DICEMBRE 2023
Periodico d’informazione locale - Anno XXX n. 251
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Un uomo, un padre Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
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l migliore augurio che possiamo rivolgerci in questo Natale 2023 è quello di trovare il tempo e gli spazi per i nostri affetti più cari, per le vere amicizie, per stare accanto a chi ci vuole bene ma anche per dedicare un po’ di attenzione a chi ha bisogno di un aiuto, di una nostra presenza. Nella lista dei regali che possiamo scambiarci dovrebbero esserci anche il tempo e l’attenzione verso gli altri: torniamo a donare qualcosa di noi, un po’ di ascolto e di vicinanza. A partire dalla nostra famiglia, da chi ci è vicino ma anche da chi abbiamo tenuto lontano o semplicemente trascurato. Ricordando che per molte famiglie questo non sarà un Natale come gli altri, a causa di un lutto, di una malattia, di problemi economici. Fra i tanti, sarà un Natale diverso anche per un padre che in questi giorni ha toccato l’Italia intera con le sue parole misurate e profonde, di fronte ad un dramma come l’uccisione della figlia. Non serve aggiungere molto altro di fronte all’enormità di questo delitto e agli interrogativi che rimbalzano senza risposta in ciascuno di noi. Dopo l’ondata di piena dell’emotività, delle reazioni, dei commenti e delle analisi di queste settimane, dopo i fiocchi rossi e i minuti di rumore, tornati ad un’apparente “normalità”, l’augurio che è le parole di Gino Cecchettin non siano dimenticate.
LA MAGIA DEL NATALE INCANTA TREVISO FRA LUCI E TRADIZIONI MERCATINI, CONCERTI E ARTISTI DI STRADA Un’edizione green, con le luminarie spente a mezzanotte per il risparmio energetico. Conte: “La città vestita a festa vuole essere anche un messaggio di pace e inclusione”
Le Feste in città
Servizi alle pagg. 8-9
Servizio a pag. 30
SVILUPPO E COESIONE: MELONI FIRMA L’ACCORDO CHE ASSEGNA AL VENETO 606 MILIONI FINO AL 2027 UOMINI CHE UCCIDONO LE DONNE: “FAMIGLIA E SOCIETA’, SERVE UN CAMBIAMENTO CULTURALE” Servizio a pag. 29
I GRANDI TEATRI DEL VENETO: BELTOTTO: “IL PALCOSCENICO CONQUISTA ANCHE I GIOVANI”
Economia
Servizio a pag. 31
segue a pag 5
Nuovo ospedale di Padova, un’opera storica
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Luca Zaia Governatore Regione Veneto
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er il Veneto, non solo per Padova, con il nuovo ospedale si profila la realizzazione di un’opera storica. Alla sua conclusione potrà contare su uno degli ospedali di riferimento a livello internazionale. Un Polo sanitario che, compreso l’Ospedale Giustinianeo, sarà con ogni probabilità il primo in Italia per numero di posti letto, superando i 1680. segue a pag 5
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La notizia del mese
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continua da pag. 1
Nuovo ospedale di Padova, un’opera storica Luca Zaia Governatore Regione Veneto
Terraglio Est. Chissà se sarà la volta buona Q
ualche giorno fa da Verona è arrivata una notizia che Treviso e l’hinterland aspettavano da tempo e sulla quale probabilmente qualcuno aveva già iniziato a gettare la spugna. Tra i fondi di sviluppo e coesione sui quali si sono accordati la presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni e il presidente del Veneto Luca Zaia ci sono anche i 36 milioni di euro necessari al completamento del Terraglio Est. Per realizzare cioè quel tratto di strada di tre chilometri che collega via delle Industrie a Dosson – dove l’opera attualmente si ferma – con la tangenziale. Il progetto c’è già. A mancare finora erano i soldi necessari a finanziare bandi di gara e lavori. Ora che la “materia prima” è arrivata, resta solo una domanda: sarà la volta buona? Quella del Terraglio Est assomiglia alla storia infinita. Era il 27 agosto 2004 quando i sindaci interessati dal percorso del Passante di Mestre sottoscrivevano un protocollo d’intesa per le opere complementari, ratificato dalla Regione un anno dopo. Vent’anni fa. Due decenni nei quali si è assistito a una lunga battaglia politica, alla fiaccolata degli imprenditori, a uno slittamento dopo l’altro delle decisioni sui finanziamenti e sulla data di inizio lavori del primo stralcio. Che alla fine si è fatto, arrivando al taglio del nastro a ottobre del 2017 con la consapevolezza che si andava a inaugurare non solo un’opera monca ma soprattutto una non soluzione per il traffico pesante di transito nei comuni a sud. Sei anni dopo – anni nei quali, con la questione del secondo stralcio spostata in città, gli animi si sono infiammati sia sulla necessità del completamento sia sul tracciato – il Terraglio Est arriva al dunque. Il progetto definitivo prevede l’attraversamento di Sant’Antonino con un sottopassaggio all’altezza di via Furin per arrivare alla rotonda di via Pasteur e quindi alla tangenziale. Nessun collegamento con la viabilità ordinaria ma una pista ciclabile parallela all’arteria a garanzia del quartiere. Non resta che aspettare la delibera. Ma, dopo vent’anni di attesa, cosa sarà mai.
Meloni e Zaia hanno firmato l’accordo sui fondi per completare un’opera che si attende da vent’anni
Nel nuovo Ospedale di Padova Est ci saranno 90 terapie intensive, 45 sale operatorie oltre alla grande realizzazione della Torre della Ricerca. Tutto all’insegna dell’innovazione, dotato di attrezzature di ultima generazione al momento dell’inaugurazione. È un sogno che si realizza, che consegneremo alla nostra comunità e ai pazienti provenienti da tutto il mondo. Non sarà un ospedale soltanto per la città ma un Policlinico di rilevanza mondiale. Disporrà di un’area dedicata di circa 40 ettari si svilupperà su una superficie di circa 212.000 mq. Avrà una piastra polifunzionale, edifici per le degenze, edifici per le attività di outpatients e un polo dei servizi. Sarà una struttura assolutamente green, in classe A3. Un medico che si laurea oggi può guardare a questo Ospedale come un vero e proprio punto d’arrivo della carriera.
Un uomo, un padre
continua da pag. 1
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Eccole, sono i pensieri di un uomo, di un padre che ha perso la figlia ma non la speranza: “Da questo tragico evento deve nascere qualcosa. Vanno bene i messaggi, i minuti di silenzio o di rumore, ma quelli poi finiranno. Io voglio che tutti i giorni ognuno di noi guardi alla propria vita e provi a fare un pensiero su ciò che potrebbe fare per migliorarla, nei confronti delle persone amate e soprattutto delle donne. Fate un po’ un esame di coscienza su quello che si può migliorare. Dobbiamo capire come sia nato tutto questo, voi potete darci una mano, cercando di capire cosa sia mancato, magari confrontandoci e cercando di capire come sradicare la violenza, in particolare nei confronti delle donne. Giulia non me la restituirà più nessuno, ma dalla morte di Giulia voglio far nascere tante belle iniziative”.
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Sara Salin
di Treviso
è una testata giornalistica di proprietà di Srl
È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto. Questa edizione raggiunge i quartieri di Treviso per un numero complessivo di 32.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199 Chiuso in redazione il 1 Dicembre 2023
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Il bilancio di Ca’ Sugana
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L’intervista. L’assessore Riccardo Barbisan illustra la manovra che sarà portata a palazzo dei Trecento a fine mese
“L’adeguamento dell’Irpef era l’unica scelta possibile e giusta da fare” A
deguamento dell’addizionale Irpef, che passa da un’aliquota a scaglioni compresa fra lo 0,6 e lo 0,8 per cento a un’aliquota fissa dell’8 per cento. Allo stesso tempo l’esenzione vedrà un innalzamento della soglia dai 15 ai 16mila euro di reddito. Questa la ricetta messa in campo da Ca’ Sugana per far fronte a un bilancio di previsione gravato da 8 milioni di euro, su 80 complessivi, di costi in più rispetto al recente passato, a causa di guerre e inflazione che hanno prodotto l’esplosione dei costi. Un bilancio difficile, che chiede sacrifici a tutti. Cittadini, imprese, turisti. Ne abbiamo parlato con il titolare della delega al Bilancio, Riccardo Barbisan. Assessore, a fine mese il consiglio comunale sarà chiamato a votare un bilancio di previsione, già approvato dalla giunta, sul quale siete dovuti intervenire per il contenimento di un importante disavanzo. Quali sono le cause? “Da circa tre anni ci troviamo in una situazione di stagnazione delle entrate. Oltretutto abbiamo avuto colpi difficili da assorbire, come la famigerata questione sui canoni delle antenne telefoniche, che per noi erano un gettito importante e che ora sono ridotti a mera tassa di occupazione del suolo pubblico. A questo si aggiunge un spirale inflattiva di aumento dei costi, di cui tutti si sono resi conto. Prima quelli delle materie prime, con il conseguente aumento del prezzario regionale sulla base del quale vengono fatti i lavori pubblici. Poi quelli energetici e infine quelli
per l’acquisto di beni e servizi. Si è creato un disequilibrio tra il desiderio di mantenere i servizi che conosciamo e il desiderio che la città non retroceda nella graduatoria dei diritti che i cittadini in questi anni si sono guadagnati”. A quali servizi si riferisce? “Avremmo potuto scegliere di spegnere i lampioni di notte, ma non lo abbiamo voluto fare per ragioni di sicurezza. Avremmo potuto chiudere il teatro o non dare più il contributo alla rete dei festival o ancora non garantire il minimo vitale alle famiglie in difficoltà. Ma non lo abbiamo fatto. L’unica scelta possibile era l’unica scelta giusta”. L’adeguamento dell’addizionale Irpef. “Era l’unico margine di manovra. Il ritocco di altre tariffe non avrebbe portato nelle casse comunali il gettito sufficiente per non far pagare ai poveri questa spirale inflattiva. Una scelta sulla quale ci siamo posti molte domande. Tutti, indistintamente, pagheranno un’aliquota dello 0,8 per cento. Ma la soglia di esenzione alzata ai 16mila euro ci pone come il capoluogo veneto con la soglia più alta a livello regionale. E fra quelli con la soglia più alta anche a livello nazionale”. In cifre, quanto porterà nelle casse comunali? “Circa due milioni e 200mila euro. Oltre che alle persone, la manovra è rivolta anche alle imprese, alle quali chiediamo un contributo su pubblicità e occupazione del suolo pubblico che garantirà maggiori entrate per 300mila euro”.
L’assessore al Bilancio Riccardo Barbisan con il sindaco Mario Conte
Ci faccia qualche esempio di capitoli di spesa che andrete a sostenere con il maggior gettito. “Ne basterebbe uno. Il 22 novembre il comitato dei sindaci dell’Ulss 2 ci ha chiesto 98mila euro in più per l’anno in corso. Sia chiaro, non abbiamo costruito questo bilancio per fare cassa, ma per ripararci dagli imprevisti di costi che riguardano in questo caso il sociale e poterci garantire senza drammi i servizi. Per non dimenticare che abbiamo più di un milione di euro di aumento del costi dell’energia elettrica, di mezzo milione per il gas e che a fronte di un numero di dipendenti che resta omogeneo, negli ultimi dieci anni siamo passati da circa 19 milioni di costo del personale ai quasi 24 milioni di euro attuali. Ci troviamo costretti a operare sempre di più come una famiglia, lavorando sul risparmio quotidiano”.
Avete deciso anche l’aumento della tassa di soggiorno. “Nella situazione in cui versiamo non possiamo certo pensare di impoverire la città dal punto di vista dell’attrattività. L’operazione potrebbe portare a incassare mezzo milione di euro in più, arrivando a un milione in un anno da dedica-
re a turismo e cultura. Erano comunque tariffe di oltre dieci anni fa. Del resto, abbiamo chiesto un contributo alle persone e alle imprese: lo chiediamo anche ai turisti e al settore della ricezione, che a Treviso nell’ultimo trimestre sta vivendo un momento fortunato”. Sara Salin
TASSA DI SOGGIORNO LE NUOVE TARIFFE IN CITTÁ La giunta Conte ha deliberato la tariffa di 2 euro per gli alberghi a 1 stella e 2 stelle, 2,50 euro per gli alberghi a 3 stelle e 3 stelle superior, 3 euro per i 4 stelle, 4 stelle superior, 4 euro per i 5 stelle e 5 stelle superior. Per le strutture ricettive complementari – alloggi turistici, case vacanze, unità abitative ammobiliate ad uso turistico, B&B - l’imposta ammonterà a 2 euro (2 leoni alati), 2,50 (3 leoni alati), 3 euro (4 leoni alati), 4 euro (5 leoni alati e locazioni turistiche). Fissata a 2 euro anche l’imposta di soggiorno per gli agriturismi (1 e 2 girasoli), fino a 2,5, 3 e 4 euro rispettivamente per le strutture con classificazione 3, 4 o 5 girasoli.
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Le Feste in città
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Un mese di eventi. Fitto calendario di appuntamenti, tra folklore, gospel, mostre e mercatini
San Silvestro di musica in piazza dei Signori Sera di Capodanno al Del Monaco F
ino all’Epifania la proposta del Natale Incantato regala un programma serrato di eventi, mostre, intrattenimento, momenti di comunità e di tradizione. Ecco alcune proposte per chi vuole entrare nello spirito natalizio trevigiano. Fino al 14 gennaio in piazza Borsa è possibile pattinare sul ghiaccio. NATALE IN BORGO. Il 7 e il 10 dicembre a Borgo Cavour mostra mercato di articoli e oggetti natalizi organizzata dall’associazione degli artigiani e dei commercianti del Borgo. CONCERTO DELL’IMMACOLATA. Appuntamento alle 20.30 dell’8 dicembre nella chiesa di San Francesco con l’esecuzione della Messa di Gloria per soli coro e organo di Giacomo Puccini con il Coro Metropolitano Veneto e la Corale Attilio Zaramella. Organizza l’associazione Ogni Giorno per Emma.
