Riviera nº 01 del 30/12/2018

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L’EDITORIALE

DEL DIRETTORE

Quest’anno, sotto l’albero, avremmo voluto trovare le indicazioni per assistere allo sviluppo della Locride. Purtroppo non è stato così, ma cio non ci impedisce di chiedere a chi ha il potere di cambiare le cose, di agire con maggiore oculatezza.

Per il 2019 smettiamo di godere della morte altrui

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO o rivisto qualche giorno fa "Orizzonti di gloria" di quel genio visionario che è stato Stanley Kubrick. Il film è ambientato durante la prima guerra mondiale ma c'è una scena che mi ha riportato immediatamente ai giorni nostri. È quella in cui il colonnello Dax (Kirk Douglas) prova a difendere i suoi tre uomini, condannati alla fucilazione per codardia - hanno rifiutato di uscire dalle trincee per evitare il fitto fuoco nemico - mentre il generale Broulard (Adolphe Menjou), interessato solo a difendere l'onore della Francia, replica: "A parte il fatto che molti dei suoi uomini non sono neppure usciti dalle trincee, c'è la questione del morale delle truppe". "Il morale delle truppe?" - si interroga Dax. "Certo. Questa fucilazione sarà un tonico per tutta la divisione - risponde pronto Broulard. - Ci sono poche cose più incoraggianti e stimolanti di veder morire gli altri". "Non ci avevo mai pensato" - riflette Dax. Ci sono poche cose più incoraggianti e stimolanti di veder morire gli altri. Questa frase mi è sembrata la sintesi, purtroppo perfetta, del 2018. Un anno in cui si è provato godimento nel veder morire l'altro, anche solo metaforicamente parlando. La morte di Pamela Mastropietro, la diciottenne stuprata e fatta a pezzi a Macerata, e quella di Desirée Mariottini, la sedicenne di Cisterna di Latina anche lei stuprata e uccisa, sono state il pretesto per scatenare una spietata caccia al negro. Il corpo nudo e senza vita di un bambino di poco più di 5 anni, sballottato dalle onde come fosse un pezzo di plastica, ritrovato dalla nave dell’ong Open Arms, insieme ad altri cadaveri, è stato completamente offuscato da un agghiacciante dibattito scatenato dai complottisti che ha provato a far passare la notizia del salvataggio di Josefa - l'unica che l'ong Open Arms è riuscita in quell'occasione a strappare alla morte - come un falso perché lei aveva lo smalto alle dita. Il complotto è poi stato smontato da Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale che era a bordo della nave: Josefa lo smalto ce l'aveva ma glielo avevano messo le volontarie della Open Arms, perché i piccoli gesti possono aiutare a tornare alla vita, piano piano, dopo aver rischiato di perderla. Una regressione alla "cultura" del nemico che ci autorizza a legittimare l'odio razziale, che ormai ci ha fatto perdere completamente il lume della ragione, tanto da arrivare a uccidere a fucilate un giovane maliano, Soumaila Sacko, mentre cerca lamiere in un vecchio capannone abbandonato per costruire una nuova baracca nella tendopoli di Rosarno. In tale clima di tensione e livore, i primi di ottobre la notizia dell'arresto di Mimmo Lucano viene accolta da un ministro dell'Interno gongolante: "Accidenti, chissà cosa diranno adesso Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l'Italia di immigrati!" - scrive in un tweet. Lo stesso ministro, qualche giorno fa, prova a trarre beneficio dall'inchiesta che vede coinvolto il presidente della regione Calabria, Mario Oliverio. Non appena diffusa la notizia del provvedimento di obbligo di dimora a carico del governatore, Matteo Salvini torna a tweettare con palese soddisfazione: "Altri problemini per un governatore del Pd... Amici Calabresi, tornerò presto da voi, voglio lavorare per dare un futuro migliore alla vostra splendida terra!". Un godimento per le sciagure altrui cha fa spavento. E fa ancora più spavento chi la sciagura la augura. Qualche settimana fa mi è capitato di leggere, sotto un articolo da noi pubblicato online, dei commenti, oltre che fuori luogo, agghiaccianti. "Giovani da tutto il mondo arrivano a Camini per arricchire il comune" è il titolo dell'articolo, che è una sorta di ringraziamento che il sindaco Pino Alfarano rivolge ai giovani provenienti da tutto il mondo che hanno offerto una mano per aiutare gli altri, assistendo anche gli extracomunitari. Il primo commentatore, che evidentemente non avrà neppure letto la notizia e fermandosi al titolo avrà inteso che i giovani che avrebbero arricchito il comune fossero migranti, si chiede: "Come Riace?". Al che interviene il commentatore frustrato: "Speriamo che venga giù la montagna". Valanghe, fiumane, slavine di odio. Questo è stato il 2018. Il mio augurio per il 2019 è che si smetta di sperare che l'altro non riesca a trovare posto sulla "zattera" e muoia annegato. Perchè, altrimenti, ce ne andremo lentamente alla deriva. Tutti.

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Un 2019 migliore per i cittadini della Locride

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ROSARIO VLADIMIR CONDARCURI

Con il sanità day nei cittadini è rinato un senso di rispetto verso l’operato dei sindaci, con quell’impegno i sindaci si sono guadagnati la stima della gente, perché sono stati tra la gente per combattere dei problemi reali.

olevo scrivere a Babbo Natale per chiedergli di farmi un bel regalo. Visto che ormai ho condannato mio figlio a vivere in questa terra, come i nostri padri hanno condannato noi, per il troppo amore, vorrei che le cose iniziassero a prendere una direzione che porti verso lo sviluppo di questa terra benedetta. Questa lettera la indirizzo soprattutto a chi può e deve fare molto, perché ha gli strumenti per farlo e perché gli basterebbe un pò più di buona volontà. Precisamente mi rivolgo all’associazione dei sindaci della Locride, e mi rivolgo a loro con notizie abbastanza precise, visto che seguo il loro lavoro da più di venti anni. Dico anche con estrema chiarezza, che ho assistito personalmente all’impegno dei sindaci durante il sit in per il Sanità Day, ho visto la loro presenza e la vicinanza della gente durante i 14 giorni di presidio dell’ospedale di Locri, tutte le mattine. Con quella manifestazione, nei cittadini è rinato un senso di rispetto verso l’operato dei sindaci, con quell’impegno i sindaci si sono guadagnati la stima della gente, perché sono stati tra la gente per combattere dei problemi reali. Ora questa stima, questa fiducia, vanno confermate con atti e azioni degne del ruolo che i sindaci hanno. Anzi, vorrei proprio essere provocatorio, perché mi vorrei permettere di dare loro un ordine del giorno di una possibile assemblea da convocare al massimo per la metà di gennaio per stabilire un cronoprogramma di cose da fare, tutti insieme e in modo che possa essere la volta buona che si risolva qualche problema. Quindi procedo con le priorità che bisogna affrontare con estrema urgenza, in un ipotetico ordine del giorno: 1)Il problema sanità, con tutta la piattaforma presentata durante il “Sanità day”; 2)altro problema attuale quello della viabilità che va dal ponte sull’Allaro al completamento della nuova statale 106, e tutta una serie di interventi che potrebbero migliorare il quadro generale, infine programmare un incontro con la

Città Metropolitana per pianificare gli interventi urgenti; 3)Riattivare e dare informazioni su tutti i tavoli che erano stati aperti, dal tavolo con il Ministero dell’Interno a quello con la giunta regionale. In questo riprendere anche il discorso sul “Distretto Turistico Culturale”. 4)Ambiente: monitoraggio della situazione del conferimento dei rifiuti, perché è evidente che l’impianto di Siderno non basta, progetti per soluzioni moderne ed eco compatibili, situazione dei depuratori, altro dramma di cui ci si ricorda solo a luglio, quando è troppo tardi, e anche la situazione politica relativa al Consorzio Locride Ambiente di cui non si hanno notizie da almeno 2 anni. 5)Non si può più rinviare il problema della legge sullo scioglimento dei comuni, ed anche la maturazione di un’idea di tutela e difesa dell’immagine del nostro territorio. 6)Tutta una serie di problemi legati al dissesto idreogeologico. 7)Lo sviluppo, cioè la programmazione e la progettazione del futuro della Locride, andare a costruire un percorso che insieme alle agenzie di sviluppo del territorio dal GAL Terre Locridee, al Flag Jonio2, da Locride Sviluppo ai progettisti di Hubcultura, identifichi le priorità e gli obiettivi da perseguire. Riprendere quello che di positivo è stato costruito finora, cercando di sognare. Seguirò gli eventi, perché sono sicuro che le cose possono cambiare, il nostro futuro può migliorare, serve solo buona volontà e lavoro serio e programmato. Invito anche gli amici della stampa a seguire questo percorso perché la trasparenza e l’informazione ai cittadini diventa uno strumento importante attivando la partecipazione e garantendo la democrazia. Potrebbe anche succedere che qualche sindaco non si senta di intraprendere questo cammino, può succedere, ma lo dica, non attivi quella antica pratica del remare contro dall’interno, perché tutti abbiamo figli e loro saranno giudici del nostro operato. Quindi se uno non ci crede o non si sente, farebbe meglio a dimettersi, e a lasciare fare agli altri. Ora serve assoluta unità d’intenti, serve un lavoro di gruppo, serve rilanciare il prodotto “Riviera dei Gelsomini” contro tutto e tutti, ne va del nostro futuro.


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GENNAIO Il 2018 non comincia nel migliore dei modi per il nostro comprensorio: nell’arco di quattro settimane, infatti, siamo costretti a dire addio a Pasquale Sgotto, assistere alla chiusura dello Sporting Locri, alla dichiarazione di dissesto di Bovalino, al siluramento di Federica Roccisano da assessore regionale al welfare e all’assassinio di Carmelo Muià.

