Riviera nº 02 del 07/01/2018

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IN BREVE Ferdinando Imposimato è morto a Roma lo scorso 2 gennaio. Ex magistrato, politico e avvocato italiano, è stato presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione.

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la vetrina

L’EDITORIALE

DEL DIRETTORE

Miss Toga e Mis... sconforto a quali cattedre universitarie e aule giudiziarie: è la passerella la nuova frontiera delle avvocate calabresi! Scherzi a parte, la festa di Natale con annesso concorso di bellezza organizzata dai giovani avvocati del foro di Palmi ha suscitato non poche polemiche, e non solo sui social. Nell'ambiente la deriva fashion è stata letta come una violazione del codice etico, tanto che sono stati interpellati gli ordini superiori dell'avvocatura. Saranno disposte sanzioni per violazione della deontologia professionale? Questo è quanto si invoca. A me, francamemte, sembra un po' eccessivo. Può una targa alla più bella, consegnata durante un serata goliardica, senza che vi sia stata alcuna sfilata scosciata e senza che alcuna miss si sia augurata la pace nel mondo, compromettere l'immagine di un'intera categoria? Secondo il Comitato delle Pari Opportunità dell'Ordine di Reggio Calabria, sì. L'aver eletto la giovane avvocata Maria Concetta Militano Miss Toga “per aver saputo coniugare bellezza e professionalità alla dignità e al decoro dell’Avvocatura palmese” ha urtato la sensibilità del comitato. "Dignità e decoro prescindono dall'aspetto esteriore del professionista, irrilevante rispetto alla funzione sociale e professionale svolta dall'avvocata" - scrive in una nota. Forse qualcosa mi sfugge... chi avrebbe preteso che per intraprendere la carriera forense bisogna essere necessariamente di bell'aspetto? E poi, in che modo la bellezza potrebbe rappresentare un oltraggio alla toga e compromettere la professionalità di un'avvocata? Su, siamo seri, non seriosi. Inutilmente tra l'altro. Come al solito si fa tanto rumore per nulla. Secondo il Comitato delle Pari Opportunità il concorso striderebbe con "le ‘battaglie’ che la ‘Donna Avvocata’ tutt’oggi combatte quotidianamente per la conquista di diritti fondamentali nel difficile connubio tra l’impegno professionale e il proprio ruolo di donna nella società, che la vede già discriminata rispetto alla figura maschile che svolge il medesimo ruolo". Una targa, per cui non ci si aspettava di certo tanto clamore mediatico, avrebbe spazzato via anni di battaglie. E in più avrebbe leso l'intera categoria. Pensiamo a quando vengono spediti dietro le sbarre degli innocenti perchè magari non si è stati in grado di difendere a dovere il proprio assistito. Questo fa perdere la fiducia nella categoria e getta nello sconforto. Eppure, in questi casi, nessuno si è mai appellato agli ordini superiori...

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LE FAKE NEWS E LE FAKE MEMORIES

La maggior parte dei giornalisti, però, dimentica, oggi, un'altra pagina di onestà e coraggio di Ferdinando Imposimato allorquando manifestò pubblicamente, negli anni '90 roso dai morsi della coscienza, la convinzione dell'innocenza di un uomo che aveva rinviato a giudizio, quell'uomo era Domenico Papalia.

La morte del giudice Imposimato, ex parlamentare PDS poi staccatosi per partecipare alla formazione dei Socialisti Democratici Italiani (in quella occasione lo conobbi, proprio a Reggio Calabria) quindi candidato Presidente dei 5S, ancora una volta mi induce ad una riflessione su quanto il regime storiografico e giornalistico sia intriso di giustizialismo e su quanto, per passare quale eroe anche postumo, sia necessario cancellare ogni pericoloso sbandamento da un cursus honorum “antimafia”, specie se si tratta di sbandamento garantista. Tutti, oggi, ne parlano come di un integerrimo magistrato, impegnato nella lotta alla mafia, al terrorismo, alla corruzione e ai misteri d'Italia e Imposimato lo era. Come era stato parlamentare di chiara onestà intellettuale al punto da assumere posizioni “contro-corrente”, in epoca di Mani Pulite, a difesa di Bettino Craxi e contro l'allora pool milanese in occasione della mancata autorizzazione a procedere o quando esortò Achille Occhetto a dire tutta le verità sul finanziamento soprattutto sommerso di cui godette il PCI e i suoi successori. La maggior parte dei giornalisti, però, dimentica, oggi, un'altra pagina di onestà e coraggio di Ferdinando Imposimato allorquando manifestò pubblicamente, negli anni '90 (a partire dal massimo palcoscenico televisivo di allora, il Maurizio Costanzo Show) roso dai morsi della coscienza, la convinzione dell'innocenza di un uomo che aveva rinviato a giudizio, quale giudice istruttore dell'epoca, convinto che il processo avrebbe dipanato alcune ombre indiziarie. Quell'uomo era di Platì, Domenico Papalia, che si trovava condannato all'ergastolo per l'omicidio di un altro calabrese, Antonio D'Agostino, figlio dell'ex sindaco comunista di Canolo, Nicola D'Agostino. Fu intrapresa una iniziativa a sostegno della grazia per Domenico Papalia, all'indomani di un enorme gesto d'amore e d'altruismo da parte dell'ergastolano di Platì. Era avvenuto che l'ergastolano calabrese aveva prestato il consenso alla donazione degli organi dell'unico figlio maschio, Pasqualino, colpito a morte da un proiettile rimbalzato sulla campana della chiesa di Platì la notte di Capodanno del 1993. Un nobile gesto avvenuto anzitempo rispetto a quello del povero bimbo americano Nicholas Green. Ovviamente in pochi ricordano la donazione platiese perché il gesto d'amore di uno 'ndranghetista non merita memoria. Imposimato sostenne quell'iniziativa assieme a mio padre, al giornalista Totò Delfino, all'allora sindaco Franco Mittiga e altri. Ricordo che anche Saverio Zavettieri, allora deputato del

Psi, avanzò una interrogazione all'allora Ministro della Giustizia Claudio Martelli per perorarne la causa. Questo impegno di Imposimato in favore di uno ndranghetista, però, non poteva essere accettato. Iniziò una contro-offensiva. Non andava proprio giù ai magistrati milanesi che stavano, in quegli anni, procedendo nei confronti dei platiesi trapiantati a Milano con un'operazione giudiziaria denominata “Nord-Sud”. I vertici della Procura milanese si affrettarono a chiamarlo rassicurandolo che non avrebbe dovuto sentirsi in colpa perché aveva visto bene, aveva fatto il “suo dovere” nel rinviarlo a processo. Ovviamente, oltre alle rassicurazioni, il sospetto di “intelligenza col nemico” cominciò ad emergere. In un provvedimento giudiziario, un Gip milanese si espresse duramente verso Imposimato, autore “di una campagna insistente e ossessiva, finalizzata a caldeggiare la concessione della grazia a Domenico Papalia”, con “una vera arringa difensiva”, “un’agghiacciante propaganda in favore di Domenico Papalia”. Imposimato, secondo il giudice, “è stato utilizzato da scaltri manovratori, senza contare il suo preoccupante, se vera l’ipotesi, non potersi tirare indietro da pressioni o minacce provenienti da ambienti non certo di frati trappisti”. L’idea che si fanno alla procura di Milano è che l’ex magistrato sia oggetto di pressioni, di minacce, forse di ricatti. La possibile connivenza rimane sotto-traccia. Imposimato si indigna, ritiene inaccettabile che si possa ritenere condizionabile uno come lui che, da magistrato, subì l'assassinio, da parte della camorra, di un fratello sindacalista. Rilancia al punto da mostrarsi in pubblico con la figlia di Papalia per sottolineare come la perizia balistica era del tutto incerta e dimostrava che Papalia non poteva essere considerato esecutore materiale come avvenne in sentenza. Alcuni mesi fa, la Corte di Appello di Perugia, con una nuova e accurata perizia balistica e dichiarazione di un altro collaboratore, a distanza di oltre venticinque anni da quell'iniziativa, ha cancellato l'ergastolo a Domenico Papalia per l'omicidio di Totò D'Agostino, ritenendo, così come aveva sempre sostenuto Imposimato, nonostante pentiti e magistrati avessero messo in dubbio la sua onestà intellettuale, che l'ergastolano di Platì non avrebbe potuto essere l'esecutore materiale. Non è poi così strano che su alcuni episodi significativi si possa omettere ogni ricordo. In epoca di fake news al Sud, in Calabria, terra criminale, si aggiungono le “fake memories” Giampaolo Catanzariti

Pasqualino Papalia

Domenico Papalia


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attualità www.larivieraonline.com

SIDERNO SUPERIORE

Miracolo: arrivano i fondi per recuperare la chiesa anno inizia davvero sotto i migliori auspici per l’Amministrazione Comunale di Siderno che, martedì scorso, ha annunciato con orgoglio l’inserimento del progetto di recupero della chiesa di San Carlo Borromeo, a Siderno Superiore, tra quelli finanziati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il “Progetto Bellezza”, fortemente voluto dell’ex premier Matteo Renzi per recuperare il patrimonio artistico dimenticato della nostra penisola, permetterà infatti all’amministrazione di ricevere 1 milione e 390mila utili a recuperare di questa chiesa del XVI secolo che costituisce un tassello fondamentale del patrimonio artistico racchiuso nel centro storico della nostra città e per la quale, negli ultimi mesi, come ricordato dalla stessa Amministrazione Comunale, si erano mossi anche il comitato Pro Piazza Cavone e Salvatore Luciano, che ne ha installato all’interno, in questi giorni di festa, un presepe che ha attirato un numero inaspettato di visitatori.

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BOVALINO / AGAVE SUL DISSESTO

CAULONIA

Gli LSU/LPU vengono stabilizzati tra le polemiche Con la mutazione della legge che regolamenta la posizione dei Lavoratori Socialmente Utili, tutti i comuni, lo scorso 1º gennaio, sono stati invitati a prorogare fino al prossimo 31 dicembre i contratti di lavoro della categoria. Il 29 dicembre tuttavia, l’opposizione di Caulonia ha annunciato con preoccupazione che i 43 LSU/LPU dell’Ente, allo scoccare del 2018, si sarebbero ritrovati in mezzo a una strada. La prima

Un male necessario per un futuro migliore

smentita a questa notizia allarmante è giunta proprio dai lavoratori che, con un breve comunicato, meno di 24 ore dopo, affermavano di aver sottoscritto tutti le proroghe in questione, notizia poi confermata da ben due smentite da parte dell’Amministrazione. La giunta, nei suoi comunicati, ha infatti spiegato che l’allarme di “Officina delle idee” sarebbe stato il frutto dell’errata interpretazione di una revoca della delibera attraverso la quale si prorogavano i contratti da parte dell’area economico finanziaria, che richiedeva il vaglio di una commissione del Ministero dell’Interno prima di approvare la normativa, viste le condizioni deficitarie dell’ente. Arrivato il nullaosta, ha continuato l’amministrazione, si è proceduto con la firma delle proroghe, avvenuta, di fatto, ancora prima che la minoranza diffondesse la propria preoccupazione a mezzo stampa.

L’Amministrazione affida a un comunicato le ragioni che l’hanno spinta a dichiarare il dissesto sovvertendo così la filosofia del “tiriamo a campare”.

n seguito alle aspre polemiche fomentate dalle opposizioni negli ultimi giorni dell’anno, sabato scorso l’Amministrazione Comunale di Bovalino ha affidato a un dettagliato comunicato stampa le motivazioni che l’hanno spinta a dichiarare il dissesto dell’Ente senza dare ascolto agli appelli dei capigruppo di “Impegno e trasparenza” e “Nuova Calabria”. “Agave” ha spiegato innanzitutto che la dichiarazione di dissesto, considerata l’applicazione della massima tassazione ai servizi fin dal 2013,

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ha assunto il carattere di una deliberazione “pro forma”. La giunta, inoltre, ha dichiarato di aver dovuto fare fronte al rifiuto, da parte della Regione Calabria, di un piano di transizione per pagare il debito relativo alla fornitura di acqua potabile contratto tra il 1984 e il 2004, che avrebbe dovuto saldare nel 1994 la Commissione Liquidatrice del primo dissesto finanziario dell’Ente. Ma non solo: a peggiorare le condizioni economiche emerse da questa tempesta perfetta, ci si sarebbe messo anche il riconoscimento del debito da parte dalla giunta in carica nel 2007, e il rifiuto della rateizzazione proposta dalla Regione nel 2013, che avrebbero impedito rispettivamente la prescrizione e il tentativo di riduzione del debito massimo. Fedele a un’ideologia per la quale la rinascita può essere conseguita solo attraverso un cambio di mentalità, l’Amministrazione avrebbe dunque scelto la via del dissesto lasciandosi alle spalle la filosofia del “tiriamo a campare” adottata dalle precedenti amministrazioni, preferendo sacrificare sé stessa piuttosto che far ereditare il problema alle prossime generazioni.



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copertina www.larivieraonline.com

Ci riferiamo al martelletto da giudice. Non sempre quando batte a fine processo ne viene accettata la sentenza, anche se definitiva. Così succede che, sebbene il proprietario del Crotone Calcio sia stato dichiarato innocente, c'è chi invoca lo scioglimento della sua società.

