laPiazza di Padova - giugno 2024

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Quando l’attesa paga

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Ce ne siamo occupati il mese scorso ma torniamo volentieri sull’argomento,assai sentito dai nostri lettori, delle liste d’attesa per le prestazioni sanitarie. Nei giorni scorsi si è molto parlato di una legge del 1998 che prevede la possibilità per i cittadini di ottenere la prestazione entro i termini previsti anche in regime privato all’interno delle strutture pubbliche (intramoenia) pagando solamente il ticket. E’ un po’ complicato ma vediamo di spiegare in poche parole. La norma non prevede un rimborso diretto ai cittadini che si rivolgono al privato ma vuole agevolare chi dimostra di non aver rifiutato la prenotazione in qualsiasi sede della sua Uls e ha in mano un appuntamento la cui data supera i tempi di attesa della priorità assegnata. A questo punto l’Uls verifica che non ci sia effettivamente alcun posto libero e in questo caso il paziente ha diritto alla prestazione intramoenia pagando il solo ticket. Non saranno molti i casi che rientrano in questa situazione ma è giusto tenerla presente. Inoltre la Regione assicura che le urgenze a dieci giorni sono ormai azzerate, mentre le prescrizioni entro i 30 e 90 giorni sono state notevolmente ridotte, con l’obiettivo di arrivare alla normalità per la fine dell’anno. Intanto prendiamo atto, poi ne riparleremo.

di Padova

NON UNA SEMPLICE STAZIONE: A PADOVA SCATTA UNA VERA RIVOLUZIONE

Prende il via una delle più importanti operazioni di rigenerazione urbana a livello regionale che renderà l’infrastruttura un vero spazio vitale della città

Servizio a pag. 8

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APPUNTAMENTO ALLE URNE PER COMUNI E UNIONE EUROPEA

Occhi puntati sul voto in Veneto, delicato e incerto banco di prova per le alleanze e le strategie future

ECONOMIA: IL VENETO BRILLA PER “INTELLIGENZA ARTIGIANA”

In decisa crescita le imprese digitali, “trasformare la capacità innovativa in sistema per l’intero settore” Europee e Amministrative

IMontanelli e Fortebraccio nel ventunesimo secolo

Antonio Di Lorenzo

ndro Montanelli l’aveva battezzato “Il Rieccolo” della politica italiana. Era Amintore Fanfani, detto anche “Misirizzi”, un pupazzetto come “Ercolino sempre in piedi” che aveva una base a semisfera e quindi non andava mai giù. C’era un motivo: nessuno ha fatto più politica di lui: sei volte presidente del Consiglio, nove ministro, parlamentare dal 1946 alla morte nel 1999. segue a pag 5

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Periodico d’informazione localeAnno XXXI n. 118
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La città che cambia
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“Gigli contro il tiranno”

Il Giugno Antoniano di quest’anno punta su pace, solidarietà e giustizia. La manifestazione, giunta ormai alla sua 18esima edizione, affronta quest’anno i temi caldi in un mondo di egoismo e discordie, offrendo 25 eventi culturali e una ventina spirituali (tra questi Tredicina, Transito del Santo del 12 giungo e Solennità del 13 Giugno) che hanno incominciato a susseguirsi dal 24 maggio e proseguiranno fino al 27 giugno principalmente a Padova, con incursioni a San Giorgio delle Pertiche e Camposampiero.

L’immagine scelta per la manifestazione antoniana di quest’anno è ancora un affresco di Pietro Annigoni custodito nella Cappella delle Benedizioni al Santo, sulla parete di destra: S. Antonio affronta il tiranno Ezzelino da Romano (1982). Il significato di questo episodio è il fil rouge 2024 della rassegna che guarda all’attualità dei nostri giorni: “Antonio difensore dei più deboli”, siano essi vittime del terrorismo o di guerre, donne maltrattate e vittime di violenza, persone disabili a cui dare opportunità e dignità, persone alla ricerca di giustizia e capaci di perdono o che si “rialzano” dopo una caduta esistenziale.

L’“arma della pace” per combattere le guerre è il tema di una serie di eventi tra spiritualità e cultura, dal dialogo “Parole di pace” tra le autrici Mariapia Veladiano (Parole per giorni di pace) e Cristina Bellemo (La cura delle parole) promosso dalle Edizioni Messaggero Padova (sabato 8 giugno), fino al corso di formazione per i giornalisti aperto al pubblico “Linguaggi di pace per una società riconciliata” con Roberto Reale, Laura Nota e Bernardino Mason (sabato 15 giugno dalle 10.00 alle 13.00).

La tutela dei più deboli e delle minoranze sono invece oggetto di “OPSA in Prato. Dall’im-perfezione la qualità”, una rassegna per valorizzare l’imperfezione e la sostenibilità, come contrasto alla cultura dello scarto e dell’emarginazione, coniugando ristorazione, intrattenimento e solidarietà (da giovedì 20 a domenica 23 giugno, a Padova, in Prato della Valle).

Quasi 50 appuntamenti di pace, giustizia e solidarietà per il Giugno Antoniano

continua da pag. 1 Montanelli e Fortebraccio nel ventunesimo secolo

Antonio Di Lorenzo

Fanfani non se la prendeva per i soprannomi e quando incontrava Montanelli gli chiedeva: “Ne ha un altro?”.

Mario Melloni, che si firmava Fortebraccio, siccome non poteva restare un passo indietro a Montanelli, s’inventò il più romanesco “arieccolo” rivolto sempre al “brevilineo” (è sua l’autodefinzione) aretino incazzoso.

La storia tra i due giornalisti è da raccontare. Fu un amore-odio consumato sui giornali. Fortebraccio e Montanelli si sfidavano dalle pagine dell’Unità e del Giornale (che Melloni aveva ribattezzato il Geniale, così come chiamava il presidente del Consiglio S-forlani neanche fosse un sformato mal riuscito e Gianni Agnelli L’avvocato Basetta) protagonisti di un duello quotidiano dell’intelligenza a servizio della democrazia.

Per capire i loro caratteri, basta ricordare una sola battuta. Quando morì Melloni, nel 1989, Montanelli lo ricordò così: “Con Fortebraccio tentammo varie volte di diventare nemici. Non ci siamo mai riusciti. Una volta egli scrisse che voleva sulla sua tomba questo epitaffio: «Qui giace Fortebraccio che per tutta la vita amò Indro Montanelli e non smise mai di averne rimorso. Passante, perdonalo tu». lo gli risposi che avevo già dato disposizioni per essere sepolto accanto a Fortebraccio e come epitaffio avrei scritto: vedi tomba accanto”.

Oggi siamo di fronte a tanti di quei “rieccoli” che stupirebbero i due giornalisti. Sono i sindaci che si ripresentano per il terzo mandato: 31 sui 41 nei Comuni fra 5000 e 15mila abitanti che tecnicamente sono legittimati dalla nuova legge. Vogliono completare, spiegano, i progetti iniziati. Transeat. Siccome nel Veneto sono 309 i sindaci da rieleggere, vuol dire che uno su dieci è al terzo mandato. Ma il punto non è questo. E qui il discorso si fa serio. Oltre a loro, sta emergendo un altro problema: gli ex sindaci che, chiusi i dieci anni, si presentano, sì, ma in un altro Comune. “Rieccoli” pure loro. I casi non sono pochissimi. Così come i paesi nei quali si presenta una sola lista alle elezioni. La verità è una sola: sono sempre di meno coloro che vogliono diventare amministratori. Troppe responsabilità, nessuna soddisfazione. Gli stessi abitanti li snobbano. E chi si rende disponibile, anche da consigliere semplice, spesso avrebbe bisogno di un corso di formazione. Il guaio della politica nel 21° secolo è tutto qui: una volta c’era la partecipazione, poi giunse il riflusso nel privato, adesso si vive alla “me ne frego, tanto tutto mi è dovuto”. Va a finire che, a differenza dei tempi di Montanelli e Fortebraccio, i “rieccoli” li dobbiamo pure ringraziare.

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Redazione: Direttore responsabile Nicola Stievano >direttore@givemotions.it < Redazione >redazione@givemotions.it < PEFC/18-31-992

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di Padova Questa edizione raggiunge i quartieri di Padova per un numero complessivo di 98.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199 è una testata giornalistica di proprietà di Srl
Direzione, Amministrazione e Concessionaria di Pubblicità Locale: via Lisbona, 10 · 35127 Padova tel. 049 8704884 · fax 049 6988054 >redazione@givemotions.it < > www.lapiazzaweb.it
RiciclatoPEFC Questoprodottoè realizzatoconmateria primariciclata www.pefc.it CENTRO STAMPA QUOTIDIANI S.p.A. Via dell'Industria, 52 - 25030 Erbusco (BS) Tel: +39.030.7725594 Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.
Chiuso in redazione il 23 maggio 2024

Ospedale Giustinianeo. Accoglierà ben 157 posti letto, tutto pronto per l’estate 2025

La nuova Pediatria sta prendendo forma “I piccoli pazienti devono sentirsi a casa”

“Stiamo lavorando a un programma che attraverso i colori e gli arredi aiuti i bambini a vivere con maggiore serenità il ricovero”

L a prima gru gialla sventolava nell’aria durante la calda estate del 2022. E ora la nuova Pediatria sta prendendo forma. Un’imponente struttura di nove piani, che si erge alta 40 metri, e che accoglierà ben 157 posti letto. Sui tempi di realizzazione, il direttore generale dell’Azienda Ospedale Università di Padova, Giuseppe Dal Ben, non ha dubbi: tutto sarà pronto per l’estate del 2025.

L’edificio, che sarà situato nel comparto giustinianeo, avrà una superficie complessiva di 20mila metri quadrati. Saranno presenti 8 posti di osservazione breve intensiva e 5 postazioni di dialisi, offrendo così una gamma completa di servizi medici. Le sale operatorie, invece, troveranno spazio tutte al settimo piano, garantendo un ambiente dedicato e ottimizzato per le procedure chirurgiche.

Questo progetto rappresenta un investimento significativo, con oltre 61 milioni di euro destinati alla sua realizzazione, di cui 13 milioni saranno utilizzati per attrezzature e arredi all’avanguardia. Una dimostrazione tangibile dell’impegno dell’Azienda Ospedale nel fornire cure di altissima qualità e dell’offrire un ambiente moderno e confortevole per i pazienti pediatrici e le loro famiglie.

“È fondamentale creare un ambiente accogliente che faccia sentire per quanto possibile a casa i piccoli pazienti anche all’interno dell’ospedale. Per questo stiamo lavorando a un

programma di umanizzazione delle cure che attraverso i colori e gli arredi aiuti i bambini a vivere con maggiore serenità il ricovero. Al contempo stiamo disegnando le sale operatorie che saranno dotate di tecnologia all’avanguardia e di altissimo livello. I muri – commenta il direttore Dal Ben – sono certo importanti, ma ciò che fa davvero la differenza sono i professionisti che vi operano. E Padova continua ad essere un punto di riferimento nazionale. Non dimentichiamo, a tale proposito, che la Pediatria è parte del sistema europeo delle malattie rare ed è l’unica in Italia che aderisce a 22 reti di patologie rare.”

Al Policlinico restano operative ovviamente le moderne sale operatorie ibride che sono state costruire lo scorso anno con un investimento di 12 milioni di euro, di cui 8 e mezzo per le attrezzature. Si sviluppano in mille metri quadrati. Hanno a disposizione due angiografi digitali robotizzati, una tac, due tavoli operatori. Per la costruzione sono stati superati straordinari ostacoli dimensionali, strutturali, tecnologici, logistici.

Nel futuro della sanità padovana, il Polo Giustiniani sarà dotato complessivamente di 719 posti letto e avrà un focus principalmente locale, oltre a essere provvisto di un Pronto Soccorso. In dettaglio, accoglierà il Nuovo Ospedale Pediatrico e accanto il Nuovo Ospedale Mamma Bambino. È conclusa la redazione del progetto di fattibilità dell’e-

dificio Polifunzionale che avrà un pronto soccorso, una radiologia e, solo in fase transitoria, il percorso nascite.

La struttura Mamma Bambino avrà una superficie lorda di 28mila metri quadrati e sarà un polo materno-infantile che accoglierà 188 posti letto. Un’opera da 160 milioni di euro, finanziati dalla Regione, che sta muovendo i primi passi nel percorso amministrativo, un’idea progettuale che andrà definita con più precisione con l’avanzare del percorso.

Oggi i servizi pediatrici e ostetrico-ginecologici sono ospitati in diversi edifici, tra cui la Divisione e Clinica Ostetrica, la Patologia Neonatale, la Clinica Pediatrica e l’Oncoematologia Pediatrica. Una volta completati i lavori per la realizzazione dei nuovi edifici, si prevede una riorganizzazione e ottimizzazione del servizio che concentrerà le attività nei due nuovi complessi ospedalieri.

Gli edifici attualmente in uso

saranno demoliti, ad eccezione dell’edificio della Clinica Pediatrica, che una volta ristrutturato, ospiterà ambulatori afferenti all’area materno-infantile, aule di formazione, sale riunioni, stanze di coworking e studi medici.

“Partiamo da due piani, con uno spazio verde sopra di essi, per poi salire a quattro piani da un lato e arrivare a sei nel punto più alto – aggiunge Dal Ben –. Questa crescita graduale rappresenta la soluzione che ci sembra meno invasiva e più armoniosa con l’ambiente circostante. Vogliamo garantire un’espansione che sia rispettosa del contesto urbano e che offra al contempo spazi adeguati e funzionali per le nostre attività ospedaliere”.

Ma i tempi di realizzazione sono dettati da necessità logistiche e da una sequenza di interventi che permetterà di ottimizzare lo spazio e offrire servizi sanitari più efficienti. Infatti, prima di avviare la rea-

lizzazione dell’Ospedale della Mamma e del Bambino, l’Azienda dovrà completare la costruzione della Torre Polifunzionale la struttura che avrà un pronto soccorso e una radiologia e che ospiterà in via transitoria anche l’attività ostetrico-ginecologica. Una volta trasferito il servizio nella nuova torre, si procederà con la demolizione dei due edifici esistenti e avviare la costruzione dei nuovi complessi ospedalieri.

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Rendering dell’esterno del nuovo edificio che ospiterà la Pediatria e il direttore generale Giuseppe Dal Ben

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Non una semplice stazione. A Padova è scattata l’ora di una vera e propria rivoluzione

Un grande progetto per ricostruire un pezzo importante della città

Con ogni probabilità questo intervento, che comprende un’area decisamente più ampia rispetto a quella sulla quale insiste la stazione stessa, può configurarsi come una tra le principali operazioni di rigenerazione urbanistica a livello, quantomeno, regionale

Alzi la mano chi pensa che la stazione di Padova sia un luogo bello e accogliente! Non vi vedo ma è chiaro che la mano non l’ha alzata nessuno perché la stazione, proprio come tutte le stazioni delle città, risulta sempre essere un luogo degradato, difficile, un po’ abbandonato a se stesso nonostante le manutenzioni e il costante presidio delle Forze dell’Ordine.

Essere luogo di transito, però, non aiuta perché, in un certo senso, questa “porta” non è mai percepita a pieno titolo come Città, ma risulta sempre un po’ un luogo neutro, intermedio, a tratti “franco”.

A Padova, però, è scattata l’ora di una vera e propria rivoluzione che, seguendo l’il-

luminante masterplan redatto dall’archistar Boeri, rende questa fondamentale infrastruttura, che a breve vedrà anche l’approdo dell’alta velocità, un luogo vivo, vitale e perfettamente dentro la città. Con ogni probabilità questo intervento, che comprende un’area decisamente più ampia rispetto a quella sulla quale insiste la stazione stessa, può configurarsi come una tra le principali operazioni di rigenerazione urbanistica a livello, quantomeno, regionale.

Il conto alla rovescia è iniziato e a breve vedremo circolare ruspe, gru e operai: questione di pochi mesi.

Il progetto complessivamente coinvolge, oltre alla stessa stazione, le palazzine Liberty di Piazzale Boschetti,

l’ex Ifip e l’ex Ppi.

Nello specifico ci sarà una vera e propria partnership tra pubblico e privato che porterà a risollevare dal degrado un pezzo importante di Città affacciato sul nuovo parco Tito Livio e a pochi passi dai già riqualificati (e rianimati) giardini dell’Arena.

Tra poche settimane si partirà dell’ex Ifip, poi al Boschetti per concludersi in autunno al Ppi.

All’ex Ifip troverà spazio uno studentato collegato da un passaggio pedonale “salva code” in viale della Pace: un edificio a ferro di cavallo capace di garantire 452 poti letto per universitari. Un recupero essenziale di immobili abbandonati da oltre 25 e restituiti alla città e segnatamente ai

giovani e allo studio. Anche nell’area ex Ppi sorgerà, come prima cosa, uno studentato da 550 posti, subito dopo il privato realizzerà cinque unità immobiliari e daranno vita al Parco Antenore: un complesso residenziale dentro al quale crescerà un importante polmone verde pubblico.

In questo contesto si inserirà un nuovo “corridoio” che congiungerà tutta l’area a partire dalla nuova Stazione

sino ai giardini dell’Arena. Nella parte di Piazzale Boschetti non compresa nel parco Tito Livio, invece, sarà realizzato un parcheggio interrato per le palazzine, delle proprie vele di vetro e acciaio, che ospiteranno uffici di grandi gruppi con vista sulla Cappella degli Scrovegni. Passerelle, approdi per banche elettriche, nuova vita a una zona un po’ rimasta indietro: a Padova il futuro è adesso.

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Scuola. Firmato un accordo per tutelare minori e giovani adulti a rischio di marginalità

Una rete contro la dispersione scolastica Padova capofila del grande progetto

Èstato sottoscritto, a Palazzo Moroni l’accordo di rete per il contrasto alla dispersione scolastica che vede coinvolti il Comune di Padova, in qualità di capofila del progetto, l’Ufficio Scolastico Ambito Territoriale Padova e Rovigo, l’Azienda Ulss 6, Veneto Lavoro, il Centro Provinciale di Istruzione degli Adulti di Padova, il Dipartimento Fisspa dell’Università degli Studi di Padova, Sistema della Formazione Professionale. Presenti all’incontro per la sigla dell’atto, le assessore al Sociale e alle Politiche educative e scolastiche insieme ai rappresentanti delle parti firmatarie.

Il progetto è rivolto a minori e giovani adulti a rischio di marginalità e alle loro famiglie o figure di riferimento. L’obiettivo è promuovere il successo e il benessere scolastico, formativo, educativo, attraverso percorsi che implicano processi di apprendimento che derivano dall’esperienza, con lo scopo di far acquisire ai ragazzi quell’autonomia e consapevolezza necessarie per il bene proprio e della comunità di cui sono parte.

Il percorso esperienziale si snoda lungo tre macro aree di intervento: area istruzione e formazione, area riorientamento lavoro e stage, area socio sanitaria

e socio educativa.

L’area istruzione e formazione riguarda la fascia d’età che va dai 14 ai 17 anni, ed ha come destinatari minori in obbligo scolastico e giovani adulti che sono interessati ad un rientro nei percorsi di istruzione o formazione abbandonati o non conclusi. Le azioni previste sono mirate all’assolvimento dell’obbligo di istruzione attraverso piani di studio personalizzati, stage orientativi, finalizzati a motivare riorientando e supportando ragazzi o ragazze che vivono situazioni di fragilità.

L’area riorientamento lavoro e stage riguarda giovani adulti che hanno assolto l’obbligo scolastico ma non hanno concluso alcun percorso formativo. Sono due le fasce d’età dei destinatari: dai 16 ai 18 anni e dai 18 anni ai 21. L’obiettivo è la presa in carico dei minori in situazioni di abbandono scolastico che vogliano, tuttavia, provare ad inserirsi nel mondo del lavoro attraverso percorsi di orientamento e stage formativi. In questa fase è prevista la figura del Case Manager, proprio per accompagnare ragazzi o ragazze nella nuova dimensione lavorativa, orientandoli e seguendoli nei contatti e colloqui con operatori del mercato al fine di definire i percorsi di inserimento più adeguati.

