5
IRAS “Ancora in attesa di una risposta dalla Regione”
ascoltali on-line su laPiazzaweb.it e sulle migliori Emittenti Radio del Veneto Notiziario delle 11:30
5
IRAS “Ancora in attesa di una risposta dalla Regione”
ascoltali on-line su laPiazzaweb.it e sulle migliori Emittenti Radio del Veneto Notiziario delle 11:30
Il consiglio comunale ha votato per il consenso all’armamento. Esultano il Sulpl e la Lega, Cgil polemica
Aperto in città il dibattito, con Confcommercio che chiede di valitare attentamente gli effetti delle chiusure
Com’è difficile spendere bene Nicola Stievano >direttore@givemotions.it
n questi giorni sentiamo spesso parlare di soldi, tanti soldi, i fondi del Pnrr. Miliardi di euro che l’Europa ci presta (è bene ricordarlo) per raggiungere una serie di obiettivi che permettano di gettare le basi di quella “next generation” a cui fa esplicito riferimento il piano. Due anni dopo la loro introduzione ci rendiamo conto di quanto sia arduo e incerto impiegare al meglio le generose risorse disponibili.
segue a pag 5
Al centro del giornale scopri l’inserto con le nuove offerte
Abbiamo in mano un portafoglio pieno di soldi ma spenderli è più difficile del previsto e ormai è una corsa contro il tempo, vista la scadenza del 2026 sempre più vicina. Il governo non intende rinunciare, anche in parte, ai generosi fondi ma sta lavorando alla “rimodulazione” del piano per risolvere le criticità emerse negli ultimi mesi. L’intenzione è quella di eliminare i progetti che non potranno essere portati a termine nel 2026 e destinare le relative risorse ad altri interventi che invece potranno essere conclusi nei termini.
Ancora nessuna chiusura per il caso Iras. L’auspicio del sindaco Edoardo Gaffeo di chiudere la partita a marzo non è stato esaudito. Dalla Regione, per ora, tutto tace.
“Noi abbiamo mandato a fine marzo fa la versione che noi riteniamo definitiva dell’accordo e siamo in attesa di una risposta da parte della Regione – riepiloga il primo cittadino -. Ho sentito l’assessore anche prima di Pasqua e mi ha fatto sapere che stavano preparando la risposta, ma non abbiamo ancora ricevuto nulla (al momento in cui andiamo in stampa, ndr)”.
Sul contenuto della risposta il sindaco non si sbilancia: “Lo schema di operazione è sempre quello che è sotto abbondantemente definito nel corso degli ultimi mesi. Ci sono alcune questioni tecniche da risolvere. Noi abbiamo fatto le nostre proposte e siamo in attesa di una risposta. Anche perché io sono pronto per andare in consiglio comunale. Solo che, come è ovvio, per farlo devo avere un testo condiviso”.
Intanto il sindaco in questi giorni ha incontrato i referenti dei pensionati di Fratelli d’Italia, che hanno assicurato la propria collaborazione: “Nel corso dell’incontro ho spiegato loro qual è la posizione del Comune – fa sapere Gaffeo – e sicuramente è stato un incontro positivo. Mi pare che ci sia consapevolezza del fatto che l’amministrazione comunale sta facendo tutto quello che è nelle sue possibilità”. Gaffeo ha poi incontrato anche le categorie dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil per aggiornarli sulla situazione. Anche in questo caso il primo cittadino parla di “incontro positivo”.
Giorgia Gay
Confindustria non nasconde la preoccupazione e teme che senza una strategia precisa il piano possa arenarsi. Quindi ben venga la trattativa con l’Europa per la rimodulazione. “Il Commissario Gentiloni - hanno dichiarato gli industriali nei giorni scorsi - ha aperto alla possibilità di maggiore flessibilità. Un segnale certamente positivo, ma l’Italia deve comunque dimostrare di essere un Paese credibile, rispettando le scadenze. Bisognerà puntare sui progetti effettivamente realizzabili e non sugli interventi a pioggia”.
Intanto su fronte politico si alza la voce critica delle opposizioni. Il Pd ha chiesto di fare chiarezza in Parlamento: “nella maggioranza è caos totale, basta scaricabarile, basta ritardi”. Il Movimento 5 stelle ricorda che “parliamo di soldi ottenuti con estrema fatica in Europa, dopo un lungo braccio di ferro con i Paesi frugali, risorse che rappresentano un’occasione unica per il rilancio dell’Italia”.
Ditigalizzazione e innovazione, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture per una mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione e coesione, salute: queste le sei “missioni”, i sei pilastri del Pnrr da cui discendono gli interventi da finanziare. Ma l’Italia si scontra con delle criticità strutturali proprio nell’impiegare le risorse a disposizione. La Cgia di Mestre ricorda che “secondo la Banca d’Italia, le opere durano un’eternità. Per un intervento medio di 300 mila euro di voglio 4 anni e 10 mesi, per un investimento da 5 milioni i tempi si allungano a ben 11 anni”. Le speranze sono riposte nelle riforme della pubblica amministrazione e nel nuovo codice degli appalti. Ma quanto è difficile spendere bene.
Rovigo È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.
è una testata giornalistica di proprietà di Srl
È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.
Sicurezza.
Aretusini (Lega): “Noi da sempre favorevoli. Persi anni senza motivo”
“Con l’approvazione dal parte del consiglio comunale di Rovigo del nuovo regolamento della polizia locale e del connesso regolamento sull’armamento, possiamo finalmente dire conclusa la lunga battaglia portata avanti dal Sulpl”. Sono queste le parole del Sindacato unitario lavoratori polizia locale in merito alla decisione del Comune di consentire l’uso delle armi ai vigili.
“Un fatto storico per la città, che consentirà in particolar modo di armare il corpo di uno degli ultimi capoluoghi di provincia la cui polizia locale è ancora disarmata, ma anche di godere di un regolamento che offre tutele concrete al personale, garantendo migliori standard di servizio – continuano –. Comprensibilmente la questione delle armi terrà banco ancora per un po’, e con un pizzico di morbosità, il tempo che la gente metabolizzi l’idea e si abitui a vedere i propri agenti armati, al pari di quanto accade nel resto del Paese”.
“Non è infatti per l’armamento che vogliamo cantare vittoria – prosegue il sindacato –, ma invece per l’essere riusciti a portare la sicurezza e il ruolo della polizia locale al centro dell’agenda politica. Per noi questo non rappresenta un punto di arrivo, ma un punto di partenza per il rilan-
nostra città”. Non sono tardati i commenti politici, in primis quello del capogruppo della Lega in consiglio comunale, Michele Aretusini: “Penso che, sulla vicenda dell’armamento di parte dei componenti del corpo della polizia locale si siano, semplicemente, persi anni senza alcun motivo – afferma –. Non vedo, del resto, altra spiegazione per un cambiamento di rotta, da parte dell’amministrazione stessa, che l’ha portata dall’intenzione di vendere le armi alla scelta di procedere all’armamento, che ovviamente sosteniamo”.
“Non limitiamoci, però, alla questione delle armi, perché qui c’era e c’è in ballo l’intero regolamento di polizia locale, con tantissime innovazioni – prosegue Aretusini –. Mi riferisco alla disposizione che stabilisce che i servizi a rischio (pattugliamento, pronto intervento, servizi notturni, ecc.) siano sempre svolti da una pattuglia composta almeno da due operatori, a garanzia della sicurezza degli operatori stessi e della loro necessaria capacità operativa che coincide con i servizi da svolgere con l’uso delle armi; all’esenzione dai turni notturni del personale over 60, troppo giovane per la pensione e in età ormai avanzata per il servizio operativo di polizia;alla previsione di adeguati
tra cui un limite massimo di età di 32 anni per gli agenti”.
“E ancora, a testimonianza di come questo non sia cer ta-
mente un regolamento per ‘fanatici delle armi’, come qualcuno ha tentato falsamente di dipingerlo – chiude il capo-
gruppo della Lega – apprezziamo profondamente la clausola di “salvaguardia” che consente l’obiezione di coscienza al personale di “vecchia assunzione”, entrato nel corpo in un momento storico in cui non era prevista la possibilità dell’uso delle armi, perché armare forzatamente personale che non se la sente, oltre che inopportuno, sarebbe stato oltremodo pericoloso. E ancora la previsione della possibilità di dotare il corpo del taser, previo l’espletamento del necessario iter autorizzativo; una specifica disciplina per le vittime del dovere, a tutela delle stesse e delle loro famiglie”. Gaia Ferrarese
Cambiano i regolamenti per la polizia locale di Rovigo e scoppiano le polemiche: Fp Cgil infatti contesta la scelta del Comune di Rovigo.
A mettere le cose in chiaro ci pensa il sindaco Edoardo Gaffeo: “In un ente locale, i regolamenti che definiscono i compiti dei dipendenti e le modalità di erogazione del servizio sono di esclusiva competenza del consiglio comunale. Che li approva nella sua totale autonomia”.
E aggiunge: “Non esisteva alcun obbligo alla consultazione in itinere con le Rsu appartenenti al corpo di Polizia locale del Comune. Farlo è stata una precisa
dal comandante del corpo.
In altri termini, per mesi le bozze dei regolamenti sono state oggetto di approfondite discussioni e confronto con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali”.
“Al tavolo di lavoro - conclude - sono state invitate tutte le quattro organizzazioni sindacali con propri rappresentanti nel Comune. Tre di queste hanno partecipato a tutti i lavori, una si è rifiutata. Le motivazioni alla base di questo rifiuto non mi competono.”
