di Padova
Quando il lavoro uccide Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Oltre mille morti sul lavoro nel 2023, già più di 180 nei primi due mesi del 2024: bastano queste poche cifre per rendere l’idea di quanta strada ci sia ancora da fare per rendere più sicuri i cantieri, le fabbriche e molti altri posti di lavoro. In Veneto non va molto meglio perché le statistiche ci ricordano che la nostra regione è seconda in Italia, dietro alla Lombardia, con una media di circa due decessi sul lavoro alla settimana. E’ una magra consolazione constatare che in passato andava anche peggio su questo fronte, perché non stiamo parlando di progressi statistici ma di vite umane, di lavoratori che non sono più tornati a casa. E’ alto, altissimo poi, l’impatto sociale ed economico degli infortuni sui luoghi di lavoro, poco meno di 600 mila l’anno in Italia, quasi 70 mila nel nostro Veneto. Di fronte a questa emergenza continua le soluzioni da mettere in campo richiedono uno sforzo collettivo: da parte delle aziende chiamate ad investire di più sulla sicurezza e sulla formazione dei lavoratori, da parte degli organismi di controllo che spesso non hanno risorse sufficienti per garantire un’attività capillare, da parte delle istituzioni chiamate a scrivere regole e norme efficaci. Invece da anni il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro presenta ben poche novità.
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PADOVA APRIPISTA DELL’INNOVAZIONE E DELLA MEDICINA
INTERNAZIONALE
Dal 20 al 23 marzo esperti di tutto il mondo riuniti nella Città del Santo per il World Health Forum: “Punto di riferimento della salute globale”
Servizi alle pagg. 6, 8 e 9
Capitale della Salute
Servizio a pag. 31
Servizio a pag. 32
Abbiamo scongiurato una nuova Vaia
Luca Zaia Governatore Regione Veneto
Non è mai possibile provare consolazione quando una calamità coinvolge una realtà umana e, soprattutto, quando protagonista è la tua Terra. Ma, come in questi giorni, può succedere di constatare che di fronte alla forza della Natura si può anche non farsi cogliere impreparati. Durante l’ondata di maltempo che ha travolto il Veneto a fine febbraio, i dati sulla piovosità sono stati particolarmente significativi tanto da essere paragonabili a quelli della grave alluvione del 2010 e della tempesta Vaia.
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MARZO
2024
Periodico d’informazione localeAnno XXXI n. 55
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In ascolto degli anziani nel quartiere Forcellini
Contrastare l’isolamento e migliorare la qualità della vita degli anziani over 74 del quartiere Forcellini: è l’obiettivo che si propone l’indagine “Anziani over 74”, un progetto innovativo per fornire risposte efficaci ai bisogni degli anziani e renderli attori partecipi della vita di comunità. Gli “over 74” nel quartiere Forcellini sono 562. La prima fase del progetto è stata caratterizzata da un’analisi approfondita del territorio, finalizzata alla mappatura dei punti di riferimento del quartiere: luoghi di aggregazione, servizi essenziali e altri punti di interesse.
Dal mese scorso fino ad aprile saranno condotte interviste approfondite con i punti di riferimento del quartiere: consulta, parroco, farmacisti, medici di base, bibliotecari, commercianti, in modo da comprendere meglio le esigenze. Il passo successivo prevede una serie di visite domiciliari agli anziani, durante le quali operatori specializzati di Prisma raccoglieranno informazioni attraverso questionari mirati. In queste settimane, dunque, gli anziani residenti nel territorio del quartiere Forcellini riceveranno la visita degli incaricati Prisma che saranno identificabili grazie ad un tesserino di riconoscimento.
Le persone interessate da questa visita sono già state tutte allertate tramite una lettera personale a firma dell’assessora al Sociale, Margherita Colonnello. “Tengo molto a rassicurare che, tra gli altri, abbiamo già informato anche la questura di questa indagine”, ha dichiarato l’assessora, “e che gli operatori incaricati saranno comunque facilmente riconoscibili. Questo progetto è davvero un’opportunità per potersi confrontare con professionisti che potranno ascoltare e consigliare al meglio rispetto allo stile di vita”.
Diego Buonocore
Fino ad aprile saranno interpellati gli over 74 da personale ben identificabile
di Padova
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Abbiamo scongiurato una nuova Vaia
Luca Zaia Governatore Regione Veneto
Prima del progressivo miglioramento del meteo, la situazione è apparsa critica, ancora una volta, a Vicenza e nella sua zona, in particolare lungo il Bacchiglione e il Retrone. Poteva essere un’altra sciagura di dimensioni imponenti ma la situazione è rimasta sotto controllo.
Già da una prima analisi ci siamo accorti che sono da ringraziare le opere realizzate dal 2010 in poi con un preciso piano di difesa del suolo costellato da interventi sulle maggiori criticità idrogeologiche mappate sul nostro territorio. Un esempio per tutti: l’attivazione di bacini di Montebello, Caldogno e Orolo. Con la messa in funzione di queste opere si è scongiurato che oltre 3 milioni di metri cubi di acqua invadessero la città Vicenza, con esiti già noti. Forse è il risultato più eclatante ma non è l’unico che potremmo illustrare.
Se torniamo con la memoria al 2010, infatti, il viaggio a ritroso è cadenzato da tantissime opere simili: abbiamo già realizzato 13 bacini di 23 previsti, molti sono i cantieri ancora aperti e presto ne completeremo altri. Non sempre questa strategia è stata compresa, per dare il via ad alcune opere abbiamo dovuto superare vere proprie contrapposizioni e ancora oggi c’è chi promette battaglia contro la realizzazione dei bacini.
Eppure, questa coda di febbraio ha confermato che, dove sono state realizzate le opere necessarie, la gestione degli effetti di piogge massicce ci consente oggi di ascoltare con maggiore tranquillità le previsioni del tempo. Se è l’uomo che con l’edificazione ha prodotto danni, è giusto che con la prevenzione li contenga.
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Quando il lavoro uccide
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
In questi giorni è tornata alla ribalta la soluzione della “patente a punti” per le aziende che operano nei cantieri edili, una misura sulla quale il confronto è aperto da tempo ma finora rimasta sulla carta. Ora il governo è intenzionato a riprendere in mano questa soluzione e ad introdurla dal prossimo autunno, sfruttando le risorse disponibili con il Pnrr. L’idea, già prospettata anni fa ma poi rimasta in un cassetto, è quella di introdurre una sorta di “patente a punti” per le aziende e i lavoratori autonomi. La dotazione iniziale dovrebbe essere di 30 punti, scalati in caso di incidenti, infortuni o irregolarità. Le imprese che arrivano a 15 punti o non sono in possesso della “patente” non potranno operare nei cantieri edili e ci saranno delle pesanti sanzioni, stabilite dall’Ispettorato del lavoro. Il decreto è pronto, potrebbe essere un primo passo, ma non sarà sufficiente se mancheranno da parte di tutti i soggetti coinvolti l’impegno e la volontà di rendere più sicuri i luoghi di lavoro.
Questa edizione raggiunge i quartieri di Padova per un numero complessivo di 98.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199
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SERVIZI
FUNEBRI - TRASPORTI NAZIONALI/INTERNAZIONALI
1
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PEFC/18-31-992 RiciclatoPEFC Questoprodottoè realizzatoconmateria primariciclata www.pefc.it CENTRO STAMPA QUOTIDIANI S.p.A. Via dell'Industria, 52 - 25030 Erbusco (BS) Tel: +39.030.7725594 Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto. Chiuso in redazione il 1 marzo 2024
World Health Forum/1. Dal 20 al 23 marzo esperti da tutto il mondo alla Città del Santo
L’intelligenza artificiale nella medicina: a marzo Padova diventa la protagonista
Padova ha scelto di ospitare un seminario, forse il più prestigioso che ad oggi si è svolto a livello internazionale, su di un tema di grandissima attualità: l’applicazione dell’intelligenza artificiale in medicina
Diversi mesi addietro proprio da queste colonne avevamo titolato “Padova Capitale della Salute” considerato il peso crescente che la Città stava assumendo sulla scena nazionale e internazionale in termini di medicina grazie al grande impegno, anche strutturale per questo fondamentale settore e alla collaborazione, di altissimo livello, tra Amministrazione Comunale, Università, Azienda Ospedaliera, Centri di Ricerca e Ulss.
Quasi a voler certificare questa tendenza ecco che dal 20 al 23 marzo Padova ha scelto di ospitare un seminario, forse il più prestigioso che ad oggi si è svolto a livello internazionale, su di un tema di grandissima attualità: l’applicazione dell’intelligenza artificiale in medicina.
Dopo l’apertura a Palazzo della Ragione sarà il Centro Congressi il teatro di questo fondamentale meeting che vedrà protagonisti alcuni tra i principali esperti mondiali in materia.
Si parte, come detto, il 20 marzo a Palazzo della Ragione dove dalle 15 ci saranno gli interventi del presidente della Regione Luca Zaia, del sindaco di Padova Sergio Giordani, e della rettrice dell’Università Daniela Mapelli che dialogherà con diversi esperti sul
ruolo proprio degli Atenei. Si parlerà, poi, di pandemia chiedendosi se ci si debba aspettare, per il futuro, qualcosa di simile al covid e di Enti Camerali con il Presidente della Camera di Commercio, Antonio Santocono e quello della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Gilberto Muraro.
Il secondo giorno, il 21 marzo, si svolgerà, come tutti gli appuntamenti successivi, al Centro Congressi. Tra gli appunti certamente più prestigiosi ci saranno, tra gli altri, certamente gli interventi di Mihaela van der Schaar dell’University of Cambridge, Tianxi Cai di Harvard Medical School, Boston, di Rosario Rizzuto, dell’Università di Padova, di Giusella Finocchiaro, dell’Università di Bologna. Il terzo giorno, tra gli altri, Alessandro Doria di Harvard Medical School, Boston, Panagiotis Papapetrou, Stockolhm University, Sebastien Ourselin, King’s College London, Henning Muller, HES-SO Valais Techno-Pôle. Nella quarta e ultima giornata di lavori interverranno, tra gli altri, Tiziana Lippiello, Magnifico Rettore Università Ca’ Foscari di Venezia, Paolo Nespoli, Ex Astronauta ESA, Francesca Pasinelli, Direttore Generale Fondazione Telethon.
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Capitale della Salute
Alcuni momenti della presentazione del World Health Forum
QUALITÀ DELLA VITA:
LAVORI IN CORSO
le nuove linee del tram ridisegnano la città
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World Health Forum/2. Orgoglio e soddisfazione per il sindaco di Padova
Giordani: “La città centrale nell’ambito della sanità e del settore biomedico”
“Al convegno parteciperanno personaggi di rilievo internazionale: non sarà solo luogo di confronto e dibattito a livello scientifico ma anche un’occasione per le numerose aziende del campo biomedicale nel territorio”
S orridente e orgoglioso è il sindaco di Padova, Sergio Giordani nel presentare il World Health Forum in programma proprio nella sua città dal 20 al 23 marzo al Centro Congressi dopo l’apertura del primo giorno a Palazzo della Ragione, una location evidentemente molto evocativa per segnare come la scienza, e appunto la ragione, nella Città del Santo siano di casa da sempre.
“Innanzitutto ringrazio il presidente Luca Zaia e la Regione, assieme ad Antonio Santocono, presidente della Camera di Commercio di Padova e a Venicepromex per aver sostenuto questa iniziativa dedicata al futuro della salute e della sanità”. Così ha esordito nel corso della conferenza stampa di presen-
tazione del meeting il sindaco Giordani.
“World Healt Forum Veneto, conferma la centralità di Padova a livello non solo regionale, ma nazionale e internazionale, nell’ambito della sanità e del settore biomedico. Un primato che ovviamente ha le sue fondamenta nell’attività della nostra Università, con la sua scuola di Medicina, e negli istituti di ricerca e cura come il VIMM e lo IOV attivi nel nostro territorio”.
“Il senso di questo momento – ha aggiunto il primo cittadino - è quello di sottolineare da un lato la volontà di confermare e rafforzare l’eccellenza della sanità veneta permettendole di assumere un ruolo centrale nel dibattito internazionale sul futuro della medicina e della salu-
te in senso più ampio.
Dall’altro lato, con la nostra presenza qui assieme oggi, di evidenziare la collaborazione tra istituzioni ed enti che ha reso possibile l’organizzazione di questo forum a livello internazionale e che in futuro continuerà a supportare in ogni modo la nostra sanità e non solo”.
“Questo convegno al quale parteciperanno personaggi di rilievo internazionale, non sarà solo un luogo di confronto e dibattito a livello scientifico ma anche una occasione per le numerose aziende che nel nostro territorio operano nel campo biomedicale”.
“Padova – ha continuato Sergio Giordani - con il nuovo Ospedale che stiamo realizzando, con i numerosi centri di ricerca già attivi, con le opportunità offerte dal nuovo Centro Congressi e dall’Hub dell’Innovazione che si sta sviluppando attorno all’area fieristica può assumere il ruolo di capitale della innovazione e della ricerca
nel campo della sanità e della salute, a beneficio non solo del proprio territorio ma di tutto il Veneto e della sua economia.
E’ per questo che è importante sottolineare questa collaborazione tra istituzioni ed enti perché è solo assieme che si possono raggiungere questi importanti traguardi”.
“Non entro nei contenuti più specificamente scientifici di questo evento, mi limito solo a evidenziare il focus sulle enormi possibilità che lo sviluppo delle applicazioni di intelligenza artificiale offrono in questo campo.
Più della metà degli strumenti di intelligenza artificiale più popolari, tra cui ChatGPT, e Genesys, sono stati sviluppati negli Stati Uniti. L’Europa è rimasta indietro, per ora, con Francia, Germania e Regno Unito che sono i paesi dove più si lavora in questo campo”.
“Un rapporto della Banca europea per gli investimenti del 2021 – ha concluso il Sindaco - ha rilevato che l’Ue comples-
sivamente rappresentava solo il 7% degli investimenti in materia di intelligenza artificiale nel mondo.
Cerchiamo di non perdere questo treno e nel nostro piccolo questo Convegno vuole in qualche modo sostenere l’interesse sia del mondo scientifico che di quello imprenditoriale, per le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale.
Sono certo che i quattro giorni di questo convegno saranno molto intensi e forniranno interessanti spunti di dibattito e contenuti anche a livello divulgativo”.
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Il sindaco Sergio Giordani
Capitale della Salute
World Health Forum/3. Grande approvazione anche dal presidente della Regione Veneto
Zaia: “Veneto punto di riferimento della promozione della salute globale”
“Facciamo da apripista riunendo in Veneto tutti coloro che hanno un ruolo attivo nel presente e nel futuro della sanità mondiale. È una grande opportunità, saremo incubatore dell’innovazione”
Dal 20 al 23 marzo Padova, da sempre eccellenza internazionale nel campo medico e scientifico, ospiterà il primo World Health Forum. Parteciperanno relatori veneti, italiani della sanità, oltre ai più autorevoli rappresentanti del mondo della medicina e dell’innovazione. Ma sono numerosissimi gli ospiti stranieri: da Stati Uniti, Gran Bretagna, Irlanda, Germania, Svezia, Svizzera, Israele, e molti altri.
Ci saranno studiosi e ricercatori delle Università di Harvard, Cambridge, Losanna, Örebro (Svezia), e molti altri atenei. E gli esperti mondiali di igiene, controllo delle pandemie, delle tecnologie legate all’intelligenza artificiale.
Il World Health Forum è un evento che nasce grazie alla collaborazione tra diversi partner: l’Università degli Studi di
Padova (dipartimento di Medicina e dipartimento Ingegneria dell’informazione); il Comune di Padova; il VIMM; la Camera di Commercio di Padova; Venice Promex (agenzia per l’internazionalizzazione); la Fondazione Cariparo; Motore Sanità e Veneto innovazione.
Presidente, il Veneto sta mettendo in atto azioni concrete per promuovere l’innovazione nella sanità, sia a livello nazionale che internazionale. E il World Health Forum è il primo tassello.
In un Veneto che si attesta nuovamente ai vertici nazionali per i Lea, realizziamo un grande sogno. Una vera e propria legacy della sanità, che analizzerà il presente e approfondirà il futuro dell’evoluzione delle scienze mediche e delle tecnologie per migliorare la vita dei cittadini. Il Veneto diventerà per una intera
settimana il cenacolo internazionale della medicina globale, identificando, altresì, i nuovi trend.
Un evento di portata internazionale per riunire esperti della salute globale.
Facciamo da apripista riunendo in Veneto tutti coloro che hanno un ruolo attivo nel presente e nel futuro della salute globale, per delineare le prospettive future sul benessere e sulla prevenzione anticipando le nuove tecniche di diagnosi e le corrette gestioni dei dati sanitari. È la sintesi eccezionale di una sfida alla quale stiamo lavorando da due anni e dimostrerà il grande potenziale del Veneto nella sanità, nella scienza, nella ricerca, nell’intelligenza artificiale applicata alla medicina.
Quali sono gli obiettivi principali e le sfide per il futuro?
L’apertura internazionale conferma la nostra leadership e l’importanza dei nostri ricercatori nel settore sanitario del Veneto. Ci permette di confrontarci a livello internazionale con le principali realtà del settore. Questo forum, destinato a crescere di anno in anno, si propo-
ne di diventare il nuovo punto di riferimento nel campo della sanità, simile al Forum Economico Mondiale di Davos, ma focalizzato sulla salute anziché sull’economia.
È emerso il tema delle imprese farmaceutiche e si è notata una carenza di ricerca nel nostro territorio.
Questa è un’opportunità senza precedenti, poiché quando sei sotto i riflettori, si avvia un meccanismo virtuoso di promozione e attenzione. Diventeremo un incubatore di innovazione, considerando l’interesse crescente di aziende nel settore delle biotecnologie, della sanità e della produzione farmaceutica. In questo contesto, un forum che si pone al centro dell’attenzione internazionale è assolutamente necessario per catalizzare ulteriori progressi e partnership nel campo della salute globale.
La pandemia da COVID-19 ha lasciato un’impronta profonda su tutte le strutture sanitarie e le comunità globali.
Certamente, ma ha anche evidenziato l’importanza della condivisione della conoscenza. È cruciale incentivare la ricerca
e favorire l’integrazione di discipline non mediche, come l’ingegneria, l’intelligenza artificiale e lo sviluppo di software, poiché giocano un ruolo fondamentale nell’ affrontare le sfide attuali e future della sanità. Guardiamo al futuro con fiducia, accogliendo senza timore le nuove tecnologie. Questa mentalità non è nuova per noi: quando le prime macchine diagnostiche comparvero, non esitammo ad abbracciarle, nonostante alcuni le considerassero come diavolerie. Lo stesso accadde con la telemedicina, che abbiamo adottato con entusiasmo, e ora possiamo vedere i risultati positivi di questa scelta.
SaraBusato
Medicina e intelligenza artificiale, Meneghesso: “L’Italia deve fare un passo avanti”
Una parte significativa del programma del World Health Forum sarà dedicata all’evento Artificial Intelligence for Healthcare, che si terrà il 21 e il 22 marzo, focalizzandosi sull’esplorazione del ruolo dell’intelligenza artificiale e del machine learning nel campo della sanità. Un incontro, ideato dal professor Gaudenzio Meneghesso, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova e dal professor Roberto Vettor professore ordinario di Medicina interna, che mira ad analizzare le opportunità e le sfide che queste tecnologie presentano per la medicina del futuro.
Esperti di fama internazionale provenienti dalla medicina, dalla sanità, dall’informatica, dalla scienza dei dati e dalla bioingegneria si riuniranno per discutere l’applicazione dell’intelligenza artificiale in questi ambiti.
