Quando il lavoro uccide Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Oltre mille morti sul lavoro nel 2023, già più di 180 nei primi due mesi del 2024: bastano queste poche cifre per rendere l’idea di quanta strada ci sia ancora da fare per rendere più sicuri i cantieri, le fabbriche e molti altri posti di lavoro. In Veneto non va molto meglio perché le statistiche ci ricordano che la nostra regione è seconda in Italia, dietro alla Lombardia, con una media di circa due decessi sul lavoro alla settimana. E’ una magra consolazione constatare che in passato andava anche peggio su questo fronte, perché non stiamo parlando di progressi statistici ma di vite umane, di lavoratori che non sono più tornati a casa. E’ alto, altissimo poi, l’impatto sociale ed economico degli infortuni sui luoghi di lavoro, poco meno di 600 mila l’anno in Italia, quasi 70 mila nel nostro Veneto. Di fronte a questa emergenza continua le soluzioni da mettere in campo richiedono uno sforzo collettivo: da parte delle aziende chiamate ad investire di più sulla sicurezza e sulla formazione dei lavoratori, da parte degli organismi di controllo che spesso non hanno risorse sufficienti per garantire un’attività capillare, da parte delle istituzioni chiamate a scrivere regole e norme efficaci. Invece da anni il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro presenta ben poche novità.
segue a pag 5
TREVISO È LA TERZA CITTÁ PIÚ INQUINATA D’ITALIA
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Legambiente nazionale certifica che in un anno sono stati 63 gli sforamenti dei limiti di PM10 e la sezione locale punta il dito contro perdita di suolo e cementificazione Ambiente
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I
nodi da sciogliere
TERZO
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NAbbiamo scongiurato una nuova Vaia
Luca Zaia
Governatore Regione Veneto
on è mai possibile provare consolazione quando una calamità coinvolge una realtà umana e, soprattutto, quando protagonista è la tua Terra. Ma, come in questi giorni, può succedere di constatare che di fronte alla forza della Natura si può anche non farsi cogliere impreparati. Durante l’ondata di maltempo che ha travolto il Veneto a fine febbraio, i dati sulla piovosità sono stati particolarmente significativi tanto da essere paragonabili a quelli della grave alluvione del 2010 e della tempesta Vaia. segue a pag 5
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MARZO 2024
RIFORMA AUTONOMIA
REBUS IN SALSA VENETA
MANDATO IN BILICO Il mondo politico in fermento tra elezioni europee, Comuni al voto, alleanze e strategie
ALLA PROVA DEL PARLAMENTO Ciambetti: “Taglieremo il traguardo in tempi brevi, il risultato è a portata di mano, rispettiamo la Costituzione”
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Park Vittoria, un dibattito al capolinea
iavvolgiamo il nastro e torniamo a quando vi raccontavamo che la realizzazione del parcheggio di piazza Vittoria sembrava ormai cosa certa, a meno di colpi di scena da parte della Sovrintendenza. È passato un mese, trenta giorni in cui non si è parlato di altro se non dell’interrato con 430 posti auto. C’è stata una seduta del consiglio comunale, straordinariamente partecipato dalla cittadinanza, con dichiarazioni-fiume di apertura a tema unico, Park Vittoria; le opposizioni scatenate a sventolare cartelli; botta e risposta infuocate fra l’ex candidato sindaco di centrosinistra e l’assessore alla mobilità. Sono stati organizzati incontri monotematici, serate di approfondimento, riunioni di coalizione, il tavolo del commercio per discutere dei ristori. Nel mentre che tutto questo faceva salire la temperatura del dibattito cittadino, il Comune siglava la nuova convenzione con Parcheggi Italia. E quindi, a meno dei colpi di scena di cui sopra (leggi soprese archeologiche negli scavi e stop al cantiere, che dovrebbe partire subito dopo la fine dell’anno scolastico), tutto è esattamente uguale a un mese fa: il parcheggio si farà. Unico guizzo degno di cronaca in un dibattito ormai senza vie d’uscita, le esternazioni di Giampaolo Sbarra, ex consigliere comunale di centrosinistra da sempre contrario al progetto, ma caustico nei confronti del “no a Park Vittoria” professato dalle opposizioni. “L’unica alternativa è la penale”, ha detto, ricordando come le soluzioni proposte durante la giunta Manildo sono state bocciate dalle stesse forze che allora governavano. Col senno di poi, viene da chiedersi perché un progetto tanto divisivo e condizionante il futuro della città sia stato rimbalzato da un governo all’altro per trent’anni come una patata bollente senza che nessuno si sia voluto prendere l’impegno di risolvere una questione che non può sparire nel nulla senza una conseguenza (o si fa o si paga). Gobbo non ne ha voluto sapere. Manildo forse aspettava il secondo mandato, che non è arrivato. Conte è stato più scaltro: lo ha messo nel programma elettorale, sapendo che tanto non dovrà ricandidarsi. E l’Operazione Conte passerà pure alla storia come atto di responsabilità amministrativa.Sara Salin
Il Comune ha siglato la nuova convenzione con Parcheggi Italia
di Treviso
continua da pag. 1
Abbiamo scongiurato una nuova Vaia
Luca Zaia
Prima del progressivo miglioramento del meteo, la situazione è apparsa critica, ancora una volta, a Vicenza e nella sua zona, in particolare lungo il Bacchiglione e il Retrone. Poteva essere un’altra sciagura di dimensioni imponenti ma la situazione è rimasta sotto controllo.
Già da una prima analisi ci siamo accorti che sono da ringraziare le opere realizzate dal 2010 in poi con un preciso piano di difesa del suolo costellato da interventi sulle maggiori criticità idrogeologiche mappate sul nostro territorio. Un esempio per tutti: l’attivazione di bacini di Montebello, Caldogno e Orolo. Con la messa in funzione di queste opere si è scongiurato che oltre 3 milioni di metri cubi di acqua invadessero la città Vicenza, con esiti già noti. Forse è il risultato più eclatante ma non è l’unico che potremmo illustrare.
Se torniamo con la memoria al 2010, infatti, il viaggio a ritroso è cadenzato da tantissime opere simili: abbiamo già realizzato 13 bacini di 23 previsti, molti sono i cantieri ancora aperti e presto ne completeremo altri. Non sempre questa strategia è stata compresa, per dare il via ad alcune opere abbiamo dovuto superare vere proprie contrapposizioni e ancora oggi c’è chi promette battaglia contro la realizzazione dei bacini.
Eppure, questa coda di febbraio ha confermato che, dove sono state realizzate le opere necessarie, la gestione degli effetti di piogge massicce ci consente oggi di ascoltare con maggiore tranquillità le previsioni del tempo. Se è l’uomo che con l’edificazione ha prodotto danni, è giusto che con la prevenzione li contenga.
Quando il lavoro uccide
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
In questi giorni è tornata alla ribalta la soluzione della “patente a punti” per le aziende che operano nei cantieri edili, una misura sulla quale il confronto è aperto da tempo ma finora rimasta sulla carta. Ora il governo è intenzionato a riprendere in mano questa soluzione e ad introdurla dal prossimo autunno, sfruttando le risorse disponibili con il Pnrr. L’idea, già prospettata anni fa ma poi rimasta in un cassetto, è quella di introdurre una sorta di “patente a punti” per le aziende e i lavoratori autonomi. La dotazione iniziale dovrebbe essere di 30 punti, scalati in caso di incidenti, infortuni o irregolarità. Le imprese che arrivano a 15 punti o non sono in possesso della “patente” non potranno operare nei cantieri edili e ci saranno delle pesanti sanzioni, stabilite dall’Ispettorato del lavoro. Il decreto è pronto, potrebbe essere un primo passo, ma non sarà sufficiente se mancheranno da parte di tutti i soggetti coinvolti l’impegno e la volontà di rendere più sicuri i luoghi di lavoro.
Questa edizione raggiunge i quartieri di Treviso per un numero complessivo di 32.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199
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Il rapporto nazionale. Nell’edizione 2024 di Legambiente 63 sforamenti dei limiti di PM10 in un anno
Terza città più inquinata d’Italia Treviso sul podio di “Mal’Aria”
La sezione trevigiana dell’associazione punta il dito contro la perdita di suolo e la cementificazione con le lottizzazioni e i nuovi progetti edificatori a ridosso di viale della Repubblica, Terraglio e tangenziale che riducono le aree verdi e umide
Treviso è il terzo capoluogo di provincia più inquinato d’Italia. A certificare che l’aria che si respira in città è tutt’altro che ottima non sono solo i tabelloni luminosi che comunicano un alternarsi continuo (dettato dalle poche giornate di pioggia) fra “livello rosso” e “livello verde”, ma è l’ultimo rapporto nazionale annuale di Legambiente presentato a febbraio. “Mal’Aria di città” racconta che nel 2023 18 città su 98 hanno superato i limiti giornalieri di PM10. E Treviso, con 63 sforamenti, è sul podio delle tre città peggiori. Ovvero Frosinone e Torino, rispettivamente con 70 e 66 giorni si sforamento. Sotto esame sia i livelli di polveri sottili (PM10 e PM2,5) che il biossido di azoto (NO2). “Nonostante una riduzione dei livelli inquinanti atmosferici nel 2023, le città faticano ad accelerare il passo verso un miglioramento sostanziale della qualità dell’aria. I loro livelli attuali – si afferma nel rapporto – sono stabili ormai da diversi anni, in linea con la normativa attuale, ma distanti dai limiti che verranno approvati a breve dall’Unione europea, previsti per il 2030 e soprattutto dai valori
suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità, evidenziando la necessità di un impegno deciso, non più rimandabile, per tutelare la salute delle persone”. Come dire: se il 2030 fosse oggi, Treviso sarebbe “fuorilegge”. Un report nazionale che viene commentato da Legambiente Treviso, che sottolinea come “a tossire” sia tutta la pianura Padana. Fondamentale è prevenire, proteggere, curare. “Ci sono molte azioni preventive che possono essere adottate, sia dai singoli cittadini ma soprattutto dagli enti territoriali”, dichiara l’associazione, che invita i trevigiani a proteggersi dalle particelle sottili e dagli altri inquinanti utilizzando la mascherina filtrante, facendo un ricambio dell’aria negli spazi interni della casa (ma solo nelle ore più calde della giornata), consultando i siti che riportano i dati con i livelli di inquinamento, usando i purificatori e, nei giorni peggiori, riducendo il tempo di permanenza all’aria aperta. E se i suggerimenti nazionali per gli enti locali suggeriscono di implementare l’uso del trasporto pubblico, le Ztl, le zone 30 e il supporto di tecnologie a emissioni quasi
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zero per il riscaldamento, a Treviso Legambiente punta il dito verso il consumo di suolo: “La prima azione per una città che si professa green è preservare ciò che di
green esiste ancora e dunque bloccare ulteriore consumo di suolo. L’inquinamento atmosferico, a Treviso come altrove, è strettamente legato alla perdita di suolo e
Passa alla Camera il “salva falò” promosso dal trevigiano Bof (Lega)
Porta la firma anche del deputato trevigiano, nonché sindaco di Tarzo, Gianangelo Bof l’emendamento “salva falò” alla legge sulla salvaguardia delle manifestazioni di rievocazione storica e del patrimonio culturale immateriale, promosso dalla Lega e approvato dalla Camera il 20 febbraio scorso. Consente di accendere i fuochi delle tradizioni e delle rievocazioni storiche indipendentemente dalla concentrazione e dai valori di PM10 e PM2,5. Panevin salvi, quindi, per tramandare le tradizioni nonostante quelle che Bof definisce “esasperazioni
ambientaliste” che ne hanno spesso intralciato l’organizzazione. All’immediata protesta di Legambiente Veneto – che in una nota ha espresso “profonda preoccupazione” chiedendo alle istituzioni di riconsiderare la decisione “intrisa di ideologia” e a “promuovere piuttosto politiche attive con adeguate risorse per soluzioni sostenibili che rispettino sia le tradizioni che l’ambiente” – è seguita anche la presa di posizione di Colazione Civica per Treviso. Per Gigi Calesso con l’emendamento approvato “si dà un calcio alle preoccupazioni per
alla cementificazione, che comporta la riduzione delle aree verdi capaci di assorbire CO2 come le zone umide”. Legambiente porta a esempio viale della Repubblica, il Terraglio, la tangenziale. Tutte arterie viarie a ridosso di scuole e aree residenziali, “attualmente interessate e minacciate dalle lottizzazioni e nuovi progetti edificatori”. Chiudendo con un’immagine particolarmente dura ma efficace. “Occorre immaginare il cemento come un tumore: per vivere, in entrambi i casi, è necessario fermarlo e rimuoverlo” e dunque rinaturalizzare per migliorare la qualità dell’aria e la salute dei cittadini.
