FEBBRAIO 2024
Periodico d’informazione locale - Anno XXXI n. 34
di Padova
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Veneto inquieto Nicola Stievano
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orse Carlo Mazzacurati ne avrebbe ricavato qualche spunto per un nuovo film o uno dei suoi indimenticabili personaggi di un Veneto irrequieto e inquieto, sempre un po’ border line e alle prese con le proprie contraddizioni. Chissà se il grande regista, scomparso troppo presto dieci anni fa, avrebbe aggiunto alla sua potente galleria di veneti fuori dagli schemi anche “fleximan”, il giustiziere degli autovelox osannato sui social. Chissà come avrebbe raccontato le prodezze di questo vandalo (ammesso che sia uno solo) che a colpi di flessibile ha imposto a livello nazionale la narrazione del povero automobilista vessato dalle multe che risolve il problema da sé e che entra persino nel dibattito politico, facendo il paio con la crisi isterica provocata dalla “scoperta” delle città a 30 all’ora. Ancora una volta emerge la figura dell’eroe solitario, un po’ rude e un po’ romantico, pronto a combattere il “sistema” con le sue mani, pronto ad appianare le ingiustizie e le prevaricazioni con un taglio netto al palo che sorregge gli autovelox insieme ai nostri alibi. Allora non c’erano i social ma i “serenissimi”, giusto per fare un esempio, avrebbero goduto della stessa popolarità sul web. E’ la fin troppo facile scorciatoia che rifugge la complessità, la riflessione, il confronto civile.
OBIETTIVO SVILUPPO SOSTENIBILE: PARCO MILCOVICH PROTAGONISTA DELLA RIVOLUZIONE Bressa: “Il progetto permetterà di realizzare un unico grande parco di oltre 48.000 mq a servizio di un quartiere densamente abitato come l’Arcella” Servizio a pag. 4
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AUTONOMIA, PRIMA VITTORIA IN AULA AL SENATO: ESULTA IL CENTRODESTRA MA ORA LO SCONTRO SI FA PIU’ ACCESO, OPPOSIZIONE ALL’ATTACCO
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Il nodo delle riforme
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La città che cambia
FINE VITA BOCCIATO PER UN VOTO, IL CONSIGLIO REGIONALE SI DIVIDE TRA SORPRESA E NUOVE POLEMICHE
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ELEZIONI E GRANDI MANOVRE NEI PARTITI, L’INCOGNITA SUL TERZO MANDATO E LA MOSSA DEL LEGHISTA STEFANI
Autonomia, stiamo cambiando il Paese Luca Zaia Governatore Regione Veneto
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l voto favorevole del Senato al disegno di legge sull’autonomia differenziata rappresenta la pietra miliare che segna l’accelerata finale verso un traguardo di rinascita per il Paese; per tutto il Paese. Il Veneto, la nostra Regione, è stata l’apripista di un percorso che, una volta portato termine, sarà occasione di progresso e giovamento per tutte le realtà territoriali, anche quelle verso le quali rimane indispensabile un’attenzione solidale. segue a pag 3
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Facciamo il punto
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Autonomia, stiamo cambiando il Paese Luca Zaia Governatore Regione Veneto
Cresce l’attesa per il Giro d’Italia M
ancano poco meno di 100 giorni all’inizio del Giro d’Italia 2024 e a Padova cresce l’attesa per l’arrivo di Tappa in Prato della Valle. Il Giro raggiunge sui social 262 milioni di account e un’audience televisiva mondiale di 694 milioni di persone. Una vetrina senza precedenti che trasmetterà, oltre all’evento sportivo, anche la cornice storica e culturale della tappa, in cui Padova la farà da padrona con schede dedicate alle bellezze di Urbs Picta e agli altri tesori artistici della città. La grande giornata di festa del 23 maggio sarà l’ultimo atto di un programma di eventi che l’amministrazione comunale sta studiando assieme alle categorie economiche e alle associazioni padovane. Ad una settimana dalla tappa sarà istituita la Settimana Rosa. L’assessore allo sport Diego Bonavina commenta: “Ci stiamo preparando al meglio per cogliere questa opportunità straordinaria per Padova. Abbiamo avviato un percorso che ci porterà al 23 di maggio, giorno di arrivo della tappa in Prato della Valle, che vogliamo coinvolga non solo tutti i settori comunali, ma anche tutte le realtà cittadine come le associazioni di categoria e il mondo della cultura nella costruzione di iniziative celebrare questo appuntamento. L’arrivo di una tappa del Giro d’Italia non è solo una grande occasione per il mondo sportivo, ma anche occasione di promozione per la città a livello mondiale”.
di Padova
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La città si prepara ad accogliere l’arrivo della XVIII tappa
È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto. Questa edizione raggiunge i quartieri di Padova per un numero complessivo di 98.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199 Chiuso in redazione il 2 febbraio 2024
L’Autonomia sarà il volano, anche in termini di entusiasmo e partecipazione alla vita pubblica, che condividiamo con le nuove generazioni, con i ragazzi che vedono nel cambiamento del Paese le basi per costruire con orgoglio e passione il loro futuro. Ringrazio i Senatori che hanno consentito di coronare questo primo voto positivo del Parlamento. Anche a fronte di tante affermazioni udite in questi giorni sento di dover ripetere e confermare che l’autonomia non vuole lasciare indietro nessuno, non è la fuga dei ricchi dalla nave in difficoltà. È un nuovo modo di unire e progredire insieme, superando con un moderno regionalismo le rovine di uno statalismo che, questo sì, nei decenni passati ha prodotto territori a differenti velocità. Di fronte alla portata storica della riforma che si sta profilando va ribadito chiaramente come l’autonomia non è la secessione dei ricchi che qualcuno si ostina a fare credere. Nessuna regione sarà privata di qualcosa e godrà, invece, di maggiori opportunità di crescita. La cabina di regia dei Lep mette a terra importanti e maggiori diritti dei cittadini, che saranno la garanzia di prestazioni e servizi uniformi su tutto il territorio nazionale. Lo stesso termine ‘differenziata’ non indica diversità tra le regioni ma identifica un sistema di autonomia articolato e virtuoso, già sperimentato con successo in altri grandi paesi europei come la Germania.
Veneto inquieto
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Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Continua a fare molta più presa l’idea della “lotta” contro i cosiddetti “poteri forti”, via via identificati nell’autorità, nelle leggi, nelle regole che stanno alla base della società democratica nella quale abbiamo la fortuna di vivere. Ed è proprio perché siamo liberi di esprimere il nostro pensiero che molti possono osannare anche un gesto criminale come quello di abbattere un bene pubblico, che dovrebbe servire a migliorare la sicurezza sulle strade. Certo è il segnale dell’esasperazione di automobilisti, gente che va al lavoro e che ogni giorno è in automobile per necessità, di chi si sente braccato e punito ingiustamente. Sicuramente c’è qualcosa che non va nella gestione di questi apparecchi così come della mole di multe che staccano in continuazione, alle quali si aggiungono altre gabelle che fanno lievitare cifre già importanti. Ma non serve imbracciare un flessibile nel cuore della notte per cambiare le cose. Ora in tanti auspicano una “riflessione”: ben venga, purché non si limiti a facili e vuoti slogan.
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La città che cambia
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La svolta. Equilibrio sostenibile tra sviluppo urbano e conservazione degli spazi naturali
Il Parco Milcovich si amplia: 11.000 mq di verde in più all’Arcella L’accordo che supporta questa iniziativa non solo promuove la riorganizzazione delle risorse urbane, ma contribuirà anche all’acquisizione di nuove aree verdi
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l cuore del vivace quartiere Arcella a Padova si prepara a vedere crescere il suo polmone verde con l’ampliamento del Parco Milcovich. L’amministrazione comunale ha presentato un accordo che consentirà un aumento significativo della superficie verde, aggiungendo quasi 11.000 metri quadrati al già apprezzato spazio pubblico. Nell’ambito della riqualificazione urbanistica, è stata individuata un’opportunità significativa per migliorare la destinazione delle aree vicine al Parco Milcovich. Inizialmente, l’area adiacente al parco era destinata e già concessa per interventi edilizi. Tuttavia, grazie a un’operazione urbanistica, questa cubatura sarà spostata in un’area più appropriata, situata tra via Boccaccio e via Zacconi. “In questa zona di città un metro quadro di verde ha un valore molto più alto che altrove e per questo abbiamo dialogato con i privati, da parte dei quali abbiamo riscontrato grande disponibilità, per riuscire a spostare la cubatura qui prevista e già concessa in una zona meno sensibile, già edificabile in passato, ottenendo anche oltre 15.000 metri quadri contigui al Parco dei Frassini – ha commentato l’assessore all’Urbanistica, Andrea Ragona –. Si tratta di due nuovi parchi con una sola
operazione urbanistica, che nasce da cubatura già concessa e diritti acquisiti da parte dei privati, che ci permette di ottenere l’obiettivo di aumentare sensibilmente il verde in una zona della città dove è carente”. L’accordo che supporta questa iniziativa non solo promuove la riorganizzazione delle risorse urbane, ma contribuirà anche all’acquisizione di nuove aree verdi. Questo significa non solo una redistribuzione delle costruzioni, ma anche un notevole incremento delle zone verdi a disposizione della comunità locale. “Voglio ringraziare l’amministrazione per questo lavoro – ha aggiunto il presidente della Consulta 2 nord, Carlo Forner –. È la dimostrazione che lavorando insieme alle Consulte per definire le esigenze dei quartieri porta a bellissimi risultati”. L’obiettivo per l’amministrazione è quella di creare un equilibrio sostenibile tra lo sviluppo urbano e la conservazione degli spazi naturali e garantire una maggiore qualità ambientale, offrendo ai residenti una cornice più verde e piacevole nei dintorni dei parchi cittadini. “Il progetto permetterà di realizzare un unico grande parco di oltre 48.000mq a servizio di un quartiere densamente abitato come l’Ar-
Gli assessori Antonio Bressa e Andrea Ragona e l’area interessata alla riqualificazione verde
cella, dove abbiamo già un parco bellissimo e gestito molto bene, molto frequentato durante tutto l’anno – ha dichiarato l’assessore al Verde, Antonio Bressa –. Il nostro obiettivo è quello di realizzare nell’area di nuova acquisizione una lunga fascia boscata al confine con l’area residenziale e nuove dotazioni ma definiremo al meglio il progetto insieme alla Consulta, agli attuali gestori e alle tante persone del quartiere che ogni
giorno vivono questo parco. La trasformazione che la città vivrà nei prossimi anni passa anche attraverso l’aumento del verde e il nostro è un impegno chiaro verso la sostenibilità, la mitigazione dei cambiamenti climatici e verso la creazione di oasi di benessere per i cittadini”. “Crediamo negli ultimi anni sia cresciuta la consapevolezza sull’importanza degli spazi verdi, e il nostro operato all’interno del Milcovich è
da sempre in linea con questa idea – ha affermato Francesco Aneloni, a nome dei gestori del Parco Milcovich –. Ci mettiamo a disposizione con entusiasmo per portare un valore aggiunto al futuro progetto su questo importantissimo allargamento”. L’accordo presentato ora è in attesa di essere esaminato dal Consiglio Comunale, il quale dovrà valutarne l’approvazione. Se tutto procederà come previsto, il quartiere Arcella potrà godere della nuova area verde entro l’arco di un anno, contribuendo a migliorare la qualità della vita dei residenti e promuovendo la sostenibilità ambientale nella zona. Tutto questo fa parte di una strategia che l’amministrazione sta consolidando. Non solo il Milcovich, ma sono in partenza i lavori per l’ampliamento del Parco Iris che grazie al primo stralcio finanziato dal Pnrr, passerà dagli attuali 6,5 ettari a ben 16 ettari. Infine, la Giunta comunale, nell’ultima seduta dello scorso anno, ha approvato il progetto esecutivo del nuovo Parco Guizza, ovvero dell’area di circa 70.000 mq su via Confortini ottenuta grazie ad una perequazione urbanistica che, unita all’area dell’attuale Parco Gozzano e dell’attuale Parco Modì di Albignasego, andrà a formare un grande parco di 13 ettari nella zona sud della città.
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Studiare a Padova
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Il progetto. Laboratori ad alto contenuto tecnologico e aule ad alta efficienza energetica
ITS RED a Padova, il nuovo hub super tecnologico e a consumo zero Perale: “Quello di Padova non sarà solo una scuola ma un open lab, un laboratorio aperto. Ci doteremo di un edificio articolato in cui studenti e imprese potranno toccare con mano lo stato dell’arte della nuova generazione delle costruzioni”
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li studenti di ITS Red Academy potranno contare su un nuovo hub per la formazione tecnica, dotato di laboratori ad alto contenuto tecnologico e aule ad alta efficienza energetica. Nelle scorse settimane il presidente Cristiano Perale ha presentato il progetto che prevede la trasformazione di un immobile in disuso, situato in Via Orlandini a Padova, nella prima sede fisica di ITS Red. L’edificio che ospiterà anche servizi per i corsi degli ITS Academy del Veneto sarà a disposizione degli studenti da fine 2025. Alla presentazione sono intervenuti il presidente della Provincia di Padova Sergio Giordani con il consigliere delegato all’Edilizia scolastica Alessandro Bisato e il presi-
dente della Camera di Commercio Antonio Santocono. “Quello di Padova – spiega il presidente Perale – non sarà solo una scuola ma un open lab, un laboratorio aperto. Ci doteremo di un edificio articolato in cui studenti e imprese potranno toccare con mano lo stato dell’arte della nuova generazione delle costruzioni. Il nuovo hub è un edificio NZEB, quindi a consumo zero, produrrà più energia di quella che consuma. Un hub a 360° per poter sperimentare nuove forme di energia in loco. I fondi investiti per la realizzazione del nostro progetto saranno complessivamente 8 milioni di euro: di questi, 5 arriveranno dal PNRR e 2 saranno investiti direttamente dalla nostra Fondazione tramite risorse pro-
prie. L’edificio di via Orlandini sarà un moderno campus di oltre 2.700 mq antisismico e a consumo zero e offrirà un’opportunità formativa in sinergia con tutto il mondo degli imprenditori padovani e con la Camera di Commercio”. “Sono molto soddisfatto per questa fattiva collaborazione tra Istituzioni”, sottolinea il presidente Giordani. “Gli Istituti Tecnici Superiori stanno vivendo una crescita straordinaria, sono diventati pilastri fondamentali per il nostro sistema economico e le aziende del territorio. Il loro successo è in costante ascesa tra i giovani desiderosi di dedicarsi a percorsi formativi di eccellenza”. “Grazie a questo accordo nascerà un luogo laboratoriale e didattico di alto livello per gli
La presentazione del progetto e il rendering del nuovo hub
studenti che ambiscono a diventare supertecnici della sostenibilità in edilizia, dell’efficienza degli impianti, settori sui quali è quasi superfluo dire quanto siano strategici e bisognosi di competenze”, commenta Bisato.
“Sono soddisfatto che l’iniziativa sia partita con l’aiuto di Ance e Confindustria. Ringrazio la provincia per la tempestività, è una grande occasione per le persone che sono in cerca di occupazione”, conclude Santocono.
