Riviera n° 02 del 8/01/2017

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CONTROCOPERTINA

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Caro Giorgio, amico mio, l’anno vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va... Il 29 dicembre scorso i Sindaci dell’ex Provincia di Reggio Calabria hanno, per la prima volta, preso parte alla Conferenza metropolitana: l’organismo collegiale del nuovo Ente. La seduta fiume, iniziata a metà mattinata e conclusasi nelle prime ore pomeridiane, si è conclusa con l’approvazione quasi unanime – solo un voto contrario – dello Statuto della Città Metropolitana. Un fatto storico! Senz’altro, anche se gli attori sociali che in genere fanno la storia erano assenti. Era assente la gente, così come la società civile, il confronto nei territori, la partecipazione e le consultazioni popolari che avrebbero dovuto accompagnare un processo costitutivo e costituente. Niente di tutto ciò. La volontà politica dello Stato centrale, miope e chiuso nel palazzo, ha voluto ridurre le nuove province - perché, di fatto, non sono state abolite! - e le città metropolitane a oligarchie senza democrazia né anima. Nessuna colpa possiamo addebitare, ovviamente, al Sindaco di Reggio Calabria che, per decreto, ha il compito di governare la decima Città Metropolitana d’Italia. Anzi, personalmente gli sono grato per aver sostenuto, senza riserva alcuna, l’emendamento proposto dal sottoscritto insieme ai sindaci della Locride, che all’articolo 15 (Mobilità e viabilità) inseriva tra le infrastrutture strategiche, in aggiunta a quelle già presenti nella bozza statutaria, ovvero l’Aeroporto dello Stretto e il Porto di Gioia Tauro, le grandi arterie di comunicazione Bovalino – Bagnara e Gioiosa – Rosarno. Quest’ultima da potenziare; la prima da programmare, finanziare e realizzare. Lo stesso emendamento sottolinea inoltre il valore strategico e la necessità di completare la nuova 106. L’approvazione avvenuta dopo un’articolata discussione, ha rappresentato una piccola vittoria per tutti noi, Sindaci della Locride. E spiace ricordare che altri sindaci di territori diversi abbiano voluto in qualche modo opporsi a un

provvedimento così importante per un futuribile rilancio del versante ionico. Ma la novità che tanto ha fatto discutere riguarda la costituzione delle zone omogenee nell’ambito della Città Metropolitana: oltre alle quattro aree tradizionali – la Locride, la Grecanica, la Piana e l’Area dello Stretto - anche l’Area Aspromontana è stata individuata come Zona Omogenea. Considerato che queste forme di circoscrizione territoriale saranno dotati di propri organismi e uffici, nonché potranno gestire servizi fondamentali in forma associata da parte dei comuni appartenenti; è auspicabile che il loro funzionamento venga disciplinato senza dare luogo ad ambiguità o “fantasie” interpretative. Infatti se i comuni aspromontani della Locride decidessero di optare per una delle due zone omogenee – Locride o Area Aspromontana - il nostro territorio ne uscirebbe irrimediabilmente spaccato. Non è immaginabile una Locride senza Canalo, Gerace o Platì. Un rischio questo che potrà rappresentare più che un’ipotesi. Soprattutto se l’esperienza della nostra Associazione continuerà a galleggiare nella sua deprimente agonia. Anche noi, caro Giorgio, siamo stati assenti. Tragicamente, assenti. L’eco del grido di dolore della nostra gente non è arrivato nel palazzo dove, noi, abbiamo preferito fare anticamera. Siamo lontani dalle ansie, dai problemi e dalle speranze della nostra comunità – della Locride intendo – forse perché, come alcuni di noi sostengono, il nostro impianto organizzativo rappresenta una forma di aggregazione debole e superata; o forse perché la funzione fondamentale dell’associazione dei Comuni è stata negli anni un po’ messa da parte; o forse semplicemente per pigrizia. Intanto l’anno nuovo ci saluta con una grande eredità di problemi vecchi, atavici. Dissesto idrogeologico, collegamenti stradali a limite della percorribilità e della decenza, negazione del diritto alla

salute, scuole fatiscenti e molto altro ancora. Solita carrellata di questioni irrisolte. E poi, il lavoro. La dignità. Anche la nostra. Sono anni che ci ripetiamo, nelle nostre patetiche assemblee, che l’Associazione va rilanciata, se non addirittura rifondata. Ma il semplice rinnovo dei suoi organismi – Assemblea e Comitato – è ormai da anni accompagnato da rinvii e scadenze a termine. Se non ricordo male ogni area territoriale – perché siamo stati anche geniali a frazionare la Locride in nord, centro e sud! - aveva nominato i rappresentanti che dovrebbero comporre il nuovo Comitato. Ma questo prima dell’estate, perché avevamo giustamente aspettato le amministrative. Anche se, non vorrei sbagliare, si parlava di azzeramento e rinnovamento delle cariche già prima delle amministrative dall’anno precedente: quando tutti i sindaci concordarono nuove elezioni dei rappresentanti degli organismi solo dopo che Siderno – la città più popolosa della Locride – avrebbe avuto un Sindaco democraticamente eletto. Passarono le elezioni e anche quelle regionali, la prima e la seconda giunta Oliverio. Poi il referendum sulle trivelle con tanto di ciaone. E poi, ci siamo ritrovati a un tratto in estate, e non è che potevamo fare un Comitato e un’Assemblea balneare. In più c’erano le elezioni del Consiglio metropolitano, il 7 di agosto pensa tu! E abbiamo aspettato ancora. Sono passati anche i tamburi di San Rocco, gli zingari di San Cosimo e Damiano e persino i catoja di Benestare (e per questo, amico mio, te ne sarò sempre grato!). Poi c’è stato il referendum costituzionale, le dimissioni di Renzi e il Governo Gentiloni. Poi l’approvazione dello Statuto e la notte di San Silvestro. E intanto l’anno che sta(va) arrivando tra un anno passerà, io non mi sto preparando – e neanche altri, stai sereno - è questa la novità. Rosario Rocca


RIVIERA

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GIUDIZIARIA

’Ndrine Lombarde Le ’ndrine lombarde si riunivano nei ristoranti per discutere di “affari”. Questo modus operandi ha portato i magistrati a ritenere che nonostante i presunti sodali fossero collegati con la Calabria, la competenza per giudicarli è del giudice del territorio dove si sono tenute le “mangiate”. Si legge in una sentenza di un giudice di meneghino: «la Procura della Repubblica di Milano Direzione Distrettuale Antimafia ha descritto la struttura 'ndranghetista come organizzata in un'autonoma associazione, denominata "La Lombardia", che provvede al coordinamento delle locali denominate Milano, Cormano, Bollate, Bresso, Corsico, Legnano, Limbiate, Solaro, Pioltello, Rho, Pavia, Canzo, Mariano Comense, Erba, Desio e Seregno; e, indipendentemente dalla partecipazione ad una singola locale, tutti gli imputati sono accusati di avere fatto parte dell'associazione di tipo 'ndranghetista denominata "La Lombardia"». «Tale impostazione -la cui fondatezza è stata ribadita nel presente giudizio -impedisce di procedere alla richiesta parcellizzazione dell'accusa, conferendo autonomo rilievo alle locali tanto da ravvisare la competenza territoriale dei Tribunali foranei. Sempre secondo l'ipotesi accusatoria che, si ripete, ha trovato piena conferma all'esito del rito abbreviato -tale associazione mantiene autonomia da quella che può essere definita la "casa madre" calabrese, pur in presenza di riconosciuti legami organici tra i soggetti operanti in territorio lombardo e quelli facenti capo a quest'ultima e pur postulandosi l'inserimento de "La Lombardia" in una struttura di riferimento, i cui organi provvedono al coordinamento delle attività complessive e degli assetti delle autonome articolazioni territoriali». Del resto, anche la Suprema Corte ha avuto occasione di soffermarsi su questo particolare fenomeno di organizzazione dell'associazione di cui all'art. 416 bis c.p., affermando che «la connotazione mafiosa o camorristica di una associazione per delinquere inerisce al modo di esplicarsi dell'attività criminosa, e non già al luogo di origine del fenomeno criminale, sicché è irrilevante che, sia pure a fini strategici, la stessa possa avere dei collegamenti con la "casa madre" di riferimento, quali la mafia, la camorra o la "ndrangheta". Infatti, i fenomeni delinquenziali indicati non hanno realizzato un'unica organizzazione con struttura piramidale e di vertice, cui ricondurre le varie associazioni, che operano in estensione territoriale sia nazionale che internazionale eccedenti i confini di 'insorgenza del fenomeno, ma costituiscono una pluralità di associazioni criminose -spesso in contrasto tra loro -che, pur richiamandosi ai metodi e alle strutture mafiose o camorristiche, sono dotate di ampia sfera decisionale, operano in un ambito territoriale diverso e con una preponderante diversificazione soggettiva». Ne consegue che la ricostruzione così operata della struttura criminale descritta al capo 1) dell'imputazione, impone l'applicazione dell'art. 8 c.p.p., al fine di determinare la competenza territoriale, avuto riguardo alla natura permanente del delitto associativo; ai sensi dell'art. 8, comma 3, c.p.p. occorre, pertanto, fare riferimento al luogo in cui ha avuto inizio la consumazione. Anche in questo caso, soccorre l'ormai consolidata opinione del Supremo Collegio in base alla quale «ai fini dell'individuazione del luogo di consumazione del reato associativo, determinante la competenza per territorio del Tribunale, e più esattamente, del luogo in cui ha avuto inizio la consumazione -trattandosi di reato permanente pur in difetto di elementi storicamente certi in ordine alla genesi del vincolo associativo, soccorrono criteri presuntivi, che valgono a radicare la competenza territoriale nel luogo in cui il sodalizio criminoso si manifesta per la prima volta all'esterno, ovvero in cui si concretano i primi segni della sua operatività, ragionevolmente utilizzabili come elementi sintomatici della genesi dell'associazione nello spazio». Il primo luogo indicato in seno all'imputazione come sede di riunione tra sodali nell'ambito de "La Lombardia" è Legnano, ove il 15 febbraio 2008 si era tenuto un incontro presso un ristorante del posto; e peraltro, anche la prima riunione in assoluto fra quelle indicate al capo 1) si era svolta in Limito di Pioltello il 18 ottobre 2007, presso un ristorante di quel paese: entrambe le località sono ricomprese nel circondario del tribunale di Milano.