E a rincarare la dose ci pensano le liste Civica per Rovigo e Lista con Edoardo
Gaffeo Sindaco: “La volontaria assenza del sindacato
ganizzati dall’amministrazione comporta una precisa responsabilità in capo al sindacato stesso, che ha dolosamente deciso di non prendere parte alla discussione ma pretende oggi – dopo lunghi e complessi mesi di lavoro che hanno portato a una sintesi forse non pienamente soddisfacente per tutti ma rispettosa delle posizioni di ciascuno – di sapere esattamente cosa doveva essere fatto e da chi”.
“Ci sono contesti istituzionali che richiedono un ampio confronto, tanto più necessario quanto sono lontane le posizioni, ma a questo confronto Fp Cgil ha volontariamente deciso di
Dopo anni di discussioni il consiglio comunale ha dato il via libera. Il Sulpl esulta
Polemica tra Cgil e maggioranza: “Assente al confronto”
Per i commercianti i benefici non sono ambientali dato che “il traffico che si genera per ovviare alle chiusure annulla qualsiasi beneficio”
“Chiudere tanto per chiudere non è mai la soluzione. Chiudere nella speranza di riqualificare rischia di creare il deserto. Riqualificare prima, creare quindi motivo di visitazione e poi chiudere per garantirne una visitazione più a lungo, in sicurezza ed in tranquillità, può essere la soluzione”. È questo il commento del presidente di Confcommercio Rovigo Stefano Pattaro in materia di Ztl e chiusure in centro storico a Rovigo, ma non solo.
“Il cambiamento, quando non viene spiegato, fa sempre paura. ‘Perché cambiare? Andrà peggio?’ sono le domande che assillano chi ha deciso di investire in centro storico a Rovigo in merito alla notizia dell’al-
largamento della Ztl, sicuramente a Piazza Duomo ed alle limitrofe via Badaloni e via Casalini, ma che, potenzialmente, potrebbe portare alla chiusura del Corso del Popolo. Una parte dell’utenza potrebbe anche essere soddisfatta dall’idea, un’altra, quella dell’acquisto in automobile fino davanti al negozio, sicuramente no. Come associazione di categoria Confcommercio non ha una posizione netta in merito alle “chiusure” ma pone comunque delle considerazioni all’amministrazione comunale” afferma
Pattaro.
“È comprensibile che la scelta assuma anche una connotazione politica, ma se si pensa di dare una connotazione ambientale alle
chiusure è meglio pensare ad altro. In genere il traffico che si genera per ovviare alle chiusure, le code per poter parcheggiare, solitamente congestionano tutta l’area “aperta” attorno a quella “chiusa” annullando qualsiasi beneficio ambientale – continua Pattaro -. Per evitare che la chiusura di una parte di Rovigo generi danni al commercio, appesantendo una condizione che facile non è, al momento, bisogna che l’amministrazione rifletta su alcuni aspetti”.
“Il primo è quello di essere consapevoli che il commercio ha bisogno di visitazione, gli spazi urbani devono essere fruibili ed accessibili, facilmente e velocemente, indipendentemente da quale mezzo si voglia utilizzare”.
“Il secondo che Rovigo non ha una dimensione sufficiente per garantire successo per tutte le attività presenti, quindi deve risultare attrattiva per il circondario pensando che i potenziali visitatori si sposteranno in automobile. Quindi, alle chiusure devono corrispondere soluzioni per la visitazione di chi arriva in auto e non potrà
accedere al centro storico”. “Questo aspetto è di fondamentale importanza in quanto, una volta presa l’automobile, percorre i 10 chilometri per arrivare a Rovigo, ed incorrere in mille problematiche, non è tanto diverso dal percorrerne 30 e non averne nessuna” conclude Pattaro.
Gaia FerrareseIl dibattito. Confcommercio invita l’amministrazione a riflettere per non danneggiare i negoziantiIl presidente di Confcommercio Rovigo Stefano Pattaro
Giorgia Businaro, assessore comunale con delega a Commercio, Attività produttive e Suap, Polizia locale, Sicurezza urbana, Promozione cultura della legalità, Cooperazione internazionale, Partecipazione attiva dei cittadini e Toponomastica, racconta quello che è stato il suo primo mese e mezzo, dall’incarico ricevuto dal sindaco Edoardo Gaffeo. Com’è stato questo inizio nella nuova giunta comunale di Rovigo?
“In queste breve lasso di tempo, ho dapprima studiato tutti i problemi dei settori che mi sono stati assegnati, che sono tutti molto complessi. In breve tempo posso dire di avere già ottenuto risultati significativi per la città. Su tutte, l’approvazione della delibera rivolta alle medie attività di vendita, di potersi insediare senza obbligo di avere il parcheggio. Questo non consuma suolo e recupera edifici urbani. Il consumo di suolo e il suo riutilizzo, anche di concerto con l’assessore all’urbanistica e gli uffici competenti, è un punto sul quale stiamo puntando molto. Il commercio sta avendo un grande input. È vero che nel frattempo ci sono state diverse chiusure, che hanno anche fatto molto scalpore sulla stampa, ma non sono certo imputabili a me che sono appena arrivata. Per fortuna ci sono state anche delle nuove aperture, grazie a giovanissimi imprenditori che hanno voglia di investire in cittaà”.
Qual è la cosa più significativa fatta in questo primo mese e mezzo?
“Di sicuro l’approvazione del nuovo regolamento della polizia locale, visto che il precedente regolamento era datato 1 960. Quindi c’era la grande necessità di adeguarlo ai nostri tempi. Dal Sessanta a oggi le cose sono infatti cambiate di molto. È un’altra vita. Inoltre,a differenza degli altri corpi delle forze dell’ordine,
che utilizzano armi come strumenti di coercizione, i nostri agenti saranno formati per utilizzare l’arma come strumento di difesa. Abbiamo molti agenti giovani, formati e competenti. Che cosa si sente di dire?
“Che a ben pensarci, in un mese e mezzo sono già state fatte tante cose, oltre a incontri vari con le associazioni di categoria, i
“Venendo dal mondo del volontariato, so quanto sia ottimale un maggiore impegno civico da parte della cittadinanza”
commercianti, i sindacati, gli uffici per snellire le procedure. È un mese e mezzo, ma mi sembrano tre anni e mezzo”.
Quali sono i suoi obiettivi da qui alla fine del suo mandato, ossia primavera 2024?
“In questo anno che ho davanti, le mie priorità sono le seguenti: primo, formare gli agenti di polizia locale, che non sono solo coloro i quali che fanno le multe, ma va fatto capire ai cittadini quanto sia importante questa figura. Secondo, nell’ambito del commercio, snellire le procedure e interagire con gli eventi che ci sono in città, tipo le vetrine
arancioni di Rovigo Racconta. Ci sono tanti eventi sportivi e legati al mondo universitario che potrebbero benissimo sposarsi con il commercio. Abbiamo un calendario di eventi che, se letto con attenzione, fa capire quanto Rovigo abbia da offrire. Terzo, sul fronte associazionismo, un regolamento che va spiegato ai cittadini e collaborazione tra cittadini – associazioni –amministrazione. Venendo dal mondo del volontariato, so quanto sia ottimale un maggiore impegno civico da parte della cittadinanza. So che ho 1 2 mesi davanti a me, per finire senza pormi nessun pensiero futuro. Faccio politica da tanti anni: avevo 25 anni ed ero a Frassinelle, poi a Rovigo ho maturato esperienze in minoranza e maggioranza. Ho 40 anni e quindi sono 15 anni che sono in politica. Da membro della giunta risulta complicato capire quanto siano complicati gli iter burocratici, che i cittadini imputano all’amministrazione di turno, ma che purtroppo sono insiti nel meccanismo della macchina amministrativa. Anche da presidente di commissione sapevo di questo, ma non pensavo che le procedure fossero così lunghe”.
Marco Scarazzatti“In breve tempo posso dire di avere già ottenuto risultati significativi per la città. Su tutte, l’approvazione della delibera rivolta alle medie attività di vendita, di potersi insediare senza obbligo di avere il parcheggio”
Crisi idrica. Tornano anche quest’anno l’emergenza e la necessità di risparmiare questa risorsa
L’assessore Merlo: “Non vi sono ancora le condizioni per emanare ordinanze al livello comunale, ma serve una responsabilità generale”
Continua l’allarme siccità, ora più che mai a livelli gravi anche a Rovigo, dove il prolungarsi della situazione in questi ultimi mesi ha già portato a uno stato di carenza idrica generale, che riguarda il livello bassissimo dei corsi d’acqua e un forte abbassamento delle falde sotterranee, quest’ultimo piuttosto insolito in questo periodo dell’anno. La Regione Veneto ha emanato un’ordinanza che richiama allo stato di attenzione sull’uso appropriato dell’acqua, invitando i cittadini, gli enti e gli operatori economici a evitare gli sprechi e al contenimento dei prelievi per usi non prioritari di acque sotterranee e superficiali.
“Il protrarsi della carenza di precipitazioni già in una fase stagionale anticipata di inizio primavera – spiega l’assessore all’Ambiente Dina Merlo -, ha determinato la necessità di mettere in atto una campagna informativa di ampio respiro per invitare i cittadini a comportamenti responsabili, onde prevenire rischi che possano portare a problemi di limitazione della disponibilità idrica, se le condizioni metereologiche non cambieranno la situazione. In particolare la comunicazione sul risparmio idrico messa in atto, dal Comune di Rovigo è rivolta ai cittadini, attraverso raccomandazioni sulle buone pratiche nell’uso dell’acqua inserite nei canali informativi comunali e social, alle scuole attraverso una proposta formativa indirizzata a tematiche ambientali con particolare attenzione al risparmio idrico e infine con una rassegna di messaggi grafici informativi ad impatto comunicativo”.