Chiusure, dissesti lutti preannunciano un annus horribilis per la Locride 2018 della Locride non si è aperto certo nel migliore dei modi. Denunciato dalle colonne del nostro giornale lo stato agonizzante della squadra di futsal femminile Sporting Locri, è sempre utilizzando “Riviera” che il patron Vittorio Zadotti annuncia la morte della squadra, vera e propria eccellenza locrese che fino a quel momento aveva militato anche nella serie A della categoria. Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, non stupisce, dunque, che la notizia più “tagliente” della settimana successiva sia la dichiarazione di dissesto del comune di Bovalino, giustificata dall’Amministrazione Comunale dopo le feroci polemiche di inizio anno come “un male necessario a costruire un futuro migliore”. Il 14 gennaio, invece, ci coglie come un vero e proprio fulmine a ciel sereno la notizia del siluramento di Federica Roccisano da assessore Regionale a welfare. «La verità è che si è deciso, a distanza di diversi mesi dall’inizio delle pressioni di chi, come la Regina di Cuori di “Alice nel Paese delle Meraviglie”, vuole la testa di Alice, di consegnare la mia testa al cerchio magico di questa Regina che, ovviamente, non è un personaggio femminile, come non lo è tutto il mondo forte della politica». È con questa metafora che l’ex assessore Federica Roccisano spiega alla stampa accorsa a Lamezia Terme mercoledì 10 gennaio la dinamica della sua estromissione dal Consiglio Regionale della Calabria. Nominata nel 2015 con il rimpasto resosi necessario in seguito all’inchiesta “Erga Omnes”, che obbligò agli arresti domiciliari mezza giunta regionale, la Roccisano nasce come assessore tecnico dalla chiara identità politica, condizione che la mette in una posizione davvero peculiare all’interno della “nuova” giunta regionale targata Mario Oliverio. Con il senno di poi, e sulla base delle dichiarazioni rilasciate dall’ex assessore di Caulonia in occasione del suo allontanamento, infatti, è venuto fuori come il ruolo della Roccisano sia stato oggetto di un tentativo di strumentalizzazione politica fin dal primo momento, ma anche che la Regina di Cuori di cui sopra non abbia trovato nell’Alice Roccisano terreno fertile a far prosperare il suo cerchio magico. Nonostante i riferimenti non siano mancati, Federica non ha mai voluto fare esplicitamente il nome del suo tiranno, nemmeno nell’intervista che ha rilascia-

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to in quella occasione per il nostro giornale, ma è piuttosto facile intuire che a tenere il fenicottero rosa in mano e a strepitare, paonazzo in volto, “Tagliatele la testa!”, sia stato il capogruppo del PD in Consiglio Regionale Sebi Romeo. In questa favola dai risvolti amari, orientatasi nella tana della Regione Calabria attraverso i consigli sornioni dello Stregatto Nino De Gaetano, Federica ha trovato ad attenderla un mondo solo all’apparenza fatato, in cui quel pungente Brucaliffo che è la stampa regionale non ha fatto altro che stordirla di domande ridondanti, il Cappellaio Matto Maria Teresa Fragomeni, impegnata nella sempiterna ora del tè in compagnia del Leprotto Marzolino Enza Bruno Bossio le ha assicurato che stava lavorando al meglio e il Bianconiglio Mario Oliverio, che l’ha attirata con il suo programma politico nella propria tana, l’ha solo apparentemente aiutata prima che lo stress lo convincesse ad accondiscendere al pestare di piedi della Regina. Insomma, un pasticcio in salsa PD che lasciò a dir poco perplessi, tanto più che già all’epoca si parlava di campagna elettorale. Dal canto suo, finalmente tornata nel mondo reale, Federica ne ha avute per tutti e per nessuno, facendoci capire di essere stata messa da parte per non essersi voluta piegare ai grandi burattinai di partito senza tuttavia farne mai esplicitamente i nomi. Del Paese delle Meraviglie, in cui ciò che è continuerà a non essere e ciò che non è continuerà a essere, è rimasto per Federica solo un ricordo lontano… A metà gennaio un nuovo shock attende la comunità sidernese, questa volta costretta a fare i conti con lo spettro apparentemente lontano della malavita organizzata, che lascia sull’asfalto il cadavere di Carmelo Muià. Dopo quasi 11 anni, si torna a sparare a Siderno e la speranza espressa dalla nostra redazione era che una veloce risoluzione del caso potesse allontanare immediatamente qualunque rigurgito ‘ndranghetista emergente tra le nostre strade. A quasi un anno di distanza, tuttavia, quello di Muià resta un delitto irrisolto. Drammaticamente più chiara, invece, è la dinamica che ha visto la scomparsa di Pasquale Sgotto, imprenditore sidernese travolto a una vettura lasciata a folle velocità sulla 106 subito dopo essere uscito dal cinema in un tranquillo sabato sera di fine gennaio. Pasquale lascerà un enorme vuoto non solo tra i suoi famigliari, ma anche in tutta la comunità, tanto che ricordare attraverso le colonne del nostro giornale un tale pilastro per Siderno e un carissimo amico, sarà da noi considerato un atto dovuto per dimostrare vicinanza dei parenti afflitti da una perdita tanto drammatica quanto improvvisa.

Il 2018 non comincia nel migliore dei modi per il nostro comprensorio: nell’arco di quattro settimane, infatti, siamo costretti a dire addio allo Sporting Locri e



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nche con il primo numero di febbraio, purtroppo, siamo costretti a dare conto della scia di sangue che caratterizza il primo mese del 2018. Un rogo presso la baraccopoli di San Ferdinando uccide infatti una giovane migrante. Si tratta di Becky Moses, che aveva compiuto 26 anni tra i grigi rifiuti di una baraccopoli divenuta trappola mortale. Erano le due di notte del 27 gennaio quando il fuoco, unica fonte di calore nel ghetto di San Ferdinando, è divampato all'improvviso. È morta in modo orribile. Arsa viva, nel sonno. Solo pochi resti nella bara di zinco, portata via tra le lacrime dei connazionali. Era nata l'11 gennaio del 1992 in Nigeria, si legge nel suo documento d'identità rilasciato il 21 dicembre dal comune di Riace. Portava la firma del sindaco Domenico Lucano. Per due anni Becky era stata ospite del Centro di accoglienza straordinario (Cas) di Riace, aveva una casa e stava imparando un mestiere. Poi, il Cas è stato chiuso: la Prefettura di Reggio Calabria non pagava infatti dal giugno 2016. Mimmo Lucano aveva provato a sollecitare i pagamenti a fine 2017 ma non aveva avuto nessun riscontro. E così, a fine dicembre, la commissione territoriale aveva comunicato il diniego per Becky, rifiutando la sua richiesta di asilo politico. Per le nigeriane è una costante. Loro sono vittime della tratta della prostituzione e lo status di rifugiato viene riconosciuto solo in cambio di informazioni, ovvero solo se denunciano gli sfruttatori. La disperazione, o piuttosto la rabbia, di Mimmo Lucano fu massima: “Un destino crudele ha segnato per sempre la vita di una ragazza in fuga dalle guerre e dalle persecuzioni. Un destino che forse dipende dalle scelte di noi esseri umani. La burocrazia e le procedure dovrebbero tutelare la coscienza e il rispetto dei diritti umani”. Nessuno pare sentirsi responsabile della morte di Becky. Sentirsi responsabili ha una duplice valenza: rendersi conto ma anche rendere conto. Rendere conto della morte di un essere umano. Per questa mancanza di responsabilità e umanità Mimmo Lucano non si diede pace: nell’inchiesta giudiziaria che lo coinvolge gli viene contestato un prolungamento dell'accoglienza. Proprio quello che avrebbe salvato la vita a Becky. Chi sono gli assassini di Becky? Chi pagherà per averla consegnata alla morte così in fretta? È solo colpa della Prefettura o di una società imbruttita? Domande che, a distanza di 11 mesi, rimangono ancora senza risposta. Nel frattempo, sul web, continuiamo a imbat-

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terci in esempi di "architettura ostile", ovvero un'architettura che scaccia il diverso, l'"indecoroso". Panchine con un bracciolo metallico montato nel mezzo per impedire ai clochard e ai migranti di sdraiarsi, spuntoni di ferro davanti a banche, supermercati e residenze private per dissuadere anche solo dal sedersi, elementi aguzzi sotto un ponte per ostacolare l'accampamento. Il messaggio è chiaro: non vi vogliamo qui. L'odio stava distribuendo e distribuisce ancora ovunque i suoi biglietti da visita. Se non vi siete mai accorti di questi post-it dell'intolleranza, siete fortunati. Non avete mai dormito per strada. E oggi più che mai sarebbe il caso di preoccuparsi del popolo della strada. La lunga scia di pessime notizie viene finalmente interrotta dalla Locride che in silenzio crea ricchezza e posti di lavoro offrendo la possibilità ai giovani calabresi di avere le spalle coperte qualora decidessero di avviare un’attività imprenditoriale in franchising. Quasi contemporaneamente, infatti, tre format sperimentati e affermati del territorio decidono di mettere a disposizione la loro formula vincente per conquistare nuove fette di mercato. Due di loro partono da Siderno e sono “Hipster Store Italian Food” e “Pacàma”, l’altro è “Django Burger House” di Marina di Gioiosa. L’11 febbraio, poi, presso il Santuario di Nostra Signora dello Scoglio, si svolge la XXVI Giornata del Mondiale del Malato, in occasione della quale, come ormai da tradizione, si riversano a Santa Domenica di Placanica migliaia di fedeli pronti a partecipare al ricco programma di preghiera e raccoglimento organizzato da Fratel Cosimo. Per l’occasione, sono più di 5.000 i pellegrini giunti al cospetto della Madonna dello Scoglio, un dato che conferma l’importanza della fede nel nostro comprensorio. Sull’onda del successo del film “The Post”, di Steven Spielberg, a fine febbraio chiudiamo un ciclo di interviste a giornalisti del nostro territorio dedicando spazio al collega Paride Leporace, giornalista professionista, scrittore e critico cinematografico, oggi direttore della Basilicata Film Commission, ente pubblico che attraverso la coproduzione di opere di cine-tv promuove il territorio lucano nel mondo, che ci rivela un gustoso retroscena relativo alla redazione de “Il Quotidiano della Calabria”: «Per una generazione di giornalisti che non aveva avuto le giuste opportunità, - ci rivela infatti Paride - il Quotidiano fu l’occasione per dimostrare il proprio valore e orientare il dibattito pubblico. Questo avvenne per aver trovato un editore che a quel tempo concesse la massima libertà alla propria redazione».

È ancora la cronaca nera a segnare l’inizio di febbraio. La morte di Becky Moses rende nuovamente attuale il problema della baraccopoli di San Ferdinando e fa ripartie le polemiche relative alla questione dell’accoglienza, ma il successo di tre franchising del nostro comprensorio, “Hipster Store Italian Food” e “Pacàma” di Siderno, e “Django Burger House” di Marina di Gioiosa Ionica, interrompono le notizie di cronaca delle ultime settimane facendoci ritrovare il sorrido. La forza della fede e la scoperta che il “Quotidiano della Calabria” è stato il “Post” della Locride chiudono un mese il cui bilancio può dirsi almeno in pareggio.

