laPiazza di Treviso - giugno 2024

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Quando l’attesa paga

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Ce ne siamo occupati il mese scorso ma torniamo volentieri sull’argomento,assai sentito dai nostri lettori, delle liste d’attesa per le prestazioni sanitarie. Nei giorni scorsi si è molto parlato di una legge del 1998 che prevede la possibilità per i cittadini di ottenere la prestazione entro i termini previsti anche in regime privato all’interno delle strutture pubbliche (intramoenia) pagando solamente il ticket. E’ un po’ complicato ma vediamo di spiegare in poche parole. La norma non prevede un rimborso diretto ai cittadini che si rivolgono al privato ma vuole agevolare chi dimostra di non aver rifiutato la prenotazione in qualsiasi sede della sua Uls e ha in mano un appuntamento la cui data supera i tempi di attesa della priorità assegnata. A questo punto l’Uls verifica che non ci sia effettivamente alcun posto libero e in questo caso il paziente ha diritto alla prestazione intramoenia pagando il solo ticket. Non saranno molti i casi che rientrano in questa situazione ma è giusto tenerla presente. Inoltre la Regione assicura che le urgenze a dieci giorni sono ormai azzerate, mentre le prescrizioni entro i 30 e 90 giorni sono state notevolmente ridotte, con l’obiettivo di arrivare alla normalità per la fine dell’anno. Intanto prendiamo atto, poi ne riparleremo.

di Treviso

TERRAGLIO EST, LA REALIZZAZIONE DEL SECONDO STRALCIO

AL VIA NEL 2025

Veneto Strade ha pubblicato il bando di gara per completare l’opera, che costerà 38 milioni di euro. Le buste saranno aperte l’11 giugno. Sit-in di protesta dei comitati contro il “cemento collaterale” all’infrastruttura

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APPUNTAMENTO ALLE URNE PER COMUNI E UNIONE EUROPEA

Occhi puntati sul voto in Veneto, delicato e incerto banco di prova per le alleanze e le strategie future

ECONOMIA: IL VENETO BRILLA PER “INTELLIGENZA ARTIGIANA”

In decisa crescita le imprese digitali, “trasformare la capacità innovativa in sistema per l’intero settore” Europee e Amministrative

IMontanelli e Fortebraccio nel ventunesimo secolo

Antonio Di Lorenzo

ndro Montanelli l’aveva battezzato “Il Rieccolo” della politica italiana. Era Amintore Fanfani, detto anche “Misirizzi”, un pupazzetto come “Ercolino sempre in piedi” che aveva una base a semisfera e quindi non andava mai giù. C’era un motivo: nessuno ha fatto più politica di lui: sei volte presidente del Consiglio, nove ministro, parlamentare dal 1946 alla morte nel 1999. segue a pag 5

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Prosecco-Prosek, la faccenda è chiusa

C’è una buona notizia per Treviso e la Marca: l’Europa ha messo la parola fine sulla faccenda Prosek-Prosecco. È stato infatti pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Europea il nuovo regolamento sulla protezione delle indicazioni geografiche per il vino, le bevande spiritose e i prodotti agricoli, tutelando i produttori ma anche i consumatori, spesso tratti in inganno da assonanze che confondono le loro scelte. Esattamente come è avvenuto con il Prosek croato nelle etichette che, richiamando nel nome le più famose e prestigiose bollicine delle colline trevigiane, ha dato vita a una lunga battaglia che oggi può finalmente dichiararsi chiusa. Un regolamento che limita in modo definitivo l’utilizzo di un nome che da un paio d’anni stava togliendo il sonno a uno dei mondi produttivi più redditizi del territorio. Esulta il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia: “Questo nome è nostro e nessuno potrà mai utilizzarlo in Europa come menzione tradizionale per indicare un vino che vuole solamente evocare le nostre bollicine, ma non ha nulla di veneto”. Tutta la vicenda viene definita “sgradevole” dal governatore, affermando che Prosecco non è solo un brand, ma un vino che esprime la storia e l’identità di una terra. Quella delle Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, che nel 2019 l’Unesco ha proclamato Patrimonio dell’Umanità. “Il gioco di squadra alla fine paga sempre”, è il commento del presidente di Coldiretti Treviso Giorgio Polegato, che con Coldiretti Veneto e il Consorzio agrario di Treviso e Belluno si è mosso a suon di esposti. “La questione – aggiunge Polegato – era non creare un precedente in cui ognuno potesse inventarsi un nome che rubava l’identità a un territorio e alla sua storicità produttiva”. Non resta che brindare. (s.s.)

Pubblicato il regolamento europeo sulla protezione delle Ig Le bollicine di Marca sono “salve”

1 Montanelli e Fortebraccio nel ventunesimo secolo

Antonio Di Lorenzo

Fanfani non se la prendeva per i soprannomi e quando incontrava Montanelli gli chiedeva: “Ne ha un altro?”.

Mario Melloni, che si firmava Fortebraccio, siccome non poteva restare un passo indietro a Montanelli, s’inventò il più romanesco “arieccolo” rivolto sempre al “brevilineo” (è sua l’autodefinzione) aretino incazzoso.

La storia tra i due giornalisti è da raccontare. Fu un amore-odio consumato sui giornali. Fortebraccio e Montanelli si sfidavano dalle pagine dell’Unità e del Giornale (che Melloni aveva ribattezzato il Geniale, così come chiamava il presidente del Consiglio S-forlani neanche fosse un sformato mal riuscito e Gianni Agnelli L’avvocato Basetta) protagonisti di un duello quotidiano dell’intelligenza a servizio della democrazia.

Per capire i loro caratteri, basta ricordare una sola battuta. Quando morì Melloni, nel 1989, Montanelli lo ricordò così: “Con Fortebraccio tentammo varie volte di diventare nemici. Non ci siamo mai riusciti. Una volta egli scrisse che voleva sulla sua tomba questo epitaffio: «Qui giace Fortebraccio che per tutta la vita amò Indro Montanelli e non smise mai di averne rimorso. Passante, perdonalo tu». lo gli risposi che avevo già dato disposizioni per essere sepolto accanto a Fortebraccio e come epitaffio avrei scritto: vedi tomba accanto”.

Oggi siamo di fronte a tanti di quei “rieccoli” che stupirebbero i due giornalisti. Sono i sindaci che si ripresentano per il terzo mandato: 31 sui 41 nei Comuni fra 5000 e 15mila abitanti che tecnicamente sono legittimati dalla nuova legge. Vogliono completare, spiegano, i progetti iniziati. Transeat. Siccome nel Veneto sono 309 i sindaci da rieleggere, vuol dire che uno su dieci è al terzo mandato. Ma il punto non è questo. E qui il discorso si fa serio. Oltre a loro, sta emergendo un altro problema: gli ex sindaci che, chiusi i dieci anni, si presentano, sì, ma in un altro Comune. “Rieccoli” pure loro. I casi non sono pochissimi. Così come i paesi nei quali si presenta una sola lista alle elezioni. La verità è una sola: sono sempre di meno coloro che vogliono diventare amministratori. Troppe responsabilità, nessuna soddisfazione. Gli stessi abitanti li snobbano. E chi si rende disponibile, anche da consigliere semplice, spesso avrebbe bisogno di un corso di formazione. Il guaio della politica nel 21° secolo è tutto qui: una volta c’era la partecipazione, poi giunse il riflusso nel privato, adesso si vive alla “me ne frego, tanto tutto mi è dovuto”. Va a finire che, a differenza dei tempi di Montanelli e Fortebraccio, i “rieccoli” li dobbiamo pure ringraziare.

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di Treviso Questa edizione raggiunge i quartieri di Treviso per un numero complessivo di 32.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 32199 è una testata giornalistica di proprietà di Srl
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in redazione il 23 maggio 2024
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QUOTIDIANI
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Giuseppe Bergantin
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L’infrastruttura. Veneto Strade ha aperto la gara per la progettazione e la realizzazione

Terraglio est, pubblicato il bando Secondo stralcio al via nel 2025

Ilavori per la realizzazione del secondo stralcio del Terraglio est inizieranno nel 2025. A darne notizia è stata la Regione del Veneto, che ha comunicato la pubblicazione da parte di Veneto Strade del bando di gara per un valore complessivo di oltre 38 milioni di euro, finanziati con fondi per lo sviluppo e la coesione e con risorse regionali. Un somma che comprende progettazione e realizzazione di un’opera il cui completamento è atteso dal 2017, quando venne tagliato il nastro del primo stralcio. Le buste con le offerte per la gara di appalto europea saranno aperte l’11 giugno. Serviranno 370 giorni per ultimare la strada, che collegherà via delle Industrie a Dosson (lì dove oggi si ferma) con la tangenziale di Treviso all’altezza della rotonda dell’ospedale. La notizia, come sempre

è avvenuto nei vent’anni che hanno accompagnato il tortuoso iter del Terraglio est, ha suscitato da una parte sollievo e dall’altra proteste.

Per Luca Zaia, presidente del Veneto, si tratta di un’opera che “rappresenta un nodo strategico per la viabilità regionale, grazie alla quale si andrà a sgravare dal traffico una delle arterie principali per il tessuto produttivo del territorio, con il riassetto del quadrante a sud di Treviso”. Un’infrastruttura che va a inserirsi nella strategia viaria complessiva di medio-lungo termine per il futuro regionale, contribuendo alla crescita economica. Una volta ultimato, il Terraglio est collegherà il casello autostradale di Preganziol sulla A4 e la tangenziale di Treviso fino al casello di Silea sulla A27, sgravando il traffico pesante da Dosson e

Casier, oltre a quello di buona parte dei comuni dell’area a sud del capoluogo, come Preganziol e Casale sul Sile. Tre chilometri e 300 metri

Sit-in di comitati di quartiere, opposizioni e Fridays for future “No a nuova cementificazione alla rotonda dell’ospesdale”

La notizia della pubblicazione del bando per il completamento per il Terraglio est è stata accolta con un sit-in di protesta alla rotonda dell’ospedale da parte di alcuni residenti e dei comitati di quartiere, sostenuti dalle forze politiche di opposizione (Partito democratico, M5S, Alleanza Verdi Sinistra, Colazione Civica) e dal movimento Fridays for future. Il nodo della discordia è principalmente la prevista edificazione in corrispondenza dell’incrocio con via Pasteur. Si tratta di oltre 90mila metri cubi di nuovi edifici che i protagonisti della protesta considerano “cemento collaterale” all’infrastruttura. Ovvero costruzioni edilizie che sono, per la prima volta, rese interessanti proprio dal completamento del Terraglio est, il quale già da solo va a consumare almeno un ettaro e mezzo di suolo. Il riferimento

di strada, 1,7 dei quali verrà realizzato adeguando il tratto esistente, a partire dall’incrocio con via Alta fino al confine comunale fra Casier e Trevi-

è al piano di lottizzazione “Sant’Antonino 1”, approvato di recente dal Comune di Treviso. Un piano di edificazione che, secondo cittadini e opposizioni, rischia di rendere insufficiente la stessa realizzazione della nuova infrastruttura.

Contro il piano, Gigi Calesso di Coalizione Civica ha presentato in Comune un’osservazione con la quale ne chiede l’annullamento per problemi di viabilità in una zona già altamente gravata dal traffico e dalla presenza dell’ospedale, per fermare un consumo di suolo che definisce già record (secondo i dati Ispra del 2023 Treviso è al quarto posto in Veneto e al 195esimo in Italia su 7.904 comuni) e per scongiurare la realizzazione di nuovi supermercati in un territorio già considerato saturo. (s.s.)

so. Il tratto restante vedrà un nuovo sedime stradale, con una corsi per senso di marcia, fino all’innesto con la regionale 53 tangenziale sud di Treviso.

“Su questo tratto – ha spiegato la vice presidente della Regione, Elisa De Berti – ci saranno due rotatorie. La prima per risolvere l’accesso all’area industriale e la seconda, in corrispondenza dell’incontro con via Pasteur, sarà funzionale anche a una zona direzionale di prossima realizzazione”. Verranno realizzati due sottopassi: uno per dare continuità al transito dei mezzi agricoli e l’altro per risolvere un’interferenza con la viabilità comunale esistente. Infine, una pista ciclabile a doppio senso di marcia lungo tutto il tracciato e un ponte sul rio Dosson.

Sara Salin

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Interporto Padova protagonista dell’innovazione nel mondo della

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La sesta gru a portale, automazione, nuovi treni verso Livorno e la penisola iberica ma anche l’organizzazione a Padova di Green Logistics Expo il Salone Internazionale della Logistica sostenibile il prossimo ottobre

Intermodalità e sostenibilità sono due dei driver più importanti sui quali si sviluppa la logistica del futuro. Interporto

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mondo della logistica ed in particolare dell’intermodalità, con la partecipazione dei principali porti, interporti italiani, delle più importanti compagnie di navigazione mondiali e delle ferrovie in tutte le loro articolazioni. Ma il salone naturalmente che si rivolge anche a tutte li imprese manifatturiere del nord est, amplia il suo sguardo al mondo dell’intralogistica, ai magazzini, alla distribuzione urbana delle merci, alle nuove tecnologie alle nuove energie ed è un punto di incontro privilegiato per gli operatori del settore. Per partecipare come espositori o come visitatori, maggiori informazioni su www.greenlogisticsexpo.it

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L’assemblea dei soci ha approvato bilancio economico e di sostenibilità

Mom,

Colladon ancora presidente

Una conferma all’unanimità

Giacomo Colladon è stato riconfermato all’unanimità presidente di MOM, l’azienda unica di trasporto pubblico su gomma della Marca trevigiana, partecipata da 38 soci. Colladon, presidente dal 2016, è stato votato nel corso dell’ultima assemblea, chiamata ad approvare il bilancio di esercizio e il bilancio di sostenibilità 2023, oltre che a rinnovare il consiglio di amministrazione (dove sono entrati due nuovi componenti, Elena Chanaà e Stefano Giuliano Giacomazzi) e il collegio sindacale.

Il nuovo mandato di Colladon ricomincia con la forza non solo del voto ma anche di numeri positivi dal punto di vista finanziario. Nel 2023 – nonostante la difficile congiuntura socio-economica – MOM ha chiuso il bilancio con +72mila euro. Un equilibrio che Colladon nel corso dell’assemblea ha definito “un segnale importante dopo un periodo complesso a causa della doppia crisi pandemica ed energetica”. Per l’anno in corso l’obiettivo dell’azienda di trasporto pubblico “resta fornire alla cittadinanza un

servizio più efficiente ed efficace”. Sono in fase di avvio i lavori la nuove sede in via Castellana, mentre sono in fase di chiusura quelli per il nuovo deposito di Castelfranco Veneto. Nei prossimi mesi ai 27 bus ibridi entrati in funzione lo scorso anno saranno aggiunti 35 bus elettrici per l’area urbana di Treviso, mentre entro la primavera del prossimo anno saranno acquistati 138 autobus nuovi, di cui 60 in autofinanziamento. In nove anni sono previsti 89 milioni di euro di investimenti per l’acquisto di mezzi e 24 milioni per le infrastrutture. “Rafforzeremo la flotta, rendendola ancora più soste-

Giacomo Colladon con il presidente della Provincia di Treviso Stefano Marcon

nibile”, ha annunciato il presidente di MOM, commentando la presentazione della settima edizione del bilancio di sostenibilità certificato dell’azienda. Nella rendicontazione delle politiche ambientali, sociali e di governance spicca l’acquisto di oltre 300 sistemi di controllo satellitare della flotta, un centinaio di paline intelligenti, oltre 800 validatrici di bordo di nuova generazione. Ma anche la trasformazione dell’esperienza di viaggio dei trevigiani: oggi il 47 per cento di chi sale su un bus non compera il biglietto in un punto fisico e più del 20 per cento dei biglietti è acquistato tramite app.

