L’EVENTO
Padova accoglie il Giro d’Italia vestita di rosa
EMERGENZA CASA
Varato il piano per garantire l’accesso a tutti
L’INTERVISTA
Vanda Pellizzari, la “leonessa” della politica
TRAM
Lavori Sir 3 il cantiere arriva alla stazione
PROVINCIA
Assegnate le deleghe ai consiglieri
QUARTIERI
Piazza Salvemini c’è l’accordo per la sistemazione
STORIE PADOVANE
Chrystelle Catalano
dall’Arcella a New York
LAVORO
Tirocinio con i maestri artigiani in 433 aziende venete
di Padova
Nuove ciclabili, illuminazione pubblica a led e non solo: la grande trasformazione della città è resa possibile grazie ai fondi Pnrr e agli investimenti del Comune
Servizi alle pagg. 8 e 9
Verso il voto
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Liste d’attesa, sanità al bivio Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
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La città che cambia
ELEZIONI EUROPEE, CI SIAMO: ECCO I CANDIDATI VENETI
Delicato test per tutti gli schieramenti, il centrodestra cerca conferme dal centrosinistra una nuova sfida
IL VENETO E L’AUTONOMIA PER L’EVOLUZIONE DIGITALE
L’assessore regionale Calzavara: “Sulla strada dell’innovazione maggiori servizi a portata di tutti i nostri concittadini”
U n nostro lettore, commentando di recente alcuni servizi dedicati ad un importante forum sulla sanità, al quale hanno partecipato esperti da tutto il mondo, ci ha chiesto perché non dedicavamo più spazio all’annoso problema delle liste d’attesa per esami e visite specialistiche.
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MAGGIO 2024 all’interno del giornale ASCOLTA ORA ASCOLTACI IN CON ALEXA O IN STREAMING SU: www.veneto24.it Periodico d’informazione localeAnno XXXI n. 97
DALL’EX PRANDINA AL PONTE PALEOCAPA: UN VOLTO NUOVO PER PADOVA
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Giro d’Italia, Padova si veste di rosa
Dopo 24 anni, Padova si prepara ad accogliere il traguardo del Giro d’Italia il prossimo 23 maggio, con la 18ª tappa che partirà da Fiera di Primiero per concludersi in Prato della Valle. Questo evento non solo proietta la città nel mondo dello sport internazionale, ma la colloca al centro di un evento capace di attirare l’attenzione di centinaia di milioni di persone, con 262 milioni di account raggiunti e un’audience televisiva di 694 milioni.
Padova si prepara a vivere un’esperienza straordinaria, valorizzando le sue eccellenze e immergendosi nell’atmosfera unica di una delle più importanti corse ciclistiche al mondo. Per questo motivo, l’amministrazione comunale, insieme ad APS Holding, ha lavorato in collaborazione con la Camera di Commercio e le associazioni di categoria per organizzare un ricco calendario di eventi collaterali.
Dal 17 maggio al 23, i monumenti e i palazzi storici di Padova si illumineranno di rosa, mentre al Centro Culturale San Gaetano sarà allestita una mostra sulla storia del ciclismo. Concerti dedicati e numerose attività animeranno la città, coinvolgendo anche lo storico mercato Sottosalone e tutte le categorie economiche.
Il giorno dell’arrivo, attorno al traguardo situato all’altezza del frontone dell’ex Foro Boario, prenderà vita un immenso villaggio, trasformando l’area in una grande festa. Street food, spettacoli di Bmx, Trial Box e freestyle saranno solo alcune delle attrazioni presenti, insieme a numerose aree dedicate ai partner della Corsa Rosa.
Partito il conto alla rovescia: l’atteso evento arriva in città il 23 maggio
Liste d’attesa, sanità al bivio
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Perché dare conto dei progressi in campo medico e sul fronte della ricerca internazionale e non dare voce ai cittadini alle prese con le difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie pubbliche? Non è la prima volta che ci arriva questa sollecitazione e non è infrequente che a fronte di un intervento o una notizia di carattere sanitario appaia l’immancabile osservazione “sì, ma le liste d’attesa...”. Premesso che a questo argomento abbiamo dedicato decine di servizi in tutte le nostre edizioni e continueremo a farlo, il fatto che i cittadini continuino a richiedere attenzione su questo fronte è un segnale da non sottovalutare. Cerchiamo però di non cadere nella tentazione del luogo comune dei lunghi tempi di attesa della sanità: non è sempre così e non lo è per tutti i casi, in particolare per le prestazioni urgenti e indifferibili, pur con qualche eccezione che giustamente fa notizia. Ciò non toglie che ogni giorno migliaia di cittadini si trovino a fare i conti con tempi d’attesa ancora lunghi nella sanità pubblica. Una recente inchiesta di Altroconsumo rivela che su 1.100 italiani interpellati ben 950 hanno avuto difficoltà nel prenotare una visita o un esame nel corso dell’ultimo anno. Così molti si vedono costretti a rivolgersi ai privati, affrontando costi elevati, oppure a rinunciare a alle cure. Per molti, poi, è impossibile rispettare i tempi suggeriti dal medico e c’è chi è costretto a lunghi spostamenti pur di avere l’appuntamento. A farne le spese sono soprattutto i più deboli, chi ha meno disponibilità economiche, gli anziani. In Veneto si cerca di correre ai ripari. Anche di recente la Regione ha annunciato importanti stanziamenti, l’ultimo da 40 milioni per superare il problema delle liste d’attesa e ha reclutato specialisti per smaltire le agende. Ma si tratta di un aspetto strutturale che va affrontato alla radice, rafforzando proprio la sanità pubblica, pagata dai cittadini.
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di Padova Questa edizione raggiunge i quartieri di Padova per un numero complessivo di 98.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199 continua da pag. 1 è una testata giornalistica di proprietà di Srl Direzione, Amministrazione e Concessionaria di Pubblicità Locale: via Lisbona, 10 · 35127 Padova tel. 049 8704884 · fax 049 6988054 >redazione@givemotions.it < > www.lapiazzaweb.it < Redazione: Direttore responsabile Nicola Stievano >direttore@givemotions.it
< PEFC/18-31-992 RiciclatoPEFC Questoprodottoè realizzatoconmateria primariciclata www.pefc.it CENTRO STAMPA QUOTIDIANI S.p.A. Via dell'Industria, 52 - 25030 Erbusco (BS) Tel: +39.030.7725594 Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.
in redazione il 3 maggio 2024
Sara Busato
< Redazione >redazione@givemotions.it
Chiuso
continua da pag. 1
Politiche dell’abitare. Il piano del Comune di Padova per garantire l’accesso a tutti
Continua l’emergenza casa, eppure ci sono oltre 16mila alloggi sfitti
L’Amministrazione ha messo attorno a un tavolo 35 tra associazioni e soggetti istituzionali. Il 17 giugno presenteranno le azioni che saranno, poi, immediatamente messe in campo.
Benciolini: “L’obiettivo è muovere un sistema che in questo momento è inceppato”
APadova, come in tutte le città, il tema dell’accesso alla casa continua a tenere banco producendo una crescente apprensione in larghe fette della cittadinanza.
Le case, cosiddette, popolari non bastano mai e gli scarsi finanziamenti alle Ater regionali spesso non consentono le necessarie manutenzioni e, quindi, non rendono assegnabili quegli alloggi.
Il carovita, una certa precarietà nel mondo del lavoro, i tassi bancari crescenti, fanno il resto e molti cittadini si trovano nelle condizioni di non poter acquistare un appartamento.
A tutto questo si aggiunge, anche, una certa diffidenza da parte dei proprietari affittare le loro proprietà: anche in questo caso la precarietà del lavoro e l’inflazione crescente non rendono i potenziali affittuari particolarmente “affidabili”.
Succede così che a Padova ci sono, secondo una recente indagine, 16.550 abitazioni sfitte e le case vacanze sono aumentate del 35% negli ultimi 5 anni. Un numero decisamente impressionante soprattutto se contestualizzato nella
fase di emergenza abitativa che si sta vivendo.
Per provare a invertire questa drammatica tendenza l’Amministrazione comunale ha messo attorno a un tavolo 35 tra associazioni e soggetti istituzionali tra i quali l’Università, la Diocesi, Associazione dei Proprietari, Ance, Banche, associazione degli inquilini e Ater, organizzati in tre tavoli di lavoro che analizzeranno complessivamente la situazione per tutto il mese di maggio e il 17 giugno presenteranno le azioni che saranno, poi, immediatamente messe in campo.
“Per organizzare e sviluppare il lavoro di questi tre tavoli – commenta l’assessore alle Politiche sociali, Francesca Benciolini – abbiamo fatto un avviso pubblico che individuasse un’agenzia, risultata KCity, una struttura specializzata in questo tipo di attività, e con loro abbiamo messo in fila tutte le idee che erano nate. Saranno loro i facilitatori dei percorsi di lavoro dei tre gruppi, portando anche esempi e suggerimenti con le idee e le esperienze già fatte in altre città. Ogni tavolo di lavoro si ritroverà 4 volte, con una
conclusione che sarà per tutti il 17 giugno con una assemblea plenaria, all’interno della quale verranno portati i risultati”.
“L’obiettivo – aggiun-
ge l’assessore alle Politiche sociali – è soprattutto muovere un sistema che in questo momento è inceppato. Ad esempio trovare il modo, attraverso forme di
garanzia, che il privato che ha un appartamento che può essere affittato non lo tenga chiuso per timore di non essere pagato, o peggio di non riuscire più ad averne l’uso se gli fosse necessario, ma lo metta a disposizione di un lavoratore per il quale faccio una ipotesi – se Confindustria potesse fare da garante, sarebbe già un ottimo risultato. Voglio ricordare che abbiamo un problema enorme: sono tante le aziende private e pubbliche che ci hanno documentato come il personale che loro stavano per assumere abbia rinunciato perché non trovava alloggio o se lo trovava – aveva un costo insostenibile in rapporto allo stipendio”.
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L’assessore alle Politiche sociali, Francesca Benciolini
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Lavori in corso. A breve Padova avrà un nuovo volto sia grazie ai fondi del Pnrr
Dall’ex caserma Prandina ai ponti,
La grande trasformazione della Città
In questi ultimi mesi, Padova sta vivendo un periodo di grande trasformazione: diversi sono infatti i cantieri che si avvicendano per le piazze, le vie e i quartieri, coinvolgendo via via sempre più parti del territorio cittadino. Grazie da una parte alla spinta impressa dal Pnrr, dall’altra ai grandi investimenti promossi dall’amministrazione comunale, la Città del Santo a breve avrà infatti un volto profondamente rinnovato.
Se in termini di trasformazione più evidente vi sono certamente le nuove linee della tramvia (Sir 2 e Sir 3), che doteranno Padova di un sistema di mobilità più efficiente anche in delle assi di spostamento attualmente riservate solo al trasporto su gomma, non sono da meno diversi altri lavori che il Comune sta eseguendo.
PRANDINA
Pensiamo ad esempio alla trasformazione della ex Caser-
ma Prandina: dopo la presentazione del masterplan avvenuta prima delle festività, con il 2024 si è entrati nella fase operativa della trasformazione dell’ex caserma Prandina nel nuovo Parco delle Mura di San Benedetto.
Uno degli interventi più significativi di questa trasformazione è l’eliminazione di Via Orsini, creata nel ‘900 proprio in occasione dell’allargamento dell’allora caserma ed ora molto trafficata, con funzioni di circonvallazione interna. Con questo intervento, gli oltre 4000 mq di asfalto della via verranno invece trasformati in area verde, che si unirà al resto delle trasformazioni all’ex Prandina, dove la zona a parco supererà i 50.000 mq e che si otterrà riducendo drasticamente le superfici impermeabili e asfaltate. Un’operazione green che non solo amplia la dotazione di verde del centro storico, ma che migliora anche la viabilità.
Proprio in questo senso si inserisce il ripristino del doppio senso di marcia in Via Volturno, che assorbirà così il flusso di traffico che non transiterà più in via Orsini. “Dopo un approfondito studio svolto da APS, abbiamo verificato che a livello viabilistico questa scelta non solo è assolutamente realizzabile – spiega l’assessore a Lavori Pubblici, Infrastrutture e Manutenzioni, Andrea Mica-
lizzi –, ma che non rappresenta neppure un grande stravolgimento a livello complessivo, in quanto la gran parte della circonvallazione interna è già con doppia percorrenza”.
Si tratta del primo passo di una fase storica che consegnerà alla città un grande parco urbano in pieno centro storico e che realizzerà anche una nuova piazza per corso Milano.
La passerella pedonale che sostituisce temporaneamente ponte Paleocapa, l’assessore Andrea Micalizzi alla presentazione del progetto del nuovo parco delle Mura di San Benedetto e i lavori di realizzazione della ciclabile in via Sorio
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messaggio politico elettorale
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La città che cambia
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che grazie ai notevoli
del Santo continua senza sosta
PADOVA CAPITALE CICLABILE
“Continua il nostro impegno per rendere Padova sempre più ciclabile – prosegue Micalizzi –. Negli ultimi anni abbiamo realizzato interventi su tutta la circonvallazione interna, con gli ultimi interventi riguardanti in particolar modo la parte di via Sarpi e di via Giordano Bruno, oltre che il Lungargine del Piovego Fistomba. Anche i collegamenti con i quartieri non sono stati dimenticati: sono state realizzate le ciclabili che portano da via Lago Dolfin a Salboro e quella che unisce via Palermo a via Urbino, collegando il quartiere di sacra famiglia con il basso Isonzo, oltre alla ciclabile che congiunge Granze di Camin con Ponte San Nicolò. Ad aprile è partito il cantiere per la ciclabile di Via Sorio, che coinvolgerà l’intero asse della via fino ai piedi del cavalcavia di Brusegana, per oltre 600mila euro di investimento”.
“I lavori che abbiamo compiuto – aggiunge l’assessore – hanno come principale obiettivo quello di rendere i percorsi ciclabili più sicuri e fruibili, tramite l’allargamento dei marciapiedi, lo spostamento da corsia (disegnata) a sede riservata (con cordolo), l’aumento degli attraversamenti ciclopedonali, la riduzione delle barriere architet-
toniche (coerentemente con il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche - Peba)”.
Questi interventi sono parte di un disegno frutto di una strategia complessiva espressa dal Biciplan, e dal progetto della Bicipolitana. “È grazie a questa strategia, che stiamo realizzando, che Padova risulta essere una delle prime tre città sopra ai 200.000 abitanti per ciclabilità, secondo la Fiab”.
“Padova da vent’anni garantisce un investimento di 3 milioni di euro annui (in media) per la ciclabilità: corrisponde al 1 0 % di quanto ogni anno viene speso per opere pubbliche; 14,5 euro ad abitante, uno tra gli investimenti più consistenti del paese. Anche per quest’anno abbiamo confermato queste risorse”.
PONTI
Fra le infrastrutture più importanti per la città, vi sono di certo ponti, viadotti e cavalcavia. Ponti in acciaio, in calcestruzzo, ponti storici in muratura. Ponti contemporanei, ottocenteschi, medievali, romani: a Padova ne sono stati censiti ben 195. Per mantenere in sicurezza questo patrimonio di infrastrutture fondamentali per la nostra viabilità, serve una manutenzione costante. Per questo il Comune di Padova ha stabilito un elenco di priorità di intervento. Attualmente sono già in corso e in programma cantieri che riguardano 1 2 ponti e viadotti per un ammontare di
oltre 6,7 milioni di euro. Si va dalle opere di rinforzo strutturale, al restauro, al trattamento superficiale e impermeabilizzazione. “Tra gli esempi più significativi possiamo ricordare gli interventi presso i cavalcavia della tangenziale, o il Ponte Paleocapa, con la passerella pedonale temporanea per sostituirne il passaggio fintanto che i lavori di restauro proseguiranno – spiega Micalizzi –. Quest’ultimo un chiaro esempio di come, ascoltando i cittadini, siamo riusciti a venire incontro ai loro bisogni e a ridurre gli inevitabili disagi che così tanti lavori possono causare”.
Ogni anno vengono coinvolte sempre più infrastrutture.
ILLUMINAZIONE PUBBLICA
Continua poi l’impegno per rendere Padova sempre più efficiente da un punto di vista energetico, con il programma di illuminazione pubblica a led che sta coinvolgendo sempre più quartieri. Già dall’inizio di quest’anno è stata completata la nuova illuminazione nei quartieri di Mortise e di Madonna Pellegrina, dove, grazie ad una collaborazione con Hera Luce s.r.l. e un investimento di ben 4 milioni di euro, la vecchia illuminazione vetusta è stata sostituita con impianti capaci di far risparmiare fino al 40 % dei consumi.
Insomma, Padova continua a cambiare e a confermarsi come una delle città più dinamiche nel panorama non solo del Veneto, ma dell’intero paese.
Se in termini di trasformazione più evidente vi sono certamente le nuove linee della tramvia, che doteranno Padova di un sistema di mobilità più efficiente, non sono da meno diversi altri lavori che il Comune sta eseguendo
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città
L’intervista. Il suo impegno civico e la sua militanza nella Lega l’hanno resa una figura iconica di Padova
Vanda Pellizzari, leonessa della politica attenta ai malesseri dei commercianti
“Della mia città conosco ogni angolo, di alcune zone oserei dire ogni sanpietrino.La Ztl?
