusso. All’Arsenale tornano X Shore, Candela,

Sempre sul filone della sostenibilità, che vede Venezia in prima linea anche per la sua candidatura a Capitale mondiale, al Salone Nautico Venezia saranno esposte anche le ultime novità nel campo della propulsione verso un futuro più ecologico. E ancora, torna la terza edizione della E-regatta con la scenografica parata sul Canale Grande e con le prove competitive all’interno del bacino dell’Arsenale e presso l’Idroscalo di Venezia. Come sempre trova spazio nel Salone la cantieristica tradizionale veneziana, con le barche che ogni giorno servono alla città per vivere, costruite nei cantieri della laguna con il loro profumo di tradizione ma anche di tecnologia.

I cinque giorni di manifestazione saranno anche l’occasione per dare spazio all’intrattenimento con regate e trofei, con programma molto ricco tra cui spiccano manifestazioni motonautiche come l’arrivo della Pavia Venezia, oltre a molte occasioni di relax per le famiglie e i bambini con attività, punti di ristorazione, voga e vela e riscoperta dei luoghi dell’Arsenale. Molti i convegni in programma, il cui focus sarà l’innovazione, i servizi, la formazione e la sostenibilità; appuntamenti che permetteranno il confronto degli addetti ai lavori sulle tante tematiche che coinvolgono un settore in costante crescita.

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Il viaggio della memoria. L’esperienza dei ragazzi della Riviera del Brenta

“Promemoria Auschwitz”, per non dimenticare

“Sono estremamente pessimista e penso che tra qualche anno, dopo la morte dell’ultimo di noi, la storia della Shoah tra negazionismi e oblii, non ci sarà più: sarà prima ridotta ad un capitolo, poi una riga nei libri di storia e poi non ci sarà più.”

Quelle pronunciate poco tempo fa dalla senatrice Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah, sono parole dure, sconsolate, di chi per tutta la vita ha cercato di mantenere viva la memoria di uno dei punti più neri della storia del Novecento europeo e che oggi vede le sue fatiche messe a rischio.

Un vero e proprio grido di allarme che pone all’attenzione di tutti la necessità di essere parte di una memoria attiva nel passato e utile per costruire il futuro.

È anche col peso di queste parole, che risuonano come un monito forte e un patto tra generazioni, che questa primavera trenta ragazze e ragazzi dei comuni della Riviera del Brenta hanno affrontato “Promemoria_Auschwitz”, il viaggio della Memoria che dal Veneto li ha portati a Cracovia e ai campi di concentramento nazisti di Auschwitz e Birkenau.

Un progetto fortemente voluto dagli amministratori dei comuni di Dolo, Camponogara, Stra, Mira e Vigonovo che ha visto coinvolti partecipanti tra i 18 e i 25 anni. Giovani che hanno seguito una formazione specifica nel corso dell’inverno per poi partire alla volta della Polonia.

Accompagnati dall’associazione di Promozione sociale Deina si sono riuniti ad altri 450 giovani provenienti da Trentino Alto Adige e Tirolo austriaco in un viaggio che li ha portati dentro la storia del Novecento. Quattro giorni intensi: si è iniziato con la visita alla città di Cracovia, il museo della fabbrica di Oskar Schindler, l’antico quartiere ebraico della città e i resti del ghetto costruito dai nazisti. Si è proseguito con la visita al campo di concentramento di Auschwitz e al campo di sterminio di Birkenau, giornata emozionante, densa e faticosa. Infine, in assemblea plenaria, tutti e cinquecento i

partecipanti provenienti dalle diverse regioni si sono confrontati sull’esperienza vissuta e su che cosa significhi, oggi, addentrarsi in una delle più grandi tragedie dell’umanità.

Ed è proprio in questo momento, tra la fatica del viaggio, la difficoltà di dover provare a fare sintesi di tutto quello che si è assorbito, e anche un certo smarrimento e timore nel provare a raccontare in pubblico ciò che si prova, è in quel momento, palpabile, che si percepisce l’emozione della nascita di una comunità viaggiante, fatta di centinaia di teste, occhi, opinioni e punti di vista che si sommano per costruire una nuova consapevolezza, quella della responsabilità collettiva.

Le ragazze e i ragazzi che hanno preso parte al viaggio della Memoria della Riviera del Brenta sanno di non essersi recati in quei luoghi di dolore solo per fare della semplice, anche se sicuramente utile, memoria del passato. I trenta partecipanti della Riviera, insieme alle altre migliaia che ogni anno da tutta Europa si recano in Polonia, non hanno solo visto quanto accaduto, ma lo hanno conosciuto, e da questa conoscenza dell’orrore deriva l’impossibilità di lasciare questo orrore all’oblio.

Andare ad Auschwitz così, insieme, come comunità, significa prendersi carico di quel passato ed esserne responsabili non solo per preservarne il ricordo, ma anche per impedire che esso ritorni oggi sotto nuove, terribili forme.

La voglia di raccontare e le tante belle azioni di restituzione alle comunità che i partecipanti stanno ora organizzando, sono il modo migliore

Quattro giorni tra Cracovia e i campi di concentramento, l’esperienza e le emozioni dei giovani di fronte ad una delle più grandi tragedie dell’umanità

• Chi è Francesco Filippi

Classe ‘81, trentino, Storico della mentalità, formatore, organizza viaggi di memoria nei luoghi simbolo della storia europea. Autore di saggi e manuali sul rapporto tra passato e presente

per rispondere alla chiamata della memoria attiva e necessaria. Non si tratta solo di trenta importanti esperienze, ma di trenta possibilità che intere comunità, in questo caso quelle della Riviera del Brenta, si sono date per poter avere al proprio interno gli anticorpi necessari a combattere il revisionismo e l’indifferenza.