La cucina calabrese è unica, parola del NewYorkTimes La Calabria è nelle condizioni di farsi un nome all'interno dei circuiti turistici che contano per quanto riguarda la sua tradizione enogastronomica. Stavolta non è una bufala. Qulacuno ci premia davvero: per il New York Time, la "bibbia" del giornalismo internazionale, ha inserito la Calabria tra i 52 posti da visitare nel 2017. In particolare il quotidiano statunitense dedica attenzione alla ristorazione e all'accoglienza della "punta dello Stivale" e consacra la regione come luogo d'Italia dove, al di fuori dai classici circuiti del turismo internazionale come Firenze o Roma, si possono trovare alcune delle pietanze più interessanti. La Calabria è nelle condizioni di farsi un nome all'interno dei circuiti turistici che contano: parola del New York Times. La giornalista Danielle Pergament fornisce anche delle precise indicazioni. E si tratta di insegne tra le principali del buon mangiare e bere come il ristorante Abbruzzino di Catanzaro, il Ruris di Isola Capo Rizzuto e il Dattilo di Strongoli. L'elenco spazia tra le eccellenze agroalimentari e vere e proprie unicità calabresi: il bergamotto, il peperoncino con i suoi tanti piatti piccanti. Con una sottolineatura particolare legata ai prezzi modici. Il New York Times evidenzia poi l'importanza crescente dell'agricoltura biologica, che rappresenta una delle colonne portanti del settore primario regionale e del vino, prodotto da alcuni anni a questa parte grazie alla scoperta e alla valorizzazione di vitigni autoctoni come il magliocco, il mantonico bianco, il gaglioppo e il greco. Una ribalta importante ma non del tutto inattesa dal mondo agricolo calabrese. "Quello del New York Times - afferma Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria - rappresenta un riconoscimento internazionale alla Calabria, ai suoi protagonisti e al cibo che testimonia come la nostra sia una regione che si fa strada e possiede un modello di sviluppo sostenibile su cui puntare. Modello che é quello agroalimentare, che ha produzioni uniche e distintive. Questa è la Calabria bella e vera che piace e vince e che come Coldiretti - aggiunge Molinaro - abbiamo rappresentato a Expo Milano. Una Calabria, antica, autentica e accogliente che, dopotutto, è sotto i nostri occhi e che si distingue con imprese agricole e agroalimentari che sanno valorizzare i punti di forza. Gli stessi che poi diventano straordinari quando fanno un tutt'uno con l'enogastronomia e il turismo di qualità a prezzi giusti". Speriamo che questa occasione venga colta con l'attenzione che merita e vengano attivati pacchetti turistici per tutte le tasche e tutti i gusti, raddoppiati i collegamenti aerei e ferroviariari, venga fatta una promozione a tutto spiano senza badare a spese. Non ci crediamo granchè ma, nel dubbio, ci permettiamo di offrire qualche suggerimento.



POLITICA

La conferenza di inizio anno del sindaco Calabrese elenca una lunga serie di successi che stanno traghettando Locri verso la normalità. Nonostante le difficoltà da affrontare siano ancora molte e le cifre del bilancio non siano incoraggianti, Calabrese e i suoi stanno procedendo con interventi a tutto tondo in grado di cambiare il volto della città da qui alla fine dell’anno.

Bilanci DI JACOPO GIUCA

Locri: Piccoli passi verso un futuro migliore È un bilancio estremamente positivo quello che Giovanni Calabrese traccia per l’amministrazione comunale di Locri all’inizio di questo 2017. Durante la recente conferenza stampa da lui indetta per fare il punto della situazione amministrativa della città ionica, il primo cittadino ha cominciato con il parlare del Piano Spiaggia, che vedrà finalmente la luce nel corso dell’anno solare appena iniziato contribuendo a regolamentare l’occupazione del demanio e a garantire sviluppo turistico per la città. In via di definizione, inoltre, sarebbe anche il Piano Strutturale Comunale (PSC) che, entro la fine di gennaio, potrà essere avviato in accordo con i tecnici di Reggio Calabria garantendo finalmente ai cittadini di pianificare interventi nella aree di proprietà. Accanto al PSC, ha garantito Calabrese, verrà organizzato anche un Piano di Protezione Civile, che garantirà a Locri di essere definitivamente in regola con le normative vigenti. Strettamente legato alla realizzazione del PSC è stato l’impegno che l’amministrazione avrebbe profuso, nell’arco dell’ultimo anno, nella regolarizzazione dei condoni: grazie alla supervisione di tecnici esterni, ha spiegato Calabrese, è stato possibile controllare oltre duemila pratiche, che costituiscono la punta dell’iceberg di un lavoro che, è stato garantito, sarà certamente portato a termine entro la fine dell’anno solare. Malgrado le considerevoli difficoltà a far quadrare il bilancio, poi, non sono mancati gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle reti idriche, elettriche e fognarie, la cui funzionalità è stata spesso viziata da impianti ormai obsoleti. «Ponendo grande attenzione alle richieste e alle segnalazioni dei cittadini - è stato affermato non senza orgoglio dal primo cittadino di Locri - abbiamo cercato di intervenire sempre in tempo reale dinanzi alle necessità. Non è un caso, infatti, se la città non è più al buio come accaduto in passato e se le strade, anche se non in condizioni perfette, nonostante la mancanza di fondi sono state più volte bitumate laddove necessario con piccoli ma continui interventi, l’ultimo dei quali è avvenuto appena prima delle ferie natalizie.

«Anche il cimitero - ha continuato Calabrese - è stato soggetto a molteplici interventi di manutenzione e pulizia che abbiamo potuto portare a termine grazie a una convenzione con Calabria Verde e posso anticiparvi che è stato già approvato in giunta comunale un progetto proposto da privati e aziende che prevede l’ampliamento della struttura. La nuova sezione sorgerà nello spiazzo oggi antistante al cimitero e ha l’obiettivo di creare nuove cripte e loculi che soddisfino le numerose richieste dei cittadini. «Grande attenzione è stata dedicata poi alle problematiche della pubblica istruzione - ha continuato Calabrese - Grazie a un confronto aperto con le istituzioni scolastiche e con i genitori siamo riusciti a risolvere le difficoltà sorte di volta e in volta, ma siamo consapevoli della situazione di evidente criticità in cui ancora oggi versano le strutture scolastiche che si trovano su suolo comunale e sulle quali stiamo cercando di prendere provvedimenti. Il vero neo, pertanto, rimane la questione “mensa scolastica”, un servizio che eravamo riusciti ad avviare nel 2014 prima che venisse dichiarata l’inabilità delle strutture nelle quali doveva svolgersi. Una mancanza per la quale ci dobbiamo scusare con i cittadini». Nonostante le difficoltà economiche più volte rimarcate da Calabrese, non sono poi mancati gli interventi che hanno ampliato il panorama culturale della città. L’obiettivo, perseguito con successo, è stato quello di organizzare pochi eventi, ma di qualità. Il pensiero non può che andare al Locri On Ice, giunto alla quarta edizione e ormai punto di riferimento per tutti i ragazzi della provincia; al programma dell’opera lirica che, ha garantito il sindaco, non si fermerà certo con la terza edizione archiviata la scorsa estate; alla Festa della sport, in grado di coinvolgere tutte le associazioni sportive e religiose territoriali e che l’Amministrazione si impegna a far sopravvivere. «Anche il mercato settimanale è stato oggetto di una sapiente riorganizzazione - ha proseguito Calabrese L’abbiamo spostato in una traversa di via Cusmano rendendolo più accessibile per i cittadini e creando meno disagi al traffico e, grazie all’impegno dell’asses-

sore Baldassarro, siamo riusciti a recuperare oltre 100mila euro di crediti accumulati dai commercianti negli anni passati, facendo comprendere loro che la tassa che richiediamo serve anzitutto a migliorare i servizi di cui anch'essi usufruiscono. Anche il mercato coperto sarà soggetto a interventi che ne miglioreranno l’offerta e che lo rendano nuovamente un punto di riferimento per i cittadini». Già anticipato negli scorsi mesi, poi, è il piano dei parcheggi a pagamento che, presto appaltato, contribuirà a dare un’immagine più ordinata della città e a “fare cassa”. «Ad esso - ha aggiunto il primo cittadino - aggiungeremo un sistema più capillare di photo red come quello installato in via Cusmano che, nonostante abbia creato diverse polemiche, è servito anzitutto a far ridurre drasticamente il numero di incidenti quotidiani che si verificavano a quell’incrocio, nevralgico per chi proviene da Siderno o dall’ospedale. Ai nastri di partenza, poi, un “sorpassometro” che rileverà le

infrazioni che troppo spesso si verificano sulla 106 nel tratto compreso tra il museo e l’entrata sud alla città». Questo 2017, è stato poi garantito, sarà un’anno all’insegna della grande attenzione per le politiche sociali, come già avvenuto nella seconda metà del 2016, quando sono stati avviati interventi dedicati con spese minime. Già finanziati, poi, 500mila euro utili alla realizzazione di un asilo nido comunale e per terminare il teatro. Al continuo impegno per evitare lo smantellamento del ospedale, contro il quale Calabrese ammette di non aver visto atti concreti ma confida nell’incontro che si terrà la prossima settimana con il prefetto di Reggio Calabria, si aggiungerà poi maggiore trasparenza nella gestione delle fondazioni Zappia e Scannapieco e un maggiore impegno nello sblocco dei lavori pubblici (già avviati o ai nastri di partenza) che stanno venendo realizzati evitando, come accaduto invece in passato, di aprire mutui che si aggiungano a quelli che l’ente deve ancora finire di pagare.

La rabbia di Canturi: Bianco sull’orlo del dissesto A un anno e mezzo dall’insediamento, Aldo Canturi è finalmente riuscito a quantificare il debito che Bianco ha accumulato nel corso degli anni con Regione Calabria e Sorical. La cifra vertiginosa, ammontante a circa 5,5 milioni di euro, pone l’ente sull’orlo del dissesto e non fa ben sperare per l’anno appena cominciato.

Le difficoltà amministrative che è stato costretto ad affrontare Aldo Canturi da quando si è insediato in qualità sindaco di Bianco sono purtroppo ben lungi dall’essere portate a termine. Nella conferenza di inizio anno, infatti, il primo cittadino ha illustrato quali e quante complicazioni la giunta comunale da lui guidata sia stata e sarà costretta ad affrontare, a cominciare da quelle relative al bilancio. Canturi ha infatti spiegato che nonostante la giunta Scordino abbia dichiarato, appena tre giorni prima delle elezioni del 2015, che il debito che lasciava in eredità a Canturi fosse di poco più di 470mila euro complessivi, il quadro della situazione, assai più drammatico, è divenuto chiaro alla giunta insediatasi a giugno di quello stesso anno solo con il trascorrere dei mesi, tanto da costringere il primo cittadino a tracciare un quadro complessivo

della condizione delle casse comunali solo con la conferenza stampa della scorsa settimana. Bianco, infatti, lamenta un debito impressionante con Regione Calabria e Sorical, tanto da far temere a Canturi che il dissesto, che l’amministrazione sta disperatamente cercando di evitare, possa rivelarsi, nei prossimi mesi, inevitabile. Il problema principale della città, ha spiegato il primo cittadino, sarebbe l’acqua: nonostante Bianco conti 10mila abitanti in meno rispetto a Locri, infatti, pagherebbe una tassa doppia rispetto al comune amministrato da Giovanni Calabrese, cifra che contribuisce a rendere complicata la condizione dell’ente nei confronti della Regione Calabria, alla quale Bianco deve ben 2,7 milioni di euro per la sola fornitura idrica. Ma al debito accumulato dal Comune per la l’acqua è anche con

Sorical, con la quale Canturi è stato, in questo anno e mezzo di amministrazione, protagonista di un lungo tira e molla che ha scongiurato in extremis in ben quattro occasioni differenti il taglio della fornitura ai cittadini. Alla Sorical, infatti, il comune deve ben 1,5 milioni già sotto-

posti a decreto ingiuntivo ai quali sarebbe da aggiungersi poco più di un milione di debito corrente. A rendere ulteriormente complicata la situazione, un accordo trentennale siglato dalla precedente amministrazione che prevede il pagamento di 200mila euro l’anno per la fornitura dell’acqua. Canturi ha garantito di essere già alacremente all’opera per cercare di risolvere questa complicata situazione burocratica, alla quale si vanno ad aggiungere anche i debiti accumulati dall’ente per quanto riguarda la spazzatura, ammontanti complessamente a circa 900mila euro sufficienti a convincere la Regione Calabria a non fornire alcun contributo ordinario a Bianco, che è stato e continuerà pertanto a essere costretto a contare sulle sole proprie forze per eseguire anche i più banali interventi di manutenzione.


