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GENNAIO 2024
Periodico d’informazione locale - Anno XXXI n.20
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priamo il 2024 come abbiamo chiuso il 2023: diamo spazio, e continueremo a farlo anche i prossimi mesi, alle numerose iniziative dei nostri territori per ribadire, come abbiamo riportato anche sul nostro sito, che “l’amore vero non picchia, non urla, non uccide”. Attraverso le pagine dei nostri giornali, il web e la radio vogliamo tenere viva l’attenzione su quella che ormai è diventata una vera e propria emergenza, anche se ce ne ricordiamo solamente di fronte alla triste contabilità dei femminicidi, di fronte alle storie delle vittime, alle loro richieste di aiuto spesso inascoltate o sottovalutate, agli allarmi arrivati troppo tardi. Siamo stati toccati da vicino dai drammi di Giulia e di Vanessa, dalle parole dei loro familiari, dal rumore che si è levato dalle piazze e dalle scuole, dalle promesse a fare di più e meglio perché tutto questo non si ripeta, perché vi sia un effettivo cambio di passo di fronte ad un fenomeno che purtroppo ha ancora solide radici nella nostra società. Eppure, eppure anche in queste settimane, esaurita la spinta emotiva e la curiosità intorno al fatto di cronaca in sé, ancora si fa strada la tentazione di voltare pagina, di volgere lo sguardo altrove, di evitare la fatica che costa percorrere strade nuove, usare parole più consapevoli e autentiche, ma anche azioni e gesti, a partire dal nostro quotidiano.
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TREVISO IN FINALE PER LA CAPITALE DELLA CULTURA 2026. DE GREGORIO É LA NUOVA ASSESSORA Il 5 marzo è in programma l’audizione pubblica davanti alla Giuria, che proclamerà la città vincitrice entro la fine del mese. Il sindaco Conte ha consegnato il dossier nelle mani della nuova componente della giunta
Il governo della città
Servizio a pag. 6
FRATELLI D’ITALIA, ECCO Servizio a pag. 22 IL NUOVO PARTITO CHE ESCE DAI CONGRESSI E PUNTA AD OTTENERE LA LEADERSHIP IN VENETO CANER: “TURISMO MOLTO BENE, INCOGNITA UE PER IL PRIMARIO, LA LEGA TORNI TRA LA GENTE” Servizio a pag. 23
Politica
DE POLI: “LA NOSTRA AGORA’ POLITICA SIA AL SERVIZIO DEL TERRITORIO CHE AMIAMO” Servizio a pag. 24
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Pedemontana, opera che ridisegna il Veneto
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Luca Zaia Governatore Regione Veneto
bbiamo aperto, il 28 dicembre, la Pedemontana Veneta. O meglio la Superstrada Pedemontana Veneta (SPV). Un esempio di efficienza, di sostenibilità e rispetto ambientale. E’ nata negli anni ‘90, progettata e avviata nel 2000; ma era rimasta una delle grandi incompiute in Veneto. Abbiamo ripreso in mano il progetto, una sorta di “cadavere eccellente” che abbiamo ricevuto in eredità. segue a pag 5
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Facciamo il punto
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Ripartiamo insieme dal coraggio di non chiamarci fuori
Pedemontana, opera che ridisegna il Veneto Luca Zaia Governatore Regione Veneto
Fra investimenti e tecniche di realizzazione abbiamo trovato una complessa quadratura del cerchio. I lavori sono partiti nel 2017, e nonostante due anni di Covid, si sono conclusi dopo soli sei anni. Con la realizzazione di 168 chilometri complessivi di viabilità di strada: 94,5 km di infrastruttura autostradale - il 70% della quale interrata - più 68 km di opere complementari, 16 tra viadotti e ponti, due gallerie naturali e 16 artificiali, per un costo complessivo di 2,258 miliardi di euro. Con l’apertura della Pedemontana aspettando l’ultimo tassello, il casello sull’A4 - il Veneto si dota di un’infrastruttura che guarda al futuro, che consente di diminuire le emissioni in atmosfera perché si riducono i tempi di percorrenza e di conseguenza le quantità di carburante. Ma soprattuto consente una connessione con un’ampia parte del Veneto fino ad oggi rimasta isolata: ne beneficeranno i cittadini, le comunità locali e i nostri imprenditori.
Parole e azioni nuove
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C
’erano due sedie rosse, vuote, in mezzo agli scranni di palazzo dei Trecento durante l’ultima seduta dell’anno del consiglio comunale di Treviso. Una era per Giulia Cecchettin, l’altra per Vanessa Ballan. Il femminicidio delle due donne, entrambe molto giovani ed entrambe venete, ci ha lasciato la fotografia di un 2023 pieno di dolore e rabbia, ma dal quale ripartire per impegnarci tutte e tutti insieme a cambiare una realtà che così com’è non può più essere accettabile. Un mondo, il nostro mondo, che ha bisogno di un paradigma diverso. Dal 2017 a oggi le donne entrate nei pronto soccorso della Marca in codice rosa (pensato per le donne vittime di violenza fisica e psicologica che chiedono aiuto al Suem) sono state 4.142. Solo nell’ultimo anno 579. Nel 60 per cento dei casi hanno subìto violenza dal marito, dal fidanzato, da un familiare. Ben venga allora ogni iniziativa utile al cambio di passo per rompere una volta per tutte questa catena, compresa la mozione – prima firmataria la giovane Caterina Dozzo della lista De Nardi e votata all’unanimità dal consiglio comunale – che impegna sindaco, giunta e consiglio a creare una nuova sezione del sito web del Comune di Treviso capace di comunicare rapidamente, in modo efficace e costantemente aggiornato tutte le risorse esistenti e attive nell’ambito della violenza di genere. Perché è più che mai necessario rifondare la cultura di tutta la nostra comunità, ma è anche fondamentale che le donne non si sentano sole con sé stesse, che non vivano la paura come una vergogna, ma che sappiano che ci sono persone, luoghi, numeri da contattare e chiamare ogni giorno e ogni ora. A ciascuna e ciascuno di noi, nel proprio ambito individuale sociale e lavorativo, il compito di far crescere il valore del rispetto e di vigilare. Ritrovando il senso del “sentirsi parte” e di “non chiamarsi fuori”. Con la speranza che sia un 2024 pieno di coraggio.
Nell’ultimo anno 579 donne hanno chiesto aiuto al Suem di Treviso per violenza fisica e psicologica
Invece, anche di fronte alle vicende più drammatiche o toccanti, continuano a serpeggiare un certo relativismo che spinge però nel territorio dell’indifferenza. “Ma di questo caso, di questa persona si sta parlando fin troppo, c’è chi ha troppa visibilità e chi non he ha affatto, ma cosa c’è dietro, perché di quell’altra vittima nessuno se ne occupa?”... e così via, in una desolante litania che rimbalza soprattutto fra i social ma che purtroppo continua a fare presa. L’impegno, invece, dovrebbe essere proprio quello di trovare in questo nuovo anno vocaboli e azioni nuove affinché di quanto succede in famiglia, nelle coppie, nei luoghi di lavoro se ne parli eccome. Ne abbiamo bisogno per non scivolare ancora nell’abitudine o nell’indifferenza. Noi vogliamo fare la nostra parte, continuando a dare voce a chi si impegna con costanza e concretezza in questa direzione.
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Sara Salin
di Treviso
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Direzione, Amministrazione e Concessionaria di Pubblicità Locale: Questa edizione raggiunge i quartieri di Treviso per un numero com- via Lisbona, 10 · 35127 Padova plessivo di 32.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia tel. 049 8704884 · fax 049 6988054 n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199 >redazione@givemotions.it< Chiuso in redazione il 29 dicembre 2023 >www.lapiazzaweb.it< È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.
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Il governo della città
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La nomina. Il sindaco ha affidato la delega all’ex dirigente regionale, 68 anni, già a capo del cda di Oderzo Cultura
Cultura, De Gregorio nuova assessora Una tecnica di alto profilo in giunta S
i chiama Maria Teresa De Gregorio. A lei il sindaco Mario Conte ha affidato la delega – finora avvocata a sé – ai beni culturali e al turismo. A lei, nel giorno dell’annuncio, il primo cittadino ha consegnato il dossier che il 5 marzo sarà presentato in occasione dell’audizione pubblica davanti alla giuria che decreterà la Capitale italiana della cultura 2026. Sessantotto anni, originaria di Mestre, De Gregorio fino al 31 dicembre scorso è stata alla guida del consiglio di amministrazione della Fondazione Oderzo Cultura, ente dal quale si è dimessa per poter assumere l’incarico nella giunta di Treviso. Una lunga carriera alle spalle, tutta vissuta nello stesso ambito in cui si troverà ad affrontare la sua nuova sfida di assessora: è stata a capo della direzione beni culturali e sport della Regione, coordinando il “sistema cultura” del Veneto; è stata componente della commissione ministeriale cinematografia e della consulta ministeriale per lo spettacolo; è stata presidente della commissione regionale di esperti per l’assegnazione del fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo. Un curriculum di tutto rispetto, prettamente tecnico-amministrativo, a cui vanno aggiunti gli anni da commissaria straordinaria della Fondazione Mazzotti. “Un profilo di valore”, l’ha definita Conte. Che, come promesso fino dal primo giorno del suo insediamen-
to nel secondo mandato, si è preso il tempo necessario per una valutazione attenta prima di arrivare al nome adatto alla successione dell’ambito che fu di Lavinia Colonna Preti. Sindaco che ammette che fino all’ultimo c’è stato un ballottaggio, ma che la notizia dell’inserimento della città fra le finaliste della Capitale della cultura ha giocato a favore di De Gregorio. Dicendosi molto lusingata per l’incarico, la nuova assessora definisce “privilegiato” l’osservatorio da cui proviene e “simile” la visione che condivide con Mario Conte. Entrando nel merito di quanto l’aspetta, Maria Teresa De Gregorio ha annunciato di voler agire in continuità con quanto stato fatto nella passata consiliatura, “quando c’era stato un cambio di impostazione, con un ragionamento legato a quello che amo molto come modalità di agire, muovendosi per reti territoriali, modalità che va a ottimizzare le risorse umane e finanziarie”. Con il dossier fra le mani e un’audizione da finalista che l’aspetta a Roma a fine inverno, De Gregorio dichiara che “bisogna cominciare ad accelerare, perché questa è una sfida non solo della cultura ma della città”. Avere umiltà, imparare e soprattutto ascoltare. Il territorio, la comunità, i cittadini. Queste le parole d’ordine su cui De Gregorio baserà il suo agire: “Perché è per i cittadini e con i cittadini che si amministra”. Sara Salin
A sinistra, la nuova assessora, Maria Teresa De Gregorio; sopra, il sindaco Mario Conte con la nuova assessora ai beni culturali e al turismo
Capitale italiana della cultura 2026 Treviso nella short list delle dieci finaliste Il cammino di Treviso sulla strada della Capitale italiana della cultura 2026 continua. Dopo la candidatura, a metà dicembre la città è entrata ufficialmente nella short list delle dieci finaliste, che vede la presenza, oltre al capoluogo della Marca, di Agnone, Alba, Gaeta, L’Aquila, Latina, Lucera, Maratea, Rimini e Valdichiana. Il prossimo step sarà l’audizione pubblica davanti alla Giuria, in programma il 5 marzo, mentre la proclamazione della città vincitrice arriverà entro
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il 29 marzo. In occasione dell’audizione l’amministrazione comunale presenterà il proprio dossier, intitolato “Sensi della cultura”, provando a convincere i giurati della bontà del proprio progetto, sostenuto da istituzioni, fondazioni, associazioni culturali e di categoria. Un documento sostanzioso, articolato in 35 progetti speciali che vanno ad aggiungersi agli oltre 300 eventi dell’offerta culturale stabile della città. Un dossier che fino al 5 marzo continuerà a essere in costruzione.
