GENNAIO 2024
Periodico d’informazione locale - Anno XXXI n. 13
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priamo il 2024 come abbiamo chiuso il 2023: diamo spazio, e continueremo a farlo anche i prossimi mesi, alle numerose iniziative dei nostri territori per ribadire, come abbiamo riportato anche sul nostro sito, che “l’amore vero non picchia, non urla, non uccide”. Attraverso le pagine dei nostri giornali, il web e la radio vogliamo tenere viva l’attenzione su quella che ormai è diventata una vera e propria emergenza, anche se ce ne ricordiamo solamente di fronte alla triste contabilità dei femminicidi, di fronte alle storie delle vittime, alle loro richieste di aiuto spesso inascoltate o sottovalutate, agli allarmi arrivati troppo tardi. Siamo stati toccati da vicino dai drammi di Giulia e di Vanessa, dalle parole dei loro familiari, dal rumore che si è levato dalle piazze e dalle scuole, dalle promesse a fare di più e meglio perché tutto questo non si ripeta, perché vi sia un effettivo cambio di passo di fronte ad un fenomeno che purtroppo ha ancora solide radici nella nostra società. Eppure, eppure anche in queste settimane, esaurita la spinta emotiva e la curiosità intorno al fatto di cronaca in sé, ancora si fa strada la tentazione di voltare pagina, di volgere lo sguardo altrove, di evitare la fatica che costa percorrere strade nuove, usare parole più consapevoli e autentiche, ma anche azioni e gesti, a partire dal nostro quotidiano.
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UN’INFRASTRUTTURA VERDE E INCLUSIVA: ECCO IL PIANO CHE RIVOLUZIONERÀ IL VOLTO DELLA CITTÀ Stretta collaborazione tra Comune, Soprintendenza e Ministero per realizzare il Parco delle Mura di San Benedetto nell’area dell’ex Caserma Prandina Servizio alle pagg. 8-9
La città che cresce
FRATELLI D’ITALIA, ECCO Servizio a pag. 29 IL NUOVO PARTITO CHE ESCE DAI CONGRESSI E PUNTA AD OTTENERE LA LEADERSHIP IN VENETO CANER: “TURISMO MOLTO BENE, INCOGNITA UE PER L’AGRICOLTURA, LA LEGA TORNI TRA LA GENTE” Servizio a pag. 30
DE POLI: “LA NOSTRA AGORA’ POLITICA SIA AL SERVIZIO DEL TERRITORIO CHE AMIAMO” Politica
Servizio a pag. 32
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Pedemontana, opera che ridisegna il Veneto
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Luca Zaia Governatore Regione Veneto
bbiamo aperto, il 28 dicembre, la Pedemontana Veneta. O meglio la Superstrada Pedemontana Veneta (SPV). Un esempio di efficienza, di sostenibilità e rispetto ambientale. E’ nata negli anni ‘90, progettata e avviata nel 2000; ma era rimasta una delle grandi incompiute in Veneto. Abbiamo ripreso in mano il progetto, una sorta di “cadavere eccellente” che abbiamo ricevuto in eredità. segue a pag 5
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Facciamo il punto
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Pedemontana, opera che ridisegna il Veneto Luca Zaia Governatore Regione Veneto
Fra investimenti e tecniche di realizzazione abbiamo trovato una complessa quadratura del cerchio. I lavori sono partiti nel 2017, e nonostante due anni di Covid, si sono conclusi dopo soli sei anni. Con la realizzazione di 168 chilometri complessivi di viabilità di strada: 94,5 km di infrastruttura autostradale - il 70% della quale interrata - più 68 km di opere complementari, 16 tra viadotti e ponti, due gallerie naturali e 16 artificiali, per un costo complessivo di 2,258 miliardi di euro. Con l’apertura della Pedemontana aspettando l’ultimo tassello, il casello sull’A4 - il Veneto si dota di un’infrastruttura che guarda al futuro, che consente di diminuire le emissioni in atmosfera perché si riducono i tempi di percorrenza e di conseguenza le quantità di carburante. Ma soprattuto consente una connessione con un’ampia parte del Veneto fino ad oggi rimasta isolata: ne beneficeranno i cittadini, le comunità locali e i nostri imprenditori.
“Lo stadio Euganeo sarà completato” A
nche nei momenti più complicati, il sindaco Giordani e l’assessore allo sport Diego Bonavina ne sono sempre stati sicuri: “lo stadio sarà completato”. E oggi quel giorno sembra decisamente molto meno distante di quanto potesse apparire soltanto fino a poche settimane fa. Il lavoro, infatti, dalle parti di Palazzo Moroni non si è mai interrotto e la collaborazione tra Amministrazione, Club e tifosi si appresta a dare i frutti sperati. Proprio poco prima di Natale, infatti, si sono completate le verifiche sulla consistenza dei lavori e sul loro collaudo: un passaggio essenziale per avere ben chiaro come proseguire. “Si tratta di un passaggio fondamentale – spiega Bonavina – perché senza questi adempimenti non si poteva procedere all’appalto per il completamento dei lavori. Nonostante la situazione decisamente complessa, non ci siamo mai fermati e mancava questo passaggio con il quale si apre uno spiraglio importante. Adesso possiamo affidare l’incarico per la progettazione definitiva che durerà novanta giorni e sarà seguita dalla gara e dai lavori”. I lavori procederanno poi in due stralci immediatamente conseguenti: con il primo si andrà a completare, in tempi molto ristretti, la Curva compresa copertura e ascensori, con il secondo si andranno a costruire i due palazzetti “interni” alla curva stessa. “Il nostro programma – conclude Bonavina – prevede una conclusione dei lavori nell’arco dei prossimi mesi per poter ottenere tutte le certificazioni e omologazioni per settembre. Non è ancora finita, ma possiamo dire che le cose, oggi, siano sui giusti binari e presto la nostra Città potrà contare su di un impianto all’altezza delle aspettative della nostra tifoseria e su nuovi spazi per lo sport per tutti”.
di Padova
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Invece, anche di fronte alle vicende più drammatiche o toccanti, continuano a serpeggiare un certo relativismo che spinge però nel territorio dell’indifferenza. “Ma di questo caso, di questa persona si sta parlando fin troppo, c’è chi ha troppa visibilità e chi non he ha affatto, ma cosa c’è dietro, perché di quell’altra vittima nessuno se ne occupa?”... e così via, in una desolante litania che rimbalza soprattutto fra i social ma che purtroppo continua a fare presa. L’impegno, invece, dovrebbe essere proprio quello di trovare in questo nuovo anno vocaboli e azioni nuove affinché di quanto succede in famiglia, nelle coppie, nei luoghi di lavoro se ne parli eccome. Ne abbiamo bisogno per non scivolare ancora nell’abitudine o nell’indifferenza. Noi vogliamo fare la nostra parte, continuando a dare voce a chi si impegna con costanza e concretezza in questa direzione.
Verifiche completate su consistenza dei lavori e loro collaudo
È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto. Questa edizione raggiunge i quartieri di Padova per un numero complessivo di 98.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199 Chiuso in redazione il 29 dicembre 2023
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Il bilancio
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Amministrazione. Infrastrutture, ambiente, sicurezza, diritti: il sindaco analizza i temi caldi
Giordani: “Padova una metropoli europea, moderna e solidale” “Non ci sono solo le opere del Pnrr in cantiere, ma anche molte altre che sicuramente non inaugurerò io, che però cambieranno la città e alcuni quartieri”
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indaco, come sta oggi Padova? Abbiamo ottenuto praticamente 3mila euro a padovano dal Pnrr. E se li abbiamo è perché il Governo, tutti i Governi che si sono susseguiti in questi anni, considerano Padova affidabile. Ne continuiamo a ricevere perché stiamo rispettando le scadenze. E nonostante a Roma governi un colore politico diverso dal nostro, c’è estrema collaborazione. Tante opere pubbliche significano anche tanti disagi, come vivete questa situazione? Ci criticano per i cantieri in città, ma se stiamo realizzando un’opera pubblica importante come il tram, come si può pensare di non creare qualche disagio. A me dispiace creare problemi a chi ogni giorno va a lavorare, ma non c’è alternativa. Ci stiamo impegnando al massimo per ridurli, per non impattare troppo, ma poi le linee bisogna realizzarle. E quando sarà tutto pronto parleremo di un’altra Padova. Avrei potuto non fare niente, mentre invece la mia strategia è proprio quella del fare, ovviamente prendendomi qualche rischio. E questo lo so. Le critiche costruttive le accetto e le capisco anche politicamente, mentre quelle basate sulle falsità no. Screditano non il mio lavoro o
quello della giunta, ma quello di tanti dipendenti comunali, progettisti e operai, che si stanno impegnando anche oltre i loro compiti per portare a termine l’opera. Dico solo una cosa: il tram su cui stiamo operando è talmente vecchio che il governo e il ministero dei Trasporti continua a darci soldi. Non sono io a dovermi fare qualche domanda. Padova è al cento di molti investimenti in opere pubbliche. Oltre a quelli gestiti direttamente dal Comune ce ne sono anche altri... Infatti. Non ci sono solo le opere del Pnrr in cantiere, ma anche molte altre che sicuramente non inaugurerò io, che però cambieranno la città e alcuni quartieri. Penso alla nuova Questura, al nuovo ospedale, la nuova stazione, l’Alta Velocità. Si tratta di opere che andranno ad inserirsi in una città già meravigliosa e produttiva, ma che ne aumenteranno l’attrattività. Oltre ai cantieri ci sono anche i diritti civili al primo posto nella sua agenda. In questo senso un tema caldo è quello dei figli di coppie omogenitoriali. Fino a quando non vedrò scritto nero su bianco che non posso farlo io continuo. E’ una battaglia in cui credo molto da quando ho visto negli occhi quelle mamme e i loro figli. I diritti in generale sono al cen-
Il sindaco di Padova, Sergio Giordani
tro di tutte le battaglie di questa amministrazione, quindi non abbiamo neanche preso in considerazione l’ipotesi di non proseguire con le iscrizioni dei figli delle coppie omogenitoriali. Crediamo profondamente nei diritti di quelle famiglie e di tutti. In passato il tema della sicurezza è stato tra quelli definiti maggiormente urgenti. Da qualche anno sembra non essere più così drammatica la situazione. Padova è una città sicura come hanno evidenziato
spesso tutti gli ultimi prefetti e questori, sempre sottolineando come non esista la perfezione. Su questo stiamo lavorando con la polizia locale per investire sempre di più nelle specializzazioni. Il 2024 sarà un anno importante perché stiamo riorganizzando il Corpo e aumentando le competenze, perché nell’immaginario collettivo i nostri agenti mettono solo le multe, mentre invece sono fondamentali per la sicurezza in città. Tra gli indicatori più significativi legati alla qualità del-
la vita c’è il tema ambientale. Padova risulta oggi al primo posto in Italia per la raccolta differenziata fra i comuni con più di duecento mila abitanti. Oggi Padova, con il 64,28% (dato 2022) guida una classifica che la vede davanti a Bologna (63,2) e Venezia (62,7, in calo dal 65,2 del 2021). Questo emerge dal rapporto Ispra sui rifiuti urbani in Italia. Stiamo lavorando molto in quella direzione, ma classifiche a parte, di cui poi bisogna conoscere i parametri, bisogna riconoscere che rispetto agli ultimi anni parliamo di un altro pianeta anche dal punto di vista dell’inquinamento. Un’altra questione sul tavolo è quella dell’emergenza abitativa e delle nuove povertà. Il problema dell’emergenza abitativa è noto e non di facile soluzione senza l’aiuto del Governo, ma stiamo facendo di tutto per rendere Padova comunque attrattiva dal punto di vista residenziale perché dobbiamo assolutamente continuare a garantire una qualità dell’abitare alta, senza però dimenticare le problematiche evidenti. Grazie anche al Pnrr siamo riusciti a creare più spazi alle cucine popolari per esempio, ma anche tanti altri progetti sono pronti, pensando sempre prima ai cosiddetti ultimi. Ma stiamo lavorando anche molto sulla vita indipendente di anziani e disabili, sul consolidamento dei progetti di accoglienza degli stranieri in famiglia e sul contrasto alla violenza sulle donne.
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La città che cresce
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Urbanistica. Stretta collaborazione tra Comune, Soprintendenza e Ministero per la riqualificazione
La Prandina è realtà: ecco finalmente il Nuova vita per l’area della ex Caserma È
stato presentato, con la partecipazione del sindaco Sergio Giordani, del vicesindaco Andrea Micalizzi e del soprintendente Vincenzo Tinè, il masterplan che ridisegna l’area della ex Caserma Prandina. L’obiettivo del masterplan, definito attraverso una stretta collaborazione tra Comune, Soprintendenza e Ministero è evidente fin dal nome scelto per l’area, una volta completata la riqualificazione: Parco delle Mura di San Benedetto. IL MASTERPLAN NEL DETTAGLIO Il piano prevede una riqualificazione da attuare mediante la realizzazione di una “infrastruttura verde inclusiva” per la valorizzazione del centro storico e delle mura rinascimentali di Padova. L’intervento in generale prevede la liberazione dell’area da tutte le sovrapposizioni intervenute nel tempo, in modo da
restituire alla città una vasta area, la sua riqualificazione per una destinazione a parco legata al sistema bastionato della città ed all’impianto storico in rapporto agli ex monasteri ed al centro storico. Gli interventi si possono sintetizzare così: • realizzazione di un ampio parco che all’interno comprende gli edifici vincolati dell’ex caserma, parte dell’area dell’ex caserma Prandina, il parco Cavalleggeri e l’area antistante Porta Savonarola; • viabilità all’interno del Parco funzionale solo alle attività presenti lungo il tracciato della “Strada delle Mura di San Prosdocimo”; • percorsi ciclo-pedonali di collegamento funzionali alla fruizione del parco, di attraversamento, di collegamento con il centro storico e con la fermata SIR2; • realizzazione di una nuova piazza su Corso Milano; • piazza di valorizzazione
della Porta, dell’accesso attraverso le mura cinquecentesche, dell’ex Cavallerizza e dell’accesso al nuovo sistema del Parco; • riduzione delle superfici impermeabili e recupero della vegetazione di pregio esistente; • nuovo “parcheggio boscato”. L’intervento ha come obiettivo anche la valorizzazione dei tre edifici vincolati dell’area destinata a parco, l’ex cavallerizza e le due ex scuderie, mediante un intervento di restauro e recupero con l’inserimento di nuove funzioni compatibili con l’impianto originario degli stessi. Più nel dettaglio le nuove funzioni sono state definite sia per la posizione che per la tipologia edilizia e sono le seguenti: • destinazione espositiva e museale nell’ex cavallerizza; • destinazione a servizi e ristorazione nella ex scuderia
con la previsione di ricostruire parte del volume originario abbattuto durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale; • destinazione civica e per associazioni della seconda ex scuderia. UNA NUOVA PIAZZA PER CORSO MILANO Elemento di particolare interesse rispetto al sistema bastionato è la valorizzazione di Porta Savonarola con un intervento di revisione dell’area quale elemento di connessione fra il sistema bastionato, il nuovo sistema parco e la modifica della viabilità conseguente alla nuova linea SIR2. Si individua come intervento qualificante di uno degli ingressi principali al centro di Padova mediante: Nelle foto, il vicesindaco Andrea Micalizzi, il soprintendente Vincenzo 1. Chiusura di via Orsini. 2. Eliminazione dell’attuale Tinè e il sindaco Sergio Giordani alla presentazione del masterplan rotonda posta in corrispon- per l’area dell’ex Caserma Prandina denza di via Orsini-via Raggio e i rendering del Parco delle Mura di Sole. di San Benedetto
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La città che cresce
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che mira alla realizzazione del Parco delle Mura di San Benedetto
masterplan che rivoluzionerà la Città con attenzione a cultura, sociale e sport Il piano prevede una riqualificazione da attuare mediante la realizzazione di una “infrastruttura verde inclusiva” per la valorizzazione del centro storico e delle mura rinascimentali di Padova
Sintonizzati sul futuro. 3. Nuovi percorsi ciclopedonali. 4. Piazza funzionale a Porta Savonarola ed al nuovo spazio espositivo nell’ex Cavallerizza. GIORDANI: “UNA GRANDE AREA VERDE PER LA PRANDINA E LE MURA” Il sindaco Sergio Giordani sottolinea: “Sono molto soddisfatto del lavoro fatto, con la Soprintendenza qui a Padova con il dott. Tinè e a Roma col Ministero: è stato un lavoro difficile e molto complicato, ha richiesto molto tempo, però penso sia veramente molto bello. Infatti non parliamo più di ex Caserma, ma di Parco delle Mura San Benedetto, perché eliminando Via Orsini e ricucendo gli spazi della Prandina con le Mura otteniamo una grandissima area verde. Oggi come oggi la superficie permeabile è circa del 60%, del totale quando avremo realizzato il nuovo Parco questa percentuale salirà all’80%. Nell’area dell’ex Caserma saranno mantenuti solo i tre edifici vincolati, tutto il resto sarà abbattuto: come dicevo prima, Via Orsini sarà eliminata, tolto l’asfalto e inglobata nel Parco insieme alle Mura, con l’eccezione della porzione iniziale di accesso al parcheggio previsto nella parte più a sud dell’area.
Una parte delle risorse necessarie è già disponibile, circa 5 milioni di euro, 3,5 milioni dei quali dalla Regione attraverso un Por Fesr”. MICALIZZI: “UN CENTRO PIÙ BELLO, VIVIBILE E SOSTENIBILE” Il vicesindaco Andrea Micalizzi spiega: “Oggi consegniamo ai cittadini un luogo che allarga il Centro e lo rende più bello, più vivibile e soprattutto più sostenibile. L’area è molto grande e richiede un investimento economico importante, ma abbiamo già messo nel bilancio 2024, 4 milioni di euro che servono a realizzare il primo stralcio. Cosa faremo: realizziamo la parte che corre lungo le Mura. Il primo appuntamento sarà, già a gennaio il passaggio a doppio senso di marcia di Via Volturno, perché nel tempo Via Orsini sparirà e tolto l’asfalto diventerà un pezzo di parco. Un elemento comunque già definito chiaramente dal masterplan è la Piazza che si apre su Corso Milano. Questa è la grande novità del dibattito sulla ex Prandina. Fino adesso si è discusso di parco, di parcheggio e di mura, ma mai l’attenzione di era concentrata sull’area di ingresso su Corso Milano. La grande piazza cambierà i confini e gli spazi del Centro Storico”.
TINÈ: “A PADOVA UN LUOGO PER RACCONTARE LA STORIA DELLA CITTÀ” Il Soprintendente Vincenzo Tinè commenta: “E’ un progetto condiviso tra Comune e Soprintendenza che è l’Ente di tutela, recependo le osservazioni di tante Associazioni padovane, comitato Mura prima di tutte e altre che sono sempre state molto sensibili su questi temi e che hanno in qualche modo stimolato sia la parte politica che la parte amministrativa e tecnica a una risposta pronta esauriente che credo possa centrare le aspettative di quasi tutti. Mi piacerebbe che a Padova si realizzasse un obiettivo che è fondamentale per tutte le grandi città d’arte, cioè un luogo dove si racconti la storia della città, a prescindere dagli oggetti più o meno casuali che possono essere stato raccolti nei secoli dai Musei Civici, e forse alla Prandina, in uno dei tre edifici dove è prevista proprio questa funzione museale, sarebbe possibile realizzare questo “museo della città” che in maniera molto semplice e generalista illustri la storia della città e quindi aiuti anche i i turisti a costruire un percorso di visita attraverso i vari musei che a Padova sono tantissimi e importanti”.