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Le uova della ‘ndrangheta e la frittata dell’informazione Martedì scorso il massmediologo Klaus Davi è stato preso di mira da lanci di uova nel quartiere Archi Cep di Reggio Calabria. Il collaboratore dell'Arena di Giletti da diversi giorni piantonava il negozio di un presunto esponente del clan Tegano, tentando di rintracciare l'uomo per intervistarlo, ma senza successo.

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MARIA GIOVANNA COGLIANDRO e grandi scoperte, si sa, si fanno sempre per caso. La mela di Newton ne è un esempio arcinoto. Il prode massmediologo Klaus Davi era convinto di trovarsi lì dove "ogni metro quadro odora di 'ndrangheta", dove "il senso dell'humor non è contemplato come strumento di relazione umana", dove sei faccia a faccia con chi "rappresenta inoppugnabilmente l'ontologia dell'essere 'ndrangheta" (questo quanto Klaus dichiara a proposito di Archi nel suo articolo Perchè è importante una diretta tv nelle viscere della 'ndrangheta, con riferimento al suo programma "Gli Intoccabili") e, invece, si è ritrovato con il gessato a chiazze, impiastricciato di uova. Il regno dei Tegano ridotto al tegamino. Dalle viscere della 'ndrangheta alle viscere della gallina. Davi si aspettava che nel suonare alle case dell'arcoto, i suoi polpastrelli si carbonizzassero e, invece, scopre che agirarsi per Archi non è affatto un'impresa da temerari: non servono giubbotti antiproiettile, basta un grembiule della nonna! Perchè, non dimentichiamolo, stiamo parlando di gente di 'ndrangheta: sono tutti dotati di una singolare mira! Non so che informazione in più possa trarre il pubblico in merito alla 'ndrangheta vedendo un giornalista piantonarsi sotto casa di un boss per rivolgergli domande che galleggianno fianco a fianco con l'ovvietà. Eppure la sua impresa è considerata "antimafia sul campo". Il procuratore Federico Cafiero De Raho, alla Camera dei deputati, ha definito il giornalismo di Klaus "un esempio di coraggio molto utile alla magistratura". Boh... le cose sono due: o non ho capito niente del coraggio o non ho capito niente della magistratura. Nel presentare il format televisivo "Gli intoccabili" viene dichiarato che si "intende documentare e raccontare senza nessuna forma di spettacolarizzazione la realtà delle mafie". Della realtà delle mafie ho visto ben poco, della spettacolarizzazione molto di più. Ma probabilmente non ho capito niente neppure delle mafie. Così come capisco sempre meno questo pot-pourri che è diventato il mondo dell'informazione, un affabulante, delirante, mitopoietico e purgante vespaio, animato da polene impettite sulla prua della nave a rubarsi tutto il vento e il sale della spuma. Da un lato chi, invece, di informare farnetica infiocchettando false minacce da parte della criminalità organizzata - e qui Klaus non c'entra - per tentare la scalata nel più breve tempo possibile; dall'altro chi, come Klaus, ci ricorda in modo tartassante che la nostra terra ha dato i natali ai boss, come se a noi sfuggisse come sfuggono i particolari di un quadro che abbiamo sempre visto affisso in salotto. In entrambi i casi, parlare di 'ndrangheta è oggi un mezzo per diventare qualcuno, anzi molto più che un mezzo, è come minimo tre quarti. Non so se sperare che si torni a fare informazione perchè si ha qualcosa da raccontare, perchè si vuole informare il pubblico e non convincerlo che lo si stia informando. Non lo so perchè quando si prova a farlo, come da anni fa il collega del Quotidiano del Sud, Adriano Mollo, ti vedi piombare addosso una querela temeraria, e quella sì che è lì per carbonizzarti i polpastrelli. Un milione di euro è quanto il commissario della sanità calabrese Massimo Scura ha chiesto ad Adriano Mollo, alla testata del Quotidiano del Sud e al suo direttore per "l'ingente e irreversibile discredito" alla sua reputazione e al suo prestigio istituzionale. Richieste del genere, con cui si pretende un risarcimento danni spropositato - anche se non sempre così tanto spropositato - i giornalisti se ne vedono fiondare più di quanto si immagini. Il più delle volte non arrivano nemmeno al giudizio e finiscono per essere solo armi improprie con cui intimidire chi vorrebbe tanto fare il proprio lavoro. Quattro anni fa è stata presentata una proposta di legge riguardante, oltre la cancellazione del carcere per i giornalisti, l’introduzione di sanzioni pecuniarie efficaci per chi fa ricorso alle querele temerarie. Quel progetto rimane appollaiato al senato. E così anche oggi sul menu troverete le uova della 'ndrangheta e la frittata dell'informazione.

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Il comune di Locri promuove la lettura con lo Scaffale del libro condiviso La giunta comunale guidata da Giovanni Calabrese non ha mai fatto mistero di voler dare importanza crescente alla cultura nella propria amata Locri. Alle grande iniziative mussali e di spettacolo che il comune promuove di buon grado durante tutto l’anno, in questo inizio di 2017, grazie alla collaborazione con l’Associazione culturale La Cetra di Eunomo, ne parte in sordina un’altra. Si tratta dello Scaffale del libro condiviso, una semplice libreria (che ci si augura possa ingrandirsi con il tempo) posta all’entrata del comune e presso la quale è possibile prendere a prestito, o lasciare comodato, libri di qualunque genere. Un’iniziativa che promuove la lettura proprio nei giorni dello scandalo dei buoni cultura rivenduti a metà prezzo da studenti 18enni che hanno candidamente ammesso di voler leggere…

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Pazzano: La“Madonna della Carcareda”rischia di scomparire Nonostante le continue e ripetute denunce, si pensa poco alla salvaguardia della grotta della “Carcareda”, a Pazzano. Di piccole dimensioni, la cavità è scavata in un banco di arenaria e la sua importanza artistica è data dalla presenta di un affresco, probabilmente di fine ‘700, raffigurante la Madonna del Monte Carmelo con il Gesù Bambino tra le braccia. L’affresco è molto danneggiato e presenta una caduta di intonaco e di colore, ,a nulla si è fatto per la sua messa in sicurezza o per un eventuale restauro. Il sito inizia a presentare sempre più ampie lesioni che di sicuro, se non si interverrà con urgenza, potrebbero comportare un imminente crollo. Luoghi della cultura che sarebbe necessario tutelare e valorizzare al meglio e che invece continueranno a languire.

Prende vita il nuovo Lungomare di Reggio Calabria Il caso Nicotera A Nicotera è stata avviata una raccolta firme contro la giornalista Dell'Acqua dopo essersi occupata di un'inchiesta sulla situazione idrica della sua città, definita “informazione scorretta”. Questo in sintesi quanto i media hanno riportato questa settimana. Questo che segue è quanto è stato riferito a noi.

Il Lungomare Italo Falcomatà abbraccerà il porto di Reggio Calabria. Martedì, infatti, inizieranno i lavori per la rigenerazione dell’area tra il Lungomare e il porto cittadino. I lavori prevedono la realizzazione di una passeggiata panoramica e di un percorso ciclabile in continuità con il Lungomare Falcomatà, un nuovo balcone sullo splendido scenario dello Stretto. A completare l’opera sono previste alcune piazzette contornate da aree verdi e scalinate, un nuovo terminal bus, un parcheggio con pensiline fotovoltaiche, la riqualificazione di via Candeloro e della storica pineta Zerbi.

Eugenio Minniti monitorerà i processi della criminalità organizzata

La giunta dell’Unione delle Camere Penali ha deciso di affidare all’avvocato Eugenio Minniti, presidente della Camera penale Simonetti di Locri, l’incarico di coordinatore dell’Osservatorio doppio binario e giusto processo, organo avente la funzione di monitorare il buon andamento dei processi riguardanti soprattutto la criminalità organizzata in ordine alla corretta applicazione dei principi costituzionalmente garantiti dal “giusto processo” e al fine di evitare iter processuali (il “doppio binario”) che determinerebbero una palese violazione del diritto di difesa. L’incarico è stato comunicato al penalista dal presidente nazionale dell’Ucpi Beniamino Magliucci, con gli auguri di buon lavoro insieme ai colleghi del coordinamento, composto da Giuseppe Riccio, Giuseppe Scazzola e Maria Teresa Zampogna.

Presentata a Locri la nuova edizione di“Roma e le menzogne dei parlamentari”

Organizzata dall’Associazione Due Sicilie si è tenuta presso il Seminario Vescovile di Locri la presentazione del pamphlet di Teodoro Salzillo Roma e le menzogne parlamentari, libro dato alle stampe per la prima volta nel 1863 che passa criticamente in rassegna alcuni discorsi tenuti, a cavallo dell'unità d’Italia, nelle camere di Torino e di Londra. Il pubblico numeroso e attento, ha visto la presenza di diversi Cavalieri e volontari dell’Ordine Costantiniano, nonché alcuni esponenti dell’Associazione Due Sicilie Calabria Citra di Paola e dell’Osservatorio Due Sicilie di Lamezia Terme.