“Non vi sono ancora le condizioni per emanare ordinanze al livello comunale, che sarebbero motivate solo in caso di prescrizioni precise da parte della Regione o nazionali, ma si riscontra la necessità di una responsabilità generale nell’u-
so dell’acqua, attuando quelle buone pratiche che dovrebbero ormai entrare nei comportamenti individuali quotidiani e continuativi improntati al risparmio idrico. In particolare in ambiente domestico è necessario: chiudere i rubinetti quando non serve, installare frangi-getto nei rubinetti per ridurre il flusso, usare lavatri-
co, preferire la doccia rispetto al bagno, annaffiare il giardino e le piante solo ove necessario e possibilmente con irrigazione a goccia limitando i volumi idrici”.
“Le recenti emergenze legate alla siccità hanno portato all’attenzione che l’acqua rappresenta un bene primario e limitato – continua Merlo –. L’acqua viene utilizzata per diversi impieghi, in primis l’uso alimentare ed igienico, fabbisogni primari ed essenziali che richiedono acqua potabile di elevata qualità, per passare agli usi legati all’attività agricola e industriale che derivano le loro prese d’acqua anche da corsi d’acqua superficiali o falde sotterranee. In una situazione come quella attuale di mancanza d’acqua sia per scarse precipitazioni che per assenza di riserve idriche dagli invasi montani, si realizza inoltre una competizione con l’uso energetico dell’acqua, che rappresenta ormai negli impianti idroelettrici una fonte rinnovabile non certo trascurabile. Il risultato è un generale stato di crisi che impone la necessità di utilizzare l’acqua in modo responsabile, limitandola agli impieghi essenziali. Non da ultimo è opportuno ricordare la necessità di una gestione dei corsi d’acqua, con il mantenimento del deflusso minimo vitale, per consentire la sopravvivenza degli organismi acquatici e il mantenimento dell’ecosistema fluviale, a garanzia dello stato di salubrità dei corsi d’acqua stessi”.
“È comunque opportuna –conclude Merlo -, una presa di coscienza dello stato di crisi che deriva in generale da un drastico cambiamento climatico in atto, rispetto al quale occorre intervenire con azioni di mitigazione ambientale per invertire la tendenza, che richiedono tempi non certo immediati, ma occorre subito adottare interventi di adattamento con azioni di risparmio idrico, energetico, razionalizzazione dei sistemi irrigui, azioni di accumulo idrico”.
Gaia FerrareseIn questi tre anni la Casa di Abraham ha organizzato piccole coltivazioni e una fattoria
AGrignano Polesine, alla Casa di Abraham, è stato inaugurato l’Abraham Park, spazio immerso nel verde della campagna rodigina, tutto dedicato alle famiglie. A visitare la struttura, un tempo sede della Comunità Incontro di Don Gelmini, anche il vescovo monsignor Pierantonio Pavanello, assieme a don Silvio Baccaro, tra i fondatori dell’associazione nata a Borsea.
La struttura, gestita da Susanna Carlesso, è situata in via Stopazzine 5, al confine tra il territorio comunale di Rovigo e quello di Arquà Polesine ed è nota per essere all’insegna dell’accoglienza. Nel 2020, durante il lockdown, tutti ricordano che aveva ospitato il circo Busnelli Niuman. Da questa esperienza è nato il progetto: “Busnelli Abram Park”.
In questi tre anni, la Casa di Abraham ha cercato di organizzare delle piccole coltivazioni, su tutte quella di zafferano, una piccola fattoria di animali e ha attrezzato l’area per poter dare la possibilità alle famiglie di passare una giornata tra il verde e gli animali. Ha quindi chiesto al Circo Busnelli se riusciva a tornare a Rovigo, per dare quel tocco in più, con la loro presenza e i loro esercizi circensi. La risposta positiva di David Busnelli e famiglia non
nelle settimane scorse, il circo ha riallestito il suo tendone.
Le famiglie possono ora trovare un’area pic-nic, assaggi enogastronomici del territorio (grazie alla collaborazione del circolo Na scarpa e un zocolo), spettacoli circensi, dalmata show, pony ride. Inoltre è possibile organizzare feste di compleanno, utilizzare gonfiabili per bambini, usufruire del percorso guidato alla fattoria didattica. Insomma un nuovo spazio divertimento per tutte le famiglie e soprattutto per i bambini.
“Sono state giornate intense,
A visitare la struttura, un tempo sede della Comunità Incontro di Don Gelmini, anche il vescovo Pavanello
fatte di attese e di speranza, per un progetto nato tre anni fa, costruito nel tempo e inaugurato in questi giorni – afferma con entusiasmo Susanna Carlesso -. Giornate ricche di soddisfazioni. Abbiamo lavorato tanto, siamo un po’ stanchi, ma al contempo molto felici, soprattutto perchè abbiamo ancora una volta constatato che la gente ha accettato di far parte di questa nostra avventura”. Tra Pasqua e Pasquetta, sono state moltissime le famiglie di Rovigo e paesi limitrofi che hanno voluto
soluzione, Il taglio del nastro di questo nuovo luogo di divertimento, è avvenuto sabato 7 aprile, con grandi e bambini che hanno assistito alle prime evoluzioni di acrobati e giocolieri, divertendosi davanti
alla comicità di saltimbanchi e giullari, ed emozionandosi con le esibizioni degli animali.
Il Busnelli Abram Park è aperto ogni giorno, poi in particolare tutti i venerdì, sabato, domenica e festivi, dalle 10
alle 17, si potrà assistere agli spettacoli o anche solo semplicemente vedere cavalieri in sella ai loro cavalli. Per informazioni è possibile telefonare al 3383773271.
Marco Scarazzatti“A Rovigo le scuole paritarie cattoliche della Fism, Federazione Italiana Scuole Materne, sono in totale ben 1 1 nel capoluogo delle quali più della metà sono nelle frazioni: Borsea, Granzette, Boara, Mardimago, Sarzano e Grignano. Una presenza fondamentale per il Comune e per le sue frazioni, in un momento storico che vede un andamento demografico fortemente negativo, col rischio di spopolamento dei centri minori. A maggior ragione, quindi, la presenza di questi istituti
irrinunciabile. Nonostante questo, riteniamo che non sia loro riconosciuto il ruolo che effettivamente svolgono”. Lo spiega Michele Aretusini capogruppo della Lega in consiglio comunale.
“I dati parlano chiaro –prosegue – la convenzione in scadenza tra Fism e Comune di Rovigo prevede il riconoscimento di una somma complessiva pari a 1 60mila euro, ossia a 316 euro per bambino (calcolato solo su bambini della Scuola Infanzia, fascia di età 3-6 anni). Si tratta di un
rispetto alla media veneta. A Verona, infatti, abbiamo 850 euro a bambino, a Treviso 800, a Padova 660, a Venezia 600”.
“Non intendiamo perderci in polemiche sterili– chiude Aretusini – , ma vogliamo semplicemente invitare l’amministrazione comunale del capoluogo a riflettere su quanto fondamentale sia l’azione educativa delle scuole paritarie cattoliche e, di conseguenza, a fare ogni possibile sforzo per rivedere al rialzo la convenzione, impegnando più risorse”.
Corre l’export in Polesine. Tanto da recuperare e superare i livelli pre-pandemia con un +15,5%, secondo i recenti dati diffusi dalla Camera di Commercio di Venezia Rovigo.
I valori delle esportazioni della provincia di Rovigo, nel 2022, si attestano a 1,91 miliardi di euro, in recupero del 14,2% sul 2021 e del 15,5% sul 2019. La prima voce dell’export sono gli “articoli in materie plastiche” che rappresentano il 10,3% dell’export polesano in crescita del 16,1% sul 2021 (+45,2% sul 2019).
“Non può che far ben sperare la crescita delle esportazioni – commenta Massimo Zanon, Presidente della Camera di Commercio di Venezia Rovigo – significa che l’economia, nonostante le difficoltà che stiamo incontrando, tiene e che le aziende dimostrano grande resilienza e volontà di espandersi. L’istituzione della Zls – Zona logistica semplificata Porto di Venezia Rodigino, avvenuta ufficialmente a fine marzo, non potrà che portare ulteriori benefici ai territori interessati dando impulso alle aziende che vi investiranno. Inoltre, la ricerca e le nuove tecnologie negli ambiti dell’Industria 4.0, della produzione di energia da fonti rinnovabili e delle comunità energetiche consentiranno di aumentare l’efficienza delle imprese e di ridurre i costi”.