Becky, il riscatto dei franchising e la forza del giornalismo nella Locride


La fiaba calabrese,

il governo giallo verde, “La Maligredi” e il Locri Calcio MARZO

mese di marzo si apre con la pubblicazione della tanto attesa relazione ispettiva della Prefettura di Reggio Calabria sul sistema di accoglienza migranti di Riace. In quelle pagine i funzionari restituiscono a Riace i suoi connotati, quelli studiati in tutto il mondo. Un’esperienza importante per la Calabria «e segno distintivo di quelle buone pratiche che possono far parlare bene di questa regione. Un’argomentazione che non sarà presa in considerazione dalla successiva inchiesta che ancora oggi coinvolge il sindaco Mimmo Lucano. Il terremoto originato dalle Elezioni Politiche del 4 marzo non poteva poi non essere all’ordine del giorno del numero successivo. In quelle pagine affermavamo che, a ben guardare, era chiaro che neanche se avessimo avuto la lanterna magica di Aladino avremmo trovato traccia né della Sinistra né di altra formazione politica, ragion per cui, all’epoca, non si poteva parlare di vera e propria sconfitta della sinistra, soprattutto nella nostra regione. La pubblicazione del nuovo romanzo di Gioacchino Criaco, dunque, ci avrebbe convinto a intavolare una splendida chiacchierata con l’autore di “Anime Nere”, che nel suo “La Maligredi” parlava di una rivoluzione nella quale non tutti riescono a nuotate dentro. Tale rivoluzione è invece per i tipi come Papula il cui vento impetuoso ha osato sfidare lo Zefiro per poi mettersi contro tutti: padroni, malandrini, preti, politici e carabinieri. Contro chi si dice Stato ma Stato non è. Papula arriva ad Africo per liberarla da calli, sudore e usurpazioni, per salvarla dall’atavica condizione di “posto maledetto dove si sconta il peccato e si va via”. Per insegnare che c’è qualcosa che può fregare lo Stato: il sogno e le favole, due doni grandi che hanno i bambini. Papula conosce la storia di un Aspromonte diverso, terra di eroi, non solo di vinti. E in un Aspromonte così la rivoluzione è possibile: Stato contro “uova di gallo”, perché “l’azione è il fatto più magnifico che c’è”. Papula è il samurai senza padrone del nuovo romanzo di Gioacchino Criaco, “La maligredi”, in cui viene narrato per la prima volta il Sessantotto aspromontano, un tempo in cui i paesi della Locride si spaccarono fra chi chiedeva favori e chi pretendeva diritti. Nicola, Filippo e Antonio dei dritti senza berritta storta... Per colpa di chi? Sono tre ragazzini che iniziano un percorso di criminalità minima, ancora reversibile. La grande colpa del mondo criminale organizzato è di avere instradato i ragazzi delle rughe al crimine, di avergli fatto credere che non c’era altra via possibile. A dare una sterzata alle loro vite, il ribelle Papula che ai loro occhi diventa più dritto di tutti gli gnuri e i don. E così alle favole di gnura Cata si mescolano le favole di Papula. Passato e futuro. Che peso hanno le favole nella rivoluzione? Papula arriva a spiegare che c’è una via

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nuova: si chiama libertà. I cunti delle vecchie narrano di una lotta perenne per la libertà e di una storia antica fatta di unione, di comunità, corse solidali, le sole in grado di rispondere ai bisogni popolari. Uno come Papula figurerebbe oggi tra gli eroi ufficiali dell’antimafia? Papula è un eroe vero, del popolo calabrese ma come per tutti i rivoluzionari non c’è posto nell’artefazione della retorica antimafiosa dominante. Lui si è opposto sul serio a ogni prevaricazione che fosse mafiosa o padronale. Ma in fondo a molti ha fatto comodo pensarlo come africoto e, in quanto tale, irredimibile. Prima della rivoluzione capeggiata da Papula, Africo aveva conosciuto un altro ribelle Don Santoro Motta. Che differenza c’è tra i due? Africo ha una storia costante di ribellione. Ogni epoca ha avuto la propria lotta, figlia di una cultura endogena ribelle. Tra gli eroi popolari africoti, Papula è il meno compromesso nella sua storia, non c’è stato spazio per alcun accordo col nemico. Libertà o nulla. È lotta senza resa. Perché lo Stato non ha voluto che gli africoti diventassero migliori? Lo Stato o non ha capito o se ne è fregato di Africo e del Sud. L’ha lasciato in pasto a un potere locale rapace e spietato. La Maligredi è una maledizione ma anche una brava attrice. Che ruoli sa interpretare? La Maligredi ha interpretato i diversi ruoli di una maledizione che in modo differente ha divorato migliaia di tartarughine nate in faccia allo Ionio. Torna prepotente la figura femminile. In Anime nere le donne sono custodi dell’odio, ne Il Saltozoppo tifano per l’amore. Ne La maligredi? Nella Maligredi ci sono le madri, mamme di gelsomino, che tornano dopo aver lavorato per tutta la notte nei campi e nascondono la fatica dietro il profumo del gelsomino. Fanno le madri e poi sono compagne e in prima fila in ogni lotta che potrebbe salvare i loro figli. Grazie alle madri e a Papula, per Africo è stato un destino da anime meno nere? Africo è stato il luogo di un sogno meraviglioso creato dalle donne e da Papula e chissà che il sogno non torni con le sue bandiere rosse e nere. Mentre scrivevi La Maligredi pensavi a una sua possibile trasposizione cinematografica? E certo, non sarebbe male farci un film per mostrare a tutti quanti che gli africoti, i meridionali hanno provato a essere migliori. E quanto potente fosse ed è l’esercito che hanno avuto e hanno contro. Terminato il campionato d’eccellenza, poi, nell’ultima settimana di marzo il Locri Calcio avrebbe conquistato l’accesso alla Serie D, un successo salutato con grande gioia non solo dal mondo sportivo, ma anche da chi crede che questo risultato possa promuovere il nostro comprensorio. Anche l’inizio del campionato per gli amaranto è stato deflagrante, ma una battuta d’arresto li costringe adesso a impegnarsi molto per ritornare nella parte alta della classifica. Forza Locri!

Finalmente desecretata, l’indagine ispettiva della Prefettura di Reggio Calabria sul sitema di accoglienza messo in piedi dal sindaco Mimmo Lucano ci consegna l’immagine di un paese da favola. A metà mese dedichiamo ampio spazio alla politica con l’esito (inaspettato?) delle elezioni del 4 marzo, che consegnerà l’Italia nelle mani del governo del cambiamento grazie al voto determinante del sud. Quindi lasciamo spazio a una bella chiacchierata con Gioacchino Criaco, che dà alle stampe il suo “La Maligredi” e ai meriti sportivi del Locri Calcio, che conquista la tanto agognata Serie D.


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inizio aprile Silvio Berlusconi arriva a Reggio Calabria per testimoniare nel processo Breakfast che vede imputato l’ex ministro dell’Interno Scajola. Per l’occasione Berlusconi è stato ricevuto con tutti gli onori nella Prefettura di Reggio e, questo, nonostante il prefetto usi sempre il pugno duro contro i sospetti (non sempre già pregiudicati) locali. Grande polemica, dunque, si crea attorno all’inaugurazione del nuovo polo museale di Locri. Il Museo di Palazzo Nieddu, infatti, viene aperto con meno della metà dei reperti promessi e la richiesta, da parte del MArRC, di avere i pezzi indietro nel 2020. Il sindaco Giovanni Calabrese, giustamente furioso, considera l’atteggiamento del direttore del museo come un’offesa diretta a Locri e si attiva per ottenere ciò che spetta alla città, una battaglia vinta proprio pochi giorni fa. A metà aprile viene dunque costituito il movimento “Diritti Giustizia Lavoro”, un movimento diretta emanazione della “Associazione 22 Ottobre” che, unendo le forze con altri movimenti con simili obiettivi in tutto il reggino, cerca di affrontare temi delicati legati alla difesa della Costituzione italiana e comprendere come evitare che il potere politico possa sottomettere il potere giudiziario. Dopo la cacciata di Federica Roccisano, la Locride torna poi ad avere un assessore regionale. Questa volta si tratta delle sidernese Mariateresa Fragomeni, nominata assessore al bilancio, programmazione economica e finanziaria e politiche del personale. A fine mese, finalente, il Gruppo di Azione Locale “Terre Locridee”, inaugura la sua fase operativa con il primo incontro di un ciclo di workshop che, fino a luglio, avrebbero definito i percorsi di sviluppo locale con le amministrazioni. Ne parlammo con il presidente Francesco Macrì. Nonostante le difficoltà organizzative il workshop di lunedì ha ufficialmente inaugurato la fase operativa del GAL. Da dove partite? L’avvio stentato è stato coperto dall’ottimo lavoro fatto dalla struttura, che non ha aspettato le lentezze burocratiche, ma organizzato seminari e convegni, partecipando al contempo a progetti del PSR e confrontandosi con altri GAL. Un lavoro preparatorio che ci ha permesso di presentare in Regione ben 10 dei 40 progetti sull’agroalimentare avanzati in tutta la Calabria. Su cosa si concentrerà l’azione del GAL “Terre Locridee”? Come tutti i GAL sul sostegno alle produzioni agricole e all’agroalimentare in genere. A partire da questo scopo dichiarato, tuttavia, vorremmo fare un ulteriore passo avanti e diventare una vera agenzia di sviluppo territoriale, un’ente del quale si sente un gran bisogno in un territorio come la Locride, nel quale sono molti i progetti di sviluppo presentati, ma sempre pochi quelli che vengono realizzati. La Locride sembrerebbe un territorio in cui l’agricoltura riveste un ruolo primario nell’ambito economico. Perché non è così e cosa bisogna fare per valorizzare davvero il primario? Non si tratta di un difetto del solo nostro comprensorio, ma dell’intera provincia di Reggio Calabria, che paga un ritardo di anni anche rispetto alle altre provincie calabresi, strutturatesi nel tempo grazie a una maggiore rappresentanza politica, una migliore qualità dei progetti e una maggiore vicinanza ai mercati. Eppure noi abbiamo grandi vantaggi in termini climatici e di colture spontanee, basti pensare alla presenza del bergamotto. Proprio pensando a questa filiera dobbiamo riorganizzare il nostro settore primario: nel nostro territorio, infatti, è impen-

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sabile fare agricoltura estensiva come al nord o nelle grandi pianure. Dobbiamo piuttosto impegnarci nei piccoli interventi su prodotti di altissima qualità, rendendo esclusivi e ricercati proprio per le loro proprietà e caratteristiche i tanti prodotti tipici del nostro territorio. Il tema del workshop di Gerace è stato i “Percorsi di ricerca e innovazione nell’agricoltura”. Su quali di essi deve puntare la Locride per raggiungere gli obiettivi di cui sopra? Quello dipende dalla vocazione degli imprenditori agricoli. Noi possiamo indicare una strada, ma a cosa essa porti non possiamo dirlo con certezza. Intanto perché il comparto dell’agricoltura è in evoluzione in tutta Italia: è finita, infatti, l’epoca dell’agricoltore per hobby. Oggi siamo dinanzi a una figura professionale equiparata a qualsiasi altro imprenditore, con i diversi vincoli burocratici che questo ruolo richiede, ma anche con la prospettiva di dare delle risposte concrete al territorio di appartenenza in termini economici. Il nostro è un comprensorio da sempre molto votato all’agricoltura ma davvero poco sfruttato per la grande carenza di imprese presenti su di esso. Il primo serio discorso di sfruttamento intensivo del territorio è stato fatto dall’oggi arcivescovo di Campobasso-Boiano Giancarlo Maria Bregantini, che cercò di importare nella Locride i sistemi trentini, consistenti anzitutto nella cooperazione tra i produttori attraverso la creazione di filiere. Percorsi sui piccoli frutti, sui vini e sui formaggi erano stati avviati, ma sono morti con la partenza di Bregantini mentre quello stesso sistema veniva preso a esempio altrove. Quello che noi ci ripromettiamo di fare oggi è proprio riprendere quel discorso: avviare una filiera che possa essere presa a esempio da tutti e che dia spazio a una produzione di qualità che ci faccia essere concorrenziali non tanto per i prezzi, quanto per le caratteristiche uniche dei nostri prodotti. Proprio questo nostro progetto sarà al centro di un incontro che si terrà il 4 maggio alla Camera di Commercio di Reggio Calabria, durante il quale il presidente Antonino Tramontana, un produttore di vino, inviterà gli imprenditori vitivinicoli della provincia a consorziarsi, primo passo necessario alla creazione di un consorzio di tutela che possa creare una denominazione dei nostri vini immediatamente rintracciabile e riconoscibile, evitando così che i prodotti reggini vengano esclusi a priori da eventi di primo piano come accaduto quest’anno al Vinitaly. Uno degli aspetti positivi del ciclo di Workshop è che il GAL ha dimostrato di poter arrivare ai comuni e quindi agli amministratori. Ma i comuni come vi stanno accogliendo? Benissimo ma, a causa dei problemi interni, già sappiamo che il loro contributo potrà essere estremamente limitato. Il dissesto economico della maggior parte dei nostri enti rende quasi impossibile l’assistenza ai cittadini e il supporto a chi vuole fare impresa, tanto più che, nel nostro territorio, continuiamo ad avere comuni di 300 abitanti che non hanno senso di esistere. Anche di questi problemi, nel nostro piccolo, dovremmo cercare di discutere, e lo dico da ex amministratore. Dovremmo stimolare i centri a consorziarsi e avviare collaborazioni attive con gli altri, come stiamo facendo con il Comune di San Luca, che non è socio in quanto commissariato, ma presso il quale abbiamo avviato un percorso che sta permettendo a un gruppo di giovani volenterosi di lavorare sulle capre aspromontane. Come teorizzato da un progetto avviato negli anni ’90 con Confagricoltura, dobbiamo intercettare le domande provenienti dal territorio e agire in maniera corretta su esse per dare risposte concrete in termini lavorativi, un processo che, fino ad oggi, non siamo riusciti a realizzare con successo.

