Riviera nº 01 del 31/12/2017

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A poche ore dalla fine dell’anno, anche nella Locride ci apprestiamo a salutare nel migliore dei modi l’anno che verrà. Sulla falsa riga di quanto già accaduto negli scorsi anni, sempre più organizzatori si adeguano alle esigenze di un pubblico desideroso di socializzare, offrendo divertimenti unici, colorati, esagerati. Mai come quest’anno, dunque, sfruttando la formula ormai collaudata del capodanno di piazza, sono state così tante le feste tra cui avere l’imbarazzo di dover scegliere. Niente più rabbia, tentennamenti e tristezza quando vi sentirete chiedere “Cosa fai a Capodanno?” Potrete rispondere a testa alta, senza la minima titubanza, senza quella impudente ma liberatoria voglia di mandare il vostro interlocutore a quel paese. Nella Locride la mission della serata sarà divertirsi di gusto e trascorrere un inizio dell'anno esplosivo. Qualche esempio? Il sempreverde veglione del Locri on Ice, che promette di polverizzare anche quest’anno il record di presenze fatto registrare nel 2017, ma anche l’originalissimo e inimitabile “Capodanno di via” Pagano, a Siderno, che punta tutto sul glamour e il buon gusto come solo Top, SpeakEasy e Madà sanno offrire. Ma il capodanno 2018 sarà in piazza anche a Bovalino, dove si freme per la performance di Paolo Sofia, a Caulonia, dove a farla da padrone sarà il DJ set di Kimiko con la partecipazione del vocalist Amaury, e a Gioiosa Ionica, dove sarà offerto al pubblico un singolare “FilMuzik Event” la cui punta di diamante sarà il concerto dei Marvanza. Tutto rigorosamente fuori dalle porte dei locali più “in” del comprensorio, dove molti altri sono gli eventi che non abbiamo lo spazio per citare facendovi venire ancora più paturnie…

Buon 2018!



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IN BREVE

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la vetrina

L’EDITORIALE

DEL DIRETTORE

Che sia un 2018 con vergogna

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er anni psicologi e psicoanalisti hanno lavorato per eliminare quello che era ritenuto un deficit delle singole personalità: la vergogna quale origine della scarsa stima di sé. Gli studi avevano dimostrato che questo sentimento era correlato significativamente con Depressione, Ansia OssessivoCompulsiva e Ansia Fobica. Inoltre, la vergogna era vista come una delle ultime forme di patologia sociale, tanto che furono suggerite delle vere e proprie campagne per ridurre la vergogna, come avvenne, ad esempio, in California con il «programma cognitivo-affettivo finalizzato a ridurre la vergogna». E così, piano piano, la vergogna è ufficialmente scomparsa dall’orizzonte dei sentimenti e dei valori individuali e collettivi. Oggi, quel colpo di spugna così deciso e risoluto andrebbe rimpianto. Nell’intento di guarire i depressi (tentativo pressocchè fallito, tra l’altro), sono aumentati i soggetti con disturbo borderline. Animati da una totale mancanza di vergogna, anche in questo 2017, finti maniaci del rigore hanno provato a insozzare la Calabria con operazioni naufragate miseramente - vedi “Circolo Formato”,- hanno sciolto consigli comunali e chiuso aziende sulla scorta di meri sospetti, senza possibilità di appello. Hanno violentato la Costituzione proprio quando ci si accingeva a celebrare il suo 70° compleanno. Con le loro spettacolari conclusioni preventive hanno fatto credere al mondo intero che i cittadini di questo territorio convivano, senza speranza di redenzione, con la mafia e la prassi pervasiva del malaffare. Stiamo attenti a non arroccarci, in nome di una presunta lotta alla mafia, su posizioni che poi si riveleranno un passo falso. Stiamo attenti sul serio perchè, dando credito ai ciarlatani, potremmo favorire il fallimento della Legalità, e questo sarebbe un insuccesso e getterebbe discredito su tutta la Calabria, Locride per prima. Quel che mi auguro per il 2018 è che, forti della lezione dell’ennesimo anno andato in fumo, insorga il desiderio di riportare in auge la vergogna. Sì, mi auguro per tutti che torni di moda. Nella vergogna si sperimenta l’immagine negativa di se stessi, si prova un senso sgradevole di nudità, si comprende che la dotazione di potere è uguale per tutti. Con un pò di vergogna in corpo forse riusciremo a rimuovere tutte le previsioni che, come abbiamo visto, troppo spesso si sono rivelate paravisioni - legate a un’immagine contorta che si ha della Calabria e che, da tempo ormai, denuncia la falsa libertà con cui ci muoviamo per le strade e per gli anni. Maria Giovanna Cogliandro P.S. : Intanto noi un taglio con il vecchio anno lo abbiamo dato, svecchiando la grafica del nostro giornale. Questa riforma grafica nasce dall'incontro del talento e della creatività di due persone speciali: i grafici della Pi Greco Communication. Per mesi hanno lavorato in silenzio e con sapienza artigianale per creare una veste grafica che rendesse Riviera più immediata, fruibile e diretta. Siamo certi che non deluderanno neppure voi.

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È diventato drag queen per caso. Una nuova vita che l'ha cambiato umanamente e artisticamente premettendogli di superare limiti che neanche immaginava di avere.

Francys Power "Se non ti piaccio,

cambia canale!"

Si chiama Francesco Mancuso, in arte Francys Power. Nasce e vive a Catanzaro, ha 50 anni ed è una drag queen, un’opera d’arte coloratissima in grado di trasmettere sconfinata allegria e piccante divertimento. Come si diventa drag queen, come hai cominciato? Ho cominciato per caso. Ero ancora un semplice cantante e mi esibivo come Francesco insieme a un trio di drag queen. Una sera uno di loro ha avuto un imprevisto e non si è presentato per lo spettacolo. Era una vigilia di ferragosto a Gizzeria. Il locale era pienissimo e non era il caso di mandare tutto all’aria. L’ho sostituito io senza avere la benchè minima idea di cosa andavo a fare. Nella vita privata sono una persona molto introversa e anche quando mi esibivo come cantante nei locali il mio rapporto con il pubblico si limitava a un “buonasera”. Fare la drag queen mi ha arricchito sia artisticamente che umanamente e mi ha permesso di superare dei limiti che neanche immaginavo di avere. Questo perchè dietro una maschera ci si sente più forti? In una società in cui appena apri bocca rischi il linciaggio o di beccarti una querela, la satira, l’ironia, ti permettono di esprimerti più liberamente. Questo non significa che io dimentichi di essere Francesco. Francys ha tanto di me, non è solo un costume colorato, l’anima di Francys è la mia. Cosa, invece, il personaggio di Francys ha aggiunto a Francesco? La possibilità di far ridere il pubblico, di farlo tornare a casa divertito. Niente ti arrichisce di più che il riuscire a regalare un sorriso. Quanto ci impieghi a prepararti? Circa un’ora e mezza tra trucco, parrucco e abiti. Ma ci sono casi estremi in cui devi essere pronto in 20 minuti. La drag queen è una talentuosa portatrice di colore e di arte. Ma c’è stato qualche pregiudizio da superare... Quando ho iniziato, circa 15 anni fa, c’era da abbattere un muro di ignoranza pazzesco, e purtroppo non è ancora crollato completamente. Ma io mi sento a posto con me stesso. Si dice “Male non fare, paura non avere”. Spesso le paure nascono da ciò che non conosciamo e fare la drag queen, proprio perchè presuppone una maschera, può apparire ambiguo e generare pregiudizi. Quello che, però, non consento è che mi si offenda: non ti piaccio? La mia esibizione ti imbarazza? Cambia locale! Sfatiamo il mito secondo cui dietro una Drag Queen c’è sempre un omosessuale... Non è così. Vorrei raccontarti un aneddoto. Qualche anno fa sono stato in un locale a Soverato di fronte a un pubblico che mi guardava come se fosse atterrato un marziano. Per me è stato devastante. Sul palco c’ero solo io: o nuotavo o affogavo. Naturalmente sono rimasto a galla. La settimana successiva quando sono tornato al locale, Vincenzo, il titolare, non c’era, c’era solo la moglie. Finito lo spettacolo, mi passa davanti questa donna e mi accorgo che in realtà era un travestito: era Vincenzo! Lo aveva fatto per far capire alla gente che non bisogna dimostrare niente a nessuno, non basta un vestito a farti smettere di essere quello che sei. Lo spettacolo finisce quando si chiude il sipario e a quel punto io torno ad essere Francesco, con un paio di attributi che sono il doppio di quelli che dimostra Francys. Come ti vedi tra vent’anni? Dunque... ho 50 anni... a 70 mi vedo sicuramente più magro di Platinette, spero di conservare la simpatia di Margioglio ma senza la sua falsità, di indossare ancora vestiti stratosferici e di far girare a guardarmi anche i sassi. Mi verranno le rughe? C’è sempre la chirurgia estetica! Quello che mi auguro più di ogni altra cosa è di riuscire a far ridere. Maria Giovanna Cogliandro


31 DICEMBRE - 04

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attualità www.larivieraonline.com

SPORTING LOKRIANS

La burocrazia uccide un’eccellenza locrese o Sporting Lokrians non ce l’ha fatta. Nonostante gli sforzi e il grido di allarme lanciato anche attraverso le colonne del nostro giornale dal presidente Vittorio Zadotti, la società di futsal femminile, militante in serie A, vessata da una paradossale sfortuna che l’ha resa orfana di ben due palazzetti dello sport, è stata costretta ad annunciare il ritiro dalla competizione agonistica per la mancanza delle condizioni adeguate a continuare il proprio cammino. La burocrazia, peggiore male del nostro territorio, ha fatto un’altra vittima illustre, per la quale, inspiegabilmente, la politica, locale e regionale, non ha mosso un dito. Adesso le calcettiste del Lokrians, senza squadra, saranno inserite in un programma di sponsorizzazione individuale per garantire ai loro talenti di essere messi al servizio di altre compagini a campionato in corso, ma l’amaro in bocca per aver perso una punta di diamante sportiva della Locride non ci fa iniziare al meglio il 2018…

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SANT’ILARIO DELLO IONIO

IL FATTO

Siderno: Un anno di ordinaria idiozia on termina nel migliore dei modi, il 2017, per la comunità sidernese. Evidentemente trascinati dagli eccessi delle festività natalizie, infatti, alcuni incivili, nella notte tra il 26 e il 27 dicembre, hanno preso di mira le cassette di alimentazione dell’impianto di illuminazione pubblica del lungomare delle Palme, danneggiandole irreparabilmente. Ancora una volta siamo costretti dunque a registrare a

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Ultimo mese da sindaco per Brizzi? Siderno un atto di ordinaria inciviltà, che non rispecchia certamente il modo di fare dell’intera cittadinanza ma che indubbiamente la danneggia in maniera stupida ed egoista. A queste persone che, arrecando un danno a un bene pubblico, hanno recato danno innanzitutto a se stesse, vorremmo ricordare di non lamentarsi se le cose non vanno per il verso giusto nel nostro paese se continuano a comportarsi come degli idioti. Il cambiamento e il riscatto della nostra comunità, infatti, non è dipendente (solo) dalle amministrazioni comunali, ma deve partire dal basso e, finché le preoccupazioni saranno come evitare di pagare la bolletta della luce, piuttosto che la tassa sui rifiuti, o rompere le centraline Enel causando un disservizio, convinti di non doverne pagare personalmente lo scotto, non ci sarà impegno politico che possa cambiare le cose. Buon anno nuovo…

La sentenza della Corte di Cassazione, invitava il Consiglio Comunale a disporre la decadenza immediata del primo cittadino già il 27 luglio.

ontinua la querelle tra il Prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, e il sindaco di Sant’Ilario dello Ionio, Pasquale Brizzi, relativa all’incandidabilità di quest’ultimo.Dopo il consiglio comunale al vetriolo dello scorso 20 dicembre, in cui la discussione relativa è slittata alla prossima settima a causa dell’assenza per malattia del segretario comunale, giovedì è stata diffusa la notizia secondo la quale il prossimo 6 feb-

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braio si svolgerà l’udienza collegiale dinanzi al giudice relatore Giuseppe Cardona, per discutere del ricorso presentato dal Prefetto Di Bari con il quale si chiede di rendere esecutiva la decadenza dalla carica del primo cittadino di Sant’Ilario dello Ionio. La sentenza definitiva d’incandidabilità del sindaco, emanata dalla Corte di Cassazione lo scorso 27 luglio, in effetti, invitava il presidente dell’organo consigliare a disporne la convocazione per la presa d’atto della decadenza del primo cittadino dalla carica ricoperta, nonostante lo stesso Brizzi fosse stato rieletto sindaco nella tornata elettorale del 25 maggio 2014. A supporto delle ragioni del Prefetto Di Bari è intervenuto anche il Ministero dell’Interno che, sulla base della “Legge Severino”, che estende le disposizioni del testo Unico degli Enti Locali anche ai casi d’incandidabilità non derivanti da sentenze penali di condanna, conferma la necessità di far interrompere immediatamente la propria azione amministrativa a Pasquale Brizzi. L’ultima parola resta, comunque, al Tribunale di Locri, che si dovrà dunque pronunciare a seguito dell’udienza collegiale fissata per il prossimo mese.



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IN BREVE I capigruppo sono stati avvertiti solo all’ultimo momento della possibilità di dover votare per il dissesto dell’Ente e restano convinti che la dichiarazione produrrà più danni che benefici alla comunità.