Marco Pinzi presidente Aetre per un nuovo mandato

Sarà ancora Marco Pinzi a rappresentare in qualità di presidente il Comune di Treviso nel consiglio di amministrazione di Aetre, società partecipata per la gestione dell’aeroporto Antonio Canova, controllata dal gruppo Save. Pinzi – che è anche presidente del consorzio “Treviso siamo noi”, che riunisce le aziende che sostengono il Treviso Calcio – ha ottenuto per un secondo mandato la fiducia del sindaco Mario Conte, il quale al suo fianco ha nominato l’avvocata in quota Lega Benedetta Ippolita Lolli e l’esponente di Fratelli d’Italia Alberto Nascimben, imprenditore del turismo. La nomina di Nascimben, fortemente voluta dall’associazione “Prima di trevigiani” di cui fa parte, porta per la prima volta il partito guidato da Giorgia Meloni a ottenere una nomina all’interno della partecipata. I due neo-eletti vanno a sostituire gli uscenti Marco Tonellato e Ilaria Bramezza (entrambi in quota Lega).

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www.lapiazzaweb.it 8 per il p e r i l VENETO in i n EUROPA E U R O PA Andretta Tajani Comm. Resp. Flavio Tosi (scheda marrone)
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Lavori in corso. Aperto il cantiere all’ex Gil grazie al finanziamento Pnrr da 6 milioni di euro

La biblioteca Zanzotto cambia volto Ristrutturazione e raddoppio degli spazi

Più spazi e ala nord ristrutturata, oltre alla creazione di un collegamento con l’ala sud e la conseguente modifica dell’atrio di ingresso. La biblioteca intitolata ad Andrea Zanzotto sta per cambiare volto. I lavori, che sono iniziati nei giorni scorsi e dureranno all’incirca settecento giorni, sono finanziati con sei milioni di euro del Pnrr.

L’obiettivo iniziale si limitava alla ristrutturazione dell’ala nord dell’edificio, con un intervento finalizzato al miglioramento sismico e all’efficientamento energetico. Ma la biblioteca di Città Giardino vedrà la realizzazione di una struttura a scatola suddivisa su tre piani. Il piano terra e il primo piano sono destinati a ospitare l’archivio, mentre il secondo piano avrà un’ampia sala conferenze che sarà caratterizzata da una copertura nella quale resteranno a vista le capriate originarie in legno. In un’altra ala dello stesso immobile saranno ricavate le aule studio e una sala lettura per gli studenti e per la consultazione dei volumi, mentre in un terzo settore sarà creato un passaggio vetrato che collegherà le due ali e che diventerà il nuovo ingresso e il front office della biblioteca. Tra gli interventi è in programma anche l’efficientamento energetico della struttura pubblica, grazie

all’installazione del cappotto interno sulle pareti verticali di tutti i corpi del fabbricato oggetto di ristrutturazione, oltre a nuovi impianti di illuminazione, riscaldamento, raffreddamento, rilevamento incendi e la copertura con un impianto fotovoltaico. A completare l’opera, una nuova sala break per il pranzo, spazi per il deposito a scaffale aperto, servizi igienici, ascensore e rampe di raccordo per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Dedicata al poeta originario di Pieve di Soligo con il voto del consiglio comunale nel giugno del 2015 su proposta della giunta guidata dall’allora sindaco Giovanni Manildo, la biblioteca Andrea Zanzotto sorge su un edificio del secondo Ottocento che nel 1933 venne trasformato nella “Casa del Balilla” per ospitare le attività ludico-sportive della gioventù fa-

scista. I trevigiani la conoscono e la chiamano ancora ex Gil, perché successivamente venne intitolata alla Gioventù italiana del littorio. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale divenne la sede dell’Opera Oriens di don Leo Alberton, che l’aveva adibita a tetto e luogo educativo per i ragazzi di strada. Negli anni Novanta venne ristrutturata e tale è rimasta fino a oggi. L’obiettivo dell’amministrazione comunale è che la biblioteca – inserita in uno dei quartieri più eleganti, caratteristici e verdi di Treviso, in pieno centro – diventi uno dei poli culturali della città universitaria in via di costruzione. E proprio in quest’ottica diventa ancora più attuale prendere in considerazione la richiesta arrivata dagli studenti universitari di estendere gli orari di apertura, soprattutto nel periodo delle sessioni d’esame.

L’obiettivo è creare uno dei poli culturali della città universitaria in via di realizzazione. Costruito nel secondo Ottocento, l’edificio di Città Giardino divenne centro ludico-sportivo della Gioventù italiana del littorio (Gil). Nel 2015 fu intitolata al poeta di Pieve di Soligo

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Ascolta La sala conferenziale della bibliotecca Zanzotto e l’atrio

L’iniziativa. Nasce “Capitale&Lavoro”, presieduta da Giuseppe Milan con Maria Cristina Piovesana come braccio destro

Una fondazione per promuovere nuovi modelli “partecipati” di impresa

Promuovere nuovi modelli organizzativi e di governance, più partecipati e che vedano la presenza del capitale umano all’attività di impresa. Un tema sul quale oggi sono al vaglio del Parlamento ben cinque proposte di legge e sul quale – proprio perché ritenuto strategico – si concentra “Capitale & Lavoro”, neonata fondazione che guarda alle trasformazioni in atto e si pone come soggetto trainante del cambiamento.

Presentata a Palazzo della Luce a metà maggio, l’iniziativa spicca a partire dai nomi che la propongono. Alla presidenza c’è Giuseppe Milan, ex direttore della Confindustria trevigiana in tutte le sue trasformazioni e fusioni. Con lui, come soci fondatori, Maria Cristina Piovesana (presidente e ad di Alf Group, nonché ex presidente degli industriali di Treviso e Padova e successivamente delegata all’ambiente nella Confindustria nazionale targata Bonomi), Marco Bentivogli (Base Italia ETS), Guido Bevilacqua (studio notarile SNBS), Flavio Piva (presidente BCC del Veneto), Tiziano Cenedese (presidente Fondazione CMB) e Mauro Zordan (presidente di Zordan). Oltre a un comitato scientifico che annovera professori universitari di Padova, Venezia, Udine, Dublino, CUOA, istituzioni come Fondazione Edison, Istituto Beato Toniolo e Sonepar Italia.

“Vogliamo individuare e mettere a disposizione nuove opzioni per una maggiore partecipazione delle persone alla vita dell’impresa. Una vera e propria rivoluzione, se consideriamo che il rapporto tra capitale e lavoro, nella storia, è stato caratterizzato da dinamiche di netta separazione, quando non di contrapposizione e conflitto. Oggi – spiega Milan – il dinamismo del contesto economico e sociale, le trasformazioni culturali, le dinamiche demografiche, i temi della successione d’impresa, oltre alle transizioni digitale e sostenibile, ci spingono a sperimentare nuovi modelli aziendali”. Ed è qui che si inserisce “Capitale & Lavoro”:

spingere culturalmente per avvicinare gli interessi dei lavoratori a quelli della proprietà. Ma anche concretizzare il ruolo sociale d’impresa e incentivare un investimento di lungo periodo. Salvaguardando il valore delle aziende e favorendo la produttività, la ritenzione e l’attrattività nei confronti del capitale umano. Gli obiettivi sono ambiziosi. Per l’apertura del capitale ai collaboratori, la fondazione sarà un veicolo di diffusione delle buone pratiche che già esistono nel territorio. Accompagnerà le aziende verso

quello che viene definito un “neocapitalismo partecipato e diffuso”, rendendo accessibili le modalità organizzative, gestionali e giuridiche per la

Pulizia impianti a biomassa: 100mila euro dalla Provincia

I soci fondatori di Capitale & Lavoro

costruzione delle imprese del futuro. Il tutto grazie a eventi, convegni, seminari, iniziative pubbliche, studi, analisi, ricerche. (s.s.)

La Provincia di Treviso scende nuovamente in campo per la tutela dell’ambiente e dell’aria che respiriamo. Lo fa con 100mila euro di incentivi a favore della cittadinanza residente che sceglie di pulire il proprio impianto di riscaldamento a biomassa (legna, pellet e cippato), contribuendo così a ridurre le emissioni in atmosfera dei residui che derivano dalla combustione e contribuire così a migliorare la qualità dell’aria.

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È stato aperto un bando apposito (https://bit.ly/bando-2024-impianti-biomassa-provincia), che scadrà il 31 marzo del prossimo anno. Gli incentivi andran-

no a contribuire alla spesa sostenuta dai cittadini per svolgere gli interventi di pulizia e possono essere richiesti dai proprietari o dai titolari di altro diritto reale sull’immobile a uso residenziale, con contratto di locazione regolarmente registrato e con impianto termico a biomassa presente nel catasto regionale impianti termici Circe.

Una volta ottenuto il contributo provinciale, l’intervento di pulizia dovrà essere effettuato secondo la normativa vigente in tema di sicurezza da un operatore qualificato iscritto alla Camera di Commercio.

L’asportazione dei detriti e delle fuliggini che derivano dagli scarti di combustione dovrà essere svolta da personale qualificato e smaltita secondo le norme in materia di rifiuti fornita dal proprio comune di residenza.

www.lapiazzaweb.it 10 DEL FARE DOPO LA SCUOLA MEDIA chiamaci o scrivici NOALE Via A. de Pol, 6 041/44.01.60 noale@enaip.veneto.it IeFP DGR 781 del 6/2023 DGR 864 del 7/2023 DGR 1538 DEL 11/2022 DGR 1740 del 12/2021 DGR 1667 del 01/12/2020 DGR 783 del 17/06/2023 SCARICA L’APP RADIO VENETO24 Ascolta
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L’iniziativa. Quadri ad altezza di bambino, con i maestri della pittura reinterpretati assieme alle favole

Una mostra d’arte per i piccoli pazienti ricoverati all’ospedale di Treviso

U

na mostra d’arte pensata per i bambini nel luogo più lontano da ciò che immaginiamo debba essere l’ambiente di serenità in cui dovrebbero crescere, ma nel quale in molti si trovano loro malgrado costretti a stare perché bisognosi di cure: un ospedale. Ecco allora che per farli sentire ancora più accolti, è stata organizzata “A sua altezza”, una collettiva che parte dal Ca’ Foncello per proseguire la sua “missione” in altre strutture sanitarie.

Un titolo scelto non certo a caso. Le opere d’arte sono appese ad altezza di bambino, perché i piccoli pazienti siano in grado con i propri occhi di intercettare le im-

magini senza sforzo, senza fretta, senza barriere. Occhi che meritano attenzione, cura e anche un po’ d’amore proprio attraverso l’arte. Organizzata dall’associazione Art Emotions for Soul di Mussolente e ideata da Mario Castellese, l’iniziativa porta in corsia ventotto opere di artisti italiani ispirate ai più grandi maestri della storia dell’arte. Con l’aggiunta, però, di elementi che richiamano le favole di Andersen e quella di Pinocchio.

Al primo piano dell’ospedale, ai due lati del corridoio centrale, spiccano le danzatrici di Henri Matisse che tengono per mano il burattino di legno creato dalla fantasia di Carlo Collodi.

Sotto l’albero del seminatore di Vincent Van Gogh si nascondono il gatto e la volpe. Le lettere di Pinocchio si trovano interpretate nello stile neoplastico dell’artista olan-

dese Piet Mondrian. Mentre le fiabe di Andersen si ritrovano nelle opere di Edgar Degas, di Francisco Goya, di Vasilij Kandinskij.

“Sono felice che un’espo-

sizione artistica a misura di bambino trovi spazio nel nostro ospedale, donando spunti di riflessione anche agli adulti che si devono abbassare per poter ammirare le opere”, afferma il direttore generale dell’Ulss 2 Marca trevigiana Francesco Benazzi, che ha inaugurato la mostra assieme al direttore sanitario Stefano Formentini. “Anche una persona distratta o preoccupata che transita in corridoio – aggiunge Benazzi – ha l’occasione di intercettare qualcosa di diverso che, almeno per un momento, la distragga dalle incombenze quotidiane”. (s.s.)

Trauma da morte violenta, parte la formazione di un team specializzato anche a Pieve di Soligo

Creare un team di volontari esperti per rispondere in tempi brevi alle necessità dei sopravvissuti alle morti di persone care per cause violente, come i suicidi. Ma anche per fare prevenzione e per promuovere nelle comunità locali una sana elaborazione degli eventi. Dopo l’esperienza di Treviso, avviata con successo nel 2021, l’Ulss 2 ha deciso di replicare il corso di formazione anche nel territorio provinciale, in particolare nel distretto di Pieve di Soligo. Si chiama Servizio di postvention d’emergenza e vede, al fianco dell’azienda sanitaria, il tavolo provinciale per la prevenzione dei gesti suicidari (presieduto da Ste-

fano Sanzovo, psichiatra del servizio di salute mentale), la Rete di Malachia (presieduta da Francesco Rocco) e di Luigi Colusso, che ha fondato il tavolo e i gruppi di aiuto sulla postvention.

Le morti per cause violente – come il suicidio, l’omicidio e gli incidenti stradali –hanno alcune caratteristiche comuni. A cominciare dal trauma per i sopravvissuti e dalla necessità di superare lo stigma che accresce le difficoltà di far fronte ai bisogni immediati, pratici, relazionali, emozionali, individuali e familiari. Contemporaneamente si tratta di eventi che influiscono negativamente sulla comunità perché ge-

nerano sospetti, accuse, giudizi, acuendo i conflitti e lacerando il contesto sociale. Nei sopravvissuti lasciano ferite profonde: sono traumi importanti e complicati da affrontare, in relazione ai quali il tavolo provinciale ha riconosciuto il bisogno di interventi tempestivi, di breve durata e del tutto distinti dai successivi interventi psicoterapeutici. Interventi di postvention che risultano efficaci per le necessità immediate dei sopravvissuti e facilitano il successivo ricorso ai percorsi per l’elaborazione del lutto.

Il corso è pensato per cinquanta persone. Sarà gratuito per i dipendenti dell’Ulss

2 e costerà 80 euro per tutti gli altri, i quali per iscriversi (https://tom.aulss2.veneto. it) devono avere un’esperienza lavorativa nel campo della sanità, dell’assistenza sociale (anche di volontariato, spirituale e religiosa), delle forze dell’ordine e della protezione

civile. La formazione inizierà il 23 settembre e terminerà l’11 novembre , dopo tre moduli da tre incontri ciascuno. Il primo su lutto, trauma ed elaborazione della perdita; il secondo sul suicidio e la salute mentale; il terzo su scuola, minori e adolescenti.

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Da sinistra: Colusso, Tozzini, dg Benazzi, Sanzovo, Rocco La mostra nel corridoio del Ca’ Foncello 3

Storie di

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PROTAGONISTI A NORD EST

Due nuove strutture moderne e ad impatto zero per gli studenti in zona Stanga

e all’avanguardia dal

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La zona scelta per questa nuova struttura è posizionata in modo strategico, consentendo agli studenti di raggiungere facilmente il Polo Universitario di Via Venezia o Via Tommaseo. Con la vivace atmosfera della zona Portello a pochi passi di distanza, gli studenti potranno godere di un ambiente stimolante per il loro percorso di studio e per la loro esperienza padovana, con la possibilità di studiare all’aperto durante la bella stagione.

La società altoatesina Phoenix Srl ha ottenuto il via libera per un intervento di ristrutturazione edilizia, con parziale demolizione, ricostruzione e ampliamento degli immobili, affidando la progettazione della nuova struttura ad ARC Ingegneria, importante studio di Padova. I lavori vedranno il contributo professionale anche di Tecno Crane, eccellenza

razioni future.

I lavori sono iniziati il 22 aprile 2024 e si prevede che saranno completati in tempi record entro maggio 2025, in tempo per accogliere gli studenti italiani e internazionali per il nuovo anno accademico. L’investimento totale per questo progetto si attesta

Tecno Crane è orgogliosa di aver contribuito a un progetto così importante e all’avanguardia per la città di Padova e la comunità di tutti gli studenti. Questo impegno rispecchia i valori fondamentali di sostenibilità del team e la loro costante dedizione al benessere del territorio e di chi lo abita.