Chiudere il centro storico a cittadini, ambulanti e commercianti è deleterio. Bisogna rimodulare il sistema per agevolare l’accesso al centro storico”
Molto più di una semplice commerciante padovana: è un pilastro della comunità locale, conosciuta e rispettata per le sue battaglie instancabili a fianco dei cittadini. Il suo impegno civico e la sua militanza appassionata nelle fila della Lega l’hanno resa una figura iconica della politica padovana.
Pellizzari, cosa l’ha spinta a dedicarsi con tanto fervore alla politica e al sostegno della sua città?
La mia passione per la politica e il mio impegno per la comunità sono radicati nel profondo legame che ho con la mia città e con i suoi abitanti. Sin da giovane ho sentito il bisogno di dare il mio contributo, di lottare per un futuro migliore. La Lega è stata per me la piattaforma ideale attraverso cui esprimere questa volontà di cambiamento e di difesa degli interessi locali. Ora, tuttavia, faccio fatica a condividerne la linea politica, anche a livello locale.
Il commercio in città sta cambiando. Chiude un altro negozio storico in centro, la Palanca.
Il diffondersi del Covid ha innescato una serie di problematiche, tra cui la persistenza delle abitudini di acquisto online. Questo fenomeno ha indebolito significativamente gli acquisti in negozio, ma non rappresenta l’unica sfida che i commercianti devono affrontare. Il commercio è sempre stata la spina dorsale di Padova.
Quali sono i problemi?
Il problema dei parcheggi è critico perché la mancanza di posti auto porta le persone a preferire i centri commerciali, impoverendo così il centro storico. Concordo sul fatto che Padova sia una città straordinaria, ricca di tesori culturali e storici di fama mondiale, che vanno dalla Cappella degli Scrovegni al Palazzo della Ragione fino alle maestose mura cittadine. Tuttavia, il turismo che attira spesso è di tipo “mordi e fug-
gi”, dove i visitatori non solo apprezzano l’aspetto culturale ma anche la possibilità di fare shopping. Il fatto che molte grandi firme siano migrati altrove, come Verona o Vicenza, è preoccupante e potrebbe essere dovuto anche alla mancanza di infrastrutture adeguate.
Parcheggio Prandina e Piaz-
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za Insurrezione, qual è la sua posizione?
Sarò sintetica. Sono pochi i parcheggi alla Prandina. Ne servono almeno 800. Piazza Insurrezione necessita di interventi di riqualificazione, con l’ex palazzo Inps in uno stato di degrado evidente, e i portici che sono diventati luoghi poco sicuri. Realizzare un parcheggio sotterraneo, prendendo spunto da quanto fatto a Verona, per affrontare la situazione, considerando anche il valore storico di Padova, potrebbe essere una soluzione.
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Ma ritorniamo al tema viabilità, Padova sta vivendo un momento particolare e di grandi cambiamenti. I cantieri di questi mesi stanno penalizzando ancora di più il centro storico e i commercianti. E gli incentivi messi in atto dall’amministrazione non sono sufficienti. Quando ero in consiglio comunale avevamo chiesto come Lega un trasporto pubblico di gomma, ma…Della mia città conosco ogni angolo, di alcune zone oserei dire ogni sanpietrino. E la ciliegina sulla torta, la Ztl. Chiudere il centro storico a cittadini, ambulanti e commercianti è una mossa deleteria. Bisogna rimodulare il sistema per agevolare l’accesso al centro storico.
Come è riuscita a guadagnarsi il rispetto e diventare una voce autorevole?
Credo che la determinazione e la coerenza siano state le chiavi del mio percorso. Ho sempre agito con sincerità e trasparenza, mettendo al centro dei miei sforzi il bene della comunità. Attraverso il dialogo, il confronto e il lavoro incessante, ho cercato di essere un punto di riferimento per coloro che condividono le mie stesse idee e preoccupazioni.
Pensa di ritornare in politica?
La politica non è solo una questione di potere o di interessi personali, ma soprattutto di servizio e di dedizione al bene comune. Se il mio impegno può contribuire in qualche modo a migliorare la vita dei cittadini di Padova, allora ritengo che il mio lavoro abbia avuto un senso.
Sara Busato
www.lapiazzaweb.it 10 Maggio *lettini gratuiti fino ad esaurimento In caso di maltempo sarà disponibile la piscina interna
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Politica
Vanda Pellizzari, figura iconica della politica padovana
Via E. Degli Scrovegni, 5 #MakeItalyGreen eon-energia.com 1 Rata mensile costante calcolata sui consumi annui e sulla potenza del contatore. Restano esclusi gli eventuali corrispettivi dovuti per l Canone RAI e l eventuale agevolazione Bonus Sociale. Ogni mese in ogni fattura ti diamo evidenza de calcolo del conguaglio sia in positivo sia in negativo Alla fine dei 12 mesi l’importo a debito o a credito ti verrà addebitato/accreditato in un unica soluzione o dilazionato nelle bollette dell’anno successivo, in base alla modalità da te scelta. SCARICA L’APP RADIO VENETO24 Ascolta Sintonizzati sul futuro. Veneto24 passa al sistema di ultima generazione DAB che permette di ascoltare anche la radio con una qualità audio perfetta. www.veneto24.it
Trasporto pubblico.
Un’estate di cantieri: proseguono i lavori per la realizzazione del Sir 3
Si avvicina il cantiere della stazione: da giugno si lavorerà nel piazzale per le nuove linee
Partono a giugno i lavori per le due nuove linee tranviarie a Padova, nella zona della stazione e dell’ospedale. I cantieri, che dureranno tutta l’estate fino a settembre, comporteranno la riorganizzazione della viabilità e la realizzazione di nuove opere infrastrutturali. L’amministrazione ha deciso di intervenire durante l’estate, sfruttando il minor afflusso di persone e veicoli, specialmente con la chiusura delle scuole.
Sono iniziati gli incontri per definire uno dei cantieri più importanti della linea Sir2 e di Smart, il nodo della stazione, dove dovrà essere realizzato un grande anello che permetterà che consentirà il passaggio di tutte le sei linee del tram previste dal progetto Smart. Quest’estate si faranno le opere civili, le piattaforme, la prossima estate tutta la parte impiantistica
“Questo intervento prevede di organizzare la viabilità alternativa per automobili, taxi, bici, pedoni e soprattutto per tutti gli autobus che oggi hanno il capolinea nel piazzale o che comunque transitano – spiega l’assessore alla Mobilità, Andrea Ragona –. Per questo abbiamo avviato il confronto non solo con le aziende, ma anche con BusItalia. Non c’è ancora un assetto definitivo, ma abbiamo messo in fila le esigenze di tutti e iniziato a ragionare su alcune ipotesi che nelle pros-
sime settimane definiremo per avviare i lavori a giugno”.
Passando al cantiere di via Morgagni tram in direzione ospedale, recentemente, c’è stato un sopralluogo con tutti i tecnici del settore Verde. L’obiettivo era quello di monitorare la salute degli alberi e le interferenze con le radici dopo le prime fasi di lavoro sull’asfalto, cercando di preservare le piante.
I primi interventi riguarderanno il tratto stradale compreso tra via Belzoni e il ponte Omizzolo, una delle zone più trafficate della città. Questi lavori saranno suddivisi in tre fasi per garantire una gestione efficiente del traffico.
Nella prima fase, che inizia domani e si concluderà a giugno, le corsie in direzione ovest di via Morgagni, quelle che conducono verso la stazione, saranno chiuse al traffico tra via Belzoni e largo Meneghetti. Durante questa fase, verranno eseguiti interventi sui sottoservizi, con particolare attenzione alla risoluzione delle interferenze della rete idrica, concentrati nell’area verso largo Meneghetti.
Nella seconda fase, le corsie nella direzione opposta, verso l’ospedale, saranno chiuse. Questo intervento sarà di durata più breve in quanto i lavori sui sottoservizi in quest’area sono già stati completati, ma non inizieranno prima della conclusione dei lavori nella parte opposta.
La fase finale, che in parte
si sovrapporrà alla seconda, coinvolgerà il ponte Omizzolo e la strada che conduce verso via Gozzi. I lavori sul ponte Omizzolo avranno inizio dopo metà giugno, una volta che le scuole saranno chiuse, per garantire il minor impatto possibile sulla viabilità.
Fin dalla fase di progettazione, è stata posta molta attenzione alla tutela del verde in questo tratto specifico. Qui non solo il tram corre senza la linea aerea di contatto per l’alimentazione per non interferire con le chiome, ma è anche l’unico tratto in cui ver-
rà modificata la piattaforma: sarà più sottile, 25 cm anziché 30, e verrà rialzata la strada in modo tale da operare solo sul vecchio manto stradale e non interferire con le radici degli alberi.
“L’intervento per la realizzazione della piattaforma tranviaria sarà eseguito in modo da proteggere al massimo gli alberi – conferma Ragona –. Si pianifica di creare una piattaforma più sottile, sollevata rispetto al resto del percorso, per non danneggiare le radici. È una zona delicata, quindi viene monitorata
quotidianamente dai tecnici”. Una volta completata questa prima fase di cantiere sarà realizzata la piattaforma tranviaria sul lato opposto e da metà giugno, una volta chiuse le scuole, si interverrà sul ponte Omizzolo e dal ponte stesso verso l’incrocio tra via Gozzi e via Trieste.
“Quello tra via Morgagni è via Gozzi è un asse complesso”, specifica l’assessore “su cui intervenire e nei prossimi mesi ci saranno costanti e puntuali modifiche per garantire il minor disagio possibile seguendo l’evolversi del cantiere, per poter procedere in maniera rapida e coordinata e completare il lavoro entro l’autunno”.
Il quartiere di Voltabarozzo si prepara ad un futuro più connesso e sostenibile grazie al nuovo ponte in costruzione sul Canale Scaricatore. Un’opera di 95 metri di lunghezza e 820 tonnellate di peso, che rappresenta una delle sfide ingegneristiche più complesse del progetto del tram Sir 3. Sono già arrivati le prima parti dell’avambecco dall’azienda veronese Mbm che si è occupata dell’assemblaggio. Il nuovo collegamento sarà gemello a quello esistente, posizionato a 4,5 metri di distanza e destinato esclusivamente al tram. Oltre a consentire il passaggio del tram, il nuovo ponte offrirà alla città una via sicura e funzionale per ciclisti e pedoni, rispondendo così alle esigenze di una zona frequentata da una grande quantità di persone in bicicletta e a piedi.
Sara Busato
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del 22 Febbraio 2000).
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Da giugno viabilità modificata per le due linee tranviarie di Padova
Tram
In alto, rendering di come sarà il passaggio del tram alla stazione
L’intervento. L’investimento green che contribuirà a rendere la città più sostenibile
Un parcheggio attento all’ambiente: 2000 mq di prato per piazza Savelli
Bressa: “Un modello da replicare: le aree densamente urbanizzate tornino a respirare”
Nel tentativo di affrontare le crescenti sfide poste dai cambiamenti climatici, l’Amministrazione comunale ha recentemente concluso un importante intervento di mitigazione ambientale nel cuore della città. Il progetto, focalizzato sul grande parcheggio di piazza Savelli, si propone di affrontare due delle principali minacce ambientali: le isole urbane di calore e gli impatti idraulici derivanti dalle precipitazioni sempre più intense.
“Un progetto che rappresenta un modello che vogliamo replicare nei prossimi lavori di ammodernamento della città confermando il nostro impegno per una città sempre più attenta all’ambiente – commenta l’assessore al verde Antonio Bressa –. Sia la zona industriale che altre aree anche centrali della città densamente urbanizzate hanno bisogno di tornare a respirare grazie alla messa a dimora di nuovi alberi e alla liberazione di superfici ora asfaltate”.
Le isole urbane di calore rappresentano un fenomeno comune nelle aree urbane densamente costruite, dove la presenza di superfici impermeabili come asfalto e cemento, insieme all’assorbimento e alla trattenuta di calore, contribuisce a elevare le temperature locali. Questo non solo rende l’ambiente cittadino meno confortevole per i residenti, ma può anche aumentare i rischi per la salute e l’efficienza energetica degli edifici. Allo stesso tempo, i cambiamenti climatici hanno portato a un aumento delle precipitazioni intense e improvvise, mettendo a rischio le infrastrutture e la sicurezza dei cittadini. Le superfici impermeabili presenti nelle città aggravano questo problema, creando un maggiore rischio di allagamenti e inondazioni. L’intervento mira a contrastare entrambi questi fenomeni in modo efficace. Un progetto reso possibile grazie a un finanziamento di 829 mila euro dal Ministero
dell’Ambiente. La piazza, con una superficie complessiva di 6800 metri quadrati, è stata suddivisa in due parti distinti per favorire la gestione delle acque piovane. Una porzione di 2000 metri quadrati è stata trasformata in un ampio prato, caratterizzato da un terreno altamente permeabile che facilita l’assorbimento delle precipitazioni.
Gli altri 4800 metri quadrati, dedicati alla viabilità e ai par-
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cheggi, sono stati pavimentati con uno speciale conglomerato altamente drenante, caratterizzato da una tonalità molto chiara. Questa soluzione non solo riduce l’impermeabilizzazione del suolo, mitigando così il rischio di allagamenti e inondazioni, ma permette anche il riciclo delle acque piovane nel terreno sottostante, contribuendo a mantenere il livello delle falde acquifere. La nuova piazza è arricchita da un arredo urbano moderno e funzionale, che rende lo spazio più accogliente e vivibile. La presenza di alberi e aree verdi non solo contribuisce a ridurre l’effetto delle isole urbane di calore, ma migliora anche la qualità dell’aria e promuove la biodiversità urbana. Ecco, dunque, che i 52 alberi appartenenti alle specie di lecci, tigli, carpini e liriodendri, insieme a circa 300 piante erbacee, svolgeranno un ruolo fondamentale nell’abbassare la temperatura della piazza e dell’intera area circostante. La zona dispone di un totale di 114 parcheggi dedicati alle attività della zona, di cui 53 sono a pagamento e 59 sono gratuiti, tra cui 5 appositamente riservati per le auto dei disabili. Inoltre, il parcheggio è stato progettato per ospitare l’installazione di 16 colonnine destinate alla ricarica dei veicoli elettrici, promuovendo così la mobilità sostenibile e la transizione verso un parco auto più ecologico e a basse emissioni.
Sara Busato
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Il nuovo volto del parcheggio di piazza Savelli
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Provincia
La nuova squadra. Ecco i neoeletti consiglieri provinciali padovani e i loro incarichi
A Giordani le deleghe alla Grande Padova
I l presidente della Provincia di Padova, Sergio Giordani, ha assegnato le deleghe ai consiglieri provinciali neoeletti.
Un atto che segna il completamento della squadra di governo che guiderà l’Ente per i prossimi due anni, con l’obiettivo di dare continuità all’azione amministrativa avviata nel corso del precedente mandato e di affrontare le nuove sfide che attendono il territorio.
“Inizia il lavoro di squadra del nuovo Consiglio provinciale di Padova - commenta il presidente Giordani -. Nei prossimi due anni, ribadirò la mia visione dell’ente Provincia, conforme all’ordinamento vigente: un luogo in cui il dialogo e la collaborazione trasversali devono essere prioritari per realizzare risultati positivi per i nostri Sindaci e per l’intero territorio. Ringrazio le consigliere, i consiglieri e le forze politiche e civiche per il percorso che intraprenderemo ora, nell’interesse esclusivo dei nostri comuni e della cittadinanza. Saranno punti di riferimento per la discussione e il confronto. Affrontiamo sfide importanti che richiedono il contributo di tut-
ti e il coinvolgimento attivo di tutte le amministratrici e gli amministratori. Non esisteranno minoranze o maggioranze per me in Provincia; la mia cultura è quella dell’ascolto. Rispetto le chiare posizioni di tutti, come ho avuto modo di leggere sulla stampa e sentire in aula. Assicurerò a ogni consigliere la massima considerazione, sempre disponibile al dialogo durante questo mandato, in linea con i miei convincimenti”.
Ecco l’elenco dei Consiglieri provinciali con le rispettive deleghe.
DANIELE CANELLA, VICEPRESIDENTE VICARIO
Pianificazione territoriale e Urbanistica; Personale; Patrimonio, musei e edilizia generale, Società partecipate; Affari generali; Avvocatura civica; Contratti e gare; Rapporti con l’unione province italiane e riforme istituzionali; Coordinamento progetti Pnrr.
LUIGI BISATO DETTO ALESSANDRO, VICEPRESIDENTE. Edilizia scolastica; Politiche del lavoro e dell’occupazione; Pubblica Istruzione e formazione; Politiche del terzo settore; Po-
litiche di promozione dei diritti dei consumatori e contro le frodi.
STEFANO AGUJARI-STOPPA. Politiche di transizione ecologica ed energetica e per la promozione delle energie rinnovabili; Parchi e riserve naturali; Politiche abitative; Politiche di legalità e lotta alle mafie; Politiche giovanili; Grandi eventi.
SILVIA ALIBARDI. Promozione del territorio e valorizzazione eccellenze; Volontariato e associazionismo; Partecipazione attiva della cittadinanza e comunicazione attività dell’Ente; Caccia e pesca.
