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Fumata nera invece nella riunione di capigruppo in Comune: non c’è la data per l’approvazione in consiglio
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A due mesi dall’incarico ricevuto dopo il passaggio di testimone con l’assessore Tovo, Bagatin fa il punto
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
C’ è un’emergenza che non passa mai di moda nelle corsie degli ospedali, negli ambulatori, nelle strutture di cura. Anzi, la pandemia che ci stiamo lasciando alle spalle pare non abbia fatto altro che accrescere le statistiche delle aggressioni nei confronti del personale sanitario. I numeri parlano da soli: 1.600 aggressioni l’anno certificate dall’Inail. Vale a dire che ogni giorno in Italia ci sono almeno 4 camici bianchi che finiscono nel mirino. E qualcuno ci rimette persino la vita. segue a pag. 5
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“Èpartito il cantiere per il restauro funzionale della Chiesa dei Sabbioni, partendo ovviamente dalla sistemazione del tetto danneggiato. Un grazie sentito a Fondazione Cariparo per il generoso contributo di 135mila euro, a cui vanno aggiunti altri 15mla euro di fondi comunali”.
A dare l’annuncio è il sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo, che ha di fatto raccolto l’appello all’intervento lanciato anche dal consigliere comunale di Rovigo Lorenzo Rizzato che ha presentato un’interrogazione proprio sull’argomento.
“Cedimento del tetto della Chiesa dei Sabbioni: salvate questo prezioso monumento e luogo di culto” aveva chiesto Rizzato, informato da alcuni cittadini del cedimento di una porzione del tetto.
“Ho tempestivamente informato l’assessore comunale ai lavori pubblici per far sì che venga attuato un intervento urgente di messa in sicurezza dell’edificio, per evitare ulteriori danni”.
Rizzato ha poi aggiunto: “Ricordo che la Chiesa dei Sabbioni è di proprietà del Comune ed è una delle piu antiche della città. Tralasciando l’aspetto religioso, che attiene alle singole sensibilità personali, dal punto di vista meramente storico ed artistico è un vero e proprio monumento. Non solo per l’opera sulla facciata di Virgilio Milani (a cui attualmente è dedicata una mostra a Palazzo Roncale) ma anche perchè conserva al suo interno un pregiato Callido, un organo progettato e costruito da Gaetano Callido, famoso organaro del 1700”.
Giorgia Gay
Ad essere in pericolo non è solo chi lavora in prima linea, ad esempio nei pronto soccorso degli ospedali, oppure le guardie mediche, ma un po’ tutti gli operatori della sanità, a partire dagli infermieri, la categoria che più di altre deve far fronte agli attacchi dei pazienti. E le denunce ufficiali, spiega la federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno dai contorni preoccupanti perché per ogni caso che viene allo scoperto ce ne sarebbero almeno 26 che non vengono denunciati.
C’è poi un altro dato di questa inquietante statistica che va sottolineato: il 71% delle aggressioni ha riguardato le donne, dalle operatrici sanitarie alle psicologhe, dalle infermiere ai medici. Sono loro, il più delle volte, a subire le violenze di pazienti che non accettano le cure, che contestano una diagnosi, che pretendono una medicina o un trattamento che non possono avere. Il sindacato dei medici e dirigenti sanitari definisce senza giri di parole il fenomeno come “un bollettino di guerra”, al punto che in tanti, almeno uno su tre, se potessero cambierebbero lavoro. Ma come? Giusto tre anni fa, mentre stavamo faticosamente uscendo dal primo lockdown, infermieri e medici venivano dipinti come gli eroi del nostro tempo. Era tutta retorica da “ne usciremo migliori”, vien da dire col senno del poi. Ma in questo caso l’intolleranza verso chi si prende cura di noi ha radici ben più antiche. Asciughiamo pure le statistiche dai casi, sempre numerosi, legati a situazioni di disagio psicofisico di alcune categorie di pazienti che più di altre sono soggette ad accessi d’ira e scatti di violenza. In certi ambienti i rischi non mancano ma questo non giustifica il concreto pericolo che quotidianamente affrontano gli operatori della sanità. Professionisti che dovrebbero concentrarsi sull’assistere e curare al meglio si trovano costretti a non abbassare la guardia nemmeno per un istante. “Infermiere, medico, difendi te stesso”, viene da dire. Non dovrebbe essere così, invece contro l’intolleranza e la prevaricazione sembra che al momento non vi sia una cura efficace.
È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.
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Questa edizione raggiunge la città di Rovigo per un numero complessivo di 10.119 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199
Chiuso in redazione l’11 maggio 2023
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Rizzato: “Spero che i cantieri per questo recupero partano quanto prima”
Intanto si registrano mal di pancia all’interno della minoranza, con un duro botta e risposta tra i consiglieri Antonio
Rossini e Michele Aretusini“Dopo mesi di serrato confronto fra gli Enti, sono stati messi in fila tutti gli elementi che potevano portare a un risultato soddisfacente, nel pubblico interesse, quale il salvataggio dell’Istituto Rodigino di Assistenza Sociale, un ente con una storia di oltre 500 anni”. A riferirlo è l’assessore alla Sanità e Sociale della Regione Veneto Manuela Lanzarin, che il 9 maggio scorso ha annunciato: “Quanto scritto nella nota a firma del Segretario della giunta regionale del Veneto dello scorso 3 maggio, è stato deliberato”. Via, dunque, all’accordo di programma. La giunta ha anche rinnovato a favore dell’Iras un prestito ponte, “che permetterà all’ente di chiudere a saldo e stralcio la mole creditizia, a patto però che si raggiunga l’accordo con tutti i portatori d’interesse che, attraverso l’accordo di programma, determineranno una nuova vita per “Casa Serena”, ed è per questo che si è approvato lo schema di accordo, come condizione necessaria alla firma dello stesso” prosegue Lanzarin.
Con l’approvazione del testo dell’accordo che vedrà impegnati, oltre alla Regione, il Comune, l’Ulss 5, l’Ater e lo stesso Iras, si andranno a determinare tempi e modi tra le
parti, regolando gli impegni di ogni ente. “Il primo passo, svolto dalla Regione – sottolinea l’assessore - è stato quello di creare i presupposti affinché nuove funzioni sociali siano rese possibili presso il compendio comunale ex Onpi (Casa Serena), mentre Iras si ritira nell’immobile di proprietà con un bilancio risanato”.
“Mi attendo che quanto approvato oggi, possa portare ad una svolta sia per Iras che per le opportunità che un accordo di così ampio respiro potrà determinare per la comunità polesana” conclude l’assessore. Nel frattempo però, la riunione dei capigruppo convocata sempre per il 9 maggio non ha dato l’effetto atteso: non è stata cioè fissata la data del consiglio comunale che avrebbe dovuto procedere all’approvazione dell’accordo di programma. Bisogna aspettare, come dice il sindaco Edoardo Gaffeo, i pareri tecnici: “È una
questione che non ha nulla a che fare con la politica, ma la valutazione è puramente tecnica – spiega infatti -. Il testo che è ritornato dalla Regione contiene delle novità che implicano anche una variazione dell’impegno che l’amministrazione comunale deve mettere sul tavolo. Quindi non si tratta di una questione banale. Stiamo pertanto facendo delle valutazioni e tra qualche giorno riconvocheremo la capigruppo e ci sarà poi la decisione finale su come incardinare il procedimento in consiglio comunale”.
Ma il mese di maggio è stato un mese caldo sul fronte Iras anche per le dinamiche interne alla minoranza in consiglio comunale, con un fuoco di fila di dichiarazioni, accuse e controaccuse tra il consigliere di Lista Gambardella Antonio Rossini e il leghista Michele Aretusini. Con il primo che ha attaccato: “Un silenzio assordante dai colleghi di opposizione in merito alla opportunità e necessità di istituire una commissione d’inchiesta
sulla gestione dell’Iras negli ultimi 25 anni. Un silenzio ancor più rilevante visto che più di una volta qualcuno di questi miei “colleghi” è sempre pronto a vantarsi di essere attore principale di battaglie politiche per i cittadini, ma siamo sicuri che alcune di queste richieste siano state iniziate da chi se ne vanta e non copiate e successivamente fatte proprie, forse per prendersi pubblicamente e sfacciatamente totalmente su di sè anche i meriti di altri? Con Aretusini che ha replicato: “Il consigliere comunale Antonio Rossini, uomo delle istituzioni, se non per indole o per vocazione quantomeno per professione, dovrebbe ben sapere quanto rischioso possa essere parlare di commissioni d’inchiesta e di “colpevoli” senza una sufficiente conoscenza di base dell’argomento sul quale si interviene. Argomento sul quale, peraltro, nei tanti anni in cui ha fatto parte del consiglio comunale, non si registrano suoi interventi memorabili”.
E aggiunge: “Personalmente non credo che per conoscere le ragioni del dissesto Iras sia necessaria una commissione d’inchiesta, dal momento che basta leggere le relazioni dei Commissari Regionali che hanno dato una ricostruzione molto puntuale delle cause del dissesto; determinate decisioni, sono ben note, a chi si è occupato – seriamente – del caso Iras. Di processi sommari non abbiamo bisogno”. E quindi il contrattacco di Rossini: “Andando avanti così Aretusini sta creando le condizioni politiche affinché come centrodestra perderemo le prossime elezioni non solo per circa 300 voti come nel 201 9 ma purtroppo per tutti noi per molto di più. Infatti continuando con esternazioni incongrue e non in linea con le aspettative di chiarezza dei cittadini su cosa è successo negli ultimi 25 anni all’Iras, pur di affermare il proprio smisurato ego politico, Aretusini non si è reso conto che sta diventando il migliore alleato di Gaffeo”.