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Il progetto. Con “Salta la fila!” servizi amministrativi gestiti online

L’Ulss 2 è sempre più digitale Il medico si cambia con un clic

Si chiama “Salta la fila!”. È il nuovo servizio di sportello amministrativo online attivato dall’Ulss 2 Marca trevigiana per poter far fronte alle pratiche e per richiedere le prestazioni senza dover andare negli uffici dei distretti di persona. Un’alternativa digitale che non va a sostituire il servizio di sportello con operatore, ma che ha l’obiettivo di semplificare le operazioni e di facilitare l’accesso dei cittadini.

“Si tratta di uno sportello amministrativo online con il quale vogliamo semplificare il più possibile le pratiche, come ad esempio il cambio medico o le esenzioni, consentendo di gestire il tutto comodamente da casa o in mobilità. Un altro passo verso il cittadino per rendere sempre più vicina la sanità al territorio”, spiega il direttore generale Francesco Benazzi.

Il funzionamento è semplice. Basta collegarsi al sito internet dell’Ulss 2 (come per tutte le pubbliche amministrazioni è necessario entrare con SPID o carta di identità elettronica) alla sezione “Servizi al cittadino”, selezionando la voce dedicata ai “Servizi amministrativi online”, dove sono elencati tutti i servizi attivi. Per avere accesso alla prestazione è sufficiente cliccare su “come fare”. Tra le pratiche

gestibili oggi da remoto, la scelta del medico di base e del pediatra, l’aggiornamento dei dati in caso di cambio di residenza, la richiesta di esenzione per patologia e per reddito, l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale di un nuovo nato. Ma già si annuncia, da parte dell’azienda sanitaria della Marca, un prossimo ampliamento dell’offerta.

Medicina territoriale: “Situazione migliore ma le carenze sono ancora gravi”

Migliora la situazione della medicina territoriale nell’ambito dell’Ulss 2, nonostante quella che viene definita “un’errata programmazione a livello nazionale”. A dichiaralo è la stessa azienda a seguito dell’incontro con i sindaci della Marca trevigiana. “Gli sforzi aziendali – afferma l’azienda – si stanno ancora concentrando sulla copertura dei posti dei medici di assistenza primaria a ciclo di scelta (ex medicina generale) e sui turni di assistenza primaria ad attività oraria (ex guardia medica). Si sta registrando un lieve miglioramento della situazione nell’assistenza a ciclo di scelta”.

Nel frattempo l’azienda fa presente di essere impegnata quotidianamente nella ricerca di personale medico e di soluzione per contenere una carenza che definisce “grave” . Oltre a proseguire nelle azioni già avviate come la ricerca di incarichi provvisori con le chiamate ai neolaureati, l’ampliamento della possibilità di scelta del medico da parte dell’assistito all’interno dell’intero distretto socio-sanitario, la copertura delle sedi carenti di continuità assistenziale grazie alla collaborazione anche con i medici di base, l’ampliamento volontario del massimale degli assistiti da 1.500 a 1.800 e con l’implementazione delle forme associative e della dotazione del personale di studio, la possibilità per gli studi dei medici di base di dotarsi di una segreteria online per la gestione delle agende e delle comunicazioni con il medico, il mantenimento in servizio oltre il limite di età dei medici convenzionati che si rendano disponibili a continuare a lavorare.

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Sanità di Marca

Il festival. Dal 31 maggio al 30 giugno l’ottava edizione della manifestazione organizzata da Sol.Co.

Follia, singolare femminile In città è tempo di “Robe da mati”

L a follia fa parte di noi.

La follia non ha sesso, ruolo, età. E proprio su “Follia, singolare femminile” ha scelto di concentrarsi quest’anno il festival “Robe da Mati”, rassegna culturale organizzata da Sol.Co., cooperativa sociale trevigiana che dal 1992 dà un’opportunità alle persone che si trovano in una situazione di svantaggio e di disagio psichico per poter intraprendere percorsi occupazionali. La salute mentale è al centro dell’iniziativa, arrivata ormai all’ottava edizione, che propone un mese di appuntamenti fra dibattiti, approfondimenti, spettacoli e mostre. La scena sarà affidata all’arte di strada –con artiste e artisti provenienti da tutta Italia – ma anche a imprenditrici e studiosi, che apriranno i loro mondi suggerendo nuove interpretazioni e spunti inediti di riflessione. Organizzato in collaborazione con il Comune e i Musei Civici, il festival si aprirà il 31 maggio e fino al 30 giugno nei luoghi più conosciuti della città, dal Museo di santa Caterina al Bailo fino a Palazzo Giacomelli. Un cartellone ricchissimo per provare ad abbattere le prerogative di genere e avanzare un nuovo modo di pensare alla follia. Con l’oca fucsia, simbolo ormai iconico della manifestazione, che si tingerà di pois bianchi per rendere omaggio alla geniale artista giapponese Yayoi Kusama. Ad aprire l’edizione 2024 saranno due spettacoli teatrali: il 31 maggio a Santa Caterina con “Pagliacce Cabaret” sei donne clown omaggeranno in chiave femminile l’universo cosmico che esplora il linguaggio di questa arte, mentre il 7 giugno (sempre a Santa Caterina) è in programma “Né serva né padrona”, opera dedicata alle figure femminili della commedia dell’arte e della loro rivoluzionaria eman-

cipazione, iniziata nel Cinquecento.

L’attualità e le tematiche di carattere socio-economico saranno invece al centro degli appuntamenti del 24 e 25 giugno con la presentazione del libro della giornalista Valentina Furlanetto “Cento giorni che non torno” (24 giugno ore 18, libreria Feltrinelli), viaggio tra dolore, vergogna e voglia di libertà che attraversa gli spazi dolorosi del manicomio e intreccia le storie di Franco Basaglia e di Rosa, giovane donna nata e cresciuta non lontano da lui che, dopo essere stata investita da un’auto, combatte fra crisi epilettiche e malattia mentale; e con il talk “Le follie dell’imprenditrice”, che coinvolgerà Elisa Menuzzo e Giorgia Giacchetto nel racconto delle loro esperienze di successo e della loro visione di business al femminile (25 giugno ore 18, Palazzo Giacomelli, modera Alessandro Garofalo).

Come tutti gli anni ci saranno la mostra d’arte non convenzionale e il Premio Robe da Mati, riconosciuto a persone o esperienze nelle quali viene riscontrata una follia in grado di migliorare il mondo. Il vernissage dell’esposizione di Outsider-Art – ospitato al Bailo – si terrà il 9 giugno, accendendo i riflettori sulle creazioni di Darko, Anna

Pietrobon, Albert Bomarziano e Mr. Heart sul tema “I mostri che abbiamo dentro”. Sarà aperta fino al 30 giugno.

“Ogni giorno ci interfacciamo con persone in situazioni di svantaggio, non solo con disturbi psichiatrici ma anche colpite da disagio sociale e crediamo che il punto di partenza sia eliminare qualsiasi etichetta, credere nelle potenzialità e sviluppare nuovi talenti per aprire nuove opportunità”, spiega Luciana Cremonese, presidente di Sol.Co. “Robe da Mati – aggiunge Cremonese – è la vetrina culturale della nostra attività quotidiana e quest’anno, con il tema scelto ‘Follia, singolare femminile’, intendiamo abbattere anche gli stereotipi di genere partendo dall’esempio della nostra realtà in cui il 60% delle presenze in consiglio di amministrazione è femminile, così come il 77% dei revisori”.

“Robe da Mati” fa parte della rete dei festival culturali cittadini. Ha il patrocinio di Regione, Ulss 2, Camera di Commercio, Confindustria Veneto Est, Confcommercio, Confartigianato, Confcooperative, CSV, Caritas Tarvisina, Associazione Casa Respiro, Consorzio Intesa CCA, Progetto Donne Veneto e Centro della Famiglia. (s.s.)

La salute mentale è al centro della rassegna culturale che propone un mese di appuntamenti fra dibattiti, approfondimenti, spettacoli, mostre e l’attesissimo Premio riconosciuto a persone o esperienze nelle quali viene riscontrata una follia in grado di migliorare il mondo

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Edizione 2024. Scrittori e poeti di ogni parte d’Italia si sono cimentati con racconti e poesie sul tema dell’acqua

Il gran finale del premio San Paolo Successo e orgoglio di un intero quartiere

È l’associazione Noi a organizzare l’iniziativa culturale che coinvolge anche scuole di ogni ordine e grado

La XXIII edizione del Premio

Letterario San Paolo è stata ancora una volta un successo. Sono stati 230 gli autori che si sono cimentati nella scrittura di un racconto o di una poesia sul tema che era stato scelto dagli organizzatori: l’acqua come fonte di vita o come risorsa primaria o causa di sventura e calamità. Contributi arrivati da ogni parte d’Italia, regalando grande soddisfazione all’associazione NOI San Paolo, che ha ideato il concorso e lo ha portato avanti con coraggio in tutti questi anni, lavorando con tenacia per dare a un quartiere di periferia un’iniziativa di cui andare orgogliosa.

Il 18 maggio a Santa Caterina si è tenuta la cerimonia di premiazione delle opere selezionate dalla giuria presieduta dal giornalista e scrittore Guido Lorenzon e composta da esponenti del mondo culturale trevigiano. Il primo premio per la sezione riservata ai racconti è andato a Marta Bonucci di Terni e al suo racconto “Tic. Tic. Bum. Bum”, dove l’acqua è protagonista di una vicenda di solitudine. La sezione riservata alla poesia, invece, è stata vinta da Tiziana Monari di Prato con “Il soldatino di piombo”, emblema di resilienza nella tragica realtà di un’alluvione descritta con tratti impressionistici e un lessico evocativo. La sezione riservata alla poesia in dialetto veneto è stata vinta da Giovanna Bertoncello di Rosà con la sua lirica “Aqua de rocia”, inno alla purezza di un’acqua nascente che, scorrendo umile e lenta, ci penetra dentro. L’iniziativa da sempre è aperta anche agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado. A vincere il premio tra le scuole primarie che hanno partecipato è stato Sebastiano Zavarin della scuola Tiozzo di Porto Viro (Rovigo) con il racconto “L’hotel del Signor Acqua”. Riccardo Zangrando di Ponte nelle Alpi ha vinto con “Il ragazzino avaro di grazie” per le medie e Davide Rossi di Follina con “Una goccia per dono” per le superiori. La sezione dei giovani poeti ha avuto come vincitrice Sofia Vanotti di Follina con “Inarrestabili”, componimento nel quale i diversi passaggi del fluire

di un torrente vengono paragonati alle varie esperienze di vita di un adolescente.

“Siamo contenti che il concorso susciti ancora interesse e adesione, forse anche per la sua tradizionale caratteristica di abbinare arte e letteratura. I premi sono infatti in gran parte costituiti da opere d’arte donate da apprezzati artisti della Marca”, ha dichiarato il segretario del comitato organizzativo Luigi Cesaroni. “Da diversi anni il Premio

è gestito da Noi San Paolo” ha ricordato Enrico Stecca, presidente dell’associazione di quartiere, particolarmente impegnata nella formazione dei giovani, ricordando come il premio, nato nel lontano 1977 con lo scopo di offrire un’occasione di crescita culturale, è diventato negli anni un evento significativo per l’intera città. “Ma abbiamo voluto che mantenesse comunque il suo radicamento e non disperdesse la propria vocazione originaria”.

Museo Salce I manifesti della politica italiana

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La comunicazione politica del secondo dopoguerra, quando l’Italia con il referendum scelse la strada della Repubblica, ha avuto come protagonista il manifesto murale. Al quale il Museo Nazionale Collezione Salce ha promosso un ciclo di incontri, che si concluderà il 7 giugno, curato dal direttore regionale dei Musei del Veneto Daniele Ferrara e da Francesco Trentini dell’Università Ca’ Foscari. “Politiche di carta. Immagini e manifesti che fecero l’Italia repubblicana” è il titolo dell’iniziativa organizzata nell’ambito del progetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri dedicato allo studio comparativo del corpus di manifesti di area comunista raccolti da Ferdinando Salce per la propria collezione nel quadro di un più ampio interesse per la comunicazione politica su carta in Italia. Manifesti dalle sorprendenti potenzialità politiche che hanno iniziato ad accumularsi sui muri, a sovrapporsi, a cancellarsi a vicenda e che hanno rappresentato non solo il simbolo identitario delle forze politiche in campo, ma le nuove idee di una Repubblica ancora da realizzare. Per capire quale ruolo hanno giocato tali immagini e quale contributo hanno dato alla nuova Italia, il 31 maggio alle 17.30 a Santa Margherita è in programma l’incontro con Massimo Duranti e Andrea Baffoni “Futurismo e propaganda politica di carta nel dinamismo della dimensione urbana”, che esaminerà due aspetti: il passaggio dalle parolibere ai manifesti fra pubblicità e propaganda e il rapporto fra immagini ed eventi in un periodo di industria, sport e colonialismo. Il 7 giugno, invece, Daniele Ferrara sarà il relatore dell’incontro intitolato “Il manifesto: opera d’arte nella comunicazione politica italiana”. Sempre a Santa Margherita con inizio alle 17.30.

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Cultura

La cerimonia. La giuria, presieduta dalla rettrice di Ca’ Foscari, ha assegnato l’8a edizione al giornalista d’inchiesta

Il Premio Goffredo Parise per il reportage alla memoria di Andrea Purgatori

Un omaggio postumo, doveroso ma sentito. È quello che il Premio Goffredo Parise per il reportage ha reso alla memoria di Andrea Purgatori, grande giornalista di inchiesta morto nel luglio dello scorso anno. Un uomo che sulla sua strada per la ricerca della verità “ha incontrato un muro di gomma senza mai alzare le mani”, come ha sottolineato Toni Capuozzo durante la cerimonia che si è tenuta sabato 11 maggio al Teatro Comunale Mario Del Monaco e alla quale ha preso parte in collegamento il figlio Edoardo. Purgatori – giornalista, conduttore televisivo, saggista e sceneggiatore – ha vinto l’ottava edizione dell’iniziativa, che si è focalizzata sul tema dei diritti umani, “per la sua libertà di giudizio, per il rigore, il coraggio e la passione umana, per aver conferito al giornalismo d’inchiesta valore, nobiltà e utilità sociale”. La giuria – presieduta dalla rettrice di Ca’ Foscari Tiziana Lippiello e composta da Attilio Bolzoni, Toni Capuozzo e Stefano Feltri –ha voluto ricordare così l’ex inviato del Corriere della Sera, autore di grandi inchieste sui casi più scottanti degli anni di piombo e dello stragismo (fra tutte, la strage di Ustica, riscostruita del film “Il muro di gomma”, di cui Purgatori scrisse la sceneggiatura), oltre che di importanti servizi sulle vicende più eclatanti di mafia e sulle aree più calde dei conflitti mondiali, che visse in prima linea da corrispondente di guerra. Alla memoria del giornalista è stata dedicata anche un’emozionante clip video realizzata proprio per l’occasione da La7.

Il Premio Parise, creato da Antonio Barzaghi e Maria Rosaria Nevola per tramandare la straordinaria eredità culturale tracciata dallo scrittore e giornalista veneto, ha assegnato la sezione speciale “Finestre sul mondo” alla giornalista e scrittrice padovana Pamela Ferlin, che nelle pagine del Corriere del Veneto e nel romanzo “In questa notte afgana” ha raccontato le storie vere e documentate di due giovani donne, studentesse universitarie di Kabul, che hanno visto svanire il loro sogno di libertà nella notte del 15 agosto 2021, quando i talebani hanno ripreso il potere. La giuria ha voluto sottolineare che Ferlin ha contributo con passione e determinazione a tenere accesi i riflettori su

una realtà in cui i diritti umani vengono quotidianamente violati.

