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Ranpussolo, ideale con il salame ai ferri
Il ranpussolo, o meglio raperonzolo in italiano, è un ortaggio delicato, che può contare su una piccola produzione che si concentra nell’Area Berica, specie nei Comuni di Nanto e soprattutto di Villaga, dove è diventato una bandiera. Da una decina d’anni si svolge una rassegna organizzata dai ristoratori della Confcommercio, ma il prodotto si ritrova nei locali della zona anche fuori dalle serate organizzate.
Tecnicamente il raperonzolo è come la gallinella, ma ha una radice a fittone bianca e croccante. Non è amara e questo lei consente di abbinarsi a molti gusti: con le fettuccine, le reginette, con il formaggio alla griglia e anche con la tagliata.
Il ranpussolo può essere selvatico e non è semplice da trovare, ma da un po’ di anni a questa parte sono nate anche alcune coltivazioni, la cui resa è piuttosto bassa (1 kg. di prodotto per metro quadrato)
Si trova soprattutto nei ristoranti: trattoria Berica, trattoria da Sabrina a Villaga, ai Canonici di Barbarano, Gemma a Pozzolo di Villaga, Cà Martina a Zovencedo, ma la sua versione classica, quella con il salame ai ferri, si può gustare anche da “Penacio” a Soghe di Arcugnano. Questo piatto è caratteristico perché bilancia croccante e morbido, caldo e freddo, la parte grassa (maiale) e parte verde (la radice).
Nelle fiabe, Raperonzolo, nato dalla penna dei fratelli Grimm, è sempre una protagonista femminile. Nel 2002 la Barbie, sì proprio quella delle bambole, ha prodotto un film con questo nome, tant’è che esiste anche la Barbie raperonzolo. Ma nel 2010 la Disney s’è rifatta: ha prodotto un film battezzato “L’intreccio della torre” che aveva Raperonzolo come protagonista. Il successo è stato clamoroso: è diventato il settimo film più visto di tutti i classici ed è stato il più costoso con i suoi 260 milioni di euro. Ma ne ha incassati 600, rifacendosi abbondantemente delle spese.
Antonio Di Lorenzo