“Rinnovato il prestito ponte che permetterà all’ente di chiudere a saldo e stralcio la mole creditizi”
Ordine
“Il cambiamento necessita di confronto politico, ma è fondamentale che la professione sia unita negli intenti”
“Partecipazione, confronto, condivisione di programmi politici, economici e di obiettivi comuni a tutta la professione infermieristica”. Queste le caratteristiche dell’assemblea ordinaria degli Iscritti all’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Rovigo. L’assemblea, dopo le relazioni politiche e tecniche, ha visto l’approvazione unanime dei contenuti presentati che mirano ad arginare problemi come la carenza di infermieri e gli episodi di aggressione in strutture sanitarie.
Il presidente Denis Piombo ha evidenziato come “i voti all’unanimità per l’approvazione dei bilanci e delle relazioni rappresentano un risultato importante, non scontato e un motivo ulteriore per impegnarsi e rendere
l’Ordine sempre più aperto, radicato nel territorio, al fianco di tutti gli iscritti, attualmente 2135, e vicino ai cittadini. L’unica strada percorribile per raggiungere risultati concreti è essere uniti per affrontare problematiche comuni come quelle concernenti la scarsa attrattività della professione e la violenza contro il personale sanitario, quotidianamente al centro delle notizie locali e nazionali”.
Per Piombo è però indispensabile “un cambio di paradigma culturale e programmatico per consentire un’evoluzione della professione infermieristica e per fare in modo che i professionisti siano valorizzati, anche economicamente, visto che risultano fra i meno pagati in Europa, per le proprie com-
L’Azienda Ulss 5 potenzia le attività di emergenza-urgenza, e i servizi sanitari di assistenza primaria per la popolazione e per i turisti, nell’area litoranea del Delta.
petenze, per le proprie specificità e per il proprio ruolo centrale nel sistema sanitario”.
“Il cambiamento necessita di confronto politico, ma è fondamentale che la professione sia unita negli intenti. Il rischio è che ogni anno sempre meno persone scelgano di intraprendere il percorso per diventare infermieri” ha rimarcato in conclusione il presidente dell’Ordine.
Il progetto prevede più personale sanitario a disposizione e l’aggiunta di due ambulanze di primo soccorso dal prossimo 15 giugno al 31 agosto, dalle ore 9.00 alle ore 19.00,tutti i fine settimana,a Barricata e Boccasette. Per le ampie spiagge di Rosolina mare sarà attivato un quad sanitario, dal 15 giugno al 30 giugno durante i fine settimana, nei mesi diLuglio e Agosto tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 19.00 (week end dalle ore 8.00 alle 20.00). Le prime due settimane di Settembre il quad sarà attivo durante i fine settima-
ne dalle ore 9.00 alle ore 19.00. il quad, mezzo veloce e sicuro sulla sabbia e in pineta, sarà guidato da un professionista infermiere esperto in emergenza- urgenza. A Rosolina inoltre, sarà a disposizione un’altra ambulanza, presente sulle 24 ore, dal 1giugno al 15 settembre. I servizi possono essere ampliati e potenziati in caso di eventi, manifestazioni, spettacoli e fiere. Tutta l’attività di emergenza urgenza nel territorio polesano è potenziata dal servizio in Elisosoccorso forte di 20 piazzole
“Per un’estate in sicurezza il progetto prevede la sinergia tra servizi di base e i servizi d’urgenza emergenza, con risposte capillari, a protezione di un territorio così particolare per conformazione oro-geografica. La tutela, la prevenzione e la sostenibilità sono alla base dei nostri percorsi sanitari dedicati ai turisti e a tutta la popolazione” spiega il direttore generale dell’Azienda Ulss 5 Patrizia Simionato.
delle Professioni Infermieristiche. Attualmente gli iscritti sono 2135
L’assessore comunale Benedetta Bagatin fa il punto della situazione, a due mesi dall’incarico ricevuto dal sindaco Edoardo Gaffeo. “Sono stati due mesi molto intensi perché ovviamente entrando a un anno e pochi mesi dal termine della legislatura e con moltissime iniziative già avviate dall’assessore Roberto Tovo è stato un periodo molto impegnativo e mi sono trovata ad avere a che fare con dossier e scadenze già attivate. Ho un assessorato molto ampio: tre settori molto diversi, come cultura, istruzione, anagrafe”. Quindi, Benedetta Bagatin illustra alcune delle cose fin qui fatte. “Per quello che riguarda la cultura e gli eventi, mi si è subito presentata una bella cosa grossa, con tutti gli eventi della città da primavera fino all’estate, frutto di tutto un lavoro degli uffici, con uno sforzo collettivo importante. C’è la volontà politica di dare vitalità a tutto il mondo della città. Rovigo ha infatti tantissimi eventi, progettazioni, che spaziano su varie tematiche, anche ludiche. Ringrazio tutta la struttura amministrativa del Comune e tutte le associazioni che ogni giorno si impegnano. C’è poi la chiusura della stagione di lirica, balletto, prosa, del teatro sociale, che ha visto il tutto esaurito con gli ultimi due spettacoli. Un momento di successo e orgoglio il cui artefice è il direttore artistico del teatro. Il teatro sociale è uno dei siti che si può visitare con la Rovigo card. Con la bella stagione lo sarà a pieno regime. 300 visite alla Rotonda durante la due giorni di Pasqua. Stiamo lavorando in maniera corretta verso il riconoscimento della città di Rovigo verso un piccolo grande polo di attrazione turistico e di cultura. L’ambizione che coltiviamo resta quella di città capitale della cultura. Non è praticabile da qui al 2024, perché stando al bando ministeriale c’è tutta una serie di cose da fare, che i due anni di pandemia ci hanno impedito di portare a termine. Questo progetto è stato quindi messo nel cassetto”.
A livello di Anagrafe il Comune ha predisposto un progetto di ristrutturazione interna degli uffici, per migliorare gli
ambienti, renderli più vivibili, rispettare la privacy, “Questo sia per quello che riguarda la parte aperta al pubblico sia per quello che attiene gli sportelli destinati alla cittadinanza. I rodigini lamentano tutta una serie di difficoltà che gli uffici ospitati in palazzo Nodari hanno a causa della storicità dell’edificio. Sono arrivate in aprile due nuove risorse, che consentiranno di smaltire buona parte del pregresso. Saranno uffici più informatici e digitalizzati”.
“È stato un periodo molto impegnativo e mi sono trovata a fare con dossier e scadenze già attivate dall’assessore Tovo”
Sul fronte dell’istruzione, le principali criticità sono da una parte il rapporto e la chiusura della collaborazione con le scuole dell’infanzia paritarie della Fism, che ha durata biennale. “Ci siamo confrontati e siamo sulla buona strada, anche per contrastare la denatalità, calo demografico che riguarda tutto il Polesine e ovviamente anche Rovigo. Il capoluogo polesano stando a dati non ancora ufficiali si attesta sui 50mila abitanti. Il calo demografico è però in proiezione e il numero di nascite avuto negli ultimi anni ci fa stimare che nei prossimi anni ci sarà un calo pazzesco della popolazione studentesca, che implicherà innesti significativi di centinaia di unità e tagli importanti. Nel frattempo facciamo i conti con lo spopolamento della provincia, il calo drastico delle nascite, le generazioni produttive 25-40 anni che stanno
sempre più emigrando (lavorano e creano la loro famiglia altrove). È evidente che il Polesine è poco attrattivo a livello di professioni e di qualità della vita. Dobbiamo lavorare in rete, collaborando con tutte le realtà che vivono in un certo settore. Compreso il Cur”. Infine, Bagatin analizza la situazione di Rovigo. “Va fatto un ragionamento macro e uno micro. Sono cambiate delle condizioni generali a livello nazionale e internazionale, su quelle che erano le condizioni, specie in Italia, prima della crisi del 2007. Tutti i posti di lavoro persi non sono stati più recuperati. Il mercato del lavoro si è completamente trasformato e non siamo più tornati ai livelli di occupazione. Questo ha significato per noi un tornare indietro, subendo anche gli effetti di una guerra, perdendo il tessuto del tessile e del manifatturiero. Per quanto la politica possa essere stata più o meno lungimirante, era difficile fermare tutto questo. Ci sono stati tutta una serie di mancati provvedimenti e decisioni che hanno portato al depauperamento del Polesine e di Rovigo che non è stata messa al centro di decisioni importanti, evitando le scelte anche a livello regionale. Rovigo è stata confinata in una sorta di cono d’ombra. La responsabilità è istituzionale. Queste non scelte di 30 anni fa hanno portato anche alla situazione attuale. In questo momento si fa come i salmoni: si sta risalendo una corrente molto impetuosa. Rovigo è la locomotiva che deve trainare tutto il resto della provincia, con uno sforzo ingente”.
Ruggero Principe“Rovigo è stata confinata in una sorta di cono d’ombra, ma ora è la locomotiva che deve trainare tutto il resto della provincia, con uno sforzo ingente”
Amministrazione. A due mesi dall’incarico ricevuto, l’assessore Bagatin fa il puntoIl nuovo assessore Benedetta Bagatin
“Quando gli ambienti naturali sono sufficientemente vasti e collegati garantiscono prede in abbondanza per i carnivori: serve maggior tutela di oasi, parchi e aree protette”
Da diversi mesi il WWF provinciale di Rovigo sta organizzando incontri, con la partecipazione di esperti del settore, volti a sensibilizzare la popolazione polesana nei riguardi del lupo con la finalità di consentire la nostra convivenza con questa specie particolarmente protetta, spesso al centro di false notizie e paure ancestrali ingiustificate.
“In Polesine finora siamo riusciti a confermare la presenza solo di un nucleo composto probabilmente da non più di due individui situati nell’estremo Delta del Po”, dice Eddi Boschetti, presidente del WWF provinciale Rovigo. “Per poter permettere lo stabilirsi di una convivenza buona e fruttuosa –prosegue Eddi Boschetti- dobbiamo innanzitutto preservare la biodiversità del territorio. Quando gli ambienti naturali sono sufficientemente vasti e collegati fra loro garantiscono prede in abbondanza ai carnivori, che dal canto loro svolgono un ruolo fondamentale nella selezione naturale. Per ottenere ciò è certamente utile la promozione e la tutela di oasi, parchi e aree protette, oltre alla creazione di corridoi naturali che interessino anche gli ambienti più antropizzati come la campagna e le cinture urbane”. In questo modo sarebbe possibile creare un reticolo di “corridoi verdi” per preservare e diffondere la biodiversità del Polesine.