“L’idea è nata dalla necessità di integrare gli studi, le analisi e i progressi tecnologici nel campo della medicina. Ringrazio anche la dottoressa Cristina Degan e il professor Mattia Veronesi per il fondamentale supporto – commenta il professor Meneghesso –. L’intelligenza artificiale, se utilizzata correttamente, porterà vantaggi significativi in termini di efficienza medica e riduzione dei tempi di attesa per i pazienti. Ciò non significa l’eliminazione della professione medica, ma offrirà la possibilità di concentrarsi maggiormente sul benessere dei pazienti”.
Tra i relatori di spicco vi sono la Prof.ssa Mihaela van der Schaar (Università di Cambridge), il Prof. Alessandro Doria (Harvard Medical School) e il Prof. Sebastian Ourselin (King’s College London), i quali condivideranno le ultime innovazioni nel campo dell’IA in
medicina, evidenziando il suo ruolo cruciale nella trasformazione digitale delle scienze mediche. La presenza di numerosi esperti e ricercatori italiani nel panel dei relatori testimonia l’alta competenza presente in Italia, soprattutto nel Veneto, su questi argomenti. Durante la conferenza, saranno esaminati gli impatti
trasformativi dell’intelligenza artificiale su tutte le discipline mediche, concentrandosi sui progressi nello screening, nella prevenzione, nella diagnosi e nella personalizzazione delle terapie in base alle caratteristiche individuali dei pazienti. Grazie all’analisi di dati clinici, genetici e ambientali, l’intelligenza artificiale offre l’oppor-
tunità di identificare individui ad alto rischio e di sviluppare programmi preventivi e terapeutici personalizzati.
Infine, la conferenza affronterà questioni legate all’etica e alla regolamentazione dell’intelligenza artificiale, che rappresentano uno dei principali temi di discussione odierni. “L’Italia deve fare un passo in avanti nel trovare una soluzione anche in questo ambito. Francia e Germania hanno già superato il divario amministrativo per poter avere le cartelle cliniche dei pazienti e poter analizzare attraverso l’intelligenza artificiale tutti i dati possibili. Le questioni etiche, come la violazione della privacy richiedono un’attenzione particolare sia da parte della comunità accademica che delle istituzioni e della società nel suo complesso”.
Maggiori informazioni sul sito: ai4h.unipd.it. (s.b.)
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Gaudenzio Meneghesso, Luca Zaia e Roberto Vettor alla conferenza stampa per il lancio del World Health Forum Veneto, 20 Febbraio 2024, Palazzo Balbi, Venezia
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia
Il progetto. Un’area di 17.363 metri quadrati realizzata da un raggruppamento temporaneo di imprese
Con la nuova Questura rinasce un importante pezzo di Padova
Risolta la questione criminalità, si è aperta quella relativa al rilancio complessivo del quartiere: ora per questo angolo tristemente noto di Padova è giunto il momento della definitiva svolta
Chiunque abbia un pizzico di memoria non può non considerare quale valore, evocativo e simbolico, possa avere la scelta dell’Amministrazione guidata da Sergio Giordani di costruire la nuova Questura in via Anelli.
L’area, infatti, collocata tra la Porta Est della Città e la Stazione Ferroviaria è stata per decenni teatro di episodi criminosi, degrado, spaccio e prostituzione. Le azioni puramente repressive, compresa la realizzazione di un muro che isolasse i condomini, non ha sortito alcun effetto. Sino a quando non sono stati abbattuti gli edifici, infatti, nulla è cambiato in termini di sicurezza. Risolta la questione criminalità però, si è aperta quella relativa al rilancio complessivo del quartiere. Ora con la realizzazione della nuova Questura e con l’arrivo del tram che la collegherà al resto della Città possiamo certamente dire che per questo angolo tristemente noto di Padova sia giunto il momento della definitiva svolta proprio come sta accadendo, per esempio, all’Arcella.
La nuova Questura si estenderà un’area totale di 1 7.363 metri quadrati e sarà realizzata da un raggruppamento temporaneo di imprese che ha immaginato un progetto fortemente evocativo che tenga insieme, anche dal punto di vista visivo, la forza dell’Istituzione all’apertura ai cittadini.
Il gruppo aggiudicatario –composto da F&M Ingegneria Spa di Mirano, Lvl Architettura Srl di Padova, Proap Italia Srl di Trento, F&M Divisione impianti Srl, Semper Srl di Padova, Tca Denise Borsoi di Venezia e l’architetto Anna Maria Portoghese di Milano – spiega così la propria idea progettuale: “La nostra architettura vuole rappresentare, senza banali simbolismi, un’Istituzione aperta ai cittadini ma forte e inespugnabile che vigili e induca alla
convivenza pacifica e collaborativa. Per produrre questi risultati che sembrano antitetici (apertura e forza) abbiamo rigorosamente spartito la composizione in due ambiti: quello pubblico costituito dal giardino e dal corpo basso e l’ambito protetto costituito dall’edificio alto e dalle sue aree esterne.
Il corpo alto, per la sua mole, con un fronte di ben 140 metri e il suo rigore architettonico può essere, in un certo modo, considerato come una fortezza contemporanea. Non basta però una buona architettura e
neppure un’architettura straordinaria o spettacolare per rigenerare un contesto urbano degradato. Quello che può fare l’architettura, nella sua declinazione più urbanistica, è di creare un sistema di spazi pub-
TE E PER IL NOSTRO
blici ricchi e generosi dove possa manifestarsi la convivenza pacifica e operosa dei cittadini. In altre parole: la città migliora se aumentano e migliorano gli spazi pubblici. La presenza di un’istituzione di certo contribuisce alla qualità dell’ambiente urbano, ma se questa istituzione non può interagire con il contesto per motivi di sicurezza, il suo insediamento rischia di essere sterile rispetto alle dinamiche urbane. Ecco perché in via Anelli serve uno spazio pubblico aperto e pedonale da connettere con gli altri spazi pubblici del quartiere, meglio (ma non necessariamente) se di natura vegetale. Ecco quindi il nostro slogan: “via Anelli dal Bronx al giardino della convivenza”.
Ci vorranno circa 1 2 mesi per vedere il progetto definitivo e, poi, tre anni di lavori per la sua realizzazione. La Nuova Questura in via Anelli sarà, dunque, pienamente operativa nel 2029.
La scorsa primavera il Comune di Padova si è aggiudicato altri 12 milioni per questa importante opera che si aggiungono ai 50 già stanziati.
“Padova è in trasformazione, un processo che abbiamo avviato nello scorso mandato e che non si ferma – ha commentato il sindaco Sergio Giordani –. Questi 12 milioni di euro che si aggiungono ai 50 già stanziati, confermano e aggiungono risorse importanti agli impegni del Governo dopo la permuta Prandina-via Anelli. Dopo l’abbattimento delle vecchie palazzine arriva la nuova Questura, un progetto ambizioso al servizio di tutta la città e di tutta la provincia, che avvia il progetto di rigenerazione completa della Stanga e di tutto il quadrante est. Sono felice che uno dopo l’altro stiamo lavorando a tutti gli obiettivi, sono orgoglioso che, numeri alla mano abbiamo reso Padova la città del Veneto che sta attraendo più finanziamenti per opere pubbliche, sono fatti che parlano da soli e sui quali ho chiesto la fiducia dei padovani per continuare a migliorare”.
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Il Sir3 prende sempre più forma, entro il 2026 una rete tranviaria completa
Le due nuove linee offriranno un servizio integrato lungo le principali direttrici della città
Entro il 2026, Padova vedrà la realizzazione di una rete di linee tranviarie interconnesse, aprendo le porte a un sistema di trasporto pubblico innovativo ed efficiente. La realizzazione del Sistema Metropolitano a Rete Tranviaria, conosciuto come Smart, rappresenta un passo significativo verso la promozione della mobilità sostenibile. Il nuovo sistema prevede l’utilizzo di 55 mezzi, che possono effettuare fino a 450 corse al giorno e che consentiranno di spostare fino a 12 mila persone l’ora. La città, in questo modo, avrà a disposizione otto linee di trasporto.
Questo progetto sta prendendo sempre più forma e trasformerà radicalmente il tessuto urbano nei prossimi anni. Le due nuove linee tranviarie, che si aggiungeranno alla già esistente Sir1 (PontevigodarzereGuizza), completeranno la rete tranviaria cittadina, offrendo un servizio integrato lungo le principali direttrici della città. Sarà possibile viaggiare direttamente da un punto all’altro della città senza dover cambiare tram o prendere un autobus, facilitando notevolmente gli spostamenti. Ad esempio, sarà possibile raggiungere Pontevigodarzere, Vigonza, o l’Ospedale a San Lazzaro da Guizza senza interruzioni
SMART permetterà di ridurre il tempo di ingresso in città fino al 25%, collegando i poli strategici dell’area urbana: Ospedali, nuova Questura, centro storico, sedi universitarie, tri-
bunale, stazione ferroviaria e autostazione dei servizi extraurbani.
Il progetto garantirà una maggiore comodità e praticità per i cittadini, incoraggiando un maggior utilizzo del trasporto pubblico e riducendo l’impatto ambientale legato all’uso dei veicoli privati. Un sistema che trasformerà radicalmente le abitudini di mobilità dei padovani, promuovendo uno stile di vita più sano e sostenibile.
I lavori preparatori per l’arrivo del tram continuano senza sosta. Sono in corso lavori su una porzione di circa un terzo della linea complessiva del Sir3. E considerando che il tragitto è lungo poco meno di 6 km, significa che un terzo abbondante del tragitto è concluso o in fase di costruzione.
Uno dei cantieri più rilevanti è quello in via Gozzi, dove si sta iniziando a vedere il futuro passaggio dei convogli tram. Questo segna un progresso nel progetto, in quanto la trasformazione del paesaggio urbano inizia a riflettere concretamente l’imminente arrivo del tram.
Sono state posizionate le prime armature dentro le quali, verrà gettato il calcestruzzo per formare la piattaforma tranviaria. Successivamente si procederà con le asfaltature, nel tratto di via Gozzi compreso tra via Trieste e via Scrovegni. Nel tratto tra via Scrovegni e via Tommaseo proseguono invece le operazioni preliminari per la posa della piattaforma.
Ma non è l’unico punto in cui
si stanno conducendo lavori significativi. Gli operai sono attivi anche in via Piovese, dove si sta procedendo con lo spostamento delle condotte del gas,
un’opera essenziale per l’implementazione del progetto del tram. Inoltre, i cantieri continuano ad essere attivi anche in via Sografi e via Giustiniani.
Il progetto del Sir3 prevede anche un’importante opera: la costruzione di un nuovo ponte sul Canale Scaricatore accanto a quello già esistente. Con una lunghezza di 95 metri e un peso di 820 tonnellate, sarà una struttura significativa. La parte centrale del ponte sarà dedicata al transito del tram in entrambe le direzioni, mentre lungo il lato adiacente al ponte esistente verrà realizzata una pista ciclopedonale larga tre metri. Sul lato opposto, sarà presente un percorso pedonale largo due metri, progettato anche per facilitare le operazioni di manutenzione.
Questo nuovo ponte non solo migliorerà la connettività tra le due aree servite dalla linea del tram, ma offrirà anche spazi dedicati ai pedoni e ai ciclisti, promuovendo la mobilità sostenibile e l’accessibilità urbana.
Si tratta di una delle più rilevanti dell’intera linea tranviaria e i lavori per realizzarlo saranno imponenti. La sua costruzione prevede, infatti, un rinforzo degli argini in corrispondenza dei tratti dove poggerà la struttura, per garantire la sicurezza idraulica e il sostegno al viadotto
Procedono i lavori della realizzazione delle rampe ed è in corso la lavorazione dei pali di sostegno del nuovo ponte in corrispondenza degli argini. A fine marzo è previsto l’arrivo dei pezzi del nuovo ponte di Voltabarozzo, che verrà successivamente assemblato per essere traslato in posizione durante la primavera.
Sara Busato
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Tram
Il ponte di Voltabarozzo, il capolinea di Voltabarozzo e via Gozzi
Politiche scolastiche. La parola all’assessore di Padova sugli obiettivi per garantire qualità e continuità
Piva: “Affrontare le nuove sfide per costruire la scuola del futuro”
Il calo demografico ha spinto l’amministrazione a riflettere sull’ottimizzazione degli spazi scolastici, cercando di gestirli in modo più razionale per contenere le spese, ma senza compromettere la qualità dell’istruzione
Il significativo declino demografico ha impattato direttamente sul numero di iscritti nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, determinando una generale diminuzione degli studenti. Con soli circa 1300 nati all’anno a Padova, è evidente che le attuali strutture scolastiche del territorio non possano essere pienamente sfruttate. In una decade, il calo delle nascite si avvicina al 30%.
Questa situazione ha spinto l’amministrazione a riflettere sull’ottimizzazione degli spazi scolastici, cercando di gestirli in modo più razionale per contenere le spese, ma senza compromettere la qualità dell’istruzione. Si tratta di sviluppare un approccio innovativo, creando spazi verticali e polifunzionali, in un progetto collaborativo che coinvolga non solo le scuole, ma anche il quartiere e le famiglie. “Una modalità di usufruire gli spazi in modo più razionale senza avere l’idea di accorpare e spostare i ragazzi - ha commentato l’assessora alle politiche educative e scolastiche, Cristina Piva -. L’obiettivo è garantire la continuità delle scuole di quartiere anche con un numero limitato di studenti”.
terebbe meno spostamenti, meno traffico in città e più socializzazione.
“Ripensare l’utilizzo degli spazi all’interno di ogni istituto comprensivo in base alle esigenze specifiche dei quartieri è fondamentale –continua l’assessora Piva – per ripensare in maniera
Si prospetta una sfida impegnativa per la città, orientata verso la costruzione della scuola del futuro. Una delle possibili soluzioni è l’adozione di un modello di condivisione degli spazi tra scuole di diversi livelli, al fine di utilizzare in modo più efficiente delle risorse disponibili. Per fare un esempio pratico una scuola primaria che vede diminuire le classi prime liberando molte aule, potrebbero accogliere altri ordini o gradi di scuola. Questo compor-
VALUTAZIONI:
più puntuale rispetto alle tematiche di ogni realtà”. Gli oltre cento edifici scolastici di proprietà del Comune necessitano di costosi interventi di manutenzione, ma senza un nuovo approccio su come utilizzarli, tali interventi diventano onerosi per le casse comunali. Si sta quindi pensando a concentrare le risorse manutentive su un numero di plessi scolastici per garantire una maggiore cura e qualità degli spazi. Tuttavia, al momento non sono state fornite anticipazioni concrete, ma il Comune sta già valutando un progetto pilota per una scuola che si troverà a fare i conti con il calo demografico a settembre.
Quanto agli spazi che rimarrebbero vuoti, l’amministrazione sta considerando la possibilità di riconvertirli per altre finalità pubbliche e private, come studentati, abitazioni per anziani e giovani coppie, o spazi per associazioni, al fine di ridurre la necessità di nuove costruzioni e di consumo di verde pubblico. “Favorire una scuola di comunità – prosegue Cristina Piva – che in ogni quartiere sia aperta alle famiglie e alla comunità scolastica tutto il giorno, con proposte che spaziano nei diversi ambiti del sapere, della crescita e della socialità”.
In conclusione, è fondamentale che la scuola affronti le nuove sfide socioeducative e funga da punto di riferimento per le istituzioni culturali e formative, anticipando il cambiamento e coinvolgendo attivamente ogni singolo studente nel suo percorso di crescita e sviluppo, in stretta collaborazione con il territorio, l’ente locale, il terzo settore e altri soggetti. L’obiettivo principale resta quello di creare una scuola del futuro in cui l’educazione e la crescita personale rimangano al centro dell’attenzione.
Sara Busato
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Scuola
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L’assessore alle politiche educative e scolastiche, Cristina Piva
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Busitalia. La parola a Gino Colella, amministratore delegato della società del gruppo Fs Italiane
“Il futuro? Bus elettrici e sostenibilità”
Gino Collella è amministratore delegato di Busitalia Veneto.
Quali iniziative sta intraprendendo Busitalia Veneto per promuovere un sistema di mobilità più sostenibile e orientato all’innovazione?
Busitalia Veneto sta investendo nel rinnovo della flotta con autobus a basse emissioni, come veicoli ibridi o elettrici. Dal settembre 2021 il parco mezzi è stato rinnovato del 30%. A marzo 2023 sono stati introdotti 15 autobus di nuova generazione da 12 metri, utilizzati nei servizi extraurbani di Padova, mentre tra novembre e dicembre 2023 sono stati introdotti altri 18 bus elettrici per gli extraurbani di Padova e Rovigo e recentemente ulteriori 5 per l’urbano di Padova. Si tratta di bus interamente realizzati in Europa che rappresentano l’ultima generazione per gli standard di efficienza, affidabilità e sicurezza: al sistema di video sorveglianza a bordo si aggiunge la “mirror camera” che consente la completa visibilità dell’esterno del mezzo e il
dispositivo di ipovigilanza.
I nuovi autobus sono stati acquistati con un investimento di oltre 9 milioni di euro (6,3 milioni a Padova e oltre 3 milioni a Rovigo) con un finanziamento del 90% del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e sono utilizzati prevalentemente sui servizi delle linee che collegano Padova alla zona dei Colli Euganei, ma la linea U16 è già interamente servita con l’elettrico. Ciò a cui puntiamo però è la conversione integrale un modello a zero emissioni.
Oltre 1,4 milioni di euro per 14 postazioni di ricarica e un nuovo deposito per bus elettrici. Qual è l’importanza di questo investimento?
È di fondamentale importanza perché abilita l’utilizzo sistematico dei bus elettrici: per utilizzarli non basta acquistarli, ma occorre creare le infrastrutture di ricarica e tenere conto delle peculiarità dei mezzi elettrici. Le 14 postazioni di ricarica di via del Pescarotto consentono una ricarica rapida, ottimizzando l’utilizzo delle risorse energetiche e i tempi
di fermo dei veicoli. Inoltre, è presente un sistema di controllo intelligente per la gestione dell’erogazione di energia durante la ricarica simultanea dei bus, per bilanciare il carico sulla rete elettrica. La sicurezza poi è garantita dal sistema di videosorveglianza con sensori termici.
Questo progetto non rappresenta un intervento isolato, ma fa parte di una strategia più ampia per potenziare la nostra flotta: l’intenzione è realizzare ulteriori impianti di ricarica a Padova e a Rovigo per promuovere sempre più la mobilità sostenibile.
In che modo la nuova tessera digitale sta rivoluzionando l’esperienza di viaggio per i passeggeri?
Ci sono diversi modi significativi. In primo luogo, l’opzione di richiedere e ottenere la tessera direttamente online rappresenta un notevole miglioramento in termini di comodità e praticità per gli abbonati, evitando code in biglietteria e risparmiando tempo prezioso. Inoltre, la pos-
sibilità di utilizzare la tessera digitale sia sul portale web che sull’app mobile garantisce una maggiore facilità nell’ acquisto. Da ultimo abbiamo voluto incentivare ulteriormente gli abbonati a passare alla tessera digitale perché rappresenta una soluzione sostenibile e conveniente: fino al 30 aprile 2024 la tessera digitale è proposta al prezzo di 5euro anziché 10.
Nuove funzionalità introdotte nell’app di trasporto pubblico. Quali sono e come stanno contribuendo alla crescita del servizio?
L’obiettivo è migliorare concretamente l’esperienza di
viaggio dei passeggeri. Oltre ad aver ampliato la gamma di titoli di viaggio acquistabili, spicca l’introduzione del cosiddetto “tempo reale”, che permette ai viaggiatori di visualizzare l’orario reale di passaggio dei mezzi alle fermate o una stima del tempo di percorrenza previsto negli autobus non ancora dotati del sistema necessario, ma che prossimamente verranno conformati. Utilizzando la funzione “Calcola percorso”, poi, è possibile inserire le fermate di partenza e destinazione del viaggio, selezionare l’orario desiderato e visualizzare lo stato del mezzo specifico che si intende prendere.