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Vivere a Padova
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I fronti aperti. Il Comune al fianco dei cittadini per sostenerli contro il caro affitti
Il consigliere Bean: “Soluzioni concrete per contrastare l’emergenza” L
’andamento crescente dei prezzi degli affitti nelle città è stato una costante, ma a Padova, dopo il lockdown dovuto alla pandemia da Covid-19, la situazione ha subito un cambiamento drastico. L’incremento demografico legato all’Università è stato notevole, passando da 60mila a circa 70mila studenti. Il ritorno forzato alle lezioni in presenza, che ha segnato la fine del periodo di restrizioni, ha creato un terreno fertile per chi, approfittando della considerevole crescita della domanda e della persistente scarsità di offerta di residenze universitarie, ha deciso di innalzare i prezzi degli affitti. Da questa congiuntura è scaturita un’emergenza abitativa che ha scatenato una massiccia mobilitazione studentesca, con la “protesta delle tende” che si è estesa rapidamente a tutte le città universitarie della Regione e non solo. Cresce la richiesta di alloggi, mancano le residenze universitarie pubbliche e gli elevatissimi prezzi del privato hanno delineato una situazione critica che richiede risposte concrete e immediate. In questo scenario, il Comune di Padova ha adottato un approccio proattivo, cercando soluzioni innovative e attivando iniziative mirate per affrontare la radice del problema. Il risultato di questo sforzo è stato il lancio dello Sportello Affitti, un progetto di supporto alla componente studentesca in cerca di alloggio. Di questo ci parlerà nel dettaglio il Consigliere Comunale Pietro Bean, una delle figure cardine nell’implementazione di questa iniziativa. Consigliere Bean, può spiegarci in cosa consiste lo Sportello Affitti e come è nato questo progetto? Lo Sportello Affitti è un’iniziativa promossa dall’Ufficio Politiche Giovanili del Comune di Padova in collaborazione con l’associazione studentesca Studenti Per Udu - Padova. È un servizio pensato per contrastare l’emergenza abitativa che sta colpendo diversi settori della popolazione, in particolare gli studenti e le studentesse dell’Università di Padova. L’idea è nata in risposta alle ca-
Il ritorno forzato alle lezioni in presenza ha creato un terreno fertile per chi, approfittando della considerevole crescita della domanda e della persistente scarsità di offerta di residenze universitarie, ha deciso di innalzare i prezzi degli affitti
Il consigliere comunale Pietro Bean
renze strutturali delle residenze universitarie pubbliche, alla mancanza di alloggi nel mercato privato e agli elevati costi dei canoni di locazione. Problemi che abbiamo vissuto in molti ma che negli ultimi anni si stanno aggravando sempre più. È compito di una buona amministrazione trovare delle soluzioni, chiaramente restando nell’ambito delle possibilità di cui si dispone. Qual è la situazione attuale riguardo all’emergenza abitativa a Padova? L’emergenza abitativa a Padova ha colpito le fasce della popolazione meno tutelate, e di queste fa parte chiaramente anche la componente universitaria. Le difficoltà risiedono nelle carenze strutturali delle residenze pubbliche, nella scarsità di alloggi privati e nei costi elevati dei canoni di locazione. Gli studenti dell’UDU hanno portato l’attenzione su questa problematica con la loro protesta delle tende, dimostrando senso di responsabilità e evidenziando la gravità del contesto abitativo per chi studia, lavora e per le famiglie. Come si articola l’assistenza offerta dallo Sportello Affitti? In primo luogo fornirà informazioni sugli aspetti legali legati alla locazione, sui diritti degli studenti in quanto inquilini e su come evitare truffe nel mercato degli affitti. Sarà un punto di primo ascolto per coloro che rischiano di non trovare una casa. Questo servizio rientra nella nostra azione amministrativa, focalizzata sull’innovazione dei servizi in base ai mutevoli bisogni della comunità e sulla creazione di spazi sociali. Come si coordinerà lo Spor-
tello Affitti con altre iniziative e servizi? La prima assistenza e informazione fornite dagli studenti dell’UDU saranno coordinate con il Progetto Giovani. Grazie a una convenzione con l’Ordine degli Avvocati di Padova, il Progetto Giovani potrà offrire consulenze legali gratuite agli studenti che necessitano di assistenza tecnico-giuridica da parte di professionisti. Questa sinergia garantirà un supporto completo agli studenti e alle studentesse in cerca di affitto o alle prese con le conseguenze dell’emergenza abitativa. Cosa rappresenta per il Comune di Padova questo progetto e come si intende promuoverlo? A nome dell’Amministrazione, ma anche a titolo personale, c’è grande orgoglio per questo progetto perché offre soluzioni concrete e vicine alle esigenze della comunità studentesca. La promozione avverrà attraverso tutti i nostri mezzi, coinvolgendo le migliori risorse umane, professionali e associazionistiche della nostra città. L’obiettivo è affrontare l’emergenza abitativa con azioni dirette e efficaci, dimostrando che l’Amministrazione è presente e vuole impegnarsi per tutelare le nuove generazioni. Si tratta di un primo passo concreto per garantire assistenza e supporto agli studenti universitari di Padova in un momento critico per l’emergenza abitativa. Servirà chiaramente un impegno da parte di tutte le parti coinvolte - Atenei e Amministrazione Regionale su tutte - per risolvere il problema alla radice con strutture pubbliche accessibili e sostenibili.
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Tram
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Trasporto pubblico. Firmati i contratti con le aziende aggiudicatarie per il Sir2
In via Sografi parte il cantiere del tram “Un valore aggiunto per il commercio” Ragona: “Vogliamo che la nostra interlocuzione con i negozianti e le associazioni di categoria sia costante, per individuare insieme azioni possibili per facilitare la convivenza con i cantieri”. Bressa: “I cantieri per il tram non fermano le attività commerciali dei quartieri. Dal Comune totale disponibilità al confronto”
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roseguono senza sosta i lavori per dotare la città di un sistema di trasporto moderno e sostenibile. Sono molte le aree interessate. I cantieri vengono portati avanti in simultanea e con grande intensità per consegnare il prima possibile l’infrastruttura alla città. E tutto entro il 2026. Attualmente, i lavori in corso riguardano diversi ambiti, tra cui il deposito di Voltabarozzo e la realizzazione delle rampe e delle fondamenta del nuovo Ponte di Voltabarozzo. In aggiunta, si stanno effettuando interventi sui sottoservizi in via Piovese, via Venezia, corso Milano e Via Gozzi, accompagnati dalla posa delle piattaforme stradali. Prende il via il cantiere del Sir3, all’incrocio tra via Sografi e via Forcellini. Dopo un primo intervento sulla rete idrica, i lavori si concentreranno sulla realizzazione della piattaforma tranviaria. Per agevolare la circolazione e minimizzare l’impatto sugli esercizi commerciali della zona, l’amministrazione ha installato cartelli informativi presso le principali deviazioni, indicando che i negozi nei dintorni dell’area di cantiere restano aperti e accessibili. “L’avvento del tram sarà un valore aggiunto per molte attività commerciali, che diventeranno più accessibili e in maniera più diretta – commenta l’assessore alla Mobilità, Andrea Ragona –. In questi mesi in cui molte aree della città saranno interessate dai lavori per le nuove linee vogliamo che la nostra interlocuzione con i negozianti e le associazioni di categoria sia costante, per
Un cartello informativo in via Sografi che sottolinea come i cantieri del tram non fermino le attività commerciali locali
individuare insieme forme di comunicazione e altre azioni possibili per facilitare la loro convivenza con i cantieri”. Un’ iniziativa che mira a informare i cittadini costretti a seguire percorsi alternativi sulla possibilità
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via G. Franco, 2 | via Guizza, 101 | 35125 Padova via Edison, 5 | 35136 Padova 35010 Cadoneghe (PD) spi.padova4@cgilpadova.it spi.padova6@cgilpadova.it spi.cadoneghe@cgilpadova.it
di raggiungere in sicurezza le attività commerciali limitrofe all’area di cantiere. “I cantieri per il tram non fermano le attività commerciali nei quartieri e da parte nostra c’è la massima disponibilità ad individuare forme di supporto nelle fasi delicate dei lavori – commenta l’assessore al Commercio e alle Attività produttive, Antonio Bressa –. Si tratta di un’attenzione che vogliamo sia massima nel prossimo periodo e ribadiamo la nostra totale disponibilità al confronto per individuare insieme le modalità migliori per affrontare questa grande trasformazione della città di cui tutti beneficeranno in futuro”. Nel frattempo, prosegue l’iter per la realizzazione della linea del tram Sir2 che collegherà Rubano a Vigonza. Sono stati infatti aggiudicati sia l’appalto integrato per la realizzazione della linea che l’affidamento dei servizi di Project Management Office, Direzione Lavori e Coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione relativi alla medesima linea. L’importo della gara europea per l’appalto integrato (progettazione esecutiva e realizzazione dei lavori) ammonta complessivamente a � 210.487.032,07 e l’appalto è suddiviso in due lotti funzionali: il lotto ovest (Rubano-Padova) per più di 114 milioni di euro affidato a Gruppo ICM S.p.A. Mentre il lotto est (Padova- Vigonza), per complessivi 95 milioni di euro, è stato assegnato all’operatore economico la cui mandataria è Vittadello S.p.A. “Si tratta di una formalità – commenta il presidente di APS Holding, Giuseppe Farina – che sancisce però un passaggio fondamentale che evidenzia anche il grande spirito di collaborazione con cui le imprese aggiudicatarie stanno lavorando in sinergia con la stazione appaltante per raggiungere l’obiettivo del 2026”. Sara Busato
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Centro Veneto Progetti Donna. Accolte nel 2023 ben 1.210 vittime della violenza di genere
Da trent’anni un punto di riferimento per le donne padovane e straniere Fondato a Padova nel 1990 da un gruppo di donne motivate a rispondere alle crescenti richieste di soccorso, l’associazione ha mantenuto il suo impegno nel supportare le donne in situazioni difficili
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a violenza di genere commessa dagli uomini nei confronti delle donne è un problema sociale che ha assunto particolare risonanza, soprattutto in seguito alla tragica morte di Giulia Cecchettin, la studentessa dell’Università di Padova, divenuta la 105esima vittima di femminicidio in Italia nel 2023. Lo scorso anno in Veneto sono state otto le donne uccise. E le telefonate ai centri antiviolenza sono in crescita costante. Al Centro Veneto Progetti donna che segue la provincia di Padova, le chiamate giornaliere, al numero 800 81 46 81, sono quintuplicate dopo gli ultimi fatti di cronaca. Le donne accolte lo scorso anno sono state 1.210. E la tendenza non si sta abbassando. “È un segnale che tante donne stanno prendendo consapevolezza e fiducia nel chiedere aiuto ai centri antiviolenza – commenta la presidente del Centro Veneto Progetti Donna Mariangela Zanni – segno anche c’è bisogno che lo Stato faccia qualcosa di più. Siamo molto indietro nel proteggere le donne veramente”. Il Centro rappresenta un punto di riferimento nell’affrontare situazioni di difficoltà, violenza e maltrattamento familiare nei confronti delle donne. Fondato a Padova nel
1990 da un gruppo di donne motivate a rispondere alle crescenti richieste di soccorso, l’associazione ha mantenuto il suo impegno nel supportare le donne in situazioni difficili. Le operatrici accolgono quotidianamente donne in cerca di aiuto, ascoltando le loro storie e fornendo un sostegno completo che spazia dal supporto psicologico a quello legale, se necessario. Un rifugio, un luogo in cui le donne possono trovare ascolto, attenzione, rispetto e supporto in un momento critico della loro vita. La portata dell’azione del Centro si estende nella Provincia di Padova, con la gestione di cinque Centri antiviolenza sul territorio e otto sportelli. Inoltre, l’associazione gestisce sette case rifugio, fornendo accoglienza e sostegno a donne e minori in situazioni di emergenza. “In questi ultimi mesi l’attenzione è maggiore – continua Mariangela Zanni –. Siamo state contattate da diverse realtà del territorio (scuole, imprese, associazioni) per attivare incontri e percorsi strutturati per sensibilizzare e formare il personale interno. Un segnale che la comunità si sta interrogando sul tema. Un cambiamento di rete sociale importante”. Un fenomeno oggetto di discussione diffusa non solo nei media ma anche nei diversi
Mariangela Zanni, presidente del Centro Veneto Progetti Donna
contesti, tra cui l’ambiente scolastico. All’interno di quest’ultimo, è emersa in modo inequivocabile la necessità di approfondire la comprensione del fenomeno, al fine di aumentare la consapevolezza in-
“Siamo state contattate da diverse realtà del territorio per attivare incontri e percorsi strutturati per formare il personale interno. La rete sociale sta cambiando” dividuale nei confronti delle dimensioni e delle caratteristiche della violenza di genere. “Colpiti dal femminicidio di Giulia, anche il clima nelle classi è cambiato – aggiunge la presidente del Cento –. Le
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studentesse e gli studenti avvertono l’urgente necessità di comprendere appieno quali siano i comportamenti abusanti e di fare chiarezza sui molteplici aspetti della violenza di genere. Molto spesso si interrogano sulla natura delle loro relazioni, così come su quelle dei loro compagni di classe e amici, cercando di valutarne la positività. Il terribile evento legato al femminicidio ha innescato un processo di riflessione sulla consapevolezza delle dinamiche relazionali, portando gli studenti a interrogarsi sulle caratteristiche che definiscono un rapporto sano e rispettoso. La tragedia di Giulia ha quindi catalizzato l’attenzione sulla necessità di promuovere un ambiente scolastico che incoraggi il dialogo aperto e la
comprensione reciproca, affrontando il tema della violenza di genere con un approccio informativo e formativo”. In merito alle denunce, però, emerge oggi l’esigenza di andare oltre la semplice esposizione dei fatti, concentrandosi sulla necessità di una risposta concreta. L’analisi delle istituzioni e la consapevolezza del rischio associato a tutti i cosiddetti “reati spia” risultano fondamentali. “Non è sufficiente limitarsi alla denuncia per garantire la sicurezza delle donne – aggiunge Mariangela Zanni –. Quando una donna si rivolge alle istituzioni per chiedere sostegno, è fondamentale assicurare la sua protezione. Ciò richiede un adeguato livello di formazione, affinché possano valutare accuratamente il rischio che la donna sta correndo in base alla sua situazione segnalata. Inoltre, la necessità di una presa a carico integrato della vittima che si lavori nel lungo periodo”. E sulle priorità del nuovo anno il Centro ha le idee chiare: incrementare il personale e le risorse umani, per non lasciare indietro nessuna. E lavorare sulla prevenzione attraverso la comunità educante. La sua presenza capillare e l’impegno instancabile testimoniano l’importante ruolo svolto dal Centro Veneto Progetti Donna nel contrastare la violenza di genere e nell’offrire un rifugio sicuro a coloro che ne hanno bisogno. Giorgia Molena
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Minoranza
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Le critiche. La consigliera Eleonora Mosco non condivide l’approccio dell’amministrazione Giordani
Lega contro le scelte della Giunta: “Non tutela davvero l’ambiente” Padova a 30 all’ora scatena la polemica e per il quartiere Sacra Famiglia l’opposizione chiede di rivedere il sistema “porta a porta”. Sotto accusa anche il ricorso al “gretismo ambientale” per risolvere i problemi
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econdo i dati forniti dall’amministrazione comunale, attualmente ci sono 177 strade con un limite di velocità di 30 chilometri all’ora, per una lunghezza totale di 55 chilometri. Ma in futuro aumenteranno. Sull’onda del caso bolognese, arriva con forza anche a Padova il tema “Città30”. La consigliera Eleonora Mosco critica l’approccio ideologico dell’amministrazione Giordani “È l’ennesima follia ideologica – commenta la consigliera della Lega –. Multare chi andrà a 36 km/h non andrà nella direzione di tutelare l’ambiente. Contrastiamo il metodo con cui questa amministrazione agisce per risolvere i problemi cercando di rifarsi al famoso gretismo ambientale”. La minoranza esprime forti critiche anche sull’attuazione del Piano Urbano di Mobilità Sostenibile, che propone un graduale allargamento della limitazione nelle zone residenziali, mantenendo però i limiti attuali sulle direttrici principali come la circonvallazione. “Abbiamo bisogno di una Padova che corra veloce non che retri vedendo l’auto come un nemico da abbattere – continua Mosco –. Serve un reale buon senso e basta con questa ideologia miope che contraddistingue questa amministrazione”. La discussione delle scelte della Giunta Giordani si estende anche al sistema di raccolta porta a porta dei rifiuti, che si sta estendendo al quartiere Sacra Famiglia, suscitando però dubbi sulla praticità e fattibilità del sistema in un contesto con edifici di oltre dieci piani e condomini con numerosi anziani. Un quartiere con una struttura diversa rispetto a quelli in cui il porta a porta è già stato implementato con successo. Su questo la consigliera leghista Eleonora
Mosco ha depositato una mozione insieme al collega Ubaldo Lonardi e ai tre esponenti di Fratelli d’Italia, Matteo Cavatton, Elena Cappellini ed Enrico Turrin. “Chiediamo di attivare una consultazione popolare rivolta ai residenti per conoscere il loro parere sul porta a porta – spiega Mosco
La consigliera comunale Eleonora Mosco
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–. In più, chiediamo di considerare l’utilizzo di metodi meno invasivi e più adatti alle realtà territoriali e urbanistiche della Sacra Famiglia, come ad esempio i cassoni interrati, quelli con chiave, le isole ecologiche con tessera magnetica e la videosorveglianza”. Critiche al sistema già presente in Arcella “Abbiamo visto il risultato – aggiunge il consigliere Ubaldo Lonardi, consigliere della Lega – con più di 600 aree di stoccaggio che deturpano i bei condomini dell’Arcella. Quel sistema non ha migliorato nulla e ha fallito, quindi non solo non va riproposto in nessun altro quartiere ma va tolto dove c’è”. Secondo l’opposizione, l’introduzione delle isole ecologiche rappresenterebbe un contrasto evidente con gli obiettivi dichiarati dall’Amministrazione, che si presenta come orientata ad un approccio “green”. Una scelta accusata, secondo la Lega, di minare il proclamato miglioramento del quartiere e dell’ambiente, evidenziando preoccupazioni legate alla diminuzione di spazi verdi e giardini privati, all’ulteriore consumo di suolo e alla cementificazione dello stesso. Inoltre, si solleva l’attenzione sulla riduzione di spazi destinati a parcheggi, un aspetto critico soprattutto in un contesto urbano. Le critiche si estendono anche alle possibili difficoltà che il nuovo sistema potrebbe creare per le persone disabili, considerando l’accumulo di numerosi cassonetti lungo i marciapiedi, rendendo difficile il transito. Nel frattempo, l’amministrazione si prepara ad avvicinare gradualmente i residenti al sistema di raccolta porta a porta. Al momento, non sono stati ancora programmati incontri diretti nel quartiere, ma è previsto che inizino entro la prossima primavera, con il coinvolgimento della consulta di quartiere. L’obiettivo è introdurre la nuova modalità di raccolta dei rifiuti in modo graduale ed entro l’arco dell’anno. Sara Busato
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PROTAGONISTI A NORD EST Sintonizzati Attenzione all’innovazione e alla sostenibilità, sul futuro. con uno sguardo attento allo sport del territorio Storie di imprese ed imprenditori di successo - a cura di
Stiferite. La realtà padovana famosa per i suoi isolanti edili e industriali punta sulla Pallavolo Padova
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utilizzare. a oltre sessant’anni un generazione che permette di ascoltare anche Siamo nati inDAB un settore sinonimo di garanzia. quale non esisteÈ la realtà padovana lanel radio con una qualità audio perfetta. Massimiliano Stinamiglio vano certificazioni. Ma di Stiferite, che sin dagli anni ci è venuto incontro il General Manager Sessanta si occupa di produrre fatto di essere parte di uno dei più famosi isolanti termici una comunità europea che emana leggi e nor-www.veneto24.it in poliuretano. A raccontare la “Con Pallavolo Padova mative per le quali i dati storia e l’impegno dell’azienda è sarà una collaborazione devono essere dichiarati Massimiliano Stinamiglio, general durevole, ci crediamo” in maniera univoca, afmanager di Stiferite. finché siano comparabili Come nasce la vostra attività? “È un inizio un po’ particolare: nasciamo a Roma nel 1963 da un’altra azienda, la Stife, di proprietà di mio nonno, Ferdinando Stinamiglio (da cui il nome dell’azienda), che produceva frigoriferi e congelatori. Nel tempo è emersa l’esigenza di poter disporre di un materiale innovativo, un isolante per questi elettrodomestici. È nato allora il primo prodotto isolante poliuretanico in pannelli, primo a livello europeo e forse anche mondiale: è stato quindi chiamato Stiferite. Nel corso del tempo ci sono state varie evoluzioni del prodotto, che è entrato sul mercato e ha cominciato subito ad avere un notevole successo. Nel 1968 siamo così arrivati qui a Padova, dove mio padre ha portato avanti l’attività fino agli anni Novanta e da allora nel nostro stabilimento puntiamo tutto sul poliuretano: ad oggi contiamo sulla professionalità di 79 dipendenti e vantiamo diverse tipologie di prodotti per differenti tipologie di utilizzo e applicazione, sia per l’edilizia che per l’uso industriale”.