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in politica

Giorgio Ruso abbandona il consiglio comunale di Siderno

Fuda: “In atto una strategia per far cadere la giunta La sera del 28 dicembre, presso la Sala delle adunanze del Comune di Siderno, si è tenuto un consiglio comunale nell’ambito del quale si è discusso della disgustosa intimidazione a mezzo lettera giunta la scorsa settimana all’indirizzo dei consiglieri di minoranza Giorgio Ruso, Maria Teresa Fragomeni, Pietro Sgarlato e della consulente legale dell’Ente Giovanna Mollica. Durante l’assise, un consigliere Ruso visibilmente provato da quanto accaduto nei giorni scorsi, ha dichiarato di non avere più la forza di continuare il proprio impegno politico e di voler rinunciare con effetto immediato e irrevocabile al proprio incarico per riprendere a dedicarsi a tempo pieno ai propri impegni famigliari e professionali. Nel proprio discorso, Ruso ha affermato di non possedere più la serenità necessaria a continuare nel proprio compito e di ritenere meglio, per questa ragione, continuare il proprio impegno civico da privato cittadino. A conclusione del proprio discorso, Ruso ha ripercorso con amarezza la vicenda del pastore Argirò narrata da Corrado Alvaro in “Gente d’Aspromonte”: vessato dalla sfortuna e da una società crudele e criminale, il figlio del pastore si ribella pagando pegno con altre sventure, una vicenda che permette ad Alvaro di rievocare il mondo calabrese attraverso la “denuncia delle ingiustizie sociali e di una certa mentalità superstiziosa e chiusa di quella gente. Ebbene - ha concluso Ruso, - sono passati quasi 100 anni ma forse poco è cambiato”. A fare da contraltare al discorso del consigliere, un discorso infervorato del sindaco Pietro Fuda, che ha invitato (anzi pregato) Ruso a ripensarci illustrando al consiglio la convinzione che questo attacco alla minoranza nasconda, in realtà un’attacco frontale alla sua figura istituzionale e cerchi di infliggere un ulteriore colpo basso all’immagine dell’Amministrazione da lui guidata. «Con le tue dimissioni fai il gioco di questa mente bacata, Giorgio» ha dichiarato il sindaco che, in un passaggio successivo, ha sottolineato l’assurdità di un attacco all’opposizione. «Ma che cosa sarebbe questa amministrazione senza opposizione? - ha proseguito Fuda. Non ho mai avuto ostacoli politici, altrimenti la Regione non mi avrebbe aiutato a salvare finanziamenti che sarebbero altrimenti andati perduti e, anche per quanto riguarda l’amministrazione locale, tutti gli obiettivi che siamo riusciti a raggiungere non sono certo frutto del lavoro esclusivo della maggioranza, ma del confronto del consiglio e della partecipazione dei cittadini, senza i quali non saremmo andati da nessuna parte. «Non mi arrogo il diritto di convincerti a restare - ha concluso Fuda rivolgendosi direttamente a Ruso, - ma rifletti: l’obiettivo non eri tu, ero io, fatto ancora più evidente se pensiamo all’intervento di quel giornalista esattamente sette giorni prima dell’arrivo della lettera. La stessa mente bacata che è dietro all’intervento di quel giornalista si trova dietro l’ideatore della lettera. «Rifletteteci». JG

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Bovalino

il sì al dissesto è un dispetto alla minoranza?

Il 23 dicembre l’Amministrazione Maesano dichiara il dissesto di Bovalino. Presentata come una scelta di responsabilità, la decisione ha indignato Impegno e trasparenza e Nuova Calabria…

JACOPO GIUCA

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egalo di Natale amaro, quello riservato alla comunità bovalinese dall’Amministrazione Comunale guidata da Vincenzo Maesano. Durante la seduta consigliare tenutasi il 23 dicembre, infatti, la maggioranza ha deciso di approvare la dichiarazione di dissesto economico dell’Ente, affermando di non avere la possibilità di sanare in altra maniera il debito di 5 milioni di Euro accumulatosi negli ultimi anni. Del debito in questione, dovuto per la maggior parte alla Regione Calabria per la fornitura di acqua potabile nel ventennio 1985-2004, l’assessore al bilancio Maddalena Dattilo, per come illustrato nella sua dettagliata relazione in merito, ha avuto piena contezza soltanto in tempi recenti e non ha potuto prendere le misure adeguate a contrastarlo a causa dell’inadempienza degli Uffici Tecnici del Comune. Nonostante la richiesta della documentazione relativa alla condizione economica dell’Ente fosse stata avanzata non appena l’Amministrazione Maesano si è insediata e sollecitata nel successivo mese di agosto, è stato raccontato, la documentazione relativa sarebbe giunta nell’ufficio del sindaco soltanto il 24 ottobre, a due settimane dall’ultima data utile a presentare la rimodulazione del piano di riequilibrio finanziario. Vista l’impossibilità di produrre in tempi così brevi la documentazione necessaria, quindi, la maggioranza ha dovuto ripiegare sulla dolorosa scelta del dissesto, un’opzione presentata come obbligata e di responsabilità, ma aspramente contestata dalle opposizioni costituite dai movimenti politici “Impegno e trasparenza” e “Nuova Calabria”, capeggiati rispettivamente da Francesco Gangemi e Alessandra Polimeno. La gravità della decisione presa dal Consiglio sabato scorso, stando alle dichiarazioni dei capigruppo, risiederebbe anzitutto nei presupposti: la volontà di dichiarare il dissesto avanzata dalla maggioranza, infatti, sarebbe stata un fulmine a ciel sereno deflagrato durante la riunione dei capigruppo, cogliendo le minoranze totalmente alla sprovvista. «Ci avete dato pochi giorni di tempo - ha infatti dichiarato la Polimeno durante la seduta di consiglio - per valutare ciò che voi presumibilmente avete ponderato in almeno sei mesi senza fornire peraltro alcuna notizia. Diciamo “presumibilmente” perché vorremmo sapere da ognuno di voi, consiglieri di maggioranza, se avete avuto la possibilità di analizzare responsabilmente tutti i singoli atti prodotti da questo consiglio: la situazione debitoria, i dati di bilancio, le risultanze contabili… Perché un dissesto va votato con estrema consapevolezza!» Lo stupore per la dichiarazione di dissesto votata all’unanimità dalla maggioranza, per Gangemi, è stato addirittura duplice in considerazione della recente redazione, da parte dell’Amministrazione, di un Documento Unico di Programmazione che, per il 2018, prevedeva un incremento delle entrate tributarie ed extra-tributarie rispettivamente del 289,94 e 171,41 %, cifre che non lasciavano presagire

in alcun modo la necessità di dichiarare il fallimento dell’Ente. «Con la vostra votazione - è intervenuto Gangemi, evidenziando i risvolti sociali della determinazione di consiglio, - impedirete alle aziende e alle famiglie bovalinesi che vantano un credito nei confronti dell’Ente di riscuotere le proprie spettanze o, quantomeno, di riscuoterle in toto. Probabilmente qualcuno di loro, a seguito di questa decisione, riporterà gravi conseguenze economiche e, forse, a sua volta, rischierà il fallimento. «“Siamo avversari e non nemici per voi o tanto meno per il paese - ha continuato il capogruppo di “Impegno e trasparenza” citando parola per parola un intervento che fece lo stesso Maesano, allora consigliere di opposizione, durante la seduta utile ad approvare il piano di riequilibrio del 2013. - Per questa ragione sommessamente vi chiediamo e anzi preghiamo di ragionare di più sulla determinazione con animo calmo e sereno, al fine di trovare quelle soluzioni ottimali per evitare il dissesto”». Gangemi, anzi, è andato oltre e, a questa dichiarazione, ha fatto seguire anche la proposta, anch’essa presa a prestito da Maesano, di ridurre tutte le spese istituzionali attraverso la rinuncia delle indennità di carica da parte dei componenti della Giunta, a maggior ragione considerata la già esercitata rinuncia al gettone di presenza da parte dei consiglieri (anche di maggioranza). Alle obiezioni mosse al modus operandi dell’amministrazione, il primo cittadino ha voluto rispondere personalmente, punto per punto, palesando tuttavia una certa irritabilità e difficoltà a gestire la pressione operata dai capigruppo di opposizione. Il sindaco ha infatti interpretato l’esortazione ai consiglieri di maggioranza a essere consapevoli nel voto espressa dalla Polimeno come un attacco frontale nei suoi confronti («I miei consiglieri sono delle teste pensanti - ha dichiarato Maesano, - non delle belle statuine che dicono sì al sindaco. È stata offesa la dignità delle persone, e questo non è corretto») ed è inciampato sulla dichiarazione relativa al DUP affermando che l’incremento delle entrate sarebbe stato relativo al prossimo triennio e non al solo 2018 (eppure, nel documento diffuso mercoledì dalla compagine guidata da Gangemi si legge che la variazione percentuale indicata è dal 2017 al 2018). Ma Maesano avrebbe preso come un attacco personale anche la riflessione del capogruppo di Impegno e trasparenza” relativa alla possibilità che l’economia bovalinese esca ulteriormente affossata dalla decisione presa in sede di consiglio e ha risposto con un vago “Ci penseremo” alla proposta di rinunciare alle indennità pur di evitare in extremis di prendere la decisione per la quale il consiglio ha poi votato a favore. L’atteggiamento del primo cittadino, unitamente alla richiesta senza risposta avanzata da “Nuova Calabria” relativa al perché l’Amministrazione comunale non abbia preso in considerazione la possibilità di rateizzare il debito contratto con la Regione Calabria, faranno supporre ai malpensanti che l’Amministrazione si sia resa conto di aver intrapreso la strada più semplice ma che non abbia voluto provare altre strade per non darla vinta alla minoranza. Resta il fatto che il fallimento dell’Ente peserà una volta di più spalle dei cittadini e obbligherà la giunta a provvedere esclusivamente all’amministrazione ordinaria, rendendo il mandato di Maesano simile in modo inquietante a un commissariamento.


Alle prossime elezioni votiamo le vittime della falsa antimafia In una Regione in cui ci hanno spesso propinato presunte vittime della mafia e che quasi mai erano tali, sarebbe sicuramente un bel segnale se fossimo capaci di rompere la corazza del conformismo e dell’impostura e farci rappresentare in Parlamento dalle vittime vere della falsa antimafia e della giustizia sommaria.

ILARIO AMMENDOLIA a Costituzione stabilisce che “… tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale…” e questo i Partiti hanno fatto nei momenti migliori della vita del Paese. Non è più così!

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I partiti sono diventati strumento di usurpazione della volontà popolare e porgono il “microfono” a poche persone per toglierlo a milioni di cittadini; la logica conseguenza è che nell’attuale fase storica l’alternanza di governo è quasi sempre e solo nominale. Faccio un esempio concreto, guardatevi intorno a giudicate voi se i “comitati elettorali” sparsi qua e là sul nostro territorio possano essere identificati come partiti politici tesi a sviluppare il dibattito e la partecipazione democratica. Oppure si tratta di strumenti di mero potere, politicamente fatui, tesi a perpetuare il dominio di ristretti gruppi anche grazie a leggi elettorali false, truffaldine e sicuramente antidemocratiche. Concorderete con me: il partito del “Capo” ha preso il posto del partito di popolo! Una “dolce” dittatura si profila all’orizzonte ad opera delle classi dominanti – vecchie e nuove – che si apprestano a imporre i loro voleri attraverso la “rete”, i grandi giornali, la televisione, l’uso spregiudicato del “bastone” e della “carota” e di “partiti” che non sono più tali! Complice la diffusa ignoranza (primaria o di ritorno) che impedisce a tanti cittadini di vedere la realtà. Sono pessimista? Semmai realista come lo era il “venditore di almanacchi” consapevole

che il prossimo anno potrebbe essere peggiore dell’anno appena passato. La prossima legislatura meno buona (e ce ne vuole) di quelle che si sono succeduti negli ultimi venti anni e che hanno ignorato la Costituzione e rimosso la questione meridionale e l’emergenza calabrese. Il mio pessimismo non nasce da fatalismo ma dall’amara constatazione che la gente comune continuerà a non contare assolutamente nulla. Ovviamente il mio augurio è che il nuovo anno ci porti tanta felicità e tanta pace, che i partiti ritornino a essere strumenti di democrazia, che le elezioni siano un’occasione di costruttivo confronto, che la “sinistra ritorni ad essere tale “Sinistra”, che gli insegnamenti di Papa Francesco servano a qualcosa… ma i semplici auguri non sono mai bastati a rendere un anno migliore. Le Camere sono state sciolte ed esiste il rischio concreto che si vada alle elezioni senza tenere in alcun conto i temi che ci riguardano da vicino come cittadini e come calabresi e inoltre che i futuri parlamentari vengano distillati in appositi alambicchi in cui si versa “nullità” cortigiana e si estrae servilismo e mera apparenza. Un autentico tradimento verso gli elettori. Saranno sicuramente elusi i problemi reali e rimossi i temi che abbiamo trattato in questi anni. Che fare? Senza alcuna velleità, avremmo bisogno di dimostrare l’orgoglio calabrese e la fierezza di chi nel corso della Storia ha saputo combattere anche strenue battaglie di minoranza con un coraggio estremo. Ne saremo capaci? Oppure sceglieremo tra “il male minore” e l’astensione del voto?

Io avanzo una proposta. “Sfidiamo” democraticamente i partiti! Sfidiamoli a dibattere e recepire i contenuti delle nostre battaglie e a individuare “col metodo democratico” (art. 48 della Costituzione) i candidati che quei contenuti potrebbero oggettivamente essere in grado di rappresentare. Guardiamoci intorno: ci sono accanto a noi centinaia di cittadini che potrebbero rappresentarci dignitosamente in Parlamento, parlo di modelli di accoglienza di cui ha parlato l’Italia e non solo; intellettuali di spessore nazionale che si spendono sul nostro territorio anche su temi delicati e “rischiosi”, di medici bravi e generosi sino all’inverosimile e che prestano gratuitamente la loro opera nei territori più svantaggiati dell’Italia e del mondo, di avvocati coraggiosi, di magistrati in servizio e in pensione assolutamente perbene e garantisti, di amministratori che si misurano quotidianamente con i problemi del territorio piuttosto che con la fedeltà al “capo”. Non voglio essere omertoso e quindi avanzo la proposta che in una Regione in cui ci hanno spesso propinato presunte vittime della mafia e che quasi mai erano tali, sarebbe sicuramente un bel segnale se fossimo capaci di rompere la corazza del conformismo e dell’impostura e farci rappresentare in Parlamento dalle vittime vere della falsa “antimafia” e della giustizia sommaria. Su questo terreno avremmo solo l’imbarazzo della scelta. Concludo: Qualora quanto abbiamo appena detto non fosse possibile per sordità calcolata, per cinica indifferenza, per pervicace volontà di allargare il fosso tra Istituzioni e gente può darsi – e mi auguro – che i cittadini riescano a organizzare la “protesta” partendo dal basso, creando un “Caso” capace di portare la Locride e la Calabria autentica alla ribalta della politica nazionale. A questo punto i risultati misurati in termini meramente elettorali sarebbero assolutamente secondari mentre si dispiegherebbe una bella battaglia carica di ideali e di speranze che potrebbe aprire il varco a un futuro diverso. E per voi, cari “partiti” attuali, potrebbe essere l’occasione di cambiare o perire ma… per la democrazia e la Calabria sarebbe il giorno del Riscatto.