MOSTRA DEL RADICCHIO ROSSO. Dall’8 al 10 dicembre sotto la Loggia dei Trecento, promossa dal Consorzio di tutela del Radicchio Rosso IGP. MAMMART. Il mercatino di ceramiche, sculture, tessuti a telaio, pizzi e pellami si terrà dall’8 al 10 dicembre, il 16 e il 17 dicembre e dal 22 al 24 dicembre in piazza Indipendenza. GOSPEL & SPIRITUAL. Sotto la Loggia dei Cavalieri l’8 dicembre alle 15.30 si esibirà il Coro Getsemani. SPETTACOLI ITINERANTI. Sabato 9 dicembre al ponte dei Buranelli sono in programma le armonie natalizie, mentre in piazza dei Signori il concerto “Cinderella Song”. Alle 17 sotto la Loggia dei Cavalieri canzoni natalizie con gli studenti delle Serena. FOLKLORE. Il 10 dicembre alle 15 la Pastoria del Borgo Furo porterà in piazza Duo-
mo lo spettacolo itinerante “Giuseppe e Maria in viaggio verso Betlemme”. JAZZ. “Lady Snow” è il titolo del concerto natalizio organizzato il 15 dicembre alle 20.45 a santa Caterina da Treviso Suona Jazz. CIARASTEA. Partirà dal duomo alle 15.30 del 16 dicembre a cura della Pastoria del Borgo Furo. CONCERTI. Il 16 dicembre alle 20.30 a San Francesco Concerto di Natale Claudio Monteverdi; a Sant’Angelo concerto di musica polifonica e della tradizione natalizia del Coro Voci d’OltreFiera. Il 22 dicembre alle 20 al Comunale Concerto di NatAale con musica gospel, spiritual, soul e rythm&blues, mentre alle 20.45 a San Francesco tradizionale concerto del Coro Stella Alpina. CORSA DEI BABBI NATALE. Dalle 9 del 17 dicembre la tradizionale Treviso Christmas Run.
L’albero in Piazza dei Signori e un momento del Natale Incantato di Treviso
LA LEGGENDA DEL NATALE. Organizzata dal Gruppo Alcuni, il 23 dicembre alle 17 in piazza dei Signori percorso in città con personaggi fantastici. VIGILIA. Spettacoli di giocolieri in piazza dei Signori. Dalle 15 alle 10 Presepe Vivente della Pastoria del Borgo Furo. CAPODANNO. Dalle 22 del
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31 dicembre Grande festa con Radio Company. Alle 21 del primo gennaio il Gran Concerto al Teatro Comunale. EPIFANIA. Dal 2 al 7 gennaio mercatino con dolci e calze. Il 6 gennaio alle 16 sotto la Loggia dei Cavalieri arrivo della Befana e alle 17 a Santa Caterina il concerto di musica sacra e natalizia.
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Le Feste in città
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Un’edizione green. Luminarie spente a mezzanotte e trenino elettrico tutti i giorni in centro storico
Luci, stelle, colori e tradizioni La magia del Natale incanta Treviso L
e luci sono state accese già alla fine di novembre. Il tradizionale albero monumentale donato dal Comune di Brunico è stato acceso con una cerimonia in piazza dei Signori il 2 dicembre. Il Natale Incantato anche quest’anno, come sempre del resto, è uno sfavillio di installazioni, iniziative e luoghi dei desideri per tutti. Per Treviso è il momento forse più atteso dei dodici mesi: vestirsi di gioia e di magia, attrarre chi in città ci abita ma anche visitatori e turisti, per l’amministrazione guidata da Mario Conte è uno dei pezzi forti cui mai e poi mai si potrebbe rinunciare. Musica, colori, talento degli artisti, una rassegna davvero ricca di appuntamenti e un contesto particolarmente attrattivo per i bambini e le famiglie. “La bellezza della nostra città vestita a festa vuole rappresentare anche un messaggio di pace e inclusione”, dice il sindaco. Che però non dimentica da una parte di essere “città green” fresca di vittoria del titolo europeo e dall’altra di un’Italia (Ca’ Sugana compresa) che fa fatica a far quadrare i conti. “Quest’anno, in un’ottica di risparmio energetico, abbiamo programmato lo spegnimento delle luminarie a mezzanotte”, avvisa. È un’operazione sinergica, quella messa in campo dall’amministrazione comunale, che si avvale di quelli che Conte chiama “i nostri
Il sindaco Conte: “La bellezza della nostra città vestita a festa vuole rappresentare anche un messaggio di pace e di inclusione” Tanti i luoghi caratteristici da non perdere per le foto ricordo con Babbo Natale o la cometa
Il Natale Incantato di Treviso
compagni di squadra”: partner istituzionali e commerciali che vanno dalla Camera di Commercio di Treviso-Belluno/Dolomiti a Veneto Imprese Unite, da Confcommercio Treviso a CentroMarca Banca, da Alì Supermercati a Prosecco Doc Italian Genio. Tutti uniti per incantare. Ma quali sono i luoghi, i momenti e le atmosfere tipicamente natalizie da non perdere a Treviso in questi giorni? Quali i posti più caratteristici in cui farsi un selfie ricordo? LA LOGGIA INCANTATA. È allestita con uno scenario inedito e speciale, a cura della compagnia Barbamoccolo: la fabbrica dei regali di Babbo Natale, popolati da elfi, renne, folletti e personaggi fantastici. Qui proprio lui, Babbo Natale, arriva tutti i fine settimana fino al 24 dicembre per incontrare soprattutto i più piccoli. E qui, sotto la Loggia dei Cavalieri, c’è la sempre molto attesa cassetta delle lettere in cui inserire il proprio messag-
gio con la lista dei desideri. Questo è anche il luogo in cui quest’anno è stato scelto di far esibire i cori dei ragazzi delle scuole della città. LA GRANDE STELLA. In piazza Santa Maria dei Battuti c’è la stella 3D. Una grande cometa, accesa già a fine novembre da parte di elfi speciali mentre il coro natalizio dell’istituto Besta creava l’atmosfera. LE LUMINARIE. Le grandi luminarie, oltre alla cometa del Quartiere Latino, sono le scritte luminose in via Santa Caterina, il cuore sul ponte dei Buranelli e le stelle all’altezza dei ponti di Sant’Andrea e dell’Università. IL TRENINO. Non manca il trenino green Christmas, mezzo totalmente elettrico che da piazza dei Signori sta girando per la città percorrendo le vie e le piazze del centro storico: fino al 7 gennaio tutti i giorni dalle 15 alle 19.30 e nei giorni festivi, prefestivi e di vacanze scolastiche anche dalle 10 alle 12.30.
Dal contest social ai presepi monumentali, iniziative per tutti Le iniziative messe in campo dal Comune sono molte e vanno a coprire tutte le fasce di età. Torna anche quest’anno il contest social “Scatta un selfie” con le installazioni luminose. Chi fino al 7 gennaio riceverà il maggior numero di like sarà premiato da Veneto Imprese Unite. Dal 14 al 20 dicembre alla BRaT, la Biblioteca dei ragazzi, ci saranno le letture natalizie (dalle 17 alle 17.30 e dalle 17.45
alle 18.15) dedicate ai bambini dai tre ai sei anni: sono previste anche letture in spagnolo e in inglese. Declinate sul tema anche le visite turistiche guidate organizzate dallo IAT Treviso Centro: venerdì 8 e sabato 30 dicembre, sabato 8 e sabato 20 gennaio sono in programma “Treviso Città d’Arte e d’Acque”, con la visita ai corsi d’acqua del centro storico, mentre il 10 dicembre si terrà l’escursione naturalistica lungo il pri-
mo tratto della Restera. Dal 27 dicembre al 6 gennaio torna il magio percorso nelle principali chiese cittadine con i presepi monumentali: duomo, San Francesco, Santa Maria Maddalena, Santa Maria Maggiore, San Nicolò, Sant’Agnese e Sant’Andrea. Nei quartieri vengono invece organizzati mercatini solidali, alberi di luce, esibizioni canore e momenti di comunità con il sostegno economico del Comune alle parrocchie.
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Politica
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Giorgio De Nardi. Intervista all’ex candidato sindaco della coalizione di centrosinistra, oggi consigliere comunale
“Non ci sto a essere preso a pesci in faccia da una politica che esibisce i muscoli” H
a fatto notizia l’abbandono di palazzo dei Trecento da parte di Giorgio De Nardi in una delle ultime sedute del consiglio comunale. L’ex candidato sindaco del centrosinistra non ha gradito una risposta ricevuta dal sindaco: ritenendolo un attacco personale, avrebbe voluto replicare, ma il presidente dell’assemblea Antonio Dotto gliel’ha impedito. E se ne è andato. Giorgio De Nardi, questione chiusa? “Dotto mi ha subito chiesto scusa e ho apprezzato la presa di coscienza dei suoi errori. Che sono stati due. Non lasciarmi replicare e chiedere un applauso di scherno mentre stavo uscendo. Il ruolo del presidente deve essere neutro”. Tra l’altro c’è stata una richiesta di collaborazione fra maggioranza e opposizione… “Non è la prima volta che viene lanciato un monito di pace ma si continua sempre sulla stessa linea. Io sono abituato a misurarmi con il fare e invece in politica ognuno è libero di dire quello che gli pare e poi se non si fa è sempre colpa di qualcun altro”. Sono passati sei mesi dalle elezioni. Che idea si è fatto di questa amministrazione? “Che ha un’assoluta mancanza di rispetto. Rispetto che per me è alla base di qualsiasi relazione, in ogni organizzazione e situazione. Lì dove bisogna dare l’esempio, lì dove si segna la strada per il futuro, lì dove si disegnano i valori guida di una comunità dovremmo avere l’eccellenza nel modo di rappresentare le persone, i loro diritti, i loro doveri, le regole. Questa è la prima cosa che ho visto in modo chiarissimo. È insopportabile, specie quando rivolta alla componente femminile e ai giovani. Credo che fatichino ad accettare queste figure, mettendo in atto una forma quasi machista della politica. Una grande esibizione muscolare con pochissimo rispetto e ascolto per chi la pensa in un modo diverso. Ed è que-
sto che mi ha fatto reagire in quel modo, perché non ci sto a essere preso a pesci in faccia. Da un sindaco e dalla sua maggioranza mi aspetto un esempio impeccabile per il ruolo istituzionale che ricoprono. Del resto lo si era già visto al momento del giuramento, con la spocchia del sindaco verso tutti quelli che non sono d’accordo con lui. Ogni idea alternativa e ogni critica vengono considerate un infangare la città. Credo non si sia capito quali sono le funzioni istituzionali di maggioranza e opposizione nel
Il consigliere Giorgio De Nardi
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ruolo democratico sancito dalla Costituzione”. Ha mai pensato ma chi me lo fa fare? “Per il momento no. Mi piacerebbe poter fare molto di più, ma ho dei limiti dettati dalla mia attività imprenditoriale. È frustrante vedere che ci sarebbe un bisogno enorme e avere dei limiti di tempo. Sorrido quando sento il sindaco rimproverarci pubblicamente perché non ci vede sui cantieri… Certo, lui lo fa per mestiere”. Cosa manca al governo di Treviso? “La capacità esecutiva. L’esempio è il park di piazza Vittoria, dove intanto si scava e poi vediamo cosa c’è. Ma che senso ha?”. È contrario al progetto? “Credo che, se verrà fatto, sarà un danno per Treviso. Attrae nuovo traffico in centro storico, quando le auto andrebbero fermate fuori dal centro di una città che si attraversa a piedi in dieci minuti. Ma il progetto è diventato una bandiera della Lega, lo devono fare. Ma resta una sciocchezza colossale”. Fra qualche giorno sarete chiamati a votare un bilancio difficile. Che giudizio ne dà? “Se mi trovo all’ultimo momento a discutere del bilancio della mia azienda significa che ho lavorato male per tutto il periodo precedente, specie se ci arrivo con certi numeri. Quindi non contesto tanto il come ripartire costi e ricavi per arrivare a un bilanciamento, ma l’aver lavorato male fino a qui. Sviluppo economico non ce n’è, sviluppo abitativo e socio-demografico nemmeno, non c’è una visione a lungo termine, non c’è recupero dell’evasione fiscale, non c’è valorizzazione del potenziale che abbiamo. Hanno consumato il tesoretto di Manildo, i tanti soldi arrivati per la pandemia e il Pnrr probabilmente sono stati sprecati perché finora ho visto pochissimo. E si vive alla giornata, facendo stringere la cinghia alla cittadinanza. Il tutto senza che in questi anni siano state fatte cose straordinarie”. Sara Salin
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TERZIARIO - TURISMO
Le lavoratrici e i lavoratori del turismo e del commercio attendono il rinnovo dei contratti nazionali di settore da troppo tempo. Il lavoro senza contratto è un lavoro senza diritti.
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BELLUNO TREVISO
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La città di domani
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Il progetto. 430 posti auto interrati su tre piani con un cantiere nel cuore di Treviso a rischio “archeologico”
Park Vittoria, tra incognite e polemiche la giunta formalizza il primo atto S
e c’è una questione capace di alzare la temperatura del dibattito politico cittadino, senza il minimo dubbio è quella del parcheggio di piazza della Vittoria. Non l’esistente, ma il futuro park. Ma partiamo dalla notizia: la giunta di Mario Conte ha dato il via libera alla convenzione con Parcheggi Italia, ossia ha messo nero su bianco il primo passo per la realizzazione di un parcheggio interrato nel cuore della città. Un progetto che sulla carta prevede la creazione di 430 posti auto interrati su tre piani. Un cantiere “delicato”, sia per quanto riguarda tutto ciò che comporta dal punto di vista tecnico sia per le alzate di scudi che sta scatenando. Tecnicamente ci sono degli ostacoli da superare. Il primo dei quali è un parere della Soprintendenza sul monumento ai Caduti. Perché l’opera, se si vuole realizzare il parcheggio, deve essere smontata, spostata, rimontata. Si può fare? La parola definitiva arriverà dall’ente preposto, che deve esaminare non solo le condizioni in cui il monumento versa, ma anche la proposta tecnica sul “come fare” preparata dai tecnici del settore Lavori pubblici del Comune. Il secondo è capire cosa aspettarsi una volta che si inizia a scavare. Si troveranno reperti storici e archeologici? E se sì, in quale punto? E se succedesse, cosa accadrebbe al progetto e ai tempi del cantiere? Tutte domande per le cui risposte è necessario aspettare. Ma nel frattempo la discussione politica si è infiammata.