tra loro: noi abbiamo sposato questa visione sin da subito. A questo abbiamo voluto aggiungere ovviamente le certificazioni aziendali, quali quelle delle ISO per la qualità, ma anche altre certificazioni per sicurezza e sostenibilità ambientale, perché è importante isolare, ma ancora più importante è farlo con criterio e senza inquinare”. Un’azienda attenta ai temi ambientali, insomma. “Assolutamente. Per noi contano principalmente due questioni: una è quella del risparmio economico, che è sicuramente importante dato che con un adeguato isolamento in una casa si può arrivare fino al 50-60% di risparmio in bolletta, l’altra invece riguarda la riduzione delle emissioni e dunque il minor impatto delle singole abitazioni pur mantenendo un alto benessere abitativo: spesso viene sottovalutato, ma per raggiungere questo obiettivo anche l’isolamento è fondamentale per ridurre le dispersioni di energia”.
Da Padova al mondo: a gennaio siete Il vostro punto forte, dunque, semstati a Chicago. Ci spiega perché? brerebbe essere la qualità. “Sì, siamo stati a una fiera a Chicago SCARICA L’APP RADIO VENETO24 “È così. Siamo del parere che sia fonper presentare un nuovo prodotto: damentale dimostrare ciò che si dipannelli per la creazione di canali chiara, mettendo a disposizione dei per isolati trasporto aria. In pratica, fruitori dei nostri prodotti tutte le doquando si va a creare un Ascolta impianto di cumentazioni che possono attestare areazione su grandi edifici, vengono la prestazione di ciò che andranno a creati dei canali per il trasporto dell’a-
ria condizionata: noi abbiamo presentato il prodotto specifico per isolare questi canali. La fiera di Chicago è una tra le più importanti fiere itineranti del continente nord americano e per noi parteciparvi è fondamentale: per quanto il mercato italiano resti il nostro punto forte, non vogliamo togliere spazio neanche ai mercati esteri. Quello italiano è per noi comunque il più importante per una questione di costi di trasporto: i materiali isolanti sono ingombranti, perciò per un produttore di isolanti il mercato più forte resterà sempre quello nazionale. Ovviamente anche i mercati esteri contano: ci sono prodotti molto tecnici e di altissima tecnologia che riusciamo più facilmente a esportare in tutto il mondo. Abbiamo clienti in America latina, in Asia e in Australia”.
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Stiferite sostiene Pallavolo Padova. Come mai tra tante società sportive la scelta è ricaduta proprio su questa? “Sono sempre stato un grande appassionato di pallavolo, in gioventù ero un pallavolista anch’io e trovo si tratti di uno sport ancora ‘pulito’ rispetto ad altri. Tutto è iniziato tramite un’amicizia in comune tra l’azienda e la società, che mi ha illustrato la proposta. Io cercavo proprio una squadra che avesse i nostri stessi valori e quale scelta migliore se non quella di una squadra padovana, una squadra che rappresenta la mia città? Stiferite è un’azienda conosciuta a livello mondiale, ma resta comunque un’azienda padovana. Anche ai miei collaboratori piace la pallavolo, vanno anche a vedere le partite. Mi sembrava un ulteriore segnale positivo per avviare una collaborazione. Così ci abbiamo creduto e ci stiamo credendo: sarà una collaborazione durevole”.
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Eventi
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Carnevale e oltre. Ottimi i numeri registrati dalle iniziative proposte da dicembre ad oggi
Prato della Valle pronto per i prossimi eventi Padova si conferma città attrattiva, il grande prato senza nome protagonista indiscusso degli appuntamenti patavini. Bressa: “Al lavoro per una città attiva, in grado di richiamare persone da oltre i confini della città”
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adova si conferma città attrattiva, per chi è turista, ma anche per chi sceglie di passare le vacanze in famiglia. A dirlo sono i numeri degli ultimi grandi eventi. Una nuova vittoria, quindi, nella scommessa di trasformare dicembre e le festività invernali in un mese prezioso per il turismo cittadino. La pioggia non è riuscita a rovinare la festa di Capodanno in piazza Insurrezione. Settemila persone hanno festeggiato il passaggio al nuovo anno ballando al ritmo delle canzoni di Francesco Gabbani che ha intrattenuto il pubblico con un concerto gratuito. Trascorso Capodanno si guarda avanti, alla festa della Befana, con una scelta all’insegna dell’ecologia. Dopo lo stop ai fuochi di artificio, per il secondo anno consecutivo la Befana in Prato ha perso il tradizionale “rogo della vecia”, trasformandosi in un grande spettacolo dedicato a famiglie
e bambini pienamente rispettoso dell’ambiente. Prato della Valle ancora una volta è stato testimone della “Grande Parata dei Carri Allegorici” della festa di carnevale che ha visto la partecipazione di dieci carri allegorici: progettati e realizzati da volontari di alcune associazioni, parrocchie ed enti di promozione territoriale in provincia di Padova e di Venezia. Punto di riferimento per i migliori carristi del territorio, oltre che per cittadini e visitatori che sono in costante aumento. “Tutte iniziative che si inseriscono nel solco del nostro lavoro per una città viva – commenta l’assessore ai Grandi eventi, Antonio Bressa – e in grado di richiamare persone e grande attenzione da oltre i confini della città, generando un conseguente indotto economico per tutte le nostre attività commerciali. Un impegno costante e ottenuto anche grazie ad una campagna mar-
keting mirata e i risultati sono tangibili”. Prato della Valle protagonista di grandi eventi, quindi, da quelli tradizionali e nuovi appuntamenti anche per tutto l’anno. Come il rilancio del mercato dell’Antiquariato della terza domenica del mese. Tra gli obiettivi una miglior comunicazione, un calendario di eventi condivisi e animazione territoriale e la vigilanza relativamente al rispetto delle limitazioni merceologiche, con la presenza di personale esperto. Tra gli eventi proposti dall’associazione “Non ho l’età” giornate dedicate alla musica in vinile, esposizioni d’epoca, balli e danze in costume, sfilate in abiti vintage in collaborazione con i commercianti, mostre mercato a tema, approfondimenti tematici e visite guidate. Nel mese di marzo diversi appuntamenti sono previsti in calendario. Il 3 marzo la manifestazione dedicata al miele
Prato della Valle durante uno dei tanti appuntamenti organizzati
e alle api organizzata dall’Associazione patavina apicoltori in Padova - Apa Pad e Veneto a tavola. Un mercatino organizzato dai produttori di miele, affiancato a prodotti alimentari regionali e articoli salutistici ed erboristici. Il Prato domenica 10 marzo diventa luogo di condivisione gioiosa, di attività ludiche e di animazione grazie all’iniziativa “Festival del gioco” in collaborazione con l’assessorato alle politiche educative e scolastiche. Nell’ottica di promuove itinerari del gusto e della cultura popolare italiana, con tipicità e curiosità alimentari ed artigianali regionali,
provenienti da tutte le regioni d’Italia, torna “Bell’Italia” (2426 marzo) curato da Confesercenti Padova. Ritorno di eventi enogastronomici per il mese di aprile con “Sapori di primavera” (6-7 aprile) e “Europa in Prato” in collaborazione con Ascom ( 28 apirle-1 maggio). Senza dimenticare la conclusione della 18a tappa del 107° Giro d’Italia che si concluderà a maggio prossimo. Prato del Valle si conferma, dunque, luogo adatto ai grandi eventi e chissà se, visti i numeri crescenti, la festa di Capodanno non possa ritornare nel grande prato senza nome. Sara Busato
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I numeri della città
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Il trionfo culturale. Un milione di visitatori hanno scelto i siti culturali della città del Santo
Record di presenze nei musei di Padova: è l’effetto Urbs Picta Si riflette ora su un ambizioso progetto: la creazione di una fondazione per la gestione dei musei. Colasio: “Fare la fondazione vuol dire immaginare il museo fra vent’anni. È un atto dovuto”
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’effetto Urbs Picta ha prodotto l’anno record per il sistema museale padovano. La città ha scritto un nuovo capitolo nella sua storia culturale, superando i già straordinari risultati del 2019 in termini di affluenza nel complesso museale padovano. Il 2023 ha segnato un nuovo record con oltre 593mila visitatori, rappresentando un aumento del 5% rispetto al 2019 e del 7% rispetto all’anno precedente. Nell’arco di quattro anni le persone che hanno visitato i musei padovani sono state 28mila unità. Del sistema museale fanno parte la Cappella degli Scrovegni, i Musei Eremitani, il Palazzo Zuckermann, il Palazzo della Ragione, il Museo del Risorgimento e dell’Età Contemporanea, l’Oratorio di San Michele, la Loggia e l’Odeo
Cornaro e la Casa del Petrarca ad Arquà. Nell’anno che si è appena concluso gli introiti derivanti dai biglietti staccati hanno raggiunto la cifra record di 4.189.300,50 euro, il 31,5% in più rispetto all’anno record. Un risultato che fa brillare gli occhi degli amministratori. In particolare, la Cappella degli Scrovegni, dei Musei Eremitani e del Palazzo Zuckermann, insieme hanno segnato un balzo nel numero di visitatori nel corso del 2023. Un mix di arte, storia e bellezza architettonica ha attratto un totale di 367.724 visitatori, rappresentando un aumento dell’8,6% rispetto ai numeri del 2019. La Cappella degli Scrovegni nel 2023 è stata visitata da 326.527 persone, pari al 9,8% in più e garantendo, da sola, un incasso
L’assessore alla Cultura, Andrea Colasio
di 3.350.352 euro, paro al 79,9% degli introiti totali. “Il museo degli Eremitani è in grado di sostenersi in modo autonomo – commenta l’assessore alla Cultura, Andrea Colasio – ma necessita di alcuni investimenti fondamentali. Manca corpo di ingresso in grado di gestire mezzo milioni di persone e una nuova sala multimediale. Sono alcuni buchi neri di un museo che sta comunque dimostrando di avere una capacità performativa assolutamente unica”. Nel confrontare l’anno precedente, i principali luoghi cultu-
rali della città mostrano segnali positivi di crescita. Il Palazzo della Ragione registra un aumento del 12,5%, seguito dalla Casa del Petrarca con un +9,6%. Anche l’Oratorio di San Michele evidenzia un incremento del 5,1%, mentre il Museo del Risorgimento si distingue con una notevole crescita del 38,6%. “Sono tutti segnali che dicono che l’effetto Urbs Picta ha prodotto risultati importantissimi – continua Colasio – e assieme ai musei dell’Università possiamo dire che oggi Padova ha superato abbondantemente il milione di presenze complessive e que-
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sta sinergia comune-università è il futuro della nostra città”. Un altro dato interessante i visitatori dei musei e della città provengono da oltre ottanta paesi: Padova si sta ritagliando uno spazio internazionale, città europea e sempre più cosmopolita. E il successo ottenuto nella gestione dei musei porta l’amministrazione a riflettere su un ambizioso progetto: la creazione di una fondazione per la gestione dei musei. “Un processo di trasformazione della sua identità – conclude l’assessore – che darebbe maggior flessibilità operativa, la possibilità di incamerare le risorse che produce in un rapporto proficuo di collaborazione con l’amministrazione comunale di cui resterebbe sempre un fiore all’occhiello. Fare la fondazione vuol dire immaginare il museo fra vent’anni. È un atto dovuto”. Sara Busato
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I numeri della città
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Le attività. L’assessore Diego Bonavina tira le somme e ringrazia le associazioni
Padova città europea dello sport 2023: un anno intenso con 70 grandi eventi N
el corso del 2023, Padova ha vissuto un intenso periodo di attività sportiva, con ben 70 eventi inclusi nel programma ufficiale di Padova Città Europea dello Sport. Ogni singolo evento inserito nel calendario è stato attentamente valutato dal Comitato Organizzatore, un’apposita struttura incaricata di gestire tutte le attività legate al prestigioso titolo. La città è stata coinvolta in un susseguirsi di manifestazioni grazie alla preziosa collaborazione delle associazioni sportive, delle società, delle federazioni e degli enti di promozione. Per un intero anno, Padova è stata pervasa da eventi, sia quelli tradizionali, come la Padova Marathon, sia quelli giunti nella città grazie al prestigioso riconoscimento. “Il 2023 è stato un anno veramente straordinario per lo sport non solo a Padova: a livello nazionale è entrata in vigore la nuova legge sullo
sport e lo scorso 20 settembre le attività sportive sono state inserite in Costituzione nell’articolo 33. Due fatti importantissimi – sottolinea l’assessore allo Sport, Diego Bonavina –. In questa cornice Padova sportiva ha risposto a questo riconoscimento di città europea dello sport in maniera esemplare. Le associazioni sportive sono il vero fulcro di questo riconoscimento e le ringrazio a nome di tutta la città per le attività che fanno che hanno fatto e soprattutto che faranno”. Le federazioni nazionali hanno contribuito in modo significativo, organizzando eventi ad hoc per celebrare questo importante traguardo. Un esempio è il camp all’aperto realizzato dalla Federghiaccio a settembre in Prato della Valle. Esplorando il ricco calendario degli eventi, emerge una varietà di proposte: nove appuntamenti culturali, quattro dedicati alla formazione
(tre dei quali focalizzati sulla riforma dello sport) e quattro eventi che hanno assegnato prestigiosi titoli italiani. Un punto di riferimento sono state le tredici manifestazioni di respiro internazionale, tra cui quattro campionati europei, due dedicati a sport emergenti come l’ultimate frisbee e il roundnet, uno di boxe femminile e la grande manifestazione di settembre dei Suds European Championship, che ha visto atleti con sindrome di Down provenienti da diciotto paesi competere in otto discipline diverse presso sei impianti cittadini. “Abbiamo dato una impronta importante a questo anno – continua l’assessore –, organizzando anche tanti eventi formativi, mettendo a disposizioni di tutti gli enti di formazione sportiva e di tutte le associazioni le competenze che soprattutto la nuova legge sullo sport ha introdotto nel nostro mondo”.