Crescono in Polesine anche le esportazioni di prodotti chimici di base (+33,3% e + 38,9 milioni di euro di variazione assoluta sul 2021 e + 61% sul 2019). Valori di crescita positivi anche per i settori “tubi, condotti e profilati” (+130,8% sul 2021 e +153,4% sul 2019) e per le “parti e accessori per veicoli” (+40,8% sul 2021 e +70,5% sul 2019). Decrescono, invece, le macchine per l’agricoltura e la silvicoltura (-14,4% sul 2021); i prodotti farmaceutici di base (-8% sul 2021); i prodotti di coltu-
Il presidente Zanon: “L’istituzione della ZLS non potrà che portare ulteriori benefici ai territori interessati”
re agricole non permanenti (-8,4% sul 2021); gli strumenti e forniture mediche e dentistiche (-50% sul 2021); le bevande (-7% sul 2021). Per quanto riguarda le importazioni, che ammontano a oltre 9,26 miliardi di euro, crescono i valori totali: +180% sul 2021 e +189,7% rispetto al 2019. La crescita a tre cifre percentuali nelle importazioni del rodigino è imputabile all’aumento delle quotazioni dei prodotti energetici a livello interna-
terminale Adriatic LNG al largo di Porto Levante, nel Mare Adriatico, che da solo, grazie alla sua attuale capacità di rigassificazione di 8 miliardi di metri cubi annui, copre il 10% del fabbisogno nazionale di gas naturale. Le principali destinazioni dell’export rodigino si concentrano per lo più in Europa costituendo il 78,5% delle esportazioni, per un controvalore di oltre 1,5 miliardi di euro (+8,5% sul 2021 e +27,6% sul 2019). Il 69,4% dei flussi in uscita si rivolge all’area UE 27. Seguono poi America, Asia, Africa ed Oceania e altri territori. Il Paese verso il quale Rovigo esporta di più, il 17% del valore complessivo delle esportazioni provinciali, è la Germania; il principale mercato di sbocco extra UE sono, invece, gli Stati Uniti. Rimangono stabili le esportazioni verso Spagna e Romania; crescono verso Austria, Malta, Emirati Arabi Uniti, Messico. Diminuiscono, invece, i flussi verso la Grecia.
Nel caso delle importazioni il principale mercato di approvvigionamento per il rodigino è l’Asia (in particolare il Qatar), a causa delle commesse di gas naturale, che assorbe il 62,3% delle importazioni polesane. Il 20,1 % delle importazioni proviene, invece, dall’Europa che cresce del 57,1% sul 2021 e dell’8,7% sul 2019. Cresce anche il peso delle importazioni provenienti dal continente Americano (Stati Uniti e Trinidad e Tobago sempre a causa delle importazioni di gas naturale) che costituiscono il 13,3% dell’import con un aumento percentuale del 797,4% sul 2021 e del 492,8 sul 2019. Aumentano del 390,3% sul 2021 (e del 831,9% sul 2019) le importazioni dall’Africa (in particolare da Mozambico, Guinea Equatoriale ed Angola). Sia per l’America che per l’Africa si tratta quasi esclusivamente di acquisti di gas naturale.
Giorgia GayTante le autorità che hanno voluto presenziare, anche per dire grazie a Giovanni Boniolo, al suo ultimo discorso da presidente della storica biblioteca rodigina, dopo sei anni di reggenza, in occasione dell’apertura del nuovo anno accademico. “Ho trovato un’Accademia piena di tesori che, come socio e cittadino di Rovigo, colpevolmente non conoscevo e il mio primo impegno è stato quello di rendere il più fruibile possibile l’inestimabile patrimonio che mi era stato dato da governare, seppur provvisoriamente – ha affermato il professor Boniolo –. Sicuramente non ho fatto tutto quello che avrei voluto, per questioni finanziarie ma anche per non semplici relazioni amministrative, burocratiche e, non neghiamolo, per le note e vetuste viscosità che il nostro amato contesto permette. Soprattutto non sono riuscito a mettere in piedi una buona campagna di comunicazione istituzionale, per divulgare non solo ciò che l’Accademia costudisce, ma anche le miriadi di iniziative che ogni anno ospita e organizza. Abbiamo lavorato molto per avvicinare alla lettura i più giovani. Questo scopo è stato perseguito con grandissimo successo, anche con l’organizzazione e la realizzazione, a cura del nostro appassionato personale gestito da Antonella Turri, di incontri di lettura e di eventi multimediali coinvolgenti le scuole rodigine. Scuole che sono state interessate anche per l’avvicinamento al testo antico. Pochi sanno, infatti, il lavoro che svolgiamo con continuità portando scolaresche in Accademia per far capire loro la bellezza di un manoscritto, di un incunabolo, di una cinquecentina insegnando come si realizzano questi preziosi volumi e quanto dentro di essi vi siano le basi della
nostra cultura occidentale e della nostra identità. Un compito veramente appagante che ha occupato e occupa felicemente una parte del nostro tempo e che ha portato in Accademia centinaia di bimbi e bimbe. E pochi sanno anche che l’Accademia ogni mattino è luogo di ritrovo per lettura di giornali e scambio di socialità da parte una ventina/trentina di
In questi giorni si è ultimato il primo, completo e unitario inventario di tutti i reperti archeologi
signori e signore”.
Giovanni Boniolo ha poi ricordato che “si è seguito tutto l’iter, con Alessia Vedova, del restauro ed esposizione alla Fondazione Querini Stampalia e del suo ritorno a Rovigo, grazie alla Fondazione Cariparo, del meraviglioso Panorama Biasin che potete ammirare in tutto il suo splendore a Palazzo Roverella. E poi, grazie a Federica Sansoni, si sono potute decorare le finestre di Palazzo Bosi, con immagini tratte dai nostri dipinti, permettendo così un decoro diverso di Piazza Vittorio Emanuele II, in attesa del restauro dei palazzi accademici, che daranno nuova vita estetica e funzionale al nostro cen-
tro cittadino. E proprio in questi giorni, sotto la guida della vice presidente Sandra Bedetti, si è ultimato il primo, completo e unitario inventario di tutti i reperti archeologi, della comproprietà Accademia-Comune e del Seminario Vescovile, tenendo pure conto delle donazioni da cui provengono, ossia della loro storia”.
Boniolo ha poi proceduto all’investitura delle nuove socie e dei nuovi soci accademici: Sara Bacchiega, Roberta Cusin, Marco De Poli, Ermanno Ferretti, Francesco Lazzarini, Giorgio Lazzarini, Marco Munaro, Letizia Piva, Maurizio Romanato, Giorgio Soffiato, Francesco Toso. Soci corrispondenti: Natalino Balasso, Claudio Ronco, Giuseppe Schivardi. A tutti è stato consegnato un libro sulla storia dell’Accademia dei Concordi più un attestato. Infine, il gota dell’archeologia italiana, rappresentato da Vincenzo Tinè, Paolo Bellintani, Andrea Cardarelli, Michele Cupitò e Paola Salzani, hanno relazionato in merito al progetto “Prima Europa. Nuovi dati sulla protostoria del Polesine”, finanziato dalla Fondazione Cariparo, facendo il punto sugli scavi di Frattesina, Villamarzana e Campestrin di Grignano Polesine.
Ruggero Principe
“Abbiamo lavorato molto per avvicinare alla lettura i più giovani, anche con l’organizzazione e la realizzazione di incontri di lettura e di eventi multimediali coinvolgenti le scuole rodigine”
Oltre 2.550.000 pagine
l’informazione locale sempre con te! visualizzate al mese
L’INFORMAZIONE LOCALE A PORTATA DI CLICK.
Scarica gratuitamente la nuova App del giornale più diffuso del Veneto.
La cerimonia. “Il mio primo impegno è stato quello di rendere il più fruibile possibile l’inestimabile patrimonio”
Focus di quest’anno è l’Agenda Onu 2030, declinata nel rispetto dell’ambiente, con un’attenzione particolare per le parità di genere e non solo
Presentato il calendario de “Il Maggio rodigino”: tanti gli appuntamenti che si rincorrono per un intero mese, tutti gratuiti, nelle vie e nelle piazze della città.
La sesta edizione della manifestazione è all’insegna di sostenibilità e accessibilità, con grandi nomi
Un intenso lavoro di co-branding per un’edizione attenta alle nuove generazioni e che si posiziona sulla scena nazionale forte della sua proposta unica
e diverse novità. Focus di quest’anno è l’Agenda Onu 2030, declinata nel rispetto dell’ambiente, riutilizzo di strutture e allestimenti, nella ricerca dell’innovazione con un’attenzione particolare per le parità di genere e la fruizione di eventi e contenuti anche per sordomuti, ciechi e ipovedenti.
Un intenso lavoro di co-branding per un’edizione attenta alle nuove generazioni e che si posiziona sulla scena nazionale forte dell’unicità di una proposta complessiva che spazia dalla musica al teatro, dalle arti visive a seminari e conferenze sul tema della sostenibilità ambientale.
Come già anticipato a inizio anno in sede di presentazione del bando, la direzione artistica è affidata a Zoe Pia, compositrice e clarinettista, sarda d’origine ma rodigina d’adozione.
Confermata la presenza di Fondazione per lo Sviluppo del Polesine, che promuove la manifestazione in collaborazione e con il contributo dell’amministrazione comunale di Rovigo.
Il calendario è corposo: tra i vip attesi Demo Morselli,
eclettico direttore d’orchestra che ha legato le sue fortune al Maurizio Costanzo
Show, e Trilok Gurtu, percussionista indiano di livello mondiale così come gli americani Dena DeRose, Dave Weckl, Tom Kennedy e lo svedese Mats Gustafsson. Tra le proposte, il
Livieri con un’inedita esibizione al buio, e la Venezze Dixieland Band (swing anni ’20) protagonista al suo debutto di un flashmob che si snoderà dalla stazione ferroviaria proseguendo poi a bordo dei bus in servizio cittadino.