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LA SETTIMANA

31 DICEMBRE- 08

intervista www.larivieraonline.com

WALTER SCERBO

“Abbiamo dimostrato una capacità aggregativa unica e straordinaria”

“Porteremo a galla il tesoro nascosto della Calabria” JACOPO GIUCA

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Conclusa la fase preliminare, Hubcultura, che promette di mettere in rete i beni culturali delle cinque provincie calabresi, si prepara a entrare nella sua fase operativa. Ne abbiamo parlato con il sindaco di Palizzi, comune capofila.

KODAK

ubcultura è un progetto, di cui Palizzi è comune capofila, che pare possa dare grande impulso all’ambito culturale del nostro territorio e ha certamente costituto una delle più belle novità dell’ambito amministrativo e sociale del 2017 nella nostra zona. Cosa dobbiamo aspettarci dal 2018? Il progetto riguarda 64 comuni compresi tra Scilla e la vallata del Gallico, Palizzi e Monasterace, Guardavalle, Isca e il distretto delle Serre. È un progetto di ampio respiro, che ha superato le barriere e i limiti amministrativi della Città Metropolitana di Reggio Calabria e ha dimostrato per la prima volta una capacità aggregativa unica e straordinaria, motivo per il quale è stato molto apprezzato dal Ministero dei Beni Culturali. La riunione di tante amministrazioni attorno a un’unica strategia di sviluppo già sta dando importanti risultati: basti pensare che il censimento ufficiale dei beni culturali della Regione annovera sull’intero territorio calabrese circa 400 beni, mentre, nei 64 comuni aderenti al progetto, fino ad oggi, ne abbiamo già rilevati oltre 1.000, beni immateriali esclusi. Ecco il vero scopo di Hubcultura: la condivisione, la valorizzazione e, talvolta, la scoperta di veri e propri giacimenti culturali del nostro territorio, spesso sconosciuti agli stessi amministratori. Adesso che la fase preliminare è conclusa, ogni amministrazione ha il compito di redigere una strategia di messa a sistema proponendo tre interventi strategici da indicare come prioritari, in attesa che arrivino i 200 milioni previsti dal Ministero per attuare la strategia. C’è dunque la possibilità concreta di dare impulso alle nostre bellezze culturali… Assolutamente sì, proprio per la strategia condivisa che mette in campo e che, purtroppo, non è stata capita appieno dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria. Quando ho cominciato a lavorare al progetto, infatti, ho suggerito al sindaco Giuseppe

Falcomatà di prendere le redini della situazione, convinto che l’impulso dell’Ente potesse mettere più facilmente a sistema i beni culturali della trasversale che va da Monasterace a Rosarno, dando così impulso ai paesi interni. Forse la non piena consapevolezza della dimensione Metropolitana, tuttavia, ha fatto sì che dalla vecchia provincia nascessero tre progetti relativi alla messa a rete dei beni culturali: il nostro, uno con Reggio Calabria e uno con Taurianova comuni capofila. All’esito della graduatoria, sui 13 partenariati presentati nella Regione Calabria solo tre sono stati finanziati e, se Hubcultura si è classificato 1º in Calabria e 7º sui 39 presentati in tutto il Paese, il partenariato di Reggio Calabria è risultato 13º fuori quota, pertanto non ammesso ai finanziamenti. Questo risultato lascia un po’ di amaro in bocca anche in me, che ancora oggi ritengo si sia persa l’occasione di riunire attorno a un unico partenariato un sistema territorialmente coerente di beni culturali che più che mai necessitano di un’unitaria strategia di sviluppo. Il progetto dà finalmente forma a un impianto di promozione del territorio che in altre aree del Paese esiste già da molto tempo. Perché la nostra zona ha raggiunto l’obiettivo con colpevole ritardo? Perché purtroppo prevale ancora oggi una forma di “gelosia amministrativa” che spinge i più a ritenere che, se non riescono in prima persona a realizzare un progetto, allora nemmeno gli avversari debbano farlo. In questa occasione, invece, si è avuta la consapevolezza che se non si fosse operato in sinergia sarebbe andata sprecata una grandissima occasione per colmare ritardi atavici. Meglio tardi che mai, insomma, tanto più che il Ministero già da tempo non si rivolge più ai singoli paesi per finanziare i progetti, ma spinge sugli studi di area vasta, che abbiamo una strategia ampia alle spalle. Non è un caso se, per essere finanziato, Hubcultura doveva abbracciare un’area di almeno 150mila abitanti e noi ne abbiamo raccolti quasi 200mila. A proposito di abitanti: nella presentazione di Hubcultura è stato riferito più volte che la popolazione residente sarà parte attiva del progetto. In che modo coinvolgerete i cittadini? Il patrimonio culturale non è solo quello pubblico, ma anche quello privato. Un palazzo privato che merita di essere classificato e repertoriato deve trovare spazio con la nostra strategia di area. Ogni amministrazione comunale, dunque, dovrà farsi parte diligente affinché i singoli beni, le proprietà private e i cittadini siano sensibilizzati e coinvolti. Il progetto, infatti, non finisce con la presentazione del piano strategico, ma proseguirà con un piano di gestione che comprenda come attuati i finanziamenti nel lungo periodo, facendo sì che non soltanto gli amministratori, ma anche i privati cittadini supervisioni la corretta applicazione delle norme precedentemente stabilite.

Un brutto ritorno dalle festività natalizie per il Comune di Siderno. Un principio d'incendio si è sviluppato mercoledì a causa dello scoppio di un quadro elettrico sito al terzo piano. Il fumo ha richiamato l'attenzione dei dipendenti, che hanno fatto intervenire i Vigili del Fuoco.

La magia del Fitwalking natalizio, a Roccella Ionica, è stata l’occasione perfetta per fare beneficienza. Le quote di iscrizione dei centinaia di partecipanti, infatti, hanno foraggiato il fondo di solidarietà istituito dal vescovo Francesco Oliva per aiutare le famiglie della Locride in difficoltà.

La notte del 23 dicembre alcuni balordi hanno dato alle fiamme la capanna per la rappresentazione del presepe vivente allestita dalla Protezione Civile di Caulonia. Un gesto vile e in grado di portare con sé odiose polemiche, vista l’indifferenza al gesto da parte dell’Amministrazione Comunale.

Nella notte tra il 26 e il 27 dicembre un gruppo di vandali ha rotto con una spranga i vetri del Centro Recupero Tartarughe Marine sito all’interno della stazione ferroviaria di Brancaleone, mettendo in pericolo gli animali presenti all’interno. Un gesto reso più grave dal fatto che sia solo l’ultimo di una serie.



31 DICEMBRE - 10

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Questo spazio è riservato a te. 1200 battute per lamentarti o complimentarti con noi, fare segnalazioni, raccontarci le tue esperienze, potrai inviarci foto degli scorci del tuo paese o video se hai un talento nascosto. saremo lieti di risponderti pubblicamente, daremo voce al tuo pensiero e ti daremo visibilità sui nostri social . Sii parte integrante di questa realtà

scrivici

Qualcuno aveva previsto la bomba atomica e la chiamò Apocalisse

otenza delle lettere. Puoi trasmettere il pensiero agli altri, presenti e assenti. Pensiamo ai grandi romanzi, lettera dopo lettera, vengono fuori le parole, dalle parole i pensieri, i racconti, la storia! Ancora, cosa non si può scrivere con un alfabeto, dalla semplice lettera che comunica notizie varie, all’ordine di esecuzione capitale! Quei segnini, minuscoli o maiuscoli, fondamentali per la trasmissione del pensiero umano. Approfondendo, arriviamo alla trasmissione degli scritti degli Apostoli. In modo particolare, consultiamo e leggiamo, alcuni brani della seconda lettera di San Pietro Apostolo, brani nei quali viene descritta l’apocalisse! Dice: I cieli spariranno, ci sarà un grande boato, tutti gli elementi consumati da grande calore si dissolveranno! L’intero pianeta (terra) con tutte le sue opere sarà distrutto! Per chi se ne intende, questa, non è la descrizione di ciò che avviene dopo l’esplosione di una bomba atomica? Finora abbiamo potuta descriverla poiché si è trattato di bombe di potenza limitata, ma bombe di potenza illimitata, in mano a dittatori folli, potrebbero innescare reazione a catena, senza limite, e portare alla completa distruzione dell’intero pianeta terra! Circa due mila anni fa, come San Pietro Apostolo poteva sapere e descrivere un’esplosione atomica!! Pur chiamandola APOCALISSE! È certo che niente può durare per sempre, la materia non è fatta per l’eternità, tutto ciò che è solido dovrà consumarsi! Insieme alla descrizione di questa immane distruzione, San Pietro ci annuncia la salvezza, ci sarà una nuova terra dove, però, si ritroveranno a vivere solo i giusti! La prima parte della lettera di San Pietro si dimostra veritiera, perché allora non dovrebbe esserlo anche la seconda? Spesso leggiamo notizie delle esplosioni atomiche che avvengono per opera della Korea del Nord, se avvenissero in luoghi abitati, circoscritti, i risultati sarebbero sotto gli occhi di tutti, come quelli descritti e già avvenuti (Giappone). Quando parla Gesù e tutti i vari profeti, sono fuori del tempo terrestre; per loro, infatti, un solo giorno è come mille anni e mille anni come un giorno. Ciò, appunto, data la relatività del tempo. Per chi vive fuori del tempo, non esistono anni e secoli, tutte misure temporali che hanno valore solo sul pianeta terra! Brown Jo

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SIDERNO

Perché nessuno provvede alla pensilina pericolante di piazza Portosalvo? Caro Direttore, volevo esporle alcuni fatti alquanto bizzarri ma ormai di natura comune e molto spesso ignorati a cui le persone che viaggiano in pullman o in treno, come me, assistono quotidianamente. Ieri, 27 dicembre, è stata una giornata molto ventosa e stare seduti alla pensilina di Piazza Portosalvo a Siderno, con il rischio che il vento strappasse una parte di essa per finire addosso a chi era lì in attesa, non è il migliore degli auguri che in questi giorni di Natale ci si aspetti. Così come non è affatto rincuorante vedere oscillare pericolosamente avanti e indietro il lampione sull'altro lato della strada, pensando ai disastri che potrebbe causare se cadendo, andasse a finire, nel migliore dei casi, su una macchina, nel peggiore su persone con il rischio di ferirle gravemente. Disagi questi a cui, chiaramente, ogni singolo cittadino è esposto, non solo i pendolari. Mi sono rivolto al suo giornale affinché questi “piccoli” incidenti quotidiani possano essere scongiurati e chi di competenza si affretti a porvi rimedio. Saluti

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LA LETTERA

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“Finirò di scontare la mia pena nel 9.999 ma continuo a lottare”

“L

Carmelo Musumeci si trova in regime di semilibertà e da circa un anno svolge attività di volontariato in una struttura della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi, facendo attività di sostegno a bambini e adulti con handicap. Ma lui rappresenta quasi un’eccezione e perciò continua ancora a lottare contro il carcere a vita, per i suoi compagni e per lui, perché comunque il suo fine pena rimane nel 9.999. LA SCOMPARSA DI PIETRO LA ROSA

“Grazie per aver sostenuto i nostri progetti”

a pena dell’ergastolo è una sentenza senza speranza e con questa condanna gli ergastolani muoiono ancor prima di finire la loro pena. E li vedi camminare in carcere in modo diverso da tutti gli altri prigionieri, perché fanno su e giù come morti in vita. Si muovono come spettri, guardando il tempo che va via, facendo una decina di passi avanti e una decina di passi indietro. Perduti per sempre in un mondo perduto, senza avere nulla, neppure il nulla, per cui attendere, sperare e vivere. Camminano senza neppure pensare, perché non riconoscono più il mondo che li ha visti nascere. La loro sembra una passeggiata della morte, con la morte e per la morte, e marciano da un muro all’altro, privi di sogni e di ogni speranza. Passeggiano nelle loro celle, da una parte all’altra, senza saper cosa fare. Indecisi a volte se morire o vivere. Vagano in un fazzoletto di cemento per mesi e anni. Da una parete all’altra con una pena senza fine. E con un giorno uguale all’altro. Muoiono un po’ ogni passo, per tornare di nuovo a morire ancora un po’ ogni volta che incontrano il muro di fronte e si fermano per girarsi. Camminano sapendo che non possono guardare in faccia il futuro, consapevoli che possono solo guardare il tempo che va via, perché il loro domani è già tutto scritto. E il loro futuro sarà una lenta agonia senza rimedio che durerà un’intera vita. I passi degli ergastolani sono lenti e corti forse perché non possono andare da nessuna parte e i loro sogni finiscono dove iniziano, e muoiono passo dopo passo. I loro cuori si spengono dentro a poco a poco, perché avranno sempre un presente uguale al futuro poiché la loro vita diventerà una malattia o una morte lenta, bevuta a sorsi. Ecco i discorsi che spesso alcuni ergastolani si dicono fra loro: - Ho perso il piacere di vivere perché mi sembra di vivere in mezzo al nulla. - Hai ragione, qui tutto sembra assurdo e la nostra condanna che non finirà mai lo è ancora di più. - Se non sai il giorno, il mese e l’anno in cui finirà la tua pena, praticamente sei inghiottito da un buco nero e hai davanti a te una distanza infinita senza nessun orizzonte. - Non ci pensare, normalmente pensare fa bene, cioè non dovrebbe fare male a nessuno, ma a un ergastolano fa sempre male. - Pensare mi fa passare il tempo perché ogni uomo ha bisogno di sperare più di quanto possa credere. - Vivere un’intera vita chiuso in una gabbia è certamente la peggiore delle torture.