L’area socio sanitaria e socio educativa è rivolta a minori e giovani con patologie cliniche conclamate, in dispersione scolastica e formativa, che si trovano in situazioni di vulnerabilità personale o familiare. L’obiettivo, anche in questo caso, è la presa in carico e la definizione di interventi specifici che consentano il reinserimento di ragazzi o ragazze nel circuito educativo o formativo professionale raggiungendo, nel contempo, almeno un livello minimo di inserimento socio occupazionale.

Per concretizzare tutte le azioni previste, l’accordo di rete si è dotato di un proprio assetto che prevede una struttura di governo che comprende il capofila del progetto, una cabina di regia, un tavolo tecnico della cabina di regia, aree trasversali di intervento.

Il flusso comunicazioni e vigilanza è gestito da Veneto Lavoro che prende in carico, per le prime valutazioni dei casi, i minori dai 14 ai 17 anni in abbandono scolastico e formativo segnalati dall’Anagrafe Regionale Studenti. Lo step successivo prevede il coinvolgimento dell’equipe di co-progettazione, competente a predisporre progetti individualizzati a seconda delle problematiche da affrontare.

Il percorso esperienziale si snoda lungo tre macro aree di intervento: area istruzione e formazione, area riorientamento lavoro e stage, area socio sanitaria e socio educativa

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Il dato. Nonostante le serrande abbassate in diverse zone della città, nei quartieri si osserva una rinascita

Quasi 80 nuove aperture in un anno Padova attrae le attività commerciali

Bressa: “Siamo fieri di sostenere le aziende che investono insieme a noi nella città, portando con sé non solo opportunità lavorative, ma anche un’energia vitale che arricchisce il tessuto urbano”

Lo scorso anno ha segnato una svolta positiva per il panorama commerciale di Padova, con un saldo favorevole tra chiusure e aperture di negozi. Nonostante il persistere delle serrande abbassate in diverse zone della città, nei quartieri si osserva una rinascita, con un aumento delle attività commerciali. Nel corso dell’anno sono state inaugurate 78 nuove attività, principalmente bar, ristoranti, negozi di vicinato e servizi alla persona.

“Le nuove aperture testimoniano la capacità di Padova di attrarre l’interesse di brand di rilievo, i quali hanno scelto di investire nella nostra città proprio per riconoscere il suo momento di grande crescita – commenta l’assessore al Commercio, Antonio Bressa –. Padova si distingue non solo come meta turistica ambita, ma anche come vivace centro universitario, attualmente oggetto di numerosi finanziamenti. Siamo fieri di sostenere le aziende che investono insieme a noi nella città, portando con sé non solo opportunità lavorative, ma anche un’energia vitale che arricchisce il tessuto urbano”.

Negli ultimi due anni, Padova si è contraddistinta per essere una meta turistica di grande richiamo attirando l’interesse di vari marchi nel settore alimentare, che hanno individuato un’opportunità di business. In pochi mesi sono diverse le aperture di nuove attività commerciali, principalmente legate al mondo del food. Ecco una breve panoramica delle aperture in centro storico.

Da oltre ottant’anni La Gelateria da Bepi è un’istituzione a Padova per la produzione di gelato arti-

gianale di altissima qualità.

La storia inizia nel 1937 ad Adria, in provincia di Rovigo, dove i nonni Braggion inaugurano il loro primo chiosco di gelati artigianali.

La passione si trasmette di generazione in generazione, fino ad arrivare ai nipoti Jacopo e Nicolò Braggion che, con la guida iniziale

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del padre, hanno raccolto il testimone e portato avanti la tradizione di famiglia. Da Mortise la gelateria sbarca in centro, in Piazza dei Signori segnando l’inizio di un nuovo capitolo nella storia della Gelateria da Bepi. Nella stessa Piazza sbarca anche Gino Sorbillo, ormai onnipresente sul territorio italiano, arrivando a quota 25 insegne. Il format scelto è Sorbillo Pizza Gourmand, «progetto più completo, che comprende i gusti tradizionali, ma anche tante pizze innovative e soprattutto le regionali, omaggio alle specialità territoriali italiane» racconta il pizzaiolo. La Pizzeria si caratterizza per dedicare la parte principale dell’offerta a pizze farcite con ingredienti regionali: tutte le regioni del paese hanno la loro pizza dedicata con relativi prodotti tipici.

Il panorama culinario cittadino si arricchirà con l’arrivo di un altro marchio di eccellenza: la Pizzeria

Da Michele che da oltre 150 anni delizia il palato di napoletani e turisti di tutto il mondo, ed ora anche quello dei padovani. Il luogo prescelto dalla famiglia Condurro, storici pizzaioli napoletani che negli ultimi anni hanno portato il piatto per eccellenza della cucina partenopea in tutto il mondo, è Piazza Eremitani a due passi dalla Cappella degli Scrovegni

Un’apertura già anticipata nel 2016, ma ora diventa realtà. La città del Santo sarà arricchita da un nuovo punto di incontro per cittadini e turisti: apre Starbucks in Piazza delle Erbe, a due passi dallo storico caffè Pedrocchi. Il format è quello conosciuto: caffè, dolci, nessun aperitivo, apertura 7. 30-19. 30. La città, celebre per la sua tradizione caffettiera, si prepara a un’inedita sfida: il confronto tra il famoso Frappuccino e la colazione servita nello storico Caffè Pedrocchi.

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Commercio

Interporto Padova protagonista dell’innovazione nel mondo della

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La sesta gru a portale, automazione, nuovi treni verso Livorno e la penisola iberica ma anche l’organizzazione a Padova di Green Logistics Expo il Salone Internazionale della Logistica sostenibile il prossimo ottobre

Intermodalità e sostenibilità sono due dei driver più importanti sui quali si sviluppa la logistica del futuro. Interporto

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mondo della logistica ed in particolare dell’intermodalità, con la partecipazione dei principali porti, interporti italiani, delle più importanti compagnie di navigazione mondiali e delle ferrovie in tutte le loro articolazioni. Ma il salone naturalmente che si rivolge anche a tutte li imprese manifatturiere del nord est, amplia il suo sguardo al mondo dell’intralogistica, ai magazzini, alla distribuzione urbana delle merci, alle nuove tecnologie alle nuove energie ed è un punto di incontro privilegiato per gli operatori del settore. Per partecipare come espositori o come visitatori, maggiori informazioni su www.greenlogisticsexpo.it

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Trasporto

Una “scuola per la mobilità sostenibile”

E intanto il Sir3 si fa sempre più concreto

Per garantire personale qualificato in grado di gestire una flotta così ampia, le istituzioni locali hanno unito le forze per istituire un percorso formativo specifico all’istituto Bernardi

Con l’implementazione delle nuove linee tranviarie previste dal sistema Smart, si prevede la circolazione di almeno 55 mezzi, accompagnata dalla creazione di due nuove officine per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei veicoli, situate a Guizza e Rubano.

L’evoluzione del Sir1 è stata notevole: partito con 16 mezzi, ha successivamente ampliato la flotta a 22 per soddisfare una domanda sempre crescente. Considerando l’intera rete, Smart sarà necessario un numero significativo di persone qualificate per garantire la manutenzione ordinaria e straordinaria presso le nuove officine. Attualmente, circa 30 persone si occupano della gestione e del funzionamento dei veicoli in collaborazione con Busitalia Veneto, ma in futuro se ne richiederanno almeno altrettante. Questo non tiene conto dell’indotto generale che il tram porta con sé, che va oltre le officine e coinvolge la manutenzione delle singole componenti.

Per garantire personale qualificato in grado di gestire una flotta così ampia, le istituzioni locali hanno unito le forze per istituire un percorso formativo spe-

cifico presso l’Istituto Professionale “Enrico Bernardi” di Padova. Un accordo che assicura la presenza costante di professionisti qualificati e offre un’opportunità di lavoro per i giovani del territorio che si appassioneranno al settore. Il programma formativo sarà avviato nell’anno scolastico 2024/2025, nell’ambito dell’indirizzo di studio IP14 Manutenzione e Assistenza Tecnica, con una specializzazione chiamata “Tecnico della Manutenzione e Diagnostica dei Mezzi della Rete Tranviaria”. Inizialmente, sarà destinato agli studenti del quarto e quinto anno, con prospettive di estensione al terzo anno in futuro. Attraverso questo accordo, tutte le entità coinvolte (Comune di Padova, APS Holding, Istituto E. Bernardi e l’Ufficio Scolastico Provinciale di Padova e Rovigo) si impegnano non solo a promuovere e qualificare il percorso formativo, ma anche a valorizzare la mobilità sostenibile, evidenziando i suoi benefici sociali e ambientali. Ogni ente si impegna a fornire risorse quali spazi, docenti, materiale e documentazione per il successo del percorso formativo.

“Stiamo pianificando le nuove linee tranviarie, ma

dobbiamo anche considerare le esigenze future – ha commentato l’assessore alla Mobilità, Andrea Ragona –. Grazie a questo accordo e alla collaborazione con le scuole locali, offriamo agli studenti un’opportunità importante di formazione specifica”.

Il collegio docenti dell’Istituto ha accolto con entusiasmo l’opportunità di ampliare l’offerta formativa, impegnandosi attivamente nella definizione del percorso. Inoltre, i docenti stanno dedicando tempo alla loro formazione per garantire la massima qualità del programma, che sarà accessibile anche a coloro che desiderano ulteriori specializzazioni attraverso le scuole serali.

“Il nostro istituto è estremamente attento alle esigenze del territorio e questa è una bellissima occasione

di mostrare come la scuola sia concretamente attenta e capace di costruire futuro per i ragazzi – aggiunge la dirigente dell’istituto E. Bernardi, Alessandra Bozzolan –. Il tram inoltre è innovazione, è simbolo di sostenibilità ed economia green, e anche questo rende ulteriormente importante per la città questa esperienza”.

Nel frattempo, il progetto di estensione del Sir3 verso Legnaro si avvicina alla sua concretizzazione, con l’approvazione del percorso ottimale da parte dei comuni coinvolti per definire il progetto di fattibilità tecnico-economica. Recentemente, i comuni di Padova, Ponte San Nicolò e Legnaro hanno ratificato una delibera relativa all’estensione del Sir3 fino al polo universitario di Agripolis. Con le delibere approvate si è scel-

L’inaugurazione del nuovo percorso formativo all’istituto professionale “Enrico Bernardi”

ta la cosiddetta Soluzione 1 Alternativa A, che prevede l’inizio della tratta a Voltabarozzo, il proseguimento sulla SS516 – Via Piovese, la realizzazione di un nuovo ponte sul Bacchiglione a sud dell’esistente, il superamento dell’autostrada A13 sul ponte esistente, e l’entrata nel viale dell’Università a Legnaro, con capolinea in via Orsaretto, dove sarà predisposta un’area a parcheggio e una rimessa coperta per i mezzi. Infine, proseguono i cantieri in Via Morgagni e i lavori per la costruzione dell’avambecco del nuovo ponte di Voltabarozzo. La struttura di sostegno per il varo è infatti quasi completata e in posizione. Prossimamente arriveranno i pezzi del ponte vero e proprio, ora in fase di verniciatura, per iniziare l’assemblaggio.

FINESTRE DA TETTO

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pubblico. Proseguono in cantieri in Via Morgagni e la costruzione del ponte di Voltabarozzo
Tram

La natura in ospedale. Un’area verde di 240 metri quadri accessibile e senza barriere

Inaugurata l’oasi WWF al pediatrico Migliorerà il benessere dei pazienti

Il progetto Oasi in Ospedale lanciato del WWF Italia è ora diventato realtà. È stata inaugurata presso l’Azienda Ospedaliera di Padova la terza Oasi in Ospedale, un progetto del WWF Italia che mira a portare la natura all’interno dei luoghi di cura. L’oasi, realizzata all’interno del giardino di Pediatria, è un’area verde di 240 metri quadri accessibile e senza barriere, pensata per favorire il contatto con la natura nei percorsi riabilitativi dei giovani pazienti, in particolare quelli a lunga degenza.

Di fronte l’ingresso dell’Oasi è stato realizzato il percorso sensoriale circondato da piante odorose, officinali e da una scatola olfattiva posizionata dentro una piccola bacheca, contenente essenze di fiori di varie specie.

Tutti gli elementi dell’istallazione, come lo specchio d’acqua, il giardino delle farfalle e le sedute, sono arricchiti da piante tipiche ed autoctone, per allestire ambienti naturali capaci anche di aumentare la biodiversità locale. I nidi artificiali, le mangiatoie per uccelli posizionati sugli alberi, insieme alle bat-box e al condominio per insetti, sono set di una fototrappola che potrà fissare i ricordi dei piccoli pazienti. A Padova, poi, la natura entrerà anche nelle camere dei giovani ospiti dell’ospedale, grazie ad ecosistemi in bottiglia e a piccoli vasi di erbe officinali trasportabili.

“Sapere che centinaia di piccoli pazienti e le loro famiglie potranno beneficiare di questi spazi naturali ci riempie di emozione – ha dichiarato Marco Galaverni, direttore Oasi, Educazione e Attivazione del WWF Italia –ma tutto questo non sarebbe stato possibile senza il supporto di donatori e volontari e del meraviglioso personale dell’Azienda Ospedale Università di Padova che ci teniamo a ringraziare. Il progetto prevede anche un percorso di formazione con proposte laboratoriali ed esperienziali da svolgere nell’Oasi per docenti delle scuole nell’ospedale e

per il personale della struttura”.

È dimostrato che anche solo pochi minuti trascorsi a contatto con la natura possono apportare benefici significativi alla salute, riducendo il dolore, lo stress, l’ansia e la rabbia. Le Oasi in Ospedale rappresentano un vero e proprio laboratorio all’aperto dove osservare, conoscere e prendersi cura della natura, favorendo il relax e il recupero fisico-psichico.

L’area verde attrezzata, realizzata dal WWF grazie ad

un importante progetto di raccolta fondi lanciato con l’edizione di Urban Nature “La Natura si fa Cura”, sarà utilizzabile non solo dai piccoli pazienti e dai loro familiari, ma anche da insegnanti , associazioni di volontariato e altre figure specifiche del comparto ospedaliero, come educatori professionali e terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva.

Parità di genere, il Csv di Padova e Rovigo investe 50 mila euro

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Ci sono tanti temi che ogni giorno toccano la sensibilità dei componenti del consiglio direttivo del Csv di Padova e Rovigo. Uno di quelli più urgenti e più stringenti, a fronte anche dei più recenti fatti di cronaca padovana, è quello della parità di genere. Ecco perché è stato deliberato un impegno di 50 mila euro per intraprendere azioni sia interne alla struttura, sia esterne. Il progetto partirà con un percorso di formazione interna al Csv, che coinvolgerà al tempo stesso consiglieri, dipendenti e collaboratori. Il primo impegno concreto è stato portare lo staff a visitare la realtà del Centro Antiviolenza di Padova facente parte della rete Centro Veneto Progetti Donna, dove è stato possibile conoscere i vari servizi offerti quali la consulenza psicologica, la consulenza legale e l’iter con cui le donne approdano ad altri percorsi. Nel mese di giugno inizieranno una serie di incontri con un gruppo di associazioni che sarà coordinato da un facilitatore esterno e coadiuvato dall’area comunicazione, per co-costruire una campagna di comunicazione omnicanale contro gli stereotipi di genere, che sarà lanciata a ridosso del 25 novembre. Il percorso culminerà nell’organizzazione di uno spettacolo, che sarà collocato a ridosso dell’8 marzo 2025.

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Giorgia Molena L’Oasi creata dal WWF Italia nell’ospedale di Padova

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L’accordo. Sottoscritta la convenzione con l’Ipab Casa di Riposo di Noventa Padovana

Anziani e vita autonoma: il Comune ottiene un finanziamento di 2,5 milioni di euro

La ristrutturazione di una palazzina adiacente all’ Ipab Casa di Riposo di Noventa Padovana consentirà di realizzare cinque appartamenti, due al piano terra e tre al primo piano, adeguati ad ospitare gli anziani. La palazzina sarà collegata alla casa di riposo per garantire l’accesso agli ospiti a tutta la rete di servizi già attivi: centro diurno, centro servizi per anziani, servizi di assistenza domiciliare. La convenzione per la ristrutturazione della palazzina è stata sottoscritta da Comune di Padova e l’Ipab Casa di Riposo di Noventa Padovana; i lavori verranno realizzati entro il primo trimestre del 2026 per un costo di 820mila euro finanziati nell’ambito di un progetto triennale del Comune di Padova che attinge a fondi del PNRR per oltre due milioni e mezzo.

“Da anni il nostro Ente ha scelto di valorizzare i sorrisi e il benessere di addetti e ospiti

– ha dichiarato il presidente di Ipab Casa di Riposo di Noventa Padovana, Denis Cacciatori –. Questo accordo si inserisce in questa visione che continua ad essere vincente, permettendoci ancora una volta di continuare a prenderci cura degli anziani del territorio”.

Il progetto sviluppa due tipologie di intervento: da un lato, azioni di potenziamento della rete integrata dei servizi legati alla domiciliarità, che saranno svolte da operatori specifici sia presso la struttura residenziale pubblica di Noventa Padovana che presso i singoli appartamenti in base alle specifiche necessità degli anziani; dall’altro, la riqualificazione sia della palazzina, che dell’intero complesso dell’Ipab.

Attualmente a Noventa Padovana vi sono 96 ospiti residenti e un centro diurno cui affluiscono una ventina di anziani che trovano modo di stare assieme e socializzare e che

alla sera vengono riaccompagnati alle loro abitazioni. “Nelle strutture residenziali come la nostra”, spiega il presidente Cacciatori, “gli utenti entrano in base a una graduatoria da un registro unico della residenzialità gestito dalla Ulss 6. In seguito alla domanda uno staff di medici e una equipe multidisciplinare attribuiscono un punteggio e viene stilata la graduatoria; man mano che si liberano i posti la graduatoria scorre”.

Le liste d’attesa sono lunghe anche perché c’è un aspetto demografico importante di cui tener conto: le persone anziane sono sempre più numerose e le previsioni sono per un aumento: tra una decina d’anni gli 80enni saranno le persone nate nell’epoca del baby boom, per cui il numero di anziani è destinato ad aumentare.

“Già ora i posti letto non sono sufficienti – commenta Cacciatori – e tutto il settore

dell’assistenza agli anziani si sta orientando verso la privatizzazione, con all’apertura di nuove strutture private. A fronte di un aumento di domanda, però, le risorse pubbliche che si stanno mettendo a disposizione per la residenzialità sono sempre le stesse.

La logica è quella di andare a risparmio e quindi il Consiglio di amministrazione di Ipab Casa di riposo di Noventa Padovana ha stabilito già da

qualche anno di diversificare l’attività, cercando di andare incontro alle tendenze demografiche e alle necessità delle famiglie aumentando l’impegno per l’assistenza domiciliare. Riteniamo che assistere l’anziano al proprio domicilio, fino a quando è possibile, sia più rispettoso della persona che viene seguita e assistita restando a vivere nel proprio ambiente”.

Diego Buonocore

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Servizi. Da circa un anno è aperta la Casa di Quartiere dell’Arcella, prima esperienza in città

Entro l’anno due nuove Case di Quartiere “Moltiplichiamo i luoghi d’incontro”

Entro l’anno apriranno a Padova due nuovi spazi: la Casa di Quartiere di Mortise, negli spazi sopra La Corte, e la Casa di Quartiere delle Cave, nell’ex Centro sociale anziani in via Cave.