In Calabria è guerra a chi ce l'ha più lun MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

entre The Real Donald Trump sul suo profilo facebook chiede che qualcuno del "regime impoverito e affamato" di King Jong Un avverta il proprio leader che il pulsante nucleare degli Stati Uniti è più grosso e più potente di quello della Corea del Nord, in Calabria ci si affanna a chi ha il martelletto da giudice più lungo. Vediamo perchè. Raffaele Vrenna, uno dei proprietari del Crotone calcio, nel 2006 è stato coinvolto nell'operazione "Puma". Condannato in primo grado per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, è stato assolto in appello per non aver commesso il fatto (pronuncia definitiva sul punto). Nonostante questo, la Procura distrettuale di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri ha proposto l'applicazione di misure di prevenzione di natura sia personale che patrimoniale nei confronti di Raffaele Vrenna e del fratello Giovanni, comproprietario della società. Il Tribunale di Crotone e la Corte d'Appello di Catanzaro hanno rispedito al mittente: le richieste del procuratore Gratteri non possono essere accolte. C'è una sentenza definitiva, non basta il sospetto a far chiudere i bat-

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L’OPINIONE

Fuori il Crotone dalla serie A ILARIO AMMENDOLIA essuno, e giustamente, ha avuto mai nulla da dire sul Parma di Tanzi, sulla Lazio di Cragnotti, sul Milan di Berlusconi. Per la squadra calabrese nessuna indulgenza perché, almeno secondo la DDA di Catanzaro, la società sarebbe stata contaminata dalla ndrangheta. Fuori il Crotone e, quindi, la Calabria della serie A. Per fortuna dei tifosi, l’istanza avanzata dal procuratore della Repubblica di Catanzaro è stata respinta anche in sede di appello e non voglio neanche pensare cosa sarebbe successo in città in caso di interruzione forzata del campionato. Resta il fatto che tale richiesta sarebbe stata supportata dalla convinzione che il presidente della società, unitamente al fratello, abbiano avuto “problemi con la giustizia”… ma sono stati assolti. Ribadisco: ASSOLTI! Quindi sono innocenti a meno che non si consideri il processo una farsa e la sentenza un incidente di poco conto. Personalmente, non sapevo neanche dell’esistenza dei fratelli Vrenna, amministratori della società sportiva di Crotone, e come ogni cittadino normale non esprimo giudizi su chi non conosco. Potrebbe darsi che siano mafiosi ma tocca ai magistrati dimostrarlo, tenendo conto - tra l’altro che in Calabria abbiamo la più alta concentrazione di forze dell’ordine. Dimostrarlo non sulla base di chiacchiere ma indicando prove della loro attività mafiosa. In assenza delle prove, tutti noi avremmo il dovere di adeguarci alle sentenze e di trattare ogni cittadino come assolutamente innocente sino a che non abbia avuto una condanna definitiva. Un dovere anche per un PM, al di là delle sue convinzioni personali, a meno che non si stravolga la Costituzione e il marchio di mafioso non diventi monopolio delle singole procure. L’istanza della procura di Catanzaro rafforza ulteriormente la convinzione secondo cui in Calabria non si possa e non si debba far nulla altrimenti si entra in contatto con la ‘ndrangheta. E questo pensiero è diventato egemonico. La frase ricorrente è “chi te lo fa fare”, “ fatti i cazzi tuoi”. E spesso comprendi la “saggezza” contenuta in queste parole anche se così avanza e si consolida l’idea secondo cui è meglio impoltronirsi in qualche ufficio pubblico, vivere da parassita, recitare una “parte” in commedia, piuttosto che darsi da fare per cambiare le cose in Calabria. E Dio solo sa se avremmo bisogno di cambiamenti radicali. Quanto ho detto non è una

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a ngo tenti. Ma vai a farglielo capire a chi, in più di un'occasione, si è lasciato guidare da ipotesi per inchiodare la Calabria. E infatti Gratteri non si è arreso. Non essere riuscito a vedere realizzato quello che era il suo progetto per il Crotone Calcio è un boccone troppo amaro da mandar giù. Fortuna che certa stampa, se chiamata alle armi, si mette immediatamente al servizio di certi disegni, e sfodera la propria penna in grado di arrivare lì dove un martelletto non ce la fa. Ecco la proposta del giornalista formulata in un walzer di ghirigori stilistici: "Probabilmente gli elementi per giungere a condanne penali non sono sufficienti, quelli per la confisca dei beni forse sì". E, rivolgendosi agli organismi centrali di governo del calcio, azzarda l'affondo finale: "Non

sarebbe forse il caso di introdurre anche nel mondo sportivo una sorta di interdittiva che in attesa del giudizio, di fronte a una richiesta di giudizio o di una misura di prevenzione, sospenda la società al centro delle verifi-

che proc e s suali o amministrative?". In effetti, ancora lo sport lo si era lasciato in pace, niente soldati e gendarmi, luogotenenti e prefetti. Ma adesso stiamo parlando di una squadra calabrese: le regole cambiano. Non fu proposta alcuna interdittiva nei confronti della Lazio quando nel 2006, da un'inchiesta della Guardia di Finanza, emerse che i casalesi volevano comprarsi la società, un'operazione che vide coinvolto anche l'ex centravanti della squadra, Giorgio Chinaglia, nei confronti del quale fu emessa un'ordinanza di arresto, a cui riuscì a sottrarsi fuggendo in Florida, dove è morto da latitante nel 2012. Nessuna proposta di interdittiva neppure per la Juve che una sentenza penale depositata lo scorso 29 settembre dipinge come una società che tenta di barcamenarsi fra i ricatti della tifoseria organizzata, capace di "esercitare una rilevante forza intimidatoria" nei suoi confronti. Nessuna proposta di interdittiva - e usciamo dal mondo dello sport neanche per la Fiat o per l'Alfa Romeo o per la Lancia di cui Lapo Elkann era responsabile brand promotion nel 2004, prima di essere ricoverato per overdose da cocaina nel 2005. E che c'entra? - direte. Ebbene, se il traffico della cocaina è ormai quasi totalmente in mano alla 'ndrangheta, come sostengono, sorge spontaneo il sospetto che Lapo abbia tra le sue amicizie degli

'ndranghetisti. O il sospetto vale solo per i calabresi? Lapo avrebbero dovuto attenzionarlo! Ma così non è stato dal momento che nello stesso anno si occuperà del lancio mondiale della nuova Fiat 500, di cui - si dice - sia il designer; nel 2007 crea un proprio marchio di accessori e abbigliamento, Italia Indipendent; lo scorso maggio propone la Fiat 500 Kar-masutra, che qualcuno ha definito un colpo di genio (particolare degno di nota: le scene più hot del kamasutra indiano e giapponese ritratte nella carrozzeria sono censurate con rettangoli neri che scompaiono all'aumentare della temperatura grazie a una particolare vernice!); attualmente è anche amministratore non esecutivo di Ferrari. Nessuna di queste aziende in cui bazzica, però, è mai stata investita dal più remoto effluvio di proposta di interdittiva. Anzi il rampollo di casa Agnelli viene invitato a "8 e mezzo" come opinionista e ne approfitta per ringraziare il medico che lo sta aiutando a combattere la dipendenza dalla cocaina. Bene ma non benissimo. Comprendo la voglia di riscatto e il messaggio lanciato a chi vorrebbe voltare pagina dopo essere finito nel tunnel della droga. Ma immaginiamo se girasse un video che, al pari di quello che ha visto protagonista Lapo Elkann, immortalasse un imprenditore calabrese - che so un Pippo Callipo, un Guglielmo Papaleo o un Francesco D'Agostino - che tira fuori un sacco di cocaina durante un festino... il giorno dopo le loro aziende che fine farebbero? Qualcuno invocherebbe la solita certa stampa per proseguire quella straordinaria operazione di marketing giudiziario che è la criminalità made in Calabria e all'interno della quale giornalisti e procura sono pappa e ciccia. Dopodichè un'interdittiva non te la leva nessuno. Eh sì, perchè certe penne sono sempre sulla scrivania pronte ad esplodere all'occorrenza, proprio come il pulsante di Rocket Man e di Trump. Roba stomachevole. A proposito: ce l'avete una busta della frutta? Li pago col cuore i 2 centesimi... mi serve per vomitare.

novità! Noi abbiamo avuto intere comunità, chiese, consigli comunali, imprese, sindaci, singoli cittadini, turbati e sconvolti dalla mafia o vergognosamente criminalizzati su semplici sospetti. Due facce della stessa medaglia, due mandibole di una stessa morsa che ci stritola. Chi non recita sul copione del conformismo più piatto non ha vita facile. Il vescovo Carlo Maria Bregantini, che aveva compreso la Calabria molto meglio di tanti calabresi, sembra sia stato promosso e rimosso in quanto “dialogante” con i “cattivi” e, qualche volta, critico verso i “buoni”. Mimmo Lucano ha avuto centinaia di riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, ha ricevuto una lettera del Papa, è stato invitato in tutte le televisioni, su di lui hanno girato un film e una fiction ma è sotto indagine. La fiction (con Fiorello nella parte di Mimmo Lucano) bloccata perché la vita di un calabrese decisamente onesto non può essere di “serie A” e se non appartieni a determinate caste non puoi essere contemporaneamente calabrese ed esempio positivo. Mi è venuto in mente che un tempo a Monasterace si producevano dei fiori bellissimi, merito di un signore olandese di nome Von Zanthen che si era convinto di creare una filiera tra Olanda e Calabria per la produzione di fiori per l’intero anno. Un sogno concepito da un signore rispettabile ma che si infranse sugli scogli della “Calabria amara”. Non saprei dire se l’imprenditore olandese abbia incontrato la ‘ndrangheta, so che a mettere fine alla sua esperienza calabrese sono stati alcuni magistrati che lo hanno messo in prigione come un delinquente. Ovviamente era innocente! L’esperienza di Van Zanthen finì e con essa, mutuando il cartello di Palermo, la speranza di tanti calabresi onesti. Contrariamente a quanto si crede, io non accuso le procure nonostante le loro responsabilità, in Calabria, ci siano e non poche. I procuratori sono vincitori di concorso e come tali dovrebbero essere dipendenti dello Stato e non protagonisti della vita pubblica. Il problema è essenzialmente POLITICO, nel senso che fin quando vi sarà una politica invertebrata e acefala che per “legittimarsi” dovrà scindersi dal proprio popolo e mettersi a rimorchio dei poteri forti, per la Calabria non vi sarà alcuna speranza. Resteremo un deserto in cui cavalcano solo “cavalieri della valle solitaria” e “vendicatori della notte”.


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LA settiMAnA

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intervista www.larivieraonline.com

AnnA sofiA

“Abbiamo ridato alla città lo status di centro culturale del comprensorio”

“Locri potrà vantare un teatro all’avanguardia”

sabato il sindaco di Locri ha annunciato l’inaugurazione del teatro comunale, che avverrà il prossimo 20 gennaio. Abbiamo parlato della realizzazione della struttura e di cosa significhi per la città assieme all’assessore alla cultura Anna sofia.

KodAK

JAcopo GiucA

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inaugurazione di fine mese rappresenta sicuramente il raggiungimento di un obiettivo importantissimo per la città di Locri. Quali sono state le condizioni che vi hanno permesso di realizzare questo sogno? L’Amministrazione Comunale riesce oggi a raggiungere questo obiettivo grazie alla collaborazione con la cooperativa Centro Teatrale Meridionale. L’apertura del teatro, infatti, è stata resa possibile dalla partecipazione a un bando regionale che ci ha garantito di reperire una parte dei fondi utili a completarne i lavori e ad allestirne gli arredi, ma anche grazie ai fondi privati messi a disposizione dal direttore del CTM, Domenico Pantano, senza il quale la città non avrebbe certamente raggiunto questo traguardo importantissimo nei tempi che ci eravamo prefissati. Lo stato di abbandono dell’edificio, infatti, lo aveva reso negli ultimi anni oggetto di furti e atti vandalici che ci hanno obbligato a raddoppiare gli sforzi per poter rendere la struttura fruibile al grande pubblico ma, finalmente, con l’inaugurazione prevista per le ore 18 del prossimo 20 gennaio, Locri potrà vantare un teatro all’avanguardia, con un palco di sette metri che risulterà più grande persino di quello del Teatro di Gioiosa Ionica. Che progetti avete per la struttura? Sarà gestita in toto dal CTM e ci auguriamo di poterla rendere operativa a tutti gli effetti già dallo stesso 20 gennaio, quando, per l’inaugurazione, si esibirà l’ensemble del Teatro Cilea. A partire da quella data la struttura ospiterà parte del ricco cartellone offerto ogni anno dal CTM e, anche se non abbiamo ancora una scaletta precisa, stiamo ragionando su come poterla rendere sede di un laboratorio teatrale dedicato agli aspiranti attori.