Quella del “Movimento 14 luglio” è stata una replica scritta e indirizzata alla redazione de "Il Quotidiano del Sud", non una petizione. Una replica che non è mai stata menzionata nel suo contenuto reale dalle prestigiose testate giornalistiche che hanno preso a linciarci mediaticamente da qualche giorno. Segnaliamo tra l’altro come apprezzabile, se non addirittura encomiabile, in questa temperie di orgia diffamatoria, il profilo di sobrietà assunto dallo stesso Quotidiano del Sud, che sta riportando con secchezza le varie posizioni e dichiarazioni senza ricami e speculazioni. Per quanto ancora non abbia pubblicato la nostra replica - e come avrebbe potuto in questo clima?! - dobbiamo dire che la testata, che più di ogni altra avrebbe avuto agio a speculare sulla vicenda, sta brillando per levatura etica e deontologica. Noi abbiamo scritto un documento circostanziato e riferito a un articolo preciso, decidendo di farlo firmare ai membri del movimento, per maggiore trasparenza (dietro l'anonimità di una sigla informale può nascondersi chiunque). In questi giorni veniamo linciati giornalisticamente in base alla pura e semplice menzogna che ci attribuisce una petizione per "imbavagliare una giornalista anti-cosche". Solo di passaggio ci permettiamo la facile constatazione del fatto che, salvo qualche pezzo - più scandalistico che d'inchiesta - sull'infelice, triste e arcinota vicenda dell'elicottero in piazza, non ci risulta alcuna inchiesta della giornalista sulla 'ndrangheta. Ma soprattutto ci preme esprimere la nostra riluttanza a concentrare sulla medesima e sulle sue speculazioni le nostre attenzioni. La miseria della vicenda non fa che avvilire la nostra statura quanto più diamo alla stessa spazio. Al contrario, riteniamo di grave importanza e quindi degna della massima e più attiva riprovazione la condotta di una testata nazionale come "Il Corriere della Sera", che nella sua versione on line ha inteso dare credito a tali farneticazioni senza peritarsi di dare minimo ascolto a noi come "controparte" e avviando una macchina mediatica tritacarne che, come si sa, procede motu proprio in base alla logica dello scoop e non certo a quella della verità. Imbavagliati siamo noi che, per aver osato scrivere civilmente una replica che non contiene offesa alcuna, veniamo tacciati sui media nazionali di sodalizio paramafioso. Segnalo che mio zio Antonio D'Agostino, uno dei delegati tecnici del movimento, cinque anni fa per le sue denunce in seno a un comitato contro la malagestione dei lavori pubblici a Vibo ricevette a casa una testa di capretto con in bocca un proiettile per ognuno dei componenti della famiglia. Noi lottiamo la ‘ndrangheta come i notabili, i massoni, come i politici collusi o corrotti, i traffichini e gli speculatori che lucrano sulla pelle della gente, ogni giorno, minuto per minuto, centimetro per centimetro, senza paura di affrontare anche quelle sfere massoniche/lobbistiche che le ultime analisi di importanti analisti/investigatori, tra cui Gratteri, indicano come addirittura preordinate alla stessa 'ndrangheta e più facilmente, aggiungiamo noi, riferibili all'espropriazione di risorse importanti come l'acqua, il paesaggio... le nostre stesse vite. Risponderemo con le forme democratiche, popolari e attive che ci sono proprie al vergognoso linciaggio in corso ai danni di un movimento civico genuino, libero, senza coperture politiche, che si batte senza riguardi contro qualunque potentato e casta. Arturo Lavorato

Per consultare l’articolo della Dell’Acqua la replica del “Movimento 14 luglio” vi rimandiamo al Qr code qui a lato.



ATTUALITÀ

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E mentre il denaro governa

l’umanità fa crack TUTTO È ORGANIZZATO AFFINCHÉ UN PUGNO DI “GRANDI FAMIGLIE” POSSEGGA QUASI LA METÀ DELLE RICCHEZZE DELLA TERRA E LE GESTISCONO INCURANTI DELLE GUERRE, DELL’ESODO BIBLICO DI INTERI POPOLI, DEL TERRORISMO, DEI DISASTRI CLIMATICI. DIFFIDO DI UN SISTEMA INCURANTE DEL TRACOLLO DELLO STATO SOCIALE E IPERSENSIBILE AI GRANDI GRUPPI FINANZIARI.

ILARIO AMMENDOLIA

Nel Paese dell’incontrario succede di tutto, per esempio che le parrucchiere, i sarti, gli impiegati facciano la befana ai banchieri. La somma che avete speso per il regalo della befana a vostra moglie o ai vostri bambini è poca cosa dinanzi alla cifra che corrisponderete, vostro malgrado, agli Istituti di credito a rischio di crack. L’unione consumatori stima che ogni italiano pagherà una somma pro capite che va da 250 a 300 euro. Questa non è “post” ma pura verità. Un dubbio mi rode il cervello: dove vanno i miliardi divorati dalle banche? Le mie conoscenze in merito sono modeste ma so bene di aver l’accredito della pensione in una banca e questa non solo non mi corrisponde un solo centesimo di interesse ma pretende che io paghi per la mera gestione del conto corrente. Nessun processo sommario, garanzie massime per tutti… ma mi viene spontanea una domanda: chi ha gestito i miliardi mancanti di Monte dei Paschi, di Antonveneta, della Popolare di Vicenza, della banca di Arezzo? Come si spiegano le immense “sofferenze” bancarie degli “istituti sani” dal momento che per avere mille euro di credito, un barbiere, un geometra, un ragioniere, una sartina deve garantire con beni immobili per almeno il doppio della cifra richiesta? Eppure nonostante la voragine immensa, non mi pare ci siano né grandi processi, né imputati. In carcere non si incontrano banchieri né la gente che delocalizza le industrie sottraendo il lavoro agli operai. E io vorrei tanto che in queste stupide carceri non ci sia proprio nessuno ma… in questo caso, il trucco c’è ma non si vede. Nei giorni scorsi, il governo ha reso disponibili in un batter di ciglia, venti miliardi per il salvataggio del Monte del Paschi. Venti miliardi è una cifra ragguardevole. Mi sfuggono i meccanismi e l’importanza di una tale decisione, ma un dubbio mi resta: le banche sono più importanti del diritto costituzionale alla salute, al lavoro, alla pari dignità, alla ricerca, al riscatto sociale? I ricchi azionisti o obbligazionisti del Monte dei Paschi hanno il diritto di contare molto più di tutto il popolo calabrese messo insieme? Perché se dici “tuteliamo la salute della gente della Locride” nessuno ti ascolta e invece per una banca mille orecchie si aprono e mille mani si mettono in movimento? Non sono un economista, e non saprei dire i rischi per il nostro Paese in caso di fallimento di un istituto bancario ma diffido di un sistema incurante del tracollo dello Stato sociale e ipersensibile ai grandi gruppi finanziari. Ho una certezza: i calabresi medio-poveri pagheranno per le banche ricche e noi assisteremo impo-

tenti a quanto accade sotto i nostri occhi. E ciò non mi va bene! Certo, abbiamo un alibi: chi comanda ne sa una più del diavolo! Tende a farci sentire ignoranti e ci stordisce con parole difficili (possibilmente in lingua inglese). Ieri usavano le parole “globalizzazione”, “delocalizzazione”, “mercato”, “borse”. Tradotto in pratica significa soldi che viaggiano alla velocità della luce e si spostano da Hong Kong a Londra, da Francoforte a New York. “Società”, come FIAT, che immemori degli aiuti statali ricevuti e della sorte degli operai vanno veloci come le lepri in caccia di profitti. Oggi il vento sta cambiando e si delinea un nuovo nazionalismo. Il Piave mormora di nuovo: non passa lo straniero! In tanta apparente confusione, c'è solo una certezza: tutto è organizzato affinché un pugno di “grandi famiglie” possegga quasi la metà delle ricchezze della Terra e le gestiscono incuranti delle guerre, dell’esodo biblico di interi popoli, del terrorismo,

dei disastri climatici. E per quanto ci riguarda, insensibili al degrado e al costante regresso della Calabria. Sono costoro che possiedono i giornali e le tv, che organizzano la "rete" per imporre la loro egemonia. Quando questi strumenti sono inefficaci, scatenano le guerre. È difficile da cogliere… ma esiste un rapporto tra le foto dei corpi dei bambini straziati sulle coste del Mediterraneo e la concentrazione della ricchezza in poche mani. Io sono - senza se e senza ma - per la “non violenza” sempre e comunque. La violenza, iniziando da quella verbale, e da chiunque utilizzata, non mi sembra che abbia mai realizzato nulla di buono. Non è mai la risoluzione del problema. Concludo: Ognuno di voi ha appena fatto la “befana” per un valore di circa trecento euro al Monte del Paschi. Un nucleo familiare di tre persone verserà mille euro. Pagheremo sulla pasta, sul carburante, sui farmaci e le somme andranno alle banche.

Non è stata una nostra scelta ma qualcosa che abbiamo subito senza poter obbiettare nulla. Si dice spesso che abbiamo la migliore “polizia” del mondo e potrebbe essere vero. Si aggiunge che abbiamo i PM a cui non sfugge assolutamente nulla… e anche questo potrebbe esser reale! Leggiamo ogni giorno che si divincolano su tutto il nostro territorio le operazioni di “focus ndrangheta”. E mi sembra giusto! Ma ricordate: gli ultimi venti miliardi destinati alle “banche in difficoltà” non sono stati sottratti alla comunità dai banditi ma con un elegante decreto del governo. È giusto debellare il “crimine” a qualunque livello. In basso come in alto. È giusto che venga punito chi ruba la corrente elettrica ma non può restare impunito chi sottrae alla comunità decine di miliardi. Non c’è da fare alcuna rivoluzione, magari, come avvertiva un grande intellettuale tenuto in carcere nel secolo scorso, sarebbe il caso di istruirci, informarci, organizzarci e lottare democraticamente per costruire una società migliore.



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e r a l l a b a d o t t u t o n n a ’ l l e d o m i r p Un

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Antonimina: inaugurato il centro diurno per anziani Ornella Corigliano Questa settimana è stato inaugurato il Centro Diurno per Anziani Ornella Corigliano nella Frazione Bagni di Antonimina. Alla prima apertura erano presenti Monsignor Francesco Oliva, Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, l’Assessore Regionale alle Politiche Sociali Federica Roccisano, alcuni Sindaci dei Comuni limitrofi (Pietro Fuda, Rocco Luglio e Domenico Polifroni) e la Consigliere Anna Maria Mollica. Erano inoltre rappresentati il Corpo dei Carabinieri di Antonimina dal Vice Maresciallo Barone e alcuni parroci delle parrocchie vicine, tra cui i Don Domenico Tropeano, Antonio Pelle e Constantin. Monsigor Oliva ha emozionato i presenti con le sue parole e ha impartito una benedizione, augurando che questo Centro possa essere un punto di riferimento sul territorio. A conclusione dell'evento è intervenuta l’assessore Roccisano che ha sottolineato l'importanza dell'esistenza di queste strutture sul territorio della Locride.

Siderno: Cosa cambierà con la nuova gestione del depuratore consortile?