Il percorso verso le Case di Quartiere a Padova è iniziato qualche anno fa grazie ad un confronto con le realtà già avviate nel Comune di Bologna. Casa di Quartiere significa uno spazio di tutti e sede di nessuno, in linea con l’uso dei locali di quartiere, definito da sempre inclusivo e non ad uso esclusivo. Da circa un anno è aperta la Casa di Quartiere dell’Arcella, prima esperienza in città. Gli interventi per rendere l’ex istituto Marchesi un vero e proprio Centro Civico erano iniziati a gennaio 2021 per accorpare i servizi essenziali per la cittadinanza e per offrire uno spazio per l’aggregazione e lo sviluppo

di comunità, con il coinvolgimento di associazioni attive sul territorio. Attualmente presso la Casa di Quartiere all’Arcella sono disponibili l’Ufficio Anagrafe, i Servizi di Quartiere, il Centro servizi territoriali, i Servizi di partecipazione nei quartieri, il Marchesi Living Lab, il Centro provinciale per l’istruzione degli adulti.

“Sappiamo di vivere in una città dove il numero di persone che per diversi motivi vivono da sole, anziane e non, supera il numero di famiglie, quindi sempre più dobbiamo moltiplicare i luoghi di incontro – ha dichiarato l’assessora al Decentramento del Comune di Padova, Francesca Benciolini –. Lo abbiamo fatto con le piazze, con i parchi, e ora lo facciamo anche con gli spazi. Le case di Quartiere sono spazi a disposizione del territorio e della comunità, spazi di tutti

I festeggiamenti per il primo

sedi di nessuno, luoghi dinamici di incontro e scambio. Gli spazi individuati per queste due nuove case sono molti interessanti. A Mortise ci sono diverse sale che ben si adattano a molte esigenze. In via Cave, dove c’era la sede di un centro sociale per anziani molto attivo che ha avuto difficoltà a riprendere le attività dopo il covid, c’è un bel

30mila amici a quattro zampe: a Padova il numero dei cani supera quello dei bambini

A Padova ci sono più cani che bambini: 30mila cani a fronte di 22mila bambini da zero a 14 anni. E anche l’amico a quattro zampe ha bisogno dei suoi spazi: in città ci sono ben 41 aree dedicate ai cani, dove possono sgambare liberi da guinzaglio, e ai loro padroni, che possono trovare vecchie e nuove conoscenze.

L’area cani più grande in assoluto è quella del Parco Iris, allargata di 400 metri quadrati ora misura 3800 metri quadrati, seguita da quella presente nel Parco della Mela Rossa, pari a 3.668 metri e da quella di San Lazzaro, di 3.471. Quasi ogni rione ha un’area dedicata, mancano solo Brusegana e Sacro Cuore dove i lavori sono in corso.

“Il nostro obiettivo è quello di realizzare almeno un’area cani in ogni rione e quindi intervenire su indicazioni delle Consulte di Quartiere – ha dichiarato l’assessore al Verde, Antonio Bressa –. Lavorare per il benessere dei cani significa servire migliaia di famiglie padovane, gestire al meglio la presenza dei cani in città e stimolare la vita sociale all’aria aperta”.

Il numero di cani presenti in città è in costante crescita: eppure mantenere un cane costa. Le ricerche indicano i quattro indicatori di costo per chi sceglie di prendersi cura di un amico a quattro zampe: cibo, salute, benessere e svago e accessori. Mantenere un cane di media taglia costa all’incirca 600 euro l’anno tra crocchette, vaccinazioni e visite dal veterinario, tolettatura e accessori come il guinzaglio, la pettorina, le ciotole, la cuccia, giocattoli vari. Senza contare il costo dell’animale, che può andare dalle diverse migliaia di euro per le razze più selezionate con tanto di pedigree, alla offerta volontaria al canile di Rubano. In futuro i proprietari dei cani che transitano nel centro storico dovranno portare con sé una bottiglietta d’acqua per ripulire la pipì da colonne e portici. Lo ha annunciato l’assessore Bonavina. L’obbligo varrà probabilmente solo per i mesi estivi. Il provvedimento dovrebbe partire dal prossimo anno perché sarà necessario cambiare il regolamento comunale. (d.b.)

giardino dove proprio qualche anno fa con l’assessore allo Sport abbiamo fatto sistemare le piste da bocce”.

Il percorso verso l’apertura dei nuovi centri a Mortise e alle Cave è stato e sarà, articolato e partecipato. Il progetto è stato prima presentato alle Consulte e alle associazioni di quartiere; successivamente si è passati

alle interviste ai cittadini e alle cittadine dei quartieri interessati; infine si sono svolti due focus group nel corso del quali sono stati espressi i bisogni dei cittadini del quartiere; infine si è svolta una plenaria in cui sono stati presentati i possibili progetti e si è chiesto alle associazioni o alle reti di associazioni di delineare un modello di gestione e un piano economico finanziario.

Dopo questa fase si procederà con un bando e, come già fatto all’Arcella, sarà un bando partecipato: nel primo step ogni realtà presenterà il proprio modello e a seguire ci sarà la possibilità di costruire una rete e partecipare insieme al secondo step: l’ultima fase del bando per l’assegnazione della gestione. L’obiettivo del Comune è di aprire al pubblico le case entro la fine dell’anno.

Diego Buonocore

Progetto Digi e Lode, premiata la scuola primaria “Arcobaleno” di Padova: 2.500 euro da EstEnergy

Un gruppo di alunni e insegnanti della scuola “Arcobaleno” di Padova ha festeggiato la consegna di un assegno da 2.500 euro da parte di EstEnergy Gruppo Hera.

I fondi saranno utilizzati per progetti di digitalizzazione dedicati agli studenti dell’istituto, che si è posizionato, nel primo quadrimestre 2023-24, tra i primi nella classifica del progetto Digi e Lode. “La nostra azienda è impegnata in questo progetto dedicato al mondo della scuola per il terzo anno consecutivo” spiega Filippo Boraso, Responsabile Customer Operations di EstEnergy. “Grazie alle scelte digitali, come l’attivazione della bolletta elettronica o l’iscrizione ai servizi online e alla app MyHera, i nostri clienti, riducono l’impatto ambientale delle forniture e contemporaneamente supportano le scuole del Comune in cui vivono. Il beneficio finale è molteplice: per il cliente, per l’azienda e per il territorio”. Promossa dal Gruppo Hera e attiva in Veneto dal 2021, l’iniziativa ha l’obiettivo di favorire l’adozione di strumenti innovativi nelle scuole del territorio, valorizzando le scelte digitali dei clienti: in

questo modo, oltre a ridurre l’impatto ambientale delle forniture energetiche, si genera una ricaduta sociale positiva per la comunità.

Dal suo avvio nell’anno scolastico 2021-22 fino ad oggi, il progetto ha premiato con 2.500 euro ciascuna ben 114 scuole in Friuli-Venezia Giulia, Lombardia e Veneto, per un montepremi complessivo pari a 285 mila euro ad oggi, a cui si aggiungeranno altri 55 mila euro entro la fine di questa edizione.

Saranno complessivamente 44 le scuole vincitrici nell’anno scolastico in corso, 22 alla fine del primo quadrimestre e altrettante alla fine del secondo. Gli istituti potranno scegliere in totale autonomia gli strumenti da acquistare: dai monitor touch alle lavagne interattive multimediali, dai videoproiettori alle stampanti 3D, dai microscopi elettronici ai sistemi per il coding.

Per l’anno scolastico 2023-24 lo stanziamento complessivo da parte di EstEnergy, la società commerciale del Gruppo Hera che fornisce luce, gas e soluzioni per il risparmio energetico e la mobilità sostenibile, è pari a 110 mila euro.

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anno della prima Casa di Quartiere all’Arcella

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La storia. È prodotta esclusivamente con l’orzo bio coltivato nei

campi del Basso Isonzo

Nasce la prima birra “di quartiere” Frutto di impegno e sostenibilità

Si chiama “Campo dei Girasoli” ed è una birra artigianale “di quartiere”, prodotta esclusivamente con l’orzo coltivato in modo biologico nei campi del Basso Isonzo. La materia prima è ricavata dal grano Gentilrosso , testimonianza della tradizione agricola del Basso Isonzo, un seme antico e autoctono coltivato nei campi di via Bainsizza.

La pilsner “Campo dei Girasoli” si aggiunge ad altri prodotti già realizzati con il grano di qualità Gentilrosso. Il grano viene essiccato al sole e successivamente portato in un mulino locale, dove viene trasformato in una farina semi-integrale caratterizzata da un colore rossastro. La farina viene poi portata da un fornaio locale che produce i panificati. Inoltre, nel pastificio la farina si trasforma in due formati di pasta: penne e calamarata. La pasta viene poi essiccata a bassa temperatura per 25 ore, ottenendo un prodotto finale di eccezionale qualità. Infine i pesti e i fermentati provengono dalla vicina azienda agricola a meno di un chilometro dai campi di via Bainsizza.

“I nostri prodotti, compresa la birra, sono frutto di un impegno verso un’agricoltura sostenibile basata sulla conversione biologica”, hanno commentato i gestori del Campo dei Girasoli . “Questa iniziativa rappresenta un passo significativo verso la riqualificazione dei terreni del Basso Isonzo. La nostra filosofia è offrire prodotti locali e biologici per promuovere uno stile di vita consapevole”.

La Casa Ex Bortolami, situata in prossimità di una superficie coltivata a orzo di un ettaro e mezzo, è un punto cruciale per la produzione di malto utilizzato dal birrificio

artigianale Crack. Questo malto di qualità contribuisce alla produzione della birra. La stretta collaborazione tra la casa agricola, il birrificio artigianale e Campo dei Girasoli contribuisce alla creazione di birre di alta qualità caratterizzate da ingredienti locali e da un processo di produzione artigianale.

“È un altro segnale tangibile di quanto il parco agro paesaggistico del Basso Isonzo sia diventato realtà, ha commentato l’assessore al Verde Antonio Bressa. “Circa dieci ettari di proprietà del Comune sono interamente coltivati secondo i canoni dell’agricoltura biologica. I prodotti che hanno sposato il progetto del parco agro paesaggistico ci raccontano di un’agricoltura biologica e di prossimità che cresce ogni giorno di più grazie al recupero di questi campi a ridosso della città”.

Diego Buonocore

Lotus Emeya: il nuovo hyper-GT in anteprima a Padova

Non è per tutti, visto il prezzo che parte da 111.490 chiavi in mano. Di certo la nuova Lotus Emeya è un gioiello di tecnologia e di design applicato a un’automobile. E’ la prima hyper-GT elettrica che va oltre i 900 cavalli, interni hi-tech, circa 500 km di autonomia e una ricarica super veloce. Per la sua prima apparizione pubblica Lotus Emeya ha scelto lo showroom Lotus Padova di Campello Motors con una VIP Première aperta esclusivamente ad un pubblico selezionato in possesso di invito personale e, visto il prezzo, di portafogli capace. La Emeya vanta un’accelerazione da 0 a 100 in soli 2,78 secondi e permette di raggiungere una velocità massima dichiarata di 256 chilometri orari. Anche i tempi di ricarica sono da record: bastano 18 minuti per passare dal 10 all’80 per cento. Al centro del progetto c’è l’aerodinamica, con griglia attiva in stile racing car che, in base a diverse condizioni di guida, può ridurre la resistenza all’aria (quando è chiusa) o raffreddare batterie e impianto frenante (quando è aperto); sistema frenante al vertice della categoria, diffusore e alettone

posteriore per garantire prestazioni eccezionali. I fari sono stati progettati per migliorare la visibilità in condizioni difficili e proteggere i conducenti degli altri veicoli dalla luce abbagliante. I rivestimenti dell’abitacolo sono stati realizzati utilizzando un filato nato dagli scarti di cotone dell’industria della moda e dell’abbigliamento. A questo particolare tessuto si abbinano anche alluminio, Alcantara e pelle nappa. (d.b.)

“L’iniziativa rappresenta un passo significativo verso la riqualificazione di questi terreni a ridosso della città”

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www.lapiazzaweb.it 19 Pasticceria Bar Arena Padova (Zona Pontecorvo) Via Michele Sanmicheli, 3 Padova https://pasticceria-bar-arena-padova.business.site/ gusti di cioccolato pistacchio nocciola e Fior di latte. Sintonizzati sul futuro.
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Obiettivo quartieri
I gestori del Campo dei Girasoli con l’assessore Antonio Bressa e la nuova birra del Basso Isonzo

Il dibattito. Borse

di studio per gli studenti palestinesi, Udu: “Un passo fondamentale”

Studenti a favore della Palestina

Domenico Amico, coordinatore di Udu, sottolinea l’impegno: “In quanto senatori, abbiamo deciso di non fermarci davanti a due mozioni sulla Palestina bocciate. Dopo ormai sette mesi di genocidio in corso era inaccettabile che l’università non avesse ancora preso una chiara posizione rimanendo in silenzio, mentre nel frattempo la comunità studentesca ha dato un forte segnale che non andava ignorato: Unipd non deve restare a guardare”. Prosegue, analizzando i passi avanti compiuti: “Avendo riscontrato molte complessità e difficoltà nella discussione delle precedenti mozioni, abbiamo sentito la necessità di approfondire il dialogo con i senatori, per provare a superare quelle barriere ideologiche che fino ad ora hanno bocciato ogni proposta, nel costante silenzio della rettrice Mapelli. Il tavolo con i senatori e le mail inviate servivano a questo, a far loro comprendere un punto di vista diverso e a lanciare un messaggio chiaro ed unanime, agendo con l’urgenza che la drammatica situazione a Gaza richiede. Abbiamo anche avuto l’occasione di coinvolgere il professor Marco Mascia, docente di relazioni internazionali e Presidente del Centro Diritti Umani di Ateneo, incontrandoci e lavorando insieme sulla mozione. Il professor Mascia ha condiviso con noi la necessità di mostrare alla governance che c’è una parte dell’Ateneo che non si è sentita rappresentata dalle decisioni prese nelle precedenti sedute del Senato e che richiede, anche a gran voce, un cambio di rotta da una posizione debole e stagnante dalla quale il Senato e la governance non volevano scostarsi, ma che con un lavoro di pressione che portiamo avanti da mesi siamo riusciti a cambiare”.

Teresa Cozzi, senatrice per Udu Padova, ricorda le precedenti istanze presentate da Udu al Senato Accademico: “Nella prima mozione che abbiamo presentato, ci è stato reso impossibile far prendere posizione a Unipd in solidarietà al popolo palestinese; la seconda volta abbiamo portato il tema della problematicità riguardante il “dual use” degli accordi bilaterali tra UniPd e gli Atenei israeliani e del bando di collaborazione tra il MAECI e lo stato israelia-

no, uscendone profondamente delusi dal totale rifiuto del Senato a considerare la nostra proposta”. Prosegue con i punti contenuti nella mozione di ieri: “Finalmente, siamo riusciti a far esprimere Unipd, tramite il suo organo politico che è il Senato, con una posizione di sconcerto e profonda preoccupazione per l’ulteriore drammatico evolversi del conflitto, condotto con ingiustificabile accanimento dall’esercito israeliano ai danni della popolazione civile palestinese alla quale vanno sentimenti di vicinanza e solidarietà. Inoltre, verranno anche destinando risorse per borse di studio finalizzate all’accoglienza di studenti, ricercatori e dottoran-

di delle Università palestinesi distrutte dai bombardamenti, previsti in votazione anche al prossimo Consiglio di Amministrazione e un impegno per la creazione di corridoi umanitari; infine, la mozione contiene anche una clausola che permetterebbe di bloccare gli accordi bi-

laterali tra UniPd e altri Atenei in caso di verifichi il rischio di “dual use” della ricerca scientifica.”

Emma Ruzzon, senatrice Udu e Presidente del Consiglio degli Studenti, aggiunge: “La votazione di oggi ci ha mostrato come il lavoro che abbiamo portato

avanti, soprattutto nelle ultime settimane, sia fruttato in questa mozione, passata all’unanimità. Uscire da questa seduta del Senato Accademico con una platea di astenuti e contrari sarebbe stato molto grave, viste le evoluzioni dell’invasione di Rafah da parte dell’esercito israeliana e il numero di civili uccisi, sempre più vicino ai quarantamila”.

La comunità studentesca sostiene il Pride

Le associazioni studentesche padovane sono compatte nel sostegno al corteo e al programma politico del Pride di Padova di questo 1 giugno.

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Emma Ruzzon, Presidente del Consiglio Studentesco, sottolinea l’impegno dell’organo che ha recentemente approvato una mozione di adesione al Pride: “L’università deve essere un luogo sicuro per tutti e tutte, ma purtroppo non è ancora così. Tante le discriminazioni in base all’identità di genere e orientamento sessuale. Per decostruire queste barriere, ci sono molti passi da fare ancora. Il Pride è una manifestazione di visibilità e di lotta per i diritti, la nostra adesione è un passo fondamentale per affermare l’impegno dell’università contro ogni forma di discriminazione. Inoltre, scendere in piazza in questo periodo diventa ancora più importante, vista anche la recente votazione in Unione Europea sul riconoscimento dei diritti delle persone LGBTQ in cui una rappresentanza italiana ha votato contrario”.

Sophie Volpato, della Rete degli Studenti Medi di Padova, insiste sulla necessità di cambiamenti concreti nel sistema scolastico: “I luoghi di istruzione siano spazi in cui sentirci al sicuro e noi stessi, per questo anche quest’anno siamo in piazza accanto all’UDU e a tutte le realtà cittadine che parteciperanno al Pride. Un momento fondamentale per le lotte che ogni giorno portiamo nelle scuole come nell’Università: dall’introduzione dell’educazione sessuale laica, inclusiva e transfemminista nei piani di offerta formativa”.

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Emma Ruzzon, presidente del Consiglio degli studenti e senatrice accademica, insieme agli altri senatori accademici

Fumetti fatti a mano. “L’ergastolo di Santo Stefano. Fine pena mai”, una

graphic novel eccezionale

Stefano Tamiazzo torna in libreria

Stefano Tamiazzo è un disegnatore eccezionale. Anzi, il termine disegnatore è riduttivo per l’artista padovano che ha dimostrato negli anni di essere un autore a tutto tondo. Direttore artistico della Scuola Internazionale di Comics di Padova, Tamiazzo ha esordito nel ‘94 la storia “Sogno di una notte di mezza… fuga”, pubblicata in Canada, Stati Unit, Francia, Belgio e anche in Giappone sulla prestigiosa rivista Kodansha. Sono seguiti poi “Niente succede per caso”, la serie di volumi de “La Mandiguerre” (sceneggiatura Jean David Morvan), “Un peu mon neveau” (Edizioni Dupuis) e la “Cynocephales. La Banda dei Mastini” (sceneggiatura di Gris De Payne).

Tamiazzo è tornato da poco in libreria con “L’ergastolo di Santo Stefano. Fine pena mai” (Ultima Spiaggia Editore), un volume caratterizzato da una potenza di scrittura e di disegno davvero notevoli. Ho approfittato dell’uscita di questa nuova graphic novel per scambiare due chiacchiere con Stefano.

Con “L’ergastolo di Santo Stefano. Fine pena mai” per la prima volta “entri nella storia”, dato che i tuoi lavori precedenti erano legati al mondo del fantastico. Da dove nasce questa svolta?

Nasce dal fatto di essere entrato fisicamente in questo carcere e nelle celle a più riprese negli ultimi 15 anni, aver respirato quell’atmosfera contemporaneamente affascinante e orrendamente brutale. Raccontarlo attraverso una graphic novel è diventata in maniera molto naturale un’esigenza che si è fatta man mano più impellente. Per questo fumetto hai fatto tutto da solo: scritto, disegnato, inchiostrato, colorato... cosa cambia rispetto al lavoro insieme a uno sceneggiatore?

Non era la prima volta, e quindi avevo già un bel po’ di mestiere alle spalle, ma direi che la parte più potente e interessante è proprio quella di poter decidere ogni singolo aspetto della produzione da solo, e quindi una maggior responsabilità, che da una parte pesa ma dall’altra ti dà una scarica adrenalinica non indifferente, oltre a un milione di dubbi che ti assalgono costantemente. Ovviamente quando lavori in coppia con uno sceneggiatore le dinamiche sono totalmente differenti, il compromesso è la regola, e il risultato finale è un mix dove si spera che 2+2 faccia almeno 5!