La responsabilità della conoscenza è alla base di quel patto generazionale sulla memoria che ancora oggi è più che mai necessario per rispondere ai timori di chi, come la senatrice Segre, conosce la necessità di combattere l’indifferenza per aver vissuto in prima persona i rischi che l’indifferenza crea.

Chi, come gli accompagnatori di questo viaggio di memoria, ha visto le reazioni dei partecipanti, ha raccolto il loro pensiero e accolto le loro paure, sa che questo tipo di progetti sono la miglior risposta ai giusti timori di chi, avendo conosciuto la brutalità dello sterminio, non vuole che l’oblio possa portare l’umanità a commettere gli stessi tragici errori.

I trenta ragazzi e ragazze della Riviera, insieme ai tanti altri che come loro hanno scelto di caricarsi della responsabilità di conoscere, stanno rispondendo con forza all’appello per non lasciar cadere nel dimenticatoio questa pagina di storia. Fino a quando qualcuno avrà voglia di conoscere e ricordare quanto accaduto, ci sarà la possibilità di ricordare a tutti cosa significa essere umani.

Fino a quando ci sarà chi vorrà conoscere per viaggiare, quella pagina di storia non sarà dimenticata.

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Regione

IL BILANCIO. Nel corso del 2022 sono stati supportati numerosi progetti culturali e sportivi sul territorio regionale

Aspiag Service Despar: in Veneto un anno di sviluppo e impegno sociale

Ècontinuato anche nel 2022

l’impegno di Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, per consolidare la propria presenza in Veneto, puntando sulla valorizzazione dei prodotti e dei produttori locali e sostenendo iniziative a sfondo sociale per continuare ad essere ogni giorno parte attiva delle comunità in cui l’azienda si inserisce. Guardando allo sviluppo del business in Veneto, nel 2022 Aspiag Service Despar ha realizzato un fatturato al pubblico complessivo di oltre 918 milioni di euro, sia per gli esercizi diretti che affiliati e, grazie ai 30 milioni di euro di investimenti, ha proseguito nel suo progetto di sviluppo e potenziamento della rete vendita che conta oggi 161 negozi attivi in regione, di cui 89 diretti e 72 affiliati. Uno sviluppo che ha portato anche ad un allargamento della “famiglia Despar” con 192 nuove assunzioni, che fanno salire a 3.921 il numero dei collaboratori in regione. Anche per il passato esercizio ha avuto una particolare rilevanza la valorizzazione dei prodotti locali e delle filiere corte attraverso il progetto “Sapori del Territorio” che raccoglie in Veneto oltre 3.700 referenze a scaffale, provenienti da più di 700 produttori locali e che, or-

mai da molti anni, testimonia concretamente la vicinanza e il sostegno di Despar alla cultura enogastronomica e alla produzione agroalimentare di qualità presenti in regione. Un’ulteriore declinazione sul territorio di questa strategia che mira alla piena sinergia con i produttori locali è il protocollo regionale di promozione delle tipicità territoriale “The Land of Venice”, attivo in Veneto da oltre tre anni, che contrassegna nei punti vendita dell’abete delle sette province del nostro territorio tutti i diversi prodotti certificati e caratterizzati dalla presenza di specifiche denominazioni geografiche.

Accanto a ciò, Aspiag Service Despar ha continuato a essere motore di crescita per il territorio: una scelta che si è concretizzata nel 2022 in moltissime iniziative a sfondo sociale che Despar ha promosso per

Nel 2022 Aspiag Service Despar ha proseguito nel progetto di sviluppo e potenziamento territoriale della rete vendita in Veneto e incrementato il numero degli esercizi commerciali di altri 5 punti vendita, di cui quattro localizzati nelle province di Venezia e uno nella provincia di Vicenza. L’azienda ha inoltre proseguito nel processo di riammodernamento dei propri negozi con le ristrutturazioni di un punto vendita diretto Eurospar a Verona e di un punto vendita affiliato a Padova. Particolarmente significativa nel corso del 2022 è stata poi l’apertura del punto vendita Despar di Ponte del Teatro, un nuovo negozio nel cuore di Venezia a servizio di residenti e turisti che rappresenta la volontà di offrire un servizio di prossimità e si inserisce perfettamente nella strategia di sviluppo della rete vendita in un’ottica green. La sostenibilità è infatti uno dei driver strategici di sviluppo per

restituire alla collettività parte di quanto ricevuto. Sono state così supportate molte società sportive, iniziative e realtà culturali del Veneto, impiegando direttamente una buona parte degli oltre 223 mila euro complessivamente investiti nel 2022 per lo sviluppo dei progetti a ricaduta sociale in regione. Anche il mondo del volontariato e dell’associazionismo è stato coinvolto in progetti specifici di raccolta fondi, come nel caso della vendita delle originali shopper biodegradabili con la grafica realizzata dalla Cooperativa Down Dadi, o di sensibilizzazione sociale come per la promozione della campagna di prevenzione di truffe e raggiri a danno dei cittadini effettuata assieme alla Polizia di Stato in tutto il territorio regionale. Tra le iniziative sociali più significative del 2022 va ricordata inoltre l’annuale campagna