“Un altro elemento fondamentale per poter stabilire una buona convivenza con questi animali è informare la popolazione su una serie di comportamenti che sono validi sempre, ma a maggior ragione in territori dove sono tornati a convivere con la specie umana animali dalle grandi capacità di adattamento come il cinghiale, la volpe e appunto il lupo. È bene evitare l’accumulo di rifiuti, come i residui della carne, fuori dalle proprie abitazioni. Inoltre, bisogna evitare
di lasciare liberi e incustoditi i nostri animali domestici e nelle aree naturali questi vanno tenuti vicini a sé, al guinzaglio, per evitare loro pericoli oppure che essi stessi possano rappresentare un pericolo per la fauna selvatica. È altrettanto importante diffondere un’autentica cultura ambientale e naturalistica, che miri al raggiungi-
mento della consapevolezza che le regole della natura non vanno né ignorate né combattute, ma rispettate. Il WWF di Rovigo, appartenendo a una grande e affermata organizzazione presente nel mondo da quasi sessant’anni e che proprio sui grandi carnivori oltre cinquant’anni fa avviava il primo progetto di conservazione del lupo in Italia, può contare sull’esperienza e il supporto di grandi esperti in materia, come Marco Antonelli, coordinatore scientifico dell’Osservatorio Lupi del WWF Italia. Troppo spesso il nostro giudizio sui lupi è guidato da superstizioni e racconti popolari; invece, il lupo non solo costituisce un elemento importante nel nostro ambiente, ma aiuta a controllare la popolazione di specie invasive quali i cinghiali e le nutrie. Non va dimenticato inoltre che i carnivori all’occorrenza possono diventare validi spazzini delle migliaia di carcasse di animali che per varie ragioni ogni giorno le attività umane lasciano sul terreno, nei corsi d’acqua o lungo le strade. Frequentemente le carcasse di animali che vengono quotidianamente uccisi nelle strade del Polesine vengono smaltite naturalmente dai carnivori, siano essi uccelli o mammiferi”. Troppo spesso si sente parlare di questi animali come di un problema, mentre invece svolgono un ruolo importante, tanto nei santuari naturali quanto nei territori meno selvaggi come la Pianura Padana.
Davide FarinattiPrevenzione. Siglato un rapporto di collaborazione per contrastare le malattie oncologiche
L’associazione sarà anche impegnata nei prossimi mesi nella raccolta fondi per una donazione all’ospedale di Adria di un casco laser per l’alopecia, dopo il trattamento di chemioterapia
La Lega Italiana contro i tumori di Rovigo ha siglato un rapporto di collaborazione, per la prevenzione delle malattie oncologiche, in particolare del tumore al seno, con la Becton Dickinson. multinazionale leader a livello mondiale nell’industria delle tecnologie medicali. La proposta per un “Luogo di prevenzione in rosa” viene fatto ad un gruppo di 160 dipendenti, di cui 120 sono donne. Le lavoratrici hanno incontrato l’Aulss 5 Polesana, rappresentata da tre chirurghi senologi: Monica Zese, Claudia Bronbin, Melania Grapeggia; tre radiologi senologi: Silvia Teggi, Alessandra Barusco, Manuel Signorini; un medico genetista: Milena Gusella; due Infermieri: Stefania Malin, Marta Buoso; una testimonial: Maria Grazia Pastore. Sono stati organizzati per le dipendenti donne quattro gruppi di informazione e di formazione per la prevenzione del tumore al seno. La Aulss 5 Polesana ha dato il suo patrocinio al progetto. La presidente provinciale della
Lilt, Maria Iside Bruschi, afferma: “Sono molto entusiasta di questo progetto. Da molto tempo, con i consiglieri del direttivo, volevamo estendere la prevenzione dentro alle aziende. Aggiungo che la nostra associazione, a livello nazionale, ha anche un camper ambulatorio mobile, adibito alle visite.
La proposta per realizzare un “Luogo di prevenzione in rosa” viene fatta ad un gruppo di 160 dipendenti, di cui 120 sono donne
Per questo motivo abbiamo colto la possibilità e con un dovuto calendario lo porteremo in provincia di Rovigo. Ecco quindi che in futuro si potranno far seguire ai colloqui informativi anche le visite”. Lilt Rovigo sarà impegnata nei prossimi mesi nella raccolta fondi, per una donazione agli ambulatori dell’ospedale di Adria, di un casco laser per l’alopecia, dopo il trattamento di chemioterapia.
Marco ScarazzattiLa perdita di una persona cara è un evento talmente doloroso e stressante che spesso porta le persone a vivere in solitudine il proprio dolore. I rituali collettivi legati alla perdita sono quasi completamente scomparsi e questo rende la dimensione del lutto un fatto privato che si vive in solitudine tra le mura domestiche, visto che la società non ha la possibilità di accogliere e rispettare la sofferenza di chi sta elaborando la perdita di un affetto.
Il percorso di chi soffre per un lutto può essere molto difficoltoso. Il gruppo diAuto mutuo aiuto offre spazio per
la condivisione di emozioni quali senso di colpa, rabbia, paura, tristezza, isolamento, ansia. Ognuno si sente libero di esprimere ciò che non si può fare in altri contesti.
Nel territorio non esistono al momento associazioni o gruppi chepossano accogliere la sofferenza di tutti coloro che manifestano disorientamento e sofferenza dopo la perdita di una persona cara.
“Per questo motivo il Consultorio familiare socio educativo di Rovigo, dopo una intensa attività di formazione, è lieto di presentare la nascita, nella nostra provincia, di quattro gruppi di Auto mutuo
aiuto per persone in lutto” afferma la presidente Marily Bux.
La presentazione dei gruppi, introdotta dalla relazione “Attraversare il dolore per trasformarlo”, si è svolta sia a Santa Maria Maddalena nel centro parrocchiale sia a Rovigo, nel seminario.
All’incontro, rivolto a tutte le persone che si interrogano sulla morte e sulla vita o che sono state toccate dalla perdita di una persona cara, era presente Viviana Casarotto, psicologa e psicoterapeuta, da oltre 20 anni coordinatrice del progetto “Lutto, solitudine ed esperienza del limite”. (m.s.)
Eccellenze. La squadra ha disputato i campionati semifinali nazionali di matematica a squadre
Si sono qualificati 22° posto non hanno avuto l’accesso alla finale ma sono comunque l’orgoglio della scuola
Agnese Marulli, Samuele Bosco, Valentino Romani, Luca Cason, Giuseppe Ferrara, Larbi Amkachou, Andrea Nuzzo, Matteo Angelini: sono loro i migliori studenti di matematica di tutto il Polesine. Gli studenti del liceo scientifico Paleocapa sono tornati da Cesenatico dove hanno disputato i campionati semifinali nazionali di matematica a squadre. Con un piazzamento al 22° posto non hanno avuto l’accesso alla finale del 6 maggio ma sono comunque l’orgoglio della scuola locale. Sono stati preparati per tutto l’anno scolastico dai loro docenti di matematica e accompagnati dai professori Annalisa Cecchi e Giacomo Germogli.
La gara, cui hanno avuto accesso a seguito delle eliminatorie regionali che hanno scelto alcune squadre per ogni regione, è “una sfida punto a punto in tempo reale: gli studenti lavorano insieme per risolvere i problemi, corrono a consegnarne il risultato numerico, magari sfrecciando tra gli organizzatori (che spesso indossano costumi ispirati ai testi), e controllano la classifica sul tabellone insieme al pubblico. I problemi più difficili, che non sono ancora stati risolti, salgono di punteggio minuto dopo mi-
nuto” spiegano dal liceo. Sedici i problemi da risolvere relativi ai diversi ambiti della matematica, come algebra, geometria, calcolo combinatorio e teoria dei numeri. I ragazzi si sono cimentati a individuare tecniche creative per affrontare problemi inediti e ideare delle soluzioni.
“Lo scopo della manifestazione – spiegano ancora dal liceo -, le cui varie fasi italiane sono curate dall’Unione Matematica Italiana (UMI) su mandato del Ministero dell’Istruzione e del Merito, è quello di avvicinare gli studenti al tipo di problem solving che un matematico di professione incontra nel suo lavoro, e di mostrare ai ragazzi una matematica diversa e più interessante di quella in cui bisogna applicare meccanicamente formule. Questa iniziativa si svolge regolarmente in Italia dal 1985, ed è quindi la più antica e seguita tra le olimpiadi
scientifiche a livello nazionale”. Sono circa 1500 le scuole italiane che aderiscono, per un totale di circa 150.000 studenti che hanno partecipato alla prima fase della gara, i Giochi di Archimede.I 1000 partecipanti comprendono 175 ragazze per la sesta edizione della gara a squadre femminili, 840 tra ragazze e ragazzi per la ventiquattresima edizione della gara a squadre miste e 301 ragazze e ragazzi per la trentanovesima edizione della gara individuale.
Fiamme gialle. In più di 100 al ritrovo tra gli ex allievi della Caserma Polesine
Primo appuntamento a Rovigo, poi ad Arqua’ Polesine, in occasione del 40esimo anniversario dell’istituzione del corso per allievi della Guardia di Finanza nel capoluogo polesano. “Tanta la commozione e tanta la voglia di rivedersi –ha affermato il tenente colonnello, Rosario Mazdea, comandante del gruppo di Viterbo – Dopo quarant’anni gli allievi finanzieri che nel 1983 varcarono per la prima volta il Battaglione Rovigo, corso Piave, si sono ritrovati, assieme agli istruttori”. Dopo il ritrovo, all’ex Casrema Polesine, diventata nel 1999 cittadella socio sanitaria, don Luca Busetto ha celebrato la messa, nell’aula magna, ricordando tutti i finanzieri scomparsi: Paolo Di Coenzo Calvi, Edgardo Stellin, Antonello Barletta, Raffaele Calabretti, Ugo Manca, Michelangelo Nasello, Claudio Petrini, Marco Porcu, Gaudenzio Rielli, Rosario Sepe, Giovanni Spanedda, Donato Telesca, Giovanni Vettori, Biagio Visone, Antonio Indraccolo.