Ho notato che anche il lettering è fatto a mano, cosa sempre più rara in un mondo digitalizzato come quello del fumetto. Vuoi parlarci di questa tua scelta di fare i fumetti “alla vecchia maniera”?

Da qualche anno ho fatto una scelta “radicale”, cioè di lavorare solo su carta, senza “effetti speciali” digitali, e l’aspetto del lettering è uno dei più cari per me. È una modalità che sento particolarmente perché – io sono il mio mestiere – e più vado avanti più sento l’esigenza di non rinunciare a nessuno degli aspetti che rendono un’opera il più distinta nel mare immenso delle produzioni a fumetti. Ci sono pagine meravigliose che vengono massacrate da balloon e lettering di serie, come se il segno di un disegnatore fosse uguale all’altro. Sicuramente aver letto anni fa “Conversazioni sul fumetto - Einser/Miller” mi aprì gli occhi su questi aspetti, così come sul formato e la scelta della carta, spesso considerati secondari, ma per me di primaria importanza.

Quest’opera nasce dal fatto di essere entrato fisicamente in questo carcere e nelle celle a più riprese negli ultimi 15 anni, aver respirato quell’atmosfera contemporaneamente affascinante e orrendamente brutale. Raccontarlo attraverso una graphic novel è diventata in maniera molto naturale un’esigenza che si è fatta man mano più impellente

Mi è piaciuto molto il “finto” bianco e nero ricco di una enorme gradazione di grigi, con pochi sprazzi di colore (il blu del mare, del cielo, il rosso del sangue), una scelta stilistica molto diversa rispetto al colore dei tuoi lavori precedenti. Ce ne vuoi parlare?

Da una parte l’esigenza di rendere una vita ristretta e quasi priva di sentimenti, senza colore, grigia in tutti i sensi e quindi anche nella resa effettiva delle pagine, contrastata da alcuni accenni rosso sangue, perché è pur sempre una storia violenta, e da qualche sprazzo di colore dedicato a quel mare meraviglioso che circonda l’ergastolo ma che non poteva essere più visto dai detenuti una volta entrati in carcere aumentando così il rigore della pena.

Oltre a disegnare sei anche il direttore artistico della Scuola Internazionale di Comics di Padova: che consiglio daresti a un ragazzo o una ragazza che vorrebbe iniziare a disegnare?

Semplicemente di farlo, e di non aspettare. Il disegno nasce come un’esigenza, che poi ha la necessità di essere disciplinata con un metodo di lavoro. Senza un metodo, la frustrazione è lì pronta a farti desistere ed è li che una struttura come Scuola Internazionale di Comics interviene con l’esperienza dei docenti che sono sempre dei professionisti della materia che insegnano con esperienze di lavoro che spaziano in tutto il mondo.

Dacci tre buoni motivi per comprare “L’ergastolo di Santo Stefano. Fine pena mai”.

Per conoscere un pezzo di storia fondamentale del nostro paese, spesso misconosciuta; per capire che il carcere ci riguarda tutti, non solo i criminali. Ogni anno in Italia circa 1.000 persone sono vittime di ingiusta detenzione; e perché devo pagare le rate della Lamborghini…e non ho nemmeno la patente!

Giacomo Brunoro

• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!

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L’ultimo libro di Stefano Tamiazzo, “L’ergastolo di Santo Stefano. Fine pena mai” e l’autore

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articolare , posturale e fisiologico creando disturbi e patologie dolorose. Una delle difficoltà primarie per chi è affetto da queste problematiche inabilitanti è trovare soluzioni riabilitative senza dover viaggiare da una struttura clinica ad un’altra interpellando specialisti e professionisti diversi che non si interfacciano tra loro ma che comunicano solo tramite referti o documenti similari.

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progetto riabilitativo , studiato e protocollato dopo anni di ricerche e studi , avviene all’interno di tre sedute programmate con tre professionisti di diversa specializzazione.

Ortopedico , Fisioterapista e Tecnico Ortopedico lavorano infatti in continua sinergia con incontri d’equipe per confrontarsi sullo stato d’essere del paziente ed elaborando percorsi mirati al suo stato di salute.

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durante il primo incontro sono sensori inerziali , pedane dei carichi corporei e valutazione computerizzata della postura . Questi primi dati saranno il punto zero della valutazione clinica e su questi inizierà un percorso guidato dove il paziente è sempre consapevolmente al centro del progetto. Invictus è un centro d’eccellenza al servizio della riabilitazione.

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L’intervista.

Il rito del tè fra cultura e gusto: in viaggio con Marta Ceschi

Quella del tè è una vera e propria cultura, intrinsecamente legata alle tradizioni e ai rituali dei paesi da cui proviene. Seconda bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua e ottima alterativa al caffè, da sempre il tè è appezzato per i suoi effetti benefici. Un mondo tutto da esplorare: lo facciamo con Marta Ceschi, padovana, un passato da ingegnera e un presente dedicato al tè, una passione che è diventata mestiere durante il lockdown con la creazione del marchio Dhy�na (dhyanatea.com).

Partiamo dalla vera esperienza di degustazione. In cosa consiste?

Tutto inizia dalla scelta del tè che abbiamo voglia di bere in quel momento, perché ogni tè è in grado di trasmetterci sensazioni diverse. Per un’autentica esperienza suggerisco un buon tè in foglia che, a differenza del tè polverizzato, rilascia più lentamente gli aromi sviluppando un profilo aromatico più complesso. La preparazione fa parte dell’esperienza: è il momento in cui ci concentriamo su alcuni movimenti e

sull’attesa delle foglie in infusione. La vera e propria degustazione, infine, va fatta con calma, con l’idea di regalarsi un momento di pace.

Quali tè e tradizioni ti hanno colpito in particolare?

I tè nepalesi che vengono prodotti ad altissima quota, oltre i 2.000 metri alle pendici dell’Himalaya, o i tè verdi giapponesi, che sono molto diversi dall’idea di tè che abbiamo in Occidente. Mi ha colpito scoprire quanto profondamente il tè sia legato alla cultura e alla storia dei paesi orientali, dove esistono delle vere e proprie cerimonie: in Giappone con la cerimonia del tè matcha chiamata cha no yu o in Cina con il metodo delle infusioni multiple chiamato gong fu cha. È sorprendente come il tè sia un filo che unisce la storia di tanti paesi e ogni popolo lo abbia adattato in base alle proprie esigenze e tradizioni.

Il tè è apprezzato anche per i suoi benefici.

Da sempre viene utilizzato nella medicina cinese: le prime testimonianze risalgono a quasi 5.000 anni fa. Studi moderni hanno confermato molte sue proprietà (antiossidante, digestiva, drenante, detox…) anche se non è facile stabilire la misura in cui si manifestano tali benefici. C’è però un beneficio immediato che ho appurato

su me stessa, ossia il senso di calma che trasmette preparare e bere il tè: mi permette di concentrami sul momento presente. Un vero e proprio esercizio di mindfulness!

Può essere un ingrediente versatile anche in cucina?

Certamente! Per un abbinamento sorprendente, abbinate una zuppa di pesce con un tè verde giapponese, un Sencha per esempio. Il sapore del pesce viene richiamato dalle note marine del tè e lascia la bocca pulita. Per sperimentare con il tè come ingrediente, preparate un risotto al tè verde al gelsomino (al posto del brodo).

Si avvicina l’estate. Come si beve il tè in questa stagione?

Con l’infusione a freddo, tecnica che consiste nel lasciare in infusione le foglie di tè in frigo partendo dall’acqua a temperatura ambiente. Con questa tecnica si evita che si inneschi l’ossidazione del tè che va a modificarne le proprietà organolettiche, spesso facendolo diventare amaro.

Francesca Tessarollo

Io sono con te: un libro che testimonia la solidarietà umana durante la pandemia

In un’epoca segnata dal Covid, “Io sono con te” emerge come un’opera che riunisce frammenti di esperienze umane attraversate dalla sofferenza e dalla speranza. Scritto a quattro mani da don Marco Galante, sacerdote operante nel cuore dell’ospedale Covid di Schiavonia, e dalla giornalista Sara Melchiori, il libro cattura la complessità delle vite intrecciate durante la pandemia.

Durante la pandemia, don Marco ha trascorso i giorni all’interno di un ospedale Covid, diventando una costante presenza di ascolto, conforto e preghiera sia per i malati che per il personale ospedaliero. La sua esperienza si è intrecciata con domande esistenziali e momenti di profondo mistero, affrontando la soffe-

renza e il sollievo, la paura e la fiducia, i distacchi e gli incontri. La sua presenza è stata una luce di speranza in un momento di oscurità, un faro di fede nel mezzo della tempesta.

Nel cuore dell’oscurità, don Marco ha portato con sé il Vangelo della Vita, offrendo presenza e vicinanza in un contesto in cui la solitudine, il dolore e l’incertezza rendevano difficile persino respirare. Il suo vissuto diventa così un richiamo alla solidarietà umana, ricordando che nessuno dovrebbe mai affrontare da solo il dolore, la paura o la morte.

Quattro anni dopo, Sara Melchiori ri-

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compone i frammenti delle vite devastate dal Covid-19, tra giorni di isolamento e incontri selezionati. Insieme all’amico don Marco, ha raccolto pezzi di storie altrui e personali, permeate di sofferenza, domande senza risposta, ma anche di dono, presenza e ascolto empatico. Il libro, pubblicato dalle Edizioni Messaggero Padova, non solo testimonia le tragedie e le difficoltà affrontate, ma anche la resilienza e la solidarietà emerse in tempi così oscuri. Come molte altre persone e famiglie, Sara ha sperimentato i dolori inflitti dal virus: l’isolamento di un genitore in ospedale, la perdita

di un caro anziano (a causa del Covid), senza poterlo salutare o confortare una sola volta. “È come raccogliere briciole di esperienze troppo comuni. Briciole di dolori molto più grandi e strazianti – scrive Melchiori –. Sono pezzi di un puzzle, sparsi sul tavolo della vita senza un’immagine da completare...”.

“Io sono con te” diventa così un tentativo di dare un senso alle esperienze vissute durante la pandemia, una testimonianza della forza dell’umanità di fronte all’avversità. Con la prefazione del vescovo Pavanello, il libro richiama alla memoria e all’insegnamento tratti dall’esperienza del Covid, incoraggiando a non dimenticare il valore della solidarietà umana. (s.b.)

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Un passato da ingegnere e un presente da esperta della popolare bevanda
Cultura
Marta Ceschi mentre versa del tè in una tazza

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Padova centra l’obiettivo salvezza

Cuttini confermato primo allenatore

L ’obiettivo salvezza raggiunto a tre giornate della fine: una grande stagione per la Pallavolo Padova nel campionato di Superlega, sostenuta da un grande pubblico e da una dirigenza che ha sempre creduto nello staff tecnico e nella squadra. “Quello di quest’anno è stato un campionato complesso – ha dichiarato Giancarlo Bettio, presidente della Pallavolo Padova –. Un campionato nel corso del quale si sono disputate sfide importanti, e che ci ha visto raggiungere l’obiettivo che ci eravamo prefissati, ovvero la salvezza, con tre giornate di anticipo, in un contesto, come quello della SuperLega dove, di anno in anno, il livello si alza sempre di più. Pallavolo Padova rappresenta la nostra città e la provincia nel campionato di pallavolo più competitivo al mondo, e questo deve essere motivo d’orgoglio per tutti noi. Voglio ringraziare tutti i nostri tifosi che ci hanno seguito con grande partecipazione e già non vediamo l’ora di ritrovarci alla Kioene Arena. È stato un campionato complesso, fatto di sfide, ma alla fine siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo che ci eravamo prefissati, ovvero la salvezza. La riconferma di Jacopo Cuttini, come primo allenatore, rappresenta un passo importante per dare continuità al lavoro svolto e ai risultati ottenuti. Il nostro obiettivo ora è compiere un altro passo in avanti nel migliorare la squadra, come è sempre successo negli ultimi tre anni”. E per la stagione di SuperLega 2024-25 si ripartirà pro-

prio da coach Jacopo Cuttini, che è stato confermato primo allenatore di Pallavolo Padova. Cuttini, che ha guidato la squadra nelle ultime quattro stagioni, ha accettato con entusiasmo il rinnovo del contratto, sottolineando l’onore e la soddisfazione di continuare a far parte della famiglia bianconera. “Sono molto contento e orgoglioso della proposta che mi è stata fatta – ha dichiarato il coach –, in quanto si tratta di un importante attestato di stima. Da una società storica come Pallavolo Padova, ricevere questa fiducia, è una grande responsabilità e un grande onore”.

Coach Cuttini ha poi riflettuto sulle quattro stagioni trascorse alla guida della squadra padovana, sottolineando le sfide affrontate e i traguardi raggiunti. “È stato un percorso fatto di prove complesse, ma anche di grandi soddisfazioni. Il livello di gioco in SuperLega è cresciuto notevolmente negli ultimi anni. Nonostante ciò siamo riusciti a competere e a produrre giocatori importanti”. Riguardo alla stagione appena conclusa, Cuttini si è detto soddisfatto dei risultati ottenuti, evidenziano l’impegno profuso da ciascun atleta del gruppo. “Anche quest’anno siamo stati capaci, con un team davvero giovane, di superare le sfide che ci siamo posti e a creare un gruppo coeso, che è cresciuto passo dopo passo, partita dopo partita. Siamo riusciti a vincere molte scommesse, il che dimostra che abbiamo fatto un buon lavoro”.

Nuovi primati per Emma Mazzenga, la padovana “nonna dei record”

La “nonna dei record” non ha smesso di correre anzi, a 90 anni suonati, ha messo il turbo e conquistato nuovi primati. Emma Maria Mazzenga, classe 1 933, della Atletica Insieme di Verona ha stabilito altri due record mondiali per la categoria W90 a Padova, nel corso dei Campionati Regionali Master Indoor. La signora Emma Maria ha migliorato il primato che già deteneva nei 60 metri e nei 200 corsi rispettivamente in 14 secondi e 58 (il record precedente era di 14”73) e 51 secondi 08 (il precedente di 51”63).

l’ha portata a migliorare ad ogni gara. Il 14 gennaio scorso esordì infatti con un 54.47 sui 200 metri, risultato che desto’ un grande clamore tra gli sportivi di tutte le età. La prossima gara per

Con questi due nuovi risultati sono quindi ben 5 i record mondiali indoor stabiliti da Emma Maria Mazzenga in questi ultimi due mesi, in una incredibile progressione che

la professoressa padovana in pensione sono i Campionati Europei Indoor Master di Torun, in Polonia, dove si cimenterà anche sui 400 metri, distanza dove

detiene il record del mondo per la categoria W85 di 1’51”89. Emma ad oggi detiene 3 primati mondiali, 6 primati europei e 28 migliori prestazioni italiane di categoria. Nella sua lunga carriera agonistica master, iniziata a 53 anni, ha vinto 21 titoli mondiali, 50 titoli europei e ben 115 titoli italiani. Emma Maria Mazzenga rappresenta un esempio di resilienza e determinazione: si allena regolarmente due volte la settimana, d’inverno al Palaindoor, d’estate allo stadio Colbachini. Fino a quando continuerà con l’atletica? “C’è stato un atleta che si è ritirato a 104 anni”, ha dichiarato, “ma non arriverò a tanto: credo che questa sarà la mia ultima stagione in pista”. (d.b.)

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Pallavolo. Portata a termine un’ottima stagione in Superlega
Sport
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Jacopo Cuttini

Guinnes World Record. Alla Fondazione Opera Immacolata Concezione Onlus ben 70 centenari

A Padova il più grande raduno di centenari del mondo

Padova e il Veneto sono entrati nel Guinness World Records™ per aver riunito presso la Fondazione Opera Immacolata Concezione Onlus ben settanta centenari radunati contemporaneamente al Palazzo dello Sport di via Toblino nella mattinata di sabato 4 maggio, alla presenza del giudice del Guinness World Records™ Lorenzo Veltri. Demolito dopo otto anni il precedente record detenuto dalla città di Brisbane, in Australia, che era stata capace di radunare 45 centenari nel 2016.

“Un primato fantastico –spiega il direttore generale della Fondazione Opera Immacolata Concezione Fabio Toso – che siamo riusciti a raggiungere grazie al lavoro di tutti colori che si sono impegnati per mettere in moto questa imponente macchina organizzativa. Oggi la soddisfazione e l’orgoglio è stata quella di vedere così tanti centenari riuniti in questa grande festa che hanno voluto fortemente essere presenti”.

I numeri: 55 femmine e 15 maschi hanno concorso al record, Luigi Zanon, 106 anni (nato il 7 aprile 1918), era il più anziano presente, mentre Ada Trevisan (17 ottobre 1919), 104 anni, era la donna più anziana che ha partecipato al Guinness World Records™. 180 Enti hanno risposto all’invito del Club Over 100, della Fondazione Opera Immacolata Concezione Onlus e della Provincia di Padova, 175 comuni hanno offerto collaborazione partecipando all’evento, con tutte le province del Veneto e la Città metropolitana di Venezia che hanno dato il loro sigillo. A questi vanno aggiunti Anci Veneto e ben 75 patrocini concessi per il tentativo di record. Circa 750 centenari censiti dalla macchina organizzativa che hanno risposto, così suddivisi. La Provincia di Padova ne ha segnalati 243, di cui 115 nella città di Padova, 10 in provincia di Rovigo, 89 quella di Belluno, 163 quella di Treviso, 208 quella di Vicenza, di cui 70 a Vicenza città, 34 quella di Venezia. Le fasi della cerimonia sono state scandite dalla Fanfara dei Bersaglieri.

Il senatore Antonio De Poli ha illustrato la proposta di leg-

ge per fare piantare un albero per ogni centenario, come per ogni nuovo nato. La proposta prevede incentivi per le amministrazioni locali che mettono a dimora un albero per ogni residente centenario, nella gestione degli spazi verdi a livello urbano e nell’ambito di interventi di rigenerazione urbana e ambientale: “È una proposta che ha una doppia chiave, green, di attenzione all’ambiente, certamente, ma ha anche un’impronta sociale perché i nostri anziani sono i testimoni viventi del passato. È importante valorizzarli perché è nell’incontro tra le

generazioni che si costruisce l’identità di una Comunità e di una Nazione. In questo grande giorno che ha portato questo

grande record si è scoperto ancora di più il valore dei nostri centenari che hanno voluto essere presenti per festeggiare

tutti insieme”.

Il “Club Over 100 - ricomincio da zero” è un originale sodalizio nato nel 2008, ispirato dalla Fondazione Oic, che riunisce tutte le persone con almeno cento anni di vita. Fin dai suoi inizi, il club ha promosso il raduno annuale degli over 100, con 16 edizioni che si sono rivelate un successo sia in termini di partecipazione (con più di 500 persone), sia perché hanno coinvolto diverse generazioni insieme, oltre alla presenza delle istituzioni e della banda musicale.

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Il Club ha vinto la sfida di superare il record mondiale sul più numeroso raduno di centenari e centenarie, contribuendo in modo determinante ad una grande festa di amicizia intergenerazionale, tutti uniti per un obiettivo simbolico: “Siamo orgogliosi per questo record –spiega il responsabile del Club Over 100 Davide Ceron – reso possibile dallo sforzo congiunto di tutta la macchina organizzativa della Fondazione Opera Immacolata Concezione Onlus”. “Da sempre il nostro motto è “la longevità come risorsa” ed in questo senso i centenari ne sono ovviamente la massima espressione, rappresentando un inestimabile patrimonio di esperienze e vita - dichiara il presidente della Fondazione Oic Onlus Andrea Cavagnis - La calorosa adesione alla sfida del Club Over 100 da parte delle amministrazioni locali venete, non a caso un territorio con un’altissima concentrazione di Over 100, dimostra come sia stato compreso il valore simbolico dell’iniziativa. Abbiamo raggiunto un grande primato, testimoniando così anche visivamente come l’alta qualità di vita dei nostri Comuni favorisca proprio una vita longeva”.