Sara Salin
la salubrità dell’aria, alla sensibilità faticosamente acquisita dagli amministratori locali che oggi limitano altezza e numero dei panevin e arrivano a bloccarne l’accensione nel caso in cui lo smog sia particolarmente pesante”. (s.s.)
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Sant’Antonino. Ospedale, tangenziale, depuratore e strada Jesolana pesano su una zona periferica della
Tra le bellezze naturali del Sil Morto Un’area “appetibile” che rischia di
La giunta guidata da Mario Conte ha adottato un piano di lottizzazione per la realizzazione di ventimila metri quadrati a uso direzionale, settemila a uso ricettivo e 2.500 commerciale fra la tangenziale e via Pasteur, all’altezza della rotonda dell’ospedale. “Cemento collaterale” del Terraglio est, l’hanno definita le opposizioni, che per una manciata di giorni hanno spostato lo sguardo dal parcheggio di piazza Vittoria al quartiere di Sant’Antonino.
Un quartiere periferico –Sant’Antonino si snoda dal limitare sud del centro storico fino a Casier, seguendo il tracciato della storicamente sempre trafficata strada Jesolana – che oggi sta diventando molto appetibile, se si considera che quel piano di lottizzazione è rimasto anni e anni sulla carta ma adesso è tornato a fare gola alla Progeco, proprietaria dell’area. Del resto, con una Cittadella della Salute nuova di zecca da un lato e
dall’altro un’arteria per la quale è stato a più riprese annunciato il finanziamento, chi non alzerebbe lo sguardo pensando che è arrivato il momento giusto per concretizzare l’investimento?
E allora non potevamo che arrivare qui, a Sant’Antonino, per la settima tappa del nostro viaggio nei quartieri di Treviso. Ad accompagnarci è Roberto Grigoletto, che ci vive da quando è nato. Oggi per tutti è solo “il professore” (insegna storia e filosofia al liceo Canova), ma per cinque anni è stato il vicesindaco della città, quando a Ca’ Sugana c’era Giovanni Manildo, e a lungo consigliere comunale, fino alla scorsa consiliatura. Proprio a Sant’Antonino ha iniziato la sua esperienza amministrativa, come consigliere di quartiere dal 1990 al 1996.
“È un quartiere bistrattato”, esordisce appena ci incontriamo. “A gravare da sempre e a muovere traffico sono i servizi, tutte realtà importanti”. La
tangenziale, il depuratore e l’ospedale in cima alla lista, senza dimenticare che fino a non tantissimi anni fa c’era pure la caserma dei vigili del fuoco, poi spostata a ridosso della Castellana. Un’area che la onlus “Salvaguardia Ambiente Treviso e Casier”, presieduta da Roberto Rasera e che da anni è mobilitata per la sua tutela e valorizzazione, definisce di indubbie caratteristiche ambientali, altro non fosse per le particolarità naturalistiche della zona, che comprende Villapendola e il Sile morto. “Fortunatamente è stata realizzata la passerella che consente alla cittadinanza di entrare nel bel polmone verde del Sile. Ma – afferma Grigoletto – non tutti gli abitanti hanno valutato la portata delle conseguenze che il Terraglio est porterà con sé. Dividerà in due un quartiere già storicamente in difficoltà per il traffico, con il sottopasso ferroviario di fronte alla chiesa Votiva che non riuscirà a smal-
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tire tutta la viabilità che deriverà dalla Cittadella della Salute e dal Terraglio est e sul quale non è possibile effettuare alcun intervento”.
Una frattura. Un taglio netto del quartiere a metà. Per l’ex vicesindaco – da sempre contrario alla realizzazione dell’infrastruttura – sarà questa l’inevitabile conseguenza del secondo stralcio del Terraglio est. “Anche con l’amministrazione di centrosinistra c’è stato un profondo disaccordo sulla questione, ma devo dare atto che Manildo ha
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Viaggio nei quartieri/7
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La chiesa di Sant’Antonino dalla riva del Sile Morto, la chiesa di Sant’Antonino, veduta area P.L. Sant’Antonino, la chiesa Votiva,il Sile, la passerella sul Sile, il quartiere, la pista ciclabile e il sottopasso ferroviario
città che rischia di essere tagliata a metà dalla nuova infrastruttura
e il Terraglio est che incombe perdere anche l’ultimo spazio verde
A febbraio la giunta ha adottato un piano di lottizzazione che era fermo da anni, ma che è tornato in auge in vista della realizzazione del secondo stralcio della strada che collega la zona industriale di Casier alla tangenziale di Treviso: per le opposizioni si tratta di “cemento collaterale” e uno “scempio ambientale”
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sempre tenuto il punto. Pensavo – dice Grigoletto – che questa amministrazione difendesse di più la causa, ma non è stato così. Certo, ben vengano la pista ciclabile e i nuovi marciapiedi, ma è stata solo indorata la pillola in attesa di quello che sarà, compresa una colata di cemento. Dopodiché Sant’Antonino non avrà più nemmeno uno spazio libero e verde”.
Già, la lottizzazione. Il Partito democratico ha espresso chiaramente la sua contrarierà all’azzeramento degli ultimi spazi di terreno verde esistenti in una città con il consumo di suolo più alto in Italia e lo smog alle stelle. “Si sta palesando quello che era chiaro a tutti i residenti di Sant’Antonino”, è sbottato il capogruppo dem in consiglio comunale, Stefano Pelloni. Che definisce l’okay della giunta “un vero e proprio scempio ambientale”, sentendosi però ribattere dall’assessore all’urbanistica Andrea De Checchi – oltre al solito refrain che la giunta Manildo avrebbe potuto bloccarla e non l’ha fatto – che l’attuale governo della città è riuscito a portare a casa una riduzione delle aree destinate a edifici commerciali e di tutta la
volumetria edificabile prevista. Insomma, più di così?
In due, a dire il vero, il quartiere è già simbolicamente diviso di suo: due parrocchie, con Sant’Antonino da una parte e la chiesa Votiva dall’altra. Poche realtà associative, fatti salvi gli scout e la già citata onlus “Salvaguardia Ambiente Treviso e Casier”. Negli anni Cinquanta e Sessanta la chiesa Votiva fu più in auge e socialmente attiva, anche perché proprio alla sua ombra nacque quel grande progetto che fu il Calcio Aurora, oggi defunto. Tanti nuovi insediamenti fatti di abbinate e condomini hanno portato nell’ultimo periodo nuovi residenti in quello che Roberto Grigoletto precisa comunque essere un “quartiere di passaggio”, perché nasce sulla Jesolana e sembra destinato a proseguire la sua storia su una nuova imponente strada.
Eppure ci sono storie illustri, dietro il traffico e le paventate cementificazioni. Storie che non vanno dimenticate. A partire dalla fornace Guerra Gregorj, fabbrica di laterizi fondata nel 1840 da Vincenzo Guerra (laterizi e poi ceramiche la cui argilla ha lasciato, come afferma
l’associazione diretta da Rasera, “discariche a riempire i buchi lasciati dagli scavi”) e passata alla figlia Regina, sposata con Bartolomeo Gregorj, il quale produsse manufatti d’uso e di arredo. Dalla fornace passarono numerosi giovani artisti, fra cui Arturo Martini. Oggi è un luogo censito nei beni Fai. Altra storia, quella delle ceramiche Tognana: nel 1770 vennero costruite una fornace e una villa veneta proprio a Sant’Antonino. Fu Antonio Tognana a realizzarle, il padre di quell’Aldo morto centenario nel 2020 che nel secondo dopoguerra fu il vero artefice del successo dell’azienda, scegliendo di passare dalla produzione di mattoni a quella di ceramiche per la tavola. Una figura che la città non ha dimenticato e che per Sant’Antonino è un grande orgoglio annoverare fra i suoi abitanti. Democristiano, partigiano bianco della Resistenza, medaglia d’oro della Liberazione, ex presidente di Confindustria Treviso, ad Aldo Tognana nel 1994 quasi riuscì l’impresa di battere Giancarlo Gentilini a sindaco della città. Vinse al primo turno, ma perse il ballottaggio.
Sara Salin
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Nuove generazioni di Marca
L’iniziativa. Ideato dalla cooperativa La Esse, coinvolge 2mila minori, 600 famiglie e 200 fra insegnanti e volontari
Scuola come bene comune per i minori “Vicinanze”, progetto per il futuro
Selezionato e finanziato dal Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, in tre anni unirà nello stesso percorso cinque istituti comprensivi per contrastare il possibile processo di marginalizzazione dei plessi scolastici in una città con sempre meno nascite e con un numero crescente di stranieri residenti
La scuola come bene comune centrale per la crescita dei minori. È questo che si prefigge “Vicinanze – Scuola e territorio per costruire il futuro”, progetto pilota della cooperativa La Esse, unico nel Veneto a essere selezionato e finanziato nell’ambito dell’impresa sociale “Con i bambini” nell’abito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Sono state 137 le proposte progettuali presentate, solo 23 quelle selezionate. In tre anni coinvolgerà duemila minori di cinque istituti comprensivi cittadini, seicento nuclei familiari, un centinaio di insegnanti e altrettanti volontari.
