OTTOBRE 2023
Periodico d’informazione locale - Anno XXX n. 209
di Treviso www.veneto24.it
La lunga strada della sicurezza Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
S
ulle cause della strage del cavalcavia a Mestre saranno le indagini e le perizie a fare piena luce, si spera, e a cercare di fornire delle risposte di fronte ad un dramma che toglie il fiato e spalanca un abisso. Il tragico volo dell’autobus pieno di turisti, i soccorsi disperati, le vittime adagiate sull’asfalto e coperte da un telo sono immagini che ci accompagneranno a lungo e che continueranno ad interrogarci con severità. Al di là delle polemiche dei primi giorni e delle reazioni dettate anche dall’emotività, il disastro di Mestre pone in tutta la sua complessità la questione della sicurezza nella mobilità, sulle nostre strade come sui mezzi di trasporto. Da una parte è evidente, pressoché ovunque, che la nostra rete stradale presenta innumerevoli criticità che non si possono certo risolvere in tempi brevi. Ma per questo non si possono nemmeno ignorare o trascurare. Dall’altra anche a bordo di molti mezzi di trasporto collettivi, dai bus ai treni, i problemi, piccoli e grandi, sono all’ordine del giorno e lo sanno bene sopratutto i pendolari. La sicurezza costa e non sempre le soluzioni messe in campo sono efficaci, questo è un dato di fatto, però non possiamo farne a meno, perché altrimenti il prezzo da pagare rischia di essere troppo alto. Addirittura insostenibile, come nel drammatico volo dal cavalcavia di Mestre.
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A FIERA, EX PICCOLA RUSSIA DOVE FRA VICINI CI SI INVITA ANCORA A CENA Quarta puntata del nostro viaggio nei quartieri di Treviso: siamo stati nella zona della città che più si sta evolvendo pur riuscendo a mantenere la propria identità Servizio a pagg. 8-9
Reportage
FUSIONI DI COMUNI: Servizio a pag. 24 IN VENETO REFERENDUM A FINE OTTOBRE, QUORUM ABBASSATTO AL 30 PER CENTO ARTIGIANATO E IMPRESE, BOSCHETTO: “I BONUS EDILIZI SONO NECESSARI, MA CI SERVONO LAVORATORI” Servizio a pag. 23
La consultazione
PNRR E IMMIGRAZIONE: I SINDACI DELL’ANCI FANNO QUADRATO E FIRMANO UN APPELLO AL GOVERNO Servizio a pag. 22
Biosfera Mab Unesco verso il tris tutto veneto Luca Zaia Governatore Regione Veneto
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l Parco Regionale dei Colli Euganei è ufficialmente candidato nella Rete mondiale delle riserve della biosfera MAB UNESCO. Il dossier di candidatura dopo un’attenta analisi è stato approvato dal comitato tecnico nazionale ed è iniziato il negoziato internazionale che ci auguriamo, incrociando le dita, abbia esito positivo. Se così sarà il Veneto conterà tre riserve della biosfera Unesco, venendo i Colli dopo il Delta del Po e il Monte Grappa.
segue a pag 5
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Facciamo il punto
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Biosfera Mab Unesco verso il tris tutto veneto Luca Zaia Governatore Regione Veneto
Un vero tesoro per la nostra regione, una di quelle col maggior numero di siti nella lista del Patrimonio dell’Umanità Unesco, bene nove. Padova coi suoi cicli di affreschi, le Colline del Prosecco e le Dolomiti sono solo le ultime tappe di un cammino che ha già toccato Venezia e la sua Laguna, Verona, Vicenza e le architetture palladiane, le Ville Venete, i siti Palafitticoli, le Fortezze veneziane. Ma siamo presenti, con le Perle di vetro e il Tocatì, anche nell’elenco del patrimonio immateriale, all’interno del quale speriamo sia inserita presto anche la messa a riposo delle uve del Valpolicella. La Regione ha sostenuto tutti questi progetti ed è pronta a sostenerne di nuovi perché il riconoscimento Unesco è strategico per la crescita del Veneto. Io ribadisco sempre che il nostro compito è far crescere il Veneto e non farlo morire. Far parte di questo circuito è il destino naturale di tutte quelle enormi ricchezze naturali, storiche, artistiche di cui disponiamo. Il riconoscimento Unesco può rappresentare per interi territori un vero rinascimento. Sono quattro anni che le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene lo hanno guadagnato come un premio alla bellezza di quelle terre ma anche il lavoro di coloro che hanno saputo cogliere la grande sfida di investire sul turismo emozionale e sui circuiti, solo apparentemente minori. Le proiezioni dicono che per il decimo anno dal riconoscimento si raggiungerà il milione di presenze turistiche.
Corso, addio anche all’ultimo cinema in città A
nche l’ultimo cinema dentro le mura ha chiuso. Il multisala Corso – che a dicembre era stato preso in gestione dal Cinema Teatro Busan di Mogliano Veneto – ha fermato le proiezioni. Ironia della sorte, proprio negli stessi giorni in cui veniva annunciata la candidatura della città a Capitale della cultura 2026. La ragione è tutta economica, ma non è legata alla mancanza di fruitori: la proprietà non si è voluta accollare alcuni necessari lavori di adeguamento degli impianti e di conseguenza il gestore si è sfilato. Sicuramente una scelta sofferta, che da una parte cancella l’impegno e i risultati ottenuti già in pochi mesi di rilancio anche grazie al coinvolgimento di associazioni, fondazioni, festival e scuole primarie; dall’altra lascia un grandissimo vuoto. Culturale, sicuramente. E sociale. Perché l’unico cinema del centro storico di Treviso (nel corso degli anni a mano a mano sono sparite tutte le sale cinematografiche storiche, dall’Hesperia all’Astra, dall’Embassy all’Edison) rappresentava un luogo deputato all’aggregazione e alla condivisione. Un luogo di emozioni, riflessioni, lacrime e risate. Ma anche l’alternativa alla solitudine di molti, anziani in primis. Per fortuna c’è ancora l’Edera, si dirà (anzi, si dice). Una doppia sala che per la qualità della proposta gode di uno stuolo di appassionati e affezionati. Cinema d’essai che stagione dopo stagione sceglie pellicole di valore e si accaparra la presenza di registi e attori pluripremiati. Una perla nel cuore del quartiere di Santa Maria del Rovere. Appunto, pur sempre nella prima periferia. E gli spostamenti, soprattutto la sera, rischiano di tagliare fuori la parte di popolazione più in là con l’età, che è sempre più consistente e che è quella che al cinema si aggrappa. La sostenibilità non è solo una questione di alberi piantati, piste ciclabili realizzate e primati nella raccolta differenziata spinta. La lettera “S” degli ESG (Environmental, Social, Governance), legati alla tanto nominata Agenda 2030, sta per sociale. Da non dimenticarsi per strada. (s.s.)
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Senza più sale dentro le mura: un vuoto sociale per una popolazione sempre più anziana
Direzione, Amministrazione e Concessionaria di Pubblicità Locale: Questa edizione raggiunge i quartieri di Treviso per un numero com- via Lisbona, 10 · 35127 Padova plessivo di 32.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia tel. 049 8704884 · fax 049 6988054 n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199 >redazione@givemotions.it< Chiuso in redazione il 6 Ottobre 2023 >www.lapiazzaweb.it< È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.
Redazione: Direttore responsabile Nicola Stievano >direttore@givemotions.it< Redazione >redazione@givemotions.it<
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Mobilità lenta
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Il progetto. Nei prossimi cinque anni sarà realizzata anche una nuova pista ciclabile su sede totalmente propria
Una passerella ciclopedonale sul Sile Dall’ospedale alla stazione in bicicletta C
’è un nuovo progetto ciclo-pedonale a Ca’ Sugana. È una passerella sul Sile che, una volta realizzata, collegherà l’ospedale e il quartiere di Fiera alla stazione ferroviaria. I render ci sono già, ma l’intervento non sarà immediato. Prendendola molto larga, è stato annunciato per il prossimo quinquennio. Insomma, entro la fine del mandato. Tutto nasce dalla ristrutturazione della stazione dei treni e dallo spostamento dell’autostazione nella zona dell’ex Cuor: obiettivo dell’amministrazione comunale è dotare l’area sudest della città – tagliata fuori da due importanti barriere quali il fiume Sile e la linea ferroviaria – di un collegamento diretto per pedoni e ciclisti, migliorando al contempo l’offerta della Ciclopolitana in termini di tempi di
percorrenza e di sicurezza. Mura, viale IV Novembre, Alzaia, Terraglio e Sant’Antonino diventeranno cinque linee senza limiti. La pista, che sarà realizzata totalmente su sede propria, partirà dalla nuova stazione delle corriere, percorrerà via Pinelli e via Capponi, supererà la ferrovia con un nuovo sottopasso ciclopedonale adiacente a quello carrabile esistente, proseguirà verso via Marchesan dopo aver superato la rotonda della chiesa Votiva, la quale sarà riconfigurata. Infine raggiungerà l’ospedale, dove ci sarà una nuova velostazione. Va aggiunto che il progetto prevede anche una diramazione da via Marchesan verso l’area ex Mom, dove verrà fatta la passerella sul Sile di collegamento con la Restera e con la ciclabile di viale IV Novembre.