La cerimonia si è conclusa con la piantumazione di un maestoso ulivo centenario e con i colpi di pala a sigillarne il simbolo nel grande parco della Mandria a cui hanno contribuito anche gli ultra centenari Iolanda Paccagnella e Walter Visentin in rappresentanza dell’esercito di ultra centenari riuniti. Vincenzo Gottardo

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I settanta centenari veneti al raduno di Padova

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#Regione

L’appuntamento elettorale. Sarà un importante test in vista delle regionali del prossimo anno e anche delle comunali a Venezia

Elezioni europee, e se il voto di giugno cambiasse il volto della politica italiana?

Fratelli d’Italia punta al gradino più alto del podio, probabile testa a testa tra Lega e Forza Italia per il secondo posto. Il Pd guarda all’asticella psicologica del 20%. E nel 2025 in laguna c’è già chi azzarda la staffetta ZaiaBrugnaro

Manca ormai pochissimo e si apriranno le urne delle elezioni europee. Forse per la prima volta, almeno a seguire i dibatti e ascoltando le conversazioni al bancone del bar, questa scadenza elettorale sembrerebbe appassionare gli elettori italiani e veneti. Diciamoci, infatti, la verità: fino ad oggi le Europee hanno sempre scaldato poco i cuori di un elettorato che dimostra, più in generale, una crescente disaffezione al voto. Questa volta potrebbe essere diverso perché alcuni “esperimenti”, promossi dai partiti politici proprio per elezioni Europee, potrebbero cambiare significativamente il panorama politico nazione e regionale.

Partiamo dallo scenario più vicino: il Veneto.

Il prossimo anno si voterà per le elezioni regionali e, dato non irrilevante, per le Comunali di

Venezia. Tanto in regione quanto nel capoluogo si può parlare di fine di un’era. Parlamento e Governo, a trazione Fratelli d’Italia, non hanno, infatti, consentito la possibilità di correre per un terzo mandato al Sindaco della città capoluogo, Luigi Brugnaro e al Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. Le elezioni europee, dunque, in questo senso rappresentano un primo test attraverso il quale definire rapporti di forza e, un’eventuale, griglia di partenza in vista del 2025.

Anche se, per rimanere al 2025, si sta facendo largo una voce molto interessante anche se al momento priva di conferme: Zaia e Brugnaro potrebbero compiere un trasloco di poche centinaia di metri. Da Palazzo Balbi, sede della Giunta Regionale del Veneto a Ca’ Farsetti, il Municipio di Venezia, ci sono,

infatti, pochi minuti di motoscafo. La notizia, che molti osservatori stanno attendendo, dunque, è quella di una candidatura a sindaco di Luca Zaia e quella di Presidente della Regione di Luigi Brugnaro. Dopo le elezioni europee, anche da questo punto di vista, se ne saprà di più e il risultato elettorale, ma soprattutto i flussi – ovvero gli spostamenti da un voto all’altro – diranno se questa suggestione abbia la possibilità di divenire realtà.

Lo scenario meno prossimo, invece, è quello nazionale.

Il Partito Democratico sente crescere attorno a se una certa fiducia. La segretaria Elly Schlein in un suo recente tour veneto alle domande dei cronisti non si è voluta sbilanciare in pronostici, ma è chiaro a tutti che i democratici terranno d’occhio due parametri essenziali: se saranno sopra o sotto l’asticella psicologica del 20% e il distacco dal maggior rivale interno, il Movimento 5Stelle.

Assunto che Fratelli d’Italia si confermerà come primo partito, l’attenzione è tutta rivolta al derby per la seconda piazza

del centrodestra tra la Lega di Salvini e Forza Italia. Molto sta facendo discutere la candidatura tra le fila leghiste del generale Vannacci. Una scelta questa voluta fortemente dal leader nazionale e contestata aspramente dalla base e, in particolar modo, dai principali esponenti veneti del Carroccio con Zaia in testa. Nei giorni scorsi il celebre politologo Paolo Feltrin ha dato una chiave di lettura molto interessante che, in un qualche modo, potrebbe dare una spiegazione alla scelta di Salvini di candidare il generale nonostante le proteste dei suoi. Il professor Feltrin, infatti, ha spiegato, ci perdonerà la sintesi, come questa candidatura in una fase nella quale la Lega non è più quel “sindacato del Nord” che era una tempo,

Si vota per il sindaco in 309 Comuni veneti, meno

Oltre la metà dei Comuni veneti andranno al voto anche per il rinnovo del consiglio comunale e l’elezione del sindaco. Nella nostra regione sono ben 309 le amministrazioni comunali da eleggere, oltre i 55% del totale, la netta maggioranza tra le province di Vicenza, Padova e Treviso. E proprio in polesine si vota anche nella città capoluogo di provincia, a Rovigo, 50 mila abitanti, dove è in corso un serrato confronto tra i numerosi candidati in lizza.

In tutto il Veneto i Comuni con più di 15 mila abitanti sono 24: qui gli elettori potrebbero essere chiamati al turno di ballottaggio il 23 e 24 giugno se non vi sarà un eletto con più del 50 per cen-

to dei voti. A Vicenza le amministrative coinvolgono ben 75 Comuni, fra i quali spiccano Bassano del Grappa con i suoi 42 mila abitanti, ma anche Schio, Valdagno, Arzignano, Montecchio Maggiore e Cassola. In provincia di Padova si vota in 52 Comuni, quelli con più di 15 mila abitanti sono Cadoneghe, Monselice, Rubano e Selvazzano Dentro. Più nutrita la pattuglia a Treviso con 55 Comuni, con i quattro “grandi” Vittorio Veneto, Mogliano Veneto, Paese e Preganziol. Dei 16 comuni al voto nel territorio metropolitano di Venezia sono sempre 4 i centri maggiori: Portogruaro, Spinea, Scorzé e Noale.

Tra le centinaia di liste che si presenta-

possa intercettare quel voto “ribelle” e “politicamente scorretto” del quale FDI, fin quando era all’opposizione, ha goduto e che oggi, con le responsabilità di governo e la svolta europeista in corso, non può più permettersi di corteggiare. L’ennesimo azzardo di Salvini, e molti in passato gliene sono riusciti visto che è diventato segretario di una Lega che stava al 4%, per confermarsi seconda forza della coalizione, respingendo la crescita di Forza Italia, e per lanciare un chiaro messaggio a Giorgia Meloni. Vedremo cosa succederà: quello che è certo è che dal giorno dopo le Elezioni Europee gli scenari, nazionale e regionale, potrebbero vedere delle mutazioni anche molto repentine. (r.r.)

partiti e più liste civiche

no al voto spicca la sempre più massiccia presenza di gruppi civici, diretta espressione del territorio, più o meno vicini ai diversi schieramenti politici, talvolta con un esplicito riferimento, in altre occasioni invece del tutto indipendenti dai partiti. Spesso sono espressione del gruppo di maggioranza uscente, che ripropone il sindaco uscente per il secondo mandato e da quest’anno anche per il terzo, oppure che si presenta con un novo candidato nel solco della continuità. Molte civiche anche tra le opposizioni o i gruppi che auspicano un cambio di rotta nella gestione amministrativa. In questo panorama le liste espressione dei partiti tradizionali sono in netto

calo ma non sono certo scomparse, e in ogni caso i partiti hanno il loro peso, soprattutto nei centri più grandi. Sarà un vero test per la Lega nei territori in cui esprime numerosi sindaci e amministratori: gli scossoni dell’ultimo anno si ripercuotono anche sugli equilibri locali e sulle candidature. Fratelli d’Italia punta a rafforzare la sua presenza anche nei consigli comunali, come il Partito Democratico e Forza Italia cercheranno di conquistare alcune amministrazioni. In calo invece le liste del Movimento 5 Stelle dopo gli exploit delle tornate precedenti. Crescono invece i piccoli comuni nei quali si presenta un solo candidato, il cui obiettivo sarà vincere l’astensionismo.

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ALESSANDRA MORETTI

sul futuro.

MESSAGGIO POLITICO A PAGAMENTOCOMMITTENTE RESPONSABILE: Sandro Todescan SEGNA UNA CROCE sul simbolo del Partito Democratico e SCRIVI MORETTI GIONALE 27X35 +5 02.indd 1 22/05/24 15:33 messaggio politico elettorale SCARICA L’APP RADIO VENETO24
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Europee, ecco i candidati a Nordest

FORZA ITALIANOI MODERATI - PPE

Antonio Tajani

Sandra Savino

Flavio Tosi

Matteo Gazzini

Rosaria Tassinari

Cristina Andretta

Giampiero Avruscio

Antonio Cenini (Cenno)

Francesco Coppi

Arianna Corroppoli

Isabella Dotto

Bruno Molea

Deborah Onisto

Antonio Platis

Alessandra Servidori

PACE TERRA DIGNITÀ

Raniero Luigi La Valle

Benedetta Sabene

Michele Santoro

Khaled Al Zeer

STATI UNITI D’EUROPA

Graham Robert Watson

Antonella Soldo

Giulia Pigoni

ALTERNATIVA POPOLARE

SÜDTIROLER VOLKSPARTEI (SVP)

Herbert Dorfmann

Roberta Bergamo

Felix Nagler

Franca Padovan

Otto Von Dellemann

Ursula Thaler

Davide Bendinelli

Gabriella Chiellino

Muharem Saljihu (Marco)

Maria Laura Moretti

Giorgio Pasetto

Francesco Bragagni

Marina Sorina

Luigi Giordani

Fabio Valcanover

Aurora Pezzuto

Nicola Cesari

Kateryna Shmorhay (Katya)

MOVIMENTO 5 STELLE

Sabrina Pignedoli

Ugo Biggeri

Martina Pluda

Cinzia Morsiani

LIBERTÀ

Cateno De Luca

Laura Castelli

Vito Comencini

Valeria Allocati

Pier-Giorgio Ardeni

Ginevra Roberta Bompiani

Fiammetta Cucurnia

Francesco Di Matteo

Dario Dongo

Luigi Gallo

Alessandra Guerra

Paolo Rossi

Electra Stamboulis

Elisa Tagliavini

Paola Gori

Maria Angela Ferri

Giacomo Zattini

Paolo Bernini

Mohamad Kamel Malak (Pino)

Stefania Braghetta

Rada Bolognesi

Fulvia Panza

Diego Nicolini

Andrea Bardin

Cesidio Antidormi (Anti)

PARTITO DEMOCRATICO

Stefano Bonaccini

Annalisa Corrado

Ivan Pedretti

FRATELLI D’ITALIA

Giorgia Meloni (Giorgia)

Sergio Antonio Berlato

Alessia Ambrosi

Antonella Argenti

Elisabetta Gualmini

Alessandro Zan

Alessandra Moretti

Sara Vito

Sara Ferrari

Antonio Mumolo

Giuditta Pini

Marcello Saltarelli

Silvia Panini

Lorenzo Gennari

Paola Gazzolo

Andrea Zanoni

Silvia Bolla

Stefano Cavedagna (Cavedania)

Alessandro Ciriani

Elena Donazzan

Guglielmo Garagnani

Valeria Mantovan

Maddalena Morgante

Anna Olivetti

Lucas Pavanetto

Daniele Polato

Piergiacomo Sibiano (Piga)

Stefano Bandecchi

Lucrezia Chermaz

Alberto Bosi

Sabine Gruber

Filippo Bruschi

Miriam Nardelli

Marco Schenardi

Silvia Pilati

Paolo Alli

Barbara Previati

ALLEANZA VERDI E

SINISTRA

Cristina Guarda

Domenico Lucano (Mimmo)

Brigitte Foppa

Nicola Dall’Olio

Francesco Amodeo

Mauro Beccari

Sara Cunial

Mirko De Carli

Rehana Kausar

Meryem Khaioui (Maria)

Chiara Vanessa Michelon

Cinzia Pasi

Ugo Rossi

Enrico Rizzi

Paolo Silvagni (Valleverde)

Giorgia Tripoli

Jessica Veronica Cugini

Alessandro Franceschini

Francesca Caprini

Stefano Dall’Agata

Alessandra Filippi

Giulia Giorgi

Alessandra Mion

Emanuel Oian

Jessica Todaro (Jessica

Todaro Bellinati)

Paolo Trande

Francesco Gonella

AZIONE - SIAMO EUROPEI

Carlo Calenda

Elena Bonetti

Federico Pizzarotti

LEGA SALVINI PREMIER

Paolo Borchia

Elena Lizzi

Alessandra Basso

Lara Bisin

Mario Raffaelli

Stefania Cargioli

Giovanni Poggiali

Silvia Fattore

Carlo Pasqualetto

Valeriana Maria Masperi

Riccardo Mortandello

Giuditta Righetti

Paul Köllensperger (Paul)

Federica Sabbati

Umberto Costantini

Rosanna Conte

Anna Maria Cisint

Stefano Bargi

Roberta Conti

Arianna Lazzarini

Alessandro Manera

Morena Martini

Emiliano Occhi

Roberto Paccher (Pacher)

Roberto Pizzoli

Roberto Vannacci

Stefano Zannier

www.lapiazzaweb.it 33 041 554 0550 VIALE PADOVA, 1 · 30019 SOTTOMARINA DI CHIOGGIA (VE) PIZZERIA GRAZIE per averci scelto e per continuare a sceglierci dalle Tutti i giorni Mercoledì chiuso per riposo Sintonizzati sul futuro. Veneto24 passa al sistema di ultima generazione DAB che permette di ascoltare anche la radio con una qualità audio perfetta. Ascolta www.veneto24.it Regione Verso il voto. L’8 e il 9 giugno alle urne, attenzione alle preferenze

L’analisi. Mario Rodriguez, esperto di comunicazione politica, già docente all’Università di Padova

Confindustria Veneto Est. Con Carlo Scabin focus sull’export delle aziende venete

“Questa campagna elettorale assomiglia tanto ad un casting”

“Apertura ai mercati e sostenibilità scelte obbligate per le aziende”

Pesano l’astensionismo e lo scetticismo verso l’Unione Europea, ma crescono i movimenti civici e la spinta all’internazionalizzazione

“Dopo un 2023 di spinta e assestamento il 2024 è un anno in salita”

LI n una campagna elettorale che assomiglia ad un “casting” e sulla quale aleggia lo spettro dell’astensione, spicca in Veneto la vitalità dei movimenti civici ma anche un certo scetticismo verso l’Unione Europea. Su questo spazia l’analisi di Mario Rodriguez esperto di comunicazione politica e per molti anni docente all’Università di Padova.

a sostenibilità è una via obbligata per le imprese che vogliono continuare a crescere e restare sul mercato. Ne è convinto Carlo Scabin, presidente del gruppo “Agro, ittico, molitorie e zootecniche” di Confindustria Veneto est e presidente e ad di “Delta Group Agroalimentare Srl”.

Che anno è stato il 2023 per l’export veneto? E il 2024 come si sta delineando?

Professore, guardando alle candidature, contano più il nome del programma?

“Il 2023 è stato un altro anno di spinta e di crescita a 360 gradi, nonostante un assestamento nell’ultimo trimestre. Il 2024 è sicuramente un anno in salita, ma credo che non sia una sorpresa per nessuno”.

aziende venete?

Parlamento Europeo, dell’Europa come istituzione, passa in ombra. Questo ovviamente allontana gli elettori, ma in Veneto state anche vivendo delle esperienze molto interessanti. C’è in questa regione una vitalità delle cosiddette liste di comunità o civiche che è molto significativa.

Ci spiega perché?

Siamo di fronte alla sempre maggiore spettacolarizzazione della politica attraverso i media. Assistiamo ad una crescente personalizzazione, questa campagna elettorale sembra un casting. E’ un confronto in cui i contenuti delle elezioni, per esempio l’assetto futuro auspicato del

Cresce la spinta all’internazionalizzazione delle

“Sicuramente oggi le distanze non sono più motivo di preoccupazione e non vengono considerate come un limite. Le aziende dal canto loro devono continuare, pur mantenendo il proprio core business, a diversificare per poter essere sempre più competitive in qualsiasi mercato. Negli ultimi anni, e soprattutto dopo la pandemia, il mercato è diventato unico, globale, senza le tradizionali distinzioni come “il mercato asiatico”, il “mercato americano” e così via… In compenso, c’è oggi una volatilità sempre più imprevedibile e questo ci mette a dura prova, come pure accade ai nostri competitor. Sicuramente la chiave per farcela

Il civismo rafforza il senso di comunità, per arrivare al cuore degli elettori e avvicinarli. Cerca di ridare una ragione nell’andare a votare. Altrimenti l’elettore si sentirà sempre più lontano. Vedrà una politica che meno gli interessa, o in termini materiali o simbolici, e questo farà crescere il fenomeno dell’astensione.

Come conquistare allora l’attenzione degli elettori?

Credo che si debba lavorare con coraggio nel ristabilire una relazione tra il cittadino e le istituzioni. Ma anche tra il cittadino e i partiti, queste forme organizzate che stanno tra la società civile fra le istituzioni. Sono un po’ come i cardini delle porte. Le porte si possono aprire, si possono muovere attorno a un cardine. Ebbene, il cardine della democrazia sono i partiti politici. Ma queste figure sono entrate in crisi e non si riesce a capire bene a cosa servano. Invece servono a far capire ai cittadini, agli elettori, che il loro voto può essere determinante e incidere nelle scelte che influiscono sulla qualità della vita.

oggi è quella di andare ovunque ci sia un’opportunità, sempre però – come è ovvio – rimanendo fedeli al proprio modello di business”.

Sintonizzati

L’Unione Europea è vista da molti come la classica matrigna, come quella che osteggia lo sviluppo in Veneto. Questa narrazione avvicinerà al voto?

Quali sono gli ostacoli che incontrano le imprese del settore?

“Una grande problematica è la burocrazia. Questo per

Il trend di aumento delle astensioni e profondo e avrà

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veneto? E il 2024 come si sta delineando?

“Il 2023 è stato un altro anno di spinta e di crescita a 360 gradi, nonostante un assestamento nell’ultimo trimestre. Il 2024 è sicuramente un anno in salita, ma credo che non sia una sorpresa per nessuno”.

volatilità sempre più imprevedibile e questo ci mette a dura prova, come pure accade ai nostri competitor. Sicuramente la chiave per farcela oggi è quella di andare ovunque ci sia un’opportunità, sempre però – come è ovvio – rimanendo fedeli al proprio modello di business”.

noi rappresenta un grosso impedimento, che ci richiede uno sforzo enorme in termini di risorse ma soprattutto di tempo. Per il resto, noi siamo i primi della classe e non siamo secondi a nessuno”.

Ma cosa chiedono gli imprenditori per rimanere i primi nella classe e per sti-

bisogno di grandi cambiamenti per arrestarsi. I grandi cambiamenti sono anche frutto di shock, in momenti di crisi. In Veneto avete vissuto i movimenti di contrasto verso alcune decisioni dell’Europa, ma il Veneto è un’esperienza fantastica di integrazione internazionale. Ci sono quelli che hanno protestato ma ci sono esperienze di aziende fortemente orientate all’internazionalizzazione. In questa regione convivono i due aspetti, da una parte la paura ma dall’altra anche forti spin-

“C’è molta consapevolezza da parte degli imprenditori che è necessario continuare curamente in tecnologia ma ché sono le persone che fanno la differenza e che portano le aziende al successo. Inoltre, credo che oggi il tema principale e condivisibile con tutti – spaziando cioè anche agli altri settori – sia quello della sostenibilità”.

te all’internazionalizzazione. Gli elettori decideranno da che parte stare ma abbiamo sicuramente bisogno di un’Europa più forte che sappia rappresentare gli interessi di questa parte di mondo che appare sempre più un’eccezione, rispetto a mezzo secolo fa. Avremo bisogno di costruire i nuovi italiani europei, il nuovo modo di sentirsi in questa comunità europea di cui non possiamo non sentirci parte”.

In che senso?