Tra gli ospiti illustri: i generali Mario Marzeddu, Mauro Lolli, Antonio Monelli, il tenente Adone Tempestini. Dal Wisconsin (Usa) è giunto Giovanni Angiulli, che si è meritato il simbolico premio di finanziere giunto più da lontano. Al pranzo, svoltosi al ristorante Corte Bariani di Arqua’ Polesine, sono state distribuite le Fiamme, a ricordo dell’importante ricorrenza, a chi le aveva prenotate a suo tempo, con la scritta “1. corso Piave Rovigo. 1983-2023. 40.mo”.
Sopra la torta è invece stato apposto un simbolo, recante la dicitura “Battaglione allievi finanzieri Rovigo, 40. anniversario, 1983-2023.
1. corso Piave “E multis unum”. La giornata è stata resa possibile grazie agli organizzatori Carlo Rotondo, Vittorio Canciani, Giovanni Grande e Antonio Dentuto. Sono passati 40 anni, da quando a Rovigo veniva istituto, alla Caserma Polesine,
il corso per entrare a far parte della Guardia di Finanza. Per festeggiare questa ricorrenza, è stato organizzato un raduno, al quale hanno preso parte numerosi finanzieri formatisi a Rovigo. Il programma prevedeva alle 9.45, il ritrovo alla Cittadella socio sanitaria dell’Aulss 5 Polesana, da parte del Battaglione Guardia di Finanza; alle 10.30 si è svolta la messa in ricordo di tutti i finanzieri scomparsi; alle 11.30 spazio alla foto di gruppo, sulla scalinata dell’ex Caserma Polesine. I partecipanti alle 12 si sono quindi spostati ad Arqua’ Polesine, dove era previsto un incontro conviviale, al ristorante Corte Bariani. “La data scelta per la rimpatriata è quella di sabato 15 aprile -, raccontano gli organizzatori – Erano presenti colleghi in servizio e in pensione, ufficiali e sottoufficiali dell’epoca, nonché personale permanente del Battaglione di Rovigo. E’ stato consegnato un oggetto speciale, a ricordo di questa importante giornata”.
La Caserma Polesine era ospitata in un edificio di 86mila metri quadrati, suddiviso in tre blocchi, di cinque piani l’uno. Ogni anno a Rovigo arrivavano duecento
giovani, da tutta Italia. Ragazzi che vivevano appieno la città, uscivano, soggiornavano, e dopo il corso, finivano per stabilirsi qui, sposando qualche polesana. La ex scuola di formazione della Guardia di Finanza era stata aperta nel lontano 1983. Quarant’anni fa, la Finanza rilevò il grande complesso di viale Tre Martiri, pagando un cospicuo affitto alla Diocesi, dove oggi ha casa l’AUlss 5 Polesana.
A costruire la cittadella, fu nel 1963, la Diocesi di Adria-Rovigo, guidata allora dal vescovo Guido Maria Mazzocco. Gli ambienti erano pensati per ospitare 300 seminaristi. Ci fu quindi la crisi delle vocazioni, e la Finanza si interessò all’area, fino al punto di rilevarla. Del grande complesso ne fece la propria scuola allievi, di rilevanza nazionale. Rovigo era diventato uno dei pochi centri di formazione. Il corso durava da aprile a dicembre. Il primo corso di formazione iniziò nel 1983, mentre l’ultimo fu nel 1998. Tra il 1998 e il 1999 avvenne quindi il nuovo passaggio di testimone, con l’arrivo dell’Ulss.
La Caserma era ospitata in un edificio di 86mila metri quadrati, suddiviso in tre blocchi, di cinque piani l’uno. Ogni anno a Rovigo arrivavano duecento giovani, da tutta Italia
Dopo un’appassionante gara a colpi di costumi e trucco, ecco i vincitori del contest “Carnevale in Piazza” che ha infiammato i mesi di febbraio e marzo su laPiazzaweb.it Sono venuti in sede de la Piazza proprio i primi classificati per ritirare i loro premi!
Ad arrivare al terzo posto i FOX Nata nel 2005 e originaria di Legnaro, è una società di hockey in line composta da promettenti e giovani atleti. A ritirare il premio di 100 euro in buono spesa Despar, sono venuti i rappresentanti delle categorie U10, U12 e U14 Aryan, Filippo e Davide assieme alle loro due coordinatrici Marta e Anna. Bravi ragazzi e in bocca al lupo per le prossime competizioni!
Sul secondo gradino del podio invece è salita “Ocio al Mocio”!
La dolce e bellissima Angelica, di soli 12 anni, con il suo super e originale travestimento da “mocio” ha catturato l’attenzione dei votanti che l’hanno premia-
ta con la medaglia d’argento. A lei va il premio di 150 euro in buono spesa Despar.
Standing ovation per la più piccola, che a soli 10 mesi, è riuscita a battere gli altri partecipanti. Sofia, con la sua maschera da Minnie , ha rapito i cuori dei lettori de LaPiazzaweb.it che proprio non hanno saputo resisterle. A mamma Andree il ricco premio di 250 euro di buono Antenore Energia consegnato dal delegato Manuel Viola.
Dopo questa colorata competizione tocca ai nostri amici animali mettersi in gioco nel contest “Qua la zampa!”. Anche questa volta basta andare su laPiazzaweb.it e caricare una foto del proprio pet.
C’è tempo fino al 30 giugno!
Per le 3 foto più votate ancora buoni Antenore e Despar, ma anche fino a 175 kg in alimenti per il tuo amico peloso! Tutto il regolamento sul sito. Rimettete le mani agli obiettivi, e che abbia inizio una nuova sfida!
Le iniziative. Da maggio a ottobre un ricco programma dedicato a musica, arte e molto altro
Con il via a inizio mese della rassegna Maggio Rodigino, si apre la stagione di eventi organizzata dal Comune per portare divertimento e svago in città
Un calendario ricco di grandi eventi, dedicati proprio a tutti. È quello in programma per i mesi che andranno da maggio a ottobre, stilato dal Comune di Rovigo. Dopo un primo maggio all’insegna dello Strike Fun Football, ha preso il via dal secondo giorno del mese il Maggio Rodigino, con incontri di poesie, teatro, arte e musica previsti per tutto il mese e oltre. Dal 25 maggio poi – e in programma fino al 4 giugno – prenderà il via “Xanto Avelli, un artista mondiale”, il progetto ideato e coordinato dalla Fondazione Rovigo Cultura volto a promuovere la co-
Nel mese di giugno spazio alla musica con l’arrivo del Music Beer Festival, del Delta Blues e della Festa della Musica
noscenza del territorio e della produzione artistica del noto ceramicista rodigino. Ma se maggio ha dato (e darà) tanto, s!AzSarà il mese di giugno a colorare l’estate: dal 2 al 4 giugno, si terrà “Rovigoracconta”, mentre dal 9 al 18 giugno il Festival Opera Prima dedicato all’arte teatrale. Il 10 giugno è in programma “Rovigo in love”, la mezza maratona organizzata dal Comune di Rovigo in collaborazione con Coni e Uisp, mentre dal 15 al 18 giugno prende il via il Music Beer Fest. Altro divertimenti in vista il 20 giugno, fino alla fine del mese, quando andrà in scena la rassegna “Donne da Palcoscenico”. In Piazzetta Annonaria, dal 22 al 29 giugno tutto sarà pronto invece per ospitare il DeltaBlues, il festival polesano dedicato a questo fantastico genere musicale. Giugno si concluderà quindi con la Festa della Musica, in programma per il 24 giugno.
A luglio riprenderà poi il DeltaBlues, con altre tre serate in programma per il 7,8 e 9 luglio. Tanti eventi in programma anche per la rassegna
“Giovedì di luglio”, mentre il 7 luglio si terrà “Pugilistica in Piazza”. Dal 17 al 23 luglio invece si svolgerà la Settimana dei Diritti umani e dal 21 al 23
luglio, per restare sul tema, il festival “Voci per la Libertà –Una canzone per Amnesty”. Agosto non sarà da meno. A Rovigo occhi puntati verso le stelle il 10, per la Notte di San Lorenzo, ma non solo: anche l’11, il 12 e il 13 saranno riservati all’osservazione del cielo con gli appuntamenti previsti dal Gruppo Astrofili Polesani. Evento musicale, poi, il 13 agosto, con “Nomadi Sessanta”.
I primi giorni di settembre si apriranno con “Il mondo in Piazza”, che vedrà circa 40 - 50 bancarelle con prodotti nazionali e internazionali. Dal 3 al 1 0 settembre ancora musica con la rassegna Rovigo Cello City. Dall’11 al 17 settembre invece è in programma Rovigo Regeneration, il festival della rigenerazione urbana. A cavallo dei due mesi di settembre e ottobre si terrà invece Solidaria, il festival del volontariato, in programma per il 24 settembre fino al 1 ottobre.
Infine, tempo di festival anche a ottobre, con”Tensioni”, il festival di arti e sguardi sul presente, previsto per i giorni del 6, 7 e 8 ottobre. Seguirà l’Ottobre Rodigino, con il via anche della stagione teatrale dedicata alla lirica, ai concerti, alla prosa e alla danza del Teatro Sociale di Rovigo.
Festeggiamenti e appuntamenti no stop, dunque, nel capoluogo polesano, che anche per il 2023 è pronto ad offrire a cittadini e visitatori lunghe giornate di divertimento e svago.