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“Dobbiamo fare rete, essere un’unica squadra, coesa, insieme al comitato promotore e a quello patrocinatore e sostenitore. Dobbiamo cogliere questa grande opportunità, promuovendo il percorso come gli Stati generali della cultura trevigiana”, afferma Mario Conte. “La collocazione tra le dieci finaliste è già un premio alle intuizioni di chi ha pensato e presentato la candidatura, ma è anche un riconoscimento che lascia sperare in ulteriori successi”, ha commentato il governatore Luca Zaia. (s.s.)
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I nodi della viabilità
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L’opera. La Regione ha stanziato un milione di euro, che si aggiunge a quanto metteranno RFI e Comune
Ponte Ottavi sarà completamente rifatto Entro sei mesi l’appalto dei lavori E
ntro sei mesi i lavori per il rifacimento di Ponte Ottavi saranno appaltati. Una decisione arrivata in concomitanza con l’annuncio di Elisa De Berti, vicepresidente della Regione del Veneto, dello stanziamento di un milione di euro finalizzato proprio alla struttura sul fiume Sile che collega via Benzi a Sant’Angelo. La copertura finanziaria della Regione va a completare quanto disposto nel protocollo con RFI e Comune di Treviso, che vede una compartecipazione di 500mila euro da parte di RFI e la parte rimanente in capo all’ente di via Municipio per un’opera propedeutica alla realizzazione dei sottopassi di viale Cacciatori e via Benzi. Un intervento – il cui costo ammonta in totale a due milioni di euro – considerato fondamentale per limitare i disagi durante i lavori di eliminazione dei due passaggi a livello. Per la vicepresidente Elisa De Berti (che detiene le deleghe ai lavori pubblici, infrastrutture e trasporti) si tratta di “un intervento
Strada Castagnole Via al secondo stralcio della ciclopedonale
che rivoluzionerà la viabilità della città in un’area strategica per i collegamenti perché limitrofa alla zona della stazione ferroviaria”. Uno stanziamento che “dimostra il continuo impegno da parte della Regione sia per rendere sempre più efficiente il servizio di trasporto su ferro, sia per riqualificare il tessuto viario urbano cittadino”. Da parte sua il sindaco Mario Conte precisa che il rifacimento di Ponte Ottavi sarà completo. “Il passaggio – spiega – sarà infatti più largo, con le corsie ciclabili in sicurezza”.
Sopra, il Ponte Ottavi; sotto, la vicepresidente della Regione Veneto, Elisa De Berti
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Collegherà la città con Paese. È la pista ciclopedonale di strada Castagnole, il cui progetto esecutivo relativo al secondo stralcio è stato approvato dalla giunta. I lavori inizieranno nella seconda metà dell’anno, dureranno 224 giorni e riguarderanno il tratto compreso fra il civico 24 a sudest e il civico 58/A a nordovest. Il progetto prevede la realizzazione di un percorso che potrà essere utilizzato promiscuamente sia dai pedoni che dai ciclisti. Il primo tratto, lungo 350 metri, troverà posto nella parte nord del ciglio stradale, mentre il secondo (525 metri di lunghezza) lungo il ciglio sud. Il costo totale dell’opera è di circa 800mila euro. “Contestualmente al percorso ciclopedonale, lì dove c’è un’aiuola divisoria, sarà realizzata una banchina stradale a ridosso della carreggiata, mentre nei tratti in cui il percorso è in area verde privata sarà mantenuta la banchina stradale esistente, separata dalla carreggiata grazie al fosso”, spiega l’assessore ai lavori pubblici Sandro Zampese.
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La città e i senza fissa dimora
Il dibattito. La morte del 32enne indiano che dormiva al park Appiani ha acceso i fari sulla questione dei senza tetto
Il dormitorio di via Pasubio non basta più Scontro politico a palazzo dei Trecento L
a morte di Mandeep Singh, avvenuta a inizio dicembre, ha riaperto in città il dibattito politico e sociale sui senza fissa dimora. L’uomo – un indiano di 32 anni – era arrivato a Treviso da quattro giorni, aveva un regolare permesso di soggiorno, ma non ancora un lavoro e una casa dove vivere. Dormiva all’aperto, al parcheggio dell’Appiani, assieme a tante altre persone che, prevalentemente pakistani e indiani arrivati dalla rotta balcanica, non rientrano più nei percorsi di accoglienza. Ha avuto un infarto, ma secondo i sanitari le temperature rigide delle notti passate all’addiaccio gli sarebbero state fatali. Un fatto di cronaca che ha scosso le coscienze della benestante Treviso e acceso i fari sulla questione dei senza tetto. Il Comune dal 18 dicembre ha attivato nuovi posti letto al dormitorio di via Pasubio per far fronte all’emergenza freddo: sono quattordici e saranno disponibili fino al 29 febbraio. Vanno ad aggiungersi ai venti già attivi in regime ordinario. “Un tipo di accoglienza straordinaria per tamponare gli effetti del freddo. Un’iniziativa – ha spiegato l’assessora al sociale Gloria Tessarolo – in condivisione con quelle promosse da Caritas e dalla rete territoriale in connessione con Sant’Egidio che nei prossimi mesi potenzierà la presenza in strada”. Fino al 18 dicembre il dormitorio però era al completo e di fronte alla drammatica situazione a mettersi in moto è stata per prima la parrocchia di Santa Maria del Sile. Volontari, residenti, associazioni e soprattutto lui, il parroco don Giovanni Kirschner – lo stesso che nell’estate del 2022 aveva dormito per quattro notti con i senza tetto all’esterno del dormitorio di via Pasubio – hanno ricavato sette posti letto in chiesa e altri quattro negli spogliatoi del campo sportivo parrocchiale. Il 4 dicembre i senza fissa dimora che dormono all’Appiani hanno manifestato in piazza dei Signori assieme agli
Il Comune ha attivato 18 nuovi posti letto straordinari mentre la parrocchia di Santa Maria del Sile apre la chiesa FdI punta il dito su un sistema di accoglienza “criminalmente studiato”. Pelloni (Pd): “Sindaco, questa morte poteva essere evitata” . Dura la reazione di Conte: “Se è colpa mia, denunciatemi” Il vescovo Michele Tomasi ha celebrato la messa della Vigilia di Natale alla stazione delle corriere, luogo della marginalità
attivisti di Caminantes, alle associazioni cittadine che si occupano di accoglienza dei migranti (in primis Migrantes con don Bruno Baratto) e ai consiglieri comunali del Partito democratico Stefano Pelloni, Carlotta Bazza, Roberto Pizzolato e Marco Zabai. E nel consiglio comunale del 21 dicembre i toni del dibattito si sono accesi. Prima del minuto di silenzio per ricordare Mandeep Singh, lo scontro politico tra Fratelli d’Italia e Pd è stato aspro. Il capogruppo meloniano Guido Bertolazzi ha affermato che l’amministrazione è “inconsapevole protagonista” delle situazioni di criticità sociali sempre più pressanti. Riferendosi alla morte del giovane indiano (definendola “una vergogna per ogni cittadino che si reputi civile”), Bertolazzi ha puntato il dito su Europa e centrosinistra: “L’ennesima fotografia di un intollerabile, indecente sistema di accoglienza che di accogliente non ha proprio bulla. Un sistema impostoci da un’Europa controllata dalla grande finanza speculativa e attuato per oltre dieci anni da governi di pseudo centrosinistra non eletti”. L’esponente di FdI ha aggiunto: “Provo quasi fastidio a chiamare sistema di accoglienza quello che in realtà è un piano criminalmente studiato”. Parole che hanno dato il via alle repliche piccate dei consiglieri dem, chiuse dal capogruppo Pelloni con un’affermazione che ha gettato benzina sul fuoco. “Mi spiace ammetterlo, ma una quota di responsabilità per quella
morte ce la dobbiamo riconoscere come amministrazione comunale. Sapevamo che queste persone stavano dormendo all’aperto e che i posti in dormitorio non bastavano. Se ci fosse stato un attivismo da parte sua – ha dichiarato rivolgendosi direttamente al sindaco – se ci fosse stata una tempestività diversa, una programmazione diversa forse questa morte l’avrebbe prevenuta”. Un attacco che ha provocato la dura reazione di Mario Conte: “Se pensate che quella morte sia responsabilità mia, allora denunciatemi. Noi ci stiamo impegnando a trovare soluzioni, mentre voi siete solo dei chiacchieroni. Preferisco i ragazzi di Django che almeno si adoperano e li portano a dormire nel loro centro sociale e anche nelle loro case, mentre voi non lo fate”. Caritas, comunità di Sant’Egidio e Ceis hanno risposto organizzando la messa della vigilia di Natale alla stazione delle corriere, luogo marginale e delicato, con l’obiettivo di ricucire i margini al cuore pulsante della città. Con un tavolino di plastica a fare da altare, il vescovo Michele Tomasi ha celebrato di fronte a centinaia di trevigiani. Ricordando nelle preghiere don Davide Schiavon, don Edy Savietto, Mandeep Singh e Vanessa Ballan, ha esortato ad “accogliere l’indifeso guardandolo, ascoltandolo, imparando a riconoscerne gli stati d’animo e i bisogni” per trovare il senso della vita e per una città che sia luogo accogliente e amico. Sara Salin
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Emergenza abitativa
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Edilizia residenziale pubblica. Già posata la prima pietra per la realizzazione di un secondo edificio “gemello”
Ater consegna a Monigo 24 nuovi alloggi Dal Zilio: “Vigileremo sul bene pubblico” Un investimento totale di 11 milioni di euro “Siamo ancora una volta in prima fila per l’emergenza casa”, afferma la vicepresidente Marina Bonotto
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onigo ha ventiquattro nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica. E per altri ventiquattro è stata già posata la prima pietra da Ater Treviso. Due edifici gemelli che vanno a rispondere all’emergenza abitativa del capoluogo e per i quali l’azienda territoriale guidata da Mauro Dal Zilio ha investito oltre undici milioni di euro. “Dunque ancora una volta Ater è in prima fila per l’emergenza casa”, commenta la vicepresidente Marina Bonotto. I lavori del primo edificio erano iniziati nel 2018. Poi lo stop, causato dal fallimento della ditta appaltatrice. A seguito della nuova gara, a fine 2022 i lavori sono stati affidati alla padovana Ranzato Impianti, che ha concluso l’opera in un anno. Il risultato è un edificio con un quadro energetico a pieno risparmio: tecnologia, pannelli fotovoltaici, cappotto termico, caldaia di ultima generazione. L’obiettivo è garantire costi di gestione e ambientali a bassissimo impatto. I nuovi 24 appartamenti sono costati più di cinque milioni di euro, finanziati con fondi Ater, che ha così reinvestito quanto ottenuto dalle vendite, nell’ambito del Piano nazionale edilizia abitativa e del Piano strategico politiche della casa nel Veneto. Ora tutto è pronto per la realizzazione, nel terreno adiacente, di un edificio gemello. Per l’operazione sono necessari altri sei milioni di euro, che arriveranno da fondi Ater, fondi FSC, fondi regionali e Pnrr nell’ambito del progetto PINQUA (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare), di cui proprio Ater è il soggetto attuatore per il Comune di Treviso. La gara d’appalto in questo caso è stata vinta dal raggruppamento temporaneo di imprese formato da Veneta Cantieri di Piove di Sacco e da SM Service di Scorzè. Anche il se-
condo edificio, come il primo, è stato progettato secondo criteri che guardano alla sostenibilità economica e ambientale. Soddisfatto del risultato il presidente di Ater Treviso, Mauro Dal Zilio. Il quale, anche a fronte di un iter non certo senza complicazioni ma alla luce della qualità degli al-
La posa della prima pietra del secondo edificio con i vertici di Ater e l’assessore Zampese
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loggi consegnati alla città, fa appello agli assegnatari. “Rispetto per il bene pubblico”, chiede Dal Zilio. “Chi entra in queste case – afferma – deve avere prima di tutto grande cura di quanto viene concesso a prezzi davvero calmierati, basati sul reddito di ognuno. Vigileremo assieme al Comune”. A nome dell’amministrazione comunale, l’assessore Sandro Zampese definisce gli alloggi di Monigo “ossigeno nel contesto storico in cui stiamo vivendo e per la graduatoria appena approvata”.
