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Aeronautica, 100 anni ma non c’è il Dal Molin
L’aeronautica militare festeggia il 28 marzo i cent’anni di vita. A Vicenza la ricorrenza sarà ricordata da molti ma non sarà celebrata da nessuno: l’aeroporto “Dal Molin” non esiste più da ventiquattro anni, cioè da quando – tecnicamente – l’aeronautica militare lasciò Vicenza per trasferirsi a Poggio Renatico vicino Ferrara. In realtà, l’impianto rimase attivo per qualche altro anno, finché nel 2007 si mette definitivamente fine alla storia dell’aviazione a Vicenza quando il governo decide di assegnare l’area alla costruzione della base americana Del Din.
E pensare che l’avventura dell’aviazione era nata fra grandi entusiasmi. Era il 28 ottobre 1929, anniversario della Marcia su Roma, quando a cinque anni dalla costituzione dell’associazione
Aviatori Vicentini in congedo si inaugurava vicino a Ponte del Marchese in via Sant’Antonino un campo di fortuna: era in erba e senza hangar. Quello dell’hangar, cioè delle officine, era un aspetto che al tempo era ritenuto molto importante, perché – si sosteneva – l’esistenza di un hangar sarebbe servita agli studenti dell’Istituto Tecnico Rossi per fare pratica.
Il giorno dell’inaugurazione passarono a bassa quota i due più celebri piloti vicentini, Arturo Ferrarin e Tomaso Dal Molin, lanciando biglietti augurali ai presenti.
Ma a Vicenza la storia dell’aviazione, come ricorda Giuseppe Versolato nel suo magnifico libro “Ali su Vicenza” era iniziata ben prima: nel 1911 si svolse quello che oggi chiamiamo “air show”. Dalla cosiddetta “piazza d’Armi” che si trovava tra via Parini e via Medici si levarono in volo i primi aerei che girarono attorno alla Torre Bissara, presa come boa, per tornare indietro e atterrare là dove erano partiti.
L’apertura ufficiale dell’aeroporto avvenne il 20 settembre 1930, alla presenza del ministro Italo Balbo, un giovane di 34 anni che otto anni prima aveva partecipato alla cosiddetta Marcia. L’inaugurazione ufficiale, come testimoniano le fotografie di Gianpaolo
Vajenti, avverrà il 28 marzo 1938, quindicennale della fondazione dell’aeronautica.
L’aeroporto fu intitolato a Tomaso Dal Molin che era morto nel gennaio 1930 sul Garda durante un collaudo. Italo Balbo morirà nel 1940 a Tobruch, vittima del “fuoco amico” anche se le leggende eroiche sulla sua morte durarono decenni.
Durante la guerra il Dal Molin fu naturalmente in prima linea. È celebre una foto nella quale si vedono numerosi Savoia Marchetti
79 “parcheggiati” sul campo di aviazione. Quell’aereo era soprannominato il Gobbo maledetto per via della postazione del mitragliere che, con le spalle alla fusoliera, sembrava disegnare una gobba. È un detto leggendario, perché questo nomignolo, riferito ai piloti della Royal Air Force che temevano quell’aereo, in realtà non ha nessun riscontro storico.
Nel dopoguerra Vicenza diventa “aeroporto delle Venezie”. Questo è l’appellativo diffuso dai manifesti dell’Ente Provinciale del Turismo, in quanto Vicenza è una delle tappe del collegamento tra Venezia e Roma che non era una linea diretta ma toccava altre città. L’avventura dell’aviazione civile sarà poi ripresa quasi 50 anni dopo con il volo diretto Vicenza Roma.
Nel 1951 in piena guerra fredda a Vicenza arriva il comando della Nato, prima con il 56° Taf che diventerà la Quinta
Fu il ministro Italo Balbo a inaugurare l’aeroporto di Vicenza che era un piccolo gioiello di ingegneria. Restò attivo per quasi settant’anni, compresa la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda quando divenne un comando Nato strategico. L’aeronautica se ne andò da Vicenza nel 1999 poi nel 2007 l’aeroporto fu dismesso per costruire la base americana Del Din. L’avventura del volo civile Vicenza – Roma negli anni Novanta e gli show delle Frecce Tricolori
Ataf. È il comando militare integrato che controlla i cieli di tutta l’Europa dai Balcani all’Atlantico e che ha il suo centro operativo al 1° Roc di Monte Venda. Una delle più importanti operazioni che il comando Vicentino coordina si svolge nel 1998 con l’intervento della Nato in Bosnia: dai computer collocati al comando dell’aeroporto Dal Molin si controllano tutte le operazioni.
Come detto, negli anni Novanta per decisione della Camera di Commercio, allora presieduta da Danilo Longhi e con il sostegno sia delle amministrazioni locali sia delle categorie economiche, si istituisce il volo Vicenza - Roma. In realtà, si tratta di un collegamento con un aereotaxi e che parte la mattina alle 9.30 torna alle 16.30 a Vicenza. Il biglietto costa 450mila lire, neanche 250 euro di oggi. L’operazione non ha successo, tanto che dopo appena due anni il collegamento è abolito e la nuova sede degli aeroporti Vicentini a Sant’Antonino viene abbandonata e nessuno l’ha più fatta risorgere. Negli anni Novanta le Frecce Tricolori sorvolano in due “air show” il cielo di Vicenza: nel giugno 1994 per festeggiare la nascita del 34° club delle Frecce Tricolori e quindi nel 1997. Sono gli ultimi anni della vita dell’aeroporto Dal Molin perché nel 1999 l’aeronautica militare concentra i suoi reparti, specialmente quelli del comando, a Poggio Renatico in provincia di Ferrara. C’è una coda di attività alla metà degli anni 2000 quando la compagnia Regionali e l’aeroporto civile presieduto da
Matteo Salin fanno riemergere l’attività di volo civile. Ma si tratta soltanto di una vita effimera.
Nel 2007 il governo Prodi decide di affidare l’area di assegnare l’area agli Stati Uniti in virtù degli accordi internazionali: la pista di volo del “Dal Molin” è cancellata, sia pure dopo varie polemiche. Un’occasione persa per la città, visto lo sviluppo del traffico aereo e del turismo. Basta pensare che l’aeroporto di Treviso aveva 50 mila passeggeri nel 1995 e adesso tre milioni e mezzo. La caserma Del Din sarà inaugurata nel 2013. Nel frattempo la anche la società Aeroporti Vicentini viene liquidata dalle amministrazioni locali. (a.d.l.)