Dai banchi dell’opposizione, il capogruppo del Partito democratico Stefano Pelloni ribadisce la propria contrarietà alla realizzazione di un’opera “concepita vent’anni fa dall’allora sindaco Gentilini e alla cui realizzazione non venne mai dato seguito dal sindaco Gobbo, pure leghista, perché era evidente che si tratta di un’opera che non convinceva nessuno”. Pelloni si dice preoccupato per le troppe incognite del cantiere e per le possibili ricadute per le attività commerciali vicine: “Rischiamo di paralizzare un pezzo importante di città con i reperti archeologici che sicuramente sappiamo esserci”. Per il capogruppo dem la strada corretta sarebbe quella che aveva intrapreso l’ex sindaco Manildo: potenziare il Cantarane per pedonalizzare piazza Duomo e poi realizzare un parcheggio più grande nella zona nord di Treviso. “Dopo sei anni di amministrazione Conte siamo invece tornati al punto di partenza, proprio mentre il piano della mobilità sostenibile ci dice che il fabbisogno di parcheggi è nel quadrante nord, dove c’è il mercato due volte la settimana, mentre in zona stazione i parcheggi non mancano”. Della stessa idea è anche il consigliere Giorgio De Nardi (vedi l’intervista a pag. 10). Entrambi considerano che una città che sta puntando sulla sostenibilità e che si è da poco fregiata dell’European Green Leaf Award non può continuare a creare traffico, non può continuare a intasare il Put, non può continuare a
Nelle foto: sopra, Piazza della Vittoria; sotto, a sinistra Stefano Pelloni e a destra Luigi Calesso
dirigere le auto in direzione del centro storico. Senza contare, sottolinea Pelloni, il problema della vicinanza del fiume Sile. “Conosciamo i disastri che sono stati combinati con un ‘semplice’ sottopasso in via Sarpi, per il quale continuiamo a spendere centinaia di migliaia di euro”. Un’ultima critica: “Chi va a recuperare l’auto parcheggiata al terzo piano sotto terra alle 23.30? Bisogna andarci con la scorta”, ironizza (con una buona dose di ragione) l’esponente dell’opposizione. Sulla questione interviene, a nome di Coalizione Civica, an-
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che Gigi Calesso, che sostiene che il park interrato di piazza della Vittoria “è il nostro ponte sullo stretto”, da esibire come trofeo. Un progetto anacronistico, che quando vent’anni venne presentato trovò la protesta di residenti, commercianti ed esercenti della zona. Un ritorno che “fa capolino proprio mentre all’esterno del palazzo la città si schiera sempre più diffusamente e convintamente a favore dell’estensione della pedonalizzazione e delle zone a traffico limitato”. Il recupero del progetto secondo Calesso rivelerebbe che la giunta Conte “non ha un’idea
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di città e di conseguenza non è in grado di esprimere alcun progetto organico per la Treviso di oggi e tantomeno per prefigurare quella di domani”. Una mancanza di idee che “non è solo una questione culturale ma un problema politico che ha l’effetto di espropriare i cittadini dalle scelte sul futuro della città che vengono assunte”. Infine, per Calesso “togliere dall’armadio lo scheletro del park Vittoria rappresenta un plastico disvelamento della continuità tra le amministrazioni Conte e il ventennio leghista precedente”. Sara Salin
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Politica
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Congresso provinciale. Il vicesindaco di Montebelluna ha vinto con il 55% dei voti
Borgia segretario di Fratelli d’Italia L’outsider scalza Montuori R
ivoluzione Fratelli d’Italia al congresso provinciale della Marca, il primo nella storia locale del partito. I voti – soprattutto quelli degli amministratori – hanno premiato Claudio Borgia. Il vicensindaco di Montebelluna dal 26 novembre è infatti il nuovo coordinatore provinciale del partito di Giorgia Meloni: è stato eletto con il 55 per cento voti, scalzando a sorpresa Giuseppe Montuori, coordinatore uscente, che fino alla vigilia aveva tutti i pronostici dalla sua parte. Insomma, dire che partiva favoritissimo è quasi poco. E invece il rappresentante sul territorio dell’assessora regionale Elena Donazzan lo ha scalzato con appena 118 voti di differenza. La percentuale di affluenza al voto non è stata elevatissima: 2.800 gli iscritti a livello provinciale, il 55,2 per cento è andata all’hotel Maggior Consiglio a scegliere il nuovo coordi-
natore. Borgia porta a casa un successo a tutto tondo, considerato che nel nuovo direttivo entrano i “suoi”: Favaro (232 voti), Moretto (224), Venturin (214), Azzolin (212), Garbuio (210), Freda (200), Bortolazzi ed Ervas (189). La corrente di Montuori ha visto l’ingresso nel direttivo, oltre allo stesso ex coordinatore proIl coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Claudio Borgia vinciale, di Trentin (203 voti), Fava (199), Rigo è stato il primo monito arri(190) e Spagnol (186). vato da Claudio Borgia, che Chiusa la fase congres- ha immediatamente fatto suale, Fratelli d’Italia ora è capire quale sarà l’obiettivo: pronta a lavorare su europee “Aumentare il numero dei e comunali, con le ben 55 sindaci, degli assessori e dei amministrazioni locali che consiglieri di Fratelli d’Italia la prossima primavera an- per far crescere sempre più il dranno al voto per il rinno- peso del partito dentro il cenvo. “Si lavora tutti insieme”, trodestra”.
Azione, Fabio Pezzato è il nuovo segretario provinciale Fabio Pezzato è il nuovo segretario provinciale di Azione. È stato eletto all’unanimità nel corso del congresso che si è tenuto a metà novembre nella biblioteca di Sant’Antonino. Pezzato ha 53 anni ed è stato consigliere comunale per due mandati consecutivi. Nella fase finale del secondo mandato aveva scelto di aderire al partito di Carlo Calenda e assieme a Nicolò Rocco e Roberto Grigoletto aveva fondato un nuovo gruppo consiliare ai Trecento (uno dei primi nati in Italia). Il nuovo segretario provinciale – che succede a Omar Baù e che alle ultime elezioni comunali è stato il più votato nella lista guidata dal candidato sindaco Rocco – ha annunciato che nei prossimi due anni il suo obiettivo è raddoppiare il numero degli iscritti, che attualmente nella Marca sono circa 200, grazie all’impegno capillare del nuovo consiglio direttivo.
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Sanità
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Il punto. Il dg Benazzi analizza la situazione dei medici nell’Ulss 2 e annuncia progetti di walfare
In tre anni nominati 59 nuovi primari In arrivo l’asilo aziendale e affitti calmierati M
ancano medici specializzati. Ben 120 negli i medici a mancare. Un problema che l’azienda ospedali della provincia. Ma nonostante le sarebbe riuscita ad affrontare, assumendo più evidenti difficoltà l’Ulss 2 Marca trevigiana affer- medici specializzati rispetto a quanti avessero ma di essere ancora un’azienda sanitaria attrat- cessato il rapporto di lavoro: 8 persone in più nel 2020, 19 nel 2021 e 12 nel 2022. tiva, dinamica, pronta ad assumere, proiettata “Noi assumiamo medici”, insiste il direttore nel migliorare il walfare aziendale a supporto dei generale, sottolineando gli incapropri collaboratori. E mette sul piatto i 59 primari di unità comrichi ai primari. “Siamo l’Ulss che ha istituito più unità operative plesse (le cosiddette apicalità) insemplici e dipartimentali per precaricati nell’ultimo triennio. miare e ringraziare i medici che Lo ammette, il direttore genehanno fatto e stanno facendo un rale Francesco Benazzi: “È un buon lavoro. Stiamo investendo periodo difficile, che finirà nel disulle attività di formazione”. Agcembre 2024, quando riusciremo ad andare a regime per garantire giunge che l’azienda tiene monitorate uscite e prepensionamenti il giusto turnover ai nostri dipenper garantire una sostituzione denti. L’Italia è prima in Europa tempestiva, annunciando che per rapporto medici-abitanti e questo deve far riflettere”. In- Il direttore generale Francesco Benazzi sono già in programma concorsi somma, per il manager della sanità trevigiana per i primariati, come ostetricia e ginecologia non è corretto affermare che prima andava tutto dell’ospedale di Montebelluna. Infine, il manabene. “Basti pensare alle due spending review ger ha annunciato una serie di progetti di walfare: dallo sportello per il supporto psicologico tra il 2000 e il 2019, con l’impossibilità di assumere per anni a causa del tetto della spesa”, al nido aziendale per l’ospedale di Treviso, dagli dice Benazzi, secondo il quale oggi il tema si è alloggi calmierati per gli operatori sanitari alle rovesciato. Si possono fare assunzioni ma sono ferie solidali.
Mauro Sabattini alla guida di Psichiatria Dal primo dicembre l’unità operativa complessa del distretto di Treviso di Psichiatria è stata affidata a Mauro Sabattini. Il medico – laureato e specializzato all’Università degli Studi di Padova fra il 1999 e il 2004 – era già titolare dell’incarico come sostituto del direttore. Nell’ambito della psichiatria trevigiana lavora fino dagli esor-
di, assunto nel 2006 nell’ex Ulss 9. Dal 2011 al 2016 ha ricoperto un incarico professionale in qualità di esperto in psichiatria e supporto gestionale ai servizi di cura, mentre dal 2016 al 2019 ha guidato il centro di salute mentale di Oderzo. Dal 2020 coordina il centro di salute mentale e della psichiatria del distretto di Treviso.
Parkinsoniani, una nuova sede in via dell’Ospedale L’Associazione Parkinsoniani di Treviso ha trovato casa all’interno del polo delle associazioni di volontariato in via dell’Ospedale. Fondata nel 1994 da Stefano Rossi, malato di Parkinson, assieme alla moglie Luigina Pesce, opera in tutta la provincia con punti di presenza a Montebelluna, Mogliano Veneto e San Fior, proponendosi come fonte di informazione e sostegno sia per i malati che per le loro famiglie. Oggi conta circa 400 iscritti fra malati, familiari, caregiver e volontari. La nuova sede accoglie sia gli uffici amministrativi che i locali dedicati agli incontri formativi, ai corsi di Tai Chi, alla consulenza per richieste di invalidità, accompagnatorie, ausili e patenti, all’organizzazione di corsi di fisioterapia e psicologia di gruppo, al servizio trasporto dei soci con pulmini attrezzati.
“Avevamo bisogno di un ambiente più grande e funzionale, l’abbiamo trovato grazie all’Avis provinciale che ha messo a disposizione gratuitamente i locali di sua proprietà, dimostrando disponibilità, sensibilità e fiducia nei nostri confronti. La nascita di questa nuova sede – afferma Giovanna Grando, presidente dell’Associazione Parkinsoniani di Treviso e del Coordinamento Veneto Parkinsoniani – ci sprona a unire ancora di più le forze per fare rete nel contesto associativo, perseguendo l’obiettivo comune di una risposta sempre più efficace alla malattia. Per questo il nostro sogno è realizzare a Treviso la prima Casa Parkinson, un presidio sul territorio a disposizione dei cittadini, capace di integrare i servizi sanitari con progetti di vita per i pazienti e attività per umanizzare la relazione di cura”.