A pochi giorni dalla scomparsa del dott. Pietro La Rosa, gli operatori delle attività culturali presenti negli spazi della Fondazione Zappia hanno avvertito la necessità di riunirsi per esprimere, con questo articolo, riconoscenza per il suo operato. In un territorio spesso indifferente per quanti si occupino di cultura ha saputo avere uno sguardo lungimirante; non è un caso che si concentrino a poca distanza l’uno dall’altro nel cuore di Locri tre attività culturali: l’Istituto Musicale Senocrito, il Laboratorio Teatrale Quo Vadis, la Scuola di lingue

- Questa terribile condanna avvelena l’esistenza e se cerchi di resistere diventi ancora più matto. - Hai ragione, l’ergastolano non può fare altro che ammazzare il tempo in attesa di crepare lui stesso. - La vita non potrà mai essere considerata degna di essere vissuta quando sai già che oggi sarà un giorno uguale a ieri e lo sarà anche domani e dopodomani ancora, ormai non mi aspetto più nulla dagli esseri umani. - E fai bene perché ci hanno condannato a morire, lasciandoci vivi. - Se c’è una cosa che l’ergastolano ha è il tempo: per questo camminiamo lentamente e forse perché più piano ci muoviamo e più il tempo passa in fretta. - Il guaio peggiore è che abbiamo troppo tempo e poche cose per viverlo. - Ormai non possiamo fare altro che osservare la nostra vita trascorrere senza di noi, perché non potremmo più vedere il mare, i fiori, gli alberi e i sorrisi dei bambini e il nostro presente sarà uguale al nostro futuro, per tutti i giorni a venire. - Penso che una buona pena dovrebbe essere la medicina per curare il malato e non certo il veleno per farlo soffrire senza scampo. - Speriamo di vivere il meno possibile, per accorciare la nostra pena e far uscire almeno il nostro cadavere anche senza di noi.

Edward Lear, tutte ospiti negli spazi della Fondazione Zappia. Un uomo d’altri tempi, Pietro La Rosa, aveva scelto la sobrietà come stile di vita, non è stato un uomo dalle promesse facili, nella breve frase “Sottoporrò all’attenzione del Consiglio” si potrebbe quasi riassumere la totalità delle sue risposte alle nostre richieste. Ma pensiamo che emerga un disegno da queste sue proposte, da questo lavoro svolto sempre dietro le quinte: una visione alta di ciò che la società dovrebbe essere, il desiderio di dare spazio alla cultura e al bello accoglien-

do richieste partite dal basso ed anche se non amava pubblici ringraziamenti noi tutti oggi sentiamo la necessità di esprimere la nostra riconoscenza: “Grazie per averci dato fiducia, per aver sostenuto i nostri progetti; l’unico biglietto da visita in nostro possesso erano le nostre idee, la nostra esperienza e il nostro entusiasmo. Grazie per averci ascoltato”. Saverio Varacalli Istituto Musicale Senocrito Gruppo Teatro Quo Vadis in Palazzo Zappia Roberto Gerace Scuola di Lingue Edward Lear

Addio Gino Macrì: indimenticabile maestro del “cornetto caldo” Con la fine dell’anno, purtroppo, se n’è andato anche Gino Macrì, un grande uomo ricordato con affetto da tutta la comunità per aver fatto della sua arte pasticciera un pezzo di storia di Siderno. Gino, infatti, negli anni ’60, assieme ai suoi fratelli, aprì il primo bar del Lungomare di Siderno, il “Summertime”, dove durante l’estate di molti anni addietro era possibile trovare disponibili i mitici cornetti caldi. Con la sua morte scompare un grande lavoratore, una persona solare e sempre sorridente.





31 DICEMBRE - 14

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rubriche www.larivieraonline.com

LA TERRA DEI CACHI

Antonio Gentile e Doris Lo Moro

GIUDIZIARIA

Pressioni di ’ndrangheta Nel corso di una recente indagine antimafia è emersa, secondo gli investigatori, una pressione da parte di una consorteria di ’ndrangheta della Locride nei confronti di imprenditori in contatto con ex esponenti politici, al fine di interagire sulla Corte di Appello per far emettere una sentenza più favorevole nei confronti di boss di Gioiosa Marina, cercando di far dimezzare la condanna subita in primo grado. Tale condotta, trovava la massima rappresentazione dell’arroganza di caratura ‘ndranghetista, particolarmente radicata nel settore imprenditoriale e sociale, nelle frasi proferite da C.G., da far giungere alla persona alla quale chiedere un interessamento a favore di A.R., per la sentenza di secondo grado. Le frasi da proferire per convincere il politico ad interessarsi al processo del capo cosca di una delle famiglie più potenti della Locride erano palese espressione di quella forza intimidatrice che caratterizza i rapporti tra ‘ndrangheta e settori imprenditoriali: “… hanno bisogno di persone come loro per mantenere l’equilibrio,…..” “….. tu gli dici... "vedi che questo qua... non è quello classico... di come l'hanno dipinto... che va...che è andato facendo accuse, questo solamente... ha cercato sempre... solo di mantenere una tranquillità... purtroppo gli dici: "In questo mondo abbiamo bisogno pure di queste persone"... poi ti regoli tu meglio di me come devi parlare con lui... ee... non è che... magari noi parliamo un linguaggio... poi tu sai...”, riferito ad A. R., rendendosi disponibile in qualsiasi modo: “…..l'impossibile!.... da parte nostra vediamo quello che... lo possiamo servire in tutti i modi... se ci aiuta su questo fatto qua di... di Rocco... ci vendiamo pure l'anima al diavolo... ecco e non ho altro da dire...”. Tale comportamento è lo specchio della vera condotta mafiosa, caratterizzata dalla mancanza di minaccia per ottenere quanto richiesto, ma più semplicemente chiedendo e palesando, con estrema semplicità, che “loro” rappresentano quello che serve per avere una vita tranquilla, cioè “l’equilibrio” tra imprenditoria/politica e criminalità. Da sottolineare che a livello investigativo e poi probatorio, la conversazione intercetta, quindi il progetto di pressione mafiosa, otteneva l’effetto contrario perché grazie anche alle frasi proferite si otteneva la conferma della responsabilità penale del boss per i fatti per i quali era stato arrestato e condannato in primo grado.

Continua la carrellata di senatori eletti in Calabria e l’analisi del loro operato nell’ultima legislatura per cercare di comprendere se valga la pena o meno rieleggerli durante le politiche di primavera.

Continua la nostra carrellata di senatori eletti in Calabria e l’analisi sommaria del loro operato nell’ultima legislatura per cercare di comprendere se valga la pena o meno rieleggerli durante le politiche di primavera. Antonio Gentile, di Cosenza, è stato eletto nelle liste del Popolo della Libertà ma, una volta scioltasi la coalizione, ha aderito al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano di cui, nel gennaio 2014, è divenuto segretario. Nominato tra le polemiche Sottosegretario a Infrastrutture e trasporti il 28 febbraio 2014, il 3 marzo dello stesso anno annuncia la sua rinuncia all’incarico per poi accettare, esattamente due anni dopo, il sottosegretariariato al Ministero dello Sviluppo Economico in occasione del rimpasto del Governo Renzi. Direttore Nazionale di Alternativa Popolare dal 18 dicembre 2017, ha un indice di produttività che lo rende il 276º senatore più presente su 315. Per la Calabria ha presentato: Disegni di legge ……………………………………0 Mozioni …………………………………..………0 Interpellanze …………………………….………0 Interrogazioni a risposta orale ……………………0 Interrogazioni a risposta scritta ……….…………2 Interrogazioni in commissione ……………………0 Ordine del giorno ……………………….…………2 Emendamenti ……………………………………2 I suoi interventi si sono concentrati su infrastrutture, interventi di recupero e ripristino a seguito del terremoto sul Pollino e implementazione del piano

irriguo, per un totale di 6 atti dedicati alla nostra regione, di cui nessuno in qualità di primo firmatario. Doris Lo Moro, di Filadelfia, è stata eletta durante la sua militanza nelle fila del PD che, all’inizio del 2017, ha abbandonato per aderire invece ad Articolo 1 - Movimento Democratico Progressista. Componente delle Commissioni Affari Costituzionali, per i procedimenti di accusa, della Giunta elezioni, della Commissione di inchiesta sulle cause del disastro del traghetto Moby Prince e della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, ha un indice di produttività che la rende la 23ª senatrice più presente su 315. Per la Calabria ha presentato: Disegni di legge ……………………………………0 Mozioni …………………………………..………0 Interpellanze …………………………….………1 Interrogazioni a risposta orale ……………………1 Interrogazioni a risposta scritta ……….…………3 Interrogazioni in commissione ……………………0 Risoluzioni in commissione………………………0 Ordine del giorno ……………………….…………2 Emendamenti ……………………………………4 La sua azione politica si è concentrata su Infrastrutture, emergenza sicurezza e lavoro, recupero e ripristino a seguito del terremoto sul Pollino, stabilizzazione LSU/LPU, risorse finanziare destinate alla Calabria, per un totale di 11 atti di cui 10 in qualità di primo firmatario dedicati alla nostra regione. Jacopo Giuca

NUVOLE È passato come una nuvola, una nuvoletta davanti al sole, questo nostro grande sole. Tante sono le nuvole che vorrebbero nasconderlo, a volte anche nuvoloni, grigi e pieni di pioggia, il sole continua a brillare, anche se fa capolino, si offusca per poi riapparire più luminoso! Le nuvole passano, bagnano la terra, oppure se ne vanno, portandosi la loro ombra, piccola o grande. Si dissolvono, forse nei veri amici. Sosta il rimpianto, il ricordo di momenti lontani, ma pieni di gioia, la gioia dei venti anni, dell’università, della famiglia, poi, la nuvola, ad ottant’anni, sparisce lasciando il cielo, più azzurro che pria e nulla più! Anonimo - In morte di un amico-

I BRIGANTI

CALABRESE PER CASO

Parodie comunali…e non solo Tempo

Questa settimana potevo scegliere un titolo diverso e forse più adeguato alla realtà politica ed amministrativa che ci vede testimoni ogni giorno in Calabria della vita amministrativa dei nostri comuni. Potevo rifarmi al dramma nella sua accezione teatrale che mutua dalla tragedia greca molto del suo significato ma che, rispetto a quest’ultima, lascia aperta la porta della comicità e non solo della tristezza. Tuttavia, forse, in ragione della nostra mai sopita verve magnogreca - che rispolveriamo ogni qual volta essa ci viene in soccorso quando soffriamo di crisi di identità – anche la tragedia poteva essere un buon termine per descrivere la reale condizione delle amministrazioni locali. Amministrazioni, queste ultime, divise tra scioglimenti preannunciati, resistenze alla ineleggibilità prodemocrazia, proclami di lavori pubblici mai finiti di cui si disconoscono i termini di finanziamento e dichiarazioni di dissesto quasi ad orgoglio di chi le approva al di là di ogni tentativo di consolidamento (nella convinzione che un accesso a condizioni migliori di sostegno economico-finanziario per un comune in dissesto non abbiano anch’esse dei costi che, per quanto bassi, comunque necessitano di risorse per poterli prima o poi ripianare). Ma anche se avessi utilizzato il termine tragedia avrei dovuto considerare il

significato non così scontato della parola dal momento che essa racchiude in sé una sorta di rappresentazione drammatica, certo, ma che dovrebbe nella maggior parte dei casi avere come oggetto un complesso problema di coscienza sviluppato - attraverso vicende accentuatamente ricche di pathos - in direzione di una finale catastrofe chiarificatrice, ma anche liberatrice. Ora se così fosse avremmo almeno un finale “chiarificatore” da cui poter ricominciare. Ma questa parte interessante non sembra essere stata ancora scritta. Scelgo, allora al concetto di parodia. Si perché, tra scioglimenti discutibili di comuni eletti da una sovranità che si intende viziata processandone le intenzione al di là dei fatti che richiederebbero prove e non ipotesi, dissesti progressivi già dichiarati e conosciuti da tempo e noti alla cronaca e alle esperienze politiche di chi oggi chiude la partita denunciandone l’insolvibilità, sembra che forse più che un dramma o una tragedia si stia vivendo una sorta di parodia delle amministrazioni pubbliche. E, questo, dal momento che, risultati alla mano delle azioni espresse negli anni e in questi mesi, sembra che sia questo ciò che emerge. Ovvero, una non bella “riproduzione” di pubbliche amministrazioni, non solo locali per carità, di ciò che si propongono di voler essere, o che comunque sia sembrano voler essere ma che, alla fine restano molto

lontane da ciò che dovrebbero essere. E cioè, un luogo nel quale le idee e le soluzioni dovrebbero andare oltre il dato politico e dovrebbero assumere una funzione di realismo e di condivisione che metta al centro il cittadino e, con esso e per esso, esprimere il diritto ad un’azione responsabile, consapevole e soprattutto pienamente partecipata. Perché partecipazione significa riconoscere limiti ed errori, dotarsi di una dose di umiltà e ricominciare nella convinzione che non esistono ragioni per opporsi ma necessità per unirsi, per difendere un diritto o per affrontare una spesa. Per restituirsi dignità e garantire servizi altrettanto dignitosi. Per mettere da parte rigidi e malcelati personalismi e guardare al futuro in un percorso senza steccati. Per dimostrare capacità nelle idee e nella loro realizzazione, abbandonando proclami di vecchio sapore elettoralistico. Perché si può essere, politicamente si intende, anagraficamente giovani ma politicamente vecchi se modi e termini vengono a mutuarsi dalle vissute e vive logiche del potere e non dalla novità della partecipazione e della responsabilità concreta mettendo da parte ambizioni di salti in avanti ristabilendo, così, la supremazia della politica come servizio e non della politica come trampolino per il successo. Giuseppe Romeo

di abbuffate

Abbiamo appena finito di ingozzarci la sera di Natale che già pensiamo a cosa mangeremo a pranzo il giorno dopo. Già, perché dopo l’abbuffata del 24 sera c’è quella del 25 a pranzo, che arriva Babbo Natale e bisogna aprire i regali. A Santo Stefano ci mettiamo a dieta fino al 31, dove tocchiamo il fondo più profondo che riusciamo, e tutto senza rimorsi, perché eravamo, appunto, a dieta. Poi arriva gennaio e di nuovo a dieta, fino al 6, che arriva la befana, e dobbiamo fare le scorte per l’inverno. Effettivamente un po’ siamo animali, diciamolo, con tutto il rispetto per loro, che in verità sono gli unici a seguire seriamente gli istinti e a rispettare la propria natura. Ma noi dobbiamo seguire tradizioni e usanze, vale a dire date, e quelle date sono sacre. Ma che ne sanno gli animali, sono solo animali. Che ne sanno delle abbuffate in onore della nascita di Gesù, che poi dovrebbe interessare pure loro, che fanno parte del creato. Ma loro mica hanno l’anima. O si? Boo. Mica il maiale lo capisce quanto sia importante il suo “zampone” a capodanno. Mica le ostriche, i gamberi, le cozze sanno che a Natale non si mangia usualmente carne e si deve optare per una strage marina. E lasciamo perdere le mattanze di neonati di mucche a Pasqua per ricordare una morte e resurrezione importante. Ad ogni ricorrenza c’è bisogno di una mattanza, di animali, ovvio, “sono nati per questo” qualcuno mi disse. Poco importa che Gesù sia nato in una grotta, senza riscaldamento, anzi, tenuto al caldo proprio da un bue e da un asinello a cui evidentemente non avevano fatto “la festa” per l’occasione. Poco importa che Gesù in realtà non avesse ricevuto la playstation 4 o l’overboard di ultima generazione, ma invece la visita di re e di popoli che aspettavano la salvezza. Cose di poca importanza. A chi importa della salvezza? Salvezza da cosa,poi? Forse dalla povertà, e infatti i popoli che vivono in povertà neanche ci pensano alla religione, perché devono pensare che forse domani moriranno di fame, o di sete, o per una mina anti uomo. Lungi da noi la povertà, cosa brutta assai. Meglio pensare al cenone di capo d’anno… che tutti i pensieri del 2017 porterà via. SerenaBrigantessa Jannopollo