APRILE

Il mese di aprile si apre con l’arrivo di Berlusconi a Reggio per testimoniare nell’ambito del processo “Breakfast” e alla conseguente strana accoglienza riservatagli dal Prefetto. Quindi dedichiamo spazio all’inaugurazione tra le polemiche del nuovo museo di Palazzo Nieddu del Rio a Locri, alla costituzione del movimento “Diritto Giustizia Lavoro”, alla nomina di Mariateresa Fragomeni come assessore regionale al bilancio e all’entrata a regime del “GAL Terre Locridee”.

Berlusconi, il nuovo Museo di Locri, Diritto Giustizia Lavoro, la Fragomeni e il GAL


La voglia di resilienza, l’affaire Biancofiore, gli chef Awards e amare riflessioni

mese di maggio si apre con l’appello di Tiziana Pizzati e dei suoi amici ai giovani della Locride: “Non mollate mai - ci dice la giovane di Samo durante un’intervista, se avete un sogno e volete costruire qui il vostro avvenire, credeteci. Nel momento in cui ci si impegna definitivamente un intero flusso di eventi sgorga dalla decisione presa sollevando ogni genere di imprevisti favorevoli, incontri e aiuti materiali che nessuno avrebbe mai immaginato che avrebbero incrociato il proprio cammino”. Una riflessione che prende spunto dalla puntata di “Non è l’Arena” di Massimo Giletti in cui viene descritta la Samo delle vacche sacre, infarcita dei soliti luoghi comuni sulla Calabria e sul Sud. Proprio l’immagine del sud continua a essere sporcata grazie alla poco felice uscita della parlamentare Michaela Biancofiore che, durante la trasmissione televisiva “L'aria che Tira”, evidentemente preoccupata dalla possibilità di un ritorno alle urne, se ne esce con la seguente affermazione: “Al Sud non possono permettersi di fare le vacanze e, se votassimo a luglio, consegneremmo quella parte d’Italia al Movimento 5 Stelle.” Tale affermazione, nonostante non nutriamo sentimenti ostili nei confronti dei fratelli d'Italia che popolano il nord, fatta la dovuta tara dei danni causati dal criceto che, verrebbe da pensare, alloggia all’interno del cervello della signora, ci spinge a domandarci se l’espressione “volèmose bene” abbia una valenza bilaterale o se, in caso di risposta negativa, non sia più attuale il vecchio modo di dire “Eu ti portu ‘n còju e tu mi mùzzichi ‘i spàji”. Per questo motivo ci incazzammo, rinnegando di colpo le nostre convinzioni precedenti accorgendoci di stare gridando al suo indirizzo: - Ma tu guarda ‘st’austriaca ‘i mmerda! Siccome tuttavia siamo persone mediamente civilizzate e tolleranti, subito ci pentimmo e ci dicemmo che è voce dal seno uscita involontariamente e che, in fondo, aveva detto una cosa vera. Noi meridionali, in effetti, non siamo famosi per essere degli instancabili giramondo, non passiamo l’inverno a spulciare carte geografiche e a consultare agenzie di viaggi alla ricerca della esotica meta del nostro prossimo viaggio estivo, non ci affanniamo a mettere da parte giornalmente i resti del carlino per la crociera di bassa stagione nel Mar Baltico.

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Il massimo del nostro impegno in fatto di vacanze lo dedichiamo alla scelta se passare ferragosto a Croceferrata o restare in spiaggia come l’anno prima. Cocomero sotterrato nella battigia compreso. Ne siamo consapevoli senza che qualcuno debba ricordarcelo così come ne conosciamo il motivo che sta tutto nel non disporre dei mezzi - giustamente fece notare l’onorevolessa - per potere andare in vacanza. Siccome è un dato di fatto che “noi questi siamo”, domandammo dunque alla stessa Biancofiore cosa avrebbe voluto che avessimo fatto indicandoci, perché no, un posto dove mandarci d’estate. A sue spese, beninteso. Con l’avvicinarsi a grandi falcate della bella stagione, comunque, sarebbe arrivato anche un nuovo riconoscimento per il Gambero Rosso di Marina di Gioiosa Ionica, entrato nell’Olimpo dei migliori ristoranti d’Italia. Nell’ambito degli Chef AWARDS 2018, svoltisi il 14 maggio presso il Fort Village di Pula, in Sardegna, infatti, Roberta Lanfranchi, attrice, ballerina, conduttrice televisiva e oggi speaker radiofonica per RDS, ha premiato Francesco Sculli per conto del fratello Riccardo del Gambero Rosso di Marina di Gioiosa Ionica come uno dei 40 migliori chef d’Italia. Un altro importante riconoscimento per il ristorante della Locride, che continua a inanellare successi grazie al grande impegno del suo staff e alla qualità dei prodotti quotidianamente serviti ai propri clienti, che gli sono valsi anche quest’anno il conferimento di una prestigiosa stella Michelin, riconosciuta, nel 2018, a soli quattro ristoratori calabresi. La fine di maggio, poi, avrebbe portato con se alcune (amare) riflessioni. Da anni stretta tra l'incudine della 'ndrangheta e il martello dello Stato, infatti, la Locride non riesce a decollare. Le storie di Gianluca Congiusta, di cui ricorreva l’anniversario della scomparsa in quei giorni e di Sisinio Zito rappresentano a pieno questa “imboscata”. Sono due facce della stessa medaglia, la storia di due uomini che hanno rinunciato a tutto per rimanere a combattere per questa terra, hanno dato il cuore, l’anima e la stessa vita, senza nessun tipo di protezione. Uno ucciso dalla 'ndrangheta, l’altro ferito mortalmente in vita dallo Stato. In una terra dove è palese il basso livello della classe dirigente, rimanere, combattere, impegnarsi per il suo sviluppo è esso stesso motivo di lode, motivo di premio, motivo di orgoglio.

MAGGIO

Dopo l’ennesima cronaca delle falsità sulla Calabria prodotta da Massimo Giletti, un gruppo di ragazzi di Samo ci raggiunge in redazione per raccontarci il volto umano del proprio paese. Mattatrice del mese, tuttavia, resta la parlamentare Michaela Biancofiore, che, in seguito alle difficoltà a costituire il governo dopo le elezioni del 4 marzo, afferma di non volere un ritorno alle urne in estate perché, non potendoci noi meridionali permettere le vacanze, consegneremmo l’Italia nelle mani dei 5 Stelle. A fine mese arriva un nuovo riconoscimento per il Gambero Rosso, mentre il ricordo di Gianluca Congiusta e Sisinio Zito ci fa scoprire un singolare parallelismo tra i due…


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GIUGNO

Giugno si apre con la notizia che il lungomare di Roccella Jonica sarà intitolato al compianto Sisinio Zito. La settimana successiva abbiamo cercato dunque di comprendere quale fosse lo stato dell’arte della Città Metropolitana di Reggio Calabria, prima di lasciare spazio alla riconferma delle amministrazioni Fuda e Calabrese a Gioiosa Ionica e Locri e al ritorno di una vip d’oltreoceano nella sua nativa Martone.

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Lungomare Zito, rassicurazioni metropolitane, le comunali e la frontwoman

osì come maggio si era chiuso con una riflessione che riguardava Sisinio Zito, anche giugno si apre all’insegna del politico roccellese e con la notizia che sono state avviate le pratiche necessarie a intitolare il lungomare di Roccella Jonica proprio al compianto ex sindaco.

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La settimana successiva è il momento di cercare di comprendere meglio quale sia lo stato dell’arte della claudicante Città Metropolitana di Reggio Calabria. Per saperne qualcosa di più abbiamo interpellato lo stesso sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà, che ci assicura che “per gli investimenti il criterio adottato è sempre stato primariamente quello proporzionale, rispetto alla popolazione. Il comune di Reggio ha un terzo della popolazione e ha avuto un terzo delle risorse - ci assicurò all’epoca Falcomatà, - anzi molto meno. Tanto è stato fatto anche per la Locride”, che sarebbe rimasta indietro, a questo punto, a causa della cattiva gestione dei fondi da parte degli amministratori locali. E, a proposito di enti locali, la lunga notte elettorale del 10 giugno premia il lavoro dell’Amministrazione uscente sia a Gioiosa

Ionica sia a Locri. Il consenso ottenuto dalle compagini guidate rispettivamente da Salvatore Fuda e Giovanni Calabrese, che hanno scelto di ripresentarsi sotto lo stesso simbolo elettorale nel segno di una piena e fiera continuità, ha dimostrato che la cittadinanza, in un caso come nell’altro, ha considerato i risultati ottenuti dalle due amministrazioni di gran lunga più numerosi di qualunque mancanza e, forse, troppo esasperate le critiche di immobilismo e superficialità lanciate durante la campagna elettorale dai rispettivi avversari. Ottenendo il 63,39% delle preferenze, la lista “Cambiamo Gioiosa”, guidata dal rieletto sindaco Salvatore Fuda, si sarebbe dimostrata più forte della campagna elettorale “d’attacco” di Tito Greco. L’impegno profuso nella valorizzazione delle opere pubbliche, nella prevenzione del dissesto idrogeologico e nelle politiche di accoglienza sono state promosse a pieni voti dagli elettori gioiosani, disposti a dimenticare per qualche ora le difficoltà delle periferie denunciate da Tito Greco e dai suoi con la promessa che l’entrata a regime della differenziata possa finalmente risolvere problemi fino a quel momento atavici. Nonostante il testa a testa raccontato con insistenza da una televisione locale nei giorni precedenti alle elezioni, poi, ancora più netta sarebbe stata invece l’affermazione di Giovanni Calabrese a Locri, in grado di rastrellare ben il 68,5% delle preferenze. La pur ottima campagna d’ascolto avviata da “Scelgo Locri” nelle settimane antecedenti alle elezioni, meritevole di aver portato nel paese di Nosside un’idea di partecipazione democratica che solo da pochissimi anni (e in pochi dei nostri comuni) sta prendendo piede, la mancanza del coraggio di mettersi in gioco fin da subito sui punti concreti del programma elettorale da parte degli avversari, trasformatisi in un “affanno” sulle questioni irrisolte evidente soprattutto nel testa a testa tra i due aspiranti sindaci andato in scena su TeleMia, non ha permesso a Carabetta&Co. di fare di più. Che cosa riservino i prossimi anni a Gioiosa e Locri solo il tempo potrà dirlo. Resta il fatto che, nonostante i primi risultati, le cose da fare sono ancora moltissime e altrettanti sono stati gli impegni presi nelle settimane elettorali, ragion per cui, ricordiamo alle due amministrazioni bis quanto debbano applicarsi nel 2019 per non disattendere la fiducia dei loro cittadini. L’ultima settimana di giugno, dunque, la notizia più “succosa” è certamente quella del ritorno di Mary Calvi nella originaria Martone. Giornalista di punta della CBS di New York che non ha mai dimenticato le proprie origini calabresi, durante il proprio viaggio Mary Calvi era accompagnata dal marito Mike Spanò, primo cittadino di Yonkers, una delle città più popolose dello stato di New York e la visita della frontwoman a Martone è stata occasione per affrontare i temi dell’emigrazione, dello sviluppo sociale e della crescita di un territorio che vive ancora enormi difficoltà ma che ha grandi possibilità di crescita.