Pubblicata la graduatoria Iniziano le assegnazioni La nuova e definitiva graduatoria Erp di Treviso è stata pubblicata sul sito del Comune. Dopo le indagini che un anno fa costrinsero ad annullare la graduatoria in vigore e a rifare il bando – paralizzando di fatto la gestione delle case popolari – ora è tutto pronto per l’assegnazione degli alloggi. Sono 664 le persone rimaste in lista d’attesa dopo le valutazioni e i ricorsi. I primi ingressi potrebbero avvenire proprio in questi giorni. Sono un centinaio le case a disposizione. Poche, rispetto alle richieste e alle esigenze che derivano dall’emergenza abitativa. La pubblicazione della graduatoria è stata oggetto di una presa di posizione da parte di Luigi Calesso (Colazione Civica), secondo il quale un’erronea attribuzione dei punteggi di alcuni partecipanti al bando da parte del sistema informatico regionale (che alla fine, come rassicurato dall’assessora di riferimento Gloria Tessarolo, non ha messo in discussione la graduatoria) per Calesso potrebbe portare a un ritardo nell’assegnazione degli alloggi. L’esponente di Coalizione Civica punta il dito contro la Regione anche per un altro “bug”: la scarsità di risorse per l’edilizia residenziale pubblica.
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Politica
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Antonella Tocchetto. La consigliera del Partito democratico fa appello all’articolo 54 dello statuto comunale
“Sul park di piazza della Vittoria si faccia una consultazione popolare” “S
ul parcheggio di piazza della Vittoria si faccia un referendum”. Non è una provocazione, ma una proposta. Quella che sta mettendo a punto Antonella Tocchetto, consigliera comunale del Partito democratico e avvocata di professione. Carte alla mano, la vulcanica esponente dell’opposizione fa appello allo statuto comunale, che all’articolo 54 promuove la consultazione popolare “al fine di una migliore partecipazione alle scelte amministrative”. Tocchetto, perché un referendum? “Perché mi piacerebbe che sulla realizzazione del park di piazza della Vittoria si smettesse di prendere delle decisioni su posizioni solo politiche. Perché è la prima volta, dopo tanti anni che sono in consiglio comunale, che la gente mi ferma per strada chiedendo che si faccia qualcosa per fermare un progetto che non condividono. E poi, mi chiedo, perché la politica deve imporre una scelta errata solo per una questione giuridica, economica e commerciale?”. Quali sono le ragioni che la fanno essere contraria al progetto? “Non sono contraria, sono contrarissima. Non credo che siano cambiate le tecnologie e che adesso sia più facile costruire i park sotterranei. In ogni caso si tratta di una scelta che bloccherà la città per anni. Una scelta costosa sia per la sua realizzazione che per il suo mantenimento
nel tempo. Ecco perché sono convinta che sarebbe giusto chiedere ai cittadini cosa ne pensano. Lo statuto ci mette a disposizione questo strumento: usiamolo, può essere organizzato in pochissimo tempo”. Quali sono a suo avviso i temi sul tavolo cittadino del nuovo anno? “Il principale è il dovere di prendere coscienza che la città sta vivendo una crisi strutturale che riguarda la classe media, che si trova sempre più in difficoltà. La città poi va rilanciata, va resa più vivace, anche grazie alla presenza dell’università, che finora è sempre rimasta ai margini e che invece potrebbe essere un’occasione proprio di rilancio”. Ritiene che i progetti messi in campo dall’amministrazione comunale sul futuro dell’università non siano sufficienti o abbastanza efficaci? “Mi sembrano progetti più sui luoghi in cui mettere l’università che una progettualità universitaria. Nel senso che poco importa se le sedi vengono spostate dall’ex distretto militare all’area di San Nicolò, perché non è questo a fare l’università. Che invece può essere una fucina di idee, in grado di offrire alla città l’occasione di essere più giovane, vivace, appetibile”. Per esempio? “Treviso potrebbe diventare il punto di riferimento scientifico in Italia per gli studi sull’ambiente e sulla sostenibilità, grazie al fatto che è una città ecologicamente
Antonella Tocchetto, consigliera comunale del Partito democratico
virtuosa e che ha già in casa aziende come Contarina e Ats che potrebbero creare una stretta sinergia con le facoltà già presenti e che stanno
La consigliera comunale del Partito democratico Carlotta Bazza è stata eletta segretaria del Circolo Treviso Nord del partito cittadino, guidato da Giovanni Tonella. Bazza raccoglie il testimone lasciato da Liana Manfio, dimissionaria. Lavorerà al fianco degli altri due segretari: Andrea Nilandi, responsabile di Treviso Centro, e Vittorino Benvenuti, di Treviso Sud. “Per me fare politica si-
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per averci scelto e per continuare a sceglierci
rimento per i giovani. Perché l’identità non può essere solo quella offerta dalla presenza delle botteghe”. Sara Salin
Bazza è la nuova segretaria del Circolo Treviso Nord del Pd
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mettendo a punto le tecniche del futuro su queste tematiche. Trovando quindi una sua identità universitaria, capace di diventare un punto di rife-
gnifica essere a servizio della propria comunità. È pertanto con grande emozione e impegno che sono pronta ad affrontare questo nuovo incarico portando avanti il prezioso e fondamentale lavoro svolto precedentemente da Liana Manfio, con la quale continuerà a collaborare”, ha dichiarato Bazza.
Carlotta Bazza, segretaria del Circolo Treviso Nord del Partito democratico
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PROTAGONISTI A NORD EST Sintonizzati Un sogno imprenditoriale e una storia di passione, dedizione e lavoro di squadra che dura ormai da 15 anni sul futuro. 13
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Storie di imprese ed imprenditori di successo - a cura di
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Tecno Crane è un’azienda generazione DAB che permette di ascoltare anche loro l’opportunità di mostrare ancora una volspecializzata nell’assistenza, la ta che, come recita con il loro motto, sono “pronti radio una qualità audio perfetta. per ogni impresa”. vendita e noleggio gru edili. Fondata nel 2008, l’impresa Gli anni successivi sono caratterizzati da altre grandi soddisfazioni. L’impresawww.veneto24.it si amplia e si ha saputo crescere e trasforma da snc a srl, rinnovando anche la affermarsi nel settore, propria immagine per trasmettere al meglio la propria comprovata professionalità. Il parvantando collaborazioni a co macchine si allarga sempre di più e arriva progetti importanti e GAPO, il semovente motorizzato che rivoluziona la movimentazione di gru automontanti Nel frattempo, Tecno Crane presta molta contando, oggi, su un parco di risparmiare tempo e risorse. attenzione anche ai valori che esprime. Tra macchine di oltre 140 mezzi permettendo Anche le gru in casa Tecno Crane aumentano tutti, la sicurezza sul lavoro e la forza della e viene dato il benvenuto alla prima Raimondi squadra, il motore trainante che si nasconde e 20 dipendenti. Una storia di passione e successi che inizia 15 anni fa con un sogno imprenditoriale. Nicola Pizzeghello, dopo tanti anni da dipendente nel settore, decide di mettersi in proprio e dare vita a Tecno Crane. Insieme a lui, si uniscono in questa nuova avventura Massimo Zacchello e Alberto Fior, come soci. Già il nome Tecno Crane, chiaro riferimento al settore di attività, suona di respiro internazionale e trasmette tutta l’ambizione con cui è nata. Sin da subito si distingue per la qualità del lavoro e la professionalità del suo team. Tra i primi progetti, spicca il montaggio di ben 12 gru per la costruzione del MUSE - Museo delle Scienze di Trento. Un’opera imponente e di grande valore culturale, che ha permesso all’impresa di farsi conoscere e apprezzare.
MRT 159. Una gru a torre dalla grande versatilità e dalle performance di alto livello, proprio il modello utilizzato in occasione della riqualificazione dell’Onda Palace, l’edificio più alto di Padova.