Il manager: “Siamo ancora un’azienda sanitaria attrattiva” . Dal 2020 al 2022 sono stati assunti più specializzati di quanti avessero cessato il rapporto di lavoro. Nasce lo sportello per il supporto psicologico ai dipendenti
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Sanità
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Il nuovo ospedale. A un anno dal taglio del nastro, il presidente Zaia assiste in diretta ai primi interventi nel monoblocco
Cittadella della salute, attività avviate Il trasloco sarà completato entro gennaio Q
uasi un anno dopo il taglio ufficiale del nastro, il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia è tornato all’ospedale di Treviso per l’avvio delle attività della Cittadella della Salute. E lo ha fatto assistendo in diretta video a tre interventi chirurgici ad alta complessità effettuati nel nuovo blocco operatorio da tre big della sanità di Marca: Giacomo Zanus, primario della Seconda Chirurgia Generale, che ha eseguito un delicato intervento al fegato; Paolo Burelli, primario di Chirurgia Senologica, che ha eseguito un intervento al seno; e Marco Massani, primario della Prima Chirurgia Generale, che ha eseguito un intervento al pancreas. Nel giorno in cui a Venezia si festeggiava la Madonna della Salute (il 21 novembre), ecco che Treviso ha dato ufficialmente il via a una nuova epoca della sanità, mostrando la qualità, la professionalità, il calibro offerto da una Cittadella che Zaia ha definito “l’ospedale del futuro”. Costato 250 milioni di euro. Ricco di tecnologie innovative, non solo di camere di degenza concettualmente lontane dai vecchi posti letto. “L’ospedale di Treviso – ha detto il governatore – come connotazione è ormai un vero e proprio policlinico. È attivata la facoltà di Medicina per tutto il corso di studi, ha otto cliniche ormai consolidate con docenti universitari che insegnano e contemporaneamente lavorano come professionisti. Oltre a un livello elevatissimo dal punto di vista assistenziale che garantisce un’occasione di grande formazione per tutti i giovani laureati e gli aspiranti medici”. Insomma, la Regione ne è certa: questa è la strada su cui far proseguire gli investimenti. Accolto da direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi, Luca Zaia non ha mancato – oltre che il dia-
logo in diretta con i medici impegnati nei delicati interventi chirurgici – di citare i numeri. Sia per elogiare il lavoro del personale medico, infermieristico e socio-sanitario (“Un esercito di 60mila persone che ogni anno erogano 80 milioni di prestazioni sanitarie, garantiscono 2 milioni di accessi al pronto soccorso, oltre alla cura e all’assistenza a 9mila pazienti ricoverati quotidianamente”), sia per analizzare la situazione veneta della carenza di professionisti della sanità. “Purtroppo – ha detto il presidente del Veneto – i medici non sono abbastanza perché non se ne trovano da riuscire a soddisfare le esigenze di organico. Su un deficit di cinquantamila medici in tutta Italia, nella nostra regione ce ne vorrebbero 3.500 in più che non riusciamo a reclutare. Il numero di cittadini che stanno attendendo una visita nella categoria ‘entro i 30 giorni’ è di circa 38 mila persone”. Come dire: se avessimo i professionisti che servono, con dieci visite a testa, in un giorno e qualche ora il problema delle liste d’attesa sarebbe risolto. La visita di Zaia è stata anche l’occasione per il governatore di parlare di sanità del futuro: “Dovremo pensare ospedali più funzionali anche se forse meno belli. Con grandi investimenti in tecnologie e attrezzature ma pensati dal punto di vista architettonico per essere ricostruiti dopo un arco di tempo di circa vent’anni durante i quali sono stati utilizzati e sfruttati appieno”. La “benedizione” della Cittadella è avvenuta nel cuore del nuovo ospedale trevigiano, l’edificio “High Care”, che con i suoi 60mila metri quadrati di superficie distribuiti su sei livelli e 450 posti letto, racchiude tutte le funzioni a maggiore intensità di cura e complessità tecnologica. Dalle sale
Il presidente regionale Luca Zaia mentre assiste a un intervento avvenuto nella nuova struttura dell’ospedale di Treviso
operatorie con certificazione ISO 5 alle terapie intensive e subintensive con 96 posti letto, la diagnostica per immagini, la radioterapia e la medicina nucleare. In questa stessa area si trova l’area materno infantile (50 posti letto), con dieci sale parto, due delle quali
riservate al parto in acqua, due sale operatorie per il cesareo, il nido e la terapia intensiva neonatale e pediatrica. Finora sono stati traslocati e attivati circa cento posti letto su 450. L’obiettivo è riuscire a completare l’opera entro il prossimo
gennaio. Ma già adesso tutti i nuovi ricoveri avvengono direttamente nel nuovo monoblocco. Pronto anche il nuovo parcheggio a pagamento, che conta 250 posti auto. Le tariffe: 0,50 euro l’ora per le prime tre ore, 3 euro per il resto della giornata.
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Mobilità sostenibile
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Il progetto. Una flotta di 500 bici geolocalizzate, 150 delle quali a pedalata assistita, 60 stazioni e una app
Rivoluzione bike sharing in città Dal 2024 un servizio digitale e diffuso U
na flotta di cinquecento biciclette, 150 delle quali a pedalata assistita. Sessanta stazioni distribuite e segnalate in tutta la città. Una app a disposizione degli utenti e una piattaforma digitale per dialogare in “diretta” con i mezzi, che saranno tutti geolocalizzati. Questi i numeri e le caratteristiche del nuovo sistema di bike sharing approvato dalla giunta di Treviso, pronto a essere assegnato a seguito di gara d’appalto e che dovrebbe entrare in funzione già nei primi mesi del nuovo anno. Un servizio che l’assessore alla mobilità Andrea De Checchi definisce come giusto compromesso fra le stazioni, che prevedono un’impostazione fissa, e la modalità di “free floating”, organizzata come il car sharing. “Ciò permetterà sia una certa flessibilità negli spostamenti e nella sosta, sia l’ordine e il decoro”, assicura.
Nei dettagli, il nuovo servizio sarà orientato a una condivisione ordinata delle biciclette: per evitare infatti che i mezzi vengano dispersi o posizionati in aree non adeguate, nel centro storico e nell’anello fuori Mura non sarà possibile chiudere il pagamento per l’utilizzo se non nelle aree-stazione. Le quali saranno posizionate in modo omogeneo nei quartieri, così da garantire un collegamento efficace e la massima comodità di utilizzo. Ci si potrà abbonare. Con la cifra di sei euro sarà possibile pedalare per tutta la
Mappa del sistema bikesharing di Treviso
giornata. Con 75 euro il servizio potrà essere utilizzato per un anno intero. Per quanto riguarda le biciclette a pedalata assistita è previsto un pacchetto da mezz’ora a 7,50 euro e un giornaliero da 30 euro. Cifre queste che sono
state inserite come elemento di offerta di gara. “Il nuovo bike sharing – spiega ancora De Checchi – rappresenta la concretizzazione della rivoluzione della mobilità cittadina, con il raddoppio delle stazioni, che
saranno virtuali e gestite tramite app, la presenza di biciclette a pedalata assistita e la possibilità, a seconda delle necessità e dei flussi, di modificare le aree di sosta senza dover far fronte a limiti infrastrutturali”.
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Sociale
Ludopatie. Fino alla prossima primavera saranno coinvolte 17 classi di 13 istituti
Il Ceis torna nelle scuole superiori per fare prevenzione al gioco d’azzardo T
ornano nelle scuole superiori le lezioni per prevenire la ludopatia. Il progetto si chiama GAP (Gioco d’azzardo patologico) ed è promosso e gestito dalla cooperativa sociale Ceis, che si occupa di dipendenze gravi, in collaborazione con l’Ulss 2 Marca trevigiana. Fino alla prossima primavera verranno coinvolte 17 classi di 13 istituti a livello provinciale, ma la richiesta è molto più alta. Il problema infatti è preoccupante: sono quindicimila i trevigiani che soffrono di questa patologia. E se il ministero della salute nel suo ultimo report ha rilevato che in Italia a essere affetto da ludopatia è il 3 per cento della popolazione, la realtà è che poi a curarsi arrivano solo le persone con situazioni ormai al limite estremo. Tutto il resto rimane sommerso. La prevenzione gioca un ruolo fondamentale. Il progetto, che è inserito nel Piano regionale sul gioco d’azzardo patologico e che è partito dall’istituto Cerletti di Piavon di Oderzo, vede per ogni classe coinvolta un intervento di sei ore suddiviso in tre appuntamenti condotti da un’educatrice e da una psicologa del Ceis di Treviso. Durante il primo incontro viene fatta alle ragazze e ai ragazzi una panoramica sul gioco d’azzardo e sui fattori di rischio. Il secondo si focalizza sulle false credenze, sul calcolo delle reali possibilità di vincita e sulle pressioni dei pari che possono condurre all’abuso. Infine vengono affrontati la prevenzione e la protezione dalla ludopatia, con l’invito alle classi di partecipare a un concorso creativo tematico, che prevede la realizzazione di produzioni e materiali per promuovere fra i loro coetanei
Il progetto GAP è realizzato c on la collaborazione dell’Ulss 2 ed è partito a fine novembre dal Cerletti di Piavon di Oderzo: sei ore di incontri per ogni classe suddivise in tre appuntamenti condotti da un’educatrice e una psicologa della cooperativa Il progetto del Ceis contro la ludopatia
uno stile di vita libero dalla dipendenza dal gioco. Tutti i lavori realizzati negli istituti coinvolti dal progetto verranno presentati la prossima primavera nell’incontro conclusivo. “Da tutti gli incontri – affermano Ilaria Gastaldo e Martina Fighera, rispettivamente educatrice e psicologa del Ceis – emerge un bisogno di confronto degli adolescenti sui temi delle dipendenze e una richiesta di ricevere gli strumenti giusti per difendersene, soprattutto considerando la pressione che i pari possono esercitare su di loro. Come sempre – aggiungono – crediamo che la prevenzione in tema di abuso patologico sia la migliore arma possibile contro questa problematica ancora molto presente all’interno della nostra società”. Agli incontri nelle scuole il Ceis di Treviso affianca, nell’ambito dello stesso progetto, anche alcuni incontri con gruppi territoriali di adulti significativi per gli adolescenti: gli insegnanti, i genitori, le associazioni e le agenzie educative.
La tecnologia a supporto dell’assistenza alle persone fragili Nasce “Una casa per amico” grazie a Informatici senza frontiere Utilizzare le tecnologie domestiche per innovare l’assistenza alle persone fragili. Questo l’obiettivo del progetto “Una casa per amico”, promosso dall’assessorato comunale alla città inclusiva e solidale in collaborazione con l’associazione di promozione sociale “Informatici senza frontiere”, che dal 2005 offre il proprio tempo e le proprie competenze per realizzare progetti no profit, privilegiando contesti di emarginazione e situazioni di emergenza. In una sperimentazione che proseguirà per un biennio, il progetto proverà a migliorare la sicurezza e l’autonomia nella vita quotidiana degli anziani che vivono da soli e delle persone con disabilità, andando in questo modo a supportare non solamente i beneficiari ma anche i caregiver: proprio grazie a loro il servizio potrà essere personalizzato a seconda delle necessità. Il fine ultimo è di rendere maggiormente autonome le persone che non lo sono, ma che grazie alla tecnologia possono vedere migliorata la qualità della propria quotidianità e dell’assistenza di
cui hanno bisogno. Chi vive da solo, quindi, ma anche chi è ospite di case alloggio nel territorio comunale può servirsi di soluzioni tecniche che vanno ad affiancare o a estendere la domotica classica. L’esempio più semplice? Il bracciale anti caduta, capace di rilevare sia le cadute che la frequenza cardiaca e di inviare al contempo un segnale di allarme. “Si tratta di un progetto flessibile, replicabile e sostenibile dal punto di vista economico grazie al quale consentiremo ai trevigiani anziani che vivono soli di potersi dotare di una tecnologia di semplice utilizzo e adattabile alle loro esigenze per prevenire incidenti domestici e truffe ma anche per supportare la loro autonomia”, spiega l’assessora Gloria Tessarolo. Per mettere in piedi la sperimentazione il Comune di Treviso ha stanziato 5 mila euro, mentre 10 mila euro arrivano dall’istituto bancario Unicredit. Chi aderisce deve contribuire economicamente alla gestione e all’assistenza in base alla dotazione definita dal progetto (da un minimo di 50 a un massimo di 150 euro l’anno).
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La storia
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Al confine. L’esperienza di volontariato di 11 giovani trevigiani con la Caritas Intemelia di Ventimiglia
Con i migranti, sul “sentiero della morte” Il campo di servizio degli scout di San Zeno H
anno voluto guardare con i loro occhi chi sia quel “prossimo tuo” che il Vangelo di Luca ci chiede di amare come noi stessi. E per farlo, quest’estate hanno organizzato un campo di servizio a Ventimiglia, alla Caritas Intemelia dove trovano rifugio i migranti respinti al confine con la Francia. Loro sono Giulia, Elena Sofia, Camilla, Beatrice, Maximo, Giovanni, Giacomo, Riccardo, Elisa, Serena e Paolo, hanno dai 17 ai 20 anni e sono il Clan del Treviso 6, gli scout dell’Agesci di San Zeno. Zaino sulle spalle, soldi per il viaggio raccolti con le attività di autofinanziamento nel quartiere, sono arrivati nella terra in cui in tanti perdono la speranza nel futuro. Lo hanno fatto dopo un percorso di preparazione sul tema delle migrazioni durato due anni. E adesso che sono tornati, non solo sentono il bisogno di condividere con le loro famiglie, con il quartiere e con la città l’esperienza fortissima che hanno vissuto, ma stanno provando a dare un seguito al proprio cambio di sguardo della realtà che li circonda. Accompagnati da tre capi – Valentina, Enrico e Francesca – le ragazze e i ragazzi per una settimana tutte le mattine hanno lavorato alla Caritas, preparando e servendo i pasti sotto il cavalcavia dove i migranti vivono accampati. Il pomeriggio hanno raccolto
testimonianze, anche quelle degli italiani che tutti i giorni si occupano come volontari di queste persone in cerca di una possibilità. Sono saliti sul treno per vedere cosa succede quando si varca il confine, fra gendarmi e controlli. Per poi cimentarsi, l’ultimo giorno, in quel “sentiero della morte” che abbiamo imparato a conoscere in questi anni. Scarponi ai piedi, sono partiti da Grimaldi – l’ultimo paesino italiano prima del confine – fino a Mentone. Camminando fra rovi, filo spinato, tratti non battuti e vestiti abbandonati durante il viaggio della speranza. “L’obiettivo di questa proposta era che le ragazze e i ragazzi potessero riuscire ad avere un cambio di sguardo, per tornare e guardare con occhi diversi quello che quotidianamente diamo per scontato. Per vivere in modo diverso e magari anche iniziare a partecipare alla vita politica della città”, spiegano gli educatori, consapevoli che una settimana di servizio su un tema così impegnativo può generare anche sentimenti contrastanti. Dalla rabbia al senso di ingiustizia. Ma altrettanto certi che i sorrisi ricevuti durante quell’esperienza possono adesso essere portati nel mondo. A inizio novembre hanno organizzato una veglia in parrocchia, coinvolgendo un centinaio di persone fra cui molti senza fissa dimo-
Il clan Fuoco e alcuni momenti delle uscite degli scout di San Zeno
ra che proprio a San Zeno, quartiere multiculturale, hanno la loro base. Grazie a uno spettacolo interattivo – costruito con monologhi teatrali, una mostra fotografica e il filo spinato attraverso il quale hanno chiesto ai presenti di passare per provare in prima persona le difficoltà del “sentiero della morte” – hanno restituito agli abitanti della zona l’esperienza vissuta. In molti fra i presenti hanno suggerito di proseguire il progetto all’interno delle scuole cittadine. Qualcuno degli undici
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protagonisti del campo di servizio nel frattempo ha preso la partenza, ha concluso cioè il proprio percorso nell’ambito educativo scout. C’è chi ha deciso di proseguire l’impegno nell’Agesci diventando un capo, c’è chi invece è uscito. È partito per la vita adulta, forte di un’esperienza che è rimasta dentro e che si legge negli occhi. Una delle ragazze, che vive a Padova per frequentare l’università, si è subito guardata intorno e ha trovato un’associazione che organizza corsi di lingua per stranieri.