Aspiag Service Despar che anche per il 2022 ha continuato il percorso di allineamento del proprio modello di business e delle proprie performance ai sette obiettivi dell’Agenda ONU 2030 che l’azienda ha scelto come linee guida per il proprio sviluppo in un’ottica di sostenibilità sociale e ambientale. Tutte le nuove aperture e le ristrutturazioni sono infatti progettate in una prospettiva green, attraverso soluzioni che permettono un’attenzione verso la riduzione delle emissioni di CO2 e il controllo dei consumi energetici. A ciò si aggiunge l’attenzione che l’azienda pone alle modalità di sviluppo della propria rete vendita che si concretizza nella scelta di prediligere per le nuo-

de “Il mondo ha bisogno delle donne”, attività charity che ormai da diversi anni rappresenta un’occasione per lanciare un forte messaggio di solidarietà sostenendo progetti e associazioni impegnate nell’ambito della promozione dei diritti e del benessere delle donne, oltre che di lotta alla violenza di genere. Nel solo Veneto grazie a questa raccolta fondi sono stati raccolti quasi 60 mila euro, che sono stati destinati ai programmi di ricerca e cura dell’Endometriosi e alla collegata campagna di prevenzione negli istituti scolastici regionali. Inoltre, anche nel 2022 è proseguito l’impegno di Despar per la lotta allo spreco alimentare che ha permesso di recuperare in Veneto più di 550 tonnellate di cibo invenduto, distribuito attraverso una rete territoriale di solidarietà di oltre 800 Onlus, che hanno consentito la preparazione di quasi 1,2 milioni di pasti destinati ai più bisognosi. Un impegno che, oltre alle importanti ricadute in ambito sociale, ha permesso anche di fare bene all’ambiente, permettendo un risparmio totale di oltre 2.025.431 kg di Co2 equivalente e oltre 1.198.016 m3 di acqua (che corrispondono rispettivamente ad oltre 15 mila viaggi in auto da Milano e Napoli e 374 piscine olimpioniche!).

Nonostante un contesto macroeconomico difficile e sfidante per tutto il settore della GDO come quello passato, tra inflazione, rincari energetici e rialzo dei prezzi, anche nel 2022 Aspiag Service Despar ha continuato nel suo percorso di crescita in Veneto, diventando sempre di più un punto di riferimento importante per le persone e le comunità dei territori in cui siamo presenti. L’espansione del business e gli investimenti per lo sviluppo e il consolidamento della rete vendita ci hanno permesso di rafforzare il nostro ruolo nel settore della grande distribuzione in Veneto, impegnandoci a mantenere i prezzi di vendita accessibili per i nostri clienti e favorendo l’aumento dell’occupazione.

ve aperture una strategia di recupero e riqualificazione di edifici storici e di aree urbane dismesse con l’obiettivo di restituire alle comunità zone inaccessibili, evitare il consumo di suolo, valorizzare edifici ed elementi architettonici di pregio e innescare un circolo virtuoso attraverso la collaborazione con aziende del territorio.

Il nostro gruppo lavora in filiera e questo è un vantaggio per gestire al meglio aumenti importanti di prezzo e favorire economie di scala che consentono di calmierare il costo del prodotto, lavorando a stretto contatto con i fornitori locali e con i diversi paesi che, come noi, fanno parte del gruppo internazionale SPAR Austria. In un contesto di incertezza come quello vissuto, filiera ed economie di scala sono state dunque le parole chiave per fronteggiare il caro-prezzi e continuare a sostenere le famiglie mitigando l’effetto del caro-vita, in linea con il nostro impegno al fianco delle persone e delle comunità che ci ospitano. Anche per il futuro, vogliamo continuare nell’impegno verso i territori in cui siamo presenti, continuando il nostro percorso di sviluppo all’insegna della qualità, prossimità, competenza, partecipazione e inclusione: valori da sempre condivisi da tutta la grande famiglia Despar e che ogni giorno ci permettono di essere un riferimento per le comunità in cui il nostro abete ha messo le sue radici.

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Regione
di Giovanni Taliana Direttore Regionale Aspiag Service per il Veneto IL PUNTO Restiamo sempre al fianco del territorio
Il
La rete vendita in Veneto cresce all’insegna della sostenibilità
nuovo punto vendita Eurospar di Jesolo

Innovazione. A Montegrotto Terme la nuova struttura profonda 30 metri

Dopo dieci anni Y-40 The Deep Joy raddoppia Nasce PHI 12 Spazio Sommerso

Record tutto padovano per la piscina più profonda del mondo: ora si amplia per ospitare ricercatori scientifici, forze specializzate in recuperi e produttori cinematografici

Èun Guinness World Record tutto padovano quello che ha portato la Y-40, realizzata nel 2013 all’Hotel Millepini di Montegrotto Terme, a essere dichiarata la piscina più profonda del mondo.

Ora, esattamente dieci anni dopo, un nuovo progetto dell’architetto Emanuele Boaretto ambisce ad affiancarsi, letteralmente, alla Y-40 ampliandone le potenzialità. Si tratta della PHI 12, un cilindro dal diametro di 12 metri e profondo 30 metri, riempito usando acqua termale a 32/34°C. Aperto al cielo, sarà in grado di accogliere speciali attrezzature di grandi dimensioni calate dall’alto, ma anche esercitazioni e simulazioni uniche nel loro genere. In particolare, il nuovo spazio acquatico termale sarà dedicato alla

ricerca scientifica, medico-subacquea e aerospaziale, la formazione di forze specializzate in ricerca e recupero, le produzioni cinematografiche.