STEFANO BARALDO. Viabilità; Università e ricerca; Accessibilità e vita indipendente.
DANIELA BORDIN. Protezione civile e formazione della cittadinanza nella prevenzione degli eventi estremi; Valorizzazione della memoria storica del territorio e delle sue tradizioni; Gemellaggi, cooperazione internazionale e pace.
ROBERTO CRUCIATO. Amministrazione trasparente; Programmazione e controllo; Espropri; Tributi; Sburocratizzazione e semplificazione
amministrativa; Cave; Polizia mineraria; Rapporti col Comepa; Sviluppo delle attività intermodali e della logistica sostenibile.
EMANUELA GASTALDELLO. Pari opportunità e contrasto alle violenze di genere, politiche dell’inclusione e dell’integrazione.
VINCENZO GOTTARDO. Trasporto pubblico locale; Turismo; Cultura; URP e relazioni esterne dell’ente; Agricoltura.
PAOLA MARTIN. Bilancio; Biblioteche; Politiche europee e comunitarie.
MASSIMO MOMOLO. Piste ciclabili e politiche di promozione della mobilità dolce; Cicloturismo; Termalismo.
ELEONORA MOSCO. Sviluppo economico; Politiche industriali; Valorizzazione Made in Italy
e dell’artigianato locale; Attività produttive; IPA (Intese programmatiche di area); Sport e manifestazioni sportive; Sicurezza e polizia provinciale; Promozione dell’attività sportiva della terza età e dell’invecchiamento attivo.
CARLO PASQUALETTO. Innovazione; Smartcity; Transizione e agenda digitale; Sistemi informativi.
VALENTINO TURETTA. Ambiente e sostenibilità; Valorizzazione dei percorsi fluviali e delle vie d’acqua; Tutela degli animali d’affezione; Politiche di sanità, prevenzione e benessere pubblico.
Resta in capo al presidente della Provincia la materia “Infrastrutture strategiche della Grande Padova” e tutto quanto non espressamente delegato.
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www.lapiazzaweb.it 15 per il p e r i l VENETO in i n EUROPA E U R O PA Andretta Avruscio Comm. Resp. Flavio Tosi (scheda marrone)
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Il nuovo consiglio provinciale di Padova
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(Veneto, Trentino-Alto Adige, Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia)
CANDIDATO VENETO AL PARLAMENTO EUROPEO CIRCOSCRIZIONE NORD ORIENTALE SULLA
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• rivedere il Green Deal scrivendo in maniera precisa come finanzieremo gli obiettivi di transizione energetica.
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L’intervento. L’area di proprietà comunale sarà data in concessione al condominio
Piazza Salvemini, c’è l’accordo per la riqualificazione della zona
“Ora uno spazio protetto da cattive frequentazioni, più accogliente e in ordine”
Approvata dalla Giunta la convenzione tra l’Amministrazione comunale padovana e il complesso Tribloc, per la riqualificazione di Piazza Salvemini. Grazie a questa intesa l’area, di proprietà comunale, sarà data in concessione al condominio, che farà la manutenzione ordinaria della Piazza, delle aree verdi e realizzerà una cancellata che verrà chiusa dalle 21 alle 7 del mattino, garantendo così che gli spazi siano aperti e usufruibili da tutti durante il giorno. A fronte di questi servizi sarà scomputato il canone di occupazione.
“Continua l’attenzione della nostra Amministrazione, per la zona che va dalla Stazione al Centro – ha commentato il vicesindaco Andrea Micalizzi, che ha seguito il progetto assieme a Diego Bonavina, assessore alla sicurezza –. Dopo le riqualificazioni vincenti di Piazza De Gasperi, Giardini dell’Arena e Piazza Mazzini, ora Piazza Salvemini, delicata anche per la sua conformazione di piazza nascosta, diventa oggetto di un’azione concreta di controllo e gestione. La buona collaborazione
con il condominio è certamente una via positiva che ci consentirà di proteggere questo spazio da cattive frequentazioni e mantenerlo in ordine perché sia più accogliente e sicuro di giorno”.
Piazza Salvemini, in zona Stazione, a Padova, era diventata un luogo di bivacco di tossicodipendenti e senza tetto, una situazione insostenibile dal punto di vista sanitario e della sicurezza.
Per riqualificare la piazza le avevano provate tutte, anche quella di mettere delle reti per sigillare il porticato del complesso di edifici di proprietà della Tribloc sede, tra l’altro, dell’Ordine degli Architetti. L’Ordine aveva reagito all’installazione delle reti pubblicando una nota piuttosto secca: “Sebbene comprendiamo l’esigenza di garantire la sicurezza degli utenti del Triblock, esprimiamo tutta la nostra perplessità circa le modalità nelle quali ciò
sta avvenendo e la qualità dell’intervento messo in campo”. Due i rilievi degli architetti: “una qualità architettonica dell’intervento discutibilissima (realizzata con reti da cantiere che neppure nelle peggiori prigioni vengono utilizzate), che va a peggiorare la qualità dello spazio esistente”, e in secondo luogo la qualità “sociale” dell’intervento, “mentre invece”, scrivono gli architetti “abbiamo bisogno che i nostri luoghi, che sono lo specchio della nostra società, siano luoghi inclusivi e accoglienti e che ci facciano respirare bellezza”.
Diego Buonocore
Vandali al Parco Iris, la casetta dei libri diventa itinerante
La casetta scambio libri installata da quasi due anni nell’area giochi del Parco Iris è stata distrutta per mano di vandali, i libri spariti. La casetta era stata già in passato danneggiata, questa volta i vandali ci sono andati giù duro, e l’hanno completamente fatta a pezzi. Non si sa chi possa essere stato, certo che la casetta dei libri era un obiettivo preferito visto che i vandali hanno risparmiato i giochi dell’area piccoli. Alla casetta dei libri del Parco Iris la biblioteca Forcellini aveva donato più di 200 volumi, la maggior parte illustrati per bambini, ed era luogo di incontro per famiglie, che potevano prendere un libro e guardarlo con i bambini, o leggerne delle pagine. Periodicamente ci sono state delle letture rivolte a bambini e famiglie, per incentivare la lettura e anche lo scambio di libri.
Costruzione ponte Paleocapa, posata la passerella provvisoria
Varata la passerella provvisoria che sostituirà per un altro anno e mezzo il Ponte Paleocapa che collega le Riviere all’altezza della Specola. Il progetto è stato curato dal Comando forze operative nord dell’Esercito in collaborazione con il Comune e la posa è stata eseguita dal personale militare del 2° reggimento genio pontieri, unità specializzata appartenente al Comando forze operative terrestri di supporto dell’Esercito. La passerella è lunga di 42 metri e larga 2,5 metri, è stata fornita a noleggio dalla Janson Bridging Italiane, rimarrà in funzione per circa un anno e mezzo e collegherà Via Sant’Ambrogio Magno e Riviera Paleocapa consentendo il passaggio a pedoni e ciclisti. Il costo dell’intera operazione è di 145mila euro.
“Siamo riusciti a completare l’operazione 4 giorni prima dei tempi previsti e siamo molto orgogliosi della collaborazione con l’amministrazione comunale – ha dichia-
rato il colonnello Stefano Martinelli, responsabile per le infrastrutture del Comando forze operative nord dell’Esercito a Padova –. È stata un’attività molto particolare perché realizzata in spazi ristretti sia in fase di montaggio che di varo”. Il ponte, nel frattempo, è in corso di smontaggio e verrà restaurato con le stesse tecnologie adottate nel 1880, quando è stato costruito.
Saranno recuperati completamente anche i parapetti metallici, per il cui ripristino è prevista anche la fusione su disegni originali di alcune parti ormai andate perdute. “Una passerella provvisoria era stata una richiesta fatta da tanti resi-
denti, per tenere unito il quartiere – ha dichiarato l’assessore ai lavori pubblici Andrea Micalizzi –. Abbiamo corso con Soprintendenza e Genio civile proprietario dell’argine per avere le autorizzazioni e poi l’Esercito ha svolto un servizio alla città molto utile. Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato”. (d.b.)
“Così è nato un gruppo di lettori volontari che attraversa spazi diversi – racconta Elisabetta Antonucci, ideatrice della casetta dei libri –. Teniamo delle letture nella residenza per anziani di via Nazareth, invece per i bambini abbiamo lo spazio al Parco Iris e la Biblioteca, che mette a disposizione molto materiale. L’idea è di estendere sia il gruppo che gli spazi, creare una opportunità di creare relazioni tra contesti e persone, di conoscere dei luoghi della città e di viverli”.
Tutto finito? “In realtà l’abbiamo ricostruita e abbiamo pensato di metterla “in viaggio” quindi ci saranno dei posti che per dei periodi ospiteranno la casetta dei libri: per qualche tempo starà nel giardino della Residenza di via Nazareth, nel frattempo pensiamo anche in che forma rimetterla al Parco Iris”.
È rimasta amareggiata dal gesto di vandalismo? “Si trattava soltanto di una casetta scambio libri”, risponde l’ideatrice, “ma si tratta anche di rispetto, di correttezza, di civiltà e, purtroppo, ci risiamo, di ignoranza”. (d.b.)
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Obiettivo quartieri
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Un passato controllo dei carabinieri in piazza Salvemini (foto di repertorio)
Storie padovane
Dall’Arcella a New York. Ha ottenuto l’ammissione alla prestigiosa Manhattan School of Music
Chrystelle Catalano, una virtuosa del violino che incanta il mondo
Riconosciuta a livello internazionale nel campo della musica da camera e orchestrale. In autunno sarà a Padova per un concerto in collaborazione con l’università di Padova
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STAI PENSANDO DI RIFARE APRILE E MAGGIO DA NOI COSTA
Chrystelle Catalano, ventottenne violinista padovana, ha ottenuto l’ammissione alla prestigiosa Manhattan School of Music di New York, distinguendosi come unica italiana nel programma. Grazie alla sua passione e dedizione, ha ampliato le sue conoscenze con rinomati maestri internazionali, tra cui M° Ilya Grubert e il M° Massimo Quarta. Il suo eccezionale talento non è passato inosservato: nel 2016, Salvatore Accardo l’ha selezionata per unirsi al suo quartetto per la serie di concerti Accardo & Friends, esibendosi in rinomati festival come Siena, Sacile, Otranto e Castel Sant’Angelo a Roma. Inoltre, Claudio Scimone l’ha invitata a collaborare con i Solisti Veneti dopo che ha vinto una borsa di studio sull’interpretazione barocca.
Da dove nasce la tua passione?
In famiglia la musica è sempre stata presente. A tre anni insieme a mio fratello ho iniziato a suonare il pianoforte. Ma quando è arrivata la scelta di decidere lo strumento ho scelto il violino. Non c’è un motivo specifico. È uno strumento facile da trasportare, mi piace la sua forma. È uno strumento solista, ma che può dialogare anche con l’orchestra.
Dopo un lungo viaggio attraverso diverse istituzioni musicali in Italia e in Europa, hai deciso di preparati per l’audizione per la Manhattan School of Music.
È sempre stato un sogno nel cassetto per me. Finalmente ho trovato il coraggio di seguirlo e mi sono presentata all’audizione. Nel 2021, il processo di selezione prevedeva una prova online durante la quale ho eseguito diversi brani. Ho scelto di iniziare con il mio pezzo preferito, il Concerto per violino in Re Maggiore op. 35 di Tchaikovsky. Dopo quello la tensione è diminuita. Dopo Wieniawski, Bach, Paganini e Beethoven, ho concluso con un brano con contemporaneo (F. Vacchi: Respiri, per violino solo) scritto dopo il 1960.
Cosa rappresenta la musica?
La musica è una forma di comunicazione universale
che può avvicinare le persone in modi profondi. Durante un concerto, ci si può sentire distaccati dai problemi e dalle preoccupazioni quotidiane, immergendosi completamente nell’esperienza musicale. La musica ha il potere di portare conforto nelle difficoltà e nelle sofferenze, offrendo un’opportunità di riflessione e di consolazione attraverso melodie e armonie che toccano il cuore e l’anima.
Torniamo in America. Hai vinto un altro concorso ed ora sei la più giovane musicista stabile della Palm Beach Opera (Palm Beach, Florida).
Qui ci sono molte occasioni ed opportunità lavorative. Collaboro inoltre con la New World Symphony Orchestra (Miami, Florida), la New Haven Symphony Orchestra (New Haven, Connecticut), la Long Island Concert Orchestra (Long Island, New York) e sono primo violino di Spalla e violino solista con la Manhattan Symphonie.
Le tue radici italiane sono parte integrante della tua identità e della musica.
È davvero un privilegio aver avuto l’opportunità di studiare e suonare con violinisti di così alto calibro della scuola veneta come Giovanni Guglielmo, Piero Toso, Glauco Bertagnin e di collaborare con Claudio Scimone. Ciò che ho imparato in tutti questi anni è un vero tesoro che
sento debba essere condiviso con i musicisti e il pubblico statunitense. È per questo motivo che con la mia orchestra proponiamo spesso concerti che includono musiche di Vivaldi tratte dall’Estro Armonico e da La Stravaganza, oltre a brani di Tartini. Un repertorio che non solo celebra la ricchezza e la bellezza della tradizione musicale italiana, ma permette anche di trasmettere la nostra passione e dedizione alla musica al pubblico internazionale. Qual è il segreto del tuo successo?
Non c’è una ricetta magica per il successo nel mondo della musica o in qualsiasi altro campo. Trovare un Maestro che creda in te è sicuramente un passo importante, poiché il loro sostegno e la loro guida possono fare la differenza nel tuo percorso. Anche il sostegno della famiglia e degli amici è cruciale, poiché ti aiuta a superare le sfide e a mantenere la determinazione quando le cose si fanno difficili. Personalmente, ho dovuto rinunciare a molte serate per dedicarmi allo studio e alla preparazione delle audizioni, ma è stato il sacrificio necessario per perseguire i miei obiettivi. La passione, la costanza e la disciplina sono fondamentali. Senza di esse, è difficile progredire e raggiungere i propri scopi nel lungo termine.
Sara Busato
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Chrystelle Catalano (Foto Marije Van Den Bergh)
Interporto Padova guarda a Francia e Svizzera grazie alle sinergie con il porto di Genova
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Interporto Padova è oggi una delle piattaforme logistiche intermodali più importanti d’Italia e d’Europa grazie, non solo alle proprie infrastrutture d’avanguardia e alla continua innovazione tecnologica, ma anche alla rete di relazioni con i principali porti e interporti italiani e continentali. Si potrebbe immaginare che l’ambito di attività della piattaforma logistica padovana sia il nord est, ma in realtà grazie alla fitta rete di treni intermodali che ogni giorno partono e arrivano dal grande terminal intermodale, Interporto Padova è un hub logistico di riferimento anche di porti e interporti geograficamente lontani. Un esempio è Genova, per il quale, Interporto Padova agisce a tutti gli e etti come piattaforma retroportuale grazie appunto ai tanti treni blocco che li collegano. Non è un caso quindi che il Porto di Genova e l’Interporto di Padova si siano presentati come un unico grande sistema logistico del nord Italia, sia a Shangai già nei mesi passati, che, più recentemente in Svizzera nel corso dello Swiss Shipper’s Council a Interlaken. In questa importante occasione Interporto Padova ha presentato i servizi e le relazioni ferroviarie intermodali già attive e ha illustrato più nel dettaglio l’opportunità di allargare, grazie alla stretta collaborazione con il principale Porto ligure, anche alla Svizzera e alla Francia le relazioni intermodali di container e semirimorchi che fanno perno sul proprio terminal. Attualmente, Interporto Padova movimenta circa 8000 treni/anno per il nord est dell’Europa che raggiungono i terminal intermodali di Germania, Olanda, Polonia, e Ucraina oltre che i porti di Genova, Vado Ligure, La Spezia, Livorno e Trieste. Inoltre collegamenti regolari sono attivi anche con il terminal intermodale di Foggia Incoronata. Queste ultime relazioni uniscono la piattaforma logistica padovana non solo con il sud Italia, ma anche con il bacino del Mar Mediterraneo e dello Ionio grazie al tra co da Cipro Grecia e Turchia in arrivo via traghetto nei porti pugliesi.
Le strutture
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Questa realtà è frutto della visione strategica che Interporto Padova ha sviluppato negli ultimi quindici anni
Ma la “visione green” di Interporto Padova si sviluppa anche attraverso l’utilizzo di energia elettrica da fotovoltaico. Già da qualche anno le coperture dei magazzini ospitano uno dei più grandi impianti fotovoltaici d’Italia, con una potenza di 13 MWp, pari all’energia consumata da 5000 famiglie in un anno. Più recentemente è stato installato un secondo impianto dotato di batterie di accumulo, della capacità di 1,5 MW che fornisce energia al terminal intermodale, alimentando anche le gru elettriche e assicurando la disponibilità di energia sia nelle ore notturne, che in caso di problemi alla rete convenzionale di alimentazione.