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Muoversi in città
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Mobilità. Il vicepresidente della Provincia Vincenzo Gottardo illustra le novità del servizio
Trasporto pubblico, l’ora della svolta: in arrivo investimenti per 90 milioni R
endere quanto più possibile efficiente, funzionale, ecologico e sostenibile il Trasporto Pubblico Locale per incentivare i cittadini ad un maggior utilizzo. È l’obiettivo perseguito da Vincenzo Gottardo, vicepresidente della Provincia di Padova con delega ai Trasporti, attraverso un’analisi dell’impegno degli Enti Pubblici e delle criticità del settore per individuare le migliori soluzioni. Il Trasporto Pubblico è sottoposto a continui cambiamenti, si diversificano le esigenze e le abitudini, ma è anche un settore al quale le Istituzioni dedicano un’attenzione costante. L’attenzione rivolta al Trasporto Pubblico Locale a livello provinciale, regionale e nazionale, è davvero una priorità e gli Enti Pubblici stanno dimostrando tutto l’impegno per affrontare le difficoltà a livello economico, organizzativo e gestionale in modo sistematico per trovare le migliori soluzioni sia sotto il profilo tecnico che finanziario. Quali sono le novità positive? Le novità positive sono che finalmente è stato effettuato dal Governo il riparto a livello nazionale delle maggiori risorse messe a disposizione per il Fondo Nazionale dei Trasporti. Ciò significa che, rispetto ai 190 milioni di euro stanzianti dallo Stato, alla nostra Regione vengono destinati oltre 15 milioni che, di conseguenza, per il nostro bacino si traducono in circa 2 milioni e 300mila euro. Voglio ricordare che la Provincia di Padova è l’unica realtà in Veneto
ad avere un contratto firmato a seguito di gara che prevede il riconoscimento del tasso di inflazione al concessionario. I fondi stanziati dal Governo ci consentono quindi di corrispondere a Busitalia il tasso di inflazione programmato. A queste risorse statali, si aggiungono i 14milioni 700mila euro che ha messo a disposizione la Regione con l’assestamento di bilancio approvato tra settembre e ottobre. Di questi, ne sono stati riconosciuti alla Provincia e al Comune di Padova 2milioni e 200mila euro per colmare le criticità e i maggiori costi che hanno colpito negli ultimi anni le aziende di trasporto per le problematiche legati al Covid e all’aumento dei costi energetici e del carburante. Per l’anno 2022 inoltre, lo Stato ha riconosciuto dei ristori per maggiori costi di energia e carburante destinando al bacino di Padova circa 3milioni e 100mila euro. È inoltre in programma una delibera di Giunta Regionale che dovrebbe essere approvata entro l’anno in corso, che va a ripartire un’ulteriore quota di ristori statali. Stiamo parlando di un primo riparto di 350 milioni di euro a livello nazionale che a livello locale dovrebbe tradursi intorno ai 6 milioni di euro. Il Governo ha stanziato ulteriori 500milioni di euro che dovrebbero venire ripartiti antro la primavera del 2024. Se ipotizziamo le stesse percentuali, la quota che percepirà BusItalia si aggirerà intorno ai 10-12 milioni di euro. Le risorse stanziate, in tutto 90 milioni di euro per Busitalia,
Vincenzo Gottardo, vicepresidente della Provincia di Padova
dimostrano che il governo centrale e gli enti pubblici fanno il possibile per venire incontro alla situazione deficitaria in cui versano le aziende di trasporto. A questo punto auspichiamo un impegno altrettanto energico da parte del concessionario perché le risorse arrivate e quelle che sopraggiungeranno con certezza sono decisamente importanti e non si potrà certo continuare a dire che la situazione è catastrofica. Tutti gli impegni da parte degli enti pubblici sono stati quindi mantenuti? Infatti è proprio così, ed ora è importante che il Concessionario dimostri con azioni concrete un cambio di rotta nell’erogazione del servizio, non solamente per quanto riguarda gli aspetti legati al confort, al cambio dei mezzi, all’info mobilità, alla tecnologia, ma anche per garantire una regolarità nel servizio impegnandosi il più
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possibile nell’avviare percorsi di assunzione del personale di guida. Solo in questo modo riusciremo a ritornare ai livelli di servizio in termini di chilometri e percorrenza per rispondere alla necessità del nostro bacino e garantire risposte concrete a tutte le richieste manifestate dal territorio. Ci aspettiamo quindi da parte del concessionario un importante impegno ed il contrasto all’evasione tariffaria, perché credo che sia sotto agli occhi di tutti che i mezzi viaggiano sempre con un numero elevato di passeggeri. A tali numeri di utenza però non corrispondono i rientri tariffari. Ciò vuol dire che l’evasione è ancora elevata e il rammarico principale è che il concessionario non sia in grado di fornire dati certi rispetto all’evasione tariffaria e ai carichi effettivi degli utenti a bordo delle singole corse. Due aspetti fondamentali che consentirebbero di far ripartire il
servizio con maggiore regolarità e disponibilità, reinvestendo una quota sia per aumentare il numero degli autisti, riconoscendo loro un miglioramento del contratto, ma anche per poter perseguire con maggiore incisività l’obiettivo dell’innovazione. Quali sono gli obiettivi sui quali state lavorando? Con BusItalia stiamo attuando politiche di riorganizzazione dei servizi, analizzando ogni corsa con le diverse esigenze per ciascuna fascia oraria in modo da calibrare quanto più possibile il servizio alle esigenze dei cittadini. Stiamo lavorando inoltre per il rinnovamento della flotta dei mezzi ecosostenibili che sono dotati dei più alti standard di efficienza, affidabilità e sicurezza e consentiranno a Padova e provincia di compiere un significativo passo verso un trasporto pubblico più sostenibile. Roberta Zago
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Tram
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Il riconoscimento. Da Roma in arrivo altri fondi, i progetti di Padova piacciono al Ministero
Anche il Sir3 tra i progetti del Pnrr Ora si punta ad arrivare fino a Legnaro Complessivamente la realizzazione della seconda linea richiederà un totale di 86 milioni di euro, di cui 62,5 milioni saranno forniti dal Pnrr
I
l finanziamento del Pnrr supporterà anche la realizzazione della linea Sir3, il secondo percorso del tram in fase di costruzione che collegherà Piazzale della Stazione a Voltabarozzo. Questo progetto si unisce al Sir2, la terza linea da Rubano a Vigonza, già designata come beneficiaria dei fondi europei e in procinto di avviare i lavori entro la prossima primavera. L’orientamento del Ministero delle Infrastruttura ha riguardato una redistribuzione dei fondi, indirizzandoli verso progetti più avanzati. “Si tratta del riconoscimento del grande lavoro svolto fino ad ora anche nell’ambito del Sir2, in sinergia tra Comune e Aps Holding – commenta il presidente di APS Holding Giuseppe Farina –. La proposta del Ministero si basa sulla capacità sin qui dimostrata di osservare scrupolosamente i termini assegnati e di rispettare puntualmente il cronoprogramma dei lavori”. In effetti, i 56 milioni di finanziamenti ministeriali garantiti a Padova per il Sir3 nel 2017 saranno inclusi nel Pnrr, beneficiando inoltre di un ulteriore contributo di 6,5 milioni per affrontare i costi aggiuntivi derivanti da questa decisione. Va considerato anche il contributo di 24,5 milioni proveniente dal Fondo opere indifferibili destinato a coprire gli aumenti dei prezzi delle materie prime. Com-
plessivamente, dunque, la realizzazione della seconda linea richiederà un totale di 86 milioni di euro, di cui 62,5 milioni saranno forniti dal Pnrr. Ma i finanziamenti non finiscono qui. Sono stati riconosciuti altri otto milioni per l’adeguamento dei mezzi esistenti da tre a quattro casse. La scelta di ripartire i fondi Pnrr privilegiando Padova è dovuta al fatto che la città è tra le città virtuose, perfettamente in linea con i cronoprogrammi. Soddisfatto il sindaco Sergio Giordani per il consistente finanziamento concesso dal Governo. “Questo sostegno conferma il nostro impegno costante nel cercare ogni singolo euro disponibile per favorire lo sviluppo di Padova, lavorando a stretto contatto con il Governo e la Regione – commenta il primo cittadino –. Abbiamo proposto opere e iniziative che hanno attraversato negli anni sette governi di colore diverso e data la serietà delle iniziative tutti ne hanno riconosciuto l’importanza, offrendo alla città grande attenzione. Quarto ed ultimo: oltre al grande progetto Smart con le due nuove linee, le padovane e i padovani che da anni già apprezzano il servizio tram potranno beneficiare di più comfort e, in futuro, anche di una grande opera di riqualificazione generale dell’intera tratta Arcella – Guizza” Per quanto riguarda il Sir2,
I rappresentanti del Comune di Padova e di APS Holding al cantiere del Sir3
il finanziamento totale ammonta a 335 milioni di euro, di cui 238 milioni provengono dal Pnrr e altri 97 milioni dal finanziamento statale. Il completamento dell’intero sistema Smart comporterà un costo complessivo di 415 milioni di euro, di cui 300,5 milioni saranno coperti dal Pnrr. Il sistema SMART potrà quindi contare su più mezzi che anziché da 25 metri saranno di 32 metri, questo significa che, da una capienza di 210 persone, arriviamo a oltre 270. La linea Sir3 è già stata progettata con fermate adeguate ai mezzi a 4 casse, con questo finanziamento il comune potrà contare da subito contare su più mezzi più grandi. “Va detto che il nostro impegno è anche quello di individuare fondi per adeguare tutta la linea Sir1 ai mezzi a quattro casse, sostanzialmente allungando le banchine di fermata
– ha commentato l’assessore alla Mobilità, Andrea Ragona –. Dobbiamo iniziare a cambiare il nostro modo di pensare alle linee di tram non come tre linee distinte ma come un unico sistema e poter contare su più mezzi a quattro casse significa poter offrire da subito un servizio più efficiente”. Linea, quella del Sir3, che potrebbe allungarsi fino a Legnaro e al polo universitario di Agripolis. Il prolungamento è parte del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile della CO.ME.PA. - Conferenza Metropolitana di Padova. Il complesso scientifico di Agripolis è un polo attrattivo da cui si spostano quotidianamente migliaia di persone. Infatti, oltre a svariati laboratori e dipartimenti universitari, ospita l’Ospedale veterinario, l’Azienda agraria sperimentale, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, e l’a-
genzia regionale Veneto Agricoltura (ora Agenzia Veneta per I’Innovazione nel Settore primario). Un atto formale che sancisce la collaborazione tra gli Enti al fine di mettere in campo tutte le azioni possibili per l’allungamento della tratta. Tra obiettivi preposti, quello di essere pronti con la documentazione per partecipare alla richiesta di finanziamento dell’opera, previsto per l’inizio del prossimo anno. La progettazione di fattibilità tecnica ed economica per l’allungamento della tratta del Sir3 è in corso, grazie ad un finanziamento ministeriale di circa 750.000 euro. Per l’Università, si tratta della realizzazione di un sogno a lungo coltivato, mentre per i comuni interessati rappresenta una svolta significativa per lo sviluppo del territorio circostante. Sara Busato
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Infrastrutture
L’intervista. Facciamo il punto con Diego Galiazzo, Responsabile unico del procedimento del Sir2 e Sir3
“Nuove linee tram, il maxi investimento rivoluziona il modo di muoversi in città” “Per i cantieri dovremo prestare molta attenzione e intensificare il dialogo già avviato con le associazioni di categoria per impattare il meno possibile sulle attività economiche interessate” Il Comune di Padova sta lavorando alla realizzazione di due nuove linee tranviarie che, con l’esistente, andranno a formare il sistema SMART: la linea Sir3 Stazione - Voltabarozzo e la linea Sir2 Rubano - Vigonza. La prima è già in fase di costruzione, mentre per la seconda sono stati recentemente appaltati i lavori. Facciamo il punto della situazione con Diego Galiazzo, Responsabile Unico del Procedimento (RUP) del Sir3 e del Sir2. Ingegner Galiazzo, Padova sta per affrontare un cambiamento epocale: due nuove linee tranviarie che rivoluzioneranno il modo di muoversi in città. Un investimento, grazie al PNRR, che non si era mai visto nel nostro territorio per un’opera del genere. Esattamente: parliamo di quasi mezzo miliardo di euro, un investimento unico nel panorama del nord est: 35 km di rotaia, un sistema interoperabile (grazie all’impiego della stessa tipologia di mezzo), tre infrastrutture sulle quali potranno correre 8 linee di trasporto: significa che da ogni capolinea si potrà raggiungere ogni punto della città senza cambiare mezzo, con una significativa riduzione del traffico e dell’incidentalità, per non parlare dell’inquinamento. Il Sir 2 Rubano-Vigonza è da subito entrato nel PNRR, mentre è notizia di pochi giorni fa che, in virtù del buon lavoro svolto da Padova finora, il Governo, in fase di ripartizione dei fondi non spesi del PNRR, ha deciso di inserirvi anche il Sir3 Stazione - Voltabarozzo, già in fase di costruzione. Si tratta di un’ot-
tima notizia per Padova, non solo perché riconosce appunto il lavoro fatto fin qui, ma perché significa poter contare su fondi e tempistiche certi per far fronte all’aumento prezzi. Non solo, il Governo ha concesso a Padova anche ulteriori 8 milioni per adeguare i mezzi che viaggeranno sulla futura linea Sir3 da tre a quattro casse. Significa mezzi più lunghi e più capienti, che permetteranno da subito di avere un servizio più efficiente. Anche in prospettiva di un futuro prolungamento verso Legnaro. Quindi il Governo ha riconosciuto l’importanza dell’opera e del sistema SMART. Il 31/12 era una data chiave per le opere PNRR, ora quali sono le scadenze da rispettare? Entro il 31 dicembre 2023 bisognava appaltare i lavori per tutte le opere inserite nel PNRR e con il Sir2 Rubano Vigonza abbiamo rispettato perfettamente la tempistica, inserita nel cronoprogramma, e prima della fine del 2023 abbiamo affidato sia l’appalto integrato dei due lotti di lavori per la costruzione che i servizi di Project management office, Direzione lavori e coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione. Con l’inizio dell’anno partirà la progettazione esecutiva, partiranno anche le opere propedeutiche e con la primavera daremo il via ai cantieri veri e propri della linea Rubano - Vigonza, verso la prossima scadenza importante, ovvero quella del 30 giugno 2026, nel corso del quale dovremo aver completato le opere. Con l’ingresso della linea Sir3 in PNRR La stessa scadenza vale per la linea Stazione - Voltabarozzo, sulla quale però i lavori sono già partiti. Non è una sfida facile…. No, non lo è. Quello del 2026 è un obiettivo che possiamo raggiungere solo con un grande lavoro di squadra tra tutti i protagonisti coinvolti: i vertici e lo staff tecnico di APS, del Comune di Padova, gli enti del territorio, le imprese e soprattutto la cittadinanza, proseguendo come fatto finora tenendo ben a mente l’obiettivo:
L’ingegner Diego Galiazzo, dirigente Aps e Responsabile unico del procedimento (Rup) del tram
una Padova più sostenibile ed europea. A che punto siamo con i lavori? Per quanto riguarda la linea Sir3, attualmente numerosi i cantieri attivi e dopo aver completato la piattaforma nell’area dell’ex liceo Cornaro, abbiamo avviato i lavori del nuovo ponte di Voltabarozzo, l’opera più imponente di tutto il sistema: 810 tonnellate d’acciaio sulle quali correrà il tram ma anche una pista ciclabile larga tre metri e appositi percorsi ciclopedonali. Si sta lavorando anche a Voltabarozzo nell’area che sarà il futuro capolinea / parcheggio scambiatore, e abbiamo avviato non solo la realizzazione della piattaforma a fianco passeggiata bianchini ma anche i primi cantieri per la piat-
taforma tranviaria su strada, in via Gozzi. Per la linea Sir2 invece con l’inizio dell’anno partiranno le operazioni propedeutiche, come le bonifiche belliche e archeologiche. Con la tarda primavera contiamo di dare il via ai cantieri veri e propri. E tutti questi cantieri come saranno organizzati? Stiamo organizzando il lavoro in maniera tale da poter lavorare in più cantieri contemporaneamente creando meno disagi possibili. Una progettazione esecutiva per step, in maniera da ottimizzare i tempi, e un grande lavoro di coordinamento con le imprese ci consentiranno di intervenire contemporaneamente su più punti, come già stiamo facendo con il Sir3. Operativamente l’obiettivo è quello di suddivi-
dere il lavoro in microcantieri che abbiano meno impatto possibile sulla mobilità ordinaria, ma è chiaro che un’opera del genere non si costruisce con queste scadenze comporterà qualche disagio dovuto a possibili e temporanee chiusure stradali supportate da viabilità alternative. Quali saranno i punti più delicati? Sicuramente quando arriveremo ad intervenire sul centro cittadino, dalla stazione a oltre Corso Milano, dovremo prestare molta attenzione e intensificare un dialogo già avviato con tutte le associazioni di categoria per impattare il meno possibile anche su tutte le attività economiche che saranno interessate. Ma anche via Venezia e via Chiesanuova sono punti strategici sui quali dovremo mettere molta attenzione nel progettare le cantierizzazioni e sicuramente il tratto di ponte di Brenta che verrà particolarmente attenzionato. Per il Sir3 invece, oltre al nuovo ponte di Voltabaorozzo, gli ospedali saranno un nodo cruciale. E dopo il 2026? Visto la domanda presente nella linea attuale, di certo verrà avviata una progettazione per rivedere tutta la linea Sir1, adeguando le fermate e ammodernando i mezzi con la quale aderire ad un prossimo bando ministeriale. Ma dopo il 2026, mentre Padova potrà godere del nuovo sistema SMART e Rubano e Vigonza potranno beneficiare del collegamento diretto con la città, lavoreremo all’allungamento delle linee nei comuni limitrofi. Verso Ponte San Nicolò e Legnaro è già in corso una prima progettazione mentre il comune di Vigonza ha individuato dove realizzare il capolinea inoltre il nostro Piano Urbano di Mobilità Sostenibile prevede l’allungamento del sistema anche verso Albignasego, Vigodarzere,… L’obiettivo è quello di un sistema capace di servire tutta l’area metropolitana, nell’ottica di costruire quella Grande Padova che esiste già nei fatti e che ha bisogno di infrastrutture all’altezza.