La sezione speciale riservata agli studenti dell’Università di Ca’ Foscari che si sono distinti nell’elaborazione di scritti sui rapporti Occidente-Asia o sul contributo culturale di Parise è stata vinta da Mattia Giusto Zanon, “per aver fornito, con una lettura di Goffredo Parise reporter, una chiave molto interessante sulla sua collocazione sociale, con uno stile nitido e spregiudicato”. Mentre la sezione dedicata alle realtà produttive che hanno saputo coniugare economia e valori umani (Premio Impresa umanistica, voluto dalla Camera di Commercio di Treviso-Belluno Dolomiti) quest’anno è stata vinta dalla cooperativa sociale “Madonna dei Miracoli” di Motta di Livenza, realtà che si occupa dei servizi per l’abitare e l’inclusione sociale delle persone con disabilità.

Passato, presente, ma anche molto futuro nel Premio Goffredo Parise per il reportage. Il palco del Teatro Del Monaco si è riempito, nel finale di cerimonia, dai sessanta studenti dei sette licei della Marca trevigiana che durante quest’anno scolastico hanno preso parte alle lezioni della scuola di reportage. Un’iniziativa coordinata da Maria Rosaria Nevola, unica in Italia. Con insegnanti del calibro di Lisa Iotti, Stefano Feltri, Riccardo Iacona, Riccardo Staglianò ed Emiliano Poddi. “L’incontro di due solitudini” è il titolo del reportage vincitore di questa edizione: realizzato da Sofia Sossai del liceo Marconi di Conegliano, ha raccontato con sguardo stupito, attento e rispettoso il mondo delle badanti, entrando nelle loro vite e nelle loro storie in punta di piedi, con umanità ed empatia. Secondo classificato, Nicolò Merlo del liceo Scarpa di Motta di Livenza con “Una nuova storia”. Terzi a pari merito Luca Gentile, Fiona Osmani e Marta Pavanello del Duca degli Abruzzi di Treviso con “Il teatro come un corpo vivente” e Lisa Bevilacqua del liceo Giorgione di Castelfranco Veneto con “Au pair ma non alla pari”. La premiazione degli studenti è stata introdotta da una profonda riflessione dello psicanalista Massimo Recalcati sul tema dell’odio e della morte della parola.

Al Teatro Comunale di Treviso premiata Pamela Ferlin per i suoi racconti sulle donne afgane, lo studente universitario Mattia Giusto Zanon per lo scritto su Parise, la cooperativa di Motta di Livenza “Madonna dei Miracoli” e gli studenti dei licei che hanno partecipato alla scuola di reportage nell’anno scolastico 2023-2024

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Ascolta Sara Salin Nella foto grande: in basso da destra Antonio Barzaghi e Toni Capuozzo; in piedi da destra Lisa Iotti, Marta Pavan (presentatrice della cerimonia di premiazione) e Pamela Ferlin. Nell’altra foto Andrea Purgatori

#Regione

L’appuntamento elettorale. Sarà un importante test in vista delle regionali del prossimo anno e anche delle comunali a Venezia

Elezioni europee, e se il voto di giugno cambiasse il volto della politica italiana?

Fratelli d’Italia punta al gradino più alto del podio, probabile testa a testa tra Lega e Forza Italia per il secondo posto. Il Pd guarda all’asticella psicologica del 20%. E nel 2025 in laguna c’è già chi azzarda la staffetta ZaiaBrugnaro

Manca ormai pochissimo e si apriranno le urne delle elezioni europee. Forse per la prima volta, almeno a seguire i dibatti e ascoltando le conversazioni al bancone del bar, questa scadenza elettorale sembrerebbe appassionare gli elettori italiani e veneti. Diciamoci, infatti, la verità: fino ad oggi le Europee hanno sempre scaldato poco i cuori di un elettorato che dimostra, più in generale, una crescente disaffezione al voto. Questa volta potrebbe essere diverso perché alcuni “esperimenti”, promossi dai partiti politici proprio per elezioni Europee, potrebbero cambiare significativamente il panorama politico nazione e regionale.

Partiamo dallo scenario più vicino: il Veneto.

Il prossimo anno si voterà per le elezioni regionali e, dato non irrilevante, per le Comunali di

Venezia. Tanto in regione quanto nel capoluogo si può parlare di fine di un’era. Parlamento e Governo, a trazione Fratelli d’Italia, non hanno, infatti, consentito la possibilità di correre per un terzo mandato al Sindaco della città capoluogo, Luigi Brugnaro e al Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. Le elezioni europee, dunque, in questo senso rappresentano un primo test attraverso il quale definire rapporti di forza e, un’eventuale, griglia di partenza in vista del 2025.

Anche se, per rimanere al 2025, si sta facendo largo una voce molto interessante anche se al momento priva di conferme: Zaia e Brugnaro potrebbero compiere un trasloco di poche centinaia di metri. Da Palazzo Balbi, sede della Giunta Regionale del Veneto a Ca’ Farsetti, il Municipio di Venezia, ci sono,

infatti, pochi minuti di motoscafo. La notizia, che molti osservatori stanno attendendo, dunque, è quella di una candidatura a sindaco di Luca Zaia e quella di Presidente della Regione di Luigi Brugnaro. Dopo le elezioni europee, anche da questo punto di vista, se ne saprà di più e il risultato elettorale, ma soprattutto i flussi – ovvero gli spostamenti da un voto all’altro – diranno se questa suggestione abbia la possibilità di divenire realtà.

Lo scenario meno prossimo, invece, è quello nazionale.

Il Partito Democratico sente crescere attorno a se una certa fiducia. La segretaria Elly Schlein in un suo recente tour veneto alle domande dei cronisti non si è voluta sbilanciare in pronostici, ma è chiaro a tutti che i democratici terranno d’occhio due parametri essenziali: se saranno sopra o sotto l’asticella psicologica del 20% e il distacco dal maggior rivale interno, il Movimento 5Stelle.

Assunto che Fratelli d’Italia si confermerà come primo partito, l’attenzione è tutta rivolta al derby per la seconda piazza

del centrodestra tra la Lega di Salvini e Forza Italia. Molto sta facendo discutere la candidatura tra le fila leghiste del generale Vannacci. Una scelta questa voluta fortemente dal leader nazionale e contestata aspramente dalla base e, in particolar modo, dai principali esponenti veneti del Carroccio con Zaia in testa. Nei giorni scorsi il celebre politologo Paolo Feltrin ha dato una chiave di lettura molto interessante che, in un qualche modo, potrebbe dare una spiegazione alla scelta di Salvini di candidare il generale nonostante le proteste dei suoi. Il professor Feltrin, infatti, ha spiegato, ci perdonerà la sintesi, come questa candidatura in una fase nella quale la Lega non è più quel “sindacato del Nord” che era una tempo,

Si vota per il sindaco in 309 Comuni veneti, meno

Oltre la metà dei Comuni veneti andranno al voto anche per il rinnovo del consiglio comunale e l’elezione del sindaco. Nella nostra regione sono ben 309 le amministrazioni comunali da eleggere, oltre i 55% del totale, la netta maggioranza tra le province di Vicenza, Padova e Treviso. E proprio in polesine si vota anche nella città capoluogo di provincia, a Rovigo, 50 mila abitanti, dove è in corso un serrato confronto tra i numerosi candidati in lizza.

In tutto il Veneto i Comuni con più di 15 mila abitanti sono 24: qui gli elettori potrebbero essere chiamati al turno di ballottaggio il 23 e 24 giugno se non vi sarà un eletto con più del 50 per cen-

to dei voti. A Vicenza le amministrative coinvolgono ben 75 Comuni, fra i quali spiccano Bassano del Grappa con i suoi 42 mila abitanti, ma anche Schio, Valdagno, Arzignano, Montecchio Maggiore e Cassola. In provincia di Padova si vota in 52 Comuni, quelli con più di 15 mila abitanti sono Cadoneghe, Monselice, Rubano e Selvazzano Dentro. Più nutrita la pattuglia a Treviso con 55 Comuni, con i quattro “grandi” Vittorio Veneto, Mogliano Veneto, Paese e Preganziol. Dei 16 comuni al voto nel territorio metropolitano di Venezia sono sempre 4 i centri maggiori: Portogruaro, Spinea, Scorzé e Noale.

Tra le centinaia di liste che si presenta-

possa intercettare quel voto “ribelle” e “politicamente scorretto” del quale FDI, fin quando era all’opposizione, ha goduto e che oggi, con le responsabilità di governo e la svolta europeista in corso, non può più permettersi di corteggiare. L’ennesimo azzardo di Salvini, e molti in passato gliene sono riusciti visto che è diventato segretario di una Lega che stava al 4%, per confermarsi seconda forza della coalizione, respingendo la crescita di Forza Italia, e per lanciare un chiaro messaggio a Giorgia Meloni. Vedremo cosa succederà: quello che è certo è che dal giorno dopo le Elezioni Europee gli scenari, nazionale e regionale, potrebbero vedere delle mutazioni anche molto repentine. (r.r.)

partiti e più liste civiche

no al voto spicca la sempre più massiccia presenza di gruppi civici, diretta espressione del territorio, più o meno vicini ai diversi schieramenti politici, talvolta con un esplicito riferimento, in altre occasioni invece del tutto indipendenti dai partiti. Spesso sono espressione del gruppo di maggioranza uscente, che ripropone il sindaco uscente per il secondo mandato e da quest’anno anche per il terzo, oppure che si presenta con un novo candidato nel solco della continuità. Molte civiche anche tra le opposizioni o i gruppi che auspicano un cambio di rotta nella gestione amministrativa. In questo panorama le liste espressione dei partiti tradizionali sono in netto

calo ma non sono certo scomparse, e in ogni caso i partiti hanno il loro peso, soprattutto nei centri più grandi. Sarà un vero test per la Lega nei territori in cui esprime numerosi sindaci e amministratori: gli scossoni dell’ultimo anno si ripercuotono anche sugli equilibri locali e sulle candidature. Fratelli d’Italia punta a rafforzare la sua presenza anche nei consigli comunali, come il Partito Democratico e Forza Italia cercheranno di conquistare alcune amministrazioni. In calo invece le liste del Movimento 5 Stelle dopo gli exploit delle tornate precedenti. Crescono invece i piccoli comuni nei quali si presenta un solo candidato, il cui obiettivo sarà vincere l’astensionismo.

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Europee, ecco i candidati a Nordest

FORZA ITALIANOI MODERATI - PPE

Antonio Tajani

Sandra Savino

Flavio Tosi

Matteo Gazzini

Rosaria Tassinari

Cristina Andretta

Giampiero Avruscio

Antonio Cenini (Cenno)

Francesco Coppi

Arianna Corroppoli

Isabella Dotto

Bruno Molea

Deborah Onisto

Antonio Platis

Alessandra Servidori

PACE TERRA DIGNITÀ

Raniero Luigi La Valle

Benedetta Sabene

Michele Santoro

Khaled Al Zeer

STATI UNITI D’EUROPA

Graham Robert Watson

Antonella Soldo

Giulia Pigoni

ALTERNATIVA POPOLARE

SÜDTIROLER VOLKSPARTEI (SVP)

Herbert Dorfmann

Roberta Bergamo

Felix Nagler

Franca Padovan

Otto Von Dellemann

Ursula Thaler

Davide Bendinelli

Gabriella Chiellino

Muharem Saljihu (Marco)

Maria Laura Moretti

Giorgio Pasetto

Francesco Bragagni

Marina Sorina

Luigi Giordani

Fabio Valcanover

Aurora Pezzuto

Nicola Cesari

Kateryna Shmorhay (Katya)

MOVIMENTO 5 STELLE

Sabrina Pignedoli

Ugo Biggeri

Martina Pluda

Cinzia Morsiani

LIBERTÀ

Cateno De Luca

Laura Castelli

Vito Comencini

Valeria Allocati

Pier-Giorgio Ardeni

Ginevra Roberta Bompiani

Fiammetta Cucurnia

Francesco Di Matteo

Dario Dongo

Luigi Gallo

Alessandra Guerra

Paolo Rossi

Electra Stamboulis

Elisa Tagliavini

Paola Gori

Maria Angela Ferri

Giacomo Zattini

Paolo Bernini

Mohamad Kamel Malak (Pino)

Stefania Braghetta

Rada Bolognesi

Fulvia Panza

Diego Nicolini

Andrea Bardin

Cesidio Antidormi (Anti)

PARTITO DEMOCRATICO

Stefano Bonaccini

Annalisa Corrado

Ivan Pedretti

FRATELLI D’ITALIA

Giorgia Meloni (Giorgia)

Sergio Antonio Berlato

Alessia Ambrosi

Antonella Argenti

Elisabetta Gualmini

Alessandro Zan

Alessandra Moretti

Sara Vito

Sara Ferrari

Antonio Mumolo

Giuditta Pini

Marcello Saltarelli

Silvia Panini

Lorenzo Gennari

Paola Gazzolo

Andrea Zanoni

Silvia Bolla

Stefano Cavedagna (Cavedania)

Alessandro Ciriani

Elena Donazzan

Guglielmo Garagnani

Valeria Mantovan

Maddalena Morgante

Anna Olivetti

Lucas Pavanetto

Daniele Polato

Piergiacomo Sibiano (Piga)

Stefano Bandecchi

Lucrezia Chermaz

Alberto Bosi

Sabine Gruber

Filippo Bruschi

Miriam Nardelli

Marco Schenardi

Silvia Pilati

Paolo Alli

Barbara Previati

ALLEANZA VERDI E

SINISTRA

Cristina Guarda

Domenico Lucano (Mimmo)

Brigitte Foppa

Nicola Dall’Olio

Francesco Amodeo

Mauro Beccari

Sara Cunial

Mirko De Carli

Rehana Kausar

Meryem Khaioui (Maria)

Chiara Vanessa Michelon

Cinzia Pasi

Ugo Rossi

Enrico Rizzi

Paolo Silvagni (Valleverde)

Giorgia Tripoli

Jessica Veronica Cugini

Alessandro Franceschini

Francesca Caprini

Stefano Dall’Agata

Alessandra Filippi

Giulia Giorgi

Alessandra Mion

Emanuel Oian

Jessica Todaro (Jessica

Todaro Bellinati)

Paolo Trande

Francesco Gonella

AZIONE - SIAMO EUROPEI

Carlo Calenda

Elena Bonetti

Federico Pizzarotti

LEGA SALVINI PREMIER

Paolo Borchia

Elena Lizzi

Alessandra Basso

Lara Bisin

Mario Raffaelli

Stefania Cargioli

Giovanni Poggiali

Silvia Fattore

Carlo Pasqualetto

Valeriana Maria Masperi

Riccardo Mortandello

Giuditta Righetti

Paul Köllensperger (Paul)

Federica Sabbati

Umberto Costantini

Rosanna Conte

Anna Maria Cisint

Stefano Bargi

Roberta Conti

Arianna Lazzarini

Alessandro Manera

Morena Martini

Emiliano Occhi

Roberto Paccher (Pacher)

Roberto Pizzoli

Roberto Vannacci

Stefano Zannier

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L’analisi. Mario Rodriguez, esperto di comunicazione politica, già docente all’Università di Padova

“Questa campagna elettorale assomiglia tanto ad un casting”

Pesano l’astensionismo e lo scetticismo verso l’Unione Europea, ma crescono i movimenti civici e la spinta all’internazionalizzazione

I

n una campagna elettorale che assomiglia ad un “casting” e sulla quale aleggia lo spettro dell’astensione, spicca in Veneto la vitalità dei movimenti civici ma anche un certo scetticismo verso l’Unione Europea. Su questo spazia l’analisi di Mario Rodriguez esperto di comunicazione politica e per molti anni docente all’Università di Padova.

Professore, guardando alle candidature, contano più il nome del programma?