Nel 2010, entra stabilmente nell’organico anche Monica Pizzeghello, sorella di Nicola, con il ruolo di referente principale per l’amministrazione. La sua presenza dà un po’ il via alla crescita del team e ad una forte presenza di donne in Tecno Crane, che contribuiscono ogni giorno con la loro forza al raggiungimenSCARICA L’APP RADIO VENETO24 to di obiettivi sempre più alti. Poco dopo, Tecno Crane ottiene la sua prima commissione all’estero. La squadra, così, vola in Marocco per fornire assistenza ai macchinari del cantiere per la costruzione di un nuovissimo villaggio turistico. Questa esperienza dà
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TECNO CRANE SRL
dietro ogni nuova impresa portata a termine con successo. I montatori partecipano, così, ad un corso di specializzazione per il soccorso in quota tenuto dai Vigili del Fuoco di Padova, innalzando i propri standard di sicurezza. Da grandi amanti dello sport, nascono anche delle partnership con gruppi e associazioni sportive, che meglio trasmettono il valore della squadra unita per raggiungere gli obiettivi, come quello con Pallavolo Padova, la squadra patavina della Superlega Maschile.
Questi primi 15 anni di Tecno Crane, dunque, sono stati caratterizzati da un intenso lavoro di squadra, che ha permesso all’impresa di arrivare sempre più in alto, mantenendo lo sguardo sempre rivolto al territorio, alla sua comunità e al futuro. Siamo certi che Tecno Crane continuerà su questa incredibile strada.
Negli ultimi anni, Tecno Crane ha ottenuto ancora importanti riconoscimenti con la commissione di progetti di grande interesse per il territorio e il futuro. Tra questi, ricordiamo la Cittadella della Salute di Treviso, il nuovo data center per il CINECA a Bologna, che ospiterà Leonardo, uno dei supercomputer ad alte prestazioni del programma europeo EuroHPC. Infine, la già citata sfida dell’Onda Palace nel 2022, con l’assemblaggio di una gru alta 80m.
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Chiesa trevigiana
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Il cordoglio. Da un anno in missione in Brasile, il 51enne montebellunese è morto per infarto il 21 dicembre
Addio a don Edy Savietto, sempre dalla parte degli indifesi P
rofondo cordoglio in città e in tutta la diocesi di Treviso per la morte di don Edy Savietto, missionario fidei donum che da poco più di un anno prestava servizio in Brasile, nella parrocchia di Pacaraima, al confine con il Venezuela, in collaborazione con le diocesi di Padova e Vicenza. Il sacerdote 51enne, originario di Montebelluna, ha avuto un infarto fatale il 21 dicembre. I funerali si sono tenuti il giorno successivo nella cattedrale di Boa Vista e trasmessi in diretta, mentre il 30 dicembre – dopo che l’urna con le ceneri è tornata in Italia – il vescovo Michele Tomasi ha celebrato le esequie in Cattedrale a Treviso. Molto amato dai trevigiani di ogni generazione e in modo particolare dai giovani, don Savietto era stato ordinato sacerdote nel 1998. Vicario a San Martino di Lupari, Maerne, San Donà di Piave e nella Cattedrale di Treviso, per anni è stato parroco di Olmi e Cavriè. “Difendere la madre Terra, stare dal lato degli indifesi… questo è Avvento”, si legge nell’ultimo mes-
Don Edy Savietto in uniforme scout: era molto amato dai trevigiani di tutte le generazioni, in particolare dai giovani
saggio postato dal missionario sui suoi profili social. Un essere sempre dalla parte degli ultimi che in tantissimi nelle ore della notizia della sua morte hanno ricordato
con grande commozione. A partire dall’Agesci della zona di Treviso. Don Edy è stato assistente ecclesiastico in tutti i gruppi scout delle parrocchie in cui è stato: “Ha esercitato il suo ministero di pastore, facendosi compagno di strada di molti di noi”. Gli operatori di strada delle parrocchie delle città hanno ricordato che fu lui a dare impulso al progetto: “Lo hai voluto ancora più incarnato nel cuore di questa città e ancora più vicino ai ragazzi e alle ragazze. Che tu amavi e loro ti amavano. Ci hai fatto osare perché era il tuo vivere”. Appassionato maratoneta e ciclista, tifosissimo dell’Inter, con Athletica Vaticana (l’associazione polisportiva ufficiale della Santa Sede) in Brasile stava progettando un oratorio e una polisportiva. Durante l’ultimo consiglio comunale ai Trecento, i consiglieri Stefano Pelloni e Nicolò Rocco – rispettivamente capigruppo del Partito democratico e di Azione – hanno ricordato con affetto e riconoscenza la sua opera definita profetica. (s.s.)
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Caritas tarvisina Don Bruno Baratto è il nuovo coordinatore Il vescovo Michele Tomasi ha temporaneamente scelto don Bruno Baratto come coordinatore delle attività pastorali ad interim Don Bruno Baratto della Caritas tarvisina dopo la morte del direttore don Davide Schiavon, avvenuta il primo novembre scorso. Baratto rimane direttore dell’ufficio diocesano Migrantes. È chiamato a traghettare la Caritas in un momento che lo stesso vescovo ha definito non facile. “Accolgo questo incarico con senso di responsabilità per la situazione in cui si trova attualmente la Caritas diocesana e per debito di riconoscenza e di reciproca stima con don Davide”, ha dichiarato don Bruno Baratto.
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Sociale di Marca
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La sperimentazione. Parte da Treviso, primo in Veneto, un nuovo modello di approccio sanitario e sociale
La persona disabile e le sue esigenze al centro del “Progetto di Vita” dell’Ulss 2 Realizzato in collaborazione con la Conferenza dei Sindaci è stato avviato alla fine del 2022 con l’obiettivo di guardare al disabile come a una persona con interessi e potenzialità da alimentare e promuovere
La presentazione del “Progetto di Vita”e Paola Roma, presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 2
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asce in provincia di Treviso la prima sperimentazione veneta per pianificare gli interventi sanitari, sociosanitari e socioassistenziali per le persone con disabilità. Si chiama “Progetto di Vita” e nasce grazie all’Ulss 2 con la collaborazione della Conferenza dei Sindaci. L’obiettivo è guardare al disabile non più solo come un fruitore di servizi, ma come una persona con esigenze, interessi e potenzialità da alimentare e promuovere. Dopo una prima fase in cui il progetto è stato elaborato, è arrivato il momento di sperimentarlo e applicarlo su ampia scala. “Un progetto personalizzato, cucito addosso alla persona con disabilità, che viene messa al centro in tutte le fasi della vita, evitando frammentazioni e dispersioni di risorse. Si tratta – ha spiegato l’assessora regionale alla sanità Manuela Lanzarin nel corso della presentazione – di uno dei contenuti dei decreti attuativi sulla disabilità, che rappresenta una questione fondamentale per le famiglie. La Regione – ha assicurato Lanzarin – si sta impegnando in modo da mantenere nel tempo il progetto per garantire anche il ‘dopo di noi’”. L’esigenza è quella di far evolvere i servizi sanitari e sociali per le persone disabili, migliorandone le condizioni di vita, salvaguardando la possibilità di scegliere per sé, di assumere un ruolo sociale all’interno della propria comunità
e di vivere in condizioni di pari opportunità rispetto agli altri. Per riuscirci il progetto individua delle linee guida scientifiche, tecniche, amministrative e giuridiche che prevedono percorsi di informazione e formazione sia per i disabili che per le famiglie, per gli operatori pubblici e privati, le associazioni, le fondazioni, le cooperative sociali, i professionisti e i magistrati. Un percorso comune su un nuovo approccio avviato alla fine del 2022, quando la Conferenza dei Sindaci diede vita a un tavolo allargato e incrementò la collaborazione con il tribunale di Treviso per ampliare il protocollo in materia di amministrazione di sostegno, individuando i supporti e coordinandoli lungo il percorso di vita del disabile. Due azioni che hanno portato al “Progetto di Vita”, che è a tutti gli effetti uno strumento di sostegno e che, come ha spiegato la presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 2 Paola Roma, “parte dal nostro territorio ma potrà essere utile alle altre Conferenze dei Sindaci”. La persona disabile e le sue esigenze al centro, quindi. “Avviene per la prima volta”, ha affermato Franco Benazzi, direttore generale dell’azienda sociosanitaria della Marca trevigiana, che ha aggiunto: “Arriviamo alla massima integrazione in tutti i settori, dalla scuola alla famiglia alla società”.
La “Treviso in Rosa” torna il 5 maggio Via alle iscrizioni dal 15 gennaio Sarà l’edizione del decennale. Domenica 5 maggio il capoluogo della Marca tornerà a colorare le vie e le piazze con il fiume della “Treviso in Rosa”, che lo scorso anno ha visto la partecipazione di oltre diecimila donne unite per la prevenzione. Una manifestazione che ormai è una tradizione imperdibile di sport, divertimento e solidarietà, organizzata dalle società sportive Corritreviso e Trevisatletica assieme alla sezione trevigiana della Lilt, la Lega italiana per la lotta contro i tumori, a cui viene destinato parte del ricavato soste-
nendo ogni anno un progetto dell’associazione. Anticipando i tempi, le iscrizioni (una prima finestra era stata aperta già a Natale per consentire di scegliere un regalo speciale alle amiche) partiranno il 15 gennaio tramite il portale Endu.net, via mail, oppure in uno dei circa settanta punti di iscrizione autorizzati del territorio provinciale. Nata nel 2015, la kermesse al femminile in questi dieci anni ha coinvolto oltre 71mila donne. Un grande numero, considerate le limitazioni poste negli anni segnati dalla pandemia.
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Cultura
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XXIII edizione. Nata nel 1977, l’iniziativa è aperta a tutte le età e ha una sezione dedicata alle scuole
L’acqua come vita, risorsa o calamità Torna il Premio Letterario San Paolo Prosa e poesia in italiano o dialetto vanno inviate entro il 29 febbraio. I vincitori saranno premiati a S. Caterina il 25 maggio ’acqua come vita, come risorsa, come calamità. Questo il tema su cui cimentarsi per partecipare alla 23esima edizione del Premio Letterario San Paolo. Con un racconto, oppure con una poesia in italiano o in dialetto triveneto. Chiunque può concorrere, da chi frequenta la scuola primaria fino agli anziani. Con un unico obiettivo: scrivere. C’è tempo fino al 29 febbraio per inviare le opere, che saranno selezionate e valutate da una giuria presieduta dal giornalista e scrittore Guido Lorenzon e composta da esponenti del mondo culturale trevigiano. Le premiazioni sono in programma sabato 25 maggio all’auditorium del Museo di Santa Caterina. Promosso dall’associazione “NOI San Paolo”, il premio è nato nel 1977 per valorizzare culturalmente un quartiere da sempre considerato ai margini, alla periferia di Treviso. Un quartiere che in quegli anni era ancora in fase di formazione e che con il tempo ha saputo mostrare una grande vivacità sociale, aggregativa e di idee. Tanto che anche il premio – organizzato a cadenza biennale – è riuscito a mantenere intatto sia lo spirito iniziale che la costanza della proposta, diventando a mano a mano sempre di più uno degli eventi più significativi del panorama culturale della città. Tanto che oggi a sostenere l’iniziativa ci sono Fondazione Cassamarca, Fondazione Feder Piazza, ATS, l’associazione Trevisani nel mondo, Avis comunale, l’istituto comprensivo Coletti, il Gruppo Anziani Treviso, il Circolo El Sil, oltre al patrocinio della Regione del Veneto e di Provincia e Comune di Treviso. Alle tre sezioni principali del concorso (si può partecipare a più di una sezione) si aggiunge quella riservata agli studenti della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado,
suddiviso nelle tre categorie. Le opera finaliste saranno poi raccolte in una pubblicazione edita dalla Provincia. Altra bella tradizione del Premio Letterario San Paolo è che chi vince si aggiudica arte: un premio in opere d’arte di artisti trevigiani che
partecipano agli eventi espositivi gestiti da “Web Arte Mostre” di Franco Fonzo. Oltre a libri, oggettistica e buoni acquisto. Bando e scheda di partecipazione possono essere scaricate dal sito www.premioletterariosanpaolo.it.
