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MOGLIANO VENETO

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Volontariato. “Per sviluppare le competenze che ci permettono di restare in contatto” Donati 53 pc alle associazioni

Nel mese di maggio, il Centro di servizio per il volontariato ha affidato in comodato d’uso gratuito 53 pc ad altrettante associazioni del trevigiano, per rendere più agevole la progettazione delle attività, il rapporto con la Pubblica Amministrazione, nonché la comunicazione a distanza fra volontari e con gli utenti dei servizi. L’iniziativa è nata dalla mappatura dei bisogni tecnologici delle associazioni del territorio realizzata dal CSV alla fine del 2020.

Le 53 organizzazioni del terzo settore della Marca destinatarie dei pc sono operative in 11 diversi ambiti, dalla protezione civile (12), agli anziani (10), fino a donazioni di sangue, organi e tessuti (10), assistenza ai malati (6) e alle persone con disabilità (4). Hanno ricevuto i dispositivi informatici, inoltre, associazioni attive per la tutela della famiglia e dei minori, per la cooperazione internazionale e l’integrazione degli stranieri e per il sostegno a persone che soffrono di disturbi mentali. A beneficiare dell’opportunità offerta dal CSV, infine, anche associazioni attive nel contrasto alla povertà, nella lotta alle dipendenze e nella salvaguardia dell’ambiente e degli animali.

Realtà del mondo associazionistico che, anche in piena emergenza pandemica, hanno continuato a operare in prima linea al servizio della comunità. Ora, grazie ai dispositivi informatici messi a disposizione dal Centro di Servizio per il Volontariato, tutte queste associazioni hanno un valido strumento in più per affrontare l’importante cambio di passo verso la digitalizzazione e il miglioramento dei servizi erogati anche a distanza.

“Ci siamo tutti accorti in questo periodo, nel quale non è stato possibile incontrarsi come in passato, di quanto le nuove tecnologie abbiano svolto un ruolo fondamentale – afferma Alberto Franceschini, presidente Csv Belluno Treviso -. Abbiamo pertanto offerto 53 pc in comodato d’uso gratuito ad altrettante associazioni per sviluppare la cultura e le competenze digitali che ci permettono di restare in contatto, non solo tra volontari, ma anche con gli associati e gli utenti, e di implementare l’erogazione dei servizi a favore della collettività”.(g.z.)

Cava Morganella, Legambiente preoccupata

“Non possiamo accettare che si continui a devastare il territorio con l’estrazione di materiali che possono essere sostituiti da altri provenienti dal recupero e riciclo, ma nemmeno che si possa continuare ad aprire cave e a scavare senza garantire il recupero progressivo delle aree o che continui a crescere il numero di cave abbandonate”. Sono parole di Leambiente, che ha presentato il “Rapporto Cave 2021. La transizione dell’economia circolare nel settore delle costruzioni”.

A destare preoccupazioni è la recente autorizzazione rilasciata dalla Regione per lo scavo di Cava Morganella “che prevede il prelievo di ulteriori 4 milioni di metri cubi di ghiaia tra Ponzano Veneto e Paese in provincia di Treviso. Una cava che scenderà fino a 60 metri di profondità aumentando fino al 50% il suo volume di sfruttamento - fa sapere Legambiente -. Il progetto, dopo 13 anni di stop, riaccende la i riflettori su una delle cave più datate e più grandi d’Europa a cui è ancora concesso di scavare sotto falda in violazione dell’attuale legge regionale 13 del 2018 sulle cave, poiché autorizzata precedentemente all’entrata in vigore della precedente legge regionale 44 del 1982 che ha regolamentato il settore. Oggi la cava ha già raggiunto la profondità di 40 metri causando l’emersione della falda e la creazione di un enorme lago di circa 500 mila metri quadrati”.

“Molte sono le ombre sul passato di questa cava che è già stata oggetto di condanna passata in giudicato per uno sversamento di rifiuti nella falda affiorante - conclude l’associazione -. Sul fondo sono stati individuati nel 2012 dei materiali sulla cui pericolosità non vi sono al momento certezze, ma da allora non sono state fatte verifiche, nonostante un ordine del giorno approvato dal Consiglio Regionale le avesse raccomandate. In questo allarmante contesto i circoli territoriali di Legambiente e molti cittadini stanno cercando di opporsi all’iter delle autorizzazioni, chiedendo approfondimento rispetto al rischio di compromissione delle acque di falda e dei pozzi a valle della cava stessa a cui attingono 52 Comuni del trevigiano. (g.g.)

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