L’assessore allo Sport, Diego Bonavina
Altro traguardo il parco sportivo allestito al Parco Margherita Hack. Per gli amanti dello sport è nata una nuova area fitness che comprende attrezzature e grafiche a terra per allenamenti calisthenics e street workout. Le attrezzature permettono lo svolgimento di attività sportiva a giovani, adulti, anziani e persone con disabilità motorie.
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“La città è diventata un laboratorio oggetto di attenzione anche delle altre città italiane – conclude Bonavina –, perché siamo stati i primi a far sedere attorno a un tavolo tutti gli enti di promozione sportiva che assieme hanno collaborato a questo straordinario risultato”. E dopo 24 anni il Giro d’Italia torna a Padova. Giorgia Molena
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Diritto allo studio. Gli studenti manifestano nella mensa del lungargine Piovego
Niente pasto gratuito per i borsisti in sede e scatta la protesta C
ontinuano i tagli al diritto allo studio e si inasprisce ancora di più la protesta studentesca nei confronti dell’assessora regionale Donazzan. Negli scorsi anni, secondo le regole del bando per la borsa di studio regionale, gli studenti universitari riceventi la borsa di studio hanno sempre avuto diritto a un pasto gratuito giornaliero. Da gennaio 2024, però, non è più così. Numerose sono state le proteste al rientro in aula dopo la pausa natalizia: tantissimi studenti con la borsa di studio si sono ritrovati a dover pagare un pasto che, fino a poco tempo prima, era gratuito per loro. “Non solo dovevo pagare una cosa che era gratuita fino al mese scorso, ma soprattutto non c’era il bancomat e l’applicazione richiedeva troppo tempo per caricare dei soldi, quindi non potendo prelevare son tornato a lezione saltando il pranzo” ci dice uno studente presente alla mensa. Nel bando di quest’anno accademico 2023/24, gli studenti borsisti “in sede”, ovvero con residenza a Padova o nei comuni limitrofi, non possono più beneficiare di questo servizio gratuito. Una manovra fatta in estate dalla Regione giustificata con il fatto che, ora, gli idonei non beneficiari non hanno più la trattenuta sulla borsa di studio. LA PROTESTA DEGLI STUDENTI DELL’UDU IN MENSA Ecco che quindi i rappresentanti della comunità studentesca di UDU Padova si sono ritrovati davanti alla mensa del lungargine Piovego per protestare. Posate che sbattono su vassoi vuoti e dei cartelli con i volti di Luca Zaia ed Elena Donazzan, identificati come colpevoli del “taglio”. Al megafono si susseguono gli interventi dei rappresentanti della comunità studentesca negli organi dell’università, ma anche di
Pollero: “Quella della Regione è stata una scelta puramente politica, un colpo davvero basso. Infatti il costo che gli Esu dovevano sostenere per pagare il pasto ai borsisti in sede era davvero irrisorio”
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Alcuni momenti della manifestazione alla mensa Piovego
studentesse e studenti che raccontano come questa situazione sia diventata per loro un disagio in quanto “Con una pausa di un’ora tra una lezione e l’altra e la mancanza di mezzi di trasporto, non posso mica tornare a casa a mangiare”. “Quella della Regione è stata una scelta puramente politica, un colpo davvero basso. Infatti il costo che gli Esu dovevano sostenere per pagare il pasto ai borsisti in sede era davvero irrisorio – afferma Francesca Pollero, rappresentante Udu nel CDA dell’ESU di Padova – ora questo sarà l’ennesimo costo a carico delle famiglie: 5 euro al giorno possono sembrare pochi, ma nell’economia di una famiglia che vuol mandare il figlio all’Università, contando l’inflazione ed costi sempre maggiori di tutti i beni, fa sicuramente la differenza”.
Nelle 16 mense (due gestite dall’ESU e 14 convenzionate) si arriva a fornire 7100 pasti al giorno: numeri importanti che rendono chiaro il ruolo centrale di questo servizio per il diritto allo studio e per la quotidianità di chi studia. “Oltre all’aumento della platea di idonei non beneficiari, questa rappresenta l’ennesima beffa che siamo costretti come comunità studentesca a subire quest’anno, con il totale disinteresse della Regione Veneto per il diritto allo studio – continua Domenico Ciro Amico, coordinatore dell’UDU Padova –. Serve un passo indietro da parte della regione, non possiamo accettare l’ennesima presa in giro che sembra dimostrare la volontà di Donazzan di smantellare pezzo per pezzo il diritto allo studio”. Enrico Caccin
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L’intervento. Micalizzi: “Così preserviamo il centro storico e le mura”
Quattro platani in meno ma arriverà una nuova area verde Parco della Città, Comitato No Quarta Linea Inceneritore, Comitato Zero Pfas Padova, Laboratorio Pontevigodarzere, Comitato Padova Nord, Comitato Stanga, Padova Originale, Urbanistica e Contesto, SlowFood Padova, ISDE Medici per l’ambiente di Padova. “Abbattere gli alberi per far spazio alle auto è un controsenso laddove l’aumento del traffico dovrebbe invece essere mitigato da maggiori alberature” hanno scritto nel loro manifesto-appello.
Non è mancata la reazione di alcune associazioni cittadine. Tra un anno invece in via Orsini sorgerà un nuovo parco accanto alle mura
A
lla fine, nonostante le proteste di un nutrito gruppo di cittadini e tremila firme che ne chiedevano la salvezza, quattro platani centenari di via Volturno sono stati abbattuti, sacrificati per realizzare il nuovo Parco delle Mura di San Benedetto. L’abbattimento degli alberi è stato il primo passo dei lavori che si protrarranno per i prossimi due mesi e che sono iniziati da Porta San Giovanni e riguardano la sistemazione e la messa in sicurezza dei marciapiedi, della pista ciclabile e della nuova illuminazione. A conclusione dei due mesi dei lavori entrerà in vigore ufficialmente il doppio senso di circolazione in via Volturno e via Milazzo del traffico che attualmente percorre via Orsini, destinata tra circa un anno ad essere trasformata in parco adiacente alle mura cittadine. In questo modo i quasi 4mila metri quadrati di asfalto di via Orsini, una volta trasformati in area verde, andranno ad aggiungersi al verde dell’ex Prandina, dove la zona a parco supererà i 50mila metri quadrati. “Dopo un approfondito studio commissionato ad una società esperta, abbiamo verificato che a livello viabilistico questa scelta non solo è assolutamente realizzabile, ma che non rappresenta neppure un grande stravolgimento a livello complessivo, in quanto già tutta la circonvallazione interna è già a doppio senso – ha dichiarato il vicesindaco Andrea Micalizzi –. In questo modo ricostruiremo un assetto in cui la circonvallazione interna svolge il ruolo di far circolare il traffico di attraversamento intorno al centro storico preservando il centro stesso e le Mura. Ci saranno anche vantaggi per i residenti del quartiere Palestro, che beneficeranno di più opzioni di uscita
dal quartiere, dall’altra per coloro che vivono nelle vie Raggio di Sole e Citolo da Perugia, che non saranno più percorse dal traffico di attraversamento che le utilizzava a proseguo da via Orsini”. Il taglio degli alberi ha provocato la reazione indignata di numerose associazioni di cittadini: Comitato Palestro 30 e Lode, Prandina
Diego Buonocore
Due dei platani abbattuti in via Volturno
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Salvo il frassino di piazzale Pontecorvo, oltre 30mila le firme alla petizione Il frassino di Piazzale Pontecorvo è salvo: non verrà abbattuto e rimarrà al suo posto, lì dove ombreggia da 45 anni. Contro l’abbattimento era stato lanciato un appello su change.org che in pochi giorni ha raccolto oltre 30 mila firme. L’abbattimento del frassino era previsto nell’ambito dei lavori di rifacimento e di riqualificazione che si stanno svolgendo in Piazzale Pontecorvo e nell’area tra Porta Liviana e la chiesa di San Prosdocimo. Il progetto è finanziato con fondi Pnrr per circa 1 milione di euro. I lavori proseguiranno per circa altri dieci mesi. L’intervento prevede la realizzazione di un’area ciclopedonale tra Porta Liviana e Ponte Pontecorvo, che occupa la parte destra del piazzale, area che sarà pavimentata con pietra pregiata e lungo la quale sarà piantato anche un filare di alberi. Alla viabilità verso Ponte Pontecorvo è riservata una corsia con larghezza utile della carreggiata tra i 5 e i 7 metri sul lato sinistro di piazzale Pontecorvo. L’area di via del Santo, così come via Ravignana, sulla sinistra di piazzale Pontecorvo rimangono quindi perfettamente raggiungibili. Alla fine dei lavori il numero dei parcheggi, che verranno spostati, rimarrà invariato rispetto all’attuale. L’intervento prevedeva l’abbattimento del frassino: “l’albero più bello di Piazzale Pontecorvo”, hanno scritto i firmatari dell’appello “un frassino americano cresciuto indisturbato per circa 45 anni dopo esser stato piantato da un residente. Accudito, amato e fotografato da tutti in Piazzale scandisce le stagioni attraverso i suoi molteplici colori e rende i padovani e non, partecipi ogni anno dello scomparso fenomeno del foliage in pieno centro storico. Il grande albero è un simbolo da preservare”. Il vicesindaco Andrea Micalizzi ha quindi portato in Giunta, che l’ha approvata, la proposta di rivedere il progetto che prevede una pavimentazione diversa e adeguata alla convivenza con il frassino. (d.b.)
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Obiettivo quartieri
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Arcella. La morte dei tre tunisini ha scosso la comunità e accelerato le procedure
Ex Configliachi verso una nuova vita per il Marchesi ipotesi Pontevigodarzere I
l loro sogno di una terra promessa si è spento nel giorno dell’Epifania, in una squallida stanza dell’ex Istituto Configliachi, in via Reni, all’Arcella. I corpi di Hichem, Majdi e Nader, 21, 24 e 28 anni, i tre tunisini rimasti uccisi dalle esalazioni di ossido di carbonio da un braciere che avevano acceso per riscaldarsi, sono tornati in patria per essere sepolti nella loro terra. Una tragedia che ha messo in luce due problematiche aperte: l’accoglienza ai senza fissa dimora e la destinazione dell’edificio dell’ex istituto per ciechi Configliachi, abbandonato da oltre vent’anni e diventato rifugio di sbandati e tossicodipendenti. La tragedia dell’Epifania ha accelerato le procedure per dare nuova e diversa destinazione all’ex istituto per ciechi dell’Arcella. A fine gennaio la giunta regionale ha infatti approvato la vendita di alcuni lotti della struttura alla Provincia per circa 2milioni e mezzo di euro, prezzo ribassato rispetto alla stima iniziale di tre milioni. “Con l’approvazione della delibera della giunta regionale ci potrà essere un passaggio diretto tra gli enti – ha commentato Luigi Bisato, consigliere dele-
La Regione ha approvato la vendita di alcuni lotti della struttura alla Provincia per circa 2milioni e mezzo di euro, prezzo ribassato rispetto alla stima iniziale di tre milioni
Nella foto l’ex istituto Configliachi
gato della Provincia all’edilizia scolastica –. Se in prima battuta si era pensato di realizzare presso il Configliachi la nuova sede unificata del liceo Marchesi, di recente un’altra idea ha preso corpo: si tratta in sostanza di permutare una parte delle volumetrie con l’area ex Idrotermici a Pontevigodarzere di proprietà della società Aldi”. Aldi realizzerà un negozio di vicinato da 900 metri quadrati e cederà alla Provincia 18mila metri quadrati dell’area di Pontevigodarzere che serviranno per realizzare una scuola e una palestra: un istituto che potrebbe ospitare fino a mille studenti, spazi verdi e parcheggi, situato nei pressi del capolinea del
tram. La società Aldi venderebbe poi la porzione acquistata al Configliachi per farne un centro culturale, con anche spazi ed alloggi per gli studenti. “Si tratterebbe di un bene vincolato – ha fatto sapere l’assessore alla cultura Andrea Colasio –. Abbiamo convinto la Soprintendenza a installare pannelli fotovoltaici, per cui sarà un edificio ad emissioni zero. Al bando comunale hanno risposto sei ditte appaltatrici: la commissione giudicatrice le valuterà e a tempi brevi conosceremo il vincitore della gara. Dopo le necessarie verifiche, entro la primavera, potremmo già consegnare il cantiere”.
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Brusegana dice addio all’Extra Extra: il presidente della Consulta 6A chiede una proposta edilizia ben definita La discoteca Extra Extra a Brusegana è destinata ad essere demolita: al suo posto sorgeranno edifici residenziali, mentre una parte del parcheggio, che é di proprietà privata, verrà acquisita dal Comune per realizzare un’area di sosta per 38 posti auto ad uso pubblico. Quella della discoteca in zona Santo Stefano a Brusegana è una vicenda che si trascina da oltre trent’anni, con enormi disagi causati ai residenti: rumori e schiamazzi sino a tarda notte, parcheggio selvaggio, furti nelle auto e una convivenza comunque molto complessa, quasi impossibile. “Lo scorso anno il Consiglio comunale d’intesa con la Giunta ha accolto la proposta della proprietà per una riconversione dei volumi della discoteca, del bar e del parcheggio”, racconta il consigliere comunale Gianni Berno, che nel 1994 era presidente del Consiglio di Quartiere. “E’ stato raggiunto un accordo equilibrato per demolire la discoteca e il bar per costruire volumi residenziali complessivamente simili a quelli attuali negli spazi dei due
locali e nella porzione del parcheggio a nord che si affaccia su via Ciamician”. Sul progetto di riqualificazione dell’area dell’Extra a Brusegana è intervenuto anche Luciano Sardena, presidente della Consulta 6A: “Il Comune ha concesso i diritti alla proprietà per la riconversione, ma è la proprietà ora che deve presentare una proposta edilizia ben definita”, ha dichiarato. “E’ necessario un ultimo passaggio in Consiglio comunale come previsto dalle norme urbanistiche; si tratta infatti di un permesso a costruire convenzionato con cessione di una parte dell’area al Comune. Contiamo che la proprietà si attivi al più presto per chiudere queste attività così impattanti e attui il progetto di riconversione fornendo finalmente un po’ di pace ai cittadini della zona. Nel frattempo faremo in modo di segnalare costantemente con l’aiuto dei cittadini le situazioni di disagio e fare in modo che vi sia un sistematico controllo nei giorni di apertura per il rispetto delle regole”. (d.b.)
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Vita in città. Il nuovo volume della Newton Compton che ripercorre le tappe della grandezza padovana
Alla scoperta delle case straordinarie di Padova sotto la guida di Silvia Gorgi La scrittrice torna in libreria con un nuovo saggio dedicato alla città del Santo e alle sue storie tutte da raccontare
S
traordinarie, le case di Padova, come i personaggi che le hanno abitate e che sono state per loro fonte d’ispirazione. Silvia Gorgi guida il lettore alla scoperta di questi edifici e di queste vie, ripercorrendo le tappe della grandezza padovana attraverso il racconto della vita in città di queste figure fondamentali nel suo nuovo libro pubblicato da Newton Compton. Ne ho approfittato per fare due chiacchiere con lei sulle case straordinarie di Padova – e non solo, come avrete modo di leggere. Allora Silvia, qual è la casa straordinaria di Padova che ti ha affascinato di più? Ogni casa raccontata nel libro mi ha molto affascinato, sicché mi risulta difficile eleggerne solo una tra le case abitate da Galileo, in particolare l’ultima da cui di fatto parte la rivoluzione scientifica; e poi quelle abitate da Petrarca, Palazzo Giusti, in via San Fermo, in cui soggiornò D’Annunzio prima del volo su Vienna, etc. Scelgo però quella più sconosciuta in cui visse Isidoro Wiel – via Wiel è una laterale di via Savonarola –, e in cui coltivò il suo sogno di diventare capitano di corvetta. Wiel perse la vita in un tragico incidente mentre era al comando di un sommergibile, nel 1927, l’F14, che aveva molto amato, diventato prigione mortale. Qual è il personaggio che racconti in questo libro che secondo te andrebbe riscoperto dalla città?