Nel grande sforzo organizzativo Fondazione per lo Sviluppo del Polesine è affiancata da una lista di partner pubblici e privati con cui sono state condivise sin dal principio le linee guida generali che ispirano la manifestazione: in veste di sostenitori compaiono Fondazione Banca del Monte, Comune di Rovigo e Asm Set mentre Provincia di Rovigo, CUR Rovigo, Accademia dei Concordi e Acquevenete hanno dato il loro patrocinio alle varie iniziative. Preziose anche le collaborazioni di Uici (Unione italiana ciechi e ipovedenti) e di Aidus (Associazione per inclusione di udenti e sordi) con nota a parte per il Conservatorio che, oltre a ospitare diversi eventi della kermesse, proporrà al suo interno ben tre variazioni: Venezze Classic, Venezze Jazz e Venezze Pop, a riprova di un coinvolgimento massimo in quest’edizione. Infine, il 28 maggio sarà possibile visitare il Green Village, allestito al giardino delle Due Torri, nel segno della sostenibilità ambientale.
Melania RugginiSicurezza stradale. Ben 230 gli studenti delle scuole medie coinvolti nel progetto
Sono stati 230 gli studenti delle medie “Bonifacio” e “Casalini”, coinvolti nel progetto di educazione stradale “La buona strada della sicurezza - Saper leggere le situazioni su strada e parquet”, realizzato dalla Motorizzazione Civile di Rovigo e dal Sekal Nuovo Basket Rovigo del presidente Gionata Morello. Focus del progetto, la lettura delle situazioni e la stretta analogia ricorrente tra la capacità (cognitiva) dei ragazzi di leggere le situazioni di gioco del basket e di agire di conseguenza, e la medesima capacità adottata nelle situazioni di rischio e pericolo nel traffico stradale, che caratterizza la vita di ogni giorno. La comunione di intenti tra il Ministero dei Trasporti e la Federazione Italiana Pallacanestro nasce nel 2012 dalla consapevolezza del “rispetto delle regole”, ovvero di creare una generazione di cittadini responsabili sui temi della mobilità urbana sostenibile e della sicurezza, nel senso di crescere come atleta (basket) e come cittadino (società civile), in modo da possedere una capacità adottabile nelle situazioni di rischio e di peri-
colo nel traffico stradale. Per la realizzazione e la buona riuscita del progetto, il responsabile, Antonio Argenziano della Motorizzazione di Rovigo, si è avvalso, per le “Bonifacio”, delle insegnanti Roberta Ponzetto e Marina Cuberli, e per le “Casalini” degli insegnanti Maria Elena Reale e Alberto De Nuccio, grazie alla disponibilità dei dirigenti scolastici, Marco Campini e Fabio Cusin. Assieme allo staff e giocatori del Sekal NB Rovigo, con l’allenatrice federale, Chiara Zago, e gli atleti della Serie C Silver, Sigurd Sandal, Benjamin Ubaekwe e Be-
La comunione di intenti tra il Ministero dei Trasporti e la Federazione Italiana Pallacanestro nasce nel 2012 dalla consapevolezza del “rispetto delle regole”
nediktas Martinkus. Nelle lezioni sono stati utilizzati gli occhiali “Alcol-Vista”, che servono a dimostrare come un soggetto in evidente stato di alterazione dovuta all’assunzione di sostanze alcoliche perda la coordinazione motoria, e gli occhiali “Drug Test” che dimostrano, invece, che un soggetto che ha assunto sostanze stupefacenti o psicotrope, del tipo cannabinoidi, subisce una chiara alterazione delle percezioni ed una sensazione di eccessiva sicurezza con movimenti frenetici.
Cristiano AggioLa finale del Peroni TOP1 0 sarà trasmessa per la prima volta nella storia del massimo campionato in diretta in chiaro su Rai Due, dopo l’accordo raggiunto da Fir e Rai per la riprogrammazione della sfida per lo scudetto alle ore 21 di domenica 28 maggio allo Stadio “Sergio Lanfranchi” di Parma.
Il nuovo palinsesto, con la sfida scudetto numero 93 in prime time, segna un nuovo momento del percorso di sviluppo e rinnovamento del brand TOP10, in coerenza con la visione della governance federale di un massimo campionato in grado di attrarre crescente pubblico, interesse
e risorse per tutti i portatori d’interesse coinvolti.
“Le finali del 2021 e del 2022 sono state delle magnifiche celebrazioni del nostro sport, confermando le potenzialità del Peroni TOP10 come evento sportivo di alto livello, pienamente rispondente alla visione di FIR sia sotto il piano sportivo che della promozione del Gioco nel nostro Paese, ha detto il presidente della Fir, Marzio Innocenti.
La riprogrammazione della finale a domenica 28 maggio per garantire una diretta in prima serata su Rai Due ci ha trovato immediatamente disponibili, dopo un confronto con le nostre società, e garantirà una vi-
sibilità senza precedenti alla partita più importante della stagione per il rugby italiano”. Per l’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes, “trasmettere in prima serata la partita di rugby che assegnerà il 93° titolo italiano rende possibile a tanti italiani di vedere uno sport affascinante. L’appuntamento del 28 maggio rientra in un campionato che attrae un pubblico crescente in tv. Ciò avviene anche grazie ai successi di ascolto delle partite delle rappresentative nazionali impegnate in Coppa del Mondo, tutte trasmesse da Rai2 che conferma la sua spiccata vocazione sportiva”. (c.a.)
L'intervista. Il senatore Raffaele Speranzon è vice presidente vicario del gruppo Fratelli d’Italia a Palazzo Madama
Il recente taglio al cuneo fiscale, che dovrebbe alleggerire il peso delle tasse per i lavoratori con i redditi più bassi, è l’ultimo dei provvedimenti adottati dal governo per fronteggiare mesi ancora impegnativi per i conti di famiglie e imprese. Sarà sufficiente? Che altro fare? Ne parliamo con il senatore veneziano Raffaele Speranzon, che a Palazzo Madama è anche vice presidente vicario del gruppo di Fratelli d’Italia.
Senatore, qual è il fronte più caldo che vede impegnato il governo Meloni?
Stiamo lavorando soprattutto sulla riduzione delle tasse, per questo abbiamo messo a punto una finanziaria che taglia il cuneo fiscale e aumenta la platea dei cittadini che si troveranno qualcosa di più in busta paga, partendo dai redditi medio bassi. La nostra riforma fiscale ha l’obiettivo di tagliare le tasse a tutti, a cominciare da chi si trova in maggiore difficoltà. Vogliamo allargare la platea dei cittadini che da questa riforma avranno qualcosa in più. Come sostenere concretamente le famiglie?
Abbiamo introdotto vari bonus energetici per pagamento bollette, che hanno permesso alle famiglie di affrontare l’impennata dei costi energetici. Abbiamo anche raddoppiato tutti i benefici per i genitori che mettono al mondo dei figli e introdotto un congedo parentale più lungo e più ore di permesso retribuito. Da quest’anno l’assegno unico è aumentato, così come le pensioni minime. In una situazione economica come quella attuale, ancora difficile e con una quotidiana instabilità a livello internazionale, dobbiamo far fronte anche all’aumento dell’inflazione.
Che risposte dare invece al mondo delle imprese?
Il primo obbiettivo era scon-
giurare chiusure di massa, fallimenti e ascesa della disoccupazione. Una volta messo in sicurezza il nostro sistema economico e produttivo siamo pronti a ripartire. La previsione di crescita dell’1 % inserita nel Documento di economia e finanza approvato lo scorso 11 aprile è anche la risposta che diamo ai vari gufi, secondo i quali eravamo ormai sull’orlo del fallimento. Invece il 2023 sarà un anno di crescita, anche se c’è ancora molto da fare.
A questo proposito, come superare l’impasse del Pnrr?
Stiamo cercando di snellire procedure per raggiungere gli obiettivi fissati. È bene ricordare che per due decenni l’Italia ha gestito i fondi strutturali per la formazione e per miglioramento della qualità dei lavoratori, oltre che per l’implementazione delle infrastrutture e delle tecnologie. Non siamo riusciti a spendere quasi la metà di questo denaro, ora abbiamo il quadruplo delle risorse, quindi vanno modificate e trasformate le procedure. L’obiettivo è creare le condizioni perché la burocrazia non sia un ostacolo, ma ci aiuti ad utilizzare al meglio questi fondi. Abbiamo centralizzato tutto su Palazzo Chigi proprio per lavorare su questo aspetto cruciale. Per l’opposizione non state facendo abbastanza, cosa rispondete?
Rispondiamo con i fatti, ormai da mesi: abbiamo riformato il codice degli appalti, abbiamo in cantiere la riforma della giustizia per garantire a tutti un giusto processo in tempi brevi, perché la lentezza della giustizia produce impunità, stiamo lavorando ad una proposta di legge che va a gravare le pene per chi occupa immobili abusivamente. Abbiamo adeguato il contratto degli insegnanti, bloccato da oltre un decennio. Abbiamo dato il via alla riforma dell’au-
tonomia differenziata e a quella delle province, all’orizzonte c’è anche la riforma del presidenzialismo. Non siamo certo con le mani in mano. Altro fronte che ci vede impegnati è quello della sovranità alimentare e il no al cibo artificiale con cui si vorrebbe uniformare l’alimentazione in tutto il mondo. Noi difendiamo la dieta mediterranea e la nostra filiera di qualità che vale centinaia di miliardi e garantisce anche un’elevata aspettativa di vita. Si parla ancora di emergenza immigrazione, che fare? Dobbiamo far comprendere che il confine italiano è un confine comunitario, quindi l’emergenza riguarda l’Europa intera che non può continuare a stare alla finestra. Tutta l’Europa deve sentirsi coinvolta e responsabile, per evitare scelte drastiche e pesanti conseguenze. Vanno stretti accordi con tutto il Nord Africa e gli altri Paesi del bacino mediterraneo, serve una forte azione comune se vogliamo evitare altre tragedie.