Rendering della passerella ciclopedonale sul Sile
Nella Marca il 52% degli adulti si sposta a piedi o in bicicletta Ulss 2: registrati 72 morti premature in un anno Nella Marca la mobilità green è in aumento. Il 52 per cento degli adulti si sposta regolarmente a piedi o in bicicletta. Nel 2018 la percentuale si fermava a quota 47. Il dato emerge dal sistema di sorveglianza Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia) ed è stato reso noto dall’Ulss 2. L’abitudine consolidata di lasciare l’auto parcheggiata è, stando allo studio, prevalente nella popolazione femminile (55 per cento) rispetto a quella maschile (48 per cento), nelle persone più giovani rispetto a
quelle più anziane. Ma ci sono altre curiosità: la mobilità attiva viene adottata con più frequenza a mano a mano che sale il titolo di studio, mentre chi è più ricco preferisce non camminare e pedale. La bici viene usata mediamente tre giorni la settimana per circa mezz’ora al giorno. Più o meno la stessa frequenza e durata delle passeggiate. Al di là dei vantaggi ambientali ed economici, l’azienda sanitaria trevigiana sottolinea come la mobilità lenta consenta notevoli vantaggi per la
salute, calcolando che proprio grazie agli spostamenti a piedi o in bicicletta nella Marca la mortalità prematura (ossia prima dei 70 anni) è stata ridotta del 5,4 per cento, pari a 72 decessi in un anno, e sono stati risparmiati 2,5 milioni di euro di costi sociali. Il movimento, anche quello fatto per spostarsi da un luogo all’altro, contribuisce infatti ad abbas sare il rischio di malattie cardiovascolari, di diabete e di alcuni tipi di cancro. Aiuta a controllare il peso corporeo e contribuisce al benessere mentale.
Grafico della percentuale di adulti che si sposta regolarmente a piedi o in bici per anno
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Fiera. Nella zona della città che più si sta evolvendo ma che riesce a mantenere la propria identità,
La ex piccola Russia, popolare e di sinistra, Il Sile, la Restera, il Prato: lì dove i vicini di Q
uando nel 2008 ha deciso che Fiera sarebbe stato il quartiere ideale nel quale vivere il resto della sua vita con il marito Paolo e il figlio Giovanni, le è saltato subito agli occhi che però c’era una cosa che proprio mancava: una libreria. Del resto Luana Miani per vent’anni ha fatto la libraia in centro, alla storica Canova, dove un tempo il direttore era il suo indimenticato e indimenticabile zio Mario. Un anno e mezzo fa, a forza di dai e dai, Luana ci è riuscita e, grazie alla disponibilità della scrittrice Franca Tamai, ha creato in via Sant’Ambrogio di Fiera una piccola libreria di strada dove prendere e lasciare libri. Una casetta rossa che continua ad avere un grande successo di pubblico, sia fra gli adulti che fra i bambini. Le abbiamo chiesto di farci da guida in questa quarta tappa del nostro viaggio nei quartieri di Treviso. Lei che
“fierotta” non è, ma che in questi anni ha sviluppato un grande legame. Con i luoghi, con le persone e con le tradizioni. “Non puoi mai diventare un fierotto, ma puoi essere accettato. Quando arrivi vieni un po’ studiato. Il mio battesimo – racconta – l’ho avuto al bar Bottolo in via Martini, dove si determina se appartieni o meno a questa comunità”. Più che di un quartiere, Fiera ha tutte le coordinate di un piccolo paese. Dove conoscere e riconoscere i vicini di casa viene naturale. Dove i vecchi (che sono tanti) li chiami per nome. Dove ci si saluta, ci si presta le cose, ci si invita a cena. Dove, insomma, c’è collaborazione e condivisione. Tra la fine dell’Ottocento e il secondo dopoguerra Fiera era un quartiere popolare. E di sinistra. Una piccola Russia, abitata da operai, portuali e lavoratori dei mulini. Del famoso detto “Fiera, ogni porta
‘na gaera” oggi non rimane molto. La bellezza naturalistica del luogo e la presenza del fiume Sile negli anni hanno attratto nuovi residenti con un buon potere d’acquisto. “Credo che oggi il colore politico sia un po’ cambiato”, commenta Miani, secondo la quale ci sono più anime, capaci di convivere in un quartiere che sta evolvendo pur conservando sempre la propria identità. Con la presenza di famiglie storiche che mai e poi mai lascerebbero la loro casa e con recuperi che hanno creato residenze di pregio come il bosco verticale di Ca’ delle Alzaie, progettato dall’archistar Stefano Boeri. Della piccola Russia rimane forse solo un’eco lontana, grazie al Partito democratico che ha scelto di portare qui la sede cittadina. Tutti sognano di poter un giorno andare a vivere a Fiera, inutile negarlo. Abitare in riva
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nonostante le anime diverse che ormai la abitano
oggi è nei sogni di chi vuole vivere a Treviso casa ancora si salutano e si invitano a cena
Nella foto grande: il fiume Sile. Nelle altre foto: Fiera, la chiesa di Sant’Ambrogio, la Restera, lo stand gastronomico degli Amisi dell’Oca, le Fiere di San Luca e la casetta dei libri
al fiume silente, uscire di casa e avere la Restera su cui passeggiare, il Porto in cui ammirare il sole che si rispecchia. Con le anatre che ti entrano in giardino. Vedere cambiare le stagioni, respirare la nebbia che sale dal Sile. Un modo di vivere unico, scandito dallo scorrere lento delle acque, dall’affondo dei remi dei canottieri, dai passi dei runner sull’asfalto, dallo sfrigolio della ghiaia sulle ruote delle biciclette. Un altro mondo a est delle mura. Qui, dove un tempo passavano i burci che trasportavano le merci fino alla laguna, anche il turismo va lento. È slow. É green. Con la Restera sempre più affollata di turisti, soprattutto stranieri. Un risultato fortemente cercato e finalmente ottenuto. “Metterei qualche chiosco in più, dei punti di ristoro per un respiro un po’ più europeo”, suggerisce la nostra guida. Ci sono l’asilo nido, la materna, le elementari Volta e la scuola steineriana. Ora al primo piano dell’oratorio hanno trovato posto le aule di infermieristica e di igiene dentale dell’Università di Padova. A
due passi c’è Villa Carisi, sede dell’Ulss 2 Marca Trevigiana. Ci sono due case di riposo, un centro anziani superattivo, lo Spazio Donna, l’ordine degli architetti e quello degli ingegneri, la sede di Istresco e l’edicola di Maurizio Pregnolato, che è una vera istituzione per tutta la città, non solo perché è simbolo di resistenza ma perché è qui che la mattina si vanno a commentare le notizie locali e nazionali. A Fiera vivono lo scrittore e poeta Francesco Targhetta e la fisarmonicista Francesca Gallo (che fino a poco tempo fa aveva qui anche la sua bottega, dalla quale si spargevano note su tutto il quartiere). Questa ovviamente è la madrepatria di Ricky Bizzarro e dei suoi Radiofiera, quasi inutile ricordarlo. Cosa manca? “Il ritorno delle botteghe dei vecchi tempi, sostituite un po’ alla volta dai centri commerciali”, risponde Luana, che non evita di alzare il sopracciglio mentre butta lo sguardo al di là di Viale IV Novembre. Come in un paese – sono 5.400 gli abitanti del quartiere – la vita di Fiera ruota molto attorno a una parrocchia con
un oratorio che funziona, un campetto recintato dove giocare, un gruppo scout nutrito e un parroco giovane, arrivato da un paio di anni, che la nostra guida definisce rivoluzionario. Don Matteo ha prestato servizio in carcere: “Aria nuova”. Sono gli ultimi giorni di preparazione delle Fiere di San Luca, quando incontriamo Luana Miani. C’è fermento in Prato. Ma il tagadà non è ancora arrivato e la cosa sta creando una certa ansia. “Tagadà, polipo e gabbie sono istituzioni che non possono mancare”, afferma seria. Vicino alla chiesa la bancarella delle frittelle è posizionata, quella dei folpetti pure. Gli operai hanno montato il tendone sotto il quale gustarsi l’oca rosta. Si sente già l’odore inconfondibile dei panini onti. Tradizioni gastronomiche e attrazioni delle Fiere a Fiera. “I fierotti sono orgogliosi di ospitarle. Sono storiche. Erano la fiera del bestiame”. Ma sono da sempre oggetto di discussione: “Spostarle? Perderebbero la loro natura”. Eppure sul Prato – lo spazio all’aperto più grande della città, che quando non è San Luca è parcheggio libero, utilizzato soprattutto da chi va in ospedale – la discussione è vivace. L’associazione Prato in Fiera vorrebbe che fosse rigenerato, che tornato a essere davvero un prato con l’erba, che i parcheggi fossero eliminati e che tornasse a essere una realtà unica, a disposizione dei trevigiani. Un’agorà in cui potersi incontrare. Ogni anno i volontari organizzano il cinema all’aperto, c’è il piccolo circo, ci sono tante iniziative. Ma alla fine il Prato sembra destinato a rimanere un luogo conteso, dove si compenetrano interessi diversi che in qualche modo riescono a convivere. Prevalendo democraticamente a periodi alterni, senza pestarsi troppo i piedi, a volte in un equilibrio precario. Adesso che siamo in ottobre però non si discute: sul Prato comanda esclusivamente il tagadà. Sara Salin
Ad accompagnarci è Luana Miani, che ha scelto di abitare qui con la sua famiglia dal 2008: “Non puoi mai diventare fierotto, ma vieni studiato e puoi essere accettato”. A est delle mura c’è una comunità solida, legata alle tradizioni, che ha come filo conduttore quotidiano il silente scorrere delle acque del proprio fiume
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La città che cambia
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Via i lavori. Grazie ai fondi del Pnrr (6,9 milioni di euro) saranno realizzate anche passerelle e percorsi pedonali
Parte la riqualificazione delle Mura Conte: “Il nostro museo a cielo aperto” L’opera di valorizzazione durerà 527 giorni Sarà il restauro più imponente dal ‘500 a oggi
U
n museo all’aria aperta fruibile tutto l’anno. Questo è il sogno che il sindaco di Treviso ha delle mura cittadine, una volta completato il progetto di riqualificazione presentato nei giorni scorsi. I lavori partiranno a breve, dureranno 527 giorni e costeranno 6,9 milioni di euro. Tutti soldi che arrivano dai fondi del Pnrr. Ma andiamo con ordine. Dopo un anno di studi, a fine settembre è stato ufficializzato il progetto esecutivo per la valorizzazione delle mura, che costituiscono uno dei monumenti più importanti e caratteristici della città. L’obiettivo è rendere le mura più visibili, storicamente conosciute, ma anche più fruibili. Appunto: creare il Museo delle Mura di Treviso. Il masterplan – che costituisce l’impianto generale del progetto – prevede il restauro della cortina muraria, la ricucitura dei percorsi esterni e la realizzazione di nuovi collegamenti. Ponti e passerelle consentiranno quindi di collegare pedoni e biciclette, che potranno utilizzare le mura in modo diverso da come avviene oggi. Sono previsti inoltre la valorizzazione dei percorsi apogei e ipogei, la riqualificazione del sistema difensivo idraulico e la realizzazione di un museo. Il progetto generale analizza anche quelle che saranno le aree strategiche future: vengono cioè date indicazioni per la riqualificazione dell’ex pattinodromo e per la valorizzazione delle porte storiche di accesso alla città, in primis Porta Altinia. Il progetto esecutivo, invece, si focalizza sul restauro delle parti più compromesse dal punto di vista della conservazione. Ossia la parte nord e la parte est. Questo tratto di mura – da Porta Carlo Alberto al Bastione San Marco, per capirci – saranno pulite capillarmente e consolidate grazie a tecniche di restauro conservativo che permetteranno il mantenimento dell’opera e la preserveranno dall’attacco di agenti vegetativi. La riqualificazione riguarderà anche tutto il percorso
golenale, che sarà restituito al pubblico grazie a un sistema di percorsi pedonali e di passerelle metalliche. Non solo: nei varchi attuali saranno posti dei segni a terra per testimoniare le preesistenze delle mura; verranno recuperati i punti di accesso all’acqua (le scalinate e i percorsi); sarà valorizzato Ponte de Pria. I lavori – che l’assessore ai lavori pubblici Sandro Zampese assicura essere “la più
imponente opera di restauro da quando le mura sono state realizzate, nel ‘500” – saranno monitorati nelle varie fasi, in accordo con la Soprintendenza. “Le nostre mura diventeranno un vero e proprio museo a cielo aperto con percorsi tematici e un percorso didattico fra le porte principali, che vuole dare la possibilità di scoprirle e apprezzare le peculiarità del capolavoro di Fra’ Giocondo. Per arrivare – ha dichiarato Mario Conte – a creare una rete con le altre difese veneziane diventate siti Unesco, Palmanova e Peschiera del Garda”.