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speciale

n blitz di Dda e polizia porta alla luce che nel giro del business dei canili ci sarebbe la 'ndrangheta. Decisiva a far scattare l'indagine la denuncia di Leonzio Tedesco, proprietario del Dog Center di Sant'Ilario, più volte definito "il canile degli orrori". Per fare luce sulla faccenda, i primi di luglio ci siamo recati presso il canile di Sant’Ilario per renderci conto da vicino della realtà in cui vivono i nostri amici a quattro zampe. Durante la manifestazione “Meta”, organizzata al porto di Roccella, il nostro Rosario Condarcuri si trovava al porto di Roccella, a passeggio tra le bancarelle e, guardando qualche spettacolo di artisti di strada e osservando la gente che riempiva quel pezzo di paradiso della nostra bella Locride, si è recato a vedere una barca che aveva di recente attraccato al porto, appartenente al Primo ministro di Malta e chiamata “Zarina”. In effetti non si trattava di una barca ma una villa che galleggiava, con tre piani di lusso e bellezza concentrati in una ventina di metri. Non lo attirano molto le imbarcazioni, Rosario è più un tipo da spiaggia che da yacht, però ha voluto soddisfare una sua curiosità. Così, in modo distratto si è ritrovato alla fine della banchina e nel voltarsi ha visto il porto pieno di gente, di spettacoli e di divertimenti. Allungando lo sguardo ha visto la parte alta del porto ed è successo qualcosa di magico, perché a un tratto ha immaginato il tratto di mare come era prima della costruzione del porto; ha visto la sabbia, le agavi, la pineta che ancora resiste nei dintorni, e ha pensato a Sisinio Zito. A cosa abbia potuto immaginare a quei tempi, quando insieme ad altri ha sognato di arricchire la piccola cittadina di un porto. Ha immaginato che abbiano discusso su cosa poteva essere quest’opera per i loro figli e si era reso conto che loro avevano visto ieri quello che oggi è una realtà. Riflettendo su questa visione, Rosario ha pensato alla lungimiranza di chi ha guardato al futuro del proprio paese, e ha pensato alla bravura degli organizzatori di Meta che, forse per la prima volta, hanno proiettato il sogno dei loro avi. Ha pensato, anche, che spesso chi fa politica non capisce quale vitale missione essa sia: chi decide oggi deve riuscire a vedere cosa succederà tra 50 anni, cosa riuscirà a lasciare alle future generazioni, come potrà far vivere meglio i propri figli. Nonostante avessimo già parlato poche settimane prima di Zito sulle pagine del nostro giornale, eravamo e siamo ancora convinti che continuare a ricordarlo ci permetta di capire meglio dove deve andare il nostro territorio, come sono state fatte determinate scelte, cosa ha fatto sì che nel tempo siano state giuste per tutti. Ci serve per comunicare a quelli che oggi fanno politica che spesso bisogna guardare dove gli altri non vedono. Come faceva Sisinio.

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LUGLIO

Il 9 luglio si torna a parlare di politica nazionale grazie alla visita del Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, a Reggio Calabria. Durante il suo breve tour, Salvini avrebbe visitato un immobile a Palmi confiscato alla mafia e destinato a diventare sede del commissariato di polizia di Stato e sarebbe stato a San Ferdinando per un sopralluogo alla tendopoli che ospita cittadini stranieri, con cui si sarebbe prodigato in selfie e slogan elettorali. Nonostante il tribolato periodo da presidente dell’Assocomuni della Locride, un nuovo incarico di responsabilità sarebbe dunque stato assegnato la settimana successiva a Giorgio Imperitura, eletto presidente dell’Unione dei Comuni della Valle del Torbido. Il mese si sarebbe dunque concluso con il ritiro degli intellettuali voluto dalla Regione Calabria ad Africo, che avrebbe prodotto sulle nostre pagine un vero e proprio speciale, nell’ambito del quale Gioacchino Criaco parlava dei Samurai d’Aspromonte. I padri aspromontani - affermava nel proprio pezzo lo scrittore di Anime Nere - portano i propri figli sui bordi di orride falesie nei luoghi che possono sembrare spaventosi. Lo fanno per mesi, anni, leggendo nei loro occhi la paura per un destino che si annuncia infame. Quando la paura finisce nasce un aspromontano vero. I samurai aspromontani vivono e muoiono con un'idea che rappresenta il loro unico padrone: la libertà, che sono occhi per scoprire la bellezza che i più non vedranno mai. L'Aspromonte non è per tutti, dice qualcuno che viene dal mare, ma a forza di insistere lo spirito della montagna l’ha capito bene. Nell'Aspromonte di Africo c'è stata una tre giorni in cui sono passate centinaia di persone, un mondo variegato fatto di calabresi che stanno in Calabria rivivono fuori e che hanno accettato di venire in montagna per parlare di come la nostra Regione sia narrata. Giornalisti, scrittori, registi, attori. C'era la politica e tanta gente in cerca di qualcosa da amare. Cinquecento, seicento persone in un venire e andare continuo, che l'argomento alla fine non è stato importante. Importante è stato il parlare: bello, meno bello, articolato, semplice, polemico, conciliante. Comunque utile per comprendere le tante anime calabresi, mosse da tutti i tipi di sentimento che albergano nell'uomo. Sì, alla fine non è stato importante cosa si sia detto. L'importante è stato esserci, perché l'essere era un fatto. Stare ad Africo è un fatto in sé. E chi ha pensato che venire ad Africo fosse un regalo per il paese si è sbagliato. È Africo che ha fatto un regalo alla Calabria, che le ha dato la possibilità di ritrovarsi sotto le querce di Carrà per narrare questa terra, non in modo diverso o nuovo, semplicemente per un racconto vero. Africo si è fatto dono. Forse non tutti lo hanno capito. Africo è un burrone davanti al quale per anni si è avuto paura, e che invece è come l'Aspromonte: un paradiso che ha bisogno degli occhi di un samurai per essere scoperto.

Il mese di luglio si apre con il blitz della Dda che fa scoprire un giro di affari che la ‘ndrangheta avrebbe creato nella Locride attorno ai randagi. L’evento “Meta” dà nuova linfa vitale all’estate di Roccella Jonica e della Locride, mentre un evento patrocinato dalla Regione Calabria fa riscoprire le bellezze di Africo. Tra questi eventi, un nuovo traguardo professionale per Giorgio Imperitura e la visita di Salvini a San Ferdinando…

La ‘ndrangheta nei canili, la lungimiranza di Sisinio e la nuova narrazione di Africo



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mese di Agosto lo inauguriamo con una bella chiacchierata sull’Aspromonte con l’allora Presidente dell’Ente Parco Giuseppe Bombino, che ci rivelò che per raccontare la nostra montagna dobbiamo ricorrere alla cosiddetta verità circolare: la verità assoluta infatti corre lungo un cerchio, fin quando non lo si percorre tutto, non è possibile conoscere la compiutezza di ciò che si ricerca. Finora, nel tentativo di raccontare l’Aspromonte, è stato percorso solo un arco di questo cerchio, quello che ne mette in evidenza i peccati, il dramma. Si è tralasciata, invece, l'altra parte del cerchio, quella che ne esalta la bellezza e che noi attendiamo di vedere narrata anche dai nostri colleghi. In una calda serata di inizio agosto, quindi, arriva la notizia dello scioglimento dell’Amministrazione Comunale di Siderno per infiltrazioni mafiose. “Tranquilli - chiosa il sindaco Fuda non appena appresa la notizia nelle carte non hanno trovato niente. Di questo ho la certezza matematica. Se hanno fatto appello alla fantasia, dovranno dimostrarla. Io li avevo avvisati: mi costituirò personalmente e presenterò ricorso anche perché sono curioso di sapere cosa hanno scritto nella relazione. Farò altre denunce, cui seguiranno interrogazioni parlamentari e vedremo dove si arriva. L'unica cosa da fare adesso è chiedere al tribunale competente di fissare presto le udienze.” Con rude disinvoltura in una notte di agosto, prima di chiudere baracca e proclamarsi ufficialmente in ferie, il Consiglio dei Ministri ha gettato ancora una volta un'ombra su un'intera comunità, imprimendo deliberatamente un'impronta di mafiosità su ogni cittadino. "La 'ndrangheta non vi darà scampo, vi rimarrà appiccicata come il sole d'agosto dietro la nuca e le ginocchia. Nel frattempo, noi, ce ne andiamo in vacanza!" - si saranno detti chiudendo la seduta. E chi si è visto, si è visto. Finti maniaci del rigore continuano, con le loro spettacolari conclusioni inappellabili, a condannare i cittadini di questo territorio a convivere con la mafia e la prassi pervasiva del malaffare. Pur non conoscendo ancora le motivazioni dello scioglimento, pubblicate alla spicciolata nei mesi successivi, eravamo indignati per il fatto che uno dei nostri paesi fossi ancora una volta vittima di una legge che da 27 anni aspetta di essere modificata. Una legge che, lo ricordiamo ancora una volta, prevede una sorta di sospensione amministrativa automatica del diritto di accesso alle cariche elettive, in conseguenza di un mero quadro indiziario, che fa riferimento a «concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la

