Riviera nº 13 del 24/03/2019

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Pronto il nuovo libro di Ilario Ammendolia “La ‘ndrangheta come alibi. Dal 1945 ad oggi” un viaggio che prende il via dalla “Repubblica di Caulonia”, riletta alla luce di documenti inediti conservati presso l’archivio di Stato, per poi approdare ai recenti avvenimenti di Riace, due esperienze che finiscono entrambe in “manette”.

Per anni la parola “legalità” è stata un’arma per raggelare ogni primavera pronta a sbocciare in Calabria Iniziando dalla Repubblica rossa di Caulonia la ‘ndrangheta diventa l’alibi per spiegare il mancato intervento dello Stato nel dirimere i problemi che stanno alla base del diffondersi della lebbra mafiosa e della mancata risoluzione della “questione sociale” in Calabria.

A sfruttare l’alibi della ‘ndrangheta, l’antindrangheta dei cavalli di parata che speculano sul clima di paura e di insicurezza per i propri fini. Essi rappresentano gli strumenti usati dall’alto per colonizzare il Sud e per criminalizzare i calabresi senza sconfiggere la mafia.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Uscirà domani il nuovo libro di Ilario Ammendolia dal titolo “La ‘ndrangheta come alibi. Dal 1945 ad oggi” un tentativo di demolire il tòpos del calabrese criminale e connivente con cui troppo spesso si è tentato di giustificare le soperchierie e le porcherie subite, tra l’impassibilità generale, da un intero popolo. Un viaggio - a tratti drammatico, a tratti affascinante - lungo 73 anni, che prende il via dalla “Repubblica rossa di Caulonia” per approdare a “Riace”. Perché ha scelto questi due vicende l’una come punto di partenza e l’altra di approdo? La “Repubblica rossa di Caulonia” è stata la spia di un malessere sociale che ha visto la trasformazione degli “scarti” della società in ribelli. Riace è l’esperienza di un sindaco e di un Paese che si inserisce positivamente nella problematica attuale dell’Italia e del mondo con lo sguardo rivolto agli “scarti” dell’umanità. Entrambe le esperienze finiscono con le “manette” e non è un caso. In entrambi i paesi, infatti, la parola “legalità”, per come tento di dimostrare nel libro, si trasforma in un’arma per raggelare ogni primavera che cerca di sbocciare in Calabria e nei Sud d’Italia e del mondo. Nella cornice di una mera conservazione dello status quo! La Repubblica rossa di Caulonia finì con l’essere bollata come una nefandezza di mafia, una “repubblichetta” di ’ndrangheta. Cosa fu, invece? Incomincio con il dire che nel libro sono pubblicati, per la prima volta, molti documenti inediti conservati presso l’archivio di Stato. Aggiungo subito che i mafiosi agiscono nelle tenebre e non sfilano nelle strade al canto dell’Internazionale. Qualche mafioso (più ribelle che uomo di malavita) all’interno della “repubblica” c’è stato, anche e soprattutto a livello dirigente, ma i protagonisti furono un esercito di “straccioni” costretti a vivere per secoli nel sottosuolo della società. Contro di Loro il generale Brunetti ha proposto di mandare mille uomini, cannoni, carri armati

e mezzi blindati. La grandezza o la miseria della Repubblica di Caulonia deve essere misurata tenendo conto di questi uomini scalzi e con le pezze al culo che hanno avuto il coraggio d’un sogno. La repressione generalizzata e violenta non è stata contro i “maffiosi” ma contro gli umiliati della società. Lo “Stato” che aveva causato la morte della “meglio gioventù” del Paese (circa trecento ragazzi sui venti anni nei conflitti guerre del secolo scorso) si rendeva responsabile di un’operazione di guerra contro un territorio debole e una popolazione emarginata. Iniziando dalla Repubblica rossa di Caulonia la ndrangheta diventa l’alibi per spiegare il mancato intervento dello Stato nella risoluzione dei problemi che stanno alla base del diffondersi della lebbra mafiosa e della mancata risoluzione della “questione sociale” in Calabria. In un capitolo del suo libro narra della strage di Melissa nell’’ottobre del 1949. Una strage in cui furono recise tre giovani vite. Quali furono le conseguenze, per il popolo calabrese, di quella repressione? A Melissa gli uomini dello Stato fecero ciò che la banda Giuliano fece a Portella della Ginestra e nessuno pagò per il crimine commesso. Le forze dell’ordine (?) uccisero tre contadini inermi e ne ferirono molti di più. Spararono sugli asini e sfondarono i barili e le sporte, stroncando con la violenza il protagonismo popolare! Sui calanchi argillosi di Fragalà, che i contadini avevano appena arato, fu uccisa la speranza dei calabresi. La ndrangheta nasce da quella sconfitta storica perché da quel momento in poi, molti pensarono di risolvere il proprio problema “arrangiandosi” individualmente piuttosto che con l’unità del popolo calabrese. Un altro capitolo è dedicato all’operazione Marzano. Quali furono i reali intenti di quell’operazione? L’operazione Marzano non vuole e non può sconfiggere la ndrangheta ma soltanto farne uno strumento dello “Stato” nella lotta contro le “classi pericolose”. Vengono sconfitte le cosche ribelli a vantaggio della mafia di “Stato”. L’operazione Marzano ebbe una naturale conclusione nel summit di Montalto a cui parteciparono circa duecento ndranghetisti graduati e tre incappucciati e quest’ultimi non erano certamente dei cittadini anonimi.

Una vicenda che come altre coinvolse vittime vere e “guardie false” fu il rapimento di Cesare Casella. Cosa ci insegna ancora oggi Angela Casella? Dopo Montalto, lo “Stato” assicurò alle cosche vincenti, protezione e impunità. L’orrenda stagione dei sequestri di persona è la dimostrazione chiara di quanto sto dicendo. Angela Casella fu una madre che rifiutò di assistere passivamente alla trattativa per la liberazione di Cesare come si fosse trattato della compravendita di un vitello. La sua determinazione e il suo coraggio furono visti con fastidio dai servizi deviati ma contribuirono alla liberazione del figlio. Dimostrò che nella gestione dei sequestri c’era qualcosa di oscuro e che spesso - molto spesso - le “guardie” erano complici dei “ladri” e il sequestro “Ghedini” fu un altro tassello del mosaico che si costruì in quegli anni. A partire da quando i “terroni” calabresi divennero criminali? Quando le rimesse degli emigranti e le braccia dei nostri braccianti furono impiegate a costruire il miracolo economico del Nord, il nostro tessuto produttivo fu completamente distrutto e la civiltà contadina sostituita dal nulla. Certo la mafia contribuì e non poco al sottosviluppo della Calabria e del Sud ma solo perché protetta da alti esponenti del “potere”. Sono sempre più convinto che se lo Stato lo avesse veramente voluto, muovendosi nei limiti della Costituzione, la ndrangheta sarebbe stata debellata in pochi giorni. C’è un’istituzione che più delle altre ha sfruttato l’alibi della ‘ndrangheta per costruire carriere? L’antindrangheta militante si divide in due parti: quella dei muli da lavoro e quella dei cavalli di parata. C’è stata (e c’è) tanta gente che è morta oppure ha lasciato la nostra terra per non piegare la testa dinanzi alla mafia. Poi ci sono i cavalli da parata a cui la ndrangheta non ha mai forato neppure una ruota della bicicletta ma che speculano sul clima di paura (a volte giustificata) e di insicurezza per i propri fini. Tuttavia neanche costoro sono i veri protagonisti di questo momento storico: rappresentano invece gli strumenti usati dall’alto per colonizzare il Sud e per criminalizzare i calabresi senza sconfiggere la mafia. Certo la crisi drammatica e persino imbarazzante della “politica” calabrese ha sbilanciato gli equilibri

tra i poteri dello Stato a vantaggio di quelli non elettivi e non democratici. Come è possibile porre un freno a questa degenerazione? Attuando la Costituzione partendo dall’articolo 3 della stessa. Rispettando lo Stato di diritto e mettendo fine allo stato di emergenza. Invece s’è imboccata la strada opposta e probabilmente la “secessione dei ricchi” porterà alle estreme conseguenze una questione meridionale ormai incancrenita. Si ritiene che i Bruzi siano i progenitori degli odierni calabresi. Un luogo comune, non suffragato da alcuna fonte storica, vuole che fossero Bruzi i soldati della Legio X, ovvero quelli che uccisero Cristo. Quindi si è partiti dal calabrese Bruzio nemico di Roma e uccisore di Cristo, si è poi passati al calabrese brigante e infine al calabrese ‘ndranghetista e connivente. Cosa sarà il calabrese in futuro? Intanto si ritiene sbagliato! I calabresi hanno scritto e scriveranno pagine gloriose di storia. Lo hanno fatto sudando sangue in questa nostra terra certamente difficile. Lo hanno fatto nelle miniere in cui hanno lavorato e in cui sono morti. Lo hanno fatto faticando come muli in ogni angolo d’Italia e del mondo. Questi sono i calabresi! Aggiungo: altro che mafiosi! Eppure dobbiamo comprendere perché esiste una parte del nostro popolo che invoca i colonizzatori e gli oppressori. Paesi che applaudono Salvini. C’è poco da criminalizzare perché costoro sono il frutto d’una sconfitta storica che c’è stata inferta e che porta molti calabresi ad avere un’immotivata sfiducia in loro stessi! Cercano un “protettore” e alcuni di loro un “padrone”. La stessa logica di coloro che cercano un protettore nella mafia e contro la mafia. Il calabrese del futuro sarà quello che oggi noi sapremo mettere in campo! La nostra fierezza è come un fiume carsico che sparisce ma poi rispunta più forte di prima! Ieri a Caulonia o a Melissa, quindi a Milano, a Torino ad Adelaide o a Toronto e oggi a Riace! Noi abbiamo il compito di dimostrare a noi stessi e al mondo chi realmente siamo. Lo dobbiamo ai nostri figli. Cosa si aspetta da questo libro? Nulla! Se non la speranza di aver suscitato qualche dubbio e provocato qualche riflessione utile a prendere coscienza della dura realtà liberandoci dal pensiero unico che ci vuole a tutti i costi oziosi, brutti e criminali!


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attualità

MERIDIONE

L’Associazione Pendolari Jonica chiede l’attivazione di un diretto per Milano

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LOCRI

Il Liceo Classico protagonista del quiz “Per un pugno di libri” Il Liceo Classico di Locri sarà protagonista della puntata di “Per un pugno di libri” che andrà in onda sabato 30 marzo, alle ore 18, su Rai 3. Il noto quiz televisivo, ormai giunto alla sua XX edizione, mette in palio libri per le due classi scolastiche concorrenti in ogni puntata e provenienti da tutte le regioni d’Italia e la nostra VC dovrà infatti vedersela con la IIIA del Liceo Classico “Giacomo Leopardi”

di Recanati. Non si scambi il programma condotto da Geppi Cucciari per un semplice semplice quiz televisivo, dal momento che uno dei fini del programma è proporre nuove letture al pubblico che segue da casa. Inoltre, ciascuna puntata si identifica con un libro particolare, generalmente un classico della letteratura internazionale, che i concorrenti sono tenuti ad aver letto e su cui si incentra-

no la maggior parte delle sfide. Al centro della puntata in cui saranno protagonisti i ragazzi di Locri, infatti, ci sarà il romanzo “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad. Saranno in grado battere i colleghi delle Marche e portare a casa l’ambito premio in preziose letture? Non ci resta che sintonizzarci su Rai 3 la prossima settimana per scoprirlo.

SIDERNO

Oliverio a Pedà: “Casa della salute di Siderno collaudata entro il 2021” Fino a marzo 2010, la linea ferroviaria jonica era percorsa da treni di qualità a lunga percorrenza sia diurni che notturni da e per Roma, Milano, Torino e Bari, treni questi che non solo riuscivano a coprire le loro spese ma, in alcuni periodi dell’anno, venivano affiancati da treni straordinari visto il gran numero di utenti che ne usufruiva. I residui treni a lunga percorrenza rimasti, dopo quella data, furono soppressi tra il dicembre 2010 e il dicembre 2011, lasciando la linea totalmente priva di treni a lunga percorrenza fino al 9 giugno 2013, quando dopo numerose segnalazioni di protesta fu istituita una coppia di intercity tra Reggio Calabria e Taranto. Questa coppia, che garantisce il collegamento con cambio al nord Italia, resta insufficiente a rispondere a una domanda comunque alta da parte dell’utenza jonica, che chiede pertanto, per mezzo dell’Associazione Pendolari Jonica, l’istituzione di una coppia di ICNotte da e per Reggio Calabria C.le - Milano C.le e una di IC diurna da e per Roma Termini - Reggio Calabria C.le seguendo l’itinerario via Roccella Jonica, Catanzaro Lido, Crotone, Sibari e Taranto senza rottura di carico. Si sottolinea in tal modo il bisogno urgente di collegamenti diretti in un territorio che ancora oggi resta carente di tutto, soprattutto in materia di istruzione, sanità e di opportunità di lavoro. Le due coppie, oltre a unificare l'intero arco jonico da Reggio Calabria fino a Taranto, andrebbero ad assicurare anche due collegamenti giornalieri tra Calabria, Basilicata e Puglia, costituendo una nuova opportunità di spostamento per i residenti delle regioni più povere d’Italia. Per questa stessa ragione, l’APJ chiede inoltre che solo i viaggiatori diretti oltre Taranto vengano tassati col supplemento rapido, prevedendo, per coloro che si muoveranno tra Reggio e Taranto e viceversa (ossia i pendolari che hanno un abbonamento), la tassazione con tariffa ordinaria di uguale importo a quella regionale al fine di garantire loro l'utilizzo di queste due coppie di intercity a copertura degli eventuali buchi che li penalizzerebbero nel tragitto di rientro dal lavoro. Un’agevolazione che, oltre a garantire una maggiore affluenza, servirebbe a riavvicinare tanta utenza che negli ultimi anni è stata persa, risultando un notevole vantaggio anche per le stese ferrovie.

Secondo un cronoprogramma trasmesso dall'ASP di Reggio Calabria alla Regione, la Casa della salute di Siderno dovrebbe essere collaudata entro il mese di dicembre del 2021. I ritardi nell'esecuzione dell'opera per la quale era stata stipulata apposita convenzione tra la stessa Regione e l'ASP nel novembre 2017 sarebbero stati determinati da una serie di adempimenti burocratici effettuati solo recentemente. È quanto si evince dalla risposta che il presidente della giunta regionale Mario Oliverio ha dato al consigliere Giuseppe Pedà, che aveva domandato per quale ragione non fosse ancora stato erogato i finanziamento di circa 10 milioni previsto dalla convenzione stilata nel novembre del 2017. Una problematica di particolare importanza non solo per Siderno ma per

l'intero sistema sanitario della Locride, considerata anche la bufera scatenatasi sull’ASP di Reggio proprio nelle ultime settimane. Lo studio di fattibilità della Casa della salute di Siderno risale già al settembre del 2012, cui nel 2013 era seguita la stipula di una prima convenzione utile a “regolare” il finanziamento. Come spesso accade, tuttavia, arrivarono subito i primi intralci burocratici, determinati dalle preliminari verifiche sismiche della struttura i cui esiti giunsero solo nel febbraio 2016. Ulteriori intoppi furono poi rappresentati dall'entrata in vigore del nuovo codice degli appalti pubblici, che avrebbero ritardato la firma della nuova convenzione fino allo scorso anno, che dovrebbe finalmente aprire la strada alla realizzazione dell'attesa struttura.