Siamo di fronte alla sempre maggiore spettacolarizzazione della politica attraverso i media. Assistiamo ad una crescente personalizzazione, questa campagna elettorale sembra un casting. E’ un confronto in cui i contenuti delle elezioni, per esempio l’assetto futuro auspicato del

Parlamento Europeo, dell’Europa come istituzione, passa in ombra. Questo ovviamente allontana gli elettori, ma in Veneto state anche vivendo delle esperienze molto interessanti. C’è in questa regione una vitalità delle cosiddette liste di comunità o civiche che è molto significativa.

Ci spiega perché?

Il civismo rafforza il senso di comunità, per arrivare al cuore degli elettori e avvicinarli. Cerca di ridare una ragione nell’andare a votare. Altrimenti l’elettore si sentirà sempre più lontano. Vedrà una politica che meno gli interessa, o in termini materiali o simbolici, e questo farà crescere il fenomeno dell’astensione.

Come conquistare allora l’attenzione degli elettori?

Credo che si debba lavorare con coraggio nel ristabilire una relazione tra il cittadino e le istituzioni. Ma anche tra il cittadino e i partiti, queste forme organizzate che stanno tra la società civile fra le istituzioni. Sono un po’ come i cardini delle porte. Le porte si possono aprire, si possono muovere attorno a un cardine. Ebbene, il cardine della democrazia sono i partiti politici. Ma queste figure sono entrate in crisi e non si riesce a capire bene a cosa servano. Invece servono a far capire ai cittadini, agli elettori, che il loro voto può essere determinante e incidere nelle scelte che influiscono sulla qualità della vita.

L’Unione Europea è vista da molti come la classica matrigna, come quella che osteggia lo sviluppo in Veneto. Questa narrazione avvicinerà al voto?

Il trend di aumento delle astensioni e profondo e avrà

bisogno di grandi cambiamenti per arrestarsi. I grandi cambiamenti sono anche frutto di shock, in momenti di crisi. In Veneto avete vissuto i movimenti di contrasto verso alcune decisioni dell’Europa, ma il Veneto è un’esperienza fantastica di integrazione internazionale. Ci sono quelli che hanno protestato ma ci sono esperienze di aziende fortemente orientate all’internazionalizzazione. In questa regione convivono i due aspetti, da una parte la paura ma dall’altra anche forti spin-

te all’internazionalizzazione. Gli elettori decideranno da che parte stare ma abbiamo sicuramente bisogno di un’Europa più forte che sappia rappresentare gli interessi di questa parte di mondo che appare sempre più un’eccezione, rispetto a mezzo secolo fa. Avremo bisogno di costruire i nuovi italiani europei, il nuovo modo di sentirsi in questa comunità europea di cui non possiamo non sentirci parte”.

a cura di Giorgia Gay e Nicola Stievano

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Mario Rodriguez

Economia. Interviene Paolo Manfredi, consulente di Confartigianato nazionale

Confindustria Veneto Est. Con Carlo Scabin focus sull’export delle aziende venete

Il Veneto brilla per “intelligenza artigiana” Le imprese di fronte all’innovazione

“Apertura ai mercati e sostenibilità scelte obbligate per le aziende”

L“Dopo un 2023 di spinta e assestamento il 2024 è un anno in salita”

La sostenibilità è una via obbligata per le imprese che vogliono continuare a crescere e restare sul mercato. Ne è convinto Carlo Scabin, presidente del gruppo “Agro, ittico, molitorie e zootecniche” di Confindustria Veneto est e presidente e ad di “Delta Group Agroalimentare Srl”.

Che anno è stato il 2023 per l’export veneto? E il 2024 come si sta delineando?

o scorso anno le imprese artigiane digitali in Veneto, hanno registrato una performance straordinaria con una crescita del 6,6% che doppia il risultato già straordinario dell’Italia, +3,3%. La nostra regione si posiziona al Top in un andamento che risulta il migliore degli ultimi dieci anni: bisogna tornare al 2012 per trovare uno spunto migliore (+3,6%). Di artigianato digitale ne parliamo con Paolo Manfredi. consulente per la trasformazione digitale di Confartigianato Nazionale ma anche autore del libro “L’eccellenza non basta”.

aziende venete?

sta, perché noi abbiamo la missione di accompagnare quante più imprese possibili, soprattutto micro e piccole, a comprendere a utilizzare al meglio ciò che gli strumenti digitali possono fare per le imprese. A dare libero sfogo a quella che noi in Confartigianato chiamiamo “intelligenza artigiana”, che non si contrappone ma che dà senso, corpo e calore anche alla digitalizzazione e all’intelligenza artificiale e che soprattutto rende i prodotti e i servizi degli artigiani qualcosa che va oltre il puro valore dell’oggetto”.

prenditori che cosa le tecnologie digitali possono fare per loro, quali problemi possono risolvere e quali opportunità possono aprire. Questo significa accompagnarli, formarli e fare in modo che diano libero sfogo alla loro fantasia che ne ha sancito il successo”.

Cosa fa dunque Confartigianato Imprese Veneto per aiutare in questo senso le proprie aziende?

molare gli investimenti?

“Il 2023 è stato un altro anno di spinta e di crescita a 360 gradi, nonostante un assestamento nell’ultimo trimestre. Il 2024 è sicuramente un anno in salita, ma credo che non sia una sorpresa per nessuno”.

Cresce la spinta all’internazionalizzazione delle

“Ci sono imprenditori che hanno capito la sfida del digitale. - afferma Manfredi, - Hanno capito che cosa le tecnologie potevano fare per loro e lo hanno implementato anche in aziende molto piccole che oggi, rappresentano nella loro nicchia nel loro settore all’avanguardia. L’eccellenza però non ba-

“Sicuramente oggi le distanze non sono più motivo di preoccupazione e non vengono considerate come un limite. Le aziende dal canto loro devono continuare, pur mantenendo il proprio core business, a diversificare per poter essere sempre più competitive in qualsiasi mercato. Negli ultimi anni, e soprattutto dopo la pandemia, il mercato è diventato unico, globale, senza le tradizionali distinzioni come “il mercato asiatico”, il “mercato americano” e così via… In compenso, c’è oggi una volatilità sempre più imprevedibile e questo ci mette a dura prova, come pure accade ai nostri competitor. Sicuramente la chiave per farcela

Tuttavia non tutti gli artigiani hanno le competenze per inserire l’innovazione della propria catena del valore, come fare? Cosa consigliate?

“Abbiamo bisogno di portare questa grande capacità innovativa dai singoli straordinari al sistema. Abbiamo bisogno di far capire agli im-

“Confartigianato ha una rete nazionale di digital innovation hub che nascono esattamente con la missione di far capire agli artigiani quali sono le opportunità e le sfide del digitale e accompagnarli perché possano cogliere queste sfide e digitalizzare la loro impresa prima che lo faccia qualcun altro”.

oggi è quella di andare ovunque ci sia un’opportunità, sempre però – come è ovvio – rimanendo fedeli al proprio modello di business”.

Quali sono gli ostacoli che incontrano le imprese del settore?

“Una grande problematica è la burocrazia. Questo per

Particolarmente significativa, inoltre, la realtà delle start-up innovative: sono giovani aziende ad alto contenuto tecnologico, con forti

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veneto? E il 2024 come si sta delineando?

“Il 2023 è stato un altro anno di spinta e di crescita a 360 gradi, nonostante un assestamento nell’ultimo trimestre. Il 2024 è sicuramente un anno in salita, ma credo che non sia una sorpresa per nessuno”.

volatilità sempre più imprevedibile e questo ci mette a dura prova, come pure accade ai nostri competitor. Sicuramente la chiave per farcela oggi è quella di andare ovunque ci sia un’opportunità, sempre però – come è ovvio – rimanendo fedeli al proprio modello di business”.

potenzialità di crescita, iscritte nella sezione speciale del Registro delle Imprese, che hanno come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di un prodotto o servizio ad alto valore tecnologico.

noi rappresenta un grosso impedimento, che ci richiede uno sforzo enorme in termini di risorse ma soprattutto di tempo. Per il resto, noi siamo i primi della classe e non siamo secondi a nessuno”.

Ma cosa chiedono gli imprenditori per rimanere i primi nella classe e per sti-

“Grazie a questa costante attività di miglioramento –

“C’è molta consapevolezza da parte degli imprenditori che è necessario continuare a strutturarsi, investendo sicuramente in tecnologia ma anche in risorse umane, perché sono le persone che fanno la differenza e che portano le aziende al successo. Inoltre, credo che oggi il tema principale e condivisibile con tutti – spaziando cioè anche agli altri settori – sia quello della sostenibilità”.

In che senso?

“Per essere competitivi e per stare sul mercato – o meglio, sui mercati – oggi diventa un obbligo e non più un dovere investire nella sostenibilità. E la declino in tutte le sue forme, ambientale, economica, finanziaria. Molte aziende stanno già lavorando in questo modo”.

afferma Roberto Boschetto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto – cresce la propensione a individuare soluzioni creative e l’utilizzo di nuove tecnologie. Per questo l’artigianato veneto contribuisce a mantenere elevata la qualità del made in Italy. Il futuro dell’artigianato non può trascurare le start up innovative e Confartigianato sta presidiando le opportunità che consentono agli nuovi imprenditori di innovare prodotti e processi produttivi –conclude– per questo ribadiamo come sia fondamentale che la politica regionale continui a impegnarsi per creare le condizioni favorevoli all’innovazione e alla nascita e allo sviluppo di nuove aziende nell’ottica di fornire un contributo rilevante alla crescita dell’economia e dell’occupazione, specie quella giovanile, favorendo la diffusione di conoscenza nel sistema imprenditoriale”.

Quali sono gli ostacoli che incontrano le imprese del settore?

“Una grande problematica è la burocrazia. Questo per noi rappresenta un grosso impedimento, che ci richiede uno sforzo enorme in termini di risorse ma soprattutto di tempo. Per il resto, noi siamo i primi della classe e

In che senso?

“Per essere competitivi e per stare sul mercato – o meglio, sui mercati – oggi diventa un obbligo e non più un dovere investire nella sostenibilità. E la declino in tutte le sue forme, ambientale, economica, finanziaria. Molte aziende stanno già lavorando in questo modo”.

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Carlo Scabin
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Paolo Manfredi, consulente di Confartigianato nazionale

I traguardi raggiunti. L’impegno verso l’ambiente, la comunità, i collaboratori e il territorio

Il valore della sostenibilità: Despar Nord presenta il Report Integrato 2023

Rappresentare e monitorare in modo coerente e interconnesso i traguardi raggiunti in termini di sostenibilità ambientale, sociale e di governance: è questo l’obiettivo del Report Integrato che Despar Nord (Aspiag Service S.r.l), la concessionaria dei marchi Despar, Eurospar e Interspar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, ha recentemente presentato e che descrive l’impegno dell’azienda per la crescita sostenibile e la responsabilità verso l’ambiente, la comunità, i collaboratori e il territorio. Festeggiati i 10 anni di certificazione ISO 14001

Sul fronte ambientale, Despar Nord si è dotata negli anni di un sistema di gestione ambientale che si prefigge come obiettivo il miglioramento continuo delle performance aziendali che hanno impatto sull’ambiente. A testimonianza di questo impegno, nel 2023 l’azienda ha festeggiato i 10 anni della certificazione ISO 14001, ottenuta per la prima volta nel 2013 quale prima azienda della grande distribuzione organizzata in Italia e il raggiungimento del traguardo di 71 siti certificati tra punti vendita, sedi, piattaforme logistiche e polo agroalimentare Agrologic. L’azienda ha inoltre investito in tecnologie per puntare a soluzioni più green attraverso l’installazione, nei nuovi punti vendita e nelle ristrutturazioni, di impianti fotovoltaici e pompe di calore ad alta efficienza in sostituzione delle caldaie

Pigatto

Direttore Relazioni Sindacali, Sostenibilità e Sicurezza di Despar Nord (Aspiag Service S.r.l)

3 Domande a Perché un report integrato e quale il significato per Despar Nord?

Il Report Integrato è uno strumento di cui abbiamo scelto di dotarci dal 2011 e che illustra una visione più completa dell’operato dell’azienda che tiene conto non solo dei risvolti economico-finanziari ma anche dell’impatto sulla società e il territorio in cui si inserisce. Uno strumento sempre più necessario nel contesto di un’economia globale e di un mercato in cui gli stakeholder sono alla ricerca di sempre maggiore trasparenza, in particolare per tematiche

a gas e impianti di refrigerazione frigo ad alta efficienza e alimentati a CO2. Dal 2014, inoltre, Despar Nord acquista certificati di garanzie di origine in riferimento all’energia elettrica impiegata: nel solo 2023 l’azienda ha utilizzato energia green per il 95,9% che ha portato a un risparmio del 64,3% delle emissioni, Scopo 2 - market based, rispetto al 2022. Anche nella gestione dei rifiuti l’azienda ha adottato delle pratiche virtuose: nel 2023 il 76,6 % dei rifiuti è stato avviato a riciclo. Un ulteriore segno di attenzione all’ambiente è stata, infine, la nomina di un Mobility Manager aziendale, una figura specializzata nella promozione della mobilità sostenibile nell’ambito degli spostamenti casa-lavoro attraverso la creazione di un Piano Spostamenti Casa-Lavoro finalizzato alla riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale. Collaboratori: benessere e crescita professionale al centro Il Report evidenzia anche un consolidamento dell’impegno sociale e per le persone: nel 2023 Despar Nord ha accresciuto i livelli occupazionali nei territori di riferimento portando il totale dei collaboratori a 9.285. Inoltre, a ulteriore testimonianza dell’impegno per lo sviluppo e la valorizzazione delle persone, nel 2023 è stata riconosciuta alla sede amministrativa di Mestrino (PD) la certificazione “Family Audit”, che qualifica un’organizzazione come attenta alle esigenze di conciliazione

vicine alle sensibilità personali e collettive come l’approccio all’ambiente, le tematiche sociali, l’attenzione alle persone. Il Report Integrato che presentiamo è dunque un documento che illustra come l’azienda crea valore nel breve, medio e lungo periodo nel contesto in cui opera e che consente di rappresentare in modo coerente e interconnesso i traguardi raggiunti in termini di sostenibilità ambientale, sociale e di governance. Un impegno per lo sviluppo sostenibile che Despar Nord ha ulteriormente rafforzato nel 2023 promuovendo la nascita della nuova funzione aziendale ESG-Safety, che testimonia come la sostenibilità sia sempre più centrale nelle strategie aziendali.

Quale è il ruolo della nuova funzione ESG Safety?

ESG Safety è una nuova funzione aziendale che abbiamo introdotto a ottobre 2023 e che potenzia il nostro sistema di governance della sostenibilità. Si tratta di un dipartimento che nasce dall’esperienza della già esistente fun-

famiglia-lavoro e di sviluppo dei propri collaboratori. A questo si aggiunge la proposta formativa che Despar Nord offre ai propri collaboratori con percorsi formativi specifici a seconda delle mansioni svolte, prediligendo l’importanza dell’aggiornamento continuo, fondamentale per seguire le evoluzioni del settore. È stata inoltre confermata la certificazione ISO 45001 per tutte le unità operative, ovvero lo standard che riguarda il Sistema di Gestione della Salute e della Sicurezza del Lavoro.

CSR, vicino ai territori e alle comunità

La vicinanza ai territori e la restituzione alle comunità di parte di quanto l’azienda riceve dai clienti che scelgono il brand Despar sono ulteriori aspetti che il Report Integrato evidenzia come una delle cifre distintive dell’Insegna. Il legame di Despar con il territorio si esprime nella valorizzazione delle filiere corte e dei micro-localismi, un progetto con il quale l’azienda evidenzia i piccoli produttori locali e i loro prodotti a chilometro zero, includendoli così nel canale della GDO.