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Trasporto pubblico
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Gino Colella, amministratore delegato di Busitalia Veneto
L’intervista. Parla il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale
Il consigliere Cavatton
attacca: “Sindaco
ecologista
Il consigliere critica le scelte dell’amministrazione Giordani: “Stop al consumo di suolo e nuovi hub logistici, turismo in crescita e piazze senza banchi”
e città inquinata”
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giorno le serrande definitivamente abbassate. Ben vengono – se mai ci saranno – forme di sostegno alle categorie economiche più colpite, ma sono e restano mancette della nonna, misure tampone prive di struttura e progettualità. D’altronde questa Giunta non fa altro da quasi sette anni: prima combina disastri per incompetenza, poi scarica la colpa, indi chiede scusa, infine distribuisce un po’ di carità. I padovani hanno bisogno di altro: serietà, competenza ed assunzione di responsabilità da parte di chi li governa.
adova anche quest’anno sul podio delle città più inquinate d’Italia. In attesa delle nuove linee del tram, servono ulteriori interventi. Da ex assessore all’Ambiente del Comune di Padova le dirò che molta parte dell’inquinamento atmosferico della nostra Città è dovuto al suo posizionamento geografico, la pianura padana. Viviamo in una “conca” che favorisce il ristagno di inquinanti, territorio per di più densamente popolato ed intensamente industrializzato. Ciò premesso, il sindaco Giordani – come Sala a Milano – ha sempre affrontato il problema in maniera ideologica: ha individuato il colpevole nel trasporto privato e ha pensato che rendendolo sempre più gravoso per l’utente, questo avrebbe migliorato la qualità dell’aria. E invece, rimaniamo saldamente ai primi posti fra le città più inquinate d’Italia. Provvedimenti come le domeniche ecologiche, le zone a 30 all’ora o lo stop ai veicoli più inquinanti, non solo non hanno alcun effetto positivo sulla qualità dell’aria, ma colpiscono le fasce più deboli della popolazione. A ciò si aggiunga che il trasporto pubblico diviene una valida alternativa solo se economicamente accessibile e realmente funzionale al raggiungimento del posto di lavoro, di studio o di svago. A Padova, invece, l’insufficienza ed inefficienza del servizio va aumentando di pari passo con il costo del biglietto… Però arriveranno le nuove linee del metrobus: mi auguro davvero che quando saranno in funzione vi sarà ancora qualche padovano da trasportare. Concludo dicendo che trasformare 154.000 metri quadrati di terreno agricolo a Granze per farvi sorgere il più grande polo logistico del Nord-Est non aiuterà di certo la rigenerazione urbana e lo sbandierato stop al consumo di suolo.
Sempre più turisti pernottano a Padova: superati i numeri record del 2019 con un +11,4% di pernottamenti. Padova una realtà in crescita o il successo è determinato dall’onda Urbs Picta.
Ogni dato va contestualizzato: qualcuno si ricorda la pandemia e le restrizioni alla libera circolazione? L’aumento del flusso turistico, peraltro molto vicino a quello del 2016, non è altro che il risultato di un ritorno alla normalità. Il riconoscimento Unesco è sicuramente importante, ma influisce più sul prestigio della nostra Città che non sull’attrazione dei turisti. Anche il numero di pernottamenti non è significativo se non lo si raffronta con il tempo di permanenza; infatti oggi, come 10 anni fa, il turista si ferma mediamente 1 giorno e mezzo e poi va a spendere altrove, a Venezia ed a Verona. L’Amministrazione è ferma da anni sulle due tematiche più importanti per attrarre turismo di qualità: l’accoglienza e l’informazione. Quanto alla prima, il nostro “biglietto da visita” è la Stazione, zona franca di lotte tra bande e di spaccio. In merito all’informazione, si potrebbe usare l’ubicazione dell’attuale ufficio turistico per una caccia al tesoro…. Ma il dato più preoccupante e che non si fa nulla per offrire un’offerta culturale che porti il turista a visitare i tesori artistici presenti nelle nostre zone periferiche; ci si crogiola sull’affluenza alla Cappella degli Scrovegni (che tra l’altro ha raggiunto da anni la capienza massima annuale) e si lasciano morire i quartieri.
Sono in arrivo sgravi fiscali per le attività economiche interessate dai disagi dei cantieri in corso in città. Una misura sufficiente o serve di più.
Come curare il cancro con un cerotto. In un anno e mezzo la Giunta ha aumentato tutte le tasse locali (addizionale Irpef, Tari, Imu, biglietto del trasporto pubblico e dei parcheggi) e ha ridotto la Città ad un cantiere aperto senza limiti di tempo e, ancor meno, senza alcuna preventiva ed efficace attività di informazione. Da un giorno all’altro ti trovi la strada bloccata, il negozio oscurato, il posteggio eliminato. Basta fare un giro in centro storico per constatare che i mercati storici hanno sempre meno banchi e che aumentano ogni
La realizzazione di una statua di donna a Padova è una volontà che da mesi la città sta discutendo su dove e a chi dedicarla. Ma il dibattito è ancora aperto.
Anche qui poche idee e confuse. La maggioranza litiga da due anni sul chi, sul perché e sul come, con posizioni contraddittorie. Non è poi chiaro quale sia il ruolo dell’Istituzione Comune: pare voglia stanziare 100.000 euro per la realizzazione e porsi quindi come committente-mecenate. A questo punto è legittimo chiedere ai padovani cosa ne pensino, invece che continuare a litigare nei corridoi di Palazzo Moroni. Finanziare una statua con soldi pubblici impone un’attività di controllo e verifica, non bastano le buone intenzioni. Purtroppo, come sugli altri temi trattati, anche il dibattito sulla statua di donna induce a pensare che sia davvero necessaria l’istituzione di un nuovo assessorato: quello con delega alla psicoanalisi.
Sara Busato
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Il consigliere Matteo Cavatton
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La riqualificazione. Il costo di 400 mila euro sarà coperto con i fondi del Pnrr
Il cuore dell’Arcella cambierà volto con la nuova Piazza Azzurri d’Italia
Questo intervento, insieme alla prevista demolizione e ricostruzione dell’edificio Ex Coni e all’ampio parco dedicato a Franca Ongaro nell’area ex Valli, conferirà al cuore del Quartiere Arcella una nuova identità
Sono iniziati i lavori di riqualificazione di Piazza Azzurri d’Italia, un progetto che trasformerà l’attuale grande area asfaltata in una piazza polifunzionale, arricchita da ampi spazi verdi e aree pedonali. Questo intervento, insieme alla prevista demolizione e ricostruzione dell’edificio Ex Coni e all’ampio parco dedicato a Franca Ongaro nell’area ex Valli, conferirà al cuore del Quartiere Arcella una nuova identità. Le superfici a verde aumenteranno di 500 metri quadrati e di quasi 1000 le superfici drenanti che andranno a sostituire l’asfalto con un fondo permeabile. I lavori dureranno circa cinque mesi.
Si potrà comunque sempre entrare nella piazza. Il numero di posti auto rimarrà lo stesso, e
il mercato settimanale del martedì tornerà alla fine dell’estate una volta completati i lavori. Il costo complessivo dei lavori in Piazza Azzurri d’Italia è di 400 mila euro, finanziati attraverso i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
“Questo è il segno delle trasformazioni che stiamo realizzando in città – ha dichiarato il vicesindaco con delega ai Lavori pubblici, Andrea Micalizzi –. In questo periodo inizieranno anche i lavori di demolizione e ricostruzione della palazzina Ex Coni, dove andremo a realizzare il più moderno centro culturale della città, e questo diventerà uno degli elementi di attrattività della piazza con la quale sarà in assoluta continuità”. Sono in partenza infatti anche i lavori alla palazzina
ex Coni che verrà demolita e sostituita da un grande centro culturale.
Al posto dell’ex palazzina del Coni nascerà un nuovo centro culturale di 3.500 metri quadrati per un costo 7 milioni. Diventerà il punto di riferimento del quartiere, riprendendo le forme del vecchio immobile acquistato all’asta dal Comune nell’ottobre del 2018 per 915mila euro. Nell’edificio troverà posto una mini-torre che ospiterà piccoli appartamenti
Dal bilancio partecipato 35 mila euro per ogni Consulta di quartiere nel 2024
La Giunta comunale ha approvato le linee di indirizzo del “Bilancio Partecipato” per il 2024: l’Amministrazione ha stanziato 350.000 euro dal Bilancio Comunale da utilizzare sulla base delle indicazioni provenienti dai territori, ripartendola tra le 10 Consulte di Quartiere. La Consulte sono gli organismi di raccordo con l’amministrazione comunale per consentire ai cittadini di partecipare attivamente alla vita e alle scelte che riguardano i singoli rioni, alla gestione dei beni comuni, alla vita sociale e culturale dei luoghi in cui si vive e si opera. Ogni Consulta può contare su un fondo di 35mila euro.
Per i fondi 2024 è stato svolto un lavoro che ha saputo coinvolgere e incrociare i tempi del bilancio comunale, cosa che permetterà di avere un anno intero per realizzare le iniziative previste e definite. Centrale è stato il confronto dei tavoli territoriali che si sono incontrati in modo intenso e ravvicinato e, dopo essersi confrontati con gli assessori compe-
tenti, hanno permesso alle Consulte di deliberare. Nella scelta degli obiettivi, stabiliti gli importi per ogni ambito di intervento, le Consulte hanno concordato con gli Assessori di riferimento e i loro Settori le progettualità di massima armonizzate con le politiche dell’amministrazione ed è stata verificata la loro fattibilità tecnica.
Le Consulte avevano sottoposto ai cittadini dei questionari e raccolto le richieste dei residenti dei quartieri. Le proposte sono state discusse e finanziate: si tengono così laboratori di bricolage, animazioni, sistemazione del verde, interventi sociali. Le Consulte hanno poi il compito di segnalare agli assessorati competenti gli interventi che si rendono necessari nei quartieri. “Con le linee d’indirizzo abbiamo indicato in modo chiaro il perimetro entro il quale le Consulte si potranno muovere per impegnare la somma a loro disposizione”, ha dichiarato l’assessora al decentramento e ai Quartieri Francesca Benciolini. (d.b.)
per artisti e studenti negli ultimi due piani, mentre il piano terra sarà aperto e offrirà una copertura al prolungamento della nuova piazza Azzurri d’Italia, dove ci saranno un ristorante-bar e una biblioteca. Poi una sala espositiva e una sala conferenze. Al primo piano la nuova mediateca-biblioteca di 660 metri quadrati con annesso ristorante e caffetteria. Infine dal secondo piano e fino al quarto otto residenze sociali e tre
Rendering di come sarà la nuova Piazza Azzurri d’Italia all’Arcella
residenze riservate agli artisti. “Per questo luogo c’è una visione progettuale precisa – ha dichiarato l’assessore Micalizzi –, che replichiamo anche in altri quartieri: mettere al centro e riqualificare luoghi che diventino il centro della vita dei quartieri. In questo caso, con la presenza anche del nuovo centro culturale che si chiamerà DU30, quest’area diventerà un polo d’attrazione non solo per l’Arcella ma per tutta la città”.
Diego Buonocore
Sacra Famiglia, un viaggio tra i sapori della cucina italiana a La Certosa
Da più di 36 anni è un punto di riferimento alla Sacra Famiglia, specializzato nella ristorazione da asporto. Ora è iniziata una nuova vita per La Certosa, con una nuova gestione. Nata nel 1 987, la gastronomia di via Savona propone un viaggio gastronomico attraverso i migliori piatti della tradizione regionale italiana. La titolare Erika Sorelli, che ha accettato questa sfida insie-
me al suo team di collaboratori, punta ad affiancare ai classici piatti della cucina veneta, creati a partire dalle migliori materie prime rigorosamente locali, una serie di novità per i padovani ormai sempre più attenti a ciò che portano a tavola. Erika propone così una selezione dei piatti regionali che hanno reso la cucina italiana la più diffusa al mondo, per passare poi ad un’offerta di più di venti specialità di pesce tutti i venerdì, in grado di soddisfare i palati più esigenti, per arrivare ad un buffet quotidiano di oltre 15 piatti vegetariani da assaporare sia come contorni che come veri protagonisti di una cultura alimentare sempre più diffusa. Su richiesta un menù speciale per cene in casa o in azienda con una particolare attenzione alla sostenibilità dei prezzi.
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Obiettivo quartieri
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Erika e Veronica
Ambiente. L’assessore Ragona: “con la tariffa puntuale l’indifferenziato diminuisce”
Differenziata anche nei quartieri
Alla Sacra Famiglia il porta a porta
Il sistema di raccolta differenziata si estende: il porta a porta fa rotta verso la Sacra Famiglia, non senza polemiche, tanto che si è svolta una manifestazione con un centinaio di partecipanti, evento al quale si sono associati i consiglieri di opposizione Mosco e Turrin. Alla Sacra Famiglia ci sono palazzi di oltre dieci piani e condomini con più di 100 famiglie, formati spesso da anziani. Si dicono preoccupati per gli odori, temono di perdere il verde pubblico condominiale per depositare i bidoni e soprattutto si chiedono come faranno a trasportarli in strada da pesanti. Sostengono che la soluzione possa essere quella delle Isole ecologiche con tessera magnetica e videosorveglianza, così la differenziata sarà migliore.
Il programma del Comune di Padova è invece quello di estendere il servizio di raccolta porta a porta ai quartieri dove ancora sono presenti i cassonetti stradali: oltre alla Sacra Famiglia, Forcellini, Sant’Osvaldo, Santa Rita, Terranegra, Città Giardino, Savonarola, Portello e Stanga. “Stiamo valutando anche i risultati della sperimentazione in corso a Salboro dove a 5 mila cittadini sarà applicata la tariffa puntuale”, ha spiegato L’assessore all’Ambiente Andrea Ragona.
“Si paga con costi calcolati sul numero di svuotamento dei bidoni. È opinione diffusa che con questo metodo di calcolo, i cittadini siano spinti a ridurre sensibilmente i rifiuti indifferenziati”.
La raccolta differenziata è in aumento, ma i benefici non si vedono, visto che le bollette continuano a salire: dal 2018 il rincaro è stato di quasi il 16 per cento. La terza rata della Tari ha portato un altro aumento per le utenze domestiche, cioè le famiglie, in media del 4,46 per cento. Nessun capoluogo di provincia veneto ha visto aumentare così sensibilmente la tariffa nell’ultimo anno: lo certifica l’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva.
Tuttavia Padova, in termini assoluti, non è la più cara: a Venezia la famiglia tipo paga 345
euro all’anno, a Padova 245. Perché l’aumento della differenziata non sta producendo una riduzione dei costi? Secondo Cittadinanzattiva ogni anno Hestambiente versa un ristoro di 8,20 euro a tonnellata di rifiuti bruciati. In totale il Comune incassa circa un milione e 200 mila euro che dovrebbero essere usati per abbattere il costo della tariffa. Ma soltanto una parte (quest’anno, come l’anno scorso, solo 350 mila euro) è usata per ridurre le bollette dei cittadini.
Diego Buonocore
Passerella in riviera Paleocapa e lavori sulla ciclopedonale
Sono al via i lavori per la posa della passerella sostituiva che permetterà il passaggio ciclo pedonale durante il periodo di ristrutturazione e messa in sicurezza del Ponte Paleocapa. “Abbiamo ascoltato i cittadini e gli esercenti che chiedevano di mantenere il transito pedonale e ciclabile in un punto importante e caratteristico di Padova e così verrà fatto”, ha commentato Andrea Micalizzi, vicesindaco ed assessore ai Lavori pubblici. “Siamo consapevoli che questo è un periodo di grandi lavori a Padova che provocano anche disagi, ma siamo determinati, come dimostriamo con l’installazione di questa passerella, a ridurre il più possibile quest’ultimi”. La passerella, noleggiata con un investimento di 145 mila euro per una durata di 18 mesi, verrà installata con il supporto del Genio Militare e collegherà Via Sant’Ambrogio Magno e Riviera Paleocapa. L’infrastruttura lunga 36,5 metri e larga 3,5, sarà percorribile da pedoni e ciclisti. Il ponte, nel frattempo, è in corso di smontaggio e verrà restaurato con le stesse tecnologie adottate nel 1880, quando è stato costruito. Saranno recuperati completamente anche i parapetti metallici, per il cui ripristino è prevista anche la fusione su disegni originali di alcune parti ormai andate perdute.
Sono iniziati anche i lavori sulla ciclopedonale che corre lungo Riviera Paleocapa, divisa in due proprio dall’accesso al ponte. Il fondo in ghiaino sarà rifatto con materiali drenanti molto più solidi. La conclusione dei lavori con lo smontaggio della passerella e la riapertura del ponte è prevista per gennaio 2025. L’importo complessivo dei lavori (ponte, piste ciclopedonali, oneri per la sicurezza) è di 3.190.000 euro. Il solo costo dei lavori relativi al ponte è di 1.800.000 euro. Si tratta di due distinti finanziamenti ottenuti nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (il Pnrr). (d.b.)
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Le manifestazioni. Padova in prima fila con richieste forti per un futuro civile e sociale migliore
In piazza contro il fallimento: “Basta manganelli sugli studenti”
La risposta più scontata, è ovviamente arrivata dalle piazze italiane, è Padova non è stata da meno.
Le manganellate della polizia sugli studenti - inermi e con le braccia alzate - delle scuole superiori e dell’Università di Pisa (ma pure di Firenze e Cagliari nelle stesse ore, anche se la lista è lunga) ha scosso persino il presidente Mattarella, che ha ripreso l’operato del Governo andando dritto al punto dicendo una cosa per certi versi ovvia: “Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”.
Si tratta evidentemente di un limite che è stato superato, da parte di un esecutivo di governo che intende sedare e censurare con la violenza ogni dissenso circa il suo operato.
Domenica 25 febbraio, la piazza tra il Comune di Padova e il Bo era gremita come Piazza dei Cavalieri a Pisa, come davanti al Teatro dell’Opera a Roma.
Le associazioni studentesche di Padova e del Veneto si sono mobilitate per prime, con uno striscione sul Ponte di Rialto a Venezia e con la piazza a Padova, piena. Piena di giovani, adulti, lavoratori, pensionati, insegnanti, esponenti
politici del centrosinistra, famiglie e non, tutte e tutti radunati nonostante appena una mezza giornata di preavviso.
“Siamo scesi in piazza esprimendo solidarietà agli studenti manganellati, chiedendo di fermare il genocidio in Palestina, chiedendo le dimissioni di Piantedosi, i numeri identificativi per le forze dell’ordine. Noi rivendichiamo il nostro diritto a manifestare – spiega Domenico Amico, coordinatore di Udu Padova –. Le dichiarazioni di questa destra che giustifica il pestaggio sono vergognose, allo stesso modo il silenzio di Meloni è più che eloquente. Ma se sperano di intimorirci, sappiano che per ogni studente manganellato ci sarà una piazza piena in risposta”. A fargli seguito è Sophie Volpato della Rete Studenti Medi di Padova: “Ci chiamano generazione di sdraiati ma quando scendiamo nelle piazze ad aspettarci ci sono i manganelli. In uno stato democratico la paura non dovrebbe essere uno strumento di potere, ma i nostri compagni di classe hanno paura di scendere in piazza vedendo ogni settimana i loro coetanei pic-
chiati a sangue nelle città.
“Non possiamo limitarci a dire che sia una violenza da parte della polizia, alla base di tutto ciò c’è una mandato politico, che prima o poi ne dovrà rispondere”.