GIOIOSA IONICA

Recuperate il “Ponte blu”!

Tra Gioiosa Ionica e Marina di Gioiosa si trova un piccolo ponte di collegamento, chiamato “il Ponte blu”, segnalatoci di Vincenzo Logozzo che, a dispetto delle dimensioni e, soprattutto, delle condizioni in cui versa, risulta ancora utilissimo e molto utilizzato da moltissimi automobilisti. Non sarebbe dunque il caso di allargarlo e metterlo in sicurezza per facilitare il transito delle vetture?

CAULONIA

Ritrovata la statua di Sant'Ilarione Nell’ottobre dello scorso anno, la comunità caulonese veniva a conoscenza del furto della Statuetta in legno, dipinta a mano, raffigurante S. Ilarione Abate, risalente al periodo compreso tra fine del 1700 e gli inizi del 1800, di proprietà della Curia Vescovile Locri-Gerace. La statua è stata asportata da ignoti ad agosto, ma solo il primo ottobre 2018 il frate eremita francese Frederic Vermorel, custode dell’Eremo di Sant’Ilarione, sito in C.da San Nicola, venendo a conoscenza del furto, formalizzava la denuncia presso la Stazione Carabinieri di Caulonia. L’evento suscitava parecchio sgomento non solo nella cittadinanza, assai devota a quel Santo, peraltro patrono del Comune ma per l’intera popolazione della diocesi LocriGerace, rimasta attonita da un tale ignobile ed inaspettato gesto. Le ricerche sono durate alcuni mesi e solo il 17 marzo 2019, per la soddisfazione degli operanti e la gioia dei fedeli, la statua è stata ritrovata, grazie alla segnalazione di un cittadino che l’ha rinvenuta occultata all’interno di un sacco di plastica di colore nero dinanzi il portone principale del santuario “Maria SS delle Grazie” di Roccella Jonica. La statua sarà riconsegnata alla Curia Vescovile per essere riabbracciata dai devoti. Il rinvenimento non ha determinato la conclusione delle indagini che proseguiranno al fine di identificare gli autori del furto.


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La notizia della cancellazione del provvedimento del gip a carico del governatore Oliverio sembra aprire una nuova stagione per tutti i calabresi. Lascia interdetti, tuttavia, il comportamento di uno Stato che prima condanna senza appello e poi definisce “assurde” e “prive di fondamento giuridico” le sue stesse scelte. Un atteggiamento che non ha niente a che fare con la vera giustizia e che non fa altro che favorire la crescita della criminalità organizzata.

Bentornata primavera! Questa di Oliverio è una vicenda grave, che deve far riflettere, anche perché ha subito un processo mediatico vigliacco e immeritato. Dagli scioglimenti poi revocati dal Tar del Lazio alle assoluzioni di gente per bene che ha dovuto subire anni di umiliazioni, la Calabria è diventata un luogo dove non si capisce chi sta dalla parte giusta e chi dalla parte sbagliata.

ROSARIO VLADIMIR CONDARCURI entornata primavera! Speriamo che la notizia che abbiamo letto e riletto il 21 marzo, che riguarda Mario Oliverio e tutti i calabresi, sia il segnale di una nuova stagione. La Cassazione “cancella” senza rinvio il provvedimento del gip a carico del governatore della Calabria. Lo stesso procuratore generale ha definito «assurdo» il soggiorno obbligato cui è stato costretto per 90 giorni. Ricordiamo che il 17 dicembre, nei confronti del Presidente della Regione, era scattato il provvedimento di obbligo di dimora emesso dal gip distrettuale di Catanzaro a seguito delle risultanze dell’inchiesta “Lande desolate” su presunte irregolarità nella gestione degli appalti relativi alla costruzione dell’aviosuperficie di Scalea, agli impianti di risalita della Sila e a Piazza Bilotti a Cosenza. La decisione presa oggi è una riabilitazione giudiziaria senza appello da parte del procuratore generale della Cassazione che nel corso della sua requisitoria ha definito lo stesso provvedimento a carico di Oliverio «privo di fondamento giuridico», come poi ripetuto più volte dagli stessi avvocati del governatore, Enzo Belvedere e Armando Veneto. Abbiamo scritto in quei gironi che lo stesso presidente, una volta comunicata la decisione del tribunale, reagì in modo forte e autorevole, annunciando lo sciopero della fame e dichiarando che in Calabria non esistono divinità né nella magistratura né nella politica, che non avrebbe consentito a nessuno, nemmeno a Gratteri, di infangare la sua immagine e la sua vita politica segnata da trasparenza e spirito di servizio nella lotta alla criminalità. Parole forti, di chi è consapevole di aver sacrificato molto per la politica, quella politica fatta di servizio ai cittadini, quella politica svolta con etica e impegno come facevano i vecchi compagni. Questa di Oliverio è una vicenda grave, che deve far riflettere, anche perché ha subito un processo mediatico vigliacco e immeritato. Per certi aspetti simile a quanto accaduto in Basilicata, e anche in tutta la

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Calabria. Dagli scioglimenti poi revocati dal Tar del Lazio alle assoluzioni di gente per bene che ha dovuto subire anni di umiliazioni. La Calabria è diventata un luogo dove non esiste più il bianco e il nero, dove non si capisce chi sta dalla parte giusta e chi dalla parte sbagliata, dove tutti, soprattutto chi fa politica, rischiano di essere arrestati o sciolti per infiltrazioni mafiose. In questo contesto, come affermava lo stesso presidente, se tutto è mafia, niente è mafia. Oggi il problema più grave è proprio questa situazione, dove organi dello Stato accusano e altri organi dello Stato smentiscono, annullano e rigettano. La confusione che ha creato questo stato di cose è alla base di una tendenza che porta le persone perbene, che molto potrebbero dare alla politica, a lasciar fare ad altri meno dotati, sia intelletualmente sia eticamente. Una situazione che, sembra un paradosso, favorisce chi agisce nell’ombra, chi pratica il malaffare e la corruzione. Lo Stato che si combatte al suo interno rende un vantaggio alle mafie che cercano di indebolirlo. Questo succede in Calabria nel 2019 e ciò ci conduce a un grosso interrogativo, ci spinge a chiederci quale sia la parte giusta, da quale parte dello Stato dobbiamo schierarci. Le parole del presidente della cassazione «assurdo» e «privo di fondamento giuridico» ci fanno interrogare su quali siano stati i motivi di questa richiesta, cosa ci sia dietro un’azione che poi un altro giudice definisce in questo modo. Niente a che fare con la giustizia, niente a che fare con la legalità, niente a che fare con la voglia di uscire da questa situazione dei calabresi. La gente è stanca, la incontro sul corso, nei bar, nei luoghi pubblici, non sa più a chi credere, non sa più da che parte stare. Possiamo solo dire di no alle inquisizioni ideologiche che pregiudicano la giustizia giusta. Ecco, speriamo che questa primavera porti una nuova aria per questa Regione, che finiscano le lotte intestine tra organi dello Stato, che non ci sia più una contrapposizione tra magistrature e prefetture, che si ritrovi un dialogo tra prefettura e comuni che porti a meno scioglimenti, che ci sia un governo che dedichi attenzione a questi aspetti che, lo ribadiamo, favoriscono solo la crescita della criminalità organizzata. Bentornato alla guida della Calabria, Mario Oliverio.

È facile parlare sempre per gli altri… Abbiamo fatto notare più volte che commissariamento fa rima con fallimento, ma non dimentichiamo che elezioni purtroppo non fa rima con successo. Soprattutto in Calabria. Nel corso dei prossimi mesi dovremmo ricordarcelo e magari passarci una mano sulla coscienza. Le procedure democratiche, come tutte le procedure, favoriscono un certo tipo di risultato, ma certamente non lo garantiscono: per ottenerlo serve l'impegno degli elettori, che poi saremmo noi. Il primo passo sono proprio le prossime amministrative di maggio. In fondo, è dai comuni che inizia (o dovrebbe iniziare) la selezione della classe politica. Proprio qui storicamente tutti i cultori del grottesco hanno avuto le maggiori soddisfazioni, al punto che Antonio Albanese, sceneggiando un film per il per-

sonaggio di Cetto La Qualunque, l'ha immaginato candidato a sindaco in un comune calabrese. Non è certo questione di titoli accademici o di finezze intellettuali: quello che colpisce dei candidati, nella finzione come nella realtà, è il totale candore con cui si parla di alcune cose (che al massimo andrebbero confessate in segreto) e si esibisce con protervia la propria inadeguatezza al ruolo, contando sul noto effetto psicologico per cui se fai la figura del cretino i compaesani penseranno che sei uno come loro. Comprenderete come questo non sia molto lusinghiero per nessuno di noi. Una buona parte del problema, secondo noi, consiste nel fatto che, quando le scadenze elettorali si avvicinano, tutti si fanno prendere dalla febbre della vittoria, ma non comprendono che dopo la vittoria alle elezioni non c'è una coppa da mettere

in vetrina, ma una serie di problemi che si dovrebbe essere in grado di risolvere. L'ex sindaco, il vecchio politico o lo smaliziato presidente di associazione che lavora dietro le quinte per mettere su le liste (una figura familiare a chiunque conosca le dinamiche della politica locale) dovrebbe rendersi conto che, oltre che alla soddisfazione personale, dovrebbe puntare anche a risolvere (o almeno ad affrontare) qualche questione amministrativa e politica: territori e bilanci comunali sono in dissesto, il personale è ridotto all'osso con la bomba a orologeria delle scadenze contrattuali per gli LSU, la 'ndrangheta è in agguato e la Prefettura rischia di rappresentare il fuoco amico, molti cittadini non sono raggiunti dai servizi cui avrebbero diritto. Il peracottaro di turno con tanti amici non serve a niente, aggraverà le cose. Ci vuole gente preparata,

intelligente, flessibile e soprattutto di un qualche spessore politico. Parlare di amministratori comunali, infatti, da quando la legge Bassanini ha delegato tutti i compiti di amministrazione propriamente detti ai funzionari e ai dirigenti comunali, riservando agli organi elettivi l'indirizzo politico e poche altre decisioni, è fuorviante: il sindaco, l'assessore, il consigliere comunale devono essere in grado di alimentare il consenso dei concittadini, di promuovere l'immagine della comunità, di discutere in ogni sede per tutelarne gli interessi. Parlare male dei commissari scelti dagli apparati ministeriali è troppo facile, se poi quando tocca a noi non facciamo molto meglio… E tu (se a maggio andrai al seggio) per chi vorresti votare? Gog&Magog


INTERVISTA

a Bruno Bartolo

Non solo candidati giunti da fuori. San Luca potrà finalmente contare su un aspirante sindaco nato e cresciuto nelle sue contrade con alle spalle un passato politico di tutto rispetto. Si tratta di Bruno Bartolo che ha annunciato che è già al lavoro per mettere su una squadra con cui presentarsi alle prossime elezioni.

“Mi candido perché San Luca è stato abbandonato da tutti, partiti in primis” “Nei primi 30 giorni mi impegnerò a riattivare una strada che conduca al santuario di Polsi. Altra questione da affrontare con urgenza è la scuola. Mi batterò affinché venga avviato un percorso per far sì che i nostri ragazzi siano orgogliosi della loro identità che va ricreata dopo anni di bugie e diffamazione”.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Quando Bruno Bartolo era un ragazzino a San Luca si avvertiva ancora solido il senso di comunità, un impulso vitale che si faceva forza nello stare insieme. Allora il lavoro, la politica, ogni aspetto della quotidianità erano impregnati di un vibrante senso del “noi”. In questo ambiente vivo e sano Bruno Bartolo è cresciuto e si è formato. Per anni è stato infermiere caposala e per tutto il resto della sua vita “infermiere a domicilio”: accorreva lì dove c’era bisogno di lui, sempre a disposizione in forma gratuita per i suoi concittadini. Dal 1980 al 1984 è stato assessore a San Luca e dal 1990 al 2000 vicesindaco; inoltre, è stato segretario del partito socialista per oltre un ventennio e tra coloro che hanno voluto fortemente la Fondazione Alvaro. Oggi, dopo 6 anni di assenza di un sindaco a San Luca, ha deciso di candidarsi alle prossime amministrative. Perché ha deciso di candidarsi e perché lo ha fatto adesso e non nelle precedenti tornate elettorali quando c’è stata la possibilità di farlo? Ho deciso di candidarmi perché in quanto cittadino di San Luca l’ho ritenuto un dovere in un momento in cui San Luca è stato abbandonato da tutti, partiti in primis. Amo il mio paese e sono orgoglioso di appartenere a questa comunità. Se non mi sono proposto prima è perché ho voluto lasciare spazio ai giovani: ho sperato fino all’ultimo che si facessero avanti per energie sane e fresche. Ma evidentemente i nostri giovani saranno rimasti “impauriti” dalla decisione, presa il 17 maggio di sei anni fa dall’allora Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, di sciogliere il consiglio comunale di San Luca una settimana prima delle elezioni, dopo un’intesa campagna elettorale dei due candidati a sindaco che cadde ingiustamente nel vuoto. E tutto questo per una legge che va modificata: non è più sopportabile la leggerezza con cui si procede allo scioglimento di un consiglio comunale dietro l’altro. Ha messo in conto che, una volta eletto, potrà bastare una parentela scomoda o anche un caffè preso al bar con un pregiudicato perché venga sciolto il consiglio comunale? Da sindaco continuerò a condurre la vita di sempre, a testa alta e schiena dritta. Non è tollerabile che non ci si senta più liberi di andare al bar, a un matrimonio o a un funerale. Quali saranno le questioni che affronterà nei primi 30 giorni di mandato? San Luca ha un santuario mariano tra i più importanti della Calabria, il santuario di Polsi. Non è accettabile che i fedeli non possano recarsi a pregare o a sciogliere un voto a causa della mancanza di una strada. Mi impegnerò subito, qualora verrò eletto, con Calabria Verde, con la Prefettura affinché venga riattivato uno dei percorsi disponibili. Ma non era stato stanziato un finanziamento per la strada di collegamento al santuario Polsi? Esatto, ma non si parla più di quel finanziamento. Sarà mio impegno, una volta sindaco, chiede-

re un immediato incontro al Presidente della Giunta regionale e all’Assessore ai Lavori Pubblici per sapere che fine ha fatto quella pratica. Altre priorità? Le infrastrutture, con particolare attenzione alla viabilità rurale. San Luca ha ettari ed ettari di uliveti secolari abbandonati per mancanza di una strada. C’è un profondo disinteresse da parte delle istituzioni nei confronti dei centri interni. Per questo vorrei puntare a un’ “Unione dei comuni della Vallata BonamicoCareri” affinché i servizi vengano suddivisi: non tutto deve essere appannaggio dei paesi costieri. San Luca in questo momento ha lo sportello del lavoro, ebbene diamo qualcosa a Platì, a Careri, a Benestare… i centri interni vanno aiutati! Mi impegnerò, inoltre, ad avviare un rapporto proficuo con l’Ente Parco Aspromonte. San Luca, dopo Reggio Calabria, è il territorio più vasto della provincia: ha un’estensione di 10.210 ettari. Altra questione da affrontare con urgenza è, poi, la scuola. Il problema delle scuole a San Luca è un problema che accomuna tutta la Locride: i nostri bambini non usufruiscono delle strumentazioni che invece hanno a disposizione i bambini della scuole di Milano, Torino o Roma. Mi batterò affinché i nostri ragazzi abbiano tutto il necessario a garantire loro il conseguimento degli standard fondamentali di conoscenze e competenze. Nelle nostre scuole va avviato, inoltre, un percorso per far sì che i nostri ragazzi siano orgogliosi delle loro radici, della loro identità che va ricreata dopo anni di bugie e diffamazione. Va smontato il mito del “sanlucoto ‘ndranghetista” e bisogna farlo a partire dai banchi di scuola. San Luca vanta un pezzo importante del Novecento italiano: in letteratura spicca tra tutti Corrado Alvaro che ha fatto conoscere San Luca al mondo; altra figura di estrema importanza e Padre Stefano De Fiores, un mariologo di fama internazionale, esperto conoscitore della teologia e del culto della Vergine. Partendo da queste due figure si può costruire un valido percorso culturale che cancelli i falsi miti su San Luca? Qualcosa è già stato fatto, basti pensare alla

Fondazione “Corrado Alvaro”. Come ho ribadito più volte, però, Corrado Alvaro non aveva bisogno di una fondazione per essere riconosciuto. Se Alvaro varrà come scrittore, ce lo dirà la storia. L’importante non è che San Luca faccia conoscere Alvaro ma che Alvaro, attraverso le sue opere, mostri la parte migliore di San Luca. Quando secondo lei San Luca è diventato nell’immaginario collettivo il paese della ‘ndrangheta e non più di Corrado Alvaro? Per anni San Luca è stato utilizzato come un parafulmine: quando serviva distogliere l’attenzione dai problemi importanti, puntualmente si sollevavano polveroni. Così, in fondo, è successo un po’ in tutta la Locride. C’è chi le ha già proposto un confronto con gli atri candidati, ci andrà? Mi confronterò con gli altri candidati una volta che saranno presentate le liste, fino ad allora nessun candidato è ufficiale e non ha senso alcun confronto.