Una recente premiazione all’auditorium del Museo Santa Caterina e una foto storica del PremioLetterario San Paolo
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N°82
Chi ha imparato ad apprezzare la ricchezza di avere a Treviso un museo nazionale del calibro della Collezione Salce non potrà perdere l’ennesima occasione di guardare da vicino il nuovo allestimento curato dalla direttrice Elisabetta Pasqualin. Che fino al 5 maggio propone ai visitatori “Our Wonderful Country!”. I manifesti pubblicitari delle più attraenti località turistiche italiane del Novecento diventano un viaggio nei ricordi: mete affascinanti, ricche di arte e di storia, di bellezze naturali, di luoghi dove trascorrere vacanze indimenticabili. Dal fascino esotico di Capri alla magia antica di Pompei fino
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*FINO AL 28 FEBBRAIO
L
Vacanze italiane in mostra fino al 5 maggio alla Salce
all’eterna primavera di Napoli, al mare e al cielo della Sicilia e al sole della riviera adriatica. Dal venerdì alla domenica dalle 10 alle 18 a Santa Margherita ci sarà l’Italia che si riscoprì meta turistica per eccellenza: con il divertimento e la distrazione che entrano a far parte del concetto di soggiorno e vacanza. Con l’abbandono degli impegni e della quotidianità per lasciare spazio al viaggio e alla scoperta, che proprio nel secolo scorso iniziarono a essere patrimonio di tutti, non solamente dell’élite. Il turismo diventa un fenomeno di massa, accessibile a tutti, ma diventa anche un elemento importante dell’economia del Paese. Cambia quindi anche il modo di comunicare le mete turistiche, promuovendole in Italia e all’estero. E la mostra della Collezione Salce diventa un viaggio essa stessa.
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Cultura
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Il festival. Terza edizione di Mythos, in programma da metà gennaio fino alla fine di giugno
Leggere (o rileggere) il senso della vita attraverso i codici del mondo classico I
classici possono essere uno strumento per la lettura (o la rilettura) del presente? La risposta arriverà dalla terza edizione di Mythos, il festival che proprio su tutto ciò che è considerato “classico” poggia le sue basi e che si aprirà a metà gennaio per proseguire con un fitto calendario di appuntamenti fino al mese di giugno. Una proposta articolata in sei sezioni tematiche, che propongono rispettivamente i classici a teatro, nella musica, a scuola, in biblioteca, alla Stanza e al Museo, coinvolgendo una cinquantina fra attori, musicisti, poeti e scrittori, oltre a due scuole, docenti universitari e sei luoghi di cultura. Nato dall’ideazione progettuale dell’associazione culturale teatrale trevigiana “Tema Cultura” e della regista Giovanna Cordova, il festival quest’anno è organizzato in collaborazione con il Comune (assessorato alle politiche educative, giovanili e pubblica istruzione), la fondazione Antiqua Vox, i Musei Civici, il Teatro Stabile del Veneto, il dipartimento studi umanistici di Ca’ Foscari, Classici Contro, l’associazione musicale Manzato, la Biblioteca dei Ragazzi, il Teatro La Stanza, l’associazione Amici di Giovanni Comisso, il Rotary Club di Treviso, la Compagnia Fumo Bianco, con il patrocinio della Regione e di Confindustria Veneto Est, il sostegno di Banca Prealpi SanBiagio. “Vincitori e vinti il senso della vita” è il leit motiv del 2024. Il punto di partenza sono le molteplici complessità che caratterizzano l’oggi. Vittorie e sconfitte nello scenario geopolitico, l’intelligenza artificiale che va sostituendosi all’identità umana, l’attività umana chiamata a sostenere lo sviluppo promuovendo allo stesso tempo la tutela dell’ambiente per garantire il diritto al futuro delle nuove generazioni. Temi forti e cruciali che sono solo apparentemente figli dei tempi moderni: anche gli autori classici del V secolo si interrogavano sulla potenza di Madre Natura e il suo inestricabile rapporto con l’uomo. Ecco quindi che grazie ai codici di lettura tramandati dal mondo classico – e soprattutto attraverso le rappresentazioni te-
Sei sezioni tematiche e sei luoghi di cultura, 50 fra attori, musicisti, poeti e scrittori, ma anche scuole, docenti universitari Ideata dall’associazione “Tema Cultura” e diretta da Giovanna Cordova l’iniziativa propone spettacoli teatrali, reading, concerti, laboratori, corsi, letture e visite teatralizzate al museo
Uno spettacolo di Mythos, “L’Odisseo” con Giuseppe Pambieri
atrali, le narrazioni e le immagini – è possibile interpretare i tempi attuali. E chiedersi se è ancora possibile invertire la rotta. “Parlare di vincitori e vinti è parlare del senso della vita. Tutti noi affrontiamo nel nostro viaggio vittorie e sconfitte. Ma chi sono i veri vincitori e, per altro verso, i vinti? Il festival – spiega la direttrice artistica di Mythos, Giovanna Cordova – vuole aprire delle finestre su questo tema, confrontandosi con le sfide e gli interrogativi del presente, recuperando dal passato dei possibili codici di lettura che ci permettano di orientarci in un mondo che cambia a velocità spaventosa. Segno positivo di progresso, ma a un tempo bisognoso di una pausa di riflessione che si vuole ricercare affermando il primato della cultura, in grado di stimolare il pensiero, il confronto e segnare vie alternative di giudizio”. Spettacoli teatrali, reading, concerti, laboratori per bambini e per adolescenti, corsi, letture e visite teatralizzate al museo vanno a comporre un cartellone che si apre il 16 gennaio al Teatro Comunale Mario Del Monaco (che sarà l’unico scenario degli otto appuntamenti di “Classici a teatro”) con “Nessuno ricorda Ulisse”, reading-spettacolo con Luigi Spina dell’Università Federico II di Napoli. Il programma completo e le informazioni per prenotazioni e biglietti sul sito dell’associazione “Tema Cultura”.
Le memorie “disordinate” dell’ex chirurgo Tommaseo Ponzetta a 95 anni torna il libreria L’autore del primo trapianto di rene all’ospedale di Treviso, datato 27 marzo 1977, ama la scrittura tanto quanto ha amato il bisturi negli anni della sua brillante carriera di chirurgo. Un amore che porta Tommaso Tommaseo Ponzetta – nato il 9 dicembre 1928 da una nobile famiglia veneziana – per la nona volta sugli scaffali delle librerie. La sua ultima opera è “Disordinate memorie e cinque racconti” (Piazza Editore, prefa-
zione del ministro della giustizia Carlo Nordio): lo scrittore di Ponte di Piave, amico fraterno di Goffredo Parise, si è avventurato in un nuovo viaggio nella memoria, che lui stesso definisce disordinata, ma che regala ancora una volta al lettore personaggi di una società ormai tramontata. Da nonno Piero al parroco del paese don Scattolin, dall’amico di gioventù Attilio al bar Sessolo fino al guardiacaccia chiamato Orso e al pescatore Amilcare.
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#Regione
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Politica. I congressi provinciali hanno prodotto una reale inversione di rotta
Fratelli d’Italia si prepara a guidare il Veneto I
n Fratelli d’Italia, il partito del Premier Giorgia Meloni, soffia un vento di profondo cambiamento e in Veneto, in questo senso, si sono visti, nel corso dei congressi provinciali, i segnali maggiormente evidenti. A innescare, almeno in Veneto, questo significativo cambio di rotta è stato il congresso provinciale di Treviso, il primo non unitario celebrato. A vincerlo, probabilmente contro ogni pronostico, è stato il giovane vicesindaco di Montebelluna, Claudio
“L’appuntamento elettorale del 2024 sarà un passaggio fondamentale. I risultati delle Amministrative e delle Europee rappresenteranno l’ordine di partenza in vista delle regionali” Borgia, solida tradizione di destra con uno spiccato sguardo al sociale. Dopo Treviso, uno dopo l’altro, praticamente tutti i presidenti provinciali sono cambiati. Volendo semplificare si potrebbe dire che il Veneto ha voluto dare un forte segnale al proprio coordinatore regionale, il senatore bellunese Luca De Carlo. Se ci si affidasse, però, a una lettura di questo tipo non si comprenderebbero fino in fondo le ragione di un cambiamento così radicale. L’inversione di rotta, infatti, non ha tratti personalistici - anche se la vittoria di Borgia a Treviso proprio nel collegio elettorale di De Carlo costituisce una battuta d’arresto – ma di vera e propria fisionomia del partito.