CONVERSANDO

IL LETALE E ANACRONISTICO OSSIMORO DEL PALAZZO

Vini calabresi, un anno sulla scena I FRUTTI DIMENTICATI

Inzolia Tunda di Palizzi Vitis vinifera L. Fam. Vitacee Nove o dieci anni addietro, il mio amico, Gigi Saccà di Palizzi, morto da pochi mesi, sapendo del mio interesse per le viti del nostro territorio, chiese al suo paesano ed amico , Pippo Marcianò, insegnante di lettere in Lombardia, se avesse viti interessanti da evidenziare e possibilmente da mettere in sicurezza nel mio campo di conservazione a Ferruzzano. Pippo rispose che, fra le altre viti più tipiche di Palizzi, aveva ormai solo lui il Mantonico Pinto, una varietà che dava uve dagli acini perfettamente sferici, dotati, a maturazione di puntini neri, che spiccavano sul giallo oro della buccia. Bisognava a questo punto informarsi quando sarebbe venuto Marcianò nel tempo dovuto, per osservarla, ossia quando l’uva alla fine di settembre era vicino alla maturazione, periodo in cui egli arrivava, vendemmiava e vinificava e poi anche al tempo della potatura, per prelevare i tralci. Pippo prometteva solennemente, però quando arrivava per pochi giorni non mi avvisava , tramite Gigi o per telefono. Armati ambedue di pazienza insistevamo ed egli ci faceva vedere delle foto in tempo non idoneo per prelevare degli innesti e ciò faceva aumentare la nostra curiosità perché aggiungeva che il vino che ricavava dalle sue uve , era divino. Ci portò più di una volta nella sua cantina a Palizzi Superiore e ci fece assaggiare il suo vino utilizzando il metodo degli antenati per spillarlo. Aveva predisposto una grossa canna con la parte superiore di cinque sei internodi incisi ed allora togliendo il tappo alla botte dall’alto vi immergeva la canna, per cui gli internodi si riempivano di vino che poi versava dentro una caraffa di cotto da cui attingevamo il vino per assaggiarlo. Ciò mi ricordava il racconto di un mio amico , Francesco Tallarita, morto a New-York anni addietro dove era emigrato e che da adolescente aveva una forte attrazione per il vino, ma il padre severo e sospettoso sul comportamento del figlio aveva predisposto un lucchetto al rubinetto della botte, per cui dovette studiare un progetto per soddisfare i suoi desideri . Con la stessa tecnica di Pippo Marcianò toglieva il tappo alla botte e la notte quando il padre dormiva immergeva la canna con gli internodi incisi, due o tre volte e così beveva vino a volontà. Agendo in questi termini, quell’anno il vino però si guastò ad un certo punto, perché con quella procedura di spillarlo entrava aria e di conseguenza si ossidò ed il padre si meravigliò come ciò era avvenuto e per la prima volta nella storia della sua vigna. Finalmente Pippo si decise ad esaudire i nostri desideri e ci indicò come avremmo potuto raggiungere la vigna

in sua assenza ed osservare l’uva in tempo opportuno. Essa si estendeva in un pianoro nella contrada più importante per il vino di Palizzi, quella di S. Ippolito, dove sorgeva un monastero di monaci basiliani, di cui sopravvivono deboli tracce. Tra Gigi e Pippo nascevano dei dibattiti sul vino migliore di Palizzi in quanto il primo affermava, in base al giudizio insindacabile di un vecchio bevitore, che nella graduatoria il primo posto toccava al vino prodotto nei pressi della galleria ferroviaria, dove sorge la Torre Rotta, nei terreni appartenenti al barone Harimberg, il secondo al vino di contrada Vunì e solo il terzo posto toccava a quello di S. Ippolito; il prof. Marcianò non era assolutamente d’accordo. Quando partimmo per esplorare la vigna di Pippo Marciano, vecchia di settant’anni in parte, risalimmo la fiumara di Palizzi a partire dall’antico borgo e passammo di fronte ai ruderi del monastero basiliano di S. Ippolito, posti sulla sinistra idrografica, mentre sulla destra sopravvive in buone condizioni, il mulino ad acqua dell’antico monastero. Gigi nella qualità di attento lettore del territorio, per la sua competenza era utilizzato dalla Sovrintendenza ai Beni Archeologici, si soffermava per individuare frammenti di vasi del passato e finalmente raggiungemmo la vigna desiderata. Vi entrammo attraverso delle scalette di legno, sovrapposte alla recinzione e ci dirigemmo verso il casolare nei pressi del quale c’erano le viti a cui eravamo interessati. Ammirammo i grappoli effettivamente belli, segnammo con attenzione le viti e tornammo indietro e quindici giorni prima che arrivasse il prof. Marcianò per la potatura vi ritornammo e staccammo i tralci. Ai primi di febbraio effettuai degli innesti e già nell’estate successiva le viti produssero i primi grappoli, che notai non omogenei nella varietà. Infatti per disattenzione avevamo segnato con dei nastrini colorati qualche vite in modo errato e fu una grande fortuna , in quanto l’anno successivo spiccai un grappolo, maturo già alla fine di giugno e lo portai a farlo controllare ad un vecchio viticoltore di Palizzi, che con grande sua sorpresa mi rivelò che si trattava della Inzolia Tunda data per estinta dai contadini del suo territorio. Continuò dicendo che quando era bambino innestavano poche viti per ogni vigna ed erano la gioia dei bambini in quanto esse erano le prime a maturare le uve ed esse erano conosciute e localizzate proprio da essi, che puntualmente, con soddisfazione del loro padri , alla fine di giugno si recavano nella vigna ad assaggiare, assieme ai fratellini, le prime uve dell’anno. Esse sono fortemente aromatiche e nel passato erano usate dai baroni di Palizzi, sia per le uve passe che per produrre qualche buon passito. Orlando Sculli

LA FOTO DELLA SETTIMANA

E mentre lacrime leggere, calmanti e mormorati di profumo prolungano un girotondo di stretti archetti nel mio solito tulipano piccolo, il conto alla rovescia si fa strada ed è arrivato il momento di riprendere in mano il mio blocchetto di appunti enoici. Eccomi, quindi, a condividere con voi una lista (non una classifica) che non seguirà un ordine se non quello temporale, delle premiazioni che sono state trattate dalla rubrica “ConVersando” durante questa annata. Le eccellenze enologiche calabresi hanno conquistato 7 Medaglie alla Selezione del Sindaco: 4 medaglie d’oro conferite al Duca San Felice Cirò della Librandi, al Mantonico passito dell’Azienda Maria Maisano di Bianco, al Don Rosario Terre di Cosenza DOP della Masseria Falvo 1727 e Donna Filomena Terre di Cosenza DOP della stessa azienda; tre medaglie d’argento alla Guarnaccia della Masseria Falvo, al Doc Cirò della Cantina Brigante & Vigneti e a Siccagno dell’Azienda Agricola Baccellieri di Bianco. Si sono, inoltre, contraddistinte all’XI edizione del Salone-Concorso del Vino Novello del Meridione: miglior novello del Sud Cantina Statti, secondo posto exaequo il novello della Casa Vinicola Criserà (RC) e Cantine Spadafora di Mangone (CS). Il vigneto “Calabria” ha riportato anche un esito positivo nella premiazione delle migliori etichette italiane selezionate col massimo punteggio da “Vitae - La Guida Vini 2018” dell’Associazione Italiana Sommelier (AIS) con sei etichette: Cirò Rosso Classico Superiore 2014 A’ Vita di Francesco De Franco di Cirò Marina, Mantonico 2015 di Mariolina Baccellieri di Bianco, Magno Megonio 2015 della Cantina Librandi di Cirò Marina, Greco di Bianco 2013 della cantina Lucà di Bianco, Cirò Rosso Classico Superiore Federico Scala Riserva 2014 della cantina Santa Venere di Cirò e Telesio 2014 della cantina Spadafora 1915 di Mangone; al rosso Federico Scala Riserva 2014, oltre all’eccellenza delle Quattro Viti, il premio speciale Tastevin). Importante riconoscimento per la Locride al XII Salone dei Vini e degli Oli meridionali andato in scena nel Castello Normanno Svevo Sannicandro di Bari, dove il Centocamere Spumante Metodo Classico 2015, ottenuto da vitigno Mantonico prodotto dall’azienda agricola Barone G. R. Macrì, si è aggiudicato il primo posto nella categoria spumanti bianchi. Un vino calabrese ha invaso anche l’olimpo della critica americana rientrando tra i “TOP 100” di Wine Spectator ,il GB 2014 Calabria IGT della cantina Odoardi di Nocera Terinese e quest'ultima cantina assieme all'azienda Vincenzo Ippolito di Cirò Marina sono state selezionate per mostrarsi all' “OperaWine , Finest Italian Wines: 100 Great Producers", l'appuntamento che apre ufficialmente ogni anno a Verona il Vinitaly. Insomma, tirando le somme, un anno ricco di soddisfazioni per i grandi tesori enoici calabresi! Sonia Cogliandro

I lettori più fedeli mi offrono uno spunto di ulteriore riflessione sull’articolo della settimana scorsa, in cui la vostra Vera ha parlato del perché le donne non denunciano un’aggressione. Il primo motivo è che la cosa spesso riguarda un familiare o un amico molto vicino alla famiglia, il secondo è perché non vengono credute, anzi, insultate e chiamate “puttane”. C’è un terzo motivo da aggiungere: la paura di essere isolate, abbandonate, gettate via, non volute. Una donna che racconta, dice o - non sia mai denuncia un abuso, uno stupro, viene invariabilmente espunta come corpo estraneo dalla società. Può accadere che una donna si racconti a persone che considera amici, o semplicemente a persone che in quel momento dimostrano interesse alla sua storia. Dopo un’iniziale fase di incredulità subentra la comprensione (o l’indifferenza, o la negazione), magari accompagnata da consigli, vicinanza, attestazioni di stima. Dopo un po’ accade che questa donna venga sempre più messa da parte, allonta-

VERA DONOVAN SAYS

Giuseppe Gualtieri nominato prefetto: le congratulazioni dell’IPA Il Comitato Locale I.P.A. Locride del Presidente Pino Cusumano, e tutti i soci, si congratulano con Giuseppe Gualtieri, già socio IPA, per la nomina a Prefetto. Dirigente del Ciommissariato di Siderno nel 2005, viene nominato a Capo della Squadra Mobile di Palermo, dove viene promosso per merito straordinario Dirigente Superiore per la cattura del noto latitante Bernardo Provenzano e nominato Questore di Trapani. In foto: Gualtieri in un convegno organizzato dall'I.P.A. A Catanzaro con Michele Galluzzo, vice Presidente C.L. IPA Locride.

Lettera, in ritardo, a Babbo Natale

Ho trovato nella memoria del pc questo scritto che, considerandone l'attualità, vi ripropongo.Caro Babbo Natale, anche se in ritardo, desidero anch’io unirmi ai tanti che si rivolgono a Te, ultima speranza. L’altra sera ascoltavo Bruno Vespa e, siccome in me produce un effetto soporifero, mi sono appisolato. Nel dormiveglia ho visto il pacioccone Tremonti, mirabile pendant con Vespa, che, come Alice nel paese delle meraviglie, ripeteva l’antico adagio: occorre produrre, perché con la cultura non si mangia. Tremonti, lampante ossimoro di un' Italia che, come penisola, essendo bagnata da tre mari si è ritrovata ad essere governata da tre monti. Poiché la patetica mellifluità dell'ex ministro mi produce più effetti di una tisana, mi sono riaddormentato. Ed ho sognato il nostro menestrello Otello Profazio che cantava “CCà si campa d’aria“ (a proposito quando pensano di privatizzarla?) al poliedrico Nolano, Giordano Bruno, che rispondeva con i versi: Quid est quod est? Ipsum quod fuit. Quid est quod fuit? Ipsum quod est. Nihil sub sole novum. - Annosa questione meridionale (purtroppo è l’unica che non va in prescrizione): nihil sub sole novum! -Fuga al Nord ed emigrazione dei nostri giovani cervelli. Nihil sub sole novum! -Viaggi della speranza. Nihil sub sole novum! -Interessi bancari maggiori al Sud. Nihil sub sole novum! -Primato del tasso crescente di disoccupazione. Nihil sub sole novum! -Spreco risorse con fantasiosi ed inefficaci progetti. Nihil sub sole novum! -Costruzione o ammodernamento delle infrastrutture. Nihil sub sole novum! -Ferrovia dignitosa. Nihil sub sole novum! -Depuratori efficienti. Nihil sub sole novum! -Chiusura delle già poche fabbriche o industrie. Nihil sub sole novum! -Acquedotti obsoleti, con perdite del prezioso liquido. Nihil subsole novum! -Continue promesse non mantenute. Nihil sub sole novum! -Politici veri e non politicanti di mestiere. Nihil sub sole novum! Caro Babbo Natale, scusami se Ti importuno, ma desidererei che il prossimo anno non sia costretto e non vuole essere una minaccia o una captatio benevolentiae, a rivolgermi alla Befana, per cui Ti chiedo di esaudire, se non proprio tutte, almeno alcune delle richieste. Questo da cittadino della Locride. Da cittadino di questa Italia,Ti chiedo, e sarebbe già un bel passo in avanti: non permettere più che ci siano White Christmas, Black Christmas, Green Christmas (nel senso cromatico caro agli imbecilli della ), ma solamente, e più amorevoli Merry Christmas.Lo so, qualcuno potrebbe definire questa letterina populistica. Vorrei soltanto ricordare l’importanza che ebbe agli inizi del secolo scorso il movimento populista in Russia contro l’arroganza zarista.A Sua Eccellenza il Vescovo che afferma” come cambierebbe il mondo se ci lasciassimo guidare dalla logica dell'Amore”, trovandomi in perfetta sintonia, ricordo che Dante concluse la Divina Commedia con “l'Amor che move il sole e le altre“Dedidererei, ricordando che in inglese Sky significacielo, che l'Uomo guardasse meno Sky e più il cielo. Un sincero e cordiale buon anno. Tonino Carneri

nata, evitata. Forse perché viene considerata sfatta, usata, non più valevole, logorata. Viene comunque vista una debole, un’incapace, uno scarto: merce avariata. Non sorprende che dopo aver raccontato di sé, molte donne decidano di cambiar posto dove vivere, si allontanino dai loro paesi e preferiscano l’anonimato della città. La domanda “perché non denunciate subito?” rivolta a donne che hanno subito violenze in tempi passati della loro vita, è posta solo da stupidi o da violenti, o da persone che hanno interessi personali o sociali a che le donne rimangano in posizione svantaggiata. È solo una scusa per accusare una donna di aver subito violenza. Dovremmo dire che fanno bene quelle donne che non denunciano le violenze subite e che se le portano nella tomba? Un affettuoso consiglio dalla vostra amica Vera: se avete avuto la fortuna (perché di tale si tratta) di ascoltare il racconto di un abuso a una donna, statele vicini, che siate uomini o donne. È quello il momento in cui si sente più debole, pentita d’aver parlato perché si vede distante da tutti, ed è quello il momento di darle supporto, senza “se” e senza “ma”.