Riccardo Drigo, compositore padovano, cui venne affidato nel 1895, un lavoro assai rischioso, ovvero mettere mano a Il lago dei cigni di Pëtr Il’i� �ajkovskij che aveva esordito nel 1877, e non aveva ottenuto il successo sperato, per riorchestrare le musiche del balletto, in modo di seguire in maniera migliore, la nuova coreografia, affidata a Marius Petipa. Il suo lavoro, oggi sconosciuto, ci ha regalato la versione del balletto che è diventata celebre in tutto il mondo. La casa in cui tornò a vivere, dopo anni di grandissimi successi in Russia, si trova vicino a Prato della Valle, in via Cappelli. Consigliaci due itinerari, uno cittadino e uno invece che si allarga alla provincia, per visitare alcune delle case straordinarie di Padova. Per quello cittadino direi via Galilei, ai tempi in cui lo scienziato viveva in città, Borgo Vignali, dove troverete la casa che abitò quando ebbe conferma, grazie al cannocchiale da lui messo a punto, della rotazione di quattro satelliti attorno a Giove. Nel cortile interno esiste un pertugio da cui ci si immette nella Loggia ed Odeo, in via Cesarotti, che furono di Alvise Cornaro, luoghi dove trascorse gli ultimi anni della sua vita anche la prima laureata al mondo: Elena Cornaro Piscopia. Una via, in cui abitò anche George Wirsung, anatomista, che a Padova, oltre a compiere una grande scoperta, trovò pure la
Silvia Gorgi e il suo nuovo saggio “Le case straordinarie di Padova”
morte per mano di un altro studente della natio germanica. E davanti alla Basilica, che nel suo sagrato ospita l’opera dedicata a Gattamelata, troverete la casa che ospitò il suo autore: Donatello (mentre il palazzo che scelse Erasmo da Narni, il grande condottiero, detto Gattamelata, è palazzo Lion in via Vescovado). In Prato della Valle, potrete trovare il casinetto Palla Strozzi e, in zona Specola, in via della Paglia, la casa in cui nacque Palladio. Per un itinerario in provincia, a Feriole incontrerete, vicino a Montecchia, la villa che ospitò Ugo Foscolo, nel periodo in cui si dedicò alla stesura de Le ultime lettere di Jacopo Ortis; mentre, dietro al Castello di Este, in via Byron, a villa Kunkler, soggiornarono gli Shelley, Mary e Percy, proprio nell’anno in cui venne pubblicato il capolavoro di Mary, Frankenstein. I coniugi Shelley erano arrivati sui Colli, nella villa affittata da Lord Byron, nel
periodo in cui si trovava a Venezia, sulle rotte del Grand Tour, affascinati dall’idea di poter raggiungere la meta scelta da Petrarca per trascorrere gli ultimi anni della sua vita: Arquà. Il 2023 è stato un anno ricchissimo di progetti per te, dal documentario su Giotto e l’Urbs Picta al tuo ottavo saggio dedicato alla città di Padova: puoi anticiparci qualcosa sui tuoi progetti? Di sicuro all’inizio di quest’anno mi dedicherò alle presentazioni in libreria de Le case straordinarie di Padova, visto che, nel periodo in cui è uscito il libro, a fine 2023, ero impegnata, come da te ricordato, sulla promozione del documentario d’arte Urbs Picta: Giotto e il sogno del Rinascimento, che ho sceneggiato, e che era in sala in quel periodo. Nel corso dell’anno, con Sugarpulp sarò occupata nei due festival che l’associazione cura, Chronicae – Il festival interna-
zionale del romanzo storico, ad aprile, e 800 Padova Festival, il festival dedicato all’Ottocento, a dicembre; e poi ci potrebbe essere una sorpresa in veste di autrice. Ancora non posso svelare di cosa si tratta ma auspico possa essere per me una sorta di turning point. Giacomo Brunoro
• Chi è Giacomo Brunoro Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e docente all’Istituto Superiore per il Made in Italy.
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Sport
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Basket. L’analisi del coach dei neroverdi Riccardo De Nicolao
Virtus rialza la testa e suona la riscossa D
opo otto sconfitte consecutive è iniziata la riscossa, con quattro vittorie, una dopo l’altra, in una sequenza che porta un deciso cambio di rotta: i ragazzi della Virtus Basket Antenore Energia hanno dato prova di carattere e di forza d’animo, con una serie di vittorie che fanno ben sperare per un girone di ritorno che porti alla salvezza. Soddisfatto il coach dei neroverdi Riccardo De Nicolao, che invita a non esaltarsi e a restare con i piedi per terra. “Siamo stati bravi a non abbatterci dopo le sconfitte e a continuare ad avere fiducia nel lavoro che stiamo facendo. Avevamo ina-
L’esultanza dopo la vittoria a Imola (foto L. Spinella - On/Off Production)
nellato una serie di risultati negativi perché condizionati da infortuni e da episodi sfavorevoli. Un po’ alla volta i risultati sono arrivati, però ne abbiamo ancora di strada da fare. Le quattro vittorie con-
secutive sono venute contro San Vendemmiano e Faenza, che sono due corazzate del campionato di B, le altre due contro Imola e Lumezzane, due scontri diretti con squadre di pari classifica. Adesso dovremo essere bravi a dare continuità di risultati per far fruttare appieno questi punti che siamo riusciti a fare”. Quali giocatori hanno trascinato la squadra verso questa riscossa? Non si vincono le partite solo con le individualità: siamo riusciti ad esprimerci bene a livello di gruppo. Qualche giocatore più esperto, come ad esempio Scanzi,
ha dato un grosso contributo con il suo talento, ed anche il rientro di Molinaro per noi è stato fondamentale. Ma tutta la squadra ha dato il massimo. In squadra sono entrati anche dei giovanissimi, come si sono comportati in campo? La mission della società è anche di lavorare ad alto livello con le giovanili per poi riuscire a far arrivare i giovani in prima squadra. I ragazzi sono stati bravi: quando ci siamo trovati in difficoltà per gli infortuni si sono fatti trovare pronti. Marchet ha fatto delle ottime prestazioni, ed è stato utilizzato anche in seguito. Anche Padova-
ni e Guevarra si sono comportati molto bene, sono degli under 19. Ci hanno veramente aiutato tantissimo. Come si prospetta questo girone di ritorno? L’obiettivo rimane la salvezza, da raggiungere il prima possibile. Dobbiamo fare tesoro di queste vittorie senza cadere nell’entusiasmo, non cadere nel tranello del sentirsi arrivati. Abbiamo di fronte partite importantissime: dobbiamo guardare a una partita alla volta, consapevoli delle cose buone che abbiamo fatto, e continuare a migliorare ogni giorno”. Diego Buonocore
Cuttini alla sua quarta stagione con Pallavolo Padova: “Il rapporto umano aiuta a crescere” Per tutti, giocatori e tifosi, è il “coach”: più che un allenatore una guida, un mentore nello sport e nella vita. Nei 25 anni di carriera Jacopo Cuttini ha allenato squadre del settore maschile e femminile, atleti dei gruppi giovanili e dei seniores. Nel suo palmares anche una promozione in B1 maschile con Cordenons, a Pordenone, una promozione in B1 femminile e una Coppa Italia di B2 con Martignacco a Udine. È alla sua quarta stagione alla guida del Padova Volley nel campionato di Superlega.
“Negli anni ho imparato l’importanza dello studio – racconta coach Cuttini – cerco sempre di aggiornarmi; lo sport in generale ma il volley in particolare è in continua evoluzione, non è mai lo stesso ogni anno, quindi noi tecnici dobbiamo cercare di stare dietro a questa evoluzione se vogliamo poi formare i ragazzi alla pallavolo di oggi. Lo studio del gioco è fondamentale, a guardare alle grandi squadre c’è sempre da imparare. Il rapporto con i ragazzi mi ha dato tantissimo, non solo come tecnico ma
come uomo. “I miei ragazzi sono sempre abbastanza giovani mentre io divento sempre più vecchio: questo gap non lo sento come un problema, ma anzi in palestra mi sento sempre vicino a loro, la loro giovinezza arricchisce anche me. Mi reputo veramente fortunato perché io arrivo dal nulla, ero un giocatore mediocre di serie B, poi ho iniziato ad allenare i gruppi giovanili, a fare le mie esperienze. Ho fatto quasi tutti i campionati e mi sono ritrovato poi a fare
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campionati di serie B di alto livello, a fare il primo allenatore in Superlega. “Nella mia gavetta sono stato forse bravo, ma anche fortunato. Io spero di continuare così perché amo quello che faccio, mi diverto come un matto, ogni giorno entro in palestra con il sorriso, anche nei momenti difficili. L’obiettivo che propongo a me stesso e ai miei ragazzi è di crescere come individui e anche come squadra. Il mio sogno è questo: continuare ad alzarmi ogni giorno col sorriso”. (d.b.)
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#Regione
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Il caso. Determinante per la bocciatura della legge l’astensione della dem Bigon
Sul fine vita il Consiglio regionale si spacca Essere la prima regione chiamata a votare le disposizioni che normano la pratica del suicidio medicalmente assistito, non è certamente impresa semplice. E così il Veneto, tra mille fraintendimenti e distinguo, alla fine bocciando la legge ha deciso di non scegliere. Ma andiamo con ordine. Grazie all’impegno dell’Associazione Luca Coscioni e delle oltre 9000 firme depositate nella nostra regione i consiglieri sono stati chiamati a votare una legge di iniziativa popolare che, nelle sostanza, definiva le tempistiche e i protocolli ai quali le differenti ULSS del Veneto si dovevano attenere. Il Centrodestra si è dichiarato compatto per il “no”. Senza però tenere conto della variabile Zaia: il presidente della Regione crede fermamente in questa possibilità di autodeterminazione e il suo posizionamento ha fatto
si che il 50% della maggioranza consigliare votasse, seguendolo, a favore del provvedimento. Un’autostrada, si dirà, questa per il centrosinistra che di un tema tanto sensibile al proprio elettorato ha fatto una bandiera. E invece no. La consigliera del Partito Democratico, Annamaria Bigon, sin dall’inizio, non ha voluto sentire ragioni, è rimasta in aula e si è astenuta. Questo suo voto è stato, di fatto, determinante, per la bocciatura della legge. Il vicecapogruppo Dem, Jonathan Montanariello ha immediatamente presentato le sue dimissioni da quel ruolo in polemica evidente con i vertici di gruppo e partito: se il suicidio medicalmente assistito è stabilito dalla sentenza della Corte e la legge al voto era di natura puramente tecnica e non si può invocare la libertà di coscienza proprio per-
ché procedure e tempi non sono un tema etico. Una considerazione, questa, che è andata in rotta di collisione con un approccio, a suo dire, troppo morbido di segretario regionale e capogruppo. Nelle ore in cui stiamo andando in stampa si è consumata una Direzione Regionale del Partito particolarmente tesa nel corso della quale oltre una ventina di componenti (parlamentari, consiglieri regionali, segretari provinciali) hanno presentato un documento con il quale hanno chiesto alla Consigliera Bigon, non per il suo voto in consiglio ma per le dichiarazioni politiche che ha rilasciato nei giorni successivi, di considerare se possa considerarsi ancora rappresentativa di tutte le minoranze come vice presidente della Commissione Sanità. I proponenti hanno scelto di non chie-
Zaia e Lanzarin durante la discussione in Consiglio regionale
dere il voto sul documento poiché, con ogni probabilità, avrebbero ottenuto la maggioranza lacerando, così, profondamente il partito al quale, in ogni caso, chiedono maggiore coinvolgimento e un cambio di passo. Festeggiano, invece, Forza Italia
e Fratelli d’Italia che compattamente hanno votato no. E festeggia anche il Leader Nazionale della Lega e Ministro, Matteo Salvini schierato, a sua volta, contro questa legge e sempre più distante, anche nelle dichiarazioni pubbliche, da Luca Zaia. (r.r.)
Moretti: “In Regione ormai la maggioranza non c’è più” “S i sta sfaldando abbastanza velocemente il consenso politico del presidente del Veneto”: a sostenerlo è la Alessandra Moretti, parlamentare europea del Partito Democratico. Secondo lei dove sta andando la maggioranza che governa la Regione? “Il voto sul fine vita manifesta una profonda difficoltà all’interno del centrodestra all’interno della Lega. Dimostra che gli unici motivi per cui l’attuale maggioranza resta unita riguardano la gestio-
ne del potere, in quanto si vede plasticamente come quella maggioranza che aveva sostenuto lo stesso Zaia tre anni fa, oggi non ci sia più”. Da Bruxelles come vede la questione dell’autonomia regionale? “C’è un problema gigante: finché non vengono approvati dei livelli essenziali e degli standard che possano garantire a tutti i cittadini adeguata assistenza, soprattutto per quanto riguarda la sanità, è impossibile fare un discorso e un ragionamento serio
su questo tema. Perché rischia, così come è scritta, di creare delle profonde fratture, delle grandi discriminazioni tra cittadini italiani. E siccome la sanità in particolare versa, anche nella nostra regione, in una condizione di grave difficoltà, è chiaro che questa autonomia – così come è scritta dalla maggioranza, andrebbe a rafforzare queste forme di discriminazione e disuguaglianza”. Mancano meno di cinque mesi alle elezioni europee, lei si ricandiderà?
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“Io mi ricandido, poi a fare la scelta definitiva sarà il mio partito. Ho fatto un mandato in Europa, ho lavorato su temi importanti e rilevanti e mi piacerebbe continuare il mio lavoro. Stare in Europa significa lavorare su delle questioni molto complicate, poiché l’Europa ormai incide su più dell’80% delle scelte che si prendono a livello nazionale. Quindi noi abbiamo bisogno di mandare in Europa persone che sono in grado di impegnarsi nel difendere gli interessi nazionali”.(g.g.)
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Regione
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Lo scenario. Dopo il via libera del Senato la proposta passa alla Camera, scontro con l’opposizione
Se autonomia sarà, che autonomia sarà? Tra favorevoli e contrari quella che sta per uscire dal Parlamento sembrerebbe una riforma dai contenuti molto diversi da quelli attesi, il lungo percorso per la definizione dei Lep. Intanto il centrodestra canta vittoria e festeggia il primo traguardo
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artiamo da un dato di fatto: uno dei due punti chiave della proposta autonomista veneta, ovvero la possibilità di trattenere i 9/10 delle tasse certamente non ci sarà come appare complicato poter ottenere una completa competenza regionale su tutte e 23 le materie in gioco. Il difficile dibattito verso la riforma in senso autonomista del nostro Paese appare più come una corsa a ostacoli nella quale le forze in campo faticano a prevalere e vanno oltre gli schieramenti tradizionali. All’assalto c’è certamente la Lega che, nonostante sappia di non poter “portare a casa” proprio tutto quello che sperava, non demorde ed è determinata a segnare un punto importante nella consapevolezza che, intanto, si comincia e poi si fa sempre in tempo ad
Il momento della votazione della proposta di legge al Senato
aggiungere elementi strada facendo. Nettamente contraria sembrerebbe essere Fratelli d’Italia molto più interessata ad una riforma del Paese attraverso un Premierato Forte. Le posizioni, però, nelle ultime ore appaiono sempre meno inconciliabili, tanto che il se-
natore e segretario regionale del Partito Democratico Veneto, Andrea Martella ha parlato di “Barattellum”: un baratto, di fatto, tra un po’ di autonomia per far contenta la Lega in cambio di un via libera del Carroccio al Premierato. Dentro queste divisioni, poi,
ce ne sono altre e, per molti versi ancora più profonde, di natura, diciamo così, geografica: il Centro e il Sud del nostro Paese, in modo trasversale a tutte le forze politiche, vedono nella riforma autonomista una seria minaccia per quelle regioni già meno forti di quelle del Nord e maggiormente bisognose di sostegno e investimenti di scala nazionale. I meccanismi di solidarietà proposti, in questo senso, non sembrano una sufficiente rassicurazione. Il via libera al Senato rappresenta, in ogni caso, il primo passo; la proposta dovrà poi passare alla Camera e per essere attuata dovranno prima essere approvati i LEP. La concessione di una o più “forme di autonomia”, infatti, è subordinata alla determinazione dei LEP, Livelli Essen-
ziali di Prestazione. Si tratta dei criteri che determinano il livello di servizio minimo che deve essere garantito in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. La determinazione dei costi e dei fabbisogni standard, e quindi dei LEP, avverrà a partire da una ricognizione della spesa storica dello Stato in ogni Regione nell’ultimo triennio. L’articolo 4 del Disegno di Legge precisa, inoltre, che il trasferimento delle funzioni alle singole Regioni sarà concesso solo successivamente alla determinazione e al finanziamento dei LEP. Un percorso lungo, dunque, sul quale potrebbe pesare, nel caso che appare scontato di voto favorevole nei due rami del Parlamento, anche un referendum abrogativo già minacciato dalle opposizioni. (r.r.)