“Un’architettura subacquea che darà molteplici opportunità e diverrà nuova attrazione turistica. La naturale evoluzione di Y-40 in un’opera aperta in grado di ispirare.

Uno spazio sommerso aperto all’imprevedibile, al nuovo, all’inatteso” dichiara l’architetto Emanuele Boaretto. Lo spazio acquatico di PHI 1 2 sarà infatti raddoppiato dando maggiore risalto ad alcune delle applicazioni per le quali si è dimostrato Y-40 nei primi dieci anni.

Per quanto riguarda il nome di battesimo della nuova struttura, si legge Fi dodici e si scrive Ф 1 2 e deriva dalla lettera

dell’alfabeto greco. In matematica è il simbolo della sezione aurea e l’iniziale del nome greco dello scultore e architetto Fidia, ma in architettura indica anche il diametro, in questo caso del cilindro di 12 metri. PHI 1 2 sarà inoltre un’opera sostenibile che eviterà l’immissione in atmosfera di oltre mille tonnellate di CO2. Questo sarà possibile perché la struttura non impiegherà acqua da bere, ma riutilizzerà sola acqua calda di origine profonda ipertermale salsobromoiodica, con un ciclo di filtrazione che consentirà un utilizzo efficiente. “L’impiego della risorsa termale, oltre a non sprecare acqua potabile,

eviterà anche di dover riscaldare l’intera struttura. Dalla piscina al bar caffetteria, dallo shop agli uffici, tutti gli ambienti saranno mantenuti in temperatura grazie alla geotermia, evitando ogni anno una produzione di oltre 1.000 tonnellate di CO2 rispetto ad un comune riscaldamento a gas per questi volumi” spiega l’architetto.

L’opera, all’interno del parco dell’Hotel Terme Millepini come Y-40, sarà aperta anche ai visitatori che potranno scoprire la piscina fino al fondo, grazie ad un ascensore subacqueo panoramico trasparente che ne consentirà la visita scendendo assieme ad apneisti e sub alla base del cilin-

dro profondo, dove vivere in diretta il momento del touch down delle persone in immersione. “Grazie alla vetrata subacquea che lo circonda interamente alla profondità di 5 metri, sarà consentito girare intorno a tutto il cilindro per assistere a spettacoli di animazione e danza interpretati in acqua, come spettatori di un vero teatro subacqueo. Sarà, così, anche un grosso attrattore di flussi turistici come già è stata Y-40 in questi primi dieci anni di vita” sottolinea l’architetto Boaretto. La struttura dovrebbe essere pronta in circa due anni. Insomma, parte il countdown per un’altra struttura da record nel nostro territorio.

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Da sinistra Umberto Pelizzari, campione mondiale di apnea e l’architetto Emanuele Boaretto, ideatore e progettista di Y-40 e Phi 12. A fianco, un’immagine del progetto Phi 12

Salute

Attività fisica, sana alimentazione, riposo e meditazione sono il “segreto” per stare bene con sé stessi

Vivere in modo sano e stare bene con sé stessi, un obiettivo sulla carta condiviso da tutti ma non sempre, complice uno stile di vita frenetico, preso nella giusta considerazione all’interno della routine quotidiana.

Eppure, è estremamente importante una buona “salute per tutti”, tanto da dedicare una Giornata mondiale su questo tema - lo scorso 7 aprile è stata la 75esima - per sensibilizzare l’opinione pubblica e informare sulle buone pratiche che aiutano a vivere meglio.

Come? Praticando attività fisica, con un’alimentazione sana e bilanciata, non trascurando il riposo e ritagliandosi uno spazio di tempo per un po’ di meditazione.

Le buone pratiche per vivere in salute

Il benessere come priorità è un traguardo che si raggiunge innanzitutto praticando una corretta attività fisica. La costanza, infatti, comporta molteplici benefici non solo a livello fisico ma anche mentale. L’attività fisica, infatti, non aiuta solo a mantenerci in forma, a tenere sotto controllo il peso corporeo e a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e circolatorie, ma produce benefici effetti anche a livello psicologico.

L’Organizzazione mondiale della Sanità definisce attività fisica “qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che richiede un dispendio energetico”.

Prosegue alla pag. seguente

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MAGGIO 2023 on-line: /category/salute/
I quattro cardini del benessere

“Per attività fisica, s’intende - sono le indicazioni dell’Ulss 6 Euganea - tutto il movimento che viene svolto durante la giornata (gli spostamenti a piedi o in bicicletta, le attività svolte nel tempo libero al lavoro, lo sport, le faccende domestiche il giardinaggio). La cosa migliore però è praticare attività fisica moderata e vigorosa”.

Un altro fattore importante è il tempo in una settimana dedicato all’attività fisica.

“Evidenze scientifiche - si legge dalla pagina Facebook dell’azienda sanitaria padovana - dimostrano che praticare attività fisica moderata e vigorosa per almeno due ore e mezza alla settimana produce effetti benefici sulla riduzione del rischio di sviluppare il tumore mammario, cervico-uterino e del colon retto. L’effetto benefico dell’attività fisica dipende dall’innesco di meccanismi biologici come l’aumento della sensibilità dei tessuti all’insulina che riduce il livello di glucosio, l’attivazione del metabolismo dei grassi, la riduzione dei livelli di ormoni sessuali, la stimolazione del sistema immunitario, la riduzione del marker dell’infiammazione”.

Non meno importante è il beneficio sulla sfera psicofisica: migliore percezione di sé e delle proprie capacità, stimolo alla socializzazione e alla con-

I quattro cardini del benessere

divisione. Per stare bene è altrettanto importante un’alimentazione equilibrata, sana e bilanciata.