Particolarmente applaudito l’intervento del deputato Alessandro Zan che ringrazia gli studenti per aver organizzato la piazza e assicura “Il Governo Meloni dovrà rispondere in Parlamento di questi fatti”; ma anche quello della Presidente del Consiglio studentesco Emma Ruzzon, che ha sottolineato “il parallelismo tra le dichiarazioni di Salvini secondo cui i ragazzini pestati dalla polizia “se la sarebbero cercata” ed un altro tema altrettanto ignorato dal governo Meloni come la violenza sulle donne”.
Così la violenza si dimostra ancora un boomerang: qualcuno sperava di sedare facilmente gli animi e le idee delle giovani generazioni, invece sta compattando la cittadinanza in maniera trasversale, verso un dissenso autorevole e non-violento, verso un riscoperto senso di comunità.
Enrico Caccin
Le manganellate della polizia sugli studenti delle scuole superiori e dell’università di Pisa ha scosso anche il presidente Mattarella
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Alcune immagini delle manifestazioni studentesche svoltesi nel Veneto contro le forze dell’ordine
Riconoscimenti. Ricercatrice e professoressa incaricata, studia le donne nell’arte moderna e contemporanea
La storia di Bottacin: quando l’arte è passione, lavoro e vita
Francesca Bottacin ha vinto il premio “Il Paese delle Donne” per la curatela del libro su Matilde Festa Piacentini
Francesca Bottacin è Ricercatrice in Storia dell’Arte Moderna e professoressa incaricata di Storia dell’Arte Fiamminga e Olandese e di Storia dell’arte italiana ed europea all’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Collabora con diverse realtà europee, è autrice di articoli, saggi e monografie. Padovana doc, Bottacin ha un sorriso contagioso e una passione viscerale per l’arte e per il suo lavoro. Molti dei suoi studi sono dedicati alle donne nell’arte moderna e contemporanea (Giovanna Garzoni, Marianna Carlevarijs); inoltre ha scritto sul rapporto tra pittura e cinema, tra pittura e fotografia e sull’arte ecosostenibile. Per la curatela del libro su Matilde Festa Piacentini (Gangemi 2022) ha vinto recentemente il premio “Il Paese delle Donne”. Quale occasione migliore per fare una chiacchierata con lei?
Hai vinto il premio “Il Paese delle Donne” per la tua “riscoperta” di Matilde Festa Piacentini, ci vuoi parlare un po’ di questa artista italiana?
Quella di Matilde è una storia estremamente affascinante ed emblematica della condizione delle donne artiste nel secolo scorso. Nasce a Roma nel 1890, si trasferisce con la famiglia al Cairo dove viene iniziata alla pittura dagli zii orientalisti Nicola e Paolo Francesco Forcella.
Si diploma all’Accademia di Napoli, vincendo vari premi, espone, tra l’altro, alla prima mostra di arte femminile di Torino (1910) e poi si sposta di nuovo a Roma, dove negli ambienti della Secessione incontra il già celebre architetto Marcello Piacentini, sposandolo nel 1914. La sua sarà una brillante carriera, oltre che nella pittura da cavalletto, anche nel decoro (arazzi e tessuti vari) e nel mosaico, sancita dalle principali mostre italiane (Biennale di Venezia, Triennale di Milano, Quadriennale di Roma). Vigliaccamente denigrata nel processo di epurazione del 1943, al precipuo scopo di colpire il marito che era tra i maggiori architetti del regime fascista, smetterà di dipingere. La critica non solo non riconoscerà più la sua professionalità, ma anche, con una ben nota prassi, l’accuserà di opportunismo etichettandola sempre e solo come “la moglie di Piacentini”. Almeno fino a poco fa.
Nei libri di storia dell’arte troppo spesso si studiano tanti pittori e artisti, ma ancora poche pittrici e artiste. Tu che sei una docente universitaria cosa ne pensi? Le cose stanno cambiando?
Parafrasando Dacia Maraini, quando si tratta di creare modelli per le nuove generazioni le donne scompaiono, non che non ci siano
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mai state ma non rientrano nella valorizzazione della memoria. Certamente le cose stanno cambiando, ma molto lentamente e con enormi resistenze, non solo nel settore accademico-editoriale come i fatti degli ultimi mesi hanno drammaticamente evidenziato. L’arte poi è stato un campo esclusivamente maschile fino ancora a parte del secolo scorso e non è facile ricostruire le poche figure femminili esistenti spesso irrimediabilmente occultate, soprattutto più indietro si va nel tempo.
Purtroppo esiste il luogo comune che “con la cultura non si mangia”: tu che consiglio ti senti di dare a chi invece vuole provare a trasformare la sua passione per l’arte e la cultura in una professione?
Ti rispondo con un “per me, senza passioni non si vive”: la vita è già tanto difficile che aggiungerci un mestiere che
non si ama, la rende molto poco tollerabile. Credo comunque che l’era odierna, in particolare il mondo digitale, offra più opportunità rispetto a una volta, anche in campo genericamente artistico. Il consiglio resta sempre quello di insistere: la perseveranza, quasi sempre e in qualsivoglia settore, è più importante del talento.
Da tanti anni insegni all’Università di Urbino, hai insegnato all’estero: com’è la città di Padova “vista da fuori”?
La “mia Padova” è quella degli anni Ottanta e primi Novanta, una bella cittadina
molto provinciale e molto “per bene” in cui pochi sparuti si battevano alacremente per uno sprazzo di vivacità: la sensazione era quella di sopravvivere in piccole bolle resistenti, come in una riserva indiana. Ora è cambiato il mondo ed è cambiata anche Padova. Ci sono diverse iniziative culturali interessanti, di provenienza varia, e locali carini con un pubblico più internazionale. All’estero resta sempre una meta affascinante conosciuta soprattutto per l’arte, Giotto in primis, l’orto botanico e l’Università.
Giacomo Brunoro
• Chi è Giacomo Brunoro
Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale.
È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission.
Up the irons!
www.lapiazzaweb.it 22 Rappresentante di zona LUCIANO CUCCATO +39 348 350 6998 www.lucianocuccato.it
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Libri
Francesca Bottacin e la copertina dell’opera “Matilde Festa Piacentini”
La sfida. Appuntamento il 4 maggio al Civitas Vitae “Angelo Ferro”
A maggio a Padova il più grande raduno del mondo di centenari
La sfida è quella di radunare a Padova il maggior numero di over 100 e battere il record detenuto dall’Australia che è riuscita in passato a riunirne 46. La terra veneta brulica di over 100: ben 1570 ad oggi censiti nei 560 Comuni della Regione, di cui 98 nel capoluogo padovano. Un numero che è raddoppiato rispetto a 20 anni fa. L’appuntamento quindi è previsto per il prossimo 4 maggio con inizio alle 10 al complesso Civitas Vitae “Angelo Ferro” in via Toblino 53 a Padova, dove prenderà il via una grande festa che diventerò anche messaggio di vita e speranza per le future generazioni.
“Da sempre il nostro motto è “la longevità come risorsa” – ha detto il presidente dell’Oic Andrea Cavagnis - ed in questo senso i centenari ne sono ovviamente la massima espressione, rappresentando un inestimabile patrimonio di esperienze e vita. La calorosa adesione alla sfida del Club Over 100 da parte delle amministrazioni locali venete, dimostra come sia stato compreso il valore simbolico dell’iniziativa. Auspichiamo infatti che ogni centenario sia accompagnato alla festa non solo dai suoi familiari (figli, nipoti e bisnipoti), ma anche dal suo sindaco, testimoniando così anche visivamente come l’alta qualità di vita dei loro comuni favorisca proprio una vita longeva”. In occasione della festa verrà piantato un ulivo di cento anni per testimoniare la forza e il significato della vita anche nella sua
espressione più longeva e rivolta al futuro. L’iniziativa, organizzata dal Club Over 100, è sostenuta dalla Fondazione Opera Immacolata Concezione (Oic) e dalla Provincia di Padova ed è un tentativo di record ufficialmente riconosciuto dalla Guinness World Records.
Testimonial d’eccezione Walter Visentin, 103 anni di forza, determinazione e di passione per la vita. Il 13 e 14 luglio 1936 Walter Visentin, oggi 103enne, scalò per primo assieme a Severino Casara l’arrampicata del Pelmo, quello spigolo nord-ovest del Pelmetto che dovette attendere fino al 1973 per vedere un bis di quell’impresa. Oggi Walter è ancora il ritratto della salute e della determinazione, è lucido e racconta scherzando tante delle sue esperienze di vita, mostrandosi una presenza attiva all’interno della Residenza Santa Chiara al Civitas Vitae Mandria “Queste persone – ha detto Fabio Toso, direttore generale dell’Oic –hanno creduto nel futuro e ci lasciano patrimoni immensi in termini di ricchezza umana, onestà e valori. Da loro abbiamo ancora molto da imparare, anche se viviamo in un’epoca in cui la società tende a trascurare il contributo delle persone anziane. È fondamentale riconoscere il ruolo vitale che giocano nella nostra comunità, ascoltare le loro esperienze e i loro racconti che hanno ancora molto da insegnare alle giovani generazioni. L’età della saggezza è un tesoro prezioso che
arricchisce la nostra cultura e la nostra comprensione del mondo. Sostenere l’iniziativa del Club Over 100 e della Fondazione Oic nel registrare un record mondiale non è solo un’opportunità per celebra-
re la longevità, ma anche per ribadire l’importanza della solidarietà intergenerazionale che rappresenta un elemento di attrattiva per il nostro territorio”.
Il “Club Over 100 - ricomin-
cio da zero” è un originale sodalizio nato nel 2008, ispirato dalla Fondazione Oic, che riunisce tutte le persone con almeno cento anni di vita. Fin dai suoi inizi, il club ha promosso il raduno annuale degli over 100, con 16 edizioni che si sono rivelate un successo sia in termini di partecipazione (con più di 500 persone), sia perché hanno coinvolto diverse generazioni insieme, oltre alla presenza delle istituzioni e della banda musicale. Il Club lancia ora la sfida di superare il record mondiale sul più numeroso raduno di centenari e centenarie: sarà soprattutto una grande festa di amicizia intergenerazionale, tutti uniti per un obiettivo simbolico.
Vicenzo Gottardo
Stili di vita e di salute con il progetto One Healt per gli adolescenti
Scegliere un sano stile di vita significa volersi bene. È questo il concetto del percorso dedicato agli adolescenti degli Istituti Superiori e proposto dal Dipartimento Salute Donna e Bambino dell’Università, in collaborazione con la Provincia di Padova. “One Health: stili di vita e stili di salute” unisce incontri in presenza e “pillole” web sui temi della sana alimentazione, fumo da sigaretta e da sigaretta elettronica, l’importanza dell’attività fisica, screen time e uso consapevole dei social, consumo di alcool.
Sono state analizzate le attività quotidiane nei ragazzi dai
1 2 ai 18 anni. Lo screen time per questi studenti è in media di 35 ore alla settimana, pari a 6,25 giorni al mese equivalente a 75 giorni, cioè 2 mesi e mezzo in un anno trascorsi davanti a dispositivi elettronici. I “giovani” dedicano solo il 4,2% della loro giornata al tempo libero, per giocare, stare con gli amici, fare sport o hobby. Il 20,8% della giornata è dedicato al tempo trascorso davanti a smartphone, computer e TV. L’equilibrio tra le diverse attività è fondamentale per il benessere dei ragazzi, mentre l’elevato tempo trascorso davanti a schermi potrebbe essere motivo di preoccupazione e richiede
un’attenzione consapevole da parte di genitori ed educatori. È importante educare i ragazzi a un uso consapevole e responsabile dei dispositivi elettronici. Su questo tema la famiglia e la scuola possono giocare un ruolo chiave.
Il progetto scientifico “One Health” è coordinato da Eugenio Baraldi, direttore Dipartimento Salute Donna Bambino Università degli Studi di Padova, Alessandra Biffi, direttrice Oncoematolgia Pediatrica, ma sono oltre una ventina i medici specializzandi in Pediatria impegnati nel team che dal 2021 è dedicato al progetto “Giovani, Salute e Stili di Vita”. (v.g.)
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Provincia
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La presentazione del raduno sostenuto da Fondazione Opera Immacolata Concezione
Spettacoli. Sperimentazioni e proposte innovative per il progetto che coinvolge anche il cibo
Entra nel vivo la seconda parte della stagione di Barco Teatro
Il cartellone comprende una rassegna musicale, che prende il nome di “Scatola Sonora” e include concerti di musica classica introdotti da musicologi e storici della musica, e una stagione teatrale, con spettacoli preceduti da cene a tema servite in platea
È
entrata nel vivo la seconda parte della stagione di Barco Teatro, il progetto nato grazie alla volontà di alcuni professionisti dello spettacolo, della comunicazione, dell’architettura e della cucina di dar vita a uno spazio di innovazione e incontro fra diverse forme d’espressione, cibo compreso.
Un connubio che dà vita a sperimentazioni e proposte innovative e contaminate, il tutto in uno spazio particolarmente suggestivo, un piccolo teatro ricavato nella barchessa del complesso monumentale della seicentesca Villa Thron, vicino ad alcuni dei luoghi simbolo della città di Padova, quali la Basilica di Sant’Antonio, l’Orto Botanico e Prato della Valle.
La seconda parte della stagione ha aperto i battenti lo scorso gennaio e fino al prossimo giugno proporrà una variegata scelta di spettacoli musicali. Come ormai da tradizione, il cartellone di Barco Teatro comprende una stagione musicale, che prende il nome di “Scatola Sonora” e include concerti di musica classica introdotti da musicologi e storici della musica (con la Direzione Artistica di Alessandro Tommasi), e una stagione teatrale (“Da Ruzante alla Commedia dell’arte. Storie di
maschere e commedianti”), con spettacoli preceduti da cene a tema servite in platea (in questo caso la Direzione Artistica è di Bruno Lavadita). Dopo un inverno all’insegna del teatro, sarà la musica classica a farla da padrona negli appuntamenti primaverili. Entrando nel dettaglio degli spettacoli proposti, il mese di aprile si apre con l’evento “All’ombra di Richard Wagner”: il 5 aprile il soprano Valentina Coro e Antonio Fiumara al pianoforte (introdotti da Alessandro Tommasi) si cimenteranno su Lieder di Wagner, Strauss, Bruckner e Schubert. Il 19 aprile sarà protagonista l’Ensemble degli Intrigati con lo spettacolo “Notte di Luna”, un programma che comprende diversi brani di Giorgio Colombo Taccani, Carlo Boccadoro, Matteo Manzitti, Luca Antignani e Mauro Montalbetti. Il clavicembalo di Emanuele Stracchi animerà l’appuntamento del 10 maggio intitolato “Follie e varie azioni”, con un programma che include brani di Girolamo Frescobaldi, György Ligeti ed Emanuele Stracchi, il tutto introdotto dallo stesso clavicembalista. Si prosegue il 17 maggio con “Winterreise”, con il tenore Jonas Muller e il duo composto da Davide Gio-
vanni Tomasi e Marco Musso alle chitarre che eseguiranno Winterreise D. 911 di Schubert (introduzione all’ascolto a cura di Giacomo Susani).
E’ affidato invece ad Alinde Quintet il compito di chiudere la stagione con l’ultimo appuntamento previsto il 7 giugno: un concerto all’aperto dal titolo “Summer Music” in cui verranno proposti “Le tombeau de Couperin” di Ravel, “Summer Music” di Barber e “Quintetto per fiati in Re maggiore op. 91 n. 3” di Rejcha. Francesca Tessarollo
I sabati al Conservatorio al traguardo delle 25 edizioni
Taglia il traguardo della 25esima edizione la rassegna di concerti “I sabati del Conservatorio” organizzata dal Conservatorio Cesare Pollini di Padova.
Una manifestazione diventata ormai un appuntamento fisso per gli appassionati di musica di qualsiasi genere, grazie a una proposta che varia dalla classica al jazz, dalla musica antica alla lirica. Protagonisti delle performance, i docenti e gli studenti del conservatorio, che anche quest’anno non mancheranno di proporre un calendario di eventi ricco e variegato.
dicato al Carnevale, proseguirà fino al 18 maggio con appuntamenti che, com’è ormai abitudine consolidata, si svolgeranno del tardo pomeriggio offrendo il meglio della produzione artistica dell’Istituto, con una
diare musica in quest’epoca, un’epoca in cui trovano spazio linguaggi diversi, compreso quello della musica elettronica.
L’edizione 2024 de “I sabati del Conservatorio”, iniziata lo scorso febbraio con un evento speciale de-
particolare attenzione nel proporre un programma originale in grado di spaziare fra tradizione classica e contemporaneità. Una varietà che suggerisce la volontà di dare una rappresentazione precisa di cosa significhi stu-
Nato da un’idea del Maestro Scimone come un’importante opportunità formativa e di crescita per gli studenti e, al tempo stesso, come una ghiotta occasione per il pubblico di godere di spettacoli musicali di valore, l’evento si conferma anche quest’anno come un appuntamento imperdibile nel panorama culturale padovano. Gli appuntamento proseguiranno fino a primavera inoltrata e si concluderanno il 18 maggio con il concerto dell’Orchestra del Conservatorio diretta dal Maestro Rocco Cianciotta. (f.t.)
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Cultura
L’Alinde Quintet, che si esibirà il prossimo 7 giugno nel concerto “Summer Music”
QPROTAGONISTI A Storie
stanza, le preoccupazioni sono molte: quanto costerà?
Quanto dureranno i lavori?
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Con “Edilizia per” trasparenza e professionalità per un servizio chiavi in mano e senza pensieri
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Mi posso fidare? Chi mi seguirà? Mi consiglieranno bene? Dare risposta a tutti questi interrogativi è la mission di Edilizia Per.
L padovano, dove dispone di un’ampia sala mostra per far “toccare con mano” ai clienti non solo i materiali, ma anche il servizio. L’obiettivo? Accompagnare al meglio il cliente in un percorso non semplice e a volte accidentato, per poter trasformare le preoccupazioni in serenità, come spiega Michela Calzarotto, responsabile dello showroom.
Partiamo dall’inizio: come nasce e di cosa si occupa Edilizia per?
“Noi siamo nel mercato da trent’anni. Tutto iniziò quando mio marito, a seguito della morte del padre, rilevò il magazzino edile. Dopo esserci sposati entrai anch’io in azienda, occupandomi della sala mostra che abbiamo tuttora a Limena. Il mio impegno da subito fu di garantire articoli sempre nuovi ai nostri clienti. Poi nel tem-
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seguo io, il nostro ‘cliente tipo’ è il pri- Com’è strutturata Edilizia per?
sul suo corpo. Lo stesso discorso vale per la propria casa. Parlo anche di un semplice bagno da ristrutturare: se creo un ambiente che piace a me che lo progetto o se lo faccio nero solo perché va di moda allora non sto dando un buon servizio. A me piace capire qual è lo stile del cliente, cosa desidera da quel bagno, cosa si aspetta da me. Ecco perchè il sopralluogo è fondamentale: se l’ambiente è moderno sarà opportuno adeguare lo stile, creare
zione. Chi deve occuparsi di una ristrutturazione deve conoscere chi abita quegli spazi, cosa si aspetta dal suo ambiente, deve sapere tutto di quell’immobile per consigliare al meglio”.
E in tutto questo l’interior design quanto è importante?