LA CURIOSITÁ La nuova abside di Santa Caterina esposta e premiata ad Atene Tra le 850 opere scelte per essere esposte al “The Chicago Athenaeum Museum of Architecture and Design” – prestigiosa rassegna che si è tenuta ad Atene – c’era anche la nuova abside della chiesa di Santa Caterina firmata da Toni Follina. Inaugurata il 10 maggio scorso, l’abside è stata ricostruita grazie al contributo del Ministero dei beni culturali: è parte di un monastero totalmente distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale ed è stata ripensata con una muratura portante che ripercorre e sfiora in modo sospeso l’antico tracciato delle fondazioni medievali, che risalgono al 1354. Il volume dell’edificio, alto quindici metri, è un guscio che sfiora e si riconnette al corpo ecclesiastico esistente grazie a un vetro trasparente che corre lungo tutto il perimetro e permette così alla luce di entrare dall’alto e da tutti i punti cardinali.
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L’intervista. La neo-assessora alla Città produttiva racconta se stessa e la visione con cui sta organizzando il settore
“Siamo fortunati, Treviso è già una Ferrari. Questa squadra deve solo farla correre” Rosanna Vettoretti, per 25 anni giornalista a Eden Tv, è consapevole che il suo compito è impegnativo ma le sfide le piacciono: “Devo dare risposte importanti, perché le attività produttive sono il cuore pulsante,la prima vetrina dei trevigiani e della trevigianità”
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er venticinque anni Rosanna Vettoretti è stata giornalista dell’emittente locale Eden Tv. Oggi che è assessora alla Città produttiva, allo Sviluppo economico, al Commercio e all’Artigianato, oltre che alla Valorizzazione dei mercati cittadini, il ruolo è molto diverso ma gli interlocutori sono più o meno gli stessi di allora, nonostante sia passata un po’ di acqua sotto i ponti. “Sono una neofita, ma proprio per la mia precedente professione sul campo sono ricca della conoscenza del territorio e delle dinamiche di questo assessorato”, afferma. Deleghe pesanti, quelle che Mario Conte le ha affidato. Deleghe importanti: “Per la città e per le risposte che dovrò dare. Le attività produttive sono il cuore pulsante di Treviso, il cuore economico, la prima vetrina dei trevigiani e della trevigianità”. Il compito è impegnativo, ma a Vettoretti le sfide piacciono e parte dalla consapevolezza che l’età regala esperienza. A suo vantaggio. Ha cominciato incontrando tutti, dalle associazioni di categoria a quelle spontanee. “Sono stata chiamata
a dare di più rispetto al passato e per riuscirci ho bisogno di loro. Questo – spiega l’assessora, esponente di Fratelli d’Italia – è un lavoro che si può fare solo in rete, mettendo insieme problematiche e aspettative”. Il presente unito alla visione del futuro. Che per Vettoretti devono andare a braccetto, partendo dalla città di oggi con le sue potenzialità e arrivando a progettare la città di domani, con gli occhi ben aperti su un mondo (quello del commercio e dell’artigianato, dell’acquisto e della vendita, della vasta proposta merceologica) che è in continua trasformazione. “La nostra fortuna – dice – è avere una città bella, attrattiva, dinamica, gioiosa. Insomma, abbiamo già la nostra Ferrari. Questa squadra deve solo farla correre”. Una visione, la sua, che va ben oltre le mura. Oltre i confini comunali. “Treviso è il capoluogo di un territorio che parte da Piazza dei Signori e arriva alle Colline del Prosecco. Pur nelle diversità, siamo un unicum. E in futuro tutto questo diventerà una sinergia”. Parla di “città ombelico e volano della Grande Treviso”, stra-
L’assessora alla Città produttiva, allo Sviluppo economico e all’Artigianato, Rosanna Vettoretti
convinta com’è che le peculiarità ci siano tutte. Basta avviare il motore e spingere sull’acceleratore. Ma perché l’idea funzioni davvero, Rosanna Vettoretti afferma che è necessario che ci sia equilibrio. La spiega così: “Una sinergia fra i commercianti, gli artigiani e i pubblici esercenti con i residenti. Perché dobbiamo tornare a dare il giusto valore ai bottegai, che sono i nostri primi referenti per il presidio del territorio. Hanno un valore enorme in un comunità. Sono garanzia, esperienza, conoscenza,
qualità, vicinanza e socialità”. Al di là delle visioni e delle filosofie, ci sono anche le prime traduzioni concrete del programma. Il fare, insomma. La prima firma Vettoretti la sta mettendo sulla valorizzazione del mercato cittadino settimanale. Quello del martedì e del sabato fra piazzale Burchiellati e piazza Matteotti. “Treviso – afferma – nasce come città-mercato medievale e da qui nasce l’importanza della valorizzazione del mercato cittadino”. Che diventa “mercato maggiore”,
si rifà il look, ha un nuovo logo, una nuova cartellonistica con le indicazioni dei prodotti in vendita e sul sito “Treviso per te” è stata inserita una sorta di vetrina virtuale di tutte le attività che residenti e turisti possono trovare. Con categoria merceologica, foto e posizione delle bancarelle, possibilità di valutare l’attività. Un sito – creato nel primo mandato di Conte, quando l’assessorato in questione era di Andrea De Checchi – che vuole essere una guida facile e immediata di tutto quanto Treviso offre: i percorsi dei prodotti, i percorsi delle attività sportive e di quelle ludiche, i percorsi del gusto. Con un occhio di riguardo per tutto ciò che c’è nei quartieri. “Che sono una mia priorità”, sottolinea Vettoretti. “Hanno le botteghe storiche, la tradizione del vicinato, sono il vero presidio del territorio e sono la storia e identità. I quartieri sono l’anima della città ed è qui che, in una Treviso che non ha grandissime strutture ricettive, troviamo la maggior parte dei b&b. Grazie al sito daremo ai molti turisti, ma anche ai nostri operatori di servizi e del commercio, la possibilità di vedere in presa diretta cosa viene offerto quartiere per quartiere”. Sara Salin
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Politica
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L’intervista. Nicolò Rocco e quell’idea di un capoluogo da 150mila abitanti per dare servizi migliori ai cittadini
“Perché non volare alto e iniziare a discutere di fusione per dare vita alla Grande Treviso?” Dai banchi dell’opposizione l’esponente del Terzo Polo invita a fare un salto di qualità ed “ad essere ambiziosi e anticipare i fenomeni strutturali del nostro tempo”
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on ha fatto in tempo a sedersi sui banchi dell’opposizione di Palazzo dei Trecento che il partito che lo aveva candidato sindaco della città, il Terzo Polo, non esisteva già più. Nicolò Rocco è chiaramente deluso dal fallimento del progetto nazionale che lo ha reso protagonista del secondo miglior risultato comunale del 2023. Ma non indietreggia. Rocco, veniamo alla maggioranza che governa Treviso. In sede di presentazione delle linee programmatiche di mandato lei ha dichiarato che mancano alcune progettualità. Quali? “Premetto che la pandemia e una guerra in corso ci hanno insegnato che gli obiettivi di mandato possono anche essere ambiziosi ma ci si può trovare a dover fronteggiare situazioni inedite e che chi amministra deve trovare il giusto equilibro
tra libro dei sogni ed elenco delle opere pubbliche, tra pianificazione e capacità di gestione delle emergenze. Detto questo, giudico positivamente le linee presentate dal sindaco. Cosa manca? Le progettualità per anticipare i fenomeni strutturali del nostro tempo, come la crisi della sanità pubblica, un’immigrazione che non può essere vissuta solo come ‘parcheggio’ di chi arriva, i giovani che se ne vanno perché senza prospettive, gli anziani sempre più soli, i quartieri che avrebbero bisogno di nuove forme aggregative come le consulte. E poi perché non volare alto e iniziare seriamente a discutere di una vera Grande Treviso con un meccanismo di fusione?”. Una Treviso più grande sarebbe in grado di migliorare la vita dei cittadini? “Un capoluogo da 150mila abitanti riuscirebbe a dare ser-
vizi migliori. Perché prima di tutto avrebbe maggiore forza economica e contrattuale. Per 100mila euro non riusciamo a essere di diritto nel cda della Fondazione Teatro Stabile del Veneto. Su Mom incidiamo relativamente, per una questione dimensionale. Da trevigiani non possiamo dire nulla alla Regione sulla Treviso Mare. Oggi tutto è affidato alla buona collaborazione fra sindaci, ma per fare il salto di qualità serve sistema. Non dobbiamo puntare a essere una metropoli che perde la sua identità, ma a rendere effettivo ciò che già siamo: una Grande Treviso”. Intervistato da “La Piazza”, il consigliere Marco Zabai (Pd) ha dichiarato che in campagna elettorale lei ha fatto l’ancella pubblica di Conte. Cosa risponde? “Che lo ringrazio per l’attenzione. Ma ho imparato che in