“L’organismo ha bisogno di tutti i tipi di nutrienti per funzionare correttamente e rendere possibili i processi fisiologici. Alcuni nutrienti infatti sono essenziali per provvedere alla richiesta di energia, per alimentare il ricambio cellulare, altri invece hanno funzioni protettive” sono le indicazioni del Ministero della Salute che in dieci

punti elenca le buone abitudini per mangiare sano. 1) É consigliato seguire un’alimentazione varia ed equilibrata sia sul piano qualitativo che quantitativo. 2) Non va mai trascurata la prima colazione che fornisce una buona energia per affrontare gli impegni della giornata. 3) L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di consumare almeno 5 porzioni tra frutta e verdura, al giorno dalle quali trarre le quantità di vitamine necessarie di cui il nostro corpo ha bisogno. 4) É

buona abitudine bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, anche senza aspettare di avere sete. 5) É importante cucinare con fantasia, variando gli alimenti anche nei colori. 6) Bisogna sempre fare attenzione alle modalità di preparazione degli alimenti e non eccedere nei condimenti. 7) Limitare il consumo del sale e preferire quello iodato. Non consumare troppi dolci e bevande zuccherate. Aumentare in casa la scelta di frutta e verdura limitando la disponibilità di alimenti

e snack troppo calorici. 8) Limitare il consumo di bevande alcoliche, evitandolo in gravidanza. 9) Coinvolgere i bambini nella preparazione dei diversi alimenti giocando con i colori e le differenti consistenze, impareranno a conoscerli. 10) Leggere l’etichetta prima di acquistare un alimento per conoscere cosa contiene e per essere informato sul contenuto di energia e nutrienti.

Un ulteriore elemento a cui bisogna prestare attenzione è la qualità del nostro sonno. Gli esperti consigliano di dormire dalle 7 alle 9 ore a notte; dormire bene è importante per essere vigili e attivi durante la giornata, ma è anche essenziale per il corretto funzionamento della memoria e delle cellule del corpo.

La meditazione è il quarto pilastro del vivere in salute. Di recente è cresciuto l’interesse e la sensibilità verso questo tema.

La meditazione è una pratica che consente di concentrarsi su un unico pensiero, allontanando qualsiasi forma di negatività che può derivare dall’ambiente esterno.

Gli ormoni rilasciati durante la meditazione consentono di essere più rilassati, aiutano a controllare gli stati d’ansia e a sviluppare una maggiore fiducia in sé stessi.

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Atrofia muscolare. I risultati aprono nuovi orizzonti terapeutici e diagnostici

Individuato un nuovo gene che regola l’integrità del muscolo scheletrico

Perdita di massa muscolare con conseguente insorgenza di uno stato di debolezza e affaticamento, se non addirittura, in caso di determinate patologie, di minore risposta alle terapie. É il processo noto col nome di atrofia muscolare, indotto dall’invecchiamento ma anche da particolari condizioni quali l’immobilizzazione, la malnutrizione, le infezioni, i tumori, il diabete e l’obesità, le patologie epatiche, cardiache, renali e polmonari. La perdita di forza è una condizione che impatta fortemente sulla qualità della vita delle persone. I meccanismi molecolari che inducono l’atrofia muscolare non sono ancora completamente definiti e, ad oggi, non esistono terapie per prevenirla o contrastarla. Tuttavia, è stato di recente individuato un gene che regola l’integrità del muscolo scheletrico grazie allo studio del gruppo di ricerca guidato dal professor Marco Sandri, Principal Investigator dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM) e Professore Ordinario in Patologia Clinica e Direttore del

Lo studio del gruppo di ricerca guidato da Marco Sandri, Principal Investigator dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare e Professore dell’Università di Padova, è stato pubblicato sulla rivista “Nature Communications”

Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista “Nature Communications”.

Uno degli scopi del laboratorio del Prof. Sandri è di studiare i “geni oscuri” - sconosciuti tra quelli che codificano le proteine: dei 20.000 geni conosciuti, più di 5.000 sono inesplorati, i cosiddetti dark genes - e capirne la loro funzione all’interno del muscolo scheletrico.

I risultati della ricerca, contenuti all’interno dello studio coordinato da Anais Franco Romero e Jean Philipe Leduc-Gaudet (primi co-autori dello studio) hanno portato all’identificazione di un nuovo gene - chiamato

MYTHO (Macroautophagy and YouTH Optimizer) – importante per l’integrità del muscolo scheletrico e in particolare del processo di degradazione delle proteine e degli organelli. Questo processo cellulare deve funzionare correttamente e in modo bilanciato: un eccesso di degradazione proteica potrebbe infatti portare a una diminuzione della massa muscolare, mentre al contrario un blocco di questo processo potrebbe portare ad un accumulo di organelli e di proteine danneggiate che impediscono una normale contrazione muscolare. Nello specifico, i ricercatori hanno visto come l’inibizione acuta di questo nuovo gene abbia un ruolo protettivo

in caso di tumore, immobilizzazione e assenza di nutrimenti. Tuttavia, poiché la funzione di questo gene è critica per la pulizia della cellula, non si può ridurre la sua funzione per periodi prolungati perché si causa un accumulo di materiale non degradato, risultando in una degenerazione cellulare e diminuzione della forza muscolare. Quest’ultima situazione sembra verificarsi in una malattia muscolare genetica chiamata Distrofia muscolare di tipo 1 (DM1), in cui i ricercatori hanno trovato una riduzione di espressione di questo nuovo gene.