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AGOSTO

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criminalità organizzata di tipo mafioso o similare con gli amministratori», senza precisare di che genere siano questi «elementi». A ciò va aggiunto che la decisione di questa sospensione è affidata a un organo governativo, non giudiziario. Si tratta perciò di una decisione squisitamente politica, oltre che altamente discrezionale. Inoltre, va sottolineato che né sindaci né consiglieri "incriminati" hanno la facoltà di approntare una difesa ai rilievi della Prefettura. E così, nell'attesa di conoscere le motivazioni, l'intera amministrazione che in tre anni ha retto nel migliore dei modi possibili Siderno è stata deliberatamente bollata come mafiosa. C'è chi esulta a questo marchio, lasciandosi cullare da quella piacevole sensazione all'altezza dello stomaco che si contorce in mille compiaciuti tuffi, ridendosela delle sventure altrui e sentendosi soddisfatto di sentirsi così. Non considera, però, che agli occhi dell'Italia, mafiosa diventa l'intera comunità e che, gli piaccia o no, dentro ci sta anche lui. È chiaro che siamo d’accordo sulla necessità sacrosanta di impedire le infiltrazioni mafiose nel tessuto sociale ed economico di un comune; quello che lamentiamo è il cuor leggero con cui ogni volta si liquida il nostro territorio, utilizzando come alibi una mafiosità pervicace e inestirpabile che ci ricopre indistintamente come una colata di lava. Di lì a dieci giorni Salvini sarebbe venuto a San Luca, una visita mossa da un odore di “malacarne” troppo invitante per resistere, più stuzzicante di un bikini. Allora invitammo i nostri conterranei a dare un senso alla visita del Ministro dell’Interno e convincerlo ad ascoltarci, senza permettere che la Democrazia venisse seppellita in Calabria. Accolto come un vero e proprio salvatore, tuttavia, al Ministro degli Interni venne chiesto, sia dai cittadini che dai sindaci, di risolvere problemi che non gli competono. “Non sono Batman”, disse Salvini, una battuta che ci fece capire che un piano per San Luca e per la Calabria non ce l'ha. Infatti eravamo e siamo convinti che Salvini, piuttosto, sia come Joker: agisce senza pianificare. Anzi che faccia di più: prenda il tuo bel piano e lo ribalti contro di te! Questo perché sa benissimo che nessuno entra nel panico quando le cose vanno ‘secondo i piani”… anche se i piani sono mostruosi. Alsciata da parte la politica, abbiamo lanciato quella che per noi, piccolo giornale di provincia, può essere una svolta per il nostro territorio: creare l'Itinerario degli Scrittori della Locride, attraverso cui, partendo da Africo Vecchio e proseguendo fino a Stilo, un visitatore potrà conoscere gli scrittori che hanno fatto grande la nostra terra. Un’idea che ancora oggi rimane solo un sogno, ma che nel caldo agosto del 2018 era stata accolta con entusiasmo da più parti, che ci auguriamo di veder presto collaborare con noi per poterla vedere finalmente concreta.

Il caldo agosto del 2018 si apre con una piacevole chiacchierata con l’allora Presidente dell’Ente Parco Aspromonte Giuseppe Bombino. Il tentativo di creare una nuova narrazione per la nostra montagna sarà però ben presto dimenticata dallo scioglimento del Comune di Siderno per infiltrazioni mafiose, un’argomento di cui avremmo voluto parlare con il Ministro dell’Interno Matteo Salvini in visita a San Luca la settimana successiva. A fine mese, invece, ci farà piacere vedere il successo riscosso dalla nostra proposta di creare l’itinerario degli scrittori della Locride per rilanciare il turismo culturale comprensoriale.

L’Aspromonte, lo scioglimento di Siderno, Salvini a San Luca e l’itinerario degli scrittori


La classifica estiva, Locride positiva e Pino Correale

SETTEMBRE

ome di consueto, settembre si apre con la nostra pagella degli eventi estivi organizzati dai comuni del nostro comprensorio. Sul podio gli eventi di Roccella Jonica, Portigliola e, ex aequo, Bianco, Caulonia e Gioiosa Ionica. Raggiungono la piena sufficienza, Locri e Sant’Agata del Bianco, Gerace e Riace, Ardore, Bovalino, Sant’Ilario e Stilo, Benestare, Bivongi, Staiti e Stgnano, Siderno, Agnana e Martone, Casignana e Mammola. Spesso molti di noi si chiedono perché la nostra zona risulta ultima in molte delle classifiche regionali, nazionali e anche europee. Sembra che una maledizione abbia colpito un territorio che per la sua storia, per le sue bellezze, per la sua cultura, per il suo clima e per la bontà dei suoi prodotti dovrebbe essere l’eden. Dobbiamo dire che da 20 anni, da quando facciamo impresa nel mondo della comunicazione nella Locride, questo è il leit motiv della nostra vita. Sì, tutto gira intorno a questa ricerca dei mali del territorio e delle soluzioni che non arrivano mai. Per fortuna qualcuno ultimamente ci ha detto che la rinascita della Calabria sta arrivando, probabilmente non per merito dei calabresi, ma arriverà. In tutta la Calabria si moltiplicano le idee imprenditoriali portate da gente di fuori che stanno cambiando l’economia, dai russi, ai norvegesi, dagli inglesi alle comunità di americani, oltre a francesi e gente di tutto il mondo e di varie parti d’Italia che si trasferisce in Calabria, senza che noi riusciamo a vederlo. Parlando con alcuni di loro, capiamo che non vediamo la stessa realtà, perché hanno un quadro migliore della nostra terra. Ci spiegano che se noi non fossimo cosi rassegnati, così giustificativi, forse le cose andrebbero meglio. La colpa è nostra. Ma, detto questo, si va avanti, non si può rimanere incatenati a un passato che dovrà pur morire.

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Settembre si apre come di consueto con la nostra pagella degli eventi estivi nella Locride. Dopo i bilanci, è tempo di pensare a come rilanciare l’immagine del nostro comprensorio, magari attraverso uno slogan che ancora oggi cerchiamo di diffondere con orgoglio sui social. Quindi, di lasciare spazio a un rappresentante della Locride che, nonostante la lontananza, porta il nostro territorio ancora nel cuore.

Per questo motivo “Locride positiva” è diventato un nostro slogan, nato dall’esigenza di far conoscere quella parte di Locride che forse non si vede ma è tanta, opera, lavora, e ottiene risultati nonostante tutto. La Locride positiva è meno nota della negativa ma forse anche per colpa nostra che tendiamo a convincerci che siamo brutti, sporchi e cattivi. Siamo belli, siamo buoni e se solo avessimo un po’ meno di invidia forse saremmo anche ricchi e famosi. Da Stilo fino a Monasterace questo lembo di terra è stato attraversato da millenni di storia, da Re e da Rivoluzionari, da grandi filosofi e grandi scrittori. Se fossimo come i letterati di un tempo è cercassimo l’ispirazione nei classici, allora avremmo il massimo che il mondo occidentale conosce, perché la Locride viene citata in tutti i classici. Di tutto questo oggi ci siamo dimenticati, gli eroi della Locride per i mass media sono gli uomini d’onore, i malandrini, gli assassini, gente che noi nemmeno vediamo nella nostra disperazione, gente che rappresenta una piccola parte della popolazione come in tutte le parti del mondo. Siamo noi stessi il male di questa terra, siamo ignoranti, non vogliamo capire che la soluzione deve passare da una volontà di popolo. Volontà di avere quello che per secoli ci è stato negato, volontà di far rientrare i figli di questa terra che si sono affermati nel resto del mondo e guarda caso non come malandrini ma come medici, avvocati, imprenditori e ministri. Sì, la Locride che vedono quelli che non la conoscono è bella, cerchiamo di vederla anche noi. A proposito di Locride positiva, con l’inizio dell’autunno narriamo la storia Pino Correale, Il parrucchiere di Siderno richiestissimo dalle americane che, nonostante eserciti con soddisfazione la propria professionalità oltreoceano, mantiene nel cuore la sua Siderno. Pino ci ha infatti raccontato di essere sempre alla ricerca di notizie su quel che succede nel suo paese e che si rammarica quando legge qualcosa che non va.

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mese di ottobre si apre con la notizia bomba dell’arresto di Mimmo Lucano, sindaco di Riace. Secondo il nostro direttore quel fatto di cronaca era una di quelle questioni su cui non si può non prendere posizione o, peggio ancora, sperare di cavarsela dando un colpo ora al cerchio ora alla botte. Quelle questioni che riguardano l'essere umano o, meglio, il restare umani. Seduto al banco degli imputati, a nostro parere, non c'era solo Mimì u curdu, ma tutti nou. E lo scontro ancora oggi non è tra chi ha ignorato la legge e chi se ne professa un attento osservatore. A contrapporsi c'è, da un lato, chi ha avuto la "sfrontatezza" di reagire a una legge sciagurata come la Bossi-Fini e, dall'altro, chi esulta in maniera scomposta per l'arresto di un uomo, nemmeno fosse il peggiore dei criminali; chi continua a rimanere dalla parte di Mimmo nonostante il tintinnio arrogante delle manette e chi plaude all'esultanza volgare di un ministro della Polizia che calpesta con inaudita leggerezza il senso della decenza. Coloro si dichiarano dalla parte di Mimmo Lucano non lo fanno perché apprezzano il suo essere un fuorilegge, orgogliosamente dichiarato, ma lo fanno perché gli sono grati per quel gruzzolo di umanità che è riuscito a salvare in un mondo imbruttito. Un mondo così alla deriva da impacchettare accuse - di associazione a delinquere, malversazione e appropriazione indebita - che in un primo momento si erano sfarinate perché basate sulla "vaghezza e genericità del capo di imputazione", su conclusioni "indimostrabili o presuntive o sfornite di precisi riscontri". Si è cercato ad ogni costo il male per punire il bene. Un dato imbarazzante. Anzi no: uno schifo. C'è chi condanna Mimmo Lucano perché non si è piegato a una legge che implica un capovolgimento del senso morale e, ciò che è peggio, la perdita del senso di umanità. Quel senso morale che, poi, miracolosamente riemerge per deplorare la scelta del sindaco di Riace di celebrare matrimoni combinati. Celebrare matrimoni combinati è senza dubbio moralmente riprovevole ma lo è ancor meno consegnare una donna, la cui richiesta d'asilo è stata più volte respinta, a un destino alla Becky Moses. Becky, respinta dalla legge e dai protocolli, dovette andar via da Riace; finì per fare la prostituta e morì in una baracca, tra le fiamme, arsa viva nel sonno. Forse il matrimonio combinato sarebbe stato meno etico e morale ma oggi Becky sarebbe ancora viva. Mimmo Lucano ha sicuramente sbagliato a proporre a tre ragazze disperate di risolvere i loro problemi sposando un uomo di cui non erano innamorate e dal quale non avrebbero ricevuto amore ma non prendiamocela con lui, prendiamocela con chi