“In questi anni – ci spiega il neo-segretario trevigiano, Claudio Borgia – in troppi ci siamo sentiti dirigenti politici di secondo livello. Il nostro limite? Non esserci iscritti a Fratelli d’Italia il giorno stesso della sua fondazione. Giorgia Meloni in questo è stata bravissima perché ha sempre lavorato per allargare il partito e per garantire a tutti la stessa agibilità politica. Io ho una storia saldamente radicata a destra, da sempre. Che è culturale prima che partitica. Una destra che parte dei territori, che ha dei valori ben precisi che sono, tra gli altri: l’amor di Patria, il merito, l’equità, la difesa delle tradizioni e dell’identità, che è maggiormente attenta ai temi sociali e quindi impegnata a difesa di chi ha più bisogno. E poi una destra che, con profonda ispirazione risorgimentale, avverte con emozione il senso dell’orgoglio nazionale.” “Con questo congresso – continua Borgia – si rafforza un importante patto generazionale e di radicamento territoriale voluto proprio da Giorgia Meloni attraverso il quale ha riunito il partito e bloccato sul nascere, di fatto, le correnti. Il nostro obiettivo è, e deve essere, quello di stare sempre di più in mezzo alla gente in particolar modo in un momento difficile come questo nel quale le nostre famiglie e le nostre imprese stanno realmente soffrendo per le scelte scriteriate degli anni passati. In tutti questi anni di impegno - prima da presidente provinciale dei giovani di Alleanza Nazionale, poi da rappresentante degli studenti universitari a Bologna (dove si trovò a lavorare, pur da posizioni diverse, fianco a fianco alla segretaria del PD, Elly Shlein all’epoca studentessa e rappresentan-
Claudio Borgia
te della sinistra universitaria NdR) e da vicesindaco di Montebelluna (recordman veneto di preferenze nella tornata 2021, anno della sua rielezione NdR) - ho imparato che per provare, realmente, a rappresentare chi ti ha eletto, e anche chi non ti ha votato, devi esserci sempre; non puoi pensare di comprendere le cose stando in un ufficio a guardare le cose con distacco, magari affidandoti a schemi precostituiti. Devi darti da fare concretamente per migliorare la qualità di vita dei tuoi cittadini, cosa che ho sempre cercato di fare.” Partendo da questi presupposti l’obiettivo dichiarato di FDI è la Regione Veneto. “Piano. Prima delle Regionali ci saranno le amministrative e le Europee del prossimo giugno. Il nostro obiettivo deve essere quello di confermare, e se possibile accrescere, il nostro voto politico e di aumentare significativa-
mente la nostra pattuglia di amministratori locali. Proprio per questo sto visitando tutti i circoli per individuare i candidati migliori da mettere in campo. Io sono, infatti, fermamente convinto che si debbano individuare le persone giuste, le più preparate, quelle che maggiormente possano interpretare il contesto nel quale sono chiamate a impegnarsi. Anche in questo caso non esistono forme precostituite o rendite di posizione se vogliamo veramente fare del bene al nostro territorio. La nostra ambizione, per le prossime amministrative nella provincia di Treviso, è quella di sederci al tavolo con gli alleati avendo sempre un nome all’altezza da presentare come candidato sindaco, poi, insieme, sceglieremo quello o quella maggiormente adeguato. L’appuntamento elettorale del 2024, in questo senso, rappresenta un passaggio fondamentale. È evidente che i risultati delle Amministrative e delle Europee rappresenteranno l’ordine di partenza in vista delle regionali. Del resto la regola è sempre stata questa: chi ha maggiore consenso nel territorio ha il diritto e il dovere di esprimere il candidato; è sempre stato così, sarebbe veramente curioso che sta volta le cose non andassero allo stesso modo. In questo senso noi di Fratelli d’Italia siamo pronti. Anche in questo caso, per me, vale sempre lo stesso requisito: si deve trovare il candidato maggiormente adeguato, senza posizioni precostituite. Fratelli D’Italia potrà dire certamente la propria non soltanto per la nostra forza elettorale, ma perché, già oggi, noi siamo in grado di proporre candidati, sia civici sia di partito, di altissimo valore”.
Primo bando sulle comunità energetiche rinnovabili, Marcato: “Vogliamo creare una rete virtuosa” “Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sono, insieme a fotovoltaico e idrogeno, i caposaldi delle linee strategiche del nuovo piano energetico regionale che stiamo predisponendo”. A dirlo è Roberto Marcato, l’Assessore regionale allo sviluppo economico ed energia Roberto Marcato, all’indomanni del via libera dalla giunta veneta al bando di finanziamento che sostiene la creazione e lo sviluppo del-
le nuove comunità energetiche. “Sono tasselli fondamentali della transizione energetica, - aggiunge l’assessore - in attesa di indicazioni a livello nazionale, abbiamo approvato un primo bando da un milione di euro per garantire il sostegno alla creazione di queste nuove comunità. E’ da anni infatti che stiamo lavorando per definire un modello energetico regionale votato alla progressiva indipendenza,
puntando in particolare alle fonti rinnovabili. Questo è solo il primo bando in materia. A partire da quest’anno appena iniziato le iniziative saranno numerose a supporto di imprese, enti e cittadini”. Il bando concede una agevolazione, nella forma di contributo a fondo perduto, che arriva a coprire l’80% della spesa ammissibile per la realizzazione del progetto, nel limite massimo
di euro 30.000 euro. Non saranno ammesse le domande i cui progetti comportano spese ammissibili per inferiori ai diecimila euro. La gestione amministrativa del bando è affidata ad Avepa. Le domande di accesso alle agevolazioni potranno essere presentate dalle ore 10 del primo febbraio prossimo per tutto il mese, fino alle 17 del 29 febbraio, tramite il sistema informativo regionale “SIU”.
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Regione
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L’intervista. L’assessore regionale Federico Caner sulle prospettive per il 2024
“Turismo a gonfie vele, continuerà a crescere, l’agricoltura risente delle contraddizioni europee” Da trent’anni leghista, si augura un cambio di rotta: “Dobbiamo tornare tra la gente e realizzare la vera autonomia”
F
ederico Caner, assessore al turismo, all’agricoltura e ai fondi UE della regione Veneto, partiamo quindi dal turismo: cosa ci dobbiamo aspettare dal 2024? Se i dati dell’ultimo trimestre dell’anno appena concluso confermeranno il trend fin qui registrato, il 2023 probabilmente è destinato a superare per presenze turistiche il 2019. Stiamo lavorando molto sulla qualità del turismo dei nostri territori, in modo da garantire maggiore redditività non solo al comparto ricettivo ma anche a tutto l’indotto. Per il 2024 le previsioni sono molto buone, lo confermano le prenotazioni di queste settimane. Il comparto termale sta andando molto bene e anche la montagna è in crescita nonostante ci fossero delle perplessità legate all’aumento dei costi per l’inflazione. Invece gli accessi e le vendite di skipass sono aumentati in media di un 15 per cento, con punte del 30 a Cortina. La sta-
gione invernale dunque è partita molto bene, ci auguriamo che anche gennaio e febbraio continui al meglio e che il meteo sia dalla nostra parte. Altro settore di sua competenza è l’agricoltura, condizionata da maltempo ed eventi estremi. Come sta il settore primario veneto? In effetti veniamo da un anno difficile perché il cambiamento climatico si è fatto sentire con la grandine e altri eventi che hanno messo a dura prova non solo la viticoltura ma anche gli altri comparti. C’è poi il problema dell’acqua, o è troppa con le precipitazioni violente oppure manca per lunghi mesi. Abbiamo chiesto anche l’intervento del Governo con il fondo rischi nazionale e alcune risposte sono arrivate. Nonostante queste difficoltà il sistema ha tenuto grazie ai nostri agricoltori. I prezzi delle materie prime, l’altra emergenza per il settore, sono in calo e ci auguriamo che questo continui. L’anno scorso
gli imprenditori hanno pagato un alto prezzo per fertilizzanti e sementi mentre nel momento della raccolta hanno risentito del calo dei quotazioni delle produzioni, e questo non ha permesso di recuperare i maggiori costi sostenuti nei mesi precedenti. Lei è anche assessore ai fondi UE: l’Europa ci aiuta? È vicina al territorio? Ci sono due aspetti da considerare, da una parte è positiva la disponibilità di fondi che per una regione virtuosa come la nostra permettono importanti investimenti sia per il turismo che per l’agricoltura. Pensiamo al turismo, in questa tornata abbiamo raddoppiato la disponibilità di fondi grazie ai quali si sono finanziate la rigenerazione delle imprese, l’ammodernamento degli alberghi e dei servizi turistici. A queste risorse sia lo Stato che la Regione aggiungono poi altri fondi. L’aspetto negativo dell’Europa riguarda l’agricoltura perché
Federico Caner
l’Ue vede il settore come una fonte di inquinamento anziché come un importante generatore di risorse non solo economiche, ma anche di cibo e materie prime in ambito alimentare, per garantirci una maggiore autosufficienza. Ci troviamo con un’Europa a doppia faccia. Chiudiamo con una domanda politica. I rapporti con la Lega ultimamente non sono stati sereni. Cosa sta accadendo? Sono nella Lega da trent’anni e non mi sono mai sottratto al confronto. Ritengo che la linea
politica intrapresa in questi mesi non sia lungimirante, ci occupiamo meno del territorio e più di questioni nazionali. Il partito si è spostato molto a destra, lo abbiamo visto anche il mese scorso a Firenze con la presenza di esponenti dell’estrema destra europea. Francamente questo non fa parte del mio dna, quindi ho posto la questione e ho chiesto al partito di tornare a quello che è il suo “core business”, vale a dire il federalismo e l’autonomia, quella vera e non annacquata. Si dice che il nord Italia è ricco, in realtà non è così perché è vero che le nostre regioni producono molto ma sul territorio rimane poco. Penso al tema idrogeologico, solo in Veneto abbiamo bisogno di un piano da due miliardi di euro per mettere in sicurezza il territorio. Però le risorse non le abbiamo perché le mandiamo a Roma. Ecco, io mi aspetto un partito che lavori su questo e non che pensi al ponte di Messina. (a cura di Giorgia Gay e Nicola Stievano)
Arteven rinnova il Cda, Massimo Zuin rieletto presidente Riconfermato all’unanimità Massimo Zuin alla guida per i prossimi cinque anni di Arteven, il circuito teatrale della Regione Veneto. Il Consiglio di Amministrazione è formato da Silvano Guarda, Pierangelo Molena e Irene Lissandrin quali consiglieri, revisori dei conti Massimo Sorarù presidente assieme ai revisori Enrico Tosetto e Andrea Morino, supplenti Saverio Nardi e Umberto Scarso. Il componente designato dal Presidente della Giunta Regionale del Veneto è Federico Pupo, che porta il numero complessivo a 5 consiglieri.
Presentato inoltre il nuovo Documento programmatico, che parte dal ruolo di Arteven, nell’attuale panorama teatrale italiano, di “Sistema regionale teatrale in rete”. Un ruolo che svolge attraverso l’ideazione di progetti contenenti le quattro discipline ministeriali (Prosa, Danza, Circo Contemporaneo e Musica), condivisi con gli enti locali associati e gli enti privati. Un’attività progettuale che prevede nel territorio del Veneto il coinvolgimento di oltre un milione e trecentomila spettatori in cinque anni, per circa cinquemila spet-
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tacoli suddivisi tra le diverse discipline. “Vogliamo arrivare in modo più puntuale nel territorio – ha dichiarato Zuin – e partire dai più piccoli, il teatro può dare molto per il comportamento civico dei giovani, il nostro futuro” “Abbiamo garantito un finanziamento di 1 milione di euro – ha dichiarato la Presidente della VI Commissione Regione del Veneto Francesca Scatto – abbiamo chiuso il bilancio assieme all’assessore Calzavara. Un riconoscimento per il lavoro che Arteven svolge.” (r.p.)