Nella foto, Niccolò Rocco
politica personalizzare è un errore. Ho la fortuna di poter vivere la politica con libertà, avendo un lavoro. Una libertà che mi guida nelle scelte, nei giudizi, nelle proposte. Con Zabai sono sicuro di poter lavorare bene sui diritti civili, con De Nardi sulla digitalizzazione della città, con Pd e Treviso Civica sul sociale. Ma la sinistra trevigiana deve riconoscere che anche in maggioranza ci sono persone con cui lavorare per il bene di Treviso. La posizione di Conte
sull’accoglienza dei migranti è la stessa di Possamai e Giordani. Me ne sono accorto solo io?”. Sta proponendo un’asse dei sindaci per le regionali? “No, i sindaci devo pensare alle loro città. Ma mi piacerebbe un cambio di prospettiva politica. Il dopo Zaia deve essere deciso dalle segreterie romane o è possibile un ragionamento veneto, parlandosi liberamente senza i paraocchi dei partiti e delle ideologie?”. Sara Salin
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Sociale
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Violenza di genere. Con l’aumento delle richieste di aiuto alla Casa Rifugio, in campo le iniziative di contrasto
Un crowdfunding per il centro antiviolenza e un progetto educativo nelle scuole N
ei primi otto mesi del 2023 sono state 70 le richieste di aiuto arrivate alla Casa Rifugio di Treviso. L’anno scorso erano state complessivamente 61. Sintomo che la violenza di genere è non solo ben presente nel territorio, ma in aumento. Fra le diverse azioni di contrasto e di sensibilizzazione il tavolo inter-istituzionale – che vede capofila il Comune – è stato presentato un progetto di crowdfunding che mette insieme arte e solidarietà con l’obiettivo di sostenere il centro antiviolenza trevigiano. “Stop Violence” è un finanziamento collettivo che parte dall’opera donata dall’artista Manuel Giacometti. La raccolta, gestita dalla cooperativa La Esse attraverso la piattaforma “GOFUNDME”, è anche un modo per informare su tutti i servizi e le realtà che entrano in contatto con le donne vittime di violenza grazie alla campagna di comunicazione associata al progetto. Al termine della raccolta fondi l’opera – esposta al pubblico all’ingresso di Ca’ Sugana – sarà aggiudicata a seguito di un’estrazione. Come spiega l’assessora alla Città solidale Gloria Tessarolo, il tavolo sta agendo su più fronti: la formazione continua e coordinata degli operatori, dalla polizia locale agli assistenti sociali, dagli insegnanti ai medici di base e ai
L’opera “Stop Violence” donata da Manuel Giacometti sarà estratta a sorte fra tutti coloro che donano attraverso la piattaforma online Fino a maggio del prossimo anno mille alunni trevigiani saranno coinvolti in ben 456 ore di sensibilizzazione, rispetto reciproco e risoluzione non violenta dei conflitti
pediatri; la prevenzione, con attività nelle scuole; il rafforzamento della rete e degli interventi, come l’ampliamento della pronta accoglienza; e, non da ultima, l’informazione alla cittadinanza. “Con il costante aumento delle denunce – afferma Tessarolo – è importante proseguire in quest’ambito, rafforzando la rete e ampliando le informazioni alla comunità per arrivare prima e con competenza alle donne e ai loro figli. Senza scordare – aggiunge – la presa in carico degli uomini maltrattanti”. Per insegnare a contrastare la violenza di genere fino da piccoli, da ottobre al prossimo aprile oltre mille studenti di venti classi delle scuole primarie e di 28 classi secondarie di primo grado (Martini, Serena, Felissent, Stefanini
e Coletti) saranno coinvolti nel progetto europeo Change “Alice inCONtra Pollicino”, co-finanziato dalla Commissione Europea e guidato dalla cooperativa sociale Itaca. Ben 456 ore di sensibilizzazione, di educazione alla parità di genere, al rispetto reciproco, alla non violenza nell’affrontare i conflitti, per la prevenzione della violenza di genere, sia fisica che psicologica. “La violenza di genere – afferma Gloria Sernagiotto, assessora alle Politiche educative – è un tema di stretta attualità che deve essere compreso e analizzato con grande attenzione e con un linguaggio accessibile alle varie fasce di età. Questa iniziativa contribuisce a sensibilizzare ma anche a trasmettere e coltivare valori per formare cittadini attivi e consapevoli”.
“Oltre le Barriere” ha incontrato a Roma la ministra Locatelli Esenzione al pagamento del canone Rai. Diffusione nazionale capillare della piattaforma Cude (per l’accesso alle Ztl) per gestire in modo coordinato e uniforme gli spostamenti dei disabili con contrassegno sul proprio veicolo. Estensione e adeguamento delle detrazioni fiscali per l’acquisto di un’auto ibrida o elettrica. L’adeguamento dei limiti delle cilindrate, ferme da decenni, portandole a 3mila centimetri cubici per
diesel e benzina. Sono queste le istanze principali che l’associazione trevigiana “Oltre le Barriere” ha portato a Roma in un incontro con la ministra per la disabilità Alessandra Locatelli e con Diego Borella, coordinatore della segreteria tecnica dello stesso ministero e membro dell’Osservatorio nazionale delle persone con disabilità. “Come associazione impegnata da anni nell’abbattimento delle barriere architettoniche,
sociali e culturali verso la disabilità, abbiamo portato una serie di istanze, problematiche e disagi che ci vengono espressi dalle persone con disabilità del nostro territorio”, ha spiegato la presidente Marzia Zorzetto, che ha annunciato l’avvio di un cammino di collaborazione con la ministra. Nel corso dell’incontro sono state anche esposte le lungaggini delle commissioni patenti a causa di carenza di personale.
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Cultura
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Il festival. Fino al 24 novembre Progetto Donne Veneto organizza la seconda edizione della kermesse culturale
Donne e sport, oggi e nella storia Due mesi di incontri, dibattiti e film Le calciatrici della Treviso Women SSD
Scuole e società sportive coinvolte nel progetto Un fitto programma per parlare con i giovani di doping, sessualità e corretta alimentazione
L
a storia delle donne è il filo conduttore della seconda edizione del festival della cultura sportiva femminile, aperto in città alla fine di settembre con eventi in programma fino al 24 novembre. Organizzato da Progetto Donne Veneto Aps con il patrocinio della Provincia e del Comune, delle commissioni pari opportunità, del Coni, dell’Associazione nazionale atlete e sport e salute, dopo un primo anno su quattro giornate si presenta con un calendario diluito con l’obiettivo di coinvolgere maggiormente il pubblico, le società sportive e le scuole. Perché un festival sullo sport femminile? Perché ci sono ancora molte resistenze. Lo sport femminile era presente già nell’antica Grecia: i giochi Erei erano riservati proprio alle donne, che però non potevano partecipare alle Olimpiadi. Dopo un lungo silenzio, le donne sono riapparse nel badminton, gioco di movimento dell’alta società inglese e francese di inizio ‘800. Solo la tenacia di alcune pioniere ha fatto in modo che la strada venisse aperta al mondo femminile e al riconoscimento del suo valore. Perché, come ricordano le organizzatrici, fosse stato per il barone de Coubertin staremmo ancora ad apprezzare vallette dei maschi vincitori. Resistenze, si diceva. Se fino a qualche anno fa la convinzione comune era che le donne avessero un fisico troppo debole per certe prove di forza, di resistenza o di velocità e che la loro natura le relegasse unicamente al ruolo di mogli e madri, oggi si fanno ancora i conti con la disparità di genere. Le donne ai vertici degli organismo di governo dello sport sono ancora una minima parte, nonostante i dati del Coni rivelino una presenza raddoppiata nei consigli federali rispetto al 2020. Quelle elette o nominate vicepresidenti sono tredici, un numero ben lontano dagli uomini pari grado. Per rivolgersi alle nuove generazioni, l’iniziativa prevede incontri nelle scuole: il 18 ottobre
alla Casteller di Paese si parlerà di donne e doping, partendo dagli storici casi delle atlete cavie nei paesi dell’Est Europa; il 14 novembre sempre al Casteller protagonista sarà il cricket, come sport esempio di integrazione; il 17 novembre alle Coletti di Treviso il tema sarà la nutrizione, con l’attualità dettata dal recente scandalo della ginnastica ritmica e dai silenzi della danza; il 24 novembre al
liceo Da Vinci saranno affrontati i segreti dello spogliatoio tra preconcetti e pregiudizi in materia di sessualità.