Il calendario è il frutto del coordinamento tra Comune, assessorati alla cultura, al commercio, allo sport, enti e associazioni. “In questa edizione presenta delle novità -– ha detto il sindaco Edoardo Gaffeo - : oltre agli eventi classici culturali, ci saranno anche iniziative sportive e commerciali. L’obiettivo è stare insieme e vivere la città tra la bellezza di tante momenti che offriranno un bel biglietto da visita, sia per la cittadinanza che per chi verrà a visitare la nostra città”.
Gaia Ferrarese e Melania Ruggini
Una doppietta storica per il Rovigo Calcio. La squadra allenata da Davide Pizzo, dopo aver vinto il campionato di Prima categoria, con tre giornate di anticipo, ha conquistato anche il Trofeo Veneto di Prima battendo nella finale disputata a Dolo, il Città di Asolo. Una vittoria di campionato e il successo nella finale del Trofeo Veneto è un avvenimento che nella lunga storia del Calcio Rovigo non era mai capitato. Nell’ultimo atto della stagione svoltosi a Dolo, il Rovigo dopo esser passato in vantaggio con Zaghi, rimane in dieci alla mezzora per l’espulsione del difensore centrale Ambrosini. Il primo tempo si chiude sul risultato di 2-1, con raddoppio di Allegrucci e rete di Callegaro per il Città di Asolo. Nel secondo tempo il Rovigo fa tris con Masiero, ma il Città di Asolo rimette le cose in parità con le reti di Vettoretti e ancora Callegaro. Nei supplementari non succede niente e la coppa viene assegnata ai calci di rigore, dove Dardengo, portiere del Rovigo ne para due. In gol per il Rovigo dagli undici metri Fusco, Braghin e Zaghi,
mentre per il Città di Asolo, Vettoretti e Mazzeo.
Un doblete storico per il Rovigo calcio. Promozione condita da numerosi record per la squadra allenata da Davide Pizzo, al quinto anno alla guida tecnica.
“Sono felicissimo, per me si realizza un sogno – ha detto l’allenatore Pizzo al quinto anno sulla panchina biancazzurra –. Vincere un campionato non è mai facile, vincerlo a Rovigo è ancora più difficile e per questo estremamente emozionante. Vincere anche la Coppa è stato qualcosa di straordinario. Il ringraziamento va alla società, alla presidente Nale, al vice Vissoli, a patron Benasciutti, al dg Bimbatti, al ds Masotti, ma soprattutto ai ragazzi che da
Un campionato di Prima categoria dominato e concluso con il passaggio in Promozione con addirittura tre turni di anticipo, condito da una serie di record
agosto ad oggi non hanno mai messo di mettersi a disposizione, allo staff tecnico, il vice Dall’Ara, i preparatori Pilotto e Montanari a Michele Trovò”.
Un campionato di Prima categoria dominato e concluso con il passaggio in Promozione con addirittura tre turni di anticipo, condito da una serie di record. Grazie ai 68 punti conquistati i biancazzurri sono stati la squadra che, nei dieci gironi di Prima categoria veneta hanno fatto più punti di tutti, risultando la miglior difesa con solo 16 reti subite e il secondo miglior attacco, con 65 gol fatti ( la palma del migliore va al Fontanelle, nel girone N, che di gol ne ha fatti 69).
Cristiano AggioDopo la firma anche per la prossima stagione di coach Alessandro Lodi, in casa Rugby Rovigo sono arrivati anche quelli di capitan Matteo Ferro e di Edoardo Lubian e Andrea Bacchetti. Tutti rodigini doc, capitano Matteo Ferro, “La Leggenda” Edoardo Lubian e Andrea Bacchetti detto il “Sindaco”, saranno ancora rossoblù a testimonianza del loro forte attaccamento alla maglia e alla città. Cresciuti rugbisticamente tra le fila della Monti Rugby
Rovigo Junior sono poi passati in prima squadra guadagnandosi fiducia e rispetto ed entrando nel cuore di tutti gli appassionati.
“I tre ragazzi sono stati l’a-
nima di questa squadra per molto tempo – ha detto il direttore sportivo Polla Roux –per un club come Rovigo con una storia così significativa è importante avere giocatori locali per trasmettere i valori e la cultura della società ai nuovi acquisti e ai giovani che entrano in squadra. Ferro, Lubian e Bacchetti sono solo una parte del gruppo di giocatori senior che guideranno la filosofia di Alessandro Lodi all’interno della squadra. Dopo la conferma del nostro allenatore rodigino era importante confermare anche i nostri giocatori della città di cui i contratti erano in scadenza.”
Un atto d’amore per capi-
tan Ferro. “Sono molto felice di proseguire la mia storia con questa società che come ho sempre detto, per me è l’unica squadra nella quale voler giocare e divertirmi, ha detto il capitano. Sono contento di proseguire ed essere ancora al centro in questo progetto di “rodiginizzazione” sia dello staff che dei giocatori:s ono sicuro che ci toglieremo molte soddisfazioni in campo”. (c.a.)
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Un investimento di 2 miliardi di euro con l’obiettivo di arrivare a 20 milioni di passeggeri al 2037. Sono i dati del Masterplan 2023–2037 dell’aeroporto Marco Polo di Venezia, terzo gateway intercontinentale nazionale. Un piano che si fonda su quattro valori: concretezza, responsabilità, sostenibilità, fare rete, come sottolineato dal presidente del gruppo Save Enrico Marchi, che ha presentato il progetto in Regione Veneto, affiancato dal presidente Luca Zaia.
Sotto i riflettori lo strumento di programmazione degli interventi di sviluppo che interesseranno l’aeroporto nei prossimi anni, basato sulle previsioni dei progressivi incrementi del traffico. In particolare, le proiezioni di traffico al 2037 sono di 20,8 milioni di passeggeri, un dato che rende necessari gli interventi previsti, senza i quali lo scalo raggiungerebbe il livello di saturazione di 12,5 milioni di passeggeri già nel 2026. Quanto ai costi, l’85% dell’impegno economico totale è di competenza di SAVE, il restante 15% potrebbe essere a carico di imprese terze private. Dei 2 miliardi complessivi, 380 milioni andranno in opere legate alla sostenibilità ambientale.
I dettagli dell’intervento Nessuna seconda pista: il Masterplan2037 conferma lo schema con singola pista di volo. È comunque prevista l’estensione della pista di rullaggio esistente “affinché abbia lunghezza pari alla pista secondaria, con gli obiettivi di aumentare la capacità del sistema, migliorare l’operatività, collegare la nuova area destinata ai vettori courier prevista a nord-est del sedime aeroportuale” fa sapere Save: “La pista secondaria è usata
come via di rullaggio (taxiway) e solo in caso di chiusura della pista principale come pista di volo”.
Previsti due nuovi interventi di ampliamento laterale al terminal esistente, sia a nord (area Schengen) che a sud (area extra-Schengen) per un totale di circa 100.000 mq, che si aggiungeranno agli attuali 90.000 mq. “Gli ampliamenti del terminal e in generale tutti i nuovi edifici previsti nel Piano saranno realizzati secondo i più alti standard adottati a livello internazionale, che promuovono un approccio orientato alla sostenibilità a partire dal progetto e dalla scelta dell’ubicazione delle infrastrutture, e comprendono il risparmio energetico ed idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità ecologica degli interni, i materiali e le risorse impiegati, il progetto e la scelta del sito” specifica Save.
Attenzione all’ambiente
E proprio sul fronte della sostenibilità ambientale sono diversi gli interventi, secondo macro filoni. Il primo, la transizione energetica, con l’obiettivo di azzerare entro il 2030 le emissioni nette di CO2 prodotte dall’attività dell’aeroporto e dismettere ogni
utilizzo di combustibili di origine fossile. Secondo, l’obiettivo principale di ridurre al minimo il consumo di acqua potabile, utilizzando le acque del nuovo depuratore inaugurato lo scorso marzo e le acque meteoriche. Terzo, economia circolare e gestione dei rifiuti. Infine, lo sviluppo dell’aeroporto in armonia con il contesto ambientale e il territorio circostante è una priorità. Tra i principali interventi in quest’ambito, vi sono la riqualificazione ambientale di aree come quelle a ridosso del fiume Dese, lo sviluppo di progetti che favoriscono la biodiversità, il costante monitoraggio e il ripristino dell’assetto morfologico di zone barenali. E ancora, la mobilità di accesso all’aeroporto cambierà radicalmente nei prossimi anni a favore di una drastica riduzione di emissioni di CO2, in particolare con la realizzazione del collegamento con il sistema ferroviario e la creazione di un nuovo polo di intermodalità dedicato agli autobus e ad altri sistemi di trasporto pubblico. È previsto, poi, lo sviluppo della nuova mobilità aerea avanzata, che prevede l’utilizzo di droni a propulsione elettrica per il trasporto di merci e persone, e che necessita di una rete di
Marchi e Zaia illustrano i dettagli dell’intervento: un quinto delle risorse andranno in opere legate alla sostenibilità ambientale
vertiporti, alla quale Save sta da tempo lavorando.
I commenti
“Siamo nel quadrante più vitale d’Europa: il Veneto nel 2022 ha raggiunto 65,9 milioni di presenze turistiche, - ha sottolineato Zaia - 18 milioni di arrivi, una terra fatta di 4mila strutture alberghiere e una straordinaria rete di ospitalità diffusa. Ma il Veneto è anche la Regione capace, sempre nel 2022, di crescere a livello economico di oltre il 4% di PIL rispetto all’anno precedente. Questo strumento di programmazione e sviluppo di un’infrastruttura fondamentale come l’aeroporto, non può che essere davvero un altro, fondamentale, asset di questo territorio. L’interconnessione fra Venezia, il Veneto ed il mondo deve poter crescere, per gestire – grazie a SAVE – l’importante incremento dei flussi turistici che hanno quasi del tutto raggiunto i livelli del pre-pandemia”.