In Veneto fra poco si vota a Vicenza e Treviso: com’è il rapporto con gli alleati?
Anche stavolta siamo riusciti a fare sintesi sui candidati che guideranno queste città per i prossimi anni, siamo sicuri saremo ancora premiati dal consenso degli elettori, come è stato di recente nel vicino Friuli Venezia Giulia e prima in Lazio e Lombardia. A livello regionale orma è chiaro che Fratelli
d’Italia è la forza politica più importante. Confidiamo nella disponibilità di Zaia a dare ascolto alle proposte, alle idee e ai suggerimenti del primo partito in Veneto. Da parte nostra non verrà mai a mancare la lealtà nei confronti della giunta regionale. Ha fatto discutere la presa di posizione di Fratelli d’Italia sulle carriere alias a scuola. Perché quella lettera al liceo?
Più che una lettera al singolo istituto sarebbe stato meglio fare una lettera aperta su questo tema così complesso che richiede una seria riflessione. Oggi in Italia prima dei 1 8 anni un giovane non viene considerato sufficientemente maturo per guidare un’auto, votare, consu-
mare alcolici. Anche sul fronte penale un minorenne che commette un reato ha responsabilità attenuate. Riteniamo che sia prematura ogni decisione sulle cosiddette carriere alias da parte di un adolescente. Ad ogni cosa il suo tempo, il cambio di sesso è previsto e regolato dalla legge, è un diritto legittimo ma deve essere frutto di una decisione matura, non presa sull’onda dell’emotività. L’adolescenza invece è una fase di conflittualità permanente, dobbiamo andarci cauti. Meglio se le scuole, anziché occuparsi di questo, si concentrano sul loro ruolo didattico e sulla formazione dei ragazzi.
Nicola StievanoIl Consiglio regionale del Veneto ha votato il rinnovo dell’Ufficio di Presidenza senza particolari contraccolpi all’interno della maggioranza, in particolare nel rapporto di forza tra Lega e Fratelli d’Italia.
Sono stati confermati il presidente Roberto Ciambetti (Lega-LV), con 37 voti, i vicepresidenti Nicola Finco (Lega-LV) per la maggioranza, con 36 voti, e Francesca Zottis (Partito Democratico) per la minoranza con 9 voti, nonché i segretari Alessandra Sponda (Lega-LV) per la maggioranza con 34 voti, ed Erika Baldin (Movimento 5 Stelle) per la minoranza con 9 voti.
“Il voto di metà legislatura - spiega il presidente
Ciambetti - è previsto dal regolamento del Consiglio regionale: si tratta di una procedura che serve anche come strumento di verifica e controllo dell’operato di chi gestisce l’assemblea. Il voto espresso non solo sancisce il riconoscimento del buon lavoro fatto finora ma rappresenta anche un segnale per il percorso che ci condurrà, nei prossimi due anni e mezzo, alla conclusione della legislatura: l’attività legislativa che ci vedrà impegnati è ancora molta, sia in termini di quantità di provvedimenti, sia soprattutto in termini di qualità. Il rinnovo di tutti i componenti rappresenta quindi una continuità che consentirà all’assemblea legislativa di proseguire al meglio”.
Il caso. La deputata veneta del Pd raccoglie l’appello degli studenti
Afianco degli studenti e del loro disagio, manifestato in più occasioni, anche in momenti solenni come l’inaugurazione dell’Anno Accademico all’Università di Padova. Rachele Scarpa, parlamentare del Partito Democratico, non sottovaluta l’appello che arriva dai giovani alle prese con le difficoltà quotidiane nell’affrontare il percorso di studi.
“La Rete degli studenti medi, l’Unione degli Universitari e il
Sindacato pensionati italiani (Spi Cgil) - ricorda la deputata veneta - hanno presentato alla Camera i dati della loro ricerca ‘Chiedimi come sto’. É successa una cosa importante: i 30mila studenti e studentesse che ci dicono come stanno, quanto difficile sia stata la pandemia, che pensano sia necessario un supporto psicologico fruibile e a portata di mano impongono un impegno urgente del Parlamento, come in que-
Con la tappa a Vicenza si è concluso il tour “Comunità Energetiche Rinnovabili e gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente. Uno strumento per la transizione energetica” che ha toccato tutte province venete.
“Il bilancio di questa esperienza è estremamente positivo - commenta Roberto Marcato, assessore regionale allo sviluppo economico ed energia -. Complessivamente, nell’arco di un mese, ho potuto incontrare oltre 500 sindaci, toccando in pratica tutto il territorio regionale. Ho riscontrato che c’è ampia consapevolezza che le comunità energetiche sono uno strumento importante sul quale investire per il nostro futuro.
Roberto MarcatoNoi faremo la nostra parte come stiamo già facendo, ora ci aspettiamo dal Governo i decreti attuativi. Ci aspettiamo che renda l’utilizzo delle comunità energetiche molto semplice e facile da costruire e mettere a sistema. Abbiamo davvero l’opportunità di scrivere una pagina importante vero l’autonomia energeticaconclude Marcato -. È una partita fondamentale e ne va dello sviluppo del nostro territorio”.
ste settimane è emerso spesso”.
A fronte di questa situazione l’Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti Medi hanno presentato in Parlamento una proposta di legge sul benessere psicologico degli studenti, con la proposta di istituire un presidio psicologico con psicologi in ogni scuola e università.
“La scuola e l’università - aggiunge Scarpa - sono l’epicentro da cui parte un grido di aiuto e devono essere quindi l’epicentro della nostra risposta: dai luoghi di istruzione si possono intercettare condizioni di disagio e difficoltà, dei singoli e dei contesti familiari, ma soprattutto si può fare prevenzione e promozione del benessere psicologico”.
“L’istruzione pubblica - continua la deputata del Pd - deve diventare un’àncora di salvezza per chi è in difficoltà e il primo luogo di acquisizione degli strumenti psicologici, sociali e culturali per stare bene: poi servono risposte complesse e di sistema. Serve lo psicologo di base, perché il benessere di una persona non può essere legato al fatto di potersi permettere di pagare un professionista. E ancora bisogna pensare alla situazione nelle carceri, o alle condizioni limite di chi arriva nel nostro paese dopo aver attraversato il Mediterraneo. Serve una rete di supporto sociale per gli anziani, per non lasciarli soli. Servono sguardi ampi e una grande volontà politica di fare sintesi, con trasversalità e determinazione. Utilizzeremo, per que-
Rachele Scarpa chiede un impegno urgente al Parlamento per garantire un presidio psicologico e una rete di supporto sociale
sto, l’intergruppo parlamentare per il benessere psicologico da me promosso: dall’ascolto degli studenti e dal confronto in Parlamento devono partire le risposte urgenti che la mia generazione sta chiedendo”, conclude Scarpa.
“La nostra proposta di legge - spiega Camilla Velotta, dell’esecutivo nazionale della Rete Studenti Medi - punta ad istituire, regolare e finanziare un servizio di assistenza psicologica, psicoterapeutica e di counselling scolastico e universitario, che possa basarsi su personale professionista e interfacciarsi con il servizio sanitario territoriale assicurando la presa in carico degli studenti che ne avessero bisogno. Oggi molte scuole e università offrono un servizio psicologico, ma le risorse economiche e il personale a disposizione sono gravemente insufficienti: infatti, noi chiediamo che lo Stato investa almeno cento milioni di euro all’anno per arruolare sul territorio dei team multidisciplinari di professionisti, le cui competenze
devono garantire l’assistenza in relazione alle necessità specifiche degli studenti”. “Siamo andati ad individuare una necessità delle nostre generazioni. - osserva Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete - Vedere concretamente lo stato di malessere all’interno dei nostri coetanei ha fatto scattare la scintilla su quella che avrebbe dovuto essere la strada da percorrere. A fronte di un’ampia coscienza del proprio stato di disagio, uno dei principali rischi è quello che si vada verso l’assunzione del malessere come parte integrante della propria vita. L’intento politico è sempre stato, dunque, quello di far emergere questa ‘fragilità generazionale’ come punto di partenza per la costruzione di una rivendicazione sul diritto al benessere psicologico, un diritto quasi per nulla esistente, ma che riteniamo debba essere prioritario in futuro e, partendo da questo, bisogna costruire le basi affinché si fondi sui principi di universalità e su misure di welfare pubblico”.