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Diritto allo studio. La grande soddisfazione degli studenti per l’ultima battaglia vinta
Udu la spunta: innalzata a 30mila punti Isee la “No tax area”
“È necessario poter continuare il lavoro intrapreso fino ad oggi, per rendere sempre di più l’Università di Padova un luogo del sapere accessibile e inclusivo sotto ogni punto di vista”
Martedì 23 aprile il Consiglio di amministrazione dell’Università di Padova ha votato un progetto di riforma della tassazione universitaria che prevede varie misure, tra le quali spicca l’innalzamento della “No tax area” da 25mila a 30mila punti Isee.
“Traguardi così importanti rappresentano un passo storico per il nostro Ateneo e soprattutto per la comunità studentesca che lo vive. In Italia solo quattro università hanno la “No tax area” a 30mila punti Isee, a fronte di una norma nazionale che prevede 22mila –festeggia Domenico Amico, coordinatore di Udu Padova, che sottolinea la portata di questo risultato –. Se non avessimo iniziato più di 6 anni fa a chiedere costantemente all’università di abbassare le tasse, non avremmo ottenuto la “No tax area” prima a 25mila e adesso a 30mila punti Isee, è stato un percorso lungo che ha coinvolto moltissime persone ma, ancora una volta, l’impegno serio ci ha premiato. Adesso festeggiamo, perché ogni passo verso un’idea di Università più inclusiva e accessibile è positivo, soprattutto per le famiglie con redditi medio-bassi, ma c’è ancora molta strada da fare, lo sappiamo bene”.
Molta soddisfazione esprime anche il rappresentante di Udu nel Consiglio di amministrazione dell’Università, Samuele Dalla Libera, che non nasconde alcuni temi e punti delicati da correggere nel più breve tempo possibile: “Ora la prima criticità tra tutte riguarda la necessità di esonero per gli studenti-lavoratori, perché se una volta era percentualmente legato all’Isee della perso-
na, adesso corrisponde ad una quota fissa pari a 400 euro uguale per tutti, senza distinzioni di reddito. Stesso discorso riguarda l’innalzamento delle tasse per gli studenti internazionali, anche quelli provenienti da zone a rischio.”
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goglio per il lavoro svolto finora negli organi dell’Ateneo in cui Udu rappresenta la comunità studentesca: “Molti passi avanti sono ovviamente stati fatti raggiungendo dei risultati notevoli: un esempio è l’innalzamento fino a 1 3mila punti Isee della soglia entro cui gli studenti, pur non avendo i requisiti di merito, sono esentati dal pagamento delle tasse. Continuiamo a ritenere comunque ingiusti i requisiti di merito fissati – a livello nazionale – per gli studenti con Isee medio-bassi: come se fosse una precisa soglia di cfu ogni anno a sancire il diritto a ricevere un’equa riduzione delle tasse in base al proprio reddito”. Resta lo spazio per un auspicio e una proposta verso il futuro: “È importante far sì che ogni studente sia consapevole che presentando l’Isee, si possono avere detrazioni; per questo, puntiamo anche su una campagna di informazione capillare – rilancia Teresa Cozzi, rappresentante in Senato accademico di Udu –. È necessario poter continuare il lavoro intrapreso fino ad oggi, per rendere sempre di più l’Università di Padova un luogo del sapere accessibile e inclusivo sotto ogni punto di vista, specialmente quello economico”.
Enrico Caccin
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Le manifestazioni di protesta di Udu prima della riforma della tassazione universitaria
Giuseppe Ferlito: “L’arte al centro”
Partito da Padova con un sogno, continua a mettere al centro della sua vita quel sogno. Sta girando un documentario con Mickey Rourke, espone i suoi quadri a Ibiza, Londra, Città del Messico, Miami, New York… sempre con Padova nel cuore
Giuseppe Ferlito da più di vent’anni si divide tra l’Italia e gli Stati Uniti nel segno dell’arte: pittura, scrittura, cinema. Un artista a tutto tondo partito da Padova con un sogno e che, vent’anni dopo, continua a mettere al centro della sua vita quel sogno. La sua è una storia fatta di grande talento, umiltà, professionalità e tanta, tanta passione, una storia che merita di essere racconta. Una storia che sarà di grande ispirazione per chiunque si sia sentito dire “lascia stare l’arte, trovati un lavoro serio e bla bla bla”.
Giuseppe, ti dividi tra scrittura, pittura e cinema. C’è un media che ritieni più tuo?
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Per me sono forme d’arte che si integrano armoniosamente nella mia espressione creativa. Ognuna mi offre un modo unico per esplorare e comunicare idee ed emozioni. Sono parti essenziali di un tutto, nella mia visione artistica si completano.
Un regista oggi deve mediare tra arte e business, quanto è complicato?
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Una parte fondamentale del mio lavoro di regista è trovare un equilibrio tra le mie idee e le esigenze dei produttori. Ma non sono disposto a sacrificare la mia visione per il budget. Per questo ho rifiutato alcuni progetti: sapevo che non avrei potuto esprimere me stesso. Quando c’è sintonia tra regista e produttore si possono creare opere autentiche e significative.
Frequenti personaggi che siamo abituati a vedere al cinema: ti va di raccontarci una curiosità dello star system Usa?
retto film, scritto sceneggiature, esposto quadri, divertendoci e arrivando a conoscerci sempre di più. Questo è il motivo per cui mi ha chiesto di dirigere il documentario sulla sua vita, perché, come dice lui nel film, nessuno lo conosce meglio di me.
Da vent’anni vivi tra l’Italia e gli Stati Uniti: com’è la città di Padova “vista da fuori”?
Ogni volta che torno nella mia amata città mi emoziono. Padova per me incarna l’essenza dell’Italia: storia, arte e cultura. Tuttavia devo ammettere che la trovo ancora un po’ provinciale. Mi preoccupa il fatto che i giovani non vengano spinti a intraprendere una carriera artistica o culturale. Purtroppo, a differenza degli Stati Uniti, in Italia la meritocrazia non sembra prevalere. Spero che questo cambi e che si riescano a supportare di più i giovani talentuosi perché noi Italiani, forse non ne siamo consapevoli, ma siamo considerali tra i popoli più creativi e intraprendenti al mondo. Forse è arrivato il momento di rendercene conto. A che progetto stai lavorando?
Sto portando avanti diversi progetti: sto dirigendo un documentario sulla vita di Mickey Rourke, al quale sono legato da una grande amicizia. Abbiamo girato a Las Vegas e tra un po’ gireremo a Los Angeles. Sto anche lavorando al mio prossimo film, una commedia nera prodotta dalla Film Look di Andrea Sinigaglia e da Kublai Film. Per quanto riguarda la pittura ho in programma un tour di mostre delle mie opere a Ibiza, Maiorca, Londra, Città del Messico, Miami, Palm Beach e New York. Ovviamente tutti questi viaggi vanno organizzati cercando di far combaciare le esigenze di Antonella, la mia compagna, che ha uno studio legale a Padova e deve fare i salti mortali per di essermi vicino e supportarmi. Continuo sempre a dividermi tra scrittura, regia e pittura, che in verità altro non sono che le mie tre più grandi passioni. Giacomo Brunoro L’intervista.
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Circa una quindicina di anni fa ero a Los Angeles a casa di Charlize Theron per il suo compleanno. C’erano tanti personaggi famosi del cinema come Ridley Scott, Matt Dillon e altri. Ad un certo punto mi si avvicinò un signore che palesemente non faceva parte del mondo dello spettacolo. Era incuriosito del fatto che io fossi italiano. Conversai con lui un’ora abbondante, era una persona gentile, curiosa e interessante. Quando ci salutammo un mio amico attore, guardandomi sbalordito, mi chiese di cosa avessi mai parlato per così tanto tempo con lui. Gli risposi “Intendi con quel signore?”. E lui mi “Sì, con Bill Gates!”. Solo a quel punto capii perché mi avesse parlato dell’importanza della tecnologia!
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Spesso sentiamo ripetere che “con la cultura non si mangia”: che consiglio daresti a chi vuole lavorare nel mondo dell’arte?
Gli consiglierei di non ascoltare nessuno. È una strada difficile, ma se ami questo lavoro e sei guidato da una passione intensa troverai il modo di farcela. Un altro consiglio è di cercare il partner giusto, perché questo è un lavoro dove si passa molto tempo da soli e la persona al tuo fianco può fare la differenza. Il partner può essere un freno o una spinta verso il successo. Questa spinta, la persona che ti ama veramente, è capace di dartela nei momenti in cui sembra che tutto vada storto, ossia nel momento in cui ne hai più bisogno.
Sei molto legato a Jordi Molla, attore con cui hai stretto un sodalizio artistico e professionale: come è nata questa amicizia?
Ho conosciuto Jordi mentre lavoravo a un film in Italia in cui facevo l’aiuto regista. È nata subito una grande amicizia, poi ci siamo resi conto di avere idee artistiche simili e così abbiamo scritto la sceneggiatura del film “88”. La scrittura è una cosa delicata, bisogna essere complici per riuscire a scrivere a quattro mani. Insieme abbiamo di-
• Chi è Giacomo Brunoro
Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!
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da
si divide tra
L’artista a tutto tondo che
oltre vent’anni
Italia e Stati Uniti
Giuseppe Ferlito
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L’opera. Grazie a un progetto di restauro, aperte le porte di sale rimaste chiuse per due secoli
Il Catajo svelato: alla scoperta dei dieci saloni cinquecenteschi degli Obizzi
Il Castello del Catajo fu edificato tra il 1570 e il 1573 alle pendici del Montenuovo su volontà di Pio Enea I degli Obizzi
N el suggestivo contesto dei Colli Euganei, il maestoso Castello del Catajo, gioiello storico nel cuore del Veneto a Battaglia Terme, ha recentemente aperto una nuova dimensione agli appassionati di storia e arte. Grazie a un ambizioso progetto di restauro e valorizzazione, il castello ha aperto le porte di nuove sale rimaste chiuse per due secoli.
Il castello del Catajo raddoppia il numero di ambienti interni aperti al pubblico, grazie alla riapertura di dieci nuovi saloni che compongono il nuovo piano ritrovato.
Queste stanze, tradizionalmente ad uso privato, furono costruite nel Cinquecento dagli Obizzi, primi proprietari del Catajo, e successivamente ristrutturate nella prima metà dell’Ottocento dalla famiglia Asburgo Este, arciduchi di Modena, che ne fecero la loro residenza. Spazi che promettono di svelare segreti e aneddoti legati a una delle dinastie più importanti d’Europa.
Ora sarà possibile visitare non solo due piani del castello, ma anche due epoche e due dimensioni a confronto: il Cinquecento di rappresentanza al piano nobile e le nuove stanze private al piano superiore, caratterizzate da delicate decorazioni neoclassiche. Le pareti sono adornate da affreschi del pittore veneziano Marino Urbani, raffiguranti paesaggi pittoreschi, marine con velieri e scene di vita agreste.
Il fulcro di questa esperienza è costituito da dieci nuove stanze, affrescate nel primo Ottocento da Marino Urbani in stile neoclassico. Ogni ambiente, dalle camere da letto alla sala da pranzo e alla sala da gioco, è stato curato nei minimi dettagli, offrendo un’atmosfera intima e avvolgente che trasporta il visitatore in un’epoca lontana e affascinante.
Le nuove stanze conservano tuttora intatta l’atmosfera e l’intimità degli spazi per la famiglia: sala da pranzo con il servizio da tavola di antiche ceramiche, sala della musica con un fortepiano di metà Ottocento, sala da gioco e camere da letto, tutte appaiono ancora vissute dai loro antichi proprietari.
E sono proprio questi gli ambinti in cui hanno abitato Francesco IV duca di Modena e la moglie Maria Beatrice di Savoia che amavano particolarmente il Catajo e vi soggiornavano per sei mesi l’anno. Ma sono anche le stanze dove l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, erede al trono d’Austria, trascorse la sua ultima vacanza prima di recarsi a Sarajevo, luogo del noto attentato che scatenò l’inizio della Prima Guerra Mondiale. Egli stesso fece “ammodernare” alcune delle stanze negli anni Ottanta dell’Ottocento.
Ma la vera sorpresa risiede dietro gli intonaci di una delle stanze, dove è stata recentemente scoperta un’opera di
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Giovanni Battista Zelotti del Cinquecento, un tesoro artistico che torna finalmente alla luce per deliziare gli occhi degli appassionati d’arte.
Inoltre, sono tornati alla luce affreschi successivi, risalenti al Seicento, di un secondo autore ancora ignoto. In questo modo, le pareti della stanza (che fino
a due anni fa erano dipinte di verde) oggi mostrano raffinate pitture che ritraggono Apollo e le muse, le tre Grazie, Venere e Sileno.
Il secondo ambiente interessato dai ritrovamenti è stato l’elegante scala a chiocciola che collega i due piani del castello, ridipinta grossolanamente a fine Ottocento e che invece nascondeva al di sotto, in perfetto stato di conservazione, affreschi più importanti sempre a opera dello Zelotti, che riproducono marmi, balaustre e festoni floreali.
Negli ultimi decenni, in Veneto sono stati molto rari i ritrovamenti di affreschi coperti di tale pregio e in così vasta superficie: ciò rende le scoperte del Catajo davvero eccezionali e di grande importanza storico-artistica.
Il Castello del Catajo accoglie i visitatori nei giorni di venerdì, sabato e domenica, offrendo la possibilità di esplorare un intero piano del castello precedentemente riservato alla famiglia arciducale. Due tipologie di percorso guidato saranno disponibili, entrambe progettate per garantire un’esperienza esclusiva e immersiva. “Il Catajo Mai Visto” include la visita del piano nobile e delle stanze private, con la possibilità di esplorare liberamente il parco circostante. “Le Stanze Private” è una visita guidata dedicata esclusivamente alle stanze private. Dopo la visita, i partecipanti potranno godere di un momento di relax esplorando autonomamente il parco e il piano nobile affrescato.
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Il Castello del Catajo visto dall’esterno e alcuni dei nuovi saloni aperti al pubblico
Pallavolo Padova. Dopo una prima fase cruciale è stato dato spazio ai giovani per crescere
Sipario su una stagione impegnativa Cuttini: “Raggiunti i nostri obiettivi”
Tre atleti bianconeri vestiranno la maglia azzurra alla Volleybal Nations League
Ècalato il sipario sul campionato 2023-2024 anche per la Pallavolo Padova; la squadra di mister Cuttini, ha perso 3-1 a Modena nell’ultima gara del girone di qualificazione dei playoff quinto posto, non ha raggiunto le semifinali, obiettivo ampiamente compromesso già dalla gara precedente, e ha chiuso il mini girone all’ultimo posto. “A salvezza raggiunta – ha commentato il mister Cuttini –, abbiamo fatto giocare chi ha avuto meno occasioni durante l’anno, e sperimentato nuove soluzioni di gioco”. Riguardo alle prestazioni della squadra nel girone dei play off, l’allenatore patavino ha espresso soddisfazione per la costanza e il duro lavoro degli atleti che hanno contribuito, sia sul campo da gioco che durante gli allenamenti, al percorso di sviluppo del team. “È stata una stagione lunga e impegnativa, che può essere suddivisa in due parti – ha dichiarato Cuttini –, una prima fase cruciale in cui abbiamo dovuto raggiungere i nostri obiettivi e una seconda fase un po’ meno stressante, durante la quale ci siamo concentrati sulla sperimentazione di nuove situazioni tecniche. Abbiamo raggiunto, tra alti e bassi, l’obiettivo
che ci eravamo prefissati all’inizio di questo girone, ovvero quello di vedere in azione anche quei ragazzi che, nei mesi passati, hanno avuto meno spazio di giocare durante i vari match: Truocchio fin dall’inizio dei play off ha dimostrato un buon livello di gioco. Anche i giovani Guzzo e Stefani terminano questa fase del campionato cresciuti sotto il profilo tecnico”.
A proposito di giovani, da segnalare che l’under 15 della Pallavolo Padova torna a trainare nel campionato di categoria: non accadeva da sei edizioni, sempre vinte dal Volley Treviso. la squadra di Alice Biasini ha stravinto una finale senza storia contro un coraggioso Team Volley San Donà, coronando con un match perfetto un cammino a livello regionale da autentica dominatrice. Infine le convocazioni: sono ben tre gli atleti bianconeri tra i trenta convocati dal CT azzurro Ferdinando De Giorni per la Volleyball Nations League 2024: Marco Falaschi, Davide Gardini e Luca Porro. Per l’Italvolley maschile il torneo itinerante prenderà avvio il 22 maggio prossimo a Rio de Janeiro, in Brasile, contro la Germania.
Diego Buonocore
Il Liceo Curiel sesto ai campionati mondiali di Volley a Belgrado
Si chiude con un sesto posto l’avventura ai giochi mondiali studenteschi di volley U1 8 del liceo Curiel. Per la scuola padovana si è trattato di un autentico successo, oltre ogni aspettativa, vista la sesta posizione raggiunta su 28 delegazioni partecipanti e provenienti dal mondo intero.