Due i film che saranno proiettati in collaborazione con Cineforum Labirinto: il 18 ottobre nella sala di via Isonzo del CSV
“Amelia” di Mira Mair, biografia dell’aviatrice Amelia Earhart e il 15 novembre “La battaglia dei sessi” di Jonathan Dayton e Valerie Faris, che racconta la nascita della WTA, l’associazione mondiale delle tenniste, esattamente cinquant’anni fa. Spazio anche allo sport praticato, con la partita di calcio femminile in programma alle 17 di domenica 5 novembre in piazza Borsa. Bambine e ragazze si potranno unire alle atlete della Treviso Women. Sara Salin
PREMIO BERTO Dalla Santunione vince la XXX edizione È Alessandro Dalla Santunione, con “Poco mossi gli altri mari” (Marcos y Marcos), il vincitore all’unanimità della trentesima edizione del Premio Giuseppe Berto, uno dei più prestigiosi riconoscimenti dedicati alle opere prime di narrativa italiana, la cui cerimonia finale si è tenuta il 23 settembre scorso nella piazzetta del teatro di Mogliano Veneto, città natale dello scrittore. “A sorprendere più di ogni altra cosa il lettore
è il tono di una sospensione, un’atmosfera di incredulità, a cui corrisponde una lingua che semina ironia a ogni riga e chiede al lettore di lasciarsi andare”, ha affermato il presidente della giuria Ernesto Ferrero, che ha spiegato come il libro sia stato ritenuto una delle opere più originali degli ultimi anni, e non solo tra quelle d’esordio. Modenese, Della Santunione – che lavora nel mondo del turismo – prima di “Poco mossi gli altri mari” aveva pubblicato alcuni racconti.
La candidatura
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Il dossier. Il documento, presentato a Roma a fine settembre, è articolato in 35 progetti speciali e oltre 300 eventi stabili
Treviso si gioca tutte le carte sui “sensi” per la Capitale italiana della cultura 2026 “
I sensi della cultura”. È questo il titolo del dossier che l’amministrazione comunale di Treviso a fine settembre ha inviato a Roma per candidarsi ufficialmente a “Capitale italiana della cultura 2026”. Non resta che aspettarne la valutazione. Un documento sostanzioso, articolato in 35 progetti speciali che vanno ad aggiungersi agli oltre 300 eventi dell’offerta culturale stabile della città. Il tutto legato anche al raggiungimento degli obiettivi dettati dall’agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile. Tutti coloro che partecipano come soggetti al progetto sono infatti chiamati a sottoscrivere un “Protocollo Verde” per portare vicino allo zero l’impatto ambientale di Treviso 2026. Il logo ufficiale è stato creato da Renato Casaro, illustratore trevigiano considerato uno dei più importanti, influenti e innovativi cartellonisti cinematografici italiani. Ma quali sono i sensi della cultura su cui poggia la candidatura? Si parte dal senso come significato e si procede nel senso come direzione e percezione. Legati indissolubilmente ai progetti di ricerca, produzione, promozione e fruizione culturale che si fondano su una visione integrata e vivente del patrimonio cittadino: storico-artistico, ambientale, immateriale e non da ultimo umano. La proposta ha cinque sezioni. “Treviso città aperta”, quella cioè capace di rigenerare gli spazi, di tutelare il proprio patrimonio, di sostenere il turismo di rete, promuovere eventi culturali come forme intime e profonde di accesso al territorio. “Treviso città di tutti”, per valorizzare e potenziare la rete solidale di una comunità attiva, cooperativa e inclusiva. “Treviso città futura”, che si pone l’obiettivo di aiutare le nuove generazioni a crescere grazie ai servizi per la comunità, agli spazi di partecipazione per i giovani, a percorsi formativi che mettono insieme la conoscenza, la cultura del corpo e dello sport. Con “Convivium” il dossier si focalizza sull’enogastronomia, le manifestazioni culinarie, le tradizioni, le pra-
A sostegno sono scese in campo le principali istituzioni: Regione, Provincia, Diocesi, Camera di Commercio e le università di Padova e Venezia, ma anche una lunga lista di patrocinatori fra gli enti e le associazioni culturali,imprenditoriali e sociali, compresi Save, Aertre e Mom
Il sindaco Mario Conte con la prima del dossier
tiche agricole e produttive, i locali storici tipicamente trevigiani. E ancora: “Treviso città gioiosa e operosa”, che va dare valore alla caratteristica voglia di fare dei suoi abitanti senza però dimenticare che oggi tutto questo deve andare inevitabilmente a braccetto con la sostenibilità economica, ambientale, sociale e con nuovi equilibri tra bisogni sociali e walfare. Un dossier che il sindaco Mario Conte – che ha voluto tenere per sé la delega alla cultura, probabilmente non a caso considerata l’entità della posta in gioco con questa candidatura – definisce “la fotografia di una realtà viva e dinamica, ma che proprio grazie al titolo di Capitale della cultura potrebbe fare un salto di qualità”. Un atto, a suo dire, che “dà senso alla nostra storia passata e presente e che plasma il futuro”. Ma anche un modo per ringraziare tutti i protagonisti del “fare cultura” in città. Che sono tanti, diretti e indiretti. E tutti (istituzioni, associazioni di categoria, associazioni culturali, fondazioni) ci stanno mettendo la faccia per raggiungere un risultato ambizioso. E che per un soffio non arrivò la prima volta, quando nel 2018 Treviso – durante l’amministrazione guidata dal sindaco Giovanni Manildo, con Luciano Franchin assessore alla cultura – arrivò nella “short list” delle candidate per il 2020
con il progetto “TrevIsOpen – Cultura oltre le mura” ma venne amaramente sconfitta da Parma. Al fianco del Comune si sono schierate tutte le istituzioni, dalla Regione alla Provincia, dalla Camera di Commercio alla Diocesi, dalle due università presenti in città (Padova e Venezia) ai comuni che formano la “Grande Treviso Next Generation City” fino a tutti quelli della Marca. Un comitato promotore che è un autentico plotone, assistito da un altrettanto nutrito comitato di patrocinatori e sostenitori: Soprintendenza, Belle Arti, Patrimonio delle Colline del Prosecco e Consorzio del Prosecco Doc, Teatro Stabile del Veneto, OGD delle città d’arte e delle ville venete del trevigiano, il Centro servizio volontariato, quello di studi sull’economia turistica, l’Ateneo di Treviso, Confindustria Veneto Est e tutte le associazioni di categoria del territorio (commercio, artigiani, albergatori). E poi le fondazioni (Veneto Film Commission, Benetton Studi e Ricerche, Cassamarca, Marca Treviso, Mazzotti), il conservatorio Steffani, l’Unpli provinciale, l’associazione per le Ville Venete e i Castelli e quella musicale Manzato, la Rete dei Festival e Fabrica. Ma anche Generali, Aertre, Save, Mom e le banche del territorio Prealpi e CentroMarca.
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#Regione
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Il dibattito. Agli Stati Generali dei Comuni elaborato un documento unico da inviare al Governo
“Nessuno potrà fermare 500 progetti da 833 milioni” Sul Pnrr i sindaci veneti dell’Anci fanno quadrato D
al Pnrr all’immigrazione, dalla voglia di autonomia alla necessità di far quadrare i conti dei bilanci comunali, i sindaci si sentono in prima linea e mandano un messaggio chiaro a Regione e Governo: non toglieteci risorse e non vanificate il lavoro di questi anni sul fronte delle nuove opere, degli investimenti e di una accoglienza più sostenibile. Non è un ultimatum ma un messaggio chiaro, confluito nel documento unico elaborato al termine Stati Generali dei Comuni del Veneto organizzati da Anci Veneto. Solo a scorrere l’elenco di chi si è alternato sul palco di Verona si comprende la portata di questa occasione di confronto: Mario Conte, presidente di Anci Veneto, Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, Damiano Tommasi, sindaco di Verona, Sergio Giordani sindaco di Padova, Roberto Bazzarello, referente Anci Giovani Veneto, Flavio Massimo Pasini, presidente della Provincia di Verona, Maria Rosa Pavanello, vicepresidente vicaria di Anci Veneto, Elisa Venturini, vicepresidente di Anci Veneto, Cristiano Corazzari, assessore alla Sicurezza e Territorio della Regione del Veneto, Francesco Calzavara, assessore alla Transizione Digitale della Regione del Veneto, Roberto Marcato, assessore allo Sviluppo Economico della Regione del Veneto. “Si è chiusa un’estate particolarmente complessa: i temi sul tavolo delle istituzioni, - ha esordito Conte - e in particolare di noi sindaci, erano e sono ancora molteplici. I flussi migratori, le emergenze economiche e sociali, i cantieri Pnrr, il mantenimento dei servizi a fronte delle ristrettezze di bilancio: sono tanti i frangenti in cui i sindaci sono stati chiamati in causa. In Veneto abbiamo dimostrato come, nonostante le tante difficoltà, i cantieri Pnrr procedono secondo i tempi stabiliti con l’80% delle
opere già aggiudicato, avviato e concluso e il restante 20% in fase di progettazione avanzata.I progetti portati avanti dai Comuni sono oltre 500. Il valore complessivo delle opere PNRR, in tutti gli ambiti (infrastrutture sociali, scuole, strade, transizione ecologica e pianificazione urbanistica, digitalizzazione) ammonta a ben 833.997.156 di euro. L’impegno dei nostri comuni deve essere rispettato. A cantieri aperti, o ad opere già appaltate, nessuno potrà dire “stop” perché i finanziamenti che prima c’erano improvvisamente non ci sono più e non sono stati sostituiti”. CONTE: “UNICA REGIA EUROPEA SULL’IMMIGRAZIONE” Sulla spinosa questione immigrazione, “tema sul quale stiamo facendo sforzi immani, a prescindere dalle opinioni di ognuno di noi, che su alcuni punti possono anche divergere”, Conte chiede per i sindaci “ regole certe e su un’unica cabina di regia che deve essere, lo sottolineo tre volte, europea. Le grandi strutture collettive non fanno altro che portare disagi che poi ricadono sulle nostre comunità. Vogliamo assolutamente scongiurare un’altra situazione come quelle di Cona e Bagnoli”. Sul piatto anche l’organizzazione interna ai municipi, alle prese con la cronica carenza di personale: mancano in media il 25% di dipendenti e anche i segretari comunali sono in difficoltà. Da qui l’accorato appello al governo. TOMMASI: “FACCIAMO GIOCO DI SQUADRA” “Credo che queste siano le occasioni in cui le tante parole che si usano per parlare di territori e comunità, - ha sottolineato il sindaco di Verona Damiano Tommasi - di capillarità della presenza delle istituzioni per un confronto serio sui temi che ci coinvolgono tutti i giorni. Sono convinto che se il gioco si fa di squadra, si riescono a trovare soluzioni che non vengono
Sopra: Mario Conte, Luca Zaia, Damiano Tommasi e Sergio Giordani (foto ufficio stampa Comune di Verona). A destra: Elisa Venturini e Roberto Bazzarello
condizionate da posizionamenti politici o da ideologie. Anci Veneto ha il compito di raccogliere le voci di tutti, trasversali, cariche di esperienza sul campo. Il senso di queste giornate non è solo segnalare problemi, ma soprattutto proporre e confrontare soluzioni”. VENTURINI: “I COMUNI NON SONO SEMPLICI ESECUTORI” Elisa Venturini, vice presidente di Anci Veneto, ha aggiunto: “I Comuni svolgono una funzione determinante nel rapporto tra i cittadini e le istituzioni e per questo il loro ruolo deve essere valorizzato anche nella fase in cui lo stato centrale prende le decisioni. I Comuni non possono essere semplici esecutori di
decisioni prese altrove, lo stato deve essere loro vicino e fornire gli strumenti per affrontare e gestire le situazioni che si presentano: in questo senso il ruolo dell’Anci come coordinamento e sintesi è assolutamente strategico”. BAZZARELLO: “GIOVANI SINDACI TANTI QUANTI GLI OTTANTENNI” A sottolineare la mancanza di giovani tra gli amministratori locali è stato Roberto Bazzarello, coordinatore regionale di Anci Giovani Veneto. “In Italia ci sono circa 20 mila giovani under-36 che ricoprono cariche nei comuni (sindaci, assessori o consiglieri comunali) di cui 1500 in Veneto. Ma siamo sempre meno,
solo il 18% del totale degli amministratori comunali. L’età media dei sindaci Italiani è di 55 anni ma la cosa preoccupante è che noi giovani, siamo tanti quanti i sindaci ottantenni e se continuiamo così ci ritroveremo sempre più sindaci pensionati. Stiamo lavorando per avvicinare i giovani alla politica. Abbiamo proposto di avviare una collaborazione con il Ministero dell’Istruzione con l’obiettivo di raccontare nelle scuole il lavoro de giovani amministratori. A livello locale organizziamo corsi di formazione gratuita in webinar e vogliamo realizzare i Consigli Comunali dei Ragazzi nelle città capoluogo insieme alla Regione”.