Un altro è volontario nella comunità di Sant’Egidio. Un altro ancora è entrato nell’associazione Mimosa di Padova che si occupa della tratta della prostituzione. Poi ci sono quelli che fanno i volontari nel progetto “Giocare in corsia”. Perché dedicare un pezzo della propria vita agli altri si può. Se poi hai vissuto un’esperienza così importante, lo sguardo si apre, i pregiudizi si superano. Vedi il bene. E guardi la tua vita e il mondo che ti circonda in un modo diverso. Sara Salin
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Cultura
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L’iniziativa. Cinquantacinque studenti delle superiori della Marca partecipano alla quarta edizione
Giovani a scuola di reportage dai “big” Sfida nell’era dell’intelligenza artificiale Nato dal Premio Goffredo Parise, il progetto coinvolge in qualità di tutor teorici e pratici giornalisti d’inchiesta del calibro di Iacona, Iotti, Sicurella, Staglianò, Poddi e Stefano Feltri fino alla prossima primavera Le inchieste saranno premiate al Del Monaco l’11 maggio
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L’iniziativa è nata come “costola” del Premio Goffredo Parise per il reportage, avviato nel 2017 su un’idea di Antonio Barzaghi e Maria Rosaria Nevola per celebrare lo scrittore e giornalista, maestro di memorabili reportage sugli accadimenti storici più importanti del secondo Novecento. Al corso quest’anno partecipano 55 studenti delle scuole superiori della Marca (Duca degli Abruzzi, Canova e Da Vinci di Treviso, Marconi di Conegliano, Berto di Mogliano Veneto, Giorgione di Castelfranco Veneto e Scarpa di Oderzo). Le lezioni si tengono nella sala conferenze della Camera di Commercio, che è fra i sostenitori della scuola assieme ai Comuni di Treviso, Salgareda, Ponte di Piave e Oderzo, alla Regione del Veneto, alla Banca Prealpi Sanbiagio e ad Ascopiave. Al termine delle lezioni, previsto per aprile, gli allievi esporranno le bozze dei propri elaborati, confrontarsi con gli insegnanti, discutere in gruppo sull’inchiesta prodotta, sulla struttura e la scrittura seguita prima di passare alla fase pratica, editando le inchieste che saranno portate alla cerimonia del Premio, in programma l’11 maggio al Teatro Comunale Mario Del Monaco.
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foto di luoghi mai visti”, afferma la tutor della scuola Lisa Iotti. Che mette in guardia da fake news, manipolazioni ed errori che, in questo modo, potranno diffondersi a dismisura. “In mezzo a tutto questo rumore – continua la giornalista – rischiamo di non avere più gli strumenti cognitivi per discernere ciò che è vero da ciò che è falso, ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, quello che bisogna fare da quello che non bisogna fare. Per fortuna il nostro cervello, specie quello dei più giovani, è plastico. Quindi certe reti neurali, quelle deputate alla riflessione, all’astrazione, all’empatia, si possono fortificare, come se fossero dei muscoli, a discapito di quelle che processano in modo veloce e superficiale le informazioni. Ci sono tante palestre per farlo: provare a realizzare un reportage – inchiesta, che necessita di tempo, di indagini, di confronti, di curiosità, è una di queste, al di là del fatto che poi si vorrà fare il giornalista o il dentista. Capire il mondo serve a tutti. La speranza è che la scuola di reportage Goffredo Parise possa accendere qualche fuoco e far immaginare un futuro a cui non si era pensato, come è successo negli anni passati”.
tefano Feltri, Riccardo Iacona, Lisa Iotti, Irene Sicurella, Riccardo Staglianò ed Emiliano Poddi sono i giornalisti che siedono in cattedra e in laboratorio nell’anno accademico 2023/2024 della “Scuola di reportage Goffredo Parise” dedicata ai giovani che vogliono mettersi in gioco con il mestiere del giornalismo d’inchiesta, inviati speciali nell’epoca dell’intelligenza artificiale. Giunta alla quarta edizione, il progetto formativo quest’anno ha scelto di sviluppare proprio il tema dell’IA generativa e le sue molteplici implicazioni con il complesso mondo dell’informazione globale, sempre più pervasa dai nuovi modelli di comunicazione non creati dal pensiero umano. Ai giovani della Generazione C – quelli che il digital analist Brian Solis ha definito “consumatori connessi” – saranno offerte le competenze di base (sia teoriche che pratiche) per realizzare un reportage in una società che sta vivendo sconvolgimenti tecnologici epocali. “Chiunque sarà in grado di generare contenuti altamente credibili: potremo scrivere un reportage su una guerra lontana senza mai esserci mossi dal tinello, intervistare persone che non esistono o pubblicare
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La giornalista Lisa Iotti
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L’anticipazione. Dal 13 aprile al 28 luglio un’esposizione che racconta il Bel Mondo a cavallo fra ‘800 e ‘900
Donne, moda e modernità La nuova mostra di primavera al Bailo “M
oda e modernità tra ‘800 e ‘900. Boldini, Erler, Selvatico”. È questo il titolo della prossima mostra che sarà allestita al Museo Bailo, già annunciata con largo anticipo mentre le opere di Juti Ravenna continueranno a colorarlo di bellezza fino al 4 febbraio. Tutto è pressoché pronto: dal 13 aprile al 28 luglio la “M” di modernità, moda e malia sarà al centro di un insieme di celebrazioni e di anniversari, uniti da un unico filo conduttore all’interno della stessa esposizione, promossa dal Comune di Treviso e diretta da Fabrizio Malachin. Il periodo storico è quello a cavallo fra due secoli, Ottocento e Novecento: anni nei quali le donne diventano le protagoniste e, per immortalarne l’ascesa, vengono chiamati quegli artisti che sanno trasporre sulla tela il profumo, lo charme, l’erotismo di un’epoca davvero unica. Un Bel Mondo del quale fanno parte celebrità come Eleonora Duse (dell’attrice teatrale ricorre il centenario della morte), come Wally Toscanini, come Lydia Borrelli e Toti Dal Monte. Ma anche come molte eleganti esponenti della borghesia e della nobiltà trevigiana, veneta e nazionale. Alcuni (o forse dovremmo dire molti) degli artisti che le hanno ritratte oggi sono finiti nell’oblio, nel limbo della storia dell’arte. La mostra della prossima primavera al Bailo si pone l’obiettivo di riportarli nella superficie della conoscenza: di Lino Selvatico e Giulio Ettore Erler nel 2024 si celebreranno rispettivamente i cento e i sessant’anni dalla morte. Accanto
a loro nomi più o meno noti, come Giovanni Boldrini, Cesare Laurenti, Ettore Tito, Cesare Tallone, Vittorio Corcos, Giacomo Grosso, Giacomo Favretto, Pietro Pajetta, Eleuterio Pagliaro. Insieme ad Alberto e Artuto Martini. Ma anche maestri stranieri impegnati in Italia: l’inglese John Lovery, il tedesco Franz S. von Lenboch. Grandi dipinti concessi da oltre cinquanta musei e collezioni pubbliche e private. E disegni, affiches del Museo Nazionale Collezione Salce, incisioni, sculture, abiti, ventagli, cappellini. Tutto riunito al Bailo per ricostruire e restituire il sapore di un’epoca, di una componente minoritaria di una società privilegiata e sensualmente romantica. Il “la” della mostra è arrivato quando Fabrizio Malachin – dirigente del settore Cultura del Comune di Treviso – ha acquisito (in prestito a lungo termine o in donazione) oltre 300 opere grafiche e 50 dipinti di
Lino Selvatico. Da qui l’idea di un’esposizione più completa e complessa, prendendo le mosse proprio da due protagonisti della scena trevigiana e veneta di quell’epoca: appunto Lino Selvatico (Padova 1872 – Tre-
viso 1924) e Giulio Ettore Erler (Oderzo 1876 – Treviso 1964), entrambi autori di grandi ritratti femminili e del racconto di quel piccolo mondo borghese veneto che la mostra illustrerà al grande pubblico di oggi.
Da sinistra, nell’ordine: • Cesare Tallone, Signora in nero • Giulio Ettore Erler, La signorina col cane • Giulio Ettore Erler, Ritratto della contessa Calzavara • Lino Selvatico, Signora in giallo
“Far conoscere i nostri artisti e non quelli degli altri” La filosofia di Fabrizio Malachin, curatore della mostra La filosofia di Fabrizio Malachin è molto chiara: “Dobbiamo vendere i nostri prodotti e non quelli delle terre degli altri, esattamente come facciamo con il radicchio rosso e con il prosecco”. Non è una visione semplicistica e neppure provinciale, quella del dirigente della Cultura e dei Musei Civici di Treviso. Che in questi anni ha cercato di costruire una narrazione che di sicuro a qualcuno è potuta sembrare eccessivamente localistica, ma che invece è legata a una visione molto
precisa. “Intanto è importante partire con il valorizzare il patrimonio artistico che abbiamo già in casa, facendone scoprire o riscoprire le personalità e gli autori. Poi c’è un secondo obiettivo, che riguarda l’effetto mostra. È fondamentale fare in modo che duri a lungo, oltre i tre mesi della mostra stessa e che i visitatori – afferma Malachin – tornino al museo per rivedere le opere che hanno ammirato durante la mostra”. Martini, Canova, ma anche tutti gli altri. Artisti i cui nomi sono
familiari a tanti, probabilmente a tutti, ma che in pochi associano a delle opere precise, a un movimento artistico. Allora ecco che dopo le fortunate retrospettive di grandi scultori come sono appunto Canova e Martini, dopo la piacevole scoperta di un pittore qual è stato Juti Ravenna, il Museo Bailo non si ferma e insiste con la divulgazione e la conoscenza di grandi artisti che ancora non conosciamo o conosciamo troppo poco. E che abbiamo già in casa. (s.s.)
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Imprese & imprenditori
PROTAGONISTI A NORD EST Sintonizzati Tecno Crane: un anno di vette, successi sul futuro. Storie di imprese ed imprenditori di successo - a cura di
e traguardi importanti
Veneto24 passa al sistema di ultima generazione permette di ascoltare anche L’avvicinarsi della fine dell’anno porta con Qui, la squadra diDAB montatoriche esperti ha assé, inevitabilmente, il momento dei bilanci la semblato una Potain MC50 di altezza 30m radio con una qualità audio perfetta. e fornisce l’occasione per ripensare a questo 2023 che sta per chiudersi. Non solo a livello personale ma anche per le imprese. Per Tecno Crane, azienda specializzata in vendita, noleggio e assistenza gru edili di Campodarsego (PD) è stato un anno intenso e ricco di soddisfazioni, all’insegna di nuove sfide, che hanno portato l’azienda a lavorare sempre più in alto e sempre più lontano lungo la nostra meravigliosa penisola. Proprio come piace a loro. Tra i progetti di montaggio e installazione gru portati a termine in questo anno, spicca l’avvio dei lavori presso Palazzo Foscarini, nel cuore di Padova, per la nuova sede del Conservatorio Pollini. Oltre ad operazioni di consolidamento strutturale ed antisismico, i locali saranno ampliati per ospitare un maggior numero di studenti. Sarà finalmente un luogo moderno dove le nuove promesse della musica potranno studiare e formarsi. Per Tecno Crane è sempre un grande orgoglio poter intervenire in progetti importanti e di grande valore per il territorio. Un’altra impresa di rilievo è stata il montaggio della gru per il recupero della copertura di Palazzo del Capitanio a Padova, in Piazza dei Signori, grazie all’esperienza della squadra Tecno Crane e alla preziosa collaborazione di Aggio Autogru e dell’impresa edile Ruffato Mario Srl, aggiudicatrice dell’appalto. Un edificio storico che rappresenta un importante patrimonio culturale della città.
all’interno del cantiere. Nonostante le difficoltà legate allo spazio ristretto, sono riusciti a svolgere il lavoro senza problemi, dimostrando ancora una volta la loro esperienza www.veneto24.it e capacità nel portare a termine ogni sfida. Tra i progetti più emozionanti, sicuramente ci sono le lavorazioni in notturna a Venezia, che regalano sempre scorci suggestivi. Tecno Crane ha partecipato, infatti, a diversi progetti di riqualificazione della città lagunare lavorando presso l’Aeroporto Marco Polo e a pochi passi da Piazza San Marco. Diverse anche le trasferte per costruzioni importanti. A Milano, per il cantiere in zona Porta Nuova dove sorgeranno due torri di 94m e 64m ad uso uffici dove Tecno Crane ha montato due gru SAEZ e una gru Raimondi per la movimentazione dei carichi pesanti. Ad Ancona, nella sede Fincantieri per l’assemblaggio di una Raimondi MRT102 di altezza 53m. Insieme alle gru installate, sono arrivate tante soddisfazioni anche dalle partnership e dal rapporto con la comunità del territorio. Il rinnovato legame con Pallavolo Padova, con cui condivide i valori dello sport e del lavoro di squadra e la nuova collaborazione con Casa Priscilla ODV. Un’associazione attiva dal 2001 che si occupa di aiutare minori, madri e nuclei familiari in condizioni di disagio alla quale Tecno Crane ha contribuito
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al progetto per la costruzione della nuova sede che sta nascendo in via Vlacovich a Padova. Poi, l’importanza della formazione condivisa che Tecno Crane porta avanti attraverso il ciclo di eventi pensato per aiutare i professionisti dei cantieri a crescere. Appuntamenti dedicati di volta in volta a tematiche di attualità e del futuro che riguardano il settore spiegati da ospiti esperti. L’evento di quest’anno ha messo al centro la sostenibilità e ha visto una nutrita partecipazione e interesse generale tra i clienti e collaboratori
di Tecno Crane, regalando tanto entusiasmo per l’appuntamento dell’anno prossimo. Un anno da ricordare, dunque, a cui si aggiunge una tappa molto importante per la storia di Tecno Crane. Infatti, questo 2023 segna i suoi primi 15 anni di attività. Un traguardo significativo che fa ripensare con orgoglio al percorso di crescita che ha portato fino ad oggi e alla voglia di vincere sfide nuove che ha sempre caratterizzato tutte le persone che compongono Tecno Crane. L’ingrediente segreto che, siamo sicuri, li porterà ancora più in alto e lontano.