Questa inaugurazione, unitamente a quella del nuovo polo museale di Palazzo Nieddu, fissata dal sindaco per il 9 febbraio, dimostra quanto l’Amministrazione abbia premuto sull’acceleratore della cultura. Credete davvero che sia il pilastro su cui far poggiare la rinascita di Locri? Assolutamente sì. Il raggiungimento di questi due importanti traguardi certamente si pone in linea con il cambio di passo che la nostra amministrazione ha impresso alla città. Non voglio apparire presuntuosa, ma è innegabile che Locri abbia cambiato aspetto dal 2013 a oggi e, anche se siamo consapevoli che gli obiettivi che abbiamo raggiunto non costituiscono un punto di arrivo, penso di non dire una castroneria se affermo che abbiamo riconsegnato a Locri almeno parte dello status di centro culturale del comprensorio che ha rivestito in passato e nell’antichità. Ecco perché era importante inaugurare il teatro, ecco perché sarà importante l’inaugurazione del nuovo polo museale e che si permetta al pubblico di visitare questo centro e il Museo Nazionale con un unico biglietto. L’inaugurazione del teatro e del nuovo museo a pochi giorni di distanza l’una dall’altra e a pochi mesi dalle elezioni fanno credere a più di qualcuno che la vostra sia stata una ben studiata strategia politica… Fin dal giorno del nostro insediamento abbiamo cercato di dare il nostro contributo nella trasformazione della Locride in un comprensorio in cui la cultura regni sovrana. Per questa ragione sentirmi dire che queste nostre operazioni rappresentano un mero atto politico non può che farmi male. Il “Giugno Locrese”, così come la rassegna estiva di lirica organizzata presso la coorte del municipio sono stati solo due degli eventi che hanno prodotto pochissimi introiti per le casse comunali ma che, al contempo, dimostrano quanto abbiamo puntato sulla cultura di qualità. Non posso credere che siano solo il polo museale o il teatro a costituire un buon biglietto da visita per la prossima tornata elettorale. In questi cinque anni abbiamo reso realtà tanti progetti: alcuni hanno richiesto poco tempo per essere realizzati, altri molto di più, ma l’importante è che gli obiettivi siano stati raggiunti. Abbiamo sempre lavorato in questo modo e intendiamo farlo fino al giorno delle elezioni. Questi due nuovi centri culturali potranno costituire un’opportunità lavorativa per i giovani locresi? Purtroppo l’Amministrazione Comunale non può rispondere in prima persona a questa domanda. Le opportunità lavorative del nuovo museo saranno offerte dal Polo Museale della Calabria e, anche per il teatro non saremo noi a decidere, ma il CTM, da sempre gestito da professionisti che siamo sicuri avvieranno progetti in grado di strizzare l’occhio ai giovani.

festa originalissima quella organizzata dal sindaco di portigliola, Rocco Luglio, lo scorso 29 dicembre. Gli invitati? tutti i nati del paese nel 2017 e le loro famiglie, che hanno potuto brindare assieme al primo cittadino alla fine di un anno che sarà sicuramente indimenticabile per tutti!

L’Amministrazione comunale di Ardore, attraverso la rinuncia a parte delle indennità di carica, ha raccolto negli ultimi mesi 2.700 € che sono stati devoluti, in forma di buoni pasto, alle famiglie residenti in difficoltà economica, al fine di garantire a tutti delle festività natalizie decorose.

La contrattualizzazione dei Lsu/Lpu ha creato molti grattacapi alle amministrazioni comunali. Le difficoltà, denunciate dal sindaco di Benestare Rocca, che ha chiesto norme più chiare per il futuro, saranno discusse durante un’assemblea dei sindaci della Locride indetta per domani a siderno.

oltre al finanziamento per la chiesa di san carlo Borromeo di siderno superiore, a essere inserito nel “progetto Bellezza” di Matteo Renzi c’è anche un altro sito della Locride: ci riferiamo alla chiesa di san nicola a Monasterace, per la quale è previsto un finanziamento di 350mila €.



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scrivici

Quando l’inciviltà diventa uno stile di vita

Caro Direttore, ho letto sul suo giornale l'opportunità di poterle inviare una lettera e, come si dice, ho colto la palla al balzo. Proprio l'altro giorno sono entrata in un negozio di telefonia in un paesino della Locride e ho notato l'inciviltà che per alcune persone sembra essere diventata uno stile di vita. Mentre attendevo in fila il mio turno, il titolare del negozio stava servendo due clienti, ai quali ha, poi, chiesto di accostarsi per compilare un foglio con i propri dati, in modo che la fila potesse procedere. I due signori si sono spostati ma dopo un po’, mentre il titolare era intento a servire un altro cliente, iniziano a insultarlo accusandolo di aver rubato loro la scheda del cellulare. Dopo una breve ricerca, si sono accorti che la scheda era caduta a terra finendo sotto i loro piedi. Quindi, caro Direttore, secondo lei e i suoi lettori, è normale arrivare a conclusioni così affrettate o è meglio darsi una calmata e farsi un esame di coscienza ritrovando le buone maniere? Che bel futuro speriamo di ottenere se nei nostri gesti non traspare altro che inciviltà? Regards

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Questo spazio è riservato a te. 1200 battute per lamentarti o complimentarti con noi, fare segnalazioni, raccontarci le tue esperienze, potrai inviarci foto degli scorci del tuo paese o video se hai un talento nascosto. saremo lieti di risponderti pubblicamente, daremo voce al tuo pensiero e ti daremo visibilità sui nostri social . Sii parte integrante di questa realtà

Il direttore

Cara lettrice, da piccoli ci raccomandano di non parlare mai con la bocca piena... Crescerebbero delle generazioni migliori se raccomandassero di non parlare con la testa vuota.

I BRIGANTI

Se giochi di potere devi sperimentare, in itaGlia devi governare Girando su facebook, a volte si trovano cose davvero interessanti. Stavolta non ho potuto non imbattermi in mille post di sdegno su questo maledetto sacchetto biodegradabile obbligatorio nei supermercati, ma anche dal fruttivendolo, al costo di 2 centesimi. Patrizia Stabile, che gode di tutta la mia stima, ha espresso un pensiero che riporto qui: "La Novamont, azienda di renziana fiducia, è leader italiana nel settore. Certo che ci sono anche altre aziende, circa 200, a produrre sacchetti biodegradabili ma di fronte a un colosso come la Novamont chi offrirà i migliori prezzi alla Grande Distribuzione Organizzata? E chi si arricchirà contando sulle false velleità ecologiste? I soliti noti. 15 euro a famiglia all'anno di spesa in più non sono forse niente, è vero ma è insopportabile il sistema tutto italiano per fotterci. Sempre." Ecco che si scopre che la questione "ecologia" è usata per prenderci un po' per i fondelli, perché ci obbligano. E se l'ecologia è una questione così cara al nostro governo, perché non bonifica tutti i luoghi in cui si muore di cancro? Evidentemente non è cosa degna di "obbligo". L'obbligo scatta per chi le leggi le subisce, mica per chi le fa. A questo proposito lascio un altro pensiero trovato in rete, che racchiude tutto il mio pensiero e la mia stima. È di Roberto Cozzolino: "... non va dimenticato l'aspetto psicologico, per cui il suddito-consumatore viene sempre più addestrato ad accettare acriticamente tutte le imposizioni della dittatura democratica; sotto tale profilo - ripeto: squisitamente psicologico la vaccinazione obbligatoria, lo smantellamento dello stato sociale, la perdita di diritti acquisiti con decenni di lotte (perché "ce lo chiede il mercato") non si discostano molto dall'obbligo di usare il sacchetto del supermercato in luogo della tradizionale ‘autarchica’ borsa della spesa." Brigantessa Serena Iannopollo

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LA LETTERA

“Mi hanno chiesto il tesserino di handicappato per vedere gratis il film di Natale”

Voglio ringraziare le persone che, difendendo i miei diritti, hanno dato testimonianza di grande civiltà e dignità

Sono Oreste, tetraplegico, costretto in carrozzina dalla nascita. A Natale mi sono recato al multisala Lumière di Reggio Calabria con la mia famiglia e mi sono visto richiesto il tesserino di handicappato... ossia diverso... per entrare a vedere il film di Natale senza pagare il biglietto. Io non sono diverso da nessun altro ma mai nessuno mi aveva chiesto questo discriminante tesserino, né il pagamento in teatri, stadi o musei. Di fronte al disappunto della mia famiglia, gli addetti del cinema si sono rivolti in malo modo. La mortificazione è continuata fino a quando gli spettatori in fila all'ingresso hanno iniziato a protestare animatamente a quel vile atteggiamento nei miei confronti e a difendermi a tal punto che la direzione del cinema ha dovuto chiamare la polizia per calmare gli animi. Voglio ringraziare le persone che, difendendo i miei diritti, hanno dato testimonianza di grande civiltà e dignità. Ai titolari del cinema Lumière e ai loro dipendenti che il giorno di Natale hanno chiuso la porta in faccia a un disabile con modi arroganti e vili dico solo... vergogna!

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Il direttore

Purtroppo esiste gente sfortunata che non sempre è all'altezza delle circostanze e che non sempre capisce quando è il caso di soffocare la propria superba ignoranza. È la gente insensibile, molti passi indietro rispetto agli altri. Lei, Oreste, è più fortunato di loro perchè davanti al suo corpo e alla sua carrozzella cammina la sua anima.

Siderno in lutto: è scomparso Fofò Tripodi È venuto a mancare questo pomeriggio Antonio Tripodi, detto Fofò, figlio di Salvatore e fondatore della più importante scuola guida che c’è stata a Siderno. Persona gioviale e conosciuta da tutti, è sempre stato un membro attivo della destra sidernese e quasi tutte le

generazioni di Siderno hanno appreso l’arte della guida da lui o dal fratello Renato, scomparso molti anni fa. La redazione di Riviera esprime vicinanza al fratello Carmelo e alle sorelle, colpiti alcuni giorni addietro dalla scomparsa della sorella Lina.


L’OPINIONE

Casta e cialtronismo FRANCO CRINÒ li impiegati della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica percepiscono stipendi di gran lunga superiori di chi svolge le stesse mansioni fuori dal Palazzo. Un amico mi scrive : ecco un altro argomento sul quale i Grillini andranno a nozze in questa campagna elettorale. Non ne sono convinto: privilegiati sì, ma sono dei lavoratori, chi attacca dei lavoratori? Oppure sono Casta anche loro? Ci si dovrebbe ribellare quando lo Stato fa spropositi. Anche quando, come scrive Leo Longanesi, vediamo opere pubbliche fantasmagoriche. Lui faceva l'esempio di una maestosa sala d'aspetto di una stazione ferroviaria, di un superbo camino decorativo (un capriccio ) in un esercizio della zona ristoro della stessa stazione, di una colossale opera storica commemorativa lì nei pressi, tutti carichi oltre ogni misura di marmo nero pregiato. Per rivelare, è lo stesso oggi, uno Stato capace di spende-

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re male, ma che ci aumenta pure le tasse. La tassa di questi giorni sulle buste biodegradabili del supermercato ci fa scoprire che il principale produttore è un amico di Renzi (che male c'è?), ma una misura come questa, necessaria, passa in secondo piano, perchè siamo portati a soffermarci sul fatto che c'è una politica che esce dal sottoscala dove si tiene nascosta e in punta di piedi firma decreti, si impegna sui programmi che gli sono stati confezionati. Si continua a pensare questa cosa finché dura la sfiducia dei cittadini. Per i quali è tutto ammesso, nulla conta più, tutto è possibile. Non si fa una vera opposizione, non si va a manifestare davanti alla Prefettura per "motivi seri" : rispetto della Costituzione, Meridionalismo, Rispetto dello Stato di diritto, ci stiamo dicendo in tanti confronti. C'è una scarsa coscienza collettiva, non basta prendersela con la Casta. E ammettere che la politica o meglio i politici sono molto scaduti e rimangono lo stesso boriosi. È evidente "Tanti non capiscono, ma non capiscono con grande autorità e competenza", direbbe (ancora) Longanesi.

La gaffe del welfare calabrese

LA SCOMPARSA DI CARLO CHERUBINO

Amico giusto, devoto alla famiglia, alla chiesa e di sani principi

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orrei dire solo poche parole per salutare un caro amico. La vita a volte ci riserva delle sorprese dolorose, come quelle di perdere un vero amico, e Carlo era veramente un amico autentico.

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Oggi con la morte di Carlo abbiamo visto sorgere una nuova stella, che illuminerà il percorso terreno di tutte le persone umili e laboriose, così come lo era lui, che gli erano vicine. Amico giusto, devoto alla famiglia e alla Chiesa, di sani principi. Per questo motivo, anche se oggi ci ha lasciati prematuramente, rimarrà sempre vivo nei nostri cuori. Ci mancherai Carlo e con te ci mancherà la tua bontà d’animo, la tua umiltà, la tua laboriosità e la tua grande fede, capace di generare ottimismo a chiunque e in qualsiasi momento della vita. Ci mancherà la tua intelligenza, capace di ragionamenti complessi e di livello superiore e la tua voglia di migliorarti. Se ad aspettarti c’è un’ altra vita, spero che ti riservi tutte le soddisfazioni che meriti e che questa vita terrena non ti ha riservato. Di una cosa sono certa, che continuerai a pregare per i più deboli e bisognosi e in particolare per le tue sorelle, che ti hanno tanto amato ed assistito fino all’ultimo respiro. Da credenti sappiamo che il nostro rapporto con coloro che sono morti non finisce qui e che, seppure non possiamo vederli fisicamente, sono sempre al nostro fianco e ci accompagnano nella vita. Nessuno di noi potrà dimenticarti e la presenza di tante persone a te amiche ne è la testimonianza. Ognuno di noi avrà modo in qualche circostanza o ricorrenza di ricordarti con tanta nostalgia e un amaro sorriso. Oggi tutta la comunità sidernese ha perso una persona amica, buona e giusta, che ricorderà con grande affetto. Ciao Carlo e grazie per la tua bontà e l’amicizia data senza nessun interesse. Rossella

ualche giorno fa sul blog dell’UDI Catanzaro (Unione Donne Italiane) è apparso un articolo sulle case rifugio. Riportando testualmente: “Apprendiamo con sgomento (da catanzaroinforma.it –n.d.r.) , che il 21 dicembre scorso la Giunta Regionale ha approvato le modifiche al regolamento del 16 dicembre 2017 in materia di procedure di autorizzazione, accreditamento, e vigilanza delle strutture residenziali e semiresidenziali, socio assistenziali, in cui al punto 3.6. 2, laddove si parla di capacità ricettiva delle Case rifugio per Donne vittime di violenza o tratta con o senza minori, si legge “Donne in numero massimo di 6. La capacità può essere aumentata massimo da 4 figli di età superiore ai 3 anni, per i quali non verrà corrisposta alcuna retta, mentre verrà corrisposta la retta per i figli di età inferiore ai 3 anni”.” Così l’UDI denuncia una soluzione quantomeno parziale, poiché dalle rette verranno tagliati fuori i bambini sopra i tre anni e ovviamente anche le loro madri. In una discussione su Facebook l’assessora Roccisano non spiega le ragioni di tale sbilanciata distribuzione dei fondi, ma si dice pronta a ricevere indicazioni e suggerimenti. Più volte invitato a intervenire, Antonio Marziale non ha fatto alcun commento. Attendiamo fiduciosi sviluppi positivi in merito. Intanto, dopo le dichiarazioni dell'onorevole Wanda Ferro, che ha preso una dura posizione contro la risoluzione della Giunta Regionale, anche Arturo Bova ha espresso preoccupazione e perplessità. Facendo seguito alla denuncia dell'UDI Catanzaro, Bova ha incontrato Isolina Mantelli, presidente del Centro Calabrese di Solidarietà, con cui sembrano essere state concertate delle soluzioni, subito proposte al governatore Mario Oliverio e alla dirigente di settore Rosalba Barone. Oliverio ha assicurato una rapida modifica della variazione del Regolamento e quindi la copertura delle rette anche per le donne con figli maggiori di tre anni. L. R.