Martedì scorso il sindaco di Siderno Pietro Fuda ha trasmesso ai suoi collaboratori una lettera aperta nella quale illustrava lo stato dell’arte del funzionamento dell’Impianto di depurazione consortile. Nel lungo resoconto, il primo cittadino ripercorreva le fasi che hanno condotto all’attuale gestione dell’impianto e all’elezione di Siderno in qualità di comune capofila dei collettori che riforniscono i comuni di Siderno, Locri, Gerace, Antonimina e Grotteria. Dopo una dettagliata introduzione, Fuda è passato a illustrare i passaggi relativi alla nuova concessione attraverso gara d’appalto pubblica avviata nel 2014 e che prevede l’ampliamento/ammodernamento dell’intera rete fognaria, la completa mappatura delle utenze idriche con conseguente revisione del servizio di lettura e bollettatura dei consumi e una completa revisione del depuratore consortile stesso. Il nuovo Concessionario, ha inoltre spiegato Fuda, a seguito del completamento delle opere sulle reti, sosterrà la totalità dei costi inerenti ai servizi affidati e riceverà in cambio un canone attraverso il quale recupererà i costi di investimento e gestione. Fino a quel momento è previsto un periodo di gestione provvisoria durante il quali gli enti riforniti si divideranno i costi per la fornitura di energia elettrica e lo smaltimento dei fanghi, successivamente rimborsati in base alle previsioni di gara. Con questa sua lettera, Fuda ritiene di avere definitivamente chiarito i motivi della prima transazione per l’acquisizione della struttura, le motivazioni relative ai costi che dovranno sostenere gli enti e la necessità di definire il pagamento dei costi sostenuti per la conduzione del sistema impiantistico negli anni passati. JG

Riace scrive un bel capitolo di storia politica A Riace, paese dell’accoglienza, nel pomeriggio del 30 dicembre 2016, penso, come sicuramente tanti altri, che sia stato scritto un bel capitolo, da aggiungere in quel libro di una storia di integrazione cominciata tanti anni fa; ma ritengo che sia stato dato anche un bell’esempio di vera e sana politica. Oltre allo scenario multietnico che caratterizza il bel contesto della cittadina, in quel pomeriggio si poteva assaporare un clima di fratellanza, ci si sentiva accomunati da un sentimento di pace, solidarietà e uguaglianza. Da tutta la Calabria e anche oltre, sono convenuti per esprimere al ‘compagno sindaco’ Mimmo Lucano un riconoscimento ma soprattutto per offrire un sostegno e invitarlo a ritirare le dimissioni che egli stesso aveva messo nelle mani del consiglio comunale che tutti i consiglieri, responsabilmente, dopo una lunga e proficua discussione hanno rigettato rinnovando piena fiducia al primo cittadino. Un’esortazione di massa, insomma, a non mollare, a non farsi condizionare dagli schizzi di fango piovutigli addosso, lanciati da quella macchina mostruosa della diffamazione che viene azionata e brandita come un pesante maglio e con modi che rispondono ai dettami di un liberismo becero che quasi sempre si coniuga con affarismo. Palate di fango per calunniare e screditare chi, col proprio operato, rischia di impallare questo sistema politico, in Italia collaudatissimo, ma ormai marcio, che ha visto e vorrebbe ancora vedere fallire progetti di libertà e democrazia che si contrappongono a fascismo e razzismo, per mantenere o ripristinare, così, vecchi metodi di amministrare e gestire la cosa pubblica, che poggiano su clientelismo e corruzione, tanto cari ancora a molti amministratori e dirigenti

Sinistra, quella vera, fatta di gente comune, umile e dignitosa, di giovani e donne anche delle istituzioni, ma che non sta nei salotti, non “babbija”, ma scende nelle piazze, si confronta e usa, se possibile, il potere per prendersi cura dei più deboli, degli indifesi, escogita formule di integrazione sociale e di economia sostenibile, difende l’ambiente e, rifacendoci a un concetto marxista, fa tornare al centro l’uomo, con i suoi bisogni la sua dignità, i suoi desideri e le sue legittime aspirazioni. “Il vincitore è un sognatore che non si è mai arreso” diceva il grande Mandela. Riace e il suo sindaco Mimmo Lucano sono la dimostrazione vivente che un altro mondo è davvero possibile, e ognuno di noi ha il diritto di sognare e il dovere morale di impegnarsi, affinché lo si possa realizzare. Pasquale Aiello pubblici italiani, ma che a Riace, un folle sognatore e vecchio idealista, insieme alla maggioranza dei suoi cittadini, è riuscito a evitare o probabilmente anche a sconfiggere, proponendo un modello politico a “misura d’uomo”. A Riace, come da tanto tempo non succedeva, in una piazza gremita e con un’aria gelida per il clima invernale si avvertiva un calore rassicurante e avvolgente. Ancora di più ascoltando, tramite uno schermo, i vari interventi e le varie testimonianze dei rappresentanti dell’associazionismo e delle istituzioni politiche e sindacali, e soprattutto apprezzando le lucide riflessioni dei vari Lavorato, Ammendolia, Perna, Barillà, Lanzetta, Speranza ecc… A Riace, in quel pomeriggio, si è sentita nuovamente la fragranza di valori e ideali che suscitano emozioni che a molti di noi non sono nuove. Si è avvertito profumo di

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L’inaugurazione della nuova SA-RC e le Istituzioni politiche locali Intendo controdedurre ai giudizi espressi dal presidente Raffa, riportati a pagina 20 della Gazzetta del Sud, edizione del 27/12/2016, relativi all’inaugurazione dell’autostrada SA-RC. Alla fine degli anni ’90 è stato approvato il progetto di ammodernamento della A3; progetto che l’ANAS ha dovuto redigere tenendo obbligatoriamente conto delle direttive impartite dal Parlamento. Dette direttive consistevano nel fatto che il nuovo tracciato doveva essere, per ragioni d’impatto ambientale, affiancato a quello preesistente. I lavori vennero iniziati intorno al 2000. Durante l’esecuzione di essi si sono incontrate parecchie inevitabili difficoltà dovute al fatto che bisognava lavorare cercando di arrecare minori disagi possibili al traffico che scorreva sul tracciato preesistente. I lavori procedevano a rilento e i disagi erano eccessivi. Di detti inconvenienti, lentezza e disagi, l’unica colpevole era ritenuta l’ANAS, che era anche diventata oggetto di satira. Una mattina, sempre agli inizi degli anni 2000, durante una trasmissione radiofonica condotta su Rai Radio1, è intervenuto telefonicamente l’ingegnere capo dell’ANAS chiarendo che per detti disagi gli unici colpevoli erano i parlamentari che a grande maggioranza, per meri e pretestuosi motivi d’impatto ambientale avevano respinto, sconcertati, la sua proposta. Detta proposta prevedeva di costruire una nuova autostrada, più vicina al mare che alla montagna, che oltre al minore costo economico avrebbe consentito di evitare le intemperie invernali della montagna: gelate notturne, nevicate abbondanti, nebbia e vento gelido. Anche i parlamentari meridionali allora hanno sostenuto la tesi dell’impatto ambientale. Le opinioni espresse dal presidente Raffa collimano con quelli di tante altri politici meridionali che allora erano parlamentari ed hanno vestito i panni degli ambientalisti. Quindi, la peggiore sfortuna del Meridione non è rappresentata dai 58 km finali che non sono stati rinnovati ma è il fatto che tutto il nuovo tracciato dell’attuale A2 (ex A3) è stato accostato a quello preesistente. In merito alla pericolosità dei piloni autostradali costruiti nella zona di alto rischio di idrogeologico (R4), basta fare appello al buon senso comune per non preoccuparsi eccessivamente perché tutti gli alvei dei corsi d’acqua sono uguali, cioè hanno le stesse caratteristiche di pericolosità idrogeologica; probabilmente sono soltanto le normative idrogeologiche vigenti in Calabria ad essere diverse da quelle delle altre Regioni italiane. In Italia sono stati edificati centinaia di piloni stradali le cui fondamenta posano, alla dovuta profondità, negli alvei dei corsi d’acqua. Per regola le fondazioni dei piloni stradali raggiungono una profondità tale dove il rischio idrogeologico non si può verificare. Per i piloni stradali il vero rischio, ormai in tutta Italia, è quello sismico, altro che l’R4 di cui alle tabelle della Regione Calabria. Preoccupante ancora, è che le norme tecniche vigenti nella nostra Regione, così complicate e catastrofiche, come quelle idrogeologiche, sono state concepite da tecnici calabresi d’intesa con le Istituzioni politiche locali Antonio Signato



L’INTERVISTA

La Calabria paralizza dirigenti mediocri e i MARIA GIOVANNA COGLIANDRO A luglio, con la pubblicazione del rapporto Svimez, la Calabria, abituata a retrocedere, rimane estasiata nello scoprire che il proprio PIL è cresciuto dell’1%. Un misero punto percentuale ci ha fatto sentire improvvisamente ricchi. Ma è davvero così, la Calabria sta crescendo? Ne abbiamo discusso con il presidente di Confindustria Reggio Calabria, Andrea Cuzzocrea. Il Sud continua a rimanere sepolto sotto i colpi delle statistiche macroeconomiche, a parte qualche flebile nota di speranza. Eppure ci si aspettava che il 2016 sarebbe stato l’anno del rilancio dell’economia calabrese. Cos’è andato storto? Lei cosa intende per Sud? È arduo mettere sullo stesso piano, per esempio, la Puglia con la Calabria. Già all’interno della nostra regione le province fanno registrare parametri econometrici diversi tra loro, con Reggio fanalino di coda. Il problema del Mezzogiorno è legato alla qualità delle sue classi dirigenti: da quando esiste il regionalismo, il divario economico e sociale con il resto del

Paese è cresciuto. Bisogna comprendere che la qualità delle istituzioni determina il successo economico di una Regione e non viceversa. Reggio Calabria Città Metropolitana, che prospettive economiche offrirà questa nuova istituzione? Le città metropolitane sono state pensate come “hub” dell’economia e quindi motori dello sviluppo. Lo strumento attuativo è il piano strategico di indirizzo politico, i cui contenuti debbono essere condivisi dal partenariato economico e sociale, mentre ad oggi prevalgono gli aspetti formali di ingegneria istituzionale. I dati sul ritardo sono emblematici: le Città metropolitane del Sud, sette su quattordici, producono solo l’8,92% della ricchezza complessiva di queste realtà. In questo quadro preoccupa il sostanziale disinteresse dello Stato nei confronti di Gioia Tauro, l’unica vera, enorme risorsa economica di cui dispone la città metropolitana. Il 2016 è stato l’anno del Masterplan per il Mezzogiorno, dei Patti per la Calabria e per Reggio. Nel 2017 vedremo i frutti? Non c’è da crederci più di tanto. Il paradosso è che

non c’è mai stato un problema vero di risorse, basti pensare ai numerosi e infruttuosi cicli di programmazione europea. E spesso le risorse sono sempre le stesse ma con un nome diverso, più accattivante. I tempi di risposta del sistema politico-amministrativo sono incompatibili con l’esigenza di recuperare i ritardi. Sa quanto tempo occorre per un’opera pubblica nel Sud? Mediamente cinque anni per gli appalti più piccoli e oltre dieci per quelli di dimensioni maggiori. Cosa pensa del Piano regionale dei Trasporti recentemente approvato? Guardiamo a questo strumento con fiducia. La situazione è difficile: l’ammodernamento e la messa in sicurezza della Statale Jonica 106, specie nel tratto reggino, appare ancora un lontano miraggio. Per non parlare delle criticità delle linee ferroviarie, in particolare sulla dorsale jonica e sulle direttrici principali. E per quanto riguarda l’autostrada Salerno-Reggio Calabria non si può ignorare come ad oggi rimangano fuori dalla programmazione circa 60 chilometri rimasti allo stato originario.