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Regione
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L’intervista. Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto, fa il punto sul settore
“I bonus edilizi servono, c’è bisogno di forza lavoro” Le aziende stanno vivendo una fase di crescita, ma resta il problema dell’occupazione e dell’accesso al credito, occhi puntati su fonderie e metalmeccanica
Le aziende stanno vivendo una fase di crescita, ma resta il problema dell’occupazione e dell’accesso al credito, occhi puntati su fonderie e metalmeccanica
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alle prospettive sui bonus edilizi alla ricerca di personale, dalla situazione finanziaria alle prospettive per l’immediato futuro: Roberto Boschetto, presidente veneto di Confartigianato Imprese, fa il punto sul settore e lascia alcune proposte. Presidente, qual è lo stato di salute del settore al momento? “Dopo il covid per tutti gli artigiani c’è stata una crescita notevole. Di contro, purtroppo abbiamo dovuto affrontare la mancanza di personale, per cui non siamo riusciti a portare a termine molte commesse. D’altra parte questa difficoltà nasce per vari motivi, non solamente la denatalità ma anche perché molti preferiscono fare lavori. Soprattutto i nostri ragazzi italiani preferiscono, dopo l’università intraprendere percorsi di un livello diverso a cercare lavori d’ufficio. Per questo molte nostre aziende hanno dovuto ricorrere a personale dall’est Europa o dal Marocco. Ma attualmente mancano anche questi lavoratori e ciò ci ha messo in forte difficoltà, nonostante la parte economica sia buona. Non è vero quello che dicono spesso che nelle nostre aziende non si guadagna, invece si guadagna molto bene”. Perché? “Perché noi ci teniamo ai nostri dipendenti. Il rapporto che c’è nelle nostre aziende tra datore di lavoro e dipen-
dente è molto più forte rispetto a un’azienda e quindi a un’industria. In quel contesto una persona rappresenta un numero, da noi o si va d’accordo oppure ognuno va per la sua strada. Quindi questo permette di lavorare in sintonia, lavorare bene e permette anche a a molti dei nostri dipendenti di avere quella disponibilità di tempo che adesso viene molto richiesta, soprattutto dai giovani. I giovani non vogliono solamente lavorare e basta, ma voglio coltivare i propri hobby e seguire la famiglia”. Un altro problema del settore è quello dell’accesso al credito con tassi molto alti. “Sì, purtroppo proprio quando si sta lavorando bene la BCE sta aumentando quasi quotidianamente i tassi. Questo ovviamente mette in difficoltà le aziende da un lato perché non hanno la liquidità per mantenere il giro di cassa e dall’altro lato la clientela. Se prendiamo ad esempio il settore dell’edilizia che da dopo il covid ha ripreso alla grande, l’aumento dei tassi mette in difficoltà le giovani coppie e più in generale la classe media. Dopo la crisi del 2008 le costruzioni che finalmente avevano ripreso ora affrontano un nuovo calo, già lo notiamo e lo abbiamo fatto presente a livello nazionale”. Sul fronte dei bonus, cosa vi aspettate dal governo? “A fine anno cercheremo di capire e avere una riposta.
Roberto Boschetto presidente di Confartigianato Imprese Veneto
Quello che noi chiediamo è di continuare con più intelligenza e più capacità, a differenza di quanto fatto con il 110 per cento. I bonus servono all’economia ma anche al nostro patrimonio edilizio. La maggior parte dei nostri edifici hanno bisogno di una ristrutturazione, anche per rispettare i nuovi standard energetici europei. Speriamo che il governo sappia mettere in campo con intelligenza delle proposte adeguate, ben diverse dal precedente superbonus”. Tra i settori che stanno soffrendo vi sono le fonderie. “Già ad inizio anno ce ne siamo accorti da alcuni dati che arrivavano proprio dal comparto delle fonderie. Le nostre rilevazioni ma anche quelle di Confindustria ci dicono che già dall’inizio della
scorsa primavera questa attività ha subito un forte rallentamento. Siamo molto preoccupati perché tutto il settore della meccanica è molto forte nel mondo dell’artigianato che rappresenta una delle filiere più importanti del nostro mondo. La prospettiva brevissimo termine indica che da ottobre a novembre ci saranno minori commesse, una tendenza dovuta a vai fattori, sopratutto a livello europeo. La Germania, dove il Veneto lavora molto in particolare nel comparto delle automobili e delle macchine operatrici, sta affrontando una crisi pesante, con una inflazione maggiore della nostra. Questa congiuntura sfavorevole di riflesso di ripercuote sulle nostre imprese visto che siamo dei forti subfornitori della Germania oltre che di altri stati europei.
Non nascondiamo la nostra preoccupazione in questo frangente, sia sul fronte interno che su quello europeo”. Vi aspetta dunque una stagione impegnativa? Come sempre i nostri imprenditori non temono le sfide e quando c’è da rimboccarsi le maniche non si tirano certo indietro, quindi affronteremo anche questa congiuntura impegnativa. Con la stessa determinazione affronteremo anche i temi che come Confartigianato Imprese stiamo ponendo da livello regionale a quello nazionale, dialogando sui tavoli a Roma, ben consapevoli che certe misure richiedono un intervento ancora più ampio, a livello europeo. L’Europa orma è una realtà che con la quale dobbiamo quotidianamente dialogare e dobbiamo confrontarci”.
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Regione
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La consultazione. Calzavara: “Una nuova stagione per il riordino degli enti locali”
Fusioni di Comuni, a fine ottobre i referendum La Regione abbassa il quorum al 30 per cento Ecco i comuni al voto: Polesella - Guarda Veneta; Gambugliano - Sovizzo; Quero Vas - Alano di Piave; Carceri - Vighizzolo d’Este
A
fine ottobre si vota per nuove fusioni dei Comuni in Veneto. Il 29 e 30 ottobre sono in calendario quattro referendum consultivi in cui otto amministrazioni sottoporranno ai cittadini il progetto di fusione. E per la prima volta si vota con il nuovo quorum di partecipazione. I comuni che andranno al voto l’ultimo weekend di ottobre sono: Polesella - Guarda Veneta; Gambugliano - Sovizzo; Quero Vas - Alano di Piave; Carceri - Vighizzolo d’Este. Intanto il Consiglio regionale approva il disegno di legge sull’associazionismo intercomunale, le fusioni di comuni e le intese programmatiche di area, primo tassello, spiega l’assessore regionale al bilancio e alla programmazione Francesco Calzavara, all’interno del piano di riordino territoriale. “Le disposizioni approvate aiuteranno a dare rapida attua-
zione al Piano di Riordino territoriale adottato dalla Giunta regionale - ricorda l’assessore - e all’esame della Prima Commissione Consiliare per l’espressione del parere di competenza. In particolare, segnalo come abbassando anche il quorum di partecipazione ai referendum di fusione, che viene portato dal 50 per cento al 30 degli aventi diritto al voto, con ulteriore ribasso al 25 per cento laddove vi sia una alta percentuale di iscritti all’Aire, l’anagrafe degli italiani con residenza all’estero, potremo avviare una nuova stagione legate ai processi di fusione che si lega strettamente a quella razionalizzazione della governance capace di sostenere una visione nuova, aggiornata e ancora più efficiente del territorio regionale. “Il referendum è il più importante istituto di democrazia di-
Francesco Calzavara, assessore al bilancio e alla programmazione
retta e abbassare il quorum non va ad intaccare questo diritto, ma intende combattere un fisiologico astensionismo – puntualizza Calzavara -. A fine ottobre celebreremo in Veneto ben 4 referendum consultivi su processi di fusione, una sorta di ‘fusion day’, in cui otto amministrazioni locali si confronteranno con i propri cittadini applicando il
nuovo quorum di partecipazione. Il Veneto con i suoi 563 comuni è la terza regione per numero di comuni, di cui 181 con meno di 3mila abitanti e in uno scenario decennale, circa 130 comuni veneti sotto i 10mila abitanti avranno serie difficoltà ad erogare servizi efficienti sul proprio territorio – conclude Calzavara
-. Intendiamo sollecitare una profonda riflessione sul tema al fine di individuare la dimensione media ottimale per continuare a garantire tutte le funzioni comunali. Questo potrà avvenire attraverso varie forme: le unioni di comuni, le conferenze dei sindaci e i futuri ATS (Ambiti territoriali sociali) che vedranno la nascita entro l’anno”.