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31 DICEMBRE- 16

cultura

TITolo lIbro: Il TeMpo dI Una noTTe

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In Calabria il raduno degli "smanettoni" di mezzo mondo

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In un vecchio casale di campagna a Montalto Uffugo si sono dati appuntamento i nuovi gypsies geeks, che da abili “smanettoni” vogliono trasformarsi in veri nomadi digitali.

u uno sperone di roccia che sovrasta la Valle del Crati, il prossimo 13 gennaio si svolgerà il raduno della tribù dei nomadi digitali. Di fronte la Sila, attorno la campagna calabrese. ùSiamo a Montalto Uffugo, in provincial di Cosenza. La location è un antico casolare rurale ristrutturato e condiviso con chi sa apprezzare la bellezza del silenzio, la brina sui colli in inverno e il suono affascinante delle cicale che accompagnano le calde serate d’estate. Da qualche anno questa casa è sede dell’Hub creativo, gestito da Roberta Caruso, giovane imprenditrice di successo, e dai suoi genitori Alba e Roberto. Insieme hanno scelto di cambiare vita e riconvertire la propria abitazione in una residenza condivisa, in cui “poter viaggiare stando a casa”, conoscendo persone nuove ogni giorno, venendo in contatto con culture e stimoli diversi. Una condivisione di sogni, progetti, valori, stili di vita. Insomma il meglio della sharing economy.

TITolo lIbro: la pena TradITa aUTore del lIbro: alberTo sCerbo CaTegorIa: saggIo dI dIrITTo Casa edITrICe: rUbbeTTIno prezzo €10,20

nonostante sia più che mai urgente ripensare il diritto penale, così da intenderlo quale extrema ratio, continua a prevalere un utilizzo dello stesso finalizzato alla ricerca del consenso elettorale. ne costituiscono un chiaro esempio i recenti decreti Minniti e la riforma orlando. In questo casale di campagna si sono dati appuntamento i nuovi gypsies geeks, che da abili “smanettoni” vogliono trasformarsi in veri nomadi digitali: liberi creativi, indipendenti, grazie alla Rete, con il primo workation camp made in Calabria. «Alterneremo momenti di brainstormig, formazione, progettazione condivisa e individuale ma anche svago, relax e attività nel tipico spirito del co-abitare, con l’obiettivo di facilitare il percorso di chi voglia crearsi una professione mobile e indipendente che permetta di vivere e di lavorare ovunque», spiega Roberta Caruso al Sole 24 Ore . Si replica in primavera. Nel frattempo l’imprenditrice calabrese ha una “grana” tutta digitale da risolvere: il suo evento “Capodanno in pigiama” è diventato virale: 6,5 mila partecipanti, 55 mila persone interessate e 4 mila condivisioni. Un Capodanno per chi è stanco di tacchi e cravatta e ha bisogno di aspettare il nuovo anno in un posto "dove calano le maschere e si abbattono le finzioni, senza trucco e senza inganno". Alla Home di Roberta sono previsti cenone esperenzale, giochi vintage e divertimento fatto in casa. I posti, però, sono solo 50. Ma grazie alla creazione dell'evento, gli utenti facebook hanno potuto conoscere la Home for Creativity, che trasmetterà in live streaming coinvolgendo l'intero globo. Maria Giovanna Cogliandro

I radicali iniziano il giro delle carceri reggine

lario Ammendolia e Gianpaolo Catanzariti si sono uniti questa settimana al giro delle carceri reggine promosso dal Partito Radicale che, dalla Calabria, ha intrapreso lo sprint verso il traguardo dei 3.000 iscritti. Vicini a loro, in questo lungo viaggio che punta a ridare dignità ai detenuti delle nostre prigioni, Rita Bernardini, Francesco Calabrese, Santo Cambareri, Andrea Cuzzocrea, Manuel Deidda, Francesco Formica, Salvatore Galluzzo, Mimmo Gangemi, Giuseppe Milicia, Eugenio Minniti, Antonio Nocera, Paolo Tommasini, Antonio Verdirame, Caterina Zavaglia.

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enrichetta, nata dal matrimonio di eleonora duse con Tebaldo Marchetti, in arte Checchi, si racconta dopo la morte di quella madre che non ha mai pienamente conosciuto, rinchiusa in una solitudine difficile da accettare.

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È il tentativo di fermarsi un attimo a riflettere e guardare con occhi nuovi i fantasmi che popolano i nostri incubi, è lo sforzo smisurato di comprendere le nostre debolezze e tendere la mano ai nostri “sabotatori interiori” accettandoli, senza pregiudizio.

In breve

a salvatore settis il premio Calabria ambiente 2017 Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte nato a Rosarno, è stato professore universitario e direttore della Scuola Normale di Pisa, e da alcuni anni è forte il suo impegno civile a difesa dei beni ambientali e culturali d’Italia e del Mondo. Per il suo impegno civico, si è deciso di riconoscergli il premio Calabria Ambiente organizzato annualmente a Soveria Mannelli “Per aver dimostrato che la cultura salverà il mondo.” E d’altra parte, la città amministrata dal sindaco Leonardo Sirianni è da moltissimi anni, forse da sempre, in linea con questo modo di pensare.


SERVIZIO DI INFORMAZIONE PER I CITTADINI, numero verde:

INDIRIZZO

“ CALABRIA & Europa”

www.eurokomonline.eu

800 678 910 11

Tutti i bandi sono disponibili sul sito dell’Unione Europea e della Commissione Europea Rappresentanza in Italia: www.europa.eu.int www.europa.eu.in/italia - Per maggiori informazioni è possibile contattare i nostri uffici: Centro di informazione dell’UE - Europe Direct “Calabria&Europa”

info: Palazzo Ameduri, piazza dei Martiri 89046 Gioiosa Ionica

Tel: 00 39 0964 412400 - fax 0964 342022 email associazioneeurokom@tiscali. it

L’Edic“Calabria&Europa”saluta il 2018 ancora una volta fianco del territorio Gioiosa Jonica si conferma tra i primi in Italia l’ufficio di Informazione della Commissione Europea Si apre con un successo atteso e per nulla scontato il 2018 per la Europe direct Calabria&Europa; ancora una volta selezionata tra gli uffici di informazione della Commissione Europea in Italia, confermati per il periodo 2018 - 2020. Con un punteggio di tutto rispetto di 91 punti su 100 di valutazione massima come previsto dal bando di concorso, l’Edic di Gioiosa Jonica apre al meglio il nuovo anno assicurando al territorio calabrese di portare avanti in maniera rinnovata e sempre al fianco dei cittadini la comunicazione delle politiche comunitarie e delle opportunità offerte dall’Unione ai propri territori. Tante sono le sfide con cui ci si dovrà misurare, non da ultimo l’incremento dell’euroscetticismo e l’incalzare dei populismi dettati spesso da insoddisfazioni economiche e insofferenze sociali. Un programma di lavoro che partirà, gestito dall’Associazione Eurokom, sin dal prossimo mese di gennaio e si svilupperà su tematiche si sicuro impatto per i successivi mesi in ambito regionale con giovani, associazioni e cittadini del territorio jonico e non solo. Ben 20 sono infatti i partner che hanno sottoscritto il nuovo progetto di informazione e comunicazione che sarà diretto sempre da Alessandra Tuzza e condotto con i soci di Eurokom Loredana Panetta, Nicolò Palermo e Raffaella Rinaldis. Un team coeso che dal 2005 accompagna il nostro territorio lungo la conoscenza delle politiche per la coesione nate a vantaggio dei cittadini delle regioni dei diversi stati membri, ma spesso poco conosciute e la cui fondamentale rilevanza sembra passare in secondo piano rispetto alle contingenze locali. Ci piace ricordare che molto è stato fatto nel corso dell’anno appena concluso e molti dei successi di comunicazione sono alla base del lavoro che si andrà sin da subito a promuovere e realizzare. Dalle tematiche sviluppate per affrontare la non facile crisi migratoria, che hanno visto nell’incontro di Gioiosa Jonica dello scorso 9 Giugno, uno degli appuntamenti clou in ambito nazionale realizzati dalla Rappresentanza della Commissione Europea in Italia con la partecipazione di oltre 400 cittadini ed istituzioni e naturalmente del vertice stesso della Commissione in Italia. Quindi l’appuntamento del 13 ottobre a Siracusa per il Dialogo con i cittadini ed il Vice Presidente UE Frans Timmermans, che ha visto partecipare dalla Jonica ben tre autobus di cittadini e scuole per sostenere un dibattito che ha avuto come fulcro ancora una volta lo stato si salute dell’Europa e l’evoluzione della crisi migratoria, nonché ha sondato il livello di fiducia dei cittadini nelle istituzioni comuni. L’evento è stato aperto dal coro Global Chorus diretto dal prof. Carlo Frascà. Su proposta dell’Edic Calabria&Europa di Gioiosa Jonica, infatti, è spettato proprio al complesso multietnico “Voci dal Mare” di dare il là ai lavori. GLOBAL CHORUS ha preso il via per volontà della Cooperativa Pathos di Caulonia e del Consorzio Sociale GOEL, nell’ambito dei progetti SPRAR di accoglienza ed integrazione presso le comunità di Caulonia e Benestare. Global Chorus vuole anche sottolineare il valore altissimo della musica che, in un’epoca in cui guerre, divisioni, violenze, soprusi calpestano la vita e la dignità di tantissime persone e ne violano i diritti fondamentali - rappresenta il linguaggio universale della fratellanza, dell’armonia, del dialogo, dell’unità e della pace. Una vittoria di pubblico che è stata apprezzata in ambito Europeo dimostrando come anche partendo dalla

gestione dell’accoglienza si possano produrre esempi virtuosi di cultura condivisa e di valore aggiunto comune. Sempre nell’anno appena concluso l’Edic “Calabria&Europa” ha chiuso con successo il progetto “L’Europa delle Opportunità” sulla comunicazione delle misure previste dal Fondo Europeo per gli investimenti strategici per le piccole e medie imprese. Un progetto che ha visto tra le sette proposte vincitrici in ambito nazionale anche quella presentata dall’Edic di Gioiosa Jonica. Un percorso non semplice e molto specialistico che è riuscito a portare in Calabria i dirigenti della Commissione Europea competenti per la DG Commercio e della Cassa Depositi e Prestiti che hanno potuto grazie ai due eventi di Locri e Lamezia Terme dibattere con gli ordini professionali il circuito Europe Enterprises Network di Union Camere sul funzionamento e gli scopi dell’EFSI per la crescita del commercio e dell’imprenditoria innovativa. Nasce in quest’ambito il nuovo prodotto d comunicazione News dall’Europa delle Opportunità che continuerà a seguire le dinamiche comuni in ambito economico e non solo con pubblicazioni mensili dedicate curate dall’Edic Calabria&Europa. Ma tornado ai traguardi di comunicazione non da ultimo l’Edic Calabria&Europa ha avuto modo, con l’Associazione Eurokom, di segnarne un altro nel contesto dei partenariati comuni con l’avvio delle attività del Progetto, approvato sul Bando Europa per i Cittadini, I Debate, costruito proprio dall’intesa siglata con altre 5 Edic Europee della Romania, della Croazia, della Slovenia e del Portogallo, che con il nostro centro di informazione porteranno il dibattito sul futuro dell’Europa in giro per gli stati concentrandosi sui giovani e la cittadinanza digitale. I Debate premiato in Romania per l’innovazione del metodo di dibattito utilizzato e la gestione prescelta dello strumento dei social network per raggiungere le fette più giovanili della cittadinanza, si svilupperà sino al marzo 2019 toccando i temi più sensibili e fondamentali per la cittadinanza comune in vista anche delle prossime elezioni dell’Europarlamento che avranno luogo nel 2019. Non da ultimo dobbiamo ricordare il bell’obiettivo di comunicazione raggiunto con il nostro sito internet www.eurokomonline.eu gestito sin dal 2005 che ha raggiunto e superato i 7 e trecentomila visitatori e che presto sarà rinnovato da un’opera di restyling per renderlo ancora più friendly e aperto alla comunicazione con il pubblico dei giovani. A Conclusione il percorso di Asoc, a Scuola di Open Coesione, cui la nostra Edic partecipa dal 2014 supportando le scuole calabresi per la promozione della didattica digitale e la scoperta della PA. Un percorso studiato al fianco dei giovani delle scuole superiori della Locride e non solo, che proseguirà per il nuovo periodo con il Team di Eurokom al fianco dei Licei “Zalueco” e “Mazzini” di Locri, del “La Cava” di Bovalino e del Liceo “Piria” di Rosarno. Una maratona alla scoperta della cittadinanza digitale e dell’open journalism vissuta insieme con i nostri migliori talenti gli studenti, che tante soddisfazioni promettono di dare al territorio ed alla crescita dell’UE. Un 2018 dedicato quindi a tutti voi per condividere al meglio le possibilità offerte dall’UE per la costruzione di una cittadinanza partecipe e aperta alle opportunità. Alessandra Tuzza