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La riflessione. Intervista a Francesca Torelli, Consigliera di parità del Veneto
L’emancipazione femminile fa ancora paura “Gli studi e il lavoro permettono alle donne di ottenere l’indipendenza e di uscire anche da contesti di violenza, ma è necessario un cambiamento culturale” Consigliera Torelli, quali le sue considerazioni sulla drammatica vicenda di Giulia Cecchettin? Mi sono interrogata a lungo su quanto successo e sull’impatto che questo ha avuto. E’ stato uno shock molto che ha coinvolto tutte le generazioni a tutti i livelli perché in questa vicenda più di altre non c’è alcun alibi per l’assassino, non c’è nulla che lasci spazio a qualche genere di spiegazione. Siamo di fronte ad un evento che ha per protagonista un giovane, il quale probabilmente si è trovato in una situazione particolare. Quindi può avere un suo peso il messaggio di una società patriarcale, questo è evidente a tutti. Il femminicidio è l’aspetto certamente più tragico di un contesto in cui la disparità di genere è presente nella società
e nel mondo del lavoro. Che ne pensa? E’ un aspetto importante, tra l’altro proprio la vicenda di Giulia sottolinea come, probabilmente sia proprio l’emancipazione femminile uno degli elementi scatenati. In questo caso la ragazza doveva laurearsi prima del suo ex fidanzato, è comunque un elemento di emancipazione: mi laureo, mi trovo un lavoro, sono indipendente. Non dimentichiamo che proprio il lavoro permette di ottenere l’indipendenza e sopratutto alle donne di uscire anche da dei contesti di violenza e prevaricazione. Questo però le espone anche a dei rischi. Non tutte le situazioni di violenza si concludono con un femminicidio ma è fondamentale aiutare le donne ad inserirsi in un contesto lavorativo di qualità e riconosciuto che può essere la svolta per la propria
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indipendenza. In un recente convegno abbiamo messo in luce i dati sull’occupazione femminile e le condizioni delle immigrate ed è stato ribadito quello che da tempo di sostiene. La donna è presente nel mercato del lavoro, assolutamente, con tassi di occupazione che non sono i più alti d’Europa ma sono sono comunque cresciuti negli anni. I settori di impiego però non sempre garantiscono la miglior qualità nel rapporto di lavoro. Proprio sulle retribuzioni c’è una forte disparità salariale tra donne e uomini, così come sono diverse le occasioni di lavoro che vengono date alle donne. A questo proposito, quali possono essere gli strumenti per favorire le pari opportunità in azienda? Dal 2022 abbiamo assistito all’introduzione di importanti strumenti. Mi preme segnalare la possibilità che hanno le aziende di ottenere la certificazione per la parità di genere. Va a certificare le aziende virtuose che introducono dei sistemi di gestione
del personale che permettono di valorizzare anche l’apporto delle donne. Questo ha delle ricadute non solo di tipo sociale, per i lavoratori e le lavoratrici e il contesto in cui si trovano, ma anche in termini di produttività per le stesse aziende. La certificazione family audit va a certificare se l’azienda ha degli strumenti di conciliazione. Uno dei principali problemi della donna per cui la donna non riesce a stare a lungo lungo sul mercato di lavoro o fare la stessa carriera che fa un maschio sta nel fatto che si accolli due lavori. Da una parte i carichi di cura in casa e dall’altra il lavoro fuori. Ricordo infine la legge 3 del 2022 con la quale la Regione Veneto è una delle prime che andrà a istituire il registro delle imprese virtuose. Questo strumento renderà disponibili e trasparenti i dati sulle retribuzioni permetterà di fare delle riflessioni interne all’azienda per innescare un cambiamento culturale che è assolutamente necessario”. (a cura di Giorgia Gay e Nicola Stievano)
Giulia Cecchettin
CHI E’ La consigliera di parità ha il compito di svolgere funzioni di promozione e di controllo dell’attuazione dei principi di uguaglianza, di opportunità e di non discriminazione tra donne e uomini. Dal 2022 Francesca Torelli è consigliera di parità effettiva della Regione del Veneto.
Federica Sandi, segretario e consigliera dell’Ordine psicologhe e psicologi del Veneto
Silvia Scordo, consigliera di parità della provincia di Padova
“Ragazzi, di fronte alle difficoltà confidatevi e chiedete aiuto”
“La violenza può iniziare anche da una semplice battuta”
alla relazione che stanno vivendo. Credono “In molti sono rimasti colpiti per la giodi doversi arrangiare a trovare una soluzione vane età delle persone coinvolte in questo e spesso, purtroppo, questa soluzione divendoloroso fatto di Veneto24 cronaca”, è lapassa riflessione al sistema di ultima ta tragica e può sfociare un vero e proprio di Federica Sandi, segretario e consigliera generazione DAB che permette di ascoltarein anche delitto. dell’Ordine psicologhe e psicologi del Vela radio con una qualità audio perfetta. Quindi è importante che uomini e donneto. “Ma già nel 2023 - continua - abbiamo ne sappiano di potersi confidare con amici, assistito a numerosi femminicidi commessi parenti e professionisti quando le relazioni da giovani che non hanno per forza www.veneto24.it alle spaldiventano problematiche”.
“Di fronte ad un fallimento credono di potersi arrangiare ma questo può rivelarsi tragico”
le relazioni fallite o numerosi eventi negativi nella loro vita amorosa. Quel che oggi emerge è che ancora ragazzi e giovani uomini credono di non potersi confidare chiedere aiuto, cercare conforto quando vivono emozioni negative e preoccupazioni molto forti collegate all’affettività,
Silvia Scordo è consigliera di parità della provincia di Padova. Di fronte al senso di sgomento provato in queste settimane, cosa dobbiamo trasmettere ai giovani per non arrivare a questi livelli estremi? Fin dalle elementari ci dovrebbe essere la possibilità di affrontare l’uguaglianza, ma non come una disciplina collaterale che andrebbe a rimarcare ancora di più le differenze. Andrebbero rivisti anche i libri di storia, scritti a due mani dagli uomini, per far capire il contributo dato dalla donna. Sarebbe un passo verso una normalità in cui uomini e donne danno lo stesso contributo, in parti SCARICA L’APP RADIO VENETO24 uguali. Nel frangente di Giulia, non è la ragazza che ha sbagliato ad accettare l’invito del suo ex fidanzato. E’ lui cheAscolta ha commesso un omicidio efferato affinché Giulia non potesse laurearsi e gioire del suo primo tra-
guardo. C’è bisogno anche di un cambiamento culturale per affrontare e gestire una situazione che è diversa rispetto alle generazioni precedenti? Verissimo, perché oggi anche con tutti i mezzi che hanno a portata di mano, dai cellulari ai social, i ragazzi crescono in fretta. Lo vediamo già alle medie, dove le avance sono all’ordine del giorno e la possibilità di sentirsi uomini sia con il linguaggio che con la gestualità. La violenza inizia da una battuta, quindi non si può non considerare grave anche solo una battuta ad una ragazzina. Bisogna prendere effettivamente con la giusta e dovuta importanza una situazione del genere che è effettivamente è germe di una violenza, di una possibile vessazione che oltretutto è fuori controllo, fuori dalle nostre case fuori dalle scuole”.
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Regione
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Coesione e sviluppo. Il protocollo sottoscritto a Verona insieme ai ministri Fitto e Nordio
Zaia e Meloni firmano l’accordo da 606 milioni “Oltre due terzi delle risorse serviranno al superamento delle carenze infrastrutturali”
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ale ben 607 milioni di euro l’accordo per lo sviluppo e la coesione fino al 2027 e sottoscritto da Meloni e Zaia a Verona, in occasione di Job & Orienta. La firma del protocollo d’intesa tra Governo e Regione del Veneto si è svolta anche alla presenza dei ministri Raffaele Fitto (Affari europei) e Carlo Nordio (Giustizia). Nel dettaglio, l’accordo prevede, tra l’altro: 2,5 milioni per la digitalizzazione, 35,15 milioni per la competitività delle imprese, 134,6 milioni per ambiente e risorse naturali, 3,75 per milioni il patrimonio culturale, 151,5 milioni per trasporti e mobilità, 22 milioni per la riqualificazione urbana, 26 milioni per sociale e salute, 10 milioni per istruzione e formazione, 15,4 milioni per la capacità amministrativa. “Stiamo parlando di strategia, stiamo parlando di visione rispetto alle imprevedibili e impegnative sfide che abbiamo affrontato nell’ultimo triennio – ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia -. La firma di questo ac-
cordo aggiunge un ulteriore tassello alle politiche di sviluppo del “Sistema Italia”, ed in particolare della Regione del Veneto, che è tra le prime Regioni a siglarlo, grazie all’efficace coordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri con cui il Veneto sta collaborando con grande impegno. L’intesa parla di sviluppo, parla di scelte di medio e lungo periodo e, quindi, scelte strategiche”. Zaia ha sottolineato che “dei 607,6 milioni di euro complessivi a disposizione del Veneto, oltre 400 milioni di risorse vengono destinate a interventi sul territorio volti al superamento di carenze infrastrutturali e al raggiungimento di imprescindibili obiettivi di competitività sostenibile e per migliorare la qualità della vita dei cittadini”. “Lo considero un ulteriore tassello della nostra ottima collaborazione, un contributo che il Governo centrale dà ad una regione che altro non chiede se non di essere messa in condizione di correre sempre più velocemente,
di lavorare sempre più efficacemente, che rappresenta una locomotiva dell’Italia e che noi vogliamo valorizzare come locomotiva dell’Italia” – ha aggiunto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Tornando ai numeri, per l’Ambiente e le risorse naturali 118,6 milioni di euro sono destinati alla difesa del territorio e della risorsa idrica attraverso opere strategiche per la sicurezza, anche con il contributo operativo dei Consorzi di Bonifica. Oltre 40 milioni, sono per interventi sul bacino di laminazione di Prà dei Gai. Per la difesa della natura e biodiversità, 14 milioni di euro sono destinati alla vivificazione delle aree
lagunari del Delta del Po per la riattivazione degli scambi d’acqua con il mare. Il settore dei trasporti e mobilità vede investimenti per più di 150 milioni di euro di cui 56 milioni destinati a finanziare due interventi prioritari: la variante alla SR 10 “Padana inferiore” e del Completamento “Terraglio Est”, in Comune di Treviso; mentre 10 milioni di euro sono assegnati alla linea ferroviaria Adria – Mestre che si aggiungono agli 11,25 milioni di euro già investiti nell’elettrificazione della tratta. In previsione delle olimpiadi invernali del 2026, 33,5 milioni sono destinati al collegamento della Ski Area del Civetta
con la Ski Area Cinque Torri e alla realizzazione di bacini idrici per l’innevamento. In materia di mobilità sostenibile, previsti 32 milioni di euro per le piste ciclabili, con il finanziamento di alcuni stralci delle Ciclovie Nazionali del Garda, Adriatica e VenTo e lotti della Treviso – Ostiglia, mentre nell’ambito della riqualificazione urbana 23,5 milioni di euro finanzieranno interventi di manutenzione straordinaria ed efficientamento energetico di alloggi di edilizia residenziale pubblica. Infine, 10 milioni di euro sono destinati al miglioramento dei servizi abitativi e di ristorazione per gli studenti universitari.
A Rachele Scarpa l’incarico nazionale su giovani e salute Nuovo incarico nazionale su “Giovani e Salute” per la deputata trevigiana del Pd Rachele Scarpa. “Ringrazio Elly Schlein e Marina Sereni per la fiducia accordatami - afferma la parlamentare -. Pensiamo spesso al Servizio Sanitario Nazionale pubblico come qualcosa di più vicino alla popolazione anziana che a quella giovanile: eppure non è così, e sono tantissimi i temi attraverso cui possiamo trasmettere l’importanza del
coinvolgimento delle generazioni più giovani nell’evoluzione e nella difesa della sanità pubblica. Occorrerà innanzitutto chiedersi: cos’è salute, per i giovani? E che contributi preziosi può dare la nostra generazione nell’implementazione della salute collettiva? Penso al grande contributo avuto nel portare alla luce il diritto al benessere psicologico, e nell’evidenziare la sua profonda con-
nessione con le condizioni materiali e con le prospettive di precarietà. Penso al grande tema della salute sessuale e affettiva, che è innanzitutto diritto a un’educazione completa, inclusiva e di qualità, a una contraccezione libera, accessibile e sicura, alla prevenzione, al grande tema del consenso. Alla salute come diritto anche delle persone queer e con corpi e identità non conformi. Al tema delicatissimo del contrasto
ai disturbi alimentari e dell’educazione alimentare, o anche alla valorizzazione e alla tutela dei giovani professionisti del mondo della salute. Penso che il Partito Democratico, su questo terreno, abbia molto da dire, da sviluppare e da proporre: metterò tutta me stessa per favorire la massima partecipazione e l’elaborazione di campagne, proposte di legge, progetti su questi importantissimi temi.