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Alloggi studenteschi
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Servizi universitari. Il nuovo polo dedicato alle scienze economiche e sociali
La Caserma Piave passa all’Università Sorgerà il nuovo campus PiaveFutura U
A sinistra, rendering del campus PiaveFutura; sopra, il momento della firma della cessione
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n’ex area militare in disuso si trasformerà in un nuovo polo dell’Università di Padova. La caserma Piave è passata ufficialmente sotto la proprietà dell’ateneo padovano. La cessione dell’area in pieno centro storico permetterà all’ateneo, previa ristrutturazione e adeguamento degli edifici già esistenti, di ampliare gli spazi a disposizione per uffici, ricerca e didattica. Un momento che rappresenta il culmine di un percorso avviato nel 2017 con la firma di un accordo fra Università, Demanio, Ministero della Difesa e Comune. Grazie a questo accordo, l’ex caserma è stata ceduta all’ateneo in cambio della creazione di alloggi destinati al personale militare presso la caserma “Salomone”, sede del Comando Forze Operative Nord. L’iniziativa darà vita al Campus PiaveFutura, un nuovo polo dedicato alle scienze economiche e sociali. L’ultima fase del processo prevede, infatti, la realizzazione degli spazi ipogei, parte integrante del progetto sviluppato dallo studio d’ingegneria Steam di Padova in collaborazione con l’archistar britannica David Chipperfield. “Il progetto ridà vita a uno spazio all’interno della città – ha detto la rettrice Daniela Mapelli – ma che resterà in dialogo continuo con il tessuto urbano permettendo ai cittadini di passeggiarvi all’interno e di sostare nelle aree comuni. Sono operazioni in cui noi crediamo moltissimo, anche in termini di sostenibilità: infatti in questi anni non abbiamo mai costruito su spazi vuoti bensì siamo andati a rivalorizzare e rivalutare aree già presenti nel nostro territorio”. Il nuovo Campus PiaveFutura migliorerà il servizio agli studenti, razionalizza la logistica, creerà campus tematici, centralizzerà i servizi, all’insegna della sostenibilità e della riduzione della spesa, con un’importantissima riqualificazione urbana. Per la ristrutturazione della caserma è programmata una spesa di 90 milioni di euro, di cui 50 provengono da finanziamenti ministeriali. Dal punto di vista architettonico, l’aspetto distintivo del
progetto vincitore, selezionato tra altri nove finalisti, è rappresentato da una struttura ovale collocata al centro dell’ex presidio militare. Questo elemento richiama l’anello interno dell’Isola Memmia, situata a Prato della Valle. Con il passaggio formale, l’Università è ora in grado di avviare le procedure di gara per l’appalto dei lavori. Questi interventi seguiranno le fasi preliminari già in corso da diversi mesi, durante le quali è stata effettuata la bonifica di una porzione di terreno dove sono state individuate cisterne di gasolio. Il progetto di trasformazione dell’area, che occupa 51mila metri quadrati, di cui 27.500 dedicati agli edifici, prevede la realizzazione di aule didattiche capaci di ospitare circa 4mila studenti, mille posti tra spazi di studio e biblioteche e circa 600 posti per uffici e studi docenti. Il progetto include anche aree destinate al tempo libero e alla ristorazione. Attenzione anche alla mobilità sostenibile. “È un progetto che è stato pensato anche da un punto di vista dell’integrazione con le esigenze di mobilità sostenibile all’interno della città – ha sottolineato il direttore generale dell’Università, Alberto Scuttari – questo flusso di persone, infatti, non produrrà un accumulo di automobili o di mezzi in maniera disordinata, perché il progetto prevede anche più di 200 posti auto interrati, 120 posti per parcheggi moto, 1.500 posti per parcheggi di biciclette e monopattini”. Sara Busato
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NonSoloSport. Festeggiato il trentennale della catena di negozi, con 27 punti vendita in regione e 60 in tutt’Italia
L’azienda da sempre sostiene lo sport padovano e praticamente da sempre è partner della Pallavolo Padova. “Quella tra NonSoloSport e Pallavolo Padova è una collaborazione storica, abbiamo sempre avuto feeling con questa società e questo sport ci appassiona tutti, ne condividiamo i valori”
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Veneto24 passa al sistema di ultima L’azienda da sempre sostiene generazione DAB che permette di ascoltare anche lo sport padovano e praticaradio con una qualità audio perfetta. mente la da sempre è partner
onSoloSport è un nome, un’insegna che un po’ tutti conoscono, sportivi e non. Ma non tutti forse sanno che dietro questo nome c’è una grande eccellenza veneta. La catena di negozi di articoli sportivi ha radici ben solide nel padovano, dato che nacque 30 anni fa proprio nella Città del Santo, in via Venezia. Da allora è cresciuta costantemente arrivando a contare 60 negozi dal Nord al Sud e recentemente ad “aggredire” anche il centro Italia, con l’apertura simbolica di Roma.
della Pallavolo Padova. “Quella tra NonSoloSport e Pallavolo Padova è una collaborazione storica, abbiamo sempre avuto feeling con questa società – racconta infatti Mario Fattoretti, area marketing di NonSoloSport -. Ed è una cosa che a noi fa onore. Ci fa davvero piacere portare avanti questa sinergia, con risultati degni di una buona collaborazione. La pallavolo è sempre stata una delle attività sportive che seguiamo di più e anche quella più praticata da parte dei collaboratori all’interno dell’azienda”. “Questo è ancora uno sport con dei valori diversi, come il rugby che è un’altra realtà che appoggiamo su Padova” aggiunge Valentina Fantin, area manager dell’azienda. Il 2023 per NonSoloSport è stato un anno impegnativo, sia per le celebrazioni del trentennale sia per le nuove aperture. Due fronti che hanno saputo dare in entrambi i casi grandi soddisfazioni. “Quest’anno è stato sicuramente impegnativo – prosegue Fantin -, dedicato allo sviluppo, con diversi negozi aperti sia nella piazza di Padova ma anche fuori regio-
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ne: siamo arrivati a Roma, alla Sicilia e abbiamo continuato il nostro sviluppo in tutta Italia”. Nel 2024 al momento non sono previste nuove aperture dopo lo sprint di quest’anno, ma non si può mai dire l’ultima parola: “La nostra è certamente una realtà molto dinamica e forse questo è uno dei nostri segreti, per cui non escludiamo che possano arrivare anche nuovi punti vendita”. Solo in Veneto attualmente se ne contano 27, con 235 dipendenti solo in regione. In occasione dei 30 anni, NonSoloSport ha voluto dedicare un evento alla “sua” città, organizzando in Prato della Valle una giornata dedicata alla pallavolo, grazie alla disponibilità di Pallavolo Padova. “Siamo stati molto soddisfatti – racconta Fattoretti -, non solo per l’evento in sé, ma anche perchè in quell’occasione un ragazzino ha partecipato a delle prove con i giocatori della prima squadra, è stato poi portato agli allenamenti in palestra e alla fine è stato tesserato proprio con Pallavolo Padova. Ascolta Questa per noi è una storia bellissima, a conferma del fatto che la pallavolo sa ancora conquistare. E poi lo devo am-
mettere: noi stessi la viviamo in maniera molto passionale internamente, infatti seguiamo i risultati e siamo presenti costantemente, più che con gli altri sport se devo essere onesto”. Guardando al futuro, NonSoloSport pensa in grande: “L’obiettivo è di coprire le regioni mancanti – spiega Fantin -. Continuare a crescere è fondamentale perché accontentarsi adesso non avrebbe senso. E poi promuovere altri eventi come quello di quest’anno, visti gli ottimi risultati”. “Mi preme dire che NonSoloSport è un’azienda sensibile e sempre pronta ad affiancare il
sociale – conclude Fattoretti -. Tutti gli eventi che noi abbiamo organizzato avevano uno scopo benefico. Anche quest’anno abbiamo riproposto una corsa alla quale teniamo tanto, che è la “NonSoloSport race” e tutto il ricavato è stato donato in beneficenza a due onlus del territorio. Questo da sempre, perché noi siamo sempre pronti ad aiutare e disponibili”.
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Minoranza
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L’intervista. La parola al capogruppo della lista Peghin, all’opposizione in Consiglio comunale
Cruciato boccia il tram: “Una calamità, su viabilità e sicurezza all’anno zero” “Abbiamo un’idea diversa di città. A partire da questo però, il rammarico è la mancanza di collaborazione e confronto. Forte della maggioranza, l’attuale Giunta non accoglie la voce dei cittadini, dei Comitati, tantomeno dei consiglieri di minoranza”
C
onsigliere Roberto Cruciato, lei è il nuovo Capogruppo della lista Francesco Peghin Sindaco, il gruppo più numeroso dell’opposizione in Consiglio Comunale. Qual è il suo bilancio della situazione in città? Il tram sarà una calamità, oltre a tutti i soldi che stanno buttando via. L’unica cosa visibile e tangibile è l’estremo disagio che sta causando a quanti vivono e lavorano a Padova, non oso pensare cosa sarà quando entrerà in funzione. Sul tema viabilità e sicurezza siamo all’anno zero, la Giunta ha la finalità ideologica che le auto non devono transitare, tantomeno per raggiungere il centro storico. Non sono stati creati parcheggi adeguati e in questo modo si ostacolano anche le attività commerciali. Se si intende utilizzare il tram o i mezzi di trasporto, che sono sempre congestionati, i tempi di spostamento diventano biblici. Non oso pensare cosa ne sarà del traffico in alcune zone critiche della città come Corso Milano o via Morgagni quando entrerà in funzione il tram. Oltre ad essere un mezzo obsoleto, distruggerà il tessuto economico di alcune aree della città. Interporto ha già incorporato Magazzini Generali e ora è scattato il piano per la fusione con la ZIP.
La ZIP negli anni ’60 incarnava il fiore all’occhiello della città, ha pianificato a livello urbanistico tutto il quadrante di Padova Est della zona industriale. Ora la differenza con la zona Nord, gestita dal Comune è evidente, sia per le lottizzazioni che per la viabilità. Quando c’era la ZIP si pianificava, si dialogava. Al di là delle appartenenze politiche l’obiettivo principale era proprio quello di cercare di progettare al meglio aree strategiche come quella industriale. Ora il Comune ha messo in liquidazione la ZIP e non è certo una strategia positiva. C’è di più: il Piano degli Interventi, assieme al Regolamento Edilizio più restrittivo, hanno complicato notevolmente la situazione, sono aumentati gli oneri di urbanizzazione e quelli di segreteria e i tempi per ottenere un atto dal Comune di Padova sono diventati eterni. E’ quanto riportano professionisti e Ordini Professionali che, nonostante si trovino quotidianamente di fronte a situazioni che paralizzano la loro operatività, sono silenziosi nei confronti dell’Amministrazione. Intanto per l’approvazione di un progetto serve anche un anno. Molti cittadini si lamentano del traffico intenso in città. Se penso ad un padre di fa-
miglia che al mattino deve accompagnare a scuola un figlio, per poi recarsi al lavoro, deve calcolare un tempo infinito. Quando un’Amministrazione programma degli interventi, li deve pianificare attentamente prevedendo contemporaneamente soluzioni alternative, altrimenti la città si paralizza, come stiamo vedendo ormai da mesi. Sono temi sui quali le Consulte di Quartiere insistono e come opposizione li abbiamo più volte evidenziati in Consiglio Comunale, ma ogni appello resta inascoltato. Cosa ne pensa della sicurezza? Siamo saliti agli onori della cronaca nazionale, non tanto per meriti, quanto per la situazione di degrado, spaccio e pericolosità che si vive a Padova, soprattutto in alcune zone della città, come quella a cinquanta metri dalla sede della Polizia Municipale, dove regnano indisturbati spacciatori e malviventi. E’ un tema che non viene preso debitamente in considerazione. Parliamo di verde pubblico. E’ sotto agli occhi di tutti che stanno abbattendo alberi a destra e sinistra. Altrettanto però non possono fare i privati nei loro giardini. La situazione è paradossale e a volte la gente è disposta a rischiare le sanzioni piuttosto che attendere il nulla osta del Comune.
Il capogruppo all’opposizione, Roberto Cruciato
Cosa prevede per le elezioni provinciali e quelle europee? Le elezioni in Provincia sono di fatto già definite in quanto il voto “pesato” dei 21 consiglieri di maggioranza della città di Padova, decreta già il risultato. Quindi anche chi lavora per il territorio in modo più ampio, difficilmente avrà possibilità di competere. Considerando che in primavera ci saranno anche le elezioni europee, credo sia necessario che la coalizione di Centro Destra si metta intorno a un tavolo, indipendentemente da quello che sarà il risultato, per dare un messaggio unico e condiviso.
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Maggioranza e Opposizione hanno un’idea diversa di città. A partire da questo però, il rammarico è la mancanza di collaborazione e confronto. Forte della maggioranza, l’attuale Giunta non accoglie la voce dei cittadini, dei Comitati, tantomeno dei consiglieri di minoranza. Non ci interessa fare polemiche ideologiche, vogliamo portare delle proposte, perché come gruppo consiliare siamo dei civici, ma il silenzio del sindaco e le sue numerose assenze in Consiglio non sono un messaggio positivo. Ricordo che il dialogo è sempre il sale della democrazia.
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Tecno Crane è un’azienda generazione DAB che permette di ascoltare anche loro l’opportunità di mostrare ancora una volspecializzata nell’assistenza, la ta che, come recita con il loro motto, sono “pronti radio una qualità audio perfetta. per ogni impresa”. vendita e noleggio gru edili. Fondata nel 2008, l’impresa Gli anni successivi sono caratterizzati da altre grandi soddisfazioni. L’impresawww.veneto24.it si amplia e si ha saputo crescere e trasforma da snc a srl, rinnovando anche la affermarsi nel settore, propria immagine per trasmettere al meglio la propria comprovata professionalità. Il parvantando collaborazioni a co macchine si allarga sempre di più e arriva progetti importanti e GAPO, il semovente motorizzato che rivoluziona la movimentazione di gru automontanti Nel frattempo, Tecno Crane presta molta contando, oggi, su un parco di risparmiare tempo e risorse. attenzione anche ai valori che esprime. Tra macchine di oltre 140 mezzi permettendo Anche le gru in casa Tecno Crane aumentano tutti, la sicurezza sul lavoro e la forza della e viene dato il benvenuto alla prima Raimondi squadra, il motore trainante che si nasconde e 20 dipendenti. Una storia di passione e successi che inizia 15 anni fa con un sogno imprenditoriale. Nicola Pizzeghello, dopo tanti anni da dipendente nel settore, decide di mettersi in proprio e dare vita a Tecno Crane. Insieme a lui, si uniscono in questa nuova avventura Massimo Zacchello e Alberto Fior, come soci. Già il nome Tecno Crane, chiaro riferimento al settore di attività, suona di respiro internazionale e trasmette tutta l’ambizione con cui è nata. Sin da subito si distingue per la qualità del lavoro e la professionalità del suo team. Tra i primi progetti, spicca il montaggio di ben 12 gru per la costruzione del MUSE - Museo delle Scienze di Trento. Un’opera imponente e di grande valore culturale, che ha permesso all’impresa di farsi conoscere e apprezzare.
MRT 159. Una gru a torre dalla grande versatilità e dalle performance di alto livello, proprio il modello utilizzato in occasione della riqualificazione dell’Onda Palace, l’edificio più alto di Padova.
Nel 2010, entra stabilmente nell’organico anche Monica Pizzeghello, sorella di Nicola, con il ruolo di referente principale per l’amministrazione. La sua presenza dà un po’ il via alla crescita del team e ad una forte presenza di donne in Tecno Crane, che contribuiscono ogni giorno con la loro forza al raggiungimenSCARICA L’APP RADIO VENETO24 to di obiettivi sempre più alti. Poco dopo, Tecno Crane ottiene la sua prima commissione all’estero. La squadra, così, vola in Marocco per fornire assistenza ai macchinari del cantiere per la costruzione di un nuovissimo villaggio turistico. Questa esperienza dà
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dietro ogni nuova impresa portata a termine con successo. I montatori partecipano, così, ad un corso di specializzazione per il soccorso in quota tenuto dai Vigili del Fuoco di Padova, innalzando i propri standard di sicurezza. Da grandi amanti dello sport, nascono anche delle partnership con gruppi e associazioni sportive, che meglio trasmettono il valore della squadra unita per raggiungere gli obiettivi, come quello con Pallavolo Padova, la squadra patavina della Superlega Maschile.
Questi primi 15 anni di Tecno Crane, dunque, sono stati caratterizzati da un intenso lavoro di squadra, che ha permesso all’impresa di arrivare sempre più in alto, mantenendo lo sguardo sempre rivolto al territorio, alla sua comunità e al futuro. Siamo certi che Tecno Crane continuerà su questa incredibile strada.
Negli ultimi anni, Tecno Crane ha ottenuto ancora importanti riconoscimenti con la commissione di progetti di grande interesse per il territorio e il futuro. Tra questi, ricordiamo la Cittadella della Salute di Treviso, il nuovo data center per il CINECA a Bologna, che ospiterà Leonardo, uno dei supercomputer ad alte prestazioni del programma europeo EuroHPC. Infine, la già citata sfida dell’Onda Palace nel 2022, con l’assemblaggio di una gru alta 80m.
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Obiettivo quartieri
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Rinnovabili. Dopo le prime adesioni il gruppo nato nella zona sud di Padova si sta allargando
Con un “Guizzo di energia” nasce la Comunità per sfruttare il fotovoltaico “Il nucleo iniziale è composto da famiglie che stanno ricevendo nuove adesioni da altre famiglie, piccole aziende e altre organizzazioni, vuole aprirsi anche ad altri enti”
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sud di Padova sta sorgendo una comunità energetica rinnovabile, e vuole crescere: il nucleo iniziale è composto da famiglie che stanno ricevendo nuove adesioni da altre famiglie, piccole aziende e altre organizzazioni e che vuole aprirsi alle scuole, alle parrocchie, al terzo settore, all’Università per produrre, condividere e utilizzare energia rinnovabile in modo efficiente. È una comunità legata alla cabina primaria della gestione dell’energia: stiamo parlando dei Quartieri della zona sud di Padova, Guizza, Salboro, Crocefisso e la zona ovest di Voltabarozzo, Mandria, Mandriola, Paltana, la parte sud della Sacra Famiglia e della Madonna Pellegrina. La cabina primaria è inoltre la stessa anche di tutto il comune di Albignasego per cui “Guizzo di Energia”, questo il nome della Comunità, potrà essere intercomunale. Il primo nucleo era di 33 famiglie con un Direttivo di cinque persone. Quali sono i vantaggi di una
Comunità energetica rinnovabile (Cer)? “Uno dei costi principali dell’energia è dato dalla distribuzione che spesso costa più della materia prima; la comunità energetica rinnovabile vuole riuscire non solo a produrre, ma anche a mantenere la distribuzione a livello decentrato, fare in modo che la produzione e il consumo di energia avvenga in prossimità – spiega Dario De Re, aderente alla Comunità energetica –. Siamo in attesa dell’approvazione dei decreti che sanciranno la partenza ufficiale delle comunità energetiche”. Con la nuova normativa chi produce energia con i propri panelli solari potrà immettere in rete tutta l’energia che non viene consumata nella propria abitazione; se quest’energia viene consumata all’interno della cabina primaria da altri soci della comunità energetica, per ogni megawat che viene prodotto e consumato verranno riconosciuti circa 110 euro alla comunità energetica. La comunità distribuisce questo incentivo tra chi
Nella foto, Dario De Re, aderente alla Comunità energetica della zona sud di Padova
produce l’energia, tra chi la consuma e alla Comunità. Si aderisce versando cento euro, l’ingegnere che fa da consulente predispone un progetto di fattibilità. “Io ho installato il fotovoltaico tre settimane fa – racconta ancora De Re – un impianto da 4 kilowat. La mia famiglia programma la lavatrice e lavastoviglie dalle 10 alle 14; malgrado questo abbiamo un surplus di energia che non consumiamo perché fino alle quattro la mia famiglia non è in casa. L’ipotesi è che io possa rientrare ogni anno con una cifra di 350-370 euro che mi consente di pagare total-
mente il mio impianto in cinque anni. Il surplus di energia viene ceduto alla Comunità, e una parte dell’incentivo statale viene devoluto a favore del territorio per iniziative a vantaggio degli abitanti della zona interessata. La Comunità Energetica Rinnovabile a Padova è un piccolo esempio di come l’innovazione e la collaborazione possono portare a soluzioni sostenibili e vantaggiose per tutti”. Con la Comunità energetica rinnovabile i cittadini possono investire direttamente negli impianti e ricevere un ritorno sugli investimenti sotto forma di energia più eco-
nomica o persino gratuita. La produzione e la distribuzione dell’energia sono controllate localmente, riducendo la necessità di lunghe linee di trasmissione e minimizzando le perdite energetiche. La Comunità organizza eventi e workshop per educare sui benefici dell’energia rinnovabile e su come ognuno può contribuire. Il progetto mira a sfruttare l’energia del sole, con pannelli sui tetti delle abitazioni, dei condomini e ipotizzando anche una riqualificazione di luoghi che potrebbero diventare preziose fonti di energia.