Il mese scorso gli studenti erano partiti per Belgrado, a rappresentare l’Italia: ci hanno partecipato di diritto, essendosi laureati campioni d’Italia l’anno scorso, a Camerino. Prima di partire sono stati salutati dalla dirigente scolastica Michela Bertazzo, dal consigliere provinciale all’Istruzione Luigi Bisato e dagli assessori allo Sport del Comune di Padova e di Vigodarzere Diego Bonavina e Moreno Boschello. In valigia hanno riposto le divise dono degli sponsor che un gruppo di genitori e gli insegnanti ha coinvolto in questa splendida avventura. Studenti bravi a scuola e negli sport, che per questa avventura mondiale si sono preparati tanto, allenandosi due volte a settimana. Ad accompagnarli c’erano i docenti, in veste di allenatori, Silvia Nalesso e Alberto Trevisanel-
lo, coadiuvati nella preparazione pre-mondiale dal veterano della pallavolo nazionale Luigi Schiavon. Grande supporto e collaborazione è stata offerta dal Valsugana volley. “I nostri studenti sono stati tutti bravissimi – commenta la dirigente scolastica Michela Bertazzo, che ha raggiunto i ragazzi a Belgrado per tifare nelle ultime partite –. Si sono dimostrati maturi e concentrati, sportivi e appassionati, mettendo testa e cuore in questo mondiale, che è stato un vero e proprio successo, per loro e per il nostro liceo. Oltre all’esperienza sportiva i ragazzi del Liceo hanno vissuto una importante esperienza umana e civile, che rimarrà per sempre nel bagaglio dei loro ricordi personali”.
La squadra di pallavolo volata a Belgrado e rientrata il 29 aprile era composta da Boschello Samuele 4G, Galbusera Edoardo 4G, Sorato Riccardo 4G, Bonin Raffaele 4H, Barison Francesco, 4I, Tognon Thomas 4I, Pinato Andrea 4D, Fico Alessandro 3G, Lombardi Giacomo 4D, Trentin Alessandro 2A, Rambaldo Enrico 4I e Lunardi Davide 2E. (c.s.)
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Sport
#Regione
L’analisi. Definite anche le ultime candidature ecco gli scenari in Veneto
Elezioni europee: una sfida tante sfide
Le elezioni europee in programma il prossimo 8 e 9 giugno, si sa, al momento non sembrano scaldare troppo l’opinione pubblica. Nonostante il ruolo sempre più predominante delle politiche comunitarie, infatti, il nostro Paese fatica a appassionarsi a questa competizione elettorale considerandola, certamente in modo improprio, come distante.
Eppure dall’Europa, mai come in questa fase storica, dipendono i destini di tutti gli Stati nazionali e il programma Next Generation EU, tradotto in Italia come PNRR, ha reso possibili moltissimi progetti che, fino a poco tempo fa, sembravano possibili solo come elenco da libro dei sogni. Come se non bastasse l’inflazione, sempre più galoppante, può essere contenuta soltanto attraverso una politica europea forte e autorevole.
Tant’è che nel nostro Paese più che alle politiche e ai programmi europei ci si appassiona ai derby elettorali e, anche su scala veneta, ce ne sono, da questo punto di vista, di assolutamente gustosi.
FRATELLI D’ITALIA CERCA
IL PRIMATO
Il primo, e certamente più interessante per gli osservatori politici, è da ricercare dentro Fratelli d’Italia. Che il partito della premier Meloni si confermi come primo anche in Veneto non è in dubbio, quello che sarà interessante osservare, per chi si interessa di politica e intende preconizzare scenari futuri, è quanto i meloniani siano in grado di confrontarsi con i grandi numeri. Mai nella giovane storia di questo partito, e neppure dalle formazioni politiche che hanno dato vita a FDI, la dirigenza politica si è mai dovuta misurare con un consenso tanto ampio. Sarà interessante capire come se la caveranno con il determinante, almeno per le Europee, gioco delle preferenze: da un lato c’è da capire se l’elettorato al quale si rivolgono sia sensibilizzato a scrivere la preferenza
oltre a barrare il simbolo e se tra i candidati ci saranno giochi di accoppiamento, o addirittura di terzine visto che in queste elezioni è possibile esprimere, pur con alternanza di genere, tre “preferiti”.
DERBY LEGA – FORZA ITALIA
Il secondo elemento di grande interesse soprattutto in salsa veneta è il derby tra la Lega, ancora a forte matrice salviniana, e Forza Italia di Tajani e Tosi. Non è un mistero, infatti, che la base del fu Carroccio è in grandissimo fermento e la candidatura del controverso generale Roberto Vannacci sembra aver ulteriormente esasperato gli animi, tanto che il suo nome nel collegio Nordest finisce al 14mo posto. Ai leghisti veneti questa mutazione genetica del proprio partito proprio non piace e la scelta di Salvini di candidare il cantore del “Mondo alla rovescia” costituisce l’ennesima frattura. A esprimere tutto il proprio malcontento ci hanno già pensato il presidente della Regione Friuli, Fedriga, per molti indicato come possibile leader proprio al posto del Capitano, il Sindaco di Treviso Mario Conte, che ormai non nasconde più le proprie ambizioni per il dopo Zaia e l’idolo della base e custode dell’ortodossia, l’assessore regionale Roberto Marcato. Come prevedibile, il Presidente Zaia non si è espresso pubblicamente, ma il suo pensiero è decisamente molto noto. Di tutto questo vorrebbe approfittare Forza Italia che sta cercando in ogni modo il sorpasso in modo da posizionarsi al meglio in vista delle prossime elezioni regionali. Già perché quello che interessa di più di queste Europee sembra proprio essere la “vista” sulle prossime regionali quando il Presidente Zaia, al quale non sembra arriverà dal Parlamento la sorpresa del terzo/quarto mandato, non potrà più ricandidarsi. La competizione per le Europee, dunque, indicherà la “griglia di partenza” per i tavoli di trattativa interni agli schieramenti: in caso di sorpasso di
Forza Italia sulla Lega, gli Azzurri potrebbero chiedere al socio di maggioranza delle coalizione, FDI, la presidenza. E per questo, già pronto a scattare dai blocchi di partenza, ci sarebbe proprio Flavio Tosi. Ecco perché il derby FI – Lega acquisisce un valore di prospettiva estremamente interessante.
AZIONE – ITALIA VIVA, CHI LA SPUNTERÀ?
Occhi puntati su Azione e Italia Viva – Stati Uniti D’Europa. Calenda e Renzi, come noto, dopo il tentativo di coalizione alle politiche del 2022, hanno rotto in modo estremamente fragoroso. Il primo ha accusato il secondo, di fatto, di averlo usato per superare il quorum e conquistare l’accesso al Parlamento, ma poi di averlo, di fatto, “fregato”. Calenda gustava già la “rivincita” in chiave europee correndo da solo: tutti i sondaggi lo davano sopra la soglia di sbarramento del 4%, mentre IV annaspava molto sotto con poche chances di avere una rappresentanza europea. Ma Renzi lo ha fatto ancora: attraverso un accordo con Emma Bonino, che per molti versi ha dell’incredibile, ha varato la lista “Stati Uniti d’Europa”; risultato? A leggere i sondaggi oggi Renzi sarebbe dentro e Calenda fuori. In Veneto dove proprio Calenda fu eletto, quella volta con il PD, a furor di popolo, sarà interessante vedere come si posizioneranno i due partiti.
IL PD VENETO PUNTA SULL’ALTERNATIVA
La quarta interessante sfida sarà rappresentata dalla misurazione dello “stato di salute” del Partito Democratico. Cinque anni fa i Dem elessero quattro rappresenti nel collegio, tra loro la veneta, Alessandra Moretti raggiunta in un secondo momento, dopo le dimissioni di Calenda, dall’altro vicentino, Achille Variati primo dei non eletti. Per riprovarci i Dem schiereranno come capolista il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.
Parlando di sfide nelle sfide in casa democratica saranno interessanti da osservare due confronti a distanza: quello tra l’alfiere dei diritti civili, Alessan-
I CANDIDATI VENETI
Lega Nord
dro Zan e il generale Vannacci e quello tutto vicentino proprio tra Alessandra Moretti e l’assessore Regionale, Elena Donazzan, donna forte di Fratelli d’Italia.
Il vicesindaco di Treviso Alessandro Manera, gli eurodeputati uscenti Paolo Borchia e Rosanna Conte (Verona e Venezia), la deputata e sindaca di Pozzonovo Arianna Lazzarini, il sindaco di Porto Tolle Roberto Pizzoli e Morena Martini, prima cittadina a Rossano Veneto.
Partito Democratico
L’europarlamentare Alessandra Moretti, l’alfiere dei diritti civili, Alessandro Zan, il consigliere regionale noto nel mondo ambientalista, Andrea Zanoni e l’ex Segretario dello SPI – CGIL, Ivan Pedretti.
Fratelli D’Italia
A correre ci saranno l’assessore regionale Elena Donazzan, i consiglieri regionali Daniele Polato e Lucas Pavanetto, il veterano Sergio Berlato, già eurodeputato, la deputata veronese Maddalena Morgante, il sindaco di Villa del Conte nel padovano Antonella Argenti e la segretaria provinciale del partito a Rovigo, Valeria Mantovan.
Azione
Il nome forte in campo è quello di Carlo Pasqualetto, segretario regionale del Partito e consigliere comunale padovano eletto nella Lista Giordani. Carlo Calenda è capolista, tra i candidati il sindaco di Montegrotto Terme Riccardo Mortandello, insieme a Elena Bonetti, Laura Bisin, Carlo Pasqualetto e Silvia Fattore.
Forza Italia
Con il capolista Antonio Taiani i candidati veneti sono sei: Flavio Tosi di Verona, Isabella Dotto di Vicenza, Giampiero Avruscio di Padova, Arianna Corroppoli di Rovigo, Deborah Onisto di Venezia e Cristina Andretta di Treviso
Movimento 5 Stelle
Il vicentino Andrea Bardin, classe 1968, già candidato alle Europee nel 2019 e alle politiche del 2022 per il Senato, insieme a Maria Angela Ferri, trevigiana di Oderzo.
Verdi - Sinistra
Capolista è la consigliere regionale Cristina Guarda, insieme al trevigiano Stefano Dall’Agata e alla veneziana Alessandra Mion. Stati Uniti d’Europa (+Europa - Italia Viva)
Il veronese ed ex deputato Davide Bendinelli, la veneziana imprenditrice Gabriella Chiellino, il veronese Giorgio Pasetto, già candidato al Senato nel 2022, il veneziano Luigi Giordani, socialista.
Libertà
La lista di Cateno De Luca raccoglie le voci del dissenso e schiera i veneti Sara Cunial e Vito Comencini.
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Alessandra Moretti Alessandro Manera
L’intervista/1.
Zan corre per le europee:
“Democrazia, solidarietà e diritti”
A lessandro Zan, parlamentare del Partito Democratico, padovano, è candidato alle elezioni europee. Come è arrivato alla decisione di scendere in campo in prima persona?
È stata una decisione per me importantissima, presa insieme alla segretaria Elly Schlein, che voglio ringraziare per la fiducia e il supporto. Ma non solo: ho ascoltato la richiesta di tanti militanti della mia comunità politica, il Partito Democratico, e di tanti esponenti della società civile che chiedono un impegno in più, in prima persona, per rendere l’Unione Europea sempre più democratica, solidale e baluardo di diritti. E soprattutto chiedono di arginare chi oggi minaccia il sogno europeo del manifesto di Ventotene, scritto da militanti antifascisti come Altiero Spinelli, Ursula Hirschmann, Eugenio Colorni.
Quale minaccia?
È evidente che c’è un tentativo di una ultadestra sovranista di mettere le mani sulle istituzioni europee, che dobbiamo scongiurare. Vediamo come sta andando in Italia, con il governo Meloni: occupano “manu militari” la TV pubblica (la Rai ormai è diventata Tele-Meloni), censurano giornalisti antifascisti come Antonio Scurati, attaccano i diritti delle donne, tagliandone le pensioni con l’eliminazione di Opzione Donna e di fatto smantellando la legge 194 sull’aborto, trascinano in tribunale le famiglie arcobaleno come fossero criminali, mettono in ginocchio la sanità pubblica in favore di quella privata. C’è una chiara deriva verso il modello Orbàn: l’Ungheria ormai è una “democratura”, una sorta di ibrido tra democrazia e dittatura. Per non parlare degli alleati di Meloni e Salvini in Europa: un gruppo di estremisti di destra che guardano all’Europa dei muri e degli egoismi nazionali, che sappiamo bene quali tragedie hanno prodotto nel passato.
E la vostra idea di Europa, invece?
Le enormi e difficili sfide globali che abbiamo davanti, come la guerra in Ucraina, la drammatica crisi in Medio
Oriente, la gestione dei flussi migratori, il contrasto al cambiamento climatico, sono tutte sfide che l’Italia può affrontare in un contesto europeo sempre più unito, solidale, democratico e sicuro. Davanti a player internazionali come USA, Cina, India, come possiamo competere come singoli stati nazionali europei? Al contrario della destra, noi vogliamo rafforzare le istituzioni europee, rendere l’Europa davvero sociale, giusta e promotrice di un Green Deal che tenga per mano tutte le persone nella sfida della transizione energetica. L’interesse italiano deve trovare spazio tra chi crede nella solidarietà europea: gli amici di Meloni e Salvini, come Orbàn, Zemmour e gli altri nazionalisti hanno già dimostrato di essere nemici dell’Italia, lasciandoci soli e votando contro un maggiore sostegno al nostro Paese, ad esempio sulla gestione dei flussi migratori.
Nel collegio del Nord-Est andrà in scena la sfida Zan-Vannacci, due visioni completamente all’opposto di valori, società, politica. Cosa pensa della sua candidatura?
Penso che annunciare la candidatura di Vannacci il giorno della Festa di Liberazione sia stato un ulteriore schiaffo ai valori antifascisti da parte di Salvini. Stiamo parlando di una persona che considera Mussolini uno statista, che vuole la segregazione nelle scuole per i bimbi con disabilità, che ritiene non normali le persone omosessuali e considera l’etnia come un elemento qualificante. Sono orgoglioso di rappresentare, in questa campagna elettorale, l’esatto opposto. (r.r.)
L’intervista/2. Il coordinatore veneto Tosi
Il coordinatore regionale di Forza
Italia Flavio Tosi ha chiuso la partita delle candidature alle europee. Ci stiamo avvicinando ad un significativo appuntamento con il voto, anche dal punto di vista degli equilibri. Come si sta preparando Forza Italia in Veneto?
La nostra squadra è rappresentativa di tutto il Veneto, con sei candidati che provengono da sei province. Il collegio è molto grande, copre 23 province in tutto, e sui 15 posti disponibili siamo riusciti a rappresentare sei province venete. Il sottoscritto da Verona, Isabella Dotto da Vicenza, Giampiero Avruscio da Padova, Arianna Corroppoli da Rovigo, Deborah Onisto da Venezia e Cristina Andretta da Treviso. Mettiamo in campo professionisti, imprenditori, persone con esperienza nella pubblica amministrazione. Antonio Tajani è capolista in tutta Italia e sarà affiancato da candidati che sono espressione del territorio veneto. Non si tratta di candidature calate dall’alto, abbiamo chiesto ai direttivi delle varie province di affiancarci nella scelta delle persone, in modo da avere una squadra compatta e coesa, gradita dai nostri amministratori sul territorio. Ci siamo chiamati fuori da determinate logiche che hanno imperato in tempi non troppo lontani.
Qual è l’obiettivo mimino che vi siete posti?
In questo collegio contiamo di avere almeno due eurodeputati. Oggi Forza Italia viene data in crescita in tutti i sondaggi, e dopo la progressione alle politiche del 2022, quando avevamo quasi raddoppiato i consensi rispetto alle regionali del 2020, possiamo ragionevolmente contare di andare oltre il 1 0 per cento, quindi la prospettiva di esprimere due eletti è a portata di mano.
Secondo lei l’esito delle elezioni Europee in qualche modo potrebbe spostare gli equilibri anche a livello locale, a partire dalla Regione Veneto?
Ormai è certo che non ci sarà un terzo mandato per la presidenza della regione, su questo si è già espressa
la maggioranza del Parlamento, seppure con posizioni differenti. Quindi ci sarà un candidato governatore del centrodestra. Vorrà dire che Antonio Tajani, Giorgia Meloni e Matteo Salvini dovranno decidere chi candidare in Veneto come futuro governatore. Come lo faranno? L’anno prossimo andranno al voto nove regioni contemporaneamente e si dovrà decidere chi candidare. E’ chiaro che l’esito del voto per l’Europa darà anche il peso rispetto alle prossime regionali. Chi fa meglio nelle varie regioni, cha otterrà i risultati più significativi è anche più probabile che possa esprimere il prossimo candidato governatore. Se toccasse a noi di Forza Italia il candidato, come già proposto da Taiani, sarà Flavio Tosi e quindi il voto per il sottoscritto e per il nostro partito nella tornata elettorale delle europee ha anche questo significato, nella prospettiva delle prossime elezioni regionali.
In conclusione la domanda più scomoda. Ha dichiarato apertamente che la candidatura del generale Vannacci nelle file della Lega non le va giù. Perché?
Secondo me forse farà guadagnare qualche volto populista, estremista e oltranzista ma farà anche perdere parte dell’elettorato moderato che crede nei valori fondanti della Lega. Se poi devo dare una valutazione da cittadino, che vuole vedere rappresentata l’Italia in Europa dalla classe dirigente migliore possibile, io penso che una persona che ha fatto certe affermazioni non faccia bene al nostro Paese neanche come candidato”. (r.r.)