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lo ha costretto a trovare un'alternativa al peggio. Oggi il sindaco di Riace è accusato di favoreggiamento di immigrazione clandestina, un'accusa che per chi conosce davvero l'operato di Mimì u curdu è un "capolavoro" giuridico oltre che linguistico. Mimmo Lucano ha infranto la legge per fare del bene, in un Paese dove chi infrange la legge ha spesso altri moventi. Mimmo Lucano ha infranto la legge in una terra i cui borghi, in tanti, li avrebbero ripopolati trasformandoli in carceri piuttosto che consegnarli ai migranti come nuova chance. Mimmo Lucano ha infranto la legge in una terra in cui, per dirla con Carlo Levi, "lo Stato è più lontano del cielo, e più maligno, perché sta sempre dall'altra parte". Mimmo Lucano è un dissidente, un eretico ma con in pugno il Vangelo e la Costituzione, perché, diciamocelo, l'attuale legislazione sui migranti, oltre che contro l'amore verso il prossimo proclamato da Gesù Cristo, va contro lo spirito della nostra Costituzione. E allora cos'è più grave, che esistano delle leggi contro la legge suprema dello Stato o che si disattendano in nome di quella legge suprema? Saremo inguaribili sognatori ma per la battaglia di Mimmo Lucano riusciamo ancora oggi a immaginare solo un finale meraviglioso: cambiare il senso comune e le leggi spietate della nostra Repubblica e aprire il cuore alla speranza di una società meno imbruttita. Al ciclone giuridico e mediatico che aveva travolto la figura del sindaco di Riace, sul quale ancora oggi si cerca di fare la dovuta chiarezza, seguì una notte di puro terrore, a Siderno, quello in cui una violentissima tromba d’aria avrebbe flagellato, nella notte tra il 4 e il 5 ottobre il camping “Caravan Sud”, gettando nella più completa disperazione i proprietari, che solo in questi giorni stanno riuscendo a comprendere come potranno ricominciare. A tenere banco la settimana successiva, nonostante ancora oggi si debba ben comprendere come si formeranno gli schieramenti, sarebbe stata la (ri)organizzazione del centro destra in vista delle Elezioni Regionali di novembre. Mettendo in campo le sue forze migliori, infatti, la coalizione ha giocato d’anticipo annunciando Mario Occhiuto, attuale sindaco di Cosenza, come candidato alla guida del futuro della Calabria, una candidatura che, visti i fatti che hanno successivamente coinvolto l’attuale presidente Mario Oliverio, sembra destinata a rimanere solitaria ancora per un po’. In seguito alla nostra riflessione sulla sinistra loclae, ritrovata a Siderno poche settimane prima, poi, il presidente del Consiglio Regionale Nicola Irto avrebbe risposto a fine mese al nostro articolo, affermando che il PD e più in generale il centrosinistra dovrebbero smettere di perdere tempo in discussioni sterili, ma ragionare su ciò che è stato fatto di sbagliato e correggere la rotta. Siamo ancora in attesa che questa presa di coscienza avvenga davvero…

Il mese si apre con il terremoto mediatico che sconvolge la vita di Mimmo Lucano, sindaco di Riace accusato dalla procura di Locri di aver favorito l’immigrazione clandestina. A questo evento ne seguirà uno altrettanto sconvolgente: la tomba d’aria che getterà nella disperazione Siderno e raderà al suolo lo storico camping “Caravan sud”. La seconda metà del mese sarà tutta dedicata alla politica: il centro destra che si organizza in vista delle regionali da un lato e la sinistra ritrovata (?) dall’altro…

Mimmo l’Umano, la distruzione di “Caravan Sud” e la politica regionale



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mese di novembre si apre con la cronaca del sanità day, conclusosi con una inedita unità di intenti da parte dei sindaci del nostro comprensorio. Al termine di una partecipata manifestazione, infatti, un incontro presso la direzione sanitaria dell’ospedale ha permesso ai primi cittadini di fissare degli obiettivi da raggiungere entro la metà di dicembre per tenera alta l’attenzione sulla questione. La rimozione di Massimo Scura in dicembre scombinerà i piani dei nostri sindaci, dai quali oggi ancora aspettiamo notizie in merito all’esito della protesta a oltranza che tanto successo ebbe all’inizio di quel mese. La settimana successiva è il momento di tornare a parlare del sindaco Metropolitano Giuseppe Falcomatà dal quale, nonostante le parole che rilasci al nostro giornale in giugno, contavamo a vedere molti selfie, col suo sorriso plastico degno del Ken più vanitoso, e dirette facebook, ma (ancora!) niente di davvero concreto. Nei giorni successivi, complice il ritorno nella Locride, si fece un gran parlare del giornalista Tommaso Labate “I Rassegnati”, un libro nel quale il cronista politico del Corriere della Sera originario di Marina di Gioiosa Ionica affermava che, per provare a vincere, come successo a Baggio in Italia-Norvegia nei mondiali del ’94, i padri hanno sacrificato la generazione dei quarantenni, che non è mai diventata classe dirigente come lasciato credere in un primo momento ma una generazione angosciata, le cui angosce si sono trasferite sui genitori e, probabilmente, anche sui figli. Il mese, dunque, si conclude con le belle parole di Sergio Rubini, impegnato nelle riprese del film “Via dall’Aspromonte”, che il regista Mimmo Calopresti stava girando nella nostra zona. Questo film - domandammo a Rubini - la presenza di Calopresti e la tua partecipazione al progetto hanno dato nuova linfa vitale al nostro territorio, che ha bisogno di momenti come questo per crescere. Come hai vissuto la Calabria e l’orgoglio del regista nel raccontare i suoi luoghi d’origine? Mi sembra doveroso premettere che io ho fatto molto cinema in Puglia, ma sono mezzo calabrese, perché mio padre è di Castrovillari. Certo, di una Calabria diversa, la Calabria del nord, ma ho qui molto parenti ed è per questo una terra che conosco bene, che amo, e so quanto i calabresi amino la propria terra. Venire a girare qui, per me,

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è stato bellissimo, anche per la natura del film che racconta Calopresti, una storia molto emblematica di questi luoghi. Io credo che il cinema a voi calabresi faccia bene, tanto più che, da pugliese, so quanto bene è stato in grado di fare alla mia regione. Infatti noi abbiamo studiato a lungo il modello portato avanti da Nichi Vendola… Nichi è stato bravissimo: ha avuto la sensibilità di comprendere che con il cinema e con la musica si potesse cambiare la storia di un territorio. È stato anche coraggioso perché si è mosso controcorrente in un periodo in cui, lo ricorderai, un Ministro, Tremonti, affermava che con la cultura non si fa PIL. Invece Nichi ha insistito sulle potenzialità del cinema e della “Taranta” e, con l’aiuto di un sindaco illuminato, Sergio Blasi, è riuscito a realizzare qualcosa di straordinario. Noi vorremmo ripartire da queste esperienze della Puglia o della Basilicata, dove Paride Leporace sta seguendo una percorso di rilancio, dove si sta organizzando Matera 2019, per fare in modo che questi film realizzati in Aspromonte, come questo di Calopresti o “Anime Nere” possano farci seguire le orme di altre aree del meridione. Ma cosa ci serve, ora, per continuare crescere? Ho visto “Anime nere” e l’ho molto amato. Non conosco personalmente né Gioacchino Criaco né Francesco Munzi, ma conosco il loro lavoro e, adesso che loro hanno posto questa prima pietra, voi dovete essere bravi, devono essere brave le istituzioni e, forse, anche la gente del territorio a recepire il cinema non come un intruso ma come uno strumento attorno al quale si possa creare sviluppo. Ho scritto un articolo, dopo un incontro ad Africo vecchio, in cui dicevo che la Calabria non è per tutti, perché penso che non sia facile apprezzare le bellezze di questa terra. Tu come l’hai vista? A me rimarrà il ricordo di una terra in cui c’è una dimensione ancora arcaica che nel sud a poco a poco si sta perdendo. Certo, questa mia impressione è certamente dettata dalla mia natura meridionale, che mi fa ritenere che il sud non debba essere bonificato proprio nel rispetto di questa dimensione arcaica che, una volta eliminata, renderebbe il meridione un posto in cui mettere un gettone per poterlo vedere senza tuttavia viverlo, e questo non è possibile. Qui, invece, c’è ancora una cultura palpitante, viva, che va preservata anche se, ovviamente, ci sono diverse asperità che vanno smussate, regolate. Insomma, ti sei trovato bene? Benissimo, benissimo. Buon viaggio, Sergio, è stato un piacere incontrare una bella persona come te.

Il mese di novembre si apre con un nuovo sanità day, una protesta a oltranza attraverso la quale i sindaci dimostrano grande unità di intenti per risolvere definitivamente un problema annoso per la Locride. Dopo una parentesi politica dedicata al sindaco Falcomatà, ampio spazio dedicato alla cultura con il libro di Tommaso Labate e una poetica intervista a Sergio Rubini venuto a recitare in un film girato nella Locride.

L’emergenza sanità, il Falcomatà Vanitoso, Labate e Sergio Rubini




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apertura di dicembre è dedicata alla visita a sorpresa del premier Giuseppe Conte nella Locride, un viaggio di circostanza, presto trasformatasi nel “gran tour della ‘ndrangheta”. Nonostante cambino gli anni e i governi, infatti, la politica continua a venire nella Locride solo per denunciare i problemi legati alla criminalità organizzata, senza comprendere quali possano essere le chiavi di lettura per lo sviluppo della nostra terra. In quell’occasione Conte promise che sarebbe tornato e, noi, fiduciosi, speriamo che il 2019 porti… Consiglio, al Presidente. Nel numero successivo annunciavamo come, dopo anni di lavoro intenso, le visioni di Sisinio Zito si stanno trasformando in realtà. Finalmente la strada sembra giusta e possiamo sperare che l'alto livello dell’offerta turistica raggiunto da Roccella contagi tutta la Locride. La ragione di tanto entusiasmo? L’annuncio dell’arrivo nel nostro comprensorio del Jovabeach di Jovanotti, che sbarcherà a Roccella il 10 agosto. La notte dell’immacolata, invece, la morte di cinque adolescenti e una madre andati a vedere a Corinaldo il concerto di Sfera Ebbasta scuote le coscienze di tutta Italia. Il nostro pensiero è stato: “Adesso se la prenderanno con il cantante, la sua carriera è stroncata”. Mi sento in colpa per non aver pensato per prima cosa alle vittime e al dolore delle loro famiglie ma a volte la nostra deformazione professionale ci risucchia e smettiamo di pensare di essere umano. Ci siamo lasciati trascinare da quello che sarebbe stato il possibile sviluppo della notizia e dopo poche ore ci siamo rimasti avvinghiati dentro, dimenticando che quella era la lettura sbagliata della tragedia. Questo perché sui social hanno iniziato a riversarsi in maniera convulsa i testi delle canzoni di Sfera Ebbasta. Ostentazione della ricchezza e del consumismo, disprezzo per i perdenti, cultura della droga e del narcisismo e una buona dose di misoginia. Questi i messaggi delle sue canzoni, temi da noi lontani anni luce, e per questo il rifiuto e la condanna sono scattati immediati. Finiamo così anche noi nel vortice che insinua e accusa e che nella foga di insinuare e accusare perde di vista il colpevole. Ci siamo spruzzati a vicenda spray negli occhi, come quello utilizzato la notte dell’Immacolata alla Lanterna Azzurra. Urticante anche il nostro e affatto immacolato. Spray al peperoncino contro il cantante che neppure era presente al momento della tragedia; spray al peperoncino contro i nostri ragazzi che sarebbero destinati inevitabilmente alla perdizione; spray al peperoncino contro la coppia che ha deciso di accompagnare la figlia Gemma di 11 anni ad ascoltare un tizio che, bardato di oro come un santo alla festa patronale, inneggia allo sballo e alla dissipazione. Anche noi abbiamo puntato il dito contro questi genitori. Poi una bambina di 7 anni ci ha aperto gli occhi. È una delle sorelline di Gemma, rimaste a casa con la nonna. Nella bara della madre, morta schiacciata dal peso di altra carne, ha voluto riporre un biglietto “così – ha detto - mamma lo leggerà per sempre”. Un biglietto che ha dentro tutto il candore di cui solo i bambini sono capaci: “Cara mamma mi dispiace che sei morta. Sei la mamma migliore di tutte e mi manchi tanto”. Mentre noi adulti ci azzuffavamo nelle tribune dei media e dei social atteggiandoci chi a genitori modello