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All’inizio del mese si sono aperte le richieste per il Reddito di Cittadinanza, ma sono pochi i cittadini della Locride che hanno potuto farne richiesta. Per capire perché e, soprattutto, se la misura del governo cambierà le sorti del nostro comprensorio, abbiamo intervistato Giuseppe Gullace, membro del Centro per l’impiego di Locri, che ci ha spiegato quale sia la condizione occupazionale del territorio e a quali (stringenti) condizioni il provvedimento potrebbe considerarsi un successo.

“Il Reddito di Cittadinanza funzionerà solo se accompagnato da politiche occupazionali serie” In un anno, nel 2018, i disoccupati dei 42 comuni ricadenti nell’ambito territoriale di competenza del Centro per l’Impiego di Locri sono aumentati del 14%, arrivando a quota 34.178, mentre gli occupati sono diminuiti del 7%. Rispetto alla popolazione attiva, pari a 89.021, il tasso di disoccupazione si attesta al 38,4%. La Locride, però, resta un territorio dalle enormi potenzialità inespresse.

Dallo scorso 6 marzo è possibile fare richiesta per il Reddito di Cittadinanza, un provvedimento governativo che, sulla carta, dovrebbe cambiare le sorti della nostra regione. A dispetto del bassissimo reddito pro capite calabrese, tuttavia, pare che le domande presentate siano davvero pochissime. Sa dirci di che dati parliamo? Non conosco esattamente i numeri ma, dalle notizie che circolano, sembrerebbe che la Calabria, nonostante il basso reddito pro capite e l’alto tasso di disoccupazione, non sia ai primi posti per domande presentate. Evidentemente i requisiti previsti per richiedere il Reddito di Cittadinanza non consentono alla stragrande maggioranza dei disoccupati calabresi di accedere a tale misura. Tra i requisiti reddituali e patrimoniali previsti, infatti, oltre al valore dell’indicatore della situazione economica equivalente inferiore a € 9.360, sono previsti limiti sia per il patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a € 30.000, sia per il patrimonio mobiliare non superiore a € 6.000, che aumenta in presenza di figli e di persone con disabilità. Mentre il solo indicatore ISEE consentirebbe un elevato numero di adesioni, gli altri due requisiti limitano di molto le richieste. Il nostro territorio è stato caratterizzato da un forte inve-

stimento nel “mattone” e da una propensione al risparmio, spesso anche a costo di sacrifici. Oggi, tantissimi disoccupati si trovano proprietari di immobili, che magari non producono alcun reddito, ma che non consentono loro di presentare la domanda. Qual è la situazione sia lavorativa sia assistenzialistica nella Locride e come pensa che possa cambiare il panorama una volta che sarà erogato il reddito? In un anno, nel 2018, i disoccupati dei 42 comuni ricadenti nell’ambito territoriale di competenza del Centro per l’Impiego di Locri sono aumentati del 14%, arrivando a quota 34.178, mentre gli occupati sono diminuiti del 7%. Rispetto alla popolazione attiva, pari a 89.021, il tasso di disoccupazione si attesta al 38,4%. La Locride, però, ha anche grandi potenzialità, che se sfruttate appieno potrebbero far abbassare notevolmente il tasso di disoccupazione. Non so se lo strumento del Reddito di Cittadinanza, così come concepito, possa veramente cambiare lo scenario lavorativo del nostro territorio. Bisogna creare opportunità di lavoro, appunto, in rapporto a ciò che il territorio offre, coinvolgendo tutti gli attori, pubblici e privati, ognuno per quanto di competenza. L’analisi del contesto, dei fabbisogni formativi e occupazionali delle aziende è alla base di qualsiasi pro-

grammazione di politica attiva. L’elemento che lascia perplessi gli analisti in merito all’effettivo buon esito del reddito di cittadinanza è il funzionamento da sempre claudicante dei centri per l’impiego, che dovrebbero essere il cuore pulsante di questa iniziativa. Al centro di Locri che aria si respira? I Centri per l’Impiego hanno svolto e svolgono le funzioni e i compiti previsti dalla relativa normativa. Negli anni sono stati oggetto di numerose riforme che dovevano servire a trasformarli da meri uffici burocratici a soggetti attivi nella ricerca di lavoro. Purtroppo, la realtà è che tali uffici non sono mai stati messi nelle condizioni di operare per come avrebbero dovuto e potuto. Il Centro per l’Impiego di Locri, per fortuna, è un ufficio abbastanza ben organizzato, con personale professionalmente preparato e disponibile ad affrontare qualsiasi sfida che possa favorire l’occupazione e lo sviluppo del territorio. È stato dichiarato che il buon esito dell’iniziativa di governo sarebbe dipeso dall’inserimento nei centri per l’impiego dei “navigator”, professionisti che dovrebbero seguire i richiedenti nel loro percorso di assistenza e, soprattutto, ricerca di un impiego ben retribuito. Quanti spetterebbero al centro di Locri e quanti effettivamente ne sono arrivati o ne arriveran-

no? Non entro nel merito della scelta del Governo sui “navigator”, però sembra che tali figure siano ancora in alto mare. Dai 6.000 previsti sembra si sia passati a 3.000. Ancora non è stato pubblicato il bando per il loro reclutamento né tantomeno mi risulta che sia stata effettuata una ripartizione territoriale per singolo Centro per l’Impiego. Dovrebbero seguire i richiedenti nella ricerca di lavoro; ma se il lavoro non c’è…? In definitiva, pensa che nel nostro comprensorio il reddito di cittadinanza possa davvero fare la differenza e permettere a un’area profondamente depressa di rimettersi al passo con il resto del Paese, o saremo costretti a dare ragione a Beppe Grillo che, vedendo il numero ridotto di richieste di reddito, ha dedotto che qui lavoriamo tutti in nero o siamo ‘ndranghetisti? Il Reddito di Cittadinanza indubbiamente potrà contribuire ad alleviare il disagio dovuto a quelle situazioni di povertà che, purtroppo, esistono, ma tale misura potrà portare effettivo giovamento sotto l’aspetto lavorativo soltanto se sarà accompagnata da una seria politica occupazionale rivolta alle imprese e al territorio. Jacopo Giuca


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Il MASCI a Casal di Principe per ricordare don Giuseppe Diana

Il MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani) della Locride è stato presente con propri esponenti delle comunità di Siderno, Locri e Gioiosa alle manifestazioni organizzate a Casal di Principe (Caserta) per ricordare il 25° anniversario della morte di don Giuseppe Diana, ucciso nella sua chiesa, e sull'altare sul quale si apprestava a celebrare il sacrificio della Messa, dalla camorra, furente o piuttosto impaurita - per le denunce che il giovane sacerdote quotidianamente proclamava delle arroganze e dei danni che la malapianta produceva nel tessuto della società. Per don Peppe, giovane ma maturo sacerdote e assistente ecclesiastico dell'associazione scoutistica, esisteva - e si conserva - a Siderno, tra gli scout, il tenero ricordo di una route vissuta insieme nel 1983, camminando con lui sui sentieri irpini del terremoto, dormendo insieme ed insieme spezzando il pane del mezzo-

giorno e quello dell'Eucarestia; per don Peppe, pertanto, gli adulti scout di oggi hanno affrontato il non breve pellegrinaggio nella sua terra. Insieme con centinaia di scout di tutte le età, ivi convenuti da tutta la penisola, hanno incontrato la mamma di don Peppe e i suoi amici, visitato i luoghi della sua breve vita e del suo glorioso martirio, ascoltato testimoni, riflettuto. A Casal di Principe, 25 anni fa, la camorra ha ferito il corpo di don Peppe, ma non ha potuto cancellare la sua immagine, né inquinare il suo pensiero o indebolire le sue denunce, fatte col presidio e alla luce del Vangelo, che è, questo sì, portatore di valori salvifici e istigatore di giustizia e di equità. Di don Peppe Diana è in progetto il processo di beatificazione: sarà anche una risposta di pace ai seminatori camorristici di lutti, di prepotenze e di iniquità morali e materiali. Enzo Dagostino

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Atti persecutori nei confronti dell’ex moglie e della figlia ma il Tribunale di Locri li considera mere molestie Clamoroso cambio di passo del Tribunale di Locri con il dispositivo emesso dal giudice monocratico Dott.ssa Elvira Terranova, in procinto di trasferimento, rispetto al tradizionale orientamento dell'A.G. locale in tema di tutela alle donne e ai minori vittime di stalking. Il provvedimento di assoluzione di M.D.M. per il reato di stalking con la recidiva ai danni dell'ex coniuge (S.C.) e della propria prole (M.K.) non ha tenuto conto della richiesta di condanna formulata dal Pubblico Ministero così come dalla difesa delle due parti civili e rappresenta un originale quanto originario pronunciamento che lascia perplessi circa la tenuta del tribunale territoriale in materia di protezione dei soggetti più deboli e maggiormente esposti all'azione persecutoria di uomini dallo specifico profilo delinquenziale. Rimane pur sempre la consolazione della costante e conclamata particolare cura espressa dalla Procura della Repubblica di Locri, con il lodevole operato dei propri uffici e dei PPMM, che si conferma come Sede di esercizio rigoroso dell'azione penale, condotta con efficace metodo investigativo e un'attenta valutazione degli elementi probatori, anche grazie all'attività di indagine delegata dei CC di Locri, tanto da richiedere l'emissione del decreto penale di condanna; elementi che indubbiamente saran-

Trappole

Un uomo viveva miseramente nella sua baracca e un piccolo orticello che produceva poco, qualche sparuto albero e niente altro. Pensò: "Così non posso continuare, ho molte carenze proteiche! Devo trovare altro nutrimento". Pensa e ripensa gli venne in mente l’idea di approntare delle trappole con molle e di sistemarle nei cespugli, anche vicino alle fattorie, dove conigli e polli abbondavano. Chi sa, qualche bestiolina, forse, sarebbe potuta rimanere impigliata. Detto fatto, sistemò le trappole e per qualche tempo andò avanti bene, anche se spesso sentiva lagnanze dei vicini per la sparizione di qualche animaletto. Il problema sembrava risolto: adesso oltre alla minestra di cavoli, poteva usufruire di qualche buon boc-

no stati sottostimati e sfuggiti all'esame del magistrato del dibattimento. Il caso, particolarmente noto agli ambienti giudiziari locali vede una madre e la propria prole parti offese per i reiterati atti persecutori, concernenti in migliaia di telefonate verso le utenze telefoniche delle vittime, in continue e persistenti minacce di morte e di mali ingiusti e gravi che il Tribunale di Locri ha inteso derubricare in mere molestie, ritenendo affidabile l'impianto del noto pluripregiudicato, così escludendo il reato di stalking e la recidiva, nonostante i fatti, i contenuti degli atti persecutori e le modalità utilizzate dallo stalker nei confronti delle vittime siano già stati da questi collaudati e oggetto di una precedente recente condanna definitiva per il medesimo reato di stalking consumato da M.D.M. in danno della medesima ex moglie S.C.. Non resta che confidare nell'appello nei termini da parte della Procura di Locri e delle parti civili all'esito del deposito delle motivazioni della sentenza che avverrà entro 90 gg. Nel frattempo resta l'amarezza del fallimento della giustizia del tribunale di Locri che anziché dare voce ai soggetti deboli e bisognosi di protezione nella nostra società ne soffoca il grido di giustizia assolvendo soggetti dediti all'illegalità e che abbracciano una logica criminale, persecutoria e prevaricatrice verso le persone fragili.

concino di carne! Aveva però fatto i conti senza l’oste, come si suol dire, non ricordando con precisione dove erano sistemate le trappole, una mattina mentre girava per contrallare se qualche preda era rimasta acchiappata, inavvertitamente mise il piede su una sua trappola e rimase preso! Forte dolore e sangue, impossibilitato a liberarsi da solo, si mise a chiedere aiuto gridando, accorsero le massaie. Lo liberarono, ma anche lo malmenarono poiché subito capirono dove erano finiti i loro polli! Sì! Cambiano i personaggi ma il succo del racconto è uguale a quello del leone e dell’asino, oppure quello della volpe e dell’uva. Tutte queste favole, come quelle di Fedro, hanno uno scopo, cioè istruire l’uomo a non fare il furbo o il cattivo con i propri simili, poiché il male tentato ignominosamente per gli altri, alla fine ricadrà su chi lo attua. L’albatros