Meno traffico davanti agli istituti scolastici e una “casetta” per la nuova mensa alla Manin Due progetti riguardano le scuole nel territorio della Consulta 4A di Padova che comprende Città Giardino, Sant’ Osvaldo, Santa Rita, Madonna Pellegrina, Santa Croce e San Paolo: l’ampliamento della mensa alla scuola Manin e le operazioni di riduzione del traffico in prossimità degli istituti scolastici. Per quanto riguarda la scuola Manin verrà realizzata una nuova “casetta” sull’attuale piastra sportiva. La nuova casetta, che ospiterà in futuro la nuova mensa, sarà realizzata con fondi Pnrr secondo i migliori stan-
dard ambientali (con pannelli solari e caldaia a massima efficienza energetica) e avrà una misura di 245 metri quadrati. La mensa attualmente utilizzata dai bambini sarà poi riqualificata come ampliamento della palestra o come spazio polivalente. L’avviso pubblico mirava al finanziamento della costruzione o la ristrutturazione degli spazi delle mense per un totale di almeno mille edifici nel territorio nazionale: il Comune di Padova ha partecipato all’avviso, ottenendo tre finanziamenti per la costruzione di nuove men-
se presso le scuole primarie Muratori, Manin, Rosmini. Per quanto riguarda le strade scolastiche è in vigore la nuova zona scolastica in via Sant’Osvaldo che prevede il divieto di transito alle auto nell’orario di uscita di scuola dei bambini. Un provvedimento ottenuto grazie alla preziosa collaborazione dell’ottavo Istituto Comprensivo di Padova, di molti genitori e abitanti del rione, per favorire gli spostamenti a piedi o in bicicletta e rendere più sicura e vivibile la strada davanti alla scuola. (d.b.)
Diego Buonocore
PROTAGONISTI A NORD EST Sintonizzati Sessant’anni di grande professionalità, sul futuro. esperienza e serietà al servizio del cliente 18
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Storie di imprese ed imprenditori di successo - a cura di
Audiofon. Lo storico centro Acustico di Padova dedicato alla salute dell’udito racconta la sua storia
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“Il nostro punto forte: siamo molto attenti alle esigenze di chi si rivolge a noi” come un qualcosa a cui prestare attenzione, mentre un tempo soltanto chi era www.veneto24.it affetto da grave sordità si preoccupava di procurarsi un apparecchio acustico. “Inoltre essendo oggi gli apparecchi esteticamente molto migliorati, da risultare quasi invisibili, invogliano sicuramente di più le persone ad utilizzarli”. Cosa contraddistingue la vostra azienda? “I negozi che si occupano di apparecchi acustici ormai sono tanti, alcune realtà più grandi sono in franchising. La nostra invece è una realtà a conduzione familiare e forse è proprio questo il Come nasce la vostra azienda? nostro punto forte: siamo più autonomi “Audiofon è nata con mio padre, Ar- e certamente riusciamo a prestare molmando Biasiolo, quasi sessant’anni fa: ta attenzione e cura alle esigenze delle molta più prevenzione. Ma fare un esainizialmente era dipendente, ma poi si persone che si rivolgono a noi, proprio me audiometrico ogni anno non costa è messo in proprio e ha fondato questa come in famiglia. Insomma, riusciamo a niente: la persona impiega quindici mirealtà. Audiofon è stato per tantissimi offrire un servizio puntuale e amiche- nuti – e a volte siamo noi i primi a dire anni in Riviera Tito Livio, ma abbiamo vole senza tralasciare la professionali- che si tratta di livelli di sordità non così spostato la nostra sede in Via Guizza tà. gravi da necessitare di un apparecchio 47 bis, più facilmente raggiungibile dai “Altro nostro punto forza è poi il servi- –, ma almeno ha così la possibilità di clienti sia con tram che in auto avendo zio a domicilio: da Audiofon tutto ciò tenere sotto controllo l’evolversi della un comodo parcheggio, e abbiamo aper- che può essere fatto in negozio, può propria situazione uditiva”. to una nuova unità in via Zabarella 14. essere fatto anche comodamente a casa Migliorare le capacità uditive in ma“Prima mio padre ha condotto l’attività del cliente”. niera sostenibile è possibile? C’è qualda solo, poi con un socio e mia madre, Che servizi offre Audiofon? che agevolazione? ed infine siamo subentrati anche mia “Un primo servizio è sicuramente il test “Certo. L’utilizzo di apparecchi acustici sorella Donatella ed io. dell’udito online: è un primo approccio ricaricabili è sicuramente la scelta più “Mio padre era audioprotesista già per capire effettivamente se ci sono ecologica per affrontare il problema: quando i tempi erano ben diversi rispet- delle perdite di udito e può essere utile contrariamente a un apparecchio a pile to ad oggi e tutt’ora è una figura impor- per togliersi un possibile dubbio. Ov- che prevede uno smaltimento, un appatante e presente nella nostra attività”. viamente noi consigliamo comunque recchio ricaricabile consente di risparSCARICA RADIO L’attenzione verso il benessere e laL’APP sa- di passareVENETO24 in negozio per un test più ac- miare da quel punto di vista, perché è lute è cresciuta nel tempo. Vale anche curato e preciso, ma offriamo anche la sufficiente ricaricarlo nel corso della per l’udito? possibilità di farlo a domicilio con l’au- notte, proprio come un telefono. Questa “Sì. Oggigiorno c’è maggiore accortez- silio di un audiometro portatile”. caratteristica poi rende questo tipo di Ascolta za, anche perché la vita si è allungata: Prevenire è possibile? apparecchi anche più pratici e comodi. il problema acustico infatti accompa- “Fare controlli periodici, specialmente “Vi sono anche delle agevolazioni fiscagna spesso fisiologicamente l’avanza- per chi lavora in ambienti rumorosi, è li: la spesa dell’acquisto di un apparecre dell’età e dunque oggi è più sentito utile. Oggigiorno comunque c’è anche chio acustico può infatti essere detratta
C
on l’età, è fisiologico, l’udito tende a peggiorare. A Padova però c’è uno storico centro dedicato alle protesi acustiche e agli accessori per l’udito degno della fiducia di numerosi clienti su cui contare: è la realtà di Audiofon, che dal 1965 si occupa del benessere acustico in città. A raccontare questa realtà è l’ Audioprotesista direttore tecnico, Roberto Biasiolo.
Sede: Via Guizza 47 bis - PADOVA
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come spesa medica e chi ne ha diritto può anche attivare la pratica tramite il Servizio Sanitario per ottenere gli apparecchi completamente o parzialmente in modo gratuito (nel qual caso aiutiamo le persone a seguire l’Iter della pratica) E da noi anche il pagamento è personalizzabile. Inoltre l’assistenza, le riprogrammazioni e le tarature per i nostri clienti sono sempre gratuite , sia in negozio che a domicilio”. Tre parole per descrivere la vostra attività. “Professionalità. Esperienza. Serietà”.
Unità locale: Via Zabarella 14 - PADOVA sotto palazzo Zabarella
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Obiettivo quartieri
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L’appello. A lancialo è Bruno Maran che in poche settimane ha fatto il pieno di adesioni
30mila adesioni alla petizione per salvare l’albero di Piazza Pontecorvo L’albero, un frassino americano, è cresciuto indisturbato per circa 45 anni dopo esser stato piantato da un residente
“S
alviamo l’albero di Piazza Pontecorvo”: è l’appello lanciato sulla piattaforma change.org da Bruno Maran, appello che in poche settimane ha raccolto quasi 30mila adesioni, precisamente 29.164 con l’obiettivo di arrivare a 35mila. L’albero più bello di Piazzale Pontecorvo, un frassino americano, è cresciuto indisturbato per circa 45 anni dopo esser stato piantato da un residente. Accudito, amato e fotografato da tutti in Piazzale scandisce le stagioni attraverso i suoi molteplici colori”, scrive Maran nella sua petizione. Nel frattempo i lavori di riqualificazione di piazzale Pontecorvo e dell’area tra Porta Liviana e la chiesa di San Prosdocimo sono in pieno svolgimento. “Vogliamo valorizzare Porta Pontecorvo come è chiamata comu-
nemente Porta Liviana, che, da quando ha preso piede la motorizzazione di massa, ha sempre svolto di fatto il compito di spartitraffico – ha spiegato il vicesindaco Andrea Micalizzi –. Realizziamo una piazza intorno a Porta Liviana che prosegue poi verso il centro e Ponte Pontecorvo con un viale ciclopedonale che amplia il marciapiedi che c’è oggi manterremo lo stesso numero di parcheggi”. Il progetto è finanziato con fondi Pnrr per circa 1 milione di euro. I lavori proseguiranno per circa altri dieci mesi. L’intervento prevede la realizzazione di un’area ciclopedonale tra Porta Liviana e Ponte Pontecorvo, che occupa la parte destra del piazzale, area che sarà pavimentata con pietra pregiata e lungo la quale sarà piantato anche un filare di alberi. Alla viabilità verso Ponte
Pontecorvo è riservata una corsia con larghezza utile della carreggiata tra i 5 e i 7 metri sul lato sinistro di piazzale Pontecorvo. L’area di via del Santo, così come via Ravignana, sulla sinistra di piazzale Pontecorvo rimangono quindi perfettamente raggiungibili. I parcheggi sul lato sinistro del piazzale rimangono invariati mentre quelli sul lato destro vengono spostati al margine dell’area ciclopedonale: alla fine dei lavori il loro numero rimane invariato rispetto ad oggi. In primavera inizieranno i lavori sull’area esterna a Porta Liviana, verso la chiesa di San Prosdocimo, una volta finiti quelli in piazzale. In questa zona le auto che provengono da via Facciolati potranno entrare in piazzale Pontecorvo solo dal lato sinistro della Porta, che finalmente non sarà più
L’albero di piazzale Pontecorvo per cui i cittadini hanno lanciato la petizione
un gigantesco spartitraffico. Anche quest’area sarà quindi ciclopedonale e sarà pavimentata, come quella in piazzale Pontecorvo con pietra di pregio. La creazione di uno spazio pedonale completerà la rivisitazione completa della zona, con la riapertura del vicino
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Parco Treves. Nel piazzale i lavori hanno finora risparmiato l’albero, studiato anche dal’Università, “un simbolo di Padova da preservare al pari della non lontana Edicola votiva ai piedi del Ponte Pontecorvo”, scrivono i firmatari dell’appello. Diego Buonocore
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Unipd
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L’insegnamento innovativo. L’Università di Padova attenta alla sensibilizzazione ambientale
Un nuovo corso per diventare “Ambasciatori di sostenibilità” L’iniziativa è stata sviluppata con il Comune e AcegasApsAmga S.p.A., coinvolgendo anche la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile
L
’Università degli Studi di Padova ha presentato un innovativo insegnamento dedicato alla sensibilizzazione ambientale e alla promozione della sostenibilità urbana. Il corso, denominato “Ambasciatori di sostenibilità. Conoscere, promuovere, praticare la sostenibilità”, è parte integrante del Corso di laurea in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente dell’Università padovana. L’iniziativa è stata sviluppata in collaborazione con il Comune di Padova e AcegasApsAmga S.p.A., coinvolgendo anche la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile - RUS. “Questa iniziativa formativa è un connubio tra conoscenza accademica, risorse locali ed esperienza pratica nella gestione quotidiana della sostenibilità. Il general course non è solo un corso universitario, ma un ponte che collega la nostra comunità universitaria all’intera città, un esempio di come una collaborazione intelligente tra le istituzioni possa rispondere alle sfide della complessità che ci troviamo ad affrontare. L’Università di Padova, nell’ambito della Terza Missione, sta investendo molto nel dialogo con gli enti e le aziende del territorio, consapevole che i risultati della ricerca rappresentino un potenziale di crescita e sviluppo per le persone e per la società”, afferma Monica Fedeli, prorettrice con delega alla Terza missione e rapporti con il territorio dell’Università di Padova. “La realizzazione di azioni di formazione e sensibilizzazione, aperte anche alla comunità, sui temi della sostenibilità e dell’Agenda 2030 è tra gli ambiti chiave delle politiche di Ateneo. Questo corso, in particolare, ha l’obiettivo di rispondere alle tante persone che, fuori e dentro l’Ateneo, vorrebbero impegnarsi concretamente per assumere e promuovere stili di vita sostenibili e rispettosi dell’ambiente e delle persone, ma sentono di non averne gli strumenti. Il
corso ha un impianto multidisciplinare che consente di abbracciare, su basi scientificamente fondate, molteplici aspetti dello sviluppo sostenibile. Esso darà la possibilità a chi lo frequenta di diventare “ambasciatore di sostenibilità” dentro e fuori dall’Ateneo, contribuendo a far crescere la consapevolezza degli impatti delle nostre azioni, e a promuovere un cambiamento
“Fragile”, l’installazione nel Cortile Antico del Bo sul rapporto tra la potenza della natura e l’azione dell’essere umano
culturale nella direzione della sostenibilità”, continua Francesca da Porto, prorettrice con
delega alla Sostenibilità dell’Ateneo. “Questo nuovo insegna-
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mento che ha un titolo quanto mai azzeccato ci dice che la sostenibilità è un tema che ci riguarda tutti, nessuno escluso e che il raggiungimento di risultati che siano significativi si ottiene con azioni multidisciplinari. Ovviamente la mobilità è un tema chiave nelle nostre città e fare in modo che cresca la consapevolezza di quanto importanti siano le scelte di ciascuno è fondamentale. Padova è tra le nove città italiane – 100 in tutta Europa – individuate dalla Commissione Europea nell’ambito dell’iniziativa ‘100 Climate Neutral and Smart Cities by 2030’ e questo corso contribuisce certamente a questo obiettivo”, aggiunge Andrea Ragona, assessore alla mobilità del Comune di Padova. “Oggi insieme all’Università di Padova e all’Amministrazione Comunale promuoviamo un impegno condiviso per esplorare, comprendere e affrontare le sfide globali legate all’ambiente, all’economia e alla società. Un percorso aperto che trova nella cooperazione tra mondo accademico, servizi primari e comunità un momento di nuova inclusione. Un progetto educativo dedicato a un valore che sentiamo nostro come la sostenibilità, nel quale contribuiamo con grande convinzione aprendo le porte dei nostri impianti e mettendo a disposizione l’esperienza delle persone che seguono i servizi ogni giorno”, commenta Luciana De Mori, Responsabile Comunicazione e Rapporti con gli Stakeholders di AcegasApsAmga. Il corso, strutturato in otto moduli tematici, mira a fornire una comprensione approfondita e trasversale della sostenibilità urbana, offrendo agli studenti la capacità di agire come agenti di cambiamento e promotori della sostenibilità nell’ambiente in cui vivono. L’obiettivo è quello di un’esperienza formativa coinvolgente e istruttiva, pronta a fornire agli studenti gli strumenti necessari per diventare attivi protagonisti nella costruzione di un futuro sostenibile per tutti. Enrico Caccin
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Economia
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Edilizia e dintorni. Nella nostra provincia presentati al 30 settembre oltre 28 mila progetti
Stop al Superbonus: Ance Padova sostiene la necessità di una proroga I
l Superbonus ha avuto un grande successo nella provincia di Padova: secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, al 30 settembre 2023 sono stati presentati oltre 28.000 progetti per un valore complessivo di oltre 2 miliardi di euro. Una spinta economica, non solo per le costruzioni, che però, a livello nazionale e del bilancio dello Stato, si è rivelata troppo costosa. È il commento di Monica Grosselle, presidente Ance Padova, che fa un bilancio sul Superbonus, a fronte delle decisioni del Governo. Il Superbonus ha migliorato notevolmente l’efficienza energetica delle nostre case e ha creato un volano economico per tutto il settore edile. I principali interventi che hanno beneficiato del Superbonus in provincia di Padova sono stati: la sostituzione di caldaie e scaldacqua con apparecchi a condensazione o a pompa di calore (18.000 interventi), la coibentazione di pareti, pavimenti e tetti (12.000 interventi), la sostituzione di serramenti (6.000 interventi), l’installazione di impianti fotovoltaici (3.000 interventi). Quindi un riscontro significativo che ha generato nuovi posti di lavoro, ha contribuito a ridurre l’impatto ambientale e a migliorare l’efficienza energetica, soprattutto dei condomini, e ha contribuito alla messa a punto della sicurezza degli edifici. La proroga del Superbonus sarebbe quindi auspicabile? L’Associazione dei costruttori, pur riconoscendo che l’incentivo è stato mal gestito, chiede una proroga per chi, prima della decisione di fermarlo, aveva già iniziato i lavori di ristrutturazione. Grazie agli interventi incentivati dal Superbonus molti edifici sono saliti di classe energetica. Molte aziende, soprattutto di piccole dimensioni, e tante famiglie potrebbe andare incontro a difficoltà finanziarie se non si troveranno dei rimedi per sbloccare i cosiddetti “crediti incagliati”. L’incentivo non morirà e fino a fine anno saranno restituite le spese sostenute al 90%, poi
La presidente Monica Grossele: “Dobbiamo costruire case con terrazze più grandi, spazi verdi attorno o immerse in spazi verdi, salvaguardare parchi e giardini, e al contempo tornare ad avere servizi di vicinato. Soprattutto dobbiamo far diventare le nostre città attrattive per i giovani”
Monica Grossele, presidente Ance Padova
scenderanno al 70% dal 2024 fino a scendere al 65%. Cosa significa concretamente? In termini generali il costo netto dell’incentivo è di 60 miliardi a fronte di oltre 90 miliardi di incremento del Pil. Quindi è assurdo impostare i ragionamenti sul breve periodo. Bisogna avere una visione più ampia anche perché si rischiano contenziosi tra committenti e imprese, entrambi vittime di burocrazia e pasticci normativi. Il Superbonus non è l’unica criticità per il vostro settore. Al di là del Superbonus ora bisogna badare a come mettere a terra il Pnrr e anche ai 600 milioni che il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e il governatore Luca Zaia hanno messo a disposizione per lo sviluppo del Veneto. Ci sono in ballo vere opportunità per il padovano perché dal riassetto idrogeologico alla rigenerazione urbana le sfide sono molte e sia il mondo imprenditoriale che le amministrazioni pubbliche saranno chiamati a progettare una nuova modalità abitativa. Quali sono le prospettive future? Dobbiamo costruire case con terrazze più grandi, spazi verdi attorno o immerse in spazi verdi, salvaguardare parchi e giardini, e al contempo tornare ad avere servizi di vicinato che sono l’essenza di una comunità. Oggi il 55% degli abitanti vive in un contesto urbano, ma nel giro di qualche anno questa percentuale salirà al 68%. Soprattutto dob-
biamo far diventare le nostre città attrattive per i giovani, creare luoghi di aggregazione e favorire la formazione di giovani coppie altrimenti siamo condannati al declino. Al contempo vanno ridotti il consumo del suolo e delle emissioni di CO2. Bisogna ridurre l’inquinamento da polvere sottili con sistemi di mobilità più moderni ed efficienti e, soprattutto in Veneto, fatto da abitazioni sparse e città medie diffuse, la messa in rete del sistema dei trasporti e delle comunicazioni digitali diventerà fondamentale. Padova ha anche una grande Università con decine di migliaia di studenti che devono essere ospitati e serviti meglio e con una mobilità efficiente possono anche essere alloggiati nell’hinterland, così da distribuire non solo il carico dell’ospitalità dei fuori sede, ma anche l’apporto di energie e mentalità nuove. Per tutto questo serve una cooperazione e collaborazione a tutto campo tra pubblico e privato. Non soltanto nella realizzazione dei progetti come committente-esecutore, ma alla fonte, è essenziale la semplificazione dei documenti di pianificazione e dei regolamenti edilizi. Serve uno scambio di idee e di visioni per poter gestire meglio le risorse finanziarie che sono sempre scarse e fare scelte più largamente condivise. Ance Padova, ad esempio, con la Provincia di Padova ha aperto un costante e proficuo scambio di informazioni che spero, presto, darà grandi frutti. Vincenzo Gottardo
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Sport
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Basket. Il girone di ritorno in serie B nell’analisi del coach De Nicolao
Virtus punta tutto sulla salvezza “Non molliamo, il morale è alto” “Dal punto di vista psicologico stiamo facendo il nostro percorso, i nostri incontri in cui discutiamo ed analizziamo le partite”
I
l campionato di basket Serie B si sta dimostrando combattuto e ad altissimo livello; Virtus Antenore Energia viaggia nella parte bassa della classifica dopo aver inanellato una serie di sconfitte anche con le dirette concorrenti. Il girone di ritorno si annuncia come una vera e propria lotta per la salvezza. “Nonostante questo”, dichiara il coach di Virtus Riccardo De Nicolao, “non molliamo e il morale è alto”. “Per fare delle valutazioni è importante rifarsi a quanto si era programmato all’inizio della stagione” dice ancora il coach. “Noi quest’anno sapevamo che la serie B non sarebbe stata facile, che il livello sarebbe stato alto e allo stesso tempo sapevamo di non avere le potenzialità per fare un campionato di vertice. Quindi il fatto che ci troviamo nelle zone basse della classifica non deve diventare una tragedia, tant’è che a livello di staff, di giocatori e di società non si è mai percepita rassegnazione o sfiducia. Ovviamente dopo una sconfitta prevale la rabbia e la delusione, ma noi siamo sereni, continuiamo a lavorare. Purtroppo abbiamo avuto un filotto di partite fortemente condizionato dagli infortuni: abbiamo dovuto fare a meno di
Scanzi e di Molinaro, senza di loro diventa ancora più difficile competere”. Come riesce a caricare la squadra in questi momenti di difficoltà? “La situazione a cui ho fatto riferimento era ben nota ai giocatori, per cui non c’è stato un giorno in cui io abbia dovuto motivare in modo extra la squadra, o riuscire a gestire qualche delusione o nervosismo. Abbiamo sempre lavorato da un punto di vista della tenuta del morale nel migliore dei modi. E’ anche vero quando ti ritrovi con degli infortuni e con gli uomini risicati bisogna inventarsi qualcosa e allora magari fai giocare qualcuno fuori ruolo, soluzioni così, ma questa è una questione tecnica. Dal punto di vista psicologico stiamo facendo il nostro percorso, i nostri incontri in cui discutiamo ed analizziamo le partite. E una volta di più devo ringraziare la società perché mi trovo a gestire un gruppo di giocatori composto da ottime persone: lo staff tecnico riesce a lavorare più agevolmente anche in questi periodi in cui magari i risultati non arrivano. La squadra inizia bene, poi si perde e subisce l’iniziativa degli avversari, come lo spiega? “Facciamo degli inizi di
L’incontro con il Taranto in casa (Credits: Lorenzo Spinella - On/Off Production)
partita a un buon ritmo, molto aggressivi, andiamo poi calando, e gli infortuni non ci hanno aiutato. Io vedo i ragazzi carichi, scendono in campo con una buona motivazione, e questa è la cosa che più conta per gestire questi momenti”. Diego Buonocore
Padova Volley, Cuttini sprona gli atleti: “Il campionato ci darà soddisfazioni” Un campionato di alto livello che Padova Volley si sta giocando con impegno, con un grande pubblico che affolla Kione Arena per il Campionato Superlega. Il coach Jacopo Cuttini fa il punto su un campionato che vede Padova appena sopra le ultime quattro in classifica. “Sapevamo di queste difficoltà, siamo una squadra giovane. Il campionato sta andando come ci aspettavamo. È una battaglia continua, sappiamo che dobbiamo fare punti ogni settimana, è dura, non siamo al 100 per cento e se non cresciamo faremo fatica a competere. Nel girone di andata abbiamo vinto scontri importanti per salvarci, siamo riusciti a far bene, forse meglio di quanto ci aspettavamo, nel frattempo stiamo continuando a lavorare perché sappiamo che
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per averci scelto e per continuare a sceglierci
al ritorno sarà un altro campionato. E quindi si riparte da zero e dovremo cercare di portare a casa dei punti”. La squadra parte bene ma non ha continuità, come lo spiega? “È positivo che la squadra parta con tanto entusiasmo,
molto aggressiva, i ragazzi sono molto giovani. Capita spesso che l’esuberanza ci faccia approcciare le gare in maniera molto aggressiva. Poi quando la gara entra nel vivo, contro squadre che hanno un pò più di espe-
rienza e qualche campione in campo, diventa più difficile. In quella fase emerge la mancanza di esperienza Non capita sempre, però il pericolo è sempre dietro l’angolo. Noi dobbiamo formarci un po’ con il tempo”. Come fa a caricare la squadra in queste occasioni? “Cerchiamo di preparare queste situazioni anche prima di affrontarle, durante la settimana, ma non è semplice, devi viverle, un giocatore deve vivere tante volte situazioni difficili per acquisire solidità mentale. La nostra arma spesso è che abbiamo un organico con delle seconde linee molto valide. E quindi il ragazzo che entra dalla panchina è carico, può dare qualche energia positiva in più e spesso capita così”. (d.b.)