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candidati espressione del territorio” Regione
“Forza Italia può crescere ancora,
Il parlamentare padovano del Pd
Alessandro Zan
Flavio Tosi
Francesco Calzavara. L’assessore alla programmazione, bilancio, patrimonio e agenda digitale
“L’autonomia permetterà al Veneto di essere interprete della trasformazione digitale”
“Quando si creano dei servizi efficienti i veneti li utilizzano per semplificare la loro vita”
Un Veneto al passo con i tempi, sempre più digitale, sempre più autonomo. È questo il ritratto della regione dipinto da Francesco Calzavara, assessore alla Programmazione e all’attuazione del programma, al Bilancio e al Patrimonio e all’Agenda digitale della Regione Veneto.
A proposito di agenda digitale, a che punto è lo sviluppo di un Veneto in dimensione smart?
“L’agenda digitale è un processo che la Regione del Veneto sta portando avanti con determinazione. L’obiettivo per il 2025 è rendere l’ente sempre più digitale e smart, nei servizi e nelle connettività. Per far questo riteniamo che, ad esempio, la Regione debba essere sempre più una piattaforma di raccolta dati che, una volta elaborati, possano essere restituiti alle amministrazioni e ai cit-
tadini. ‘Veneto data platform’, uno dei programmi che stiamo portando avanti all’interno dell’agenda digitale, diventa in questo senso l’elemento caratterizzante di questa legislatura. Sempre in materia di agenda digitale ricordo gli ‘Innovation lab’, i centri di facilitazione digitale dove i cittadini possono essere guidati nell’utilizzo di questi strumenti, facilitando il rapporto tra la pubblica amministrazione e cittadini”.
Assessore, l’autonomia in che modo può dare stimolo al processo di sviluppo digitale?
“L’agenda può trovare delle forme di accelerazione verso i processi a cui facevo riferimento prima e chiaramente avere più risorse ci permetterà anche di investire di più.
Per innovare il paese è necessario costruire piattaforme digitali che semplifichino la vita di cittadini e imprese e fa-
cilitino il rapporto con la pubblica amministrazione. Ecco, crediamo che in futuro, a parità di risorse stanziate, l’autonomia possa permettere al Veneto di essere interprete di questa trasformazione digitale e di affrontare quelle sfide che ci attendono, specialmente nel rapporto con l’intelligenza artificiale”.
Un altro tema molto caldo in Veneto è quello dello stop al
Superbonus 110%.
La regione ha attivato un progetto per sostenere le persone che sono state coinvolte, come?
“Abbiamo cercato di essere pragmatici, come è tipico dei veneti, offrendo la possibilità di utilizzare una nostra piattaforma – realizzata in collaborazione con la Camera di Commercio e con l’Ordine dei commercialisti del Veneto –per dare subito delle risposte, in particolar modo alle famiglie con un Isee inferiore ai 30mila euro. In sostanza stiamo cercando di far sì che la liquidità possa tornare nelle tasche dei veneti attraverso l’utilizzo di società che hanno le caratteristiche per poter scontare i crediti d’imposta”.
Alcuni mesi fa avete lanciato l’app “Vivi Veneto”. Come sta andando?
“Tecnicamente si definisce una ‘super app’, perché è la sommatoria di una serie di app che la Regione aveva già svi-
luppato, dal turismo alla sanità ai servizi legati alla mobilità. Abbiamo creato un contenitore che mettesse assieme tutti questi servizi, per dare l’idea della pluralità dei servizi digitali che la Regione ha messo in campo e che continua ad attivare. Qualche mese fa abbiamo inserito il tema del portafoglio per i celiaci (un budget di spesa a propria disposizione che viene automaticamente accreditato ogni mese, ndr) e ormai siamo pronti a inserire un altro servizio legato al contrasto alla violenza sulle donne. Aggiungo che il Veneto è il terzo ente in Italia e la prima Regione in Italia per i pagamenti digitali attraverso pagoPa, a dimostrazione che quando si creano dei servizi efficienti i veneti li utilizzano per semplificare la loro vita. Sono convinto che questa sia la vera funzione e vocazione dell’innovazione digitale, cioè cercare attraverso nuovi processi di semplificare il percorso quotidiano”. (r.r.)
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Francesco Calzavara
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Economia. Il direttore generale Claudio Bertollo commenta il bilancio 2023
Banca del Veneto Centrale, vola l’utile netto
“Fusione con BRV Banca operazione strategica”
I
l credito cooperativo ha solide radici e una lunga storia nella nostra regione. Risale al 1896 la nascita di Banca del Veneto Centrale, oggi operativa in quattro province venete, Vicenza, Padova, Treviso, Rovigo, oltre a Ferrara. Fa parte del Gruppo Cassa Centrale Banca e da oltre 125 anni è testimone e protagonista dello sviluppo economico del nostro territorio e del sistema cooperativo. Al direttore generale Claudio Bertollo chiediamo un commento sul bilancio d’esercizio 2023.
Direttore, quali sono i dati principali a bilancio?
Banca del Veneto Centrale ha chiuso con un utile netto di oltre 34 milioni di euro (il 69% in più rispetto all’anno precedente), un risultato molto importante se si considera l’approccio da sempre molto prudente della banca. Infatti i nostri crediti deteriorati sono coperti al 99 per cento. Anche lo scorso anno è continuata la strategia di riposizionamento
del nostro portafoglio titoli. In sostanza abbiamo venduto titoli a basso rendimento per acquistare gli stessi titoli o titoli equivalenti a rendimento maggiore. Questo per garantire flussi di rendita negli anni a seguire. E sempre nel 2023 abbiamo anche spesato un accantonamento importante a sostegno di nuove assunzioni. Due dati di bilancio per quanto riguarda le masse amministrate che sono oltre i 5 miliardi, di cui 3,5 miliardi di raccolta complessiva e un 1,6 miliardi di impieghi netti alla clientela. Per chiudere i fondi propri salgono a 234 milioni con l’indice Cet1 (ossia il capitale primario su attività di rischio ponderate) al 23,74%, nettamente al di sopra della media del sistema bancario italiano.
In occasione dell’approvazione del bilancio 2023 il presidente Gaetano Marangoni lo ricordiamo ha detto “siamo cresciuti e continueremo a crescere e vogliamo continuare a crescere a supporto delle
famiglie e delle imprese”. Quali saranno le direttrici di questa crescita?
Le direttrici come detto dal presidente, saranno rivolte sempre ai nostri territori di competenza, quindi alle famiglie, ai giovani che vogliono acquistare casa, accedere ad un mutuo ipotecario, alle im-
prese che vogliamo sostenere anche nel mondo impieghi e dare supporto anche alle nuove direttive magari 5.0 per sostenere gli investimenti delle piccole e medie imprese operanti nel territorio.
Nella prossima assemblea dei soci, oltre che del bilancio d’esercizio, si discuterà anche
del nuovo progetto di fusione tra Banca del Veneto Centrale e BVR (Banche Venete Riunite) Banca. Cosa rappresenta per voi questa operazione e cosa cambierà per i soci ed i clienti?
In effetti è un’operazione strategica che porta all’aggregazione tra due banche sane e ben strutturate sotto il profilo patrimoniale. L’obiettivo è quello di portare un efficientamento operativo e una crescita dimensionale, oltre che consentire benefici interni per nuove opportunità di carriera per i colleghi ma soprattutto per offrire servizi e consulenza maggiore ai nostri soci e clienti. Di fatto ci sarà la nascita di una “nuova” banca di assoluto rilievo e di primaria importanza, ancora più solida e innovativa, capace di incrementare la fiducia di soci e clienti, di supportare più efficacemente la crescita dei territori di competenza e soprattutto in grado di affrontare le sfide sempre più impegnative che ci atten-
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Da sinistra il presidente Gaetano Marangoni e il direttore generale Claudio Bertollo
La sede della Banca del Veneto Centrale dono”.
L’analisi. Consolidamento sui territori, prodotto a marchio e impegno sociale nel 2023 di Despar Nord
Sviluppo della rete e investimenti in crescita
Continua il percorso di consolidamento di Despar Nord (Aspiag Service), la concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, che ha chiuso il 2023 con un fatturato al pubblico di 2,71 miliardi di euro (+6,3%). Allo sviluppo ha contribuito un significativo programma di investimenti, pari a circa 68 milioni di euro, che l’azienda ha destinato al consolidamento e all’espansione della rete vendita con l’apertura di 9 negozi (di cui 2 a gestione diretta e 7 di imprenditori affiliati) che hanno fatto salire a quota 554 i punti vendita complessivi (250 diretti e 304 affiliati) e che hanno comportato un incremento dei livelli occupazionali con 405 nuove assunzioni che portano a 9.285 il numero di collaboratori nelle cinque regioni di competenza. Inoltre, sono state cinque le ristrutturazioni di negozi tra diretti e affiliati nei diversi territori presidiati dall’azienda, nell’ottica di migliorare l’esperienza di spesa e favorire uno sviluppo del network secondo sempre più elevati standard di sostenibilità e di riduzione dell’impatto ambientale.
Il prodotto a marchio ha continuato a essere un elemento strategico per Despar Nord, rappresentando il 31% dell’intero fatturato
dei punti vendita diretti, un dato in crescita rispetto al 29,5% registrato nel 2022. Particolarmente significativo nell’ambito private label è stato l’apporto di S-BUDGET, la linea di primo prezzo di Despar Nord che alla convenienza abbina elevati standard di qualità, che nel 2023 ha registrato una crescita del fatturato del +18%.
Centrale nella strategia di sviluppo di Despar Nord è poi la valorizzazione delle filiere corte e dei micro-localismi, un progetto con il quale l’azienda intende evidenziare le produzioni dei piccoli produttori dei territori, portando nei punti vendita anche quelle micro-produzioni a chilometro zero che non potrebbero altrimenti tro-
vare spazio nel canale della GDO.
A questo si è affiancata un’intensa attività al fianco dei territori che nel 2023 ha visto Despar Nord destinare oltre 1 milione di euro a supporto di centinaia di iniziative in tutte le regioni di riferimento come raccolte fondi, donazioni, sponsorizzazioni sportive e culturali. Nell’ambito dell’impegno sociale, inoltre, è proseguito e si è sviluppato ulteriormente “Le Buone Abitudini”, il programma di educazione alla sana alimentazione e ai corretti stili di vita rivolto alle scuole primarie, che in Veneto ha visto attivare una sinergia con l’Assessorato al lavoro, formazione e istruzione della Regione per favorire lo
sviluppo e la diffusione del progetto didattico in tutte le scuole primarie della Regione attraverso il coinvolgimento dei Provveditorati agli Studi provinciali.
E’ inoltre continuato l’impegno per il contrasto agli sprechi alimentari che vede Despar Nord in prima linea da oltre dieci anni al fianco di Last Minute Market e Banco Alimentare. In Regione questa collaborazione ha permesso di raccogliere 563 tonnellate di prodotti alimentari rimasti invenduti nei punti vendita a gestione diretta che, grazie ad una rete di oltre 170 enti e Onlus, hanno permesso la preparazione di quasi 1,2 milioni di pasti destinati ai nuclei familiari più in difficoltà.
In Veneto un anno ricco di iniziative a sostegno del territorio
Essere un motore economico, ma anche un attore attivo nel promuovere pratiche sostenibili e solidali nel tessuto delle comunità in cui l’azienda opera è da sempre uno dei tratti caratterizzanti dell’insegna che nel 2023 ha continuato anche in Veneto a promuovere iniziative concrete per essere vicino al territorio. Sul fronte della valorizzazione dei prodotti locali, Despar Nord ha proseguito nel suo impegno attraverso il progetto “Sapori del Territorio”, un marchio che identifica il legame profondo con i territori raccontando i migliori prodotti della tradizione italiana regionale e i loro artigiani produttori. Nel solo Veneto sono 772 i prodotti contraddistinti da questo marchio a scaffale che arrivano da oltre 120 produttori della regione. Sempre nella prospettiva di valorizzare le filiere corte e le produzioni agroalimentari regionali, è continuata e si è rafforzata la sinergia di Despar Nord con le istituzioni locali per l’implementazione di proto-
colli regionali: in Veneto è attivo “Veneto – The Land of Venice”, che punta a valorizzare i prodotti locali e certificati DOP, IGP e STG, sostenendo i prodotti regionali dalla produzione fino alla commercializzazione e sviluppando una filiera corta “dal campo alla vendita”. Per quanto riguarda l’impegno sociale, nel 2023 sono stati oltre 277 mila euro i fondi destinati da Despar Nord per sponsorizzazioni sportive e culturali, raccolte fondi, e donazioni in Regione.
Il 2023 ha visto crescere ancora l’im-
IL PUNTO
di Christof Rissbacher
pegno di Despar in favore del mondo del volontariato veneto, in particolar modo attraverso due iniziative di raccolta fondi, che hanno coinvolto migliaia di clienti: la prima destinata alla raccolta di fondi indirizzati alla ricerca e la cura dell’endometriosi, che sono stati devoluti all’associazione no profit ISSA School (International School of Surgical Anatomy) dell’IRCSS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar di Valpolicella (VR); la seconda volta invece a supportare la Fondazione Città della Speranza - Onlus, che da trent’anni opera in Italia ed Europa finanziando la ricerca scientifica nel settore pediatrico. Oltre a queste due importanti raccolte fondi, sono state numerose le attività di charity portate avanti dal marchio dell’abete, così come i diversi progetti di carattere sociale, come ad esempio l’attività di sensibilizzazione sulla guida sicura portata avanti al fianco della Polizia di Stato.
Crescere insieme al territorio, al fianco dei clienti
Nonostante il fenomeno inflazionistico abbia generato forte incertezza sugli acquisti, incidendo ancora molto sui consumi, la nostra azienda ha proseguito nel percorso di crescita in tutti i territori in cui siamo presenti. Qui abbiamo continuato nei nostri programmi di investimento che hanno portato a un ulteriore sviluppo della nostra rete di vendita e a un contestuale incremento dei livelli occupazionali, con oltre 400 nuovi collaboratori assunti. Parallelamente abbiamo continuato a essere motore di sviluppo per la crescita del tessuto economico in cui ci inseriamo, consolidando sempre di più il rapporto di partnership con gli imprenditori affiliati e potenziando quello con i nostri fornitori all’interno di progetti di valorizzazione delle filiere corte, delle produzioni agroalimentari regionali e dei prodotti micro-locali. Particolarmente importante nel nostro percorso di sviluppo è stato poi il prodotto a marchio che ha registrato un’ulteriore crescita nelle vendite rispetto ai dati 2022 e che raccoglie ampio consenso da parte della nostra clientela per l’ottimo rapporto fra qualità e prezzo. Tutti questi elementi ci hanno consentito di diventare sempre di più un punto di riferimento per i territori in cui siamo presenti, una mission di vicinanza che da sempre ci contraddistingue e che vogliamo continuare a perseguire portando valore aggiunto alle persone e alle comunità in cui ci inseriamo, restituendo loro parte di quello che riceviamo.
www.lapiazzaweb.it 33 Regione
Presidente del Comitato di Gestione di Despar Nord (Aspiag Service)
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Città della Speranza, la ricerca raddoppia col contributo di tutti
Brumotti a Padova per aiutare la ricerca a correre ancora più veloce
Evviva i ricercatori, evviva Città della Speranza che non si accontenta del primato raggiunto – il suo Centro di ricerca sui tumori pediatrici è fra i più grandi del mondo e sicuramente il primo in Europa, come racconta il suo ideatore e fondatore Franco Masello – ma ambisce a raddoppiare le forze, le strutture e le energie per centrare l’unico grande condiviso obiettivo di curare i bambini che si ammalano. Per farlo servono 18 milioni di euro. E come accadde a partire dal 1994, quando l’Istituto di Ricerca Pediatrica nella Torre e quindi il Reparto di Oncoematologia Pediatrica Azienda Ospedale Università di Padova presero forma, l’appello viene rivolto a tutti i cittadini che vogliono contribuire alla realizzazione del raddoppio della Torre della ricerca in Corso Stati Uniti a Padova. Un invito che il famoso inviato di “Striscia la notizia”, Vittorio Brumotti, da anni accanto alla Fondazione Città della Speranza, ha subito fatto suo andando a trovare i piccoli pazienti ricoverati nel reparto di Oncoematologia, per “portarli” in tv.
Brumotti li ha salutati tutti, uno ad uno, Marco, Davide, Giovanni, Alex e tanti altri ancora e poi ha sfidato in bici la piccola Ginevra, che non si è fatta intimorire dalla celebrità dell’avversario e ha tagliato il traguardo per prima, in una divertente gara che si è svolta lungo le corsie.
Il conduttore televisivo ha poi incontrato la professoressa Alessandra Biffi, primario del reparto e P.I. dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza, che ha sottolineato l’importanza del legame diretto tra l’azienda ospedaliera di Padova e il prezioso lavoro svolto dai ricercatori dell’istituto.
“Città della Speranza – ha raccontato la professoressa – è nata per dare un’accoglienza, uno spazio, una casa ai bambini con tumore che arrivavano a Padova e poi ha cercato di continuare a dare loro un’aspettativa e una possibilità di cura”.