L’obiettivo del progetto è porre l’attenzione sul potenziale tema legato alla prevenzione dei quartieri segregati lavorando in un’ottica cittadina e di rete, considerando appunto la scuola come bene comune centrale per la crescita dei bambini e dei ragazzi. Nell’analisi del contesto presentata dagli autori del progetto, a Treviso alla fine del 2021 gli stranieri residenti erano il 14,3 per cento della popolazione e 1.302 i minori con background migratorio in età scolare (5-14 anni). Inoltre viene valutato che la forte denatalità sta portando alcuni plessi ad avere un’alta concentrazione di alunni con cittadinanza non italiana (dal 35 fino al 70 per cento). Ecco allora che, per prevenire potenziali situazioni di fragilità educativa, “Vicinanze” punta ad anticipare una risposta concreta al bisogno di avere scuole in grado di offrire ampie opportunità di crescita e apprendimento a tutti, per crescere in contesti e luoghi stimolanti e inclusivi. Un percorso che vuole potenziare il contributo degli educatori nella scuola e supportare il ruolo dei genitori e degli insegnanti disponibili a mettersi in gioco nella loro funzione educativa e didattica, contrastando il pos-
sibile processo di marginalizzazione dei plessi scolastici. Partito a novembre, il progetto si concluderà alla fine del 2026. In questi mesi sta entrando nella fase operativa, grazie al supporto di associazioni, parrocchie, istituzioni e società
di professionisti agli specialisti della cooperativa La Esse che da anni operano nei quartieri di Treviso. Viene garantita la presenza degli educatori nelle scuole, l’avvio di laboratori per sviluppare competenze espressive e scientifiche, percorsi di
potenziamento dei bambini e dei ragazzi e formazione degli insegnanti per una didattica più innovativa e inclusiva, sportelli di orientamento, gruppi di confronto e momenti di aggregazione per i genitori nei vari quartieri.
“LiberaCreatività 2024”
Torna il bando per i gruppi giovanili
Undicesima edizione del bando comunale “LiberaCreatività”, promosso dall’assessorato alle politiche giovanili e gestito da Progetto Giovani Treviso con il supporto tecnico della cooperativa La Esse. L’obiettivo è intercettare i gruppi giovanili del territorio che si occupano di arte, cinema, sport, musica e altri ambiti creativi per realizzare un festival collettivo e co-progettato che si terrà nel
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weekend del 5-6-7 luglio nelle piazze della città.
Per partecipare basta inviare la propria candidatura entro il 24 marzo a spaziogiovani@progettogiovanitv.it presentando un’idea progettuale. Le proposte raccolte saranno valutate da una commissione tecnica che selezionerà i gruppo che potranno partecipare all’iniziativa, a cominciare dalla co-progettazione per la definizione del programma, dei contenuti e dei luoghi del festival. I gruppi che voglio aderire devono essere composti da almeno tre giovani (associazione o gruppo informale) dai 16 ai 35 anni, che vivono, studiano o lavorano a Treviso. L’idea è quella di valorizzare iniziative non professionali in grado di promuovere il protagonismo giovanile e l’innovazione artistico-culturale, anche di chi è alla prima esperienza. Saranno premiate la passione e la disponibilità a mettersi in gioco in un percorso condiviso di progettazione di un grande evento. Le schede di iscrizione e il regolamento sono disponibili sia sul sito del Comune che su quello di Progetto Giovani.
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L’intervista. La consigliera di Treviso Civica Maria Buoso spiega la sua visione di città, fra natura, cura e relazioni
“Treviso pensata in modo molto maschile, è ora che le donne se ne impadroniscano”
“Èora che le donne si impadroniscano un po’ della città”. Maria Buoso, consigliera comunale di opposizione, storica e battagliera esponente di Treviso Civica, arriva a questa conclusione dopo che da mesi le uniche discussioni sui tavoli della politica trevigiana ruotano attorno a un parcheggio, a nuove lottizzazioni, al consumo di suolo, all’inquinamento, all’accoglienza dei senza dimora. Il marzo uguale donna non c’entra, o forse è solo l’input per una riflessione che parte da una raffica di domande messe in fila che si è fatta in questo periodo. Di quale città parliamo quando parliamo di Treviso? Quale città è nei nostri pensieri? Che pensiero abbiamo della città? Abbiamo un pensiero per una città diversa?
Consigliera Buoso, qual è la sua risposta?
“Altre domande, visto che mi chiedo se si stia solo tamponando l’esistente e facendo manutenzioni. Ma quali sono gli orizzonti di tutto questo? Treviso è una città pensata in modo molto maschile, come se si trattasse di una macchina. Progettata per lavorare, per fare acquisti, per far circolare altre macchine. Ma la città è e deve essere molto di più. Deve essere considerata un organismo vivente che tiene conto della natura, che è un tutt’uno con noi esseri umani. Un’evidenza alla quale la crisi climatica
ci sta mettendo di fronte con grande chiarezza”.
Perché ritiene che le donne potrebbero avere una visione più capace in questa direzione?
“La visione femminile è molto connessa alla vita. Per una donna la città è la relazione fra esseri umani e natura ed è arrivato al momento di capire che è necessario lasciare più spazio alle donne, per rispondere alla natura con la natura. Non possiamo continuare a ragionare in un modo che ormai è troppo sconnesso, guardando esclusivamente a ciò che serve a noi esseri umani, senza una visione d’insieme, senza pensare che il laghetto di riproduzione degli anfibi che si trova all’interno dell’area di lottizzazione tra via Ellero e viale della Repubblica, e che il piano eliminerà, è un benessere per tutti, non solo per le specie animali che ci abitano. Se lì ci stanno bene loro, significa che stiamo bene anche noi, perché la salute è unica e connessa. Piantiamo alberi? Va benissimo. Ma a cosa serve se poi scegliamo di aumentare le lottizzazioni e uccidiamo il suolo che abbiamo? Cementiamo per poi piantare alberi. Chiaro che manca una visione”.
Torniamo alle donne…
“Da due milioni e mezzo di anni le donne sono addestrate a prendersi cura, a creare relazioni. Abbiamo la sensibilità del tenere tutto unito. Ecco, credo che è
il momento che lo facciamo anche su scala cittadina. Treviso deve essere considerata la nostra casa. Come un organismo vivente. Le donne lo sanno fare”.
Non teme che queste sue affermazioni possano essere criticate dalle donne stesse?
“Perché la mia può essere considerata una visione ancillare? No, perché è una visione politica”.
In termini oggettivi, cosa andrebbe cambiato?
“Servono il coinvolgimento, il confronto, la comunicazione, l’informazione, i dati, i numeri. Tutte cose che spesso vengono viste come un peso, un ostacolo all’uomo solo al comando, che non è in dialogo nemmeno con i cittadini. Abbiamo bisogno
di spazi pubblici per stare insieme in un modo diverso, senza dover entrare in un bar e spendere. Oggi più che spazi pubblici abbiamo luoghi di divieto. E va riportata la natura in città. Ma per riuscirci è necessario saper avere cura e curiosi-
tà, parole che guarda caso hanno la stessa radice linguistica. È necessario non fare scomparire le persone dai radar, progettando percorsi di coinvolgimento e di facilitazione da condividere con la cittadinanza”.
Sara Salin
Provincia al voto il 29 settembre per il rinnovo del consiglio
La Commissione affari costituzionali del Senato ha approvato l’emendamento dell’Unione Province Italiane al Decreto legge elezioni, che fissa al 29 settembre prossimo l’election day di secondo livello per il rinnovo dei consigli per 41 province italiane. Tra queste
c’è Treviso. A votare saranno i sindaci, che si esprimeranno per l’elezione dei nuovi consiglieri provinciali. Oltre alla Marca, sempre il 29 settembre, al voto in Veneto anche Rovigo e Vicenza, mentre il 16 marzo toccherà a Belluno, Padova e Verona.
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Politica
La consigliera di opposizione, Maria Buoso
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Tecno Crane monta la gru per il via ai lavori
restauro di Palazzo Mandelli a Venezia
Restaurare il patrimonio architettonico e artistico del nostro paese dando una nuova funzione a palazzi storici è ancora più importante in un’ottica di sostenibilità e valorizzazione del territorio.
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dell’immobile. Operazioni importanti che richiederanno circa 3 anni.Il progetto di Palazzo Mandelli, dunque, si aggiunge ad altri progetti a cui Tecno Crane ha contribuito portando la sua professionalità al servizio della storia e della bellezza del territorio come Palazzo Foscarini a Padova o i diversi interventi nei centri storici di Castelfranco Veneto, Treviso, Venezia, Verona e Firenze. Un segno di grande competenza e attenzione che gli permette di portare a termine ogni impresa, da
Per questo, per Tecno Crane, azienda di Campodarsego (PD) specializzata in vendita, noleggio e assistenza gru edili è sempre un orgoglio partecipare a progetti che mirano a preservare edifici di grande valore storicoartistico. Significa non solo mettere al centro il territorio ma anche la sua comunità, mettendo a disposizione delle persone la storia e la bellezza dei suoi luoghi.
Recentemente la squadra montatori di Tecno Crane è stata impegnata nel montaggio di una gru Liebherr 71EC, posizionata dopo un’accurata revisio-
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L’iniziativa. A istituirle l’Ordine degli ingegneri di Treviso in collaborazione con il Comune
Borse di studio per gli ingegneri di domani in ricordo di Ciro Perusini
Due borse di studio intitolate a Ciro Perusini. A istituirle è l’Ordine degli ingegneri di Treviso, in collaborazione con il Comune, per ricordare l’ingegnere ecologista e urbanista – che fu anche assessore, presidente di Italia Nostra e punto di riferimento culturale della città anche come socio dell’Ateneo trevigiano – morto a 86 anni il 9 luglio 2022.
Saranno assegnate per lo svolgimento di tesi di laurea sui temi della rigenerazione urbana e dello sviluppo sostenibile del territorio della Marca, temi molto cari a Perusini. I candidati potranno proporre tematiche diverse, che vanno da quello della rigenerazione del tessuto urbano per una migliore qualità della vita e la riduzione dell’impatto ambientale a quello dello sviluppo di un nuovo modello di edilizia convenzionata, di iniziativa pubblico-privata, per il recupero delle aree degradate o in disuso, anche nell’ottica dell’integrazione sociale. E ancora: l’incentivazione delle comunità energetiche.
Possono concorrere gli studenti di qualsiasi università italiana in
procinto di iniziare la tesi per l’ottenimento della laurea magistrale. La borsa di studio per chi si classifica al primo posto vale 6mila euro, 3mila invece per chi arriva secondo. I candidati verranno selezionati sulla base di una proposta di titolo e contenuti dell’argomento che verrà sviluppato nella tesi. Le domande vanno inviate entro il 30 aprile all’Ordine degli ingegneri di Treviso. Una commissione formata
da esperti del mondo professionale, accademico e della pubblica amministrazione individuerà le proposte vincitrici, che saranno comunicate entro il 31 maggio. Gli studenti candidati selezionati dovranno fare uno stage formativo di almeno quattro mesi nel Comune di Treviso, propedeutico allo sviluppo della tesi di laurea.
“Perusini – ha spiegato la presidente dell’Ordine Eva Gatto nel corso della presentazione dell’iniziativa – è un esempio paradigmatico di cosa significhi essere oggi un ingegnere e l’Ordine ha voluto promuovere questo evento per mettere in luce una categoria professionale fondamentale, essenziale per il processo di evoluzione che oggi è interessato da una forte accelerazione verso l’innovazione e le nuove tecnologie che ci accompagneranno nel futuro”. L’assessore all’urbanistica Andrea De Checchi ha aggiunto: “Un premio dedicato a Ciro Perusini, che ha dato tanto alla nostra città sia come tecnico che come amministratore, è il modo migliore per onorarne la memoria”.