aro Carlo, dopo una lunga sofferenza, purtroppo ci hai lasciato, sei andato a trovare il Signore nell’alto dei cieli, ma per noi sei sempre qui in mezzo a noi, ascolti e vedi tutto quello che facciamo. Non ci sono parole per esprimere la tua bontà e la tua gentilezza, sei sempre stato un grande lavoratore, disponibile con tutti. Hai sempre frequentato attivamente la Chiesa, dando testimonianza di una vita cristiana autentica, vissuta nella fedeltà al Vangelo di Cristo. Quanti ti hanno conosciuto, vicini e lontani, hanno potuto sperimentare la tua saggezza e la tua bontà. Io ti chiedo perdono se non sono stato in grado di fare di più, di quello che ho fatto; mi hai detto delle cose, che ti ho promesso di realizzare. Sarebbe necessario un libro per scrivere quanto hai realizzato nella tua vita, che resterà impressa per sempre nei cuori di tutti. Noi tutti siamo sicuri sei davanti al Padre nella Casa celeste insieme con la mamma e il papà e tutti i nostri cari; il Signore misericordioso ti ha già accolto nelle sue braccia. Non ti diciamo addio,ma arrivederci. Ringrazio tutti i presenti. Tuo fratello Giuseppe

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IN RICORDO DI GIUSEPPE ARICÒ Sei stato un amico e una guida per tutta la nostra comunità, un esempio sul lavoro e una splendida compagnia nella vita. Con la tua laboriosità hai cambiato il volto prima di Siderno e poi di Locri, divenendo un esempio da seguire, una persona che viene naturale stimare e impossibile dimenticare. Arrivederci don Aricò, non potrò mai dimenticare la tua professionalità, la tua amicizia… il tuo sorriso. Rocco

ARRIVEDERCI CELESTINO In questa triste settimana, che tante persone illustri ha sottratto alla nostra comunità, ci ha lasciato anche Mario Napoli, da tutti conosciuto come “Celestino”. Spentosi troppo presto all’età di 75 anni, Celestino era un uomo d'altri tempi, come si suol dire. Garbato e deciso allo stesso tempo, sempre gentile, lucido e affettuoso, sarà ricordato da tutti a Siderno per essere stato un gran combattente per i diritti del nostro paese e uno strenuo difensore dei diritti e dall’ambiente. Ex ferroviere e membro di spicco del Comitato per Pantanizzi, lo ricorderemo anche noi con enorme affetto.


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amarcord www.larivieraonline.com

Nati da una nobile reggina e da un medico sidernese, i due fratelli, ancora piccoli, sopravvissero al terribile terremoto che devastò Messina e Reggio nel 1908. Studiarono entrambi all’Università di Napoli, ma il primo scelse giurisprudenza e il secondo medicina.

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I fratelli Paolo e Ugo Romeo hanno tenuto alto il nome della nostra Siderno: il primo fu l’ultimo questore di Addis Abeba, mentre il secondo, ginecologo, esattamente 90 anni fa vinse il campionato italiano di canottaggio da amatore.

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Appassionato di canottaggio, Ugo alternò la specializzazione all’università alla partecipazione a campionati anche nazionali in tutto il Paese. Desideroso di avventura, Paolo invece non si lasciò sfuggire l’occasione di arruolarsi nella Polizia dell’Africa Italiana. Fece rapidamente carriera, divenendo Questore in Etiopia.

JACOPO GIUCA a storia di Siderno, ormai dovremmo esserne consapevoli, è segnata dal susseguirsi di personalità illustri che hanno contribuito a rendere la nostra città un po’ meno piccola di quanto non possa apparire a un primo sguardo. Vogliamo ricordarne due che hanno segnato in positivo l’inizio del XXI secolo e che, forse, sono state colpevolmente dimenticate. Ci riferiamo ai fratelli Paolo e Ugo Romeo, figli della reggina Alfonsina Zoccali e dell’Ufficiale medico Francesco Romeo, sidernese e pronipote del filosofo Paolo, al quale ancora oggi è dedicata una strada di Siderno che corre parallela alla via Marina tra la stazione ferroviaria e via Piromalli.

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Paolo nacque nel 1895, esattamente dieci anni prima del fratello Ugo e, miracolosamente sopravvissuti assieme ai genitori al tremendo terremoto che, nel 1908, rase al suolo Reggio Calabria e Messina causando 120mila morti, ricominciarono la propria vita nella città natale del padre. Entrambi i fratelli frequentarono l’Università di Napoli, laureandosi il primo in giurisprudenza nel 1916 e il secondo in medicina nel 1932. Appassionato di canottaggio, nel periodo di studi Ugo si ritagliò del tempo libero per frequentare il “Circolo del Remo e della Vela Italia” di Napoli, scoprendosi un talentoso vogatore. Il giovane partecipò infatti a numerose gare e campionati in tutta la Penisola, compreso il campionato italiano che si svolse nel 1928 a Pallanza, sul Lago Maggiore. Proprio in quell’occasione, iscrit-

to con il proprio equipaggio nella categoria “quattro con” (pratica di canottaggio in cui possono partecipare imbarcazioni composte da quattro vogatori più un timoniere), Ugo riuscì a conquistare il 1º posto, risultato che avrebbe replicato l’anno successivo nel campionato italiano universitario. Nel frattempo, dopo aver partecipato alla Grande Guerra meritando persino la Croce di Guerra al Valor Militare, il fratello Paolo aveva deciso di continuare la carriera militare arruolandosi nel corpo di Polizia e, mentre il fratello Ugo, dopo la laurea, si specializzava all’Università in Ostetricia e Ginecologia, chiese e ottenne il trasferimento presso la Polizia dell’Africa Italiana. Preso servizio in qualità di Tenente Colonnello, Paolo fece rapidamente carriera e, in breve tempo, venne trasferito ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, all’epo-

I fratelli che re piccola di qua


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6 ca ancora colonia italiana, per divenire dapprima vice-Questore, quindi Questore di quella che veniva riconosciuta come la capitale dell’Africa Orientale Italiana. Nonostante le tensioni crescenti a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, negli anni del suo incarico Paolo riuscì sempre a mantenere l’ordine in città, garantendo sicurezza non solo agli italiani trasferitisi in zona, ma anche alla popolazione indigena. Con l’avanzata della controffensiva britannica in Africa, tuttavia, Somalia, Eritrea ed Etiopia vennero ben presto liberate e, con la formale resa dei rappresentanti del Governo italiano in Etiopia al generale inglese Harry Edward de Robillard Wetherall, il 6 aprile del 1941 terminò anche l’incarico di Paolo Romeo, ultimo Questore di Addis Abeba. Proprio il militare di origini sidernesi, in quell’occasione, fu protagonista di attimi di tensione

quando, ammainata la bandiera italiana, si ribellò al gesto di un colonnello britannico che aveva calpestato in segno di disprezzo il tricolore, ottenendo che la bandiera fosse issata nuovamente e ammainata con il rispetto dovuto. Dopo un periodo di transizione in cui gli inglesi collaborarono con gli italiani che si erano arresi, alcuni scontri con la popolazione etiope, secondo i britannici fomentati proprio da Romeo, convinsero il colonnello Dallas a fare dell’ex questore un prigioniero di guerra assieme alla famiglia, facendolo rimbalzare da un campo di prigionia africano all’altro fino al 1946, anno in cui venne rimpatriato. In quanto membro della Polizia dell’Africa Italiana, considerata nel dopoguerra un’istituzione fascista, Paolo venne processato ma non riconosciuto colpevole dell’accusa di “grave faziosità”, esito che gli permise di essere integrato nella Polizia di Stato come

questore di Bologna. La sua vita avventurosa terminò tragicamente quando, l’8 gennaio 1949, durante il servizio, la sua vettura si scontrò frontalmente contro una corriera che, nonostante la fitta nebbia, stava tentando uno spericolato sorpasso a un autotreno. In quello stesso anno, invece, il fratello Ugo, che si era ormai lasciato alle spalle la passione del canottaggio per dedicarsi anima e corpo alla professione di ginecologo, convolò a nozze a Siderno con Eugenia De Leo, figlia di Nino, primo Sindaco di Siderno dal 1943 al 1946 e fondatore della fabbrica di laterizi in contrada Zammariti e della clinica De Leo. Da questa unione Ugo ebbe ben otto figli, divenuti tutti medici, insegnanti, geologi o sacerdoti. Morì nel 1988 e venne sepolto nella cappella di famiglia, accanto al fratello Paolo, nel cimitero di Siderno Superiore.

IMMAGINI 1. Paolo Romeo in uniforme durante il servizio da questore di Addis Abeba, in Etiopia. 2. Ugo Romeo nel suo studio medico. 3. Paolo Romeo, all’estrema destra, assiste a un confronto tra Amedeo Duca D’Aosta e il vice Podestà di Addis Abeba nel 1939. 4. Il Diploma del Campionato Italiano di canottaggio conquistato da Ugo Romeo in seguito alla vittoria del 1928. 5. La numerosa famiglia di Ugo Romeo in occasione della nascita dell’ultimogenito. 6. L’album dei ricordi di Ugo Romeo, con una collezione di scatti di quanto faceva il canottiere per passione.

esero Siderno meno anto non sembri


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GIUDIZIARIA

Il “modello organizzatorio” del 416 bis

L'origine della teoria del modello c.d. organizzatorio va sicuramente individuata nella pronuncia di questa Corte che definiva il c.d. primo maxi-processo a Cosa Nostra; difatti stabilendo che ai fini dell'affermazione di responsabilità di taluno in ordine al reato di partecipazione ad associazione di stampo mafioso, non occorre la prova che egli abbia personalmente posto in essere attività di tipo mafioso, essendo, al contrario, sufficiente la sola sua aggregazione ad una organizzazione le cui obiettive caratteristiche siano tali da farla rientrare nelle previsioni dell' art. 416 bis cod. pen. (Sez. 1, n. 6992 del 30/01/1992, Rv. 190658) si fissavano per la prima volta, ed in materia organica, i principi fondamentali in tema di condotta partecipativa e di relativa prova dell'inserimento nel gruppo criminale. La Corte di legittimità traendo spunto dalla struttura organizzativa di una associazione che prevedeva formule rituali di affiliazione a seguito delle quali lo status di soggetto organico all'associazione (c.d. "uomo d'onore") non poteva più essere perduto, ed era significativo di una condizione di stabile inserimento del tutto indipendente dalla partecipazione a singoli delitti-fine, asseriva che anche la semplice assunzione di detta qualità pur non seguita da condotte di diverso tipo era comunque sufficiente ai fini di ritenere provata la partecipazione all'associazione di cui all'art. 416 bis cod. pen. . E comunque la stessa pronuncia prendeva già in esame anche i casi di soggetti che pur non ritualmente

LA TERRA DEI CACHI

Marco Minniti e Francesco Molinari Continua la carrellata di senatori eletti in Calabria e l’analisi del loro operato nell’ultima legislatura per cercare di comprendere se valga la pena o meno rieleggerli durante le politiche di primavera.

Continua la nostra carrellata di senatori eletti in Calabria e l’analisi sommaria del loro operato nell’ultima legislatura per cercare di comprendere se valga la pena o meno rieleggerli durante le politiche di primavera. Marco Minniti, di Reggio Calabria, è stato eletto nel 2013 in qualità di capolista del Partito Democratico, ma ha lasciato il senato il 17 maggio dello stesso anno, quando è stato nominato Sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri con delega ai servizi segreti, incarico ricoperto sia sotto Letta che sotto Renzi. Il 12 dicembre del 2016, dunque, è stato designato Ministro dell’Interno dal nuovo presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. In virtù dei suoi incarichi istituzioni, il suo indice di produttività lo rende il 300º senatore più presente su 315. Per la Calabria, negli 81 giorni da senatore, ha presentato: Disegni di legge ……………………………………0 Mozioni …………………………………..………0 Interpellanze …………………………….………0 Interrogazioni a risposta orale ……………………2 Interrogazioni a risposta scritta ……….…………0 Interrogazioni in commissione ……………………0 Ordine del giorno ……………………….…………0 Emendamenti ……………………………………0 I suoi interventi interventi si sono concentrati su infrastrutture e trasporti, per un totale di 2 atti dedicati alla nostra regione, entrambi in qualità di primo firmatario.