Crisi della sanità: dalla gestione manageriale al caso Tecnis

Due note stampa diffuse la scorsa settimana sono tornate a parlare del commissariamento dell’ASPRC da parte del governo. Alla proposta dei Giovani industriali reggini, che chiedono l’affiancamento ai commissari di manager che conoscano il sostrato socio-economico reggino per risolvere una volta per tutte la crisi della sanità calabrese, si affianca la nota di Mezzogiorno in Movimento, che sottopone alla Grillo aspetti del problema di cui certamente non è a conoscenza. “Lo scioglimento dell'azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria per infiltrazioni mafiose è l'ennesimo colpo inferto ad un territorio allo stremo in cui diritti e legalità sembrano essere sempre più a rischio”. È quanto ha affermato in una nota stampa diffusa questa settimana il gruppo giovani imprenditori di Confindustria Reggio Calabria presieduto da Samuele Furfaro in merito alle recenti vicende che hanno interessato la sanità reggina. Per i rappresentanti di Confindustria si tratta di un accaduto che certifica il fallimento di tutte le classi dirigenti che hanno gestito questo delicato e vitale settore della pubblica amministrazione e impone l'adozione di misure straordinarie e fortemente anticicliche. Per questa ragione, evidenziano i giovani industriali, “crediamo che da ora in avanti sia lecito pretendere che la gestione commissariale straordinaria dell'ASP reggina apra una stagione di radicale e autentico cambiamento”. Il fallimento delle politiche di risanamento, proseguono gli imprenditori, “ha acuito lo stato di grave sofferenza del sistema sanitario locale e non ha impedito alla 'ndrangheta di allargare i propri interessi illeciti utilizzando gli uffici dell'Asp come vero e proprio centro d'affari. Ciononostante, crediamo che sia perfettamente possibile contemperare il raggiungimento degli obiettivi di tutela della salute con un andamento economico ottimale a patto che ciò avvenga attraverso una gestione manageriale”. Un approccio che vedrebbe dunque la classe dirigente reggina affiancare la fase di commissariamento cambiando le sorti di un settore troppo a lungo carente. Ma sulla questione del commissariamento dell’ASP, in questi giorni, è intervenuto anche Mezzogiorno in Movimento, che non ha esitato a definire “battuta di spirito” la proposta avanzata dal Ministro della Salute Giulia Grillo di realizzare ospedali

da campo per risolvere il problema della sanità da incubo in Calabria. Un atteggiamento, affermano gli esponenti del Movimento, che “non solo conferma la nota propensione dei grillini alle prese di posizione semplicistiche e demagogiche rispetto a questioni particolarmente complesse, ma rivela anche la sua misconoscenza delle ragioni della crisi del sistema di assistenza ospedaliera nel nostro territorio metropolitano e, soprattutto, nella Piana di Gioia Tauro”. Per cercare di chiarire meglio su quali fronti si debba agire, anzi, Mezzogiorno in Movimento ha sfruttato il comunicato stampa per fornire alla Grillo

informazioni che potrebbero tornarle utili nel formulare e adottare il decreto legge recante le misure straordinarie per la sanità calabrese. “Dal tenore delle sue dichiarazioni prosegue infatti Mezzogiorno in Movimento rivolgendosi direttamente al Ministro - non crediamo di sbagliare immaginando che i suoi consulenti non l’abbiano informata del fatto che la Regione Calabria ha previsto la realizzazione a Palmi di un Ospedale da 350 posti letto, né che quest’opera è già stata affidata a una società siciliana, la Tecnis S.p.a., che dovrebbe costruirla con il sistema del project financing”. Come spesso accade alle

nostre latitudini, tuttavia, c’è un grave problema che impedisce che i lavori vengano portati a termine. “Fino al 2015 - prosegue infatti la nota, - la Tecnis era la più importante impresa di costruzioni del meridione e dava lavoro a centinaia di persone, ma oggi versa in condizioni di sostanziale fallimento a causa di un sequestro disposto dal Tribunale per le Misure di Prevenzione di Catania per presunte collusioni con la mafia e della susseguente informazione interdittiva emessa dalla locale Prefettura, che hanno causato il blocco di tutti i cantieri e la messa in cassa integrazione di tutto il personale. A due anni dal sequestro di pre-

venzione è stata la stessa Procura della Repubblica di Catania a chiederne la revoca per la totale infondatezza delle accuse mosse ai titolari della Tecnis ma, purtroppo, l’azienda versava ormai in uno stato di crisi così grave da rendere necessario il suo commissariamento da parte del Ministero dello Sviluppo Economico”. Fatti di cui il Ministro non è certamente a conoscenza e che bloccano ancora una volta l’iter di ripresa dalla nostra disastrata sanità, considerato che, prosegue la nota stampa, nessuno pare adesso interessato a subentrare nei lavori di realizzazione dell’ospedale della Piana. La richiesta che gli esponenti di Mezzogiorno in Movimento avanzano al Ministro della Salute è dunque di agire di concerto con i colleghi Bonafede e Di Maio, rispettivamente Ministri della Giustizia e dello Sviluppo Economico, al fine di risolvere la crisi della Tecnis individuandoS al contempo un operatore che possa avviare al più presto i lavori utili alla realizzazione del Nuovo Ospedale della Piana, non lasciando che anche questo progetto cada nel dimenticatoio. Si aggiunga a questo, chiede giustamente il Movimento, una riforma del codice antimafia che impedisca il ripetersi di errori così colossali come quello che ha letteralmente distrutto la più importante società di costruzioni del mezzogiorno. “Se questo accadrà - conclude Mezzogiorno in Movimento - daremo atto all’On. Grillo di aver realmente operato per risolvere due delle gravissime emergenze che, accanto allo strapotere della criminalità organizzata, stanno allontanando sempre di più il Sud Italia, e la Calabria in particolare, dal resto dell’Europa. In caso contrario, saremo autorizzati a pensare che il suo viaggio alle nostre latitudini non è stato altro che una gita fatta apposta per giustificare un paio di dirette Facebook”. J.G.


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rubriche

Arpacal Replica sull’attività svolta in contrada PantanizziLimarri di Siderno

In riferimento all’articolo apparso sull’ultima edizione del settimanale La Riviera, dal titolo “Il buco nell’acqua e il niet dell’Arpacal”, in cui l’estensore della nota, a nome del Comitato a Difesa della Salute dei Cittadini Sidernesi, muove delle critiche nei confronti dell’Arpacal in merito alla titolarità e diffusione dei dati emersi dall’Attività di controllo e monitoraggio finalizzata a circoscrivere la provenienza di determinate sostanze inquinanti nella zona c/da Pantanizzi/Limarri del Comune di Siderno (RC), con la presente il Dipartimento provinciale di Reggio Calabria dell’Arpacal espone quanto segue. In riferimento al documento “Studio idrogeologico di area vasta c.da Pantanizzi/Limarri” con il quale la Regione Calabria Dipartimento Ambiente e Territorio approvava, con Decreto n.5959 del 07/06/17, lo studio idrogeologico della suddetta località ed alla successiva rimodulazione da parte del comune di Siderno, personale Arpacal del Servizio Suolo e Rifiuti di Reggio Calabria è stato impegnato, a partire dal 21/08/18, nell’attività di controllo e monitoraggio di cui all’oggetto. Ai sensi dello stesso decreto n.5959 del 07/06/2017, la Regione Calabria Dipartimento Ambiente trasferiva al comune di Siderno le somme necessarie alla realizzazione dello studio di cui sopra demandando ad esso la responsabilità di tutte le attività e della raccolta dei dati. Nel corso di tali sopralluoghi effettuati, nei giorni 21,22,24,28/08/18 e 12/09/18, alla presenza dei tecnici della Ditta Geoprove Srl incaricata dal comune di Siderno all’esecuzione delle indagini geognostiche mirate al posizionamento di 24 piezometri, sono stati eseguiti i campionamenti sulla matrice suolo relativi a n.16 carote su n. 24 realizzate. Successivamente l’attività di controllo e monitoraggio è proseguita, per come previsto dallo “Studio idrogeologico di area vasta c.da Pantanizzi/Limarri”, nei giorni 12-13/11/18, con il prelievo delle acque di falda dai 24 piezometri realizzati dalla Ditta incaricata. Tutti i campioni raccolti, sia per la matrice suolo che per la matrice acque, sono stati analizzati dai laboratori ARPACAL. Il Dipartimento Arpacal di Reggio Calabria, con nota n.2806 del 21.01.2019, ha trasmesso al Comune di Siderno, quale responsabile delle attività e titolare dei dati raccolti, ed alla Regione Calabria Dipartimento Ambiente la relazione conclusiva con gli allegati relativi ai referti analitici, cartografie e verbali di campionamento. Tutta la documentazione, infine, è stata trasmessa a tempo debito alla Regione e al Comune di Siderno, che è titolare dei dati ed è, quindi, preposto alla loro pubblicazione.

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CALABRESE PRE CASO

Ultimi ma non ultimi, sicuramente ultimi Gli appuntamenti con le statistiche hanno generalmente una loro periodicità. In genere si fissano a fine anno o, se necessarie, si determinano in momenti in cui la vita politica di una comunità dovrà affrontare un cambiamento, elettorale sicuramente. Uno degli appuntamenti più attesi e non ancora giunto, ma sicuramente pronto per le prossime regionali, sarà quello di dare corso ad un’analisi dell’andamento economico della regione, magari per convincerci che vi sia una progressione sull’abbattimento del divario fra Nord e Sud del Paese. Un obiettivo che sembrerebbe facilmente conseguibile ma a quanto pare sostenuto da un reddito di cittadinanza che già crea non poche file agli sportelli postali. Tuttavia, statistiche o meno, il buon senso del quotidiano ci da sempre le risposte che cerchiamo e a cui nessun dato sembra poter sconfessare i disarmanti contenuti. Forse non c’è motivo di ritenere di essere ultimi, quindi, per collocazione statistica. Forse la Calabria si presenta ultima nel rapporto fra prodotto interno lordo ed abitanti ma le politiche di rilancio di settori economicamente trainanti, come il turismo almeno, riusciranno ad invertire il trend negativo. Forse i dati dell’Unione Europea che pongono la regione quale ultima nella gestione dei fondi comunitari potranno essere smentiti da qui a poco. Forse. Certo è, che le politiche di sviluppo hanno bisogno di idee chiare e di continuità. Di lungimiranza e

di obiettivi a medio-lungo termine. Di verifica costante delle possibilità/opportunità offerte ad investimenti coerenti e sostenibili. Diremmo ecosostenibili ed ecocompatibili, in un territorio che presenta un’approssimatività organizzativa evidente e che nessuna pubblicità o altra attività di promozione può nascondere agli occhi di chi vi giunge. Potremmo concordare che l’epoca dei finanziamenti a cascata sia finita. O che sia trascorsa l’epoca degli alibi da mancato intervento dello Stato centrale, ma la rendita da cittadinanza contrassegna nuovamente la classifica tra cittadini di seria A e cittadini di serie B. Eppure, al di là di questa consapevolezza che ognuno di noi può toccare con mano o che, magari per un senso del pudore si astiene da commentare, ci si chiede ancora una volta: come conciliare lo sviluppo credibile con l’…incredibile assenza di una formazione concretamente utilizzabile in attività localmente definite? Attività produttivamente indirizzate su mercati altrettanto individuati, dalle performances di reddito garantite da un accesso competitivo consentito a produzioni regionali? O risolvere il problema di una qualificazione delle risorse umane sul territorio che non si inserisce in una ricollocazione delle strutture formative in chiave europea? Magari attraverso un’interrelazionalità diffusa e garantita con altri modelli universitari o post-universitari diversificando l’offerta su specializzazione e

capacità necessarie alla regione e restringendo il campo d’azione alle facoltà tradizionali racchiuse, peraltro, in un sistema di polverizzazione dei rettorati? Come conciliare uno sviluppo che chiede di recuperare tempo e spazio, nell’assenza di reti che superino l’isolamento che per una regione continentale è altrettanto più sensibile per il non felice rapporto fra la sua continentalità e la difficoltà di percorribilità di merci, persone e servizi, da Nord verso Sud e da Sud verso Nord? Forse una TAV garantirebbe un’accelerazione della migrazione da Sud verso il Nord per un’aspettativa di servizi più sicuri e per strutture più efficienti, magari apparentemente, ma sicuramente più ordinate? O forse si tratterebbe, immediatamente, di tener conto dell’assetto territoriale che dovrebbe essere ridefinito in chiave efficientista e di apertura all’iniziativa del singolo iniziando a mettersi in gioco personalmente, secondo capacità proprie, in un clima di imprenditorialità diffusa e senza confini? Non è sufficiente stigmatizzare qualcosa di positivo se poi sanità e trasporti, territorio e ambiente ci sconfessano nel quotidiano. Come non è sufficiente dire, per volersi riproporre in una corsa elettorale, che ricandidarsi servirebbe a completare quanto di incompleto è rimasto. Se l’incompletezza è la cifra distintiva di una politica inconcludente. Giuseppe Romeo

Il TAR della Toscana annulla l’interdittiva antimafia nei confronti di Ristorart

L’azienda che si occupa della ristorazione alla Cittadella regionale e all’ospedale di Catanzaro incassa l’annullamento dell’interdittiva antimafia emessa nei suoi confronti. Il Tar della Toscana condanna anzi la Prefettura di Prato al pagamento delle spese di giudizio.

Giovedì scorso il Tar Toscana ha annullato l’interdittiva antimafia inflitta alla società Ristorart Toscana srl, che gestisce il servizio di ristorazione nella Cittadella regionale e nell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Secondo i giudici amministrativi Rosaria Trizzino, Riccardo Giani e Nicola Fenicia, infatti, il provvedimento imposto dalla Prefettura di Prato non presentava «elementi sintomatici che consentano di evincere l’influenza anche indiretta delle organizzazioni mafiose sull’attività della società ricorrente», mancanza alla base della quale si pone anzi la decisione del TAR di condannare la prefettura stessa a pagare le spese di giudizio. Ricordiamo che l’indagine era scaturita dagli accertamenti effettuati sul subappalto affidato dall’azienda, nel servizio di distribuzione dei pasti del Cie di Isola Capo Rizzuto, a una società il cui socio unico «è risultato coinvolto in procedimenti di criminalità organizzata» nell’ambito dell’operazione “Jonny”, portata a termine nel 2017 contro le cosche del Crotonese. Tale scelta, secondo i magistrati, non sarebbe né irrazionale né anti-economica, bensì motivata dal fatto che «nel periodo in considerazione», Ristorart «era in procinto di iniziare il servizio mensa presso un importante ospedale calabrese, così che preferì limitare il proprio impegno nel servizio presso il Cie di Isola Capo Rizzuto, conservando

solo una percentuale del servizio stesso relativa alle prestazioni nel fine settimana». Considerazioni «che non appaiono inattendibili e che quindi portano ad escludere la fondatezza del giudizio della Prefettura sulla scelta di subappaltare come “anomala e contraria alle normali logiche commerciali”». Ulteriore deterrente sarebbe costituito dalla fatto che la società successivamente finita nel mirino dell’antimafia, non era “sospetta” perché «gestore uscente e gestore di servizio mensa presso la Questura» e perché la concessione del subappalto era stata autorizzata dalla Prefettura di Crotone il 6 ottobre 2016 e «solo in data 15 maggio 2017 la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro trasmetteva il decreto di fermo a carico» dell’imprenditore legato ai clan «cui faceva seguito la richiesta di risoluzione del subappalto da parte della ricorrente e la revoca dell’autorizzazione al subappalto da parte della Prefettura». Dunque «non vi sono evidenze circa la conoscenza da parte» di Ristorart «del coinvolgimento» della ditta affidataria del subappalto «in rapporti illeciti prima della comunicazione della Dia». Secondo il TAR non sarebbero utili a capovolgere il discorso in favore della Prefettura nemmeno le intercettazioni telefoniche presentate a supporto, tanto che i giudici, nella sentenza, dichiarano che «la Prefettura, nel valutare detta intercet-

PILLOLE scelte da effemme Una vita senza ricerche non è degna per l’uomo essere vissuta

Io vado intorno facendo nient’altro se non cercare di persuadere voi, e più giovani e più vecchi, che non dei corpi dovete prendervi cura, né delle ricchezze né di nessun’altra cosa prima e con maggiore impegno che dell’anima in modo che diventi buona il più possibile, sostenendo che la virtù non nasce dalle ricchezze, ma che dalla virtù stessa

nascono le ricchezze e tutti gli altri beni per gli uomini, e in privato e in pubblico.