Massimo Zuin
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Regione
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L’analsi. Antonio De Poli, senatore Udc: “La nostra agorà politica al servizio del territorio”
“Meno tasse e più risorse per le famiglie, il progetto autonomia approda in Senato” “A
scoltare il territorio che amiamo. Questa è la forza della Politica: oggi siamo chiamati a fare ciò che gli antichi Greci chiamavano l’Agorà, la piazza della Polis. Le nostre Comunità hanno bisogno di guardarsi negli occhi, parlare e confrontarsi. I Cittadini sono delusi e traditi dal linguaggio dei likes e dei tweet sui social eci chiedono più presenza nel territorio”. A parlare di una nuova “stagione” della politica è il Senatore Udc Antonio De Poli che traccia un bilancio dei primi 15 mesi di legislatura e guarda alle prossime sfide del futuro, a partire dall’Autonomia. Senatore De Poli, lei rappresenta l’area moderata nel centrodestra. Quali sono i risultati ottenuti in Parlamento? Nel nostro Dna politico c’è, da sempre, il sostegno alla famiglia. Ecco perché in Manovra abbiamo voluto fortemente 1 miliardo di risorse in più,
prevedendo strumenti come l’esonero contributivo per le mamme lavoratrici con almeno 2 figli, il rafforzamento del bonus asilo nido, il Fondo mutui prima casa e il bonus bollette. Abbiamo imboccato la strada giusta. Capitolo tasse: cosa avete fatto? Abbiamo tagliato le tasse ai redditi più bassi, lasciando più soldi in busta paga ai lavoratori e abbiamo Bankitalia, 600 euro in più all’anno nelle tasche di 3 contribuenti su 4. La nostra priorità è dare più attenzione a chi vive in una condizione di maggiore disagio. Come fa un buon padre di famiglia, bisogna sostenere chi, fra i propri figli, è più indietro. Quali sono le misure a sostegno delle imprese? Per noi del Centrodestra il lavoro passa attraverso il sostegno alle imprese (artigianali, commerciali, agricole e industriali). Ecco perché, in
Manovra, abbiamo previsto le maxi deduzioni al 120% per chi assume con contratto a tempo indeterminato nel 2024 e al 130% per chi assume under 30, donne con figli ed ex percettori del Reddito. Abbiamo archiviato l’assistenzialismo del passato. E, ancora, siamo riusciti ad ottenere l’ok dell’UE alla revisione del PNRR con 12,4 miliardi di risorse alle imprese per la transizione green. Da Roma a Venezia, quali sono i risultati ottenuti dalla filiera del centrodestra per il Veneto? La nostra Regione è la locomotiva d’Italia.Abbiamo il dovere di farla correre. E’ stato approvato l’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra Governo e Regione Veneto, con oltre 607,6 milioni per le infrastrutture viarie, la messa in sicurezza del territorio, la riqualificazione urbana, i settori dei trasporti e della mobilità. Dobbiamo proseguire
Antonio De Poli
in questa direzione e lavorare, per portare a casa quei risultati che stanno a cuore al nostro territorio, come il completamento della SR 10 nella Bassa Padovana; il potenziamento della SP47 nell’Alta padovana e il raddoppio della SR308 Strada del Santo. Autonomia, a che punto siamo? Per la prima volta, grazie al Centrodestra, vediamo il tra-
guardo. Il 16 gennaio il ddl passerà all’esame del Senato. Abbiamo un appuntamento con la Storia: realizzare la volontà di 2,3 milioni di veneti che, nel 2017,con il referendum, ci hanno dato un indirizzo chiaro: riformare e modernizzare le nostre Istituzioni. Quali sono le prospettive per il 2024? Tanti gli obiettivi raggiunti, tanta la strada da fare. Dobbiamo lavorare per dare risposte ed essere un punto di riferimento concreto per il Veneto della concretezza,di chi lavora, di chi fa impresa ,di chi opera nel volontariato e promuove la solidarietà a tutela dei più deboli (anziani, non autosufficienti, disabili). La nostra Politica è restare uniti, insieme a chi - arrivando da diversi mondi che provengono anche dalle liste civiche - si riconosce nell’Agorà dei nostri Valori e, con noi, vuole fare squadra al servizio del territorio.
A Padova con Zaia e Giordani la presentazione di Veneto24, la prima e unica radio di informazione in Veneto Cinquanta notiziari al giorno, informazione regionale ogni 20 minuti, rubriche di approfondimento su politica, economia, attualità, impresa. Questa è Veneto24, la prima e unica radio di informazione regionale, presentata ufficialmente a Padova, al Centro culturale San Gaetano, alla presenza del presidente del Veneto Luca Zaia, del sindaco di Padova Sergio Giordani e di molti rappresentanti della politica e delle istituzioni regionali, insieme alla squadra che ogni giorno lavora ai contenuti messi in onda. Veneto24, nata da pochi mesi ma già conosciuta in tutta la regione, è edita da Give Emotions, gruppo veneto che ha dato vita a un vero e proprio sistema integrato di comunicazione, aggiungendo l’informazione radiofonica a quella “tradizionale” cartacea de La Piazza, mensile che da 30 anni arriva nelle case dei cittadini veneti, e a quella on line del quotidiano “LaPiazzaweb”. L’emittente radiofonica, diretta dalla giornalista Giorgia Gay, sfrutta le potenzialità del digitale con
il nuovo sistema Dab+, destinato a sostituire il tradizionale Fm. “Il Veneto raccontato dai fatti, dalle notizie, dalle persone” è il claim della radio, ascoltabile anche attraverso l’app, lo streaming dal sito web www.veneto24. it e i dispositivi smart speaker. Tutti i contenuti sono inoltre distribuiti come podcast su app e sito, per poter essere ascoltati anche in modo asincrono, quando e dove si preferisce. Al nuovo progetto editoriale ha rivolto un plauso e un augurio il presidente della Regione Luca Zaia, che vede in questa iniziativa un ulteriore motivo per sottolineare il “Veneto pride”: “Noi veneti siamo bravi, ci diamo da fare, lavoriamo sodo - ha detto Zaia - perciò dobbiamo essere orgogliosi dei nostri risultati, delle nostre eccellenze e di tutto ciò che riusciamo a fare di buono e di bello. Veneto24 è una radio giovane e frizzante, un’interessante novità nel panorama dell’informazione, complimenti e auguri a tutti”. Il sindaco di Padova Giordani ha ricordato che la sede della radio e a Pa-
dova, città che si conferma un punto di riferimento nel Nordest nei settori più disparati, una città viva che ispira iniziative sempre nuove. “Più di 3 milioni e mezzo di veneti ascoltano la radio ogni settimana – ha spiegato Costantino Da Tos, station manager di Veneto 24 -. La radio è il mezzo ideale per rimanere aggiornati su quanto accade, offre un servizio gratuito e in tempo reale. Tra le emittenti radiofoniche della nostra regione Veneto24 è la radio che mancava”. “Ogni giorno nei nostri notiziari riferiamo ciò che accade nei palazzi della politica, commentiamo l’attualità con i suoi protagonisti, raccontiamo le tante storie che arrivano dai territori del nostro veneto, dalle grandi città
come dai piccoli paesi di provincia – ha aggiunto il direttore Giorgia Gay -. E poi l’economia: diamo voce agli esperti, raccontiamo i risultati delle nostre eccellenze, coinvolgiamo i sindacati, le associazioni di categoria, gli imprenditori per capire dove sta andando il nostro Veneto. Ogni giorno, ci impegniamo a dare voce al Veneto che conta, come dice il nostro claim, ai suoi protagonisti. E lo facciamo in un modo completamente nuovo”. “Tutto ciò ha permesso di arrivare a una tappa importante, per la quale siamo qui, ma non definitiva per il nostro gruppo, che posso definire come l’unico multimediale e multipiattaforma del Veneto” ha concluso l’editore Giuseppe Bergantin. (g.g)
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GENNAIO 2024
on-line:
Sport invernali: benessere per mente, muscoli e cuore Sci, snowboard, escursioni, ciaspole, pattinaggio su ghiaccio… oltre a regalare momenti di relax, rappresentano un allenamento completo per il corpo e una risorsa per il buon umore
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Montagna, gli sport che fanno bene alla salute
a settimana bianca è alle porte, con l’arrivo dell’inverno torna anche la voglia di praticare gli sport “stagionali”, dallo sci alpino, a quello da fondo, dallo snowboard al pattinaggio su ghiaccio, e tanti altri ancora. Queste attività, oltre a regalare momenti di divertimento e relax, garantiscono una corretta combinazione di movimenti per un allenamento completo, sia di potenziamento cardiovascolare che muscolare, oltre ad avere positive ricadute sul benessere mentale. L’azienda Ulss 2 Marca trevigiana ha stilato un elenco sui benefici della pratica, a qualsiasi livello, di uno sport invernale. Innanzitutto, si sottolinea l’elevato consumo di calorie: il freddo infatti accelera il metabolismo, consentendo al corpo di bruciare più calorie in minor tempo. La pratica degli sport invernali, inoltre, comporta il coinvolgimento dei principali gruppi muscolari e delle articolazioni: sciare o fare snowboard, o altre attività simili, allena contemporaneamente diversi gruppi muscolari e articolazioni e, di conseguenza, permette di sviluppare l’equilibrio e la flessibilità. Prosegue alla pag. seguente
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Infezioni respiratorie, alcuni consigli Il professor Andrea Vianello, Uoc Fisiopatologia respiratoria dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova, risponde alle domande
L’ Azienda ospedaliera Università di Padova, con il contributo del professor Andrea Vianello, Uoc Fisiopatologia respiratoria, ha realizzato un video per rispondere alle domande più frequenti sulle infezioni alle vie respiratorie e dare alcuni consigli. Qual è la situazione delle infezioni respiratorie in questo periodo? “Via via che ci addentriamo nella stagione invernale la situazione delle infezioni respiratorie tende a complicarsi. Persiste il rischio di infezioni da Covid-19, la positività dei tamponi è attualmente intorno al 20% e che il numero delle ospedalizzazioni sta crescendo. In secondo luogo, dobbiamo affrontare anche il problema del cosiddetto virus respiratorio sinciziale, virus che colpisce soprattutto l’età pediatrica che già l’anno scorso è stato causa di numerose infezioni ed, infine, si avvicina al rischio dell’epidemia influenzale”. Cosa possiamo fare per evitare il contagio e i rischi conseguenti? “Per evitare il rischio di contagio dobbiamo mantenere alcune delle misure che tutti noi abbiamo conosciuto durante il Covid. E’ importante usare la mascherina quando si frequentano ambienti affollati e chiusi, mantenere l’igiene delle mani e, naturalmente, rimanere a casa nel momento in cui le condizioni fisiche non siano ottimali, quando per esempio vi sia un rialzo febbrile. Per i soggetti a rischio che abbiano contratto infezione da Covid-19 esistono te-
rapie antivirali efficaci che possono essere prescritte anche dal medico di medicina generale e che devono essere assunte entro i primi 5 giorni dalla positività del tampone. Vale invece la pena ricordare che per quanto riguarda l’infezione Covid ma anche per l’infezione influenza da virus influenzale gli antibiotici vanno assunti esclusivamente dopo consulto con il medico. Infatti assumere inappropriatamente antibiotici non è utile e provoca, quale unico effetto, quello di determinare lo sviluppo di resistenze alla stessa terapia farmacologica”. Quando è necessario rivolgersi al Pronto soccorso? “Nella maggior parte dei casi le infezioni respiratorie possono essere curate a casa. Ci sono però delle condizioni in cui è opportuno rivolgersi al Pronto soccorso. In primo luogo se l’infezione ha colpito una persona con co-patologia – cardiopatico, emopatico oppure di età molto avanzata - in secondo luogo se la persona colpita dall’infezione riporti dispnea, e cioè sensazione di mancanza di fiato, e in terzo luogo nel caso in cui la polsosimmetria, cioè quella semplice misura che molti di noi hanno imparato ad utilizzare durante il Covid - la polsosimmetria misurata al dito fornisca un valore di saturazione ossimoemoglobinica uguale o inferiore al 92%. Qualora siano presenti queste tre condizioni a fronte di un’infezione respiratoria è opportuno rivolgersi al Pronto soccorso”.