Francesco Molinari, di Santeramo in Colle, è stata eletto per il Movimento 5 Stelle, di cui è diventato in breve vicecapogruppo in Senato. L’amore tra lui e il partito dei grillini, tuttavia, è terminato il 26 gennaio 2015, quando Molinari è uscito dal movimento per aderire, dopo un anno e mezzo di tentennamenti, all’Italia dei valori. È segretario della Commissione permanente Finanze e tesoro, componente della commissione parlamentare Politiche dell’Unione europea, della Commissione d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e di quella sul sistema bancario e finanziario. Ha un indice di produttività che lo rende il 176º senatore più presente su 315. Per la Calabria ha presentato: Disegni di legge ……………………………………0 Mozioni …………………………………..………1 Interpellanze …………………………….………0 Interrogazioni a risposta orale ……………………3 Interrogazioni a risposta scritta ……….…………1 Interrogazioni in commissione ……………………0 Ordine del giorno ……………………….…………1 Emendamenti ……………………………………1 La sua azione politica si è concentrata su legalità, recupero delle risorse economiche, piano di rientro, coesione territoriale e terremoto sul Pollino per un totale di 7 atti di cui 6 in qualità di primo firmatario dedicati alla nostra regione. Jacopo Giuca

L’ARRIVO Or che da lungi, il nuovo sito è lecito guardare, non so se temendo, o felicemente attendere! Certo più che pria tutto nuovo appare, e gli affetti cui il sangue mi lega, e i conoscenti per stima vicini, tutti si affollano attorno a me come per un dolce saluto, mirandomi con occhi pieni di bontà. Sol l’arroganza, la mia umiltà non del tutto sconfisse, anche se a molti ciò apparve debolezza od altro, lascio fuori da me screditarli. Che bello il cuore libero che continua a battere! Brown Jo

CALABRESE PER CASO affiliati avessero comunque prestato contributi significativi al gruppo criminale per significativi periodi temporali, affermandone anche per questi la punibilità ex art. 416 bis cod. pen.; difatti si aggiungeva che è configurabile come partecipazione effettiva, e non meramente ideale, ad una associazione per delinquere (nella specie di tipo mafioso), anche quella di chi, indipendentemente dal ricorso o meno a forme rituali di affiliazioni, si sia limitato a prestare la propria adesione, con impegno di messa a disposizione, per quanto necessario, della propria opera, all'associazione anzidetta, giacché anche in tal modo il soggetto viene consapevolmente ad accrescere la potenziale capacità operativa e la temibilità dell'organizzazione delinquenziale (Sez. 1, n. 6992 del 30/01/1992, Rv. 190643). In definitiva, secondo la predetta pronuncia, integravano la condotta partecipativa sia le formali affiliazioni non seguite dalla consumazione di uno o più delitti fine sia le c.d. affiliazioni di fatto e cioè quelle condotte di stabile disponibilità ad interagire con il gruppo criminale attuate con la consapevolezza di agire nell'interesse dello stesso. Il concetto veniva ancora ripreso da una pronuncia successiva della Suprema Corte che chiarisce il rilievo fondamentale dell'affiliazione rituale anche sotto il profilo del contributo causale al rafforzamento dell'ente criminale. E invero se la condotta di partecipazione ad un'associazione per delinquere, per essere punibile, non può esaurirsi in una manifestazione positiva di volontà del singolo di aderire al sodalizio che si sia già formato, occorrendo invece la prestazione, da parte dello stesso, di un effettivo contributo che può essere anche minimo e di qualsiasi forma e contenuto, purché destinato a fornire efficacia al mantenimento in vita della struttura o al perseguimento degli scopi di essa, nel caso dell'associazione di tipo mafioso - che si differenzia dalla comune associazione per delinquere per la sua peculiare forza di intimidazione, derivante dai metodi usati e dalla capacità di sopraffazione, a sua volta scaturente dal legame che unisce gli associati, ai quali si richiede di prestare, quando necessario, concreta attività diretta a piegare la volontà dei terzi che vengano a trovarsi in contatto con l'associazione e che ad essa eventualmente resistano - il detto contributo può essere costituito anche dalla dichiarata adesione all'associazione da parte del singolo, il quale presti la propria disponibilità ad agire, quale uomo d'onore, ai fini anzidetti (Sez. 2, n. 5343 del 28/01/2000, Rv. 215907).

Se la grande fuga continua

L’inizio di ogni nuovo anno, contrariamente alla fine di quelli passati che coincide con una sorta di necessità di bilancio, si apre sempre con una serie di buoni propositi. Ognuno di noi, infatti, cerca di archiviare quanto di spiacevole è accaduto nei mesi trascorsi o tenta di capitalizzare i migliori risultati ottenuti. Se dovessimo essere sinceri con noi stessi potremmo dire che, al di là delle solite attenzioni mediatiche nei confronti della Calabria e della locride, il 2017 non è stato particolarmente generoso. In fondo, oltre le autocelebrazioni di circostanza per le quali siamo tutti bravi, non credo vi siano segnali di controtendenza sia sul piano oggettivo di una migliore valutazione delle possibilità economiche di rilancio di una terra e delle sue peculiarità, né da un punto di vista amministrativo poiché mi sembra che si siano modificati degli assetti ormai cronici nell’ambito dell’offerta sanitaria o dei trasporti per non sconfinare in quel settore multifunzione, ma fondamentale, dei “servizi al cittadino”. Se nulla cambia, allora, due sono le ragioni: o in fondo ciò è ritenuto uno stile di vita che ci aggrada, ovvero che ci soddisfa, oppure siamo riusciti a trasformare negli anni la rassegnazione in una sorta di efficace regola di

sopravvivenza. Ora, al di là di tali riflessioni molto generali, vi è un aspetto che però torna in tutta la sua drammaticità e che, in realtà, non sembra essere valutato nella sua pienezza e nei suoi risultati: la fuga dei giovani. Si, fuga. Attenzione, non migrazione per necessità, poiché ciò implicherebbe un legame con la propria terra che non si elimina per disaffezione, ma fuga. Ovvero, l’abbandono voluto, ragionato, consapevole di una identità e di un legame con i luoghi e la relativa cultura quest’ultima non percepita più come propria. Probabilmente qualcuno non crederà in questa descrizione o, meglio, e sarebbe una consolazione, riterrà che non sia così e il semplice pensiero che tale convinzione possa sopravvivere è già un motivo di speranza. Tuttavia, non solo molti giovani fuggono dalla Calabria e dalla locride, ma manifestano anche il desiderio non tornarvi in futuro. Non vorrei andare sul piano della sconfitta dei nostri modelli familistici o amministrativi, se non anche culturali. Credo, però, che se ognuno di noi fosse intellettualmente onesto con se stesso potrebbe indicare molti casi che rientrano in questo triste quadro. Ciò che sorprende è che, al di là delle analisi statistiche sui fenomeni migratori, non vi sia una indagine sui motivi delle

“fughe” diretta a valutare il grado di disaffezione e i motivi. Così come, essendo la fascia d’età postdiploma quella più manifestamente interessata, non si comprende come mai – pur comprendendo la volontà di fare nuove esperienze – non vi sia uno studio rivolto a verificare il perché molti giovani calabresi preferiscono, nonostante siano presenti in Calabria ben tre rettorati universitari (più del Piemonte che ne ha solo due per una popolazione che è il triplo di quella calabrese) - la fuga verso altri atenei; una realtà, questa, con la quale non si può non fare i conti. Disaffezione, fuga di cervelli ancora in erba che non ritorneranno mai più, chiusura quasi radicale con una calabresità che per molti diventa scomoda e si cerca di dissimulare con un accento diverso o con una semantica che soddisfi altre latitudini culturali sembra essere il nuovo prezzo della nostra distanza dal resto d’Italia e d’Europa. Un prezzo che, oltre le illusioni di uno sviluppo delle opportunità economiche, rende ancor più grave il divario umano e culturale che ci separa da coloro che, molto intelligentemente, i nostri giovani li motivano e li integrano più di quanto non faccia la loro terra. Giuseppe Romeo


CONVERSANDO

IL LETALE E ANACRONISTICO OSSIMORO DEL PALAZZO – 40

Il calendario 2018 per i winelovers I FRUTTI DIMENTICATI

Melograno di Bruzzano Punica granatum L. Fam.Punicacee ette anni addietro l’insegnante Beniamino Violi di Ferruzzano, abitante a Motticella di Bruzzano, mi fece dono di alcune melegrane, spiegandomi che si trattava di frutti della varietà bianca, quantomeno rara. Non ci feci caso a quello che affermava e arrivato a casa aprii un frutto e mi trovai di fronte ad una melagrana dai grani tutti quanti candidi, addirittura trasparenti e rimasi sorpreso e mi meravigliai ancor di più quando assaggiai dei grani, che risultarono dolcissimi. Dopo alcuni giorni incontrai Beniamino e mi complimentai con lui per i frutti eccellenti, di cui mi aveva fatto dono e mi raccontò che egli aveva un lungo filare di melograni, sul bordo della strada sull’argine della sinistra idrografica della fiumara, in contrada Nasida del comune di Bruzzano. Aveva da una decina d’anni comprato un “giardino” di bergamotti, dal dottor Palermiti di Brancaleone, originario di Bruzzano dove esistevano anche tanti alberi da frutto, tra cui il filare dei melograni particolari. A questo proposito, mi cominciò a raccontare che essi rappresentavano la sua disperazione in quanto, quando i frutti cominciavano a maturare, dei maleducati senza nessun rispetto per i beni altrui, tagliavano la recinzione e rubavano le melegrane, non curandosi poi di ripararla, lasciando un varco notevole; rimanevano solo quelli delle cime più alte, irraggiungibili, appetiti però dai topi della zona che con grande cura svuotavano dei grani tutti i frutti. A poca distanza era ubicato un ovile di numerosissime e fameliche capre aspromontane, che ogni mattina, in maniera diligente e metodica giravano attorno al campo e controllavano in maniera rigorosa la rete metallica che costituiva la recinzione, tentando di trovare un minimo varco capace di far passare la loro testa; si sa, infatti, che se passa la testa, passa anche il corpo di una capra. Naturalmente la loro ispezione risultava vana perché Beniamino controllava a sua volta con cura l’integrità o meno della recinzione e ai primi di ottobre egli verificava ciò più di una volta al giorno. Un giorno però egli ebbe la necessità di assentarsi e quindi il campo restò senza tutela e proprio allora qualcuno andò a rubare le

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melegrane aprendo un varco con una tenaglia; alle diligenti capre aspromontane non sfuggì l’opportunità e in un baleno si riversavano dentro il campo facendo piazza pulita delle piante che avrebbero costituito l’orto invernale, brucando poi le cime più tenere e a portata di bocca di tutte le piante dell’agrumeto. Il pastore naturalmente fece finta di non accorgersi e dopo che le bestie avevano fatto danni notevoli alle piante cacciò le capre dal campo, ormai sazie. Episodi di tal genere si ripeterono per due o tre anni di seguito, per cui Beniamino, rispettoso al massimo della natura e della biodiversità, sapendo del mio interesse per il nostro germoplasma, ebbe la delicatezza di avvisarmi, già dall’autunno inoltrato, di andare nel suo campo e prelevare tutti i polloni che avessi desiderato alla base dei melograni, perché nel tempo opportuno avrebbe provato a risolvere il problema che tanti fastidi gli stava arrecando da anni ormai. Non accolsi il suo invito, perché non capii a pieno ciò che intendeva dire e solamente due anni addietro gli chiesi degli innesti del delicatissimo melograno bianco, ma egli mi replicò che ormai era troppo tardi, perché egli, a malincuore, nell’estate successiva all’autunno in cui mi aveva invitato a prelevare dei polloni , in pieno solleone irrorò abbondantemente con diserbante tutto il filare delle piante e tutte quante esse seccarono. Restai molto male e incolpai me stesso per non aver accolto l’invito di anni prima e cominciai a ricercare nel territorio la varietà probabilmente estinta. Andai alla ricerca nei comuni vicini a Bruzzano, nel mese di ottobre e non trovai traccia della pianta desiderata, perché probabilmente la varietà non esiste più; però trovai qualcosa che si può in parte avvicinare ad essa nel comune di Staiti, in contrada Stabile, nella proprietà di Benedetto Tuscano, e poi fui avvisato che qualcosa di equivalente esisteva nell’orto di Francesco Pulitanò a Ferruzzano Marina, dove la pianta esistente era nata da sola. I frutti, come si vede dalla foto scattata da Nino Cannatà, sono costituiti da arilli in parte bianchi e in parte rosa pallido. Quelli bianchi sono candidi e possono dare l’idea di come fossero belli i frutti del melograno bianco, dai grani interamente candidi e trasparenti, esistenti ora solo a metà. Orlanodo Sculli