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Regione
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La discussione. Di fronte alle critiche dei consiglieri di opposizione la Regione smentisce
Nervi tesi sui conti della Strada Pedemontana Veneta “L’importo sale ancora”, la replica: “Lettura sbagliata” Zanoni: “I mancati introiti dei pedaggi peseranno sui nostri bilanci”, Lorenzoni: “L’operazione si è rivelata un bancomat da cui attingere per 39 anni”
“A
l privato non si deve dare un euro in più per la realizzazione della Pedemontana. Se infatti la concessionaria avesse rispettato il cronoprogramma della terza convenzione del 2017, i lavori sarebbero terminati ben prima del Covid-19 e della guerra in Ucraina”. Il commento alla notizia dell’aumento dei costi della Superstrada Pedemontana Veneta di altri 361 milioni di euro, portando così l’ammontare per la sua realizzazione a 2 miliardi e 880 milioni, è dei consiglieri regionali del Partito Democratico, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni, Francesca Zottis, Anna Maria Bigon e Chiara Luisetto. Ma dagli uffici regionali arriva la smentita: “Si tratta di ricostruzioni non corrette tratte dai dati di bilancio, con il messaggio erroneo che alla Regione sarebbero già stati preventivati dall’azienda
realizzatrice maggiori costi per 300 milioni di euro. Fatto che al momento non trova alcun riscontro”. I dirigenti regionali si chiedono: “Pertanto cosa c’è di vero? I dati riportati sono dati di bilancio, pubblicati, interpretati traendo conclusioni che gli uffici non reputano corrette e applicabili alla SPV.I rapporti dell’azienda che sta realizzando l’opera con la Regione dipendono da un contratto e da un Piano economico finanziario, che sono altra cosa. Che poi la ditta abbia già segnalato alla Regione che l’infrastruttura è costata di più di quanto previsto, a causa della pandemia e dell’aumento prezzi per la guerra in Ucraina è certamente plausibile. Come già più volte comunicato, la Regione su tali istanze, peraltro nemmeno completamente computate, ad oggi non ha concesso né proroghe sui tem-
L’inaugurazione del collegamento tra la Pedemontana e la A27
pi di realizzazione né maggiori costi riconosciuti a carico della concessione”. Ma l’opposizione incalza anche sull’impatto del canone: “Non dimentichiamo – sottolinea Zanoni - i mancati introiti da pedaggi a causa di uno scarsissimo flusso di traffico. Con la terza convenzione del 7 marzo 2017, il presidente Zaia ha commesso il tragico errore di garantire alla SIS un canone
annuo per 39 annualità, per un ammontare complessivo di 12 miliardi di euro, ottenendo in cambio di incassare i pedaggi da flussi di traffico. Così facendo ha portato il rischio di impresa a carico dei cittadini veneti, e il risultato disastroso è sotto agli occhi di tutti, visto che le entrate da pedaggi sono insufficienti a coprire i costi del canone. Non finisce qui, perché, stando ai dati dei
primi sei mesi di quest’anno, anche con la realizzazione del tratto finale di Montecchio Maggiore, si prevedono entrate non superiori ai 100 milioni l’anno, contro un canone che in media ci costerà 300 milioni l’anno”. Su questo aspetto interviene anche Arturo Lorenzoni, portavoce dell’opposizione in Consiglio Regionale: “L’opera doveva aver definito tutti i termini contrattuali nel 2017, senza ulteriori sorprese. Invece secondo i privati la Pedemontana Veneta è un bancomat da cui attingere per 39 anni. Ed è sorprendente che gli amministratori della Lega critichino il superbonus per l’effetto che ha sul debito dello Stato, mentre l’operazione della SPV da loro congegnata è dello stesso stampo e ben peggiore. Infatti, non solo ha caricato un debito ‘mostruoso’ sulla comunità regionale, ma non si è nemmeno in grado di quantificarlo, come testimonia l’incertezza sull’entità dei pedaggi futuri”.
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Regione
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La collaborazione. Nuova partnership per la promozione del progetto “Le Buone Abitudini”
Aspiag Service Despar e Provincia di Padova insieme per la sana alimentazione nelle scuole C
resce il gruppo di lavoro de “Le Buone Abitudini”, il programma firmato Despar e rivolto alle scuole primarie per promuovere la sana alimentazione e stili di vita salutari, con la nuova partnership stretta fra Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, e la Provincia di Padova che affiancherà l’azienda nello sviluppo e nella diffusione del progetto. “Le Buone Abitudini” è infatti il programma di educazione alimentare che da diciassette anni Aspiag Service Despar promuove all’interno delle scuole primarie aderenti al progetto presenti nelle regioni in cui l’azienda opera. Dal 2006 quando è nato, “Le Buone Abitudini” è riuscito a formare 150 mila alunni, coinvolgendo oltre 6.500 classi appartenenti a più di 1.000 istituti scolastici in quasi 700 Comuni delle regioni in cui l’iniziativa è attiva. Da Padova, provincia che ad oggi conta 84 Comuni aderenti all’iniziativa, comincia ora
una nuova fase di sviluppo che mira a coinvolgere sempre più scuole e alunni su tutte le altre sei province del Veneto, in coordinamento con l’Assessore Regionale all’Istruzione Elena Donazzan. L’importante partecipazione della Provincia di Padova, inoltre, aiuterà il programma ad ampliarsi ulteriormente su tutto il territorio provinciale, grazie al coinvolgimento diretto dei 102 comuni a cui la stessa Provincia si rivolgerà in maniera diretta, anche attraverso l’intervento del Provveditorato agli Studi di Padova, al fine di coinvolgere le diverse amministrazioni comunali all’interno dell’iniziativa e dei suoi svilup-
pi futuri. Una collaborazione istituzionale significativa che arricchisce il gruppo di lavoro de “Le Buone Abitudini”, dove sono già operative altre due realtà pubbliche, l’AULSS 6 Euganea e l’Università di Padova: la prima in qualità di sviluppatore del progetto attraverso un percorso dedicato ai neogenitori e ai primi 1000 giorni di vita del bambino, e la seconda per la misurazione e la valutazione scientifica quinquennale degli impatti che il programma risulta avere sugli stili di vita adottati, nonché per l’elaborazione di una proposta di possibili interventi da attuare per la continua promozione della salute.
“Le Buone Abitudini” è un programma strutturato in cinque percorsi di educazione alimentare, curati e verificati in collaborazione con un team di specialisti (medico, psicologa, nutrizionista, cuoco, biologo e pedagogista) e differenziati per ciascuna classe della scuola primaria in un percorso formativo, in linea con le indicazioni nazionali del MIUR. Oggi il programma è fruibile interamente online attraverso una piattaforma digitale (https://www.lebuoneabitudini. despar.it/piattaformascuola/) dedicata agli insegnanti della scuola primaria, che possono registrarsi con facilità e usufruire di contenuti scientifici aggiornati e proposte interattive. Un investimento in innovazione che da un lato ha permesso a Despar di continuare a stare al fianco delle scuole e degli alunni anche durante il periodo pandemico e, dall’altro, di aprire il progetto all’interno territorio nazionale grazie alla collaborazione del Consorzio Despar Italia.
3 domande a Stefania Tessari, Direttore Medico dell’UOC Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione dell’Azienda Ulss 6 Euganea 1. Quale è il ruolo dell’educazione e della prevenzione nello sviluppo di pratiche per l’adozione di una sana alimentazione e corretti stili di vita nei bambini? Il ruolo della prevenzione per la promozione di stili di vita salutari nei bambini è fondamentale per una crescita sana e in salute fin dai primi mille giorni di vita e ancor di più già prima del concepimento. Imparare fin da piccoli a seguire buone abitudini alimentari e praticare attività motoria aiuta a diventare studenti e sportivi brillanti con aumento delle capacità di apprendimento e adulti consapevoli e responsabili del proprio benessere fisico, psichico e relazionale. Il risultato nel lungo termine contribuirà alla riduzione di malattie croniche come malattie cardiovascolari, tumo-
ri, diabete, obesità e altre. 2. In che modo l’Azienda Ulss 6 Euganea promuove l’educazione alimentare e in quali iniziative si concretizza questo impegno? L’AULSS 6 Euganea ha un piano di prevenzione aziendale con programmi di promozione della salute che coinvolgono gli ambienti di vita (es. scuole, luoghi di lavoro), lungo tutto l’arco della vita delle persone. Tra i programmi, ha attivato un tavolo intersettoriale per le scuole a cui partecipano vari enti pubblici e privati, al fine di costruire una rete tenendo la persona, il bambino e la famiglia al centro dell’attenzione al fine di aumentare la consapevolezza e le abilità per adottare stili di vita salutari. L’Ulss 6 Euganea è impegnata in diverse attività di prevenzione per le scuole
e i Comuni, nelle mense scolastiche con la valutazione
dei menù e la diffusione del Ricettario 2.0 regionale, portale che presenta tantissime ricette varie ed equilibrate, a cui le scuole possono fare riferimento; ha ambulatori e consultori nutrizionali; svolge laboratori sulla sana alimentazione con le scuole elementari; svolge corsi alle future e neo mamme perché la salute parte proprio
da una sana alimentazione durante questi periodi preziosissimi. 3. Che cosa prevede il protocollo che avete siglato con Aspiag Service Despar e in che modo il programma Le Buone Abitudini si inserisce nel piano di prevenzione promosso dall’azienda sanitaria locale? Il protocollo siglato con Aspiag Service Despar e deliberato dal Direttore Generale dell’Azienda Ulss6, prevede una collaborazione sinergica tra le due parti. Tramite questo accordo l’Ulss 6 integra e promuove il programma “Le buone Abitudini” nelle scuole della provincia di Padova a partire dagli asili nido, fino alle scuole secondarie di primo grado. È stato inserito per l’AULSS6 tra i programmi promossi dalla regione nel piano di prevenzione.