“Il nuovo Masterplan – ha aggiungo Marchi - conferma il nostro impegno per lo sviluppo del Marco Polo, infrastruttura centrale per la mobilità, l’occupazione e l’economia della regione e dell’intero Paese. In untempo in costante trasformazione il Piano, nel-
la sua modularità, disegna il futuro del terzo scalo intercontinentale nazionale con la concretezza e la responsabilità proprie del nostro Gruppo, che ha saputo riunire in un unico sistema gli aeroporti del Nord Est, dimostrando l’efficacia di una gestione in rete, determinante anche nel far fronte alla crisi che ha duramente colpito l’intero settore aeroportuale”. “Puntiamo ai massimi livelli di sostenibilità e innovazione,-ha concluso Monica Scarpa, amministratore delegato di Save - integrando soluzioni ambientali e di riduzione delle emissioni di anidride carbonica con contenuti sociali e occupazionali. Le attività di ampliamento della rete di voli e il parallelo adeguamento delle infrastrutture, sono accompagnati da una progressiva modifica delle modalità di apporto energetico allo scalo, basate su fonti rinnovabili e autoproduzione di idrogeno, in un’ottica di economia circolare applicata in particolare al riutilizzo dell’acqua e alla gestione dei rifiuti. In questo quadro di sostenibilità ambientale, si inseriscono i progetti di collegamento con il sistema ferroviario e la nuova mobilità aerea avanzata con l’utilizzo di droni per il trasporto di merci e persone”.
IL MASTERPLAN. Lo scalo veneziano punta a diventare il terzo in Italia
“Entro il 2037 venti milioni di passeggeri”Luca Zaia con il presidente del gruppo Save, Enrico Marchi Monica Scarpa, amministratore delegato del gruppo Save
Ambiente. Presentato il progetto “River Eye” in collaborazione con Plastic Free
L’EVENTO. All’Arsenale di Venezia dal 31 maggio al 4 giugno nei 55mila mq di bacini
Venezia capitale della navigazione con cinque giorni dedicati alla passione per la navigazione, tra yacht e superyacht, première italiane e mondiali, prove in acqua, convegni, esposizioni e regate. Torna all’Arsenale di Venezia, dal 31 maggio al 4 giugno, la quarta edizione del Salone Nautico Venezia, che rientra ormai a pieno titolo nel palinsesto dei maggiori eventi della città. Un punto di riferimento per l’Adriatico e tutta la lunga rotta che da Venezia porta a Istanbul lungo il Mediterraneo Orientale.
Venezia torna dunque ad essere protagonista della grande nautica con la quarta edizione del Salone Nautico, che abiterà gli spazi dello storico Arsenale, cuore ancora pulsante della marineria della Serenissima. Un’edizione, questa, concentrata in un numero inferiore di giorni rispetto al passato, in linea con i saloni nazionali e internazionali più importanti, e i cui numeri confermano la vocazione della città verso il mare. Un’edizione, inoltre, che vede un consistente incremento della presenza della vela e dell’elettrico. Il Salone è organizzato da Vela Spa per conto del Comune di Venezia e grazie alla collaborazione della Marina Militare Italiana.
L ’Arsenale è composto da bacini acquei di 55.000 mq, all’interno dei quali saranno installati oltre 1.100 metri lineari di pontili, e 30.000 mq di spazi espositivi esterni. Le grandi tese, che in passato hanno accolto la costruzione delle Galere, accoglieranno il meglio del design e dell’arre-
do nautico e la cantieristica artigianale veneziana per un totale di 5.000 metri quadrati. In totale, saranno più di 220 gli espositori che porteranno a Venezia 300 imbarcazioni, di cui 250 in acqua per una lunghezza totale di 2,7 chilometri. H anno confermato la loro
Sui pontili e a terra troveranno posto 300 imbarcazioni di oltre 220 espositori
Nel segno della sostenibilità le propulsioni e gli allestimenti orientati verso un futuro più ecologico
Green Line 40, Alfastreet Marine, Fap (Falegnameria Artigianale Pesce) e Rand Boats. Tra le novità, invece Free Power, Green Dream Boats, Amperetta e Sea Bubble.
presenza i grandi gruppi leader della costruzione navale nazionale e internazionale.
Tornano Ferretti Group, Azimut Benetti, Sanlorenzo, Sunseeker, Beneteau, Absolute, FIM, Pardo, Sirena e Arcadia. Espongono per la prima volta a Venezia i cantieri Invictus,
Fountaine Pajot 67 a motore, Nautor Swan shadow, Solaris Power, Prestige e Sensesyacht. Significativa la tendenza, spiegano gli esperti, che si registra del ritorno della barca a vela, confermando un fenomeno che dopo il Covid vede un aumento dell’interesse verso l’acquisto di barche a vela, in un rapporto di eco sostenibilità con il mare. Tra le presenze riconfermate compaiono i cantieri Beneteau, Lagoon, Dufour, More, Jeaneau e Pegasus e Italia Yacht, mentre arrivano per la prima volta all’Arsenale Elan, Bavaria, Solaris, Neo Yacht, Nautor Swan con Nautor Swan 65 – l’ammiraglia a vela del Salone – Kufner e Hallberg-Rassy dalla Svezia. G rande crescita si evidenzia anche nel settore dell’elettrico. Un trend che risponde alla richiesta di avere barche sempre più evolute sia dal punto di vista della loro impronta ambientale, che deve essere sempre più ridotta con l’utilizzo di materiali ecosostenibili, sia da quello del maggiore comfort. Da qui la richiesta di spazi più ampi, senza in ogni caso rinunciare al lusso. All’Arsenale tornano X Shore, Candela,
Sempre sul filone della sostenibilità, che vede Venezia in prima linea anche per la sua candidatura a Capitale mondiale, al Salone Nautico Venezia saranno esposte anche le ultime novità nel campo della propulsione verso un futuro più ecologico. E ancora, torna la terza edizione della E-regatta con la scenografica parata sul Canale Grande e con le prove competitive all’interno del bacino dell’Arsenale e presso l’Idroscalo di Venezia. Come sempre trova spazio nel Salone la cantieristica tradizionale veneziana, con le barche che ogni giorno servono alla città per vivere, costruite nei cantieri della laguna con il loro profumo di tradizione ma anche di tecnologia.
I cinque giorni di manifestazione saranno anche l’occasione per dare spazio all’intrattenimento con regate e trofei, con programma molto ricco tra cui spiccano manifestazioni motonautiche come l’arrivo della Pavia Venezia, oltre a molte occasioni di relax per le famiglie e i bambini con attività, punti di ristorazione, voga e vela e riscoperta dei luoghi dell’Arsenale. Molti i convegni in programma, il cui focus sarà l’innovazione, i servizi, la formazione e la sostenibilità; appuntamenti che permetteranno il confronto degli addetti ai lavori sulle tante tematiche che coinvolgono un settore in costante crescita.
IL BILANCIO. Nel corso del 2022 sono stati supportati numerosi progetti culturali e sportivi sul territorio regionale
Ècontinuato anche nel 2022
l’impegno di Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, per consolidare la propria presenza in Veneto, puntando sulla valorizzazione dei prodotti e dei produttori locali e sostenendo iniziative a sfondo sociale per continuare ad essere ogni giorno parte attiva delle comunità in cui l’azienda si inserisce. Guardando allo sviluppo del business in Veneto, nel 2022 Aspiag Service Despar ha realizzato un fatturato al pubblico complessivo di oltre 918 milioni di euro, sia per gli esercizi diretti che affiliati e, grazie ai 30 milioni di euro di investimenti, ha proseguito nel suo progetto di sviluppo e potenziamento della rete vendita che conta oggi 161 negozi attivi in regione, di cui 89 diretti e 72 affiliati. Uno sviluppo che ha portato anche ad un allargamento della “famiglia Despar” con 192 nuove assunzioni, che fanno salire a 3.921 il numero dei collaboratori in regione. Anche per il passato esercizio ha avuto una particolare rilevanza la valorizzazione dei prodotti locali e delle filiere corte attraverso il progetto “Sapori del Territorio” che raccoglie in Veneto oltre 3.700 referenze a scaffale, provenienti da più di 700 produttori locali e che, or-
mai da molti anni, testimonia concretamente la vicinanza e il sostegno di Despar alla cultura enogastronomica e alla produzione agroalimentare di qualità presenti in regione. Un’ulteriore declinazione sul territorio di questa strategia che mira alla piena sinergia con i produttori locali è il protocollo regionale di promozione delle tipicità territoriale “The Land of Venice”, attivo in Veneto da oltre tre anni, che contrassegna nei punti vendita dell’abete delle sette province del nostro territorio tutti i diversi prodotti certificati e caratterizzati dalla presenza di specifiche denominazioni geografiche.
