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Da sede universitaria a città universitaria Una trasformazione che si deve e si può fare

La domanda

Secondo lei è possibile trasformare – e come – la Treviso sede universitaria in Treviso città universitaria?

Maurizio Mestriner

“L’Università non deve essere trasferita in altri quartieri della città: deve rimanere dove si trova oggi. Cercheremo di rafforzare la rete di relazioni delle sedi trevigiane delle Università di Padova e Venezia con il territorio, la cittadinanza e i portatori di interesse allo scopo di contribuire ad alimentare un sistema di connessioni virtuose per creare situazioni vantaggiose tanto per il Comune che per le Università. Siamo apertissimi a interventi mirati, che possano valorizzare la città e dare benefici alle Università, ad esempio collaborazione alla realizzazione di progetti per la partecipazione a bandi europei che possano coinvolgere città e Università. Progetti di summer school dedicate agli iscritti a lauree specialistiche, laureati, dottorandi e dottori di ricerca, sul modello di altre esperienze a livello internazionale. Sarà compito del Comune intercettare una rete di alloggi in convenzione a basso costo per studenti”.

Luigino Rancan

“Dobbiamo considerare che le città universitarie, sia le grandi come Padova che le piccole come Camerino, hanno una storia lunghissima e una tradizione ben consolidata. Per riuscire a trasformare Treviso in questo senso ci vorranno tempi lunghi e una precisa volontà politica. Un’idea politica di ampio respiro potrebbe essere la trasformazione delle singole sedi accademiche presenti in varie città venete in un’unica Università del Veneto, dove accanto alle grandi strutture esistenti si affianchino le altre città capoluogo di provincia con propri specifici corsi di laurea a vantaggio di tutti gli studenti del Veneto e d’Italia. A Treviso città di alti studi dovrebbero aggregarsi altre sedi provinciali tipo l’Enologia di Conegliano e H Farm. Il Comune deve farsi parte attiva per dare una risposta residenziale agli studenti con la collaborazione delle associazioni di categoria e della diocesi”.

Nicolò Rocco

“In testa ho una frase che mi accompagna: Treviso sta aumentando facoltà e studenti, ora deve diventare città universitaria. Può farlo ma servono due elementi. Una vocazione universitaria specifica e i servizi. Dobbiamo essere onesti, non possiamo competere con chi ha 800 anni di storia, ma possiamo caratterizzarci come una città universitaria capace di mettere in connessione lo studio universitario con le imprese e la pubblica amministrazione, magari diventando un punto di riferimento per gli studi interfacoltà sulla sostenibilità. Per i servizi mancano strutture come una mensa ma partirei con una cosa banale: prolungare gli orari della biblioteca la sera e nei weekend”.

Giorgio De Nardi

“Treviso deve diventare un polo universitario competitivo specialistico in grado di sfornare le competenze che serviranno al mercato e alla società come per la transizione digitale e green. Per fare ciò è necessario avere l’Università di Treviso e non solo a Treviso. Occorre potenziare spazi per lo studio, aggregazione sociale sportiva e culturale, alloggi a prezzi congrui e servizi agli studenti: dai trasporti, all’assistenza medica, sino ad allestire strutture di co-study e co-working dove il sistema bibliotecario cittadino può diventare il centro pulsante di attività culturali. Il trasporto pubblico va esteso in frequenza e prolungamento delle corse durante l’orario notturno. Vogliamo favorire le politiche per gli alloggi universitari, sfruttando l’opportunità della Cittadella delle istituzioni o del campus presso Sant’Artemio. Una città volta al futuro necessita di ampliare connessioni wifi veloci gratuite in tutto il territorio cittadino. Infine, andrà potenziato il già esistente sistema di bike-sharing utile per garantire lo spostamento veloce nelle zone della città”.

Mario Conte

“Una città diventa universitaria quando gli studenti, oltre alle sedi delle varie Scuole o Facoltà, trova anche servizi efficienti collegati. Per questo vogliamo dare ai ragazzi l’opportunità non solo di venire a Treviso per le lezioni, siano esse nella nuova sede di Ca’ Foscari all’ex Ipab Turazza, grazie allo storico accordo raggiunto con l’università, a San Leonardo o alla Cittadella della Salute ma anche dare loro la possibilità di alloggiare, mangiare e fruire dei servizi offerti dalle varie attività. Nei prossimi cinque anni vogliamo raddoppiare gli spazi delle biblioteche, portare alloggi e mense facilmente accessibili ma soprattutto fornire agli studenti facilitazioni. Per esempio, se lo studente universitario ha una speciale scontistica nella lavanderia, o al negozio di abbigliamento, sarà fortemente incentivato a fare di Treviso la sua città”.

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