Zaia invita ad usarla: “È un aiuto all’economia di una parte della nostra regione che viveva sotto scacco di una viabilità satura, prima finiamo di pagarla e prima potremo iniziare ad abbattere i pedaggi”
Anche l’ultimo tratto della Pedemontana in provincia di Treviso è stato aperto al traffico. Due chilometri, realizzati quasi tutti in trincea e con un costo di 66 milioni di euro, che collegano il casello di Spresiano con la A27. Alle Dolomiti da una parte, mentre dall’altra, grazie all’innesto con la A28 e più in là ancora con la A4, a Pordenone, Portogruaro, Udine, Trieste, l’Austria, la Slovenia. Insomma, il Nordest e il Nord Europa connesse da una superstrada definita all’unanimità strategica. Al completamento del progetto mancano ancora 12 chilometri, quelli che vanno da Montecchio Maggiore a
tro la fine dell’anno il casello di Montecchio (di competenza della Brescia-Padova) verrà aperto e allora si potrà parlare davvero di grande anello est-ovest dell’intero Nordest. Per “varare” l’interconnessione della Marca sono arrivati in tanti. Dal vice presidente del Consiglio dei ministri con delega alle infrastrutture e ai trasporti Matteo Salvini al governatore Luca Zaia con la giunta regionale al completo. Parlamentari e sindaci, ordini professionali e vertici della Dogliani, l’impresa che ha realizzato l’opera. “La storia della Pedemontana parte con i primi progetti degli anni Novanta. Si blocca, va in stallo, e
gno della Regione ha portato all’avvio dei cantieri. L’apertura del collegamento con la A27 – ha dichiarato Zaia – permette ora di fare l’atteso salto di qualità: decine di comuni, migliaia di aziende, tantissimi abitanti di questi territori hanno finalmente un’arteria importante per il traffico veicolare, in una delle aree produttive più importanti del Paese. Questo significa anche un aiuto all’e-
vestimenti, alla crescita di una porzione di Veneto che viveva sotto scacco di una viabilità secondaria ormai satura”. Da Pordenone a Bassano in un’ora e 55 minuti. Da Portogruaro a Vicenza in un’ora e 20 minuti. Da Treviso Nord a Montecchio in 50 minuti. Numeri che rivoluzionano gli spostamenti in una parte d’Italia storicamente imbottigliata nel traffico. Numeri
94,5 chilometri di Superstrada Pedemontana Veneta, ma anche dai 68 chilometri di nuova viabilità ordinaria connessa alla grande opera. L’appello accorato di Zaia (e di Salvini) a usare l’infrastruttura (“Utilizzatela, utilizzatela, utilizzatela”) va inevitabilmente letto come risposta a chi mette sul piatto i costi dei pedaggi. “I flussi di traffico sono in aumento, con il valore finora record di 33.943 veicoli raggiunto il 10 marzo scorso. Gli introiti andranno ad aumentare nei prossimi mesi e anni, favorendo una piena sostenibilità economica”, da detto il presidente della Regione. Che tradotto significa: la Pedemontana ci è costata 2 miliardi e 258 milioni di euro, secondo i piani arriveremo a velocità di crociera al nono anno di vita, più viene utilizzata prima finiamo di pagarla e prima potremo iniziare ad abbattere i pedaggi.
La crisi idrica non molla la presa in Pianura Padana, con fiumi e laghi alle quote minime. La scarsità di pioggia (17 millimetri soltanto a marzo, contro la media mensile di 65, e ad aprile non sta certo andando meglio) sta mettendo in ginocchio l'agricoltura e il presidente del Veneto, Luca Zaia, il mese scorso ha firmato un'ordinanza regionale che invita i cittadini a evitare gli sprechi d'acqua e a predisporre piani di emergenza per l'approvvigionamento. Secondo le parole del presidente veneto, servirebbe dunque un piano d’azione che consisterebbe nel ripulire gli invasi alpini, rendere le cave di pianura dei bacini veri e propri, ottimizzare la rete di distribuzione per l'agricoltura rispetto all'attuale colabrodo che comporta la perdita del 70-80% di risorsa idrica. Ne abbiamo parlato con Luigi Lazzaro, presidente
di Legambiente Veneto. Crisi idrica. Come ovviare al problema e in che tempi?
“La situazione è davvero critica. Non siamo intervenuti in tempo e ora dobbiamo efficientare velocemente, accelerando i tempi. Abbiamo
pensato a trovare modi per incanalare e far defluire l’acqua verso mari e laghi, senza pensare a come gestire davvero questa risorsa che potrebbe invece comunque essere recuperata. Stiamo parlando di circa 22 miliardi di metri cubi di acqua che potrebbero essere recuperati, depurati e disposti per tantissimi usi, tra cui quello agricolo. Serve dunque mettere in campo un piano, magari facendo ricorso anche al Pnrr per attuare questi interventi, puntando a un cambiamento in tempi magari non brevissimi ma comunque ristretti”.
Un problema attuale con radici lontane. Come affrontarlo?
“Non possiamo semplicemente pensare di costruire nuovi invasi per la raccolta delle acque, perché il deficit pluviometrico è allarmante e come riempiremmo i nuovi invasi?
Sarebbe bene piuttosto intervenire sugli invasi che già ci sono con un’attività di manutenzione, aumentandone la capacità. Serve ragionare nello straordinario, e a questo siamo stati abituati negli ultimi anni. Ma serve anche un cambio di passo nell’ordinario”.
Si sente parlare spesso ultimamente del ricorso a dissalatori. Cosa ne pensa?
“In alcune zone, come nel Delta del Po, si è già fatto ricorso a questa pratica, ma per un utilizzo legato a una carenza momentanea. Sicuramente possono aiutare, ma hanno costi importanti e richiedono un grande dispendio energetico che a lungo andare non aiuterebbe. Inoltre, nel trattamento restano dei reflui, dei fanghi, che poi vanno smaltiti.
C’è poi anche da tenere presente che, proprio anche nel caso del Delta del Po, l’acqua desalinizzata era sconsigliata
agli ipertesi, perché presentava comunque alti contenuti di salinità e in Italia abbiamo una percentuale importante di cittadini con questi problemi che sarebbero quindi esclusi dal privilegio dell’utilizzo di questa risorsa. Dissalatori sì, dunque, ma soltanto nell’emergenza: non possono essere la soluzione”.
L’intervista. La riflessione di Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente VenetoASCOLTA QUI L’INTERVISTA
Aspiag Service. il programma educativo per promuovere sana alimentazione e stili di vita salutari nelle scuole primarie
In Triveneto ed Emilia-Romagna il progetto, ideato e promosso da Despar (Aspiag Service) nel 2006, si espande e diventa digitale
330 istituti scolastici di 127 Comuni, oltre 120.000 alunni formati, 350 eventi e 1640 ore di laboratorio organizzati: sono alcuni importanti numeri che descrivono, in Triveneto ed Emilia-Romagna, l’attività de “Le Buone Abitudini”, il programma per l’educazione alla sana alimentazione e ai corretti stili di vita, avviato nel 2006 da Despar (Aspiag Service) nelle proprie regioni di riferimento. Un programma che, grazie alla collaborazione con il Consorzio Despar Italia e le società che ne fanno parte, da quest’anno si allarga su scala nazionale: il progetto, diventato una best practice in Triveneto ed Emilia-Romagna dove è stato avviato diciassette anni fa, è stato infatti esteso a tutte le 17 regioni italiane in cui il Consorzio e le sue società sono presenti.
Le Buone Abitudini è un programma innovativo nato con l’obiettivo di supportare scuole e famiglie, nel perseguire e raggiungere un concetto ampio di qualità della vita, con particolare attenzione ai temi della sana alimentazione, del
movimento fisico e del rispetto per l’ambiente. Il programma è stato studiato come un ciclo educativo completo per accompagnare insegnanti, alunni e famiglie lungo tutto il cammino della scuola primaria, dalla classe prima alla classe quinta. Nel dettaglio, il programma è strutturato in cinque percorsi di educazione alimentare curati e verificati in collaborazione con un team di specialisti e differenziati per ciascuna classe della scuola primaria. Attraverso una metodologia attiva di insegnamento, grazie alla quale i bambini possono approfondire e mettere in pratica quello che imparano con sperimentazioni pratiche e semplici azioni quotidiane, il percorso formativo permette così di sviluppare competenze e tematiche trasversali in linea con le indicazioni nazionali del MIUR.
Il progetto, volto da sempre a coltivare nei cinque anni di scuola primaria un seme speciale, fatto di curiosità, sensibilità ed esperienza, che germogliando possa aiutare i bambini a crescere in
modo sano e consapevole, a partire dall’anno scolastico 2022/2023 ha cambiato pelle per rivolgersi verso una dimensione innovativa e digitale. Oggi, infatti, “Le Buone Abitudini” è un programma fruibile interamente online attraverso una piattaforma gratuita (https://www.lebuoneabitudini.despar.it/piattaformascuola/) dedicata agli insegnanti della scuola primaria che possono registrarsi con facilità e usufruire di contenuti scientifici aggiornati e proposte interattive messi a disposizione come video, approfondimenti, materiali didattici digitali e stampabili, attività esperienziali in classe e in famiglia. I contenuti per gli insegnanti si integrano poi con un sistema digitale più
ampio rivolto alle famiglie a cui vengono messi a disposizione contenuti e materiali sul sito del programma www. lebuoneabitudini.despar.it, oltre che sulla pagina Facebook e il canale YouTube de “Le Buone Abitudini”, con ricette, consigli degli esperti e attività manuali da svolgere insieme ai bambini. Una vocazione al sociale che è parte del DNA di Despar, che ogni giorno si impegna per favorire un modello di svilup-
po fondato sulla costruzione di relazioni e valore condiviso per le comunità in cui l’azienda si inserisce.
Tre domande a Filippo Brocadello, membro del team del progetto Despar “Le Buone Abitudini”Medico, specialista in scienza dell’alimentazione e fitoterapeuta
1) Le Buone Abitudini è un ciclo educativo completo che si articola in cinque percorsi specifici per ciascuna classe della scuola primaria. Come sono state scelte le tematiche e quali sono le specificità del programma?