Accanto a ciò, Aspiag Service Despar ha continuato a essere motore di crescita per il territorio: una scelta che si è concretizzata nel 2022 in moltissime iniziative a sfondo sociale che Despar ha promosso per
Nel 2022 Aspiag Service Despar ha proseguito nel progetto di sviluppo e potenziamento territoriale della rete vendita in Veneto e incrementato il numero degli esercizi commerciali di altri 5 punti vendita, di cui quattro localizzati nelle province di Venezia e uno nella provincia di Vicenza. L’azienda ha inoltre proseguito nel processo di riammodernamento dei propri negozi con le ristrutturazioni di un punto vendita diretto Eurospar a Verona e di un punto vendita affiliato a Padova. Particolarmente significativa nel corso del 2022 è stata poi l’apertura del punto vendita Despar di Ponte del Teatro, un nuovo negozio nel cuore di Venezia a servizio di residenti e turisti che rappresenta la volontà di offrire un servizio di prossimità e si inserisce perfettamente nella strategia di sviluppo della rete vendita in un’ottica green. La sostenibilità è infatti uno dei driver strategici di sviluppo per
restituire alla collettività parte di quanto ricevuto. Sono state così supportate molte società sportive, iniziative e realtà culturali del Veneto, impiegando direttamente una buona parte degli oltre 223 mila euro complessivamente investiti nel 2022 per lo sviluppo dei progetti a ricaduta sociale in regione. Anche il mondo del volontariato e dell’associazionismo è stato coinvolto in progetti specifici di raccolta fondi, come nel caso della vendita delle originali shopper biodegradabili con la grafica realizzata dalla Cooperativa Down Dadi, o di sensibilizzazione sociale come per la promozione della campagna di prevenzione di truffe e raggiri a danno dei cittadini effettuata assieme alla Polizia di Stato in tutto il territorio regionale. Tra le iniziative sociali più significative del 2022 va ricordata inoltre l’annuale campagna
Aspiag Service Despar che anche per il 2022 ha continuato il percorso di allineamento del proprio modello di business e delle proprie performance ai sette obiettivi dell’Agenda ONU 2030 che l’azienda ha scelto come linee guida per il proprio sviluppo in un’ottica di sostenibilità sociale e ambientale. Tutte le nuove aperture e le ristrutturazioni sono infatti progettate in una prospettiva green, attraverso soluzioni che permettono un’attenzione verso la riduzione delle emissioni di CO2 e il controllo dei consumi energetici. A ciò si aggiunge l’attenzione che l’azienda pone alle modalità di sviluppo della propria rete vendita che si concretizza nella scelta di prediligere per le nuo-
de “Il mondo ha bisogno delle donne”, attività charity che ormai da diversi anni rappresenta un’occasione per lanciare un forte messaggio di solidarietà sostenendo progetti e associazioni impegnate nell’ambito della promozione dei diritti e del benessere delle donne, oltre che di lotta alla violenza di genere. Nel solo Veneto grazie a questa raccolta fondi sono stati raccolti quasi 60 mila euro, che sono stati destinati ai programmi di ricerca e cura dell’Endometriosi e alla collegata campagna di prevenzione negli istituti scolastici regionali. Inoltre, anche nel 2022 è proseguito l’impegno di Despar per la lotta allo spreco alimentare che ha permesso di recuperare in Veneto più di 550 tonnellate di cibo invenduto, distribuito attraverso una rete territoriale di solidarietà di oltre 800 Onlus, che hanno consentito la preparazione di quasi 1,2 milioni di pasti destinati ai più bisognosi. Un impegno che, oltre alle importanti ricadute in ambito sociale, ha permesso anche di fare bene all’ambiente, permettendo un risparmio totale di oltre 2.025.431 kg di Co2 equivalente e oltre 1.198.016 m3 di acqua (che corrispondono rispettivamente ad oltre 15 mila viaggi in auto da Milano e Napoli e 374 piscine olimpioniche!).
Nonostante un contesto macroeconomico difficile e sfidante per tutto il settore della GDO come quello passato, tra inflazione, rincari energetici e rialzo dei prezzi, anche nel 2022 Aspiag Service Despar ha continuato nel suo percorso di crescita in Veneto, diventando sempre di più un punto di riferimento importante per le persone e le comunità dei territori in cui siamo presenti. L’espansione del business e gli investimenti per lo sviluppo e il consolidamento della rete vendita ci hanno permesso di rafforzare il nostro ruolo nel settore della grande distribuzione in Veneto, impegnandoci a mantenere i prezzi di vendita accessibili per i nostri clienti e favorendo l’aumento dell’occupazione.
ve aperture una strategia di recupero e riqualificazione di edifici storici e di aree urbane dismesse con l’obiettivo di restituire alle comunità zone inaccessibili, evitare il consumo di suolo, valorizzare edifici ed elementi architettonici di pregio e innescare un circolo virtuoso attraverso la collaborazione con aziende del territorio.
Il nostro gruppo lavora in filiera e questo è un vantaggio per gestire al meglio aumenti importanti di prezzo e favorire economie di scala che consentono di calmierare il costo del prodotto, lavorando a stretto contatto con i fornitori locali e con i diversi paesi che, come noi, fanno parte del gruppo internazionale SPAR Austria. In un contesto di incertezza come quello vissuto, filiera ed economie di scala sono state dunque le parole chiave per fronteggiare il caro-prezzi e continuare a sostenere le famiglie mitigando l’effetto del caro-vita, in linea con il nostro impegno al fianco delle persone e delle comunità che ci ospitano. Anche per il futuro, vogliamo continuare nell’impegno verso i territori in cui siamo presenti, continuando il nostro percorso di sviluppo all’insegna della qualità, prossimità, competenza, partecipazione e inclusione: valori da sempre condivisi da tutta la grande famiglia Despar e che ogni giorno ci permettono di essere un riferimento per le comunità in cui il nostro abete ha messo le sue radici.
Record tutto padovano per la piscina più profonda del mondo: ora si amplia per ospitare ricercatori scientifici, forze specializzate in recuperi e produttori cinematografici
Èun Guinness World Record tutto padovano quello che ha portato la Y-40, r ealizzata nel 2013 all’Hotel Millepini di Montegrotto Terme, a essere dichiarata la piscina più profonda del mondo.
Ora, esattamente dieci anni dopo, un nuovo progetto dell’architetto Emanuele Boaretto ambisce ad affiancarsi, letteralmente, alla Y-40 ampliandone le potenzialità. Si tratta della PHI 12, un cilindro dal diametro di 12 metri e profondo 30 metri, riempito usando acqua termale a 32/34°C. Aperto al cielo, sarà in grado di accogliere speciali attrezzature di grandi dimensioni calate dall’alto, ma anche esercitazioni e simulazioni uniche nel loro genere. In particolare, il nuovo spazio acquatico termale sarà dedicato alla ricerca scientifica, medico-subacquea e aerospaziale, la formazione di forze specializzate in ricerca e recupero, le produzioni cinematografiche.
“Un’architettura subacquea che darà molteplici opportunità e diverrà nuova attrazione turistica. La naturale evoluzio-
Da sinistra Umberto Pelizzari, campione mondiale di apnea e l’architetto Emanuele Boaretto, ideatore e progettista di Y-40 e Phi 12.
Sopra, le immagini del progetto Phi 12
ne di Y-40 in un’opera aperta in grado di ispirare. Uno spazio sommerso aperto all’imprevedibile, al nuovo, all’inatteso” dichiara l’architetto Emanuele Boaretto. Lo spazio acquatico di PHI 1 2 sarà infatti raddoppiato dando maggiore risalto ad alcune delle applicazioni per le quali si è dimostrato Y-40 nei primi dieci anni.
Per quanto riguarda il nome di battesimo della nuova struttura, si legge Fi dodici e si scrive Ф 1 2 e deriva dalla lettera dell’alfabeto greco. In matematica è il simbolo della sezione aurea e l’iniziale del nome greco dello scultore e archi-
tetto Fidia, ma in architettura indica anche il diametro, in questo caso del cilindro di 12 metri.
PHI 1 2 sarà inoltre un’opera sostenibile che eviterà l’immissione in atmosfera di oltre mille tonnellate di CO2. Questo sarà possibile perché la struttura non impiegherà acqua da bere, ma riutilizzerà sola acqua calda di origine profonda ipertermale salsobromoiodica, con un ciclo di filtrazione che consentirà un utilizzo efficiente.
“L’impiego della risorsa termale, oltre a non sprecare acqua potabile, eviterà anche di dover riscaldare l’intera struttura.
Dalla piscina al bar caffetteria,
dallo shop agli uffici, tutti gli ambienti saranno mantenuti in temperatura grazie alla geotermia, evitando ogni anno una produzione di oltre 1.000 tonnellate di CO2 rispetto ad un comune riscaldamento a gas per questi volumi” spiega l’architetto.
L’opera, all’interno del parco dell’Hotel Terme Millepini come Y-40, sarà aperta anche ai visitatori che potranno scoprire la piscina fino al fondo, grazie ad un ascensore subacqueo panoramico trasparente che ne consentirà la visita scendendo assieme ad apneisti e sub alla base del cilindro profondo, dove vivere in diret-
ta il momento del touch down delle persone in immersione. “Grazie alla vetrata subacquea che lo circonda interamente alla profondità di 5 metri, sarà consentito girare intorno a tutto il cilindro per assistere a spettacoli di animazione e danza interpretati in acqua, come spettatori di un vero teatro subacqueo. Sarà, così, anche un grosso attrattore di flussi turistici come già è stata Y-40 in questi primi dieci anni di vita” sottolinea l’architetto Boaretto. La struttura dovrebbe essere pronta in circa due anni. Insomma, parte il countdown per un’altra struttura da record nel nostro territorio.
Attività fisica, sana alimentazione, riposo e meditazione sono il “segreto” per stare bene con sé stessi
Vivere in modo sano e stare bene con sé stessi, un obiettivo sulla carta condiviso da tutti ma non sempre, complice uno stile di vita frenetico, preso nella giusta considerazione all’interno della routine quotidiana.
Eppure, è estremamente importante una buona “salute per tutti”, tanto da dedicare una Giornata mondiale su questo tema - lo scorso 7 aprile è stata la 75esima - per sensibilizzare l’opinione pubblica e informare sulle buone pratiche che aiutano a vivere meglio. Come? Praticando attività fisica, con un’alimentazione sana e bilanciata, non trascurando il riposo e ritagliandosi uno spazio di tempo per un po’ di meditazione.
Il benessere come priorità è un traguardo che si raggiunge innanzitutto praticando una corretta attività fisica. La costanza, infatti, comporta molteplici benefici non solo a livello fisico ma anche mentale. L’attività fisica, infatti, non aiuta solo a mantenerci in forma, a tenere sotto controllo il peso corporeo e a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e circolatorie, ma produce benefici effetti anche a livello psicologico. L’Organizzazione mondiale della Sanità definisce attività fisica “qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che richiede un dispendio energetico”.
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“Per attività fisica, s’intende - sono le indicazioni dell’Ulss 6 Euganea - tutto il movimento che viene svolto durante la giornata (gli spostamenti a piedi o in bicicletta, le attività svolte nel tempo libero al lavoro, lo sport, le faccende domestiche il giardinaggio). La cosa migliore però è praticare attività fisica moderata e vigorosa”.
Un altro fattore importante è il tempo in una settimana dedicato all’attività fisica.