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Cultura
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La rasssegna. Al Piccolo Teatro di via Asolo fino all’11 aprile appuntamenti di richiamo
“Arti inferiori”, la nuova stagione a Padova fra teatro, musica e danza È
iniziata lo scorso dicembre la nuova stagione della rassegna teatrale “Arti inferiori”. Un’edizione particolarmente significativa per un appuntamento ormai imprescindibile nel panorama teatrale patavino: Arti inferiori celebra infatti quest’anno la sua ventesima edizione. Dopo aver aperto col botto con lo spettacolo inaugurale Il Dio bambino (testo e musiche di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, protagonista Fabio Troiano), seguito da Rumba. L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato, di e con Ascanio Celestini, la rassegna prevede altri cinque appuntamenti immancabili, fra teatro, spettacolo, musica e danza. Il 23 gennaio sarà protagonista l’arte di Luigi Pirandello, di cui però non verrà rappresentata una pièce, bensì un adattamento dal romanzo Il fu Mattia Pascal a cura di Giorgio Marchesi, una drammaturgia musicale eseguita dal vivo da Raffaele Toninelli al contrabbasso. Giorgio Marchesi, regista dello spettacolo insieme a Simonetta Solder, sarà anche l’interprete dei due protagonisti della vicenda, Mattia Pascal e Adriano Meis. A calcare il palco del Piccolo Teatro il 15 febbraio sarà invece Vladimir Luxuria con lo spettacolo Princesa di Fabrizio Coniglio, tratto dalla storia vera di Fernanda Farias De Albuquerque. La rappresentazione si dipana come il racconto della storia del ragazzino, soprannominato appunto Princesa, che non si riconosce nel proprio corpo e si sente invece una ragazza, e del suo viaggio da un piccolo paese del Brasile alla ricerca della propria identità. Un racconto emozionante basato su testimonianze raccolte dall’autore e su alcune lettere autentiche. A seguire, il 4 marzo 2024, lo spettacolo Antigone e i suoi fratelli, tratto da due classici del teatro, Le Fenicie di Euripide e Antigone di Sofocle. Nell’adattamento di Gabriele Vacis, che è anche regista dello spettacolo, Antigone, uno dei personaggi femminili più significativi della storia del teatro, viene rappre-
sentata per meglio comprenderne le scelte che l’hanno portata ad essere simbolo della rivoluzione e della conservazione allo stesso tempo. Lo spettacolo in programma il 19 marzo, Pietre nere di Enrico Castellani e Valeria Raimondi, è il risultato di un processo creativo che ha coinvolto cinque artisti chiamati a condurre un’indagine sul territorio di Asti all’interno di Casa Mondo, progetto vincitore del Bando Art Waves di Compagnia San Paolo. Un processo creativo che ha portato a un’unione di voci, suoni e immagini in grado di
Lo scatto di Giotto: la Cappella Scrovegni vista dai fotografi
“Pietre nere” in programma il 19 marzo
condurre a una profonda alla riflessione. A chiudere la rassegna, l’11 aprile, sarà Preludes. Danze al pianoforte, spettacolo di danza con Annetta Toromani e Ales-
sandro Macario e coreografia di Massimo Moricone su musiche di Chopin, Debussy, Rachmaninov e Bach suonate al pianoforte da Sofia Vasheruk.
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Francesca Tessarollo
La Cappella Scrovegni, uno dei monumenti simbolo della città di Padova epatrimonio dell’umanità UNESCO, è ora protagonista di una mostra allestita al Museo Civico Eremitani dal titolo Lo scatto di Giotto. Obiettivo della mostra, ispirata alla rassegna Giotto e il Novecento tenutasi a Rovereto, è ripercorrere la storia della Cappella Scrovegni attraverso la fotografia. 150 le opere esposte, a coprire duecento anni, e un percorso espositivo che prevede diverse aree tematiche. Si inizia con una sezione dedicata alla Cappella Scrovegni prima dell’avvento della fotografia, in cui le opere protagoniste sono disegni, incisioni, rilievi tecnici e vetri per lanterna magica. Una seconda area tematica è invece dedicata alle fotografie che ritraggono la Cappella: a fianco delle immagini vere e proprie, è possibile ammirare anche le lastre inedite e originali da cui sono state generate. Il percorso espositivo prosegue quindi con le sezioni immersiva, illustrata e cinematografica. Un viaggio completo che parte da prima dell’avvento della fotografia, racconta la nascita della pratica di fotografare l’arte nell’Ottocento (in particolare con Carlo Naya, Luigi Borlinetto, i fratelli Alinari e Domenico Anderson, che immortalarono la Cappella Scrovegni) fino ad arrivare a un altro mezzo espressivo, il cinema. Il primo film sulla Cappella Scrovegni, realizzato da Luciano Emmer, è del 1938 (Racconto da un affresco), ma è con Pier Paolo Pasolini e il suo Decameron, nel 1971, che la Cappella Scrovegni diventa protagonista anche del cinema d’autore. Un’immensa opera d’arte che, grazie a questa mostra, può ora essere ammirata attraverso lo sguardo di vari artisti nella storia. (f.t.)
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#Regione
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Politica. I congressi provinciali hanno prodotto una reale inversione di rotta
Fratelli d’Italia si prepara a guidare il Veneto I
n Fratelli d’Italia, il partito del Premier Giorgia Meloni, soffia un vento di profondo cambiamento e in Veneto, in questo senso, si sono visti, nel corso dei congressi provinciali, i segnali maggiormente evidenti. A innescare, almeno in Veneto, questo significativo cambio di rotta è stato il congresso provinciale di Treviso, il primo non unitario celebrato. A vincerlo, probabilmente contro ogni pronostico, è stato il giovane vicesindaco di Montebelluna, Claudio
“L’appuntamento elettorale del 2024 sarà un passaggio fondamentale. I risultati delle Amministrative e delle Europee rappresenteranno l’ordine di partenza in vista delle regionali” Borgia, solida tradizione di destra con uno spiccato sguardo al sociale. Dopo Treviso, uno dopo l’altro, praticamente tutti i presidenti provinciali sono cambiati. Volendo semplificare si potrebbe dire che il Veneto ha voluto dare un forte segnale al proprio coordinatore regionale, il senatore bellunese Luca De Carlo. Se ci si affidasse, però, a una lettura di questo tipo non si comprenderebbero fino in fondo le ragione di un cambiamento così radicale. L’inversione di rotta, infatti, non ha tratti personalistici - anche se la vittoria di Borgia a Treviso proprio nel collegio elettorale di De Carlo costituisce una battuta d’arresto – ma di vera e propria fisionomia del partito.
“In questi anni – ci spiega il neo-segretario trevigiano, Claudio Borgia – in troppi ci siamo sentiti dirigenti politici di secondo livello. Il nostro limite? Non esserci iscritti a Fratelli d’Italia il giorno stesso della sua fondazione. Giorgia Meloni in questo è stata bravissima perché ha sempre lavorato per allargare il partito e per garantire a tutti la stessa agibilità politica. Io ho una storia saldamente radicata a destra, da sempre. Che è culturale prima che partitica. Una destra che parte dei territori, che ha dei valori ben precisi che sono, tra gli altri: l’amor di Patria, il merito, l’equità, la difesa delle tradizioni e dell’identità, che è maggiormente attenta ai temi sociali e quindi impegnata a difesa di chi ha più bisogno. E poi una destra che, con profonda ispirazione risorgimentale, avverte con emozione il senso dell’orgoglio nazionale.” “Con questo congresso – continua Borgia – si rafforza un importante patto generazionale e di radicamento territoriale voluto proprio da Giorgia Meloni attraverso il quale ha riunito il partito e bloccato sul nascere, di fatto, le correnti. Il nostro obiettivo è, e deve essere, quello di stare sempre di più in mezzo alla gente in particolar modo in un momento difficile come questo nel quale le nostre famiglie e le nostre imprese stanno realmente soffrendo per le scelte scriteriate degli anni passati. In tutti questi anni di impegno - prima da presidente provinciale dei giovani di Alleanza Nazionale, poi da rappresentante degli studenti universitari a Bologna (dove si trovò a lavorare, pur da posizioni diverse, fianco a fianco alla segretaria del PD, Elly Shlein all’epoca studentessa e rappresentan-
Claudio Borgia
te della sinistra universitaria NdR) e da vicesindaco di Montebelluna (recordman veneto di preferenze nella tornata 2021, anno della sua rielezione NdR) - ho imparato che per provare, realmente, a rappresentare chi ti ha eletto, e anche chi non ti ha votato, devi esserci sempre; non puoi pensare di comprendere le cose stando in un ufficio a guardare le cose con distacco, magari affidandoti a schemi precostituiti. Devi darti da fare concretamente per migliorare la qualità di vita dei tuoi cittadini, cosa che ho sempre cercato di fare.” Partendo da questi presupposti l’obiettivo dichiarato di FDI è la Regione Veneto. “Piano. Prima delle Regionali ci saranno le amministrative e le Europee del prossimo giugno. Il nostro obiettivo deve essere quello di confermare, e se possibile accrescere, il nostro voto politico e di aumentare significativa-
mente la nostra pattuglia di amministratori locali. Proprio per questo sto visitando tutti i circoli per individuare i candidati migliori da mettere in campo. Io sono, infatti, fermamente convinto che si debbano individuare le persone giuste, le più preparate, quelle che maggiormente possano interpretare il contesto nel quale sono chiamate a impegnarsi. Anche in questo caso non esistono forme precostituite o rendite di posizione se vogliamo veramente fare del bene al nostro territorio. La nostra ambizione, per le prossime amministrative nella provincia di Treviso, è quella di sederci al tavolo con gli alleati avendo sempre un nome all’altezza da presentare come candidato sindaco, poi, insieme, sceglieremo quello o quella maggiormente adeguato. L’appuntamento elettorale del 2024, in questo senso, rappresenta un passaggio fondamentale. È evidente che i risultati delle Amministrative e delle Europee rappresenteranno l’ordine di partenza in vista delle regionali. Del resto la regola è sempre stata questa: chi ha maggiore consenso nel territorio ha il diritto e il dovere di esprimere il candidato; è sempre stato così, sarebbe veramente curioso che sta volta le cose non andassero allo stesso modo. In questo senso noi di Fratelli d’Italia siamo pronti. Anche in questo caso, per me, vale sempre lo stesso requisito: si deve trovare il candidato maggiormente adeguato, senza posizioni precostituite. Fratelli D’Italia potrà dire certamente la propria non soltanto per la nostra forza elettorale, ma perché, già oggi, noi siamo in grado di proporre candidati, sia civici sia di partito, di altissimo valore”.
Primo bando sulle comunità energetiche rinnovabili, Marcato: “Vogliamo creare una rete virtuosa” “Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sono, insieme a fotovoltaico e idrogeno, i caposaldi delle linee strategiche del nuovo piano energetico regionale che stiamo predisponendo”. A dirlo è Roberto Marcato, l’Assessore regionale allo sviluppo economico ed energia Roberto Marcato, all’indomanni del via libera dalla giunta veneta al bando di finanziamento che sostiene la creazione e lo sviluppo del-
le nuove comunità energetiche. “Sono tasselli fondamentali della transizione energetica, - aggiunge l’assessore - in attesa di indicazioni a livello nazionale, abbiamo approvato un primo bando da un milione di euro per garantire il sostegno alla creazione di queste nuove comunità. E’ da anni infatti che stiamo lavorando per definire un modello energetico regionale votato alla progressiva indipendenza,
puntando in particolare alle fonti rinnovabili. Questo è solo il primo bando in materia. A partire da quest’anno appena iniziato le iniziative saranno numerose a supporto di imprese, enti e cittadini”. Il bando concede una agevolazione, nella forma di contributo a fondo perduto, che arriva a coprire l’80% della spesa ammissibile per la realizzazione del progetto, nel limite massimo
di euro 30.000 euro. Non saranno ammesse le domande i cui progetti comportano spese ammissibili per inferiori ai diecimila euro. La gestione amministrativa del bando è affidata ad Avepa. Le domande di accesso alle agevolazioni potranno essere presentate dalle ore 10 del primo febbraio prossimo per tutto il mese, fino alle 17 del 29 febbraio, tramite il sistema informativo regionale “SIU”.
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Regione
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L’intervista. L’assessore regionale Federico Caner sulle prospettive per il 2024
“Turismo a gonfie vele, continuerà a crescere, l’agricoltura risente delle contraddizioni europee” Da trent’anni leghista, si augura un cambio di rotta: “Dobbiamo tornare tra la gente e realizzare la vera autonomia”
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ederico Caner, assessore al turismo, all’agricoltura e ai fondi UE della regione Veneto, partiamo quindi dal turismo: cosa ci dobbiamo aspettare dal 2024? Se i dati dell’ultimo trimestre dell’anno appena concluso confermeranno il trend fin qui registrato, il 2023 probabilmente è destinato a superare per presenze turistiche il 2019. Stiamo lavorando molto sulla qualità del turismo dei nostri territori, in modo da garantire maggiore redditività non solo al comparto ricettivo ma anche a tutto l’indotto. Per il 2024 le previsioni sono molto buone, lo confermano le prenotazioni di queste settimane. Il comparto termale sta andando molto bene e anche la montagna è in crescita nonostante ci fossero delle perplessità legate all’aumento dei costi per l’inflazione. Invece gli accessi e le vendite di skipass sono aumentati in media di un 15 per cento, con punte del 30 a Cortina. La sta-
gione invernale dunque è partita molto bene, ci auguriamo che anche gennaio e febbraio continui al meglio e che il meteo sia dalla nostra parte. Altro settore di sua competenza è l’agricoltura, condizionata da maltempo ed eventi estremi. Come sta il settore primario veneto? In effetti veniamo da un anno difficile perché il cambiamento climatico si è fatto sentire con la grandine e altri eventi che hanno messo a dura prova non solo la viticoltura ma anche gli altri comparti. C’è poi il problema dell’acqua, o è troppa con le precipitazioni violente oppure manca per lunghi mesi. Abbiamo chiesto anche l’intervento del Governo con il fondo rischi nazionale e alcune risposte sono arrivate. Nonostante queste difficoltà il sistema ha tenuto grazie ai nostri agricoltori. I prezzi delle materie prime, l’altra emergenza per il settore, sono in calo e ci auguriamo che questo continui. L’anno scorso
gli imprenditori hanno pagato un alto prezzo per fertilizzanti e sementi mentre nel momento della raccolta hanno risentito del calo dei quotazioni delle produzioni, e questo non ha permesso di recuperare i maggiori costi sostenuti nei mesi precedenti. Lei è anche assessore ai fondi UE: l’Europa ci aiuta? È vicina al territorio? Ci sono due aspetti da considerare, da una parte è positiva la disponibilità di fondi che per una regione virtuosa come la nostra permettono importanti investimenti sia per il turismo che per l’agricoltura. Pensiamo al turismo, in questa tornata abbiamo raddoppiato la disponibilità di fondi grazie ai quali si sono finanziate la rigenerazione delle imprese, l’ammodernamento degli alberghi e dei servizi turistici. A queste risorse sia lo Stato che la Regione aggiungono poi altri fondi. L’aspetto negativo dell’Europa riguarda l’agricoltura perché
Federico Caner
l’Ue vede il settore come una fonte di inquinamento anziché come un importante generatore di risorse non solo economiche, ma anche di cibo e materie prime in ambito alimentare, per garantirci una maggiore autosufficienza. Ci troviamo con un’Europa a doppia faccia. Chiudiamo con una domanda politica. I rapporti con la Lega ultimamente non sono stati sereni. Cosa sta accadendo? Sono nella Lega da trent’anni e non mi sono mai sottratto al confronto. Ritengo che la linea
politica intrapresa in questi mesi non sia lungimirante, ci occupiamo meno del territorio e più di questioni nazionali. Il partito si è spostato molto a destra, lo abbiamo visto anche il mese scorso a Firenze con la presenza di esponenti dell’estrema destra europea. Francamente questo non fa parte del mio dna, quindi ho posto la questione e ho chiesto al partito di tornare a quello che è il suo “core business”, vale a dire il federalismo e l’autonomia, quella vera e non annacquata. Si dice che il nord Italia è ricco, in realtà non è così perché è vero che le nostre regioni producono molto ma sul territorio rimane poco. Penso al tema idrogeologico, solo in Veneto abbiamo bisogno di un piano da due miliardi di euro per mettere in sicurezza il territorio. Però le risorse non le abbiamo perché le mandiamo a Roma. Ecco, io mi aspetto un partito che lavori su questo e non che pensi al ponte di Messina. (a cura di Giorgia Gay e Nicola Stievano)
Arteven rinnova il Cda, Massimo Zuin rieletto presidente Riconfermato all’unanimità Massimo Zuin alla guida per i prossimi cinque anni di Arteven, il circuito teatrale della Regione Veneto. Il Consiglio di Amministrazione è formato da Silvano Guarda, Pierangelo Molena e Irene Lissandrin quali consiglieri, revisori dei conti Massimo Sorarù presidente assieme ai revisori Enrico Tosetto e Andrea Morino, supplenti Saverio Nardi e Umberto Scarso. Il componente designato dal Presidente della Giunta Regionale del Veneto è Federico Pupo, che porta il numero complessivo a 5 consiglieri.