Si parte dalle diagnosi e si arriva alla Torre all’Istituto di Ricerca, dove i campioni utili a formulare le diagnosi sono utilizzati per cercare nuove terapie.
Nella Torre vi lavorano circa 300 ricercatori e ricercatrici, ma non bastano: ne servono ancora di più ed è per questo motivo che verrà costruita una seconda torre, ha annunciato Franco Masello, fondamentale per accelerare la ricerca sulle malattie oncoematologiche pediatriche e sulle malattie rare pediatriche.
Tutto quello che è stato realizzato fino ad oggi, sottolinea il suo fondatore, non è opera di un grande imprenditore o di chissà quale gruppo imprenditoriale ma è stato reso possibile grazie alla sensibilità della gente.
“Credo – ha detto Masello – che questo sia uno dei pochi esempi in Italia dove la gente si mette in gioco per fare qualcosa di veramente importante: un centro di ricerche che oggi è fra i più grossi al mondo e sicuramente il primo in Europa e che consente ai ricercatori, invece di andare all’estero, di rimanere qua e lavorare per i nostri bambini”. “In 10 anni i miglioramenti in termini di cure sono stati enormi - ha dichiarato - grazie ai nuovi test di diagnostica e allo sviluppo di terapie sempre più personalizzate. Ma abbiamo bisogno di incrementare i nostri laboratori e i gruppi di ricerche e per questo è necessario e fondamentale costruire una seconda torre accanto a quella esistente, che ci permetterà di arrivare a quel 100% di guarigione che tutti insieme sogniamo e per il quale tutti insieme lavoriamo”.
Il ringraziamento, quindi, va a Vittorio Brumotti, che da anni è vicino e risponde agli appelli della Fondazione - per la quale ha compiuto più sfide con la sua bicicletta - e che ora lancia pubblicamente questa nuova sfida che vede coinvolti tutti e alla quale tutti possono dare il loro contributo, anche attraverso una firma per il 5 per mille, e continuare ad alimentare così quel sogno meraviglioso di poter un giorno non molto lontano far guarire tutti i bambini che si ammalano di tumore.
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MAGGIO 2024 on-line: /category/salute/
Formazione. Collaborazione tra Ulss 3 e Scuola di Medicina dell’Università di Padova
A Chioggia il corso di laurea in Infermieristica
Avrà sede negli spazi messi a disposizione dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare
Adriatico Settentrionale
Un nuovo Corso di Laurea in Infermieristica a Chioggia a partire dall’anno accademico 2024/25 che si terrà negli spazi messi a disposizione nel Porto clodiense: lo ha annunciato con grande soddisfazione il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima, Edgardo Contato, “La nostra Ulss – ha sottolineato - è orgogliosa di insediare, al servizio del territorio vasto, un nuovo percorso formativo di livello universitario, che nasce grazie alla collaborazione con la Scuola di Medicina dell’Università di Padova e alla lungimiranza dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale. Ancora una volta possiamo dire che porta i suoi frutti una delle lezioni più importanti che ci ha lasciato in eredità la pandemia, e cioè la necessità e l’utilità di fare sistema tra enti e istituzioni: è solo attraverso questa collaborazione, che l’Ulss 3 può portare anche a Chioggia l’attività formativa per le professioni sanitarie che già svolge con l’ateneo padovano a Venezia, a Mestre e a Mirano. Apriamo insieme per i giovani del territorio un canale per accompagnarli fino ad una professione che in ambito sanitario oggi è ricercata e riconosciuta”.
“Il sistema sanitario si fonda sulle persone che lavorano nei
Il Servizio Alta Professionalità Immigrazione dell’Ulss 6 Euganea ha compiuto 20 anni. Vent’anni durante i quali lo staff, composto da due infermieri, un oss, un ausiliario specializzato e tre amministrativi e diretto dalla dottoressa Mariagrazia D’Aquino, grazie a un’organizzazione fiore all’occhiello a livello regionale, si è occupato, e continua ad occuparsi, di persone senza fissa dimora, donne e minori stranieri, profughi, immigrati, richiedenti asilo, donne vittime di violenza, minori stranieri non accompagnati, aiutando tutti a destreggiarsi nelle complessità burocratiche, cercando e trovando risposte di salute. Si occupa, tra l’altro, di formare il personale e di realizzare innumerevoli progetti, con l’obiettivo di tutelare la salute
servizi e nelle strutture - ha sottolineato, in occasione della presentazione ufficiale del corso di Laurea, l’assessore alla Sanità della Regione Veneto Manuela Lanzarin - ed è fondamentale che queste persone mettano in campo non solo la loro dedizione, ma anche la loro alta professionalità. Così l’avvio di questo nuovo corso di laurea è un segno importante, e non solo per il territorio che lo ospiterà: formare infermieri è una necessità, e farlo decentrando i percorsi significa rispondere a questa necessità non solo a parole ma con iniziative concrete e di prospettiva”.
“Funzione sociale e operativo portuale possono convivere e contribuire allo sviluppo del territorio – ha dichiarato il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale Fulvio Lino Di Blasio –. Una collaborazione che qualifica ancora una volta la nostra presenza nella città clo-
diense. A partire dall’anno accademico 2024-2025, l’edificio demaniale in nostra gestione che dal 2022 aveva già ospitato il centro vaccinale, potrà accogliere il nuovo corso universitario di Infermieristica. Dopo aver perfezionato l’iter di concessione degli spazi all’Ulss 3 e grazie al lavoro congiunto con tutti gli Enti coinvolti, una parte del fabbricato 950, con i suoi oltre 600mq, verrà riadeguato per contenere aule per la didattica frontale, laboratori e uffici amministrativi. Si tratta per noi di un’ulteriore occasione di apertura e integrazione del porto con la città grazie allo svolgimento di attività di carattere formativo compatibili, per caratteristiche e flussi, con il contesto operativo portuale e soprattutto che consentiranno agli operatori portuali pubblici e privati, attraverso l’attivazione di convenzioni, di poter beneficiare di strumenti conoscitivi oggi fondamentali allo svolgimento dell’attività portuale perché legati alla salute e quindi anche alla sicurezza, da sempre al centro della nostra azione”.
Il presidente della Scuola di Medicina dell’Università di Padova, Angelo Paolo Dei Tos, e il sindaco di Chioggia, Mauro Armelao, hanno espresso grande soddisfazione. Il primo cittadino ha quindi voluto evidenziare come il nuovo canale formativo dell’Ulss 3 Serenissima offrirà già dall’autunno una prospettiva importante per i 50 giovani che vorranno aderire, e che potranno formarsi alla professione infermieristica senza doversi spostare dalla città di Chioggia, trovando la città ospitale per il loro percorso di studio.
delle persone, soprattutto di quelle più fragili e vulnerabili, straniere o che vivono in condizioni di marginalità sociale. Quattro lustri di un’attività profondamente radicata e organizzata, che dal 2004 ha aiutato migliaia di persone grazie ad un grande lavoro di rete interistituzionale.
Solo nel 2023 il Servizio, che opera nella sede distrettuale di via Scrovegni a Padova, ha prodotto 175 certificazioni sanitarie rilasciate alla Questura di Padova per l’espulsione di clandestini nei C.P.R; 1526 accessi di persone, cooperative, associazioni per pratiche amministrative e sanitarie; assistenza sanitaria a 545 minori; emissione di 2334 impegnative per visite specialistiche/ esami diagnostici per richiedenti asilo accolti nei CAS, per pubblico spontaneo o inviato da enti istituzionali e non. Il Servizio Alta Professionalità Immigrazione si è occupato inoltre di 602 visite mediche eseguite a richiedenti asilo, 45 casi ospedalieri di particolare complessità amministrativo giuridica, assistenza sanitaria a 492 ucraini richiedenti asilo, 572 utenti inviati e seguiti per accordi con la Fondazione Nervo Pasini ex CEP.
opera per la salute degli invisibili
“La nostra mission è aiutare il prossimo, anche coloro che non hanno nulla e questo - rileva la dottoressa Maria Grazia D’Aquino - è una grande conquista per un ente pubblico. Un lavoro enorme, il nostro, nel quale continuiamo a credere”.
Per il direttore generale Paolo Fortuna il servizio “è la garanzia di una sanità universale. Di fronte all’aumento della povertà e degli immigrati, il nostro compito è garantire il miglior stato di salute possibile”.
“Lo staff - si è complimentato il direttore del distretto socio sanitario Padova Bacchiglione, Fabio Verlato - svolge un lavoro grandioso per gli ultimi, i vulnerabili, i fragili”.
“Il nostro lavoro è molto impegnativo e delicato e mi sento il dovere di ringraziare la Direzione Strategica per l’appoggio e il supporto fornito a questo servizio che ci incoraggia a perseguire l’obiettivo di tutelare la salute delle persone, soprattutto di quelle più fragili e vulnerabili o che vivono in condizioni di marginalità sociale”, osserva D’Aquino, dirigente medico a capo dello staff composto da due infermieri, un oss, un ausiliario specializzato e tre amministrativi.
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I risultati dello studio. Ha coinvolto 14
gruppi di ricerca italiani coordinati dall’Università di Padova
L’uso regolare dell’acido acetilsalicilico a basse dosi può contrastare il cancro del colon-retto
DDa parecchio tempo è noto che l’uso quotidiano a lungo termine dell’acido acetilsalicilico a basse dosi, la cosiddetta “aspirinetta”, limita i rischi di malattie cardiovascolari, e sembra che possa anche ridurre l’incidenza e la mortalità dovuta al cancro del colon-retto. Non erano però conosciuti tutti i possibili meccanismi d’azione dell’effetto anti-tumorale.
Sostenuto da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, lo studio ha l’obiettivo di valutare l’effetto dell’acido acetilsalicilico sul microambiente tumorale, sull’immunità sistemica e sulla mucosa sana che circonda il cancro del colon-retto. Il farmaco, comunemente assunto a basse dosi per ridurre la probabilità di alcune patologie cardiovascolari, sembra attivare una risposta immunitaria contro il cancro del colon-retto. Le osservazioni dello studio Immunoreact 7 sul meccanismo d’azione dell’aspirina si riferiscono a soggetti presunti sani o comunque con carcinogenesi precoce, non naturalmente su pazienti con stadi avanzati di cancro.
“Nella prima parte dello studio abbiamo analizzato retrospettivamente campioni e dati di pazienti con diagnosi di cancro al colon-retto operati tra il 2015 e il 2019 presso l’Azienda Ospedale Università di Padova – spiega il dottor Scarpa –. Abbiamo quindi studiato, sempre in campioni ottenuti dai pazienti, l’espressione dell’mRNA dei geni associati alla sorveglianza immunitaria nelle cellule primarie di cancro del colon-retto di pazienti che assumevano acido acetilsalicilico. Inoltre, abbiamo replicato queste misurazioni sperimentalmente, con animali di laboratorio, presso l’Università di Padova e dell’Istituto Oncologico Veneto. Infine, abbiamo ulteriormente studiato il microambiente immunitario della mucosa sana che circonda il cancro del colon-retto in campioni ottenuti da un ampio sottogruppo di pazienti che ha partecipato al progetto in rapporto alla assunzione cronica di acido acetilsalicilico”. Rispetto ai campioni di tessuto di pazienti che non assumevano il farmaco, quelli ottenuti da pazienti che lo assumevano hanno mostrato una minore diffusione del cancro ai linfonodi e una maggiore infiltrazione di cellule immunitarie nel tumore. Nelle analisi sulle cellule tumo-
rali di colon-retto in laboratorio, l’esposizione di tali cellule all’acido acetilsalicilico ha causato un aumento della proteina CD80, un modulatore della funzione immunitaria. Tale incremento sembra avere migliorato la capacità delle cellule di allertare altre cellule di difesa sulla presenza di proteine associate al tumore. A sostegno di questa scoperta, i ricercatori hanno anche evidenziato che nei pazienti con cancro del colon-retto, chi assumeva acido acetilsalicilico aveva livelli di proteina CD80 più elevati nel tessuto rettale sano, suggerendo così che il farmaco induca un effetto di sorveglianza immunitaria.
“I nostri dati – continua Scarpa – mostrano che il trattamento con acido acetilsalicilico può far aumentare l’espressione di CD80, migliorando la capacità delle cellule di cancro del colon-retto di presentare attivamente i propri antigeni tumorali ai linfociti T. Questi ultimi sono le cellule delle nostre difese deputate, tra le altre cose, a eliminare le cellule cancerose, una volta riconosciuti i loro specifici antigeni. Va anche aggiunto che, nei pazienti con cancro del retto, sia la concentrazione di proteina CD80 nelle cellule epiteliali, sia il rapporto tra linfociti citotossici e linfociti T totali erano più alti tra coloro che assumevano acido acetilsalicilico. Ciò suggerisce che l’acido acetilsalicilico assunto a lungo termine eserciti un effetto di sorveglianza immunitaria già sulla mucosa normale e non solo all’interno del tumore”.
I risultati dello studio mostrano dunque che l’acido acetilsalicilico, oltre al suo classico meccanismo farmacologico che comporta l’inibizione dell’infiammazione, possa anche agire a favore della prevenzione e della cura del cancro del colon-retto. Le osservazioni dello studio sono state oggetto di pubblicazione, l’articolo “Immunoreact 7: Regular Regular aspirin use is associated with immune surveillance activation in colorectal cancer” è stato pubblicato sulla rivista “Cancer”.
“Se vogliamo sfruttare i suoi effetti contro il cancro del colon-retto, - conclude Marco Scarpa - dovremmo pensare a come garantire che l’acido acetilsalicilico raggiunga il tratto colonrettale in dosi adeguate per essere efficace”.
Ulss 5 Polesana. Screening cardiovascolare, visite gratuite per i neo 50enni
Un controllo gratuito, per il quale non è necessaria l’impegnativa del medico di Medicina Generale.
L’Azienda Ulss 5 Polesana sta invitando i polesani che hanno compiuto 50 anniclasse 1974 – a partecipare allo screening cardiovascolare promosso dal Piano Regionale della Prevenzione. La comunicazione, inviata ai cittadini che non sono seguiti per patologie, per mezzo di una lettera spedita a domicilio, propone un appuntamento prefissato (ma modificabile) nei 2 nuovi ambulatori istituiti presso l’Ospedale Vecchio di Adria e l’Ospedale di Trecenta. Questo screening, realizzato e progettato dall’Unità Operativa di Igiene e sanità Pubblica viene proposto gratuitamente ai cittadini neo cinquantenni, è iniziato nel settembre scorso e sta ricevendo feedback molto positivi dalla popolazione. L’Azienda Ulss 5, tra le prime
della Regione a partire con lo screening denominato Cardio50, è attore protagonista nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, come l’infarto del miocardio e l’ictus, che sono la causa più frequente di morte e invalidità nella nostra popolazione. Lo screening prevede una chiamata attiva con invito agli utenti di 50 anni che non sono già affetti da ipertensione arteriosa, diabete, ipercolesterolemia o malattie cardiovascolari con un appuntamento prefissato presso gli ambulatori del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica.
Durante la visita, il professionista sanitario valuta, attraverso un colloquio approfondito, gli stili di vitafumo, sedentarietà, alimentazione - ed effettua una misurazione del peso, dell’altezza, del girovita, della pressione arteriosa e di glicemia e colesterolemia attraverso l’esame di una goccia di sangue.
Un gruppo di ricercatori ha scoperto un meccanismo d’azione con cui sembra attivare un effetto di sorveglianza immunitaria
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malmente in un nostro cantiere ci sono al massimo tre persone”. Immagino non siano molte in Italia le aziende in questo settore particolare.
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colare di un settore come il loro.
Infatti, dal pubblico di TikTok ha ricevuto un’ottima risposta, al di sopra delle aspettative. Dopo quasi un anno sono arrivati a toccare i 900 follower, in salita costante verso la quarta cifra.
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informativo
Lavoro. Confartigianato Imprese Veneto promuove i percorsi professionalizzanti
Tirocinio con i maestri artigiani in 433 aziende
L i hanno chiamati “gli influencer” dell’artigianato, di fatto sono degli autentici “maestri artigiani”, una figura riconosciuta in Veneto con una legge regionale approvata ancora nel 2018. E sempre nella nostra regione lo scorso autunno sono stati consegnati gli attestati a questi alfieri dell’artigianato, in grado di trasmettere il proprio “saper fare” anche ai più giovani, attraverso degli specifici tirocini. Il “maestro artigiano”, infatti, come ricorda la legge regionale, è colui che, “disponendo di un’adeguata e documentata esperienza imprenditoriale aziendale, possiede elevate conoscenze e abilità manageriali con un’elevata attitudine all’insegnamento del mestiere”. Oggi all’albo regionale sono iscritti ben 433 maestri artigiani. La legge regionale riconosce, inoltre, le “botteghe scuola”, cioè le imprese nelle quali il maestro artigiano svolge la propria attività e trasmette le proprie competenze. Proprio per favorire la formazione e la trasmissione dei saperi
Confartigianato Imprese Veneto, che conta circa il 60 per cento dei maestri artigiani riconosciuti dalla Regione, insieme a CNA e Casartigiani, attraverso i propri enti di formazione, promuove i tirocini per i giovani che vogliono fare un’esperienza professionalizzante e di valore a fianco dei maestri artigiani accreditati dalla Regione Veneto. L’attività è rivolta ad aspiranti artigiani che intendono inserirsi nel settore grazie ad una esperienza di tirocinio di inserimento/reinserimento presso la Bottega di un Maestro Artigiano: sono quindi numerose le opportunità per un giovane, ma non solo, anche per chi vuole mettere a frutto le proprie a abilità, di individuare l’azienda presso cui fare il tirocinio. Si tratta di un’opportunità anche per gli stessi maestri artigiani già inseriti nell’Elenco della Regione Veneto, che entro l’anno potranno ospitare un tirocinante per due mesi e poter misurare così le opportunità di nuove future collaborazioni.