“La scoperta di nuovi geni che controllano la qualità dei nostri muscoli apre nuovi orizzonti non solo terapeu-

tici, con la possibilità di sviluppare nuovi farmaci che preservino la forza, ma anche diagnostici” ha sottolineato Marco Sandri.

“Grazie alla conoscenza di questi geni e del loro funzionamento saremo in grado di identificare nuove cure per tutti i pazienti che hanno malattie ereditarie, di cui non si conosce il gene mutato”.

Lo studio, sostenuto in Italia da Fondazione Cariparo e in Francia dalla Fondazione AFM Telethon è stato condotto in stretta collaborazione con un team di ricercatori della prestigiosa McGill University di Montreal, diretto da Gilles Gouspillou e Sabah NA Hussain.

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Ulss 3 Serenissima. All’Ospedale dell’Angelo a Mestre presso il Centro di Medicina Trasfusionale

A disposizione dei malati oncologici un innovativo trattamento “salvavita”

All’Ospedale dell’Angelo di Mestre dell’Ulss 3 Serenissima gli specialisti del Centro di Medicina Trasfusionale sono ora in grado di praticare la “fotochemioterapia extra corporea”.

All’inizio del mese di aprile i primi due pazienti oncologici ematologici sono stati sottoposti con successo alla innovativa procedura salvavita senza essere traferiti a Padova, come sarebbe accaduto in precedenza.

La “fotochemioterapia extra corporea” è una procedura di alta specializzazione, che permette di migliorare la possibilità di successo del trapianto in caso di tumori maligni del sangue (leucemie, linfomi, mieloma) e di altre malattie ematologiche.

“La procedura che siamo ora in grado di effettuare all’Angelo, con un nuovo ambulatorio specifico, – spiega il

primario della Medicina Trasfusionale Gianluca Gessoni – è un prezioso supporto al lavoro della nostra équipe di Ematologia: si effettua sui pazienti che hanno subìto il trapianto di cellule staminali emopoietiche, e aiuta in sostanza a prevenire il rigetto e la “malattia da trapianto contro l’ospite” (GvHD), che può verificarsi in seguito all’intervento”.

Con la fotochemioterapia extra corporea si agisce sulle cellule mononucleate circolanti del paziente, dopo averle prelevate, con il paziente allettato per poche ore nell’ambulatorio dedicato.

“I leucociti del soggetto, temporaneamente prelevati, - spiega ancora il dottor Gessoni - vengono irradiati con luce ultravioletta (UVA) in presenza di un farmaco chiamato 8-MOP. Que-

sto 8-methoxipsoralene è farmaco fotosensibilizzante: esposto ai raggi UVA diventa capace di stabilire legami covalenti e crociati con la doppia elica del DNA, dando luogo all’inizio del processo di apoptosi, che è utile appunto a prevenire il rigetto”.

La procedura salvavita introdotta all’Angelo è nata a fine anni ‘80 come terapia di prima linea nella cura dei tumori cutanei, e si è dimostrata efficace anche nel trattamento di condizioni cliniche particolarmente complesse. All’Ospedale dell’Angelo l’attività attualmente è rivolta ai pazienti provenienti dall’unità clinica di trapianto di cellule staminali emopoietiche, e affetti da GvHD acuta e cronica. La possibilità di effettuare questa terapia sarà di notevole impatto sull’outcome clinico e sul mi-

glioramento delle qualità di vita dei pazienti.

L’équipe medica coinvolta, diretta dal dottor Gessoni, è costituita dalla dottoressa Giulia De Fusco, responsabile del settore di Aferesi terapeutica e Processazione CSE, dalla dottoressa Francesca Polese, responsabile

dell’ambulatorio ematologico del SIT, dalla dottoressa Enza Coluccia, referente qualità del programma trapianto CSE per l’unità di Raccolta e Processazione di Mestre, con la collaborazione dello staff infermieristico coordinato dalla dottoressa Michela Pivetta.

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La “fotochemioterapia extra corporea” è una procedura che permette di migliorare la possibilità di successo del trapianto in caso di tumori maligni del sangue e di altre malattie ematologiche
L’équipe del dottor Gessoni nella sede del nuovo trattamento

Il “Gallo Rosso” indica per entrare nel mondo la rotta dei Masi

In Alto Adige c’è un’associazione che riunisce 1600 strutture contadine di alta montagna: offrono ospitalità e tante esperienze. Profumano di legno e di cose buone, come il pane, il formaggio a latte crudo o lo speck affumicato in casa. Sono luoghi autentici, da “vivere” accanto a famiglie eredi di valori e tradizioni antiche

Quella catasta di pezzi di legno assomiglia alla scatola di un grande puzzle: ogni tassello dovrà trovare il suo posto. Un lavoro di pazienza, passione e grande abilità. Peter e Gabi stanno rifacendo il tetto in scandole di larice di una parte del loro maso, l’Häuselerhof di Santa Valburga. Ogni generazione ha questo onere, corrisponde quasi a un dovere morale. Serviranno ben 12.000 scandole, tagliate su misura una ad una. Peter Paris (lo stesso cognome di Dominik, il famoso campione di sci azzurro, che vive giù in paese) sta provvedendo di persona, dedicando parte del suo lavoro quotidiano nella piccola segheria di famiglia, che si trova poco sopra il maso. Siamo in Val d’Ultimo, uno degli angoli più incontaminati dell’Alto Adige. O Sud Tirolo, a seconda della lingua prescelta, perché in queste valli incontaminate il tedesco è di casa. Qui le tradizioni sono sacre, eredità ancestrale. Per questo vivere in un maso, a diretto contatto con il contadino che ne ha preso in carico la conduzione (la proprietà va sempre al primogenito per effetto della consuetudine diventata norma del “maso chiuso”, che tutela l’integrità del bene, in modo che possa “mantenersi” nel tempo), c’è una modalità nuova, ed è quella proposta da tutti i masi insieme. Si chiama “Gallo Rosso” questa associazione di masi altoatesini: ne riunisce oltre 1600 (su un totale di 2800) sparsi fra le montagne di tutta la regione.