“Io faccio sempre un paragone: quando si va a scegliere l’abito da sposa c’è sempre la sarta che lo confeziona su misura, perché ogni sposa ha una forma diversa e l’abito deve essere disegnato a pennello
Rispetto al vostro servizio, ci sono altri elementi particolari che vi caratterizza“Oltre a questo lavoro sartoriale, anche il preventivo è personalizzato: specifichiamo ogni singola voce di spesa così possiamo ragionare con il cliente su cosa eventualmente aggiungere, cosa togliere, cosa eventualmente cambiare. Trasparenza e chiarezza secondo me portano a far sì che il cliente si senta al sicuro. Inoltre, al termine di ogni lavoro forniamo al cliente un’ampia relazione sia scritta sia fotografica, un vero e proprio book in cui documentiamo tutti gli step dei lavori a garanzia del cliente: se tra dieci o vent’anni si dovesse rendere necessario un nuovo intervento, il cliente avrà uno storico da cui partire.Un ultimo aspetto: recentemente abbiamo introdotto anche il servizio di pulizia finale, per permettere alle persone di entrare in un ambiente già in ordine, dove sentirsi a casa fin dal primo minuto”.
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Energia. Dopo una buona ripresa i neroverdi sono incappati in una serie altalenante
Girone di ritorno in salita, ma l’innesto di Matteo Cagliani porta nuovo slancio
Grande soddisfazione per il coach, Riccardo De Nicolao: “E’ un giocatore che può rappresentare un valore aggiunto in un roster rodato, nel quale abbiamo sempre riposto grande fiducia”
Girone di ritorno in salita per Virtus Basket Antenore Energia nel campionato di serie B: una buona ripresina dopo le otto sconfitte consecutive nell’andata, poi i neroverdi sono incappati in una serie altalenante con qualche bruciante sconfitta in casa.
“Siamo in un momento di sfiducia, nel quale anche le cose più semplici diventano complesse”, confessa il coach Riccardo De Nicolao.
“Dobbiamo essere bravi a uscirne subito, come fatto nell’ultimo mese, mantenendo il focus su noi stessi e continuando a lavorare uniti e compatti, dando sempre il massimo in tutte le gare che ci attendono da qui a fine stagione”.
Intanto a dare man forte alla squadra è arrivato Matteo Cagliani entrato in campo già dalla sfida persa all’ultimo quarto con Bisceglie. Matteo Cagliani è una classe 2003, esterno di 197 centimetri. In neroverde avrà il compito di andare ad allungare le rotazioni degli esterni nel roster agli ordini di Coach De Nicolao in vista di questo importante finale di stagione.
“Cercavamo un giocatore che potesse rappresentare un valore aggiunto in un roster rodato, nel qua-
le abbiamo sempre riposto grande fiducia e che in queste settimane ha ancora una volta dimostrato a pieno il suo valore”, ha dichiarato il direttore generale di Virtus Nicola Bernardi.
“L’innesto di Cagliani va ad allargare le rotazioni in questo finale di stagione ma rappresenta anche un acquisto in ottica futura, trattandosi di un prospetto molto interessante”.
Matteo Cagliani si presenta così: “In carriera finora ho giocato sia come play che come guardia. A prescindere dal ruolo, quando scendo in campo sono un giocatore che cerca sempre di creare vantaggi, per me e per i miei compagni. Quando è arrivata la chiamata della Virtus Padova non ho avuto dubbi: tutti mi hanno sempre parlato bene della società e dell’ambiente e, soprattutto, quando ho sentito Coach De Nicolao mi sono subito ritrovato in quelle che sono le sue idee di gioco. Arrivo a Padova con tanta voglia di far bene e continuare il mio percorso di crescita. Da subito darò il massimo per contribuire a continuare la striscia positiva e regalare tante soddisfazioni ai nostri tifosi”.
Diego Buonocore
Scherma: la diciannovenne Alessandra Nicolai
arruolata
al Centro sportivo dei Carabinieri di Roma
Alessandra Nicolai, padovana, 19 anni appena compiuti, una vita dedicata alla scherma, ha realizzato il suo sogno: coniugare le sue due passioni, quella per lo sport a quella per l’Arma dei Carabinieri: il papà è luogotenente in servizio presso il Comando Provinciale di Padova, Alessandra frequenta il liceo artistico Modigliani ed è campionessa di sciabola e dalle scorse settimane è entrata a fare parte del Centro Sportivo dell’Arma dei Carabinieri di Roma.
Avviata alla pratica della scherma dall’età di 7 anni, si è dedicata alla disciplina della “sciabola” con passione, spirito di sacrificio, serietà e determinazione con la Società Padova Scherma, fino a raggiungere risultati di tutto riguardo con la Nazionale. Nel 2022 Alessandra Nicolai ha vinto due medaglie di bronzo a La Spezia, nella seconda prova individuale Giovani
scherma femminile e a Piacenza ai Campionati Italiani Assoluti a Squadre Serie A2. Nel maggio dello stesso anno si è infine aggiudicata la medaglia d’oro al campionato italiano svoltosi a Catania conquistando il titolo di campionessa italiana di sciabola femminile cadetti under 17.
Nel 2023 Alessandra ha conquistato un altro bronzo al campionato italiano under 23 di sciabola femminile individuale tenutosi a Vercelli; a gennaio di quest’anno con la maglia della nazionale, a Budapest. ha conquistato il Bronzo individuale nella Coppa del Mondo Under 20: la corsa dell’atleta azzurra, tesserata con Padova Scherma, si è fermata solo in semifinale (1 5-11) al cospetto della magiara Anna Spiesz, poi vincitrice della gara. Grande successo anche il giorno successivo, con la conquista della medaglia d’argento nella gara a squadre.
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Due momenti di gioco (Credits: Lorenzo Spinella - On/Off Production) e il nuovo arrivo Matteo Cagliani
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#Regione
Lo scenario. Si avvicina l’appuntamento con le elezioni, sarà un test cruciale
Europa, Italia, Veneto: tra divisioni e incertezze le forze politiche alla ricerca di una direzione
Si allontana la prospettiva del terzo mandato per Zaia, la Lega ci prova ancora con un disegno di legge, secco no dal Partito Democratico
Terzo Mandato
Il primo atto della partita per garantire il terzo mandato ai sindaci dei comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti e ai presedenti di regione, è andato in scena poche settimane fa in Commissione Affari Istituzionali e si è concluso con un respingimento della proposta avanzata dalla Lega Nord che, in quella sede, ha trovato il sostegno soltanto di Italia Viva.
Esplorando, però, dall’interno le posizioni dei partiti non sembra che le posizioni siano poi così monolitiche come emerso dal voto in Commissione.
Dentro la Lega Nord, che ha ritirato prima del voto l’emendamento per i sindaci portando avanti solo quello per i presidenti di Regione, c’è chi è fortemente convinto di questa operazione, che consentirebbe a Zaia in Veneto e a Fedriga in Friuli di ricandidarsi, e chi, consapevole che il provvedimento sarebbe stato respinto, lo ha votato perché non gli venisse rimproverato di non aver fatto neppure un tentativo per salvare i propri presidenti di regione. Ragionamento diametralmente opposto quello del Partito Democratico: la posizione ufficiale è quella che non prevede terzi mandati, ma sono molti dentro al partito a non condividerla soprattutto coloro i quali sono maggiormente legati ad alcuni pezzi da 90 come i presidenti regionali Bonaccini (Emilia Romagna), De Luca (Campania), Emiliano (Puglia) e ai Sindaci Nardella (Firenze), Decaro (Bari), Ricci (Pesaro). Decisamen-
te contraria, in questo caso, senza contraddizioni interne, Fratelli d’Italia che non vede l’ora di capitalizzare, anche dal punto di vista amministrativo, la grande forza elettorale di questi anni.
Il Segretario Regionale della Lega Nord, Alberto Stefani ha già annunciato che questa partita è solo all’inizio e che ci riproverà attraverso la presentazione di una proposta di disegno di legge strizzando, anche l’occhio al Partito Democratico e mettendo sul piatto la possibilità di discutere insieme i caratteri della riforma autonomista dello Stato. Proposta, questa rispedita prontamente al mittente dal segretario regionale Democratico, Andrea Martella che non intende “barattare i futuri assetti del Paese con una norma salva Zaia”.
La Lega Veneta e la Lega Romana
Blaise Pascal, in un proprio noto scritto, affermava che “il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce”. Potremmo dirla così la divaricazione, sempre più profonda, tra la Lega Veneta e la Lega Romana. Il partito territoriale ha un cuore che vuole l’autonomia, che rifiuta il Premierato Forte, che chiede il terzo/ quarto mandato per Luca Zaia e che soffre l’esuberanza di Fratelli d’Italia che, quotidianamente, prenota posti per futuri sindaci, per la presidenza della regione Veneto e che si appresta a fare un boccone degli alleati alle prossime Europee.
La Lega che siede a Roma, quella del “Salvini Premier”
che ha preso il posto del “Nord” nel simbolo per intenderci, questa ragione non la conosce, o non la vuole comprendere. Troppo necessario, soprattutto in una fase di debolezza elettorale, il rapporto con gli alleati di Governo per potersi permettere di cedere alle pulsioni del territorio. E se anche Luca Zaia, solitamente distante dai dibattiti interni e dal prendere posizioni troppo manifeste, si è lasciato di recente andare ad un “preferivo la Lega Nord”, significa che qualcosa sta per accadere.
L’Europa chiama?
A misurare la temperatura del Governo ci penseranno certamente le tante elezioni amministrative, ma soprattutto quelle Europee. Il voto per andare a Bruxelles, infatti, è il più politico di tutti per definizione, non ci sono gli schieramenti e si indica il partito
che si preferisce senza alcuna “turbolenza” territoriale. Per intenderci se piace un sindaco per il proprio Comune si può anche scegliere di votare la persona, quindi, in particolar modo nei piccoli municipi, quello è un test fortemente influenzato da situazioni locali. Per le Europee invece si vota solo il partito.
Anche in questo la variabile si chiama Zaia: il Presidente ribadisce a ogni piè sospinto che non si candiderà per le Europee nonostante le pressioni del suo partito che vedono in lui un antidoto a quella che potrebbe essere una vera e propria disfatta nel derby tra alleati. Una scelta, quella del “Doge Veneto”, granitica o una tattica volontà di non dare l’impressione di non credere più nel quarto mandato? Lo si potrà scoprire presto, anche se per comprendere cos farà Zaia nel caso in cui non andasse in
Europa c’è molto tempo visto che il suo mandato scade nel 2025 salvo proroghe determinate dal Covid del 2020. Nel PD non ci sono molte più certezze: la leader nazionale Elly Schlein sembra determinata a candidarsi in tutte le circoscrizioni nonostante in molti glielo stiano sconsigliando anche per non prestarsi ad un confronto diretto con Giorgia Meloni che potrebbe compiere, guidando le liste di Fratelli d’Italia, la stessa scelta. L’altra variabile è determinata da Stefano Bonaccini: il Presidente dell’Emilia Romagna, uscito sconfitto dalle primarie del PD pur avendo vinto il voto nei circoli, è in scadenza proprio come Zaia. La Segretaria Nazionale lo vorrebbe in Europa, ma lui sembrerebbe preferire un ruolo nazionale sempre che non si riapra la possibilità di candidarsi nuovamente alle regionali. (r.r.)
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L’intervista. Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto
“L’autonomia avrà il via libera in tempi brevi, con il terzo mandato elettori liberi di scegliere”
Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, ora la battaglia per l’autonomia è approdata in Parlamento. Come andrà a finire? Ci sarà davvero l’autonomia come l’aveva pensata la Lega?
Sinceramente penso di sì, perché stiamo parlando di applicazione della Costituzione. Non c’è nulla di eversivo in questo. Al di là di chi si è fatto scudo dell’inefficienza per le sue pretese politiche fuori luogo, che hanno poco a che fare con questo tema, l’autonomia verrà data alle regioni che la chiedono. Questo prevede la Costituzione. Più che le regioni che remano contro, cercando di frenare le richieste del Veneto, sono convinto che vi siano attività di lobby promosse da alcuni esponenti dei ministeri che non intendono perdere il proprio potere di mettere un timbro su qualche carta. Guardando ai territori e alle dinamiche interne alla maggioranza penso che la legge verrà approvata in tempi relativamente
brevi.
Altro tema caldo è la vivace protesta degli agricoltori contro le politiche comunitarie. Che ne pensa?
Ero a Bruxelles proprio nei giorni della protesta e ho visto dai palazzi della commissione europea quello che stava avvenendo. E’ la reazione a cinque anni delle misure imposte con il green deal, che presenta logiche e obiettivi assolutamente utopistici. L’appoggio da parte della presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha portato l’agricoltura e tutta l’economia europea ad una situazione difficile da gestire. Ciò che è successo con gli agricoltori potrebbe anche ripetersi su iniziativa di altre categorie economiche. Siamo tutti d’accordo che dobbiamo far qualcosa importante e tutti devono metterci del suo per salvaguardare l’ambiente, per contrastare i cambiamenti climatici, ma non possiamo pretendere che ci siano passaggi impossibili da realizzare per-
ché le tempistiche sono assolutamente assurde. Ciò che abbiamo visto in Europa secondo me è la giusta reazione a delle politiche che nulla avevano di logico e che invece forse avevano molto di ideologico. Viene a mancare una concreta possibilità di applicazione.
E’ più acceso che mai anche il confronto sul terzo mandato dei presidenti di Regione. Lei è favorevole?
Assolutamente sì. E non perché c’è in ballo Luca Zaia ma perché secondo me i cittadini devono poter scegliere liberamente chi li governerà. C’è chi pensa che gli elettori siano poco attenti e inclini al ragionamento nel decidere chi dovrà guidare le istituzioni. Noi invece vogliamo che venga lasciato ai cittadini il potere di scegliere, la libertà di indicare il futuro governatore del Veneto. Il limite dei due mandati è assurdo e anti democratico. Sono parole che possono sembrare forti ma dobbiamo lasciare gli elettori libere di scegliere.
Se invece non fosse possibile ricandidare Zaia, come gestirete il rapporto con Fratelli d’Italia che punta ad avere un proprio presidente?
Con gli amici di Fratelli d’Italia andiamo d’accordo e rispondo che questi aspetti si affronteranno anzitutto sui tavoli nazionali. Ricordo che anche quando Fratelli d’Italia aveva percentuali inferiori alle attuali hanno avuto dei candidati e dei presidenti in regioni strategiche per il partito come la Sicilia o l’Abruzzo. Perciò non vedo nulla di così rivoluziona-
Due milioni di euro per sostenere l’imprenditoria femminile in Veneto
La Regione Veneto scende in campo a sostegno della promozione e sostegno delle piccole e medie imprese (PMI) giovanili con un Bando che mette a disposizione un totale di contributi erogabili pari a 2 milioni di euro. “Il supporto ai giovani che decidono di aprire una loro attività è fondamentale ed è positivo che la Regione investa in questo senso – dice Elisa Venturini Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale – Al 31 dicembre 2022 le imprese giovanili presenti in Veneto risultano circa 32.000 (con una riduzione del 2% rispetto al 2019) e rappresenta-
no il 7,5% delle imprese attive presenti nel territorio regionale, valore di poco inferiore alla media nazionale (9%).
Come per tutto il tessuto imprenditoriale regionale, si tratta di imprese di piccole dimensioni, l’88% non supera i sei addetti, e la forma giuridica prevalente è quella della ditta individuale (50,5% delle imprese giovanili venete). Questo bando mette a disposizione delle risorse che possono risultare molto utili specialmente in fase di avvio e di sviluppo delle aziende giovanili”.
Per essere ammesse alle agevolazio-
rio se la Lega chiede di restare al timone della Regione Veneto, sia per motivi storici e politici, ma anche visto il risultato ottenuto alle ultime elezioni politiche, dove la Lega ha ottenuto il maggior numero di voti. Sono aspetti da analizzare con attenzione e penso che una leader sensibile e non smemorata come Giorgia Meloni li terrà ben presenti. Qualche suo colonnello, al contrario, mi sembra abbia la memoria più corta”.
(a cura di Giorgia Gay e Nicola Stievano)
ni, le micro, piccole e medie imprese devono essere imprese individuali i cui titolari siano persone di età compresa tra i diciotto e i trentacinque anni. Gli interventi ammessi a contributo saranno le spese relative a beni materiali e immateriali o a servizi. Il contributo minimo è di 6.000 euro mentre il massimo è di 51.000 euro: la percentuale finanziabile massima pari al 30% delle spese e per questo non sono ammissibili interventi che comportino un investimento complessivo inferiore a 20.000 euro. La domanda va presentata entro mezzogiorno del 19 marzo.
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Regione
Elisa Venturini
Roberto Ciambetti
Economia. Roberto Boschetto (Confartigianato Imprese Veneto) sull’avvento delle nuove tecnologie
“Intelligenza Artigiana, la nostra forza Noi artefici di creatività innovativa”
“L’IA è il mezzo, non il fine, va governata per farne uno strumento capace di esaltare creatività e competenze ineguagliabili dei nostri imprenditori”
L’avvento dell’Intelligenza Artificiale sta portando scompiglio nel mondo della finanza e dell’economia. Da una recente analisi di Confartigianato Imprese Veneto emerge che il 36,2% del totale degli occupati italiani (8,4 milioni) potrebbe subire l’impatto delle profonde trasformazioni tecnologiche e dei processi di automazione. Le professioni più esposte sono quelle maggiormente qualificate e a contenuto intellettuale e amministrativo, a cominciare dai tecnici dell’informazione e della comunicazione, dirigenti amministrativi e commerciali, specialisti delle scienze commerciali e dell’amministrazione, specialisti in scienze e ingegneria, dirigenti della pubblica amministrazione.
Tra le attività lavorative a mi-
nor rischio vi sono quelle con una componente manuale non standardizzata, proprio come è l’artigianato.
Approfondiamo questo aspetto con Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Veneto: “noi l’acronimo I.A. lo leggiamo Intelligenza Artigiana. Una dote indispensabile per realizzare un modello di sviluppo economico e sociale ‘a misura d’uomo’, ricco della creatività e delle competenze inimitabili delle piccole imprese venete. Sapremo vincere le sfide delle grandi transizioni con la forza dei valori artigiani, capaci di unire l’innovazione digitale con la tradizione manifatturiera per dare ’anima’ a prodotti e servizi belli e ben fatti, simbolo del made in Italy e frutto della testa, delle mani e del cuore
dei nostri imprenditori”.
Vi sono timori per l’avvento dell’intelligenza artificiale anche nei processi produttivi?
“Non abbiamo nessuna paura del nuovo e della tecnologia, come pure nessuna nostalgia per vecchi modi di produrre. Il destino degli uomini e degli imprenditori di fronte ai rischi e alle potenzialità dell’intelligenza artificiale
è uno dei temi cruciali per il futuro dell’economia e, in generale, delle nostre società. Confartigianato lo ha messo al centro di riflessioni e di iniziative che puntano sull’intelligenza artigiana per costruire il futuro sostenibile del made in Italy”.
In che modo arrivarci?
“L’intelligenza artificiale è un mezzo, non è il fine. Non va temuta, ma governata dall’intelligenza artigiana per farne uno strumento capace di esaltare la creatività e le competenze, ineguagliabili, dei nostri imprenditori. Non c’è robot o algoritmo che possano copiare il sapere artigiano e simulare il nostro talento che rende unico nel mondo il made in Italy. Vogliamo consentire ai nostri imprenditori di partecipare alla sfida dell’innovazione per migliorare l’eccellenza e l’unicità di ciò che producono”.
Quali le conseguenze per le aziende nel prossimo futuro?