LA FOTO DELLA SETTIMANA

Voilà! Ai nostri winelovers presentiamo il calendario che segnala manifestazioni ed eventi che gremiranno la Penisola durante il 2018 e il cui ingresso è aperto a tutti e non ai soli operatori del settore. Chiaramente questa rimane una bozza, la rubrica è in continuo aggiornamento. Ci si vede in giro! GENNAIO: 14 gennaio – Taste Alto Piemonte – Roma; 15 gennaio – ViniVeri – Assisi (Pg); 20/21 gennaio – Sangiovese Purosangue – Roma; 21/22 gennaio – VinNatur – Genova; 27/28 gennaio – Wine"Siena – Siena FEBBRAIO: 4 febbraio – Anteprima Amarone – Verona; 10/12 febbraio – Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano – Montepulciano (Si); 10/12 febbraio – Sorgente del Vino Live – Piacenza; 18/19 febbraio – Vino In-dipendente – Calvisano (Bs) MARZO: 3/5 marzo – Live Wine – Milano; 4/5 marzo – Terre di Toscana – Lido di Camaiore (Lu); 17/18 marzo – Vignaioli Artigiani Naturali – Roma APRILE: 7/8 aprile – Roero Days – Guarene (Cn); 7/8 aprile – Pesaro Wine Festival – Pesaro; 9 aprile – Campania Stories – Napoli; 13/15 aprile – ViniVeri – Cerea (Vr); 14/16 aprile – VinNatur – Sarego (Vi); 15/18 aprile – Vinitaly – Verona; 21 aprile/1 maggio – Vinum – Alba (Cn); 28/29 aprile – Only Wine Festival – Città di Castello (Pg) MAGGIO: 5/7 maggio – Giornate del Pinot Nero – Egna e Montagna (Bz); 11/13 maggio – Porto Cervo Wine Festival – Porto Cervo (Ss) (date da confermare); 12/14 maggio – Naturale, Salone del Vino Artigianale – Capestrano (Aq) (date da confermare); 19/20 maggio – Vinissage – Asti; 20/22 maggio – VitignoItalia – Napoli; 26 maggio – Cantine Aperte GIUGNO: 1/3 giugno – Italia in Rosa – Monica del Garda (Bs); 1/3 giugno – Arrogant Sour Festival – Reggio Emilia; 5/11 giugno – Radici del Sud – Bari; 8/10 giugno – Fermentazioni – Roma (date da confermare); 15/16 giugno – Mare e Vitovska – Duino (Ts); 15/17 giugno – Roséxpo – Lecce; 28 giugno/1 luglio – Müller Thurgau: Vino di montagna – Cembra (Tn) LUGLIO: 6/7 luglio – Ein Prosit Grado – Grado (Go) (date da confermare); 24/28 luglio – Vino è Musica – Grottaglie (Ta) AGOSTO: 2/13 agosto – Calici di Stelle (date da confermare) SETTEMBRE: 14/16 settembre – Enologica Montefalco – Montefalco (Pg) (date da confermare) OTTOBRE: 5/7 ottobre – EurHop! – Roma (date da confermare); 13 ottobre – Slow Wine – Montecatini Terme (Pt) (data da confermare); 13/14 ottobre – Terre di Vite – Castelvetro (Mo) (date da confermare); 15/16 ottobre – Autochtona – Bolzano; 18/21 ottobre – Ein Prosit – Malborghetto e Tarvisio (Ud); 20/21 ottobre – Wine and Sardinia – Sorgono (Nu) (date da confermare); 27/29 ottobre – Taormina Gourmet – Taormina (Me) NOVEMBRE: 4/5 novembre – Vini di Vignaioli – Fornovo di Taro (Pr) (date da confermare); 4/5 novembre – Vinoè – Firenze (date da confermare); 9/13 novembre – Merano Wine Festival – Merano (Bz); 10/11 novembre – Vignaioli Naturali a Roma – Roma (date da confermare); 11/12 novembre – Back to the Wine – Faenza (Ra) (date da confermare); 17/18 novembre – BaroloBrunello – Milano (data da confermare); 17/18 novembre – MareDiVino – Livorno; 17/19 novembre – Enologica – Bologna (date da confermare); 23/25 novembre – La Terra Trema – Milano (date da confermare); 24/25 novembre – Mercato dei Vini FIVI – Piacenza DICEMBRE: 2/3 dicembre – Vini Corsari – Barolo (Cn) (date da confermare) Sonia Cogliandro

#femminicidio #metoo #weinsteinscandal e altri hastag femministi che vi vengono in mente. Molti sono usati in modo generico e tendenzioso, al solo scopo di ottenere un retweet o una condivisone, catturare l’occhio del lettore, suscitare sdegno o quella “semplice” visibilità ottenuta attraverso la ripetizione. Molti non sanno capire quando questi hashtag sono usati in modo scorretto, allora ecco due o tre dritte che poi servono anche per essere più attenti sulle bufale, fake news e sulla disinformazione in generale. 1) Chi l’ha inserito? È un account verificato? E se non lo è controllate non solo il nome che appare visibile, ma anche il nome account, quello che segue il segno @. È un tweet o un retweet o una piccola catena di condivisioni? Su twitter si può individuare il tweet originario e capire se proviene da un account affidabile. Controllate il profilo, leggete la breve bio (se non c’è potete concludere che il tweet non è valido) e controllate followers e follows. Chi segue questo account e da chi è seguito può aiutarvi a capire se è valido o meno. 2) Quanti like ha? Chi l’ha condiviso? Se un tweet è condiviso da account non verificati, più o

VERA DONOVAN SAYS

Prendo a prestito Totò. Ogni anno la notte del 31 dicembre -1° gennaio, c’è l'usanza di festeggiare l'inizio del nuovo anno. Botti, fuochi pirotecnici, disfarsi delle cose vecchie, ubbidiscono al desiderio del cambiamento, della speranza in un futuro migliore. Per poi, puntualmente, ripetere tale liturgia alla fine del prossimo anno, con le stesse angosce e lo stesso desiderio. Spes ultima dea. Per quanto mi riguarda, devo dire che in questi 365 giorni sono cresciuto. O, almeno, ci ho provato. Non soltanto dal punto di vista dell’età (sarebbe una falsa crescita essendo, purtroppo, ogni anno una sottrazione dal totale della vita), forse neppure da quello della maturità. Semplicemente da quello del percorso, della strada, del cammino. Che è sempre fatto di ostacoli, più o meno grandi e difficili, sui quali arrampicarsi e poi scollinare. Per quanto sia complicata la salita, poi dalla cima di quella collina si vede molto meglio e molto di più l’orizzonte che ti si para davanti. In realtà, come sempre, la notte del 31 dicembre -1° gennaio si girerà meramente una pagina di calendario, ma prendiamo questo atto come spinta per fermarci, guardare indietro e tracciare un bilancio. Anzi, no. Guardare indietro neanche per prendere la rincorsa, che si fa sempre e comunque rivolti con lo sguardo in avanti (sul portale delle case i Romani ponevano Giano bifronte). Rincorsa, bassi e alti, allegria e tristezza. È stato un percorso a ostacoli, un ottovolante di emozioni, un giro di giostra, come magnificamente illustrato da Tiziano Terzani. Comunque intense, amare e dolcissime, conquistate con il cuore e lottate con l’anima. Giorni a volte in contrasto l’uno con l’altro, sbalzi di umore e tracciati di ecocardiogramma schizofrenici. È l’eterno equilibrio fra gioia e sofferenza. Ne ho avuto alcune personali e importanti in questi dodici mesi: anche sofferte e sudate, conquistate con i denti, quindi pure più belle, passo dopo passo. Ho avuto anche le seconde, certo. Importanti, dalle quali sembrava, in alcuni momenti, difficile risalire. Andiamo avanti. Sempre. Senza padroni. Che non è uno slogan, non ha specifici riferimenti umani o politici. È più una filosofia, quasi una sensazione, una volontà, una necessità. Di proseguire nella propria strada e nel proprio percorso a testa alta, passo dopo passo, inciampo dopo inciampo, ma sempre con determinazione e voglia di lottare in quello che si sogna e in quello in cui si crede. Sbagliato o giusto che sia. Sempre senza padroni. Tonino Carneri

CAULONIA, TERRA DELLE AMAZZONI Ci sono città fondate da gente allevata dai lupi, altre che rendono omaggio a carcasse spiaggiate di uomini-pesce... Beh, Caulonia ha una storia un po’ diversa. Caulonia pone le sue radici nel più grande conflitto che la storia antica conosca: la guerra di Troia! È noto infatti che dopo la morte di Ettore per mano di Achille, Priamo, il re di Troia, vedendo le sorti della battaglia volgere a suo sfavore, convocò a combattere al suo fianco niente meno che la regina delle Amazzoni, Pentesilea. La regina portò con sé 12 tra le migliori guerriere a sua disposizione, tra cui Cleta, sua nutrice. Diciamo che mettersi contro il guerriero più forte del mondo non fu proprio la più geniale delle idee. Infatti, Achille, senza troppi fronzoli, le fece fuori una dopo l’altra, l’unica sopravvissuta fu appunto Cleta che, imbarcatasi per tornare a casa, naufragò accidentalmente sulle coste calabresi. Qui fondò il proprio regno, ed ebbe un figlio, tale Caulone. Sfortuna vuole che finita la guerra di Troia, gli Achei sbarcarono in Calabria e con l’aiuto dei Crotoniani, distrussero il regno di Cleta, riducendolo in rovina. Caulone, sopravvissuto alla disfatta, riuscì a riedificare la città dalle macerie e le diede il suo nome: nasceva Caulonia!

meno sconosciuti, o non ha uno o più like importanti, è bene diffidare, controllare la notizia su altri social e su Google. Se un tweet di una persona sconosciuta ha un like importante, come quello di un account verificato (in questo ambito potrebbero essere Rose McGowan o Asia Argento, Roxane Gay o altre scrittrici di femminismo, agenzie internazionali come l’UNICEF), allora è più affidabile. 3) A che link porta? Un tweet, va da sé, può non contenere alcun link, ma di solito ce ne sono: spesso conducono a una pagina Facebook o a un link di un giornale online. Apritelo, leggete almeno le prime due righe dell’articolo, oltre al titolo e al sommario. Controllate se all’interno di questo articolo ci sono altri link che conducono a siti riconosciuti. In questo caso è un tweet affidabile. Neanche a dirlo, le testate giornalistiche che ripubblicano online i loro articoli, inserendo hashtag “a cazzo” (è il termine tecnico usato dai manuali di giornalismo), sono un insieme a sé stante che vuole semplicemente cercare visibilità inserendosi negli stream di visualizzazioni. Questo ci potrebbe far discutere sull’utilità degli hashtag, ma tant’è. L’invito a tutti è di non usare nessun hashtag sensibile (come #terremoto o #tsunami) se non c’è una motivazione valida.


07 GENNAIO- 16

R

“ libRi

cultura

titolo libRo: Aspetti socio

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'ndRAnGhetA AutoRe del libRo: MichelAnGelo di steFAno cAteGoRiA: sAGGisticA cAsA editRice: città del sole ediziioni pRezzo €30,00

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Ridley scott

si era detto interessato a girare il suo film in Aspromonte. Ma non gli è stato concesso.

la Film commission fa rapire Getty dagli abruzzesi

È al cinema “tutti i soldi del mondo”, film in cui Ridley scott, grazie alla poco collaborativa Film commission calabrese, ha dovuto riprodurre l’Aspromonte in Abruzzo. e, ahi noi, non siamo dinanzi a un caso isolato…

È nelle sale da giovedì scorso il film “Tutti i soldi del mondo”, ultima fatica del regista inglese Ridley Scott. La pellicola, tratta dall’omonimo saggio di John Pearson, racconta di un celebre fatto di cronaca degli anni settanta, ovvero il sequestro di John Paul Getty III, nipote dell’omonimo magnate petrolifero e allora uomo più ricco del mondo, avvenuto a Roma nel 1973. Il 10 luglio di quell’anno, infatti, uomini appartenenti alle ‘ndrine dei Mammoliti, Piromalli e Femia, intercettarono e sequestrarono il ragazzo allora 17enne in piazza Farnese, avanzando alla famiglia la richiesta di un riscatto di diciassette milioni di dollari. Il caso ebbe grande risalto mediatico non soltanto per la rilevanza sociale di cui godeva allora la famiglia Getty, ma anche per il netto rifiuto espresso da parte del nonno del ragazzo di pagare il riscatto richiesto, posizione che fu determinante nella scelta dei criminali di trattenere il giovane in una grotta d’Aspromonte per cinque lunghi mesi e di non rilasciarlo prima di avergli reciso un orecchio. La produzione del film, assai discussa negli ultimi mesi per la sostituzione in corsa dell’interprete di John Paul Getty, trasposto sullo schermo da Christopher Plummer in post produzione dopo il

licenziamento di Kevin Spacey a causa delle accuse per molestie avanzategli da alcuni colleghi di lavoro, considerata l’area in cui ebbe luogo la vicenda, avrebbe dovuto coinvolgere direttamente il nostro comprensorio, eppure, nonostante l’interesse del regista, non è stato così. Dopo i primi contatti con la Film Commission calabrese, infatti, Scott e compagnia si sono resi conto di dover rinunciare al vero Aspromonte per girare le scene di detenzione del giovane Getty, spostando così la troupe niente meno che in Abruzzo. Non solo. Proprio in questi giorni stanno terminando le riprese di “Trust”, una serie tv incentrata sulla stessa vicenda di rapimento, prodotta dalla Fox e che coinvolge un’altro nome illustre della cinematografia contemporanea: Danny Boyle. A differenza del film di Scott, questa produzione, che coinvolge Donald Sutherland, Hilary Swank e Brendan Fraser e che andrà in onda già alla fine di gennaio sul canale satellitare FX, è riuscita a effettuare parte delle riprese in Calabria ma, complice ancora una volta la nostra Film Commission, si è dovuta accontentare del Pollino per riprodurre le grotte d’Aspromonte. Il team di Danny Boyle, infatti, è stato indirizzato nei boschi tra Orsomarso e Civita, finendo addirittura tra le montagne della Valle D’Aosta per completare il girato ambientale. È naturale, riflettendo su come siano state gestite queste due produzioni, pensare che la Locride sia stata defraudata di

il volume mira, da un lato, a sensibilizzare il lettore all’attenta riflessione sul fenomeno mafioso, affinché vi si possa contrapporre con maggiore veemenza, utilizzando lo strumento sociale della comunicazione quale “arma” delle democrazie di contrasto alle mafie. per altro verso, la parte “tecnica” del lavoro è rivolta a quanti oggi “duellano” nelle aule di Giustizia, affinché operino un’approfondita valutazione sull’importanza di ampliare e favorire una ricerca scientifica in campo sociologico-etno-geo-linguistico e fonetico che sia applicabile agli studi giuridici e forensi.