Sottopasso ferroviario di via Sarpi: lavori al via dalla fine del mese
A fine mese inizieranno i lavori di riqualificazione del sottopasso ferroviario di via Sarpi. La giunta comunale ha infatti approvato il progetto esecutivo per un valore di un milione di euro: si tratta di lavori mirati in grado di sanare la situazione presente, contenendo costi e tempi di realizzazione. L’intervento precede l’avvio del cantiere (che aprirà a giugno e durerà un anno) per il rifacimento di Ponte Ottavi, per il quale il Comune ha ottenuto un finanziamento di 1,5 milioni di euro. Il sottopasso di via Sarpi oggi è in uno stato di degrado tale da vederne compromessa la piena funzionalità e il mantenimento nel tempo. Gli interventi saranno concentrati sull’impermeabilizzazione e l’anti-carbonatazione. Inoltre sono previste le realizzazioni di una pista ciclo-pedonale e di una nuova recinzione metallica plastificata.
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Ciro Perusini
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Sociale. Istituito a fine 2018 dal Centro della Famiglia, è uno dei pochissimi di tipo socio-sanitario privati in
13.500 prestazioni e 1.900 utenti I primi 5 anni del consultorio trevigiano
Il consultorio familiare di via San Nicolò ha compito cinque anni. Istituito alla fine del 2018 dal Centro della Famiglia di via San Nicolò, è uno dei pochissimi di tipo socio-sanitario privati a livello regionale. L’obiettivo è offrire una risposta organica e appropriata alle esigenze crescenti delle famiglie di oggi in tutte le fasi della loro vita, anche su sollecitazione degli amministratori locali. Dalla sua nascita a oggi il bilancio dimostra come il consultorio sia stato capace di inserirsi nel welfare locale, con numeri che di anno in anno si sono consolidati, tanto da renderlo un punto di riferimento provinciale e non solo.
Grazie a un team multidisciplinare di 34 professionisti, dal 2018 al 2023 sono state più di 13.500 le prestazioni erogate nei vari ambiti di intervento a oltre 1.900 utenti unici: dalla psicoterapia clinica alle consulenze educativo-genitoriali anche in presenza di specifiche necessità come la DSA, la BES, le mediazioni familiari, la logopedia; dai servizi per l’età evolutiva al percorso “Famiglia Fertile” in collaborazione con l’Ulss 2; fino al servizio
di formazione rivolto anche alle scuole, alle amministrazioni pubbliche e alle parrocchie sull’educazione affettiva e sessuale, sulla comunicazione, la gestione dei nuovi media e il bullismo. Nell’ultimo anno sono stati i problemi del sonno, di depressione, quelli ossessivo-compulsivi, di comunicazione nella coppia e i problemi psichici e di ansia quelli per cui nell’età adulta si è chiesto aiuto al consultorio. Nell’età evolutiva, invece, il 34 per cento dei ragazzi si è rivolto agli specialisti per disturbi del comportamento alimentare, per problemi ossessivo-compulsivi, dell’umore, di adattamento e da panico.
“Il consultorio – spiega il presidente del Centro della Famiglia, don Francesco Pesce –nasce dall’ascolto delle richieste delle famiglie e dall’esperienza di cinquant’anni di accompagnamento alle relazioni, di formazione, di promozione della dimensione sociale della famiglia all’interno della comunità. Da qui la presa in carico dei loro bisogni lungo tutto l’arco della loro vita e nell’ampiezza delle sfide”.
Petizione per ampliare l’orario della Biblioteca
Cinquecento firme per chiedere che l’aula studio della Biblioteca Zanzotto venga aperta anche il sabato pomeriggio e la domenica nei periodi di sessione di esami universitari. A lanciare la petizione sono stati Margherita Daniotti e Giacomo Bruscagin, giovani che alle ultima elezioni amministrative erano candidati nella lista a sostegno di Nicolò Rocco. Il quale nell’ultima seduta del consiglio comunale ha presentato pubblicamente l’iniziativa, definendola “una proposta fattibile che servirebbe a rendere Treviso più universitaria e più amica degli studenti”. La ri-
chiesta di Daniotti e Bruscagin è di un prolungamento degli orari, perché gli studenti hanno bisogno di uno spazio per studiare, che sia aperto anche il sabato fino a sera e la domenica, in un luogo idoneo all’apprendimento. Un luogo nel quale ci si possa anche confrontare, alleggerendo le ansie per gli esami. “Il prolungamento degli orari della biblioteca – si legge nel testo della petizione online –non solo è essenziale per gli studenti, ma ci permetterebbe di avvicinarci ancora di più al modello di città universitaria al quale Treviso vuole puntare”.
L’edicola della stazione è tornata
Fra troppe edicole che chiudono, la notizia che ce ne sia una che riapre fa sicuramente rumore. L’edicola in questione è quella della stazione ferroviaria di Treviso, che aveva abbassato le serrande un paio di anni fa. Complici i lavori di riqualificazione che porteranno a un ridisegno totale non solo della stazione ma di tutta l’area di piazzale Duca d’Aosta, riaprire l’attività di vendita di quotidiani e riviste deve essere sembrata più appetibile alla società “The Hub”. Certo, c’è anche molto coraggio in questa scelta, se si considera che il mondo dell’informazione oggi sembra quasi
completamente orientato verso mezzi lontani da quelli tradizionali della carta stampata. Che rimane però per molti, specie per si appresta a viaggiare in treno, ancora un piacere a cui non è possibile rinunciare. E con le sei edicole già chiuse in città, ecco che trovare un posto in cui andare a prendere il giornale in questo periodo era diventata una bella impresa. La collocazione è la stessa di prima, ma non per sempre: quando i lavori di riqualificazione saranno ultimati, l’edicola – che oggi vede dietro il bancone Vielka Meza – sarà spostata a ridosso dei binari.
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Stefano Edel
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Veneto
Cinque anni di Consultorio famigliare
Possagno. Nuovo corso della Fondazione dopo la rimozione dalla presidenza dell’ex sottosegretario alla Cultura
Museo Canova, presidente è Zanetti “Taglio manageriale” per il post-Sgarbi
La Fondazione Canova ha un nuovo Consiglio di amministrazione e un nuovo presidente. È Massimo Zanetti, patròn di Segafredo. A eleggerlo il 29 febbraio è stato il nuovo Cda, nominato il 13 febbraio dal sindaco di Possagno Valerio Favero, eletto vicepresidente, a seguito della scelta di rimuovere dalla presidenza Vittorio Sgarbi subito dopo che l’ormai ex sottosegretario alla Cultura si era reso protagonista alla trasmissione Report di insulti e gesti osceni. Un rapporto fra le parti che, come ha spiegato lo stesso Favero, era deteriorato da tempo e che, indipendentemente dall’inchiesta sulle accuse di riciclaggio di beni culturali e da quanto visto in televisione e definito “poco edificante”, era comunque destinato a chiudersi.
Nel nuovo Consiglio oltre a Zanetti e al suo direttore marketing Marco Comellini ci sono Elisa Basso, Isabella Finato, Gianantonio Tramet e Alessandro Vardanega. Dopo il biennio degli anniversari canoviani, c’è attenzione e curiosità su quello che sarà il “post Sgarbi”. Da parte sua il critico d’arte ha avuto parole dure sulle nomine, definendo la “sottospecie” di Consiglio di amministrazione un “corteo funebre per il museo”.
Nel suo mandato il Museo Gypsotheca ha realizzato mostre temporanee, collaborazioni con prestigiose istituzioni nazionali e internazionali, la valorizzazione del complesso museale di Possagno quale punto di riferimento per lo studio e la ricerca su Canova. Oltre alle celebrazioni dei 200 anni dalla morte dello scultore con un consistente programma di iniziative. “Il Museo si conferma sempre più come un luogo vivace e accogliente, attento alle esigenze di famiglie e studenti, capace di offrire modalità sempre nuove di avvicinamento all’arte”, si afferma nel comunicato di annuncio del nuovo Consiglio, ricordando il grande riscontro di pubblico degli ultimi anni, con una crescita dei visitatori che nel 2023 ha raggiunto le 75mila presenze. Valerio Favero ringrazia tut-
ti, in particolare Sgarbi “per le tante attività svolte e per aver acceso un riflettore sulla nostra realtà museale che oggi più che mai ha raggiunto livelli altissimi di visibilità”.
Un Consiglio di amministrazione che lo stesso sindaco di Possagno definisce di “taglio manageriale” (anche Tramet e Vardanega sono imprenditori) per “ottimizzare le risorse interne ed esterne attraverso una programmazione attenta e pianificata che porti a risultati strutturali tesi a consolidare e rafforzare il Museo”. (s.s.)
Restauro, valorizzazione e miglioramento sismico in dirittura d’arrivo
Entro la primavera dovrebbe chiudersi il rinnovamento del Museo canoviano: attività di restauro, miglioramento sismico e valorizzazione del patrimonio architettonico della seconda e terza campata dell’ala ottocentesca della Gypsotheca, gravemente danneggiata nel 1917 dallo scoppio di una granata, ricostruita nel secolo scorso ma bisognosa di un ulteriore consolidamento. L’importo totale dell’operazione è di 980mila euro, 784mila dei quali arrivati dal Ministero della Cultura grazie alla vittoria di un bando. Il progetto, ideato dal Comune di Possagno il collaborazione
con il Museo, prevede anche il completo riallestimento illuminotecnico e un processo di digitalizzazione della Gypsotheca, con la realizzazione di schede informative grazie alla combinazione di metodi e tecnologie innovative della geomatica, con restituzione 3D del complesso architettonico, poi consultabili su una piattaforma online con la possibilità di interagire in modo partecipato da parte del pubblico. Un progetto che in questi mesi sta arricchendo il programma degli Anniversari canoviani, rinnovando l’attenzione verso i luoghi natali, verso l’arte e la figura di Antonio Canova: in questi mesi infatti sono previste alcune visite guidate straordinarie con la direttrice del Museo Moira Mascotto e con il direttore dei lavori Fabio Guidolin, oltre a delle conferenze con esperti del settore per approfondire il tema del restauro della conservazione del patrimonio.
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A lato, il nuovo presidente della Fondazione Canova, Massimo Zanetti; sopra, il sindaco di Possagno, Valerio Favero, insieme a Vittorio Sgarbi
Il luogo. Fondazione Benetton ha scelto l’Espacio Escultòrico nel Pedregal de San Ángel di Città del Messico
Il Premio Carlo Scarpa per il Giardino dopo trent’anni torna in America Latina
La trentatreesima edizione del Premio internazionale Carlo Scarpa per il Giardino è dedicata all’Espacio Escultòrico nel Pedregal de San Ángel di Città del Messico. Un luogo costituito da una grande opera d’arte collettiva che emerge dalla superficie lavica dove, a partire dalla fine degli anni Quaranta del secolo scorso, sono nati e si sono sviluppati nuovi quartieri, oltre soprattutto a un’intera città universitaria, la Universidad Nacional Autònoma de México. È in questo anello dentato, composto da 64 prismi in cemento che poggiano su un basamento di 120 metri di diametro, che la Fondazione Benetton Studi e Ricerche ha individuato il “luogo” dell’edizione 2023-2024 del Premio: un’opera che circoscrive un brano di suolo lavico “intatto” e rende manifesta la potenza espressiva di questo paesaggio, ma anche la sua condizione mutevole e fragile.