Testimonianza di questo impegno è il brand “Sapori del Territorio”, il marchio che raccoglie oggi oltre 3.400 referenze a scaffale provenienti da circa 400 produttori locali. A questo si aggiungono le attività di Corporate Social Responsibility che l’azienda porta avanti in tutti i territori in cui è presente sostenendo associazioni e iniziative locali.

zione Safety, che raggruppava gli uffici sicurezza ambientale, alimentare e sul lavoro, e che si è evoluta con l’inserimento degli uffici assicurazione, qualità e reporting ESG, creando così un’area trasversale sugli ambiti Environmental, Social e Governance. La nuova funzione punta ad avere un ruolo chiave in materia di rendicontazione delle performance di sostenibilità, secondo le linee guida previste dalla Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) dell’Unione Europea.

Il Report Integrato racconta risultati importanti già raggiunti. Quali i prossimi obiettivi dell’azienda per proseguire nell’impegno per lo sviluppo sostenibile?

La responsabilità verso la comunità, l’ambiente, i collaboratori e il territorio sono i pilastri fondamentali che guidano la strategia di valore della nostra azienda e che raccontiamo nel Report Integrato. I risultati raggiunti sono importanti e rappresentano uno stimolo ulteriore per accrescere il no-

Anche nel 2023 è continuato l’impegno per il contrasto agli sprechi alimentari che vede Despar Nord in prima linea da oltre vent’anni, al fianco di Last Minute Market e Fondazione Banco Alimentare, e che nell’anno ha consentito di raccogliere 1.460 tonnellate di prodotti alimentari da destinare alle famiglie maggiormente bisognose. Nell’ambito dell’impegno sociale è proseguito e si è sviluppato ulteriormente “Le Buone Abitudini”, il programma di educazione alla sana alimentazione e ai corretti stili di vita rivolto alle scuole primarie. Dalla sua nascita nel 2006 a fine 2023 l’iniziativa ha formato 150.000 alunni, di oltre 6.500 classi appartenenti a più di 1.000 istituti scolastici in più di 700 Comuni delle regioni presidiate da Despar Nord.

stro impegno per la costruzione di un futuro inclusivo e sostenibile, mettendo radici nei territori in cui siamo presenti e portando valore alla comunità. Continueremo a farlo implementando la nostra strategia ESG che è allineata agli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda ONU 2030. In particolare, il nostro impegno continuerà nel perseguire i sette obiettivi SDGs che la nostra azienda ha scelto come linee guida prioritarie della propria strategia di crescita sostenibile: salute e benessere, energia pulita e accessibile, lavoro dignitoso e crescita economica, ridurre le disuguaglianze, città e comunità sostenibili, consumo e produzione responsabili, lotta contro il cambiamento climatico. Intorno a questi obiettivi continueremo a lavorare insieme ai nostri collaboratori, clienti, fornitori e a tutti gli stakeholder perché la nostra azienda possa essere sempre di più un punto di riferimento nel mercato della GDO che significa per noi garantire, da un lato, la solidità e la crescita dell’azienda e, dall’altro, fare business in modo sostenibile.

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Città della Speranza, la ricerca raddoppia col contributo di tutti

Brumotti a Padova per aiutare la ricerca a correre ancora più veloce

Evviva i ricercatori, evviva Città della Speranza che non si accontenta del primato raggiunto – il suo Centro di ricerca sui tumori pediatrici è fra i più grandi del mondo e sicuramente il primo in Europa, come racconta il suo ideatore e fondatore Franco Masello – ma ambisce a raddoppiare le forze, le strutture e le energie per centrare l’unico grande condiviso obiettivo di curare i bambini che si ammalano. Per farlo servono 18 milioni di euro. E come accadde a partire dal 1994, quando l’Istituto di Ricerca Pediatrica nella Torre e quindi il Reparto di Oncoematologia Pediatrica Azienda Ospedale Università di Padova presero forma, l’appello viene rivolto a tutti i cittadini che vogliono contribuire alla realizzazione del raddoppio della Torre della ricerca in Corso Stati Uniti a Padova. Un invito che il famoso inviato di “Striscia la notizia”, Vittorio Brumotti, da anni accanto alla Fondazione Città della Speranza, ha subito fatto suo andando a trovare i piccoli pazienti ricoverati nel reparto di Oncoematologia, per “portarli” in tv.

Brumotti li ha salutati tutti, uno ad uno, Marco, Davide, Giovanni, Alex e tanti altri ancora e poi ha sfidato in bici la piccola Ginevra, che non si è fatta intimorire dalla celebrità dell’avversario e ha tagliato il traguardo per prima, in una divertente gara che si è svolta lungo le corsie.

Il conduttore televisivo ha poi incontrato la professoressa Alessandra Biffi, primario del reparto e P.I. dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza, che ha sottolineato l’importanza del legame diretto tra l’azienda ospedaliera di Padova e il prezioso lavoro svolto dai ricercatori dell’istituto.

“Città della Speranza – ha raccontato la professoressa – è nata per dare un’accoglienza, uno spazio, una casa ai bambini con tumore che arrivavano a Padova e poi ha cercato di continuare a dare loro un’aspettativa e una possibilità di cura”.

Si parte dalle diagnosi e si arriva alla Torre all’Istituto di Ricerca, dove i campioni utili a formulare le diagnosi sono utilizzati per cercare nuove terapie.

Nella Torre vi lavorano circa 300 ricercatori e ricercatrici, ma non bastano: ne servono ancora di più ed è per questo motivo che verrà costruita una seconda torre, ha annunciato Franco Masello, fondamentale per accelerare la ricerca sulle malattie oncoematologiche pediatriche e sulle malattie rare pediatriche.

Tutto quello che è stato realizzato fino ad oggi, sottolinea il suo fondatore, non è opera di un grande imprenditore o di chissà quale gruppo imprenditoriale ma è stato reso possibile grazie alla sensibilità della gente.

“Credo – ha detto Masello – che questo sia uno dei pochi esempi in Italia dove la gente si mette in gioco per fare qualcosa di veramente importante: un centro di ricerche che oggi è fra i più grossi al mondo e sicuramente il primo in Europa e che consente ai ricercatori, invece di andare all’estero, di rimanere qua e lavorare per i nostri bambini”. “In 10 anni i miglioramenti in termini di cure sono stati enormi - ha dichiarato - grazie ai nuovi test di diagnostica e allo sviluppo di terapie sempre più personalizzate. Ma abbiamo bisogno di incrementare i nostri laboratori e i gruppi di ricerche e per questo è necessario e fondamentale costruire una seconda torre accanto a quella esistente, che ci permetterà di arrivare a quel 100% di guarigione che tutti insieme sogniamo e per il quale tutti insieme lavoriamo”.

Il ringraziamento, quindi, va a Vittorio Brumotti, che da anni è vicino e risponde agli appelli della Fondazione - per la quale ha compiuto più sfide con la sua bicicletta - e che ora lancia pubblicamente questa nuova sfida che vede coinvolti tutti e alla quale tutti possono dare il loro contributo, anche attraverso una firma per il 5 per mille, e continuare ad alimentare così quel sogno meraviglioso di poter un giorno non molto lontano far guarire tutti i bambini che si ammalano di tumore.

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MAGGIO 2024 on-line: /category/salute/

Formazione. Collaborazione tra Ulss 3 e Scuola di Medicina dell’Università di Padova

A Chioggia il corso di laurea in Infermieristica

Avrà sede negli spazi messi a disposizione

dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare

Adriatico Settentrionale

Un nuovo Corso di Laurea in Infermieristica a Chioggia a partire dall’anno accademico 2024/25 che si terrà negli spazi messi a disposizione nel Porto clodiense: lo ha annunciato con grande soddisfazione il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima, Edgardo Contato, “La nostra Ulss – ha sottolineato - è orgogliosa di insediare, al servizio del territorio vasto, un nuovo percorso formativo di livello universitario, che nasce grazie alla collaborazione con la Scuola di Medicina dell’Università di Padova e alla lungimiranza dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale. Ancora una volta possiamo dire che porta i suoi frutti una delle lezioni più importanti che ci ha lasciato in eredità la pandemia, e cioè la necessità e l’utilità di fare sistema tra enti e istituzioni: è solo attraverso questa collaborazione, che l’Ulss 3 può portare anche a Chioggia l’attività formativa per le professioni sanitarie che già svolge con l’ateneo padovano a Venezia, a Mestre e a Mirano. Apriamo insieme per i giovani del territorio un canale per accompagnarli fino ad una professione che in ambito sanitario oggi è ricercata e riconosciuta”.

“Il sistema sanitario si fonda sulle persone che lavorano nei

Il Servizio Alta Professionalità Immigrazione dell’Ulss 6 Euganea ha compiuto 20 anni. Vent’anni durante i quali lo staff, composto da due infermieri, un oss, un ausiliario specializzato e tre amministrativi e diretto dalla dottoressa Mariagrazia D’Aquino, grazie a un’organizzazione fiore all’occhiello a livello regionale, si è occupato, e continua ad occuparsi, di persone senza fissa dimora, donne e minori stranieri, profughi, immigrati, richiedenti asilo, donne vittime di violenza, minori stranieri non accompagnati, aiutando tutti a destreggiarsi nelle complessità burocratiche, cercando e trovando risposte di salute. Si occupa, tra l’altro, di formare il personale e di realizzare innumerevoli progetti, con l’obiettivo di tutelare la salute

servizi e nelle strutture - ha sottolineato, in occasione della presentazione ufficiale del corso di Laurea, l’assessore alla Sanità della Regione Veneto Manuela Lanzarin - ed è fondamentale che queste persone mettano in campo non solo la loro dedizione, ma anche la loro alta professionalità. Così l’avvio di questo nuovo corso di laurea è un segno importante, e non solo per il territorio che lo ospiterà: formare infermieri è una necessità, e farlo decentrando i percorsi significa rispondere a questa necessità non solo a parole ma con iniziative concrete e di prospettiva”.

“Funzione sociale e operativo portuale possono convivere e contribuire allo sviluppo del territorio – ha dichiarato il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale Fulvio Lino Di Blasio –. Una collaborazione che qualifica ancora una volta la nostra presenza nella città clo-

diense. A partire dall’anno accademico 2024-2025, l’edificio demaniale in nostra gestione che dal 2022 aveva già ospitato il centro vaccinale, potrà accogliere il nuovo corso universitario di Infermieristica. Dopo aver perfezionato l’iter di concessione degli spazi all’Ulss 3 e grazie al lavoro congiunto con tutti gli Enti coinvolti, una parte del fabbricato 950, con i suoi oltre 600mq, verrà riadeguato per contenere aule per la didattica frontale, laboratori e uffici amministrativi. Si tratta per noi di un’ulteriore occasione di apertura e integrazione del porto con la città grazie allo svolgimento di attività di carattere formativo compatibili, per caratteristiche e flussi, con il contesto operativo portuale e soprattutto che consentiranno agli operatori portuali pubblici e privati, attraverso l’attivazione di convenzioni, di poter beneficiare di strumenti conoscitivi oggi fondamentali allo svolgimento dell’attività portuale perché legati alla salute e quindi anche alla sicurezza, da sempre al centro della nostra azione”.

Il presidente della Scuola di Medicina dell’Università di Padova, Angelo Paolo Dei Tos, e il sindaco di Chioggia, Mauro Armelao, hanno espresso grande soddisfazione. Il primo cittadino ha quindi voluto evidenziare come il nuovo canale formativo dell’Ulss 3 Serenissima offrirà già dall’autunno una prospettiva importante per i 50 giovani che vorranno aderire, e che potranno formarsi alla professione infermieristica senza doversi spostare dalla città di Chioggia, trovando la città ospitale per il loro percorso di studio.

delle persone, soprattutto di quelle più fragili e vulnerabili, straniere o che vivono in condizioni di marginalità sociale. Quattro lustri di un’attività profondamente radicata e organizzata, che dal 2004 ha aiutato migliaia di persone grazie ad un grande lavoro di rete interistituzionale.

Solo nel 2023 il Servizio, che opera nella sede distrettuale di via Scrovegni a Padova, ha prodotto 175 certificazioni sanitarie rilasciate alla Questura di Padova per l’espulsione di clandestini nei C.P.R; 1526 accessi di persone, cooperative, associazioni per pratiche amministrative e sanitarie; assistenza sanitaria a 545 minori; emissione di 2334 impegnative per visite specialistiche/ esami diagnostici per richiedenti asilo accolti nei CAS, per pubblico spontaneo o inviato da enti istituzionali e non. Il Servizio Alta Professionalità Immigrazione si è occupato inoltre di 602 visite mediche eseguite a richiedenti asilo, 45 casi ospedalieri di particolare complessità amministrativo giuridica, assistenza sanitaria a 492 ucraini richiedenti asilo, 572 utenti inviati e seguiti per accordi con la Fondazione Nervo Pasini ex CEP.

“La nostra mission è aiutare il prossimo, anche coloro che non hanno nulla e questo - rileva la dottoressa Maria Grazia D’Aquino - è una grande conquista per un ente pubblico. Un lavoro enorme, il nostro, nel quale continuiamo a credere”.

Per il direttore generale Paolo Fortuna il servizio “è la garanzia di una sanità universale. Di fronte all’aumento della povertà e degli immigrati, il nostro compito è garantire il miglior stato di salute possibile”.

“Lo staff - si è complimentato il direttore del distretto socio sanitario Padova Bacchiglione, Fabio Verlato - svolge un lavoro grandioso per gli ultimi, i vulnerabili, i fragili”.

“Il nostro lavoro è molto impegnativo e delicato e mi sento il dovere di ringraziare la Direzione Strategica per l’appoggio e il supporto fornito a questo servizio che ci incoraggia a perseguire l’obiettivo di tutelare la salute delle persone, soprattutto di quelle più fragili e vulnerabili o che vivono in condizioni di marginalità sociale”, osserva D’Aquino, dirigente medico a capo dello staff composto da due infermieri, un oss, un ausiliario specializzato e tre amministrativi.

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Il Servizio Alta Professionalità Immigrazione da 20 anni opera per la salute degli invisibili ULSS 6 EUGANEA, SOCIALE

I risultati dello studio. Ha coinvolto 14 gruppi di ricerca italiani coordinati dall’Università di Padova

L’uso regolare dell’acido acetilsalicilico a basse dosi può contrastare il cancro del colon-retto

Un gruppo di ricercatori ha scoperto un meccanismo d’azione con cui sembra attivare un effetto di sorveglianza immunitaria

DDa parecchio tempo è noto che l’uso quotidiano a lungo termine dell’acido acetilsalicilico a basse dosi, la cosiddetta “aspirinetta”, limita i rischi di malattie cardiovascolari, e sembra che possa anche ridurre l’incidenza e la mortalità dovuta al cancro del colon-retto. Non erano però conosciuti tutti i possibili meccanismi d’azione dell’effetto anti-tumorale.

Sostenuto da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, lo studio ha l’obiettivo di valutare l’effetto dell’acido acetilsalicilico sul microambiente tumorale, sull’immunità sistemica e sulla mucosa sana che circonda il cancro del colon-retto. Il farmaco, comunemente assunto a basse dosi per ridurre la probabilità di alcune patologie cardiovascolari, sembra attivare una risposta immunitaria contro il cancro del colon-retto. Le osservazioni dello studio Immunoreact 7 sul meccanismo d’azione dell’aspirina si riferiscono a soggetti presunti sani o comunque con carcinogenesi precoce, non naturalmente su pazienti con stadi avanzati di cancro.