titolo libRo: inchiostRo AutoRe del libRo: MARco iuFFRidA cAteGoRiA: nARRAtivA cAsA editRice: Rubbettino pRezzo €14,00

ben due ghiotte occasioni per far parlare di sé e avere ottimi introiti economici perché qualcuno (calabrese come noi!) ha deciso così. La scelta di “cacciare” Scott dalla Calabria e di dare a Boyle l’aut aut del confine con la Basilicata o nulla lascia perplessi relativamente a quale sia il fine che la Film Commission Calabrese, tanto osannata dal presidente Mario Oliverio, stia cercando di conseguire. Se poi aggiungiamo a questi due casi quello, altrettanto eclatante, della serie che ricostruisce la strage di Duisburg girata in Puglia non ci stupisca il fatto che sempre più produzioni, quando interessate a girare nella nostra regione, si rivolgano a privati o che la nostra Film Commission non venga considerata efficiente quanto quella lucana o, per l’appunto, pugliese che, a differenza nostra, non si tirano indietro dinanzi a nessun genere di offerta. Eppure, per tornare al caso di Getty e delle due produzioni internazionali di cui vi abbiamo parlato in apertura, l’Aspromonte, il nostro Aspromonte, è stato il luogo simbolo della stagione dei sequestri. E non ci venga detto che la Film Commission non accetta produzioni che “parlino male” della nostra regione per non farsi sponsor di una cattiva pubblicità per la Calabria perché, come approfondiremo per voi nelle prossime settimane, è proprio dalla Locride che partì la lotta dei sindaci che urlarono “Basta!” ai rapimenti a scopo di riscatto; proprio da Bovalino, Canolo, Locri e Siderno partì una protesta che sbloccò il caso di Cesare Casella e mise fine all’industria dei sequestri. Ecco, sulla resilienza del nostro comprensorio e sulla lotta di Carnuccio, Catalano e Mittiga (sindaci rispettivamente di Locri, Siderno e Bovalino all’epoca del sequestro Casella), sarebbe bello farci un film. Magari girato qui da noi e non a Trebisacce… Jacopo Giuca

chiostri di conventi e biblioteche ricolme di libri saranno teatro e campo di battaglia di violenti scontri, tra ambizione e brama di sapere, gelosia e sete di potere. Ma l'antico segreto verrà salvato per giungere nelle mani degli studiosi contemporanei. titolo libRo: cRAck itAliA. lA

politicA Al teMpo dellA cRisi AutoRe del libRo: luiGi pAndolFi cAteGoRiA: sAGGisticA cAsA editRice: lARuFFA editoRe pRezzo €10,00

la crisi economica e finanziaria e il declino della politica, i tentativi secessionisti e il disagio sociale ed esistenziale di un’intera generazione, la solitudine del Mezzogiorno, concorrono, insieme, a disegnare un quadro a tinte fosche per il nostro paese. i rimedi appaiono più dannosi del male. Fortuna che dal basso qualcosa inizia a muoversi.



R 07 GENNAIO- 18

cultura www.larivieraonline.com

A poco più di trent'anni, Azzurra De Lorenzo, ha già vestito Claudia Gerini, Katia Ricciarelli e Jo Champa famosissima attrice di Hollywood. Di fronte al mare della Calabria nascono i suoi bozzetti pronti a fare il giro del mondo.

Azzurra, da una merceria in Calabria all'alta moda

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

volte capita di imbattersi in storie bellissime, come quella di Azzurra Di Lorenzo, una giovane donna calabrese, che a poco più di trent’anni ha già alle spalle una serie di successi non consueti in un ambiente competitivo come quello della moda. Un’anima sospesa tra due mondi: il mare azzurro con di fronte le colline che profumano di ginestra e di Calabria e la nostra capitale della moda, la vivace e dinamica

A

Milano. Ha iniziato lavorando nella merceria di famiglia, una palestra creativa dove ha imparato a armeggiare con pizzi, bottoni e merlet ti. Ma il suo sogno era lavorare nel mondo dell’alta moda. Oggi non solo ci è riuscita: ha creato anche un brand che porta il suo nome. La sua sfida è passare dalla “creazione su misura” alla produzione su ampia scala, conservando, però, il suo stile da sempre votato alla riscoperta della femminilità misurata e mai ostentata. Chi è Azzurra Di Lorenzo? Raccontaci di te e del tuo background...

Due gemellaggi internazionali implementano l’azione del Rotary di Locri L’UNIONE CON DUE CLUB DELLA REPUBBLICA DOMENICANA E DELLA GRECIA GARANTIRANNO LA STESURA DI UN PROGETTO UMANITARIO INTERNAZIONALE NEL PIENO SPIRITO DELLA ROTARY FOUNDATION. Rotary club di Locri nell’ambito del programma di azione internazionale ha deciso di realizzare alcuni gemellaggi con club rotariani di altre

Il

nazioni. Il primo di questi gemellaggi voluti dal presidente Francesco Asprea si è svolto col club della Repubblica Domenicana Santo Domingo Bellavista. Il responsabile del gemellaggio, il campione internazionale di arti marziali Vincenzo Ursino, è stato accolto entusiasticamente lo scorso 29 novembre dalla presidente del club Bella Vista, Hilda Garcia De Caminero e da tutti i soci del club. Nelle parole di entrambi sono stati espressi, oltre che gli ideali di amicizia fra i popoli, anche gli intenti di utilizzare il gemellaggio appena sottoscritto per la realizzazione di progetti umanitari internazionali. La presidente ha inviato un video-messaggio di ringraziamento e di disponibilità a cooperare a tutti i soci del club di Locri.

Sono una giovane creativa con la passione per tutto ciò che è eleganza e bello. Ho da sempre voluto studiare e perfezionarmi nel campo della moda, proprio perchè qui credo di trovare il giusto equilibrio tra eleganza e bellezza! Così all’età di 18 anni, grazie alla mia famiglia che me lo ha permesso, sono partita dalla Calabria alla volta di Milano. Capoluogo per eccellenza del fashion system. Lì ho studiato in una scuola specializzata, dopodichè ho frequentato stage e subito dopo trovato lavoro per diverse note case di moda. Nel 2011 ho deciso di mettermi in proprio, dedicar-

IN BREVE Analogamente Pasquale Fossari, delegato del presidente Asprea per il gemellaggio col club greco di Chalkis, ha già preso contatto col presidente locale Cristoforos Cristoforu, che ha inviato una lettera di accettazione del gemellaggio nello spirito dell’amicizia e della comprensione reciproca fra i popoli e si è dichiarato disponibile alla realizzazione di progetti internazionali unitamente anche al rotary club di Atene. I primi sei mesi del 2018 saranno dedicati al perfezionamento di questi importanti contatti internazionali e alla stesura di un progetto Global Grant, cioè di un progetto umanitario rotariano internazionale che conta sul sostegno economico di più club e più distretti rotariani nel mondo e che può quindi fruire del sostegno economico della Rotary Foundation che è il braccio operativo umanitario del Rotary nel mondo. I presidenti Hilda Garcia De Caminero, Cristoforos Cristoforu, Francesco Asprea e il presidente incoming Giuseppe Mirarchi, che presiederà il club di Locri nell’anno rotariano 2018/2019, hanno comunemente dichiarato che questo sarà il mezzo attraverso il quale intendono concretizzare il motto della Rotary Foundation “To do good in the world”, cioè “Fare il bene nel mondo” realizzando così appieno gli ideali umanitari del Rotary.

A Reggio la mostra di Lynn Johnson, un'icona della fotografia internazionale Un grande evento di richiamo internazionale interesserà Reggio Calabria. La grande mostra internazionale “Water Warriors” di Lynn Johnson, icona della fotografia internazionale e pioniera del fotogiornalismo al femminile, sarà inaugurata il 10 gennaio a Reggio Calabria alle ore 18.00, presso le Sale del Castello Aragonese dove rimarrà visitabile fino al 8 febbraio. L’evento sarà fruibile gratuitamente. Con le autorità cittadine e i vertici di Bluocean, società produttrice della mostra, sarà presente anche Emiliano Mancuso, fotogiornalista e docente presso Officine fotografiche Roma. L’evento, è frutto della partnership tra Bluocean e National Geographic di cui Lynn Johnson è tra le più importanti e storiche collaboratrici. L’allestimento della mostra presso i saloni del Castello Aragonese segue i canoni delle grandi mostre prodotte da Bluocean; quasi 50 opere stampate in grande formato con dimensioni che arrivano a raggiungere anche i 2,20 metri x 2.


EVENTI

La filarmonica di Gerace si esibisce al Museo di Reggio REGGIO CALABRIA

mi al settore che più amo, ovvero quello dell’alta moda, fondare il mio brand “Azzurra Di Lorenzo”… puntando tutto su me stessa! Quando ti reputi soddisfatta del tuo lavoro? In tutti questi anni molta gente ha seguito il mio percorso di crescita e mi ammira per ciò che, secondo loro, sono riuscita a fare, considerata la giovane età, il fatto che io abbia realizzato tutto da sola, partendo dal sud, e le varie esperienze e iniziative che ho portato a termine. Ma io sono molto severa ed esigente con me stessa e credo che ancora non abbia realizzato a pieno il mio sogno; anzi, la strada è ancora tanto lunga e tutta in salita. Chi e cosa hanno influenzato il tuo stile? Ho sempre ammirato l’eleganza sobria delle creazioni di Armani e, in contrapposizione, gli abiti creativi e ricchi del nostro maestro Gianni Versace; credo, dunque, che il mio sia un mix tra questi due stili. Inoltre, per me, una delle più grandi fonti di ispirazione è la natura con tutti i suoi elementi. “Una donna dovrebbe essere due cose: di classe e

favolosa” (Coco Chanel). Il tuo suggerimento per essere queste due cose? Basta essere eleganti e raffinate e automaticamente si è favolose! Quale diva sogni di vestire un giorno? La mia prima soddisfazione è stata quella di vestire Claudia Gerini durante l’importante edizione di Alta Roma, poi a seguire Katia Ricciarelli e Jo Champa arrivata appositamente da Hollywood. Ci sono tante donne bellissime che mi piacerebbe vestire, non ne ho una preferita. Ora come ora, il mio sogno sarebbe quello di vedere una cantante di livello indossare un mio abito in occasione del Festival di Sanremo. Spero di riuscirci un giorno... In primavera si celebreranno le nozze del principe Harry e Meghan Markle. Come vestiresti la Royal Family? Beh posso dire come vestirei lei, la bellissima Meghan. La vedo con un preziosissimo abito in duchesse di seta bianca, scollo a V, lavorato con ricami solo su un lato del corpo. Modello a sirena ma con lungo strascico accompagnato da volumi di

chiffon in tono. Eterea! Tra i tuoi prossimi traguardi l’apertura di un atelier a Milano e uno a Soverato. Hai incontrato degli ostacoli nell’aprire queste due attività? Se sì, di che natura? Le difficoltà sono enormi! Ovviamente aprire l’atelier di Milano ha comportato più grossi sacrifici rispetto a quello di Soverato che inaugurerò proprio il prossimo 20 Gennaio. Questo per me è un grande traguardo, punto molto sulla mia terra e spero di vestire tante belle donne calabresi! Come si finanzia una giovane stilista? Non ci sono agevolazioni per i giovani e bisogna fare tutto contando solo sulle proprie forze. Io ho avuto la fortuna di avere la mia famiglia e soprattutto persone che hanno creduto in me e mi hanno supportato sin dall’inizio. Senza loro non sarei arrivata fin qui! C’è qualcosa che proprio non sopporti del mondo della moda? Dico solamente che non c’è molta meritocrazia, questo mi dispiace tantissimo!

IL DELITTO

Rocco Musumeci, assassinato dalla “mano nera” nel 1896 in Louisiana, era calabrese

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occo Musumeci nacque l’11 ottobre 1873 a Bagnara Calabra, in provincia di Reggio Calabria da Giovanni (“pescatore” – 34 anni) e Carmina Patamia (“filatrice” – 28 anni). Occupò il n. 263 del registro degli atti di nascita. I genitori di Rocco si sposarono il 18 dicembre del 1864 (Foglio n. 49 del registro degli Atti di Matrimonio) ed ebbero oltre a Rocco altri cinque figli: Virginia, Grace, Joseph, Paul e John. L’intera famiglia Musumeci emigrò verso gli Stati Uniti, alla ricerca del “sogno americano”, intorno al 1890. Si stabilirono a New Iberia in Louisiana. La storia di questa famiglia “bagnarota” offrirà, nel tempo, uomini e donne capaci di onorare, ai massimi livelli, il “sogno americano” per il quale erano partiti i loro padri. Invece a Rocco Musumeci è legata, purtroppo, una vicenda tragica. Ricostruirla a distanza di tanti anni non è stato facile. In Lousiana Grace, la sorella più grande di Rocco, aveva sposato Rocco Savoia anche lui nato a Bagnara Calabra. Questi aveva aperto a Donaldsonville un locale il “Rocco Savoia’s Store”. Con ogni

Per il suo delitto la stampa americana usò – fu una delle primissime volte - la parola “Mafia”.

probabilità Rocco Musumeci aiutava il cognato nell’attività. A Donaldsonville vi era una forte presenza malavitosa italo-americana. Nel 1896 vi erano già stati due omicidi quello di Joe Sallula e di un certo Capone. Molte attività commerciali venivano obbligate a pagare la protezione ai criminali. Stessa richiesta giunse anche al “Rocco Savoia’s Store”. Il 30 marzo del 1896 Rocco Savoia e Rocco Musumeci erano all’interno del locale quando entrarono Antonio Peroni e Luigi Rossia (il cognome di quest’ultimo potrebbe essere appena diverso). Non si sa bene cosa sia realmente accaduto. Un rifiuto a pagare la protezione fu la tesi accreditata dalla polizia locale. Sta di fatto che a un certo punto Antonio Peroni - l’arma gliela passò il suo complice - fece fuoco colpendo alla schiena il povero Rocco Musumeci che cadde ucciso sul colpo. I due si diedero alla fuga. Luigi Rossia fu immediatamente catturato ma non volle mai offrire, timoroso di ritorsioni sulla famiglia, nessun contributo utile a capire chi fossero i veri mandanti. Di Antonio Peroni, invece, non si seppe mai più nulla. Gli investigatori rimasero convinti che il Peroni avesse trovato rifugio a New Orleans. A Luigi Rossia fu comminata la pena dell’ergastolo. Ai funerali del giovane calabrese parteciparono migliaia di persone la maggior parte italo-americani. In riferimento a questo delitto il “The Daily Picayune” di New Orleans (1 aprile 1896) usò - fu certamente tra le primissime volte - la parola “Mafia”. Geremia Mancini – Presidente onorario “Ambasciatori della fame”

Si terrà questo pomeriggio alle ore 17:30, in Piazza Orsi, davanti al Museo Archeologico Nazionale, il concerto della Reale Accademica Filarmonica di Gerace, un evento che si inserisce nel programma di festività natalizie organizzate dal MArRC.