Il Premio infatti è incentrato su un luogo denso di valori e natura, memoria e invenzione: ecco allora che l’Escultòrico è un luogo di meditazione personale e insieme un’azione collettiva, con una storia che fa riflettere sul rapporto fra gesto artistico e coscienza ecologica. La sua dimensione corale, poi, invita a ragionare sull’impegno individuale nel campo del paesaggio, a stabilire nuove coordinate e nuovi compiti progettuali. Non è la prima volta che Fondazione sceglie un luogo appartenente al vasto mondo dell’America Latina: nel 1990, alla prima edizione, il sigillo venne assegnato al Sítio Santo António da Bica di Roberto Burle Marx, in Brasile.
L’Espacio Escultòrico è un’opera fortemente voluta dall’Università: inaugurata nel 1979, esprime in modo esemplare il valore e il significato di un paesaggio con il quale la città, le istituzioni e le comunità universitarie, l’ambiente culturale e la società messicana si confrontano e dialogano sul piano del suo valore ambientale ed ecologico, della sua potenza evocativa, ma anche dei conflitti generati in seno all’espansione urbana di una megalopoli che ne accerchia il perimetro e ne modifica nel tempo la natura e i significati.
Una “pietraia” (Pedregal, appunto) che è frutto
dell’eruzione, avvenuta circa duemila anni fa, del vulcano monogenetico Xitle: una distesa di roccia lavica, disseminata di vegetazione e variazioni morfologiche, che si evolve nel tempo e si manifesta come un paesaggio vivo, ricco di valore ecologico e ancora oggi denso di richiami alla storia preispanica che lo ha preceduto, nonostante l’enorme riduzione del perimetro e dell’estensione originaria. Ecco allora che l’Espacio Escultòrico costituisce un capitolo importante di questo paesaggio in divenire, stabilendo un punto d’incontro fra passato e futuro, a cavallo tra la grande vicenda della costruzione della città universitaria e l’evolversi di una coscienza ecologica del campus, “paesaggio di resistenza” più che pacifico scenario di una comunità per alcuni aspetti privilegiata. Un’opera collettiva (realizzata da sei artisti) totalmente tesa all’interazione con il paesaggio presente e con la sua eredità storica.
La consegna del sigillo si terrà il 13 aprile con una cerimonia pubblica a San Teonisto, mentre dal 12 aprile al 30 giugno sarà aperta la mostra a Ca’ Scarpa su questa grande opera collettiva che emerge dalla superficie lavica
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“Pagine d’Organo” riaccende la grande musica
Chiese e auditorium di Treviso, Salgareda e Quinto fino al 5 aprile sono protagoniste della tredicesima edizione del festival internazionale “Pagine d’Organo”, firmato dalla Fondazione Antiqua Vox con la direzione artistica del maestro Massimiliano Raschietti. La rassegna è un appuntamento di rigore per gli appassionati di musica d’organo, straordinario strumento di eccellenza della musica sacra e liturgica. E di cui proprio Treviso custodisce un pregevole patrimonio di esemplari storici, costruiti in varie epoche dai più importanti maestri organari. Come l’organo in stile baroc-
La mostra sarà inaugurata il 12 aprile a Ca’ Scarpa e resterà aperta fino al 30 giugno. Il 13 aprile nell’auditorium della Fondazione saranno invece presentati il libro e il film documentario dedicati al luogo e ai temi dell’edizione 20232024: saranno preceduti da una conferenza di Louise Noelle. Lo stesso giorno, alle 17 a San Teonisto, in una cerimonia pubblica sarà consegnato il sigillo simbolo del premio.
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co-tedesco della chiesa di Santa Bona, costruito da Franz Zanin, sottoposto recentemente a un intervento di manutenzione e ora pronto a far parte del percorso concertistico del festival, che offre al pubblico l’opportunità di seguire un ricco programma (www. antiquavox.it) di incontri e concerti interpretati da nomi di spicco del panorama organistico internazionale. “Il formati di questi concerti – spiega Massimiliano raschietti – vuole raccontare l’organo e la sua musica grazie a un’attenta proposta che unisce arte musicale, alto profilo internazionale degli interpreti e supporti per l’ascolto”.
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Espacio Escultórico (credits: Andrés Cedillo)
#Regione
Lo scenario. Si avvicina l’appuntamento con le elezioni, sarà un test cruciale
Europa, Italia, Veneto: tra divisioni e incertezze le forze politiche alla ricerca di una direzione
Si allontana la prospettiva del terzo mandato per Zaia, la Lega ci prova ancora con un disegno di legge, secco no dal Partito Democratico
Terzo Mandato
Il primo atto della partita per garantire il terzo mandato ai sindaci dei comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti e ai presedenti di regione, è andato in scena poche settimane fa in Commissione Affari Istituzionali e si è concluso con un respingimento della proposta avanzata dalla Lega Nord che, in quella sede, ha trovato il sostegno soltanto di Italia Viva.
Esplorando, però, dall’interno le posizioni dei partiti non sembra che le posizioni siano poi così monolitiche come emerso dal voto in Commissione.
Dentro la Lega Nord, che ha ritirato prima del voto l’emendamento per i sindaci portando avanti solo quello per i presidenti di Regione, c’è chi è fortemente convinto di questa operazione, che consentirebbe a Zaia in Veneto e a Fedriga in Friuli di ricandidarsi, e chi, consapevole che il provvedimento sarebbe stato respinto, lo ha votato perché non gli venisse rimproverato di non aver fatto neppure un tentativo per salvare i propri presidenti di regione. Ragionamento diametralmente opposto quello del Partito Democratico: la posizione ufficiale è quella che non prevede terzi mandati, ma sono molti dentro al partito a non condividerla soprattutto coloro i quali sono maggiormente legati ad alcuni pezzi da 90 come i presidenti regionali Bonaccini (Emilia Romagna), De Luca (Campania), Emiliano (Puglia) e ai Sindaci Nardella (Firenze), Decaro (Bari), Ricci (Pesaro). Decisamen-
te contraria, in questo caso, senza contraddizioni interne, Fratelli d’Italia che non vede l’ora di capitalizzare, anche dal punto di vista amministrativo, la grande forza elettorale di questi anni.
Il Segretario Regionale della Lega Nord, Alberto Stefani ha già annunciato che questa partita è solo all’inizio e che ci riproverà attraverso la presentazione di una proposta di disegno di legge strizzando, anche l’occhio al Partito Democratico e mettendo sul piatto la possibilità di discutere insieme i caratteri della riforma autonomista dello Stato. Proposta, questa rispedita prontamente al mittente dal segretario regionale Democratico, Andrea Martella che non intende “barattare i futuri assetti del Paese con una norma salva Zaia”.
La Lega Veneta e la Lega Romana
Blaise Pascal, in un proprio noto scritto, affermava che “il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce”. Potremmo dirla così la divaricazione, sempre più profonda, tra la Lega Veneta e la Lega Romana. Il partito territoriale ha un cuore che vuole l’autonomia, che rifiuta il Premierato Forte, che chiede il terzo/ quarto mandato per Luca Zaia e che soffre l’esuberanza di Fratelli d’Italia che, quotidianamente, prenota posti per futuri sindaci, per la presidenza della regione Veneto e che si appresta a fare un boccone degli alleati alle prossime Europee.
La Lega che siede a Roma, quella del “Salvini Premier”
che ha preso il posto del “Nord” nel simbolo per intenderci, questa ragione non la conosce, o non la vuole comprendere. Troppo necessario, soprattutto in una fase di debolezza elettorale, il rapporto con gli alleati di Governo per potersi permettere di cedere alle pulsioni del territorio. E se anche Luca Zaia, solitamente distante dai dibattiti interni e dal prendere posizioni troppo manifeste, si è lasciato di recente andare ad un “preferivo la Lega Nord”, significa che qualcosa sta per accadere.
L’Europa chiama?
A misurare la temperatura del Governo ci penseranno certamente le tante elezioni amministrative, ma soprattutto quelle Europee. Il voto per andare a Bruxelles, infatti, è il più politico di tutti per definizione, non ci sono gli schieramenti e si indica il partito
che si preferisce senza alcuna “turbolenza” territoriale. Per intenderci se piace un sindaco per il proprio Comune si può anche scegliere di votare la persona, quindi, in particolar modo nei piccoli municipi, quello è un test fortemente influenzato da situazioni locali. Per le Europee invece si vota solo il partito.
Anche in questo la variabile si chiama Zaia: il Presidente ribadisce a ogni piè sospinto che non si candiderà per le Europee nonostante le pressioni del suo partito che vedono in lui un antidoto a quella che potrebbe essere una vera e propria disfatta nel derby tra alleati. Una scelta, quella del “Doge Veneto”, granitica o una tattica volontà di non dare l’impressione di non credere più nel quarto mandato? Lo si potrà scoprire presto, anche se per comprendere cos farà Zaia nel caso in cui non andasse in
Europa c’è molto tempo visto che il suo mandato scade nel 2025 salvo proroghe determinate dal Covid del 2020. Nel PD non ci sono molte più certezze: la leader nazionale Elly Schlein sembra determinata a candidarsi in tutte le circoscrizioni nonostante in molti glielo stiano sconsigliando anche per non prestarsi ad un confronto diretto con Giorgia Meloni che potrebbe compiere, guidando le liste di Fratelli d’Italia, la stessa scelta. L’altra variabile è determinata da Stefano Bonaccini: il Presidente dell’Emilia Romagna, uscito sconfitto dalle primarie del PD pur avendo vinto il voto nei circoli, è in scadenza proprio come Zaia. La Segretaria Nazionale lo vorrebbe in Europa, ma lui sembrerebbe preferire un ruolo nazionale sempre che non si riapra la possibilità di candidarsi nuovamente alle regionali. (r.r.)
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L’intervista. Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto
“L’autonomia avrà il via libera in tempi brevi, con il terzo mandato elettori liberi di scegliere”
Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, ora la battaglia per l’autonomia è approdata in Parlamento. Come andrà a finire? Ci sarà davvero l’autonomia come l’aveva pensata la Lega?
Sinceramente penso di sì, perché stiamo parlando di applicazione della Costituzione. Non c’è nulla di eversivo in questo. Al di là di chi si è fatto scudo dell’inefficienza per le sue pretese politiche fuori luogo, che hanno poco a che fare con questo tema, l’autonomia verrà data alle regioni che la chiedono. Questo prevede la Costituzione. Più che le regioni che remano contro, cercando di frenare le richieste del Veneto, sono convinto che vi siano attività di lobby promosse da alcuni esponenti dei ministeri che non intendono perdere il proprio potere di mettere un timbro su qualche carta. Guardando ai territori e alle dinamiche interne alla maggioranza penso che la legge verrà approvata in tempi relativamente
brevi.