Apologia di Socrate Platone

Non occorre particolare probità per conservare o tenere in piedi un governo monarchico o dispotico. La forza delle leggi nel primo, il braccio del principe costantemente alzato nell’altro regolano o comprendono tutto. Ma in un stato popolare occorre una molla in più, che è la virtù. Lo spirito delle leggi Charles-Louis de Montesqieu

tazione, si limita a segnalare il tono confidenziale della conversazione stessa, mentre non risultano altri elementi significativi». «La sentenza del Tar Toscana fa proprie le argomentazioni dei nostri legali Saverio Sticchi Damiani e Mauro Giovannelli», scrive la Ristorart in una nota, su «un’assurda vicenda che ci ha visti etichettati con disinvoltura come prestanome dei clan Arena e Nicoscia. La notizia dell’annullamento dell’interdittiva non giunge inaspettata né per noi interessati né per la quasi totalità dell’opinione pubblica», «ma resta, comunque, molto gradita anche, se a prevalere oggi, non è solo il successo giudiziario, bensì l’amarezza per i posti di lavoro persi in questi otto mesi e per quelli non avviati dopo la sospensione di nuove iniziative imprenditoriali che erano in partenza. Ad ognuno le più opportune riflessioni». «A ciò – conclude la nota – aggiungiamo il travaglio umano e familiare perché non esiste offesa peggiore per uomini onesti di essere accostati ingiustamente ad ambienti mafiosi; accusa per la quale non ci si può dare pace. Abbiamo sempre creduto e continuiamo a credere nelle Istituzioni ma auspichiamo, come cittadini di uno Stato di diritto, che quanto accaduto a noi non si ripeta più ad altri, colpevoli solo di essere nati e di aver fatto impresa, anche, in Calabria».


GIUDIZIARIA

“Metropolis”

CONVERSANDO

Con il Wine Festival Saracena torna a essere la capitale del vino regionale Una storia decennale improntata alla valorizzazione del vino calabrese, al racconto dei produttori, alla conoscenza delle realtà agroalimentari del Pollino e di tutta la Calabria. Il Saracena Wine Festival ritorna per la decima edizione dal 25 al 28 aprile, finanziato dalla Regione Calabria, qualificandosi sempre più come evento di settore tra i più importanti del meridione e spazio di confronto tra gli operatori di tutto il comparto regionale e gli esperti italiani del vino. Una vetrina importante per le realtà vitivinicole calabresi che per quattro giorni trovano a Saracena, patria del moscato riconosciuto presidio Slow Food per la sua particolare tecnica di produzione, il palcoscenico ideale per dialogare con giornalisti di settore, wine lovers e grande pubblico, attraverso banchi d’assaggio e degustazioni tecniche che nella scorsa edizione hanno registrato il tutto esaurito. La formula del decennale sarà arricchita da momenti culturali, incontri dedicati, presentazione di libri e da alcuni spazi formativi dedicati ai produttori ed agli operatori, qualificando sempre più l’offerta complessiva di questa grande manifestazione del vino calabrese. «Saracena con il Wine Festival diventa la capitale del vino regionale, sapendo coniugare l’accoglienza e la promozione del territorio con le grandi tematiche che stanno a cuore al mondo produttivo del vino e dell’agroalimentare calabrese – afferma il Sindaco, Renzo Russo – La nostra comunità è ben felice di poter diventare spazio di confronto tra le varie anime del mondo vitivinicolo calabrese, contribuendo ad implementare il sistema di relazioni e scambio tra i protagonisti del comparto agroalimentare. Questo evento, tra l’altro, ci offre la possibilità di mostrare a tutti le nostre capacità organizzative, promozionali, culturali ed associative, che all’unisono lavorano per accogliere i tanti turisti ed appassionati che sceglieranno di vivere insieme a noi questo grande momento di respiro nazionale». Per tutta la durata dell’evento, infatti, il centro storico di Saracena si animerà con botteghe artigiane, mangiari di strada, musica e spettacoli che arricchiranno il programma della manifestazione. Saracena Wine Festival, finanziato dalla Regione Calabria con il fondo dedicato agli eventi culturali, vede la partecipazione di importanti partnership del comparto agroalimentare che insieme all’Associazione Produttori Moscato di Saracenaimpreziosiranno l’evento: l’Enoteca Regionale della Calabria, i Consorzi di Tutela dei vini Terre di Cosenza e Cirò e Melissa, Slow Food Calabria e i Produttori del Presidio della Podolica.

FRUTTI DIMENTICATI

Pero senza nome di Gallicianò PIRUS COMMUNIS L. FAMIGLIA ROSACEE

Otto dieci anni addietro l’ex dirigente amministrativo Arturo Rocca di Locri e il cugino, ora defunto, Santo Mittica di Gerace, reduci da un’escursione nell’Aspromonte meridionale, per arrivare sulla statale 106 più rapidamente, attraversarono i Piani di Gallicianò e ridiscesero verso Condofuri Marina. Quando furono sugli stretti tornanti che conducono a Gallicianò stesso, la frazione di Condofuri dove fino ai primi del novecento si parlava e si capiva bene solo il greco, poco prima dell’incrocio per la Marina, si trovarono di fronte a un vecchio pero dal tronco cavo dai frutti colorati di giallo e di rosso, di media pezzatura e maturi; assaggiarono le pere e restarono estasiati per il gusto di essi. Arturo per meglio localizzare la pianta fece una foto e ai primi di marzo dell’anno seguente ritornò assieme a Santo per prendere gli innesti e innestò con essi un perastro nel suo campo di contrada Cardà sul bordo destro della provinciale che porta a Gerace. Gli restò però il desiderio di conoscere il nome della varietà straordinaria del pero di Gallicianò ed allora mi mandò una foto dei frutti scattata anni prima che io prontamente girai al mio amico di Motticella dott. Massimo Vigilante, residente a Benestare, poiché mi aveva fatto conoscere Franco Manglaviti di Condofuri, preso dalla passione per l’archeologia e dipendente di Calabria Verde che abita in una frazione a ridosso della provinciale che s’inerpica per Gallicianò. Passarono gli anni e Arturo ed io non abbiamo avuto la possibilità di conoscere il nome della pianta, non perché Manglaviti non si era impegnato ad informarsi su di essa, in quanto con l’immagine delle pere si era recato da tutte le poche persone anziane e i vecchi che abitano Gallicianò e le piccole frazioni vicine a Condofuri Superiore, ma perché nessuno degli intervistati riconosceva più i frutti. Infatti ciò dimostra chiaramente come si sono perse per sempre le conoscenze della civiltà contadina che espresse la sua vitalità fino agli inizi degli anni 50 del 900 e che era stata viva e sempre uguale per tanto tempo, con i suoi ritmi scanditi dalle stagioni e dai lavori agricoli, con le infinite conoscenze settoriali che non si hanno più in quanto non più funzionali nei nostri tempi. Personalmente io continuai ad avere contatti con

Franco Manglaviti a cui circa cinque anni addietro donai gli innesti dei peri più preziosi del mio territorio, tra cui quelli del Pero degli Angeli, del pero Melone o Conte e della Reginella. Egli ha avuto già riscontri positivi di tali e di altre varietà ottime di cui gli diedi gli innesti, tanto che i suoi amici richiedono a loro volta le marze per poterle riprodurre, solo che le etichette identificative delle varietà non sono più leggibili per cui l’estate prossima devo recarmi nel campo di Manglaviti per ridare il nome ai peri ormai senza nome per i gallicianisi e i condofuroti. Questo dimostra che bisognerebbe mappare tutte le varietà dei fruttiferi della Calabria e collocarle in un campo di conservazione, ma tale lavoro non può essere effettuato per iniziativa di privati o di volenterosi, ma dovrebbe essere portato avanti da enti istituzionali. Intanto il pero di contrada Cardà di Arturo Rocca continuò a crescere e già da due anni ha cominciato a produrre, tanto che la fotografia che rappresenta i frutti è stata effettuata nel suo campo stesso da Arturo che assaggiando i frutti, belli, quasi dipinti di rosso tenue e di giallo, che talvolta crescono in grappoli, dal lungo peduncolo e dalla pezzatura media, dal sapore soave, leggermente aromatico è convinto sempre più della ottima varietà che ha recuperato anni addietro a Gallicianò; la maturazione delle pere avviene ad Agosto ed esse sono immuni dall’attacco devastante della mosca della frutta, per cui esse restano perfette ed intatte. Intanto proprio in questi giorni Franco Manglaviti di Condofuri si è fatto vivo chiedendomi se gli dessi il recapito di Arturo perché avrebbe la necessità di reintrodurre nel suo territorio il pero senza nome e che è scomparso letteralmente in quanto cinque o sei anni addietro un incendio devastante ha attraversato il campo dove viveva, con il suo tronco cavo, per cui fu distrutto dalle fiamme. La speranza di dare il nome al pero sta solo in Francesco Nucera di Gallicianò che da tanto tempo ormai vive a Bianco; speriamo che veda la foto del pero che vive ormai in contrada Cardà di Locri, originario della Grecìa (si chiama Grecìa e non Grecia l’area dove si parla solo sporadicamente il greco di Calabria) dove fu introdotto dai greci o dai bizantini. Orlando Sculli

Le indagini dell’operazione denominata “Metropolis”, secondo quanto scritto nell’ordinanza di custodia cautelare, hanno consentito di far luce su un fenomeno di chiara matrice criminale riguardante gli investimenti nel settore della realizzazione (e successiva vendita) di complessi edilizi aventi destinazione turistico-residenziale ed avviati a partire dal 2005 circa prevalentemente lungo la costa ionica. Un’ipotesi che è stata in gran parte oggetto del processo che si è svolto in ordinario, quello in abbreviato ha registrato due imputati ed altrettante assoluzioni, conclusosi nei giorni scorsi con una sentenza della Corte di Cassazione che, in sostanza, ha dato ragione agli investigatori. Quando è scattata l’operazione coordinata dalla Procura antimafia reggina si è potuto leggere nell’ordinanza che “le organizzazioni criminali hanno maturato, evidentemente, la convinzione di poter lucrare notevoli benefici nel citato settore, in primis anche di natura economica, e di ottenere, per questa via, il necessario consenso - da parte delle popolazioni residenti - grazie alla creazione di nuova occupazione ed alle opportunità di investimento generate (anche nell’indotto)”. Si è tratta di una strategia che “ha visto la fattiva partecipazione di esponenti di vertice di importanti famiglie del territorio, come quelle dei MORABITO e degli AQUINO, che, per poter realizzare tale inedita attività, hanno fatto leva non solo sulla forza propria dell’organizzazione criminale di appartenenza, ma anche sull’indispensabile ricorso, con una sostanziale costanza nel tempo, a specifiche figure imprenditoriali e professionali senza le quali le organizzazioni criminali mafiose, nonostante la loro endemica capacità di controllare il territorio, non avrebbero potuto avviare e portare avanti tale forma di investimento”. Allora si è scritto che “Il contributo fornito da dette figure è avvenuto nella consapevolezza del contesto d’azione e, quindi, di favorire le stesse organizzazioni criminali, pertanto, fondamentale per la realizzazione dei fatti sono state le accertate intestazioni fittizie di beni ed aziende, con riferimento alle quali la reale signoria emerge in maniera chiara ed inequivocabile dalla congerie di ponderosi esiti investigativi. Benché il fenomeno, quindi, da una prima e superficiale lettura, possa sembrare il frutto della capacità imprenditoriale di determinati soggetti, in realtà, le indagini, hanno messo in luce che è stato il risultato del connubio tra l’adduzione di ingenti capitali dall’estero – che, allo stato, non trovano giustificazione se non quella di far fare giri vorticosi (“psicopatici”, per richiamare l’efficace espressione adoperata da uno degli indagati) a denaro provento di attività illecite - e, soprattutto, la capacità delle organizzazioni criminali di “governare” e controllare il territorio garantendo(si) l’acquisizione dei terreni e il conseguimento, quantomeno senza ostacoli e con iter amministrativi preferenziali e ‘privilegiati’, dei necessari permessi amministrativi per poter avviare e portare avanti le attività”. Invero: “la forza motrice del fenomeno economico osservato, che ha subito evidenti condizionamenti dall’inaspettata crisi finanziaria globale, è stata non tanto l’arrivo del denaro “contante” dalla Spagna, quanto il sostanziale “accordo” tra coloro che sono stati portatori delle capacità di sviluppare gli investimenti, garantendo la vendita degli immobili all’estero con una certa celerità, e gli esponenti della criminalità organizzata locale che hanno sostanzialmente monopolizzato il settore, garantendo – grazie alla propria forza criminale - solo a determinati (compiacenti) soggetti, ed a determinate condizioni, la possibilità di poter partecipare alla realizzazione dei complessi immobiliari oggetto d’indagine”.

I BRIGANTI

DALL’OSCURITÀ ALLA LUCE

Purtroppo certe notizie saltano fuori decenni dopo l’avvenimento, ma vale la pena farle emergere proprio ora, in tempi in cui si vuole oscurare la luce, interiore soprattutto. Voglio parlare di un ragazzo del Kenya, Evans Wadongo, che aveva 19 anni quando cambiò la vita del suo villaggio, e in seguito di molte città vicine. Stava cercando un modo per riuscire a studiare nelle ore in cui non c’è più la luce solare ad aiutare la vista. In quella zona non tutti avevano la possibilità di usare le lampade a cherosene, per motivi economici e salutari, poiché l’uso prolungato della sostanza provoca seri danni alla vista e all’apparato respiratorio. Il giovane era abituato a percorrere a piedi 10 kilometri per raggiungere la scuola più vicina, e altri 10 per tornare a casa. E questo ogni giorno, ovviamente. Lavorando a un progetto scolastico in cui

doveva usare le lampadine a led, cominciò a pensare a un modo alternativo di illuminazione, sfruttando il sole. Un giorno, tornando a casa, trovò per strada del materiale metallico, un pannello solare e cominciò i suoi esperimenti per creare la sua lampada solare, che avrebbe aiutato tanti amici nelle sue stesse condizioni. Ed ecco che in pochi anni molte comunità utilizzarono questa lampada economica, portando il giovane Evans a molti riconoscimenti anche a livello mondiale. Questa notizia serve a dare speranza specialmente in posti come il nostro, l’occidente, dove neanche ci poniamo il problema dell’illuminazione, poiché la sola luce interessante ai nostri occhi pare essere quella dello smartphone. L’Africa è un continente “oscurato” dall’Occidente, ricchissimo di risorse sempre sfruttate dai paesi ricchi. Non sappiamo nulla se non quello che passa la tv, mandiamo giù promesse di personaggi molto “oscuri” e non ci curiamo nemmeno di scoprire se dice verità o fesserie, tanto siamo occupati. In ItaGlia la vita è una continua battaglia elettorale, e tutto ciò è seriamente oscuro. Proviamo a pensare con la nostra mente, poiché ormai la politica è un gioco sporco, serve solo a loro, non ci arricchisce moralmente, anzi ci spezza in due. Evans è un giovane che “resiste” all’oppressione dei poteri forti, che crea luce là dove serve, e a basso costo. Io personalmente sono contenta che gliel’abbiano lasciato fare, in quanto si sa come funzionano queste cose: un bel giorno si potrebbe essere trovati senza vita in una stanza d’albergo, come successe a un certo Tesla, che cercava nuovi modi di produrre energia a basso costo... Brigantessa Serena Iannopollo


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intervista www.larivieraonline.com

Portigliola è destinatario di un finanziamento “monstre” di 5 milioni che permetterà all’amministrazione di ripensare completamente il territorio comunale. Il sindaco Rocco Luglio non vuole limitarsi a incassare il successo, ma rilancia: saranno molti altri, infatti, i progetti finanziati nei prossimi mesi e che avranno l’intento di rendere il paese il cuore pulsante del turismo nella Locride. Ecco cosa ci ha raccontato.