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L’intervista. Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile del Veneto (Venezia, Padova e Treviso)
“Il teatro piace e conquista anche i giovani” Beltotto è stato ospite di Giorgia Gay nell’ambito della rubrica “Le interviste del direttore”, in onda ogni sabato su Radio Veneto24
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iampiero Beltotto da cinque anni è presente del Teatro Stabile del Veneto, che gestisce il Teatro Goldoni di Venezia, il Teatro Verdi di Padova, il Teatro Mario del Monaco di Treviso e da anni collabora con l’Estate Teatrale Veronese e nel 2023 con il Verona Shakespeare Fringe Festival. Nel 2022 il Teatro Stabile ha riottenuto la qualifica di Teatro Nazionale, per il triennio 2022-2024, confermandosi tra le eccellenze nazionali.
coli in sold-out sulle tre città. Quindi siamo molto contenti. È evidente che c’è un ritorno del pubblico nei teatri che sente propri. Il teatro si sente proprio quando ti corrisponde, quando lo spettacolo corrisponde a quello che tu stai cercando. È evidente che da noi lo spettatore non cerca soltanto il comico o il facile, ma anche il complesso e ciò che non è immediatamente percepibile, che richiede un minimo di riflessione.
Presidente, ormai sono entrate nel vivo le stagioni teatrali in tutto il Veneto. Qual è il trend? Ma soprattutto piace ancora il teatro? Il teatro piace moltissimo altrimenti in biglietteria non avremmo i numeri che abbiamo. Gliene cito solo due. Cinquemila abbonati sui tre teatri e i primi quattro spetta-
Oggi cosa va di più? Cosa piace di più agli spettatori? La prosa oggi ha un grandissimo ritorno di fiamma da parte del pubblico, che si sta innamorando dei testi. Sono stato alla prima di Padova con “Moby Dick” interpretato da Alessandro Preziosi. Il teatro era gremito, è stato un grandioso successo, anche se si
sera, quindi per i genitori è un po’ più difficile. Ma devo dire che dai 17 fino ai 30-35 anni la gente viene a teatro senza nessun problema. Ciò non toglie che dobbiamo continuare ad avere attenzione per i giovani, per non lasciarli nella solitudine dei loro strumenti elettronici.
Giampiero Beltotto
trattava di una scenica, quindi c’era una particolare forma di spettacolo. Alessandro è stato bravissimo e si è più che meritato un quarto d’ora di applausi alla fine. Un teatro gremito, dunque, ma i giovani vanno a teatro e oppure bisogna coinvolgerli di più? Ringraziando il cielo i giovani ci vanno. Un po’ di anni
fa quando mi affacciavo vedevo solo teste bianche o teste senza capelli. Invece adesso si vedono un bel po’ di teste nere, in numero abbastanza visibile. Credo che ci sia molta retorica nel dire che i giovani non vanno a teatro. Invece ci vanno, semmai abbiamo qualche problema nella fascia dai 35 ai 45 anni perché è l’età in cui si hanno i bambini da accudire a casa, alla
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A settembre è nata la fondazione Teatro Stabile del Veneto. Cos’è e cosa cambia rispetto al passato? La fondazione è la possibilità che ci siamo data di coinvolgere soprattuto il mondo dell’imprenditoria veneta. Ricordo a tutti così di sfuggita che il Veneto fa il 12 per cento del PIL nazionale e quindi ha una classe imprenditoriale di prim’ordine. La fondazione, pertanto, è fiscalmente il sistema migliore per avvicinare gli imprenditori e far capire che il teatro è anche casa loro. Del resto anche un un bullone di ferro si vende meglio con Goldoni che senza Goldoni. A cura di Giorgia Gay e Nicola Stievano
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Regione
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La novità. Servizio sviluppato da un team di giovani imprenditori veneti
“Drink or drive”, in una app l’autista personale a disposizione per tornare a casa in sicurezza U
n comodo e sicuro servizio di autista sostitutivo per riportare a casa incolume chi, dopo una serata in un ristorante o con gli amici, non se la sente di mettersi al volante. Si chiama “DoD - Drink or Drive” e arriva tramite una applicazione che sarà disponibile su piattaforme Ios e Android. A metterla a punto da una start -up di giovani imprenditori veneziani: Elia Stevanato e Mattia Campagnaro, con il prezioso supporto dello startup studio veneto BeeRedi, guidato da Daniele Salvadori. Il funzionamento è semplice e intuitivo. Grazie alla App, il cliente, previa registrazione al servizio, potrà segnalare il luogo di incontro con l’autista
sostitutivo che lo ricondurrà a casa, mettendosi al volante della vettura del richiedente. Questo garantisce sia la sicurezza del conducente che la sua tranquillità. “Abbiamo pensato a questo servizio non tanto per città come Milano o Roma, dove è facile spostarsi con i mezzi pubblici, quanto piuttosto per tutte le piccole città e i paesi dai quali proveniamo, dove è normale andare a cena con la propria automobile”, commenta Elia Stevanato, CEO di DoD e vice presidente dei Giovani della Confapi di Venezia. “Non è questione di età, o di bere oltre ai limiti: a volte basta un bicchiere di vino a stomaco vuoto per perdere lucidità e rischiare la patente
Da sinistra: Mattia Campagnaro, Elia Stevanato e Daniel Salvadori
e la vita. DoD interviene non come competitor dei taxi, ma come alternativa che permette il rientro con il proprio automezzo. Il servizio permette infatti di sciogliere quella
resistenza a dover rientrare lasciando lì il veicolo, per poi recuperarlo il giorno dopo”, sintetizza Mattia Campagnaro. Le tariffe medie del servi-
zio variano da 20 a 60 euro, in funzione del tragitto, dell’orario e degli optional richiesti, offrendo un’opzione conveniente per coloro che cercano una guida sicura verso casa.
Protezione civile, Venturini: “Norma da cambiare per non esporre i volontari a responsabilità sproporzionate” Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale e vicepresidente di Anci Veneto è intervenuta sulla normativa che regola gli interventi della Protezione Civile in tema di sicurezza sul lavoro. “In seguito al decesso di un volontario di Protezione Civile in Friuli Venezia Giulia - ricorda Venturini - il suo coordinatore ed il sindaco del Comune dove l’intervento si stava svolgendo sono stati indagati e sono stati raggiunti da sanzioni da pagare per violazioni della normativa sulla sicurezza. Secondo la normativa, il sindaco del Comune dove si svolge l’intervento è equiparato – in tema di sicurezza sul lavoro – al titolare di una azienda mentre il coordinatore viene paragonato ad un dirigente.
Elisa Venturini
Questo episodio ha causato una forte reazione nel mondo del volontariato: se – a fronte dello svolgimento di un’opera di volontariato – si corrono dei rischi di natura economica ed addirittura penale è chiaro che molti volontari potrebbero ritirare la loro disponibilità.Se da un lato è giusto chiedere che gli interventi della protezione civile avvengano in sicurezza, dall’altro non possiamo imporre sulla testa dei sindaci e dei coordinatori una spada di Damocle così pesante visto che non parliamo di un rapporto di lavoro strutturato e soprattutto considerando che si tratta di un lavoro che spesso e volentieri si svolge in condizioni di emergenza o comunque in situazioni precarie. Credo quindi che sia necessario un
emendamento che esoneri Sindaci e Coordinatori della Protezione Civile dall’adempimento del decreto legislativo 81 del 2008 in tema di salute e sicurezza sul posto del lavoro, escludendo quindi le conseguenti responsabilità per i volontari della protezione civile ed i loro coordinatori ma anche per i sindaci. Naturalmente questo non significa che ci sia un allentamento sul tema della sicurezza che resta centrale conclude Venturini - ma che va stimolata ed assicurata potenziando i corsi di formazione e facilitando il collegamento tra uffici pubblici e volontari ma non certamente individuando eccessive responsabilità civili e penali in capo a chi, con passione, si dedica ad aiutare la propria comunità”.
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Regione
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Il bilancio. Numerosi gli interventi a sostegno del tessuto associativo, sportivo e del volontariato veneto
Aspiag Service Despar: un 2023 di progetti per il Veneto! U
n bilancio più che positivo degli interventi effettuati a sostegno del tessuto associativo, sportivo e del volontariato del Veneto, con molte iniziative che sono riuscite a coinvolgere appieno la clientela Despar in regione, permettendo fra l’altro di poter includere attivamente anche nuovi soggetti del privato sociale. Questa la valutazione, ormai in chiusura di questo 2023, che permette ad Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, di potersi ritenere soddisfatta dei progetti avviati e conclusi nell’anno in favore del territorio veneto, dove partecipa attivamente alla vita delle comunità locali. Fra i progetti di sostegno alle realtà sportive locali va segnalata la nuova partnership siglata dal marchio dell’Abete con l’Associazione Sportiva Dilettantistica Fenice Veneziamestre C5, primaria realtà del futsal regionale e nazionale nata nel 2007, la cui prima squadra milita nel campionato nazionale Serie A2 Elite. Una società sportiva che aggrega oggi nel veneziano circa 400 atleti a partire dall’età di cinque anni e che si distingue per la capacità di saper coniugare, nella propria attività sportiva di
base, l’inclusione sociale, il coinvolgimento scolastico e l’educazione allo sport. Il 2023 ha poi visto crescere ancora l’impegno di Despar in favore del mondo del volontariato veneto, in particolar modo attraverso due iniziative di raccolta fondi, che hanno coinvolto migliaia di clienti: la prima per sostenere i progetti di cura dei disturbi del comportamento alimentare portati avanti dall’Associazione “Fenice ODV” di Portogruaro in provincia di Venezia e la seconda in favore dell’impegno della padovana Fondazione Ometto e del suo importante progetto wPiccolo Principe”, che da alcuni anni finanzia lo studio sugli arresti cardiaci e la morte improvvisa nei bambini e che mira a fare delle scuole del Veneto dei luoghi cardioprotetti, attraverso l’installazione di defibrillatori. Anche le donne sono state al centro non solo delle politiche di assunzione, di formazione e di valorizzazione di Aspiag Service, ma anche dei progetti legati ai loro diritti e al loro benessere, oltre a quelli di lotta alla violenza di genere, purtroppo sempre e più che mai di forte attualità. L’azienda anche per il 2023, attraverso l’iniziativa “Il mondo ha bisogno delle donne”, ha
IL PUNTO
di Giovanni Taliana Direttore Regionale Aspiag Service per il Veneto
Il nostro modo di pensare al Veneto
raccolto direttamente fondi indirizzati alla ricerca e la cura dell’endometriosi, che sono stati devoluti all’associazione no profit ISSA School (International School of Surgical Anatomy), istituita per volere dei vertici del Reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’IRCSS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar di Valpolicella (VR). Aspiag Service Despar ha poi proseguito la sua personale battaglia contro lo spreco alimentare, riuscendo a unire il valore della sostenibilità ambientale a quello dell’aiuto alle per-
sone che maggiormente si trovano in situazione di difficoltà, permettendo la preparazione di centinaia di migliaia di pasti destinati ai bisognosi. Mai dimenticando comunque la propria dedizione, ormai quasi ventennale, al programma “Le Buone Abitudini”, che promuove l’educazione alla sana alimentazione e ai corretti stili di vita nelle scuole primarie di primo grado dei territori di riferimento. Un progetto da quest’anno ulteriormente rafforzato e allargato a nuovi partner istituzionali, per garantirne un maggiore sviluppo e una più capillare diffusione.
Supportare la scuola, i ragazzi, la parità di genere, la ricerca, lo sport e il privato sociale sono da sempre il nostro modo di far parte del Veneto e delle sue diverse comunità, che hanno peculiari esigenze e dove sono attivi molti soggetti in prima linea sulle più svariate e importanti battaglie sociali. Siamo passati negli anni da attivi osservatori e solidi sostenitori di molte iniziative di promozione sociale, a veri partner di percorso del mondo del volontariato e di quello sportivo in questa regione, allargando sempre più l’attenzione prima e il coinvolgimento poi dei diversi attori pubblici e privati sul territorio ed estendendo contemporaneamente il consenso e la partecipazione della nostra solidale clientela, che si è dimostrata sempre più coinvolta in questi programmi. Per Aspiag Service non si tratta più di dimostrare di essere parte attiva dei luoghi che la ospitano, ma di trovare ulteriori spunti e migliori idee per rafforzare e alimentare indissolubilmente questo legame. Continuando anche il prossimo anno a innovare e qualificare sempre più il nostro ruolo di sostenitore e sviluppatore sostenibile e inclusivo del Veneto.
L’IMPEGNO DI DESPAR VERSO L’INCLUSIONE SOCIALE E LA VALORIZZAZIONE DELLA DIVERSITA’: IL PROGETTO IDEM DELLA COOPERATIVA VITE VERE DOWN DADI Anche per questo anno Aspiag Service-Despar ha portato avanti il suo impegno verso l’inclusione lavorativa e la valorizzazione della diversità collaborando con la Cooperativa Vite Vere Down Dadi, impegnata nell’accompagnare ragazzi con la sindrome di Down a costruire un progetto di vita il più possibile autonomo, sia dal punto di vista occupazionale, che abitativo e affettivo – relazionale. La collaborazione è nata nel 2020, quando la concessionaria del marchio Despar ha scelto di sostenere il progetto “iDem” della Cooperativa. Grazie a questo progetto, che ad oggi vede ben cinque ragazzi, l’azienda, insieme alla
cooperativa, è riuscita ad accompagnare giovani con Disabilità Intellettiva all’inserimento lavorativo, sostenendoli nella produzione e nella vendita di speciali shopper in cotone decorate a mano dagli stessi ragazzi. Nel tempo sono poi stati realizzati diversi progetti che hanno visto la collaborazione tra la Cooperativa e Aspiag Service – Despar, svolti con il fine di sensibilizzare le persone a comprendere quanto sia necessario che la disabilità esca dalla sfera ristretta di coloro che ne sono coinvolti, per trovare invece spazio nei luoghi della vita quotidiana affinché anche le persone con disabilità possano vivere sempre più una vita vera.