Altro tema caldo è la vivace protesta degli agricoltori contro le politiche comunitarie. Che ne pensa?
Ero a Bruxelles proprio nei giorni della protesta e ho visto dai palazzi della commissione europea quello che stava avvenendo. E’ la reazione a cinque anni delle misure imposte con il green deal, che presenta logiche e obiettivi assolutamente utopistici. L’appoggio da parte della presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha portato l’agricoltura e tutta l’economia europea ad una situazione difficile da gestire. Ciò che è successo con gli agricoltori potrebbe anche ripetersi su iniziativa di altre categorie economiche. Siamo tutti d’accordo che dobbiamo far qualcosa importante e tutti devono metterci del suo per salvaguardare l’ambiente, per contrastare i cambiamenti climatici, ma non possiamo pretendere che ci siano passaggi impossibili da realizzare per-
ché le tempistiche sono assolutamente assurde. Ciò che abbiamo visto in Europa secondo me è la giusta reazione a delle politiche che nulla avevano di logico e che invece forse avevano molto di ideologico. Viene a mancare una concreta possibilità di applicazione.
E’ più acceso che mai anche il confronto sul terzo mandato dei presidenti di Regione. Lei è favorevole?
Assolutamente sì. E non perché c’è in ballo Luca Zaia ma perché secondo me i cittadini devono poter scegliere liberamente chi li governerà. C’è chi pensa che gli elettori siano poco attenti e inclini al ragionamento nel decidere chi dovrà guidare le istituzioni. Noi invece vogliamo che venga lasciato ai cittadini il potere di scegliere, la libertà di indicare il futuro governatore del Veneto. Il limite dei due mandati è assurdo e anti democratico. Sono parole che possono sembrare forti ma dobbiamo lasciare gli elettori libere di scegliere.
Se invece non fosse possibile ricandidare Zaia, come gestirete il rapporto con Fratelli d’Italia che punta ad avere un proprio presidente?
Con gli amici di Fratelli d’Italia andiamo d’accordo e rispondo che questi aspetti si affronteranno anzitutto sui tavoli nazionali. Ricordo che anche quando Fratelli d’Italia aveva percentuali inferiori alle attuali hanno avuto dei candidati e dei presidenti in regioni strategiche per il partito come la Sicilia o l’Abruzzo. Perciò non vedo nulla di così rivoluziona-
Due milioni di euro per sostenere l’imprenditoria femminile in Veneto
La Regione Veneto scende in campo a sostegno della promozione e sostegno delle piccole e medie imprese (PMI) giovanili con un Bando che mette a disposizione un totale di contributi erogabili pari a 2 milioni di euro. “Il supporto ai giovani che decidono di aprire una loro attività è fondamentale ed è positivo che la Regione investa in questo senso – dice Elisa Venturini Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale – Al 31 dicembre 2022 le imprese giovanili presenti in Veneto risultano circa 32.000 (con una riduzione del 2% rispetto al 2019) e rappresenta-
no il 7,5% delle imprese attive presenti nel territorio regionale, valore di poco inferiore alla media nazionale (9%).
Come per tutto il tessuto imprenditoriale regionale, si tratta di imprese di piccole dimensioni, l’88% non supera i sei addetti, e la forma giuridica prevalente è quella della ditta individuale (50,5% delle imprese giovanili venete). Questo bando mette a disposizione delle risorse che possono risultare molto utili specialmente in fase di avvio e di sviluppo delle aziende giovanili”.
Per essere ammesse alle agevolazio-
rio se la Lega chiede di restare al timone della Regione Veneto, sia per motivi storici e politici, ma anche visto il risultato ottenuto alle ultime elezioni politiche, dove la Lega ha ottenuto il maggior numero di voti. Sono aspetti da analizzare con attenzione e penso che una leader sensibile e non smemorata come Giorgia Meloni li terrà ben presenti. Qualche suo colonnello, al contrario, mi sembra abbia la memoria più corta”.
(a cura di Giorgia Gay e Nicola Stievano)
ni, le micro, piccole e medie imprese devono essere imprese individuali i cui titolari siano persone di età compresa tra i diciotto e i trentacinque anni. Gli interventi ammessi a contributo saranno le spese relative a beni materiali e immateriali o a servizi. Il contributo minimo è di 6.000 euro mentre il massimo è di 51.000 euro: la percentuale finanziabile massima pari al 30% delle spese e per questo non sono ammissibili interventi che comportino un investimento complessivo inferiore a 20.000 euro. La domanda va presentata entro mezzogiorno del 19 marzo.
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Regione
Elisa Venturini
Roberto Ciambetti
Economia. Roberto Boschetto (Confartigianato Imprese Veneto) sull’avvento delle nuove tecnologie
“Intelligenza Artigiana, la nostra forza Noi artefici di creatività innovativa”
L’avvento dell’Intelligenza Artificiale sta portando scompiglio nel mondo della finanza e dell’economia. Da una recente analisi di Confartigianato Imprese Veneto emerge che il 36,2% del totale degli occupati italiani (8,4 milioni) potrebbe subire l’impatto delle profonde trasformazioni tecnologiche e dei processi di automazione. Le professioni più esposte sono quelle maggiormente qualificate e a contenuto intellettuale e amministrativo, a cominciare dai tecnici dell’informazione e della comunicazione, dirigenti amministrativi e commerciali, specialisti delle scienze commerciali e dell’amministrazione, specialisti in scienze e ingegneria, dirigenti della pubblica amministrazione. Tra le attività lavorative a minor rischio vi sono quelle con una componente manuale non standardizzata, proprio come è l’artigianato.
Approfondiamo questo aspetto con Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Veneto: “noi l’acronimo I.A. lo leggiamo Intelligenza Artigiana. Una dote indispensabile per realizzare un modello di sviluppo economico e sociale ‘a misura d’uomo’, ricco della creatività e delle competenze inimitabili delle piccole imprese venete. Sapremo vincere le sfide delle grandi transizioni con la forza dei valori artigiani, capaci di unire l’innovazione digitale con la tradizione manifatturiera per dare ’anima’ a prodotti e servizi belli e ben fatti, simbolo del made in Italy e frutto della testa, delle mani e del cuore dei nostri imprenditori”.
Vi sono timori per l’avvento dell’intelligenza artificiale anche nei processi produttivi?
“Non abbiamo nessuna paura del nuovo e della tecnologia, come pure nessuna nostalgia per vecchi modi
di produrre. Il destino degli uomini e degli imprenditori di fronte ai rischi e alle potenzialità dell’intelligenza artificiale è uno dei temi cruciali per il futuro dell’economia e, in generale, delle nostre società. Confartigianato lo ha messo al centro di riflessioni e di iniziative che puntano sull’intelligenza artigiana per costruire il futuro sostenibile del made in Italy”.
In che modo arrivarci?
“L’intelligenza artificiale è un mezzo, non è il fine. Non va temuta, ma governata dall’intelligenza artigiana per farne uno strumento capace di esaltare la creatività e le competenze, ineguagliabili, dei nostri imprenditori. Non c’è robot o algoritmo che possano copiare il sapere artigiano e simulare il nostro talento che rende unico nel mondo il made in Italy. Vogliamo consentire ai nostri imprenditori di partecipare alla sfida dell’innovazione per migliorare l’eccellenza e l’unicità di ciò che producono”.
Quali le conseguenze per le azien-
de nel prossimo futuro?
“Il nostro Ufficio studi dimostra che l’intelligenza artificiale può trasformarsi da rischio in opportunità, in un’arma che le piccole imprese stanno sfruttando per ottimizzare le proprie attività. In particolare, il 6,9% delle nostre Pmi utilizza robot, superando il 4,6% della media europea e doppiando il 3,5% della Germania. Inoltre, il 5,3% delle Pmi usa sistemi di intelligenza artificiale e il 13% prevede di effettuare nel prossimo futuro investimenti nell’applicazione dell’IA. I sistemi di intelligenza artificiale porteranno ad un nuovo equilibrio del portafoglio delle competenze imprenditoriali, un fenomeno più marcato per le piccole imprese nelle quali l’imprenditore accentra su di sé attività caratteristiche di professioni ad elevato impatto di IA. Noi siamo certi che L’intelligenza artificiale si fonderà in modo collaborativo con l’”intelligenza artigiana” degli imprenditori”.
Contrassegno unico per disabili Calzavara:
“Censite oltre 120 mila targhe on line e soluzioni veloci per pass Ztl”
“Zetatielle Network è il circuito che abbiamo creato riunendo le banche dati e le informazioni sulle quasi 120mila targhe abilitate al transito nelle aree ZTL di 330 comuni veneti”. Così l’assessore alla programmazione, bilancio e personale della Regione Francesco Calzavara, ha annunciato l’avvio del contrassegno unico digitale per le persone con disabilità. “Si tratta di un progetto che abbiamo lanciato come Agenda Digitale del Veneto - ha aggiunto l’assessore - per l’inclusione dei cittadini con disabilità e che nel corso del 2023 ci ha evitato di recapitare quasi un milione di multe ai veneti. Accertamenti di violazioni che sarebbero poi stati contestati producendo un reale risparmio di oltre 10 milioni di euro solo di spese di notifica. Liberi di muoversi oltre ogni barriera non dev’essere solamente uno slogan o una frase a effetto, ma un servizio concreto, tangibile e fruibile da parte del cittadino che può finalmente superare la barriera virtuale della Ztl per circolare in totale libertà e godere di un diritto previsto dal codice della strada”, ha concluso Calzavara.
Fondo per i disturbi alimentari, l’appello di Rachele Scarpa: “Governo e Regione prendano sul serio il fenomeno, insufficienti 10 milioni”
“In Veneto, come in altre parti d’Italia, si è assistito a un aumento dei casi di disturbi del comportamento alimentare (DCA) - spiega Rachele Scarpa, deputata del Partito Democratico - Questa tendenza allarmante sottolinea l’urgente necessità di risorse e finanziamenti per i centri dedicati al trattamento e alla prevenzione di tali disturbi. Se con la legge finanziaria del 2021 si era finalmente riusciti
ad istituire un fondo di 20 milioni, la scellerata scelta del governo Meloni di eliminare le risorse ha messo in seria discussione la capacità di azione del nostro sistema sanitario. È stato solo grazie alla mobilitazione collettiva che il Ministro Schillaci è tornato sui suoi passi: un semplice reintegro della metà del fondo, ovvero 10 milioni, che rimangono totalmente insufficienti.
Rimane poi aperta la questione del mancato inserimento dei disturbi alimentari all’interno dei Livelli Essenziali di Assistenza: significherebbe abbattere le barriere economiche che troppo spesso impediscono alle persone di cercare e ricevere l’aiuto di cui hanno bisogno. E’ imperativo che le autorità regionali e nazionali riconoscano la necessità di aumentare i finanziamenti e le risorse”.
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Roberto Boschetto
Rachele Scarpa
World Health Forum. Dal 20-23 marzo il prestigioso seminario con esperti da tutto il mondo
L’intelligenza artificiale nella medicina: a marzo Padova diventa la protagonista
Diversi mesi addietro proprio da queste colonne avevamo titolato “Padova Capitale della Salute” considerato il peso crescente che la città stava assumendo sulla scena nazionale e internazionale in termini di medicina grazie al grande impegno, anche strutturale per questo fondamentale settore e alla collaborazione, di altissi-
Congressi il teatro di questo fondamentale meeting che vedrà protagonisti alcuni tra i principali esperti mondiali in materia.