“Per essere competitivi e per stare sul mercato – o meglio, sui mercati – oggi diventa un obbligo e non più un dovere investire nella sostenibilità. E la declino in tutte le sue forme, ambientale, economica, finanziaria. Molte aziende stanno già lavorando in questo modo”.

a cura di Giorgia Gay e Nicola Stievano

Quali sono gli ostacoli che incontrano le imprese del settore?

“Una grande problematica è la burocrazia. Questo per noi rappresenta un grosso impedimento, che ci richiede uno sforzo enorme in termini di risorse ma soprattutto di tempo. Per il resto, noi siamo i primi della classe e

In che senso?

“Per essere competitivi e per stare sul mercato – o meglio, sui mercati – oggi diventa un obbligo e non più un dovere investire nella sostenibilità. E la declino in tutte le sue forme, ambientale, economica, finanziaria. Molte aziende stanno già lavorando in questo modo”.

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Carlo Scabin
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Storie di

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PROTAGONISTI A NORD EST

Due nuove strutture moderne e ad impatto zero per gli studenti in zona Stanga

e all’avanguardia dal

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La zona scelta per questa nuova struttura è posizionata in modo strategico, consentendo agli studenti di raggiungere facilmente il Polo Universitario di Via Venezia o Via Tommaseo. Con la vivace atmosfera della zona Portello a pochi passi di distanza, gli studenti potranno godere di un ambiente stimolante per il loro percorso di studio e per la loro esperienza padovana, con la possibilità di studiare all’aperto durante la bella stagione.

La società altoatesina Phoenix Srl ha ottenuto il via libera per un intervento di ristrutturazione edilizia, con parziale demolizione, ricostruzione e ampliamento degli immobili, affidando la progettazione della nuova struttura ad ARC Ingegneria, importante studio di Padova. I lavori vedranno il contributo professionale anche di Tecno Crane, eccellenza

razioni future.

I lavori sono iniziati il 22 aprile 2024 e si prevede che saranno completati in tempi record entro maggio 2025, in tempo per accogliere gli studenti italiani e internazionali per il nuovo anno accademico. L’investimento totale per questo progetto si attesta

Tecno Crane è orgogliosa di aver contribuito a un progetto così importante e all’avanguardia per la città di Padova e la comunità di tutti gli studenti. Questo impegno rispecchia i valori fondamentali di sostenibilità del team e la loro costante dedizione al benessere del territorio e di chi lo abita.

TECNO CRANE SRL Via Antoniana, 246 - 35011 Campodarsego (PD) - Tel. 049 8803197 - info@tecnocrane.it
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Economia. Interviene Paolo Manfredi, consulente di Confartigianato nazionale

Il Veneto brilla per “intelligenza artigiana” Le imprese di fronte all’innovazione

L

o scorso anno le imprese artigiane digitali in Veneto, hanno registrato una performance straordinaria con una crescita del 6,6% che doppia il risultato già straordinario dell’Italia, +3,3%. La nostra regione si posiziona al Top in un andamento che risulta il migliore degli ultimi dieci anni: bisogna tornare al 2012 per trovare uno spunto migliore (+3,6%). Di artigianato digitale ne parliamo con Paolo Manfredi. consulente per la trasformazione digitale di Confartigianato Nazionale ma anche autore del libro “L’eccellenza non basta”.

“Ci sono imprenditori che hanno capito la sfida del digitale. - afferma Manfredi, - Hanno capito che cosa le tecnologie potevano fare per loro e lo hanno implementato anche in aziende molto piccole che oggi, rappresentano nella loro nicchia nel loro settore all’avanguardia. L’eccellenza però non ba-

sta, perché noi abbiamo la missione di accompagnare quante più imprese possibili, soprattutto micro e piccole, a comprendere a utilizzare al meglio ciò che gli strumenti digitali possono fare per le imprese. A dare libero sfogo a quella che noi in Confartigianato chiamiamo “intelligenza artigiana”, che non si contrappone ma che dà senso, corpo e calore anche alla digitalizzazione e all’intelligenza artificiale e che soprattutto rende i prodotti e i servizi degli artigiani qualcosa che va oltre il puro valore dell’oggetto”.

Tuttavia non tutti gli artigiani hanno le competenze per inserire l’innovazione della propria catena del valore, come fare? Cosa consigliate?

“Abbiamo bisogno di portare questa grande capacità innovativa dai singoli straordinari al sistema. Abbiamo bisogno di far capire agli im-

prenditori che cosa le tecnologie digitali possono fare per loro, quali problemi possono risolvere e quali opportunità possono aprire. Questo significa accompagnarli, formarli e fare in modo che diano libero sfogo alla loro fantasia che ne ha sancito il successo”.

Cosa fa dunque Confartigianato Imprese Veneto per aiutare in questo senso le proprie aziende?

“Confartigianato ha una rete nazionale di digital innovation hub che nascono esattamente con la missione di far capire agli artigiani quali sono le opportunità e le sfide del digitale e accompagnarli perché possano cogliere queste sfide e digitalizzare la loro impresa prima che lo faccia qualcun altro”.

Particolarmente significativa, inoltre, la realtà delle start-up innovative: sono giovani aziende ad alto contenuto tecnologico, con forti

potenzialità di crescita, iscritte nella sezione speciale del Registro delle Imprese, che hanno come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di un prodotto o servizio ad alto valore tecnologico.

“Grazie a questa costante attività di miglioramento –

afferma Roberto Boschetto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto – cresce la propensione a individuare soluzioni creative e l’utilizzo di nuove tecnologie. Per questo l’artigianato veneto contribuisce a mantenere elevata la qualità del made in Italy. Il futuro dell’artigianato non può trascurare le start up innovative e Confartigianato sta presidiando le opportunità che consentono agli nuovi imprenditori di innovare prodotti e processi produttivi –conclude– per questo ribadiamo come sia fondamentale che la politica regionale continui a impegnarsi per creare le condizioni favorevoli all’innovazione e alla nascita e allo sviluppo di nuove aziende nell’ottica di fornire un contributo rilevante alla crescita dell’economia e dell’occupazione, specie quella giovanile, favorendo la diffusione di conoscenza nel sistema imprenditoriale”.

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Paolo Manfredi, consulente di Confartigianato nazionale

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Anche il ra orzamento delle zone pedonali e l’ampliamento delle aree a tra co limitato

significativamente la qualità della vita urbana e rendendo la città più sicura e accessibile per tutti.

I costi per la realizzazione delle infrastrutture Sir2 e Sir3 sono finanziati da diverse fonti. La linea Sir2 e lo sviluppo del sistema SMART hanno un finanziamento complessivo

zione e nel potenziamento di una vasta rete di piste ciclabili integrate perfettamente con il sistema tranviario. Questo sviluppo non solo facilita gli spostamenti in bicicletta in sicurezza, ma incoraggia anche un numero sempre maggiore di cittadini e visitatori a scegliere la bici come mezzo di trasporto principale. Le infrastrutture ciclabili sono progettate per essere accessibili, collegando le zone residenziali con i principali punti di interesse della città, inclusi parchi, scuole, u ci e centri commerciali, promuovendo una mobilità urbana attiva e sana

nibili. Momenti importanti per costruire una cultura della mobilità dolce e per incoraggiare comportamenti responsabili che contribuiscano alla riduzione dell’impronta ecologica urbana.

Attraverso l’integrazione di sistemi di trasporto pubblico e cienti, il miglioramento delle infrastrutture per ciclisti e pedoni, e l’adozione di politiche incentrate sull’ intermodalità e l’educazione, Padova sta mettendo le basi per diventare un modello di mobilità urbana sostenibile e inclusiva, ispirando città in Italia e in Europa a seguire il suo esempio. Un impegno concreto verso un futuro urbano più sano, sicuro e sostenibile.

www.trampadova.it Messaggio pubbliredazionale SCARICA L’APP RADIO VENETO24 Ascolta
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I traguardi raggiunti. L’impegno verso l’ambiente, la comunità, i collaboratori e il territorio

Il valore della sostenibilità: Despar Nord presenta il Report Integrato 2023

Rappresentare e monitorare in modo coerente e interconnesso i traguardi raggiunti in termini di sostenibilità ambientale, sociale e di governance: è questo l’obiettivo del Report Integrato che Despar Nord (Aspiag Service S.r.l), la concessionaria dei marchi Despar, Eurospar e Interspar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, ha recentemente presentato e che descrive l’impegno dell’azienda per la crescita sostenibile e la responsabilità verso l’ambiente, la comunità, i collaboratori e il territorio. Festeggiati i 10 anni di certificazione ISO 14001

Sul fronte ambientale, Despar Nord si è dotata negli anni di un sistema di gestione ambientale che si prefigge come obiettivo il miglioramento continuo delle performance aziendali che hanno impatto sull’ambiente. A testimonianza di questo impegno, nel 2023 l’azienda ha festeggiato i 10 anni della certificazione ISO 14001, ottenuta per la prima volta nel 2013 quale prima azienda della grande distribuzione organizzata in Italia e il raggiungimento del traguardo di 71 siti certificati tra punti vendita, sedi, piattaforme logistiche e polo agroalimentare Agrologic. L’azienda ha inoltre investito in tecnologie per puntare a soluzioni più green attraverso l’installazione, nei nuovi punti vendita e nelle ristrutturazioni, di impianti fotovoltaici e pompe di calore ad alta efficienza in sostituzione delle caldaie

Pigatto

Direttore Relazioni Sindacali, Sostenibilità e Sicurezza di Despar Nord (Aspiag Service S.r.l)

3 Domande a Perché un report integrato e quale il significato per Despar Nord?

Il Report Integrato è uno strumento di cui abbiamo scelto di dotarci dal 2011 e che illustra una visione più completa dell’operato dell’azienda che tiene conto non solo dei risvolti economico-finanziari ma anche dell’impatto sulla società e il territorio in cui si inserisce. Uno strumento sempre più necessario nel contesto di un’economia globale e di un mercato in cui gli stakeholder sono alla ricerca di sempre maggiore trasparenza, in particolare per tematiche

a gas e impianti di refrigerazione frigo ad alta efficienza e alimentati a CO2. Dal 2014, inoltre, Despar Nord acquista certificati di garanzie di origine in riferimento all’energia elettrica impiegata: nel solo 2023 l’azienda ha utilizzato energia green per il 95,9% che ha portato a un risparmio del 64,3% delle emissioni, Scopo 2 - market based, rispetto al 2022. Anche nella gestione dei rifiuti l’azienda ha adottato delle pratiche virtuose: nel 2023 il 76,6 % dei rifiuti è stato avviato a riciclo. Un ulteriore segno di attenzione all’ambiente è stata, infine, la nomina di un Mobility Manager aziendale, una figura specializzata nella promozione della mobilità sostenibile nell’ambito degli spostamenti casa-lavoro attraverso la creazione di un Piano Spostamenti Casa-Lavoro finalizzato alla riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale. Collaboratori: benessere e crescita professionale al centro Il Report evidenzia anche un consolidamento dell’impegno sociale e per le persone: nel 2023 Despar Nord ha accresciuto i livelli occupazionali nei territori di riferimento portando il totale dei collaboratori a 9.285. Inoltre, a ulteriore testimonianza dell’impegno per lo sviluppo e la valorizzazione delle persone, nel 2023 è stata riconosciuta alla sede amministrativa di Mestrino (PD) la certificazione “Family Audit”, che qualifica un’organizzazione come attenta alle esigenze di conciliazione

vicine alle sensibilità personali e collettive come l’approccio all’ambiente, le tematiche sociali, l’attenzione alle persone. Il Report Integrato che presentiamo è dunque un documento che illustra come l’azienda crea valore nel breve, medio e lungo periodo nel contesto in cui opera e che consente di rappresentare in modo coerente e interconnesso i traguardi raggiunti in termini di sostenibilità ambientale, sociale e di governance. Un impegno per lo sviluppo sostenibile che Despar Nord ha ulteriormente rafforzato nel 2023 promuovendo la nascita della nuova funzione aziendale ESG-Safety, che testimonia come la sostenibilità sia sempre più centrale nelle strategie aziendali.

Quale è il ruolo della nuova funzione ESG Safety?

ESG Safety è una nuova funzione aziendale che abbiamo introdotto a ottobre 2023 e che potenzia il nostro sistema di governance della sostenibilità. Si tratta di un dipartimento che nasce dall’esperienza della già esistente fun-

famiglia-lavoro e di sviluppo dei propri collaboratori. A questo si aggiunge la proposta formativa che Despar Nord offre ai propri collaboratori con percorsi formativi specifici a seconda delle mansioni svolte, prediligendo l’importanza dell’aggiornamento continuo, fondamentale per seguire le evoluzioni del settore. È stata inoltre confermata la certificazione ISO 45001 per tutte le unità operative, ovvero lo standard che riguarda il Sistema di Gestione della Salute e della Sicurezza del Lavoro.

CSR, vicino ai territori e alle comunità

La vicinanza ai territori e la restituzione alle comunità di parte di quanto l’azienda riceve dai clienti che scelgono il brand Despar sono ulteriori aspetti che il Report Integrato evidenzia come una delle cifre distintive dell’Insegna. Il legame di Despar con il territorio si esprime nella valorizzazione delle filiere corte e dei micro-localismi, un progetto con il quale l’azienda evidenzia i piccoli produttori locali e i loro prodotti a chilometro zero, includendoli così nel canale della GDO.

Testimonianza di questo impegno è il brand “Sapori del Territorio”, il marchio che raccoglie oggi oltre 3.400 referenze a scaffale provenienti da circa 400 produttori locali. A questo si aggiungono le attività di Corporate Social Responsibility che l’azienda porta avanti in tutti i territori in cui è presente sostenendo associazioni e iniziative locali.

zione Safety, che raggruppava gli uffici sicurezza ambientale, alimentare e sul lavoro, e che si è evoluta con l’inserimento degli uffici assicurazione, qualità e reporting ESG, creando così un’area trasversale sugli ambiti Environmental, Social e Governance. La nuova funzione punta ad avere un ruolo chiave in materia di rendicontazione delle performance di sostenibilità, secondo le linee guida previste dalla Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) dell’Unione Europea.

Il Report Integrato racconta risultati importanti già raggiunti. Quali i prossimi obiettivi dell’azienda per proseguire nell’impegno per lo sviluppo sostenibile?

La responsabilità verso la comunità, l’ambiente, i collaboratori e il territorio sono i pilastri fondamentali che guidano la strategia di valore della nostra azienda e che raccontiamo nel Report Integrato. I risultati raggiunti sono importanti e rappresentano uno stimolo ulteriore per accrescere il no-

Anche nel 2023 è continuato l’impegno per il contrasto agli sprechi alimentari che vede Despar Nord in prima linea da oltre vent’anni, al fianco di Last Minute Market e Fondazione Banco Alimentare, e che nell’anno ha consentito di raccogliere 1.460 tonnellate di prodotti alimentari da destinare alle famiglie maggiormente bisognose. Nell’ambito dell’impegno sociale è proseguito e si è sviluppato ulteriormente “Le Buone Abitudini”, il programma di educazione alla sana alimentazione e ai corretti stili di vita rivolto alle scuole primarie. Dalla sua nascita nel 2006 a fine 2023 l’iniziativa ha formato 150.000 alunni, di oltre 6.500 classi appartenenti a più di 1.000 istituti scolastici in più di 700 Comuni delle regioni presidiate da Despar Nord.

stro impegno per la costruzione di un futuro inclusivo e sostenibile, mettendo radici nei territori in cui siamo presenti e portando valore alla comunità. Continueremo a farlo implementando la nostra strategia ESG che è allineata agli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda ONU 2030. In particolare, il nostro impegno continuerà nel perseguire i sette obiettivi SDGs che la nostra azienda ha scelto come linee guida prioritarie della propria strategia di crescita sostenibile: salute e benessere, energia pulita e accessibile, lavoro dignitoso e crescita economica, ridurre le disuguaglianze, città e comunità sostenibili, consumo e produzione responsabili, lotta contro il cambiamento climatico. Intorno a questi obiettivi continueremo a lavorare insieme ai nostri collaboratori, clienti, fornitori e a tutti gli stakeholder perché la nostra azienda possa essere sempre di più un punto di riferimento nel mercato della GDO che significa per noi garantire, da un lato, la solidità e la crescita dell’azienda e, dall’altro, fare business in modo sostenibile.

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Angelo

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Celiachia: la terapia è una dieta sana e senza glutine

Celiachia, ogni anno vengono effettuate in Italia 10.000 nuove diagnosi, con un incremento annuo di circa il 10 per cento. L’incidenza in Italia è stimata in un soggetto ogni 100 persone. I celiaci potenzialmente sarebbero quindi 600.000, ma ne sono stati diagnosticati ad oggi quasi 150.000.

Ma cos’è la celiachia? E’ un’intolleranza permanente al glutine, una proteina presente in avena, frumento, farro, grano khorasan, orzo, segale, spelta e triticale. Si manifesta con una infiammazione permanente della mucosa dell’intestino, provocata appunto dall’ingestione di glutine, in soggetti geneticamente predisposti. Colpisce l’apparato digerente, danneggiando l’intestino tenue e interferendo con l’assorbimento dei nutrienti presenti negli alimenti. Può comparire a qualsiasi età. L’unica terapia ad oggi è la dieta senza glutine. La celiachia è un tema importante non solo per la salute di chi ne

In Italia sono stati diagnosticati

soffre ma è una patologia che coinvolge anche aspetti legati al benessere sociale.

La Regione del Veneto, grazie al lavoro di Aziende Sanitarie e Scuole, garantisce nella ristorazione sociale collettiva, ovvero in quella scolastica, ospedaliera e nelle strutture extraospedaliere pasti senza glutine e formazione per operatori della ristorazione collettiva e per i docenti.

Inclusione e sensibilizzazione dei più piccoli sono altri due obiettivi che vengono perseguiti in special modo nel contesto scolastico, attraverso la rete regionale “Scuole che promuovono Salute”.

Con un linguaggio semplice, e immediato i minicuccioli del cartoon “La festa di compleanno di Giorgino”, realizzato con la collaborazione del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 9 Scaligera e del Gruppo Gli Alcuni, spiegano ai bambini la celiachia.

“E’ importante, in caso di sospetta celiachia, non seguire diete improvvisate e fai da te ma affidarsi ad uno specialista”, riferiscono i professionisti del Servizio di Igiene degli Alimenti e

150.000

casi

Nutrizione (Sian) dell’Ulss 6 Euganea, che hanno attivato presso la sede di Camposampiero, in collaborazione con il reparto di gastroenterologia, un consultorio nutrizionale dedicato ai pazienti celiaci.

Anche presso la sede di Este, dove è attivo un ambulatorio nutrizionale di prevenzione per le malattie croniche non trasmissibili, il Sian segue con particolare attenzione i pazienti affetti da malattia celiaca.

L’Ulss 6 ha quindi predisposto una brochure con tutte le indicazioni necessarie. In primo luogo, è bene sapere che i prodotti senza glutine per celiaci possono essere erogati gratuitamente dal servizio sanitario nazionale. Il medico specialista gastroenterologo consegnerà una certificazione e un modulo per richiedere un codice identificativo che consentirà di acquistare i prodotti presso le farmacie ed i negozi convenzionati. La brochure informa pure su quali alimenti possono essere assunti e quali invece sono da evitare, oltre ad una serie di consigli utili per un’alimentazione sana ed in sicurezza.

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GIUGNO 2024 on-line: /category/salute/

Ipertensione arteriosa. Spesso i controlli sono fatti in modo irregolare o occasionale

Misurare la pressione, e farlo con cura, salva la vita

Tra le malattie indotte, l’infarto, l’ictus, lo scompenso cardiaco e l’insufficienza renale. Più del 30 per cento della popolazione italiana adulta ne è affetta. Aumentano i casi nei giovani

Misurare con cura e regolarmente la pressione fa vivere meglio e più a lungo.

In Italia, l’ipertensione arteriosa rappresenta la più importante causa di malattie cardiovascolari, come l’infarto miocardico e/o l’ictus cerebrale, lo scompenso cardiaco, la fibrillazione atriale, e contribuisce allo sviluppo di insufficienza renale cronica.