Rocco Luglio: “Portigliola avrà un volto tutto nuovo” La scorsa settimana l’Amministrazione Comunale di Portigliola ha annunciato di aver ottenuto un finanziamento di 5 milioni dal Ministero dell’Interno per mettere in sicurezza il territorio. Nello stesso comunicato si poteva leggere che, accanto a questi fondi, ne arriveranno anche altri utili ad agire su altri fronti, ripensando così completamente l’assetto del paese. Per comprendere meglio che cosa l’Amministrazione abbia in mente abbiamo parlato dell’ottenimento di queste sovvenzioni e del loro impiego con il sindaco Rocco Luglio. Come avete ottenuto questo importante finanziamento? A settembre 2018 abbiamo partecipato con uno studio di fattibilità a un bando del Ministero dell’Interno per la messa in sicurezza del territorio e abbiamo soddisfatto i requisiti utili ad essere ammessi al finanziamento. Ci è già arrivata la prima tranche di un milione e, a partire da oggi, abbiamo otto mesi per appaltare il progetto definitivo. Come verranno impiegati i fondi? Uno dei primi interventi sarà la messa in sicurezza del costone che sovrasta il centro abitato, oggetto di distacco di rocce che potrebbero costituire un pericolo per le abitazioni sottostanti. A questo intervento più sostanzioso, comunque, intendiamo affiancarne altri per garantire un migliore collegamento tra il centro abitato e le frazioni, oggi collegate da strade che il dissesto idrogeologico minaccia di interrompere in più punti. A questa sovvenzione se ne affiancherà un’altra, meno sostanziosa ma non meno importante. Esatto. Si tratta di fondi che giungeranno dalla Regione Calabria per l’efficientamento energetico. Abbiamo già portato alla SUAM la documentazione per appaltare i lavori di rifacimento dell’intera illuminazione pubblica e la restante parte di questo finanziamento verrà destinata alla sistemazione della viabilità comunale, cui si

affiancherà un’altra somma della Città Metropolitana per la messa in sicurezza della pedemontana. Non possiamo dimenticare, infine, che oltre a questi soldi arriveranno anche quelli previsti dalla finanziaria per i piccoli comuni, che saranno utilizzati per la messa in sicurezza della scuola per l’infanzia, cui vorremmo affiancare ancora altri progetti già presentati a chi di competenza. Ce ne può anticipare qualcuno? Abbiamo già un’idea ben precisa di come riqualificare il campo sportivo e abbiamo presentato in Regione un progetto di rivalutazione del borgo che, se finanziato, ci permetterebbe di completare il recupero del centro storico, aprendo antiche botteghe che dovrebbero diventare punto di partenza ideale per gli itinerari turistici. Vorremmo inoltre inaugurare la struttura “Il tempo ritrovato”, un’edificio realizzato tra la fine degli anni ’90 e il 2000 a ridosso della Strada Statale 106 che avrebbe dovuto ospitare una riproduzione in miniatura dell’antica Locri, ma che è stata per anni completamente abbandonata. Recuperando questa realtà e affiancandola a una vicina struttura polivalente faremmo risorgere un’area di circa settemila metri quadrati nella quale potrebbe sorgere un ristorante e un centro

congressi e che costituirebbe un vero e proprio sbocco sul mare per il paese. Ci sarebbero poi tanti altri progetti in cantiere, ma preferisco non parlarne fino a quando non avrò la certezza che vengano finanziati. A proposito di Locri antica. L’anno scorso aveva annunciato la sua intenzione di collaborare con il Ministero per i beni e le attività culturali e il Polo museale di Locri per la riqualificazione del teatro antico. A che punto sono le interlocuzioni? Purtroppo a un punto morto a causa della burocrazia. C’è già un progetto di massima per il quale sono stati stanziati quasi due milioni. So, tuttavia, che la Regione Calabria non ha ancora trasferito i fondi al Mibac che non ha dunque la possibilità di procedere come sta accadendo peraltro anche in altre aree archeologiche del nostro comprensorio. Questo non fermerà comunque la nostra rassegna di eventi legata al teatro che, anzi, nell’ultimo periodo è divenuto oggetto di convegni e studi che ne hanno una volta di più alimentato l’importanza. Non è un caso, infatti, che nelle scorse settimane sia venuto a effettuare un sopralluogo anche il registra teatrale Walter Manfrè, interessato alla messa in scena di un’opera classica per il festival estivo nel quale vorrebbe coinvolgere anche le scuole del nostro comprensorio. Non abbiamo potuto

fare a meno di notare che, nel comunicato stampa con il quale l’amministrazione ha annunciato di essere destinataria del finanziamento del Ministero, non si è persa l’occasione di criticare l’atteggiamento della minoranza. Il disinteresse denunciato può costituire degli ostacoli nella realizzazione dei progetti? Non più di quanto non accada in altri comuni del comprensorio. L’atteggiamento della minoranza è quello di una realtà politica incapace di affrontare un’amministrazione determinata a raggiungere i propri obiettivi e le difficoltà che comporta questo atteggiamento risiedono più che altro nelle banalità e nei pettegolezzi che si pronunciano al di fuori del civico consesso. Non posso tuttavia negare che l’Amministrazione Comunale stia affrontando un momento di difficoltà, con la revoca dell’incarico al vicesindaco e la defezione di due consiglieri, ma ciò non fermerà la nostra azione amministrativa. Insomma, al netto delle difficoltà organizzative, pensa che non avrete difficoltà a realizzare quanto ha promesso in occasione dell’ultima tornata elettorale. Assolutamente. Siamo ormai entrati nel vivo della riqualificazione del paese e, anche se c’è ancora molto da fare dal punto di vista economico, sono fiducioso che tutto questo possa essere concluso entro l’attuale consiliatura, anche se il nostro impegno dovrà continuare a dividersi tra centro storico e frazioni. Diciamo che, per adesso, continueremo a impegnarci nella costruzione della casa, al fine di renderla bella e accogliente per i nostri ospiti e sono certo che si tratterà di una ristrutturazione gradita che, anche grazie a un progetto che di qui a pochi mesi dovremmo presentare in collaborazione con l’Università di Reggio Calabria, potrebbe rendere Portigliola uno dei centri turistici più interessanti della Locride. Jacopo Giuca


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"UNA REGIONE MAGICA"

L'azienda di profumi Guerlain esalta la Calabria e il bergamotto ttraverso il proprio profilo Instagram, l'azienda francese Guerlain, tra le più antiche aziende produttrici di profumi al mondo, ha postato due video girati nella provincia di Reggio Calabria, precisamente a San Carlo di Condofuri e Amendolea, esaltando le virtù del bergamotto, ingrediente principale della nuova fragranza appena lanciata da Guerlain. “Una regione magica - scrive nel post a corredo di un video - casa di un ingrediente magico. Addentrati nel cuore della Calabria, nell'Italia del Sud, una regione in cui puoi godere della luce del sole, dello charme italiano e del bergamotto”. Nel video girato a San Carlo di Condofuri scorrono le immagini di distese coltivate a bergamotto dagli agricoltori del posto. A commento delle immagini: "La nostra relazionecon la natura è collegata con la gente che vi lavora. Si tratta soprattutto di una storia umana e relazionale. Amore e rispetto per la gente. senza di questo, noi non possiamo fare nulla". Nel video in cui si staglia splendida la fiumara dell'Amendolea, invece, si legge: "Non conoscevo la Calabria. È una regione d'Italia assolutamente deliziosa che volge verso molteplici direzioni, con molteplici venti e microclimi. E in particolare qui cresce il bergamotto". Due video suggestivi che dimostrano grande interesse per una terra dai profumi delicati e raffinati che tanto può dare alle grandi aziende specializzate nella produzione di fragranze e aromi. Da ricordare nei mesi scorsi la visita dell’influencer Chiara Ferragni a Reggio Calabria, in collaborazione proprio con Guerlain. A Reggio fra l’altro è presente l’azienda leader mondiale del settore essenze agrumarie, specializzata appunto nel Bergamotto, ovvero la Capua 1880 Srl.

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Con due video pubblicati su Instagram, l'azienda francese racconta da dove arriva l'ingrediente principale della fragranza che ha appena lanciato sul mercato.


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INTERVISTA A FILIPPO RACCO

Non sono soltanto i reperti che rendono ricco il nostro territorio, bensì le persone che lo vivono. Ne è una prova Filippo Racco, unico membro della “Società Numismatica Italiana” della Provincia di Reggio che rappresenterà la Calabria all’assemblea generale ordinaria dell’associazione. Abbiamo parlato con lui della numismatica nel nostro comprensorio e di cosa dovrebbero fare le istituzioni per far tornare in auge una scienza in grado di divulgare aspetti ancora poco noti della nostra storia.

È della Locride l’unico socio reggino della “Società Numismatica Italiana”

Molti di noi, da piccoli, entravano in una sorta di competizione nel possedere una determinata moneta o banconota. Proprio come le figurine, le monete diventavano non soltanto un oggetto di scambio ma anche un tesoro da sfoggiare orgogliosamente e custodire gelosamente. Alcuni di quei bambini avranno messo da parte quel denaro per crearne una collezione, altri invece, lo avranno dato via per una caramella o per l’immagine di Ronaldo, ignari del valore affettivo e quantitativo che oggi avrebbero avuto. Erano anni in cui la nostra puerile ignoranza non ci permetteva di cogliere il valore di 100 lire. A tal proposito c’è uno studio scientifico che si occupa di studiare la storia della moneta in tutte le sue varie forme: la numismatica. Fondata nel XVIII secolo, questa scienza si interessa anche di altre forme di denaro come le banconote, i mezzi di pagamento pre-monetari o i medaglioni, e studia differenti aspetti legati alle monete dal punto di vista storico, geografico, artistico ed economico. È la passione per questo studio che alimenta l’intraprendenza di coloro che, nel denaro, non vedono soltanto un mezzo per arricchirsi ma un bagaglio culturale da lasciare alle future generazioni. Tra queste persone c’è Filippo Racco. Avvocato del foro di Locri, studioso di storia sociale e feudale del Regno di Napoli in età moderna, è l’unico socio nella provincia di Reggio Calabria a essere stato ammesso nella Società

Numismatica Italiana, associazione ONLUS fondata nel 1892 che promuove e diffonde gli studi relativi alle monete, alle tessere, ai pesi monetari, alle medaglie e ai sigilli. Questa settimana abbiamo dialogato con lui su come abbia raggiunto questo importante traguardo e su cosa si potrebbe fare per incentivare le nuove generazioni ad affacciarsi a questa scienza. Com’è nata la sua passione verso la numismatica e quali sono i requisiti per diventare socio della “Società Numismatica Italiana”? È stato mio padre a trasmettermi questa passione. Fin dall’adolescenza, infatti, ho sempre nutrito un forte interesse sia verso la numismatica sia verso gli studi storici. È grazie a queste mie passioni che sono diventato socio della “Deputazione di Storia patria per la Calabria” e della “Società Numismatica Italiana”. L’ammissione all’interno di quest’ultima associazione è molto selettiva: per potervi accedere, infatti, lo statuto prevede la presentazione di una domanda formale corredata dalla sottoscrizione congiunta di due soci in veste di garanti. Questa domanda, seppure priva di tali firme, può essere comunque presentata al sodalizio, che si riserva di chiedere all’istante ulteriori informazioni, ed è questo che è avvenuto nel mio caso. Una bella soddisfazione personale, quindi, essere stato ammesso senza garanti. Certamente, tanto più che all’inizio confesso di

non avere nutrito molte aspettative di riuscirvi. Non potendo contare sul supporto dei due soci presentatori per la congiunta sottoscrizione della domanda di ammissione, infatti, le mie speranze erano veramente poche. La decisione del Consiglio Direttivo di accogliere la mia domanda di ammissione è stata invece un “privilegio” il cui merito va alle mie pubblicazioni in materia storica e al mio interesse per lo studio della monetazione greca, magno-greca, romana, bizantina e medievale. Non essendovi molti altri soci nella nostra regione, inoltre, rappresenterò

la Calabria all’assemblea generale ordinaria del sodalizio, che avrà luogo il 13 aprile, presso la sede della Biblioteca Trivulziana del Castello sforzesco di Milano. Benché la Locride sia satura di reperti archeologici, anche di natura monetaria, ha accennato anche lei al fatto che nel nostro territorio non si registra un particolare interesse verso la numismatica. A suo avviso, come si potrebbe invertire questo trend? A mio parere, tale inversione potrebbe e dovrebbe partire dalle scuole di istruzione secondaria di secondo grado. A tal fine, nell’ambito della programmazione dei progetti annuali di offerta formativa, o di altri progetti simili, il corpo docente potrebbe proporre appositi seminari da svolgersi anche mediante supporto multimediale. Avvalersi di strumenti tecnologici permetterebbe infatti di illustrare ai discenti la storia delle monete e delle varie coniazioni nel corso dei secoli. Ha in programma qualche prossima pubblicazione in materia numismatica? Ho recentemente preparato uno studio intitolato “Brevi note su un denaro tornese di Filippo d’Angiò, principe di Taranto”, che verrà pubblicato a breve sulla rivista “Studi Calabresi”, un periodico del Circolo di Studi storici “Le Calabrie”, di cui sono anche co-fondatore e socio cultore, che opera nel campo storico-artistico-archeologico. Gaetano Marando