Presentato inoltre il nuovo Documento programmatico, che parte dal ruolo di Arteven, nell’attuale panorama teatrale italiano, di “Sistema regionale teatrale in rete”. Un ruolo che svolge attraverso l’ideazione di progetti contenenti le quattro discipline ministeriali (Prosa, Danza, Circo Contemporaneo e Musica), condivisi con gli enti locali associati e gli enti privati. Un’attività progettuale che prevede nel territorio del Veneto il coinvolgimento di oltre un milione e trecentomila spettatori in cinque anni, per circa cinquemila spet-
tacoli suddivisi tra le diverse discipline. “Vogliamo arrivare in modo più puntuale nel territorio – ha dichiarato Zuin – e partire dai più piccoli, il teatro può dare molto per il comportamento civico dei giovani, il nostro futuro” “Abbiamo garantito un finanziamento di 1 milione di euro – ha dichiarato la Presidente della VI Commissione Regione del Veneto Francesca Scatto – abbiamo chiuso il bilancio assieme all’assessore Calzavara. Un riconoscimento per il lavoro che Arteven svolge.” (r.p.)
Massimo Zuin
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L’analsi. Antonio De Poli, senatore Udc: “La nostra agorà politica al servizio del territorio”
“Meno tasse e più risorse per le famiglie, il progetto autonomia approda in Senato” “A
scoltare il territorio che amiamo. Questa è la forza della Politica: oggi siamo chiamati a fare ciò che gli antichi Greci chiamavano l’Agorà, la piazza della Polis. Le nostre Comunità hanno bisogno di guardarsi negli occhi, parlare e confrontarsi. I Cittadini sono delusi e traditi dal linguaggio dei likes e dei tweet sui social eci chiedono più presenza nel territorio”. A parlare di una nuova “stagione” della politica è il Senatore Udc Antonio De Poli che traccia un bilancio dei primi 15 mesi di legislatura e guarda alle prossime sfide del futuro, a partire dall’Autonomia. Senatore De Poli, lei rappresenta l’area moderata nel centrodestra. Quali sono i risultati ottenuti in Parlamento? Nel nostro Dna politico c’è, da sempre, il sostegno alla famiglia. Ecco perché in Manovra abbiamo voluto fortemente 1 miliardo di risorse in più,
prevedendo strumenti come l’esonero contributivo per le mamme lavoratrici con almeno 2 figli, il rafforzamento del bonus asilo nido, il Fondo mutui prima casa e il bonus bollette. Abbiamo imboccato la strada giusta. Capitolo tasse: cosa avete fatto? Abbiamo tagliato le tasse ai redditi più bassi, lasciando più soldi in busta paga ai lavoratori e abbiamo Bankitalia, 600 euro in più all’anno nelle tasche di 3 contribuenti su 4. La nostra priorità è dare più attenzione a chi vive in una condizione di maggiore disagio. Come fa un buon padre di famiglia, bisogna sostenere chi, fra i propri figli, è più indietro. Quali sono le misure a sostegno delle imprese? Per noi del Centrodestra il lavoro passa attraverso il sostegno alle imprese (artigianali, commerciali, agricole e industriali). Ecco perché, in
Manovra, abbiamo previsto le maxi deduzioni al 120% per chi assume con contratto a tempo indeterminato nel 2024 e al 130% per chi assume under 30, donne con figli ed ex percettori del Reddito. Abbiamo archiviato l’assistenzialismo del passato. E, ancora, siamo riusciti ad ottenere l’ok dell’UE alla revisione del PNRR con 12,4 miliardi di risorse alle imprese per la transizione green. Da Roma a Venezia, quali sono i risultati ottenuti dalla filiera del centrodestra per il Veneto? La nostra Regione è la locomotiva d’Italia.Abbiamo il dovere di farla correre. E’ stato approvato l’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra Governo e Regione Veneto, con oltre 607,6 milioni per le infrastrutture viarie, la messa in sicurezza del territorio, la riqualificazione urbana, i settori dei trasporti e della mobilità. Dobbiamo proseguire
Antonio De Poli
in questa direzione e lavorare, per portare a casa quei risultati che stanno a cuore al nostro territorio, come il completamento della SR 10 nella Bassa Padovana; il potenziamento della SP47 nell’Alta padovana e il raddoppio della SR308 Strada del Santo. Autonomia, a che punto siamo? Per la prima volta, grazie al Centrodestra, vediamo il tra-
guardo. Il 16 gennaio il ddl passerà all’esame del Senato. Abbiamo un appuntamento con la Storia: realizzare la volontà di 2,3 milioni di veneti che, nel 2017,con il referendum, ci hanno dato un indirizzo chiaro: riformare e modernizzare le nostre Istituzioni. Quali sono le prospettive per il 2024? Tanti gli obiettivi raggiunti, tanta la strada da fare. Dobbiamo lavorare per dare risposte ed essere un punto di riferimento concreto per il Veneto della concretezza,di chi lavora, di chi fa impresa ,di chi opera nel volontariato e promuove la solidarietà a tutela dei più deboli (anziani, non autosufficienti, disabili). La nostra Politica è restare uniti, insieme a chi - arrivando da diversi mondi che provengono anche dalle liste civiche - si riconosce nell’Agorà dei nostri Valori e, con noi, vuole fare squadra al servizio del territorio.
A Padova con Zaia e Giordani la presentazione di Veneto24, la prima e unica radio di informazione in Veneto Cinquanta notiziari al giorno, informazione regionale ogni 20 minuti, rubriche di approfondimento su politica, economia, attualità, impresa. Questa è Veneto24, la prima e unica radio di informazione regionale, presentata ufficialmente a Padova, al Centro culturale San Gaetano, alla presenza del presidente del Veneto Luca Zaia, del sindaco di Padova Sergio Giordani e di molti rappresentanti della politica e delle istituzioni regionali, insieme alla squadra che ogni giorno lavora ai contenuti messi in onda. Veneto24, nata da pochi mesi ma già conosciuta in tutta la regione, è edita da Give Emotions, gruppo veneto che ha dato vita a un vero e proprio sistema integrato di comunicazione, aggiungendo l’informazione radiofonica a quella “tradizionale” cartacea de La Piazza, mensile che da 30 anni arriva nelle case dei cittadini veneti, e a quella on line del quotidiano “LaPiazzaweb”. L’emittente radiofonica, diretta dalla giornalista Giorgia Gay, sfrutta le potenzialità del digitale con
il nuovo sistema Dab+, destinato a sostituire il tradizionale Fm. “Il Veneto raccontato dai fatti, dalle notizie, dalle persone” è il claim della radio, ascoltabile anche attraverso l’app, lo streaming dal sito web www.veneto24. it e i dispositivi smart speaker. Tutti i contenuti sono inoltre distribuiti come podcast su app e sito, per poter essere ascoltati anche in modo asincrono, quando e dove si preferisce. Al nuovo progetto editoriale ha rivolto un plauso e un augurio il presidente della Regione Luca Zaia, che vede in questa iniziativa un ulteriore motivo per sottolineare il “Veneto pride”: “Noi veneti siamo bravi, ci diamo da fare, lavoriamo sodo - ha detto Zaia - perciò dobbiamo essere orgogliosi dei nostri risultati, delle nostre eccellenze e di tutto ciò che riusciamo a fare di buono e di bello. Veneto24 è una radio giovane e frizzante, un’interessante novità nel panorama dell’informazione, complimenti e auguri a tutti”. Il sindaco di Padova Giordani ha ricordato che la sede della radio e a Pa-
dova, città che si conferma un punto di riferimento nel Nordest nei settori più disparati, una città viva che ispira iniziative sempre nuove. “Più di 3 milioni e mezzo di veneti ascoltano la radio ogni settimana – ha spiegato Costantino Da Tos, station manager di Veneto 24 -. La radio è il mezzo ideale per rimanere aggiornati su quanto accade, offre un servizio gratuito e in tempo reale. Tra le emittenti radiofoniche della nostra regione Veneto24 è la radio che mancava”. “Ogni giorno nei nostri notiziari riferiamo ciò che accade nei palazzi della politica, commentiamo l’attualità con i suoi protagonisti, raccontiamo le tante storie che arrivano dai territori del nostro veneto, dalle grandi città
come dai piccoli paesi di provincia – ha aggiunto il direttore Giorgia Gay -. E poi l’economia: diamo voce agli esperti, raccontiamo i risultati delle nostre eccellenze, coinvolgiamo i sindacati, le associazioni di categoria, gli imprenditori per capire dove sta andando il nostro Veneto. Ogni giorno, ci impegniamo a dare voce al Veneto che conta, come dice il nostro claim, ai suoi protagonisti. E lo facciamo in un modo completamente nuovo”. “Tutto ciò ha permesso di arrivare a una tappa importante, per la quale siamo qui, ma non definitiva per il nostro gruppo, che posso definire come l’unico multimediale e multipiattaforma del Veneto” ha concluso l’editore Giuseppe Bergantin. (g.g)
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a settimana bianca è alle porte, con l’arrivo dell’inverno torna anche la voglia di praticare gli sport “stagionali”, dallo sci alpino, a quello da fondo, dallo snowboard al pattinaggio su ghiaccio, e tanti altri ancora. Queste attività, oltre a regalare momenti di divertimento e relax, garantiscono una corretta combinazione di movimenti per un allenamento completo, sia di potenziamento cardiovascolare che muscolare, oltre ad avere positive ricadute sul benessere mentale. L’azienda Ulss 2 Marca trevigiana ha stilato un elenco sui benefici della pratica, a qualsiasi livello, di uno sport invernale. Innanzitutto, si sottolinea l’elevato consumo di calorie: il freddo infatti accelera il metabolismo, consentendo al corpo di bruciare più calorie in minor tempo. La pratica degli sport invernali, inoltre, comporta il coinvolgimento dei principali gruppi muscolari e delle articolazioni: sciare o fare snowboard, o altre attività simili, allena contemporaneamente diversi gruppi muscolari e articolazioni e, di conseguenza, permette di sviluppare l’equilibrio e la flessibilità. Prosegue alla pag. seguente
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Infezioni respiratorie, alcuni consigli Il professor Andrea Vianello, Uoc Fisiopatologia respiratoria dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova, risponde alle domande
L’ Azienda ospedaliera Università di Padova, con il contributo del professor Andrea Vianello, Uoc Fisiopatologia respiratoria, ha realizzato un video per rispondere alle domande più frequenti sulle infezioni alle vie respiratorie e dare alcuni consigli. Qual è la situazione delle infezioni respiratorie in questo periodo? “Via via che ci addentriamo nella stagione invernale la situazione delle infezioni respiratorie tende a complicarsi. Persiste il rischio di infezioni da Covid-19, la positività dei tamponi è attualmente intorno al 20% e che il numero delle ospedalizzazioni sta crescendo. In secondo luogo, dobbiamo affrontare anche il problema del cosiddetto virus respiratorio sinciziale, virus che colpisce soprattutto l’età pediatrica che già l’anno scorso è stato causa di numerose infezioni ed, infine, si avvicina al rischio dell’epidemia influenzale”. Cosa possiamo fare per evitare il contagio e i rischi conseguenti? “Per evitare il rischio di contagio dobbiamo mantenere alcune delle misure che tutti noi abbiamo conosciuto durante il Covid. E’ importante usare la mascherina quando si frequentano ambienti affollati e chiusi, mantenere l’igiene delle mani e, naturalmente, rimanere a casa nel momento in cui le condizioni fisiche non siano ottimali, quando per esempio vi sia un rialzo febbrile. Per i soggetti a rischio che abbiano contratto infezione da Covid-19 esistono te-
rapie antivirali efficaci che possono essere prescritte anche dal medico di medicina generale e che devono essere assunte entro i primi 5 giorni dalla positività del tampone. Vale invece la pena ricordare che per quanto riguarda l’infezione Covid ma anche per l’infezione influenza da virus influenzale gli antibiotici vanno assunti esclusivamente dopo consulto con il medico. Infatti assumere inappropriatamente antibiotici non è utile e provoca, quale unico effetto, quello di determinare lo sviluppo di resistenze alla stessa terapia farmacologica”. Quando è necessario rivolgersi al Pronto soccorso? “Nella maggior parte dei casi le infezioni respiratorie possono essere curate a casa. Ci sono però delle condizioni in cui è opportuno rivolgersi al Pronto soccorso. In primo luogo se l’infezione ha colpito una persona con co-patologia – cardiopatico, emopatico oppure di età molto avanzata - in secondo luogo se la persona colpita dall’infezione riporti dispnea, e cioè sensazione di mancanza di fiato, e in terzo luogo nel caso in cui la polsosimmetria, cioè quella semplice misura che molti di noi hanno imparato ad utilizzare durante il Covid - la polsosimmetria misurata al dito fornisca un valore di saturazione ossimoemoglobinica uguale o inferiore al 92%. Qualora siano presenti queste tre condizioni a fronte di un’infezione respiratoria è opportuno rivolgersi al Pronto soccorso”.
Segue dalla pag. precedente
Sport invernali: benessere per mente, muscoli e cuore Sci, snowboard, escursioni, ciaspole, pattinaggio su ghiaccio… oltre a regalare momenti di relax, rappresentano un allenamento completo per il corpo e una risorsa per il buon umore Oltre al benessere fisico c’è da tenere in considerazione anche quello mentale: praticare sport invernali all’aperto in compagnia contribuisce al benessere psicologico e mentale. Le maestose montagne offrono panorami mozzafiato, che promettono avventure indelebili nella memoria e una connessione straordinaria con la natura. Questo è un privilegio, però, che va vissuto assumendosi in parallelo l’importante responsabilità di praticare le attività in montagna in modo sicuro. Rispettare la montagna significa in effetti preservare l’integrità di questo ambiente straordinario ma anche la nostra sicurezza e quella degli altri. Ecco, quindi, che possono risultare preziosi i semplici ma efficaci consigli dell’Ulss 2 Marca trevigiana da seguire per intraprendere avventure sicure e consapevoli in montagna. Innanzitutto, è opportuno controllare le condizioni meteorologiche prima di programmare qualsiasi attività poi è bene informare amici o parenti del percorso intrapreso, senza trascurare di avere l’equipaggiamento adatto per l’attività. È indispensabile essere sempre consapevoli dei propri limiti e, quando il corpo ce lo fa capire, è bene prendere una pausa. Nelle escursioni in montagna è bene pianificare in anticipo il percorso, che dev’essere disegnato prendendo sempre decisioni informate. Ultimo dei consigli, ma non meno importante, è quello di portare cibo e acqua sufficienti per l’intera escursione. Uno degli sport invernali ancora poco praticati sulla neve ma bello e appagante è quello che presuppone l’uso delle ciaspole, attrezzature che consentono di camminare sulla neve profonda. La loro base larga distribuisce il peso, rendendo più agevole l’avanzata. Per praticare questa attività in modo sicuro e confortevole – si legge tra i consigli dell’Ulss 2 Marca trevigiana - è consigliabile avere, oltre alle ciaspole in regola, comodi e caldi scarponi da neve, bastoncini da trekking per mantenere l’equilibrio, abbigliamento adeguato e impermeabile. Molti non lo sanno ma sono numerosi benefici che questo sport può portare. Camminare con le ciaspole, infatti, è un ottimo esercizio aerobico. Questo tipo di attività stimola il sistema cardiovascolare, migliorando la circolazione e contribuendo al benessere generale del cuore. Rafforza i muscoli, perché tale attività fisica coinvolge soprattutto gambe e glutei, favorendo la tonicità e la resistenza di questi gruppi muscolari. Infine ha importanti ricadute a livello mentale: l’aria fresca e l’incantevole paesaggio invernale, caratteristiche delle escursioni con le ciaspole, hanno un impatto positivo perché offre un momento di relax e, riducendo lo stress, contribuisce a migliorare l’umore complessivo.