Segue dalla pag. precedente
Sport invernali: benessere per mente, muscoli e cuore Sci, snowboard, escursioni, ciaspole, pattinaggio su ghiaccio… oltre a regalare momenti di relax, rappresentano un allenamento completo per il corpo e una risorsa per il buon umore Oltre al benessere fisico c’è da tenere in considerazione anche quello mentale: praticare sport invernali all’aperto in compagnia contribuisce al benessere psicologico e mentale. Le maestose montagne offrono panorami mozzafiato, che promettono avventure indelebili nella memoria e una connessione straordinaria con la natura. Questo è un privilegio, però, che va vissuto assumendosi in parallelo l’importante responsabilità di praticare le attività in montagna in modo sicuro. Rispettare la montagna significa in effetti preservare l’integrità di questo ambiente straordinario ma anche la nostra sicurezza e quella degli altri. Ecco, quindi, che possono risultare preziosi i semplici ma efficaci consigli dell’Ulss 2 Marca trevigiana da seguire per intraprendere avventure sicure e consapevoli in montagna. Innanzitutto, è opportuno controllare le condizioni meteorologiche prima di programmare qualsiasi attività poi è bene informare amici o parenti del percorso intrapreso, senza trascurare di avere l’equipaggiamento adatto per l’attività. È indispensabile essere sempre consapevoli dei propri limiti e, quando il corpo ce lo fa capire, è bene prendere una pausa. Nelle escursioni in montagna è bene pianificare in anticipo il percorso, che dev’essere disegnato prendendo sempre decisioni informate. Ultimo dei consigli, ma non meno importante, è quello di portare cibo e acqua sufficienti per l’intera escursione. Uno degli sport invernali ancora poco praticati sulla neve ma bello e appagante è quello che presuppone l’uso delle ciaspole, attrezzature che consentono di camminare sulla neve profonda. La loro base larga distribuisce il peso, rendendo più agevole l’avanzata. Per praticare questa attività in modo sicuro e confortevole – si legge tra i consigli dell’Ulss 2 Marca trevigiana - è consigliabile avere, oltre alle ciaspole in regola, comodi e caldi scarponi da neve, bastoncini da trekking per mantenere l’equilibrio, abbigliamento adeguato e impermeabile. Molti non lo sanno ma sono numerosi benefici che questo sport può portare. Camminare con le ciaspole, infatti, è un ottimo esercizio aerobico. Questo tipo di attività stimola il sistema cardiovascolare, migliorando la circolazione e contribuendo al benessere generale del cuore. Rafforza i muscoli, perché tale attività fisica coinvolge soprattutto gambe e glutei, favorendo la tonicità e la resistenza di questi gruppi muscolari. Infine ha importanti ricadute a livello mentale: l’aria fresca e l’incantevole paesaggio invernale, caratteristiche delle escursioni con le ciaspole, hanno un impatto positivo perché offre un momento di relax e, riducendo lo stress, contribuisce a migliorare l’umore complessivo.
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I risultati di una nuova ricerca. La scoperta potrebbe cambiare l’approccio alla malattia
Tumore dell’ovaio, una diagnosi precoce è sempre più un obiettivo possibile L’applicazione di tecniche innovative di genomica permetterebbe di rilevare tracce di tumore ovarico con anni di anticipo rispetto alla manifestazione dei sintomi, grazie all’analisi del DNA sui tamponi utilizzati per il Pap test.
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na diagnosi precoce per il tumore dell’ovaio è oggi un obiettivo più vicino alla realtà: grazie, infatti, a nuove tecniche di analisi genomica è possibile identificare nei tamponi usati per il Pap test, il comune esame di screening dei tumori del collo dell’utero, la presenza di alterazioni molecolari, specifiche del tumore ovarico, con anni di anticipo rispetto alle prime manifestazioni della malattia. La diagnosi precoce del tumore dell’ovaio, i cui sintomi si manifestano tardivamente, è fondamentale per la sopravvivenza. Questa passa, infatti, a cinque anni dalla diagnosi, da appena il 30% per i tumori diagnosticati al III stadio a oltre il 90% per i tumori identificati al I stadio, quando la malattia è ancora nella fase inziale di sviluppo. “La sopravvivenza al tumore dell’ovaio dipende fortemente dal momento in cui la malattia viene scoperta: cambiare la nostra capacità di fare diagnosi precoce, significa cambiare le possibilità di cura. Ed è quello che crediamo sia possibile fare grazie a un approccio innovativo, implementabile su larga scala e non invasivo utilizzando i tamponi dei Pap test e applicando tecniche di analisi genomica in grado di identificare un’importante firma molecolare di questo tumore: la sua instabilità genomica”. Lo sostengono Maurizio D’Incalci, professore di farmacologia in Humanitas University e responsabile del laboratorio di Farmacologia Antitumorale in Irccs, Istituto Clinico Humanitas, e Sergio Marchini, responsabile dell’Unità di Genomica traslazionale dello stesso istituto, che hanno ideato e coordinato lo studio, pubblicato sulla rivista “Science Translational Medicine”. La ricerca è stata condotta in maniera retrospettiva a partire dai tamponi di Pap test di 113 pazienti, raccolti e analizzati in collaborazione con numerosi centri su tutto
il territorio italiano: Irccs Ospedale San Gerardo di Monza, Irccs Policlinico Gemelli di Roma, Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, l’Azienda Ospedaliero Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, l’Istituto Mario Negri di Milano e l’Università degli Studi di Padova. In Italia ogni anno vengono diagnosticati più di 5000 nuovi casi di tumore all’ovaio, che si aggiungono alle circa trentamila donne che sono già in cura per la patologia. La forma più frequente di tumore ovarico è chiamato “carcinoma ovarico sieroso ad alto grado” (Hgsoc). Costituisce il 70% di tutte le diagnosi e rappresenta purtroppo la forma più aggressiva e letale della malattia, spesso resistente ai farmaci chemioterapici anche perché diagnosticata in fase avanzata. Il tumore all’ovaio è infatti una patologia che non dà sintomi facilmente riconoscibili. “Il tumore all’ovaio viene diagnosticato quando ormai è in fase avanzata, quando cioè la malattia è diffusa in più organi. Il trattamento in questo stadio è molto complesso e spesso le pazienti vanno incontro a resistenza alla terapia” ribadisce la la professoressa Chiara Romualdi del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova che ha partecipato alla pubblicazione su
Science Translational Medicine. Negli ultimi decenni diversi gruppi di ricerca nel mondo hanno provato a mettere a punto una tecnica di diagnosi precoce per il tumore ovarico, senza successo. “A fare la differenza, questa volta, è l’idea di guardare a una caratteristica molecolare delle cellule tumorali: la loro instabilità genomica – spiega Sergio Marchini –. Oggi sappiamo che già nelle prime fasi del processo di trasformazione tumorale, il DNA delle future cellule neoplastiche è caratterizzato da profonde anomalie nella sua struttura e organizzazione. L’instabilità genomica è quindi una caratteristica primitiva e non condivisa con le cellule sane, e quindi un’ottima base di partenza per sviluppare un test di diagnosi precoce”. “Avere dei metodi per la diagnosi precoce diventa cruciale: nello studio appena pubblicato abbiamo dimostrato come sia possibile (usando campioni che vengono abitualmente presi per il Pap test, cioè, campioni non invasivi, facili da ottenere e già utilizzati per altri screening) identificare con largo anticipo rispetto al momento della diagnosi le alterazioni genomiche precoci tipiche delle cellule tumorali. Il lavoro – sottolinea la professoressa Romualdi– ha un’ampia parte sperimentale e una, altrettanto grossa, parte computazionale”.
Lo studio retrospettivo su 113 pazienti con tumore ovarico Per realizzare lo studio, i ricercatori hanno raccolto i Pap test effettuati, anni prima della diagnosi, da 113 donne con tumore all’ovaio. I tamponi sono stati analizzati con una tecnica di sequenziamento del DNA che permette di rilevare anche piccole tracce di DNA tumorale e di misurare la loro instabilità genomica. I risultati così ottenuti sono poi stati confrontati con un gruppo di controllo: i Pap test di 77 donne sane, che non hanno ricevuto negli anni successivi alcuna diagnosi di tumore. “Per la prima volta nella ricerca sulla diagnosi del tumore ovarico, i dati sono davvero promettenti: dimostrano che la tecnica impiegata è in grado di riconoscere nei tam-
poni la presenza di DNA tumorale con anni di anticipo rispetto alla manifestazione della malattia, in un caso addirittura nove anni prima. Il numero di falsi positivi nel gruppo di controllo è molto basso, così come il numero di falsi negativi tra i tamponi delle pazienti con tumore”, spiegano Lara Paracchini e Laura Mannarino, prime autrici dello studio, di cui hanno curato rispettivamente gli esperimenti in laboratorio e l’analisi bioinformatica dei dati. E’ bene precisare che si tratta però solo del primo, seppur fondamentale, passo verso la dimostrazione di fattibilità ed efficacia di una tecnica di diagnosi precoce per questa malattia.
“I test diagnostici sono particolarmente complessi da testare perché vanno valutati nel mondo reale, su grandi numeri di pazienti e in modo prospettico. Solo così sarà possibile dimostrare che rilevando queste tracce di DNA altamente instabile siamo davvero in grado di predire la malattia e di implementare un percorso di monitoraggio che può salvare delle vite - osserva il professor Maurizio D’Incalci che conclude - I dati appena pubblicati su Science Translational Medicine aprono una strada: ora serve il sostegno di tutti per avviare un ampio e robusto studio prospettico, volto a confermare i dati e trasformare il sogno di una diagnosi precoce del tumore ovarico in una realtà concreta”.
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