Angelo Laganà, con la sua fisarmonica, incanta Cuba La tournée che ha visto protagonista Angelo Laganà con la sua fisarmonica nell’Isola di Cuba lascerà un segno indelebile nella mente del musicista calabrese per i numerosi impegni che l’hanno visto esibirsi in molti locali, suscitando grande interesse da parte del numeroso pubblico presente. L’ha accompagnato in questo viaggio, durato quasi un mese a cavallo di febbraio e marzo 2019, il collega giornalista Gianni Citra. La prima esibizione, grazie al Prof. Pasquale Amato, si è svolta alla 28esima “Fiera Internazionale del Libro” che si è tenuta all’Habana dal 7 al 17 febbraio 2019, con una manifestazione ormai visitata da milioni di turisti provenienti da tutto il mondo; proprio in quella occasione, il Prof. Pasquale Amato ha presentato, in anteprima, il XXXIV Premio Mondiale Di Poesia Nosside, evento che ha visto Angelo Laganà, in qualità di ospite d’onore, come unico musicista a rappresentare l’Italia in Sud America. In quella mattinata del 9 febbraio, ha eseguito musiche di sua composizione tra cui: “Capo Sud”, inno dedicato alla Calabria e “Profumi di Calabria”, tarantella che è stata molto apprezzata da parte dei turisti intervenuti, tant’è che alcuni si sono messi a ballare, segno che conoscevano il nostro ritmo che ormai ha fatto il giro dei cinque continenti, come quello della “salsa” a Cuba. Al tavolo della conferenza stampa, era presente il presidente dell’Università “Dante Alighieri” Gigi Riccioni che, dopo aver ascoltato il concerto del musicista calabrese, l’ha subito scritturato per due serate da tenere presso l’Università. Angelo Laganà ha tenuto due concerti assieme a Osdalgia, la più famosa cantante cubana e il suo gruppo, sia al “King Bar” che al “Gato Tuerto”, il locale più rinomato dell’Habana. A Cuba la musica è vita per cui in ogni bar, ristorante, locale, nelle discoteche, si fa musica a tutte le ore per intrattenere i turisti che siedono ai tavoli per consumare qualcosa ma, allo stesso tempo,

desiderano ascoltare la musica del luogo che è ormai di casa in tutto il mondo. Altri locali dove Angelo Laganà si è esibito, da solo e assieme a gruppi cubani, sono: “El Patio Areito”, “Salon Jelengue”, “San Miguel”, “Delirio Habanero”, “El Balazo” con i gruppi “Suena Habana” e “Morena Song”. Tra le città in cui ha tenuto concerti, Habana, Cienfuegos e Santiago de Cuba. Tra tanti impegni, Angelo Laganà ha trovato volutamente il tempo per andare a fare visita alla Cattedrale della Patrona del Cobre, la Vergine che tutti i cubani adorano e al cimitero di Santiago de Cuba dove sono sepolti Fidel Castro e Compay Segundo, noto cantautore cubano. «Il mio – dice Angelo Laganà - è stato un atto di riconoscenza perché, quando mi sono esibito per la prima volta all’Habana a “La Casa de la Cultura”, Fidel mandò l’uomo di maggior fiducia, Giustino di Celmo, per ascoltare il mio concerto e Giustino è rimasto, come riferì al Comandante, ben impressionato della mia esibizione». «In quella particolare occasione - prosegue Laganà - ho voluto visitare anche la tomba di Compay Segundo, il più grande musicista cubano, anche perché, la sera precedente, mi ero esibito a “La Casa de la Trova” a Santiago de Cuba, locale rinomato dove Compay Segundo ha tenuto concerti con il suo gruppo per moltissimi anni” ». «Non poteva mancare un’altra mia visita alla Casa-Museo di Ernest Hemingway, famoso scrittore americano che ha voluto comprare una grande villa a Cuba dove ha vissuto molti anni e rivedere tutti quei libri, le stanze, il letto dove dormiva, la divisa e gli animali imbalsamati, mi ha procurato molte emozioni». Angelo Laganà, ha portato con sé tutta la produzione musicale composta da CD e DVD, “Sabor de mi vida”, quarto CD dedicato a Cuba e, in primis, il suo doppio album, “In Ricordo di Franco e Mino

Reitano” che ha dato in omaggio a tutte le più importanti emittenti radiofoniche e televisive dell’Isola caraibica. «Con mia grande soddisfazione - prosegue Angelo Laganà - Gianni Citra ne è testimone perchè mi ha accompagnato in quasi tutti i concerti, devo dire che ho lasciato la gente incantata perché il suono della fisarmonica che il popolo cubano chiama acordéon, è magico e le persone che sono molto sentimentali, autentiche si emozionano facilmente quando ascoltano canzoni melodiche come: “Volare”, “Il padrino”, “Besame mucho”, “Amapola”, “El choclo”, “Te exstrano”, “Historia di un amore”, “ ‘O sole mio”, “Tango del mare”, “Tu vo’ fa l’Americano”… I musicisti cubani si esibiscono ai ritmi di: “salsa”, “merengue”, “reghetton”, “baciata”, ma la musica sentimentale e melodica è un’altra cosa, specie per chi, come la gente cubana, è costretta a sognare per accantonare i problemi che, giorno per giorno, non mancano. Sono proprio quelle persone che trovano rifugio nella musica che, per qualche momento, le distrae facendole pensare di poter navigare in acque più tranquille e in un sogno fantastico che solo il mondo delle sette note è capace di regalare».

IMMAGINI 1. Esibizione insieme al gruppo “Suena Havana”. 2. Esibizione insieme alla cantante Osdalgia al “King Bar”. 3. Angelo Laganà dopo l’intervista a Radio CMKA a Santiago de Cuba. 4. Il libro su Roccella scritto da Angelo Laganà, “Itinerari turistici”, dato in omaggio a Gigi Riccioni, presidente dell’Università “Dante Alighieri” 5. Angelo Laganà davanti alla tomba di Fidel.


Carlo Belmondo dalla Calabria un artista a tutto tondo! Cantautore, attore di cinema, fiction e teatro, con spettacoli in tutta Italia, il reggino Carlo Belmondo ha appena pubblicato il suo singolo dal titolo “Non illudermi”, prodotto da Massimo Di Cataldo.

Si definisce dolce, sensibile, premuroso e simpatico; ma anche molto puntiglioso e permaloso. Lui è Carlo Belmondo, cantautore, attore di cinema, fiction e teatro, con spettacoli in tutta Italia. Ha partecipato a “Colorado”, su Italia 1; “Eccezionale Veramente”su La7. Carlo nasce a Reggio Calabria il 16 ottobre 1982, nel suo percorso di vita ha “incrociato” Siderno, dal momento che durante l’infanzia, si recava spesso nel nostro paese in visita ai parenti, trascorrendo le sue giornate a giocare all’YMCA. Ma conosciamo meglio questo giovane talento che dimostra di essere molto legato alla famiglia e ai valori genuini. Quando inizia il tuo percorso artistico? All’età di 5 anni, all’asilo partecipavo a tutte le recite. Poi, all’età di 17 anni, a scuola arrivò un regista, cercava attori per una commedia “La Lisistrata”. Fui preso, per una parte minore, ma quando il protagonista si fece male, lo sostituì proprio io. Appena salito sul palco, ho sentito di essere nel posto giusto, esattamente dove dovevo essere, mi sentivo al sicuro. Da quel momento hai deciso di seguire la strada del mondo dello spettacolo. Come sono stati gli inizi? A Roma, mi sono iscritto all’Accademia di spettacolo “Corrado

“Vivo a Roma dal 2001, ma quando posso ritorno giù volentieri sia per la famiglia, sia per l’odore che ha la mia città: scendendo dall’aereo o dalla macchina la prima cosa che faccio è respirare forte, ha un odore bellissimo”.

Pani” diretta da Pino e Claudio Insegno. È stato un periodo positivo, ottimista, anche se non semplice, perché ho fatto tanti sacrifici e lavori per mantenermi. Una volta ottenuto il diploma, ho iniziato a lavorare con Pino Insegno e, dopo un provino per uno spettacolo teatrale con Roberto Ciufoli, sono stato preso e ho lavorato tutta la stagione, in giro per l’Italia. Con Ciufoli si è creato un bellissimo rapporto, non solo professionale, ma soprattutto umano, tanto che è diventato il mio padrino di cresima. Chi è la tua forza? La mia famiglia, non mi hanno mai impedito di raggiungere il mio obiettivo, mi hanno sempre appoggiato e sostenuto, soprattutto nei momenti più difficili della mia vita. Il tuo pensiero sulla vita? Viviamo la vita sempre in cerca di qualcosa, raggiunto l’obiettivo ce ne poniamo un altro. Secondo me, è sbagliato viverla senza far nulla, aspettando che finisca, invece è bella ed è giusto godersela tutta. Nel 2016, al Teatro Cilea di Reggio Calabria, interpreti Fra Bernardino. Com’è stato lavorare nella tua città? Un’emozione indescrivibile, ho lavorato nei più bei teatri d’Italia, ma farlo nella tua terra è tutta un’altra cosa. È stato molto surreale, quando mi moriva San Francesco tra le braccia, piangevo così intensamente da far piangere lo stesso attore, che interpretava il Santo di Assisi. Sei un ragazzo anche impegnato nel sociale. Vuoi raccontare il tuo rapporto con Avis Calabria? Avis è la più grande organizzazione di volontariato del sangue italiana, sono diventato testimonial di questa campagna di sensibilizzazione e grazie a un cortometraggio realizzato per l’AVIS, ho conosciuto Giacomo Battaglia e Gigi Miseferi. Sono diventati i miei padrini in Calabria e grazie a loro ho avuto la possibilità di lavorare nella mia terra. Giacomo, in particolare, è il mio secondo papà, mi ha sempre presentato a

Il Pentedattilo Film Festival sceglie Siderno per il tour finale della XII edizione Il ricchissimo programma della rassegna cinematografica internazionale chiude con una tre giorni che si svolgerà tra Reggio Calabria e il Cinema Teatro Nuovo di Siderno. Assoluti protagonisti i cortometraggi di registi provenienti da tutto il mondo che tratteranno i più disparati temi sociali, ma anche i ragazzi delle scuole del comprensorio.

ornano protagonisti i Cortometraggi dal mondo nella XII edizione del Pentedattilo Film Festival, in occasione del tour finale che dal 22 al 26 marzo farà tappa a Reggio Calabria e a Siderno. Saranno proposte proiezioni tratte dalla sezione Cineducational per gli studenti e una selezione di cortometraggi vincitori e destinatari dei riconoscimenti speciali in occasione del concorso internazionale svoltosi lo scorso novembre nell'affascinante borgo di Pentedattilo. Il Cinema Teatro Nuovo di Siderno ha ospitato giovedì la conferenza stampa di presentazione del ricco programma. Le attività saranno scandite da tre matinée con le scuole secondarie di secondo grado, dall'appuntamento pomeridiano al Cinema Metropolitano di Reggio Calabria questo

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pomeriggio e dal gran finale di martedì 26 marzo al Cinema Teatro Nuovo di Siderno. Protagoniste, anche in questo scorcio finale, le scuole secondarie di secondo grado del territorio che avranno l'occasione, attraverso i cortometraggi, di conoscere fermenti e prospettive del cinema contemporaneo. Gli studenti tornano protagonisti delle proiezioni mattutine programmate per le delegazioni dell'Istituto di Stato Industria e Artigianato e dell’Istituto Professionale Statale Servizi Alberghieri e Ristorazione di Siderno, del Liceo Scienze Umane e Linguistico Giuseppe Mazzini di Locri, del Liceo Statale Tommaso Gullì e del Liceo Scientifico Alessandro Volta di Reggio Calabria. Dopo la prima maratona mattutina svoltasi venerdì al Cine Teatro Odeon, lunedì 25 e martedì 26 marzo si torna a Cinema Nuovo di Siderno con due matinée che avranno inizio alle ore 9. I corti presentati esploreranno i temi più disparati, dal bullismo alla multiculturalità, dal pregiudizio alle barriere culturali che degenerano in conflitti e persecuzioni, passando attraverso l’unione tra cinema e danza e la strage di Parigi del 13 novembre 2015. Anche durante il gran finale, in programma martedì 26 marzo, alle ore 20:30, sempre Cinema Teatro Nuovo di Siderno, saranno i Cortometraggi dal mondo gli assoluti protagonisti di una serata scandita dalla storia familiare narrata nel film russo “He said: ‘Mommy’”, dal cortometraggio polacco di ispirazione shakespeariana “Macbeth” e dall’affresco adolescenziale belga-egiziano “Fifteen”, tutti premiati a vario titolo dalla direzione artistica del PFF. Uno scrigno di incontri, quindi, il Pentedattilo Film Festival, che si appresta a chiudere questa edizione con altre proiezioni, altre emozioni, altre occasioni di guardare la realtà da diversi punti di vista e di appassionarsi al mondo affascinante dei cortometraggi.

tutti come il suo successore e all’uscita del mio singolo, ho deciso di indossare i gemelli, da lui regalatemi, in occasione della mia cresima. Venerdì scorso è uscito il tuo singolo dal titolo “Non illudermi”, prodotto da Massimo Di Cataldo. Mi racconti di questo progetto? In realtà il brano parla di una storia vera, una friendzonata che ho vissuto sulla mia pelle e che ho messo su carta e su musica, come ho fatto con altre canzoni. Questa, però, l’ha ascoltata Massimo Di Cataldo e ha deciso di produrla. Vivi a Roma da tanti anni, ma cosa pensi della Calabria quando hai modo di ritornare? Vivo a Roma dal 2001, ma quando posso ritorno giù volentieri sia per la famiglia, sia per l’odore che ha la mia città: scendendo dall’aereo o dalla macchina la prima cosa che faccio è respirare forte, ha un odore bellissimo. Con gli anni è cambiata molto e anche in Calabria, adesso, ci sono delle realtà per gli artisti; questo mi rende felice, perché al Sud c’è gente veramente brava. Cosa ti manca di più della tua Terra, quando ti trovi lontano? In primis la famiglia, anche se siamo sempre in contatto abbiamo anche bisogno di vederci. Poi, come dicevo prima, l’aria, il paesaggio, i cornetti enormi, l’aperitivo da “Sottozero”, il gelato di “Cesare”e il caffè shakerato di “Fragomeni”. Insomma il cibo, se non si fosse capito… Quali saranno i tuoi prossimi progetti? Ho altri singoli pronti per essere incisi; uno, invece, è già stato inciso e spedito a Radio Italia per un concorso creato con Anas per sensibilizzare i giovani a non usare il telefono alla guida. Per ora il brano è di Radio Italia, ma tra pochi mesi potrò pubblicarlo. Rosalba Topini

Una produzione tutta locridea per il nuovo videoclip di Francesco Loccisano È online il nuovo videoclip di Francesco Loccisano. Tratto dall’album “Solstizio”, il video del singolo “Cardìa” è diretto dal sidernese Vincenzo Caricari ed è liberamente ispirato al film “Essere John Malkovich” di Spike Jonze. Prodotto da Streets Video e rea-

lizzato con la collaborazione di LocriTeatro, il videoclip sul sito ufficiale del cantautore e sul suo canale YouTube e rappresenta un’ulteriore prova della professionalità che la Locride può esprimere in tutti i campi lavorativi e dell’arte.

Gli Special Olympcs si presentano alle autorità a Gioiosa Ionica La scorsa settimana Irma Circosta, Responsabile Regionale Area Famiglia Special Olympics ha presentato a Gioiosa Ionica la squadra di basket al Sottosegretario del Ministro dell’Interno Carlo Sibilia e al Prefetto Michele Di Bari. Durante l’incontro erano presenti anche il Questore

Raffaele Grassi, il Presidente del Tribunale Rodolfo Palermo, il Procuratore della Repubblica Luigi D’Alessio, l’Onorevole Bova, e le massime autorità militari, la Direttrice Regionale Calabria Special Olympics Luisa Elitro e il Direttore Provinciale Giuseppe Lombardo.