De Poli: “E’ una pagina storica, una vittoria dei cittadini” “Stiamo vivendo una giornata storica. Lo dico da veneto, anche con un po’ di emozione. L’autonomia rappresenta un tornante storico per il Veneto e per noi veneti”. Quando raggiungiamo al telefono il senatore Antonio De Poli a Palazzo Madama sono trascorsi pochi minuti dall’approvazione, in prima lettura, del disegno di legge sull’autonomia differenziata. “Manteniamo l’impegno preso dal centrodestra. Stiamo realizzando la volontà di 2,3 milioni di veneti. E’ una vittoria dei cittadini e per i cittadini”. Adesso cosa succede? Si tratta del primo passaggio parlamentare, ora il provvedimento passa all’esame della Camera. Seguirà l’intesa tra Governo e Regione per la gestio-
ne delle materie di competenza. Siamo soddisfatti: abbiamo deciso di non mandare alle calende greche la volontà espressa dai nostri Cittadini. L’autonomia impone un cambio di mentalità. Diciamo sì ad una riforma che premia chi amministra bene. Il cittadino deve sapere chi gestisce la cosa pubblica come lo fa, in modo che sia egli stesso a giudicare chi lo fa bene e chi invece lo fa male, senza inutili scaricabarili. La sinistra parla di spacca-Italia. Come risponde? L’autonomia non è un capriccio del centrodestra. Stiamo parlando di un caposaldo della nostra Costituzione. Non è un caso, che 14 regioni ordinarie su 15 chiedano, a diverso titolo, l’autonomia e, fra questi , ci sono anche
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governatori di centrosinistra. Da oggi comincia un percorso nuovo, di rinascita delle nostre istituzioni e le istanze conservatrici della sinistra (che minaccia il ricorso al referendum ndr) non ci spaventano. In Veneto è stata bocciata la proposta di legge Cappato sul fine-vita. La sinistra vuole ripresentarla alla Camera. Cosa ne pensa? Una vita non ha prezzo, per noi è sacra. E’ un valore che non può essere calpestato e quindi diremo “no” a suicidio assistito ed eutanasia. Siamo custodi di quei Principi che fanno parte della nostra cultura e della nostra storia. In Veneto ha vinto la cultura della cura e dell’attenzione nei confronti del malato. Noi siamo convinti che si deb-
Antonio De Poli
ba perseguire un’altra strada: implementare le cure palliative e rafforzare quei servizi per tutelare la dignità della persona, anche e soprattutto quando è più fragile.
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Regione
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Elezioni. La Lega ci prova, parte del PD potrebbe starci, FDI si oppone e FI punta a prenotare il Veneto
Un’incognita chiamata terzo mandato Il segretario della Liga Veneta Alberto Stefani presenta una proposta di legge che elimina i vincoli per “lasciare ai cittadini la possibilità di scegliere liberamente da chi essere rappresentati”
T
erzo mandato si, no, forse. La Lega ha presentato una proposta di legge per introdurre il terzo mandato per i Presidenti di Regione. La proposta, a firma di Alberto Stefani, segretario della Liga Veneta e presidente della Commissione Bicamerale per il Federalismo Fiscale, modifica la legge del 2004 che fissava a due il numero massimo di mandati consecutivi per i presidenti di Regione “al fine di valorizzare il lavoro svolto dai governatori - si legge - e lasciare ai cittadini la possibilità di scegliere liberamente da chi essere rappresentati”. Una notizia, questa, che il Presidente del Veneto Luca Zaia ha accolto con una certa soddisfazione poiché se la legge fosse introdotta potrebbe candidarsi e concor-
rere per quello che, di fatto, sarebbe il suo primo mandato poiché il primo, antecedente al 2004 quando fu fissato il limite di due, non rientrerebbe nel conteggio. Ma non è l’unico Zaia ad osservare con grande attenzione quale sarà l’iter parlamentare di questa proposta di legge. Spettatori più che interessati i Presidenti PD dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, della Puglia, Michele Emiliano e della Campania, Vincenzo De Luca giunti tutti alla fine del proprio secondo quinquennio alla guida delle rispettive regioni. La segretaria nazionale Dem, Elly Shlein da sempre si dice contraria in nome del rinnovamento, ma non è detto che i gruppi parlamentari, con questi tre nomi di peso
in campo, seguiranno fino in fondo la sua indicazione di voto. Assolutamente contraria Fratelli d’Italia che, forte di un consenso assolutamente vasto, vede nelle prossime scadenze elettorali, in primis proprio quelle regionali, l’occasione di moltiplicare in modo esponenziale il proprio numero di amministratori sui territori. Il segretario Regionale di Forza Italia, Flavio Tosi, da sempre acerrimo rivale di Luca Zaia fa sapere, proprio in queste ore, di essere contrario al terzo/quarto mandato e di sperare che il Veneto possa toccare, nella spartizione nazionale, proprio agli azzurri non disdegnando, neppure, di poter essere lui il candidato Presidente. Menzione a parte merita il caso Liguria: Giovanni Toti giunge al termine del suo secondo mandato e, nonostante abbia fondato nel 2022 il suo movimento “Italia al centro” fu indicato la prima volta come candidato proprio in quota Forza Italia. (r.r.)
Alberto Stefani
Aumentati i fondi regionali per la lotta alla violenza sulle donne Elisa Venturini: “Sportelli anche nelle università, è un problema che va affrontato con risorse adeguate” “La tragedia di Giulia Cecchettin ha scosso tutti noi ma ha avuto anche la forza di spingere tante ragazze e tante donne a rivolgersi alle istituzioni per denunciare e segnalare le situazioni di disagio e di potenziale pericolo. La Regione da sempre è attenta a questo fenomeno e per il 2024 ha aumentato i fondi messi a disposizione che sono passati da 1.000.000 di euro a 1.550.000 per sostenere i 26 centri antiviolenza e le 28 case rifugio presenti in Veneto: ai fondi regionali si aggiun-
gono quelli stanziati dallo stato che nel 2023 erano di 2,9 milioni di euro. Le modalità di assegnazione verranno definite nell’apposito tavolo di coordinamento regionale che si terrà entro febbraio”: a parlare è Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in consiglio Regionale. “L’aumento delle segnalazioni da parte delle donne è al tempo stesso un segnale positivo, perché indica una crescente fiducia nelle istituzioni, ma anche un segnale negativo perché sta a significare che le situazioni potenzialmente a rischio sono molte: in questo senso va svolta una forte e determinata campagna culturale e di sensibilizzazione indirizzata specialmente ai
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Elisa Venturini, consigliere regionale di Forza Italia
giovani. Prendendo atto anche della richiesta di maggiori risorse che arriva dal territorio, la Regione ha aumentato in
modo significativo i fondi destinati a queste iniziative: in particolare credo che vada segnalata una importante novità che è quella dell’apertura di sportelli all’interno delle università, per offrire un servizio semplice da raggiungere alle ragazze più giovani ed anche alle tante studentesse fuori sede che hanno scelto il Veneto per la loro formazione. Le violenze (sia fisiche che psicologiche) di genere sono un grave problema che va affrontato con la collaborazione di tutti: singoli cittadini, istituzioni ed associazioni di volontariato. Per questo è giusto che la Regione faccia, come sta facendo, la sua parte in modo concreto”.
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Venezia. Ancora una volta la firma è del direttore artistico Massimo Checchetto
La magia del Carnevale si rinnova e celebra la figura di Marco Polo L’assessore Venturini: “Da non perdere in laguna gli spettacoli all’Arsenale e le tante iniziative tra campi e campielli ma faranno sicuramente il pienone anche le sfilate dei carri mascherati in terraferma e nelle isole”
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l Carnevale quest’anno incarna a pieno l’animo avventuriero e curioso di Marco Polo, il viaggiatore per antonomasia. Quando ci siamo seduti attorno a un tavolo per sviluppare idee e iniziative in vista di questa edizione del Carnevale, che fino al 13 febbraio coinvolgerà laguna e terraferma, siamo partiti da lui, narratore di mondi fantastici e lontani, commerciante che con sprezzo del pericolo ha conosciuto culture e tradizioni inimmaginabili. Per questo lo slogan della kermesse è ‘Ad Oriente... il mirabolante viaggio di Marco Polo’. Celebreremo i 700 anni dalla sua morte facendoci promotori del suo messaggio e del suo esempio. Che è poi l’esempio dei Grandi della Storia, sospinti dalla curiosità di spingersi sempre un po’ più in là”. Parola dell’assessore al Turismo Simone Venturini che sottolinea la volontà di dar vita a un palinsesto di eventi diffusi che possano coinvolgere tutti, ma proprio tutti. “Da non perdere in laguna gli spettacoli all’Arsenale e le tante iniziative tra campi e campielli - aggiunge - ma faranno sicuramente il pienone anche le sfilate dei carri mascherati in terraferma e nelle isole. Una tradizione che sta prendendo sempre più piede”. Tutto il territorio comunale diventa la mappa di un viaggio fantastico caratterizzato da spettacoli, musica e arte
per un Carnevale “capillare” e fantasioso. Un’edizione che avrà come filo rosso l’impresa più grande di tutte: l’arrivo di Marco Polo alla corte del Gran Khan in Cina e il suo racconto minuzioso e intrigante giunto a noi attraverso le pagine de Il Milione, capo-
Il 3 febbraio appuntamento con il Corteo delle Marie. Festeggiamenti anche per il Capodanno Cinese del 9 febbraio lavoro della letteratura mondiale. L’edizione del Carnevale di Venezia 2024 vede ancora una volta la firma del direttore artistico e scenografo del Teatro La Fenice Massimo Checchetto e ha riservato molte sorprese fin dal primo fine settimana con l’atteso
corteo acqueo capitanato dalla mitica “Pantegana” lungo il Canal Grande e con gli spettacoli nei teatrini orientaleggianti allestiti in piazza San Marco, in piazza Ferretto e in altri campi e luoghi della città. “E poi ancora il corteo delle Marie sabato 3 febbraio, le mostre, la cultura, l’attesissimo spettacolo notturno in Arsenale - aggiunge l’assessore Venturini - ‘Terra incognita. Il mirabolante viaggio di Marco’ (il 2 febbraio, ndr) sarà uno show che riempirà di magia lo specchio d’acqua della Darsena Grande. Un racconto immaginifico, liberamente ispirato a Il Milione, narrato in chiave fantastica attraverso i diversi linguaggi creativi dell’arte”. Venezia incontrerà l’Estremo Oriente anche grazie a un’iniziativa organizzata dall’Associazione per la Promozione della Cultura e del Turismo Italia-Cina (ICCtpa). In occasione del Capodanno cinese il 9 febbraio, nel pomeriggio, partirà un’imponente parata per le vie pedonali di Mestre: draghi e serpenti procederanno festosi affiancati da bambini e ragazzi in abiti tradizionali (lanterne alla mano) per celebrare, insieme al pubblico, il countdown verso la mezzanotte cinese (ore 17 locali). A Venezia, invece, Campo San Polo sarà allestito a tema per l’evento, mentre l’Arsenale ospiterà spettacoli di arte cinese e l’M9 di Mestre, infine, darà vita a laboratori ad hoc.
PROTAGONISTI A NORD EST Tecno CraneSintonizzati sostiene il frutteto della Cooperativa Il Glicine. Una scelta per sostenere l’inclusività. sulgreenfuturo. 31
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Tecno Crane, aziendagenerazione di Da sempre è DAB molto attenta temi cheai permette di ascoltare anche sociali, dello sport e della sostenibivendita, noleggio e la radio con una qualità audio perfetta. lità. La tutela del territorio e il lavoro assistenza gru edili di di squadra per raggiungere obiettivi sempre più alti sono veri e propri vaCampodarsego (PD), lori per Tecno Crane, che promuove atwww.veneto24.it un’eccellenza padovana traverso partnership con associazioni eventi sportivi di beneficenza. Tra che nel 2023 ha celebrato ed le collaborazioni, spicca quella con la squadra patavina della Superlega Macon orgoglio il suo 15° schile Pallavolo Padova, che tifa semanniversario, segnato da pre con grande energia. L’anno scorso, invece, ha organizzato un evento forsuccessi imprenditoriali e mativo dal titolo “Futuro in costruzioun forte legame con il ne” per promuovere il tema della sostenibilità nel mondo dell’edilizia tra i territorio e la comunità. suoi clienti e collaboratori.
Negli anni, ha sempre accolto e partecipato con entusiasmo alle iniziative volte al miglioramento del paesaggio e delle persone che lo abitano. In numerose occasioni è stata anche tra i protagonisti di progetti importanti per la riqualificazione di zone urbane dimenticate o del recupero di gioielli del centro storico di Padova e altre città.
Così, in occasione del regalo di Natale di fine anno, la decisione è ricaduta in maniera naturale sul nuovo progetto della Società Cooperativa Sociale Il Glicine. Il progetto prende vita attraverso una raccolta fondi per piantare 300 ciliegi a Saonara (PD) con due obiettivi: combattere l’inquinamento del territorio e creare un’opportunità di formazione e lavoro per giovani con disabilità.
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Tecno Crane ha scelto di sostenere il progetto acquistando 20 alberi da frutto, venti come le persone che compongono il team e che con la loro passione e il loro impegno di ogni giorno permettono all’azienda di arrivare sempre più in alto, portando a termine ogni impresa. Gli alberi piantati contribuiranno ad assorbire CO2 presente nell’aria e a produrre ossigeno. Un piccolo gesto per pensare anche al domani, cercando di contrastare i cambiamenti climatici che sempre più spesso generano disastri e disagi per le comunità come temperature eccessive, siccità ed eventi meteorologici estremi. Il ciliegio è stato scelto per alcune caratteristiche che lo rendono ideale
per il progetto: si adatta facilmente al clima del posto, tollera il freddo, è molto longevo e robusto. Essendo un albero rustico, inoltre, senza bisogno di cure particolari, diventa un ottimo strumento per i ragazzi affetti da disabilità per fare pratica e imparare. Tecno Crane afferma ancora una volta, dunque, il suo impegno per il territorio e la comunità, dimostrando che la crescita imprenditoriale può essere un motore per il bene comune. Con lo sguardo rivolto verso il futuro, l’azienda continua a sollevare idee e realizzare progetti che fanno la differenza, ispirando altri a seguire il suo esempio di successo e impegno.