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DICEMBRE 2023
on-line:
Antibiotico-resistenza Una dura lotta contro l’uso improprio dei farmaci
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Antibiotici: usare con prudenza
ntibiotico-resistenza: dal 18 al 24 novembre, un’intera settima mondiale è stata dedicata a far crescere la consapevolezza sull’importanza dell’uso prudente degli antibiotici e degli antimicrobici, in generale. Un uso improprio, infatti, contribuisce a rendere i batteri resistenti ai successivi trattamenti. Oltre agli antibiotici, fanno parte dei farmaci antimicrobici anche antivirali, antifungini e antiprotozoari. La resistenza a questi farmaci è la capacità dei germi patogeni di sopravvivere e moltiplicarsi anche in presenza di sostanze antimicrobiche usate per combatterli. Quando sono esposti a questi farmaci, molti germi (batteri, virus, funghi) sono infatti in grado di sviluppare meccanismi di resistenza che possono diffondersi rapidamente ed essere trasmessi anche ad altri germi di specie diverse. La conseguenza di tale fenomeno è lo sviluppo di popolazioni di batteri, virus, funghi e protozoi che non vengono uccisi dai farmaci a nostra disposizione e che quindi possono causare infezioni incurabili o persino mortali. Prosegue alla pag. seguente
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Imprese & Imprenditori Eliminazione della violenza contro le donne, gli allestimenti delle ulss venete
I NOMI, I VOLTI E LE STORIE DEL FEMMINICIDIO… NON SOLO NUMERI Scarpette rosse, i nomi di alcune delle vittime e frasi rappresentative. Gli allestimenti dell’Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Treviso dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, quello di Padova dell’Ulss 6 Euganea, o le iniziative dell’Ulss 3 Serenissima: un piccolo spazio per un grande significato
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Antibiotico-resistenza
Una dura lotta contro l’uso improprio dei farmaci La diffusione delle resistenze agli antimicrobici è favorita da un loro uso eccessivo e inappropriato, sia in medicina umana sia in ambito veterinario. Negli ultimi anni questo problema è divenuto un’emergenza di sanità pubblica, che determina un aumento della spesa sanitaria, l’allungamento dei tempi di degenza, fallimenti terapeutici e soprattutto un aumento della mortalità. I dati raccolti dalla sorveglianza nazionale dell’antibiotico-resistenza AR-ISS e dalla sorveglianza nazionale delle batteriemie da enterobatteri produttori di carbapenemasi (che rientrano tra i batteri sorvegliati perché il loro sviluppo di resistenza agli antibiotici costituisce una minaccia reale o potenziale per la salute pubblica), coordinate dall’ISS, e recentemente pubblicate su EpiCentro, hanno evidenziato che nel 2018 in Italia le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli 8 patogeni sotto sorveglianza si mantengono più alte rispetto alla media europea anche se, in generale, si è osservato un trend in calo rispetto agli anni precedenti. La ricerca scientifica volta a individuare nuovi farmaci non riesce a tenere il passo con la capacità dei microrganismi di sviluppare nuove forme di resistenza. Per arginare il fenomeno dell’antimicrobico-resistenza è necessario e urgente agire alla radice del problema, attraverso un uso più prudente e oculato degli antimicrobici. Solo così si può preservare l’efficacia di questi farmaci, risorsa preziosa che negli ultimi decenni ha salvato tante vite umane. Si tratta di una vera e propria la lotta contro l’antimicrobico-resistenza, che presuppone anche da parte di ciascuno un comportamento corretto nella gestione di questi farmaci. È fondamentale usarli solo quando strettamente necessari, seguendo le indicazioni del medico. Gli antibiotici non sono efficaci contro malattie virali comuni come il raffreddore e l’influenza: in questi casi l’assunzione di antibiotici è non solo inutile ma anche dannosa, perché favorisce lo sviluppo di batteri resistenti e altera l’equilibrio della flora batterica intestinale. Ecco, dunque, le azioni concrete che ciascuno di noi può adottare: assumere antibiotici solo se prescritti dal proprio medico di fiducia, rispettare scrupolosamente le modalità e le tempistiche di assunzione indicate dal medico (non saltare le dosi e non sospendere la terapia anticipatamente, anche se ci si sente meglio); non assumere di propria iniziativa antibiotici avanzati da terapie precedenti; in caso di malattie come il raffreddore e l’influenza, avere cura di sé, stare a riposo e al caldo e assumere molti liquidi; chiedere consiglio al medico o al farmacista sui farmaci utili per lenire i sintomi come febbre, mal di gola, naso chiuso, dolori muscolari; non assumere antibiotici a meno che non siano stati prescritti dal medico. E’ bene tener presente inoltre che è possibile prevenire le infezioni anche tramite la vaccinazione contro le malattie infettive. E ricordiamoci di smaltire gli antibiotici non utilizzati secondo le modalità previste (eventualmente chiedendo al farmacista indicazioni al riguardo). (fonte: Regione Veneto)
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Ostetricia e Pediatria. Al punto nascita dell’ospedale di Chioggia l’esperimento
Pelle a pelle con papà appena nata
N
ascite e parti, se la mamma non può effettuare la procedura “skin to skin”, “pelle a pelle”, perché non sta bene oppure perché è stata sottoposta a taglio cesareo, allora da oggi… ci pensa il papà. Per la prima volta, infatti, nel Punto Nascita di Chioggia, Ulss 3 Serenissima, si è avviata la procedura, coinvolgendo il papà del neonato. “Lo “skin to skin” - spiega il Primario di Pediatria, Andrea Cattarozzi - è una procedura raccomandata ormai da tutti gli studi neonatologici. Seguendo questa pratica, subito dopo il parto si appoggia il neonato sulla pelle della mamma in modo da ricreare quell’unione mamma-bambino che si è in-
terrotta al momento del parto. Per il neonato, che fino a pochi istanti prima si trovava immerso in un liquido a 37 gradi, percepire la temperatura corporea della mamma, sentirne l’odore, tornare subito ad udire il battito cardiaco che lo aveva accompagnato per tutto il tempo della crescita nel ventre materno, vuol dire rientrare in un mondo rassicurante ed abbassare in modo importante il proprio livello di stress”. “Anche la mamma - prosegue il Primario di Ostetricia, Luca Bergamini - trae gran beneficio da questo contatto stretto, non solo per la sensazione di intensa felicità che ne deriva, ma anche perché viene indotta la produzione di tutti quegli ormoni che pre-
dispongono all’allattamento ed alla normalizzazione dell’utero. Ci sono casi però in cui effettuare il “pelle a pelle” materno non è possibile e proprio per ovviare a questo problema presso il Punto Nascita di Chioggia è stato avviato un progetto che coinvol-
ge i papà”. Nelle scorse settimane è nata la piccola Rosa, una bellissima neonata venuta alla luce con taglio cesareo. La mamma, Silvia, ricordava con tristezza il fatto di non aver potuto toccare il suo primo figlio per le prime tre settimane di vita perché nato prematuro. “Anche per questo mamma Silvia, insieme al marito Daniele - spiega il dottor Bergamini - ha chiesto di poter fare da apripista per questa nuova pratica dello “skin to skin” con il papà. Cosi, mentre la mamma era ancora in sala operatoria a completare tutte le procedure chirurgiche necessarie, il papà Daniele ha tolto la maglietta, ha abbracciato la sua piccola creatura ed
è stato avvolto da un protettivo telo caldo mentre il personale ostetrico avviava i monitoraggi affinché fossero garantiti i massimi standard di sicurezza”. “Appena appoggiata sul torace del papà - racconta il dottor Cattarozzi - la neonata ha smesso di piangere, si è tranquillizzata, respiro e battito cardiaco si sono fatti regolari e si è addormentata rilassata. L’espressione del padre mentre ammirava la sua bambina, la serenità della piccola e la felicità della mamma quando finalmente è potuta rientrare nella propria camera, e ha assistito alla scena, hanno dato una grande emozione a tutto il personale ostetrico e pediatrico”.
Allattamento al seno, lavori in corso per un nuovo progetto all’Ospedale di Camposampiero Allattamento al seno e PAA, “Policy Aziendale sull’Allattamento”, è un progetto promosso a livello nazionale dalle principali società scientifiche dell’area perinatale e pediatrica al quale ha aderito anche il presidio ospedaliero di Camposampiero, dell’Ulss 6 Euganea. I lavori sono in corso per quello che è stato presentato come un investimento per il futuro dei nostri bambini: alla conclusione del percorso l’ospedale otterrà la prevista certificazione. “L’allattamento al seno – dichiara il dottor Luca Vecchiato, direttore della Uoc di Pediatria del “Pietro Cosma”, - è un impor-
tante indicatore di qualità delle cure perinatali, neonatologiche e pediatriche: non si tratta di un mero atto nutrizionale ma di una pratica che apporta grandi benefici in termini di salute, socioeconomici ed ecologici”. “Una corretta assistenza, a partire dal momento della nascita - continua il dottor Vecchiato -, impatta fortemente sull’avvio dell’allattamento e quindi sulla salute e sulla vita futura di madri e bambini”. E’ dunque questo il motivo per cui il direttore della Pediatria insieme al dottor Marcello Rigano, direttore della Uoc di Ostetricia e Ginecologia, hanno scelto di far entrare nel progetto - con il sostegno della Direzione
Generale - il punto nascita di Camposampiero. “L’obiettivo – prosegue il dottor Vecchiato - è incrementare i tassi di allattamento materno esclusivo alla dimissione (attualmente da noi, dal monitoraggio effettuato tra maggio e settembre, si attesta al 65%) e migliorare le pratiche assistenziali che eroghiamo nell’ambito dell’allattamento. In tale ottica stiamo rivedendo, per potenziarne la capillarità, i protocolli che disciplinano il contatto pelle a pelle alla nascita e il “rooming in” ed altre procedure e stiamo compiendo un’ampia azione di formazione sul personale, secondo il modello previsto dall’Organizzazione mondiale della sanità”.
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A tavola
www.lapiazzaweb.it Rubrica a cura di
Idee in cucina facili e sfiziose
Sara Busato
Le festività natalizie rappresentano il periodo in cui trascorriamo più tempo in casa, circondati da parenti e amici. E’ importante condividere i pasti delle festività, godendo di quell’atmosfera conviviale unica che solo il periodo natalizio sa regalare. MINI TORTE SALATE DI SFOGLIA CON ZUCCA E GORGONZOLA Versioni monoporzione delle classiche torte salate, ideali per essere degustati sia come finger food gustoso o come un secondo piatto. Molto semplici da preparare e si realizzano utilizzando anche una base di pasta sfoglia pronta Ingredienti: 500 g di zucca; 300 g di gorgonzola; 1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare; 1 porro; q.b. di sale; q.b. di pepe; q.b. di olio Extravergine d’Oliva; q.b. di timo Preparazione: Pulire la zucca privandola della buccia, dei semi, dei filamenti e tagliarla a cubetti. In una padella con un filo d’olio rosolare il porro tagliato a rondelle. Una volta appassito aggiungere i cubetti di zucca, sala, pepe e fate cuocere fino a quando non risulteranno morbidi. Spegnete e lasciate raffreddare a temperatura ambiente. Foderare gli stampini per tortine con la pasta sfoglia, bucherellando il fondo con uno stuzzicadenti. Versare la zucca con i porri, i cubetti di gorgonzola e qualche fogliolina di timo. Cuocere in forno preriscaldato ventilate a 180° per circa 20-30 minuti
ZUPPA DI LENTICCHIE
TORTA ALL’ARANCIA
Un primo piatto sano e gustoso perfetto per una cena invernale, quando si ha voglia di qualcosa di caldo e nutriente. Facile da preparare da servire magari con qualche crostino di pane Ingredienti: : 300 g di lenticchie rosse decorticate; 2 gambi di sedano; 1carota; porro; aglio; alloro; rosmarino; 1/2 bicchiere di vino rosso; brodo vegetale; sale; olio extravergine di oliva Preparazione: Tritare finemente il cuore di porro, il sedano, la carota e lo spicchio di aglio. In una pentola dai bordi alti, creare un soffritto con un giro di olio, il trito di verdura e una foglia di alloro. Cuocere il soffritto per dieci minuti a fiamma vivace finché inizia a sfrigolare. Una volta rosolato il fondo di verdure, aggiungere le lenticchie e sfumare con 1/2 bicchiere di vino rosso. Subito dopo, aggiungere il brodo già caldo, coprendo le lenticchie e iniziare la cottura, regolando il brodo per ottenere la consistenza desiderata. Dopo 20-25 minuti di cottura a fiamma vivace, assaggiare le lenticchie e regolare di sale. Portare a termine la cottura verificando la consistenza della zuppa. Completare con un giro di olio, aggiungere degli aghi di rosmarino tritati e preparare dei crostini di pane a piacere. La zuppa di lenticchie è pronta per essere servita..
Un profumatissimo dolce sano e genuino. Un dolce soffice e morbido, facile e veloce da preparare. La torta all’arancia è ottima anche con gocce di cioccolato fondente aggiunte all’impasto durante la preparazione. Ingredienti: 1250 g di farina 00; 200 ml di succo di arancia e scorza d’arancia; 150 g di zucchero; 100 g di burro; 3 uova medie; 1 bustina di lievito per dolci; 2 cucchiaini di estratto di vaniglia oppure una bustina di vanillina
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Preparazione: Grattugiare la scorza delle arance e poi spremere le arance e filtrare il succo per eliminare i semi. Montare le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungere il burro sciolto e il succo d’arancia. Poi la farina e il lievito setacciati mescolando fino ad ottenere un composto omogeneo e senza grumi. Infine, aromatizzare con la scorza d’arancia e l’estratto di vaniglia. Imburrare ed infarinare una teglia del diametro di 24-26 cm e versare il composto. Cuocere in forno preriscaldato a 180°, modalità statico, per circa 35 minuti.
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Padova
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sul futuro. IL NATALE È ARTE.
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