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LA STORIA DI CATERINA TUFARELLI PALUMBO

Venne eletta all’unanimità sindaco di San Sosti il 24 marzo 1946. Si impegnò molto per migliorare le sorti del paese e la vita della sua gente facendo costruire scuole, strade, l’acquedotto, il mercato coperto, oltre a istituire un’apposita struttura per aiutare le famiglie meno abbienti. A fine legislatura, nel 1952, lasciò un bilancio consuntivo con tutte le opere realizzate, scusandosi per quello che non era riuscita a fare.

È calabrese la prima donna sindaco in Italia

“Per la sua sensibilità – racconta il figlio – riteneva giusto aiutare un paese di contadini e gente umile, uscito con le ossa rotte dalla guerra, per sopravvivere e tirarsi su da quel periodo funesto”.

“Le donne del ‘46” è un’espressione con cui si riferisce alle prime donne italiane che nel 1946 hanno ottenuto il diritto di andare a votare: fino ad allora, in Italia, il diritto di voto era limitato agli uomini. Nel nostro Paese, infatti, le donne furono considerate cittadine pari agli uomini solo alla fine della seconda guerra mondiale, il 10 marzo del 1946. La loro prima occasione di voto non fu il referendum del 2 giugno per scegliere tra Monarchia e Repubblica, come pensano in molti, bensì le amministrative di qualche mese prima, quando le donne risposero in massa e l’affluenza superò l’89%. Circa duemila candidate vennero anche elette nei consigli comunali, la maggioranza nelle liste di sinistra. Di questo particolare periodo storico, ricco di intensi cambiamenti, la Calabria è stata una grande protagonista, dal momento che il 24 marzo 1946 nel comune di San Sosti, in provincia di Cosenza, venne eletta la prima donna sindaco in Italia: Caterina Tufarelli Palumbo a soli 24 anni, seguirono in ordine di tempo: Ines Nervi in Caratelli, eletta sindaco di San Pietro in Amantea, il 31 marzo, a 42 anni e Lydia Toraldo Serra, quarantenne, eletta nel mese di aprile a Tropea. In quegli anni, la razione del pane è di 250 grammi e nel 1947 gli italiani sono i cittadini peggio alimentati di tutta la parte occidentale. Nel 1945 il tasso di mortalità infantile è di 103 ogni mille nati vivi e per scendere sotto i 50 bisognerà aspettare il 1956. Per capire la gravità, basti pensare che oggi il tasso è di circa il 3 per mille. In questo contesto storico così delicato e drammatico si inserisce la figura di questa straordinaria donna. Caterina Tufarelli Palumbo nasce a Nocara il 25 febbraio 1922, paese a mille metri di altitudine al confine con la Lucania, con un panorama mozzafiato, da dove è possibile ammirare il Golfo di Taranto. Rimase orfana a pochi mesi e, dalla quinta elementare fino alla licenza liceale classica, studiò a Roma in collegio, a Trinità dei Monti, dalle suore del Sacro Cuore dove si distinse per bravura, vincendo numerosi premi scolastici. Le amicizie coltivate in questo ambiente, le furono utili nel periodo di sindacato: sindaco di Roma, Re d’Italia,

Presidente del Consiglio De Gasperi, di cui fu compagna di scuola delle figlie, Ministro del Turismo e Spettacolo e di altre personalità dell’epoca in quanto, anche se sindaco di un piccolo paese montano della Calabria, aveva un canale privilegiato con interlocutori di questo calibro. Nel 1941 conosce Baldo Pisani, di professione avvocato e se ne innamora a prima vista. I due si sposeranno il 28 aprile 1943, in piena guerra, diventando genitori di tre figli: Oscar nato nel 1944, Giuseppe nel 1948 e Giorgio nel 1955. Nel frattempo, iniziò la facoltà di giurisprudenza a Roma, ma si laureò a Napoli. Il 24 marzo 1946 venne eletta all’unanimità sindaco di San Sosti, si impegnò molto per migliorare le sorti del paese e la vita della sua gente. Fece edificare il palazzo comunale con annesso cinema, fece costruire scuole, strade, l’acquedotto, l’orologio, (la cui necessità era da tutti sentita soprattutto dai lavoratori), il mercato coperto, oltre a istituire un’apposita struttura per aiutare le famiglie meno abbienti. A fine legislatura, nel 1952, lasciò un bilancio consuntivo con tutte le opere realizzate, scusandosi per quello che non era riuscita a fare.

Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Direttore editoriale: ILARIO AMMENDOLIA

Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14 EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 - 89048 Siderno

Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

Il bilancio consuntivo è un obbligo degli amministratori soltanto da qualche anno. Dopo seguirà nell’ombra l’attività politica del marito che, nel frattempo era stato eletto consigliere provinciale e poi Presidente della Provincia di Cosenza per tre legislature. Seguirà i suoi figli nella loro crescita, si dedicherà a scrivere articoli su vari giornali e su svariati temi. Non ha mai dimenticato i più sfortunati, è stata sempre presente nel sociale in qualità di Presidente, per oltre trent’anni, delle Dame di Carità. La sua vita fu intensa e breve, infatti si spense a Roma il 7 dicembre 1979, a soli 57 anni. E stata una donna coraggiosa, determinata, ma allo stesso tempo sensibile e umile, un’anima bella che per conoscerla meglio ho chiesto notizie al figlio Giorgio, avvocato residente a Castrovillari. Quali sono state le qualità più belle di sua madre? Le doti erano tantissime e mi dispiace che a elencarle sia il figlio: intelligenza, cultura, bontà, modestia, dolcezza, altruismo e tante altre ancora. Una giovane donna, nel 1946, come mai ha deciso di dedicarsi alla politica? Per la sua sensibilità, riteneva giusto aiutare un paese di contadini e gente umile, uscito con le ossa rotte dalla guerra, per sopravvivere e tirarsi su da quel periodo funesto. Quali sono state le soddisfazioni più importanti avute nel ruolo di sindaco? Sicuramente la sua soddisfazione più grande è stata quella di essere riuscita a svolgere molto bene il suo compito, in quanto tutte le opere pubbliche presenti a San Sosti attualmente, sono state eseguite esclusivamente sotto il suo mandato. Può raccontare qualche aneddoto che riguarda la vita pubblica o privata di sua madre? Ce ne sono tanti, ne avrei l’imbarazzo della scelta. Ricordo che aveva migliaia di bambini da lei battezzati o cresimati che seguiva passo passo nella vita. Quale sono state le battaglie per le quali ha più lottato? L’aiutare la gente umile in tutti i modi sia materialmente che spiritualmente. Cosa pensava sua madre della Calabria? Mia madre pensava che la Calabria fosse una terra meravigliosa, ma sfortunata, anche perché all’epoca non era molto ben servita dai mezzi di comunicazione, carenza che la isolava dal resto della nazione. Cosa penserebbe, invece, dell’attuale situazione politica? Ritengo che non si augurava né poteva immaginarsi che i suoi successori in politica fossero di così infimo livello, salvo poche persone che fanno e hanno fatto politica per fini diversi. Caterina è stata una donna carismatica che con la sua intelligenza, cultura e bontà d’animo ha dato prova di amare la sua Terra e la sua gente, ammirata e omaggiata da tante personalità dell’epoca, tra cui il sindaco di Roma, Rebecchini, senza dubbio meriterebbe di essere conosciuta e valorizzata di più. Rosalba Topini

COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Giuseppe Romeo, Orlando Sculli, Sonia Cogliandro, Serena Iannopollo, Gaetano Marando, Rosalba Topini, Arturo Rocca, Franco Martino, Franco Crinò, Antonio Scordino, Giovanni Pittari. STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

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A TAVOLA CON BLUETTE

QUESTA SETTIMANA CON LO CHEF MICHELE MELECA VECCHIA HOSTARIA DI SIDERNO

ZUPPA DI PESCE: DOSE R 4 PERSONE DIFFICOLTA’ BASSA PREPARAZIONE 20 min., COTTURA 60 min. COSTO MEDIO INGREDIENTI: 6 GAMBERI, 3 GALLLINELLE DI MARE, una rana pescatrice, 700 gr di polipo, 400 gr di seppia 250 gr di calamari, 1000 gr di paranza, olio extra vergine di oliva, 3 spicchi d’aglio, 4 pomodori Pelati prezzemolo , peperoncino sale e q.b. pepe Pane a fette.

Procedimento: 1)Mettere in una casseruola l’olio, uno spicchio d’aglio, prezzemolo i pomodori pelati e lasciateli prendere colore 2)Iniziate ad aggiungere i pesci. Coprite il tutto con abbondante acqua in modo tale da ricoprire completamente il tutto, coprite e iniziate la cottura. 3)Per una cottura ottimale considerate all’incirca un ora di cottura totale, da quando avete messo nella casseruola i primi pesci 4)Nel frattempo mettete ad abbrustolire delle fette di pane, che vi serviranno x servire la zuppa. 5)Trascorso il tempo indicato controllate che il polpo sia diventato bello morbido. 6)Nel caso il liquido presente nella zuppa non fosse sufficiente aggiungete poca acqua. 7)La zuppa di pesce è pronta x essere servita. 8)Se gradite , strusciate sulle fette di pane uno spicchio d’aglio. Mettete le fette di pane all’interno delle piatto e ricoprite con la zuppa e il brodo, una spolverata di prezzemolo un filo d’olio a crudo. Lo chef Michele Meleca e Bluette Cattaneo vi Augurano buon appetito Alla prossima ricetta Seguitemi anche ogni sabato ore 13 su Tele Mia canale 85 ddt o diretta streaming in tutto il mondo www.telemia .it


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OP C S O R L’O

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Ariete La congiunzione di Mercurio ti regalerà delle belle soddisfazioni, soprattutto sul fronte lavorativo: riuscirai a fare dei passi avanti in direzione della realizzazione dei tuoi progetti. Incontri o risposte fortunate potrebbero arrivare lunedì e martedì.

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Frittura di teatro Il simpaticissimo Edoardo Siravo abbraccia il talentuoso Mario Spina. Ogni volta che viene a Portigliola, infatti, il direttore Artistico del Teatro Classico non può fare a meno di deliziarsi con i piatti preparati dal grande chef di Locri.

Esiti commissariali Ecco il risultato dell’opera di bonifica del paese condotta dall’Amministrazione di Marina di Gioiosa Ionica insediatasi nuovamente dopo l’annullamento dello scioglimento per mafia. Una quantità sconcertate di pneumatici dimostra come la gestione commissariale, oltre e interrompere la democrazia, spesso interrompa anche la gestione stessa del paese.

Vigile senso civico I due ex comandanti della polizia municipale di Marina di Gioiosa Ionica Rocco Femia e Nicola Murdocca posano accanto a un mezzo comunale dimostrando che il senso civico non va mai in pensione!

Gemelli Venere assumerà una posizione sfavorevole al tuo segno… I litigi col partner rischiano di essere all’ordine del giorno. Attenzione in particolare proprio alla giornata di martedì, quando una luna in opposizione ti farà sentire piuttosto nervoso. Cancro Dovrai fare i conti con tre giornate di luna in opposizione: mercoledì, giovedì e venerdì. Saranno giornate nervose e, soprattutto sul fronte lavorativo, potresti trovare qualche blocco o qualche opposizione. Per fortuna Venere tornerà a sorriderti. Leone Finalmente dirai addio all’opposizione di Venere! L’ultimo periodo non è stato per niente facile per il tuo segno ma adesso vivrai un lento, ma decisivo miglioramento e riuscirai a ritrovare la serenità nella tua vita di coppia. Attenzione al week end.

Gagliardetti gagliardi Il socio CL IPA Locride, Sostituto Commissario in pensione Rocco Gagliardi, in visita in Romania, consegna il gagliardetto con logo dei Comuni della Locride al delegato IPA Bucarest Colonnello Honica.

Vergine Questa settimana è in arrivo una brutta notizia per il tuo segno: a partire dalla giornata di martedì, il pianeta Venere entrerà in opposizione! Nelle prossime settimane la tua storia sentimentale potrebbe essere messa in crisi, ma ne uscirai alla grande. Bilancia Fai attenzione alle persone di cui ti circondi: se all’apparenza sembrano dalla tua parte, il rischio questa settimana è che ti voltino le spalle. Meglio puntare sugli affetti certi e sinceri: Venere ha già messo al tuo fianco persone di cui fidarti.

Graditi ritorni Dopo molti anni di assenza dalla Calabria, torna nella nostra terra l’eccezionale Noa che, con la sua band, si esibirà sabato 6 aprile presso il Teatro Gentile di Cittanova.

Scorpione Potrai tirare un sospiro di sollievo! Martedì Venere smetterà di esserti sfavorevole! La tua vita sentimentale ritroverà la pace e la serenità. Punta tutto sulle giornate di luna fortunata, quelle di mercoledì, giovedì e venerdì, quando avrai fortuna.

Il dentista e il pirata Il mitico Giuseppe Galea, detto “pirata” posa in compagnia del dentista Giorgio Calvi, martonese che vive tra Roma e Siderno e che ha voluto incontrarlo per prendere lezioni di vita vista la sua infinita saggezza e conoscenza.

Sagittario La settimana comincia con due giornate super, in cui potrai contare su di una luna fortunata nel tuo segno. A partire da martedì, però, Venere ti volterà le spalle: nelle giornate successive potresti vivere dei momenti di crisi nella tua relazione. Capricorno Se sul fronte del lavoro lo sfavore di Mercurio continua a crearti rallentamenti, sul versante sentimentale ti aspettano giornate di grande gioia e passione! A partire da martedì, infatti, potrai contare sul favore di Venere, pronta a sostenerti.

Il sindaco culturale Vogliamo fare un plauso al sindaco di Sant’Agata del Bianco che, qui intervistato dal collega Antonio Condò per Rai 3, sta portando avanti una vera e propria missione di rinascita culturale nel paese di Saverio Strati. Pescatori made in Italy Il vero “made in Italy” Cosimo Trimboli posa all’estero assieme a Michele Meleca della Vecchia Hostaria in Australia, a giudicare dal monumento che abbracciano, i pescatori sono tenuti in considerazione più di quanto non si faccia dalle nostre parti!

Toro Finalmente, da martedì, Venere smetterà di mettere i bastoni tra le ruote alla tua vita sentimentale e tornerà ad agire in tuo favore! Litigi e discussioni saranno solo un lontano ricordo. Ma il buonumore tornerà nella parte centrale della settimana.

Acquario Venere abbandonerà il tuo segno: non temere, la fortuna in amore continuerà a essere garantita, anche perché nell’ultimo periodo sei riuscito a rendere la tua storia più solida e importante. Per i single sono previsti incontri da far battere forte il cuore.

Degustazione territoriale Complimenti alla macelleria Giorgini di Siderno per l’ottima serata di giovedì, durante la quale presso i loro locali è stato possibile degustare l’ottimo champagne Laurent Perrier accostandolo a meravigliosi sapori della nostra terra.

Pesci Questa settimana Venere tornerà nel tuo segno! Sono in arrivo ottime notizie sul fronte dei sentimenti: riuscirai a sentirti più amata che mai e ad amare a tua volta con passione e intensità. Giornate super-favorite mercoledì, giovedì e venerdì.


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