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I risultati di una nuova ricerca. La scoperta potrebbe cambiare l’approccio alla malattia
Tumore dell’ovaio, una diagnosi precoce è sempre più un obiettivo possibile U
na diagnosi precoce per il tumore dell’ovaio è oggi un obiettivo più vicino alla realtà: grazie, infatti, a nuove tecniche di analisi genomica è possibile identificare nei tamponi usati per il Pap test, il comune esame di screening dei tumori del collo dell’utero, la presenza di alterazioni molecolari, specifiche del tumore ovarico, con anni di anticipo rispetto alle prime manifestazioni della malattia. La diagnosi precoce del tumore dell’ovaio, i cui sintomi si manifestano tardivamente, è fondamentale per la sopravvivenza. Questa passa, infatti, a cinque anni dalla diagnosi, da appena il 30% per i tumori diagnosticati al III stadio a oltre il 90% per i tumori identificati al I stadio, quando la malattia è ancora nella fase inziale di sviluppo. “La sopravvivenza al tumore dell’ovaio dipende fortemente dal momento in cui la malattia viene scoperta: cambiare la nostra capacità di fare diagnosi precoce, significa cambiare le possibilità di cura. Ed è quello che crediamo sia possibile fare grazie a un approccio innovativo, implementabile su larga scala e non invasivo utilizzando i tamponi dei Pap test e applicando tecniche di analisi genomica in grado di identificare un’importante firma molecolare di questo tumore: la sua instabilità genomica”. Lo sostengono Maurizio D’Incalci, professore di farmacologia in Humanitas University e
responsabile del laboratorio di Farmacologia Antitumorale in Irccs, Istituto Clinico Humanitas, e Sergio Marchini, responsabile dell’Unità di Genomica traslazionale dello stesso istituto, che hanno ideato e coordinato lo studio, pubblicato sulla rivista “Science Translational Medicine”. La ricerca è stata condotta in maniera retrospettiva a partire dai tamponi di Pap test di 113 pazienti, raccolti e analizzati in collaborazione con numerosi centri su tutto il territorio italiano: Irccs Ospedale San Gerardo di Monza, Irccs Policlinico Gemelli di Roma, Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di
Milano, Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, l’Azienda Ospedaliero Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, l’Istituto Mario Negri di Milano e l’Università degli Studi di Padova. In Italia ogni anno vengono diagnosticati più di 5000 nuovi casi di tumore all’ovaio, che si aggiungono alle circa trentamila donne che sono già in cura per la patologia. La forma più frequente di tumore ovarico è chiamato “carcinoma ovarico sieroso ad alto grado” (Hgsoc). Costituisce il 70% di tutte le diagnosi e rappresenta purtroppo
la forma più aggressiva e letale della malattia, spesso resistente ai farmaci chemioterapici anche perché diagnosticata in fase avanzata. Il tumore all’ovaio è infatti una patologia che non dà sintomi facilmente riconoscibili. “Il tumore all’ovaio viene diagnosticato quando ormai è in fase avanzata, quando cioè la malattia è diffusa in più organi. Il trattamento in questo stadio è molto complesso e spesso le pazienti vanno incontro a resistenza alla terapia” ribadisce la la professoressa Chiara Romualdi del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova
che ha partecipato alla pubblicazione su Science Translational Medicine. Negli ultimi decenni diversi gruppi di ricerca nel mondo hanno provato a mettere a punto una tecnica di diagnosi precoce per il tumore ovarico, senza successo. “A fare la differenza, questa volta, è l’idea di guardare a una caratteristica molecolare delle cellule tumorali: la loro instabilità genomica – spiega Sergio Marchini –. Oggi sappiamo che già nelle prime fasi del processo di trasformazione tumorale, il DNA delle future cellule neoplastiche è caratterizzato da profonde anomalie nella sua struttura e organizzazione. L’instabilità genomica è quindi una caratteristica primitiva e non condivisa con le cellule sane, e quindi un’ottima base di partenza per sviluppare un test di diagnosi precoce”. “Avere dei metodi per la diagnosi precoce diventa cruciale: nello studio appena pubblicato abbiamo dimostrato come sia possibile (usando campioni che vengono abitualmente presi per il Pap test, cioè, campioni non invasivi, facili da ottenere e già utilizzati per altri screening) identificare con largo anticipo rispetto al momento della diagnosi le alterazioni genomiche precoci tipiche delle cellule tumorali. Il lavoro – sottolinea la professoressa Romualdi– ha un’ampia parte sperimentale e una, altrettanto grossa, parte computazionale”.
verso la dimostrazione di fattibilità ed efficacia di una tecnica di diagnosi precoce per questa malattia. “I test diagnostici sono particolarmente complessi da testare perché vanno valutati nel mondo reale, su grandi numeri di pazienti e in modo prospettico. Solo così sarà possibile dimostrare che rilevando queste tracce di DNA altamente instabile siamo davvero in grado di predire la malattia e di
implementare un percorso di monitoraggio che può salvare delle vite - osserva il professor Maurizio D’Incalci che conclude - I dati appena pubblicati su Science Translational Medicine aprono una strada: ora serve il sostegno di tutti per avviare un ampio e robusto studio prospettico, volto a confermare i dati e trasformare il sogno di una diagnosi precoce del tumore ovarico in una realtà concreta”.
Lo studio retrospettivo su 113 pazienti con tumore ovarico Per realizzare lo studio, i ricercatori hanno raccolto i Pap test effettuati, anni prima della diagnosi, da 113 donne con tumore all’ovaio. I tamponi sono stati analizzati con una tecnica di sequenziamento del DNA che permette di rilevare anche piccole tracce di DNA tumorale e di misurare la loro instabilità genomica. I risultati così ottenuti sono poi stati confrontati con un gruppo di controllo: i Pap test di 77 donne
sane, che non hanno ricevuto negli anni successivi alcuna diagnosi di tumore. “Per la prima volta nella ricerca sulla diagnosi del tumore ovarico, i dati sono davvero promettenti: dimostrano che la tecnica impiegata è in grado di riconoscere nei tamponi la presenza di DNA tumorale con anni di anticipo rispetto alla manifestazione della malattia, in un caso addirittura nove anni prima. Il numero di
falsi positivi nel gruppo di controllo è molto basso, così come il numero di falsi negativi tra i tamponi delle pazienti con tumore”, spiegano Lara Paracchini e Laura Mannarino, prime autrici dello studio, di cui hanno curato rispettivamente gli esperimenti in laboratorio e l’analisi bioinformatica dei dati. E’ bene precisare che si tratta però solo del primo, seppur fondamentale, passo
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“Gender gap”. Il dossier dell’Ulss 3 Serenissima.
Medicina declinata al femminile per vincere le diseguaglianze Il “Bilancio di Genere”, mette a disposizione dei cittadini e della stessa Azienda sanitaria una mappa dettagliata e aggiornata dei servizi sanitari e sociosanitari, negli ospedali e nel territorio, cercando di individuare eventuali sperequazioni di genere, con le conseguenti possibili azioni migliorative
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ivono in media cinque anni in più rispetto agli uomini, eppure le donne, che sono quindi mediamente più longeve e più fragili, fanno registrare un tasso di ospedalizzazione sensibilmente inferiore: basterebbe questo dato per far interrogare sulle diseguaglianze di genere che si registrano anche in sanità. L’Ulss 3 Serenissima ha scelto di compiere un’analisi approfondita del cosiddetto “gender gap”, ed ha realizzato il proprio “Bilancio di Genere”. “Le progettualità della nostra Ulss 3 Serenissima a favore delle donne - ha sottolineato il Direttore dei Servizi socio-sanitari, Massimo Zuin - sono state avviate da tempo: l’Ulss 3 Serenissima è in prima linea su temi quali il contrasto alla violenza sulle donne, la “medicina di genere” che declina gli interventi terapeutici con attenzione particolare all’universo femminile, la prevenzione delle patologie tipicamente femminili, i nuovi linguaggi per il benessere della donna quando è oggetto di interventi sanitari anche nell’ambito del disagio mentale o delle dipendenze: questo “Bilancio di Genere”, che è diventato un fascicolo, ottanta pagine piene di dati e indicatori, segna un passaggio cruciale, su cui ci misureremo, quanto alle azioni in questo ambito, anche negli anni a venire”. Il “Bilancio di Genere” mette a disposizione dei cittadini e della stessa Azienda sanitaria una mappa dettagliata e aggiornata dei servizi sanitari e sociosanitari, sia negli ospedali che nel territorio, e li legge cercando di individuare in ogni intervento eventuali sperequazioni di genere, con le conseguenti possibili azioni migliorative.
“Con la sua ricerca, l’Azienda sanitaria veneziana, inoltre - ha sottolineato la dottoressa Consuelo Celebrin, del Servizio Innovazione e Sviluppo dell’Ulss 3 Serenissima -, evidenzia i progressi che sono stati compiuti nella cosiddetta “medicina di genere”, cioè nell’approccio di terapia e di assistenza declinato in modo diverso e il più possibile efficace a seconda che si intervenga su un paziente di sesso femminile o di sesso maschile”. L’Ulss 3 Serenissima si è concentrata anche sulla verifica delle diseguaglianze tra uomini e donne all’interno della propria struttura e nell’organizzazione operativa della propria attività. Tra i circa ottomila dipendenti le donne sono più del doppio degli uomini, segnala la ricerca, e il trend che parla di una predominanza al femminile è confermato anche dall’analisi delle assunzioni negli ultimi anni. “Si registra anche - sottolinea il Direttore
Zuin - una sensibilissima riduzione del gap tra uomini e donne a livello dirigenziale: se nel 2018 i dirigenti maschi erano 598 e i dirigenti femmina erano solamente 484, nel 2022 è avvenuto il ‘sorpasso’, con 541 dirigenti donne a fronte di 536 dirigenti uomini”. Un plauso al Bilancio di Genere dell’Ulss 3 Serenissima è giunto da Giovanna Badalassi, esperta di gender budgeting e di valutazione delle politiche pubbliche in materia di pari opportunità.
Ospedale di Conegliano. La “Stanza dell’abbraccio” per accogliere le donne vittime di violenza
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La “Stanza dell’abbraccio” è un ambiente dedicato all’accoglienza di donne, anche con i loro figli, vittime di violenza. Amministrazioni, associazioni e operatori sanitari in stretta, generosa collaborazione hanno contribuito al compimento di questa iniziativa, che si inserisce nelle progettualità messe in atto dall’Ulss 2 Marca trevigiana a supporto delle donne vittime di violenza e dei loro bambini. E’ stata allestita nel Pronto soccorso dell’Ospedale di Conegliano (Tv) e inaugurata a metà dicembre. La dr.ssa Martina Barban, medico di Pronto Soccorso negli ospedali di Conegliano e Vittorio Veneto referente per le donne vittime di violenza afferenti al PS di Conegliano, con il supporto di alcune infermiere, ha coordinato la realizzazione del progetto, ideando eventi svoltisi nel corso dell’anno dalle cene solidali ai concerti, dagli spettacoli teatrali alle vendite di noci - per la raccolta di fondi, con il supporto di associazioni, istituzioni e amministrazioni locali, dando il via a
una gara di solidarietà finalizzata all’acquisto degli arredi della stanza. Gli interventi della presidente della V Commissione Politiche Socio sanitarie, Sonia Brescacin, dell’assessore e responsabile del Centro Antiviolenza di Vittorio Veneto
per il distretto Pieve di Soligo, Antonella Caldart, della presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Treviso, Olga Rilampa, e del sindaco della Città di Conegliano, Fabio Chies, presenti all’inaugurazione, hanno sottolineato la necessità di sostenere iniziative di questo genere, coordinate tra più attori quali forze dell’ordine,
servizi sociali, ospedali, che supportano e sostengono in sicurezza le donne vittime di violenza: oggi nel nostro territorio esiste una rete di interventi che permette alle donne in difficoltà di sentirsi protette. La dr.ssa Barban spiega come l’idea della Stanza dell’Abbraccio sia nata dalla necessità di accogliere la donna, con eventuali figli, che con coraggio e sofferenza chiede aiuto, lasciando tutto per cercare di sopravvivere. Si tratta di donne che arrivano al Pronto Soccorso senza nulla cui, grazie a questa iniziativa, viene fornito un kit (tuta, biancheria intima, necessario per l’igiene personale) restituendo loro un minimo di dignità. “Ringrazio tutti coloro cha hanno contribuito alla realizzazione della Stanza dell’Abbraccio - il commento del direttore generale, Francesco Benazzi -. Questa è un’iniziativa d’amore per le donne che hanno bisogno di un aiuto concreto, ma, anche, un monito per noi uomini, contro l’indifferenza alla violenza”.
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LA “DIAGNOSTICA PER IMMAGINI” PIÙ AVANZATA ARRIVA A PADOVA
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Il Servizio TAC di livello superiore la cui esegue anche Artro-TAC, meinstallazione e attività vanno todica diagnostica evoluta che ad aggiungersi all’avveniristica consente, iniettando un mezzo Risonanza Magnetica ad Alto di contrasto in sede intra-artiCampo Aperta “Oasis Velocity”, colare, di valutare con estrema unica nel Triveneto. L’impiego precisione le lesioni e le patoloaltamente prestazionale dei due gie che interessano parti molli, nuovi sistemi rende Poliambu- tendini, muscoli, strutture schelatorio Arcella, già “Opinion Le- letriche, legamenti ed elementi le: il paziente viene fatto sdra- tere in alcun modo la qualità sotto costante osservazione e in totale sicurezza. ader Site” di Fujifilm Healthcare fibro-cartilaginei delle articola- iare su un confortevole lettino delle immagini. per l’Italia, uno dei più autorevoli zioni in cui il paziente lamenta che scorre attraverso un anello, centri di riferimento per la Dia- dolore o problemi di mobilità. Gantry, con il diametro di aper- La divisione di Diagnostica per I due straordinari sistemi di Immagini di Poliambulatorio “Diagnostica per Immagini gnostica per Immagini avanzata. tura di ben 80 cm. 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Grandi eventi
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Nei 700 anni dalla morte. Dal 27 gennaio al 13 febbraio la città celebrerà uno dei suoi più grandi viaggiatori
Tutto pronto per il Carnevale di Venezia, nel nome di Marco Polo Show ufficiale “Alla corte del Gran Khan”, ancora una volta firmato dalla stilista Antonia Sautter
Principale protagonista sarà il Carnival Street Show con i migliori artisti internazionali
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er il Carnevale veneziano sarà un anno all’insegna del ritorno alle tradizioni più antiche e con una dedica obbligata: quella a Marco Polo e alla strada per il Catai nei suoi 700 anni. Sarà il suggestivo titolo “Ad Oriente. Il mirabolante viaggio di Marco Polo” ad accompagnare il Carnevale di Venezia 2024 che dal 27 gennaio al 13 febbraio celebrerà uno dei suoi più grandi viaggiatori in occasione dei 700 anni dalla sua morte, avvenuta l’8 gennaio del 1324, Marco Polo torna dunque in laguna da protagonista e non poteva che farlo durante il Carnevale, quando Il tema del viaggio, della scoperta e dell’incontro con mondi prima solo immaginati si unisce al tema del percorso alla ricerca dei molti se stessi, diversi da quando si era partiti ma ancora con la voglia di tornare a mettersi in viaggio. L’edizione 2024 del Carnevale di Venezia sarà dunque un viaggio verso l’Oriente sulle tracce del percorso che Marco Polo intraprese alla scoperta delle nuove meraviglie dell’allora Catai. Doppia, in effetti, la ricorrenza: i 700 anni dalla morte di Marco Polo e i 770 anni dalla nascita, nel 1254 a Venezia da una famiglia patrizia di facoltosi mercanti, originaria di Sebenico in Dalmazia. Nel 1269, quando il padre e lo zio fanno ritorno a Venezia dai viaggi in Oriente, Marco ha quindici anni; e poco più tardi, ancora giovinetto, probabilmente nella primavera o nell’estate del 1271, parte insieme con loro per la Cina, dove rimarrà per circa venticinque anni. Durante tutta la sua permanenza presso la corte mongolica, per conto del Gran Khan, Marco svolgerà attività amministrative, lunghe e delicate ambasce-
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rie e incarichi diplomatici di prestigio, compiendo a tal fine diversi viaggi. A sette secoli di distanza, la città di Venezia, dal 27 gennaio al 13 febbraio, diventerà quindi la sede di un secondo viaggio fantastico che condurrà gli ospiti per le calli e i campi in un Carnevale diffuso in tutto il territorio cittadino dove si ripercorreranno quelle avventure eccezionali, Principale protagonista sarà il Carnival Street Show con i migliori artisti del panorama internazionale nel campo della clownerie, ma non mancheranno gli appuntamenti ormai tradizionali con la maschera più bella e la selezione delle dodici Marie, a Ca’ Vendramin Calergi il Dinner Show ufficiale del Carnevale, intitolato “Alla corte del Gran Khan”, ancora una volta firmato dalla stilista Antonia Sautter e lo spettacolo sull’acqua. “Terra incognita” all’Arsenale. Ma l’arte e il teatro torneranno anche a celebrare il Carnevale con una programmazione di spettacoli negli spazi culturali della città con il Carnevale della Cultura in collabo-
razione con Biennale. L’edizione del Carnevale di Venezia 2024 porta la firma del Direttore Artistico e scenografo del Teatro La Fenice, Massimo Checchetto. Sui principali siti stranieri, intanto, l’evento è già partito alla grande e con aspettative altissime. Scrivono ad esempio su uno dei principali fornitori di pacchetti viaggio per la Germania: “Il Carnevale di Venezia 2024 è pronto a esplodere in un turbine di eccitazione e divertimento!Il conto alla rovescia è già partito e la città lagunare è pronta a celebrare uno dei suoi più grandi eroi: Marco Polo. Immaginatevi catapultati in un’avventura epica, mentre viaggiate attraverso le calli e le piazze di Venezia, immergendovi in uno spettacolo magico che unisce storia, cultura e creatività senza limiti! È un’opportunità unica per esplorare non solo terre remote, ma anche il proprio viaggio interiore alla ricerca di sé stessi e dell’avventura mozzafiato di Marco Polo”. Massimo Tonizzo
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Film e serie tv visti da vicino
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Trame, protagonisti e volti nuovi, anticipazioni e commenti
Rubrica a cura di
Paolo Di Lorenzo
“Gigolò per caso” è riuscito Il capitalismo può essere Questi comici fanno riflettere etico? Mastronardi risponde S
u “Prime Video” è arrivata Gigolò Per Caso, la più recente proposta originale italiana targata Amazon Studios. Tratta dalla serie francese “Alphonse, gigolò per caso” - prodotta da Lucky Red - è un racconto che ha tutte le premesse per buttarla in caciara da un momento all’altro. Eppure non lo fa. L’intreccio è servito. A seguito della malattia del padre Giacomo (Christian De Sica), con cui ha sempre avuto un rapporto conflittuale, Alfonso (Pietro Sermonti) scopre che il genitore gli ha sempre tenuto nascosto il suo vero mestiere, quello di gigolò. In crisi con la moglie Margherita (Ambra Angiolini) e in difficoltà economiche, Alfonso decide di rivoluzionare la sua esistenza e seguire le orme paterne, scoprendo una versione di sé del tutto inaspettata. Alfonso rappresenta il lato chiaro del patriarcato, tutto teorie femministe l’unico lascito della madre - e ben poca messa a terra. Stufo dei continui panegirici del marito, Margherita ritrova lo slancio passionale con Costanza. Il loro amore è raccontato senza pruriginosità, lo sguardo non indugia sui corpi di Angiolini e Asia Argento né la natura della loro relazione diventa mai il gancio per ottenere qualche risatina in più. Più che una storia di sesso, quella di “Gigolò per caso” è un racconto su quanto sia difficile entrare in intimità con sé stessi e col prossimo. Nonostante qualche ironia molto (troppo) facile e doppisensi a iosa, la serie Prime Video si rivela una delle produzioni comiche più sorprendenti che Amazon ha lanciato finora. Se titoli come “Sono Lillo” e “Pesci piccoli” sono stati al più innocui, “Gigolò per caso” tra una battuta e l’altra un commento sull’attualità gioca a sovvertire le dinamiche di potere - e sessuali - del binarismo uomo-donna, senza mai sedersi in cattedra. Pietro Sermonti e Christian De Sica si divertono molto a interpretare questo duo padre e figlio: generazioni a confronto di maschi, un rapporto da ricostruire partendo dalle fondamenta di un modello quello del maschio alfa - ormai in crisi e ben rappresentato dal povero Alfonso..