“Evidenze scientifiche - si legge dalla pagina Facebook dell’azienda sanitaria padovana - dimostrano che praticare attività fisica moderata e vigorosa per almeno due ore e mezza alla settimana produce effetti benefici sulla riduzione del rischio di sviluppare il tumore mammario, cervico-uterino e del colon retto. L’effetto benefico dell’attività fisica dipende dall’innesco di meccanismi biologici come l’aumento della sensibilità dei tessuti all’insulina che riduce il livello di glucosio, l’attivazione del metabolismo dei grassi, la riduzione dei livelli di ormoni sessuali, la stimolazione del sistema immunitario, la riduzione del marker dell’infiammazione”.
Non meno importante è il beneficio sulla sfera psicofisica: migliore percezione di sé e delle proprie capacità, stimolo alla socializzazione e alla con-
divisione. Per stare bene è altrettanto importante un’alimentazione equilibrata, sana e bilanciata.
“L’organismo ha bisogno di tutti i tipi di nutrienti per funzionare correttamente e rendere possibili i processi fisiologici. Alcuni nutrienti infatti sono essenziali per provvedere alla richiesta di energia, per alimentare il ricambio cellulare, altri invece hanno funzioni protettive” sono le indicazioni del Ministero della Salute che in dieci
punti elenca le buone abitudini per mangiare sano. 1) É consigliato seguire un’alimentazione varia ed equilibrata sia sul piano qualitativo che quantitativo. 2) Non va mai trascurata la prima colazione che fornisce una buona energia per affrontare gli impegni della giornata. 3) L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di consumare almeno 5 porzioni tra frutta e verdura, al giorno dalle quali trarre le quantità di vitamine necessarie di cui il nostro corpo ha bisogno. 4) É
buona abitudine bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, anche senza aspettare di avere sete. 5) É importante cucinare con fantasia, variando gli alimenti anche nei colori. 6) Bisogna sempre fare attenzione alle modalità di preparazione degli alimenti e non eccedere nei condimenti. 7) Limitare il consumo del sale e preferire quello iodato. Non consumare troppi dolci e bevande zuccherate. Aumentare in casa la scelta di frutta e verdura limitando la disponibilità di alimenti
e snack troppo calorici. 8) Limitare il consumo di bevande alcoliche, evitandolo in gravidanza. 9) Coinvolgere i bambini nella preparazione dei diversi alimenti giocando con i colori e le differenti consistenze, impareranno a conoscerli. 10) Leggere l’etichetta prima di acquistare un alimento per conoscere cosa contiene e per essere informato sul contenuto di energia e nutrienti.
Un ulteriore elemento a cui bisogna prestare attenzione è la qualità del nostro sonno. Gli esperti consigliano di dormire dalle 7 alle 9 ore a notte; dormire bene è importante per essere vigili e attivi durante la giornata, ma è anche essenziale per il corretto funzionamento della memoria e delle cellule del corpo.
La meditazione è il quarto pilastro del vivere in salute. Di recente è cresciuto l’interesse e la sensibilità verso questo tema.
La meditazione è una pratica che consente di concentrarsi su un unico pensiero, allontanando qualsiasi forma di negatività che può derivare dall’ambiente esterno.
Gli ormoni rilasciati durante la meditazione consentono di essere più rilassati, aiutano a controllare gli stati d’ansia e a sviluppare una maggiore fiducia in sé stessi.
Atrofia muscolare. I risultati aprono nuovi orizzonti terapeutici e diagnostici
Perdita di massa muscolare con conseguente insorgenza di uno stato di debolezza e affaticamento, se non addirittura, in caso di determinate patologie, di minore risposta alle terapie. É il processo noto col nome di atrofia muscolare, indotto dall’invecchiamento ma anche da particolari condizioni quali l’immobilizzazione, la malnutrizione, le infezioni, i tumori, il diabete e l’obesità, le patologie epatiche, cardiache, renali e polmonari. La perdita di forza è una condizione che impatta fortemente sulla qualità della vita delle persone. I meccanismi molecolari che inducono l’atrofia muscolare non sono ancora completamente definiti e, ad oggi, non esistono terapie per prevenirla o contrastarla. Tuttavia, è stato di recente individuato un gene che regola l’integrità del muscolo scheletrico grazie allo studio del gruppo di ricerca guidato dal professor Marco Sandri, Principal Investigator dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM) e Professore Ordinario in Patologia Clinica e Direttore del
Lo studio del gruppo di ricerca guidato da Marco Sandri, Principal Investigator dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare e Professore dell’Università di Padova, è stato pubblicato sulla rivista “Nature Communications”
Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista “Nature Communications”.
Uno degli scopi del laboratorio del Prof. Sandri è di studiare i “geni oscuri” - sconosciuti tra quelli che codificano le proteine: dei 20.000 geni conosciuti, più di 5.000 sono inesplorati, i cosiddetti dark genes - e capirne la loro funzione all’interno del muscolo scheletrico.
I risultati della ricerca, contenuti all’interno dello studio coordinato da Anais Franco Romero e Jean Philipe Leduc-Gaudet (primi co-autori dello studio) hanno portato all’identificazione di un nuovo gene - chiamato
MYTHO (Macroautophagy and YouTH Optimizer) – importante per l’integrità del muscolo scheletrico e in particolare del processo di degradazione delle proteine e degli organelli. Questo processo cellulare deve funzionare correttamente e in modo bilanciato: un eccesso di degradazione proteica potrebbe infatti portare a una diminuzione della massa muscolare, mentre al contrario un blocco di questo processo potrebbe portare ad un accumulo di organelli e di proteine danneggiate che impediscono una normale contrazione muscolare. Nello specifico, i ricercatori hanno visto come l’inibizione acuta di questo nuovo gene abbia un ruolo protettivo
in caso di tumore, immobilizzazione e assenza di nutrimenti. Tuttavia, poiché la funzione di questo gene è critica per la pulizia della cellula, non si può ridurre la sua funzione per periodi prolungati perché si causa un accumulo di materiale non degradato, risultando in una degenerazione cellulare e diminuzione della forza muscolare. Quest’ultima situazione sembra verificarsi in una malattia muscolare genetica chiamata Distrofia muscolare di tipo 1 (DM1), in cui i ricercatori hanno trovato una riduzione di espressione di questo nuovo gene.
“La scoperta di nuovi geni che controllano la qualità dei nostri muscoli apre nuovi orizzonti non solo terapeu-
tici, con la possibilità di sviluppare nuovi farmaci che preservino la forza, ma anche diagnostici” ha sottolineato Marco Sandri.
“Grazie alla conoscenza di questi geni e del loro funzionamento saremo in grado di identificare nuove cure per tutti i pazienti che hanno malattie ereditarie, di cui non si conosce il gene mutato”.
Lo studio, sostenuto in Italia da Fondazione Cariparo e in Francia dalla Fondazione AFM Telethon è stato condotto in stretta collaborazione con un team di ricercatori della prestigiosa McGill University di Montreal, diretto da Gilles Gouspillou e Sabah NA Hussain.
La “fotochemioterapia extra corporea” è una procedura che permette di migliorare la possibilità di successo del trapianto in caso di tumori maligni del sangue e di altre malattie ematologiche
All’Ospedale dell’Angelo di Mestre dell’Ulss 3 Serenissima gli specialisti del Centro di Medicina Trasfusionale sono ora in grado di praticare la “fotochemioterapia extra corporea”.
All’inizio del mese di aprile i primi due pazienti oncologici ematologici sono stati sottoposti con successo alla innovativa procedura salvavita senza essere traferiti a Padova, come sarebbe accaduto in precedenza.
La “fotochemioterapia extra corporea” è una procedura di alta specializzazione, che permette di migliorare la possibilità di successo del trapianto in caso di tumori maligni del sangue (leucemie, linfomi, mieloma) e di altre malattie ematologiche.
“La procedura che siamo ora in grado di effettuare all’Angelo, con un nuovo ambulatorio specifico, – spiega il
primario della Medicina Trasfusionale Gianluca Gessoni – è un prezioso supporto al lavoro della nostra équipe di Ematologia: si effettua sui pazienti che hanno subìto il trapianto di cellule staminali emopoietiche, e aiuta in sostanza a prevenire il rigetto e la “malattia da trapianto contro l’ospite” (GvHD), che può verificarsi in seguito all’intervento”.
Con la fotochemioterapia extra corporea si agisce sulle cellule mononucleate circolanti del paziente, dopo averle prelevate, con il paziente allettato per poche ore nell’ambulatorio dedicato.
“I leucociti del soggetto, temporaneamente prelevati, - spiega ancora il dottor Gessoni - vengono irradiati con luce ultravioletta (UVA) in presenza di un farmaco chiamato 8-MOP. Que-
sto 8-methoxipsoralene è farmaco fotosensibilizzante: esposto ai raggi UVA diventa capace di stabilire legami covalenti e crociati con la doppia elica del DNA, dando luogo all’inizio del processo di apoptosi, che è utile appunto a prevenire il rigetto”.
La procedura salvavita introdotta all’Angelo è nata a fine anni ‘80 come terapia di prima linea nella cura dei tumori cutanei, e si è dimostrata efficace anche nel trattamento di condizioni cliniche particolarmente complesse. All’Ospedale dell’Angelo l’attività attualmente è rivolta ai pazienti provenienti dall’unità clinica di trapianto di cellule staminali emopoietiche, e affetti da GvHD acuta e cronica. La possibilità di effettuare questa terapia sarà di notevole impatto sull’outcome clinico e sul mi-
glioramento delle qualità di vita dei pazienti.
L’équipe medica coinvolta, diretta dal dottor Gessoni, è costituita dalla dottoressa Giulia De Fusco, responsabile del settore di Aferesi terapeutica e Processazione CSE, dalla dottoressa Francesca Polese, responsabile
dell’ambulatorio ematologico del SIT, dalla dottoressa Enza Coluccia, referente qualità del programma trapianto CSE per l’unità di Raccolta e Processazione di Mestre, con la collaborazione dello staff infermieristico coordinato dalla dottoressa Michela Pivetta.