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Dott. Giorgio Svaluto Moreolo, Cardiologo Pediatrico Ascolta
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L’importanza dei test di screening per prevenire i tumori al collo dell’utero Nel 2022 in Italia sono state effettuate circa 2500 nuove diagnosi
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l carcinoma del collo dell’utero (o cervice uterina) è, dopo il tumore della mammella, la seconda neoplasia per frequenza tra le donne. Il fattore capace di provocare l’insorgenza della malattia è rappresentato quasi esclusivamente dall’infezione persistente da papilloma virus (HPV), a trasmissione sessuale. L’HPV è un virus che provoca un’infezione molto comune nella popolazione, ma nella maggior parte delle donne scompare spontaneamente dopo uno o due anni. In alcuni casi l’infezione persiste e può provocare delle lesioni che, se non curate, potrebbero lentamente diventare un tumore. Nel 2022, in Italia sono state effettuate circa 2500 nuove diagnosi, si tratta dell’1,3% di tutti i tumori che colpiscono le donne. La diagnosi precoce rappresenta l’arma più efficace contro questo tumore: la diffusione dei programmi di screening, con il Pap test e il test HPV più recentemente, ha rappresentato il principale fattore di riduzione dell’incidenza e mortalità per la neoplasia. Il Pap test consiste nel prelievo di alcune cellule del collo dell’utero che vengono analizzate al microscopio per verificare eventuali lesioni provocate dal virus HPV. Il prelievo è semplice, non doloroso e richiede pochi minuti. Per il test HPV si prelevano alcune cellule del collo dell’utero, come per il Pap-test. Il materiale prelevato è esaminato in laboratorio per la ricerca del Papilloma virus umano (HPV). Prosegue alla pag. seguente
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Prevenzione. La campagna di sensibilizzazione dell’Ulss 6 Euganea
Screening mammografico, più di 300 donne salvate grazie alla diagnosi precoce
L’importanza dei test di screening per prevenire i tumori al collo dell’utero Segue dalla pag. precedente
Consiste in una mammografia che consente di diagnosticare un eventuale tumore alla mammella nella fase iniziale di sviluppo, quando è più facilmente trattabile e con una maggiore probabilità di guarigione
N
el 2023 l’attività di screening mammografico del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (Sisp) dell’Ulss 6 Euganea, ha coinvolto più di 64.000 donne (tra inviti inviati e contatti spontanei), registrando un’aderenza di più di 44.000 utenti, con oltre 3.000 indagini di secondo livello e più di 300 donne salvate grazie a un intervento a seguito di tutte le indagini effettuate. E’ questo il bilancio di un anno di attività dell’azienda sanitaria padovana che vuole sensibilizzare ancora una volta le donne all’importanza della prevenzione. Lo screening mammografico è un esame gratuito che non richiede l’impegnativa del medico e viene effettuato ogni due anni, su invito del Sisp, con l’obiettivo di diagnosticare precocemente un tumore alla mammella. La mammografia è un esame che consente la diagnosi precoce di un tumore nella fase iniziale di sviluppo, quando è molto piccolo e non è ancora possibile sentirlo con la semplice palpazione. Risulta quindi più facilmente trattabile e con una maggiore probabilità di guarigione. Lo screening è rivolto alle donne tra i 50 e i 74 anni residenti nei territori delle rispettive aziende sanitarie
del Veneto. Secondo l’esperienza scientifica, infatti, la mammografia è più efficace se viene eseguita regolarmente ogni due anni tra i 50 e i 74 anni. In età diverse e in caso di dubbi, è possibile rivolgersi al medico di famiglia. In cosa consiste lo screening mammografico? Si tratta di una mammografia (due radiografie per ogni seno). Per ottenere una buona mammografia il seno deve essere compresso per pochi minuti e per questo è possibile provare un certo fastidio o un dolore passeggero. La mammografia è eseguita da un tecnico specializzato e successivamente è esaminata da due radiologi che decidono, se necessario, di completare l’esame con altre indagini, anche queste gratuite. Se risulta normale, l’esito della mammografia viene inviato a casa per posta dopo circa tre settimane. Se i medici radiologi ritengono necessario eseguire ulteriori accertamenti, le donne sono invece richiamate ed assistite dai Servizi Ospedalieri di competenza. Le donne, che rientrano per età e residenza nel progetto di screening e non sono ancora state invitate, possono fissare un appuntamento telefonando al centro di Coordinamento Screening.
Perché fare questi test anche se ci si sente bene? Perché questo tumore e le lesioni che lo precedono non sempre danno disturbi. I test di screening consentono di prevenire il tumore del collo dell’utero o di individuarlo in fase iniziale. La lunga fase preclinica della malattia e la possibilità di diagnosticare ed esportare sotto guida colposcopica le lesioni precancerose costituiscono infatti i punti di forza di questo programma di “prevenzione secondaria”. Il livello di copertura dello screening cervicale (proporzione di utenti che hanno fatto il test sul totale della popolazione bersaglio) in Italia è del 41%. Per questo tumore esiste anche una “prevenzione primaria” rappresentata dai vaccini antiHPV, offerti gratuitamente agli uomini e alle donne dai 12 ai 26 anni, ma con dati di efficacia anche in donne fino a 45 di anni di età e in chi ha già ricevuto trattamenti per lesioni pre neoplastiche. Il Programma di Screening in Veneto ha lo scopo di ridurre la mortalità favorendo la diagnosi precoce che accresce le possibilità di cura e di guarigione. È un percorso gratuito per la prevenzione dei tumori del collo dell’utero, che accompagna la persona dal momento dell’adesione all’invito, alla diagnosi, fino alla cura dell’eventuale lesione. Si rivolge a tutte le donne che hanno residenza in Veneto a partire dai 25 o 30 anni di età, a seconda dello stato vaccinale per la vaccinazione contro il Papillomavirus (HPV), e fino ai 64 anni. Le donne vaccinate contro HPV entro i 15 anni hanno un rischio molto ridotto di sviluppare tumori o lesioni pretumorali, per cui iniziano lo screening a 30 anni. Le donne non vaccinate contro HPV entro i 15 anni, invece, iniziano lo screening a 25 anni. Propone tramite lettera d’invito il Pap test ogni tre anni alle donne dai 25 ai 29 anni non vaccinate contro HPV, il test HPV ogni 5 anni a tutte le donne dai 30 ai 64 anni. Viene offerto il test di screening più appropriato ad ogni fascia d’età, sulla base delle caratteristiche del test e sul rischio della donna di sviluppare tumore o lesioni pretumorali. Il test HPV è un esame di recente introduzione che ricerca l’infezione da HPV, mentre il Pap test ricerca le lesioni causate dall’infezione stessa. Il test HPV è più sensibile rispetto al Pap test e, perciò, può essere eseguito ogni 5 anni anziché 3. Tuttavia, poiché nelle donne più giovani le infezioni da HPV sono molto frequenti e nella gran parte dei casi regrediscono spontaneamente, il test HPV è raccomandato a partire dai 30 anni. La lettera d’invito a effettuare il test arriva a casa alle donne nelle fasce di età interessate da parte della ULSS di appartenenza. Se il test è negativo, la persona riceve una comunicazione dalla ULSS e, dopo l’intervallo programmato, un successivo invito. Se il Pap test è positivo, la persona riceve una comunicazione dalla ULSS e un invito a eseguire specifici esami di approfondimento (visita ginecologica con colposcopia). Successivamente, in caso di diagnosi di lesione pretumorale o tumore, vengono definite e programmate le analisi e le cure del caso. La stessa procedura si segue se il test HPV risulta positivo, nel caso in cui, effettuato sullo stesso campione, anche il Pap test dovesse essere positivo. Se invece il test HPV è positivo, ma il Pap test risulta negativo, la donna riceverà una comunicazione dell’esito dei test ed un invito a ripetere il test HPV dopo un anno. Un test positivo (test HPV o Pap test) non indica la presenza di un tumore o di una lesione pretumorale, ma indica un aumentato rischio. Per questo motivo è importante eseguire gli esami di approfondimento proposti.
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Presso Poliambulatorio Arcella servizi integrati a supporto della chirurgia protesica più innovativa
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L’abilitazione prechirurgia alla protesi d’anca e di ginocchio: un nuovo percorso per un recupero superVeneto24 veloce passa al sistema di ultima
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O
pre maggiore richiesta da parte dei pazienti di “umanizzazione e personalizzazione” delle cure che contrasta con il ricorso diffuso a protocolli assistenziali e di presa in carico standardizzati. Il paziente si ritrova spesso “arruolato” in un percorso di cura che suo malgrado sembra quasi non riguardarlo, pur essendo affrontata e gestita in modo efficace la patologia che lo affligge. Quando poi ci si addentra nell’ambito della chirurgia protesica di anca e di ginocchio non è sporadico il rischio che il rapporto tra medico e paziente si riduca ai mini termini di una semplice visita che catapulta il paziente in sala operatoria. Infatti, a causa della specializzazione sempre più spinta, gli staff chirurgici purtroppo tendono a concentrarsi solo sulla malattia invece di considerare il malato nella sua globalità.
perative pathophysiology and rehabilitation. Br J Anaesth 1997; 78:606-17). Con il suo “approccio multimodale” Kehlet ha insegnato che il paziente non va considerato esclusivamente per la sua malattia ma va preso in carico tramite una visione multidisciplinare -globale/olistica- che tenga conto certamente delle sue peculiarità fisiche ma anche delle prerogative psichiche e del profilo emotivo. Il malato per il dottor Kehlet deve essere quindi seguito da più specialisti che, mettendosi in relazione tra loro, sappiano costruire attorno al paziente un percorso di cura multidisciplinare e personalizzato che non solo migliori le condizioni cliniche del malato ma lo accompagni in tutte le fasi del percorso: pre intra e post operatorio.
Tale visione è attualizzata e messa a disposizione dei pazienti candidati a chirurgia protesica d’anca e ginocchio da Poliambulatorio Arcella di Padova che, grazie alla collaborazione tra il dottor Vittore Costa chirurgo e ortopedico e i professionisti del centro, fisiatri e fisioterapisti ma anche nutrizionisti, infermieri, psicologi e mental trainer, offre percorsi all’avanguardia, personalizzati e multidisciplinari che hanno lo scopo di far raggiungere ai pazienti la migliore condizione pre-intervento.
Il numero di interventi di chirurgia protesica è rilevante: in Italia vengono eseguiti ogni anno circa 80.000 protesi d’anca e 85.000 protesi di ginocchio con ricoveri che durano in media 5-6 giorni. Tuttavia i pazienti che si rivolgono ai Centri medici in cui si fa attività diagnostica e clinica per affrontare un problema d’anca o ginocchio esprimono la necessità di essere informati, curati e avviati a un recupero efficace e sempre più veloce. Questo approccio multimodale e inteOggi fare presto e bene non è più un’u- grato permette di ridurre notevolmente topia. l’impatto fisico e psicologico dell’atto Se la chirurgia mini-invasiva permette la chirurgico attraverso una preparazione riduzione dei tempi di ospedalizzazione, globale e una precisa organizzazione di recupero post-operatorio e di ritorno di tutte le fasi di pre-abilitazione e a alla vita autonoma, è sempre più avva- seguire di follow-up post-intervento, lorata a livello scientifico la convinzione gestione delle medicazioni programche “preparare” il paziente nella fase mate, recupero post-operatorio e riabiche precede la chirurgia siaSCARICA davvero la L’APP litazione, RADIO garantendoVENETO24 così la continuità scelta vincente per raggiungere il pieno terapeutica durante tutto l’iter che inisuccesso clinico, quindi una guarigione zia con la prima visita ortopedica e si completa e un recupero super veloce. conclude con la guarigione. L’idea di promuovere un “percorso preparatorio multidisciplinare” che migliori le condizioni generali del paziente risale in realtà alle esperienze condotte agli inizi degli anni Novanta dal dottor Kehlet, un chirurgo generale danese, che introdusse il concetto di “stress” chirurgico e di “preparazione multimodale” del paziente. (Kehlet H. Et al.:
Lavorando in questo modo Poliambulatorio Arcella apre la strada a una “chirurgia consapevole” in cui tutto il percorso di chirurgia protesica, al di là dell’intervento di altissima qualità eseguito secondo le tecniche più innovative dal chirurgo ortopedico, viene condiviso passo dopo passo con il paziente, non più elemento passivo che subisce
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L’approccio dinamico alla chirurgia protesica mini-invasiva
Servizio di assistenza integrata alla chirurgia ortopedica l’atto chirurgico ma vero protagonista che, responsabilizzato e guidato, partecipa attivamente al proprio recupero apportando il suo contributo affinché il processo di guarigione si svolga senza complicazioni e nel migliore dei modi. In particolare il dottor Vittore Costa, responsabile della chirurgia protesica ambulatoriale presso l’Istituto Clinico Humanitas Bergamo, condivide con il Poliambulatorio Arcella l’esperienza chirurgica maturata in otto anni di attività presso la Clinique du Sport di Parigi. In Francia infatti già dal 2014 la chirurgia protesica d’anca e di ginocchio viene eseguita nel 70% dei casi in regime ambulatoriale, con ricoveri che durano meno di 12 ore. Da allora il dottor Vittore Costa, insieme a molti amici e colleghi, ha iniziato ad applicare i protocolli della “chirurgia protesica ambulatoriale” ai pazienti che devono eseguire artroprotesi di anca e ginocchio. E la chirurgia protesica ambulatoriale nonAscolta può prescindere da un’adeguata preparazione del paziente, che va organizzata e gestita con professionalità ed efficienza. Infatti il tempo che intercorre tra la prima visita ortopedica e l’intervento chirurgico, in media un paio di mesi, deve essere dedicato dal paziente alla pre-
parazione del corpo e al rafforzamento motivazionale sotto la guida e tramite il dialogo costante con e tra gli specialisti coinvolti nella sua presa in carico: un team di medici e professionisti a cui rivolgersi con spontaneità e fiducia. E questo a partire dalla formazione/ educazione del paziente con incontri singoli e di gruppo aperti ai familiari per aumentare la consapevolezza e l’informazione, per proseguire con cicli di pre-abilitazione fisioterapica mediante rieducazione posturale, rinforzo muscolare, addestramento all’uso degli ausili e rieducazione al passo; colloqui di rieducazione nutrizionale finalizzati a un’adeguata alimentazione funzionale e supplementazione in vista dell’operazione chirurgica; incontri di trainig mentale e tecniche di rilassamento per la gestione degli stati emotivi e del dolore…
POLIAMBULATORIO ARCELLA Autorizzato e accreditato dalla Regione Veneto, convenzionato S.S.N. - Dir. San. dott. E. Trevisi
Gli specialisti del Poliambulatorio Arcella invitano i pazienti candidati ad un intervento di chirurgia protesica a contattare il Centro per intraprendere il “percorso preparatorio di abilitazione alla chirurgia”, consapevoli dell’enorme soddisfazione dei pazienti che lo hanno già sperimentato e della vasta e prestigiosa letteratura scientifica che lo conferma come metodica gold standard. La preparazione multimodale, tappa obbligatoria per la chirurgia protesica che ha a cuore la cura della persona sofferente e mira al suo recupero più veloce, rappresenta un cambiamento epocale che riporta il paziente al “centro” del percorso terapeutico aumentandone la consapevolezza, la soddisfazione e la sua sicurezza.