“Il nostro Ufficio studi dimostra che l’intelligenza artificiale può trasformarsi da rischio in opportunità, in un’arma che le piccole imprese stanno sfruttando per ottimizzare le proprie attività. In particolare, il 6,9% delle nostre Pmi utilizza robot, superando il 4,6% della media europea e doppiando il 3,5% della Germania. Inoltre, il 5,3% delle Pmi usa sistemi di intelligenza artificiale e il 13% prevede di effettuare nel prossimo futuro investimenti nell’applicazione dell’IA. I sistemi di intelligenza artificiale porteranno ad un nuovo equilibrio del portafoglio delle competenze imprenditoriali, un fenomeno più marcato per le piccole imprese nelle quali l’imprenditore accentra su di sé attività caratteristiche di professioni ad elevato impatto di IA. Noi siamo certi che L’intelligenza artificiale si fonderà in modo collaborativo con l’”intelligenza artigiana” degli imprenditori”.
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Roberto Boschetto
L’appello. La parlamentare Pd Rachele Scarpa: Governo e Regione prendano sul serio il fenomeno
“Fondo per i disturbi alimentari, insufficienti i 10 milioni stanziati”
“È stato solo grazie alla mobilitazione collettiva che il Ministro Schillaci è tornato sui suoi passi, ma un semplice reintegro non basta, servono più finanziamenti”
Idisturbi del comportamento alimentare (DCA) rappresentano una crescente preoccupazione per la salute pubblica in tutto il mondo, inclusa la regione del Veneto. Questi disturbi, che includono principalmente l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il binge eating disorder. “In Veneto, come in altre parti d’Italia, si è assistito a un aumento dei casi di DCA - spiega Rachele Scarpa, parlamentare veneta del Partito DemocraticoQuesta tendenza allarmante sottolinea l’urgente necessità di risorse e finanziamenti per i centri dedicati al trattamento e alla prevenzione di tali disturbi. Se con la legge finanziaria del 2021 si era finalmente riusciti ad istituire un fondo di 20 milioni, la scellerata scel-
ta del governo Meloni di eliminare le risorse ha messo in seria discussione la capacità di azione del nostro sistema sanitario. È stato solo grazie alla mobilitazione collettiva che il Ministro Schillaci è tornato sui suoi passi: un semplice reintegro della metà del fondo, ovvero 10 milioni, che rimangono totalmente insufficienti. Rimane poi aperta la questione del mancato inserimento dei Disturbi Alimentare all’interno dei Livelli Essenziali di Assistenza. Garantire l’accesso universale al trattamento per i DCA attraverso i LEA significherebbe abbattere le barriere economiche che troppo spesso impediscono alle persone di cercare e ricevere l’aiuto di cui hanno bisogno”. “In sintesi – conclude
Rachele Scarpa
Scarpa - è imperativo che le autorità regionali e nazionali riconoscano la necessità di aumentare i finanziamenti e le risorse dedicate al trattamento dei DCA. Solo attraverso un impegno concreto e sostenuto sarà possibile affrontare efficacemente questa problematica.”
Contrassegno unico per disabili Calzavara: “Censite oltre 120 mila targhe on line e soluzioni veloci per pass Ztl”
“Zetatielle Network è il circuito che abbiamo creato riunendo le banche dati e le informazioni sulle quasi 120mila targhe abilitate al transito nelle aree ZTL di 330 comuni veneti”. Così l’assessore alla programmazione, bilancio e personale della Regione Francesco Calzavara, ha annunciato l’avvio del contrassegno unico digitale per le persone con disabilità. “Si tratta di un progetto che abbiamo lanciato come Agenda Digitale del Veneto - ha aggiunto l’assessore - per l’inclusione dei cittadini con disabilità e che nel corso del 2023 ci ha evitato di recapitare quasi un milione di multe ai veneti. Accertamenti di violazioni che sarebbero poi stati contestati producendo un reale risparmio di oltre 10 milioni di euro solo di spese di notifica. Liberi di muoversi oltre ogni barriera non dev’essere solamente uno slogan o una frase a effetto, ma un servizio concreto, tangibile e fruibile da parte del cittadino che può finalmente superare la barriera virtuale della Ztl per circolare in totale libertà e godere di un diritto previsto dal codice della strada”, ha concluso Calzavara.
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Donne, “la vita ricomincia a 50 anni!”
Dal corpo alla mente, alle relazioni: prendersi cura di sè
Il progetto di rete che mette al centro la salute e il benessere della donna
“La vita ricomincia a 50 anni!”: prendersi cura di sé, dal corpo, alla mente, alle relazioni!
E’ il titolo di un interessante progetto che mette al centro la donna, in una fase delicata della sua vita, per promuovere la cultura della prevenzione e del benessere in un contesto di collaborazione tra istituzioni della sanità, della politica-amministrazione, della ricerca e del sociale.
Il progetto, presentato a Ca’ Sugana, è dedicato alle donne in premenopausa ed è promosso dal Comune di Treviso, dall’Ulss 2 Marca Trevigiana e dall’Università degli Studi di Padova, in collaborazione con Spazio Donna.
Il progetto nasce dall’idea di Giorgia Ghirardo, laureanda in Infermieristica della sede trevigiana dell’Università di Padova, e della sua relatrice, Silvia Sturniolo, sviluppata nell’ambito della sua tesi di laurea. Lo scopo di “la vita ricomincia a 50 anni!” è quello mettere a disposizione del territorio della Marca, dove Giorgia Ghirardo vive, le sue conoscenze e di approfondire la Medicina di Genere per offrire un servizio alle donne “per sensibilizzarle e far nascere in loro la consapevolezza che è importante conoscersi a fondo per prevenire malattie tipiche della
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MARZO 2024 on-line: /category/salute/
20 febbraio 2020-20 febbraio 2024, a quattro anni dal Covid
“Insieme per un mondo di salute”
La Giornata nazionale dei professionisti sanitari, sociosanitari, socio-assistenziali e del volontariato
20 febbraio 2020 – 20 febbraio 2024, a quattro anni dall’irrompere della pandemia da Coronavirus, il giorno in cui a Codogno venne scoperto il “paziente uno”, il Ministero della Salute trasforma questa data in un’occasione per onorare il lavoro, l’impegno, la professionalità e il sacrificio del personale sanitario, socio sanitario, socio assistenziale e del volontariato sempre in prima linea negli anni del Covid.
Ma la Giornata del 20 febbraio, non vuole essere solo celebrativa e diventa dunque un’occasione per ripensare in chiave critica i sistemi organizzativi della sanità e di quanti vi operano quotidianamente.
“Insieme per un mondo di salute” è lo slogan che vuole rappresentare questa visione più marcatamente interdisciplinare, fondata in modo più convinto su collaborazioni e interazioni tra i professionisti della sanità.
“L’esperienza del Covid – sottolinea la dr.ssa Antonia Demarchi, direttore delle Professioni sanitarie nell’Azienda Ulss 6 Euganea - ha messo in evidenza le fragilità del nostro sistema salute ma ha determi-
nato anche la possibilità di rileggere criticamente i sistemi organizzativi all’interno dei quali tutti i giorni i professionisti operano”.
Lo slogan scelto rappresenta dunque il ruolo delle professioni che ogni giorno lavorano, spesso in condizioni difficili, per garantire la salute di tutti e senza citarlo esplicitamente richiama il concetto di One Health, una visione olistica basata sull’integrazione di discipline diverse, un approccio antico e, al contempo, innovativo in cui le collaborazioni interdisciplinari e le interazioni tra i professionisti possono rappresentare un nuovo schema di gestione per rendere efficace e sostenibile il sistema socio-sanitario.
La Giornata è diventata, quindi, un momento di riflessione e condivisione sulla complessità delle organizzazioni sanitarie specificatamente per quanto riguarda l’integrazione dei “saperi”, le modalità di interazione e comunicazione tra professionisti e con l’utente e di come le organizzazioni dovrebbero prendersi cura degli operatori sanitari.
Dal corpo alla mente, alle relazioni: prendersi cura di sè
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menopausa”, sostiene l’assessore alla Città Inclusiva, Gloria Tessarolo.
È stata, quindi, condotta un’indagine nel Comune di Treviso, patrocinata dall’Ordine dei Farmacisti, indirizzata alle donne in età perimenopausale, per misurare i fattori di rischio cardiovascolare in questo target. In tutte le farmacie del Comune sono state distribuite delle locandine contenenti un QR code per la partecipazione a un questionario anonimo che indagava i comportamenti associati alla salute del cuore, nelle donne di fascia di età compresa tra i 42 e 58 anni.
Sono stati compilati più di 250 questionari nel periodo dicembre 2023-gennaio 2024.
I dati raccolti dal questionario hanno messo in luce dei comportamenti mediamente salutistici da parte delle donne, oltre che una spiccata attenzione alla propria salute e una propensione al confronto con i professionisti per approfondire le conoscenze necessarie a un’autogestione ed empowerment personale.
“Quando parliamo di “fare rete” per il benessere dei cittadini e delle cittadine intendiamo proprio questo: coinvolgere le istituzioni, l’azienda sanitaria, l’Ordine dei Farmacisti ma anche l’università per dare maggiori opportunità” sostiene il sindaco Mario Conte.
“Dall’idea di Giorgia Ghirardo – prosegue - è nata un’indagine e una serie di incontri per le cittadine: una catena virtuosa che non può che replicarsi in futuro anche in altri ambiti”.
A seguito della valutazione dei dati raccolti, si sono strutturati in un ciclo di cinque incontri condotti da esperti e dedicati a tematiche di rilievo nella menopausa tra le quali, appunto, la salute del cuore. Gli incontri, aperti a tutti e senza necessità di prenotazione, si tengono fine alla fine del mese di marzo nella Sala Convegni dell’ospedale di Treviso, dalle 20.45 alle 22.30. I prossimi appuntamenti saranno dedicati a “Menopausa e cambiamento del corpo”, il prossimo 13 marzo, e “Amarsi da grandi: benessere personale e sociale della donna”, il 20 marzo.
Come sostiene l’assessore alla Città Inclusiva, Gloria Tessarolo: “per prevenire è necessario prioritariamente conoscere”. Giorgia Ghirardo “si è rivolta alle istituzioni con fiducia” unendo l’amministrazione e la politica al servizio di sanità pubblica, ma anche alla ricerca e all’università. Si sono alleate istituzioni e università e diverse generazioni volte a lavorare ad un obiettivo comune: la salute e la prevenzione. Sembra che questo possa essere quello vincente e che si possa prendere come modello per altri progetti.
Infatti, l’azienda sociosanitaria, che “è da anni al fianco delle donne con i percorsi di prevenzione, diagnosi e cura”, sottolinea il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi, a seguito dei progetti come quello presentato da Giorgia Ghirardo, ha ricevuto dalla Fondazione Onda un premio (assegnato a tutte e sei le strutture dell’azienda) e tre bollini rosa, il massimo della valutazione.
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Prevenzione. La Giunta regionale ampia l’offerta per i controlli
Screening del colon retto anche per la fascia d’età dai 70 ai 74 anni
L’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin:
“Nel Veneto il tumore al colon retto costituisce la terza neoplasia più frequente nella popolazione. Nel 2022 il 63% della popolazione veneta ha risposto positivamente all’invito”
Screening del colon retto, la fascia si allarga a tutti i cittadini, uomini e donne, di età compresa tra i 70 e i 74 anni. La Giunta regionale del Veneto ha infatti approvato l’allargamento dell’offerta che fino era rivolto alla popolazione tra i 50 e i 69 anni, in linea con quanto previsto all’interno del Piano Nazionale Prevenzione 2020-2025 e del Piano Regionale Prevenzione 20202025, oltre che dalle Raccomandazioni del Consiglio Europeo del 2022 e dal Piano Oncologico Nazionale 2023-2027.
“Nel Veneto – sottolinea l’assessore veneto alla Sanità e alle Politiche sociali Manuela Lanzarin – il tumore al Colon retto costituisce la terza neoplasia più frequente nella popolazione, dopo il tu-
more della mammella e il tumore della prostata. Il Registro Tumori evidenzia come nel 2020 circa il 63% dei nuovi casi siano stati diagnosticati in persone dai 70 anni in su (1900 casi). Si è deciso, quindi, di ampliare le frontiere della prevenzione. La nostra regione, infatti, non si discosta dalla tendenza generale a un progressivo invecchiamento e gli ultrasettantenni sono una parte consistente della società, destinata ad aumentare con l’allungamento delle speranze di vita. Ampliare l’offerta dello screening, significa allargare un intervento di sanità pubblica mirato a ridurre la mortalità grazie alla diagnosi precoce dei tumori e, dove possibile, delle lesioni pre tumorali che possono essere così
rimosse”.
I dati del 2022, con più di 371.000 cittadini che hanno risposto positivamente all’invito, danno riscontro di un’adesione di circa il 63%, tra le più alte su tutto il territorio nazionale, con una partecipazione femminile maggiore (66%), rispetto a quella maschile (60%).
Il 4,1% circa dei soggetti aderenti allo screening ha avuto un esito positivo al test di primo livello, ed è stato quindi invitato ad effettuare una colonscopia.
Sono stati diagnosticati 324 carcinomi e 2.541 adenomi avanzati, avviando così il relativo percorso terapeutico.
“Sono valori che pongono la sanità veneta in posizione di rilievo a livello nazionale e siamo certi che sia possibile
progredire ulteriormente, anche grazie alle azioni di sensibilizzazione che non mancheranno anche in occasione di questo allargamento dell’offerta. Lo screening del colon-retto, assieme allo screening della mammella e della cervice uterina, sono i tre programmi di screening oncologici offerti gratuitamente alla popolazione. Si inseriscono in un sistema di prevenzione molto efficiente e in cui la Regione del Veneto crede fermamente, favorendo anche altre diverse attività, a cominciare dalla sensibilizzazione a favore di corretti stili di vita”.
Lo screening continua ad essere proposto alla popolazione femminile e maschile con cadenza biennale, e tutto
il percorso è offerto gratuitamente ed in maniera attiva, organizzando con i cittadini gli eventuali approfondimenti necessari.
Per agevolare gli utenti nella partecipazione allo screening, è attiva in tutta la Regione una collaborazione con le farmacie territoriali. Seguendo le indicazioni contenute nella lettera di invito, i cittadini possono rivolgersi ad una delle farmacie aderenti, sia per ritirare il dispositivo da utilizzare per raccogliere il campione a domicilio sia per consegnarlo poi alla stessa farmacia. Nello specifico, il test di primo livello si basa sulla ricerca nelle feci di tracce di sangue, non visibili ad occhio nudo, con esame immunochimico. L’esame di approfondimento che segue la prima indagine perlustrativa è la colonscopia, effettuata con sedazione dell’utente. L’estensione alla fascia di popolazione tra i 70 e i 74 anni inizia già quest’anno con l’invito a coloro che, nati nel 1954, compiono 70 anni. Proseguirà con una graduale progressione fino ad arrivare a compimento nel 2029, interessando tutta la fascia di 70-74enni.
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Polo Adolescenti dell’Ulss 3 Serenissima. Una proposta rivolta alle giovani di Mestre e Venezia
Sessualità e consapevolezza, un ciclo di incontri per le ragazze
Da marzo a maggio: il percorso si snoda in sei appuntamenti e ha lo scopo di aiutare le ragazze dai 16 ai 21 anni ad approfondire la percezione del proprio corpo
Un’iniziativaproposta alle ragazze per aiutarle ad approfondire la consapevolezza e la percezione del proprio corpo, e per dare loro strumenti e informazioni perché possano vivere al meglio la loro sessualità. La dottoressa Giorgia Pugiotto, una delle curatrici del corso illustra i
“Corpo, Consapevolezza e Sessualità” è il titolo di un ciclo di incontri per le ragazze di Mestre e Venezia, dai 16 ai 21 anni, pensati dal Polo Adolescenti dell’Ulss 3 Serenissima.
“Questa è la prima edizioni, e promuoviamo l’iniziativa - sottolinea la dottoressa Giorgia Pugiotto, una delle curatrici del corso - d’intesa con i dirigenti scolastici negli Istituti secondari di secondo grado e nelle università.
Contiamo di costituire un gruppo di ragazze, almeno quattro e al massimo
una decina come prima esperienza, che intendano fare questo percorso insieme agli operatori sanitari del Polo Adolescenti. Va tenuto conto che gli incontri alternano momenti teorici e momenti pratici, e che uno degli obiettivi è promuovere la condivisione e la socializzazione tra ragazze; anche per questo motivo, oltre che per il fatto che verranno svolti esercizi di percezione del proprio corpo, abbiamo inteso escludere la partecipazione “da remoto”, attraverso i metodi di collegamento digitali”.
“Tutto il ciclo - aggiunge l’altra curatrice, la dottoressa Eleonora Marino - spazia nei temi stretti e in quelli connessi alla sessualità, quali le emozioni e il benessere sessuale, la guida alla fertilità e alla contraccezione, la conoscenza consapevole del pavimento
pelvico, le abitudini quotidiane corrette e particolari tecniche quali la respirazione diaframmatica”.
Gli incontri, che iniziano dal mese di marzo, si svolgono il giovedì pomeriggio, dalle 14.30 alle 16.00, nella sede del Consultorio Familiare di via Felisati.
“E’ consigliabile che le adolescenti interessate partecipino a tutti gli incontri, fissati nei giorni 14 marzo, 4 aprile, 18 aprile, 9 maggio, 16 maggio e 30 maggio, in quanto – precisa la dottoressa Marino - si tratta di un percorso in cui le tematiche affrontate sono differenti ma interconnesse
tra di loro”.
Per informazioni e iscrizioni ci si può rivolgere alle due sedi: Polo Adolescenti di Mestre, 041.2608202, lunedì, mercoledì o giovedì dalle 14.30 alle 17.30; Polo Adolescenti di Venezia, 041.5295994, lunedì o mercoledì dalle 14.30 alle 17.30.
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va. Marcello Vitale racconta così la scelta: “Tra i nostri clienti c’è anche il salumificio Brugnolo, il cui titolare Giancarlo Bettio è presidente di Pallavolo Padova, che ci ha proposto la collaborazione. Abbiamo subito pensato che fosse una buona idea perché quello della pallavolo è un ambiente che riteniamo pulito, sano, pieno di giovani e tutto questo ci piace”.
“Il clima che si respira durante le partite è fantastico, di vero sport –continua -, ogni settimana ci sono tantissimi bambini che assistono, il palazzetto è sempre pieno e quando si riesce a coinvolgere tutta la città vuol dire che si è fatto punto”.
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L’intervista. La direttrice dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, “situazione sotto controllo”
Dall’influenza aviaria alla peste suina
Ricci: “La nostra lotta contro i virus”
L’influenza aviaria ha flagellato gli allevamenti nel 2021 e all’inizio del 2022 con numeri impressionanti di focolai, ma al momento la situazione è sotto controllo. La Direttrice dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie Antonia Ricci fa il punto negli allevamenti del padovano. In Veneto i focolai sono stati complessivamente cinque in questa stagione, l’ultimo il mese scorso in un allevamento a Piove di Sacco, il precedente tre mesi prima, il 24 novembre a Verona.
“Al momento la situazione è favorevole. Il numero esiguo di focolai è collegato al fatto che riusciamo a gestire la malattia in modo efficace. Sicuramente è fondamentale il lavoro delle Aziende Sanitarie Locali, dei veterinari, dei liberi professionisti, degli allevatori che rispettano le misure di biosicurezza con molta serietà evitando la diffusione del virus. Stiamo dimostrando che la situazione si può gestire con rapidità estinguendo i focolai”.
L’esperienza ha insegnato a reagire alle emergenze, ma bisogna stare sempre all’erta, vero?