Le tematiche e le competenze sviluppate dal progetto sono trasversali e in linea con le Indicazioni Nazionali del MIUR. Attraverso la nuovissima piattaforma digitale, i nostri specialisti offrono agli insegnanti una formazione qualificata, attendibile e sempre aggiornata. Tutti i percorsi de Le Buone Abitudini si avvalgono della metodologia attiva, grazie a cui i bambini e le bambine diventano protagonisti, a scuola e a casa, approfondendo e mettendo in pratica ciò che imparano attraverso attività espe-
rienziali e semplici azioni quotidiane.
2) La scuola ha un ruolo importante nel diffondere corrette abitudini alimentari, ma altrettanto fondamentale è il ruolo della famiglia. In che modo questo programma rappresenta un ponte tra scuola e famiglia su un tema così importante?
Il nostro ciclo educativo si fonda sulla relazione tra società, scuola e famiglia e permette a insegnanti e genitori di lavorare fianco a fianco attraverso la nostra piattaforma e non solo. In tutti i percorsi è prevista la restituzione a casa dei contenuti appresi a scuola, attraverso attività, esperienze e video da visionare in famiglia. Grazie ai nostri canali on-line, inoltre, è possibile fare rete, condividere il lavoro svolto, i consigli degli esperti, approfondimenti, ricette,
eventi e tanto altro.
3) Quali sono gli errori più comuni che si commettono rispetto all’alimentazione di bambini e ragazzi? Può darci qualche consiglio pratico su come educarli a stili di vita salutari e a un’alimentazione equilibrata?
Uno degli errori più comuni è senz’altro l’eccessivo ricorso (anche più che quotidiano) a merendine, snack, bibite e succhi di frutta, che anziché essere consumati una volta ogni tanto, per esempio nelle occasioni come feste e compleanni, entrano nella dieta di tutti i giorni come fossero indispensabili, andando così a confondere ciò che rientra in un concetto di alimentazione equilibrata rispetto a quello di eccezione. Il consiglio più utile è certamente la coerenza. I più piccoli, infatti, oltre a seguire quan-
to viene scelto per loro in famiglia, imparano principalmente osservando i comportamenti degli adulti di riferimento, che fungono da esempio fondamentale nell’indirizzare le loro scelte.
Il mondo scientifico esprime per lo più una posizione a favore del cibo coltivato in laboratorio
C ibo coltivato in laboratorio, quello che nel linguaggio comune è stato impropriamente chiamato “sintetico”, una nuova frontiera che spacca l’opinione pubblica e fa registrare anche tra gli esperti e addetti ai lavori posizioni contrastanti che si dividono tra favorevoli e contrari.
U na questione aperta dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della GOOD Meat. Attualmente la carne sintetica è un prodotto che non è ancora entrato nel mercato europeo. Qualora l’Autorità europea sulla Sicurezza alimentare (EFSA) dovesse approvare la sicurezza della carne coltivata, questa potrà entrare nel mercato europeo e potrà essere acquistata.
Prosegue alla pag. seguente
In Italia l’approvazione, lo scorso 29 marzo, in Consiglio dei ministri del disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”, ha ulteriormente contribuito ad esacerbare il dibattito.
Ma cos’è la carne coltivata?
Tra i contrari si colloca il senatore Luca De Carlo, presidente della commissione industria, commercio turismo agricoltura e produzione agroalimentare, che ha esultato, lo scorso 29 marzo, per l’approvazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”, che vieta la produzione, l’importazione e la vendita di alimenti “sintetici” in Italia.
“È una grande vittoria per l’intero comparto agroalimentare italiano - ha dichiarato il senatore, - l’Italia è la prima nazione al mondo che ha dimostrato il coraggio di fermare questa deriva con provvedimenti concreti e lo ha fatto anche con uno strumento chiaro e snello, composto da soli sei articoli”.
Anche Coldiretti si è mobilitata contro il cibo sintetico raccogliendo in tutta Italia mezzo milione di firme a supporto della nuova normativa. La petizione ha ricevuto l’adesione anche di ministri, sottosegretari, parlamentari nazionali ed europei, governatori, sindaci, personalità della cultura, dello sport e dello spettacolo, rappresentanti istituzionali di Regioni e Province, imprenditori e anche numerosi vescovi.
“Dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della GOOD Meat, il rischio è una diffusione anche nell’Unione Eu-
ropea dove già quest’anno – denuncia la Coldiretti - potrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue. Dopo la carne la sperimentazione si è estesa al pesce ed al latte mettendo a rischio la naturalità degli alimenti più presenti nella dieta”.
“La verità è che non si tratta di carne ma di un prodotto sintetico e ingegnerizzato, che non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali – osserva il presidente Ettore Prandini, contestando le motivazioni dei sostenitori del cibo coltivato in laboratorio - non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e, inoltre, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani di grandi multinazionali”.
Coldiretti Veneto, inoltre, mette in risalto come produzioni da primato siano messe a rischio.
“Rispetto al mercato nazionale, - si sottolinea - il Veneto vanta numeri da leader, concentrando oltre il 40% degli allevamenti avicoli. A questi si aggiungono il 15% del settore bovino e il 10% di quello suino, tanto che la regione è quarta per valore aggiunto in agricoltura con oltre 3 miliardi di euro, grazie anche alle sue 95 certificazioni di origine fra Dop e Igp. Primati che, secondo Coldiretti, in prospettiva rischiano di essere però insidiati dalla decisione della Fda”.
“È un tipo di carne prodotta in laboratorio a partire da cellule animali” si legge nelle pagine del sito della Fondazione Umberto Veronesi, che già nel 2019 si era espressa a favore di queste tecniche attraverso la pubblicazione di un documento di Roberto Defez, dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Napoli e membro del comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi, intitolato “Dagli allevamenti intensivi all’agricoltura cellulare”.
“Attualmente - si legge - la carne coltivata è un prodotto che nasce a partire da cellule animali che vengono prelevate tramite una biopsia e fatte crescere su un terreno ricco di nutrienti.
Dal punto di vista della sicurezza alimentare - è la posizione della Fondazione Veronesi - il consumo di carne coltivata non presenta un rischio per la salute umana. In Unione Europea la carne coltivata è considerata un novel food e quindi deve sottostare a stretti controlli e normative che regolamentano l’introduzione di questi alimenti sul nostro mercato”.
Insomma, il dilemma è naturale contro sintetico. Ma di naturale ormai nella produzione attuale di carne c’è ben poco, è l’osservazione che si legge nelle pagine del sito la Fondazione Veronesi, senza considerare i problemi che derivano dalla gestione del mantenimento degli allevamenti attuali, di tipo etico, ambientale e di salute “se pensiamo alla possibilità di diffusione di zoonosi e alla responsabilità rispetto all’antibiotico resistenza”. Chi sostenendo la necessità di trovare perciò delle alternative al consumo di carne la Fondazione veronese ritiene che la carne coltivata sia una delle più valide. “Dal punto di vista nutrizionale - si afferma - non sono presenti degli aspetti negativi da considerare. Dal punto di vista della sicurezza alimentare, crescendo in un ambiente controllato si riduce il rischio di malattie di origine animale e non c’è la necessità di impiegare antibiotici. Diventa inoltre possibile confezionare un alimento in un unico luogo evitando contaminazioni esterne”. Non mancano gli
aspetti negativi che riguardano invece il punto di vista etico. “Una prima riflessione - si prosegue - riguarda il benessere animale: a oggi viene utilizzato il siero fetale bovino, sottoprodotto industriale della carne come ingrediente fondamentale del terreno di coltura per le cellule Tuttavia sono attualmente in sviluppo alternative che prevedono l’utilizzo di prodotti vegetali”.
Del cosiddetto “cibo sintetico” “ci si sta preoccupando troppo presto” e “si è arrivati a definire delle regole quando mancano ancora elementi per decidere”, rileva da parte sua il genetista Michele Morgante, dell’Università di Udine e membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
“L’agricoltura cellulare nasce per rispondere al problema della sostenibilità della produzione animale, molto impattante su ambiente”, ha osservato.
“La prima condizione perché l’agricoltura cellulare si diffonda è che riesca a garantire una produzione sostenibile dal punto di vita ambientale ed economico: entrambe - ha rilevato - dipenderanno dalla disponibilità di fonti energetiche a basso impatto ambientale. Solo in quel caso diventerà più sostenibile rispetto all’allevamento animale tradizionale, ma ancora è tutto da verificare”.
Il mondo scientifico, tuttavia, si esprime per lo più a favore del cibo sintetico.
“Non ci sono, a priori, - osserva ancora Morgante - motivi per cui prodotti da colture cellulari potrebbero presentare rischi diversi rispetto a quelli da allevamento tradizionale. Al contrario, ci sono molte ragioni per dire che le carni coltivate sono più sicure in quanto non contengono ormoni né antibiotici, non c’è il rischio di contaminazione da parte di organismi patogeni. La coltivazione avviene infatti in un ambiente sterile e controllato”. Anche l’immunologa Antonella Viola, sostiene che la “carne sintetica” può produrre “solo vantaggi per uomo e animali” e critica la posizione dell’Italia che esclude il nostro paese “dall’alimentazione del futuro”.
Per l’immunologa, gli allevamenti intensivi, oltre che poter costituire un problema etico, “sono un pericolo per la salute dell’umanità intera” perché “rappresentano un enorme rischio di zoonosi”. Al contrario, a suo avviso, “la carne prodotta in laboratorio è più salubre: niente microbi o antibiotici”.