Per poter ospitare un tiro-
cinante il Maestro Artigiano può contattare l’Ente di Formazione provinciale dell’Associazione di categoria di riferimento o l’Istituto Veneto per il Lavoro. “Il concetto di Maestro Artigiano – osserva il presidente di Confartigianato Imprese Veneto Roberto Boschetto- è sempre stato inscindibilmente legato a quello di relazione; una relazione che si sviluppa all’interno di una bottega e che si basa sulla trasmissione delle competenze e dei mestieri. Un modello che oggi conosce una nuova attualità: nella bottega artigiana così come nei laboratori delle imprese più innovative la differenza
la possono fare solo le persone, le competenze e le relazioni”.
Per diventare Maestro Artigiano, spiega Confartigianato Imprese Veneto, le strade che un’impresa artigiana può intraprendere sono due: da una parte il percorso professionalizzante per titoli, che prevede un’anzianità lavorativa qualificata nel medesimo settore dell’artigianato di almeno 1 0 anni, competenze manageriali e un’elevata attitudine all’insegnamento del mestiere. Dall’altra, per chi non possiede i requisiti per titoli, c’è appunto l’opportunità di intraprendere un percorso formativo obbligatorio
che permette l’acquisizione delle competenze manageriali e didattiche necessarie, preceduto da un periodo di attività lavorativa qualificata nel settore di riferimento di almeno 5 anni. I percorsi professionalizzanti per titoli vengono presentati in autonomia dagli aspiranti Maestri Artigiani o meglio ancora con il supporto delle associazioni di categoria come Confartigianato. Il percorso formativo è invece organizzato dall’Istituto Veneto per il Lavoro, Ecipa e dagli enti di Formazione provinciali delle Associazioni di categoria di riferimento, attraverso un progetto finanziato dalla Regione Veneto.
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Economia
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Tramonti, i 13 campanili nel regno magico
della “pizza nera”
Sopra Amalfi, nel Parco regionale dei Lattari, la Costiera diventa “Montiera”: una distesa di castagni, limonaie e viti secolari che cela un mondo di bellezza, di gustose bontà e di valori da scoprire. Di cui i maestri pizzaioli tramontani sono ambasciatori nel mondo
di Renato Malaman
Quattromila anime e quasi duemila pizzaioli sparsi per il mondo. Tramonti è la parte più nascosta (e più intima) della Costiera Amalfitana, quella che ha come sfondo le creste severe dei Monti Lattari e il mare lo vede dall’alto e da lontano. Come una visione di Fata Morgana. Il mare di Maiori, Tramonti lo scorge tra i limoni “sfusati” delle sue limonaie terrazzate - così gialli, grossi e profumati da renderli unici - o da sotto i tralci delle sue monumentali viti secolari. Anzi ultrasecolari, specie quelle a piede franco di uva Tintore, che non hanno mai conosciuto la filossera e i cui giganteschi ombrelli mostrano ancora i legacci con i rami di salici di una volta, intrecciati da mani sapienti. Qui tutto è archetipo, tutto riconduce a un mondo arcaico, impastato di pane e valori, impreziosito da una natura madre che domina e accarezza al tempo stesso. “Qui siamo in Montiera - ama dire Vincenzo Savino, che di Tramonti è il vicesindaco – ovvero la Costiera di montagna. Un altro mondo, seppur stessa terra e stessa anima. Qui sono diversi i valori, tutto ruota intorno all’agricoltura. Quella fatta di sacrificio e ostinazione. Guardateli i nostri terrazzamenti. Sono quelli dove ogni giorno sgobbavano le “formichelle” che portavano pesanti sacchi di limoni fino a Maiori. Sono le terrazze dove prosperano le nostre viti antiche, che ci regalano il Tintore e altri sinceri vini di Costiera”.
Sì, qui a Tramonti il paesaggio è sovrano. Si schiude a 650 metri di altezza, oltre il valico di Chiunzi. Sembra una conca, un grande anfiteatro verde. E’ una distesa di castagni, viti e olivi. Il Parco regionale dei Monti Lattari era un’istituzione doverosa per salvaguardare questo lembo montano di Costiera Amalfitana: un arcipelago di tredici frazioni,
perché Tramonti in realtà non esiste. Esistono i suoi borghi, svettano i suoi campanili che di sera accendono un presepe di luci fiabesche, galleggianti sul mare scuro della montagna. Illuminate pure le chiese e i tanti capitelli ai crocicchi delle strade, tutti con un fiore fresco davanti all’effigie del santo di turno o della Vergine. Ogni frazione ha una storia da raccontare, come quella della Madonna delle Galline: ricorda il ritrovamento di un’icona della Vergine portata via dalle acque a Tramonti e ritrovata a Pagani grazie al razzolare delle pennute. Dopo Pasqua genera una festa religiosa, partecipatissima e sospesa in un sincretismo fra sacro e profano che qui è humus per il mantenimento di tante tradizioni vitali. Metti quella della pizza. I tramontani (che un tempo si chiamavano tramontini) ne vanno fieri, sia per quella moltitudine di mastri pizzaioli sparsi per l’Italia e per il mondo, sia perché qui l’arte della pizza ha connotati di originalità che pure i napoletani riconoscono. Tramonti vanta la sua “pizza nera”, che ancora è rito d’obbligo il 2 novembre, il giorno dei defunti. Pizza fatta con la farina integrale, il cui colore richiama quello del lutto. Ma la simbologia è plurima: il grano è simbolo di rinascita e quindi di vita. Un tempo la pizza nera veniva consumata anche all’uscita del cimitero. La tradizione della pizza con farina integrale si mantiene viva a Tramonti. “Qui da noi tutti i locali ogni giovedì la propongono - dice Federica Caso, dell’agriturismo Il Tintore di Capitignano – qui spesso ci viene ordinata anche per il week end: margherita o marinara, dove oltre al nostro pomodoro sono d’obbligo le alici di Cetara. Di integrale qui, con il maestro Carmine Nasti, facciamo anche il panbiscotto”.
A Tramonti la pizza è il centro di tutto: vi
è nata anche un’Academy che quest’anno ha richiamato un folto gruppo di maestri pizzaioli, maestri pasticcieri come Sal De Riso e giornalisti per una jam session di confronto fra le varie scuole. Incontro che vuole diventare un appuntamento fisso, dato che Tramonti ha la fortuna di avere una “Casa del gusto”. “Fu un’intuizione di Raffaele Ferraioli, sindaco di Furore e presidente della Comunità Montana – sottolinea Vincenzo Savino – Noi adesso con l’Associazione Pizza Tramonti e con l’Academy daremo un ruolo di volano a questo spazio. Tramonti è il paese della pizza, la prima De.Co. è nata qui, la patria del fiordilatte, che è prodotto da nove caseifici artigianali locali. Siamo anche città del
vino e dei castagni”. Un tempo terra di emigrazione, appunto (oltre i tanti pizzaioli, l’anagrafe di Tramonti registra fra i partenti anche Immacolata Giordano, la mamma di Mario Cuomo, a lungo governatore dello Stato di New York), oggi questa terra rivendica la sua parte nell’ambito di un turismo nuovo, consapevole e lento. Attento alla bellezza e alle bontà del territorio. Polo di attrazione di un turismo green lo è già: “La scelta fatta con la mamma di trasformare il vecchio casale di famiglia in un luogo di accoglienza – dicono Rosa e Alfonso Simeone del Frescale, in contrada Polvica – ci ha regalato la gioia di poter incontrare tante persone, spesso stranieri, che apprezzano la passione con cui ancora coltiviamo viti e fiori, prepariamo le torte, i succhi e le marmellate”. “La nostra limonaia – gli fa eco Ruben Giordano, dell’azienda Le Formichelle – è diventata un luogo
di socialità. Far merenda sotto queste 150 piante con davanti un panorama così, raccontando anche la fatica delle portatrici di un tempo, sbalordisce i nostri ospiti”. “Degustare sotto la pergola i nostri vini frutto di piante di 250 anni e dopo una passeggiata fra queste viti patriarca – dicono Raffaele e Valentina Tagliafierro – fa emozionare chiunque. Anche noi che le proponiamo”. Qui è ancora attivo qualche vecchio cestaio che costruisce le sue opere con i polloni dei castagni. La magia e l’arte dell’intreccio. Ecco, Tramonti è un intreccio di valori. E’ la dimostrazione del vecchio assunto: il turismo balneare in Costiera Amalfitana è un equivoco. Non esisterebbe senza il lavoro e la resilienza di chi lavora la terra e, proteggendo questo territorio, bellissimo e fragile nel contempo, trasmette saperi che non tramonteranno mai. Tanto meno a Tramonti…
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I pregiati limoni sfusati della Costiera e una pergola di viti in un paesaggio di montagna: siamo a Capitignano di Tramonti all’agriturismo “Il Tintore”. A sinistra: il maestro pizzaiolo Carmine Nasti mostra una “pizza nera” fatta con farina integrale, tipica di Tramonti; sotto la potatura di storici vigneti della Cantina Tagliafierro a Campinola
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Sicurezza stradale e trasporto pubblico
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contribuisce a un benessere collettivo e individuale, favorendo una maggiore presenza umana e interazione sociale negli spazi pubblici.
L’introduzione della linea Sir1 ha portato a una ri-
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pertura estesa di oltre 35 km, attraverso 8 linee tranviarie che intersecano strategicamente l’intera città. Questo sistema, con i suoi 55 tram attivi capaci di gestire fino a 450 corse al giorno, mira a trasportare oltre 12.000 passeggeri ogni ora, riducendo significativamente la neces-
L’impegno nel ridurre il tra co attraverso il tram migliora notevolmente la vivibilità urbana, rendendo le strade più tranquille e sicure. Questo si traduce in una città più vivibile, dove la riduzione di rumore e inquinamento (si stima una diminuzione di CO2 di 15.600 tonnellate l’anno)
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Con una rete tranviaria capillare, frequente e affidabile, il tram si a erma come la spina dorsale di una strategia urbana orientata alla sicurezza, all’e cienza e alla sostenibilità, invitando gli abitanti a riconsiderare il modo in cui si muovono in città.
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L’Apocalisse di “Fallout” lascia spazio alla speranza
In soli otto giorni è diventata la seconda serie più vista nella storia di Prime Video. Si intitola Fallout ed è una serie tratta da un videogioco nato da 27 anni. Intuendo la potenzialità del racconto di conquistare un pubblico televisivo sempre più selettivo e difficile da catturare, Amazon ha trasformato il videogame in una serie tv con budget faraonico: 153 milioni di dollari per otto episodi, con una seconda stagione già in cantiere.
Come in The Last of Us, anche qui ci troviamo davanti a un racconto post-apocalittico. Stavolta non c’entrano i funghi zombie bensì un’apocalisse nucleare che duecento anni prima ha devastato il nostro mondo. I ricchi si sono rifugiati nei Vault, bunker extra-lusso dove le loro esistenze hanno continuato per generazioni con l’idea di riemergere un giorno per riprendere in mano le sorti dell’umanità.
L’anno è il 2296 e in superficie ogni giorno è una lotta alla sopravvivenza. Quando Lucy, una discendente del Vault, decide di avventurarsi nel mondo lassù, la sua vita finirà in rotta di collisione con quella di Maximus, un militare abituato a non mettere in discussione gli ordini che riceve.
“Lucy ha vissuto una vita molto protetta, e quando sale in superficie si troverà a fare i conti con persone che non sono per niente ben intenzionate come lei,” sottolinea la sua interprete Ella Purnell, già vista nella serie Yellowjackets. “Nonostante si scontri con personaggi di dubbia moralità, Lucy non smetterà mai di credere che ogni persona che incontra abbia anche del buono in sé, e trovo che questa sia una qualità ammirevole,” afferma Purnell.
Tutt’altro percorso ha tracciato Maximus, uno scudiero della Fratellanza d’Acciaio. Nell’universo di Fallout, la Fratellanza è un’organizzazione paramilitare che assume i tratti di una setta incaricata di proteggere e regolamentare la tecnologia avanzata. “Dentro di sé vive una guerra interiore: il senso di appartenenza alla Fratellanza è una forte attrattiva, ma il suo codice morale lo porta a farsi domande sulle scelte che ha compiuto”, commenta l’attore Aaron Moten.
Torna
il “Re”, prison drama con Zingaretti che convince
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Re è nudo. Come la fiaba di Hans Christian Andersen, la seconda stagione del prison drama targato Sky girato a Torino riparte dall’incarcerazione di Bruno Testori, il monarca del “San Michele”, per raccontare il modo in cui il potere cambia e si adatta per restare sempre immutato. “Bruno si ritrova a fare i conti con una realtà completamente diversa da quella a cui era abituato,” spiega il protagonista Luca Zingaretti: “Resta un personaggio pieno di risorse e troverà il modo per girare anche quella situazione a proprio favore”. Incastrato dalla pm Laura Lombardo, Testori è spogliato dei suoi privilegi, del suo titolo e dei suoi pretoriani che così alacremente lo proteggevano. “Il potere? A differenza del mio personaggio, è qualcosa che non mi è mai interessato,” afferma Zingaretti. Tra coloro che sono rimasti scottati da Bruno, in passato c’è Sonia Massenti, la comandante del “San Michele” combattuta tra la lealtà verso il suo mentore e il compito che le è stato affidato. “Sonia deve capire da che parte stare, ma in tutto questo lei è soltanto una delle tante pedine mosse sulla scacchiera da Bruno,” racconta Isabella Ragonese, l’interprete, che aggiunge: “Uso il mestiere dell’attrice per sperimentare vite al di fuori della mia”.
Tra i volti nuovi della seconda stagione anche quello di Thomas Trabacchi nei panni di Vittorio Mancuso. Magistrato irreprensibile, Mancuso si ritrova improvvisamente accusato dell’omicidio di una dipendente Slimpetroil, rinomata e importante compagnia energetica di bandiera. Starà a Bruno stabilire la verità, avvicinandosi a Mancuso per venire a capo di quella vicenda. “Cosa mi fa sentire ingabbiato? La condizione umana è di per sé una gabbia, ma anche l’attuale classe dirigente non mi fa per niente stare tranquillo,” riflette Trabacchi. “Ci interessava portare in scena declinazioni diverse di quel potere che abbiamo intravisto nella seconda stagione, e per questo motivo abbiamo voluto inserire dei nuovi elementi. Se ci siamo riusciti sarà il pubblico a deciderlo,” afferma Giuseppe Gagliardi, alla regia anche di questo secondo capitolo.
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Trame, protagonisti e volti nuovi, anticipazioni e commenti Film e serie tv visti da vicino
Rubrica a cura di Paolo Di Lorenzo
ARIETE BILANCIA
Avete superato i momenti di tensione e di incomprensione. Ora il percorso è in discesa e potete recuperare le relazioni che pensavate compromesse.
Avete incamerato energie sufficienti ad affrontare con entusiasmo gli ultimi ostacoli prima di raggiungere l’obiettivo a lungo inseguito. Siate tenaci.
GEMELLI
Avete investito nella determinazione e in una bella energia tutte le vostre aspettative ma non dimenticatevi di riconoscere un ruolo importante anche alla fortuna.
Non prendete decisioni affrettate in questo periodo perché l’entusiasmo potrebbe giocarvi dei brutti scherzi. Procedete sempre con realismo e concretezza.
TORO SCORPIONE CANCRO
Non mancheranno momenti di stanchezza che saprete bilanciare con una visione positiva delle cose, capace di ribaltare situazioni apparentemente complicate.
LEONE
Continuate a fare programmi a lungo termine e a investire le vostre risorse per obiettivi futuri che sono ambiziosi ma che volete raggiungere a tutti i costi.
la vostra natura riflessiva vi spingerà a prendervi un po di tempo per capire se i sentimenti che state provando sono autentici e se siete ricambiati.
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Se il lavoro procede a gonfie vele esaltando la vostra massima creatività, la sfera affettiva sarà di più difficile gestione a causa della vostra stanchezza.
SAGITTARIO
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Avete chiuso con le situazioni tese e stressanti. Si apre un nuovo capitolo tutto da scrivere e questo vi ispira tanta fiducia che vi rende particolarmente interessanti.
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Non cedete finché non avete raggiunto il vostro obiettivo, a costo di spendere energie e tempo preziosi. Ma i vostri sacrifici sono sempre ripagati adeguatamente.
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Avete vissuto in standby fino a questo momento. E’ ora il tempo dei mettersi in gioco e di ritrovare le conferme di cui avete bisogno. Vi sorprenderete di voi stessi.
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