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cultura www.larivieraonline.com

Miriam, domenico e Giovanna hanno deciso di riprendere l’antica filiera della gelsibachicoltura provando a riportare in vita la vecchia "via della seta calabrese"

restano in CaLabria a CoLtivare baChi da seta

“non vogliamo vivere in posti dove non si vede più il cielo!” San Floro, a pochi minuti dalla Cittadella Regionale, un trio di giovani calabresi ha deciso di recuperare l’antica tradizione serica di Catanzaro. Un ritorno a un mestiere che nel XII secolo aveva portato alla nascita di una vera e propria “via della seta calabrese”, un corridoio che congiungeva la costa tirrenica alla ionica. Quella stessa via oggi è tornata grazie a Miriam, Domenico e Giovanna; insieme hanno intrapreso

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eri, sabato 30 dicembre, il C.S.C. Nuvola Rossa di Villa San Giovanni ha ospitato la presentazione del libro “Mimì Capatosta” scritto dalla giornalista reggina Tiziana Barillà. L’evento ha fornito l’occasione per imbastire un interessante momento di confronto sulle tematiche legate all’accoglienza ai migranti, partendo proprio da quello che ormai in tutto il mondo è conosciuto come il ‘modello Riace’. In un’epoca in cui si alzano muri e si mortifica la dignità umana lasciando morire in mare migliaia di persone, l’esperienza di Riace va raccontata e discussa perché rappresenta una via d’uscita altra e umana rispetto alle politiche repressive e razziste messe in atto dalle classi dirigenti di tutta Europa. Ed è tanto più importante parlarne nei nostri territori dove, purtroppo, non è ancora del tutto compresa l’importanza storica, politica e culturale dell’esperienza di Riace. Negli ultimi anni Reggio è stata città di sbarchi, ma il paradigma che ha orientato le politiche dell’accoglienza è stato quello della mera emergenzialità. Ecco come a farla da padrone sono stati gli avventori dell’ultima ora che avevano come unico scopo costruire business sulla pelle di chi cercava un posto sicuro da cui ripartire dopo anni di sofferenze, povertà, guerre. Più volte abbiamo, infatti, denunciato le pessime condizioni in cui versavano e versano tuttora tantissimi centri di Reggio Calabria e provincia, mettendo a nudo una serie di gravi irregolarità e sistematiche violazioni dei diritti umani. Per questo è necessario prendere spunto e ripartire da quello che negli anni ha saputo creare Mimmo Lucano, la cui azione politica rivoluzionaria va ben oltre il campo dell’accoglienza ai migranti. Ripartire da Riace vuol dire mettere al centro la dignità della persona e, soprattutto, prefigurare un mondo diverso, un altro mondo possibile. Un mondo che a Riace, negli ultimi anni, ha già iniziato a prendere forma. Giovanni Cordova

I

una sfida ben precisa: ritornare e restare in Calabria. “Abbiamo deciso di ripartire dalla terra, la nostra, sfruttando le risorse che quest’ultima ci offre - dichiarano. Riprendendo l’antica filiera della gelsibachicoltura e, facendone la nostra attività principale, costruiamo giorno per giorno quel circuito virtuoso che riesce a orchestrare artigianato, momenti culturali, artistici e culinari, rendendo casa nostra un polo di attrazione per il turismo nazionale e internazionale”.

Presentazione deL Libro “MiMì CaPatosta”

La politica rivoluzionaria di Mimmo Lucano va ben oltre l’accoglienza

Tutto ha inizio nell’estate 2013, quando Miriam, Domenico e Giovanna chiedono al Comune di San Floro la gestione di 5 ettari di terra dove sono situate 3500 piante di gelso utilizzate in passato per l’allevamento del baco da seta, ma completamente abbandonate. Il loro futuro sarebbe partito da lì. “Non vogliamo vivere in posti dove non si vede più il cielo!” è la più grande certezza del gruppo. Nasce così Nido di Seta che opera in tre settori: agricoltura,

in Preve

L'origine sociale della mafia in un articolo di Mario La Cava In un articolo del 1975 pubblicato sul Giorno, lo scrittore calabrese Mario La Cava attribuisce alla disattenzione e alla ostilità dello stato verso le classi subalterne e verso le iniziative imprenditoriali meridionali, la nascita e lo sviluppo della mafia. Lo spunto gli viene offerto dalla vicenda Primerano, un ingegnere di Bovalino che negli anni 50 impiantò una segheria a San Luca e tentò di creare una grande fabbrica di derivati del legno. Gli ex pastori di San Luca erano divenuti operai volenterosi e il brigadiere dell'epoca affermò che, da quando funzionava la segheria, i furti di bestiame erano quasi scomparsi. La produzione andava a gonfie vele e l'ingegnere era una persona buona e tollerante molto amato dai suoi dipendenti. Come scrive La Cava “non fu mai molestato nella persona e negli averi”. Spese oltre un miliardo di lire per costruire la fabbrica di tranciati e compensati a Bovalino e iniziò la produzione con centinaia di operai che sarebbero dovuti aumentare. L'imprenditore dovette scontrarsi con le banche che rifiutarono di finanziarlo “per un piano preordinato di soffocamento dell'industria nascente nel Sud”, evidenzia ancora La Cava. Anche lo stato e gli enti locali gli furo-

no ostili. L'impresa fallì e dopo alcuni anni divenne un deposito di legname di proprietà pubblica che utilizzava pochi operai stagionali. In uno scritto del 13 settembre 1975 che fa parte di una raccolta recentemente pubblicata dalle edizioni Barbaro: Lettere da Reggio Calabria, Giuseppe Primerano raccontò all'amico e concittadino scrittore come alcuni suoi operai che avevano dimostrato serietà e dedizione al lavoro, dopo il fallimento dell'azienda, si dedicarono ai sequestri di persona. Nella lettera scrive di essere convinto che se l' “Anonima demolitrice” di ogni sana iniziativa industriale nel Mezzogiorno non avesse distrutto la sua azienda, non sarebbero accaduti crimini efferati come il sequestro e l'uccisione di Cristina Mazzotti. Lo riempiva di emozioni e di nostalgia il pensiero che una delle vecchie stazioni intermedie della teleferica che trasportava i tronchi, era divenuta la prigione dell'armatore D'Amico. Ricorda un episodio di 25 anni prima, quando venne a trovarlo nel suo ufficio di San Luca il comandante della stazione dei carabinieri per raccomandargli l'ennesima assunzione di una persona che gli dava fastidio perchè compiva piccoli reati contro le persone e il patrimonio. Il graduato gli confidò che da quando funzionava l'impresa, la statistica dei reati del territorio di San Luca era caduta di colpo. Nella lettera l'ingegnere propone a Mario La Cava di scrivere un libro sulla vicenda, in contrasto con la denigrazione e i pregiudizi sul Sud e al fine di evidenziare il degrado attuale della sua impresa che nel Dopoguerra era l'orgoglio di tutta la fascia jonica meridionale. Mario La Cava, in risposta, scrive il già citato articolo sul Giorno di Milano “Ecco come ti fabbrico il maffioso” dove dimostra ancora una volta la sua attenzione ai temi sociali e difende la propria terra da giudizi affrettati e luoghi comuni. Giuseppe Gangemi


tra le ultime fatiche il copringinocchiatoio per il Papa, attualmente nella sala Clementina del vaticano e un abito da sposa in seta, filato a mano

eventi

Con la post produzione del bozzolo di seta si ottengono i filati e si realizzano gioielli e stoffe tinte con elementi naturali del territorio: mora di gelso, cipolla di tropea, uva di Cirò, fiori di ginestra, bucce di melograno, mallo di noce.

artigianato e turismo. Il gruppo, infatti, alleva il baco da seta e trasforma le more di gelso in confetture e liquori certificati bio; inoltre, con la post produzione del bozzolo di seta, ottiene i filati e realizza gioielli, stoffe e capi d’abbigliamento tinti esclusivamente con elementi naturali del territorio: la stessa mora di gelso, il papavero, la cipolla di Tropea, l’uva di Cirò, i fiori di ginestra, le bucce di melograno, il mallo di noce. Tra le ultime fatiche il copringinocchiatoio per il Papa, attualmente nella Sala Clementina del Vaticano; il tessuto è stato tinto di rosso con la radice di robbia. Il progetto di Miriam, Domenico e Giovanna ha anche dimostrato di essere una mano santa per il turismo: permettendo di vivere il mondo della seta a 360 gradi, ha infatti una ricaduta economica sull’intero territorio, e serve da stimolo alle attività commerciali del luogo. Un successo inaspettato e una soddisfazione dietro l’altra per il giovane trio. Partendo da un piccolo paesino della Calabria, è giunto fino in Thailandia, all’International Silk Festival, per

i sound trip si esibiscono al Caffè Letterario Mario La Cava

scoprire nuove tecniche artigianali e industriali per la lavorazione del prezioso filato. Poi è stata la volta dell’India dove ha ottenuto la specializzazione in Silk reeling technology (tecnologia di avvolgimento della seta). Nel 2014 arriva per loro il primo riconoscimento come impresa giovanile emergente e promettente in Calabria. Nel 2016 raddoppiano: vincono il primo premio regionale della Coldiretti come Giovane impresa e sono tra i finalisti nazionali del premio Oscar Green nella Categoria “We Green-Giovani impresa”. Ultimamente hanno vinto una nuova sfida: quella di creare abiti da sposa in seta, filati a mano. Una ragazza di Milano è stata la prima a pronunciare il suo Sì con indosso un abito creato da loro. Il giovane trio calabrese è davvero un fiume in piena: tra i prossimi obiettivi la certificazione di tutto il processo di produzione della seta e la creazione di un proprio marchio di abbigliamento. Maria Giovanna Cogliandro

"affaCCiati suLLo ionio"

Grande successo per la X edizione di rassegna gastronomica calabra

La gara si è confermata una vetrina di assoluto prestigio capace di dare grande visibilità a professionisti e allievi della regione

Un bel traguardo per la Kermesse di Cucina Creativa “Affacciati sullo Ionio” giunta alla X edizione. La stessa ha visto la partecipazione di numerosi concorrenti e ha ottenuto il meritato successo di pubblico e di stampa. Lo sviluppo dell’attività vede impegnate l’Unione Regionale Cuochi Calabria e l’Associazione Provinciale Cuochi Reggini - a cui spetta la genesi e l’idea – e si è avvalsa della collaborazione con l’Istituto Alberghiero “Dea Persefone” di Locri. L’edizione si è svolta negli spazi dell’hotel Kennedy messo a completa disposizione dell’Associazione Provinciale Cuochi Reggio Calabria e dalla famiglia Agostino, che ha saputo mettere a proprio agio sia gli organizzatori che i partecipanti tutti. Anno dopo anno, il concorso, unico nel suo genere, si conferma in costante crescita per numero di consensi che rendono quest'evento prestigioso sia in campo provinciale, sia interregionale. La gara si è confermata una vetrina di assoluto prestigio capace di dare grande visibilità a professionisti e allievi

della regione che si sono confrontati con piatti e elaborazioni realizzati in modo tale da creare un menù che tenesse conto delle esigenze della quotidianità ristorativa, che stimolasse il piacere della vista attraverso una corretta cromaticità e tale da appagare la sensazione del gusto, esaltando la professionalità e la fantasia di chi sta in cucina. Straordinario senso estetico ha avuto la sezione della cucina fredda, dove i concorrenti hanno saputo mettere in evidenza colori, ordine degli ingredienti e pulizia del piatto, creando non poche difficoltà nel giudizio ai giurati, offrendo dimostrazione di crescita professionale e dello giusto stimolo alla competizione. I giurati - diversi per estrazione - provenienti dal Team Calabria, da componenti delle Associazioni Cuochi Calabresi e dagli amici Cuochi dell’Associazione Cuochi Messina, hanno avuto modo di constatare la professionalità dei partecipanti e hanno avuto anche l’arduo compito di dover giudicare gli elaborati. I criteri di valutazione prendevano in esame vari aspetti della preparazione quali: organizzazione; tecniche; igiene; professionalità; velocità; esaltazione del gusto e presentazione; estetica e impatto cromatico; fedeltà dei sapori e l’abbinamento cibo-vino Con questa competizione si è cercato di elevare e divulgare la cultura alimentare, enogastronomica, valorizzando le professionalità dei Cuochi Calabresi, cercando di suscitare in tutti il senso dell’Arte nella Ristorazione.

Particolare attenzione è stata posta anche quest’anno agli studenti delle scuole alberghiere calabresi, a cui è stata offerta la possibilità di partecipare a questa prestigiosa competizione nella sezione Pasticceria. Compito previsto: realizzare e presentare un piatto utilizzando almeno uno dei prodotti inseriti nell'elenco nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Regione Calabria o un Prodotto tipico DOP o IGP calabrese. Preziosissima è stata la collaborazione dell’AIS con la presenza del delegato della Locride, il Sommelier Pierfrancesco Multari, che ha curato l’abbinamento dei piatti partecipanti in gara con i vini e le birre in esposizione alla Kermesse “Questa Manifestazione - ha dichiarato Francesco Corapi, Presidente dell’Unione Regionale Cuochi Calabria nonché docente c/o l’Istituto Alberghiero di Soverato - rappresenta l’esaltazione della gastronomia calabrese in modo professionale, ed è in grado di suscitare forti emozioni e soddisfazione ai tanti che partecipano all’evento. “Far partecipare gli alunni aspiranti chef - aggiunge Cosimo Pasqualino, Presidente dell’Associazione Cuochi Reggini e Docente di laboratorio di enogastronomia all’Istituto Alberghiero di Locri - è un momento di crescita anche per l’Associazione che rappresento, contemporaneamente è uno stimolo all’aggiornamento e alla valorizzazione dei prodotti tipici della Calabria per inserirli in una cucina creativa senza dimenticare origini e tradizioni”.

BOVALINO Giovedì 4 gennaio, alle ore 21:30, presso il Caffè Letterario Mario la Cava Bovalino (Corso Umberto I, 114, sarà dato spazio alla buona musica dei Sound Trip, con Vincenzo Alia alla batteria, Granfranco Ozzimo alle tastiere, Vito Romeo al piano, Peppe Platani al basso e Francesco Sgambelluri al violino. Ingresso libero.