Aeroporto dello Stretto. Reggio rischia di rimanere a terra proprio ora che si appresta a diventare Città Metropolitana. Come potrebbe essere salvato lo scalo reggino? Il disimpegno di Alitalia rischia di arrecare un danno pesantissimo. Alla salvezza dello scalo reggino chi aveva responsabilità gestionali doveva pensarci quando ancora si era in tempo a farlo. Confindustria in tempi non sospetti ha pubblicamente proposto una “due diligence” della società e segnalato che quel tipo di gestione pubblica degli aeroporti è, a tutte le latitudini, destinata irrimediabilmente al fallimento. Quando poi prevalgono logiche clientelari e politiche, il risultato è catastrofico. Deve essere urgentemente definito il bando Enac. Banche e imprese, che aria tira a Reggio Calabria? Pesano le modalità di erogazione del credito che dipendono dai parametri tecnici che formano il famoso “rating”. Ormai contano i fattori quantitativi che è sempre più difficile poter dimostrare, soprattutto in un periodo di crisi così lungo, stante anche la storica struttura poco patrimonializzata

“Alla Calabria non servono risorse, basti pensare ai numerosi e infruttuosi cicli di programmazione europea. E poi le risorse sono sempre le stesse ma con un nome diverso, più accattivante”


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ata da classi interdittive antimafia delle nostre imprese. Sarebbe necessario far contare, nel rapporto banche-imprese, anche gli asset cosiddetti intangibili: la qualità del management, i rapporti storici con clienti e fornitori, la reputazione. Tre miliardi e mezzo di fondi strutturali disponibili per lo sviluppo economico e l’occupazione in Calabria. Dobbiamo crederci o è solo fumo negli occhi? Dipenderà molto dalla capacità di attuare la programmazione. La prima fase è stata proficua e innovativa: la Strategia dello Sviluppo Intelligente ha individuato i driver della crescita della nostra regione mediante il coinvolgimento del partenariato. Adesso si deve passare ai bandi e poi alle opere concrete con ricadute infrastrutturali e sociali misurabili, senza più interventi a pioggia dal sapore clientelare. Le misure economiche devono essere affiancate da garanzie assolute sulla trasparenza e sui controlli. Lo scorso novembre è stato sottoscritto un protocollo nazionale per la sicurezza dei bandi di gara del comune di Reggio Calabria. Siete fiduciosi?

“Con l’elezione di Ninni Tramontana alla Camera di Commercio reggina si suggella il percorso che abbiamo tenacemente condotto a compimento. Adesso occorre recuperare il terreno perso in questi anni”

Cuzzocrea:“È necessario comprendere che è la qualità delle istituzioni a determinare il successo economico di una Regione e non viceversa, e che al Sud non c’è solo la mafia, c’è una classe imprenditoriale coraggiosa, non contaminata dai clan e rappresentata anche da tanti giovani che possono far risorgere le nostre regioni”

Penso che i controlli sia più importante farli nelle fasi di esecuzione dell’appalto. Gli attuali strumenti, come le interdittive antimafia, prescindono dall’accertamento di un fatto giuridico e la scelta di rilasciare un’informazione di tipo interdittivo risulta ancorata a valutazioni per lo più scaturenti da relazioni interpersonali o familiari con soggetti coinvolti in vicende giudiziarie. Un criterio che, nell’ambiente reggino, finisce inevitabilmente con l’attirare nel vortice del sospetto una parte rilevante dell’economia, con effetti paradossali e collaterali di non poco conto. Sarebbe più semplice ed efficace fare ricorso a moderni protocolli di legalità che presuppongano la verifica in tempo reale da parte delle Prefetture di quanti, a qualsiasi titolo, entrano nel ciclo produttivo dell’opera pubblica. Lo scorso dicembre è stato eletto alla Camera di Commercio di Reggio Calabria Ninni Tramontana. Voi di Confindustria avete accolto con grande soddisfazione questa elezione. Cosa vi augurate che cambi? L’ente camerale era entrato in uno stato di sostanziale paralisi. Con Ninni Tramontana si suggella il

percorso che abbiamo tenacemente condotto a compimento. È un successo di Confindustria dimostrato dalla maggioranza numerica che si è coagulata in consiglio intorno al nostro candidato. Adesso occorre recuperare il tanto terreno perso in questi anni. Siamo consapevoli delle difficoltà, la più macroscopica legata alla riduzione del contributo camerale a carico delle imprese che imporrà una oculata gestione delle risorse. Inoltre la Camera dovrà assumere tutte le opportune iniziative per diventare soggetto economico attivo e propositivo, anche nelle politiche di sviluppo dell’aeroporto della città. Da un lato un Sud che piange miseria, dall’altro un Nord che considera sprecata qualunque azione a favore del Sud, come se successi e fallimenti non dipendessero da scelte politiche o capacità tecniche ma dalla meridionalità dei soggetti e dei progetti. Quale dei due atteggiamenti, a suo avviso, è più deleterio per il Sud? La propensione al piagnisteo non solo non risolve ma aggrava la questione meridionale, che sarà risolta solo quando capiremo che nel Sud non c’è

solo la mafia ma c’è una classe imprenditoriale coraggiosa, non contaminata dai clan e rappresentata anche da tanti giovani che possono far risorgere le nostre regioni. Se riparte il Sud riparte l’Italia. Il Mezzogiorno resta il “malato d’Europa” come dichiarò anni fa l’economista Nicola Rossi e al Nord il Sud non interessa. Come andrebbe ripensata, secondo lei, la politica industriale? Basta ricette vecchie e superate. La mancata industrializzazione del passato può rappresentare addirittura un’opportunità in un territorio che, se trattenesse la parte migliore del proprio capitale umano, cioè i giovani, potrebbe diventare la frontiera più avanzata dell’industria 4.0. La produzione di beni e servizi è profondamente cambiata in 15 anni. Dobbiamo lavorare sull’analisi dei big data e sulla valorizzazione delle nostre risorse principali: l’agroalimentare, il turismo, il patrimonio ambientale, l’arte, la nostra cultura millenaria. Anche l’industria culturale ci salverà. Ne sono convinto.


CULTURA

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Parte da Siderno la rivalutazione della filosofia italiana dell’800

di interpretazione di alcune opere di Hegel, che Vera contribuì a far conoscere ai contemporanei di tutta Europa, ma anche di accostare i lettori alla sua personale interpretazione, che si contrad-

distingue per lucidità di esposizione e genuino spirito filosofico. Ne risulta una descrizione di Vera che ne mette in risalto il non trascurabile ruolo nel clima di rinnovamento culturale e filosofico in un’Italia in cui il duplice dispotismo governativo e clericale impediva ogni manifestazione di libertà dello spirito. “Questo percorso - spiega la stessa Cricelli - è stato quasi obbligato. Dopo la tesi di Laurea mi sembrava giusto proseguire i miei studi in quella direzione, approfondendo la divulgazione del pensiero hegeliano nell'800 in Europa. E quale divulgatore e commentatore migliore di Augusto Vera? “Grazie al Dottorato di Ricerca ho recuperato scritti inediti dell’autore alla Sorbona di Parigi, svolgendo contestualmente un lavoro di consultazione e reperimento di testi presso la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele di Roma, e facendo uso dei servizi interbibliotecari per ottenere la riproduzione di opere essenziali ma di difficile reperimento. Durante un soggiorno di ricerca a Parigi, ho avuto persino la fortuna di consultare, presso gli Archivi Nazionali, il Dossier completo su Augusto Vera, che ho studiato soprattutto in relazione a vicende poco note del filosofo. Ho approfondito il ruolo ricoperto da

FOTO PINO CURTALE

Teresa Cricelli è nata a Torino, ma risiede da diversi anni a Siderno. Si è laureata in Scienze dell’Educazione a Messina discutendo una tesi su Hegel e la storia della Filosofia, conseguendo successivamente un dottorato a seguito del quale ha deciso di proseguire i propri studi alla Sorbona di Parigi. Durante questo periodo, ha concentrato le proprie ricerche sulla figura di Augusto Vera, uno dei principali diffusori del pensiero hegeliano in Europa. Ha recuperato e tradotto in italiano alcuni suoi saggi, scritti in francese, riguardanti l’idealismo tedesco e approfondito il pensiero filosofico dell’autore mettendone in risalto la rilevanza nel panorama culturale del Risorgimento italiano. A partire proprio da queste ricerche nasce Augusto Vera e la filosofia hegeliana, saggio che la Cricelli ha recentemente dato alle stampe e che intende approfondire il ruolo di primo piano, fin qui non sufficientemente studiato, rivestito dal filosofo napoletano nella diffusione della filosofia hegeliana. Le direttrici entro cui tale approfondimento si sviluppa tengono in considerazione gli elementi essenziali della biografia del filosofo, dando conto delle opere e degli studi critici apparsi sia nell'800 sia in epoca più recente. Ciò rivela non solo l’importanza del lavoro di traduzione e

Roccella Jazzette: anche l’addio al 2016 è jazz

Anche quest’anno Roccella ha scelto di offrire ai numerosi appassionati di jazz, ai giovani che tornano a casa per trascorrere le feste ed ai turisti che scelgono la Locride per festeggiare il nuovo anno, un modo diverso di trascorrere il Natale. Dal 26 dicembre al 2 gennaio, infatti, si è svolta Roccella Jazzette 2016, manifestazione composta da 12 eventi ad ingresso libero che, ha dichiarato il sindaco Giuseppe Certomà, “pur nella limitazione del budget a disposizione, non tradisce lo spirito di Rumori Mediterranei”. Il principale evento della rassegna natalizia è stata la Si Song di Claudio Cojaniz dedicata al compianto senatore Sisinio Zito, fondatore dall’Associazione Culturale Jonica che da 40 anni collabora con la realizzazione del Roccella Jazz Festival, cui è stato affiancato il viaggio fra canti africani, giapponesi, balcanici, spiritual e standard anglosassoni che ha composta la sezione Jazzy Christmas.

Lahaine

Il racconto di cui sto per parlarvi inizia e finisce con queste parole: “Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di 50 piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all'altro, per farsi coraggio si ripete: “Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio”. La Haine, pellicola distribuita in Italia come “l’odio”, è l’opera di maggior successo e di maggior impatto del regista francese Mathieu Kassovitz. Approdata nelle sale francesi nel 1995, racconta uno spaccato della vita di Vinz (un memorabile Vincent Cassel), ragazzo delle banlieue parigine con un animo incontenibilmente ribelle, e di due suoi amici: Hubert e Said. La banda di Vinz, impegnata insieme ad altri coetanei in quotidiani scontri con la polizia, viene sconvolta da una notizia: il giorno dopo i violenti scontri con le forze dell’ordine uno dei loro migliori amici, Abdel, si ritrova in coma in seguito all’aggressione da parte di un poliziotto. Ciò porta Vinz a giurare che se Abdel dovesse morire, lui farà giustizia uccidendo un poliziotto. La storia si sviluppa nelle 36 ore successive agli scontri delle banlieue. In questo lasso di tempo Abdel morirà, ma Vinz non potrà vendicarsi perché sarà ucciso da un poliziotto in borghese. Nella scena finale, dopo la morte di Vinz, Hubert e il poliziotto si puntano a vicenda una pistola di fronte all’impotente Said. E infine si ode un colpo, senza che ci venga data la possibilità di sapere da chi provenga.