Padova - Via Tiziano Aspetti, 106 Q.re 1ª Arcella - tel: 049.605344 Lun-Ven 7:30-20:00 / Sab 7:30-12:30 segreteria@poliambulatorioarcella.it www.poliambulatorioarcella.it
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La sperimentazione. Il primo studio in Europa autorizzato dall’Agenzia europea per i Medicinali
Lotta alla displasia broncopolmonare, una nuova terapia per i neonati prematuri I
n Italia nascono ogni anno oltre 30.000 neonati prematuri (il 7% dei nati), cioè bambini che vengono al mondo prima della trentasettesima settimana di età gestazionale. Fra questi neonati prematuri, quelli che pesano meno di 1500 grammi sviluppano, nel 45% dei casi, una malattia polmonare cronica chiamata displasia broncopolmonare che richiede prolungata ossigenoterapia per settimane o mesi con conseguenze che possono persistere fino all’età adulta. Al momento non sono disponibili cure efficaci e sicure per questa malattia. Al via una prima sperimentazione clinica basata sull’uso terapeutico delle vescicole extracellulari, un prodotto naturale isolato da cellule del cordone ombelicale, per la prevenzione della displasia broncopolmonare, la malattia polmonare cronica dei lattanti nati prematuri. Nel luglio 2023 l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha approvato questa sperimentazione che ha poi ottenuto il via libero anche dal Comitato Etico Nazionale e da AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco). Si tratta di un progetto che nasce dalla sinergia fra Università di Padova, Azienda Ospedale e l’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza, che ha prodotto questa “ricerca traslazionale” presentata “made in Padova”, di recente presentata tra gli altri dal Direttore generale Azienda Ospedale, Giuseppe Dal Ben, e dalla rettrice dell’Università di Padova, Daniela Mapelli. La ricerca traslazionale ha come obiettivo la trasformazione dei risultati ottenuti dalla ricerca di base effettuata presso la Torre della Ricerca Pediatrica in applicazioni cliniche al letto del paziente. Il trial clinico internazionale prende il via presso la Terapia Intensiva Neonatale dell’Azienda Ospedale-Università di Padova, centro hub del triveneto per la prematurità, e verran-
no inclusi nello studio neonati di peso inferiore a 1500 grammi. La sperimentazione è coordinata dal centro patavino e coinvolge 4 neonatologie italiane (Firenze, Genova, Milano e Modena) e 2 in Belgio. “Si tratta di uno studio di Fase 1 che prevede l’utilizzo nei neonati prematuri di una nuova terapia, le vescicole extracellulari, che nelle fasi precliniche (in vitro e in vivo), hanno presentato risultati estremamente promettenti e un’ottima sicurezza – spiega il prof. Eugenio Baraldi, direttore del Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino di Padova e Direttore scientifico dell’IRP Città della Speranza -. Queste microvescicole, grazie al loro contenuto di numerosi mediatori presentano attività anti-infiammatoria e pro rigenerativa dei polmoni immaturi, rappresentando un approccio estremamente innovativo per la prevenzione e la cura della displasia broncopolmonare”. Il loro utilizzo in ambito neonatale è stato ipotizzato otto anni fa dall’incontro tra il Prof. Eugenio Baraldi e il Prof. Maurizio Muraca, esperto di medicina rigenerativa e vescicole extracellulari. Da allora è partita una lunga sperimentazione preclinica con vescicole extracellulari esplorata con modelli in vitro e modello animale con risultati estremamente incoraggianti con il contributo del Prof. Andrea Porzionato del Dipartimento di Neuroscienze, della Dr.ssa Michela Pozzobon e del Dr. Luca Bonadies del Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino e Istituto di Ricerca Pediatrica. È questo il primo studio in Europa a ricevere il via libera dell’EMA, l’ente deputato a vigilare sulla sicurezza e l’efficacia dei medicinali, ma è anche il primo al mondo che utilizza questo prodotto naturale soddisfacendo tutti i requisiti degli enti regolatori. Questo è stato possibile grazie alla collaborazio-
Un momento della presentazione
ne con un gruppo farmaceutico belga, che ha sviluppato un prodotto compatibile con gli standard farmaceutici sulla base dei brevetti depositati presso l’Università di Padova e l’Istituto di Ricerca Pediatria. L’applicazione clinica di questa nuova
Proseguono per tutto il mese a Padova gli appuntamenti pubblici “Invecchiare bene: istruzioni per l’uso”, nove incontri proposti nell’ambito del più vasto progetto del dipartimento di Medicina molecolare dell’Università di Padova, e attivati in collaborazione con il Servizio Prisma – Padova accende comunità, progetto del Settore Servizi Sociali del Comune di Padova. “Invecchiare bene: istruzioni per l’uso” intende fornire indicazioni per prendersi cura di sé attraverso strategie che rallentano i processi di invecchiamento fisico e mentale e che aiutano l’integrazione e la partecipazione sociale. Sono vere e proprie
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ne di tutto il personale medico e infermieristico del reparto di neonatologia che ha raggiunto tutti gli standard internazionali richiesti. È la prima sperimentazione di fase 1 che viene attivato nell’Azienda Ospedale-Università di Padova.
“Invecchiare bene, istruzioni per l’uso”: incontri pubblici a Padova
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terapia ha richiesto la certificazione da parte dell’AIFA del reparto di Terapia Intensiva Neonatale del Dipartimento Salute Donna e Bambino di Padova per lo svolgimento degli studi di Fase 1, un riconoscimento che è stato possibile grazie alla rigorosa attività di formazio-
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“istruzioni per l’uso” che toccano temi importantissimi e che entrano a far parte della vita di ognuno di noi, vuoi per esperienza personale o per vissuto di altri: invecchiamento cognitivo e dei sensi, i microbi, virus e funzione delle vaccinazioni, medicina rigenerativa, longevità e differenze di genere, muscoli, respiro, pianificazione delle cure e principi biologici alla base dell’invecchiare. Ancora una volta il dipartimento di Medicina molecolare patavino mette a disposizione della comunità le sue competenze - dalla ricerca di base alla clinica, alla bioetica - e contribuisce a promuovere una nuova cul-
tura dell’età anziana. L’obiettivo principale del progetto è costruire una consapevolezza diffusa sia delle risorse per tutelare la salute fisica e psichica delle persone anziane, sia degli strumenti etico-giuridici per salvaguardare le loro scelte e la loro personalità. “Si tratta di un progetto ambizioso, che ha come obiettivo quello di diffondere alcune delle tematiche di ricerca biomedica e bioetica proprie del dipartimento di Medicina Molecolare e inerenti all’invecchiamento”, ricorda Paola Brun, Professoressa di Istologia ed Embriologia, referente Commissione Terza Missione del dipartimento di Medicina Molecolare.
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Sanità e formazione. In 13 anni 250 ecografisti, tra medici di tutte le specialità
Medici da tutta Italia a scuola di ecografia all’ospedale di Dolo
A metà gennaio ha preso il via la scuola per altri 18 giovani nel reparto di Medicina del nosocomio dell’Ulss 3 Serenissima: per la prima volta le lezioni diventano anche un corso per specializzandi dell’Università di Padova.
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P
rimo giorno di Scuola d’ecografia per internisti, gastroenterologi, chirurghi, nefrologi, geriatri e medici di pronto soccorso arrivati da tutta Italia all’ospedale di Dolo, nel Veneziano. I 18 allievi si aggiungeranno ai 250 ecografisti formati in tredici anni di corso di alta specializzazione offerto dall’Ulss 3 Serenissima. Un percorso che ha educato alla tecnica dell’ecografia anche pneumologi, fisiatri, anestesisti, medici di famiglia e medici del lavoro. Per la prima volta le lezioni saranno rivolte agli specializzandi dell’Università di Padova. Il corso infatti è stato inserito nel programma formativo della Scuola di specializzazione in Medicina interna diretta dal professore Roberto Vettor, e così quest’anno la Scuola di ecografia di Dolo ha riservato agli universitari otto banchi. La Scuola di ecografia, riconosciuta Siumb (Società italiana di ultrasonologia in medicina e biologia), è l’unica nel Veneziano e ne conta due altre sole nel Veneto. Avviata dall’allora primario di Medicina di Dolo Giuseppe Marin, il corso è passato in eredità all’attuale direttore del reparto, Moreno Scevola, “con l’obiettivo di mantenere i medici aggiornati con le realtà scientifiche nazionali e internazionali, e di permettere ai nuovi corsisti di acquisire confidenza con una metodica oramai sempre più indispensabile nell’affrontare il paziente internistico e non - spiega il primario Scevola -. I colle-
ghi verranno preparati nella teoria e, poi, sul campo ad usare al meglio l’ecografo, seguendoci anche in ambulatorio e in corsia. L’ecografo sta diventando sempre di più uno strumento presente nei vari reparti ospedalieri, perché permette di perfezionare la diagnosi con una metodica non invasiva. Quando il paziente è in reparto, diventa più facile per il medico gestire l’iter diagnostico terapeutico senza farlo spostare”. Oltre al direttore Moreno Scevola, gli insegnanti del corso sono radiologi, internisti, angiologi ed endocrinologi degli ospedali di Dolo e Mestre. Per la parte pratica sono presenti la coordinatrice del corso Alessandra Galioto, medico internista di Dolo, insieme all’epatologa Chiara Pilutti, l’angiologo Michelangelo Marobin e l’endocrinologa Francesca Sanguin. Il professor Roberto Stramare, del dipartimento di Medicina servizio di radiologia dell’Università di Padova, sarà il garante del corso per la Siumb. “L’ospedale di Dolo, con questo corso di alto
livello, rende disponibili la tecnologia e le conoscenze della sua struttura anche per cercare di catturare l’attenzione dei nuovi medici, di attrarre giovani che possono rilanciare il futuro della sanità” è il commento del direttore generale Edgardo Contato. “Spero – aggiunge - che il loro investimento di vita sia all’interno della sanità pubblica, grande patrimonio che va tutelato e difeso, e che tanto sta dando loro anche a livello di formazione”. “Un corso di questo tipo è prezioso perché, al di là della capacità tecnica, insegnerà agli studenti che non esiste un medico bravo a fare le ecografie: il medico bravo è colui che oltre ad avere queste abilità sa mettersi in relazione con i colleghi - aggiunge il direttore sanitario Giovanni Carretta -. Noi medici dobbiamo sapere che quando ci relazioniamo con colleghi che hanno altre competenze oltre alla nostra, il nostro punto di vista si arricchisce, a beneficio nostro e del paziente”.
I benefeci effetti della Lanaterapia per la mente e per il corpo “Liberare la mente”: è con questo spirito che le pazienti ricoverate in Oncologia e quelle in trattamento chemioterapico nel Day Hospital oncologico dell’ospedale di Treviso, Ulss 2 Marca Trevigiana, testimoniano l’efficacia del progetto di Lanaterapia. L’iniziativa, che coinvolge le pazienti oncologiche con attività di lavoro a maglia, ha l’obiettivo di stimolare la creatività e la manualità, spesso compromessa dagli effetti collaterali del percorso terapeutico, dando loro sollievo all’interno dell’ambiente ospedaliero. “Sono molto emozionanti i momenti che ho vissuto nell’assistere alla socializzazione tra pazienti, alla rottura dall’isolamento e dai pensieri negativi, e alla tanta voglia di creatività nelle mani e nella mente”: è il commento di Sabina, una delle pazienti di Oncologia, che ha voluto testimoniare quanto sia apprezzato il progetto. Si tratta di una iniziativa attivata da qualche mese al Ca’ Foncello, promossa da
Acto Triveneto, associazione pazienti della rete Alleanza contro il tumore ovarico, in collaborazione con l’associazione Gomitolorosa. ll lavoro a maglia o all’uncinetto è un’attività dalla quale trarre grandi benefici per la
salute fisica e mentale ed è per questo che l’associazione Gomitolorosa la promuove come terapia per adulti, bambini, giovani, anziani, uomini, donne, pazienti, persone stressate. “Si può definire una terapia alternativa
o complementare – sono le motivazioni dell’associazione - per tutti coloro che soffrono di problemi di motricità manuale. Aiuta a recuperare la calma in una situazione di stress o ansia. Migliora l’umore, aiuta a socializzare, a stringere nuove amicizie. Stimola creatività, estro e pazienza. Quando si lavora a maglia o all’uncinetto la mente è in silenzio. Diminuisce la tensione muscolare, il cuore rallenta, si abbassa la pressione sanguigna. Entriamo in uno stato di profondo rilassamento psicofisico”. Per i suoi tanti benefici, Gomitolorosa si è posta l’obiettivo principale di portare la lanaterapia nelle sale d’attesa di Ospedali, Strutture ed Enti che si occupano di salute e ovunque ci siano pazienti e familiari in tensione per le terapie, le attese, le prospettive future. Tra le strutture che hanno aderito c’è anche l’ospedale di Treviso, con un buon indice di gradimento da parte delle pazienti che, come Sabina, hanno avuto modo di apprezzare tutti i benefici del progetto.
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Turismo - Sì, viaggiare
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SVIZZERA
Basilea, tra arte e follia Qui il Carnevale esplode all’alba Alle 4 di mattina, in un’atmosfera surreale, il lunedì dopo le Ceneri, la grande festa fende il buio della notte. Un corteo di migliaia di lanterne e di maschere percorre le vie del centro e dà il via a una “tre giorni” in cui salta ogni regola. La più “europea” della città svizzere è orgogliosa anche dei suoi 40 musei, delle sue architetture contemporanee e per aver convinto Erasmo da Rotterdam a trasferirsi qui di Renato Malaman
Che i basilesi siano un po’ matti, beh: diciamo eccentrici, lo si riscontra ad ogni festa del calendario. Il clou è rappresentato dal Carnevale, il cui inizio (quest’anno cade il 19 febbraio e si va avanti fino al 21) viene celebrato… nel cuore della notte. Seguendo un antico rituale. Festa che esplode all’improvviso in un tripudio di maschere e di musica, preceduta da ore in cui prendere sonno è davvero un’impresa. Un corteo di almeno diecimila persone, molte delle quali provenienti dall’estero, a quell’ora strana e insolita, è pronto a sfilare lungo le vie del centro dopo una lunga e spasmodica attesa. Surreale, sembra tutto surreale. Il Carnevale di Basilea, che affonda le sue origini nel XIV secolo, viene chiamato dai basilesi «Drei scheenschte Dääg» (i tre giorni più belli). La festa è così originale da essere stata inserita nella Lista dei ben del Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Il Carnevale di Basilea “scoppia” ogni anno il lunedì successivo al mercoledì delle Ceneri e fa parte dell’identità stessa della città. E’ il fulcro della sua forza creativa. Per tre giorni l’ordine «normale» delle cose viene sospeso. Tutto inizia alle 4 del mattino, quando in centro storico vengono spente tutte le luci. Nel buio e nel silenzio più assoluti, in un’atmosfera quasi spettrale, i mazzieri pronunciano la fatidica frase «Morgestraich vorwärts marsch» che da secoli, immancabilmente, sancisce l’inizio del Carnevale. Poi si accendono migliaia di lanterne e, nello stesso tempo, migliaia di suonatori di tamburi e pifferai in maschera iniziano a sfilare per le vie della città. Il martedì è poi dedicato alla mascherata dei bambini e alle “Guggenmusiken”, le bande
musicali itineranti. A dare un tocco del tutto particolare al Carnevale di Basilea sono anche un centinaio di gruppi di “Schnitzelbänke” che con i loro versi satirici improvvisati nei ristoranti e nelle cantine riproducono l’atmosfera goliardica delle origini. Un altro momento clou è l’esposizione delle 180 lanterne sulla Münsterplatz. Con la sua cornice straordinaria questa piazza medievale è lo sfondo ideale per poter ammirare fantastiche opere d’arte. Ma che i basilesi amino l’originalità lo testimoniano altre feste della città. Prendiamo i mercatini di Natale, che in questo angolo di Svizzera incastonato fra Germania e Francia, sono un’altra tradizione radicata. Fra un mare di bancarelle, in Barfüsserplatz, viene eretta ogni anno una piramide di Natale di dimensioni giganti. Ricorda quelle della Sassonia, in cui la grande elica mossa dal calore delle candele fa girare tre piattaforme circolari, mostrando scene della Natività. A guardarla si ritorna all’infanzia… A Capodanno, poi, c’è una fontana del centro, quella del Tritone, che all’improvviso fa sgorgare vino anziché la solita acqua. Un vino speziato medievale che, dicono, porti bene. Basilea, anima aperta. Città transnazionale dove la maggioranza della popolazione votò, tra le poche, per l’Unione Europea. E’ la città dove visse l’ultima stagione della sua lunga vita Erasmo da Rotterdam, il grande umanista che proprio qui trovò lo stampatore più idoneo per valorizzare le sue pubblicazioni. Nessun’altra città europea presenta una simile densità di musei di alto livello: se ne contano oltre 40. Lo straordinario Kunstmu-
Nella foto copertina. un’immagine della surreale sfilata di maschere e lanterne all’alba del lunedì dopo le Ceneri, quando a Basilea “scoppia” il Carnevale. Più sotto: altri due momenti della festa. Nella foto in basso un onirico scorcio di Basilea d’inverno, con, a lato, l’Arlecchino di Picasso che sembra ammirarlo rapito...
seum (o Museo delle Belle Arti) è uno musei privati più antichi del mondo. La sua fondazione risale al 1662. Secondo il “Times” per le opere che custodisce è il quinto museo più ricco al mondo. E c’è pure un “miracolo” da raccontare. Nel 1967 i basilesi impedirono la vendita di due capolavori, comprandoli con una colletta. Si trattò di due quadri di Picasso, “I due fratelli” e «Arlecchino seduto”.
Imperdibile la visita della Fondazione Beyeler, il museo d’arte più visitato in Svizzera: per i loro tesori d’arte Ernst e Hildy Beyeler fecero costruire uno spettacolare complesso museale all’architetto Renzo Piano, che tradusse questo desiderio interpretandolo con uno spettacolare gioco di volumi e specchi d’acqua. Quest’anno è prevista una grande retrospettiva dedicata a Matisse. Basilea è una città fondata dai Celti, a cui
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seguirono i Romani, poi i Franchi. Deve la sua fortuna a una grande via di comunicazione come il Reno, che è anche il mare dei basilesi, (d’estate ci si può nuotare e praticare sport), e all’industria, prima tessile, poi chimica, e oggi farmaceutica. La città antica, sulla collina, è dominata dalla cattedrale. Insieme all’antico ponte Mittlere Brücke, la cattedrale Münster è il simbolo più noto di Basilea.
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