“Nella prima parte dello studio abbiamo analizzato retrospettivamente campioni e dati di pazienti con diagnosi di cancro al colon-retto operati tra il 2015 e il 2019 presso

l’Azienda Ospedale Università di Padova – spiega il dottor Scarpa –. Abbiamo quindi studiato, sempre in campioni ottenuti dai pazienti, l’espressione dell’mRNA dei geni associati alla sorveglianza immunitaria nelle cellule primarie di cancro del colon-retto di pazienti che assumevano acido acetilsalicilico. Inoltre, abbiamo replicato queste misurazioni sperimentalmente, con animali di laboratorio, presso l’Università di Padova e dell’Istituto Oncologico Veneto. Infine, abbiamo ulteriormente studiato il microambiente immunitario della mucosa sana che circonda il cancro del colon-retto in campioni ottenuti da un ampio sottogruppo di pazienti che ha partecipato al progetto in rapporto alla assunzione cronica di acido acetilsalicilico”. Rispetto ai campioni di tessuto di pazienti che non assumevano il farmaco, quelli ottenuti da pazienti che lo assumevano hanno mostrato una minore diffusione del cancro ai linfonodi e una maggiore infiltrazione di cellule immunitarie nel tumore. Nelle analisi sulle cellule tumorali di colon-retto in laboratorio, l’esposizione di tali cellule all’acido acetilsalicilico ha causato un aumento della proteina CD80, un modulatore della funzione immunitaria. Tale incremento sembra avere migliorato la capacità delle cellule di allertare altre cellule di difesa sulla presenza di proteine associate al tumore. A sostegno di questa scoperta, i ricercatori hanno anche evidenziato che nei pazienti con cancro del colon-retto, chi assumeva acido acetilsalicilico aveva livelli di proteina CD80 più elevati nel tessuto rettale sano, suggerendo così che il farmaco induca un effetto di sorveglianza

immunitaria.

“I nostri dati – continua Scarpa – mostrano che il trattamento con acido acetilsalicilico può far aumentare l’espressione di CD80, migliorando la capacità delle cellule di cancro del colon-retto di presentare attivamente i propri antigeni tumorali ai linfociti T. Questi ultimi sono le cellule delle nostre difese deputate, tra le altre cose, a eliminare le cellule cancerose, una volta riconosciuti i loro specifici antigeni. Va anche aggiunto che, nei pazienti con cancro del retto, sia la concentrazione di proteina CD80 nelle cellule epiteliali, sia il rapporto tra linfociti citotossici e linfociti T totali erano più alti tra coloro che assumevano acido acetilsalicilico. Ciò suggerisce che l’acido acetilsalicilico assunto a lungo termine eserciti un effetto di sorveglianza immunitaria già sulla mucosa normale e non solo all’interno del tumore”.

I risultati dello studio mostrano dunque che l’acido acetilsalicilico, oltre al suo classico meccanismo farmacologico che comporta l’inibizione dell’infiammazione, possa anche agire a favore della prevenzione e della cura del cancro del colon-retto. Le osservazioni dello studio sono state oggetto di pubblicazione, l’articolo “Immunoreact 7: Regular Regular aspirin use is associated with immune surveillance activation in colorectal cancer” è stato pubblicato sulla rivista “Cancer”.

“Se vogliamo sfruttare i suoi effetti contro il cancro del colon-retto, - conclude Marco Scarpa - dovremmo pensare a come garantire che l’acido acetilsalicilico raggiunga il tratto colonrettale in dosi adeguate per essere efficace”.

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e chi gli vive attorno, dovrebbero fare molta attenzione a non ignorare e segnalare tempestivamente. Ad esempio la tendenza all’isolamento sociale, il rifiuto di recarsi in ambienti rumorosi, un lento continuo declino cognitivo,

e per chi ti sta vicino, perché i rimedi ci sono e noi di Dimensione Udire possiamo fare molto per te! Per iniziare con il piede giusto ti consigliamo di non perdere l’occasione che ti offriamo con la nostra Campagna Nazionale Gratuita

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A Piove di Sacco un ambulatorio veglia sul sonno Le dieci regole d’oro per un riposo di qualità

Un buon sonno è un obiettivo che tutti dovremmo porci anche se non sempre è facile da raggiungere. Ecco qualche utile consiglio dagli esperti.

Il sonno, un’attività fondamentale per la salute con il quale spesso, anche a causa di una vita troppo frenetica e qualche cattiva abitudine, capita di trovarsi a fare i conti.

A Piove di Sacco, nel Padovano, presso la Neurologia dell’Ospedale Immacolata Concezione, dallo scorso anno, è attivo un ambulatorio di secondo livello, seguito dal dottor Marco Volpe (in foto), che si occupa proprio dell’inquadramento e la cura dei disturbi neurologici del sonno.

Per accedervi, dopo la valutazione del medico di Medicina Generale, l’utenza, con impegnativa opportunamente redatta, può scrivere a ambulatorio.neuro.piove@aulss6. veneto.it

Un buon sonno è comunque un obiettivo che tutti dovremmo porci anche se non sempre è facile da raggiungere. Ci sono tuttavia delle regole che possono aiutare. Il dottor Edoardo Mampreso, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neurologia dell’ospedale di Piove di Sacco, passa in rassegna il decalogo AIMS - Associazione Italiana Medicina del Sonno -per un riposo notturno di buona qualità.

Ecco, dunque, le regole del buon riposo. In primo luogo, è bene utilizzare la stanza in cui si dorme solo per dormire: sono da evitare attività quali lo studio, l’utilizzo del computer o del televisore nella camera da letto. La stanza in cui si dorme dev’essere confortevole e adatta al sonno, sufficientemente buia, silenziosa e con una temperatura ottimale. Evitare di assumere nelle ore tardo-pomeridiane e serali bevande e cibi stimolanti (caffè, tè, cioccolata…). Evitare pasti serali abbondanti, molto calorici o ad alto contenuto proteico. Evitare gli alcolici e il fumo di tabacco nelle ore serali. Non abbandonarsi a sonnellini diurni, anche se è ammesso un breve riposo dopo pranzo: è però assolutamente deleterio per il sonno notturno un sonnellino dopo

Il dottor Marco Volpe

cena, ad esempio sul divano davanti al televisore. Non intraprendere attività impegnative o coinvolgenti sul piano emotivo o mentale (studio, lavoro al computer, videogiochi, etc.): anche l’attività fisica intensa – ad esempio, la ginnastica in palestra – sarebbe da evitare nelle ore serali. Evitare bagni o docce calde nelle ore serali. Tentare, per quanto possibile, di coricarsi la sera e di alzarsi al mattino a orari regolari, cercando di assecondare la propria tendenza naturale del sonno anche nei fine settimana e nei giorni di riposo o di vacanza. Rimanere a letto solo il tempo necessario per dormire: in caso di difficoltà nel prendere sonno, non restare a letto per più di 10 minuti, ma alzarsi e svolgere attività rilassanti fino a quando non si percepisce sonnolenza.

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Poliambulatorio Arcella

Non dormire la notte, dormire poco e male, svegliarsi continuamente, alzarsi stanchi e senza energie. Può capitare a tutti. Ma quando l’insonnia perdura nel tempo diventa un problema da affrontare con un professionista. su dieci soffra di insonnia cronica e due su dieci di insonnia acuta, transitoria e di altri disturbi del sonno spesso sottovalutati. Infatti, secondo gli studi, meno della metà degli insonni si rivolge a un clinico e i medici tendono a prediligere i trattamenti farmacologici, sottovalutando l’insorgere di

è un trattamento psicologico strutturato, multimodale e personalizzato che agisce sul campo comportamentale e cognitivo del paziente, guidandolo con pochi colloqui alla scoperta di alcune strategie per eliminare cattive abitudini e pensieri disfunzionali che impediscono di riposare”.

www.lapiazzaweb.it 32 POLIAMBULATORIO ARCELLA Autorizzato e accreditato dalla Regione Veneto, convenzionato S.S.N. - Dir. San. dott. E. Trevisi Padova - Via Tiziano Aspetti, 106 Q.re 1ª Arcella - tel: 049.605344 Lun-Ven 7:30-20:00 / Sab 7:30-12:30 segreteria@poliambulatorioarcella.it www.poliambulatorioarcella.it
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Il primato. Nel 2023 sorpassata Rimini. La sindaca Roberta Nesto: “Premiato il lavoro di anni”

Cavallino Treporti prima località balneare d’Italia con oltre 6,8 milioni di presenze

Dopo essersi qualificata come la capitale europea dell’open air, Cavallino-Treporti, la prima spiaggia del Veneto, è diventata ora anche la prima località balneare d’Italia. Un primato certificato dalle presenze registrate dalla località, che nel corso della stagione 2023 sono state 6.818.604. «Quello raggiunto è un dato straordinario», commenta la sindaca Roberta Nesto, «Essere la prima località italiana per il turismo balneare è il risultato del lavoro di tutti: operatori, amministratori, residenti. Siamo al primo posto in Italia perché, oltre a confermare gli eccellenti risultati nei mesi chiave dell’estate, quando registriamo il tutto esaurito, abbiamo fatto un grande lavoro per accogliere i nostri ospiti nell’altra stagione, in aprile, settembre e ottobre. L’anno scorso nel mese di maggio, ad esempio, siamo cresciuti del 40%. È la dimostrazione che puntare sulla destagionalizzazione, sulle opportunità esperienziali deve essere sempre più centrale per le località balneari».

Finora questa speciale classifica era guidata da Rimini, che nel 2023 ha avuto 6.731.661 presenze. Grazie al sorpasso, Cavallino-Treporti, oltre a essere la prima località balneare, è diventata la quinta destinazione turistica italiana, dietro solo alle grandi città d’arte del calibro di Roma, Venezia, Milano e Firenze. «Non si tratta di fare a gara con Rimini», precisa Nesto, «Far crescere le presenze nella bassa stagione è il nostro obiettivo ed è stato premiato il lavoro di anni che tutta la nostra comunità sta facendo». Se da una parte i mesi centrali dell’estate registrano ormai da anni il tutto esaurito, è sui mesi di bassa e media stagione che si stanno incrementando continuamente i numeri.

G razie alla ricca offerta che Cavallino-Treporti propone ai suoi ospiti. Non solo la spiaggia, ma anche la ricchezza storica (testimoniata dalla presenza delle fortificazioni della Prima Guerra Mondiale), archeologica e le valenze ambientali, che gli ospiti possono scoprire percorrendo la

vasta rete di percorsi ciclabili del territorio. Senza dimenticare i tanti eventi che Cavallino-Treporti propone durante tutto l’anno, grazie alla collaborazione delle associazioni locali.

«L ’aumento delle presenze, secondo l’analisi dei dati, risulta coprire tutto il periodo stagionale, dimostrando quindi un allungamento dei mesi di coda», analizzano il presidente di Assocamping

e il presidente del Consorzio Parco turistico, Francesco Berton e Mattia Enzo, «I dati sulle presenze sono sicuramente un indice di apprezzamento da parte degli ospiti, sia per la tipologia di vacanza, sia per il territorio nel quale sono inseriti i campeggi e villaggi turistici. Non a caso, anche e soprattutto dopo la pandemia da Covid, sia gli arrivi che le presenze sono continuate ad aumen-

Parco Urbano Cavallino concluso con 183 giorni in anticipo

È stato inaugurato lo scorso 13 maggio il nuovo “Parco Urbano Cavallino”. Si tratta di un importante intervento di rigenerazione urbana che, promosso dal Comune di Cavallino-Treporti insieme alla Città Metropolitana, ha visto la completa riqualificazione dell’ex area mercato, che diventerà un punto di riferimento per residenti e turisti. Il progetto è stato concluso in tempi record, con un importante anticipo di 183 giorni rispetto al cronoprogramma. Notevole l’investimento, pari a oltre 5,2 milioni di euro.

La parte più cospicua è stata messa a disposizione dall’amministrazione comunale, quasi 4 milioni di euro. Ma significativo è stato anche il contributo di oltre 1,3 milioni di euro derivante da fondi PNRR, ottenuto grazie alla Città metropolitana di Venezia, che ha inserito l’opera tra quelle finanziabili nel progetto “PiùSprint”. Con grande orgoglio per Comune e Città metropolitana, è stato possibile concluderla con larghissimo anticipo, grazie al coordinamento dell’ufficio tecnico comunale e la sinergia tra le imprese, la Brussi Costruzioni e la I.C.S. Srl, seguite dalla società di progettazione Pla-

num Srl.

«È con grande soddisfazione che annunciamo il conseguimento di un importante risultato per i nostri residenti: la consegna anticipata di un’altra grande opera. Dopo Batteria Pisani e la ciclabile a sbalzo su via Pordelio, presentare questa rigenerazione segna un ulteriore passo avanti nella riqualificazione della nostra località», ha detto la sindaca Roberta Nesto, «Quest’opera non solo contribuisce a migliorare l’aspetto estetico di Cavallino, ma incarna anche i principi fondamentali della sostenibilità, integrando diverse funzioni che vanno dallo sport e il tempo libero fino al settore commerciale. Sarà un luogo di aggregazione che ospiterà anche nuovi eventi». Nel progetto è stata rivolta un’attenzione particolare agli aspetti ambientali e “Parco Urbano Cavallino” si presenta come una realtà polifunzionale, con spazi per attività ricreative come il campo da basket, uno skate park e il luna park estivo. Tutta l’area è stata dotata di arredi, cestini e panchine. Per valorizzare il settore commerciale, si è provveduto a una riorganizzazione del mercato settimanale estivo.

tare sensibilmente in questi anni. Addirittura nella stagione passata, è stato registrato un +12% di turisti stranieri rispetto al periodo pre-pandemia». Anche quest’anno, inoltre, Cavallino-Treporti potrà fregiarsi della Bandiera Blu. Un importante riconoscimento, attribuito per l’eccellenza ambientale, frutto del lavoro sinergico pubblico e privato che dal 2006 qualifica la località.

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La sindaca Roberta Nesto

Trame, protagonisti e volti nuovi, anticipazioni e commenti

Bridgerton, terza stagione Ma la serie non è più quella

Torna

Bridgerton coi suoi amori da sogno. La saga Netflix dai romanzi di Julia Quinn debutta la sua terza stagione sovvertendo il paradigma narrativo che è stato colonna portante delle passate stagioni. Sembra passata un’era geologica dal 2020 ma è innegabile che questo incantesimo fatto di romanticismo saccarino si sia innegabilmente spezzato. Non è certo colpa dei suoi protagonisti, Luke Newton e Nicola Coughlan. Pur non condividendo la stessa alchimia di Phoebe Dynevor e Regé Jean-Page, Penelope e Colin cercano di non farci rimpiangere Anthony e Kate, i quali finiscono comunque per rubare loro la scena ogni volta che appaiono sullo schermo. Ritroviamo Penelope senza più il suo grande amore né la sua migliore amica. È una donna con le sue consapevolezze - in primis, quella di lasciare la casa di famiglia il prima possibile - e col desiderio di accasarsi per esorcizzare lo spettro della vecchia zitella che aleggia sulla sua testa. Con un cambio di guardia al timone - Chris Van Dusen ha lasciato il comando a Jess Brownell -, la terza stagione di Bridgerton parte lenta, troppo lenta. La pletora di storie secondarie - il debutto di Francesca, un nuovo amore per Violet, le capriole a letto di Benedict - sembra quasi congegnata per puntellare una trama principale, quella di Penelope e Colin, che non è in grado di tenere in piedi la baracca da sola. A peggiorare le cose ci si mette pure Netflix stesso che - contrariamente alle due stagioni precedenti e allo spin-off Queen Charlotte - decide di distribuire la stagione in due parti. Il risultato è che i primi quattro episodi risultano un estenuante preliminare in cui la trama fatica a mantenere un ritmo, trascinandosi verso un climax che non potrà mai definirsi tale. Forse abbiamo preteso troppo da Bridgerton: è una serie tratta da romanzi rosa che ha come solo scopo quello di farci sognare, non ha mai di certo avuto la pretesa di rivoluzionare la televisione. Eppure se si toglie il “pleasure” dal “guilty”, resta solo il senso di colpa di aver forse potuto impiegare meglio meglio quelle quattro ore spese davanti alla tv.

“Un

gentiluomo a Mosca” Così è nata la Russia di oggi

Ètrasmessa su Paramount+ la miniserie “Un gentiluomo a Mosca”, adattamento del romanzo best-seller di Amor Towles. La serie ha come protagonista il conte Alexander Rostov che, all’indomani della rivoluzione russa, scopre che il suo passato dorato lo pone dalla parte sbagliata della storia.