“I dati più recenti confermano che più del 30% della popolazione italiana adulta è affetta da ipertensione arteriosa, con percentuali ampiamente superiori nelle fasce più avanzate di età. Aumentano i casi tra bambini, adolescenti e giovani, che sono ormai pari a circa il 10%, soprattutto a causa del concomitante incremento della prevalenza di obesità”. Non a caso lo slogan della Giornata, giunta alla XX edizione, è “Misura la tua pressione arteriosa con cura, mantienila normale, vivi più a lungo”.

Lo ha spiegato la dottoressa Cristiana Leprotti, che dirige il Centro Ipertensione dell’Ulss 3 Serenissima, incontrando la popolazione e proponendo controlli gratuiti, lo scorso 18 maggio, nel corso di un’attività divulgativa dell’Ospedale Civile di Venezia dell’Ulss 3 Serenissima.

Il 30% degli italiani ha valori di pressione arteriosa elevati, ma non lo sa perché fanno controlli in modo irregolare o non ne hanno mai fatti. Solo nella metà circa dei casi diagno-

sticati, poi, l’ipertensione arteriosa risulta controllata dalla terapia, mentre nella restante metà, malgrado la terapia, i valori pressori restano elevati, cioè superiori a 140/90 mmHg.

Occorre quindi sensibilizzare le persone, sottolinea la dottoressa Leprotti, ad un’attenzione maggiore. “I dati raccolti dalla comunità scientifica – prosegue - dicono che l’ade-

renza e persistenza in terapia antiipertensiva rappresentano un problema nel problema: di 100 compresse di farmaco antiipertensivo, con ampie differenze tra classe e classe di farmaci e farmaci in combinazione fissa oppure estemporanea, i pazienti italiani ne assumono mediamente 60-70. Questo, ovviamente, con importanti ripercussioni sul controllo pressorio, oltre che sulla spesa sanitaria”.

Ipertensione arteriosa e conseguenze, l’attività fisica è fondamentale per la prevenzione

Anche il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 3 Serenissima conferma la necessità di promuovere un’attenzione costante alla pressione arteriosa, poiché l’ipertensione è uno dei fattori che favorisce le patologie cardiovascolari. “La prevenzione di queste malattie cardiovascolari, o comunque il tentativo di ritardarne l’insorgenza - spiega la dottoressa Federica Boin, del Servizio Igiene e Sanità Pubblica - passa anche attraverso l’azione sui fattori di rischio modificabili, come appunto l’ipertensione arteriosa. Che si può prevenire innanzitutto promuovendo l’attività fisica in tutte le fasce d’età, cercando alleanze con altri soggetti del territorio”.

Per questo il Dipartimento di Prevenzione ha attivato, grazie al Piano di Prevenzione Aziendale, il percorso di promo-

zione e adesione alla rete dei Comuni Attivi. Ben 8 Comuni del territorio sono stati riconosciuti virtuosi: è risultato particolarmente efficace il loro impegno nel sostenere occasioni, per tutte le fasce d’età, di praticare attività motoria; e ancora si è riconosciuta la loro volontà di effettuare continui interventi di riqualificazione urbana per aumentare gli spazi verdi.

“In questo percorso di promozione dell’attività fisica sono state inoltre riconosciute ben 15 “Palestre della Salute”un numero molto significativo se confrontato sul territorio regionale - dove è possibile migliorare salute e qualità di vita di persone con patologie croniche e con disabilità, attraverso l’esercizio fisico strutturato condotto da specialisti qualificati”.

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RISPOSTA VIENE DAI COMUNI VIRTUOSI E DALLE
DELLA SALUTE”
UNA
“PALESTRE

Una Innovativa motodica bioptica. Ospedale dell’Angelo di Mestre primo in Veneto

Diagnosi del tumore del polmone: la biopsia viene dal ghiaccio

Il tumore del polmone è ancora la neoplasia con la più elevata mortalità, dovuta soprattutto alla diagnosi tardiva. Quando la Tac ha individuato la sospetta neoplasia, la moderna oncologia richiede, prima di un qualsiasi provvedimento curativo, una diagnosi preliminare sul tumore, e quindi la sua tipizzazione genetica e molecolare.

“Occorre innanzitutto prelevare una piccola porzione della massa tumorale. Purtroppo, però, le tecniche di prelievo utilizzate fin qui permettono il raggiungimento di questo obiettivo circa nel 60-70% dei casi, e così, per circa un terzo dei tumori non è possibile ottenere una diagnosi. Quando la neoplasia è collocata in una posizione decentrata rispetto all’albero bronchiale, capita purtroppo non di rado che i prelievi bioptici risultino troppo esigui per consentire all’anatomopatologo tutte le indagini necessarie” spiega il Primario di Pneumologia dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre, Lucio Michieletto. Per gestire al meglio questa fase preliminare, complessa e delicata, all’Ospedale dell’Angelo, Ulss 3 Serenissima, è stata istituita presso la Pneumologia una task force medica-infermieristica, dedicata alla gestione dei pazienti fino alla completa diagnosi, che ha saputo introdurre una metodica di ultimissima generazione. Si chiama “criobiopsia” ed è la metodica più recente ed innovativa per prelevare campioni di tumore.

“Sulla scorta di alcune esperienze di centri internazionali, con cui collaboriamo, siamo stati in grado di attivare all’Angelo - sottolinea il Primario Michieletto - la metodica bioptica più innovativa e promettente, di recente acquisizione nel panorama ospedaliero italiano, la “criobiopsia” dei noduli polmonari e dei linfonodi mediastinici”.

“Con una tradizionale broncoscopia e con tecniche ecografiche endoscopiche - spiega - arriviamo all’individuazione della lesione; poi, anziché procedere alla biopsia con micropinze o aghi, introduciamo fino al tumore una “criosonda” che, attivata in loco per pochi secondi, congela una parte del nodulo e ne permette la asportazione in grossi frammenti. Da questi frammenti prelevati è possibile assicurarsi una diagnosi e una tipizzazione del tumore, riducendo al minimo i rischi”.

Questa metodica permette agli specialisti della Pneumologia dell’Angelo di raggiungere anche le sedi polmonari più ostiche: la resa diagnostica della broncoscopia viene così incrementata, permettendo l’avvio precoce della terapia mirata.

Primo tra gli ospedali del Veneto, l’Ospedale dell’Angelo è così sulla scia dei centri eccellenti - le Pneumologie interventistiche di Bologna, Genova, Firenze, Ancona, Forlì - che in Italia hanno già introdotto questo utilizzo della criobiopsia.

“Ogni anno 50/60 pazienti del nostro territorio, che rappresentano circa il 30% dei pazienti che afferiscono con un nodulo polmonare alla nostra Unità, risultano candidabili a questa metodica e possono quindi avvalersene ottenendone i vantaggi in termini di diagnosi precoce ed efficace; e ancora, grazie alla criobiopsia vengono in questi casi evitate procedure diagnostiche più invasive, come ad esempio le toracotomie chirurgiche”.

La Pneumologia dell’Angelo è giunta all’utilizzo della criobiopsia a partire dalla precedente esperienza con la crioterapia, attualmente utilizzata per le criodisostruzioni bronchiali, e dall’esperienza sviluppata relativamente all’utilizzo della sonda ecografica radiale - la casistica dell’Angelo è la più numerosa in Veneto - che è la metodica necessariamente accoppiata alla criobiopsia.

L’innovativa metodica dell’utilizzo della criobiopsia è gravata, anche se in casi rarissimi, da alcune possibili complicanze; pertanto, viene eseguita nel corso di un breve ricovero.

L’utilizzo della criobiopsia non comporta costi elevati: il costo della criosonda monouso paragonabile a quello di un ago per agoaspirato transbronchiale.

Monte Grappa, il progetto per studenti “Malghe didattiche” in collaborazione con l’Ulss 2 Marca Trevigiana

Monte Grappa, parte la prima edizione del progetto per studenti “Malghe didattiche”, programmato dal tavolo Natura e Salute, in collaborazione con i Servizi Veterinari e il Servizio Promozione della Salute dell’Ulss 2 Marca Trevigiana. Si tratta di un’iniziativa che rientra nell’ambito del Piano d’azione Riserva biosfera MAB Unesco Monte Grappa 2021-2031.

Ma in cosa consiste? Alcune malghe del massiccio ospiteranno studenti delle superiori per un’esperienza lavorativa e didattica durante la stagione dell’alpeggio 2024, un’occasione unica per vivere e imparare direttamente dalla natura. Malga Mure, Cason del Sol, Val de Foje e Paradiso saranno le prime strutture coinvolte, e accoglieranno quattro studenti delle scuole che si trovano all’interno del territorio compreso nell’area

di pertinenza dell’Ulss 2, ciascuna per tirocini di una o due settimane. Saranno proposte attività legate alla gestione dell’ambiente naturale, all’allevamento e alla produzione casearia. Se il progetto avrà successo, verrà esteso a tutto il territorio del Monte Grappa. Un’opportunità imperdibile per scoprire e valorizzare il nostro meraviglioso patrimonio naturale!

E’ la criobiopsia che consente di individuare la neoplasia allo stadio iniziale per procedere in modo efficace alla sua tipizzazione genetica e molecolare e individuare la cura

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L’iniziatica. A Mestre

in occasione della Giornata Mondiale del Medico di Famiglia

Duecento test per la glicemia e la pressione

Un’ottantina di persone ha aderito anche allo screening per le facoltà cognitive

Un’iniziativa di successo: grande soddisfazione da parte della Federazione Italiana Medici di Famiglia Venezia per i quasi 200 test gratuiti eseguiti a Mestre per festeggiare la Giornata Mondiale del Medico di Famiglia.

A farla da padrone il controllo per la pressione e per la glicemia, a cui si sono sottoposti tutti i cittadini a cui è stato proposto. Ma ottimo il riscontro anche per il test di screening per le facoltà cognitive a cui hanno aderito un’ottantina di persone, non solo anziane: solo una manciata i casi riscontrati di leggero decadimento della memoria, per lo più però in ultraottantenni.

Durante la giornata non sono stati, per fortuna, riscontrati casi particolarmente problematici, ma si è rilevata una tendenza a valori pressori piuttosto alti o border line, al limite, per quasi la metà delle persone che hanno fatto il test.

A una sessantina di cittadini, inoltre, è stata consegnata una scheda con i parametri rilevati e la raccomandazione di portarla al proprio medico di famiglia per fare qualche accertamento in più legato in particolare proprio alla pressione, alla sedentarietà dichiarata e al sovrappeso.

«Siamo molto soddisfatti – il commento del segretario provinciale veneziano Giuseppe Palmisano – di questa esperienza. Abbiamo accolto tanti anziani, giovani, anche stranieri, assistiti conosciuti o meno, che si sono fermati al nostro stand per misurare la pressione o la glicemia. Qual-

cuno che magari non ha tempo di andare dal proprio medico. Qualcuno anche per raccontarci qualche disavventura… Quando abbiamo chiesto del loro rapporto con il medico di fiducia, abbiamo colto nel complesso molta soddisfazione. Abbiamo percepito affetto, vicinanza e soprattutto confidenza».

«Certo – conclude il aggiunge il dottor Palmisano – c’è stato anche chi si è lamentato del suo medico di famiglia, che non trova mai, che non risponde mai al telefono… Siamo consapevoli di queste difficoltà e oggi ne abbiamo parlato

con i cittadini, spiegando loro che magari il collega lavora da solo, senza neanche una segretaria, oberato dalla burocrazia. Abbiamo trovato attenzione ed ascolto. Siamo convinti che giornate come questa vadano ripetute perché sono un’occasione fondamentale di incontro al di fuori dei nostri ambulatori e per rinsaldare quella fiducia tra medico e paziente fondamentale per il buon esito delle cure. Abbiamo toccato con mano che le persone ci sentono vicini e disponibili. E questo ci rende molto orgogliosi e fiduciosi per il futuro».

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Non dormire la notte, dormire poco e male, svegliarsi continuamente, alzarsi stanchi e senza energie. Può capitare a tutti. Ma quando l’insonnia perdura nel tempo diventa un problema da affrontare con un professionista. su dieci soffra di insonnia cronica e due su dieci di insonnia acuta, transitoria e di altri disturbi del sonno spesso sottovalutati. Infatti, secondo gli studi, meno della metà degli insonni si rivolge a un clinico e i medici tendono a prediligere i trattamenti farmacologici, sottovalutando l’insorgere di

è un trattamento psicologico strutturato, multimodale e personalizzato che agisce sul campo comportamentale e cognitivo del paziente, guidandolo con pochi colloqui alla scoperta di alcune strategie per eliminare cattive abitudini e pensieri disfunzionali che impediscono di riposare”.

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Rovigo. La mostra a cura di Stefano Caretti, con la co-curatela di Anna Steiner e Matteo Origoni

Al Roncale gli anni di Matteotti raccontati dai manifesti del Salce

Pasqualin: “I manifesti più antichi che i visitatori possono ammirare nella mostra di Rovigo risalgono agli anni tra il 1899 e i primi del ‘900”

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Ci saranno anche preziosi manifesti storici del Museo Nazionale Collezione Salce tra i protagonisti della mostra su Matteotti in corso a Rovigo in Palazzo Roncale. “Giacomo Matteotti. Una Storia di tutti”, in mostra fino al 7 luglio, è a cura di Stefano Caretti con la co-curatela di Origoni Steiner architetti associati (Anna Steiner e Matteo Origoni). A promuoverla è la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con la collaborazione della Direzione Generale Archivi - Archivio di Stato di Rovigo, del Comitato Provinciale per il Centenario di Matteotti, della Fondazione studi storici “Filippo Turati” e il patrocinio del Comitato Nazionale per le Celebrazione del centenario della morte di Giacomo Matteotti. Tra le collaborazioni offerte a questa mostra c’è anche quella della Direzione regionale Musei Veneto (Ministero della Cultura), cui fa capo il Museo Salce.

Per la mostra su Matteotti, dal Salce è giunta una sequenza di manifesti che contribuiscono a ricreare il clima sociale e politico dell’Italia dal primo ‘900 a metà del secolo. Documenti di un’epoca e di un certo clima politico. Ma anche capolavori assoluti della grafica pubblicitaria.

“I manifesti più antichi che i visitatori possono ammirare nella mostra di Rovigo risalgono agli anni tra il 1899 e i primi del ‘900 – spiega Elisabetta Pasqualin, direttrice del Salce –: da quello di Dudovich per la Fiera del Santo a Padova, per il Convegno del Touring Club Ciclistico Italiano nel giugno 1899, a quello per il Concorso Automobilistico per Vetturette 5-7 HP, del primo decennio del secolo, fino a quello di Aldo Mazza per Concorsi aerei a Verona del maggio del 1910”. Dei primi del ‘900 sono anche due manifesti pubblicitari del giornale L’Avanti!, (1901-1903), quotidiano del Partito Socialista Italiano (PSI), che uscì a Roma il 25 dicembre 1896 sotto la direzione di Leonida Bissolati..

“Poi arriva la Grande Guerra e con essa – continua la direttrice – le locandine del Prestito Nazionale che rientrano nel repertorio delle immagini prodotte dalla propaganda negli anni del conflitto, dove il tema iconografico si incentra sui valori nazionali del “sacrificio comune” per la Patria. Mauzan, grande cartellonista di formazione francese, raffigura una bellissima donna (l’Italia) che tiene davanti a sé una spada verso cui sono molte le mani tese, tutto nei

colori bianco, rosso e verde. Sempre Mauzan, dopo la disfatta di Caporetto del 24 ottobre 1917 e la riorganizzazione della linea difensiva sul Piave nel corso del mese successivo, raffigura un soldato che alza la scure per colpire una mano che artiglia il territorio lungo il Piave, sotto le parole “Per la Liberazione sottoscrivete”. Probabilmente sempre dopo Caporetto, non manca anche la vibrante difesa delle virtù e delle capacità del soldato italiano”.

“Gli ultimi manifesti e locandine fanno riferimento alla propaganda fascista e alle elezioni politiche del 1924, vinte dal Partito Nazionale Fascista. Enrico Sacchetti raffigura un oratore che con enfasi invita la popolazione alle urne, oppure, in un’altra locandina, è molto forte la personificazione dell’Italia che fa il saluto fascista, con il motto “A me!”, motto che venne utilizzato in molte stampe. Per le elezioni anche Dudovich realizza alcune immagini: un manifesto dell’Associazione Nazionale Ferrovieri Italiani, con il motto “Italiani Ricordate!” e un altro dove si vede un giovane in camicia nera con un manganello in piedi, finalmente vincitore, tra legni rotti, un drappo rosso lacero e il filo spinato”.

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“Donna di Pellestrina”, servizio-fotografico di Paolo Monti (proprietà di BEIC, conservato presso il Civico Archivio Fotografico di Milano)

Il personaggio. Gian Dauli curò l’edizione italiana dei libri di Jack London, Chesterton e anche i gialli di Edgar Wallace

Scoprì grandi scrittori e li portò in Italia

Lavorò molto a Milano ed era appassionato della cultura anglosassone: conobbe di persona il poeta irlandese William B. Yeats e il drammaturgo George Bernard Shaw. Fece pubblicare per primo “Il richiamo della foresta” di London e “La montagna incantata” di Mann

Cento anni fa usciva per la prima volta in Italia “Il richiamo della foresta” di Jack London. A proporlo al pubblico e a curare direttamente la traduzione del capolavoro dello scrittore americano, allora quasi del tutto sconosciuto nel nostro Paese, fu un eclettico e intraprendente vicentino: si chiamava Gian Dauli (al secolo Ugo Nalato). Era nato il 9 dicembre 1884 in una delle case che sorgevano nei pressi dell’incrocio fra la strada per Bertesinella e quella per Padova: il vicino edificio storico di Ca’ Impenta gli suggerì uno degli pseudonimi utilizzati nel corso della sua attività di scrittore, sebbene a partire dal 1914 finisse per impiegare esclusivamente quello con cui lo si ricorda, si spera, ancora oggi.

Vita frenetica la sua. In gioventù viaggia molto, soggiornando per qualche anno in Inghilterra dove conosce Yeats e, sembra, G. B. Shaw. Ne torna imbevuto di cultura anglosassone che riverserà generosamente nelle sue future scelte in campo editoriale.

Dopo varie esperienze alla guida di alcuni periodici (sulle cui pagine lancia giovani scrittori italiani come Cecchi e Tozzi) e una promettente attività come giornalista e narratore (tutta da riscoprire la sua produzione, a cominciare dal romanzo “La Rua”) Dauli assume l’incarico di direttore editoriale letterario della “Modernissima”: è in questa veste che mette in mostra le sue indubbie capacità di fenomenale talent scout. Nella giovane casa editrice milanese, che con i suoi libri dalle coloratissime copertine era riuscita ben presto a competere con le ben più potenti Mondadori e Treves, dà il via infatti a operazioni editoriali

di assoluta originalità. Prima fra tutti proprio la pubblicazione dell’opera omnia di London. Di questo grande scrittore americano – avvisava “La Modernissima” all’uscita del primo romanzo – la nostra Casa Editrice inizia, e continuerà a mano a mano, la prima ed unica pubblicazione di tutte le opere a cura di Gian

Un’immagine di Gian Dauli, all’anagrafe Ugo Nalato: una vita intensa, la sua. Morì a 61 anni

Dauli, il quale fu il primo a segnalare Jack London al pubblico italiano come uno dei geni più originali e possenti che possa vantare la letteratura anglo-sassone. Tra il 1924 e il 1927 la “Modernissima” pubblica venti suoi romanzi, presentati al pubblico come una folata d’aria gelida purificatrice. Ma l’entusiasmo genuino, quanto forse ingenuo, aveva spinto Dauli un po’ troppo oltre quelli che erano gli abituali gusti dei lettori dell’epoca: la coraggiosa operazione, infatti, costa il fallimento della casa editrice milanese.