Come nel caso dell’Häuselerhof di Santa Valburga, si tratta di masi incastonati in piccoli paradisi naturali. Contesti da fiaba, come quelli in cui vive Heidi. Paesaggi naturali di grande bellezza e anche paesaggi culturali originali. La vacanza in maso è un’occasione unica per conoscere da vicino un mondo diverso dai soliti, un mondo

non omologato, che ha come pilastri dei valori autentici. Di quelli che resistono al tempo.

Scegliere un maso come luogo per una vacanza agrituristica, breve o lunga che sia, significa condividere un pezzetto di mondo contadino, capirne i valori. Capire come il maso sia il presidio più intimo a tutela della montagna, perché è il contadino a far vivere la montagna, a tenerla in ordine, a rendere sempre bello il paesaggio, a portare avanti le tradizioni. Come quella di affumicare lo speck. Peter e Gabi hanno chiesto a prestito l’affumicatoio (una stanza destinata a questo particolare uso) di un maso vicino, dove ancora abita un’anziana signora. Chi vive nei masi si aiuta in tutto.

Il mondo dell’Häuselerhof è la rappresentazione in piccolo di un mondo più grande, che ha radici profonde in tutto l’Alto Adige.

Di cui è simbolo la stube, il locale più importante del maso: il più caldo e accogliente, dove c’è sempre un fuoco acceso. In qualche stube, dettaglio curioso, si trovano persino dei giochi da tavolo altrove sconosciuti, come il Rumpler, che peraltro è tipico della Val d’Ultimo e si gioca con una trottola che deve colpire dei birilli, protetti

da un labirinto. Quello più prezioso da abbattere si trova nella stanza degli speck… non a caso. Gabri ce ne spiega le regole. É un gioco davvero divertente.

Chi sceglie il soggiorno in un maso lo fa anche per vivere da vicino i lavori che vi si svolgono: la mungitura delle mucche all’alba in stalla (se si è mattinieri), la raccolta delle uova fresche, l’attività casearia, lo sfalcio dell’erba, la raccolta dei frutti e la preparazione delle confetture, il taglio della legna, la preparazione del pane, del vino (in stagione) o degli sciroppi. Ma anche per imparare a riconoscere dal profumo un’erba che, essiccata, diventerà un infuso. Ogni maso ha la sua proposta, che profuma di buono e di autentico. In alcuni si può persino andare a cavallo.

Con il “Gallo Rosso” i masi dell’Alto Adige hanno creato una formidabile rete che ha come denominatori comuni la qualità, una vita sana e più naturale, la possibilità di fare esperienze originali e rilassanti. Peraltro a buon prezzo. La vocazione dei contadini all’ospitalità stimola a conoscere ancora meglio queste realtà, a cominciare dai motivi per cui in Alto Adige vige ancora la regola del “maso chiuso”, ovvero che la

proprietà del maso non va mai frazionata nei passaggi ereditari, poiché è soltanto con quella superficie a disposizione che un maso può sostenersi. In genere è il figlio primogenito ancora a oggi a prendersi in carico il maso, con oneri ed onori.

Il “Gallo Rosso” ha creato qualche anno fa anche i “Masi con gusto”, gruppo che riunisce una quarantina di masi che si propongono anche come “Osteria contadina”.

Vera osteria contadina, perché i parametri per entrare in questo gruppo sono rigidissimi: soprattutto quelli relativi alla provenienza dei prodotti proposti, che all’80 per cento devono arrivare dai masi dell’associazione. Christian Pinggera, titolare di uno dei masi più antichi (lo Schnalshuberhof di Lagundo, sopra Merano), uomo che si definisce erede culturale della tradizione reto-romana - civiltà delle Alpi assai antica –ha trasformato la sua antica magione in un crocevia del gusto. Sede della sua azienda agricola biologica che produce vini (fra cui il raro autoctono Faueler), frutta, speck, salumi, formaggi, sciroppi, succo di mela e allo stesso tempo osteria d’autore, in grado di esprimere e proporre esperienze di valore a tavola, frutto della precedente vo-

cazione a “Buschenschank”, così vengono chiamata in Alto Adige le tipiche “frasche” di montagna, dove si praticano la mescita e la vendita dirette. Christian è uno degli animatori di “Masi con gusto” della prima ora: quando si siede a tavola e racconta lo si coglie subito. Contadino prestato all’osteria o oste prestato all’agricoltura? In tanti masi come il suo è difficile dare questa risposta. Che forse è: entrambe le cose. É lo spirito del maso a far diventare i contadini accoglienti sempre. Accoglienti per condividere cose buone e valori tradizionali. Per condividere un mondo irripetibile come quello della montagna… Dell’alta montagna! Quella che si specchia nel cielo.