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lessandra Mastronardi è tra le protagoniste di “One trillion dollars”, thriller finanziario tratto dal romanzo best-seller omonimo di Andreas Eschbach. La serie tv in sei episodi, disponibile su Paramount+, è prodotta da W&B Television, ovvero i fautori di uno dei successi televisivi europei più importanti dell’ultimo decennio: parliamo di quel guazzabuglio che è “Dark”. Con “One trillion dollars” siamo ben lontani dalla metafisica dei viaggi del tempo; i temi sono più concreti ed etici. Il protagonista della storia John Fontanelli (Philip Froissant), rider berlinese squattrinato che vive una vita di grande indipendenza, scopre di avere ereditato un trilione di dollari, ovvero un milione di bilioni, cioè un miliardo di miliardi. In un colpo solo, John è l’erede legittimo di un lascito creato 500 anni prima e l’uomo più ricco del mondo. Ma non c’è tempo per godersi la sua ritrovata ricchezza. C’è una profezia insolita collegata a questa eredità: Giovanni dovrà restituire all’umanità il futuro perduto! Considerando il cambiamento climatico, l’inquinamento ambientale e il capitalismo finanziario scatenato, appare un compito quasi impossibile. Alla ricerca delle risposte giuste, John accetta la sfida. Questo lo rende l’antagonista di alcune persone molto potenti che non si fermeranno davanti a nulla. Nella serie Mastronardi presta il volto a Franca Vacchi, l’esperta di finanza cui si affiderà John per capire come gestire il suo patrimonio astronomico. L’attrice napoletana, ha confidto a chi scrive , ha colto al volo l’opportunità di recitare in una serie dalla scrittura così affilata. La premessa di “One trillion dollars” è accattivante - a chi non piacerebbe entrare in possesso di una cifra persino difficile da concepire? - e il risultato è gratificante per lo spettatore. Non ci sono continui “spiegoni” di finanza come o in Billions, altra serie disponibile su Paramount+. Il dilemma è uno solo: se disponessimo le risorse per fare la differenza, ci impegneremmo o finiremmo per adagiarci sugli allori?
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Turismo - Sì, viaggiare
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ITINERARI PER MARE
Crociere, nell’anno boom il “Made in Italy” vince per sostenibilità e stile La “Costa Toscana”, la nave ammiraglia della flotta che a febbraio tornerà ad ospitare il Festival di Sanremo, con la gemella “Costa Smeralda, è la prima a utilizzare il gas naturale (LNG) per ridurre le emissioni in atmosfera. Buoni i risultati per evitare gli sprechi alimentari e rotte sempre nuove nei cinque continenti. Già full il “Giro del mondo 2024” di Renato Malaman
E la nave va.. Solca i mari con tutto il suo carico di “Made in Italy”, ma anche di “sostenibilità”, simbolo della rinascita della crocieristica italiana proprio nell’anno in cui la compagnia Costa, l’unica ancora battente bandiera italiana (la sede è ancora a Genova, anche se oggi fa parte del gruppo internazionale Carnival), compie 75 anni… Va la “Costa Toscana”, attualmente nei paesi del Golfo (Emirati Arabi, Qatar, Oman) ma con la prua già puntata verso il Festival di Sanremo, dove anche quest’anno costituirà il secondo palcoscenico. “Costa Toscana” non è una nave qualsiasi perché, con la gemella “Costa Smeralda” (entrambe costruite a Turku, in Finlandia, per una spesa di circa 85 milioni di euro l’una), vanta un primato che fa onore all’Italia: è tra le prime navi al mondo alimentate a gas naturale liquefatto (LNG), l’ecologico carburante che permette una drastica riduzione delle emissioni in atmosfera e quindi di inquinare meno, dato il significativo calo di Co2 e di polveri sottili. Tre generatori elettrici, alimentati a LNG (il gas naturale, appunto) danno una mano: forniscono energia sia per la propulsione, sia per i servizi di bordo di questo elegante gigante del mare, lungo 337 metri e largo 42, con un’altezza di…19 ponti. Capace di trasportare quasi 8000 persone, comprese le 1400 unità dell’equipaggio. Boom della crocieristica, si diceva. E di quella di gusto italiano in particolare, per una questione di stile e di ricchezza di proposte. Nel corso del 2023 sono già stati ampiamente superati i numeri pre-pandemia e il trend è in aumento. Diversi i target d’età dei passeggeri che la crocieristica “4.0” vuole raggiunge-
re. Innanzitutto i più giovani, cercando di far superare loro, anche attraverso l’utilizzo dei social, gli stereotipi che le crociere siano esperienze noiose e per persone agé. Il nuovo appeal mira ad esaltare la spensieratezza del viaggio. Le navi, oggi, sono delle vere e proprie smart-cities, delle città itineranti che offrono standard di qualità, nei servizi e negli intrattenimenti che non hanno nulla da invidiare agli ambienti urbani. Locali di ogni genere (nella “Costa Toscana” i locali sono tutti di griffe italiana: dai bar di Kartell, Campari, Ferrari, Frau, ai ristoranti d’autore, come quello impostato da Bruno Barbieri e da altri due grandi chef europei. Queste smart-cities viaggiano fra un mare e l’altro dei vari continenti: una stagione ai Caraibi, un’altra nel Mediterraneo o nell’Egeo e poi, giù, nei paesi del Golfo. A bordo una comunità multietnica e multiculturale che genera un bello spirito di convivenza, di integrazione e di scambio. Altro aspetto di novità importante è l’impegno etico della compagnia contro gli sprechi. “Le nostre navi sono virtuose: il programma valorizza il cibo e la lotta allo spreco. Il processo di riduzione parte già in fase di preparazione dei piatti, con bilance digitalizzate e connesse in rete. I dati raccolti vengono incrociati con quelli della produzione di scarti,così da migliorare sempre l’efficienza. Anche gli ospiti vengono coinvolti con campagne di sensibilizzazione che invitano a non sprecare cibo al buffet. Un po’ di eccedenza si genera comunque: i pasti “ready to eat” ovvero pronti per essere serviti, ma non ancora condivisi con gli ospiti, vengono raccolti e donati al Banco Alimentare che provvede a distribuirli
La nave “Costa Toscana” in navigazione; qui a lato: passeggeri sul ponte al tramonto e un dolce simbolo.
per fini sociali. Anche questo progetto con il Banco è una novità che Costa ha proposto per prima nel 2017. L’acqua utilizzata a bordo è attinta dal mare e desalinizzata. Infine un dettaglio (che non è però un’esclusiva di questa nave): queste grandi “regine dei mari” sono dotate di sonar per impedire l’avvicinamento (con i conseguenti rischi) dei grandi cetacei marini, balene in primis… Per salvarli. Tornando al boom della crocieristica va ricordato il target dei viaggiatori “senior”, ai quali Costa offre prodotti stimolanti, come l’iconico “Giro del Mondo in 130 giorni”, già al completo per il 2024 (quattro mesi tra Mediterraneo, Caraibi ed Estremo Oriente), ed è già in vendita l’edizione 2025, con Costa Deliziosa che circumnavigherà il globo prevalentemente nell’emisfero australe, visitando Terra del Fuoco,
Polinesia, Nuova Zelanda, Australia e Sud Africa, e prodotti innovativi, molto spesso legati al buon mangiare e al buon bere. L’ultimo pacchetto gourmet è stata la Choco Cruise, organizzata a bordo dell’ammiraglia Costa Toscana, in partnership con Barry Callebaut, leader mondiale nella produzione di cioccolato e cacao di alta qualità: una settimana dedicata al cioccolato con alcuni dei più importanti pasticceri europei, fra essi anche il trevigiano Alberto Simionato (che iniziò la sua carriera a Castelfranco Veneto). Gli altri erano lo svizzero Joël Perriard, il francese Philippe Bertrand, lo spagnolo Ramon Morató e il belga Alexandre Bourdeaux, Con Riccardo Bellaera, allievo di Iginio Massari e Corporate Pastry & Bakery Chef di Costa, hanno raccontato e fatto assaggiare a tutti i passeggeri il meglio della cioccolateria
d’autore. Entro il 2050 Costa Crociere ambisce ad avere una flotta a “zero emissioni”. Il dipartimento dedicato alla decarbonizzazione sta lavorando alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie. Altro fronte di ricerca è l’impegno verso le comunità locali delle destinazioni che accolgono le navi. Nel manifesto di Costa per un turismo di valore, sostenibile ed inclusivo, spicca il proposito di sviluppare progetti innovativi, creare inclusione e far conoscere le eccellenze locali per generare valore e crescita condivisi. E la nave intanto va: se si consulta l’app Vassel Finder (una sorta di Flight Radar per le navi) si seguono le sue rotte e quelle delle altre navi da crociera a zonzo nei mari del mondo. E’ come mettere ali alla fantasia e sognare approdi sempre nuovi. Senza limiti…
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Il personaggio illustre
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Il ricordo. È diventata un film la vita di Toni Gobbi che da Vicenza si trasferì a Courmayeur. Scalava con Walter Bonatti
Fu vicentino il padre dello sci-alpinismo “La traccia di Toni” è il film curato dal nipote Oliviero assieme ad Antonio Bocola. Gobbi era anche un imprenditore e aveva un negozio di articoli sportivi che era anche una libreria specializzata
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ra un alpinista e libraio a Courmayeur, ma vicentino doc. Toni Gobbi (1914 - 1970) è stato una figura importante dell’alpinismo italiano del dopoguerra: forte scalatore, apprezzata guida alpina, maestro di sci, “papà” dello scialpinismo nel nostro Paese e infine anche imprenditore di successo a Courmayeur: il suo negozio di articoli sportivi, aperto nel 1948, fu un punto di riferimento per tutti gli alpinisti e gli escursionisti.
le poi fu anche presidente. Nel 1939 entrò a Bassano alla Scuola allievi ufficiali alpini, poi andò ad Aosta alla Scuola Militare Alpina come tenente istruttore di alpinismo. L’8 settembre del 1943 decise di rimanere a Courmayeur anche perché nel frattempo aveva conosciuto Romilda Bertholier, figlia dei gestori del Rifugio Pavillon, che sposò lo stesso anno. Divenne portatore nel 1943 e guida alpina nel 1946, maestro di sci nel 1948 e lo
se, Delfinato, Maurienne, Vanoise) e organizzare spedizioni internazionali con gli sci, dall’Elbrus alla Groenlandia (1967), fino all’iraniano Damavend. Gobbi realizzò molte ascensioni importanti nella zona del Monte Bianco negli anni Cinquanta, tra le quali spicca la prima salita del Grand Pilier d’Angle (4234 metri) insieme a Walter Bonatti nel 1957, e prese parte alle spedizioni italiane nelle Ande Patagoniche (1957-58) e al Gasherbrum IV
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La locandina del film “La traccia di Toni” che è stato presentato anche a Vicenza per i 90 anni della “Giovane Montagna”
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Ricorda Francesco Ortolani, vicentino, grande appassionato di montagna, quasi uno storico vicentino del settore: “Gobbi era un personaggio interessantissimo. Nipote del senatore Giorgio Oliva, accompagnava molti vicentini in montagna. Spesso arrampicava con Walter Bonatti. Organizzava tour di sci alpinismo, e ricordo quanto fu colpita la Vicenza alpinistica dalla sua morte sotto una piccola e banale slavina ai piedi del dente del Sassopiatto assieme ad altre tre persone”. Studiò Giurisprudenza a Padova laureandosi nel 1940 e esercitò la professione di avvocato nello studio del padre a Vicenza. In questi anni si avvicinò all’alpinismo e allo sci tramite la Giovane Montagna, sezione di Vicenza, della qua-
stesso anno Istruttore Nazionale di Alpinismo. Ebbe due figli, Gioachino nel 1945 e Barbara nel 1949. Nel 1948 aprì a Courmayeur un negozio di articoli sportivi per alpinisti e sciatori con annessa libreria dedicata alla letteratura di montagna, la Libreria delle Alpi. Si impegnò nel giornalismo e nel 1950 vinse il Premio Saint-Vincent per il giornalismo. Come imprenditore è il primo a creare un catalogo delle ascensioni per i propri clienti, a inventare la scuola di sci, a promuovere a partire dal 1951 le “Settimane nazionali scialpinistiche di Alta montagna”, importando in Italia l’idea delle Haute Route francesi, sulle montagne italiane (Cevedale, Dolomiti, Adamello), europee (Oberland Berne-
(1958). È stato tra i fondatori della Uiagn (Union internationale des associations de guides de montagne), la federazione internazionale delle associazioni delle guide alpine. Ora la sua figura viene celebrata nel film “La traccia di Toni” presentato a Courmayeur da suo nipote Oliviero, titolare della rinomata fabbrica di materiale alpinistico Grivel e autore del film insieme ad Antonio Bocola, che ne è il regista. Come imprenditore, Gobbi è il primo a creare un catalogo delle ascensioni per i propri clienti, a inventare la scuola di sci, a promuovere a partire dal 1951 le “Settimane nazionali scialpinistiche di Alta montagna”, importando in Italia l’idea delle Haute Route francesi.
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A tavola
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Rubrica a cura di
Idee in cucina facili e sfiziose
Sara Busato
È iniziato un nuovo anno e la spesa di gennaio è pronta per accogliere tutti i nostri buoni propositi fatti, anche a tavola. In inverno la terra regala verdure gustose per realizzare tante ricette diverse BROCCOLI E PATATE AL FORNO Un contorno vegetariano ricco e saporito che unisce la bontà delle patate al sapore intenso dei broccoli, il tutto reso goloso e filante dal formaggio fuso. Un piatto che può essere preparato anche in anticipo per poi passarlo in forno solo all’ultimo. Ingredienti: 800 g di patate: 300 g di broccoli in cimette; 1 cipolla rossa; 300 g di caciocavallo o provolone grattugiato; 30 g di grana padano grattugiato; qualche fiocchetto di burro; sale q.b. Preparazione: Sbucciare e tagliare le patate a fette spesse di almeno un centimetro.Cuocere le patate al vapore insieme ai broccoli in una pentola a pressione, versando un paio di bicchieri d’acqua sul fondo e posizionando le patate nel cestello per la cottura a vapore. Aggiungere i broccoli in cimette alla pentola con le patate. Chiudere la pentola e calcolare una cottura di 6-7 minuti dal fischio iniziale. Una volta cotte le patate e i broccoli. Farli raffreddare e salarli. Distribuirli uniformemente in una teglia. Cospargere le patate e i broccoli con fettine di cipolla.Aggiungere 300 g di caciocavallo o provolone grattugiato, 30 g di grana padano grattugiato e qualche fiocchetto di burro sulla superficie. Cuocere nel forno preriscaldato a 180°C. Mettere la teglia nel forno statico per circa 35-40 minuti o finché il formaggio non sarà fuso e leggermente gratinato.
PINZA DELLA BEFANA
POLPETTINE IN SALSA DI ARANCIA Semplici da preparare sono perfette da preparare sia a pranzo che per cena. Anche per un’occasione speciale con ospiti. il risultato è profumato grazie alla sfumatura con l’arancia Ingredienti: : 450 g carne 450 macinata; 300 ml acqua; una cipolla bianca; 75 g pane integrale; 1 cucchiaio di yogurt; 1 uovo; spremuta di arancia; prezzemolo, aglio, pepe Preparazione: Mettere la carne tritata in una ciotola con la cipolla pelata e tritata, il pane sbriciolato, gli aromi, l’aglio schiacciato, il pepe, l’uovo e lo yogurt. Amalgamare con un cucchiaio ed impastate con le mani per almeno 5 minuti in modo da formare un composto omogeneo. Ricavare 24 polpettine e metterle in frigorifero per circa 1 ora. Scaldare l’olio in una grossa padella per friggere le polpettine in diverse mandate, in modo che prendano colore uniformemente. Unire il porro. Versare sulle polpettine acqua, la scorza ed il succo delle arance. Coprire la pentola e lasciate cuocere per 25 minuti, mescolando di tanto in tanto finchè non saranno ben cotte. Versare le polpette in un piatto e guarnire con gli spicchi di arancia
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La preparazione è semplice e ha origini contadine: si racconta che anticamente si cuoceva con il calore delle braci del falò della Befana. Ingredienti: 300 g farina di mais; 200 g farina 00; 200 g zucchero; 50 g uvetta; 70 g canditi (misti); 10 fichi secchi; 1 mela; 1 bicchierino grappa; 1 pizzico semi di anice; 1 cucchiaino lievito in polvere per dolci; 1 pizzico sale Preparazione: Ammollare la’uvetta nella grappa. Versare la farina di mais e la farina 00 in una casseruola capiente. Mescolare le farine con un cucchiaio di legno e unire un cucchiaino di lievito per dolci, lo zucchero e un pizzico di sale. In una pentola a parte versare circa 2 litri di acqua e portarla a bollore. Appena l’acqua raggiunge il punto di ebollizione, unirla alle farine poco per volta, mescolando continuamente per evitare la formazione di grumi. Cuocere il composto per 20 minuti, continuando a mescolare. Trascorso il primo tempo di cottura, unire il burro, l’uvetta ammollata con tutto il liquore, i semi di anice, i canditi, i fichi secchi e la mela sbucciata e tagliata a cubetti. Rimettere nuovamente il composto sul fuoco e cuocerlo per altri 20 minuti. Imburrare una teglia rettangolare e foderarla con carta da forno, versare il composto all’interno e livellare bene la superficie con il dorso di un cucchiaio bagnato. Cuocere in forno preriscaldato a 200°C per 30 minuti o fino a quando il dolce risulta ben dorato in superficie. Sfornare, lasciare raffreddare e servire la pinza della Befana tagliata in cubi.
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Oroscopo
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ARIETE
BILANCIA
Vi siete concessi un periodo di distrazione. Ma ora vi ripromettete di cominciare col piede giusto e tornate a concentrarvi sulle cose importanti. Procedete con cautela ma sempre determinati.
E’ tempo di cambiamenti e, se necessario, di chiudere alcuni rapporti che minano la vostra serenità. Concentratevi sul lavoro riponendo fiducia in che vi sta vicino. Imparate ad essere flessibili.
TORO Ciò che avete investito negli ultimi mesi del 2023 produrrà i suoi frutti già a gennaio del nuovo anno. Successi e positive sorprese renderanno i vostri giorni piacevoli oltre ogni aspettativa.
Gennaio
SCORPIONE Da gennaio inizia una fase molto intensa e ricca di colpi di scena inattesi e positivi. Il cambiamento vi consentirà di raggiungere gli obiettivi che vi eravate proposti. E’ un periodo di crescita.
Gennaio, un nuovo inizio
Pensare all'educazione GEMELLI ture è pensare alle generazioni fu Si aprono dell'umanità nuove e al futuro
sfide nelle relazioni sociali e anche in campo lavorativo. Investite nei cambiamenti con grande energia e qualche rischio controllato. Saprete fare le scelte giuste.
CANCRO Finalmente arriva la svolta che a lungo avevate atteso. Il vostro ottimismo e l’entusiasmo vi aiuteranno a superare qualche piccolo conflitto e nel lavoro otterrete grandi successi.
LEONE
SAGITTARIO
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VERGINE Siete concentrati sulla vostra vita affettiva che in questo momento è messa alla prova. Ma voi volete stabilità e riuscirete a proteggere i vostri affetti. Puntate energie e attenzione su ciò che conta.
CAPRICORNO
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Compirete un passo importante nella relazione col vostro partner e cominciate a costruire il vostro futuro insieme. Saranno mesi intensi e appassionati con tanti sogni e belle conferme.
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Tutti i venerdì
di Dicembre e di Gennaio
Continua un periodo di grandi cambiamenti. Ma ciò che avete investito fino ad oggi vi consentirà di aggiustare la situazione e raccogliere grandi affermazioni, a dimostrazione del fatto che avevate ragione voi.
Siete brillanti nella comunicazione e riuscite a trovare con estrema facilità soluzioni ai problemi che vi si pongono davanti. L’inizio d’anno è vivace e carico di nuove opportunità.
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PESCI L’anno comincia nel migliore dei modi, con buoni rapporti e slanci di grande entusiasmo. Sul lavoro investite energie che potrebbero creare momenti di stress e di stanchezza.
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Ciclo misto - Valori ponderati (l/100km): 0,96 Consumo di energia elettrica (Wh/km): 199,23 Range consumi (l/100km) - ponderato ciclo misto Charge depleting: 0,96 Emissioni CO2 g/km (range) ponderato ciclo misto Charge depleting: 22 - Consumi ed emissioni WLTP* (ai sensi del Regolamento UE 2017/1151)