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Ma la tenace “Modernissima” ha la forza di risorgere per ben due volte dalle proprie ceneri: prima grazie a Spartaco Saita, che consente poi a Dauli di fondare e dirigere la pionieristica collana “Scrittori di tutto il Mondo”. Quindi – dopo l’ennesimo tracollo – per merito di Enrico Dall’Oglio, ex collaboratore di Dauli e proprietario della “Corbaccio”, che acquista la stessa collana e la rilancia senza indugi, affidandola al suo stesso ideatore.

All’instancabile attività di consulente editoriale e traduttore, Dauli affianca con sempre più convinzione quella di scrittore, sebbene non pochi siano gli ostacoli posti dalla censura fascista. La morte lo coglie improvvisamente a Milano sul finire del 1945, interrompendo così tutti i suoi progetti.

Chissà cosa avrebbe detto oggi il buon Ugo Nalato del panorama narrativo italiano: lui, che aveva fatto conoscere ai lettori italiani “La montagna incantata” di Thomas Mann, il premio Nobel Selma Lagerlöf, i gialli di Edgar Wallace e di G. K. Chesterton, forse avrebbe deciso di fondare una nuova casa editrice: l’ennesima. E sicuramente avrebbe saputo offrire ai lettori qualcosa di veramente innovativo.

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Trame, protagonisti e volti nuovi, anticipazioni e commenti

Bridgerton, terza stagione Ma la serie non è più quella

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Bridgerton coi suoi amori da sogno. La saga Netflix dai romanzi di Julia Quinn debutta la sua terza stagione sovvertendo il paradigma narrativo che è stato colonna portante delle passate stagioni. Sembra passata un’era geologica dal 2020 ma è innegabile che questo incantesimo fatto di romanticismo saccarino si sia innegabilmente spezzato. Non è certo colpa dei suoi protagonisti, Luke Newton e Nicola Coughlan. Pur non condividendo la stessa alchimia di Phoebe Dynevor e Regé Jean-Page, Penelope e Colin cercano di non farci rimpiangere Anthony e Kate, i quali finiscono comunque per rubare loro la scena ogni volta che appaiono sullo schermo. Ritroviamo Penelope senza più il suo grande amore né la sua migliore amica. È una donna con le sue consapevolezze - in primis, quella di lasciare la casa di famiglia il prima possibile - e col desiderio di accasarsi per esorcizzare lo spettro della vecchia zitella che aleggia sulla sua testa. Con un cambio di guardia al timone - Chris Van Dusen ha lasciato il comando a Jess Brownell -, la terza stagione di Bridgerton parte lenta, troppo lenta. La pletora di storie secondarie - il debutto di Francesca, un nuovo amore per Violet, le capriole a letto di Benedict - sembra quasi congegnata per puntellare una trama principale, quella di Penelope e Colin, che non è in grado di tenere in piedi la baracca da sola. A peggiorare le cose ci si mette pure Netflix stesso che - contrariamente alle due stagioni precedenti e allo spin-off Queen Charlotte - decide di distribuire la stagione in due parti. Il risultato è che i primi quattro episodi risultano un estenuante preliminare in cui la trama fatica a mantenere un ritmo, trascinandosi verso un climax che non potrà mai definirsi tale. Forse abbiamo preteso troppo da Bridgerton: è una serie tratta da romanzi rosa che ha come solo scopo quello di farci sognare, non ha mai di certo avuto la pretesa di rivoluzionare la televisione. Eppure se si toglie il “pleasure” dal “guilty”, resta solo il senso di colpa di aver forse potuto impiegare meglio meglio quelle quattro ore spese davanti alla tv.

“Un

gentiluomo a Mosca” Così è nata la Russia di oggi

Ètrasmessa su Paramount+ la miniserie “Un gentiluomo a Mosca”, adattamento del romanzo best-seller di Amor Towles. La serie ha come protagonista il conte Alexander Rostov che, all’indomani della rivoluzione russa, scopre che il suo passato dorato lo pone dalla parte sbagliata della storia.

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A cura di Micaela Faggiani

Uno spazio dove esploriamo le tematiche, i successi e le sfide che riguardano il mondo femminile. Ascolta tutte le mattine dalle 11:38.

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Scongiurata l’esecuzione immediata, il nobile è esiliato da un tribunale sovietico in una mansarda dell’opulento Hotel Metropol, minacciato di morte se dovesse rimettere piede fuori. Mentre gli anni passano e alcuni dei decenni più tumultuosi della storia russa si svolgono al di fuori delle porte dell’hotel, le circostanze gli permettono di entrare in un mondo molto più ampio di scoperte emotive. Mentre costruisce una nuova vita tra le mura dell’hotel, scopre il vero valore dell’amicizia, della famiglia e dell’amore.

“Anna Urbanova è una vera diva del cinema degli anni Venti. Al suo incontro col conte Rostov capisce di volerlo anche solo per una notte. È una donna che ama accentrare l’attenzione su di sé e non ama perdere: interpretarla è stato un vero spasso,” racconta l’attrice Mary Elizabeth Winstead che veste i panni della protagonista femminile. Affrontiamo il proverbiale elefante nella stanza: il protagonista nonché produttore della serie è Ewan McGregor, suo marito. Il coinvolgimento di Winstead nella parte della donna che si invaghisce di Rostov/ McGregor è l’ennesimo caso di nepotismo a Hollywood? L’abbiamo domandato alla diretta interessata. Lei semplifica: “Ewan fece il mio nome ai produttori per la parte di Anna Urbanova, e alla fine cedetti e sostenni un provino”.

“Un gentiluomo a Mosca” è un racconto che - attraverso il passato - racconta la Russia di oggi. C’è politica in questa serie? “Sarebbe sbagliato pensare il contrario, ma diciamo che nel caso della nostra serie ci soffermiamo a raccontare le origini di quei fenomeni che hanno portato la Russia alla situazione deflagrata che conosciamo purtroppo molto bene,” risponde Winstead.

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Film e serie tv visti da vicino
Rubrica a cura di Paolo Di Lorenzo

NUOVI ITINERARI UMBRI

Ecco i borghi “resuscitati” Da quello caro a Galileo al regno del benessere

C’è un’Umbria nascosta che riprende vita grazie a progetti visionari: Gualdo Cattaneo ora è un albergo diffuso, Borgobrufa un’oasi di piaceri per corpo, mente e palato; a Bastia Umbra una nobile cascina diventa un food&wine resort “green”. Olioturismo a Bettona fra piante secolari e ad Assisi si cena sopra una domus romana

Quella tozza e solitaria torre cilindrica che domina Gualdo Cattaneo quali segreti cela? Nel 1624 ospitò per due notti Galileo Galilei, più interessato però ad osservare un cielo nero come l’inchiostro che a godersi il letto… E quell’ulivo ultrasecolare dimenticato per anni nella campagna di Bettona, ma che rende poetico l’orizzonte tra l’Abbazia di San Felice e il borgo medievale di Collemancio di Cannara?

L’ha riscoperto la famiglia Decimi e gli ha regalato tanti giovani “fratelli”, ricevendo in cambio un olio da premio e tanta pace. E quella grande cascina, immersa in un verde fiorito, che spunta fra distese di seminativi nell’agro di Bastia Umbra? Ci ricorda che per i nobili Bianchi era “La Favorita”… Una famiglia modenese oggi ha ridato significato al suo nome. Ecco, se tutti questi luoghi potessero parlare, che Umbria racconterebbero? Che storie porterebbero a galla?

Un’Umbria sicuramente ricca di sorprese…

E Brufa di Torgiano, grappolo di case con vista sull’infinito, dove un visionario coltivatore di tabacco ha coronato il sogno di realizzarvi una Spa con l’Umbria intorno? Questo luogo racconta che il progetto “Borgobrufa”, un’idea di resort green all’insegna della sostenibilità, si è rivelata lungimirante, dando lavoro a giovani e a piccoli produttori della zona; com’era nelle intenzioni di Andrea e Ivana Sfascia.

L’Umbria delle sorprese, si diceva, perché da quella torre cara a Galileo una coppia di Roma, Giorgiana Guidi e il marito Raffaele Tomaino, è partita nell’audace sfida di ridare vita al borgo antico di Gualdo Cattaneo, trasformandolo in una sorta di originale albergo diffuso, con tanto di ristorante dal camino sempre acceso e dalle dichiarate ambizioni (già arrivata la segnalazione della Michelin). Progetto visionario. “Giunsi qui in una fredda sera di novembre, accolta dal vento e da uno spaurito gatto nero – ricorda Giorgiana - La vecchia osteria era chiusa, la bottega pure. Ma questo borgo mi aspettava”. Giorgiana in quattro anni ha compiuto un mezzo miracolo, resuscitando un paese di cui si ha notizia dal 975, quando Ottone III di Sassonia lo diede in feudo al conte Edoardo Cattaneo. Oggi Gualdo Cattaneo, arroccato su una collina circondata da uliveti e vigneti, grazie al “Grottino Hosteria e Residence” è un modello di ospitalità diffusa: il ristorante è stato realizzato

nella vecchia canonica. Sopra ci sono le camere con vista tramonto. Nella piazzetta, in un altro edificio antico, c’è il bistrot, meta di tanti giovani per l’aperitivo ma anche fulcro delle iniziative ideate da Giorgiana: musica, passeggiate, pic nic, risveglio muscolare fra le vigne. Già, l’Umbria in filigrana raccontata da queste realtà pregne di genius loci è capace di andare oltre i luoghi comuni, intrecciando spiritualità a cultura e storia. Metti ad esempio Assisi: nel Palazzo che nel 1549 fu dimora del cardinale Bartolomeo Roverella ecco un altro sogno realizzato: si deve all’ostinazione del proprietario Roberto Damaschi, una sorta di Indiana Jones locale, il completamento degli scavi che hanno permesso di scoprire una domus romana. Oggi alla “Locanda del Cardinale” si può stare seduti a tavola immersi nella storia dell’arte. Sopra le sale con gli affreschi cinquecenteschi, sotto altre due epoche: quella medievale fatta di mattoni e di volte e sotto ai piedi il pavimento di vetro, con vista mosaici della domus. E quell’ulivo ultrasecolare, pianta iconica del frantoio “Decimi” di Bettona cosa racconta? Graziano e Romina Decimi vi hanno colto un messaggio di rispetto per il territorio, ergendolo a simbolo della loro proposta di “olioturismo”. “Ci ha mosso la passione. Nel 2004 avevamo 50 piante, oggi sono 2700. Puntiamo alla qualità senza compromessi, aiutati da un territorio straordinario come i Colli Martani e dalle nuove tecnologie. Pur rimanendo intimamente artigiani”. Le porte del frantoio sono sempre aperte, per condividere paesaggio e valori. E perché no? Anche i premi ottenuti, come il recente e prestigioso “The Best 20 Flos Olei 2024. La visita al frantoio è una delle tante experience proposte da “La Favorita” di Bastia Umbra che la famiglia modenese Capedri ha trasformato in un food&wine resort, senza disperdere il ricordo dei nobili Bianchi. Un’esperienza che spazia dalla mixology ai trattamenti benessere, passando per caseifici e microbirrifici, fino alla norcineria e alla fabbrica del cioccolato. I Capedri hanno scelto questo eremo della natura dopo i tanti fasti modenesi. “Nei nostri locali di Sassuolo e poi di Modena si beveva Champagne fino all’alba. Le notti stavano cambiando stile – dice papà Domenico -. Da noi era di casa anche l’amico Ancelotti”. In Umbria ha voluto venirci il figlio Cesare, poi si sono aggiunti an-

che il papà e mamma Rosy, famosa per i suoi tortellini e lo gnocco fritto. “Qui stiamo bene noi e vogliamo far stare bene gli ospiti - confessa Cesare – La tradizione di cucina emiliana aiuta”. La gastromixology porta nei cocktail anche il Lambrusco e l’aceto balsamico. Le camere della cascina dispongono di piccole spa e fra le vigne c’è una piscina. Era nato da un’idea di agriturismo etico anche Borgobrufa. La famiglia Squarcia veniva dal tabacco, conosceva la fatica del lavoro nei campi, ma anche la qualità delle produzioni frutto di amore per la terra. Ed ecco

La piazzetta di Gualdo Cattaneo, vista dalla torre che ospitò Galileo. Sotto: la vetrata panoramica del “Quattro Sensi” di Borgobrufa; Qui sopra l’olivo ultrasecolare del frantoio “Decimi” di di Bettona.

A sinistra: Domenico Capedri al banco dell’Osteria Modenese alla “Favorita”. a destra la Domus romana sotto il pavimento della Locanda del Cardinale di Assisi

l’idea geniale: Borgobrufa diventa un resort, ma dai connotati originali per valorizzare il prezioso paesaggio di colline che ha intorno, per premiare l’impegno di una settantina di piccoli produttori agricoli e per dare anche un respiro artistico al “vendere benessere”. Arrivando si attraversa il Parco delle Sculture. Il paesaggio è il protagonista ovunque: dalle piscine alla fino alla vetrata panoramica del ristorante “Quattro Sensi”. L’altro ristorante, “Elementi”, uno dei tre “stellati” dell’Umbria, è il luogo dove il giovane chef Andrea Impero, esalta il lavoro degli artigiani

del gusto della zona: agricoltori, allevatori, norcini, casari, frantoiani. Borgobrufa propone una linea di cosmesi con i prodotti del luogo e guarda alla qualità totale dell’accoglienza. Le opere di Christofer Domiziani imprezioscono gli ambienti. Una concessione al gossip? La Imperial Emotion Suite, ben 480 metri quadri, è un piccolo wellness hotel privato, con ingresso riservato, check-in in camera, room service e servizi da favola per godere in totale privacy di una Spa personale. Nuovi turismi, appunto. Ma l’Umbria nascosta, per fortuna, è spesso anche accessibile.

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RIAPERTURA con il nuovo allestimento MOSTRA in occasione del centenario dal 05.04 al 07.07.2024 dal 08.06.2024 Comune di Fratta Polesine INIZIATIVE PROMOSSE E SOSTENUTE DA PRODOTTE DA CON IL PATROCINIO DI IN COLLABORAZIONE CON Accademia dei Concordi fondazionecariparo.it/eventi-culturali F O N D A Z I O N E Anna Kuliscioff ENTE DEL TERZO SETTORE SCARICA L’APP RADIO VENETO24 Ascolta Sintonizzati sul futuro. Veneto24 passa al sistema di ultima generazione DAB che permette di ascoltare anche la radio con una qualità audio perfetta. www.veneto24.it

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A tavola

Con l’arrivo del mese di giugno l’estate fa il suo ingresso, portando con sé temperature più calde, giornate soleggiate e la voglia di frutta e verdura fresche e idratanti per rinfrescarsi e ristorare l’organismo

LINGUINE AL PESTO DI ZUCCHINE MANDORLE E MENTA

Un condimento gustoso e profumato. Un piatto semplice da preparare e fresco. Un primo vegetariano perfetto per la stagione estiva

Ingredienti: 480 g di linguine; 500 g di zucchine; 100 g di parmigiano; 50 g di mandorle pelate; 40 g di mandorle a filetti; 18 foglie di menta; spicchio d’aglio; prezzemolo; olio; sale e pepe

Preparazione: Tagliare le zucchine a rondelle e saltarle in padella con olio. Nel frattempo, cucinate le linguine. Una volta cotte le zucchine frullarle con le mandorle, l’aglio, la menta, sale olio e un po’ d’acqua di cottura della pasta. Aggiungere eventualmente ancora un po’ di olio in base alla cremosità che volete ottenere. Scolare la pasta condirla con il pesto e aggiungere un ultimo il parmigiano. Per donare un tocco scenografico alla ricetta e insaporire maggiormente potete cospargere con delle mandorle a lamelle fatte dorare.

SEPPIE GRATINATE CON OLIVE E CAPPERI

Semplici e gustose, le orecchiette broccoli e salsiccia sono un primo piatto semplice e saporito. Due ingredienti che incontrano un formato di pasta ideale per il condimento e per la consistenza della pasta.

Ingredienti: : Un piatto gustosissimo e leggero, perfetto per un menù di pesce veloce e sfizioso

Preparazione: Tagliare le seppie ad anelli. In una padella far soffriggere l’aglio schiacciato con due cucchiai d’olio, poi aggiungere le seppe e lasciare insaporire a fuoco vivo. Unire le olive e i capperi ben sciacquati. Coprire la padella e far cucinare circa una mezz’ora. Quando le seppie saranno morbide, trasferitele con il loro liquido in una pirofila da forno abbastanza ampia.

Aggiungere pangrattato e prezzemolo tritato.

Mescolare bene e ungete con un filo di olio extravergine. Mettete infine le seppie in forno ventilato a 180°, e fate gratinare per circa 15 minuti, senza seccarle troppo in superficie.

PLUMCAKE ALLE ALBICOCCHE

Un delizioso dolce da forno semplice, saporito e leggero, ideale per cominciare la giornata con una nota golosa

Ingredienti: 1180 g di farina; 3 uova; 200 g di albicocche; 180 g di zucchero integrale di canna; 180 g di burro morbido; 1/2 bustina di lievito per dolci; 1 cucchiaino di estratto di vaniglia; 30 g di mandorle a lamelle; 1 pizzico di sale

Preparazione: Unire in una ciotola il burro insieme allo zucchero e montare il tutto fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso. Aggiungere le uova, il sale e l’estratto di vaniglia, e incorporare la farina e il lievito setacciati. Unire all’impasto le albicocche tagliate a fettine, tenendone da parte alcune. Mescolare delicatamente con una spatola e versare il composto all’interno di uno stampo da cake da 25 x 11 cm. Aggiungere le mandorle a lamelle e cuocere nel forno già caldo a 180° per circa 50-60 minuti.

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Idee in cucina, facili e sfiziose
Rubrica a cura di Sara Busato

ARIETE BILANCIA

Stanno per arrivare i giorni tanto attesi, che a lungo hai preparato con pazienza e dedizione. L’entusiasmo prende il sopravvento ma va controllato.

Hai bisogno di fermarti a riposare aspettando tempi migliori e l’occasione giusta per tornare in pista a brillare con entusiasmo come solo tu sai fare.

TORO SCORPIONE

Avevi tanto timore di fallire e invece, ancora una volta, hai avuto conferma delle tue capacità e dell’affetto che ti circonda. Non dimenticartene.

GEMELLI

Goditi ancora per qualche settimana la vita con leggerezza ed ottimismo. Continua a sorridere e a gioire di quanto ti accade. Per le nubi c’è sempre tempo.

CANCRO

Non sei proprio predisposto a stare al centro dell’attenzione e, anzi, hai bisogno di un momento di pausa e di solitudine per ricaricare le batterie e vederci chiaro.

LEONE

Sei sempre geloso delle tue emozioni e concedi pochi spazi a chi desidera starti accanto. A chi ti chiede un’occasione non negarla, potrebbe sorprenderti positivamente.

Sei comprensiva e disponibile ma non riesci ad abbandonare le tue incertezze che non ti consentono di vivere a pieno le tue esperienze.

Giugno, il calore dell’estate aiuta a sorridere

Hai raggiunto l’obiettivo di una maggiore serenità ma ancora hai bisogno di esercitare il tuo autocontrollo di fronte agli imprevisti. Ci sei quasi.

SAGITTARIO

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Non ti piacciono le mezze misure e non vuoi contenere il tuo entusiasmo e le tue aspettative. E’ tempo di vivere a pieno le tue emozioni.

CAPRICORNO

Hai investito molte energie in un progetto che ti stava a cuore e la stanchezza potrebbe giocarti qualche brutto scherzo. La verità è che sei troppo esigente con te stesso.

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È tempo di uscire all’aperto e di fare il pieno di energie. Hai voglia di sorridere, di leggerezza e di tanta amicizia che ti facciano dimenticare le preoccupazioni e le delusioni.

La stagione estiva ti esalta e ti ispira nuovi progetti, nuove esperienze e nuove amicizie. Sei alla ricerca della tua forma migliore che troverai ben presto.

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