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una bambina di 7 anni ci ha intimato un “alt” grande quanto la nostra voglia di ritagliarci a ogni costo uno spazio per proclamarci migliori. Una giovane mamma di 39 anni non c’è più. Quattro bambini e il loro papà soffrono e quella madre che noi abbiamo giudicato incosciente e sconsiderata è la migliore mamma di tutte. Ha fatto da scudo a Gemma per proteggerla, come lei stessa ha raccontato al papà e agli psicologi, e poi, quando ha capito che non sarebbe bastato, l’ha spinta lontana da sé, donandole la vita una seconda volta. Gemma e i suoi fratellini dovranno crescere senza la loro mamma, dovranno fare i conti con il dolore e la rabbia. E poi ci saranno i sensi di colpa di una ragazzina di 11 anni, sensi di colpa certamente sbagliati e ingiustificati ma che purtroppo come fantasmi tormenteranno la sua vita. Presi dalla mania di dover dire indispensabilmente la nostra, ci siamo dimenticati il rispetto per il lutto. Ci siamo dimenticati di chi stava facendo a cazzotti con il dolore. Alla sofferenza di Gemma e della sua famiglia, si aggiunge la disperazione di quei padri e di quelle madri che dovranno cercare di andare avanti senza più i loro ragazzi, morti tra l’assurdo. Un assurdo in cui dentro c’è la spinta implacabile al profitto, fattore principe che ha portato al sovraffollamento della discoteca provocando la tragedia. Quella corsa disperata al profitto, però, ci tocca un po’ tutti. Il corteo di moralizzatori che ha puntato il dito contro i titolari dei locali che hanno fatto entrare troppi ragazzi rispetto alla disponibilità degli spazi, contro il rapper che ha programmato due eventi nella stessa serata alla stessa ora, contro i suoi manager che lo hanno mal consigliato, si sente indenne da questa corsa a un guadagno facile o dalla tendenza a ingannare il prossimo? Chi ha criticato i testi di Sfera Ebbasta ha capito che purtroppo quanto da lui cantato è una fotografia spietata di quello che vivono alcuni dei nostri ragazzi? Ci siamo chiesti perché agli adolescenti di oggi piacciano i messaggi lanciati da Sfera e da altri trapper? Messaggi di una desolazione che fa male al cuore. Sessisti, maschilisti eppure apprezzati dalle ragazze. Perché? Non ci saranno forse radici profonde nella società che anche gli eruditi adulti che ascoltavano i Led Zeppelin e i Rolling Stones hanno contribuito a far attecchire? Quegli adulti che quando Sfera è andato al concertone del Primo Maggio in onda su Rai1 e ha cantato “Sciroppo”, anziché concentrarsi sul lean, ovvero lo sciroppo per la tosse contenente codeina che se mescolato a bevande gassate produce effetti psicoattivi proprio come l’MD, ossia l’ecstasy, ci si è indignati per i due Rolex che portava al polso e per l’outfit Gucci. Adesso si accorgono che le canzoni di Sfera inneggiano allo sballo. Adesso, quando serviva rispetto per i morti. Ancora schock, questa volta politici, chiudono il mese (e dunque l’anno): l’inchiesta “Lande Desolate”, infatti, contesta due episodi di abuso d’ufficio al Presidente della Calabria Mario Oliverio e convince Nicola Gratteri ad accusarlo di corruzione e a chiederne l’obbligo di dimora. Come al solito, prima ancora che si accertino le responsabilità del presidente, sul cui ruolo stiamo ancora aspettando di avere chiarezza, parte una gogna mediatica che dimostra una volta di più quanta rabbia i calabresi abbiano nei confronti di una politica che, fino a poco prima, erano pronti a osannare. Un atteggiamento che, con l’anno nuovo, vorremmo tanto vedere scomparire almeno fino al momento in cui non si abbiano certezze da parte della magistratura…

Dicembre si apre con la visita del premier Conte nella Locride, che ci dispiace vedere impeganto, come i suoi predecessori, nel “gran tour della ‘ndrangheta”. L’annuncio dello sbarco a Roccella del tour di Jovanotti nell’estate 2019 ci fa prendere da un entusiasmo presto spento dalla tragedia di Corinaldo e dall’ennesima inchiesta che coinvolge pezzi grossi della nostra politica regionale, come il presidente Mario Oliverio, di cui si chiede troppo presto la testa…

Coniglio Conte, il Jovabeach, la tragedia di Corinaldo e “Lande desolate”


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Par Condicio Nel più rigoroso rispetto della par condico pubblichiamo la foto di Maria Stella Gelmini con la signora Eulalia Micheli in Laganà. Uno scatto che dimostra una volta di più che quando le donne vanno al potere, soprattutto se militanti di Forza Italia, occupano uno spazio di primaria importanza!

Tre sinistri La scorsa settimana, durante la manifestazione “Rosso Calabria”, abbiamo incontrato i consiglieri regionali del centro sinistra Domenico Battaglia, Sebi Romeo e Gianni Nucera che fanno gli auguri di buon anno ai nostri lettori dopo che gli auguri di Natale erano stati fatti da Mario Occhiuto.

Nozze giornalistiche Giovedì sono finalmente convolati a nozze il nostro direttore Maria Giovanna Cogliando e il suo compagno Rocco Jirilli, il coronamento di una bellissima storia d’amore che ha reso più che mai festosa la redazione del nostro giornale e che ci ha fatto sentire un po’ parte di questa meravigliosa fiaba!

Due bronzi al museo Il vice presidente della giunta regionale della Calabria Francesco Russo posa in questa foto in compagnia del direttore del Museo Archeologico di Reggio Calabria Carmelo Malacrino dopo aver approfittato di questi giorni di festa per fare un’approfondita visita al polo che custodisce i Bronzi di Riace. Latella a confronto I fratelli Angela e Giampaolo Latella, figli del giornalista Antonio “Farfallino” che ha segnato, con la sua ottima penna, le cronache giornalistiche della Calabria, si fanno fotografare a margine di uno dei tanti eventi mondani offerti dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria durante le feste. Togliere ai tifosi per dare ai bisognosi Il presidente regionale degli arbitri, orgoglio sidernese, dopo aver fatto “buttare il sangue” ai tifosi durante il campionato la domenica, si prodiga in un’opera di bene, donandolo il lunedì mattina presso una delle tante postazioni AVIS che si possono trovare nel nostro comprensorio.

Buon gusto musicale Il collettivo musicale Parafoné, in attività oramai da 15 anni, rappresenta una delle band più attive ed innovative del sud Italia che si affaccia sul panorama della nuova world music italiana. In questa foto li vediamo, al gran completo, mentre gustano un buon bicchiere del nostro migliore vino locale. L’eco dei templari Pino Albanese, Pino Afflitto e l’architetto Alessandro Ciprioti, in qualità di membri del locale Kiwanis, si fanno dedicare da Giovanni Pascale, vincitore del Concorso letterario Armando La Torre Città di Siderno, una copia del libro con cui ha conquistato il premio: “La Calabria dei templari”.

Vasche a secco La vasca di piazza Municipio, a Siderno, è purtroppo da più di un mese nelle pietose condizioni che vedete in foto. La totale assenza d’acqua sembra non interessare i commissari, mentre più lettori residenti a Siderno ci hanno chiesto di segnalare la cosa dalle colonne del nostro settimanale.

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Ariete La Luna in congiunzione con Mercurio apre le porte al prossimo anno, amplificando i tuoi talenti che sono la capacità di comunicazione e l’intraprendenza. Una certa mancanza di attenzione e una vena polemica, altre tue caratteristiche, possono crearti tuttavia qualche grave problema.

Toro Forse il 31 dicembre ti converrebbe andare a dormire, per il resto la settimana sarà splendida e il weekend promette di darti due giornate favolose. Si apre uno scenario con l’inizio di gennaio veramente positivo: nel lavoro sarai efficiente, il denaro dovrebbe arrivare. Un inizio promettente. Gemelli Il 2019 inizia con una settimana non brillantissima, in particolare i giorni 3 e 4 ti complicheranno un po’ l’esistenza soprattutto se non darai credito a Marte che ti suggerisce la calma e l’attenzione. Tutti i pianeti importanti sono in stallo, quindi devi arrangiarti con i tuoi doni e talenti Cancro Spesso si dice: calma e gesso. Ecco tu devi fare così. I pianeti sono quasi tutti rovesciati e inqueti salvo Nettuno che è positivo e ti conferisce quel senso di trasformazione e di compassione che fanno di te la persona sensibile che sei. Cerca di non fare cambiamenti strutturali in questo momento. Leone Una settimana luminosa. Anche se il fine anno ti lascia a bocca quasi asciutta, i giorni successivi sono un trionfo di buone opportunità. Puoi organizzarti come ti pare, andrà tutto bene. Non escludo che la dea bendata possa sceglierti! Anche l’amore ti dà una motivazione per sentirti felice. Vergine L’anno appena passato è terminato con un 31 degno e divertente, ma sarà il prossimo weekend che ti offrirà qualche volo pindarico. La settimana si svolge all’insegna del recupero delle feste. Se sei in vacanza ti consiglio di passare in erboristeria e farti preparare una buona tisana detox e relax. Bilancia Tu sei il segno diplomatico per eccellenza ma questa settimana non sei davvero in te. Varrebbe la pena di prendere qualche giorno di ferie per raccogliere le idee e rivedere i progetti. Solitamente hai un caustico spirito critico che non riscuote grandi consensi: devi smettere con i giudizi! Scorpione Il 31 e l’inizio del 2019 sono davvero speciali per te con la Luna nel tuo segno, in congiunzione con Venere aggiunge alla tua capacità seduttiva quella tenerezza che fanno di te una persona speciale. La settimana è positiva e ti prepara per avviarti a una fase di cambiamenti. Fermo nelle posizioni! Sagittario Anche per te la settimana con Luna in Sagittario il 2, 3 e 4 gennaio si apre con Giove (tu sai che lui si occupa della fortuna e del benessere e averlo a fianco è sempre sinonimo di belle cose). Se il 31 non ti soddisfa, puoi sempre rifarti nei giorni successivi. Marte, Giove e Venere rendono la vita facile.

Capricorno Non farti prendere dal solito Marte aggressivo, fortunatamente hai al tuo attivo alcuni pianeti che ti danno una mano. Sei super impegnato sul fronte lavorativo, il momento è positivo e puoi impegnarti (tieni conto dei tuoi limiti) anche sul fronte economico, finalmente potrai pensare al futuro. Acquario Marte, Giove e Venere dal giorno 1 sino a fine settimana sono pronti per darti una mano. Devi solo scegliere le cose giuste al momento giusto. Non facile, vero! Ma con un pizzico di attenzione saprai dare corpo e spessore a ogni progetto anche di nuova nascita. In amore qualche momento indimenticabile. Pesci La superficialità non è ben vista in questo periodo, se vuoi mantenere ciò che hai costruito, sarà necessario che tu eviti di fantasticare (come sempre) e poni l’attenzione su ciò che davvero importa per il tuo benessere. Resta equilibrato tra un sano ottimismo e un blando pessimismo per non fare errori.




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