Continua il ricco programma di natale insieme BENESTARE Continua il ricco programma “Natale Insieme” al Teatro Comunale Chjiesia Nova di Benestare. Questa settimana vi aspettano il Concerto della pace alle 18 dell’1 gennaio, il Cabaret alle 21 del 2 gennaio, la rassegna “Cammini inVersi” alle 18 del 3 gennaio e il Concerto della Fratellanza alle 21 del 6 gennaio.

venerdì la presentazione del libro di Carmelo Graneri GERACE Venerdì 5 gennaio, alle ore 17:00, presso la Biblioteca Comunale di Piazza tribuna, a Gerace, si svolgerà la presentazione del libro di Carmelo Graneri “Vi dassu ‘sti penseri”. Relazione Salvatore Galluzzo, intervengono Enza e Immacolata Lacopo, Maria e Ilenia Graneri, Rita Graneri e Franco Pancallo.

il Coro Modaro si prepara al “Concerto dell’epifania” GERACE Venerdì 5 gennaio, alle ore 18:00, il Coro Polifonico “Bernardo Vincenzo Modaro”, diretto dal maestro Ferdinando Curinga, si esibirà presso la Chiesa Monumentale di San Francesco, a Gerace. Un evento patrocinato dalle Associazioni Nazionale di Azione Sociale e Culturale Eureka in collaborazione con il Comune.



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ANGOLO FOOD

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arte&co

LA RICETTA:

CALAMARI RIPIENI DI CAPONATA

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Ingredienti per 8 persone: calamari 1.2 Kg, melanzane 350 g peperoni rossi 250 g, zucchine 250g cipollotti 100 g, ricotta salata 50 g, uvetta 50g, zucchero, pinoli, basilico, olio extravergine di oliva, sale.

Cinema e musica insieme su un furgoncino per 7000 km

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L’Exodos Tour di “Mer Rouge” e Marvanza, che ha preso le sembianze di una spedizione con a bordo musicisti e cineoperatori, si conclude alla grande con il capodanno di Gioiosa Ionica

a marzo a dicembre 2017, eventi e successi per il lungo tour Exodos FilMuzik, tra cinema e musica, prodotto da Bird Production e BirdLand Studios, finanziato da MIBACT, SIAE e SILLUMINA, per la promozione internazionale del cortometraggio “Mer Rouge”, diretto da Alberto Gatto, con Nick Mancuso e Sherif Amadou. Il corto nel 2016 inizia un percorso di crescente successo con la partecipazione a festival internazionali come l’Eurasia Short Film a Washington DC, il SaMoSa Festival in Kenia e il Pentedattilo International Film Festival, ed è premiato come miglior documentario al Festival “Immagini a confronto”. Nel 2017, grazie al sostegno di “Sillumina”, incrementa il ciclo di partecipazioni festivaliere, sia nazionali che internazionali, tra cui l’International tour Film Festival di Civitavecchia e il Kaulonia Tarantella Festival, e viene proposto in differenti contesti artistici e culturali sensibili al fenomeno delle migrazioni in collaborazione con i partner dell’iniziativa, Eurokom e Re.Co.Sol. Selezionato al Red Corner Festival a Borgolm, in Svezia, il protagonista Nick Mancuso riceve il premio come miglior attore, poi arriva il CK Film Festival, il New York Short Film Tuesday, il Roselle Park Short Film Festival (dove viene insignito del premio come miglior documentario), il NYC Indie Film Awards e il Mindfield Film Festival di Los Angeles. Conclude il 2017 con il premio assegnato a Frank Armocida, lo scorso 23 dicembre, all’EIFA (European Indipendent Film Award) per la miglior fotografia. Non poteva però mancare l’Europa, dove “Mer Rouge” ha dato input a uno spettacolo in forma di Cineconcerto dal titolo “Exodos, a Filmuzik event”. Un live show-case di 70 minuti eseguito dal vivo dai Marvanza con la proiezione di un film inedito in Italia

IL COCKTAIL: MARGARITA

Ingredienti: tequila, cointreau, succo di limone, ghiccio, sale, lime

a raccontare l’evoluzione dei nostri tempi e i particolari della nostra quotidianità, da punti di vista sempre diversi. Il mini tour europeo si è svolto on the road, a bordo di un furgoncino per circa 7000 km di strada battuta dalla neve dell’Austria, della Germania e dell’Olanda, dal vento della Francia e dal sole della Spagna. Il viaggio ha preso le sembianze di una spedizione con a bordo musicisti e cineoperatori: Marco Lentini (Maco de Roma), Mafalda Gara (Ragga Mafy) e Ivan Lentini (Skankaman) alla guida, Massimo Ragona, Giuseppe Cremona e Alberto Gatto a completare il gruppo. A dicembre, lo spettacolo è andato in scena al Club Disco Niveau di Brema, all’interno del “Cultura Interbarrial” all’Ubik Cafè di Valencia e al Sinestesia Music&Art di Barcellona. “Mer Rouge” inoltre è stato presentato nella sala cinema “Via Amsterdam”, ad Amsterdam, ed a Erdut in Croazia, alla presenza di Re.Co.Sol. e del Comune di Gioiosa Ionica, coproduttori del corto. Intanto da Parigi arriva la prima proposta di promozione francese per il 2018, mentre il prossimo 15 febbraio sarà proiettato al Parlamento europeo di Bruxelles grazie ad Eurokom. E per il capodanno 2018, il pubblico della Locride avrà la possibilità di partecipare a Exodos, nel palatenda di piazza Vittorio, a partire dalla mezzanotte, a Gioiosa Ionica. “Exodos tour” ha coinvolto giovani artisti del cinema, della musica e della fotografia divenendo un docu-film, prodotto grazie al sostegno della Calabria Film Commission, che sarà presentato al pubblico nel 2018, sempre per FilMuzik event.

Direttore responsabile:

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Direttore responsabile: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Franco Parrello, Tonino Carneri, Mario Nirta, Giuseppe Romeo, Orlando Sculli, Nino Sigilli, Tonino Carneri, Sara Leone, Pasquale Giurleo

STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

INFO-MAIL REDAZIONE:

0964342198 larivieraonline@gmail.com www.larivieraonline.com

Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14 EDITORE - No così srl via D.Correale, 5 - 89048 Siderno

Tagliate a dadini le melanzane, le zucchine e i peperoni. Affettate i cipollotti e fateli appassire in una casseruola con un filo di olio, unitevi le verdure, 200 g di aceto, 70 g di zucchero, 30 g di pinoli, l’uvetta e 5 foglie di basilico tritate. Cuocete per 10′min a fiamma vivace; alla fine salate la caponata. Pulite i calamari, riempiteli con la caponata e chiudeteli fissando l’estremità con uno stecchino. Riscaldate un filo di olio in una padella e rosolatevi i calamari per 10 min. Tagliate i calamari a rondelle e serviteli con abbondante ricotta salata grattugiata.

Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

Il Margarita vi farà fare una bellissima figura con i vostri amici, a patto che vi procuriate una coppa adatta. Mettete il ghiaccio tritato in uno shaker e aggiungete tequila, cointreau e succo di limone. Shakerate finché tutto si sarà ben raffreddato, filtrate nella coppa e cospargete il bordo con il sale. Una fettina di lime a decorazione prima di offrire la bellissima coppa agli ospiti.

IL DOLCE: TORRETTE DI PANDORO CON CREMA PASTICCERA

Ingredienti per 4 persone: 4 fettine di pandoro, 2 uova, 2 cucchiai di farina, 1 l di latte, 1 stecca di vaniglia, 2 cucchiai di zucchero, 1 limone (la scorza), zucchero a velo. In una ciotola, sbattete 2 uova con 2 cucchiai di zucchero e lasciate riposare. A parte, in un pentolino, portate a ebollizione il latte con 1 stecca di vaniglia. Unite al composto di uova e zucchero la farina setacciata e, di seguito, il latte a filo, mescolando con una frusta per evitare grumi. Rimettete il composto nel pentolino e portate a ebollizione per qualche minuto. Al termine della cottura, grattugiate la buccia di 1 limone bio nella crema e mescolate.Adagiate il pandoro su un tagliere e affettatelo; poi tagliatelo a tronchetti di 5 cm di altezza ciascuno e farcite con la crema pasticcera.


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E le quote rosa? Sciolte le Camere, i giovani di Forza Italia della Locride si incontrano per organizzarsi in vista del 4 marzo. In foto: Giuseppe Romeo, Francesco Bruzzaniti, Vincenzo Primerano, Michelangelo Rottura, Salvatore Cirillo e altri colleghi. Ai baldi giovani suggeriamo di prendere in considerazione l’alternanza di genere!

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Possibili emicranie, di origine nervosa; fate degli esercizi di ginnastica, per sciogliere i muscoli del collo e delle spalle. Avete voglia di svagarvi, dunque fatelo. Nel lavoro affidatevi all’intuito: come un faro, illuminerà le vostre decisioni e non sbaglierete un solo colpo! Il gioco della seduzione vi affascina, ed oggi scoprirete che le parole possono essere un’arma vincente in amore.

In ambito lavorativo, litigare alle volte puo' servire ad ottenere quello che si vuole. Sì alle novità. Gli amici sono importanti, perciò non trascurateli: fatevi vivi anche con chi non vedete o sentite da tempo. Potrete riscuoterete consensi nel lavoro oppure ottenere un incarico nuovo, di fiducia. Correte ai ripari, controllate l’alimentazione che sia il più possibile equilibrata e osservate un ritmo di vita meno stressante: dopo tutto non è indispensabile fare le ore piccole così spesso, non vi pare?. Single, liberi da legami importanti? Gennaio potrà essere ineguagliabile nel proporvi avventure e nuove storie da vivere minuto per minuto.

Un Christmas per tutti i gusti Grande successo per la Drag Queen Francys che, la Natale è passato! sera di Santo Stefano, è Ninetto Speziale, ormai stata mattatrice indiscussa noto abitué del nostro della Christmas Street giornale e, soprattutto, organizzata dagli imprenfamoso latin lover di ditori di via Pagano, a Roccella Ionica, cerca di Siderno. darsi un look tutto natalizio per le feste.

Momenti inglesi A Siderno Superiore si organizzano anche tè all’interno di Palazzo de Mojà. Lo gustano insieme Edoardo Cusato, Rosalba Romeo, l’assessore Ercole Macrì e Aldo Caccamo. Carrambate Dopo un inverno trascorso fuori sede, si ritrovano in via Pagano, a Siderno, Maria Francesca Diano, Paola Caruso, Pietro Diano e Alessandra Diano.

Collaboratori sposati Ivan Leotta è finalmente convolato a nozze con la sua bella Daniela. I migliori auguri al nostro bivongese preferito che, ormai trasferito a Marina di Gioiosa, ci dà spesso assist per arricchire di notizie simpatiche il nostro giornale.

Un consiglio: non fermarti dinanzi ai primi ostacoli. Non mancheranno stimoli e opportunità, ma attenti: con Sole e Marte dissonanti non è il caso di valutare con superficialità eventuali proposte di collaborazione! Il settore affettivo sarà malandrino per molti di voi, in particolare per i giovanissimi. Sì alle novità. Gli amici sono importanti, perciò non trascurateli: fatevi vivi anche con chi non vedete o sentite da tempo. In ambito sentimentale, non avrete motivo per lamentarvi se siete in coppia: il partner sarà lieto di seguirvi e di rispondere adeguatamente alle vostre proposte più audaci e fantasiose. Complice Venere, non sarà difficile stabilire una totale intesa e armonia di desideri con il partner. Fate tesoro dell’esperienza anche in amore: provate ad instaurare un clima di fiducia reciproca che renderà inattaccabile il rapporto. Un po’ di fortuna nelle faccende sentimentali, alzerà il livello dell’umore.

Cattura lenta Il sidernese Joe Oppedisano, ormai residente fisso in Africa, perfettamente a suo agio con il clima rovente del continente nero, cerca di domare questo ghepardo approfittando di un momento di stanca del rapido felino.

Auguri telefonati Andrea Scordo, Cesare Polifroni e Antonio Catalano ci mandano i migliori auguri di buone feste dalla sempre affollata sede di PhoneStore.

O P O SC

Cercate di essere meticolosi nell'organizzazione delle uscite di denaro, soprattutto se avete in programma spese consistenti. Fate tesoro dell’esperienza anche in amore: provate ad instaurare un clima di fiducia reciproca che renderà inattaccabile il rapporto. Sarà possibile risolvere questioni di natura fiscale o burocratica. Nel lavoro avrete le soddisfazioni che pensate di meritare mentre in amore non mancheranno le idee e gli slanci per rendere meno prevedibile la storia che avete in corso. Gli affari vanno discretamente, gli amici sono schierati al vostro fianco e l’amore, chissà? Partecipare ad un evento mondano sarà un’occasione illuminante Correte ai ripari, controllate l’alimentazione che sia il più possibile equilibrata e osservate un ritmo di vita meno stressante: dopo tutto non è indispensabile fare le ore piccole così spesso, non vi pare?. Single, liberi da legami importanti? Dicembre potrà essere ineguagliabile nel proporvi avventure e nuove storie da vivere minuto per minuto.

Gioia Contagiosa Il 23 dicembre hanno finalmente effettuato la prima promessa in una sala Consiglio di Siderno gremita di amici, consiglieri e parenti, Peppe Figliomeni e la compagna Laura Marzano. Questo sì che è un buon modo di salutare il 2017!

Fine felicità mai Gli auguri più affettuosi per le nozze d’oro di Benito e Francesca, che la famiglia spera di vedere felici assieme per almeno altri cinquant’anni!

Potrete riscuoterete consensi nel lavoro oppure ottenere un incarico nuovo, di fiducia. Apprezzerete il lato tranquillo e rassicurante della routine. In ambito sentimentale, non avrete motivo per lamentarvi se siete in coppia: il partner sarà lieto di seguirvi e di rispondere adeguatamente alle vostre proposte più audaci e fantasiose. Possibile, per molti, un flirt o un’ improvvisa attrazione difficile da controllare. Avete anche voglia di muovervi un po'; fare sport vi farà bene, ma niente eccessi; Marte nell’opposto segno del Capricorno minaccia una forma discutibile e piccoli infortuni. Se siete felicemente in coppia saprete stupirla ancora Gli astri vi riservano privilegi in tutti gli ambiti della vostra vita. In questo giorno festivo la forma potrà non essere splendida e, in effetti, lascerà piuttosto a desiderare; una buona ragione per concedervi un po' di relax, senza però forzare i ritmi naturali un po' appannati dal transito della Luna nel segno che p.




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