www.lapiazzaweb.it 44 Telefona per un colloquio allo 049 870 48 8 4 OF F ER T A DI L A V OR O L a Red a zio n e de c e r c a ope r a tr i c i / ope r a t o r i p er un se r v izio di t elem a r k e t in g i n t e r n o C omp e n s o d i si c uro i n t e r es s e ! Turismo
VACANZE NELLA NATURA
NELLA FOTO COPERTINA IL MASO PIÙ ANTICO DEL BORGO DOVE SORGE ANCHE MASO HÄUSELERHOF QUI SOPRA, CHRISTIAN PINGGERA DELLO SCHNALSHUBERHOF DI LAGUNDO CONTROLLA L ’ AFFUMICATIRA DEI SUOI SPECK; GABI E PETER PARIS NEL LORO MASO DI SANTA VALBURGA A LATO UN PIATTO DI SPECK ARTIGIANALE APPENA TAGLIATO E IL SIMBOLO DEI MASI DEL GALLO ROSSO;

Eccoli i vincitori del contest di Carnevale de LaPiazza!

Dopo un’appassionante gara a colpi di costumi e trucco, ecco i vincitori del contest “Carnevale in Piazza” che ha infiammato i mesi di febbraio e marzo su laPiazzaweb.it. Sono venuti in sede de la Piazza proprio i primi classificati per ritirare i loro premi!

Ad arrivare al terzo posto i FOX. Nata nel 2005 e originaria di Legnaro, è una società di hockey in line composta da promettenti e giovani atleti. A ritirare il premio di 100 euro in buono spesa Despar, sono venuti i rappresentanti delle categorie U10, U12 e U14 Aryan, Filippo e Davide assieme alle loro due coordinatrici Marta e Anna. Bravi ragazzi e in bocca al lupo per le prossime competizioni! Sul secondo gradino del podio in-

vece è salita “Ocio al Mocio” ! La dolce e bellissima Angelica, di soli 1 2 anni, con il suo super e originale travestimento da “mocio” ha catturato l’attenzione dei votanti che l’hanno premiata con la medaglia d’argento. A lei va il premio di 150 euro in buono spesa Despar.

Standing ovation per la più piccola, che a soli 1 0 mesi, è riuscita a battere gli altri partecipanti. Sofia, con la sua maschera da Minnie , ha rapito i cuori dei lettori de LaPiazzaweb.it che proprio non hanno saputo resisterle. A mamma Andree il ricco premio di 250 euro di buono Antenore Energia consegnato dal delegato Manuel Viola. Dopo questa colorata competizione

tocca ai nostri amici animali mettersi in gioco nel contest “Qua la zampa!” . Anche questa volta basta andare su laPiazzaweb.it e caricare una foto del proprio pet.

C’è tempo fino al 30 giugno!

Per le 3 foto più votate ancora buoni Antenore e Despar, ma anche fino a 1 75 kg in alimenti per il tuo amico peloso! Tutto il regolamento sul sito. Rimettete le mani agli obiettivi, e che abbia inizio una nuova sfida!

www.lapiazzaweb.it 45 Il concorso
Partecipa al contest fotografico fino al 30.06 e vinci favolosi premi per i tuoi fedeli amici

Comincia per voi un nuovo ciclo particolarmente favorevole per realizzare voi stessi e concretizzare i vostri progetti grazie ad un ritrovato equilibrio che inseguivate da tempo

Vi trovate di fronte ad una serie di novità inaspettate. Interpretatele come delle sfide, applicatevi perché i risultati arriveranno presto e saranno occasione di gratificazione e grandi soddisfazioni

TORO SCORPIONE

Vi potete finalmente concedere una pausa dopo un periodo particolarmente impegnativo e stressante anche se ricco di successi. Ora è tempo di raccogliere quanto avete a fatica seminato

Riceverete finalmente il giusto riconoscimento e anche una meritata gratifica per quanto avete fatto fin qui. La vostra perseveranza e la convinzione saranno premiate

La fortuna è dalla vostra parte e vi aiuterà a raggiungere il gradino più alto, con significative affermazioni nel lavoro ma anche nella vita privata. Non lasciatevi sfuggire le giuste occasioni

LEONE

Questo mese rappresenterà una svolta definitiva che vi consentirà di sistemare molte situazioni lasciate in bilico. Le cose stanno cominciando ad andare come da tempo desiderate

Non è tempo di inoltrarsi in nuove esperienze.

Vale la pena mettere a posto prima ciò che è rimasto in sospeso. Trovate l’energia e il coraggio per definire situazioni incerte

Vi concederete qualche sfizio in più perché a voi piace il lusso ed il bello. Vi meritate qualche premio dopo tanti sacrifici e un periodo non proprio soddisfacente

Dovete avere ancora un po’ di pazienza e aspettare il momento giusto per rimettervi in gioco. Non tarderà ad arrivare anche per voi l’occasione che da tempo attendete

Vivete un periodo ricco di emozioni, talvolta anche contrastanti che vi esaltano o vi confondono. Cercate un equilibrio che vi consenta una serenità duratura. Troverete il passo giusto, come sempre

ACQUARIO

Siete in una fase di riflessione nella quale state riconsiderando molte situazioni. Vi sentite disorientati ma cominciate a fare ordine. Le giuste risposte arriveranno presto

Riceverete gradi soddisfazioni sul piano professionale e riuscirete anche a stabilizzare una situazione da tempo precaria. Un successo che avrà positive ricadute anche nella sfera privata

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ARIETE BILANCIA GEMELLI SAGITTARIO
CANCRO CAPRICORNO
VERGINE PESCI Oroscopo

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