Un convegno per confrontarsi sul futuro turistico della Locride ROCCELLA JONICA Venerdì 12 gennaio, alle ore 10:30, presso il Castello Carafa, si terrà il convegno “Save the Date - Fare Turismo in Calabria”, un incontro organizzato da Unindustia, Confindustria, Federturismo e patrocinato dal Comune di Roccella Jonica.

Gli avvocati si confrontano sul tema dell’affidamento dei figli LOCRI Si terrà giovedì 11 gennaio, alle ore 16, presso il Palazzo della Cultura di Locri, il convegno organizzato dall’Aiga di Locri dal titolo: “Affidamento figli: un diritto a macchia di leopardo?” Dedicato ai giovani avvocati del foro di Locri.

Papandrea è pronto a far ballare piazza dei Martiri LOCRI Dopo il rinvio a causa del forte vento di giovedì scorso, comincia finalmente l’anno musicale di Cosimo Papandrea, che vi aspetta con un concerto live ufficiale che si terrà sabato 13 gennaio al Locri On Ice.



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ANGOLO FOOD

07 GENNAIO - 21

arte&co

LA RICETTA: RISOTTO ALLO CHAMPAGNE

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Ingredienti per 4 persone: 350 g di riso Carnaroli, 1 bicchiere di Champagne, brodo vegetale, 1/2 cipolla bianco, 70 g di burro, 50 g di parmigiano reggiano grattugiato, pepe

Peppe Servillo batte Pironaci

Grazie Eolo! “N

Il cattivo umore di Eolo ha salvato Roccella dalla solita caricatura della calabresità, l’unica che la comicità da piazza in Calabria ci propina.

on tutto vien per nuocere. Il forte vento e il maltempo di questi giorni hanno scongiurato l’ennesima sconfitta per la cultura nella Locride. Peppe Servillo batte Pironaci, il Roccella Jazz sconfigge l’intrattenimento da piazza. E chi si deve ringraziare? Un qualche illuminato progetto di sensibilizzazione? Un assessore che ha fatto riscoprire le gioie di una serata ad ascoltare buona musica? No. Solo Eolo e il suo cattivo umore. La leggerezza di Pironaci non è certo il male. Le sue volgarità fanno sorridere ed è comprensibile che le persone di questi tempi abbiano bisogno di una sana risata. È intrattenimento. Ci si estranea da tutto e si ascolta questo tizio che parla del nulla con la sua volgarità fine a sé stessa. Ecco un’altra che ci attacca una pippa perché le parole sono importanti. State pensando questo

alzando gli occhi al cielo. Non è così, non è questione di linguaggio. Ormai “cazzo” è una parola che non scandalizza più nessuno. È più un problema di modi. Il problema è che essere un giullare è un mestiere e come tutti i mestieri richiede arte. Anche l’esasperazione di consonanti aspirate e di vocali aperte non è il nocciolo del fatto. Anzi ci sono notevoli esempi di come il dialetto possa essere parte del messaggio. Senza scomodare il Nobel Fo, basti pensare alle poesie dialettali di Gregory Corso. Su internet una delle performance più cliccate di Pironaci è quella in cui si esibisce nel racconto della barzelletta su una bambina, un vecchio, una “iestima” e la crescita dei peli del pube dell’adolescente. E come ridevano le persone intorno a lui... Ma per cosa si stavano così divertendo quegli adulti? Perché il "cosa" in questo discorso è fondamentale. Non si tratta più della caricatura alla Franco, oh Franco sulle abitudini culinarie o di viaggio dei calabresi. Come quella presentata in prima serata dai Calabroni. Non è in discussione chi preferisce il cabaret spinto di Pironaci, ma il perché questa caricatura della calabresità è l’unica che la comicità da piazza in Calabria ci propina. Ascoltando queste performance si impara tutt’al più che le donne belle possono essere tamarre come tutte le altre e che le tecnologie si applicano anche ai bidet. Assistere alla macchietta messa in scena da questo personaggio provoca un’ilarità irrefrenabile nel suo pubblico. Le persone intorno a lui in quel momento scelgono di non porsi questioni, ma non hanno neanche alternative di intrattenimento leggero. Se uno straniero provasse a raccontarci così saremo però pronti a tirare su le barricate dell’indignazione. Perché nessuno può rappresentarci così se non noi stessi. Per fortuna ogni tanto il vento ci salva da noi stessi. Eleonora Aragona

In una casseruola fate appassire la cipolla tritata insieme a 20 g di burro. Quando sarà diventata trasparente unite il riso e fatelo tostare. Sfumate con 3/4 dello champagne e fate evaporare. Bagnate il riso con un mestolo di brodo vegetale caldo e portate a cottura unendo altro liquido di tanto in tanto. Quando il risotto è quasi giunto a cottura, unite lo champagne restante e mescolate. Togliete dal fuoco, aggiungete il burro rimasto, il parmigiano reggiano grattugiato e mantecate. Trasferite nei piatti da portata e completate con pepe fresco di mulinello.

IL COCKTAIL: ACAPULCO Ingredienti: ghiaccio, tequila, rum bianco, succo di ananas, succo di pompelmo, latte di cocco, un pezzetto di ananas per decorare. Mettete un po' di ghiaccio spezzettato nello shaker e versatevi una parte di tequila, una di rum, 2 di succo di ananas, una di succo di pompelmo e una di latte di cocco. Shakerate il drink e versatelo in un hurricane. Decorate con un pezzetto di ananas e servite con cannucce.

IL DOLCE:

MOUSSE OREO

Direttore responsabile:

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Direttore responsabile: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Franco Parrello, Tonino Carneri, Mario Nirta, Giuseppe Romeo, Orlando Sculli, Nino Sigilli, Tonino Carneri, Sara Leone, Pasquale Giurleo

STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

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Ingredienti per 4 persone: 400 ml di panna per dolci, 200 g di cioccolato bianco, 14 oreo biscotti. La mousse oreo è una crema super golosa da gustare al cucchiaio oppure da utilizzare nella farcitura di un dolce. Fondete il cioccolato bianco e lasciatelo raffreddare. Montate la panna e aggiungetevi il cioccolato fuso e 10 oreo biscotti frullati. Amalgamate delicatamente gli ingredienti. Servite la vostra mousse oreo nelle coppette decorando con un biscotto in superficie.


31 DICEMBRE - 22

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Nel 2018, il tuo passato subirà una trasformazione. I tuoi ricordi si riorganizzeranno. Eventi trascorsi che sembravano completi e definitivi cambieranno aspetto e richiederanno nuove interpretazioni. Le storie che hai sempre raccontato su come sei diventato quello che sei dovranno essere corrette, forse addirittura riscritte. Quindi tieniti pronto rivoluzione in arrivo

Nel 2018, le persone si sentiranno attratte da te anche più del solito. Alcune vorranno che tu sia la loro roccia, la loro solida, affidabile fonte di verità pratica. Altre ti chiederanno di essere il loro tonico, la loro regolare e corroborante dose di buon senso.

Futuri consiglieri L’associazione Libra di Siderno ci allega questa foto in occasione del comunicato che denuncia le brutte condizioni in cui versa l’appena finita piazza di Donisi. In primo piano Alessandrò Archinà, che la prossima settimana sostituirà Giorgio Ruso in Consiglio Comunale.

Avventure pericolose Dopo essere riuscito a domare il pericoloso ghepardo nella sua Africa, Joe Oppedisano è tornato a Siderno per cercare di ammansire un’altra bestia feroce: Luca Avellis! Fortuna che ha trovato il supporto di Carmelina Condarcuri e dello staff di Speak Easy!

Il lupi perdono il pelo… Anno nuovo, stesse facce per Peppe Badia e Antonio “Carbonella” Ferreri, che saluto l’arrivo del 2018 con questo scatto davanti alla vetrina del bar Tentazioni sul corso di Siderno, con l’inquietante Cosimo sullo sfondo.

Con il procedere del 2018, le influenze che ti sono contrarie si andranno affievolendo. Alcune persone che ti hanno opposto resistenza e si sono rifiutate di collaborare con te cederanno almeno in parte. Per accelerare questo processo, evita di combatterle. Allenta la presa che hanno sulla tua immaginazione.

Segreti inconfessabili Era il 21 ottobre 1987 quando il nostro Vincenzo Logozzo si è fatto scattare questa foto con nientemeno che Arrigo Sacchi. Leggenda vuole che fu proprio lui a suggerire lo schema di gioco che l’allenatore del Milan provò nella partita contro l’Español!

Tra sacro e politico Durante il fitwalking della solidarietà, svoltosi nei giorni di Natale a Roccella Jonica, l’assessore regionale Federica Roccisano non ha potuto rinunciare a un bello scatto con Monsignor Oliva, per l’occasione in goliardica versione di cappello munita!

Un caffè legale Concedendosi una breve pausa dalle fatiche imposte dal gravoso compito di mantenere l’ordine pubblico, il vigile urbano Codispoti sorseggia un buon caffè in compagnia di un caro amico di Stignano.

Prevedo che nel 2018 scoprirai come fare in modo che le tue ossessioni funzionino sempre a tuo favore. Capirai quello che devi fare per assicurarti che non ti trascinino nel gorgo di un maniacale autosabotaggio. La determinazione e l’ingegnosità ti cambieranno per sempre. Solo perché ti si abituato a un problema non significa che non dovresti cercare di eliminarlo. Solo perché un dolore non ti getta più in uno stato di demoralizzato stordimento per giorni non significa che ti fa bene. Nel 2018 potrai trovare la magica capacità necessaria per guarire completamente da quel problema e da quel dolore. I prossimi mesi saranno il periodo ideale per avviare quel progetto. Hai mai fantasticato di sperimentare cucine esotiche e di scoprire nuovi piatti che ti piacciono? Nel 2018 ti invito a realizzare questa fantasia. C’è un tipo di lavoro manuale che sarebbe un buon tonico per la sua salute fisica e mentale? Prima del quattrocento, i paesi europei si limitavano a navigare nel Mediterraneo. L’oceano era troppo tempestoso per le loro fragili navi. Ma intorno al 1450 i portoghesi ne idearono un nuovo tipo: la caravella, la cui vela triangolare le permetteva di procedere controvento. Se vorrete dedicare più del tempo necessario alle persone che vi circonderanno oggi fate pure, tuttavia avrete di meglio da fare, come ad esempio stare con al vostra famiglia. Tutto quello che riguarda il lavoro dovrà essere svolto nelle ore ad esso dedicate.

Capodanno all’estero Alla faccia di chi afferma che la Locride sia “debole” di turismo fuori stagione, durante la notte di capodanno abbiamo intercettato questi due simpatici amici, venuti nientemeno che dalla sempre verde Toscana per trascorrere le feste a Siderno.

Non proprio ogni minuto del giorno, ma appena avevi un po’ di tempo hai sempre cercato un certo tesoro. Con pazienza e determinazione hai provato a restringere il campo di ricerca raccogliendo indizi e seguendo il tuo intuito. Adesso sai esattamente dov’è. Ormai sei pronto a reclamarlo e tremi per l’eccitazione. La bellezza profonda sarà uno dei temi principali del tuo 2018. O almeno dovrebbe esserlo. Ma suppongo che potresti anche non essere interessato alla bellezza profonda. Forse addirittura ti annoia e preferisci quella superficiale, stravagante. Se decidi di seguire questa predilezione, perderai opportunità di diventare più libero e saggio.

La storia della pasticceria La famiglia Ieraci, che ha fatto della propria professione un pezzo di storia irrinunciabile per la nostra amata città, saluta il nuovo anno da dietro il bancone del proprio locale Mangiare o non mangiare Lo chef Amleto augura a tutti un felice 2018, che sia per tutti all’insegna dell’essere… ma anche del non essere! Del resto, l’importante è partecipare!

Sidernesi romani Il nostro Giuseppe Belligerante, vero e proprio “animale da piazza” durante queste festività natalizie, posa in compagnia di un amico romano di adozione, ma sidernese d’animo, che non ha voluto rinunciare alla propria terra in questi primi scampoli di 2018.

“Sventola la bandiera della tua diversità” era un’espressione tipica della cultura hippie degli anni sessanta e settanta. Era un modo colorito per dire: “Cerca di essere unico e originale, mostra le tue eccentricità con disinibito orgoglio”. Nel 2018 ti propongo di resuscitarla e farla tua. In conformità con i presagi astrali, ti consiglio di cominciare a compilare un elenco intitolato: “Persone, luoghi, idee e cose che non ho realizzato fino a oggi dei quali potrei innamorarmi”. E di continuare ad aggiungere punti alla lista per i prossimi sei mesi.




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