La Haine è un capolavoro del “cinema della rabbia” e rappresenta, più che il racconto delle vicende di una piccola banda di teppisti, la storia dettagliata di una caduta, la caduta citata nella celebre battuta iniziale e finale del film. I ragazzi della banda rappresentano l’uomo che si ritrova a precipitare da un palazzo altissimo nel momento in cui Abdel viene pestato a morte, e sia loro, sia chi li guarda cadere scelgono con indifferenza di pensare “fino a qui, tutto bene” come

Vera nella fondazione di una rivista di divulgazione filosofica francese nel 1847, circostanza completamente ignorata dai biografi del filosofo, e consultato saggi, mai apparsi in lingua italiana, che ho ritenuto doveroso tradurre data la loro assonanza con la visione storica di Hegel”. “Ripensando in modo affatto nuovo il pensiero di Augusto Vera e il contesto in cui si colloca, - scrive di lei Girolamo Cotroneo, professore emerito di storia della filosofia presso l'Università degli Studi di Messina - Teresa Cricelli ha fornito una nuova e diversa immagine della filosofia italiana del secondo 800, liberandola da quella che è stata la privazione di importanza operata dai nostri grandi autori del Novecento. “Rivisitare l’opera di Augusto Vera - continua Cotroneo - significa dunque rivalutare l’intera cultura italiana dell’800, che non è stata soltanto un’appendice più o meno ripetitiva delle grandi filosofie straniere, ma che a quel dibattito ha dato un contributo anche se non sempre riconosciuto e apprezzato”. Leggere l’opera della Cricelli, pertanto, significa approfondire per la prima volta la figura e il contesto di una filosofia che troppo spesso noi stesso abbiamo finito con lo snobbare. Jacopo Giuca

Domenica prossima una conferenza su Siderno e la sua storia

In occasione del 485° anno dalla istituzione del Comune di Siderno - avvenuta con Privilegio Imperiale emesso dall'Imperatore Carlo V il 16 gennaio 1532 a Bruxelles domenica 15 gennaio 2017, alle ore 18:00, presso la sala della Confraternita di Maria Santissima dell'Arco in Siderno Superiore sarà tenuta una conferenza sul tema: SIDERNO E IL SUO TERRITORIO NELLA STORIA DELLA CALABRIA, Dal Medioevo all'età contemporanea

autoconvincimento che sia tutto sotto controllo e che nessuno si potrà fare male. Eppure, tutti sono coscienti che quell’uomo non ha alcuna possibilità di salvarsi, e nel momento in cui Abdel e Vinz muoiono, l’uomo in caduta libera, un attimo prima di schiantarsi al suolo, si rende conto che “il problema non è la caduta, ma l’atterraggio.” In questa caduta vi è la presenza costante di una forza spaventosa e dirompente, che si scopre essere la reale protagonista della pellicola, questa forza è l’odio. L’odio infiamma gli animi e detta le azioni di tutti i personaggi del film, in qualsiasi istante del film. Ma Mathieu Kassovitz spiegò in prima persona che l’odio di cui intendeva raccontare in La Haine non è un odio qualsiasi (perché l’odio può avere infinite cause e almeno altrettanti fini), ma è quel particolare tipo di odio generato dall’insensibilità che porta a dire “fino a qui tutto bene” di fronte ad un uomo in caduta libera verso il suolo. Dal punto di vista tecnico, la pellicola, girata in bianco e nero analogico, ha uno stile asciutto e crudo (tant’è che pure i colori sono stati eliminati), con un ritmo serrato e costante. Il film, pur essendo una grande metafora, non distoglie mai l’attenzione dai fatti concreti per spiegare dei concetti astratti, se non in apertura e in chiusura con la “parabola della caduta”. La colonna sonora è di grande impatto, e riesce a sostenere alcune scene quasi senza l’intervento della parola. Nella versione in lingua originale il francese si alterna ad un gergo del ghetto parigino, il “verlan”. Il cast non è molto ricco, ma brilla grazie alla splendida interpretazione di un Vincent Cassel in stato di grazia e “dominato dall’odio”. Infine, la Haine è un film deliziosamente crudo, che attrae magneticamente lo spettatore per tutta la caduta, e lo porta con sé dal tuffo nel vuoto fino alla rovinosa collisione col suolo. Domenico Giorgi




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I FRUTTI DIMENTICATI

A CURA DI ORLANDO SCULLI E ANTONINO SIGILLI

DOMENICA 08 GENNAIO 21

Ogni territorio vanta delle particolarità nel campo delle coltivazioni arboree ed in quelle ortive che naturalmente derivano da mondi lontani, ma per quelle dei fichi le perdite risultano notevoli ed irreparabili, in quanto molte varietà venivano coltivati nei vigneti, che abbandonati, furono sottoposti ad incendi devastanti.

Fico invernale nero Ficus carica L./ Famiglia moracee / Ficara i mbernu nigra Ogni territorio vanta delle particolarità nel campo delle coltivazioni arboree ed in quelle ortive che naturalmente derivano da mondi lontani, ma per quelle dei fichi le perdite risultano notevoli ed irreparabili,in quanto molte varietà venivano coltivati nei vigneti, che abbandonati, furono sottoposti ad incendi devastanti. Per quanto riguarda la varietà qui presentata, appartiene a quelle definite d’inverno o mbernitiche, ma ciò non è vero in quanto la loro produzione si articola nel mese di settembre fino alla prima decina di ottobre, collocandosi quindi nella parte finale dell’estate e all’inizio dell’autunno. Essa appartiene ad una serie di varietà consimili tutte dalla buccia che vira al marroncino che hanno in prevalenza una particolarità negativa consistente nel fatto che quando piove si aprono per cui poi possono inacidire, la presente invece resiste bene alle piogge per cui mantiene intatta la buccia che si fende appena , mostrando la “ cammisella “ ossia la parte candida sotto la buccia, che delimita la polpa rosea ; il suo sapore è buono, dolce al punto giusto. Tale varietà non è bifera ossia non produce due volte all’anno, con la prima produzione costituita dai fioroni e la seconda dai forniti, ossia i fichi veri e propri, ma solo da forniti. Generalmente i fichi cosiddetti invernali, che tali non erano, venivano innestati sui caprifichi ossia i fichi selvatici, perché avevano una resistenza maggiore ed anche perché qualora fossero stati riprodotti per talea avevano una durata di gran lunga minore e producevano

frutti più scadenti. Le altre varietà, tra cui il dottato, oppure lo Schiavo o Mulingiana, si preferiva riprodurle per talea e non attraverso i polloni che venivano emessi dalla pianta alla base del tronco in quanto le piante riprodotte per talea stentavano a crescere, per cui un proverbio popolare avvertiva: “ crisci prima nu figghjòlu ca na ficara cu nu pedaloru ( pollone )”.E naturalmente i contadini più accorti accoglievano i consigli, procedendo con due modalità differenti . Nell’area di Palizzi recidevano un ramo di fico alla fine di febbraio, spaccavano per la profondità di circa 5 cm il ramo dalla parte recisa, e v’infilavano una pietruzza piatta e poi mettevano a dimora il ramo stesso ad una profondità di circa mezzo metro. Dalla parte spaccata venivano fuori le radici e la piccola pietra ne impediva la chiusura . D’estate bisognava bagnare il ramo ogni quindici giorni e durante la bella stagione esso emetteva radici abbondanti . Nello spazio di pochi anni il ramo si trasformava in una pianta produttiva. Nel circondario di Bianco invece veniva scavata una fossa profonda quasi un metro , sempre alla fine di febbraio e vi veniva calato un ramo non piccolo, articolato in tanti rametti e di essi veniva lasciato fuoruscire solo uno. La terra sopra veniva pressata e poi irrigata non abbondantemente ; l’intervento d’irrigazione veniva ripetuta d’estate ogni quindici giorni, favorendo il radicamento del ramo che nello spazio di due o tre anni cresceva notevolmente e nello spazio di cinque o sei, diventava una pianta dalla grandezza notevole.

Una casa precaria PASQUALE GIURLEO PROBABILMENTE ARCHITETTO Un po’ di tempo fa scrissi una storia breve e stralunata che aveva per protagonista femminile Marilyn Monroe. Descrissi Marilyn giovane e bella, tenera e svampita, tanto sensuale quanto bisognosa di un affetto che gli uomini, troppo occupati a perdere la testa per le sue forme, non sapevano darle. In pratica la feci identica alla Marilyn che tutti conoscono. Tranne per un piccolo particolare. La Marilyn della mia storia non era un'attrice e viveva in una casa costruita sopra una cascata. Avete presente la Fallingwater di Frank Lloyd Wright? Quella costruita in Pennsylvania sul ruscello Bear Run? Ebbene, la casa in cui abitava la mia Marilyn era proprio quella. Ho una grande ammirazione per tutto ciò che ha progettato Wright, ma niente è paragonabile alla mia passione per la casa sulla cascata. Fra i miei sogni più grandi c'è quello di dormirci almeno per una notte cullato dal rumore dell'acqua che scorre sotto il pavimento. E per questa ragione che ne ho fatto la casa di Marilyn Monroe. Perché l’attrazione che provo per lei è fisica e irresistibile. Perché la vedo come un corpo da amare. In effetti, quando dico "dormirci" intendo proprio dormirci. Dormirci insieme, cioè. Ma siccome dietro a ogni nostra passione

sfrenata si nasconde un segreto che ci parla di noi stessi, mi sono domandato cosa ci trovi di così fatalmente attraente nella casa sulla cascata. Indubbiamente il fatto che sia immersa nella natura ha la sua importanza ma c'è anche dell'altro. Negli spigoli arrotondati dei suoi volumi essenziali, per esempio, c'è qualcosa che contraddice quel che essa dovrebbe sembrare. Quella casa è moderna e al tempo stesso non lo è. Ma la cosa più straordinaria è che la contraddizione non pregiudica affatto la sua precaria armonia. Avete letto bene, ho scritto proprio "precaria". Perchéè, a guardarla, quella casa è una costruzione impossibile. Spunta dagli alberi e se ne sta sospesa sull'acqua come niente fosse, come non avesse fondamenta. Quando i tecnici videro i disegni di Wright obiettarono che non si sarebbe mai retta. Non si può certo biasimarli, nessuno aveva mai visto niente di simile prima di allora. L'architetto andò su tutte le furie e si narra che fece avvolgere con bende i pareri dei tecnici affinché venissero seppelliti sotto la pietra angolare dell’edificio. Sembra che quei pareri siano ancora là, murati come mummie dentro una parete del soggiorno. Probabilmente ad affascinarmi tanto e proprio questa impossibilità. Del resto, cosa c'è di più duraturo e fatale di un amore impossibile? E non è di sicuro un caso se a un certo punto della mia storia la casa sulla cascata si dissolve nel nulla. Ho immaginato, infatti, che uno spasimante di Marilyn cominci a corteggiare la ragazza telefonandole in continuazione. Un bel

giorno Marilyn smette di rispondere. L'uomo seguita a comporre il numero ma l'apparecchio squilla a vuoto. Marilyn è sparita. Per comunicare la sensazione di vuoto e disperazione che assale lo spasimante mi venne l'idea di interrompere il flusso della scrittura con una vecchia foto