“E’ strategica la sinergia tra pubblico e privato, perché la caratteristica del nostro territorio è proprio quella della densità di allevamenti avicoli e questo può essere il primo fattore di rischio. Se è vero che negli ultimi anni le positività negli allevamenti sono state molto limitate, non si può dire lo stesso per i selvatici, che fanno registrare nei nostri territori, come peraltro in tutta Europa e nel mondo, un numero elevatissimo di casi. Ormai l’infezione da virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (cosiddetti HPAI) riguarda non soltanto gli uccelli selvatici, ma molte specie di mammiferi selvatici, quali volpi, orsi, scoiattoli, procioni, mammiferi marini e anche cani e gatti. L’attenzione ai selvatici quindi deve essere massima, perché la malattia in queste specie può rappresentare un problema ecologico (alcune specie di
uccelli migratori sono state decimate dall’arrivo del virus) e di minaccia agli allevamenti di tacchini, polli e anatre. Per questo motivo è indispensabile mantenere altissima l’attenzione sull’applicazione delle misure di biosicurezza (massima separazione fra l’esterno e l’interno dell’allevamento, controllo degli accessi, pulizia e disinfezione degli ambienti), per evitare che il virus, veicolato dagli uccelli selvatici, possa entrare negli allevamenti. E la ricerca sul vaccino?
Nonostante in questo momento la situazione non sia di emergenza, abbiamo vari studi in corso sull’efficacia del vaccino, e stiamo lavorando anche per fare qualche test pilota proprio per farci trovare pronti, nel caso in cui si rendesse necessario utilizzare anche quest’arma in più. Ricordiamo infine che l’influenza aviaria potrebbe rappresentare anche un rischio per la salute umana e dunque, anche se al momento quest’eventualità appare remota, va sempre evitato di entrare in contatto con avicoli malati o morti, ad esempio nel caso di gabbiani, com’è capitato a Verona e sul lago di Garda l’anno scorso. Nessun rischio invece per quanto riguarda il consumo di carne avicola o uova, l’influenza non si trasmette per via alimentare”.
Sulla peste suina africana invece com’è la situazione?
“E’ una malattia molto grave per i suini, ma che non ha nessun impatto sulla salute umana. Non si trasmette all’uomo. C’è però una grandissima preoccupazione perché il virus è presente in Italia, anche in regioni limitrofe alla nostra, ma al momento non è arrivato in Veneto, né in Friuli, né in Trentino, quindi nel nostro territorio non c’è stato nessun caso. L’attenzione però rimane altissima ed è fondamentale il rispetto delle misure di biosicurezza da parte degli allevatori per evitare una possibile introduzione del virus negli allevamenti. Stiamo lavorando moltissimo per il controllo e la riduzione dei cinghiali in tutti i territori
dove c’è una presenza molto elevata e i risultati si vedono. Grazie all’azione sinergica della Polizia Provinciale, del Parco Colli e dell’ASL, il lavoro sta funzionando molto bene. Quali precauzioni prendere?
L’appello che rivolgo a tutta la popolazione, agli agricoltori, ma anche agli escursionisti, è che qualora venga ritrovata la carcassa di un cinghiale, venga segnalata immediatamente alla Polizia Provinciale, perché uno dei modi per riuscire a contenere questa malattia è quello di identificare subito i primi casi. La peste suina si trasmette anche con i prodotti derivati dalla carne suina, salsicce, insaccati, che potrebbero provenire da zone infette dell’Europa dell’est ma anche extra europee, molto lontane da noi. E’ fondamentale quindi non abbandonare rifiuti che contengano questi residui nei boschi o comunque nell’ambiente, perché qualora un cinghiali mangi una salsiccia contaminata può infettarsi e trasmettere il virus ad altri animali.
E negli allevamenti?
Anche in questo caso gli allevatori devono attenersi strettamente alle misure di biosicurezza. Considerato che la presenza di PSA in un allevamento o anche solo nei cinghiali comporta l’applicazione di severe misure sanitarie in un’area molto vasta, un focolaio di questa malattia può generare significative perdite economiche per un comparto che è un’eccellenza del nostro territorio”.
Vincenzo Gottardo
“E’ indispensabile mantenere altissima l’attenzione sull’applicazione delle misure di biosicurezza , per evitare che il virus, veicolato dagli uccelli selvatici, possa entrare negli allevamenti. Stiamo lavorando ad alcuni test pilota per il vaccino”
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e alla cultura da strada, poi il 4 e 5 maggio toccherà all’appuntamento con Venezia Comix, la fiera del fumetto e della cultura pop nata 14 anni fa e da 3 anni di casa al Forte che l’anno scorso ha avuto il picco delle 18 mila presenze in due giorni e quest’anno punterà a superare questo record allargando gli spazi con un padiglione interamente dedicato a mostre e incontri con gli autori.
A settembre infine arriverà il festival di Danza di Live Arts Cultures con Operaestate Festival Veneto ma ovviamente sono già grosse le attese anche per il periodo natalizio. (m.t.)
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Museo del 900. Serena Bertolucci ha preso in mano la guida del Museo con un mandato triennale
Il 2024 dell’M9 parte alla grande dalla street art del celebre Banksy
Fino al 2 giugno l’esposizione accompagna nell’immaginario artistico di un autore che da oltre un ventennio pone al centro delle sue opere temi di forte attualità, dalle disuguaglianze sociali alla crisi climatica
Non solo un museo, ma un luogo di cultura inclusivo e accessibile, dove coltivare appartenenza e costruire un futuro partecipato. Così si presenterà M9 - Museo del ’900 nella visione del suo nuovo direttore, Serena Bertolucci, che ha preso in mano la guida del Museo con un mandato triennale.
Una visione ampia e composita che il direttore ha presentato insieme alla programmazione per il 2024, e ai risultati del 2023. L’anno trascorso si è chiuso con 100.000 presenze complessive, tra esposizioni e oltre trecento giornate di eventi. Un incremento considerevole rispetto alle 70.000 del 2022 e risultati molto positivi, trainati soprattutto dal successo di Rivoluzione Vedova, che ha dato slancio all’offerta culturale del museo con la sua prima mostra d’arte contemporanea.
Ed è proprio “slancio” la parola d’ordine della nuova direzione con una azione che partirà da una programmazione dedicata all’elaborazione critica dei grandi temi del presente. In quest’ottica si inseriscono le due esposizioni temporanee del 2024, dedicate all’artista britannico Banksy (Banksy. Painting Walls, dal 23 febbraio al 2 giugno 2024), e al fotografo canadese di fama internazionale Edward Burtynsky (Burtyn-sky: Extraction/Abstraction, dal 21 giugno 2024 al 12 gennaio 2025). Un percorso in cui l’arte contemporanea e la fotografia, in dialogo con la mostra permanente, diventano fonte privilegiata di interpretazione tanto della storia quanto del nostro presente.
“È con il massimo entusiasmo che inizio la mia avventura in un museo unico in Italia – le prime impressioni di Serena Bertolucci da direttore
dell’Museo del ‘900 –. M9 è un luogo che racconta la storia di tutti e, per questo motivo, ha una responsabilità particolare: ascoltare e includere, in un processo di dialogo continuo. Lo faremo nel territorio e nei territori, progettando nuove forme di coinvolgimento per le comunità locali e parlando al pubblico nazionale con grandi mostre che possano fornire gli strumenti per leggere il tempo presente e quello che verrà. Le due esposizioni di quest’anno, dedicate a Banksy e ad Edward Burtynsky, rispondono proprio a questo obiettivo”.
“Siamo felici di avere Serena Bertolucci come nuovo direttore – il commento invece di Michele Bugliesi, Presidente di Fondazione M9 –. Una nomina fortemente voluta in virtù delle dimostrate capacità nella valorizzazione del patrimonio culturale, che segna un altro deciso passo avanti per il museo, teso sempre più a essere un riferimento a livello locale e nazionale”.
La mostra “Banksy painting walls”, dedicata al celebre esponente della street art” sarà aperta al pubblico dal 23 febbraio al 2 giugno 2024. Prodotta e organizzata da MetaMorfosi Eventi, in partnership con il museo, l’esposizione si addentra nell’immaginario artistico di un autore che ormai da oltre un ventennio attraversa la scena culturale mondiale ponendo al centro delle sue opere temi di forte attualità come la crisi climatica, le disuguaglianze sociali, i migranti, i conflitti e i diritti dei popoli.
“Una mostra straordinaria, che mette in luce le contraddizioni del ‘900 e del terzo millennio”, le parole dell’assessore al Turismo di Venezia Simone Venturini, presente all’inaugurazione. “L’arte di strada, la street art, trasformata in opera da esposizio-
ne: una contraddizione che ci permette di scoprire e approfondire il personaggio di Banksy. Siamo orgogliosi di trovarci oggi nel cuore di Mestre, città emblema del ‘900, con i suoi errori e le sue contraddizioni, per inaugurare questa esposizione”.
Con Banksy. Painting Walls, mostra unauthorized, il Museo conduce i visitatori all’interno dell’immaginario di un autore che da oltre un ventennio influenza profondamente la scena culturale mondiale; un universo artistico che trova la sua cifra nei contrasti e nelle contraddizioni che affondano le proprie radici nel Novecento e deflagrano oggi nelle emergenze del nostro tempo: la crisi climatica, i conflitti mondiali, i fenomeni migratori. Da questi orizzonti muovono le oltre settanta opere presenti in mostra, al centro della quale si stagliano i tre muri originali, dipinti da Banksy nel 2009, nel 2010 e nel 2018 e provenienti da collezioni private, che hanno come protagonisti tre adolescenti, rappresentanti di una
nuova generazione che sembra essere particolarmente sensibile alle tematiche intorno alle quali gravitano gli interessi dell’artista inglese.
Icona dell’esposizione è Season’s Greetings, apparso nel 2018 Port Talbot, in Galles, nominata in quell’anno dall’OMS la città più inquinata del Regno Unito. Il murales ritrae un ragazzino con le braccia spalancate e la lingua tesa fuori dalla bocca per assaporare i fiocchi di neve che cadono dal cielo. Fiocchi che però, girando l’angolo del muro, si scoprono essere cenere che si leva da un bidone dell’immondizia in fiamme.
Accanto a Season’s Greetings, i muri Heart Boy e Robot/Computer Boy completano, insieme agli altri pezzi unici esposti, il panorama artistico di una mostra che vuole far riflettere sull’immediato paradosso che mette in scena, quale il processo di sacralizzazione dell’arte pubblica, che da oggetto di fruizione democratica viene estraniata dal suo contesto, esposta alle mire del mercato e infine mu-
sealizzata. È così che le contraddizioni raffigurate dalle opere di Banksy con lo stile satirico e di denuncia distintivo dell’artista, diventano esse stesse oggetto di una contraddizione ancora più marcata, che la rottura del rapporto dialogico tra street art e tessuto urbano produce.
Il dialogo tra opera e contesto, inoltre, assume un ulteriore significato con la mostra in funzione del tempo e dello spazio di esposizione: Banksy. Painting Walls, infatti, arriva in M9 a cinque anni dalla realizzazione dell’opera Migrant Child a Venezia. Il murales di Dorsoduro, di cui è stato recentemente annunciato il processo di restauro finanziato da Banca Ifis, main sponsor dell’esposizione, sarà dunque interlocutore diretto di una mostra che si propone come un vero ponte tra laguna e terraferma: l’invito sarà quello di spostarsi tra i due luoghi, con visite guidate e pedalate urbane che stimolino la discussione sul ruolo del patrimonio nelle città.
Giorgia Gay, Massimo Tonizzo
www.lapiazzaweb.it 45 www.lapiazzaweb.it 20 Cultura
Protagonisti
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Il personaggio. Isabella Rossellini ha portato a Vicenza il suo “Darwin’s smile” e racconta il suo amore per gli animali
“Etologia e teatro, le mie due passioni”
Empatica, e non solo con gli animali, sensibile, raffinata, persona che cogli subito autentica e non costruita. È l’identikit di Isabella Rossellini, 71 anni, che ha portato sul palcoscenico a Vicenza il suo Darwin’s smile, nel quale unisce le sue due grandi passioni: la recitazione e l’etologia. Lei è stata tutto nella vita: star e figlia di star, Ingrid Bergman e Roberto Rossellini, modella, regista, attrice, produttrice. Per la prima volta racconta in pubblico il suo grande amore per gli animali: gliel’ha insegnato suo padre, grazie a un libro.
Come mai s’è appassionata di scienza?
Perché papà a 14 anni mi ha regalato L’anello di re Salomone di Konrad Lorenz, premio Nobel e fondatore dell’etologia. Da lì è nata la mia passione per il comportamento degli animali. La laurea in etologia però l’ho presa da vecchia a New York.
Però ha anche un master honoris causa dell’università del Quebec. È vero che quando entrava in aula i suoi colleghi studenti credevano che lei fosse la professoressa?
Per forza, vista la differenza d’età.
Il suo spettacolo s’intitola “Il sorriso di Darwin”. Perché? Che c’entra Darwin?
Un sacco. Tutto nasce dalle domande che si fa Darwin sulle espressioni basilari degli animali. Lui era anche convinto che gli animali ridano e si divertano.
Ed è vero?
Se ho fatto uno spettacolo con questo titolo…
Ma è possibile che la recitazione e l’etologia abbiano delle convergenze, come lei sostiene?
È stata la grande scoperta durante la pandemia. Mi ha fatto stare bene scoprirlo. Ha unito le due passioni della mia vita.
Perché l’affascina Darwin?
Perché affascina tutti coloro che si occupano di scienza. Pensi che andava anche ai concorsi di bellezza dei piccioni e, vedendo tutte quelle piume colorate, s’è chiesto: ma questa transmutation degli animali (scusate, non so bene come si dica in italiano…) è possibile anche nella natura? Lui non conosceva la genetica, ma le sue ricerche hanno mostrato che, sì, l’evoluzione ci cambia.
A proposito di sorriso, per lei, che ha conosciuto Woody Allen ed era inviata di Renzo Arbore a L’altra domenica, cos’è l’umorismo?
Una definizione? Non credo nella mia vita di avere trovato le risposte a tutto, però con Renzo ci siamo molto divertiti.
Lei ha chiamato la sua fattoria a 100 chilometri da New York Mama farm. Perché?
Avevamo anche pensato di battezzarla con il mio nome, Isabella’s farm, però funzionava poco. E poi, quando non ci sarò più, che senso avrebbe avuto? Ci lavora anche mia figlia, quindi Mama va meglio. Infine, ci sono un sacco di animali femmine, dalle galline alle api.
Com’è avvenuta la genesi di questo monologo teatrale di cui lei è anche autrice?
Il Museo d’Orsay di Parigi mi ha chiesto due conferenze un po’ buffe su Darwin. Ho parlato del sorriso e dell’emicrania. Vi ha assistito Muriel Mayette-Holtz, che è stata anche la regista di Villa Medici a Roma e mi ha spiegato che da quelle conferenze poteva nascere molto di più. Mi sono trasferita a casa sua, a Nizza: in sei settimane è sbocciato lo spettacolo.
Nel suo spettacolo ha un ruolo importante l’empatia. E nella vita?
Noi attori la manipoliamo, l’empatia. Impariamo talmente bene le parole che alla fine giochiamo i nostri ruoli in scena sull’empatia tra colleghi. Viceversa gli scienziati non ne vogliono sentire parlare: la realtà si osserva dall’esterno, come i comportamenti degli animali.
Assunto che Konrad Lorenz ha smentito.
Esatto. Se si vogliono conoscere gli animali bisogna entrare in rapporto con loro. Come ha fatto lui con l’ochetta Martina.
Gli animali sono sempre stati una metafora dell’uomo e dei suoi caratteri, specie nelle fiabe.
Certo. Tant’è vero che Esopo mi ha sempre dato fastidio. Proviamo a raccontare come sono loro, senza farli assomigliare per forza a noi. Purtroppo l’etologia è una scienza ancora molto nuova.
Lei è stata tutto: attrice, giornalista, modella, regista, produttrice: c’è un ruolo che le piace di più? O, viceversa, cosa le manca ancora?
In realtà tutto quello che ho fatto si somiglia, nel senso che nell’arte si vive di collaborazioni. Non si realizza niente da soli. In ogni caso, il comune denominatore delle tante attività della mia vita è quello di raccontare. A questo punto della mia vita, vorrei essere una regista di etologia.
Invece?
Stanno uscendo tre film nei quali ho un ruolo: Conclave di Andrew Burgess, Chimere di Alice Rohrwacher e ho una piccola parte in un film del comico Julio Torres.
A proposito, che pensa dell’intelligenza artificiale? Voi attori americani avete scioperato per mesi…
E abbiamo fatto bene. Sono contenta di quello sciopero per-
ché ci siamo opposti alla creazione di nostri avatar da parte delle case cinematografiche che avrebbero fatto recitare loro e non noi. Se vuoi usare la nostra immagine per creare dei personaggi legati a noi ma slegati dalla realtà, beh, almeno ci chiedi il permesso. Mi pare una discussione perfino surreale.
Ma lei che rapporto ha con la tecnologia?
Non la osteggio mica, anche se uso poco il computer, giusto per mandare le mail.
Perché la scienza fa fatica a essere capita e creduta?
Perché ha creato un suo linguaggio, come quello dei medici e degli avvocati che è rivolto solo agli addetti ai lavori. Una specie di gergo quasi sempre incomprensibile.
E per superarla che consigli dà?
Posso solo dire che nel mio caso mi ha aiutato la passione per gli animali.
Lei è figlia di due monumenti del cinema. Qual è il film che preferisce di sua mamma?
Tanti. Notorius, Sinfonia d’autunno di Ingmar Bergman e poi Stromboli… Cosa vuole, magari noi per motivi di affetto siamo più legati a film che non hanno avuto grande successo, come Stromboli che ha segnato l’inizio della nostra famiglia.
E del papà cosa le piace di
più?
Il periodo neorealistico, naturalmente, è importante. Germania anno zero mi commuove molto. Pensare al fatto che è andato a Berlino appena dopo la guerra quando tutti condannavano i nazisti e lui con quel film ha cercato di riconciliarsi con quella nazione non può che colpire.
Altri film?
Francesco giullare di Dio, ma l’ha scritto Federico Fellini e ha dato alla storia del santo una caratterizzazione particolare. Papà comunque era una persona spiritosissima.
Ha un regista che le piace di più?
Le sue domande sembrano un po’ le olimpiadi: chi è il primo? (Sorride). Ma rispondo. Per esempio Agnes Varda, perché firma film semplici e molto femminili. Vede il mondo da un punto di vista differente, come Greta Gerwig regista di Barbie. E poi pensi a Sofia Coppola che ha raccontato Elis Presley dal punto di vista della moglie.
Lei in che lingua pensa?
Adesso interpreto lo spettacolo in italiano, quindi in francese e poi in Spagna, ma parlerò in inglese. Quando si usa una lingua, automaticamente si pensa in quel modo è un blocco unico. Non mi succede con lo spagnolo, però. (a. d. l.)
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“Noi guardiamo ovviamente anche fuori dal
Partiamo dall’inizio, spiegando cos’è Venetex.
“Venetex è una rete di aziende venete che si aiutano a fare impresa, cioè a trovare nuovi clienti, nuovi fornitori, ad aumentare il proprio fatturato, i propri ricavi anche finanziandosi reciprocamente. Con un patto: tutto o almeno una parte del fatturato aggiuntivo ottenuto dall’ingresso in Venetex deve essere reinvestito nella nostra community, per farla crescere. Questo consente di creare opportunità per tutti, come in un vero e proprio sistema di economia circolare”.
In questo senso siete stati dei precursori dell’economia circolare.
“Assolutamente sì. Noi esistiamo ormai da
il venetex funziona come una vera e propria moneta, giusto?
“Sì, ma voglio precisare che dal punto di vista contabile e fiscale sono euro a tutti gli effetti. Un venetex equivale a un euro. La fattura è sempre in euro, la contabilità è sempre in euro e la fiscalità è sempre in euro”.
Quanti siete adesso in Venetex?