Si parte, come detto, il 20 marzo a Palazzo della Ragione dove dalle 15 ci saranno gli interventi del presidente della Regione Luca Zaia, del sindaco di Padova Sergio Giordani, e della
puntamenti successivi, al Centro Congressi. Tra gli appunti certamente più prestigiosi ci saranno certamente gli interventi di Mihaela van der Schaar dell’University of Cambridge, Tianxi Cai di Harvard Medical School, Boston, di Rosario Rizzuto, dell’Università di Padova, di Giusella Finocchiaro, dell’Università di Bologna. Il
mo livello, tra Amministrazione Comunale, Università, Azienda Ospedaliera, Centri di Ricerca e Ulss.
Quasi a voler certificare questa tendenza ecco che dal 20 al 23 marzo Padova ha scelto di ospitare un seminario, forse il più prestigioso che ad oggi si è svolto a livello internazionale, su di un tema di grandissima attualità: l’applicazione dell’intelligenza artificiale in medicina.
Dopo l’apertura a Palazzo della Ragione sarà il Centro
rettrice dell’Università Daniela Mapelli che dialogherà con diversi esperti sul ruolo proprio degli Atenei. Si parlerà, poi, di pandemia chiedendosi se ci si debba aspettare, per il futuro, qualcosa di simile al covid e di Enti Camerali con il Presidente della Camera di Commercio, Antonio Santocono e quello della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Gilberto Muraro.
Il secondo giorno, il 21 marzo, si svolgerà, come tutti gli ap-
Medicina e intelligenza
Una parte significativa del programma del World Health Forum sarà dedicata all’evento Artificial Intelligence for Healthcare, che si terrà il 21 e il 22 marzo, focalizzandosi sull’esplorazione del ruolo dell’intelligenza artificiale e del machine learning nel campo della sanità. Un incontro, ideato dal professor Gaudenzio Meneghesso, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova e dal professor Roberto Vettor professore ordinario di Medicina interna.
“L’idea è nata dalla necessità di integrare gli studi, le analisi e i progressi tecnologici nel campo della medicina.
terzo giorno, tra gli altri, Alessandro Doria di Harvard Medical School, Boston, Panagiotis Papapetrou, Stockolhm University, Sebastien Ourselin, King’s College London, Henning Muller, HES-SO Valais Techno-Pôle. Nella quarta e ultima giornata di lavori interverranno, tra gli altri, Tiziana Lippiello, Magnifico Rettore Università Ca’ Foscari di Venezia, Paolo Nespoli, Ex Astronauta ESA, Francesca Pasinelli, Direttore Generale Fondazione Telethon.
Zaia: “Veneto punto di riferimento della promozione della salute globale”
Presidente Zaia, il Veneto sta mettendo in atto azioni concrete per promuovere l’innovazione nella sanità.Il World Health Forum è il primo tassello?
In un Veneto che si attesta nuovamente ai vertici nazionali per i Lea, realizziamo un grande sogno. Una vera e propria legacy della sanità, che analizzerà il presente e approfondirà il futuro dell’evoluzione delle scienze mediche e delle tecnologie per migliorare la vita dei cittadini. Il Veneto diventerà per una intera settimana il cenacolo internazionale della medicina globale, identificando, altresì, i nuovi trend.
Un evento di portata internazionale per riunire esperti della salute globale?
Facciamo da apripista riunendo in Veneto tutti coloro che hanno un ruolo attivo nel presente e nel futuro della salute globale, per delineare le prospettive future sul benessere e sulla prevenzione anticipando le nuove tecniche di diagnosi e le corrette gestioni dei dati sanitari. È la sintesi eccezionale di una sfida alla quale stiamo lavorando da due anni e dimostrerà il grande potenziale del Veneto nella sanità, nella scienza, nella ricerca, nell’intelligenza artificiale applicata alla medicina. Questo forum, destinato a crescere di anno in anno, si propone di diventare il nuovo punto di riferimento nel campo della sanità, simile al Forum Economico Mondiale di Davos, ma focalizzato sulla salute anziché sull’economia.
È emerso il tema delle imprese farmaceutiche e si è notata una carenza di ricerca nel nostro territorio. Questa è un’opportunità senza precedenti, poiché quando sei sotto i riflettori, si avvia un meccanismo virtuoso di promozione e attenzione. Diventeremo un incubatore di innovazione, considerando l’interesse crescente di aziende nel settore delle biotecnologie, della sanità e della produzione farmaceutica. In questo contesto, un forum che si pone al centro dell’attenzione internazionale è assolutamente necessario per catalizzare ulteriori progressi e partnership nel campo della salute globale.
artificiale: “L’Italia deve fare un passo in avanti”
Ringrazio anche la dottoressa Cristina Degan e il professor Mattia Veronesi per il fondamentale supporto – commenta il professor Meneghesso –. L’intelligenza artificiale, se utilizzata correttamente, porterà vantaggi significativi in termini di efficienza medica e riduzione dei tempi di attesa per i pazienti. Ciò non significa l’eliminazione della professione medica, ma offrirà la possibilità di concentrarsi maggiormente sul benessere dei pazienti”.
Tra i relatori di spicco vi sono la Prof. ssa Mihaela van der Schaar (Università di Cambridge), il Prof. Alessandro Doria (Harvard Medical School) e il
Prof. Sebastian Ourselin (King’s College London), i quali condivideranno le ultime innovazioni nel campo dell’IA in medicina, evidenziando il suo ruolo cruciale nella trasformazione digitale delle scienze mediche.
La conferenza affronterà questioni legate all’etica e alla regolamentazione dell’intelligenza artificiale, che rappresentano uno dei principali temi di discussione odierni. “L’Italia deve fare un passo in avanti nel trovare una soluzione anche in questo ambito. Francia e Germania hanno già superato il divario amministrativo per poter avere le cartelle cliniche dei pazienti e poter analizzare attraverso l’intelligen-
za artificiale tutti i dati possibili. Le questioni etiche, come la violazione della privacy richiedono un’attenzione particolare sia da parte della comunità accademica che delle istituzioni e della società nel suo complesso”. (s.b.)
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Gaudenzio Meneghesso, Luca Zaia e Roberto Vettor
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Donne, “la vita ricomincia a 50 anni!”
Dal corpo alla mente, alle relazioni: prendersi cura di sè
Il progetto di rete che mette al centro la salute e il benessere della donna
“La vita ricomincia a 50 anni!”: prendersi cura di sé, dal corpo, alla mente, alle relazioni! E’ il titolo di un interessante progetto che mette al centro la donna, in una fase delicata della sua vita, per promuovere la cultura della prevenzione e del benessere in un contesto di collaborazione tra istituzioni della sanità, della politica-amministrazione, della ricerca e del sociale.
Il progetto, presentato a Ca’ Sugana, è dedicato alle donne in premenopausa ed è promosso dal Comune di Treviso, dall’Ulss 2 Marca Trevigiana e dall’Università degli Studi di Padova, in collaborazione con Spazio Donna.
Il progetto nasce dall’idea di Giorgia Ghirardo, laureanda in Infermieristica della sede trevigiana dell’Università di Padova, e della sua relatrice, Silvia Sturniolo, sviluppata nell’ambito della sua tesi di laurea. Lo scopo di “la vita ricomincia a 50 anni!” è quello mettere a disposizione del territorio della Marca, dove Giorgia Ghirardo vive, le sue conoscenze e di approfondire la Medicina di Genere per offrire un servizio alle donne “per sensibilizzarle e far nascere in loro la consapevolezza che è importante conoscersi a fondo per prevenire malattie tipiche della
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MARZO 2024 on-line: /category/salute/
20 febbraio 2020-20 febbraio 2024, a quattro anni dal Covid
“Insieme per un mondo di salute”
La Giornata nazionale dei professionisti sanitari, sociosanitari, socio-assistenziali e del volontariato
febbraio 2020 – 20 febbraio 2024, a quattro anni dall’irrompere della pandemia da Coronavirus, il giorno in cui a Codogno venne scoperto il “paziente uno”, il Ministero della Salute trasforma questa data in un’occasione per onorare il lavoro, l’impegno, la professionalità e il sacrificio del personale sanitario, socio sanitario, socio assistenziale e del volontariato sempre in prima linea negli anni del Covid.
Ma la Giornata del 20 febbraio, non vuole essere solo celebrativa e diventa dunque un’occasione per ripensare in chiave critica i sistemi organizzativi della sanità e di quanti vi operano quotidianamente.
“Insieme per un mondo di salute” è lo slogan che vuole rappresentare questa visione più marcatamente interdisciplinare, fondata in modo più convinto su collaborazioni e interazioni tra i professionisti della sanità.
“L’esperienza del Covid – sottolinea la dr.ssa Antonia Demarchi, direttore delle Professioni sanitarie nell’Azienda Ulss 6 Euganea - ha messo in evidenza le fragilità del nostro sistema salute ma ha determi-
nato anche la possibilità di rileggere criticamente i sistemi organizzativi all’interno dei quali tutti i giorni i professionisti operano”.
Lo slogan scelto rappresenta dunque il ruolo delle professioni che ogni giorno lavorano, spesso in condizioni difficili, per garantire la salute di tutti e senza citarlo esplicitamente richiama il concetto di One Health, una visione olistica basata sull’integrazione di discipline diverse, un approccio antico e, al contempo, innovativo in cui le collaborazioni interdisciplinari e le interazioni tra i professionisti possono rappresentare un nuovo schema di gestione per rendere efficace e sostenibile il sistema socio-sanitario.
La Giornata è diventata, quindi, un momento di riflessione e condivisione sulla complessità delle organizzazioni sanitarie specificatamente per quanto riguarda l’integrazione dei “saperi”, le modalità di interazione e comunicazione tra professionisti e con l’utente e di come le organizzazioni dovrebbero prendersi cura degli operatori sanitari.
Dal corpo alla mente, alle relazioni: prendersi cura di sè
Il progetto di rete che mette al centro la salute e il benessere della donna
Continua dalla pagina precedente
menopausa”, sostiene l’assessore alla Città Inclusiva, Gloria Tessarolo.
È stata, quindi, condotta un’indagine nel Comune di Treviso, patrocinata dall’Ordine dei Farmacisti, indirizzata alle donne in età perimenopausale, per misurare i fattori di rischio cardiovascolare in questo target. In tutte le farmacie del Comune sono state distribuite delle locandine contenenti un QR code per la partecipazione a un questionario anonimo che indagava i comportamenti associati alla salute del cuore, nelle donne di fascia di età compresa tra i 42 e 58 anni.
Sono stati compilati più di 250 questionari nel periodo dicembre 2023-gennaio 2024.
I dati raccolti dal questionario hanno messo in luce dei comportamenti mediamente salutistici da parte delle donne, oltre che una spiccata attenzione alla propria salute e una propensione al confronto con i professionisti per approfondire le conoscenze necessarie a un’autogestione ed empowerment personale.