degli anni Trenta che ritrae lo scenario naturale di Fallingivater prima che si dessero inizio ai lavori di costruzione. Tutte le volte in cui l’immagine della casa mi capita sotto gli occhi, la sensazione che ne ricavo è la stessa che si prova risvegliandosi bruscamente da un sogno bellissimo. E

allora ripenso a quel tenebroso racconto di Edgar Allan Poe in cui un uomo solitario, dopo aver cavalcato per un intero giorno sotto un cielo di nuvole basse, giunge alla malinconica Casa degli Usher destinata a diventare un cumulo di macerie. Eh sì, perché ogni uomo ha una suo speciale destino. Il mio sembra essere quello di non poter mettere radici. Per ragioni che ancora mi sfuggono, mio padre non ha fatto altro che spostarsi da un posto all'altro e la mia giovinezza è stato un continuo viaggiare, dall’ Arabia Saudita, così si chiamava, all’Australia. Preso da una sorta di diaspora tutta mia continuo ancora adesso a viaggiare furiosamente. Ho sofferto a lungo per il fatto di dovere tenere molti oggetti chiusi nelle scatole, già pronti per il trasporto. Ma a questa precarietà mi sono abituato e, addirittura questa condizione, è diventata necessaria per la mia psiche. Per questo ho progettato una stanza tutta per me, che collocherò sulla terrazza della casa che abito a Locri, una scatola di legno e carta, di 4x4x4, sedici metri quadrati, dove c’è il minimo indispensabile per vivere, lo spazio sufficiente per accatastare i libri uno sull’altro e stipare quadri imballati con la plastica multi bolle. II che non significa che abbia rinunciato al mio amore impossibile. In fondo, la casa sulla cascata è ancora in piedi e non è escluso che riesca a dormirci, una notte o l’altra. Magari con Uma Thurman, visto che Marilyn non c’è più. Dovesse accadere, vi prego caldamente di non svegliarmi una volta tanto.


RIVIERA

Veglione lavorativo Direttamente dalle corsie dell’Ospedale di Locri, Pasquale Ceratti ha augurato buon anno a tutti i suoi contatti dei social network durante un turno capitatogli tra capo e collo proprio nella notte più lunga dell’anno, evenienza che (notiamo con piacere) non lo ha privato del suo sorriso! Separati alla nascita Questo scatto B/N di un giovane professore Giuliano Zucco ci ha mostrato, non senza sorpresa, la somiglianza che il nostro amato artista condivide con un grande dello spettacolo italiano, l’immortale Mal!

Natale con i tuoi… Non c’è niente di meglio che festeggiare il Natale con la propria famiglia. Lo sa bene il collega Pietro Melia, che ha voluto posare con i propri figli durante il cenone della Vigilia.

Una festa parafamigliare Saverio e Pierpaolo Zavettieri il Natale hanno preferito trascorrerlo nel calore delle mura domestiche, invitando pochi intimi con i quali condividere un bel momento di serenità.

Corrispondente dell’estero Il nostro collega Michel Dessi le feste ha deciso di trascorrerle in bella compagnia al di fuori della terra natìa, catapultandosi per il Natale nientemeno che sotto l’albero di Piazza S. Pietro in Città del Vaticano!

Onorificenze non richieste Il titolo di personaggio più pittoresco del 2016 va certamente al fotografo Gargano che ha fatto parlare di sé non soltanto per la bellezza dei propri scatti ma anche per l’eccentricità della propria atmosfera domestica.

Pietro su Pietra Il nostro Pietro Sergi posa dopo una lunga passeggiata con sullo sfondo il meraviglioso panorma di Pietra Cappa.

Visite di cortesia Il nuovo tronista di Uomini e Donne Giuseppe posa insieme a tre ragazze in uno dei locali della nostra Siderno.

Babbi Bagnati Nonostante le temperature non proprio favorevoli, a Siderno i Babbi Natale non esitano a fare il bagno! In questo selfie, Gaetano Mazzone e il sempre originale Toni Bellamina!

Gli anni d’oro In questa foto i compianti Mimmo Giorgini (una vera vittima della bestialità mafiosa che non troverete sui libri dell’antimafia) e Rocco Coluccio posavano con altri due amici durante l’inaugurazione dell’Affinity, locale di punta di una Piazza Portosalvo dei tempi che furono.

Le gelsominaie In questi tempi in cui gli scioperi alla rovescia stanno tornando tristemente di moda vogliamo ricordare i tempi che furono e i primi scioperi di questo tipo fatti in calabria per difendere le lavoratrici.

La carica dei Babbi Natale È stato un Natale all’insegna del fitness quello vissuto nella luminosissima piazza San Vittorio di Roccella Jonica, dove una piccolo esercito di Fitwalker in versione natalizia si è radunato per scaldare i muscoli!


SAPORI D’INVERNO

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DOMENICA 08 GENNAIO 23

Nosside ricomincia a barcollare:

torna BeerLocri!

Il successo riscosso dalla prima edizione di BeerLocri ha spinto gli organizzatori a proporre BeerLocri winter: non una “festa della birra” ma un’esposizione di prodotti di qualità da assaporare, degustare e conoscere. JACOPO GIUCA opo la prima fortunata edizione della scorsa estate, la rassegna di birre artigianali BeerLocri cerca di replicare il proprio successo con un’edizione invernale che si svolgerà tra il 13 e il 15 gennaio. La manifestazione, primo evento di genere a discostarsi dalla concezione classica di “festa della birra” organizzato sul nostro territorio, come durante l’edizione estiva permetterà ai partecipanti di degustare ottime birre artigianali provenienti da tutta la penisola, contribuendo a rilanciare le possibilità di fare impresa e turismo nel nostro comprensorio. Ma questa edizione invernale, anche a causa di questioni logistiche, offrirà agli organizzatori qualche opportunità in più e riserverà ai clienti parecchie sorprese. Ce ne siamo fatte anticipare alcune dagli organizzatori Gabriele Polito e Mariangela Verteramo. Da qualche giorno state pubblicizzando su Facebook l’avvento di un’edizione invernale di BeerLocri, rassegna che era stata proposta con successo la scorsa estate sul lungomare. Quali sono stati gli elementi che vi hanno convinto a organizzare questa nuova edizione? Quest’estate ciò che fortemente ci premeva era realizzare qualcosa di bello e di nuovo per il nostro paese. Principalmente da qui nasce l’idea di portare la prima rassegna di birre artigianali della Calabria a Locri, una realtà che unisce tutti, dai più grandi ai più piccini. Il successo riscosso dalla prima edizione di BeerLocri e le numerose richieste di una versione invernale, avanzate da chi vi ha partecipato ad agosto, ci hanno spinto a proporre BeerLocri winter. La novità del prodotto, accompagnato da street food di qualità, ha lasciato tutti contenti. Il mondo delle birre artigianali è in continua espansione, ed è importante che le persone conoscano le realtà presenti sul territorio e anche quelle provenienti da fuori. Ci teniamo a precisare che BeerLocri non è una “festa della

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Sant’Agata apre il Laboratorio di Liuteria del Maestro Sallustio

“Con l’inizio del 2017, a Sant’Agata, ci sarà un laboratorio di liuteria che arricchirà artisticamente e culturalmente il nostro paese”. Con queste parole, il sindaco Domenico Stranieri, nella sala consiliare del Comune, ha anticipato, durante la presentazione del concerto del gruppo Ensemble Piccola Orchestra, la realizzazione del laboratorio del maestro Antonio Sallustio. Contigua a Piazza Municipio, la bottega artistica sarà specializzata nella costruzione della lira calabrese, del violino e del liuto quindi, al suo interno, non solo si impartiranno lezioni di musica, ma si potrà anche apprendere l’arte della costruzione degli strumenti musicali.

birra”, bensì un’esposizione di prodotti di qualità da assaporare, degustare e conoscere, alla quale si accompagneranno eventi di diversi tipi: concerti live, dj set, corsi di degustazione e tanto altro ancora. Quali saranno le differenze tra l’evento che avete proposto quest’estate e l’imminente edizione invernale? Una delle differenze, rispetto alla scorsa edizione di BeerLocri, sta nella più ampia scelta del food, con diverse novità che vi invitiamo a scoprire. Un’altra sta nel luogo dove si svolgerà l’evento: si potrà mangiare e stare seduti al coperto sotto la tensostruttura allestita dal Comune di Locri in Piazza dei Martiri. L’evento dovrà coinvolgere tutti, per tale motivazione apriremo i battenti alle 18:00 di ogni sera. Il nostro intento è quello di por-

tare le famiglie in piazza, per questo motivo abbiamo pensato anche ai più piccoli con un’area bambini allestita all’interno dell’evento. Sarà poi data la possibilità di seguire un breve corso di degustazione, voluto fortemente dalla delegazione della provincia di Reggio Calabria della Fondazione Italiana Sommelier, che presenterà il suo 1° Corso di degustazione di Birra durante la rassegna. Assaggeremo le ottime birre che avete proposto durante l’edizione estiva o l’evento si allargherà a nuovi partecipanti? Rispetto all’edizione estiva ci saranno nuovi partecipanti per poter permettere a tutti di conoscere il nostro territorio e garantire ai residenti di sperimentare realtà differenti da quelle locali. BeerLocri vuole coinvolgere tutti gli addetti ai lavori in questo settore, infatti non ci limitiamo solo alle aziende del territorio, ma vogliamo cercare di allargare sempre di più la partecipazione anche di chi viene da fuori. Ad esempio, quest’anno avremo tre birrifici provenienti dal Lazio e uno dalla Sicilia: ciò dimostra l’interesse delle diverse aziende a investire e pubblicizzare i propri prodotti nella Locride. Quali altri progetti avete per la manifestazione? Possiamo confidare in una nuova edizione durante l’estate o dovremo aspettare il prossimo gennaio per sentir parlare ancora di voi? I progetti in cantiere sono tanti. Dopo l’edizione estiva abbiamo instaurato diversi rapporti con aziende territoriali e non. Diversi birrifici ci hanno contattato per poter partecipare all’edizione invernale. L’idea è quella di ripeterci ancora in estate allargando la manifestazione a più aziende e rinnovando di volta in volta i contenuti delle varie edizioni. La volontà è quella di crescere e migliorare sempre di più, dando la possibilità a tutti di poter venire qui, nella Locride, in vacanza o, perché no, a investire nei propri prodotti. BeerLocri vuole puntare soltanto alla qualità e all’educazione al bere, sdoganando quella concezione di “festa della birra” conosciuta fino ad oggi.

Un Bovalinese è pronto a calcare il palco dell’Ariston

Costantino Scaglione, musicista e cantante di Bovalino nonché maestro di Canto dell’Accademia Musicale Abc, si è aggiudicato questa settimana una menzione speciale nella sezione inediti, con il brano Luna, interamente scritto e musicato da lui, alla finale nazionale dei Grandi Festivals Italiani. Grazie a questo importante riconoscimento, il giovane talento bovalinese, potrà accedere all’home Theatre di Sanremo dal 7 all’11 febbraio, nella settimana in cui si terrà il famoso Festival della Canzone Italiana. Un’occasione unica, in cui vedremo Costantino Scaglione esibirsi su uno dei palchi musicali più importanti d’Italia.



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