VENETO 24 ECONOMIA

A cura di Riccardo Sandre

Scongiurata l’esecuzione immediata, il nobile è esiliato da un tribunale sovietico in una mansarda dell’opulento Hotel Metropol, minacciato di morte se dovesse rimettere piede fuori. Mentre gli anni passano e alcuni dei decenni più tumultuosi della storia russa si svolgono al di fuori delle porte dell’hotel, le circostanze gli permettono di entrare in un mondo molto più ampio di scoperte emotive. Mentre costruisce una nuova vita tra le mura dell’hotel, scopre il vero valore dell’amicizia, della famiglia e dell’amore.

Ascolta la rubrica economica, dove esploriamo le ultime notizie, tendenze e sviluppi nel mondo economico con il commento quotidiano alle 8:30 ogni mattina.

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“Anna Urbanova è una vera diva del cinema degli anni Venti. Al suo incontro col conte Rostov capisce di volerlo anche solo per una notte. È una donna che ama accentrare l’attenzione su di sé e non ama perdere: interpretarla è stato un vero spasso,” racconta l’attrice Mary Elizabeth Winstead che veste i panni della protagonista femminile. Affrontiamo il proverbiale elefante nella stanza: il protagonista nonché produttore della serie è Ewan McGregor, suo marito. Il coinvolgimento di Winstead nella parte della donna che si invaghisce di Rostov/ McGregor è l’ennesimo caso di nepotismo a Hollywood? L’abbiamo domandato alla diretta interessata. Lei semplifica: “Ewan fece il mio nome ai produttori per la parte di Anna Urbanova, e alla fine cedetti e sostenni un provino”.

“Un gentiluomo a Mosca” è un racconto che - attraverso il passato - racconta la Russia di oggi. C’è politica in questa serie? “Sarebbe sbagliato pensare il contrario, ma diciamo che nel caso della nostra serie ci soffermiamo a raccontare le origini di quei fenomeni che hanno portato la Russia alla situazione deflagrata che conosciamo purtroppo molto bene,” risponde Winstead.

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Film e serie tv visti da vicino
Rubrica a cura di Paolo Di Lorenzo

NUOVI ITINERARI UMBRI

Ecco i borghi “resuscitati” Da quello caro a Galileo al regno del benessere

C’è un’Umbria nascosta che riprende vita grazie a progetti visionari: Gualdo Cattaneo ora è un albergo diffuso, Borgobrufa un’oasi di piaceri per corpo, mente e palato; a Bastia Umbra una nobile cascina diventa un food&wine resort “green”. Olioturismo a Bettona fra piante secolari e ad Assisi si cena sopra una domus romana

Quella tozza e solitaria torre cilindrica che domina Gualdo Cattaneo quali segreti cela? Nel 1624 ospitò per due notti Galileo Galilei, più interessato però ad osservare un cielo nero come l’inchiostro che a godersi il letto… E quell’ulivo ultrasecolare dimenticato per anni nella campagna di Bettona, ma che rende poetico l’orizzonte tra l’Abbazia di San Felice e il borgo medievale di Collemancio di Cannara?

L’ha riscoperto la famiglia Decimi e gli ha regalato tanti giovani “fratelli”, ricevendo in cambio un olio da premio e tanta pace. E quella grande cascina, immersa in un verde fiorito, che spunta fra distese di seminativi nell’agro di Bastia Umbra? Ci ricorda che per i nobili Bianchi era “La Favorita”… Una famiglia modenese oggi ha ridato significato al suo nome. Ecco, se tutti questi luoghi potessero parlare, che Umbria racconterebbero? Che storie porterebbero a galla?

Un’Umbria sicuramente ricca di sorprese…

E Brufa di Torgiano, grappolo di case con vista sull’infinito, dove un visionario coltivatore di tabacco ha coronato il sogno di realizzarvi una Spa con l’Umbria intorno? Questo luogo racconta che il progetto “Borgobrufa”, un’idea di resort green all’insegna della sostenibilità, si è rivelata lungimirante, dando lavoro a giovani e a piccoli produttori della zona; com’era nelle intenzioni di Andrea e Ivana Sfascia.

L’Umbria delle sorprese, si diceva, perché da quella torre cara a Galileo una coppia di Roma, Giorgiana Guidi e il marito Raffaele Tomaino, è partita nell’audace sfida di ridare vita al borgo antico di Gualdo Cattaneo, trasformandolo in una sorta di originale albergo diffuso, con tanto di ristorante dal camino sempre acceso e dalle dichiarate ambizioni (già arrivata la segnalazione della Michelin). Progetto visionario. “Giunsi qui in una fredda sera di novembre, accolta dal vento e da uno spaurito gatto nero – ricorda Giorgiana - La vecchia osteria era chiusa, la bottega pure. Ma questo borgo mi aspettava”. Giorgiana in quattro anni ha compiuto un mezzo miracolo, resuscitando un paese di cui si ha notizia dal 975, quando Ottone III di Sassonia lo diede in feudo al conte Edoardo Cattaneo. Oggi Gualdo Cattaneo, arroccato su una collina circondata da uliveti e vigneti, grazie al “Grottino Hosteria e Residence” è un modello di ospitalità diffusa: il ristorante è stato realizzato

nella vecchia canonica. Sopra ci sono le camere con vista tramonto. Nella piazzetta, in un altro edificio antico, c’è il bistrot, meta di tanti giovani per l’aperitivo ma anche fulcro delle iniziative ideate da Giorgiana: musica, passeggiate, pic nic, risveglio muscolare fra le vigne. Già, l’Umbria in filigrana raccontata da queste realtà pregne di genius loci è capace di andare oltre i luoghi comuni, intrecciando spiritualità a cultura e storia. Metti ad esempio Assisi: nel Palazzo che nel 1549 fu dimora del cardinale Bartolomeo Roverella ecco un altro sogno realizzato: si deve all’ostinazione del proprietario Roberto Damaschi, una sorta di Indiana Jones locale, il completamento degli scavi che hanno permesso di scoprire una domus romana. Oggi alla “Locanda del Cardinale” si può stare seduti a tavola immersi nella storia dell’arte. Sopra le sale con gli affreschi cinquecenteschi, sotto altre due epoche: quella medievale fatta di mattoni e di volte e sotto ai piedi il pavimento di vetro, con vista mosaici della domus. E quell’ulivo ultrasecolare, pianta iconica del frantoio “Decimi” di Bettona cosa racconta? Graziano e Romina Decimi vi hanno colto un messaggio di rispetto per il territorio, ergendolo a simbolo della loro proposta di “olioturismo”. “Ci ha mosso la passione. Nel 2004 avevamo 50 piante, oggi sono 2700. Puntiamo alla qualità senza compromessi, aiutati da un territorio straordinario come i Colli Martani e dalle nuove tecnologie. Pur rimanendo intimamente artigiani”. Le porte del frantoio sono sempre aperte, per condividere paesaggio e valori. E perché no? Anche i premi ottenuti, come il recente e prestigioso “The Best 20 Flos Olei 2024. La visita al frantoio è una delle tante experience proposte da “La Favorita” di Bastia Umbra che la famiglia modenese Capedri ha trasformato in un food&wine resort, senza disperdere il ricordo dei nobili Bianchi. Un’esperienza che spazia dalla mixology ai trattamenti benessere, passando per caseifici e microbirrifici, fino alla norcineria e alla fabbrica del cioccolato. I Capedri hanno scelto questo eremo della natura dopo i tanti fasti modenesi. “Nei nostri locali di Sassuolo e poi di Modena si beveva Champagne fino all’alba. Le notti stavano cambiando stile – dice papà Domenico -. Da noi era di casa anche l’amico Ancelotti”. In Umbria ha voluto venirci il figlio Cesare, poi si sono aggiunti an-

che il papà e mamma Rosy, famosa per i suoi tortellini e lo gnocco fritto. “Qui stiamo bene noi e vogliamo far stare bene gli ospiti - confessa Cesare – La tradizione di cucina emiliana aiuta”. La gastromixology porta nei cocktail anche il Lambrusco e l’aceto balsamico. Le camere della cascina dispongono di piccole spa e fra le vigne c’è una piscina. Era nato da un’idea di agriturismo etico anche Borgobrufa. La famiglia Squarcia veniva dal tabacco, conosceva la fatica del lavoro nei campi, ma anche la qualità delle produzioni frutto di amore per la terra. Ed ecco

La piazzetta di Gualdo Cattaneo, vista dalla torre che ospitò Galileo. Sotto: la vetrata panoramica del “Quattro Sensi” di Borgobrufa; Qui sopra l’olivo ultrasecolare del frantoio “Decimi” di di Bettona.

A sinistra: Domenico Capedri al banco dell’Osteria Modenese alla “Favorita”. a destra la Domus romana sotto il pavimento della Locanda del Cardinale di Assisi

l’idea geniale: Borgobrufa diventa un resort, ma dai connotati originali per valorizzare il prezioso paesaggio di colline che ha intorno, per premiare l’impegno di una settantina di piccoli produttori agricoli e per dare anche un respiro artistico al “vendere benessere”. Arrivando si attraversa il Parco delle Sculture. Il paesaggio è il protagonista ovunque: dalle piscine alla fino alla vetrata panoramica del ristorante “Quattro Sensi”. L’altro ristorante, “Elementi”, uno dei tre “stellati” dell’Umbria, è il luogo dove il giovane chef Andrea Impero, esalta il lavoro degli artigiani

del gusto della zona: agricoltori, allevatori, norcini, casari, frantoiani. Borgobrufa propone una linea di cosmesi con i prodotti del luogo e guarda alla qualità totale dell’accoglienza. Le opere di Christofer Domiziani imprezioscono gli ambienti. Una concessione al gossip? La Imperial Emotion Suite, ben 480 metri quadri, è un piccolo wellness hotel privato, con ingresso riservato, check-in in camera, room service e servizi da favola per godere in totale privacy di una Spa personale. Nuovi turismi, appunto. Ma l’Umbria nascosta, per fortuna, è spesso anche accessibile.

www.lapiazzaweb.it 36 Turismo - Sì, viaggiare

A tavola

Con l’arrivo del mese di giugno l’estate fa il suo ingresso, portando con sé temperature più calde, giornate soleggiate e la voglia di frutta e verdura fresche e idratanti per rinfrescarsi e ristorare l’organismo

LINGUINE AL PESTO DI ZUCCHINE MANDORLE E MENTA

Un condimento gustoso e profumato. Un piatto semplice da preparare e fresco. Un primo vegetariano perfetto per la stagione estiva

Ingredienti: 480 g di linguine; 500 g di zucchine; 100 g di parmigiano; 50 g di mandorle pelate; 40 g di mandorle a filetti; 18 foglie di menta; spicchio d’aglio; prezzemolo; olio; sale e pepe

Preparazione: Tagliare le zucchine a rondelle e saltarle in padella con olio. Nel frattempo, cucinate le linguine. Una volta cotte le zucchine frullarle con le mandorle, l’aglio, la menta, sale olio e un po’ d’acqua di cottura della pasta. Aggiungere eventualmente ancora un po’ di olio in base alla cremosità che volete ottenere. Scolare la pasta condirla con il pesto e aggiungere un ultimo il parmigiano. Per donare un tocco scenografico alla ricetta e insaporire maggiormente potete cospargere con delle mandorle a lamelle fatte dorare.

SEPPIE GRATINATE CON OLIVE E CAPPERI

Semplici e gustose, le orecchiette broccoli e salsiccia sono un primo piatto semplice e saporito. Due ingredienti che incontrano un formato di pasta ideale per il condimento e per la consistenza della pasta.

Ingredienti: : Un piatto gustosissimo e leggero, perfetto per un menù di pesce veloce e sfizioso

PLUMCAKE ALLE ALBICOCCHE

Un delizioso dolce da forno semplice, saporito e leggero, ideale per cominciare la giornata con una nota golosa

Preparazione: Tagliare le seppie ad anelli. In una padella far soffriggere l’aglio schiacciato con due cucchiai d’olio, poi aggiungere le seppe e lasciare insaporire a fuoco vivo. Unire le olive e i capperi ben sciacquati. Coprire la padella e far cucinare circa una mezz’ora. Quando le seppie saranno morbide, trasferitele con il loro liquido in una pirofila da forno abbastanza ampia. Aggiungere pangrattato e prezzemolo tritato. Mescolare bene e ungete con un filo di olio extravergine. Mettete infine le seppie in forno ventilato a 180°, e fate gratinare per circa 15 minuti, senza seccarle troppo in superficie.

Ingredienti: 1180 g di farina; 3 uova; 200 g di albicocche; 180 g di zucchero integrale di canna; 180 g di burro morbido; 1/2 bustina di lievito per dolci; 1 cucchiaino di estratto di vaniglia; 30 g di mandorle a lamelle; 1 pizzico di sale

Preparazione: Unire in una ciotola il burro insieme allo zucchero e montare il tutto fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso. Aggiungere le uova, il sale e l’estratto di vaniglia, e incorporare la farina e il lievito setacciati. Unire all’impasto le albicocche tagliate a fettine, tenendone da parte alcune. Mescolare delicatamente con una spatola e versare il composto all’interno di uno stampo da cake da 25 x 11 cm. Aggiungere le mandorle a lamelle e cuocere nel forno già caldo a 180° per circa 50-60 minuti.

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www.lapiazzaweb.it 37 Sintonizzati sul futuro.
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Idee in cucina, facili e sfiziose
Rubrica a cura di Sara Busato

ARIETE BILANCIA

Stanno per arrivare i giorni tanto attesi, che a lungo hai preparato con pazienza e dedizione. L’entusiasmo prende il sopravvento ma va controllato.

Hai bisogno di fermarti a riposare aspettando tempi migliori e l’occasione giusta per tornare in pista a brillare con entusiasmo come solo tu sai fare.

TORO SCORPIONE

Avevi tanto timore di fallire e invece, ancora una volta, hai avuto conferma delle tue capacità e dell’affetto che ti circonda. Non dimenticartene.

GEMELLI

Goditi ancora per qualche settimana la vita con leggerezza ed ottimismo. Continua a sorridere e a gioire di quanto ti accade. Per le nubi c’è sempre tempo.

CANCRO

Non sei proprio predisposto a stare al centro dell’attenzione e, anzi, hai bisogno di un momento di pausa e di solitudine per ricaricare le batterie e vederci chiaro.

LEONE

Sei sempre geloso delle tue emozioni e concedi pochi spazi a chi desidera starti accanto. A chi ti chiede un’occasione non negarla, potrebbe sorprenderti positivamente.

Sei comprensiva e disponibile ma non riesci ad abbandonare le tue incertezze che non ti consentono di vivere a pieno le tue esperienze.

Giugno, il calore dell’estate aiuta a sorridere

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Regioni raggiunte

sul futuro.

Settimanali locali

Hai raggiunto l’obiettivo di una maggiore serenità ma ancora hai bisogno di esercitare il tuo autocontrollo di fronte agli imprevisti. Ci sei quasi.

SAGITTARIO

Non ti piacciono le mezze misure e non vuoi contenere il tuo entusiasmo e le tue aspettative. E’ tempo di vivere a pieno le tue emozioni.

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Siti d’informazione

CAPRICORNO

Hai investito molte energie in un progetto che ti stava a cuore e la stanchezza potrebbe giocarti qualche brutto scherzo. La verità è che sei troppo esigente con te stesso.

ACQUARIO

È tempo di uscire all’aperto e di fare il pieno di energie. Hai voglia di sorridere, di leggerezza e di tanta amicizia che ti facciano dimenticare le preoccupazioni e le delusioni.

La stagione estiva ti esalta e ti ispira nuovi progetti, nuove esperienze e nuove amicizie. Sei alla ricerca della tua forma migliore che troverai ben presto.

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VERGINE PESCI Oroscopo

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