“Ci stiamo avviando verso le mille aziende. Siamo presenti attualmente in tutte le province del Veneto. Ci sono imprese di diverse dimensioni, dalla piccola impresa alla grande azienda”.
con Venetex ossigeno
forzando. Mi spiego: circa un anno e mezzo fa abbiamo studiato un sistema - non soltanto su nostro input ma anche su richiesta dei nostri aderenti che avevano i crediti fiscali incagliati - per smobilizzarli e trasformarli in Venetex al 100%, in modo anche decisamente sburocratizzato rispetto a come avviene al di fuori della nostra rete. E questo ha dato una bella spinta alla filiera all’interno del nostro circuito. Questo è il senso della nostra mission: aiutare le imprese a cescere, insieme”.
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La Spezia, via dalla folla Quando la città è ancora più attraente
La città ligure, famosa per il suo porto militare, fuori stagione sa svelarsi attraverso gli itinerari di architettura liberty e razionalista, esibendo un cuore storico elegante e discreto, nonché musei originali e incomparabili viste sul romantico Golfo dei Poeti E poco lontano ecco Portovenere e le Cinque Terre…
di Renato Malaman
E’ come certe seducenti signore senza età. La Spezia fuori stagione esprime un fascino discreto e sottile, fatto di sfumature. Bella persino d’inverno, quando la città, ma anche le “Cinque terre” e Portovenere, corolle dello stesso fiore, si concedono in esclusiva in tutto il loro incanto, finalmente libere dall’assedio portato da visitatori di tutto il mondo. D’inverno calano anche i flussi delle crociere e La Spezia sembra tornare a respirare. A ritrovare le sintonie che le sono più affini. La città è un vincolo stretto fra natura e architettura, che sembrano create l’una per l’altra. Intorno c’è il golfo: lo chiamano “Golfo dei Poeti” quello che abbraccia La Spezia e si fa presto a capire perché. Certo, qui contano le presenze di cui la città va fiera: Shelley, Byron, Wagner... Anche il contemporaneo Montale. Però il golfo è “dei poeti” anche per la poesia che sa suscitare, in quell’abbraccio fra paesaggio naturale e paesaggio urbano.
“Destagionalizzare si può – dice Gianluca Giannecchini, consulente turistico spezzino – Si pensi soltanto al ventaglio di musei della città. Fuori stagione la proposta culturale ha un risalto maggiore”. Maria Grazia Frija,deputata e assessora al Turismo: “Qui ci sono tanti percorsi e tanti itinerari a tema, a cui presto si aggiungerà l’Anello di Venere, un percorso che collegherà il Castello di San Giorgio alla casa della Venere di Botticelli, ovvero Simonetta Cattaneo Vespucci, la gentildonna del Rinascimento che ispirò il pittore”. C’è un punto di La Spezia che non ti aspetteresti mai di scoprire come invidiabile belvedere: è la terrazza del “matitone”, ovvero della caratteristica torre esagonale che “dialoga” architettonicamente con la Cattedrale (il progettista è lo stesso: l’architetto Cesare Galeazzo) che oggi ospita l’Allegroitalia Hotel & Condo. Da lassù, luogo consacrato agli aperitivi e alle cene estive, lo sguardo abbraccia il centro storico, scrigno di palazzi in stile Liberty e razionalista, il porto commerciale e quello militare (il più importante d’Italia, voluto da Cavour nel 1859) e poi la lunga corona di colline. Altro punto di osservazione unico è il castello di San Giorgio, che oggi ospita anche il museo archeologico “Ubaldo Formentini” arricchito da collezioni private. Più su ci sono soltanto le ville della Belle Epoque.
Dal piazzale tra albergo e cattedrale par-
Nella foto copertina le nuove installazioni urbane che rendono più contemporanea Piazza Verdi e l’originale cattedrale di forma rotonda; Di seguito Manarola; Il palazzo delle poste; bell’esempio di architettura razionalista; Più sotto: Portovenere
te il suggestivo percorso lungo le mura medievali, sempre con vista sul golfo. Mentre scendendo la scalinata a lato della cattedrale ci trova in piazza Europa, a due passi dal porto commerciale, quello delle navi da crociera che da sole portano 750.000 turisti l’anno. Da lì si snoda l’itinerario pedonale nella città razionalista, ricca di opere finite nei manuali di architettura, come il Palazzo delle Poste, opera del 1933 di Angelo Mazzoni. Gli stessi viali e piazza Verdi sono stati oggetto di un profondo restyling, tale da renderli di gusto più contemporaneo. Gli alberi sono stati sostituiti da scenografiche installazioni urbane a forma di porta. Prima gli spezzini protestarono, poi l’idea piacque. Più avanti inizia l’altra La Spezia, quella cara a Wagner e alla Contessa di Castiglione (l’affascinante fotografa Virginia Odoisi, donna dell’800 che segnò l’evoluzione del costume), dove il liberty trionfa ancora nelle aristocratiche facciate di tanti palazzi, ciascuno dei quali cela una storia. Via del Torretto, via Sant’Agostino, via del Prione: siamo nel cuore della città. Questa parte di La Spezia racchiude anche tesori simbolo: dal Castello di San Giorgio, a cui si può salire anche attraverso un comodo ascensore, al Civico Museo del Sigillo, galleria di oltre 1500 sigilli donati da Lilian ed Euro Cappellini. Il Museo Civico “Amedeo Lia”, allestito nel seicentesco complesso dei Paolotti propone un viaggio nella pittura fra il Duecento e il Settecento, con opere di Tiziano, di Bruegel e di altri autori famosi. In via del Prione si affaccia la Galleria “Quintino Sella”, ex rifugio antiaereo dove un allestimento multimediale fa rivivere il terribile bombardamento del 19 aprile 1943, che causò 120 morti.
Ma l’istituzione che più di tutte rappresenta La Spezia è il Museo Tecnico Navale ospitato all’Arsenale, opera del 1869 voluta da Camillo Benso Conte di Cavour. Il museo sfoggia pezzi rari come i motoscafi siluranti su cui vennero compiuti audaci sabotaggi durante le due guerre mondiali, o le artistiche polene di navi, comprese quelle delle imbarcazione utilizzate dai garibaldini durante la spedizione dei Mille.
Tappa d’obbligo alle Cinque Terre: l’ideale per raggiungerle è il treno: Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso a mare. Fuori stagione questi
borghi, che fino a un secolo fa erano raggiungibili soltanto in barca, sembrano accogliere il visitatore in intimità, mostrando il loro vero volto. E poi c’è la spettacolare “Via dell’amore”…
A Portovenere, gemma delle gemme, le antichissime chiese di San Pietro (quella in stile pisano a sbalzo sul mare) e quella romanica di San Lorenzo, un po’ più su, hanno avuto l’onore di essere consacrate da papi, quasi mille anni fa. Le irte case dalle facciate colorate sembrano vegliare sulle onde, spesso ruggenti qui. Un souvenir gastronomico? Ci pensa Luigi Rosa dell’Allegroitalia: le sue trofie alla Portofino, gli gnocchetti di mare e il polpo croccante al rosmarino sono piatti tradizionali semplici e ricchi di sapori, che rispecchiano l’anima di questa terra di mare. Piatti che lasciano il segno. Da accompagnare con il Vermentino di qui. Per finire con il passito Sciacchetrà, il vino Docg dei terrazzamenti che rende soavemente più dolce… il dolce.
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Trame, protagonisti e volti nuovi, anticipazioni e commenti
“Dostoevskij”, emozioni forti e una regia da capolavoro Per il rap di “Nuova Scena” soltanto un “sei meno”
Dostoevskij di Fabio e Damiano D’Innocenzo non è una serie facile. All’inizio si presenta come una sorta di “True Detective” all’italiana.
C’è un poliziotto con problemi di alcol e stupefacenti - Enzo Vitello, il protagonista interpretato da Filippo Timi, un serial killer soprannominato appunto “Dostoevskij”che lascia criptici messaggi a fianco delle sue vittime, e c’è una provincia laziale gretta e desolata che potrebbe benissimo essere l’Alabama.
Superata la prima parte, tuttavia, Dostoevskij cambia pelle. I contorni dei personaggi si deformano - straordinarie le interpretazioni di Gabriel Montesi e Carlotta Gamba - per sviscerare una natura umana che spiazza lo spettatore. Senza incorrere nel rischio di spoiler, nella serie è presente un colpo di scena come se ne sono visti raramente.
Lo sguardo dei fratelli D’Innocenzo indugia senza giudicare sui volti dei protagonisti, quasi a voler catturare la loro anima dannata. Alla fine di questo viaggio disorientante, l’identità del killer - che è comunque non banale - diventa l’elemento che meno interessa a chi guarda. Sky si è presa un bel rischio con questa serie, ma Dostoevskij è una scommessa vincente. Prima di tutto perché posiziona la pay-tv di Comcast come la destinazione ideale per i progetti originali in Italia, diventando ancor più attrattiva per registi e autori. Ma anche perché, con i fratellI D’Innocenzo, Sky ha confezionato una storia in grado di suscitare - nel bene o nel male - emozioni forti in chi la guarda.
Dostoevskij è la migliore produzione originale di Sky dai tempi de “Il Miracolo”, ed è senz’altro ciò che più si avvicina a una serie Hbo. Se l’obiettivo di questa operazione era alzare l’asticella - non solo internamente ma anche a livello di settore - Nils Hartmann e la sua squadra hanno molto di cui andare fieri. Si dice che l’arte abbia il dovere di mettere a disagio e di risultare scomoda. Dostoevskij fa esattamente questo. Probabilmente non raggiungerà lo stesso vastissimo pubblico di Gomorra, ma poco importa. Il cinema non è solo un mondo di botteghino, ascolti o stream: ci sono storie che vanno coltivate e nutrite, pubblici da educare e confini da mettere in discussione. Chapeau.
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Netflix adatta per la prima volta un suo format per l’Italia. È nata così Nuova Scena, competizione rap originata nel 2019 dal programma Rhythm + Flow. Nell’edizione originale - già riproposta con buon successo in Francia - i giudici erano dei veri e propri pesi massimi dell’hip-hop. Cardi B, Chance the Rapper e T.I.: per la versione Italiana Netflix ha arruolato Geolier, Fabri Fibra e Rose Villain. Il rap show si prefigge di trovare i protagonisti che segneranno la nuova scena rapitaliana, con un premio in palio per il vincitore di 100.000 euro. Partendo dalle città più rappresentative del rap italianoRoma, Napoli e Milano - i tre giudici si sono messi sulle tracce del miglior talento della prossima generazione, coadiuvati da ospiti del calibro di Lazza, Rocco Hunt e Nitro. Tra prove di freestyle, rap battle, videoclip e featuring, i concorrenti si daranno battaglia per aggiudicarsi il titolo di vincitore della competizione.
Com’è, quindi, “Nuova Scena”? Nonostante su Netflix sia volato nella classifica dei titoli più visti - sarebbe strano il contrario, visto il lancio a ridosso di Sanremo e il battage pubblicitario - il programma risulta soltanto un po’ meno bollito dei molti altri talent in circolazione. Il rap è sicuramente di moda e incarna lo spirito del tempo, dando voce a comunità e a periferie che vent’anni erano ai margini di tutto, anche della cultura.
Esaltarlo al punto da renderlo l’elemento innovativo di una gara canora, tuttavia, sarà molto Netflix ma ben poco italiano. Da noi gli unici talent che non arrancano sono quello di Maria De Filippi, o dove i concorrenti sono bambini e anziani. Il nostro Paese i giovani - specie se rapper - li mal sopporta, e grazie tante.
“Nuova scena? Potrebbe essere considerata una nuova gavetta sì. Io dormivo in stazione, oggi i concorrenti stanno in hotel a cinque stelle” scherza Fabri Fibra, un’istituzione della scena rap milanese nonché italiana. Nel 2017 Fabri Fibra aveva dichiarato di aver rifiutato un posto da giudice a “X Factor” nonostante gli fosse stato offerto un milione di euro di cachet.
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Film e serie tv visti da vicino
Rubrica
a cura di Paolo Di Lorenzo
Nella foto, i fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo Fabri Fibra, Rose Villain e Georlier conduttori della serie
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Tecno Crane monta la gru per il via ai lavori
restauro di Palazzo Mandelli a Venezia
Restaurare il patrimonio architettonico e artistico del nostro paese dando una nuova funzione a palazzi storici è ancora più importante in un’ottica di sostenibilità e valorizzazione del territorio.
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dell’immobile. Operazioni importanti che richiederanno circa 3 anni.Il progetto di Palazzo Mandelli, dunque, si aggiunge ad altri progetti a cui Tecno Crane ha contribuito portando la sua professionalità al servizio della storia e della bellezza del territorio come Palazzo Foscarini a Padova o i diversi interventi nei centri storici di Castelfranco Veneto, Treviso, Venezia, Verona e Firenze. Un segno di grande competenza e attenzione che gli permette di portare a termine ogni impresa, da
Per questo, per Tecno Crane, azienda di Campodarsego (PD) specializzata in vendita, noleggio e assistenza gru edili è sempre un orgoglio partecipare a progetti che mirano a preservare edifici di grande valore storicoartistico. Significa non solo mettere al centro il territorio ma anche la sua comunità, mettendo a disposizione delle persone la storia e la bellezza dei suoi luoghi.
Recentemente la squadra montatori di Tecno Crane è stata impegnata nel montaggio di una gru Liebherr 71EC, posizionata dopo un’accurata revisio-
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A tavola
Idee in cucina, facili e sfiziose
Con l’avvicinarsi della primavera, il mese di marzo regala in cucina un’ampia varietà di deliziose ricette. Gli ingredienti disponibili in questo periodo sono differenziati e tutti di grande gusto.
MINI TOAST DI ASPARAGI E UOVA
Una ricetta facile e veloce per trasformare il classico “uova con asparagi” in un piatto nuovo di sapori e consistenza. Sfizioso piatto anche per un brunch domenicale
Ingredienti: 4 fette di pane; 4 uova; 500 g di asparagi; olio extravergine di oliva q.b.; pepe nero q.b.
Preparazione: Eliminare la parte più fibrosa del gambo degli asparagi per agevolarne la cottura, quindi sbucciare la parte più dura con un pela patate. Dividere gli asparagi a metà e sciacquarli sotto acqua fredda corrente. In una padella antiaderente, rosolare lo scalogno finemente tritato con un filo d’olio. Aggiungere gli asparagi e farli rosolare per qualche minuto, insaporirli con un pizzico di sale.Per le uova, ungerne il fondo di una padella e cuocerle fino a far rapprendere l’albume. Nel frattempo, tostare le fette di pane sotto il grill del forno. Disporre il pane tostato su un piatto da portata, quindi gli asparagi e infine le uova.
PASTA CON CARCIOFI, PINOLI E PECORINO
La dolcezza dei carciofi è esaltata dalla sapidità del formaggio pecorino, per un risultato finale gustoso e dai sapori equilibrati
TORTA GRECA AL LIMONE E MIRTILLI
Un dolce da mangiare tiepido o freddo. Una ricetta originale e facile da realizzare. La croccantezza della pasta fillo alla morbidezza del ripieno profumato.
Ingredienti: : 320 g di spaghetti; 2 spicchi di aglio; 800gr carciofi; olio extra vergine di oliva; 40 g di pecorino stagionato; sale e pepe nero macinato q.b. Preparazione: Puliti i carciofi mettere a bollire l’acqua per la pasta. Preparare un soffritto d’aglio utilizzando metà dell’olio e unire i carciofi, facendoli rosolare. Aggiungere un mestolo di acqua di cottura della pasta quando necessario e stufare i carciofi per circa 15 minuti o fino a quando non risultano inteneriti. Una volta pronti, si aggiusta di sale e pepe e si fa evaporare il liquido di cottura. Scolare la pasta leggermente al dente e saltarla con i carciofi per un minuto, aggiungendo un po’ di acqua di cottura tenuta da parte. Infine, si aggiunge il resto dell’olio a crudo a fuoco spento. Per servire, si presenta la pasta ai carciofi con una spolverata di pecorino ridotto in scaglie
Ingredienti: 300 g di pasta fillo; 300 ml di panna fresca; 2 uova; 100 g di zucchero; 200 g di burro fuso125 g di mirtilli; scorza di limone
Preparazione: La pasta fillo va lasciata a temperatura ambiente. In una ciotola, si uniscono uova, panna, zucchero, semi di vaniglia e scorza di limone, mescolando fino a ottenere un composto omogeneo. Si stende il primo foglio di pasta fillo, lo si spennella con burro fuso e si sovrappone un secondo foglio. Si forma una rosa e si mette in uno stampo imburrato. Si continuano ad accoppiare i fogli intorno alla rosa principale, spennellando con burro fuso. Si inforna a 180°C per 15 minuti. Dopo la prima cottura, si versa la pastella preparata, si aggiungono i mirtilli e si prosegue la cottura per 2530 minuti. Lasciare intiepidire prima di servire.
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Rubrica a cura di Sara Busato
Si prospetta un periodo altalenante, tra alti e bassi, soprattutto in ambito lavorativo. Ma le energie accumulate consentiranno di superare con successo tutte le prove.
TORO
Dopo una prima fase di disorientamento, dovuta alla stanchezza accumulata nei mesi invernali, torna il sereno, l’ottimismo e il buon umore. Si riparte con nuove intenzioni.
GEMELLI
Il periodo promette risvolti interessanti, dopo una lunga attesa. Nuove occasioni e allettanti opportunità renderanno il futuro carico di interessanti aspettative.
CANCRO
Vi siete un po’ trascurati, mettendo in primo piano gli impegni e le esigenze degli altri, ora è tempo di dedicare le vostre cure a voi stessi. Meritate un po’ di felicità.
LEONE
Vi siete sottoposti ad un ritmo massacrante pur di raggiungere i vostri obiettivi per rimettere a posto le cose. Ora è tempo di godersi con un po’ di sollievo i primi risultati di tanti sforzi.
Marzo
Marzo, il mese del risveglio
Avete trascorso un periodo di relativa calma e ora le acque ricominciano ad agitarsi. Si tratta però di situazioni temporanee che non toglieranno stabilità al vostro equilibrio.
SCORPIONE
Siete partiti svantaggiati rispetto agli altri ma avete saputo recuperare alla grande e ora vi godete il vostro meritato successo. Si apre una nuova fase e siete pieni di idee.
SAGITTARIO
VENETO 24 ECONOMIA
A cura di Riccardo Sandre
Incontrerete qualche ostacolo nella realizzazione dei vostri progetti e questo richiederà di rivedere in parte strategie e tempistiche. Ma siete caparbi e troverete le giuste soluzioni.
Sorridete di più e siate soddisfatti di quello che avete: è il frutto del vostro duro lavoro e molti vorrebbero essere al vostro posto. Un po’ di riposo vi farà apprezzare di più le piccole cose.
CAPRICORNO
Ascolta la rubrica economica, dove esploriamo le ultime notizie, tendenze e sviluppi nel mondo economico con il commento quotidiano alle 8:30 ogni mattina.
Vi siete impegnati con dedizione e sacrifici raggiungendo gli scopi che vi eravate prefissati. Avete quindi goduto del meritato riposo e ora siete pronti per ripartire a caccia di nuovi traguardi.
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Vivete di sogni e di emozioni e l’arrivo della primavera non fa che alimentare questa vostra caratteristica. Ma ad evitare che voi prendiate il volo ci pensa sempre chi vi riporterà coi piedi per terra.
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Ciclo misto - Valori ponderati (l/100km): 0,96 Consumo di energia ele rica (Wh/km): 199,23 Range consumi (l/100km) - ponderato ciclo misto Charge depleting: 0,96 Emissioni CO2 g/km (range)ponderato ciclo misto Charge depleting: 22 - Consumi ed emissioni WLTP* (ai sensi del Regolamento UE 2017/1151)
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