“Quando parliamo di “fare rete” per il benessere dei cittadini e delle cittadine intendiamo proprio questo: coinvolgere le istituzioni, l’azienda sanitaria, l’Ordine dei Farmacisti ma anche l’università per dare maggiori opportunità” sostiene il sindaco Mario Conte.
“Dall’idea di Giorgia Ghirardo – prosegue - è nata un’indagine e una serie di incontri per le cittadine: una catena virtuosa che non può che replicarsi in futuro anche in altri ambiti”.
A seguito della valutazione dei dati raccolti, si sono strutturati in un ciclo di cinque incontri condotti da esperti e dedicati a tematiche di rilievo nella menopausa tra le quali, appunto, la salute del cuore. Gli incontri, aperti a tutti e senza necessità di prenotazione, si tengono fine alla fine del mese di marzo nella Sala Convegni dell’ospedale di Treviso, dalle 20.45 alle 22.30. I prossimi appuntamenti saranno dedicati a “Menopausa e cambiamento del corpo”, il prossimo 13 marzo, e “Amarsi da grandi: benessere personale e sociale della donna”, il 20 marzo.
Come sostiene l’assessore alla Città Inclusiva, Gloria Tessarolo: “per prevenire è necessario prioritariamente conoscere”. Giorgia Ghirardo “si è rivolta alle istituzioni con fiducia” unendo l’amministrazione e la politica al servizio di sanità pubblica, ma anche alla ricerca e all’università. Si sono alleate istituzioni e università e diverse generazioni volte a lavorare ad un obiettivo comune: la salute e la prevenzione. Sembra che questo possa essere quello vincente e che si possa prendere come modello per altri progetti.
Infatti, l’azienda sociosanitaria, che “è da anni al fianco delle donne con i percorsi di prevenzione, diagnosi e cura”, sottolinea il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi, a seguito dei progetti come quello presentato da Giorgia Ghirardo, ha ricevuto dalla Fondazione Onda un premio (assegnato a tutte e sei le strutture dell’azienda) e tre bollini rosa, il massimo della valutazione.
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Prevenzione. La Giunta regionale ampia l’offerta per i controlli
Screening del colon retto anche per la fascia d’età dai 70 ai 74 anni
Screening del colon retto, la fascia si allarga a tutti i cittadini, uomini e donne, di età compresa tra i 70 e i 74 anni. La Giunta regionale del Veneto ha infatti approvato l’allargamento dell’offerta che fino era rivolto alla popolazione tra i 50 e i 69 anni, in linea con quanto previsto all’interno del Piano Nazionale Prevenzione 2020-2025 e del Piano Regionale Prevenzione 20202025, oltre che dalle Raccomandazioni del Consiglio Europeo del 2022 e dal Piano Oncologico Nazionale 2023-2027. “Nel Veneto – sottolinea l’assessore veneto alla Sanità e alle Politiche sociali Manuela Lanzarin – il tumore al Colon retto costituisce la terza neoplasia più frequente nella popolazione, dopo il tumore della mammella e il tumore della prostata. Il Registro Tumori evidenzia come nel 2020 circa il 63% dei nuovi casi siano stati diagnosticati in persone dai 70 anni in su (1900 casi). Si è deciso, quindi, di ampliare le frontiere della prevenzione. La nostra regione, infatti, non si discosta dalla tendenza generale a un progressivo invecchiamento e gli ultrasettantenni sono una parte consistente della società, destinata ad aumentare con l’allungamento delle speranze di vita. Ampliare l’offerta dello screening, significa allargare un intervento di sanità pubblica mirato a ridurre la mortalità grazie alla diagnosi precoce dei tumori e, dove possibile, delle lesioni pre tumorali che possono essere così rimosse”.
I dati del 2022, con più di 371.000 cittadini che hanno risposto positivamente all’invito, danno riscontro di un’adesione di circa il 63%, tra le più alte su tutto il territorio nazionale, con una partecipazione femminile maggiore (66%), rispetto a quella maschile (60%). Il 4,1% circa dei soggetti aderenti allo screening ha avuto un esito positivo al test di primo livello, ed è stato quindi invitato ad effettuare una colonscopia. Sono stati diagnosticati 324 carcinomi e 2.541 adenomi avanzati, avviando così il relativo percorso terapeutico.
“Sono valori che pongono la sanità veneta in posizione di rilievo a livello nazionale e siamo certi che sia possibile progredire ulteriormente, anche grazie alle azioni di sensibilizzazione che non mancheranno anche in occasione di questo allargamento dell’offerta. Lo screening del colon-retto, assieme allo screening della mammella e della cervice uterina, sono i tre programmi di screening oncologici offerti gratuitamente alla popolazione. Si inseriscono in un sistema di
prevenzione molto efficiente e in cui la Regione del Veneto crede fermamente, favorendo anche altre diverse attività, a cominciare dalla sensibilizzazione a favore di corretti stili di vita”. Lo screening continua ad essere proposto alla popolazione femminile e maschile con cadenza biennale, e tutto il percorso è offerto gratuitamente ed in maniera attiva, organizzando con i cittadini gli eventuali approfondimenti necessari.
Per agevolare gli utenti nella partecipazione allo screening, è attiva in tutta la Regione una collaborazione con le farmacie territoriali. Seguendo le indicazioni contenute nella lettera di invito, i cittadini possono rivolgersi ad una delle farmacie aderenti, sia per ritirare il dispositivo da utilizzare per raccogliere il campione a domicilio sia per consegnarlo poi alla stessa farmacia. Nello specifico, il test di primo livello si basa sulla ricerca nelle feci di tracce di sangue, non visibili ad occhio nudo, con esame immunochimico. L’esame di approfondimento che segue la prima indagine perlustrativa è la colonscopia, effettuata con sedazione dell’utente.
L’estensione alla fascia di popolazione tra i 70 e i 74 anni inizia già quest’anno con l’invito a coloro che, nati nel 1954, compiono 70 anni. Proseguirà con una graduale progressione fino ad arrivare a compimento nel 2029, interessando tutta la fascia di 70-74enni.
Trapianto di midollo osseo, cercasi la persona giusta per la donazione
E’ sempre valido, e più che mai attuale, l’appello che l’Ulss 6 Euganea rinnova dalle sue pagine social alla donazione di Midollo osseo per sensibilizzare soprattutto i giovani.
L’appello si rivolge infatti a chi ha un’età compresa tra i 18 e i 36 anni non ancora compiuti. Bisogna essere in buona salute e avere un peso minimo di 50 kg. Basta poco dunque per poter contribuire a salvare una vita: quella di tutti coloro che attendono un trapianto di midollo osseo.
Grazie a un semplice esame del sangue è possibile tipizzarsi, ossia iscriversi nel Registro Italiano dei Donatori di Midollo Osseo e diventare, così, possibili match per tutte quelle persone che sono in lista per un trapianto.
Tra loro c’era anche Marco Zabeo, 23enne di Mestre, volontario della Croce Rossa, a cui l’anno scorso era stata
diagnosticata una leucemia linfoblastica acuta. Purtroppo, Marco non c’è l’ha fatta, ma è possibile cambiare il finale della storia di altre persone che, come lo era Marco, sono in lista per il trapianto. L’invito, dunque, è a riflettere sull’importanza di un gesto altruista e autenticamente salvifico.
Tutti i residenti nel territorio dell’Ulss
6 Euganea, ma non solo, - che hanno le caratteristiche necessarie per fare la donazione – e fossero interessati a compiere questo passo significativo possono rivolgersi all’Admo (Associa-
zione Donatori Midollo Osseo), anche registrandosi online, per concordare un appuntamento presso la sede più vicina, nel giorno e nell’orario più comodo. È possibile trovare tutte le informazioni al seguente link https://www. donatoriadmo.org/iscrizione.html.
È un gesto semplice, poco oneroso, ma che racchiude dentro umanità ed empatia. Si tratta di un gesto di solidarietà umana, che può salvare una vita, una persona come noi con sogni, desideri, aspirazioni e persone a cui vuole bene.
L’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin: “Nel Veneto il tumore al colon retto costituisce la terza neoplasia più frequente nella popolazione. Nel 2022 il 63% della popolazione veneta ha risposto positivamente all’invito”
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Polo Adolescenti dell’Ulss 3 Serenissima. Una proposta rivolta alle giovani di Mestre e Venezia
Sessualità e consapevolezza, un ciclo di incontri per le ragazze
Da marzo a maggio: il percorso si snoda in sei appuntamenti e ha lo scopo di aiutare le ragazze dai 16 ai 21 anni ad approfondire la percezione del proprio corpo
Un’iniziativaproposta alle ragazze per aiutarle ad approfondire la consapevolezza e la percezione del proprio corpo, e per dare loro strumenti e informazioni perché possano vivere al meglio la loro sessualità. La dottoressa Giorgia Pugiotto, una delle curatrici del corso illustra i
“Corpo, Consapevolezza e Sessualità” è il titolo di un ciclo di incontri per le ragazze di Mestre e Venezia, dai 16 ai 21 anni, pensati dal Polo Adolescenti dell’Ulss 3 Serenissima.
“Questa è la prima edizioni, e promuoviamo l’iniziativa - sottolinea la dottoressa Giorgia Pugiotto, una delle curatrici del corso - d’intesa con i dirigenti scolastici negli Istituti secondari di secondo grado e nelle università.
Contiamo di costituire un gruppo di ragazze, almeno quattro e al massimo
una decina come prima esperienza, che intendano fare questo percorso insieme agli operatori sanitari del Polo Adolescenti. Va tenuto conto che gli incontri alternano momenti teorici e momenti pratici, e che uno degli obiettivi è promuovere la condivisione e la socializzazione tra ragazze; anche per questo motivo, oltre che per il fatto che verranno svolti esercizi di percezione del proprio corpo, abbiamo inteso escludere la partecipazione “da remoto”, attraverso i metodi di collegamento digitali”.
“Tutto il ciclo - aggiunge l’altra curatrice, la dottoressa Eleonora Marino - spazia nei temi stretti e in quelli connessi alla sessualità, quali le emozioni e il benessere sessuale, la guida alla fertilità e alla contraccezione, la conoscenza consapevole del pavimento
pelvico, le abitudini quotidiane corrette e particolari tecniche quali la respirazione diaframmatica”.
Gli incontri, che iniziano dal mese di marzo, si svolgono il giovedì pomeriggio, dalle 14.30 alle 16.00, nella sede del Consultorio Familiare di via Felisati.
“E’ consigliabile che le adolescenti interessate partecipino a tutti gli incontri, fissati nei giorni 14 marzo, 4 aprile, 18 aprile, 9 maggio, 16 maggio e 30 maggio, in quanto – precisa la dottoressa Marino - si tratta di un percorso in cui le tematiche affrontate sono differenti ma interconnesse
tra di loro”.
Per informazioni e iscrizioni ci si può rivolgere alle due sedi: Polo Adolescenti di Mestre, 041.2608202, lunedì, mercoledì o giovedì dalle 14.30 alle 17.30; Polo Adolescenti di Venezia, 041.5295994, lunedì o mercoledì dalle 14.30 alle 17.30.
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