IL PUNTO
di Giovanni Taliana Direttore Regionale Aspiag Service Despar per il Veneto
Pubblico e privato: una sinergia vincente per progetti di utilità sociale Il programma “Le Buone Abitudini” che la nostra azienda ha avviato ormai diciassette anni fa è riuscito ad aggregare un gruppo di lavoro che coinvolge partner istituzionali di primo piano ed è una dimostrazione tangibile di come la sinergia tra istituzioni e mondo dell’impresa sia vincente nel sostegno e la promozione di progetti di utilità sociale, ambito nel quale Aspiag Service Despar svolge da sempre un ruolo di primo piano. Come azienda, infatti, sentiamo forte la responsabilità verso i territori in cui siamo presenti ed è per questo che il nostro impegno sociale si concretizza in una logica di restituzione ai territori e alle comunità di parte del valore che da essi riceviamo. Ne è un esempio concreto il programma “Le Buone Abitudini” nel quale continuiamo ad investire con convinzione perché lo riteniamo uno strumento dal grande potenziale e un concreto supporto alla scuola e alle famiglie per informare e rendere sempre più consapevoli le giovani generazioni su una tematica centrale come la promozione della sana alimentazione e di corretti stili di vita. I numeri di coinvolgimento di questo importante progetto sono in continua crescita e, anche grazie al coinvolgimento di partner istituzionali di primo piano, vogliamo rafforzare sempre più un ponte tra scuola, famiglia, società e istituzioni per accrescere la consapevolezza su una tematica centrale per lo sviluppo delle società come la qualità della vita. Essere un attore sociale al fianco delle necessità dei territori e delle comunità in cui ci inseriamo è da sempre una missione che ci caratterizza, vogliamo esserlo sempre di più portando il nostro modo di fare impresa e contribuendo, in un dialogo costante con tutti i soggetti che animano la vita del territorio, a costruire uno sviluppo sostenibile e inclusivo.
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OTTOBRE 2023
on-line:
Ottobre in rosa La campagna della Lilt, gli screening promossi dalla Sanità veneta
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Tumore al seno, la prevenzione è sempre la risposta giusta
a prevenzione è sempre la risposta giusta”, è il claim di quest’edizione della campagna Nastro rosa 2023, l’appuntamento della Lilt (la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) che ad ottobre, ogni anno, promuove la campagna Lilt for Women per informare e sensibilizzare le donne sulla vitale importanza della prevenzione del cancro al seno. Il carcinoma mammario, considerato il big killer numero uno delle patologie tumorali, che annualmente colpisce circa 60 mila donne in Italia, si inizia a combattere proprio attraverso la prevenzione e la diagnosi precoce. La Lilt, grazie alla capillarità delle sue 106 Associazioni provinciali ed i 20 Coordinamenti regionali, risponde a questa “emergenza” offrendo una serie di strumenti e iniziative volti a responsabilizzare ragazze e donne su questa patologia. Durante l’intero mese di ottobre negli ambulatori aderenti della Lilt, distribuiti sull’intero territorio nazionale, sarà possibile prenotare visite senologiche, contattando il numero verde 800-998877 (lun-ven 10-15). Verrà inoltre distribuito materiale informativo e illustrativo con l’intento, da un lato di ridurre i fattori di rischio e, dall’altro, di fornire la conoscenza adeguata ad ogni donna per effettuare in autonomia, una corretta autopalpazione con l’autoesame mensile, per conoscere meglio il proprio seno, seguito da controlli clinico-diagnostico-strumentali di fondamentale importanza (ecograProsegue alla pag. seguente
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Le regole per un uso corretto e consapevole degli antibiotici
La campagna della Lilt, gli screening promossi dalla Sanità veneta Segue dalla pag. precedente
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ntibiotico-resistenza, le dieci cose da sapere per combattere il fenomeno. Le regole per un uso corretto e consapevole degli antibiotici sono state illustrate in occasione del World patient safety day, la giornata mondiale della sicurezza del paziente, promossa ogni anno dall’Organizzazione mondiale della sanità. Gli antibiotici sono un bene prezioso ma, affinché la loro efficacia possa rimanere inalterata in futuro, è necessario che tutti contribuiscano attraverso un uso corretto e responsabile. Dunque è bene sottolineare che sono farmaci utilizzati per trattare le infezioni batteriche, non hanno alcuna efficacia contro altri tipi di infezioni, come il raffreddore e l’influenza punto. La resistenza degli antibiotici (AMR) è un meccanismo naturale di difesa dei batteri. Tale fenomeno è stato amplificato da un uso eccessivo - e in molti casi inappropriato - degli antibiotici sia in medicina umana, sia in quella veterinaria e per il trattamento di alcuni prodotti vegetali. Di conseguenza le infezioni causate da batteri antibiotico-resistenti sono più difficili da curare rispetto a quelle
causate da batteri sensibili: il decorso della malattia è più lungo; la probabilità di insuccesso terapeutico è maggiore; la possibilità di multiresistenza è alta, ciò significa che alcuni microrganismi diventano capaci di resistere a più antibiotici contemporaneamente riducendo così la scelta terapeutica del paziente. La prevenzione rimane sempre la via maestra anche per evitare le infezioni: è sempre importante adottare delle buone pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni, compresa l’igiene delle mani. Da evitare assolutamente l’auto prescrizione o l’automedicazione. Gli antibiotici vanno usati solo se prescritti dal medico e mai quelli rimasti da una terapia precedente. E devono essere seguite sempre responsabilmente le indicazioni del medico, del veterinario per il tuo animale da compagnia, sulle modalità di impiego degli antibiotici e la durata la terapia. La vaccinazione può prevenire alcune malattie batteriche e quindi è una validazione per contrastare l’antibiotico- resistenza. Infine è consigliato smaltire le dosi avanzate o scadute negli appositi contenitori.
fia-mammografia-RMM), indispensabili per riconoscere il carcinoma della mammella nella sua fase iniziale, visto che, la possibilità di guarigione per tumori al seno che misurano meno di un centimetro è di oltre il 90%. Lo screening mammario è dunque la strada giusta. Lo confermano anche i dati del Veneto, come ricorda lo stesso governatore Luca Zaia, citando i dati dello scorso anno. “Nel 2022, 255 mila donne tra 50 e 74 anni hanno partecipato allo screening per il cancro alla mammella. Grazie a questo semplice esame sono stati diagnosticati 1.654 tumori, 1053 dei quali in fase precocissima, addirittura ancora asintomatici e quindi con diagnosi e prognosi estremamente favorevoli” sottolinea Zaia , introducendo “Ottobre in rosa”, un mese dedicato anche in Veneto alla promozione della prevenzione contro il cancro alla mammella. “Il mese di ottobre e il colore rosa -afferma - sono quindi da considerare un mese e un colore che simboleggiano vite salvate. E’ bello sapere che il Veneto ha una delle più alte adesioni nazionali allo screening mammario, ma è una quota che a fine ottobre contiamo possa ancora crescere, così come lungo tutto il resto dell’anno”. Il Veneto partecipa al mese dedicato alla consapevolezza e alla sensibilizzazione delle donne sulla prevenzione del tumore al seno, tramite decine di iniziative che, per tutto il periodo, coinvolgeranno l’intero sistema sanitario regionale e tutte le Ulss nella diffusione delle buone pratiche di prevenzione contro il cancro alla mammella. Il tutto è correlato strettamente al nuovo Piano Regionale della Prevenzione nella parte denominata “Vivo bene, scelgo gli screening”. “In questo il Veneto è precursore – aggiunge Zaia – perché i primi screening furono avviati a fine anni ’90, prima che entrassero nei Livelli Essenziali di Assistenza e perché, di fronte alla norma nazionale che prevede l’offerta alle donne tra 50 e 69 anni, noi abbiamo allargato il range fino ai 74 anni e ci apprestiamo, con il Piano di Prevenzione Regionale 2020-2025, a inserire nei programmi anche donne tra 45 e 49 anni. Così scoviamo il mostro prima che faccia danni gravi, al resto poi ci pensano i nostri bravi medici e l’organizzazione delle Breast Unit che, con un team multidisciplinare, prendono in carico la donna dalla prima diagnosi attraverso le cure necessarie e fino all’auspicata guarigione”. “Lo screening – fa notare l’assessore veneto alla Sanità, Manuela Lanzarin – è totalmente gratuito ed estremamente raffinato, tanto che le mammografie sono lette da due radiologi in modo indipendente e i singoli percorsi sono monitorati centralmente. In caso di negatività la donna viene richiamata periodicamente ogni due anni. Se invece emerge la necessità di approfondire la situazione, le Ulss contattano la donna e si fa carico della programmazione di tutto il necessario”. Nel primo trimestre del 2023, l’adesione delle donne all’invito delle Ulss allo screening del tumore al seno è stata pari al 69%. Un ulteriore 10%, dopo aver ricevuto l’invito, ha comunicato di aver già effettuato gli esami di screening attraverso altri canali. In questi casi è importante che le donne rispondano all’invito della propria Ulss comunicando la data del controllo effettuato, per permettere la programmazione del successivo invito da parte del Sistema Sanitario Regionale. La partecipazione delle donne che continuano periodicamente ad aderire all’offerta di screening dell’Ulss è ancora superiore (più dell’80%).
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